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La Fiaba di Goethe e la Magia Verde
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Ebook122 pages1 hour

La Fiaba di Goethe e la Magia Verde

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La Fiaba del Serpente Verde e della Bella Lilia di Johann Wolfgang Von Goethe è simbolica per affermazione dello stesso autore, che sentì il bisogno di scrivere un racconto simbolico i cui elementi si prestassero a essere interpretati in vari modi, per non limitare i quali lo scrittore preferì non fornire la propria chiave interpretativa, nella convinzione che letture altrui avrebbero potuto anche ampliare il significato del testo da lui stesso concepito.
La presente edizione si caratterizza per tre novità: la traduzione inedita, che rivoluzione il “genere” del Serpente, i contributi della Prof.ssa Maria Franca Frola e alcune annotazioni quasi a margine della Dott.ssa Stella Picarò, che contribuiranno a illuminare con nuove sfumature il significato della Serpe Verde e la magia ad essa correlata.
LanguageItaliano
Release dateSep 18, 2023
ISBN9791255044055
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    La Fiaba di Goethe e la Magia Verde - Stella Picarò

    SIMBOLI & MITI

    STELLA PICARÒ

    LA FIABA DI GOETHE E LA MAGIA VERDE

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE

    Edizioni Aurora Boreale

    Titolo: La Fiaba di Goethe e la Magia Verde

    Autrice: Stella Picarò

    Con un contributo di Maria Franca Frola

    Collana: Simboli & Miti

    Editing e illustrazioni a cura di Nicola Bizzi

    ISBN versione e-book: 979-12-5504-405-5

    In copertina: Il Serpente Cosmico, disegnato dall’amico e

    compagno di banco alla scuola della vita, Davide Ramunno

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE

    Edizioni Aurora Boreale

    © 2023 Edizioni Aurora Boreale

    Via del Fiordaliso 14 - 59100 Prato - Italia

    edizioniauroraboreale@gmail.com

    www.auroraboreale-edizioni.com

    Questa pubblicazione è soggetta a copyright. Tutti i diritti sono riservati, essendo estesi a tutto e a parte del materiale, riguardando specificatamente i diritti di ristampa, riutilizzo delle illustrazioni, citazione, diffusione radiotelevisiva, riproduzione su microfilm o su altro supporto, memorizzazione su banche dati. La duplicazione di questa pubblicazione, intera o di una sua parte, è pertanto permessa solo in conformità alla legge italiana sui diritti d’autore nella sua attuale versione, ed il permesso per il suo utilizzo deve essere sempre ottenuto dall’Editore. Qualsiasi violazione del copyright è soggetta a persecuzione giudiziaria in base alla vigente normativa italiana sui diritti d’autore.

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    PREMESSA

    di Stella Picarò

    In Perché leggere i classici Calvino scrive: «un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire». In questo senso Goethe è davvero un autore classico, e la sua Fiaba è tale nel più profondo dei significati che una fiaba può avere. Il testo fu pubblicato per la prima volta col semplice titolo di Märchen (Fiaba), nel 1795 sulla rivista tedesca Die Horen (Le Ore, edita dall’amico Friedrich Schiller) a conclusione della novella Conversazioni di emigranti tedeschi, dello stesso anno.

    La Fiaba della serpe verde e della bella Lilia, questo è il titolo completo, è l’esempio fondante del genere del Kunstmärchen, cioè dell’arte fiabesca, differenziandosi, per esempio, dalle successive Kinder und Hausmärchen raccolte e trascritte dai Fratelli Grimm (senza alcun intervento redazionale o quasi) direttamente dalla bocca del popolo. La storia, densa di simboli esoterici e alchemici, tratta di realtà sovrasensibili che possono essere decifrate solo con l’aiuto di chiavi adatte e immanenti all’opera stessa, in sostanza, è un testo il cui contenuto si può veramente comprendere solo vivendolo.

    La narrazione si snoda attorno alla traversata di un fiume, che rappresenta il divario tra la vita esteriore dei sensi e le aspirazioni ideali dell’essere umano, tutti gli aspetti simbolici ed esoterici del testo verranno ampiamente trattati nella terza sezione di questo volume.

    Prima di lasciare il lettore in compagnia dei personaggi della fiaba, segnaliamo che la nuova edizione che presentiamo si caratterizza per due tratti fondamentali: in primis, per la traduzione si è preferito rendere il termine die Schlange con la serpe, mantenendo così il genere femminile, sia per aderire alla lettera tedesca (in lingua originale infatti tale personaggio è femminile), sia per rispettare la visione dell’autore, che tende a collegare la salvezza a figure tipicamente femenine (diverso da femminili), basti citare Gretchen nel Faust I, l’Eterno Femenino nel Faust II, ma anche Ottilie nelle Affinità Elettive, Macaria nel Wilhelm Meister etc. Siamo confortati in questa scelta audace dal fatto che gli stessi fuochi fatui si rivolgono alla serpe chiamandola Frau Muhme, Signora zia, il che riecheggia i versi del Faust I 2048-50:

    «Eritis sicut Deus, scientes bonum et malum.

    Folg’ nur dem alten Spruch und meiner Muhme der Schlange,

    Dir wird gewiß einmal bei deiner Gottaͤhnlichkeit bange!».

    Siamo nella scena Studio (II), quando Mefistofele veste i panni di Faust e si spaccia per dottore in teologia durante un irriverente dialogo col solerte matricolino, che non vuole lasciare l’eminente professore senza prima aver ricevuto la sua dedica sul suo libro dei ricordi. Mefistofele vi annota un verso biblico tratto dal dialogo tra il Serpente ed Eva: «eritis sicut Deus, scientes bonum et malum» (Genesi, 3,5) e poi aggiunge: «segui solo l’antico detto di mia Zia la serpente, e verrà giorno che il tuo voler somigliare a Dio ti spaventerà a morte».

    Il fatto che die Schlange venga definita Muhme sia nel Faust sia nella Fiaba istituisce un parallelismo di cui occorre tener conto e su cui torneremo alla fine della nostra analisi. Questo è solo un piccolo esempio delle varie sfumature di significato che presenta questo testo in sé e in relazione alle altre opere dello stesso autore.

    Il secondo tratto caratteristico che rende questa edizione davvero sui generis è il preciso e puntuale contributo interpretativo fornito all’esegesi del testo dagli infaticabili studi di Maria Franca Frola, già professore ordinario di Letteratura Tedesca all’Università Cattolica di Milano, lettrice di Lingua e Letteratura Italiana nelle Università di Bochum e di Colonia e docente di Lingua e Letteratura Tedesca allo IULM di Milano. La prof.ssa Frola ha anche collaborato all’ente radiofonico Deutschlandfunk di Colonia e ha dedicato la vita allo studio della Magia Bianca; ha anche tradotto interamente ex novo il Faust I proprio alla luce della magia e si stava apprestando a tradurre anche il Faust II in quella stessa chiave ermetica che ha illuminato tutta la sua esistenza, quando ha oltrepassato il velo. Ai posteri l’ardua impresa di terminare ciò che lei ha iniziato. Per ora presentiamo alcune sue brillanti intuizioni e aggiungiamo qualche nostra suggestione, augurandoci che la lettura vi risulti piacevole ed educativa, come avrebbero voluto Maria Franca e lo stesso Goethe.

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