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DIO E AMORE

Lc. 10, 25-37 (Parabola del Samaritano); Lc. 15, 11-32 (La parabola del padre misericordioso ovvero Figliol Prodigo) Gv. 13,3-15 (La lavanda dei piedi) Ges, con la sua vita e il suo insegnamento ci ha fatto comprendere il vero volto di Dio e, finalmente, dopo tanti secoli il Concilio ci ha invitati ha rivedere se l immagine che ne abbiamo corrisponde a quella rivelataci come Padre da Ges, o ancora quella del Grande Padrone che esige adorazione, del Giudice cui nulla sfugge. Da sempre, nella storia delle religioni, gli uomini hanno cercato di raggiungere Dio, un Dio lontano e inaccessibile. Con Ges Dio si fa uomo, prende le sembianze e lidentit di un uomo, profondamente umano, cambiando cos il rapporto delluomo con la divinit. Se prima luomo doveva innalzarsi per raggiungere la divinit, con Ges umanizzandosi che si va incontro al divino. Luomo non si deve pi separare dalle altre persone per raggiungere la divinit ma pi luomo umano, pi scopre il divino che in lui. E mentre nella religione il raggiungimento di Dio era cosa riservata a pochi eletti, a quelli che si potevano permettere una vita di preghiere, uno stile particolare di santit di innalzamento, con Ges, invece, la possibilit di incontrare Dio a disposizione di tutti. Dio si incontra diventando profondamente umani. La Parabola del samaritano, che lEvangelista Luca ci propone, se ben compresa, cambia non solo il rapporto degli uomini con Dio, ma anche il rapporto degli uomini tra. Rivela un Dio che si rivolge a tutte le creature e nessuna pu ritenersi esclusa. Il Dio che disprezza le persone, il Dio che le esclude non il vero Dio.

PARABOLA DEL SAMARITANO


Iniziamo la lettura: Ed ecco, formula che adoperano gli Evangelisti quando vogliono richiamare lattenzione degli ascoltatori su qualcosa di importante. Ed ecco un dottore della Legge. Chi questo dottore della legge? Con un altro termine nei Vangeli vengono presentati come scribi. I dottori della legge o gli scribi sono laici che dedicano tutta la loro esistenza allo studio della Sacra Scrittura e arrivati allet di 40 anni ricevono, attraverso limposizione delle mani, lo stesso spirito di Mos. Da quel momento, fanno parte del magistero infallibile dellistituzione giudaica. La loro parola ha lo stesso valore della parola di Dio. Sono persone che hanno grande importanza nella societ, grande prestigio, il loro ruolo pi importante di quello del re e dello stesso sommo sacerdote. Le sentenze degli scribi e dei dottori della Legge hanno lo stesso valore della parola di Dio. Si presenta a Ges questo dottore della legge, si alz per tentarlo E qui lEvangelista ci fa capire in che direzione va lepisodio. Il verbo tentare appare in questo Vangelo soltanto due volte: qui e nellepisodio delle tentazioni nel deserto, quando attribuito al diavolo. Attraverso questa tecnica letteraria, conosciuta a quellepoca, di abbinare due termini, lEvangelista ci fa comprendere che colui che doveva far conoscere al popolo la volont di Dio, in realt, era un diavolo. Quelli che si presentano come dottori della legge non sono altro che strumento del diavolo, perch essi, con questo sfoggio di conoscenza, non intendono onorare Dio, ma soltanto se stessi. Quindi si alz per tentarlo. La sua azione quella subdola, del diavolo:
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Maestro. Notate il parlare diplomatico: si rivolge a Ges ipocritamente chiamandolo Maestro. Maestro significa qualcuno che insegna ad altri che vogliono apprendere. Ges il maestro, ma lui non vuole apprendere da Ges. Lui lo interroga per tentarlo, per controllare se la dottrina di Ges in linea con i loro insegnamento. Questi dottori della legge stanno sempre allerta, sono sempre vigilanti, e appena sentono una voce che non in sintonia con la loro devono subito intervenire. E gli chiede: Che cosa devo fare per avere la vita eterna?. Ges non ha mai parlato della vita eterna, a Ges non interessa. Il dottore della legge vuole vedere se Ges crede o meno alla vita eterna e quali sono gli strumenti per ottenerla. Ges venuto a modificare radicalmente la vita qui in questa esistenza terrena e, una volta modificata, acquista una qualit tale che diventa indistruttibile e, pertanto, eterna. Ges spontaneamente non parla mai di vita eterna. Gli unici che si rivolgono a lui chiedendogli della vita eterna sono le persone che stanno molto bene, i ricchi, o i dottori della Legge. Ges gli rispose: Nella Legge cosa scritto? Che capisci?. Ges prende le distanze, dal momento che quello che voleva sapere era scritto nella sua legge, quella che Ges chiamer sempre la vostra legge e questa una persona che per tutta la vita non ha fatto altro che studiare la Legge Per Legge si intendevano i primi cinque libri della Bibbia, ritenuti scritti da Mos. Ma Ges non solo dice: Che cosa scritto?, ma aggiunge: Che cosa capisci?. Non basta conoscere la Scrittura, bisogna anche capirla. Si pu conoscere a memoria la Bibbia, la si pu studiare giorno e notte, si pu predicare e annunciare senza capirla solo chi orienta la propria esistenza al bene degli altri capisce la Scrittura. Se non c un orientamento della vita verso il bene degli altri, se il bene degli altri non viene considerato il valore assoluto della propria esistenza, la Bibbia, la Scrittura non si capisce. Per Ges non c un valore pi importante del bene dellaltro. Ma quando al bene dellaltro si antepone una verit, una dottrina, prima o poi questa verit e questa dottrina si ritorceranno contro luomo e in nome della dottrina si far soffrire la persona. Per Ges non c verit pi importante del bene delluomo. Se c questo orientamento si capisce la Scrittura, altrimenti no. Infatti Ges dice: Che capisci? Ed il dottore della legge rispondendo disse: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, questo un brano tratto dal libro del Deuteronomio, e aggiunge un precetto preso dal libro del Levitico, e il prossimo tuo come te stesso. Il dottore della Legge risponde presentando il vertice, il massimo della spiritualit ebraica: un amore a Dio totale, assoluto e un amore al prossimo relativo: amerai il prossimo tuo come te stesso. Questo il massimo della spiritualit ebraica ma non per la Comunit di Ges, non per i cristiani. Per la comunit di Ges linsegnamento dellamore espresso nel Vangelo di Giovanni al capitolo 13 con questa espressione: vi lascio un comandamento nuovo dove il termine adoperato nuovo significa migliore: Amatevi tra di voi come io vi ho amato. Questo il comandamento, lunico che esiste allinterno della comunit cristiana. Comunque il dottore della legge risponde: ameraiil prossimo tuo come te stesso, di un amore, quindi, relativo, e Ges gli dice: Fai questo e vivrai. Il dottore della Legge gli aveva chiesto cosa fare per avere la vita eterna, Ges invece nella sua risposta non tratta della vita eterna. In altre parole, Ges cerca di fargli capire: Non
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domandarti cosa fare per avere la vita eterna, chiediti se questa che tu conduci si pu chiamare vita, quindi fai questo e vivrai. Ma il dottore della legge, non pu uscire sconfitto da un dibattito pubblico con Ges, peraltro gi additato dai dotti e farisei come pazzo e bestemmiatore, pertanto, al fine di giustificare se stesso, continua nel suo atteggiamento inquisitorio e chiede a Ges: E chi il mio prossimo?. Il prossimo nel mondo ebraico non aveva il concetto che poi acquister con il messaggio cristiano. Allepoca di Ges si dibatteva lungamente su chi fosse il prossimo e si andava da una interpretazione pi ristretta quale: il prossimo colui che appartiene al mio clan, alla mia famiglia, alla mia trib a una pi larga che sosteneva: il prossimo chiunque abita dentro Israele; per finire, con quella larghissima che sosteneva: il prossimo anche lo straniero che vive dentro i confini di Israele. Ed ecco questa perla dei Vangeli, la Parabola del Samaritano che Ges narra per rispondere al dottore della legge. Un uomo scendeva da Gerusalemme verso Gerico. Gerusalemme si trova a 810 metri sul livello del mare, mentre Gerico, luogo di destinazione di questuomo, si trova a 258 metri sotto il livello del mare. Sono appena una trentina di Km, ma con un dislivello di oltre 1.000 metri, attraverso gole in una zona orrida, difficile da percorrere, e incapp nei briganti che lo spogliarono. Era la strada ideale per gli agguati, per le imboscate, Ges si riferisce a quello che sar stato uno dei tanti fatti di cronaca abituale: lo percossero e poi se ne andarono lasciandolo mezzo morto. La morte certa, a meno che in questa strada solitaria non capiti qualche brava persona. Quando leggiamo i vangeli dobbiamo sempre metterci nelle condizioni di chi legge o ascolta per la prima volta e non sa come va a finire. Dunque c questo individuo che mezzo morto a meno che non passi qualche brava persona. Infatti dice Ges: Per caso, cio, proprio provvidenzialmente, un sacerdote scendeva per quella via. Meglio non gli poteva capitare. Questa persona stata fortunata perch gli capitata un sacerdote che non saliva, ma scendeva per quella via. E importante il dettaglio. Gerico era una citt abitata da sacerdoti che, periodicamente, secondo il loro turno, salivano a Gerusalemme, stavano una settimana nel tempio al servizio dellaltare. Per fare questo servizio dovevano essere spiritualmente puri. Questo un sacerdote che ha esercitato per una settimana il servizio divino, una persona pura, in pieno contatto con Dio, di meglio non poteva capitare, speriamo che si accorga di quel moribondo. Ges continua il suo racconto e dice: E avendolo visto.. la salvezza arrivata. Meglio non gli poteva andare. Questo pio sacerdote lo vide , ed ecco la doccia fredda: ..pass dallaltra parte. Cosa successo? Lo ha visto! E perch passato dallaltra parte? E inspiegabile! E un uomo crudele, un uomo duro? Nulla di tutto questo: solo un sacerdote, cio un uomo di Dio. E stato una settimana a contatto con Dio, puro per le continue purificazioni, anche pio per le incessanti preghiere. Perch un uomo cos carico di Dio, cos puro, di fronte a un bisognoso passa dallaltra parte? Cosa aveva detto il dottore della Legge nella sua risposta?: Lamore a Dio totale e assoluto, lamore al prossimo relativo. Quello che levangelista ci sta presentando un dilemma che da sempre si pu trovare nella vita del credente: quando esiste un conflitto tra losservanza della legge di Dio e il bene delluomo, cosa che si osserva?
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La vita porta a volte a questo conflitto: la legge di Dio che ti dice una cosa, il bene concreto delluomo che te ne dice unaltra. Ti trovi di fronte a un dilemma: cosa devo fare? Il dottore della Legge non ha dubbi: tra losservanza della Legge di Dio e il bene delluomo si sceglie la Legge di Dio. Dio viene sempre prima del bene degli uomini. Il dottore della Legge non ha dubbi, ugualmente il sacerdote. Il sacerdote avendo visto il moribondo passa dallaltra parte perch lui, dovendo scegliere tra i due comandamenti, lamore a Dio e il bene del prossimo non ha esitazione, il rispetto della Legge di Dio pi importante del bene delluomo. Nel libro del Levitico si prescrive che un sacerdote non dovr rendersi immondo per il contatto con un morto o con un ferito. Il sacerdote non una persona insensibile, non una persona crudele una persona religiosa, e la religione quando disumana atea e rende le persone atee. Atee significa senza Dio. Nella religione luomo si separa dagli altri per innalzarsi e incontrare Dio ma Dio, con Ges, sceso per incontrare gli uomini, perci pi la persona sale, pi si allontana da Dio, che invece sceso e si messo al servizio degli altri. Questo sacerdote non una persona crudele, semplicemente una persona religiosa. Losservanza della legge gli ha impedito di fare del bene agli altri. Questa la denuncia che sta facendo lEvangelista. Questo sacerdote compie il male convinto di fare il bene, e non fa il bene per non fare il male. E tremendo! Similmente anche un levita. I leviti erano della trib di Levi, erano gli addetti a tutto quello che riguardava il culto nel tempio, quindi anche il levita doveva stare in condizioni di purezza rituale. trovatosi presso quel luogo lo vide e anche lui pass dallaltra parte. LEvangelista atroce in questa sua denuncia, sta presentando le persone religiose, come pi pericolose dei banditi. I banditi feriscono, le persone religiose uccidono! Le persone religiose sono tanto prese dal rispetto della Legge di Dio, che non si accorgono che questa legge causa sofferenza alle persone. La novit che ha portato Ges che ogni volta che ci sar conflitto tra la Legge di Dio e la legge delluomo, si deve scegliere sempre il bene delluomo, il bene delle persone. La Parabola non terminata.: Un samaritano, essendo in viaggio venne presso di lui. Il terzo personaggio era il peggio che si potesse immaginare: un samaritano. Se con i primi due cera speranza di aiuto per quel malcapitato, con il samaritano proprio la fine! Il samaritano, nel contesto sociale dellepoca, era il nemico del popolo di Israele, era un eretico, un impuro. La situazione tremenda Ed ecco la bravura dellEvangelista, il colpo dartista del teologo: e avendolo visto, ebbe compassione. Questa sola frase una rivelazione straordinaria nella teologia. Il verbo avere visto unito all avere compassione una terminologia usata nellAntico Testamento, esclusivamente, per indicare una funzione di Dio, mentre nel Nuovo Testamento esclusivamente per Ges. Gli ebrei distinguono lavere compassione dallavere misericordia. Lavere compassione unazione divina, con la quale Dio restituisce vita a chi vita non ha. Lavere misericordia unazione umana, con la quale si aiuta una persona in difficolt. Questa espressione avere compassione verr adoperata in questo Vangelo per ben tre volte: in questo episodio; quando Ges incontra il figlio della vedova di Naim, che viene portato al cimitero e nella Parabola del figliol prodigo. Mai veniva attribuito lavere compassione ad una azione o sentimento di una persona. Lunica volta che viene attribuito ad una persona a questo samaritano, che leretico, lindemoniato, il peccatore, la persona ritenuta la pi lontana da Dio, ma anche lunica che si comporta come Dio: ne ebbe compassione.
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Levangelista sta indicando qualcosa di straordinario, che cambia radicalmente il concetto del credente. Chi colui che crede? Per la religione il credente colui che obbedisce a Dio, osservando le sua leggi. Il sacerdote il credente, perch obbedisce a Dio osservando le sue leggi e il risultato si visto Con Ges il concetto di credente cambia radicalmente. Il credente colui che assomiglia al Padre, praticando un amore simile al suo. Non c pi una legge a cui obbedire, ma un amore a cui assomigliare. E la legge che divide gli uomini tra osservanti e non osservanti, tra puri ed impuri. Lamore no, lamore unisce tutti, perch pu essere osservato anche da quelle persone che vengono ritenute lontani da Dio. Ges, in questo episodio, non poteva trovare una persona pi lontana da Dio: un samaritano. Il samaritano, la persona ritenuta la pi disprezzata e la pi lontana da Dio lunico che si comporta come Dio stesso. Ges prende le distanze dalla legge, Ges si muove sempre per il bene delluomo e con lamore del Padre. Allora il samaritano lo vide ed ebbe compassione. E qui lEvangelista presenta quelle che sono le azioni di un delinquente(il samaritano) contrapposte a quelle dei sacerdoti e dei leviti: Gli si avvicin, fasci le sue ferite, vi vers olio e vino e caricatolo sulla propria cavalcatura. Era un percorso difficile ma il samaritano, senza battere ciglio, cede ad uno sconosciuto la propria cavalcatura! Il bene di questo sconosciuto pi importante del suo! Cedendo la cavalcatura ad un estraneo e conducendolo in una locanda, il samaritano si mette in una posizione di servo. Il servo che va a piedi ed il signore che va sulla cavalcatura. Il samaritano si comporta come Dio, perch Dio amore che si mette al servizio degli altri, e si prese cura di lui. E lindomani tirati fuori due denari li diede al locandiere e disse: <<Prenditi cura di lui>>. Per due volte in questo Vangelo lEvangelista ha adoperato lespressione che passarono oltre, e per due volte contrappone il prendersi cura da parte del samaritano. e ci che spenderai in pi al mio ritorno te lo render. E un amore completamente gratuito, completamente incondizionato, un amore che non guarda i meriti della persona, ma solo ed esclusivamente i suoi bisogni. Mentre nella religione lamore di Dio dipende dai meriti della persona, con Ges lamore di Dio attratto non dai meriti ma dai bisogni. I meriti non tutti li possono avere, i bisogni si. Ed ecco la domanda: Chi di questi tre(sacerdote, levita e samaritano), ti sembra sia stato il prossimo di colui che si era imbattuto nei briganti?. Ges rovescia la domanda. Allinizio il dottore della Legge voleva sapere: Chi il mio prossimo?, chiedendo chi il mio prossimo il dottore della Legge voleva sapere fino a dove doveva giungere il suo amare. Ma Ges non dice chi il prossimo, dice chi stato il prossimo del moribondo.. Il dottore della Legge chiede fin dove deve arrivare lamore. Ges gli chiede da dove deve partire lamore. il dottore della Legge voleva un limite, Ges gli risponde senza limite. Il prossimo per Ges non colui che viene amato, ma colui che ama come Dio stesso. Vai e anche tu fai lo stesso. Ges rimanda questo dottore della Legge e gli dice di farsi prossimo degli altri, cio orientare la propria vita verso il bene degli altri e far si che lamore si traduca in servizio agli altri. Con questa Parabola Ges cambia due concetti importanti: il concetto di prossimo: prossimo non chi viene amato, ma chi ama.

E il concetto di credente. Il credente colui che assomiglia a Dio, praticando un amore simile al Suo, non importa se non crede, non prega, non osserva, ma limportante latteggiamento che ha nei confronti degli altri. Chiunque agisce amando, chiunque agisce servendo, il vero credente agli occhi del Signore. Puoi trovare una persona che pu essere tanto pia, tanto religiosa, tanto devota, per se non presta mai aiuto alle persone, se non si fa prossimo per il bisognoso, sar una persona solo a posto con la legge, ma non certo con il Signore, perch Ges non chiede losservanza della legge, ma la somiglianza al suo amore.

LA PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO


Vediamo ora una tra le parabole pi belle dei Vangeli: quella del figliol prodigo. Quando nel Vangelo di Giovanni uno dei discepoli chiede a Ges: Mostraci il Padre e ci basta, Ges gli risponde: Filippo, da tanto tempo che sono qui con te e non hai capito che chi vede me vede il Padre. Dio nessuno lo ha mai visto solo il Figlio ne la rivelazione. Prima di accingerci a leggere il Vangelo dobbiamo rivedere limmagine che abbiamo in testa di Dio, immagine nata dalle tradizioni religiose, dalle devozioni, spesso dalle superstizioni, dalle paure perch ogni immagine che non verificabile con quanto Ges ha detto o fatto va eliminata, essendo unimmagine incompleta o sbagliata. Per capire chi Dio dobbiamo concentrare tutta la nostra attenzione su Ges: il dramma di noi cristiani che conosciamo poco Ges. Una volta che abbiamo conosciuto Ges cambia radicalmente il nostro rapporto con Dio. In tutte le religioni Dio minaccia i peccatori di castighi, Dio e i peccatori sono agli antipodi. E in tutte le religioni luomo colpevole di peccato deve procedere ad un determinato cammino di conversione per ottenere il perdono. Il cammino questo: luomo pecca, si deve pentire, deve denunciare la colpa che ha commesso, deve offrire un sacrificio per riparare la colpa e solo alla fine gli viene concesso il perdono. Ges e in lui si manifesta la pienezza di Dio, si comporta in una maniera lontana da questo schema, per questo che Ges scandalizza le persone che hanno impostato una relazione con Dio, basata sul merito. Loro sanno tutto quello che Dio pu fare o non pu fare, cosa pensa o non pensa, e soprattutto che lamore di Dio va meritato con i propri sforzi e non sanno accettano un Ges che, invece, insegna e dimostra che lamore di Dio non occorre meritarlo, ma coglierlo, come regalo gratuito, perch il Dio di Ges non guarda i meriti delle persone, ma i loro bisogni. Secondo la tradizione ebraica, da un peccatore bisognava tenere una distanza di almeno due metri, bisognava evitarli e pregare Dio per la loro li distruzione. Possiamo immaginiate lo scandalo provocato da Ges quando non solo non evita i peccatori, ma li cerca e li tratta in una maniera completamente nuova. Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi. Gli scribi sono i dottori della Legge. Il fariseo un laico che si separa dal resto della gente, attraverso tutto un particolare stile di vita, attraverso preghiere, sacrifici, offerte, la crema spirituale del popolo. I farisei sono quelli che si separano dagli altri per le loro devozioni, e per le loro preghiere. Vanno dicendo, costui. Notate il disprezzo. Evitano di nominare Ges.

Proprio queste persone religiose, quelle che per il loro stile di vita, le loro preghiere, la loro santit, sembrava fossero pi a contatto con Dio, non solo non riconoscono Dio in Ges, ma lo disprezzano profondamente. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: Costui riceve i peccatori Ges che accoglie i peccatori, scandaloso; li accoglie e scandalo degli scandali, mangia con loro. Per comprendere questo allarme da parte delle persone pie, bisogna rifarsi alla cultura ebraica, nella quale il pranzo veniva condiviso, mangiando tutti in unico grande piatto, dove tutti mettevano la mano per prendere il cibo e se uno era impuro la sua impurit si trasmetteva al piatto cos tutti quanti contraevano limpurit. Se uno dei commensali un peccatore, la sua impurit contagia tutti gli altri. Ecco perch denunciano Ges che mangia con i peccatori. Anche Ges impuro perch contagiato mangiando con i peccatori. Loro non hanno capito la novit portata da Ges. Per loro luomo peccatore indegno di avvicinarsi al Signore; questo insegnano. Le persone che vivono nel peccato erano gettate nella pi profonda disperazione, perch per loro non cera speranza. Il peccatore doveva continuamente purificarsi per essere degno di accogliere il Signore. Ges, in maniera decisa e chiara, nellinsegnamento e nella pratica, dimostra esattamente il contrario: Accoglimi e accogliendomi, sono io che ti purifico, non sei tu che devi purificarti per accogliere me, ma accoglimi e io ti purifico. Ma questo un terremoto. Ges, con il suo comportamento, incoraggia le persone a compiere un sacrilegio, dal punto di vista della religione, per accogliere il Suo amore. Abbiamo numerosi episodi nel Vangelo, che chiariscono questo. Pensate a quella donna che gli si avvicin alle spalle e gli tocc il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrest(Lc 8, 44). Era prevista la pena di morte per una donna che infetta toccasse una persona sana. Se Ges fosse stata una persona religiosa, lavrebbe dovuta rimproverare Quello che agli occhi della religione considerato un sacrilegio, agli occhi di Ges considerato un gesto di fede. Coraggio figlia, la tua fede ti ha salvata, v in pace!(Lc 8,48). Le persone che vivono nel peccato hanno paura di trasgredire la legge religiosa per avvicinarsi al Signore, perch gli stato insegnato che commettono sacrilegio. Ges li invita invece a trasgredire. Se hai il coraggio di trasgredire, non una maledizione, ma una benedizione verr su di te. Quello che agli occhi della religione un sacrilegio, agli occhi di Ges un gesto di fede. Ges accusato di essere una persona impura, rivolge questa parabola proprio agli scribi e farisei, cio alle persone spirituali, alle persone religiose, alle persone devote, a loro e a quanti pensano che lamore di Dio va meritato con i propri sforzi. Una categoria drammatica! Pensate, alla fine della loro esistenza, queste persone, nel momento in cui si incontreranno con il Signore, diranno: Io ho sacrificato tutta la mia vita per te. E il Padre gli dir: Oh figlio mio, ma quando mai te lho chiesto? Il messaggio di questa parabola rivolto proprio a quelle persone che sacrificano la loro vita per cercare di meritare lamore di Dio. Prima della parabola del figliol prodigo, in Luca, ci sono due parabole, quella della pecora perduta(Lc 15, 4-7) e quella della moneta smarrita(Lc 15, 8-10), in cui Ges annuncia la grande gioia di Dio per aver ritrovato di un peccatore e, in questa parabola, Ges ne dice le motivazioni: Un uomo aveva due figli. Il minore di loro disse al padre: <<Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta>> Ed il padre divise tra loro le sostanze. Quindi un uomo ha due figli, il pi piccolo vuole gi la sua parte di eredit. Per il figlio piccolo il padre gi morto e chiede i soldi, il denaro, la sua parte di eredit. Ebbene il padre acconsente e divide il patrimonio.
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Dopo non molti giorni, il figlio minore, raccolte le sue cose, part in viaggio verso un paese lontano. Questa espressione paese lontano indica che il figlio non abbandona soltanto il padre, ma abbandona anche la religione dei padri, va in un mondo di pagani, in un mondo di idolatri abbandonando anche il suo Dio. Dissip il suo patrimonio vivendo disordinatamente. Da questa espressione si capisce che un ragazzo inconcludente, un incapace. Ha ricevuto tutta la sua parte di eredit e in poco tempo ha dissipato tutto il suo patrimonio. La fretta di avere, si trasforma nella fretta di dissipare tutto quanto. Quando ebbe sperperato tutto, venne una grande carestia in tutta quella regione ed egli cominci a trovarsi nellindigenza. Allora and a mettersi a servizio di uno degli abitanti di quella regione. Ha lasciato il padre e trova un padrone. Lui che a casa sua era padrone dei beni, adesso si trova a servizio di un altro, che lo mand nel suo campo a pascolare i porci. Questo giovane sceso poco alla volta, in una maniera degradante fino allultimo valore della cultura sociale dellebreo, pascolare i porci, non tanto per il mestiere, quanto perch, secondo la Bibbia, il maiale un animale impuro. Ha lasciato il padre, ha lasciato Dio, adesso si trova immerso, fino al collo, nellimpurit. Bramava di riempirsi il ventre delle carrube, che mangiavano i porci, perch nessuno gli dava niente. E trattato alla stregua degli animali, ma peggio, perch almeno agli animali veniva dato da mangiare, a lui non veniva dato niente. Allora una volta raggiunto il massimo del degrado, pascolare i porci, una volta che si trova ad avere fame, scrive lEvangelista: Tornato in s, disse: <<Quanti salariati di mio padre abbondano di pane, mentre io per questa carestia muoio>>. Il ragazzo incomincia a riflettere, ma pensa sempre al suo tornaconto. Dice qui sto morendo , e questo termine morire ripetuto tre volte per indicare che una morte totale, una morte completa. I salariati di mio padre abbondano di pane, il fatto che i servi, i salariati, gli operai abbondino di pane, fa capire che questo padre era generoso, che non trattava i servi come tali. LEvangelista continua e dice: Allora, mi alzer e torner da mio padre. Per la comprensione di questa parabola bisogna tener presente che lui ritorna dal padre non perch pentito, non c nessun accenno al dolore del padre, lui non dice che dolore ho dato a mio padre, non ha il rimorso per le sofferenze che ha causato e sta causando al padre, lui ragiona in base alla fame, non gli manca il padre, gli manca il pane, quindi decide di ritornare per interesse. A volte nella catechesi viene presentato questo ragazzo come modello di conversione e di pentimento. Niente di tutto ci: questo un ragazzo che agisce sempre per interesse, tutto quello che fa lo fa per interesse, si trova a morire di fame e decide di tornare a casa. Torna a casa non perch pentito, ma perch interessato. Torno a casa e gli dir: Padre ho peccato contro il cielo. Peccare contro il Cielo significava peccare contro Dio e significava essere cancellati dal libro della Vita. e contro di te. Non sono pi degno di essere chiamato tuo figlio, trattami come uno dei tuoi garzoni, perch secondo lordine giuridico dellepoca, avendo ricevuto la sua parte di eredit non aveva pi diritto di essere riammesso nel rango di figlio. Quindi cancellato dal libro di Dio, questo figlio sicuro di essere stato cancellato anche dalla famiglia, di non avere pi diritto di essere considerato come un figlio, perci chiede di essere assunto come uno degli operai. Pensa: qui in terra straniera faccio il servo e muoio di fame, tanto vale che vado a fare il servo a casa di mio padre, ma almeno mangio, perch gli operai di mio padre hanno pane e in abbondanza. E ora comincia, in maniera progressiva, la rivelazione di chi Dio.
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Ricordate, Dio nessuno lo ha mai visto, solo Ges ne stato la rivelazione. Ebbene Ges con questa parabole ci dice chi Dio e come si comporta nei confronti delluomo peccatore. Nella tradizione religiosa Dio sta nel tempio; luomo che deve andare a lui nel tempio, umiliarsi, chiedere perdono, offrire un sacrificio per ottenere il perdono delle sue colpe. Il padre di Ges si comporta in maniera diversa. LEvangelista continua: E alzatosi and da suo padre. Era ancora lontano quando il padre lo vide e ne ebbe compassione Ricordate a proposito del samaritano che vide il malcapitato e ne ebbe compassione? Questa la terza volta che, in questo Vangelo, compare lespressione vide ed ebbe compassione. Avere compassione una terminologia con la quale si indica unazione divina, che si restituisce vita a chi vita non ha. Il padre lo vide quando era ancora lontano, ne ebbe compassione e correndo, altro particolare sconcertante. Nel mondo orientale i ritmi della vita non sono uguali ai nostri. Non esiste la fretta, non si corre mai: il correre considerato un atto di cattiva educazione e nel caso di una persona adulta, come qui del padre, un disonore. Lansia e il desiderio di restituire lonore al figlio che si disonorato pi importante del proprio onore. Dio non fa la divinit offesa, il padre non esita a disonorarsi pur di onorare il figlio. Si intravede in questo episodio anche una similitudine dellimmenso amore di Ges, figlio di Dio Padre, uguale al Padre, che non esita, per il bene delluomo, ad accettare il disonore della morte di croce. Dal momento che il figlio ha deciso di tornare dal padre il padre, con il cuore colmo di gioia che mettendo da parte usi, costumi, leggi, prende liniziativa e gli va incontro. Proviamo a essere ascoltatori che non sanno come va a finire: il padre va incontro a suo figlio disgraziato, che ha perso tutta leredit, diventato guardiano dei porci, gli si getta al collo, e e lo baci!. Il bacio nella Bibbia espressione del perdono. Quello che sta dicendo Ges ribalta completamente il mondo religioso: nel mondo religioso luomo peccatore doveva chiedere perdono a Dio, offrire dei sacrifici per ottenere il perdono; qui il padre che si reca incontro al figlio e prima ancora che il figlio posa aprire bocca gli si gett al collo e lo baci. Lo ha perdonato. Ma non deve chiedere perdono? Non si deve pentire? Non deve offrire un sacrificio, offrire delle garanzie? Il Padre non fa cos: il Dio-Padre perdona, prima che il perdono venga richiesto. I Vangeli ci fanno capire che inutile chiedere perdono a Dio. Dio amore e concede il suo amore a tutti, indipendentemente dalla loro condotta. Ma se vero che mai Ges invita a chiedere perdono a Dio, insistentemente invita gli uomini a chiedere perdono agli altri. Il perdono di Dio diventa efficace, quando si traduce in altrettanto amore verso gli altri. Quel padre gli si getta al collo e lo bacia, perdona il figlio, prima che il figlio apra bocca, prima che pronunci latto di dolore che si era preparato. Il figlio non si aspettava questa accoglienza, sconvolto dal padre che gli va incontro e lo abbraccia. Il figlio, essendo un guardiano di porci, immondo, il padre avrebbe dovuto dirgli di purificarsi prima di toccarlo perch limpurit del figlio si trasmette al padre. Ebbene il desiderio del padre di avere il figlio, di fargli capire quanto grande il suo amore, pi grande della sua purezza. Il padre diventa impuro agli occhi della gente pur di restituire la purezza al figlio. Ma il figlio non si fida e dice: Padre ho peccato contro il cielo e contro di te, non sono pi degno di essere chiamato tuo figlio.
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La frase che il figlio si era preparato diceva ancora: ...allora trattami come uno dei tuoi salariati. Ma il padre non glielo permette: il padre non permette al figlio di pronunciare la seconda parte del discorso, non gli importa di come si era comportato, gli mostra quanto gli vuole bene. LEvangelista vuole farci capire che lincontro delluomo peccatore con il Signore non quello avvilente, che prevede prima la dettagliata denuncia delle proprie mancanze, ma quello sempre esaltante della grandezza dellamore del padre. Non il peccatore che deve parlare, il padre che deve parlare; non Dio che deve ascoltare il peccatore, ma il peccatore che deve ascoltare quanto grande lamore di Dio, quellamore che forse prima non ha mai capito. Infatti, la parabola continua: Ma disse il padre ai suoi servi: <<Presto, c urgenza, portate la veste, quella migliore e rivestitelo. Non si tratta semplicemente di un cambio dabito, non dice portategli un vestito pulito, ma portategli la veste, quella migliore. A quellepoca gli abiti costavano, erano un lusso, allora quando un re voleva premiare uno dei suoi ufficiali, o voleva conferirgli un grado in pi, gli dona la veste bella, la veste migliore. Nella Bibbia nel libro della Genesi, quando Giuseppe stato riconosciuto come innocente, il faraone gli restituisce il suo compito di amministratore dicendo: Lo rivest di abiti di lino finissimo. Allora il padre, a questo figlio che torna, a questo figlio che ha sprecato tutto, a questo figlio che incosciente e incapace, per prima cosa gli d unonorificenza, cio lo ristabilisce nella casa, dandogli ancora pi autorevolezza di quella che aveva prima. E il secondo gesto un altro gesto folle: mettetegli lanello al dito. Lanello lo deteneva il padrone di casa o lamministratore. Ebbene, il padre a questo figlio che non stato capace di amministrare la sua parte di eredit, mette in mano tutti i suoi beni, tutti i suoi averi. Il padre gli d una fiducia pi grande di quella che gli aveva dimostrato prima. Il padre vuole far comprendere al figlio che non solo non ha perso la fiducia, ma che gliene conferisce una incredibilmente pi grande. E non finita: e i sandali ai piedi. Quando cera un lutto, quando cera una disgrazia, unespressione per indicare il lutto era quella di togliersi i sandali. Questo figlio era considerato morto, adesso tornato in vita, ora i sandali sono unespressione di vita. Ma soprattutto il ragazzo aveva detto al padre: Non sono pi degno di essere trattato come un figlio, trattami come uno dei tuoi operai. Ebbene, nelle case erano solo i padroni che portavano i sandali, gli altri andavano a piedi nudi. Lui vuole tornare in casa come operaio, a piedi nudi, e il padre dice. No, torni come eri e come continuerai ad essere: padrone ecco il significato dei sandali. Non finita qui: Portate il vitello, quello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa. La carne a quellepoca si mangiava raramente e solo in occasione delle festivit religiose. Ebbene per il padre il ritorno di quel figlio equivale a una festa religiosa. Quel vitello che serviva per onorare Dio adesso il padre lo prende per onorare il figlio Perch questo mio figlio era morto ed tornato in vita, era perduto ed stato trovato. E cominciarono a fare festa. E ora entra in scena il protagonista di questa parabola: ricordate la parabola stata raccontata per i farisei e per gli scribi, le persone religiose che criticano Ges; loro non tollerano che Ges, si avvicini ai peccatori, perch loro hanno stabilito una separazione tra Dio e i peccatori. Non tollerano questo Ges, che non solo non evita i peccatori, ma li cerca. Ora suo figlio, il pi anziano, nella figura del pi anziano, lEvangelista raffigura proprio gli scribi e i farisei. era nel campo. E quando tornando si avvicin a casa, ud la musica, le danze, e avendo chiamato i servi si inform su cosa fosse tutto questo. E strano il comportamento di questo figlio pi grande: lui nei campi, torna a casa, in quella che era una casa del lutto: il padre lo ha detto, quello era un figlio che era morto,
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era una casa di tristezza, sente da lontano musica e danze, avrebbe dovuto subito capire, o mio padre andato fuori di testa o successo qualcosa di straordinario. Cosa ci pu essere di straordinario, se non che tornato mio fratello?. Ma lui non lo aspetta. Lui sentendo la musica e le danze non si affretta per andare a vedere, ma si blocca, un personaggio tetro, limmagine delle persone religiose. Persone religiose e allegria sono incompatibili. Le persone religiose hanno sempre una faccia seria, tutta la loro vita un continuo sforzo per meritare lamore di Dio, loro e lallegria sono incompatibili. Anzich avvicinarsi si blocca, chiama il servo e chiede cosa successo. Il servo gli rispose: << E tornato tuo fratello e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello, quello ingrassato, perch lo ha riavuto sano e salvo>>. Adesso che ha saputo il motivo della felicit, della festa, dovrebbe correre ad abbracciare il fratello. Ma si adir e non volle entrare. Allallegria del padre, corrisponde la rabbia del figlio maggiore, allallegria di Ges di stare con i peccatori, perch lui li vuole contagiare con lamore di Dio, corrisponde la rabbia delle persone pie, quelle che vogliono meritare lamore di Dio e non tollerano che lo stesso amore venga concesso a chi non lo merita. Non giusto! E vero, non giusto. Lamore va al di l della giustizia, lamore generosit. Ebbene Non volle entrare. Ora suo padre uscito lo pregava. Il padre ha lo stesso atteggiamento nei confronti dei due figli, non si comporta come un padrone, lui che esce. Come andato incontro allaltro figlio, va incontro a questo. E non un padre che comanda il figlio, ma come un servo che supplica il padrone. E infatti dice: E lo pregava. Egli rispose a suo padre, e qui lEvangelista tremendo, con grande abilit ci d il ritratto della persona religiosa . Ma lui rispose a suo padre: << Ecco, io ti servo da tanti anni >>, ma come? Non sei il figlio, non sei il padrone? Ricordate Ges ha detto che il padre aveva diviso tra i figli la sua propriet, e invece lui, il pi anziano, non ha un rapporto di figlio con il padre, ma quello di un servo con il signore. La religione ha imposto un rapporto tra dei servi e il signore, basata sullobbedienza. Ges venuto a proporre un rapporto tra dei figli e il padre, basato non sullobbedienza, ma sulla somiglianza al suo amore. Ma qui c un servo, lui obbedisce al padre, non accoglie il suo amore e si lamenta del padre: mai mi hai dato un capretto perch con i miei amici facessi festa. Lui aspetta la ricompensa per la sua condotta. LEvangelista sta denunciando che la religione produce delle persone infantili. Tu non mi hai dato mai un capretto. Il padre gli risponde: ma questo tutta roba tua! C bisogno che io te lo dia? Io ho diviso i miei beni tra i miei due figli, tra quello che ha fatto lo scellerato e ha sprecato tutto, e con te. Ma notate, leredit stata divisa tra uno che ha sprecato tutto e laltro che non la usa. Lobbedienza alla legge, sostenuta dagli scribi e dai farisei, rende le persone immature, infantili e incapaci di autonomia. Hanno sempre bisogno di un padre a cui riferirsi, per sapere cosa devono fare e come lo devono fare, e per attendersi una ricompensa. Questo proprio delle persone infantili! Ges non ha bisogno di persone infantili, ha bisogno di persone mature. E continua il figlio: Ma quando questo tuo figlio avrebbe dovuto dire: Quando mio fratello, non suo fratello, ma Quando tuo figlio che ha divorato il tuo patrimonio con le prostitute
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E come lo sa? Mica stato detto prima. Ges ha detto che ha dissipato il patrimonio vivendo dissolutamente, ma non andato nel dettaglio. Questo come lo sa? Ha dissipato il patrimonio con le prostitute, tornato, hai ucciso per lui il vitello ingrassato. E il padre gli dice, adoperando unespressione carica di tenerezza: Figliuolo,, letteralmente possiamo tradurre con bambino mio, tu sei sempre con me e tutte le cose mie sono tue. Il padre amareggiato che il figlio non abbia capito questa realt, che tutto quello che aveva era tutta roba sua, non cera bisogno che lui gli desse qualcosa. Conoscete il vangelo di Matteo, la parabola chiamata dei talenti, capitolo 25, versetti da 14 a 30. C un signore che parte per un viaggio, d una somma spropositata ai suoi funzionari, e quando torna non la vuole indietro, anzi a quello che aveva dato 5 e ha guadagnato altri 5 dice: Tieni, prendi parte di quello che ho, quindi una persona generosa. Arriva quello a cui ha dato 1 e dice Io ho avuto paura di te perch sei uno che raccoglie dove non ha seminato, e miete dove non ha arato, allora per paura sono andato a nascondere questo sotto terra. Non vero che questo padrone sia duro, non vero che sia spietato: un padrone estremamente generoso, che non soltanto, partendo, affida parte del suo patrimonio ai suoi servi, ma quando torna, vedendo che questa somma ha fruttato, non solo non vuole indietro quello che gli ha dato, ma fa partecipare quei servi alla gestione del suo intero patrimonio. E una persona generosa ma una falsa immagine di Dio ha paralizzato la vita dellindividuo. Io avevo paura di te, ecco quello che mi avevi dato, non lho fatto fruttare, ma eccolo qui. La paura di Dio pu paralizzare le persone. Questo per inquadrare meglio limmagine del figlio maggiore, che quella della persona che per paura di Dio, sottomessa a Dio non realizza la propria esistenza. Continua il padre: Occorre ora festeggiare e rallegrarsi, perch questo tuo fratello, ricordate lui aveva detto tuo figlio, il padre dice tuo fratello, era morto e ora tornato in vita, era perduto ed stato ritrovato.

LA LAVANDA DEI PIEDI Dio a servizio degli uomini


La novit che Ges ha portato, unica volta nella storia delle religioni e che sar poi la causa della sua morte, che Dio al servizio degli uomini. In tutte le religioni si presenta un Dio che crea gli uomini per essere servito. Ges ci presenta un Dio che serve gli uomini. Il brano sul quale riflettiamo, nel vangelo di Giovanni al capitolo 13, quello conosciuto come la lavanda dei piedi. Siamo alla sera dellultima cena e levangelista in maniera solenne dice: Ges, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e da Dio ritornava... Dopo questa premessa ci si aspetterebbe qualcosa di solenne, qualcosa di importante, qualcosa di nuovo, qualcosa di sconcertante e quanto avviene talmente importante che levangelista lo rappresenta come al rallentatore moltiplicando i verbi di questa azione. Ges: si alz da tavola, depone il mantello, prende un asciugatoio e se lo cinse attorno alla vita. E qualcosa di inaspettato, Ges si prepara a lavare i piedi. Mai la lavanda dei piedi veniva fatta durante la cena, eventualmente sempre prima. Scrive levangelista: Poi vers dellacqua in un catino e cominci a lavare i piedi dei discepoli ed ad asciugarli con lasciugatoio di cui si era cinto. In questi gesti c la distruzione del concetto del Dio creato dalle religioni.
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Ges, che rappresenta e manifesta la presenza di Dio lo manifesta in una maniera completamente nuova. Ges si mette a lavare i piedi dei discepoli. Lavare i piedi era compito degli esseri ritenuti inferiori verso i superiori. Era obbligata a lavare i piedi la moglie al marito, il figlio al padre, lo schiavo al padrone, il discepolo al maestro. Ebbene Ges, che il maestro, si mette a lavare i piedi ai discepoli. E qualcosa di inaudito, qualcosa di sconcertante, qualcosa che cambier per sempre il concetto di Dio. La societ, a quell epoca, era concepita in maniera piramidale. Al di sopra della piramide cera Dio, al vertice della piramide cera il sommo sacerdote o il re. Allultimo strato di questa piramide erano i servi; al di sotto cerano gli schiavi. Dunque Dio in alto e la persona che gli pi vicina chi comanda e ha pi persone sotto di lui, come il sommo sacerdote e il re. Ges rovescia la piramide. Dio non sta in alto, nei vertici del potere di chi comanda. Dio sta in basso in chi serve. E un cambiamento completamente radicale. Lavando i piedi ai discepoli lui che Dio, innalza i suoi. Dio talmente innamorato degli uomini che li vuol innalzare e dar loro la sua stessa condizione divina. La vera grandezza, quella di Dio, non consiste nel comandare, ma nel servire gli altri. Il progetto di Dio che ogni uomo diventi Signore. Ges, il Signore, propone a ognuno di noi, di diventare Signori assomigliando a lui. Dio agisce con gli uomini dal basso per innalzarli al suo stesso livello. Il Signore compie il lavoro da servo perch i servi siano signori. Allora la gente camminava scalza ei piedi erano la parte pi sporca e pi impura degli uomini. Ges che Dio, non attende che gli uomini si siano purificati per farli avvicinare a Lui, ma lui che li accoglie e li purifica. Ma il gesto di Ges non capito e non accettato da un discepolo che forse lunico che ha capito, e non lo condivide. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: Signore, tu a me, lavi i piedi?. Pietro ha capito. Pietro, in questo vangelo, pensa di essere il capo del gruppo. Lui ha capito che se Ges, che il maestro lava i piedi ai discepoli, questo dovr fare pure a lui. Pietro resiste, non vuole farlo, e dice: Signore, tu a me, lavi i piedi?. La replica di Ges immediata: Rispose Ges: Quello che io faccio tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo. Gli disse Pietro: Non mi laverai mai i piedi. Pietro rifiuta. Sa che se accetta di farsi lavare i piedi da Ges, poi tocca a lui lavare i piedi agli altri. Chi vive in un ambito di potere, non accetta un Dio a servizio degli uomini. Fintanto che noi presentiamo un Dio potente, un Dio che domina, possiamo dominare ed esercitare il potere in suo nome. Se la gente comincia a credere che Dio al servizio degli uomini, chi si pu permetterci di comandare? Ges non scende a trattative, di fronte al rifiuto di Pietro risponde: Se non ti laver, non avrai parte con me. Questa una condizione che valida non soltanto per Pietro, ma per tutti i credenti o i seguaci di Ges. Se non si accetta di farsi lavare i piedi e di conseguenza, a lavare i piedi degli altri, non si ha nulla a che fare con Ges. Lunica caratteristica, lunica garanzia che si in comunione con Ges, non viene da un rito, da uno stile di vita religioso, spirituale, dalle devozioni, dalle preghiere. Lunica garanzia che una persona seguace di Ges, si vede se serve gli altri; lunica garanzia, non ce ne sono altre. E Ges stesso che lo dice: Se non ti laver, non avrai parte con me. Chi non accetta il servizio di Ges, non ha nulla a che fare con un Dio a servizio degli uomini. Allora gli disse Simon Pietro: Signore, allora non solo i piedi, ma anche le mani e il capo. Cosa vuol dire Pietro? Era vicina la festa della Pasqua e per celebrarla, sempre secondo la
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religione, bisognava procedere a dei riti di purificazione: bisognava purificarsi le mani e il capo. Pietro, che ha capito che deve mettersi al servizio degli altri cerca di cambiare il gesto di Ges in un rito religioso. Se un rito religioso, non solo i piedi ma anche le mani e il capo. Ges non daccordo. Soggiunse Ges: Chi ha fatto il bagno, tutto mondo e voi siete mondi, ma non tutti. Ci che mette luomo in comunione con Dio, non la partecipazione a un rito, ma gli effetti che questo rito pu avere nel suo comportamento con gli altri. Ecco la conclusione di questo brano. Quando Ges ebbe lavato loro i piedi e riprese il mantello, si sdrai di nuovo e disse loro: Sapete ci che io vi ho fatto?. Vediamo i gesti. Ges prima si alzato, adesso si seduto. Ges si tolto il mantello, adesso lo ha ripreso. Ma c un qualcosa che si dimenticato di fare, e volutamente. Si messo il grembiule per lavare i piedi ai discepoli, ma non s l tolto. E una indicazione preziosa questa. Ges non si presenta con paramenti sacri, Ges non si presenta vestito da sacerdote con paramenti religiosi: lunica caratteristica che distingue Ges il grembiule, non se lo toglie. Non se lo toglie, non per una dimenticanza dellevangelista, ma perch levangelista vuol dire che il distintivo che identifica la presenza di Ges il grembiule, il servizio reso per amore. Ci che ci garantisce di essere in comunione con il Signore non sono i paramenti religiosi, i distintivi religiosi, gli amuleti che si pu mettere addosso, ma il grembiule. Chi volontariamente, per amore, nella comunit indossa il grembiule, cio si mette al servizio degli altri, questo colui che rappresenta il Signore. Ges indica con questo brano che la vera dignit delluomo non viene diminuita dal servizio, ma al contrario, il servizio che gliela conferisce. Ges, servendo i suoi discepoli, non ha perso di dignit, ma ha mostrato la vera dignit, quella di Dio. Mettendo la propria vita a servizio degli altri luomo non perde la propria dignit, ma acquista quella vera. Lo Spirito - lo Spirito la forza dellamore di Dio - non viene quando gli uomini alzano le mani al cielo per invocarlo, ma quando le abbassano per servire gli altri. E quella lunica garanzia dello Spirito del Signore. E Ges, al fine di evitare che il gesto da lui compiuto venga frainteso come un gesto di umilt, un gesto simbolico, afferma: Voi mi chiamate il Maestro e il Signore e dite bene perch lo sono. Se dunque io ho lavato a voi i piedi, il Signore e il Maestro, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Per Ges, essere il Signore, essere il maestro, non significa collocarsi al disopra degli altri, ma al disotto. Se essi lo riconoscono come il maestro, devono imparare da lui: il maestro quello che insegna. Se lo riconoscono come Signore, gli devono dare adesione. Riconoscere Ges come maestro e come Signore, significa imparare da lui a lavare i piedi gli uni gli altri. Questo verbo dovere un verbo che ha la radice della parola debito. Lavare i piedi agli altri, non significa un gesto della propria santit, ma pagare un debito nei confronti dellaltro. Lamore, che si traduce in servizio degli altri, non serve per aumentare la nostra santit ma per estinguere il debito che ognuno ha per laltro. Lamore verso laltro non deve essere fatto per acquistare dei meriti personali, ma perch si coinvolti dallamore del Signore. E conclude Ges: Vi ho fatto vedere come si fa perch come ho fatto io facciate anche voi. Non un esempio che Ges d, ma una capacit. Vi ho fatto vedere come si fa cio vi ho trasmesso questo amore, vi ho trasmesso questa capacit damore perch voi ricevendola, siate capaci di farlo con gli altri.
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Questo della lavanda dei piedi un brano molto importante, perch ci fa comprendere chi Dio. Se Dio quello con il grembiule, quello che si mette al servizio della mia vita, veramente la vita cambia. Paolo nella lettera ai Romani dir: Ma di cosa vi preoccupate, di cosa state ad angosciarvi? Se Dio per voi, se Dio stesso si mette al servizio vostro, ma di cosa vi andate a preoccupare? Non vengono tolte naturalmente le situazioni spiacevoli o gli avvenimenti negativi della propria esistenza, ma viene data una capacit nuova per viverla. Lunico comandamento, e non ne esistono altri, che Ges lascia ai suoi : Vi lascio un comandamento nuovo - il termine nuovo, significa una qualit che soppianta, sostituisce tutti gli altri che vi amiate tra di voi come io vi ho amato. Ges ha amato i suoi servendo. Questo vi ho detto perch la gioia, quella mia, sia in voi e la vostra gioia sia traboccante. Gli dei pagani avevano il privilegio della immortalit e della felicit. Quando la soglia di felicit degli uomini superava un certo livello intervenivano per eliminarla. Molti cristiani credono che sia lo stesso con Dio. Ma la gioia, quella di Ges, cio una gioia divina, volont di Dio che sia nostro patrimonio. Ges dice: Questo io vi ho detto. Ges ci toglie ogni preoccupazione di Dio: il Dio giudice, il Dio che condanna, il Dio che castiga! Queste sono immagini inventate per dominare gli uomini! Dio innamorato di noi. Queste cose vi ho detto perch la gioia - e Ges sottolinea quella mia - non una gioia normale, quella mia, delluomo-Dio sia in voi traboccante. Perch traboccante? Perch deve comunicarsi. La caratteristica del cristiano la gioia, non il muso lungo. Certi cristiani pensano che se il cristiano non soffre, non sia un vero cristiano. Pensa: Oggi, cosa posso fare per rallegrare la vita delle persone con le quali vivo, delle persone con le quali entro in contatto? Questa deve essere lunica preoccupazione del credente. No, ho osservato questo, ho detto questa preghiera, ho avuto un pensiero puro, impuro, met, una via di mezzo, ecc... Fate che la gioia sia traboccante. Terminiamo con lultimo versetto: Voi siete miei amici se farete ci che io vi comando. Amici di Ges. Amici delluomo-Dio. Lamicizia presuppone un rapporto reciproco, un rapporto di parit, dove luno si lega allaltro e ha interesse del bene dellaltro. Questo il rapporto con Dio. Non servi di Dio, non sudditi di Dio, non schiavi di Dio, ma un rapporto di amicizia. Questo stato talmente chiaro per le prime comunit cristiane che hanno cambiato latteggiamento nei confronti di Dio. E conclude Ges: Non vi chiamo pi servi, perch il servo non sa quello che fa il suo Signore; ma vi ho chiamato amici, perch tutto ci che ho udito dal Padre lho fatto conoscere a voi. Il rapporto che Ges vuole che noi abbiamo con lui e con il Padre, un rapporto di amicizia. Lamicizia presuppone lassenza di timore, presuppone piena confidenza e piena intimit. Questo il rapporto che Ges chiede di avere. Ma c quella piccola clausola, che molto chiara: Se farete ci che io vi comando. Il rapporto di amicizia con Ges possibile soltanto se uno mette la propria vita al servizio degli altri.

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