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Libero commercio versus rispetto degli interessi collettivi e dell'ambiente.

Immagine tratta da: http://www.tradewatchoz.org

The_Hammer (anno 83) Universit della Svizzera Italiana Facolt di scienze economiche Lugano TI

INDICE:

1. INTRODUZIONE... p. 3

2. NOZIONI FONDAMENTALI SULL'OMC. p. 5 2.1 Le origini dell'OMC e gli obiettivi principali dell'organizzazione.p. 5 2.2 Il campo di attivit dell'OMC... p. 5 2.3 Le funzioni dell'OMC e l'organo di risoluzione delle controversie... p. 6 2.4 La collaborazione con gli altri enti internazionali.. p. 6 2.5 Lo statuto dell'OMC e il processo decisionale.p. 7 2.6 I Membri dell'OMC... p. 7

3. RAPPORTI TRA OMC E PAESI IN VIA DI SVILUPPO.p. 10

4. PROBLEMI LEGATI ALLA PROPRIET INTELLETTUALE p. 12 4.1 L'accordo TRIPs e i PVS...p. 12 4.2 Accesso ai medicinali e Conferenza Ministeriale di Doha..p. 15 4.3 Un ulteriore peggioramento per i PVS dal 2005. p. 17 4.4 Qualche cifra in proposito. p. 17

5. SALVAGUARDIA AMBIENTALE..p. 19

6. CONCLUSIONI.. p. 22

7. BIBLIOGRAFIA.p. 23

1. INTRODUZIONE
La nuova era, quella sempre pi caratterizzata dalla parola "globalizzazione" (nella sua accezione pi generale odierna), che possiamo ormai leggere in ogni giornale, cos come in una moltitudine di libri, manifesti e altre migliaia di riviste, per la maggior parte delle volte utilizzata ingiustificatamente, forse abusata, demagogizzata, mistificata e subito dopo mitizzata. La civilt odierna si caratterizza e contraddistingue a mio avviso di una moltitudine di organizzazioni di livello internazionale (OMC, NAFTA, OIL, FMI, BM, NATO, OPEC, OCSE, ONU, FAO, WWF, ecc.) e di una ricca (in ogni senso) schiera di multinazionali. Grazie alla loro forza economica, queste immense societ crescono sempre pi, facilitate in gran parte dall'OMC (plasmata dai potenti del mondo), che con la sua tendenza liberista concede alle multinazionali una sorta di "crociate" in nome dell'internazionalizzazione del capitalismo, contribuendo cos alla concentrazione del potere e della ricchezza.

Il WTO (World Trade Organization, in italiano OMC, Organizzazione Mondiale del Commercio) nato principalmente in risposta all'esigenza di regolare internazionalmente gli scambi mondiali, disciplinando inizialmente tariffe e dazi doganali nel contesto del commercio internazionale, e ampliandosi poi allo scambio di servizi e ai diritti riguardanti la propriet intellettuale. Si prefigge nel PREAMBOLO l'obiettivo di promuovere lo sviluppo economico (sostenibile) dei Paesi pi arretrati economicamente, cos come dei Paesi che vivono gi la fase di post-industrializzazione (e che quindi necessitano di nuovi sbocchi per poter incrementare il profitto nazionale). Tutto ci attraverso "una sostanziale riduzione delle tariffe e degli altri ostacoli agli scambi e all'eliminazione dei trattamenti discriminatori nelle relazioni commerciali internazionali1". L'OMC ha come capi saldi (del resto elencati nel Preambolo del GATT versione 1947 e ribaditi nel GATT 1994 con alcune aggiunte) l'elevamento dello stato di vita, il conseguimento del pieno impiego e di un grado elevato, e crescente, del reddito reale e della domanda effettiva attraverso un impiego ottimale delle risorse ed uno sviluppo sostenibile (come gi detto), che miri a tutelare e a preservare l'ambiente. Inoltre l'articolo XX del GATT cita: "nessuna disposizione del presente accordo sar interpretata come divieto a una Parte contraente qualsiasi di istituire o d'applicare delle misure: a. necessarie alla tutela della morale pubblica; b. necessarie alla protezione della sanit e della vita delle persone e degli animali e alla conservazione dei vegetali; g. attinenti alla conservazione di risorse naturali esauribili, qualora siano applicate insieme con delle restrizioni su la produzione o il consumo nazionali.

Tratto dal Preambolo dell'Accordo generale su le tariffe doganali e il commercio, 1947.

Ma questi obiettivi non sono sociali? Non interessano direttamente o indirettamente il cittadino? Si parla ad esempio di innalzamento del tenore di vita mentre l'Organizzazione Mondiale del Commercio, di carattere intergovernamentale (con limiti entro il commercio di beni e servizi), dichiara di non avere al suo interno una clausola vincolante relativa al rispetto dei diritti sociali. Delega infatti all'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) il compito di occuparsi della tutela dei lavoratori e di stabilire le norme atte a tal fine. L'OMC afferma solamente di voler sostenere e promuovere le attivit svolte dall'OIL; mentre intransigente sull'uso delle norme sul lavoro a carattere unicamente protezionista, un agire questo, che, a parere dell'OMC, penalizzerebbe il libero scambio2. In questo contesto si inserisce anche la critica alla Dichiarazione dei ministri di Singapore, 1996, che oltre a non prendere in considerazione i diritti del lavoro, delega per di pi le questioni del lavoro all'OIL, il quale ha un potere vincolante molto limitato3. Scaturiscono quindi altre domande: non fa parte dell'innalzamento dello stato di vita la proibizione del lavoro minorile, la soppressione del lavoro forzato, l'eliminazione della discriminazione sul sesso e dello schiavismo, la libert di associazione e il diritto di stipulare accordi collettivi, la tutela del lavoratore? E come mai delle leggi nazionali volte alla protezione dell'ambiente, sempre pi sfruttato e trattato male, vengono interpretate come mere barriere al commercio e come tali abbattute? E perch il reddito pro-capite dei Paesi poveri continua a scendere mentre quello dei pi ricchi cresce, nonostante l'OMC dichiari esplicitamente che necessario ridurre il gap che separa l'Occidente dal resto del mondo e sostenga l'obiettivo dell'innalzamento dello stato di vita dei Paesi poveri? A questa e ad altre domande cercher di rispondere nel mio lavoro semestrale. Prover ad addentrarmi nella fitta legislazione internazionale per trarne qualche spunto interessante o qualche contraddizione all'interno dell'OMC. Mi concentrer in particolare sulla questione dell'Accordo TRIPs sulla propriet intellettuale che crea non pochi grattacapi agli oppositori dell'OMC. Costoro la percepiscono come un ingranaggio comandato da una macchina senza etica n coscienza di nome Multinazionale, in grado, con l'aiuto dell'OMC, di aumentare ancor di pi gli utili, a scapito del cittadino, soprattutto quello povero, e della democrazia in generale. Nel corso del mio approfondimento tenter di mettere a confronto i problemi dei PVS (Paesi in Via di Sviluppo) con quelli dei PS (Paesi Sviluppati4), per ci che riguarda l'Accordo sulla propriet intellettuale, cos come il loro rapporto nei confronti dell'ambiente e delle disposizioni atte a preservarlo. Cercher poi di dare una spiegazione al perch ad esempio l'OMC ammetta brevetti e diritti di propriet intellettuale per prodotti provenienti da multinazionali, ma che potrebbero essere utili allo sviluppo dei PVS (soprattutto per quanto riguarda i medicamenti per la cura delle molte malattie che affliggono i PVS). Il problema del commercio e delle norme sul lavoro un'interessante e controverso aspetto che riguarda l'OMC da vicino, ma che io purtroppo non potr approfondire nel mio lavoro semestrale, siccome richiederebbe una parte troppo ampia di studio e di elaborazione del testo, che in questa sede non richiesta.

V. TIF, Trading into the future, Informations, World Trade Organization, Genve, 2001, pag. 51. V. WTO, Tutto quello che non vi hanno detto sul commercio globale, Wallach Lori e Sforza Michelle, Feltrinelli, Milano, 2000, pagg. 170-172. 4 Con PVS e PS intendo unicamente Paesi sviluppati economicamente, o anche industrialmente e non culturalmente.
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2. NOZIONI FONDAMENTALI SULL'OMC 2.1 Le origini dell'OMC e gli obiettivi principali dell'organizzazione
L'OMC attiva dal primo gennaio 1995, quando attraverso l'Uruguay Round (19861994, ultimo di una serie di stadi di negoziazioni) si costituisce organizzazione a carattere mondiale con il compito di regolare il commercio tra i paesi Membri. Il sistema commerciale che rappresenta si pu far tuttavia risalire al 1947, con l'Accordo generale su le tariffe doganali e sul commercio (GATT General Agreement on Tariffs and Trade) concluso a Ginevra il 30 ottobre 1947 e con esclusivo riguardo agli scambi internazionali di merci. L'obiettivo giuridico principale del GATT 1947 era quello di non discriminare le merci secondo la loro origine o provenienza. Questa frase si pu oggi ritrovare nel GATT 1994 sia all'Articolo I, relativo al Trattamento generale della nazione pi favorita, che all'Articolo III, riguardante il Trattamento nazionale rispetto alle imposizioni e agli ordinamenti interni. Il primo recita: "Tutti i vantaggi, favori, privilegi o immunit, concessi da una Parte contraente a un prodotto originario da ogni altro Paese, o a esso destinato, saranno estesi, immediatamente e senza condizioni, a tutti i prodotti congeneri, originari del territorio di ogni altra Parte contraente, o a esso destinati. ". Il secondo proferisce al punto 2: "I prodotti del territorio di qualsiasi Parte contraente, importati sul territorio di qualsiasi altra Parte, non saranno gravati, direttamente o indirettamente, di tasse o altre imposizioni interne di qualunque natura, pi elevate di quelle che gravino, direttamente o indirettamente, i prodotti nazionali congeneri. ". E ancora al punto 4: "I prodotti del territorio di qualsiasi Parte contraente, importati sul territorio di qualsiasi altra Parte, non saranno sottoposti a trattamento meno favorevole di quello accordato ai prodotti congeneri d'origine nazionale, ". I vari Rounds, o conferenze economiche, vengono periodicamente convocati per perfezionare l'accordo e per adeguarlo, facendo le debite aggiunte, al mondo che si evolve.

2.2 Il campo di attivit dell'OMC


Come si evince dall'Art. II sull'Accordo che istituisce l'organizzazione mondiale del commercio (Accordo OMC), l'OMC ha il compito di gestire le relazioni commerciali tra i vari Paesi, Membri dell'organizzazione in esame. Le relazioni multilaterali devono trovare applicazione negli accordi e secondo gli strumenti giuridici attinenti all'Accordo generale sull'OMC. Sono di conseguenza vincolanti per tutti i Membri. Ogni partecipante all'OMC diviene Membro nel momento in cui accetta l'Accordo istitutivo. Non pu per sottrarsi dal prestar fede a tutti gli articoli e strumenti giuridici facenti parte dei cosiddetti Accordi commerciali multilaterali, perch parte integrante dell'Accordo istitutivo. Questi impegni sono contenuti nei primi tre Allegati dello stesso accordo. Nel primo Allegato vigono i principali e fondamentali Accordi: (a) l'Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) 1994 (che si differenzia dal GATT 1947 grazie all'aggiunta delle Note interpretative, dai Protocolli emendativi e dalle decisioni delle parti contraenti intervenute nei quasi cinquant'anni di esistenza e crescita del GATT); (b) le misure commerciali attinenti agli investimenti (TRIMs); (c) l'Accordo

generale sugli scambi di servizi (GATS) e (d) l'Accordo sui diritti di propriet intellettuale attinenti al commercio (TRIPs). Il secondo Allegato riguarda l'intesa sulla soluzione delle controversie (DSU), mentre il terzo il Meccanismo d'esame delle politiche commerciali (TPRM). Nel caso in cui dovesse verificarsi una dissonanza tra uno degli Allegati e l'Accordo istitutivo dell'OMC, si seguirebbe l'indicazione data da quest'ultimo, siccome riveste una posizione sovraordinata.

2.3 Le funzioni dell'OMC e l'organo di risoluzione delle controversie


L'Art. III dell'Accordo OMC si concentra sulle funzioni dell'OMC, che molto brevemente si riducono all'attuazione e al funzionamento degli Accordi commerciali plurilaterali, al promuovimento di negoziati tra i Membri per quanto concerne le relazioni commerciali multilaterali, alla soluzione delle controversie (DSU Dispute Settlement Understanding) e all'esame delle politiche commerciali (TPRM Trade Policy Review Mechanism). Per quanto riguarda l'organo addetto alla risoluzione delle controversie d'obbligo mettere l'accento sullo scarso potere decisionale di cui dispone. Nel caso in cui si stabilisse che il paese Membro A debba conformarsi alle decisioni prese dal DSU e il paese in esame non attuasse questo provvedimento, il DSU potrebbe soltanto autorizzare delle "misure ritorsive" da parte del Membro B. Quindi il DSU non dispone di una vera e propria autorit capace di porre in essere le proprie prese di posizione. Perci se A fosse un paese ad economia sviluppata, mentre il ricorrente B fosse privo di forza economica, A potrebbe anche non prendere in considerazione il ricorso inoltrato da B, siccome B non sarebbe in grado di mettere in atto delle vere e proprie "misure ritorsive" nei confronti di A. La mancanza di potere decisionale del DSU non l'unica questione che suscita disapprovazioni e perplessit; infatti l'altro problema sollevato dai critici il conflitto di interessi presente all'interno dell'organo stesso. Il sistema di risoluzione delle controversie del Wto manca di meccanismi atti a garantire che la scelta dei membri delle commissioni non crei incompatibilit d'interessi5. Un esempio lampante di conflitto di interessi quello che vede coinvolto il signor Arthur Dunkel, consigliere di amministrazione della Nestl dal 1994 al 1999. Il signor Dunkel fu nominato nella commissione arbitrale dell'OMC a valutare il ricorso contro le sanzioni della legge Helms-Burton nei confronti di investitori stranieri a Cuba, paese ove la Nestl possiede uno stabilimento. Questo caso avvalora la tesi degli oppositori dell'OMC e mette in dubbio l'efficacia e l'imparzialit dell'organo di risoluzione delle controversie dell'OMC6.

2.4 La collaborazione con gli altri enti internazionali


utile inoltre ricordare che, allo scopo di rendere pi conforme la determinazione delle politiche a livello mondiale, l'OMC collabora con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e con la Banca Mondiale (BM), oltre che con le Nazioni Unite. Questi accordi di cooperazione intergovernativi sono resi possibili dall'Art. V che conferisce il sopraccitato potere all' Organizzazione Mondiale del Commercio.
Cfr. WTO, Tutto quello che non vi hanno detto sul commercio globale, Wallach Lori e Sforza Michelle, Feltrinelli, Milano, 2000, pag. 186. 6 V. WTO, Tutto quello che non vi hanno detto sul commercio globale, Wallach Lori e Sforza Michelle, Feltrinelli, Milano, 2000, pagg. 186-188.
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2.5 Lo statuto dell'OMC e il processo decisionale


bene citare che all'Art. VIII (Accordo OMC) viene specificato lo Statuto dell'OMC, il quale possiede personalit giuridica internazionale, che gli garantisce l'esercizio delle proprie funzioni. anche interessante evidenziare la procedura delle deliberazioni, che entrano in vigore soltanto se accettate all'unanimit (Art. IX riguardante il Processo decisionale). Solamente in caso di impossibilit nell'adozione unanime la decisione pu essere posta ai voti. Nello stesso articolo viene enunciato che sono concesse deroghe in caso di inadempienza agli Accordi soltanto se tale eccezione concessa da almeno i tre quarti dei Membri.

2.6. I Membri dell'OMC


Il 16 febbraio 2005 i Membri dell'OMC ammontavano a 148 (vedi Figura 1), dei quali circa i due terzi sono Paesi in Via di Sviluppo (vedi Figura 2). I PVS giocano, a detta dell'OMC, un ruolo sempre pi importante e attivo in seno all'Organizzazione, sia grazie alla cospicua presenza nell'OMC (come numero), che grazie allo spazio sempre pi ampio che occupano all'interno dell'economia internazionale. La categoria dei PVS non per omogenea; i Paesi sono molto diversi tra loro, non solo in base al tipo di economia in cui sono specializzati, ma anche a causa dei differenti obiettivi e bisogni che hanno. quindi difficile il compito per l'OMC di rispondere a tutti questi bisogni, cos speciali e specifici.

Figura 1 I membri dell'OMC fino ad aprile 2003. In rosso figurano i membri, in rosa gli osservatori e in verde gli altri.

Figura 2 I membri dell'OMC fino al 16/2/2005, in base al loro reddito lordo pro-capite (del 2000).

Fonte: http://www.reizner-exportbeartung.de

3. RAPPORTI TRA OMC E PAESI IN VIA DI SVILUPPO


All'interno del GATT figurano anche alcuni articoli riguardanti la necessit dell'aiuto allo sviluppo economico. L'Art. XVIII7, Aiuto statale in favore del progresso tecnico, al punto 1, mette l'accento sulle agevolazioni allo sviluppo delle economie dei PVS, consentite alle Parti contraenti, ovvero i Membri firmatari dell'Accordo generale. Al punto 2 del presente articolo, affinch lo sviluppo economico dei PVS possa progredire, vengono sancite delle deroghe rispetto al mantenimento dei dazi doganali e riguardo al divieto di stabilire delle restrizioni quantitative. Oltre a ci, il 27 giugno del 1966, entra in vigore la Parte IV, inerente la tematica: "Commercio e sviluppo". All'interno dell'Art XXXVI8, al punto 2, le Parti contraenti concordano sull'obiettivo di aumentare le esportazioni dei PVS, mentre al punto 4 si accenna a favorire i prodotti dei PVS tramite un pi facile accesso al mercato globale. Il penultimo punto dell'articolo in analisi (punto 8) prevede che i PVS rinuncino alla reciprocit nel momento in cui concedono riduzioni tariffarie o altre agevolazioni commerciali ai PVS. Ci significa in parole povere che i PVS hanno il vantaggio di imporre delle tariffe o dei dazi doganali sui prodotti indigeni, anche quando i PS concedono ai PVS agevolazioni commerciali e/o riduzione di dazi doganali. Le preferenze tariffarie generalizzate, consistenti in contingenti esenti da dazi, non hanno per consentito ai PVS quel rapido e auspicato progresso. Anche il raggiungimento di una fase industrializzata nello sviluppo economico rimane ancora piuttosto un miraggio anzich una realt. Infatti, nonostante l'aggiunta di tutte quelle clausole a favore dello sviluppo, i Paesi pi arretrati sono continuamente e sempre pi emarginati dal mercato mondiale.

Art. XVIII GATT: 1. Le Parti contraenti convengono che il conseguimento dei fini del presente accordo sar agevolato dallo sviluppo progressivo delle loro economie, segnatamente nel caso di quelle Parti contraenti la cui economia non possa procacciare alla popolazione che un umile stato di vita e sia ai primi gradi del suo sviluppo. 2. Le Parti contraenti convengono, inoltre, che alle Parti considerate nel numero 1 possa occorrere, , di prendere delle misure di protezione, o altre misure, rispetto alle importazioni, e che queste siano giustificate sempre che agevolino il conseguimento dei fini del presente accordo. debbano essere prevedute delle agevolezze accessorie per le quali sia loro consentito: a. di conservare alla struttura delle loro tariffe doganali una duttilit che consenta di accordare la protezione tariffale necessaria; b. di stabilire delle restrizioni quantitative .
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Art. XXXVI GATT: 2. necessario assicurare un aumento rapido e sostenuto del ricavo d'esportazione delle Parti contraenti in via di sviluppo 4. necessario assicurare a questi prodotti, nella pi larga misura possibile, condizioni pi favorevoli ed accettabili d'accesso ai mercati mondiali e, se necessario, elaborare misure destinate a stabilizzare e a migliorare la situazione dei mercati mondiali di questi prodotti, in particolare delle misure destinate a stabilizzare i prezzi ad un livello equo e rimunerativo, . 8. Le parti contraenti economicamente evolute rinunciano alla reciprocit circa gli impegni assunti nei negoziati commerciali intesi a ridurre o eliminare i diritti di dogana ed altri ostacoli al commercio delle Parti contraenti in via di sviluppo.

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Il bilancio che a mio avviso si pu trarre da quasi quarant'anni di esistenza della parte IV dell'Accordo non per niente positivo, siccome non si riusciti a limitare e/o ricucire il divario tra Paesi industrializzati e non. In quasi mezzo secolo di legislazione di un'organizzazione a carattere mondiale, come quella dell'OMC, non stato modificato, n aggiunto nessun articolo a favore dello sviluppo dei Paesi poveri, nonostante l'obiettivo principale dichiarato dell'OMC rimanga: "innalzare il tenore di vita, garantire la piena occupazione e un volume sostanziale e in continua crescita di reddito reale e di domanda effettiva, e espandere la produzione e il commercio di beni e servizi, ". Il problema principale che la mentalit dei promotori e sostenitori dell'OMC non cambiata e con loro nemmeno l'Accordo OMC si , per cos dire, evoluto verso un inserimento vero e proprio dei PVS all'interno del mercato globale. La globalizzazione (nella sua concezione di libero mercato a livello internazionale) si quindi verificata, ma in una sola via, nel senso che soltanto i paesi gi progrediti ne hanno tratto vantaggio. I frutti di questo capitalismo sfrenato, che i PVS hanno raccolto, sono stati ancora una volta fame, tenore di vita molto basso, assenza o quasi di cure mediche e spesso condizioni di vita lavorative deprimenti. I dati nella tabella qui sotto riportata confermano questa tendenza.
Tabella 1 - Paesi aventi nel 2002 reddito inferiore rispetto al 1975 Giamaica Madagascar 1976-80 Angola Arabia Saudita Bolivia Ciad Costa DAvorio El Salvador Gabon Ghana Guatemala Haiti Honduras Iran Kuwait Rep. Isl. Mali Mauritania Namibia Nicaragua Niger Nigeria Rep. Centrafricana Senegal Togo Venezuela Zambia 1981-85 Albania Algeria Comore Congo Etiopia Gambia Georgia Paraguay Per Filippine Rwanda Sierra Leone Sud Africa Trinidad/Tobago 1986-90 Armenia Azerbaigian Bahamas Belarus Bulgaria Camerun Croazia Estonia Fed. Russa Giordania Kazakistan Kenya Kirghizistan Lettonia Lituania Macedonia, TFYR Moldavia Rep. Mongolia Romania Tagikistan Turkmenistan Ucraina Uzbekistan

Fonte: UNDP, Human Development Report 2002. Deepening democracy in a fragmented world, Oxford University Press, New York, 2002.

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Dalla tabella si pu evincere come alcune aree del pianeta, quali l'Europa Orientale e soprattutto l'Africa sub-sahariana hanno visto il loro reddito pro-capite diminuire piuttosto che aumentare e quindi il gap tra Paesi ricchi e Paesi poveri si de facto gonfiato. Il fatto che molti paesi abbiano perso gran parte della loro ricchezza passata, fa ragionare sulle possibili cause di tale impoverimento. Cagioni che si possono far risalire principalmente alla guerra, che ha causato distruzione e che ha decimato la popolazione, alle epidemie nefaste che hanno per anni raso al suolo interi campi e coltivazioni, oppure all'aumento della ricchezza di altri paesi, che si sono "impreziositi" grazie al fenomeno in atto di globalizzazione dei mercati e dei capitali. Il tutto si svolto attraverso regole imposte da organizzazioni internazionali che si spacciano come paladine del libero scambio e che hanno cos lasciato il via libera alle multinazionali di agire secondo l'ormai noto motto: minimizzare i costi (vale a dire delocalizzare in aree del globo ove la manodopera a basso costo, ove non ci sono troppe complicazioni legislative, ove l'ambiente non tutelato e cos via) e massimizzare i profitti (vale a dire vendere ad un prezzo pari al precedente, o leggermente inferiore, per poter competere con la concorrenza ed aumentare la quota di mercato. Quando la quota di mercato avr raggiunto una certa rilevanza, allora i prezzi verranno di nuovo alzati e le societ multinazionali, facendo leva anche sulla loro forza contrattuale, genereranno un surplus di gran lunga maggiore al precedente, che consentir loro di espandere il proprio dominio). Il peso della forza contrattuale non da sottovalutare, perch un'azienda, col crescere delle dimensioni (sia di personale che di fatturato e di volumi prodotti), assume un potere contrattuale verso i suoi fornitori e clienti sempre maggiore, talvolta talmente forte da riuscire lei stessa ad imporre i prezzi ai propri fornitori e clienti. Come si sa dal modello della concorrenza allargata, minore l'intensit delle forze subite da un'impresa, tanto pi facile il conseguimento di soddisfacenti livelli di redditivit. La maggior parte dei PVS, forte esportatrice di materie prime, costretta a sottostare alle politiche di prezzo stabilite dalle grandi multinazionali (principali acquirenti), che fanno peggiorare le ragioni di scambio, riducendo la disponibilit di ricchezza di tali aree povere del nostro pianeta.

4. PROBLEMI LEGATI ALLA PROPRIET INTELLETTUALE 4.1 L'Accordo TRIPs e i PVS


Negli ultimi venti, trent'anni, le tre c.d. superpotenze mondiali (UE, Stati Uniti, Giappone), con il livello pi alto di sviluppo economico e ormai passate o prossime ad una fase post-industriale, hanno cominciato a lamentarsi a sempre pi gran voce per quanto riguarda la crescita della concorrenza, imbastita dai c.d. NPS (Nuovi Paesi Sviluppati, come gran parte del continente asiatico e di quello del Sud America) nel settore manifatturiero destinato soprattutto all'esportazione. La sofferenza che accusano i tre Grandi l'abbassamento dei prezzi dei prodotti sostituti o similari, a causa di leggi sulla protezione dei lavoratori molto meno severe che in aree sviluppate come l'Unione Europea o gli Stati Uniti. Oltre a ci i PS asseriscono che la concorrenza che si venuta a creare scorretta a causa di una falla nella legge

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internazionale (e in quelle nazionali dei Paesi concorrenti) a tutela dei diritti sulla propriet intellettuale. Proprio a questo proposito entrato in vigore all'interno del GATT 1994 il TRIPs (Traderelated intellectual property), con il fine ultimo di garantire ai destinatari dell'Accordo, ovvero tutti i Membri firmatari dell'OMC, la possibilit di ricorso e denuncia ai danni di chi non rispetta la propriet intellettuale. La propriet intellettuale si effettivamente legata alla politica commerciale con la Dichiarazione ministeriale di Punta del Este del 1986 e poi sottoforma di Accordo TRIPs, stata accettata e inclusa all'interno dell'OMC attraverso la firma dell'ultimo di vari Round, quello in Uruguay, il 15 aprile 1994. I fautori del TRIPs asseriscono che nei NPS e nei PVS manchi, a volte quasi totalmente, la tutela dei diritti sulla propriet intellettuale industriale. La violazione del diritto d'autore, quella di brevetti e marchi e la contraffazione di prodotti industriali sono solamente alcuni dei problemi sollevati dai sostenitori di una serie di normative multilaterali a carattere internazionale, atte a punire questo tipo di strategie commerciali, a loro avviso scorrette. L'esempio pi lampante dato dalla disputa riguardo ai medicinali, prodotti da imprese e multinazionali per lo pi provenienti dagli States e dall'UE e riprodotti illecitamente per commercializzarli nel continente asiatico. Vengono stimate perdite, o meglio guadagni non realizzati, che vertono su miliardi di dollari ogni anno. Questi profitti non ricavati sono imputati dai possessori della propriet intellettuale alla violazione dell'Accordo TRIPs. Coloro che hanno voluto il TRIPs sono quelli che per primi inneggiano il libero scambio, raggiungibile tramite vari vettori, quali l'abolizione di tariffe, dazi doganali e tutti quegli ostacoli al commercio internazionale. Eppure l'Accordo TRIPs non contiene altro che normative atte a salvaguardare la propriet tecnologica, ovvero a legittimare una forma di monopolio a favore del detentore dell'innovazione riguardante il prodotto messo sul mercato. In questo senso le multinazionali riescono de facto a far collimare due condizioni economiche, quali la concorrenza e il monopolio, che de jure sono una l'antitesi dell'altra. L'Accordo TRIPs s un incentivo all'innovazione, dato che incoraggia la ricerca di nuove tecnologie, invenzioni, creazioni, che potrebbero far progredire il nostro mondo per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico (il quale interesserebbe i metodi di produzione, magari potenziandoli, ottimizzandoli e incrementando cos la quantit di prodotti o risorse a disposizione sul globo9), ma costituisce anche un disincentivo all'imitazione da parte dei concorrenti (siccome il costo troppo elevato dei diritti sulla propriet intellettuale una vera e propria barriera all'entrata che i concorrenti non riescono a superare). I competitori contribuiscono a realizzare l'idea base del libero mercato, il modello della concorrenza perfetta, che come ben si sa obbliga le imprese a ridurre i prezzi di vendita
Questo aspetto si evince dall'Art. 7 TRIPs sugli obiettivi: La protezione e il rispettodei diritti di propriet intellettuale dovrebbero contribuire alla promozione dell'innovazione tecnologica, nonch al trasferimento e alla diffusione di tecnologia, a reciproco vantaggio dei produttori e degli utilizzatori di conoscenze tecnologiche e in modo da favorire il benessere sociale ed economico, nonch l'equilibrio tra diritti e obblighi.
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dei prodotti. Quindi la diminuzione dei prezzi andrebbe a beneficio del consumatore finale, che acquisterebbe una quantit maggiore della merce presente sul mercato (come ben si sa dalla microeconomia: all'aumentare del numero di produttori di un determinato bene, aumenta anche la quantit offerta per ogni livello di prezzo10); ci permetterebbe anche alle persone con basso tenore di vita di entrare in possesso di una o pi unit della merce, prima impossibili da ottenere (qui mi riferisco soprattutto ai vari medicinali, di cui la gran parte dei PVS non pu beneficiare, a causa dei prezzi eccessivamente elevati di tali farmaci). Mediante il TRIPs viene quindi ancor di pi accentuata la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, mentre il benessere del consumatore diminuisce. pertanto d'obbligo porsi il seguente quesito: meglio privilegiare l'incentivo all'innovazione attraverso l'Accordo TRIPs e il possibile prolungamento del periodo di protezione della propriet intellettuale, ottenendo cos (ci che si spera) un guadagno per ci che concerne il benessere futuro dell'intero globo, ma nel breve termine un profitto che soltanto pochi si potranno spartire; o pi opportuno non accanirsi contro le imitazioni, lasciare che eventuali concorrenti possano copiare, in un certo senso, le idee di altri e svilupparle in maniera tale da trarne un'utilit per loro stessi, ma anche per l'intera popolazione (ricordo la conseguenza della crescita del numero di competitori, che spinge i prezzi dei beni verso il basso, consentendo ad una fetta pi ampia di consumatori di avvalersi del prodotto o servizio in questione), lasciando per in secondo piano l'obiettivo di un importante e continuo progresso tecnologico (dei Paesi pi sviluppati economicamente), oggi cavallo di battaglia del capitalismo pi spinto? A mio avviso l'Accordo TRIPs, voluto dai paesi produttori di tecnologia, uno strumento giuridico che permette loro, e pi che al paese in s, alle multinazionali ed ai loro alti dirigenti, di legittimare il loro costante arricchimento a scapito dei paesi meno progrediti economicamente, accentuando cos il divario tra aree ricche e aree povere. La materia di studio per cos complicata che seriamente difficile trovare dei capi saldi a sostegno di una o l'altra tesi. comunque utile citare l'Art. 66.2 dell'Accordo TRIPs11, dal quale traspare il tentativo di rendere partecipi al progresso scientifico anche i Paesi in via di Sviluppo, attraverso il trasferimento delle tecnologie. L'Articolo 66 stato integrato nell'Accordo TRIPs su richiesta di alcuni PVS, che riconoscendo la portata per tutta la comunit dell'evoluzione tecnologica, accettarono l'Accordo sulla propriet intellettuale a patto che i paesi produttori di tecnologia assumessero precisi obblighi in materia di trasferimento della stessa, d'impianto delle unit produttive, nonch di utilizzazione e di formazione del personale locale per accelerare lo sviluppo dei paesi meno progrediti12. Bisogna per ancora evitare di parlare di veri e propri impegni, nonch responsabilit, assunti dai Membri pi ricchi dell'OMC a sostegno di quelli poveri.
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Microeconomia, Robert H. Frank, McGraw-Hill, 1998, pag. 47. Art 66.2 TRIPs sui paesi meno avanzati Membri: I paesi industrializzati Membri offrono incentivi alle imprese e istituzioni dei loro territori per promuovere e incoraggiare trasferimenti di tecnologia verso i paesi meno avanzati Membri in modo da consentir loro di crearsi una base tecnologica solida ed efficiente. 12 L'Organizzazione Mondiale del Commercio, Gabriella Venturini, Giuffr Editore, 2000, pag. 118.

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4.2 Accesso ai medicinali e Conferenza Ministeriale di Doha


Nel mese di novembre di quattro anni fai, in Qatar, si tenuta la conferenza ministeriale di Doha. Tra gli obiettivi principali c'era quello di migliorare la situazione dei PVS per quanto concerneva i problemi provocati dall'Accordo TRIPs in relazione alla Salute Pubblica. Pi specificamente si cercato di far rientrare nell'Accordo TRIPs il principio etico del "diritto alla cura delle malattie gravi, ovvero mortali, tramite tutti i farmaci disponibili sul mercato mondiale". All'interno della Dichiarazione sull'Accordo TRIPs e la Salute Pubblica, adottata il 14 novembre 2001, i ministri hanno riconosciuto la gravit di alcune malattie che affliggono diversi PVS e hanno affermato che l'accordo doveva essere interpretato in maniera tale da sostenere il diritto dei Membri dell'OMC a tutelare la salute pubblica e, in particolare, a promuovere l'accesso ai farmaci per tutti13. In base all'interpretazione del TRIPs contenuta nella Dichiarazione, un Paese a confronto con un'emergenza nazionale o quantomeno in circostanze di estrema difficolt e urgenza (si pensa soprattutto agli Stati molto colpiti da HIV/AIDS, tubercolosi, malaria ed altre malattie epidemiche e pericolose), avrebbe avuto la possibilit di appellarsi al "dispositivo" delle "licenze obbligatorie", per poter cos produrre (internamente) medicinali generici senza dover pagare il brevetto vigente su tali farmaci14. Questa facolt di ricorso alla "licenza obbligatoria" si pu ritrovare negli articoli 30 e 31 dell'Accordo TRIPs, secondo i quali possibile trascurare gli obblighi derivati dai diritti esclusivi di brevetto. Ci per fattibile soltanto sotto alcune condizioni particolari: (b) nel caso di un'emergenza nazionale o di altre circostanze di estrema urgenza e (f) unicamente per quanto interessa l'approvvigionamento del mercato interno del Membro che lo autorizza15.
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Art. 4 di: "DECLARATION ON THE TRIPS AGREEMENT AND PUBLIC HEALTH", Ministerial Conference, Fourth Session, Doha, 9-14 November 2001. 4. We agree that the TRIPS Agreement does not and should not prevent Members from taking measures to protect public health. Accordingly, while reiterating our commitment to the TRIPS Agreement, we affirm that the Agreement can and should be interpreted and implemented in a manner supportive of WTO Members' right to protect public health and, in particular, to promote access to medicines for all.

Art. 5 (b) e 5 (c) di: "DECLARATION ON THE TRIPS AGREEMENT AND PUBLIC HEALTH", Ministerial Conference, Fourth Session, Doha, 9-14 November 2001. (b) Each Member has the right to grant compulsory licences and the freedom to determine the grounds upon which such licences are granted. (c) Each Member has the right to determine what constitutes a national emergency or other circumstances of extreme urgency, it being understood that public health crises, including those relating to HIV/AIDS, tuberculosis, malaria and other epidemics, can represent a national emergency or other circumstances of extreme urgency. Art. 30 su: "Eccezioni ai diritti conferiti" e Art. 31 (b) e 31 (f) dell'Accordo TRIPs su: "Altri usi senza il consenso del titolare". Articolo 30 Eccezioni ai diritti conferiti I Membri possono prevedere limitate eccezioni ai diritti esclusivi conferiti da un brevetto, purch tali eccezioni non siano indebitamente in contrasto con un normale sfruttamento del brevetto e non pregiudichino in modo ingiustificato i legittimi interessi del titolare, tenuto conto dei legittimi interessi dei terzi. Articolo 31 Altri usi senza il consenso del titolare b) l'uso in questione pu essere consentito soltanto se precedentemente l'aspirante utilizzatore ha cercato di ottenere l'autorizzazione del titolare secondo eque condizioni e modalit commerciali e se le sue
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Ci non favoriva tuttavia tutti quei Membri dell'OMC molto poveri e privi di industrie farmaceutiche in grado di replicare i medicamenti. Per loro era inutile ricorrere alle licenze obbligatorie, dato che tali permessi non erano concretizzabili, essendo necessario importare i farmaci da Paesi terzi che avevano gi beneficiato delle licenze obbligatorie. L'Accordo TRIPs consente infatti la riproduzione di medicinali brevettati, ma non la loro esportazione. L'impossibilit dei Paesi terzi di emettere delle licenze obbligatorie per l'esportazione non risolveva quindi il problema di fondo, ovvero quello sottolineato nella Dichiarazione di Doha sull'Accordo TRIPs e la Salute Pubblica, che al punto 4 affermava la necessit del promuovimento dell'accesso ai medicinali per tutti. All'interno della stessa Dichiarazione, al punto 6, i ministri hanno riconosciuto la questione irrisolta relativa ai Membri dell'OMC che non avevano, o avevano insufficienti capacit produttive di farmaci e che quindi non potevano fare uso effettivo delle licenze obbligatorie. I ministri hanno messo in seguito nero su bianco la volont di trovare una soluzione alla faccenda entro la fine del 200216. L'Accordo stato raggiunto, nonostante la promessa, solo il 30 agosto 2003 a Ginevra, alla vigilia della quinta conferenza ministeriale (tenutasi dal 10 al 14 settembre 2003 in Messico, a Cancun). Si tratta per tuttora di una soluzione temporanea. Ora si attende soltanto che sia universalmente accettata la proposta di emendare il punto (f) dell'Articolo 31 del TRIPs. Il fallimento dell'obiettivo fissato a Doha che intendeva trovare un'intesa entro la fine del 2002 stato segnato dalla mancanza di assenso espressa da parte degli Stati Uniti durante la notte dal 20 al 21 dicembre di quell'anno. Il concordato del 30 agosto 2003 non molto diverso da quello bocciato a fine 2002 e si sviluppa come segue: innanzitutto i PVS importatori di farmaci (perch incapaci di riprodurli loro stessi) devono dimostrare, nonch notificare al TRIPs Council, di trovarsi in un caso di emergenza sanitaria e sono tenuti a dettagliare quantit e tipo di farmaci di cui necessitano. Fatto ci debbono dichiarare di non poter produrre tali medicinali all'interno del loro confine nazionale e, se i medicinali sono protetti da brevetto, hanno lobbligo di seguire il processo riguardante l'ottenimento delle licenze obbligatorie per l'importazione. Siffatte licenze obbligatorie devono per prima essere accordate al Paese terzo per la riproduzione dei medicinali e per la loro susseguente esportazione presso gli Stati con insufficiente autonomia nella fabbricazione di farmaci. Al Paese terzo incombe anche segnalare al TRIPs Council il Paese o i Paesi destinatari, oltre al tipo di medicamento e le quantit dello stesso che intende esportare. Inoltre, prima della fruizione di tali medicinali nei PVS, o meglio in inglese LPD (Least Developed Countries, cio Paesi con minor sviluppo) devono essere introdotte alcune
iniziative non hanno avuto esito positivo entro un ragionevole periodo di tempo. Un Membro pu derogare a questo requisito nel caso di un'emergenza nazionale o di altre circostanze di estrema urgenza oppure in caso di uso pubblico non commerciale. In situazioni d'emergenza nazionale o in altre circostanze d'estrema urgenza il titolare viene tuttavia informato quanto prima possibile. . l'uso in questione autorizzato prevalentemente per l'approvigionamento del mercato interno del Membro che lo autorizza.

f)
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Art. 6 di: "DECLARATION ON THE TRIPS AGREEMENT AND PUBLIC HEALTH", Ministerial Conference, Fourth Session, Doha, 9-14 November 2001. 6. We recognize that WTO Members with insufficient or no manufacturing capacities in the pharmaceutical sector could face difficulties in making effective use of compulsory licensing under the TRIPS Agreement. We instruct the Council for TRIPS to find an expeditious solution to this problem and to report to the General Council before the end of 2002.

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norme, per le quali risulti improbabile che i farmaci possano essere riesportati ove vengono prodotti o in altre zone del mondo che non soddisfano i giusti requisiti (ad esempio l'imballaggio, l'etichettaggio, il colore dei prodotti, ecc.). L'iter burocratico per entrare in possesso dei farmaci piuttosto complicato, anzich sbrigativo, pratico ed efficace come proferito durante la conferenza di Doha. Per questo motivo, ancora oggi, nonostante i tre quarti della popolazione mondiale viva all'interno dei PVS, solo una minima percentuale dei farmaci prodotti sulla terra finisce in queste regioni povere.

4.2 Un ulteriore peggioramento per i PVS dal 2005


Il 2005 un anno cruciale per i PVS che importavano farmaci da paesi che fino a quest'anno non prevedevano brevetti, siccome dall'entrata in vigore dell'Accordo generale sull'OMC, sono trascorsi 10 anni e, come si evince dagli Articoli 65 paragrafo 1 e 66 del TRIPs17, dopo tale periodo di proroga che consentiva loro di non rispettare la maggior parte delle clausole dell'Accordo, da quest'anno si ritrovano obbligati ad uniformarsi ai PS per ogni singolo punto del TRIPs. Pertanto paesi come l'India, massiccio esportatore di medicinali ai paesi pi poveri, in ottemperanza all'Accordo TRIPs, dovranno implementare la legge sui brevetti; brevetti protetti per una durata di 20 anni, come segnalato nell'Art. 33 del TRIPs. Questo far impennare il prezzo dei farmaci generici, prodotto che fino ad oggi issa l'India al primo posto nella classifica dei principali produttori mondiali di farmaci generici. La legge indiana sui brevetti permette di ottenere medicinali protetti da brevetto in territorio straniero, attraverso un sistema di fabbricazione chiamato "riverse engineering", che consente di ottenere le esatte componenti del farmaco, partendo dal medicamento stesso gi finito. Grazie quindi a varie fasi di ingegneria inversa si riescono a determinare i principi attivi dei farmaci e perci a produrli nuovamente18.

4.3 Qualche cifra in proposito


La tripla terapia contro l'AIDS/HIV costa in Occidente 10.000 $ all'anno per paziente, mentre grazie alla produzione indiana, dove la stessa cura non ancora stata brevettata, i PVS riescono ad ottenere il trattamento per meno di 200 $ all'anno per paziente. Per i prossimi anni stimato un aumento dei prezzi per tutti i farmaci generici, ora non protetti da brevetti in India, del 200 %.
Art. 65 paragrafo 1 su: "Disposizioni transitorie" e Art. 66 paragrafo 1 del TRIPs su: "Paesi meno avanzati Membri". Articolo 65 Disposizioni transitorie 1. Fatte salve le disposizioni dei paragrafi 2, 3 e 4, nessun Membro obbligato ad applicare le disposizioni del presente Accordo prima della scadenza di un periodo generale di un anno a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'Accordo OMC. Articolo 66 Paesi meno avanzati Membri 1. I paesi meno avanzati Membri, a causa delle loro speciali esigenze e necessit, dei loro condizionamenti sul piano economico, finanziario e amministrativo e del loro bisogno di flessibilit per crearsi una base tecnologica efficiente, non sono tenuti ad applicare le disposizioni del presente Accordo, salvo gli articoli 3, 4 e 5, per un periodo di 10 anni dalla data di applicazione quale definita all'articolo 65, paragrafo 1. . 18 V. Conseguenze dell'introduzione dei brevetti farmaceutici, Medici Senza Frontiere, febbraio 2005.
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Le conseguenze per i PVS e per l'India stessa se verr messo in atto l'Accordo TRIPs cos come risulta, o se comunque non verr emendato l'articolo 31 punto (f) del TRIPs, saranno catastrofiche, perch i farmaci ora accessibili non lo saranno pi in un secondo tempo e ci coster al mondo intero un prezzo altissimo in termini di vite umane. Nella figura sottostante si possono constatare gli effetti sui prezzi della concorrenza dei farmaci generici.

Figura 3 Effetti della concorrenza dei farmaci generici sui prezzo degli ARV Maggio 2000 Aprile 2004

Il grafico mostra gli effetti della concorrenza dei farmaci generici sui prezzi delle terapie antiretrovirali per combattere l'HIV. Nel 2000, prima che comparissero sul mercato le prime terapie a base di generici, il miglior prezzo a livello mondiale per la combinazione di farmaci brevettati era di 10.439 $ l'anno per paziente. Nel luglio del 2000 sono apparsi i primi generici che garantivano la terapia per 2.767 $ l'anno per paziente. Da quel momento i prezzi delle terapie a base di generici hanno continuato a scendere: oggi in alcuni Paesi poveri si riescono ad acquistare i farmaci generici "made" in India per 168 dollari l'anno per paziente. Spinte dalla concorrenza dei generici, anche le multinazionali hanno abbassato i prezzi per i Paesi poveri, ma tutt'oggi la miglior offerta per i farmaci di marca supera i 500 dollari l'anno per paziente19.

Grafico e commento tratti da: "La fornitura di farmaci accessibili per i Paesi poveri rischia di interrompersi", "Conseguenze dell'introduzione dei brevetti farmaceutici", Medici Senza Frontiere, febbraio 2005.

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5. SALVAGUARDIA AMBIENTALE
Un altro punto grigio, o per cos dire "zona d'ombra" concernente l'Organizzazione Mondiale del Commercio quello riguardante la tutela dell'ambiente. All'interno del GATT 1947 non vi sono discipline normative apposite a tutela dell'ambiente, per un riferimento indiretto traspare dall'articolo XX paragrafo (b) riguardante la "protezione della sanit e della vita delle persone e degli animali e la conservazione dei vegetali" e dal paragrafo (g) per quanto invece concerne "la conservazione di risorse naturali esauribili". Tali eccezioni generali al divieto di istituire delle misure, o norme, che ostacolino l'importazione di beni prodotti senza alcun rispetto verso l'ambiente, non vincolano per le parti contraenti ad adottare una politica volta a contrastare il degrado ambientale. I sopraccitati paragrafi sono stati appositamente inseriti per rispondere a quello che uno dei principi emergenti nell'Occidente ed in tutti quei paesi connotati come "sviluppati", secondo cui chi inquina deve anche pagare, in misura pari al costo del danno ecologico provocato. L'ambiente in cui trascorriamo la nostra esistenza un bene comune a tutti ed inalienabile; quindi giusto penalizzare il comportamento nocivo nei confronti dell'ambiente di tutti quegli agenti economici che non lo rispettano. Queste eccezioni non possono tuttavia diventare un "mezzo di discriminazione arbitraria, o ingiustificata, , n un palliamento di restrizione del commercio internazionale" (prime tre righe dell'articolo XX). Se l'organo dell'OMC che si occupa della risoluzione delle controversie dovesse connotare tali misure come barriere al commercio internazionale, la Parte accusata dovrebbe eliminare gli impedimenti di quella sorta, anche se in effetti potrebbero adempiere totalmente ad uno o pi capoversi dall'articolo XX del GATT. In base all'Articolo I del GATT 1994 sul Trattamento generale della nazione pi favorita, un Membro dell'OMC deve trattare tutte le Parti nella stessa maniera, per quanto riguarda un prodotto congenere. L'evidente conseguenza di questo articolo l'obbligo di una Parte ad estendere il privilegio concesso ad un'altra Parte, a tutti i Membri dell'OMC, a prescindere dal comportamento di questi verso l'ambiente. Quindi, leggi che mettono come condizione fondamentale il rispetto dell'ambiente, limitando o vietando l'importazione di merci prodotte in violazione delle norme sulla conservazione e tutela dell'ambiente, sono considerate incompatibili con le disposizioni dell'OMC. Molto spesso il Consiglio per la risoluzione delle controversie dell'OMC viene sfruttato dalle Parti per combattere le norme che salvaguardano la tutela dell'ambiente, considerandole mere barriere al commercio20. A mio avviso il principio della "nazione pi favorita" non chiaro a sufficienza, dato che non viene esplicata la parola "congenere". Con "congenere" si potrebbe intendere: "prodotto, simile nella forma, che serve al medesimo uso o scopo", oppure: "merce realizzata con simili tecniche di produzione, sotto analoghi vincoli di produzione, quindi similare per quanto riguarda le componenti intrinseche del contenuto del prodotto". In seguito ai dibattiti che hanno avuto luogo alla sessione della Commissione preparatoria tenutasi a Londra, stato segnalato che "l'espressione ha un senso differente a seconda del contesto in cui si trova". La Commissione preparatoria non ha perci
V. WTO, Tutto quello che non vi hanno detto sul commercio globale, Wallach Lori e Sforza Michelle, Feltrinelli, Milano, 2000, pag. 164.
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ritenuto necessario definire l'espressione "congenere" o "similare". Ha demandato quindi questo incarico all'OMC, che in quell'occasione ed in seguito durante la Conferenza Ministeriale tenutasi a l'Avana ha suggerito che il metodo di classificazione tariffario potrebbe essere utilizzato per determinare se alcuni prodotti sono "similari" oppure no21. La differente interpretazione della locuzione "prodotto similare" porta con s una vasta serie di dispute e polemiche fra i vari Membri dell'OMC. Il vero problema non per, a parer mio, quello dell'adeguata definizione del termine "congenere" o "similare", bens quello relativo all'assenza una legge internazionale che regoli la questione ambientale, cosicch la presenza in alcuni Stati di severe norme a tutela dell'ambiente e l'assenza in altri Paesi, porta degli svantaggi di carattere economico (costi maggiori) ai primi, mentre i secondi attraggono capitali ed imprese, che con le loro fonti inquinanti aggravano la situazione ecologica del pianta, annullando cos i costosi sforzi dei primi. Inoltre alcuni Stati riescono a trarre usufrutto dall'attivit svolta da altri Paesi a favore della tutela dell'ambiente (basti pensare alle sostanze nocive che alcune aziende scaricano nei fiumi e che finiscono nei mari che toccano altri Paesi, inquinandoli, nonostante in questi ultimi vigano delle disposizioni antinquinamento molto sviluppate; oppure per non andare lontano si pu prendere come esempio un lago diviso tra due o pi Stati, all'interno dei quali valgono leggi differenti (pi o meno rigide) sulla protezione dell'ambiente). Si parla in questi casi di "free riders" ovvero di "viaggiatori clandestini", che traggono vantaggio dall'agire premuroso delle altre entit, senza collaborare ai costi e agli sforzi prodotti. In siffatta situazione procurano oltretutto, attraverso il loro comportamento, svantaggi a terzi (fenomeno conosciuto in economia come "esternalit negative"). In questo contesto prende piede un nuovo termine: si parla infatti di "dumping ambientale", nel senso che i Paesi dove assente la protezione ambientale (pi che altro trattasi dei Paesi in Via di Sviluppo), traggono un vantaggio economico notevole nei confronti di quelli pi sensibilizzati sulla problematica, dato che producono beni a prezzi decisamente inferiori, grazie ai costi nulli riguardanti la tutela dell'ambiente. Assieme a questo fenomeno ne nasce un altro, notato "environmental shopping", traducibile in delocalizzazione dell'attivit produttiva verso aree meno protette dal punto di vista ecologico. Queste zone sono facile fonte di guadagno, se si pensa all'elevato costo imputabile a tutti quegli accorgimenti tecnici a favore della difesa ambientale che le aziende sono obbligate a sobbarcarsi. Secondo gli ambientalisti, il vantaggio competitivo dei Paesi senza sufficiente salvaguardia ambientale, provocherebbe lo spostamento della produzione e del lavoro verso tali aree (race to the bottom) con conseguente pressione da parte delle aziende dei PS sugli standard ambientali ivi vigenti, perch non pi concorrenziali. Da qui nascono le preoccupazioni dei Paesi ecologicamente pi progrediti, che vedono entrare nel loro territorio prodotti simili nella forma, nel contenuto e nella funzionalit a quelli indigeni, ma a prezzo "stracciato", perch ottenuti eludendo le leggi sulla protezione dell'ambiente. Scattano perci tasse e dazi compensativi a questa mancanza, oppure restrizioni sulle quantit e talvolta veri e propri embarghi da parte dei paesi impegnati nella tutela ambientale.

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Cfr. Index Analytique, Guide des Regles et Pratiques du Gatt, Vol 1, OMC, Genve, 1995, pag. 39.

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In ogni caso, agendo cos, si va per forza di cose contro i principi del GATT relativi al libero scambio, considerato che le barriere al commercio hanno un vero e proprio effetto diretto sulle transazioni. Negli ultimi decenni sono venuti a crearsi due diversi tipi di restrizioni al libero scambio: quella legittima, appropriata alla causa pertinente alla tutela dell'ambiente e quella che utilizza la scusa della protezione ambientale per salvaguardare la produzione domestica, creando in ogni modo delle barriere al commercio tramite varie normative nazionali. La linea che separa questi due diversi modi di agire molto sottile ed pertanto difficile per l'organo della soluzione delle controversie, stabilire la buona o cattiva fede dei vari organi nazionali. La tendenza in atto comunque quella di punire ogni tentativo di iperprotezionismo e perci, anche quando una norma legittima, nonch necessaria al perseguimento dell'obiettivo "tutela dell'ambiente", il DSU si esprime a favore di quei Paesi che si sono sentiti lesi da leggi troppo severe nei loro riguardi. Nella maggior parte dei casi stato invocato il principio della proporzionalit, per il quale esisterebbe la possibilit di rimpiazzare le misure protezionistiche in vigore con altre meno restrittive del commercio internazionale. Tipico esempio che certifica il principio di proporzionalit, quello applicato alla controversia che ebbe come oggetto l'Embargo statunitense sul tonno nei confronti del Canada (oggetto di un ricorso nel 1980) e nei confronti del Messico (1990)22, perch gli Stati Uniti non seguirono la strada indicata dal GATT. Secondo il DSU si sarebbe dovuto infatti procedere alla stipulazione di accordi unilaterali attraverso la negoziazione degli stessi tra i due Stati e oltre a ci le parti in causa avrebbero dovuto collaborare per il perseguimento comune degli obiettivi di protezione ambientale; cose che gli USA non fecero. Tutto questo scaturisce dal fatto che nell'Accordo generale non esiste l'obbligatoriet per le parti contraenti di adottare standard normativi per la tutela ambientale presenti nelle legislazioni di altri Membri o convenzionalmente concordati. Ci deriva dal concetto della condicio sine qua non della liceit delle politiche e legislazioni ambientali dei Membri.

Gli USA fecero l'embargo al Messico perch i metodi di cattura del tonno in alto mare, causarono la morte ed il ferimento di un gran numero di delfini, specie protetta.

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6. CONCLUSIONI
Il bilancio finale che posso trarre da questo lavoro non molto roseo, siccome un'organizzazione a vocazione internazionale come l'OMC dovrebbe a mio avviso fare l'interesse del cittadino, poi quello della nazione in cui esso vive e solo da ultimo quello delle multinazionali. L'OMC, data la sua caratura, dovrebbe mettere in atto quell'etica che si intravede soltanto negli articoli dei suoi accordi, come negli obiettivi che si prefigge, ma ai quali non tiene fede. Giustissimo inneggiare il libero scambio, ma un libero scambio egualitario, che non porti un guadagno per un Membro ed una perdita colossale per un altro, ma che avvantaggi ognuno di essi, tramite delle politiche legittime, efficaci ed efficienti, nonch necessarie all'innalzamento delle condizioni di vita di ogni singolo abitante del pianeta. L'abbattimento delle barriere al commercio, come pure la soppressione delle tariffe e dei dazi doganali deve portare un beneficio collettivo, che promuova soprattutto lo sviluppo dei paesi pi poveri, ma allo stato attuale delle cose, si ben lungi dall'ottemperare questo ideale, a mio parere ancora troppo utopico, del quale l'OMC si fa paladina! Il vero libero scambio potr nascere solamente quando ci sar parallelamente una legge internazionale sulla tutela ambientale; quando i lavoratori del Sud otterranno gli stessi privilegi che possiedono quelli del Nord (tema non trattato in questo documento); al momento in cui le multinazionali concederanno ai PVS medicinali per debellare le malattie che attanagliano costantemente quei territori, cosicch anche i PVS potranno contare su di una popolazione per lo pi stabile; quando verr fatto l'interesse della collettivit e non pi quello del singolo. Ma questo rimane purtroppo un traguardo ancora irraggiungibile, presente soltanto su un pezzo di carta dell'OMC, che stenta a trovare attuazione a causa dell'interesse dei suoi Membri con maggiore potere economico. Al momento attuale l'Accordo sull'OMC sembra ancora un ulteriore strumento delle multinazionali e dei governi economicamente forti per mantenere la loro posizione di leader mondiali. L'OMC sembra quasi lei stessa rappresentare una grande barriera, che non consente ai PVS di migliorare le tragiche condizioni dei loro abitanti.

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7. BIBLIOGRAFIA

Siti Internet: http://it.wikipedia.org http://ultraliberalisme.online.fr http://unimondo.oneworld.net http://www.aspeninstitute.it http://www.farmindustria.it http://www.grinningplanet.org http://www.ige.ch http://www.ilo.org http://www.msf.it http://www.newint.org http://www.noemalab.org http://www.retelilliput.org http://www.tradewatchoz.org http://www.wto.org http://xoomer.virgilio.it

Libri consultati: Bureau International du Travail, Le normes internationales du travail (Troisieme dition), Genve, 1992. DISTEFANO MARCELLA, Soluzione delle controversie nell'OMC e diritto internazionale, CEDAM, 2001. DORDI CLAUDIO, La discriminazione commerciale nel diritto internazionale, Giuffr editore, 2002. FRANK ROBERT H., Microeconomia, McGraw-Hill, 1998. LIGUSTRO ALDO, Le controversie tra stati nel diritto del commercio internazionale: dal GATT all'OMC, CEDAM, 1996. OMC, Index Analytique, Guide des Regles et Pratiques du Gatt, Vol. 1, Genve, 1995. SCARPONI STEFANIA, Globalizzazione e diritto del lavoro, Giuffr editore, 2001. TREBILCOCK Michael J. and HOWSE R., The regulation of international trade (2nd edition), Routledge, 1999. VENTURINI GABRIELLA, L'organizzazione mondiale del commercio, Giuffr editore, 2000. WALLACH LORI e SFORZA MICHELLE, WTO, Tutto quello che non vi hanno detto sul commercio globale, Feltrinelli, Milano, 2000.

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