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Il doppio nella letteratura.

Tutte le volte che gli altri sono daccordo con me ho sempre la sensazione di avere torto . Oscar Wilde Il doppio Doppi, sosia, alter ego, gemelli. Sono gli ospiti silenziosi dimorano nellInconscio umano e governano i desideri e le paure rimosse; doppioni che ci ricordano che la coerenza e la limpidezza dellagire umano sono leccezione, non certo la regola. DallAnfitrione di Plauto e le Metamorfosi di Ovidio, fino al pi recente Fight Club di Paulhniuk, il tema del doppio, della relazione con laltro me, ha sempre sollevato questioni pi filosofiche che strettamente letterarie. Dalla mitologia alla letteratura, limmaginario umano ha infatti sviluppato una relazione ambivalente con gli alter ego, tanto che gi Otto Rank, nel suo Il Doppio osserva che, presso alcune popolazioni primitive, il timore di ritratti e fotografie dovuto alla convinzione che l'immagine dell'uomo sia, di fatto, la sua anima e che potrebbe essere danneggiata da chi se ne impadronisse. La lingua tedesca ha una parola specifica, doppelgnger, per indicaDi Valerio D'Angelo in questo sito:Rosetta Loy - "Cuori infranti"- LetturaJ.London - "La peste scarlatta" - LetturaIl doppio nella letteratura. Alcuni casi - Saggio breve re il sosia, il doppio, la dualit dellessere: etimologicamente, il vocabolo composto da doppel, che appunto significa doppio, e ganger che, letteralmente, vuol dire che se ne va; ma il doppelgnger pi comunemente identificato, nella cultura tedesca, con la figura del gemello maligno e, non accidentalmente, in molte mitologie vedere il poprio doppio considerato presagio infausto di morte; se poi il doppelgnger avvistato da amici e parenti, allora una malattia o un grave problema di salute incombono minacciosamente sul malcapitato. La letteratura ha spesso descritto il doppelgnger, la controparte spettrale che alberga nellanimo umano, sopita e minacciosa, con un connubio di fascino e irrimediabile malignit. Di un fascino perverso infatti circondato Dorian Gray, narcisista eternamente giovane e bello, che vede il suo alter ego, il suo ritratto, invecchiare terribilmente, caricato dal peso degli anni e dei peccati commessi dal dandy Dorian. Nemmeno il dottor Frankenstein, nellomonimo romanzo di Mary Shelley, riesce a controllare il mostro da lui creato che in breve si trasforma in violento assassino (come gi il Golem, mitica creatura dargilla creata dal rabbino Judah Loew ben Bezabel per difendere la comunit ebraica, ma che sfugge al suo controllo e inizia a seminare terrore) mentre il quieto e stimato Dr Jekyll si sdoppia nel crudele alter ego, il signor Hyde, nellopera Lo strano caso del dott. Jekyll e il signor Hyde di Stevenson, inaugurando una sfilza di odiosi crimini. Anche il timido e onesto signor Goljadkin de Il Sosia di Dostoevskij, soccombe, burlato e tiranneggiato, al suo gemello cattivo. Nei casi sopraccitati, la controparte, reale o immaginata che sia, sempre unentit malvagia, sviante e ingannatrice. Tuttavia, la sua affermazione, espressione della dualit esistenziale, il presupposto stesso dellesistenza del Bene, la catarsi di cui il Bene ha bisogno per poter esistere: il ritratto che Dorian Gray conserva in soffitta, il mostro creato dal dottor Victor Frankenstein, il perfido Mr Hyde ( un richiamo a Thomas Hyde, studioso ottocentesco delle religioni e, appunto, inventore del termine dualismo), e il dispettoso omonimo del signor Goljadkin, sono gli altrettanti strumenti purificatori affinch, rispettivamente, il giovane Dorian rimanga perennemente attraente, il dott. Jekill riesca a isolare definitivamente il Male, il dott. Frankestein rimedia, sopprimendo la propria creatura, alla

sua ubris (tracotanza, letteralmente) per aver assolto al compito di Dio/Natura della creazione della vita, e infine il signor Goljadkin possa dirsi tanto pi onesto e rispettabile quanto pi meschino il suo sosia. LAltro nasce quindi per epurare lIo dal peso del negativo, lesistenza dellaltro catartica; pertanto, la distruzione del doppio indica una disperata ricerca dimmunit e indulto (reale per Jekyll, che avverte il peso dei crimini commessi dallalter ego Hyde, e solo estetica per Gray che prova disgusto e ripugnanza per ci che il suo quadro diventato, espiatoria per il dott. Frankenstein). Se quindi il Bene ha bisogno dellepurazione dal Male per essere assoluto e puro, la scissione dei due elementi costitutivi dellanimo umano (Bene e Male appunto) rompe il delicato bilanciamento, da cui il sopravvento della controparte maligna. Lunicit dellessere dunque inscindibile, la conflittualit radicata nellanimo umano e estraniare dallIo uno dei suoi caratteri fallimentare, anzi dannoso. Daltronde, anche Calvino, ne Il visconte dimezzato, afferma la necessaria convivenza tra il Medardo cattivo e il Medardo buono, anzich la prevalenza delluno sullaltro. Lindividuo non pu dunque essere scisso (non un caso che la parola individuo derivi dal latino individuus, da in, prefisso negativo e dividuus, cio divisibile), in quanto le contrapposizioni Bene e Male (ma anche Passione e Ragione, Pensiero e Materia, ecc) sono un continuum coerente e, come tale, inadattabile ad una visione manichea poich gi nel Bene dimora il Male, un concetto che Stevenson coglie astutamente chiamando il suo protagonista, un rispettabile medico franco-inglese Jekyll (je kill, io uccido), quasi a rimarcare il lato oscuro e potenzialmente crudele presente nel nobile animo del dott. Jekill. Lo stesso Nietzsche dell Al di la del bene e del male dice infatti Sarebbe possibile che ci che stabilisce il valore delle cose buone e venerate consistesse proprio nel fatto dessere ingannevolmente imparentate, agganciate a quelle cose cattive, in apparenza contrapposte, forse di essere loro addirittura essenzialmente simili.

LIo e gli Altri Tuttavia, anche ricondurre tale letteratura a uninterpretazione strettamente hegeliana, che vede nel bilanciamento degli opposti (o superamento delle contraddizioni), lavvicinamento alla Verit, sarebbe riduttivo. La copia infatti non necessariamente si configura come doppelgnger, ma talvolta solo inconscio, paura o desiderio rimosso. LAltro cio lIncosciente Rimosso che trova nello sdoppiamento uno spazio autonomo, liberato dal soggetto cosciente. evidente linfluenza che, sul finire del XIX secolo, le teorie freudiane sullinconscio e il disturbo di personalit esercitavano nei circoli intellettuali europei. Lidentit del soggetto infatti un complesso di fattori naturali (oggi diremmo genetici) e ambientali, come gi Freud, e Jung pi di lui, aveva notato. Esemplificativo il caso del protagonista de Il fu Mattia Pascal di Pirandello: approfittando di un equivoco, Mattia Pascal si crea unaltra identit, quella di Adriano Meis, cercando cos di sfuggire a quei paradigmi sociali che il protagonista vive come opprimenti, incarnati dalla figura e dal ruolo del marito, dal lavoratore, dal figlio ecc, vedendo nella creazione ex novo di unaltra identit un anelito di libert, ma accorgendosi presto che lidentit non prescindibile dal contesto ambientale, ovvero le maschere sociali (il ruolo che la collettivit attribuisce al singolo) si ripropongono continuamente allindividuo. Sfuggirvi possibile solo sfuggendo alla socialit. Stessa sorte tocca al protagonista di Uno, nessuno, centomila, che da unosservazione apparentemente banale della moglie sulla leggera devianza del proprio naso, inizia a sfatare la sue certezze circa il proprio Io e la sua immutabilit (nel suo primo esperimento, ad esempio, distrugge limmagine di persona composta e rispettabile che

aveva, facendo boccacce allimpiegato di banca), convincendosi quindi che lidentit mutevole quanto lo sono le opinioni altrui: egli Uno per se stesso, Centomila per le convinzioni che gli altri hanno di lui, e quindi, in sostanza, Nessuno, un singolo privo unidentit assoluta, fissa e immutabile. Cos, in termini kantiani, lidentit sempre fenomenica (cio quella che appare, che si mostra agli altri) e mai noumenica (esistente di per se). Lidentit dunque un connubio di alterit: non essendo univoca, lidentit formata dalle aspettative che lAltro nutre verso il soggetto. Cooley, uno dei padri della psicologia sociale, utilizza il concetto di rispecchiamento per analizzare la formazione del se: Quando noi vediamo il nostro volto, la nostra figura e i nostri abiti in uno specchio e siamo interessati ad essi in quanto nostri e siamo pi o meno compiaciuti di essi ... allo stesso modo, nellimmaginazione, noi percepiamo nella mente altrui pensieri sulla nostra immagine, sui nostri modi, sui nostri ricordi, sulla nostra realt, sul nostro carattere, sui nostri amici, e cos via, e ne siamo variamente influenzati.

poi possibile ravvisare, in numerose opere letterarie, la nota seconda topica freudiana di Io, Es e Super-Io. Qui la creazione dellAltro me dunque la proiezione delle paure o delle aspirazioni del soggetto. Numerosi sono appunto i casi letterari che trattano, con unaccuratezza quasi medico-psicanalitica, i disturbi si personalit. Tra tutti Sybil, il bestseller scritto nel 1973 da Flora Rheta Schreiber, ispirato al vero caso di Sybil, donna affetta dal disturbo di personalit multipla (ne aveva ben 17 diverse), e forse eccessivamente reale per essere considerato un pezzo di letteratura. Al di la infatti delle implicazioni pi propriamente psicanalitiche, stimolante notare come la letteratura, dal finire del XIX secolo a oggi, abbia pretestuosamente utilizzato la figura del doppio, forse meglio della doppia personalit, facendone un prototipo della mentalit sociale dominante, o al contrario, una sorta di nemesi. Per semplicit analitica, consideriamo solo due casi. Il primo il gi citato signor Goljadkin, protagonista de Il Sosia di Dostoevksij: un piccolo burocrate russo, rispettabile e perbene, vede la sua vita sconvolta dalla comparsa di un suo omonimo, il signor Goljadkin junior, infimo e dispettoso, che rovina la reputazione dello stimato vero signor Goljadkin. In realt, il protagonista, escluso dalla media borghesia russa in seguito alle troppo sollecite attenzioni dedicate ad una giovane nobile, sinventa un sosia che gli complica la vita, un doppio, bieco e meschino, responsabile dei suoi fallimenti, lavorativi (il sosia ad esmpio gli ruba unimportante pratica dufficio), amorosi ( il sosia che insinua le signore, non certo lui), e sociali (il gemello cattivo lo mette in cattiva luce con i colleghi, i conoscenti, finanche con il suo servo). Nel suo farfugliare, il signor Goljadkin si ripete, e si convince, di essere un gentiluomo onesto, reso vittima dal nemico invidioso, il signor Goljadkin junior appunto. Qui, il protagonista scarica sul suo fittizio alter ego le frustrazioni sofferte a causa dellesclusione sociale, il gemello cattivo il responsabile del suo isolamento, della scarsa stima altrui nei suoi confronti, della diffidenza di cui circondato. Solo proiettando sul suo doppio i difetti che gli sono propri, il piccolo borghese pu dirsi pulito. Il signor Goljadkin si percepisce (lo si capisce nel suo vagheggiare mentale) come una persona stimabile, tutta dun pezzo, un funzionario capace e meritevole, perfino un buon padrone per il suo servo, cio incarna appieno le aspettative che la borghesia zarista nutriva nei confronti dellindividuo; egli il prototipo sociale (o meglio si considera tale) del gentiluomo esemplare del buoncostume del tempo. Il signor Goljadkin si vede quindi come la summa dei modelli comportamentali al tempo socialmente plausibili, anche se azzardato parlare di Super-Io freudiano, proprio perch il protagonista si percepisce tale (cio come linsieme delle aspettative che la societ zarista nutriva verso lindividuo), ma nei fatti non lo . Sicuramente invece il suo

alter ego un Es, lantisocialit, linsieme dei difetti pi biasimevoli: avido, approfittatore, subdolo, manipolatore. Laltro esempio invece Fight Club di Chuck Paulhniuk: la voce narrante un giovane yuppie insoddisfatto che vive scontento e solo in un mondo consumista, fino a quando conosce Tyler Durden, moderno profeta metropolitano che lo coinvolge nella sua ribellione al sistema e nella lotta ad un mondo mercificato. Tyler Durden tutto ci che la voce narrante vorrebbe essere: astuto, coraggioso, divertente e arguto, ma soprattutto libero, mentre il protagonista si sente anonimo e debole, capace solo di desiderare cose e aver bisogno di cose. Ma Tyler Durden altro non che lalter ego del protagonista, il suo doppio che agisce quando il protagonista dorme. Tyler quindi lottativo del protagonista, ci che il protagonista non riesce ad essere; egli si ribella allalienazione e al senso di vuoto che vive il protagonista (e come lui i tanti paria appartenenti al mondo impiegatizio), in un mondo dominato da frenetiche attivit produttive, dove la felicit un sinonimo di consumo. Tyler sfugge ai dettami del sistema, agli imperativi della societ capitalista svuotata di ogni passione autentica e, allaccumulazione della merce preferisce gli incontri clandestini di boxe, sognando la totale distruzione della civilt, di tutti quei beni materiali da cui invece il protagonista era dipendente.

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