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Handling Exceptions in Structural Engineering:

Structural Systems, Accidental Scenarios, Design Complexity


Rome, July 8 and 9, 2010 http://www.francobontempi.org/handling.php

Sulla robustezza strutturale dei ponti ad arco molto ribassato


1 2

Malerba P.G.1, Sgambi L.1, Bontempi F.2


Politecnico di Milano, Italia Universit degli Studi di Roma La Sapienza, Italia

SOMMARIO: Dopo alcuni richiami sulla stabilit degli archi, il problema viene specializzato a tre diversi sistemi, caratterizzati da differenti rapporti di ribassamento f/L. ciascuno di tali sistemi possiede lo stesso vincolo orizzontale cedevole, che vuole simulare il comportamento di una palificata. Per tener conto delle incertezze associate a tali strutture, la rigidezza del vincolo a terra considerata aleatoria ed descritta da una distribuzione gaussiana. Mediante simulazioni Monte Carlo vengono ricavati i percorsi di equilibrio associati ad ogni singola rigidezza. Come ente della simulazione si assume il primo punto limite del percorso di equilibrio. Si costruisce in tal modo la statistica dei moltiplicatori di carico. I risultati ottenuti consentono di valutare gli effetti sia del ribassamento dellarco sia delle incertezze di vincolo. 1 INTRODUZIONE Larco ribassato ha sempre attirato lattenzione di Ingegneri ed Architetti per diversi motivi. Dal punto di vista funzionale consente lo scavalco di unostacolo senza richiedere un eccessivo rialzamento della livelletta stradale; dal punto di vista formale si presenta sempre come una struttura di grande eleganza. E noto che la spinta alle imposte inversamente proporzionale alla freccia e quindi che, a grandi ribassamenti corrispondono intensit di spinte elevate ed una maggiore propensione a comportamenti instabili. Inoltre se le imposte dellarco insistono su fondazioni cedevoli, questi problemi saranno ancora pi critici, in quanto anche piccoli spostamenti relativi delle imposte danno luogo a rilevanti cadute di spinta, con alterazione del regime dominante di compressione che si vuole attribuire a questo tipo di struttura . In questo lavoro si vuole appunto indagare il ruolo della cedevolezza dei vincoli delle imposte sulla stabilit dellarco, in funzione di diversi rapporti f/L trattando la rigidezza del sistema di fondazione come variabile aleatoria. 2 ASPETTI TEORICI SULLA STABILITA Un ponte ad arco ribassato, pu essere soggetto a due tipi di instabilit: un instabilit di tipo Euleriano e un instabilit per progressiva perdita di rigidezza.
Figura 1: Percorso di equilibrio in controllo di forze con instabilit Euleriana.

Con riferimento ad un carico uniformemente distribuito, linstabilit Euleriana si manifesta per inflessione inestensionale secondo un modo antisimmetrico come schematicamente mostrato in Figura 1. Spostandosi dal punto O lungo il percorso fondamentale di equilibrio, si giunge nel punto A ove si ha uninstabilit con biforcazione. Aumentando ulteriormente il carico la struttura trova una nuova configurazione di equilibrio nel punto B, a cui corrisponde una configurazione ad arco rovesciato, ed in seguito larco inizia a lavorare a fune (punto C). Il passaggio dallo stato A allo stato B avviene in modo repentino con coinvolgimento delle forze inerziali della struttura. Il percorso di equilibrio, per carico crescente, risulta essere la linea OABC (Figura 1).

Linstabilit per perdita progressiva di rigidezza invece una particolare forma di instabilit non Euleriana in cui assume un ruolo fondamentale il comportamento pre-critico non lineare della struttura. Laccorciamento del profilo dellarco, causato dallazione assiale, pu difatti diventare troppo grande per permettere allarco di equilibrare il carico per mezzo della componente assiale delle azioni interne. Si verifica allora uninstabilit detta per perdita progressiva di rigidezza. Il percorso di equilibrio dellarco schematizzato dalla Figura 2. Anche in questo caso linstabilit porta bruscamente larco in una configurazione rovesciata.

- il carico uniformemente distribuito sullintero sviluppo dellarco; - i vincoli sono rigidi; - il materiale elastico lineare. Queste ipotesi, tuttavia, rappresentano solo un numero limitato di situazioni reali e, soprattutto, non le pi sfavorevoli. E noto infatti che la distribuzione di carico pi gravosa quella non simmetrica, le fondazioni non sono rigide e manifestano inevitabili cedimenti sia istantanei, sia differiti nel tempo ed il materiale pu allontanarsi dal regime elastico lineare.
Tabella 1: Modalit di transizione alla configurazione rovesciata di un arco.

m m < 2/11 2/11 < m < 1 m>1

Tipo di transizione alla configurazione rovesciata Instabilit Euleriana di biforcazione del percorso di equilibrio Instabilit non Euleriana per perdita progressiva di rigidezza. Con continuit senza il manifestarsi di fenomeni di instabilit.

Figura 2: Percorso di equilibrio in controllo di forze con instabilit per perdita progressiva di rigidezza.

Linstabilit non caratterizzata da una biforcazione ma dal raggiungimento di un massimo relativo (punto limite) oltre il quale si verificano grandi spostamenti senza che vi sia un incremento di carico (tratto AB). Nel tratto BC larco trova, come nel caso precedente, la configurazione di equilibrio rovesciata, che risulta stabile ed il carico pu incrementarsi ulteriormente. Il percorso di equilibrio in questo caso diviene OABC. Come mostrato da vari autori (Corradi, 1994) considerando il caso di un arco ribassato incernierato alle estremit e caricato con un carico uniformemente distribuito, possibile definire un parametro m:

Se sulla struttura sono presenti delle imperfezioni (struttura reale) il percorso di equilibrio non contiene punti di biforcazione ma solamente punti limite (Bontempi & Malerba, 1996). La Figura 3 mette a confronto queste situazioni. Il percorso di equilibrio della struttura perfetta avrebbe un punto di biforcazione in A ma per la presenza delle imperfezioni il percorso di equilibrio diviene OABC.

m=

4I f 2 A

(1)
Figura 3: Percorso di equilibrio di un arco con delle imperfezioni iniziali, valutato in controllo di forze.

in cui con f si indicata la freccia iniziale dellarco, e con I e A linerzia e larea della sezione trasversale. In base al valore di m, la transizione a configurazioni rovesciate, potranno avvenire con le modalit descritte in Tabella 1. In base al tipo di instabilit, in letteratura sono disponibili le formule per valutare i relativi carichi critici. Tuttavia, tali formulazioni si basano su di una serie di ipotesi semplificative che nella realt non risultano soddisfatte. In particolare: - larco circolare;

Per esaminare questi aspetti, si considerano tre casi studio che si ritengono sufficientemente rappresentativi delle moderne tipologie di archi ribassati.. 3 DIMENSIONAMENTO DEI CASI DI STUDIO Per indagare il comportamento dei ponti ad arco molto ribassato in campo non lineare, vengono di-

mensionati tre casi studio in modo da utilizzare nelle analisi dei valori di rigidezza assiale e flessionale compatibili con un caso reale. Il dimensionamento viene eseguito a stato limite ultimo, considerando il profilo longitudinale del ponte visibile in Figura 4 e la sezione di impalcato riprodotta in Figura 5.

mantenendo lo stesso spessore sia per le parti orizzontali del profilo, sia per quelle verticali (to = tv), il rapporto I/A rimane costante, qualsiasi sia lo spessore adottato. In questo modo, il rapporto m valutato sui tre ponti analizzati, varia unicamente in base alla freccia data al profilo longitudinale del ponte. Lo spessore t (t = to = tv) stato definito tramite un calcolo di predimensionamento, considerando i carichi permanenti e tre configurazioni diverse per i carichi di esercizio. Definito lo spessore per il primo ponte, i successivi vengono dimensionati in modo che la sicurezza a stato limite ultimo rimanga costante tra i tre casi analizzati. La Tabella 2 fornisce gli spessori della lamiera cos definiti.
Tabella 2: Dimensioni dello spessore della trave a cassone.

Figura 4: Profilo longitudinale dei ponti analizzati.

Il rapporto f/L che caratterizza la geometria longitudinale del ponte, stato assunto pari a 2/36, 3/36 e 4/36. Supponendo che larco supporti una passerella pedonale, si considerato un carico di esercizio pari a 5 kN/m2. Il carico permanente, valutato in base al peso proprio dellarco e dellimpalcato di 6 kN/m2.

Ponte 1 Ponte 2 Ponte 3

Rapporto f/L 2/36 3/36 4/36

Spessore lamiera 25 mm 20 mm 17 mm

In questo modo, si voluto rendere il pi possibile conformi tra loro i casi studio, in modo che i risultati ottenuti in campo non lineare siano funzione del solo profilo longitudinale del ponte. 4 ASPETTI NUMERICI Si consideri il ponte avente il pi basso rapporto f/L tra quelli considerati. La struttura stata analizzata per elementi finiti. Sono stati utilizzati due codici, uno in grado di operare in grandi spostamenti ed in controllo di carico (Sap2000); laltro in grandi spostamenti ma con un solutore basato sul metodo dellarco di curva (ABAQUS). Con una formulazione in controllo di carico risulta impossibile cogliere quei rami del percorso di equilibrio che si verificano in caso di snap-through o di snap-back (ad esempio il percorso tratteggiato di Figura 2). Invece un algoritmo basato sul metodo dellarco di curva controller i carichi e gli spostamenti in modo da riuscire a seguire lascissa curvilinea del percorso di equilibrio (Riks, 1972), (Crisfield, 1981).

Figura 5: Dimensioni della sezione dellarco.

Il dimensionamento stato eseguito a stato limite ultimo, mantenendo le stesse dimensioni esterne della sezione resistente e facendo variare, fra i tre casi analizzati, lo spessore della lamiera di acciaio del cassone. Poich risulta, adottando le usuali approssimazioni per il calcolo dellarea e dellinerzia flessionale di un profilo in parete sottile:

10003 tv 12 A 2 3000 t o + 4 1000 t v I 2 3000 t o 5002 + 4

(2)

Figura 6: Schema statico del problema di riferimento.

Gli elementi finiti utilizzati nelle analisi sono elementi trave formulati negli spostamenti con 2 nodi e funzioni di forma cubiche. La Figura 6 mostra lo schema statico che stato modellato con entrambi i codici di calcolo. Il carico base di 100 kN stato incrementato sino al completo sviluppo configurazione rovesciata della struttura. In Figura 7 viene riportato landamento del moltiplicatore del carico di riferimento in funzione dello spostamento verticale del punto 3. Le curve, ottenute coi due tipi di codice, risultano coincidenti sino al raggiungimento del primo punto limite. Con il solutore in controllo di carico il tracciato, una volta raggiunto il punto limite, presenta una discontinuit sino al raggiungimento di una nuova configurazione stabile (arco rovesciato) a cui corrisponde una forte ripresa di rigidezza. Non si ricavano informazioni nel tratto intermedio. Con il secondo solutore il percorso di equilibrio riprodotto in tutta la sua completezza.
25

lasticamente cedevole contribuisce alla perdita di spinta nellintera struttura. In Figura 9 ed in Figura 10 sono riportati i diagrammi spostamento moltiplicatore di carico per il punto 2 per il punto 3.
25

Moltiplicatore del carico


0

20 15 10 5 0 -2 -5 -4 -6 -8 -10

Spostamento verticale del punto 3 [m]

Figura 9: Carico uniformemente distribuito su met larco e vincolo cedevole. Percorsi di equilibrio (punto 3) ricavati in controllo di carico (rosso) e tramite un solutore basato sullarco di curva (blu).
25

Moltiplicatore di carico

20 15

Moltiplicatore di carico

20 15 10 D 5 A 0 0 -5 -2 -4 -6 C F

10 5 0 0 -5 -2 -4 -6 -8 -10

B E -8 -10

Spostamento verticale del punto 3 [m]

Figura 7: Carico uniformemente distribuito su tutto larco. Percorsi di equilibrio ricavati in controllo di carico (rosso) e tramite un solutore basato sullarco di curva (blu).

Spostamento verticale del punto 2 [m]

Figura 10: Carico uniformemente distribuito su met larco e vincolo cedevole. Percorsi di equilibrio (punto 2) ricavati in controllo di carico (rosso) e tramite un solutore basato sullarco di curva (blu).

Figura 8: Schema statico del problema di riferimento.

Lo stesso arco ora studiato con un carico distribuito solo sulla prima met luce ed un imposta collegata a terra da un vincolo elastico. La rigidezza della molla potrebbe simulare quella di una fondazione su pali (250000 kN/m). Lo schema statico di questa struttura rappresentato in Figura 8. Il regime assiale dellarco, assume unimportanza minore in relazione al regime flessionale, in quanto il profilo dellarco si discosta molto dalla funicolare del carico agente. Inoltre, la presenza del vincolo e-

In Figura 11 si sono rappresentate le deformate che si verificano nei passi di carico pi importanti, segnalati in Figura 10 dalle lettere A F. Si pu notare come il profilo inizia a deformarsi secondo una configurazione non simmetrica sino al raggiungimento del punto limite C a cui corrisponde un diminuzione di carico rispetto al punto B. La configurazione si sposta quindi nel punto D in cui inizia a svilupparsi un aspetto della deformata avente una curvatura contraria a quella di partenza (deformata E) per poi sviluppare un effetto fune che porta ad un notevole incremento di rigidezza e alla deformata F.

Figura 13: Deformate corrispondenti ai punti materiali dellarco che si verificano durante il percorso di equilibrio di Figura 12.

5 COMPORTAMENTO CON VINCOLO A TERRA A RIGIDEZZA ALEATORIA Si esamina ora linfluenza dellaleatoriet sulla rigidezza del vincolo a terra su ognuno dei ponti precedentemente introdotti. Tutte le strutture sono caricate con le azioni esterne rappresentate sullo schema statico di Figura 14. Tali azioni prevedono un carico da peso proprio uniformemente distribuito su tutto lo sviluppo dellarco di valore 65 kN/m ed un carico di esercizio di valore 35 kN/m agente nella sola prima met della struttura.

Figura 11: Deformate corrispondenti ai punti materiali dellarco che si verificano durante il percorso di equilibrio di Figura 9 e 10.

Chiaramente, lo studio stato effettuato in campo elastico, prescindendo dalleffettiva resistenza delle sezioni. Introducendo un legame di materiale elastico perfettamente plastico, la curva di Figura 10 diviene quella riportata in Figura 12.
25

Moltiplicatore del carico

20

15

10

5 B A 0 0 -2 -4 -6 C -8 -10

Figura 14: Schema statico del problema di riferimento.

Spostamento verticale del punto 2 [m]

Figura 12: Carico uniformemente distribuito su met larco, vincolo cedevole e materiale elasto-plastico perfetto. Percorso di equilibrio (punto 2) ricavato con un solutore basato sullarco di curva.

Si noti che il punto limite B risulta avere un moltiplicatore di carico inferiore a quello riportato in Figura 10 per effetto della plasticizzazione. La deformata in C, riportata in Figura 13, mostra chiaramente la presenza di una zona plasticizzata in corrispondenza del tratto soggetto al carico esterno. La deformata in D rappresenta invece la configurazione a collasso della struttura.

Lanalisi svolta in due passi di carico. Nel primo la struttura viene caricata col carico distribuito in controllo di carico, e nel secondo passo il carico di esercizio di riferimento incrementato tramite unanalisi statica basata sul metodo dellarco di curva. Lanalisi statistica viene invece realizzata mediante una simulazione Monte Carlo assegnando alla rigidezza orizzontale del vincolo esterno la distribuzione di probabilit gaussiana rappresentata in Figura 15. Da tale distribuzione vengono estratti in modo casuale 1000 valori di rigidezza, e per ogni valore viene calcolata la variabile di interesse (moltiplicatore

di carico, spostamento, azione interna) tramite lanalisi strutturale.

le sezioni in modo che abbiano lo stesso margine di sicurezza nei confronti dei carichi ultimi ( 3).
600

Ponte 3 Ponte 2

Numero di eventi

= 250000 kN/m = 60000 kN/m

500 400 300 200 100 0 0.0 0.5 1.1 1.6 2.2 2.7 3.2 3.8 4.3 4.9 5.4 5.9 6.5 7.0 7.6 8.1

Ponte 1

100000

200000

300000

400000

500000

600000

Valore della rigidezza orizzontale [kN/m]

Moltiplicatore del carico di esercizio

Figura 15: Distribuzione normale da cui stato estratto il campione di 1000 eventi per la rigidezza orizzontale delle fondazioni.

Figura 16: Istogrammi delle distribuzioni statistiche del moltiplicatore di carico al primo punto limite (materiale elastico).

1200

Il procedimento viene controllato tramite una shell esterna [Sgambi & Bontempi 2005] scritta in linguaggio FORTRAN avente il compito di gestire sia le analisi strutturali che lanalisi statistica dei dati in uscita.. Per ogni dato statistico creato il relativo file di input ed eseguita lanalisi. I risultati di interesse vengono successivamente letti e raggruppati in istogrammi. 6 RISULTATI DELLANALISI STATISTICA In Figura 16 vengono riassunti i risultati in termini del valore del moltiplicatore di carico in corrispondenza del primo punto limite del percorso di equilibrio, ove si verificherebbe uninstabilit improvvisa. I risultati riassunti in Figura 16 per le tre configurazioni (f/L) del ponte ad arco considerate, sono relativi ad analisi numeriche in cui si attivata solamente la non linearit di geometria. Si nota come il valor medio del moltiplicatore di carico aumenti con laumentare del rapporto f/L mentre la dispersione dei risultati diminuisce. Il valore del moltiplicatore dei carichi diviene quindi sempre meno sensibile allincertezza legata alla rigidezza orizzontale della fondazione con laumentare della saetta dellarco. Le distribuzioni della variabile in uscita risultano non avere un profilo simmetrico, anche se i dati di ingresso sono stati estratti da una distribuzione simmetrica (relazione non lineare tra la variabile di ingresso e quella di uscita). I risultati relativi alle analisi in presenza di non linearit di materiale sono riportati in Figura 17. Si preferito, in questo caso, riportare gli istogrammi su grafici differenti per non avere sovrapposizioni. Il valore medio del moltiplicatore dei carichi risulta abbastanza simile nei tre ponti analizzati. Il risultato ovviamente dovuto alla decisione di dimensionare

1000

Numero di eventi

800 600 400 200 0 0.0 0.6 1.2 1.7 2.3 2.8 3.3 3.9 4.4 5.0 5.5 6.0 6.6 7.1 7.7 8.2
8.2

Ponte 1

8.6

Moltiplicatore del carico di esercizio


1200 1000

Numero di eventi

800 600 400 200 0 0.0 0.6 1.2 1.7 2.3 2.8 3.3 3.9 4.4 5.0 5.5 6.0 6.6 7.1 7.7

Ponte 2

Moltiplicatore del carico di esercizio


1200

Ponte 3
1000

Numero di eventi

800 600 400 200 0 0.0 0.6 1.2 1.7 2.3 2.8 3.3 3.9 4.4 5.0 5.5 6.0 6.6 7.1 7.7 8.2

Moltiplicatore del carico di esercizio

Figura 17: Istogrammi delle distribuzioni statistiche del moltiplicatore di carico al primo punto limite (materiale elastoplastico).

8.7

8.7

8.7

Anche in questo caso le distribuzioni in uscita non sono simmetriche. Linfluenza dellincertezza sul vincolo orizzontale decresce con laumentare del rapporto f/L. Confrontando gli istogrammi di Figura 17 con quelli di Figura 16 si osserva che, per i casi considerati, linfluenza di tale incertezza maggiore se si considera il materiale in campo elastico lineare. 7 CONCLUSIONI Il lavoro prende in esame il problema della stabilit degli archi ribassati quando i vincoli di imposta non possono essere considerati rigidi. Vengono considerati tre ponti ad arco avente un differente rapporto di ribassamento f/L e per ognuno di essi vengono eseguite delle simulazioni Monte Carlo assumendo come variabile aleatoria la rigidezza orizzontale del vincolo di imposta. I risultati, raggruppati in istogrammi, mostrano che linfluenza dellincertezza del parametro considerato maggiore per archi molto ribassati. In presenza di non linearit di materiale si ottenuto, per i casi esaminati, uninfluenza minore rispetto alle analisi con il legame elastico lineare. In entrambi i casi, bench i dati di ingresso siano stati campionati da una distribuzione gaussiana, si sono ottenuti istogrammi dallaspetto non simmetrico (relazione non lineare tra la variabile di ingresso e quella di uscita). BIBLIOGRAFIA
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