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Riprese le ostilit

Crisi in Congo: gli accordi di Kampala in pericolo


Fulvio Beltrami
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Descrizione:

Un'offensiva militare a sorpresa delle forze congiunte dell'esercito congolese e le milizie genocidarie rwandesi FDLR ha rischiato di mandare all'aria le trattative di pace. L'ARC-M23 ha chiesto nuove condizioni per il rispetto della tregua

L'Indro

Data Pubblicazione: mercoled 28 novembre 2012

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Crisi in Congo: gli accordi di Kampala in pericolo

Gli accordi di pace presi alla Conferenza Internazionale della Regione dei Grandi Laghi, (ICGLR) durante il summit di sabato scorso sono stati messi in pericolo da un'offensiva militare a sorpresa delle forze congiunte dell'esercito congolese e le milizie genocidarie rwandesi FDLR, che hanno attaccato le postazione ribelli nel Masisi. Contemporaneamente due compagnie di miliziani rwandesi hanno attaccato il Rwanda nel chiaro tentativo di provocare la guerra tra i due paesi.

Reparti dell'esercito regolare stanziati nella cittadina di Minova, in difesa del capoluogo di provincia Bukavu, rafforzati dai miliziani FDLR, hanno attaccato le postazioni ribelli nel Masisi alle 4 del mattino di marted. Gli attacchi si sono inizialmente concentrati sulle colline di Shasa e Karuba per estendersi alla cittadina di Mushaki, occupata dalla ribellione la scorsa settimana.

Quasi contemporaneamente due compagnie dei miliziani FDLR (circa 150 uomini) hanno oltrepassato la frontiera del Congo attaccando vari villaggi dei settori di Bugeshi e Cyanzarwe nel distretto ruandese di Rubavu. Intercettati dal RDF (Rwandan Defence Forces), dopo intensi combattimenti i miliziani sono stati costretti a ripiegare nuovamente in Congo. Al momento le autorit rwandesi registrano nel settore Cyanzarwe tre morti e una decina di feriti tra i civili. E' la prima volta dal 1997 che il Rwanda subisce un attacco nel suo territorio delle forze che attuarono il genocidio del 1994.

Nel Masisi un secondo fronte militare stato aperto nel pomeriggio del 27 a Kikumba dove reparti delle milizie FDLR hanno attaccato le postazioni del ARC-M23. La ribellione ha dichiarato di aver respinto l'offensiva dopo combattimenti durati per tutta la giornata. Per lanciare l'offensiva sul Masisi, il Generale Olenga Tete ha utilizzato i reparti assegnati alla difesa del capoluogo del Sud Kivu: Bukavu, lasciando la citt praticamente inerme.

L'offensiva fallita rischiava di creare un'escalation del conflitto che poteva concludersi con la conquista di Bukavu da parte dei ribelli e la dichiarazione di guerra del Rwanda al Congo.La diplomazia regionale ed internazionale immediatamente intervenuta per evitare la ripresa delle ostilit su vasta scala, che avrebbe compromesso irrimediabilmente ogni possibilit di soluzione politica della crisi congolese. Il Presidente Yoweri Museveni ha concentrato gli sforzi sul Rwanda chiedendo al di non accettare la provocazione, coinvolgendosi ufficialmente nel conflitto. L'intervento diplomatico ugandese ha dato i frutti sperati.

"Le forze genocidarie FDLR hanno attaccato il Rwanda dalle loro basi in Congo, approfittando della volatile situazione della sicurezza all'est del paese e con il chiaro intento di coinvolgere il Rwanda nel conflitto in atto. Il Governo ha deciso di non rispondere alle provocazione e di continuare il supporto al processo di pace della ICGLR", ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri Louise Mushikiwabo.

A Kinshasa ieri giunta una delegazione franco-anglo-americana composta dalla direttrice degli Affari Africani dell'Eliseo: Elisabeth Barbier, l'Ambasciatore inglese Nick Key e il Sotto Segretario di Stato Americano Johnny Carson. La delegazione ha incontrato d'urgenza il Presidente Joseph Kabila esprimendo le sue preoccupazioni sulla ripresa delle azioni militari e chiedendo il pieno rispetto delle decisioni prese durante il summit di Kampala del ICGLR.

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Nonostante gli sforzi diplomatici, forti preoccupazioni erano rivolte verso la reazione della ribellione a questa violazione della tregua. Invece di approfittare della vittoria sul terreno e conquistare Bukavu, il ARC-M23 ha dichiarato di voler rispettare gli accordi di Kampala prevedendo il ritiro entro il prossimo venerd.

Il Segretario dei contingenti di pace ONU, Herv Ladsous ha confermato l'intenzione espressa dal ARC-M23, annunciando che il principale consigliere militare delle Nazioni Unite, il Generale Babacar Gaye arriver oggi nella regione per incontrarsi con le autorit rwandesi e quelle ribelli per discutere le modalit del ritiro da Goma. L'ARC-M23 ha tenuto a Goma una conferenza stampa in cui sono state sottoposte al Governo di Kinshasa nuove condizioni per il rispetto della tregua.

Iniziando dalle richieste pratiche: il cessate il fuoco, e la stesura di un calendario degli incontri politici tra Governo, ribellione, partiti di opposizione e societ civile. Il rappresentante politico del movimento, il Vescovo Jean-Marie Runiga Lugerero, che ha presieduto la conferenza stampa, ha affrontato scottanti temi politici chiarendo che il Movimento 23 Marzo oramai una forza politica nazionale, parte integrante della crisi militare e politica del Congo.

A questa precisazione sono seguite le richieste politiche che hanno rappresentato la parte pi interessante dell'avvenimento, trasmesso da varie emittenti radiofoniche congolesi. Il movimento ribelle ha richiesto al Governo di Kinshasa di impegnarsi sui seguenti punti. Dimissioni della Commissione Elettorale. Arresto del Generale John Numbi responsabile dell'assassinio di Foribert Chebeya. Liberazione incondizionata di tutti i prigionieri politici. Fine della restrizione della libert di movimento del leader dell'opposizione Etienne Tshisekedi. Apertura di un corridoio umanitario sotto la supervisione della MONUSCO.

Queste richieste sembrano essere state attentamente studiate, poich si inseriscono nelle tormentate vicende politiche del paese concentrandosi nei punti pi oscuri dell'Amministrazione Kabila a partire dal 2001. La Commissione Elettorale accusata dall'opposizione di aver ignorato le evidenti frodi elettorali del novembre 2011, annunciando la vittoria alle Presidenziali di Joseph Kabila sulla base di risultati provvisori e rifiutandosi di rendere noti quelli definitivi.

Il Generale John Numbi stato individuato come il responsabile della morte di Foribert Chebeya, leader delle associazioni dei diritti umani in Congo assassinato nel giugno del 2010. Foribert Chebeya all'epoca tentava di riaprire il processo contro 51 detenuti politici condannati per l'assassinio del Presidente Laurent Dsir Kabila (padre dell'attuale Presidente Joseph Kabila) avvenuto a Kinshasa il 16 gennaio 2001. I 51 detenuti erano stati condannati all'ergastolo nel 2003 in un processo militare considerato dalle organizzazioni dei diritti umani congolesi ed internazionali come una farsa.

La guardia del corpo che aveva fisicamente assassinato il Presidente fu soggetto di una immediata esecuzione extra-giudiziaria che rese impossibile conoscere i reali mandanti e i motivi dell'assassinio politico. Sul Generale John Numbi vi sono inconfutabili prove che il mandante dell'assassinio del difensore dei diritti umani, prove totalmente ignorate dalla magistratura per ordine diretto del Presidente Kabila.

L'impunit concessa al Generale diede vigore alla convinzione popolare che il Presidente Dsir Kabila fu

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assassinato da militari e politici del precedente regime mobutista per riprendere il controllo del potere. Le voci popolari affermano che Joseph Kabila (uno dei tanti figli di Dsir Kabila) fu paracadutato al potere proprio dagli assassini di suo padre che lo nominarono Presidente ad Interim all'et di 30 anni e con nessuna esperienza politica alle spalle. La 'Banda di Mobutu', come viene chiamata a Kinshasa, detiene ancora le redini del potere. Tra essi vi l'attuale Capo delle Forze Terrestri, Generale Olenga Tete.

Abbinando a queste due prime richieste quelle della liberazione dei detenuti politici (dal 2009 in costante aumento) e la fine delle restrizioni della libert personale di Etienne Tshisekedi, il ARC-M23 intende accelerare il suo piano politico di creare un fronte contro il Presidente Kabila e la 'Banda di Mobutu', ridiscutere la legittimit del Presidente Kabila partendo dalle misteriose circostanze dell'assassinio di suo padre e offrendo un volto umanitario alla Comunit Internazionale.

Il piano politico sembra stia dando i suoi primi frutti. Il 23 novembre al quartier generale dello storico oppositore congolese Etienne Tshisekedi wa Mulumba (80 anni) e fondatore del UPDS (Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale) a Limete (Kinshasa) avvenuto un incontro con il leader del UNC (Unione per la Nazione Congolese) Vital Kamerhe lwa Kanighini e rappresentanti del MLC (Movimento di Liberazione del Congo) guidato da Jean-Pierre Bemba, uomo d'affari, politico e Signore della Guerra attualmente sotto processo presso la Corte Internazionale dei Crimini all'Aia.

L'oggetto della riunione era quello di creare una coalizione anti-Kabila per chiedere le dimissioni del Presidente e del Governo, formare un nuovo governo di unit nazionale in attesa di rifare le elezioni Presidenziali. Pur non essendo stata ventilata la possibilit di inserire nella coalizione anche il movimento ARC-M23 occorre far notare che Vital Kamerhe, in questa settimana si era pronunciato a favore della ribellione chiedendo al Presidente di aprire le negoziazioni dirette.

Come primo atto pubblico di questa coalizione non ancora ufficiale, luned 26 novembre vari parlamentari dell'opposizione hanno sottoposto ufficialmente una richiesta di spiegazioni sulla gestione governativa della crisi all'est del paese. La richiesta presentata dal deputato Germain Kambinga del MLC (Movimento per la Liberazione del Congo) e sottoposta al Primo Ministro Augustin Matata Ponyo, chiedeva ufficialmente al Governo di giustificarsi dinnanzi al Parlamento e alla nazione sulla politica adottata per risolvere la degradazione della sicurezza nelle Provincie del Nord e Sud Kivu.

La maggioranza del Parlamento, detenuta dal partito al potere PPRD (Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia) ha bloccato la richiesta di spiegazioni ritenendola inopportuna nella grave situazione in cui versa il paese. La decisione stata presa in assenza dei parlamentari dell'opposizione che hanno abbandonato l'aula in segno di protesta, denunciando all'opinione pubblica la "teatralizzazione della politica" e il netto rifiuto della maggioranza di rispondere degli errori e inefficienze che, secondo l'opposizione, sarebbero numerosi ed evidenti.

Secondo fonti non confermate la decisione dell'offensiva militare, che ha rischiato i compromettere gli accordi di pace di Kampala, stata presa dal Generale Olenga Tete senza consultare il Presidente Joseph Kabila nel tentativo di ribaltare le sorti del conflitto, ridimensionando il peso della ribellione e contrastando la vittoria diplomatica di Rwanda e Uganda.

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E' ormai evidente l'esistenza di forti dissidi all'interno del Governo tra il Presidente Joseph Kabila e alti vertici del comando politico militare che rappresentano la vecchia guardia mobutista che lo ha portato al potere. A questi si aggiunge il dissenso dell'opposizione e la rabbia popolare. Nonostante che l'imprevedibile azione militare non sia riuscita a mettere in repentaglio gli accordi di pace, molti punti rimangono irrisolti dalla presenza non ufficiale di reparti dell'esercito ruandese in Congo al fianco della ribellione al dialogo politico nazionale, alla legittimit dell'attuale Presidente e Governo.

Questi scottanti temi possono ancora compromettere la road map tracciata dalla Conferenza Internazionale della Regione dei Grandi Laghi. Una road map che sembra favorire la ribellione, Rwanda e Uganda grazie al supporto continentale ed internazionale.

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