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L.B.G. MA NON LEXPO Guido Martinotti LA FAMIGLIA DEL VATICANO Franco DAlfonso COMUNE E REGIONE: LA BUSSOLA ARANCIONE Maurizio Trezzi CITT DELLA SALUTE, COME BUTTARE I SOLDI PUBBLICI Riccardo Lo Schiavo 13 DOMANDE AL PD PRIMA DELLO SCADER DEL TEMPO Gianni Beltrame
LETTERA APERTA AGLI SCOPERCHIATORI FACILI DEI NAVIGLI /2
Massimo Cingolani CALAMIT: I CITTADINI RESPONSABILI ATTIVI DEI PROPRI BENI Ilaria Li Vigni EXPO 2015, TRASPARENZA, FONDI: NUOVE SOLUZIONI PER VECCHI PROBLEMI? Giacomo Selmi e Antonio Sileo MILANO SMART CITY, LA POTENZA DELLA RETE Gianfranco Chierchini TURISMO O CITY USER, UNO STIMOLO PER MILANO Giovanni Dapri e Laura Pogliani PGT: ABITARE SOCIALE A MILANO VIDEO LIVIA POMODORO: MASCHILISMO, DONNE E LEGGI COLONNA SONORA Fiorella Mannoia CATERINA E IL CORAGGIO Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
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n. 21 IV 6 giugno 2012
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viaggio dellautorit morale e civica, che si basa invece sul convincimento e ladesione e sulla tolleranza delle diversit. Ma soprattutto si devono evitare le intolleranze dellassolutismo: o meglio lassolutismo va benissimo per chi crede in Dio e attribuisce a questo Dio norme inderogabili (salvo poi dopo qualche tempo dire contrordine, ci siamo sbagliati) ma non pu essere imposto ad altri su questioni terrene sulle quali poi di volta in volta la Chiesa assume posizioni diverse. Come mai il Vaticano ha scelto di sostenere unimmagine stereotipata e legnosa di una famiglia convenzionale e non riesce a cogliere i contorni di una famiglia affettiva o intima che si stanno delineando prepotentemente nella diffusione di unioni non istituzionalizzate? Davvero siamo sicuri che il Cristo che ci parla dai vangeli sarebbe stato cos perbenino a proposito della famiglia? Io unipotesi di spiegazione ce lho, perch mi colpisce sempre molto profondamente la contraddizione, anche visuale, tra il tripudio di celebrazioni della famiglia e il fatto evidente che chi celebra questa famiglia non la pratica. Chi non ha esperienza concreta di cosa sono le complessit della vita famigliare pu davvero senza rischiare di proiettare sullipostatizzazione di un modello astratto, ma non vissuto, tutte le proiezioni discorsive dei desideri repressi? una domanda di comprensione umana, non di provocazione. E una riprova potente viene dallinterno del mondo cattolico e in particolare dalla rivolta delle suore americane contro i confini legnosi e ipocriti della definizione della famiglia convenzionale (more Giovanardi, per intenderci) in favore della famiglia affettiva e intima. La reazione che non si esita a definire
rabbiosa del Vaticano un segno di quella che io ritengo una profonda fragilit psicologica e umana della posizione di un Vaticano maschilista, patriarcale e profondamente misogino. In Piazza si celebrava la famiglia appellandosi alla materna Madunina, ma quello che colpiva nel Palazzo tutto raggrumato alla Scala attorno al Pontefice era lassenza quasi totale di volti femminili: una met della platea era ricoperta di zucchetti rosso porpora e non mi risulta che ci siano donne l sotto, per il resto una platea sfacciatamente, quasi impudentemente maschile. Qualche volto femminile spuntava, simmagina sostenuto dalla punta dei piedi, dietro le spalle del muro di consorti che circondavano lospite in bianco, ma attorno alla sedia solo volti maschili, alcuni dei quali non proprio corrispondenti a personaggi noti per le loro cristiane virt. Insomma la famiglia del Vaticano non solo una famiglia convenzionale, ma anche apparentemente di soli maschi e bene ha fatto il Sindaco Pisapia a rifiutarsi di cancellare il problema delle unioni di fatto dallagenda pubblica in prossimit dellarrivo del Papa, come si trattasse di un morbo appestante. Richiesta stupida e risposta ferma, grazie al cielo, sostenuta anche dalla dirittura della dignit di un rappresentante secolare del popolo che una volta tanto ci ha risparmiato lo spettacolo, che a me sembra osceno, dei baciamano e salamelecchi da parte di ogni sorta di potenti, alcuni dei quali avrei paura di incontrare la sera per strada dopo il calare del sole. Bravo Giuliano. E bravo anche per il gesto gentile e quasi materno, se posso dirlo, con cui il nostro sindaco ha aggiustato la mantellina del pontefice, un segno umano che ho molto apprezzato e
che denota un garbo interiore che certamente il precedente sindaco non aveva. Gi, sarebbe stata capace di sciogliersi dalla sua usuale legnosit la sindaca? Ne dubito. Tutti in piazza a cantare La mia bela Madunina, ma si ricordano i mercanti nel tempio l adunati che le loro politiche mercatiste erano arrivate al punto da suggerire che la Madunina vendesse i diritti di edificabilit del Duomo per pagarsi le riparazioni del vestito? Mahagonny, non Madunina la citt che nasce dal commercio di cose e di spirito di questa religione affaristica. E sullo sfondo gli intrighi a getto continuo che si svolgono dentro le Sacre (sic) mura, che mi fanno maliziosamente pensare che forse se avessero pi cure famigliari vere, i membri del clero vaticano avrebbero meno tempo per dedicarsi agli intrighi. Se posso citarmi, ma soprattutto citare ArcipelagoMilano, tempo fa avevo suggerito la distinzione tra Chiesa dei giusti e Chiesa dei potenti e mai come in questi tempi la Chiesa dei potenti rigurgitata fuori dallombra con una tale violenza. Tanto che anche dal mondo cattolico si fa strada la riaffermazione di una verit storica continuamente dimenticata: Sar bene ricordare che il Vaticano uno Stato, sede del Capo della Chiesa, ma non la Chiesa (mi riferisco tra le tante voci a quella di don Gino Rigoldi, Una gerarchia lontana dalla societ ritrovi la fede nel cambiamento, 30 maggio 2012). Ma non il solo. Il giorno stesso a Prima Pagina e poi nellapprofondimento successivo Salvatore Resca e molti altri cattolici si sono espressi nello stesso senso: la Chiesa cattolica va distinta dallo Stato del Vaticano.
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una nuova stagione di collaborazione fra riformismo laico e cattolico, relegando ai margini linconcludente mix tra radical chic novisti ed estremismo parolaio diventato malattia senile della sinistra, nella lucida convinzione che i periodi di crescita, sviluppo e innovazione della nostra citt hanno sempre coinciso con questa situazione politica e culturale. La Chiesa milanese ha colto la straordinaria occasione dellevento mondiale della Famiglia per mettere platealmente al margine, con il massimo avallo possibile, la fazione fintamente sanfedista e baciapile che ha governato Milano e la Regione nellultimo ventennio, che ha prodotto solo una grottesca situazione di vizi privati e pubbliche finte virt, tronfie dichiarazioni di facciata e una logica del massimo comun divisore per tutti tranne che per chi pensava alla privatizzazione del potere fino alle sue pi minute manifestazioni. purtroppo inutile sperare che la politicamente inesistente opposizione in consiglio comunale capisca il messaggio fin troppo chiaro recapitato anche attraverso le scelte della regia del cerimoniale che, secondo i dettami di una scuola millenaria, non lascia mai niente al caso. I produttori di comunicati stampa sulle mazzate a Milano o gli utilizzatori
di molte tonsille e poco cervello (politico, ovviamente) continueranno imperterriti a denunciare oltraggi e gaffes di Pisapia facendo finta di non capire che il riconoscimento reciproco di agire in ambiti diversi permette, come naturale in una comunit laica e rispettosa delle differenze di opinione e sensibilit, di rendere le differenti opinioni sul registro delle coppie di fatto un argomento minimo rispetto alla convergenza sul valore della famiglia e del nucleo convivente come cellula fondamentale del tessuto sociale. Questo atteggiamento render ancora, purtroppo, lassemblea del Consiglio comunale un luogo marginale e inutile, riducendolo a essere un problema di gestione daula e non di confronto politico, facendo mancare, colpevolmente, il possibile apporto che tradizionalmente i consiglieri comunali, soprattutto quelli di prima nomina, hanno dato nella sua gloriosa storia che vedeva gi nel Settecento fra i suoi protagonisti i fratelli Verri e Cesare Beccaria, mica Masseroli o De Corato! In un anno il mondo politico ed economico milanese cambiato in maniera inaspettata e totale, cos come quello nazionale e internazionale, ponendo nuovi e drammatici interrogative e urgenze. La rivoluzione arancione di Pisapia si trovata a essere uno dei pochi punti fermi in
un mare di incertezza che ha travolto tutto, dai partiti ai governi alle imprese e al mondo finanziario: si pensi al fatto che proprio nei giorni del Papa a Milano nella curia finanziaria delle Generali in piazza Cordusio si consumato un altro complotto degno di Dan Brown i cui esiti ancora imprevedibili potranno influenzare anche drammaticamente la situazione del nostro Paese (solo per memoria, le Generali detengono pi di 50 miliardi di euro del debito pubblico italiano...). La grande soddisfazione per quello che stato fatto in un anno deve lasciare subito il posto alla preoccupazione per il moltissimo che c ancora da fare a Milano, ma soprattutto per le nuove grandi responsabilit politiche che tanti al di fuori della nostra citt, a partire dalla nostra Lombardia, stanno caricando, attraverso attestazioni di fiducia e attesa, sulle spalle del nostro Sindaco Giuliano Pisapia e sul movimento creatosi a Milano. Prossima tappa, anzi tappone dolomitico, la Regione Lombardia, dove la formidabile imitazione di Crozza ha seppellito il presidente Formigoni con una risata prima e meglio della politica e della cronaca giudiziaria e di costume. Ma di questo avremo modo di riparlare.
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autostrada Torino Milano - Venezia e ben collegata con la Brianza e le province di Varese e Como. Una zona molto accessibile, facilmente raggiungibile dallaeroporto di Malpensa e quindi pi fruibile dai futuri pazienti in arrivo a Milano da altre regioni. La linea MM3 a Comasina e la MM1 a Molino Dorino oltre alle Ferrovie Nord garantiscono il collegamento con il sistema di trasporto pubblico milanese. Rispetto alla questione economica di aggravio costi il Comune di Novate Milanese ha, nei mesi scorsi presentato in Regione, una proposta per utilizzare al meglio le proprie aree e sfruttare altre porzioni di territorio per abbattere gli oneri di esproprio, attualmente previsti dal piano economico dellopera. Nessuna di queste proposte ha avuto risposta. Il confronto fra le due aree proposte e gli stessi nodi resteranno aperti qualsiasi sia la nuova location scelta per riallocare la Citt della Salute. La disfida entusiasma cronisti e politologi ma annoia e fa inviperire - a seconda dei casi - i cittadini. Entrambe le aree proposte infatti non risolvono i problemi sin qui emersi. Larea Falck, gettata nella mischia dallallora Sindaco Oldrini in piena
campagna elettorale a Sesto San Giovanni (bella trovata!) si vicina alla MM1 ma distante dalla autostrade e dalla grande viabilit. Ed noto a tutti come per curarsi le persone ei lori famigliari si muovano in macchina non in metr. Aspetto ancora peggiore per la proposta di Milano avulsa dalle linee di trasporto pubblico e privato. E poi ci sono i costi - enormi - delle bonifiche che gravano su entrambe le soluzioni attualmente in discussione e che invece non esistevano nella prima ipotesi progettuale. E per realizzare una struttura sanitaria i parametri imposti dallARPA sono molto stringenti. Per questo costi e tempi aumenteranno e si allungheranno a dismisura. Insomma, come spesso accade in Italia le strade si percorrono in senso contrario. La zona individuata come migliore a monte del progetto viene scartata e poi si inizia la ricerca di aree libere, senza alcun criterio che soddisfi le progettualit pregresse, per piazzare unopera pubblica. Che la collocazione al confine fra Milano e Novate fosse valida lo si legge anche nel Rapporto Ambientale per lAccordo di Programma per Expo 2015: La nuova struttura sa-
nitaria e di ricerca, Citt della Salute, facendo convergere in un'unica area, oltre che l'esistente A.O. Sacco, due Istituti ad alta specializzazione, contribuir al miglioramento dell'offerta sanitaria pubblica nel comparto nord-ovest di Milano, ambito territoriale dove sono previsti sviluppi insediativi molto consistenti. Nel dicembre 2009 stato approvato un atto integrativo all'AdP, che affida al Consorzio Citt della Salute e della Ricerca (costituendo fra Istituto Neurologico Besta, Istituto Nazionale dei Tumori e Azienda Ospedaliera Sacco) il compito della realizzazione della nuova Citt della salute. Capire i motivi dello spostamento e giustificare il tempo perso davvero difficile. invece facile guardare il calendario e ipotizzare per lapertura della Citt della Salute di Milano, se mai si far, una data non antecedente il 2020. Saranno cos passati quasi quindici anni dalle prime riunioni. Saranno stati spesi valanghe di soldi pubblici. E chi ha indebitamente fatto perdere tutto questo tempo continuer, indefesso, a fare danni alla cosa pubblica e ai cittadini.
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al sud? Intende supportare anche le famiglie di fatto e le famiglie omosessuali? 4) Scuola - Scuole pubbliche scuole private sistema misto, il multiculturalismo fallito in Inghilterra, Stati Uniti, Francia, come un partito laico intende gestire leducazione e lintegrazione con gli stranieri in una regione strapiena dimmigrati? Va abrogata o implementata la legge che permette ai privati di finanziarsi le proprie scuole? 5) Qual il disegno strategico sul trasporto pubblico locale? Come gestirete i pendolari e le problematiche relative alle ferrovie? 6) Malpensa sempre lhub del nord? Rilancer il suo ruolo strategico internazionale e svilupper
maggiormente le infrastrutture regionali per rendere pi efficiente il sistema aeroportuale lombardo? 7) Qual il destino di Linate? 8.) Diritto e Fede - Dopo il caso Englaro e la legiferazione regionale clamorosamente bocciata dalla cassazione, come si pone il centrosinistra pieno di cattolici rispetto alla fede e al diritto e rispetto ai poteri regionali in materia di diritto medesimo? 9) Tassazione - Nei limiti imposti dalla legge intendete fare largo uso dellimposizione regionale per erogare servizi ai cittadini? 10) Il sistema dei rifiuti le discariche e i costi industriali: cosa deve fare la regione per aiutare gli imprenditori a produrre di pi inquinando di
meno o evitando di mandare i rifiuti tossici al sud? Ci aspettiamo leggi efficaci in materia di compostaggio ed energie alternative. 11) LExpo e Regione Lombardia allestero - In caso di ricorso alle urne anticipato, come pensa di gestire la situazione dellExpo e come pensa in futuro di orientare il sistema di comunicazione di Regione Lombardia allestero per sviluppare import ed export? Chiuder le sedi di rappresentanza allestero? 12) la caccia, lagricoltura di prossimit, lerosione del suolo - Come si fanno conciliare temi allapparenza contradditori tra di loro? 13) la Regione Lombardia si deve occupare e se s, si occuper di case popolari (housing sociale)?
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stema con le conseguenze che si scontano ancora oggi. Si pu discutere se questa scelta di Milano sancisca definitivamente labbandono di questo mezzo di trasporto o se solo lo acceleri o sia solo un sintomo, pur importante, della consapevolezza di una ormai prossima fine del sistema o segno della affermazione progressiva degli altri sistemi di trasporto innovativi. Non si pu comunque non riconoscere che tutte le iniziative di rilancio della navigazione interna degli anni successivi finiranno nel nulla: dai programmi rilanciati con ampio respiro da Bassetti nel 1963 con la mostra Vie dacqua da Milano al mare, al progetto del canale Milano Cremona - Po, al progetto del Porto di Mare e cos via, sino a oggi. Penso che gli scoperchiatori facili non possano non fare i conti, prima di lanciarsi in azzardate ipotesi di rilancio della navigazione di trasporto, con il significato e la portata della decadenza di questo decaduto e perduto sistema. Mentre rimangono tuttora ancora aperte, urgenti e ricche di potenzialit operative tutte le possibilit di recupero per i Navigli esterni sopravvissuti e che ne hanno urgente bisogno basata su una strategia rivolta al loro futuro recupero e riutilizzo indirizzato verso la sola navigazione slow per fini culturali e da diporto, per lo sport, lo svago e il tempo libero, per il potenziamento dellirrigazione, per lo sfruttamento energetico dei salti delle conche, per lallevamento ittico. Strategia pi volte indicata e sollecitata, se pur con scarso impegno, dalla Regione Lombardia. 3. Molti scoperchiatori ingenui o non bene informati credono di poter compiere una operazione relativamente semplice e immediata: si toglie il coperchio ed ecco che sotto riappaiono intatti tutti i Navigli nel loro splendore di un tempo, con tanto di acqua pronta per una ripresa della navigazione. Evidentemente non conoscono tutte le manipolazioni e le alterazioni che il manufatto sepolto ha subito negli anni compresi tra la sua sepoltura e oggi e non sono pertanto in grado di valutare le enormi difficolt e gli immani costi che si dovrebbero sopportare nellipotesi di un loro scoperchiamento. Vediamo di elencarle e descriverle brevemente. Il sistema di copertura della Fossa interna era stato realizzato negli anni 1929 - 30 con strutture diverse, costituite per lo pi mediante un sistema di travi e solet-
te armate con travi di ferro a doppio T, poggianti su due o tre file di pilastrini dappoggio verticali, che venivano a modificare anche la sezione idraulica del Canale (dividendola in uno, due e anche a tre canali). Questo sistema di copertura era durato sino agli anni '50 del dopoguerra, quando l'aumentato traffico automobilistico lungo la Cerchia, ma soprattutto l'azione aggressiva e corrosiva dovuta alle acque e agli scarichi industriali provenienti dal Seveso, incominciano a colpire e ammalorare le strutture della Fossa, rendendole pericolose, instabili e cedevoli. Le sezioni resistenti del calcestruzzo e del ferro dell'armatura incominciarono a indebolirsi, rompersi e sgretolarsi, sotto l'azione delle acque inquinate e dei vapori da esse generate e a ragione anche dei complessi processi fisico - chimici, elettrochimici e batterici che si sprigionavano all'interno. L'ammaloramento, a partire da questi anni, si estende rapidamente alla intera Fossa interna, cos che il Comune di Milano si trova costretto, nel 1967, a insediare una Commissione di esperti per studiare soluzioni adeguate ma anche a chiudere il traffico su tutte le strade sovrastanti. Dopo aver ipotizzato diverse soluzioni tecniche, la Commissione opta per una soluzione che prevede il riempimento della Fossa con materiale sciolto (limo, cemento e acqua, presto sostituito, dopo una prima sperimentazione, con sabbia fine del Ticino, cemento e acqua) immesso tramite aria compressa. Questa soluzione (che sar anche battezzata la banca della sabbia) viene preferita, oltre perch rapida e meno costosa, anche perch non pregiudicante l'eventuale riutilizzazione del vano sotterraneo per eventuale realizzazione di linee metropolitane, sottovie, parcheggi o altre opere. Nel 1970 viene infine costruita una grande opera idraulica, detta anche ponte del gomito, necessaria per deviare in Redefossi le acque di Martesana e di Seveso che prima entravano unite in citt ad alimentare la Cerchia interna. Opera che si trova sotto terra, ubicata tra Monte Grappa, Melchiorre Gioia e i Bastioni di Porta Nuova. A questo punto i navigli rimangono completamente privati dellacqua. Ma il manufatto sepolto incomincia a essere interessato anche dai lavori di costruzione della rete delle metropolitane. Il caso pi evidente quello del Naviglio di San Gerolamo (via Carducci - SantAmbrogio) dove
il manufatto del canale viene distrutto completamente e occupato dalla linea Verde. Ma altre alterazioni possibili (tutte da verificare puntualmente nel caso di un progetto concreto di scoperchiamento) potrebbero derivare da altri incroci quali quelli con la linea Rossa, che taglia la Cerchia allincrocio tra Senato - corso Venezia e quelli con la linea Gialla in corrispondenza con gli incroci di Fatebenefratelli - archi di Porta Nuova e in corrispondenza del congiungimento Santa Sofia Francesco Sforza. Non sappiamo dunque con certezza se lalveo dei Navigli sepolti sia ancora esistente, pienamente o solo parzialmente riutilizzabile. Ma ci sono anche altri aspetti da verificare: gli effetti che si ripercuoterebbero sulla viabilit e sul trasporto cittadino nella ipotesi di una sottrazione di spazio e dimensione alla circonvallazione interna (vera linea di forza per il trasporto urbano); tutte le varie tipologie di occupazioni materiali dellalveo da parte dei sottoservizi delle abitazioni o edifici che si affacciavano direttamente sul Naviglio, costruiti dal dopoguerra a oggi; il problema delle acque del Seveso che ancora esonda spesso e volentieri, la ricostruzione delle conche e dei ponti, e cos via. Si tenga conto che a tuttoggi nessuno ha ancora prodotto un calcolo completo, preciso e analitico della fattibilit, dei costi e dei tempi di una simile ipotesi di intervento. 4. Il quarto punto molto breve anche perch esprime solamente una mia personale, e quindi opinabilissima, convinzione. Penso che il risultato e lesito estetico - urbanistico e paesistico delloperazione ipotizzata non possa recuperare nulla dellantica bellezza illusoriamente ricercata o pretesa. La bellezza e il fascino dei Navigli ottocenteschi nasceva dallo stretto rapporto che si creava tra un Canale vivente e animato dalluso e dal lavoro, gli edifici che vi si affacciavano concepiti per essere in funzionale simbiosi con i servizi e le utilit prestate dal Naviglio, la forma e il tipo degli edifici ricchi (le ville e i palazzi), poveri (le lobbie) e di lavoro (le sciostre) nati in funzione del Canale, il loro riflesso nellacqua (anche se poco limpida), il senso di una vita urbana e sociale autentica. Un contesto e un rapporto irriproducibile e definitivamente scomparso. E non ricreabile in una citt che non li ha pi voluti per troppo tempo e ne ha distrutto quasi ogni traccia.
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IL CHE FARE DELLA SINISTRA: PRIMARIE, PRIMARIE, PRIMARIE Pier Vito Antoniazzi
Cambia il vento dice Francesco La Forgia coordinatore milanese del PD in un articolo sull'Unit del 1 giugno scorso, intitolato Tre proposte per il PD di domani. A Milano il civismo come retorica ha lasciato il posto al civismo come pratica - scrive- sia nella costruzione della lista PD, sia nel sostegno... a un candidato sindaco che ha riportato al centro il valore della partecipazione (L'avviso per i sostenitori di liste civiche parallele al PD. Ma il PD se cos facesse, a cosa servirebbe?). Le tre proposte sono: 1) parlamentari scelti met dagli iscritti e met dagli elettori (in medio stat virtus?) e niente deroghe al limite di tre mandati se non per Segretario (Bersani) e Presidente (Bindi); 2) costituzione dei Comitati per l'Italia (caucus del programma?); 3) squadra rinnovata alle politiche (salvo il candidato Bersani se scende in campo...) Francamente vero che da Milano partita una riscossa civica un anno fa. Un po' pi complessi mi paiono gli sviluppi di quest'esperienza sia nel PD (che ne ha fatto di Boeri un recordman di preferenze?), sia nelle forme e nei canali partecipativi (qual l'ambito di confronto tra cittadini e governo?). In ogni caso La Forgia mi pare eludere la domanda principale sulle elezioni politiche (che sono la prima scadenza pare...). Premesso che non dato sapere con quale legge elettorale si voter (e tutti siamo un po' preoccupati di una precipitazione che ci porti a votare col porcellum...). Dunque le primarie per i parlamentari non si sa se saranno per collegi (e allora che si fa... un collegio a un partito, uno a un altro e uno agli elettori?) o per circoscrizioni pi ampie. Si vuole o no fare delle primarie per indicare il candidato premier del centrosinistra? Il PD vuole proporre un unico candidato di partito? Mi pare che non si sia capito (o forse si capito troppo bene e lo si vuole evitare) che non essendo il PD un partito contendibile (per i suoi aggregati ideologici/storici, per i suoi iscritti limitati e censiti, per le sue correnti, per il consociativismo tra gruppi dirigenti) l'unico modo che la gente ha di fare un congresso sono le primarie ... dove spesso chi ha l'egida del partito ha un handicap invece che un vantaggio. Dunque partiamo dalla testa. Facciamo primarie per scegliere un candidato premier e intorno costruiamo la squadra. C' un problema per: sia in primarie nazionali che in primarie regionali, il candidato troppo lontano dal territorio. E allora riprendiamo lo spirito delle primarie statunitensi che sono federaliste (essendo lo stato federale). Facciamo primarie sui territori anche in date diverse, costringendo i candidati ad andare nelle realt locali, a raccogliere idee, adesioni e risorse umane. Facciamo un congresso cos, un'assemblea federale con i delegati espressi in collegamento ai candidati vuoi nelle regioni, vuoi nelle province. Da qui, da un bagno di realt nel rapporto col territorio, solamente pu nascere una classe dirigente innovativa e legittimata. Di questo territorio fanno parte anche molte esperienze civiche che non hanno atteso decisioni di vertici di partito per nascere. Queste esperienze sono state determinanti per vincere in partibus infidelium anche prima del crollo di Berlusconi. Sono una risorsa che non va dispersa e pu trovare sbocco solo in un rinnovamento reale e non truccato del gioco politico. Dunque se il vento cambia, ancora maggiore e rapida dev'essere la capacit dello skipper di drizzare le vele nella direzione giusta. Altrimenti la bomata certa...
n. 21 IV 6 giugno 2012
www.arcipelagomilano.org modello assicurativo risarcirebbe direttamente i soggetti danneggiati, affidando loro le risorse necessarie per la ricostruzione ed evitando che si perdano nelle inefficienze dei ritardi, negli sprechi della macchina burocratica e nella corruzione, per non parlare della criminalit organizzata. Il risarcimento diretto consente ai danneggiati di essere padroni delle proprie scelte. La ricostruzione deve avere un senso per lindividuo, che potrebbe, se vuole, anche decidere di allontanarsi da un territorio che lo angoscia, per ricostruirsi la vita da unaltra parte, e questa una grande scelta di libert individuale ed economica. La nostra regione ha un livello di rischio di calamit naturali relativamente basso. Non ha mai fatto mancare la solidariet nei confronti di zone e popolazioni colpite da disastri. Il principio della solidariet far parte anche della nuova modalit di gestione positiva del rischio. La Lombardia pu fare di pi: essere laboratorio per la messa a punto del nuovo livello di collaborazione tra pubblico e privato, auspicato anche dalla Commissione Europea, essere un test per il Paese. Questa proposta, potrebbe essere il banco di prova per chi adesso allopposizione, ma ha lambizione di governare.
EXPO 2015, TRASPARENZA, FONDI: NUOVE SOLUZIONI PER VECCHI PROBLEMI? Ilaria Li Vigni
Si intitola "Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto della criminalit'', la legge approvata a larga maggioranza dal Consiglio Regionale lombardo alla fine dello scorso mese di aprile. Il testo, frutto dell'abbinamento di quattro progetti di legge, contiene norme e interventi articolati in tema di lotta alla criminalit organizzata, prevenzione, recupero dei beni confiscati, sostegno alle vittime, lotta all'usura e alle truffe ai danni degli anziani. In particolare, per quanto riguarda la gestione degli appalti pubblici, la normativa prevede che venga garantita la tracciabilit dei flussi finanziari dei contratti, attraverso appositi e dedicati conti correnti (bancari o postali). Tali disposizioni si applicheranno a tutti gli enti del sistema regionale e saranno tenute nel debito conto anche ai fini della valutazione di risultato dei dirigenti della Pubblica Amministrazione. Con riferimento ad Expo 2015, istituito presso la Giunta Regionale il Comitato per la trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri, con il compito di monitorare il rispetto della normativa in materia di contratti di lavoro, servizi e forniture e degli investimenti pubblici. Faranno parte del Comitato cinque esperti nominati dalla Giunta, all'inizio di ogni legislatura. evidente che il complesso meccanismo degli appalti edli e di servizi, aperti in vista di Expo 2015, un potenziale rischioso mezzo di infiltrazione di forze criminali in ambito pubblico e le procedure di controllo, cui abbiamo fatto cenno anche in altri interventi, possono essere davvero un utile strumento di contrasto in tal senso. Il sistema di gestione informatizzata SI.G.Expo un mezzo ad altissima sofisticazione informatica e quindi ci attendiamo davvero grandi risultati in tema di tracciabilit di ogni compagine sociale. Tuttavia andr rodato, testato sulla complessit quotidiana e si dovr verificare se davvero sia immune da errori di verificazione e, soprattutto, se riesca concretamente a evidenziare eventuali societ fittizie, intestazioni di comodo, oggetti sociali celati, etc. Insomma, la gestione limpida degli appalti, in vista di Expo 2015, sar davvero una scommessa a lungo termine per la classe politica milanese e lombarda e per gli amministratori dell'Evento. Anche la gestione dei fondi pone grandi problematiche attuali: la Provincia, infatti, proprio in questi giorni, ha annunciato di voler ridurre i fondi per la societ di gestione Expo 2015 dal 10% al 2%, aprendo una seria problematica di raccolta fondi che interessa soprattutto gli Enti Locali. Infatti, il 2015 scadenza molto vicina e, con la chiusura dei cantieri e la conseguente ultimazione delle opere, saranno necessarie risorse economiche ingenti, da gestire con trasparenza. Il Presidente della Regione ha fatto a sua volta notare che, in un periodo di assoluta carenza di fondi, sarebbe auspicabile unapertura a un altro socio. Si sta pensando alla Fondazione Fiera, gi coinvolta in ambiti collaterali dellorganizzazione, ma si pone una questione statutaria, essendo la Fondazione una realt di diritto privato e non un Ente Locale. Insomma, anche la problematica patrimoniale, a meno di tre anni dall'evento, si sta ponendo in tutta la sua complessit e severit, soprattutto in un momento, quale quello attuale, in cui la solvibilit scarseggia, sia con riferimento ai privati sia con riguardo agli Enti Locali. Al di l delle singole opinioni politiche e delle petizioni di principio, occorre davvero un impegno comune, che riunisca pubblico e privato, sia nella ricerca dei fondi sia nella gestione trasparente degli stessi, cos da rendere l'evento Expo 2015 un potenziale di crescita per la nostra citt, ma - in particolare in questo momento storico! - per l'eccellenza del nostro paese.
MILANO SMART CITY, LA POTENZA DELLA RETE Giacomo Selmi* e Antonio Sileo**
Pochi mesi fa si conclusa la selezione dei progetti che parteciperanno al bando della Commissione Europea Smart Cities and Communities Initiative, utili per presentare e sostenere la candidatura di Milano come smart city italiana allinterno dei progetti europei. Alla pubblicazione dei bandi molto si era detto sulle smart city e qualcosa ha continuato a uscire in seguito anche se con frequenza ridotta. mancata per una decisa costruzione del contesto da parte del Comune, un progetto contenitore di pi ampio respiro con lo scopo di finalizzare la visione espressa dai bandi. Tralasciando - per ora - la considerazione sul parziale scollamento in atto tra la definizione europea di smart city (legata esclusivamente al progetto SETIS - Strategic Energy Technologies Information System e come tale dovrebbe riguardare
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www.arcipelagomilano.org solo gli aspetti energetici della vita di una citt: consumi elettrici, termici, efficienza energetica e mobilit) e quella italiana, che prevede la realizzazione di un modello di citt intelligente specifico rispetto alle risorse nazionali: il patrimonio culturale, i centri storici, le citt di media dimensione, il turismo, specifici modelli di coesione sociale, vale la pena di elaborare alcune considerazioni. Partendo comunque dal fatto che alla base della costruzione di una smart city (in qualunque dei due paradigmi citati) c lidea di sostenibilit, anche se ci soffermiamo sul paradigma europeo (implicitamente, ma non troppo, abbracciato da Milano nella presentazione dei bandi), sarebbe opportuno, in caso di assegnazione, usare i progetti europei come kickstart per il meta - progetto con cui lamministrazione comunale pone delle concrete basi di policy e regolazione che servano come terreno su cui coltivare linnovazione. Pi precisamente, lo sviluppo di Milano come smart city - che pu essere elemento di qualit per la citt non pu prescindere da unofferta completa di servizi e modelli innovativi che si innestano su una infrastruttura esistente. Certo non ci si pu limitare ai soli progetti finanziati dai bandi senza darne un adeguato seguito e contorno. Una smart city costruita su due elementi distinti, uno hard - l'infrastruttura fisica, assai costosa e implementabile solo insieme a grandi operatori, forse in unottica di bene pubblico, eventualmente dato in concessione - l'altro invece soft - i servizi e le idee che su questa infrastruttura possono svilupparsi e crescere - e che come tale, invece, pu essere sviluppato da piccole realt ad alto contenuto di idee e innovazione. Bisogna quindi favorire la creazione dellhumus urbano necessario per testare idee e progetti - piccoli progetti e iniziative locali - che, con il loro successo o il loro fallimento, contribuiscano a definire best practices utilizzabili a livello nazionale ed europeo. Modelli di questo tipo in realt gi esistono; senza andare troppo lontano il modello che sta sperimentando Amsterdam, con il progetto Amsterdam Smart City. Attivo dal 2009, il progetto nasce come una collaborazione tra cittadini, amministrazione e imprese per sperimentare e costruire un modo nuovo e diverso di risparmiare energia, testandolo ad Amsterdam prima di tutto. Amsterdam Smart City, che si pone lobiettivo di ridurre del 40% (rispetto al 1990) le emissioni (dalle attuali 4.869 Kton allanno a 2.389 Kton nel 2025), coinvolge oltre settanta imprese ed articolato in quattro filoni principali - vivere sostenibile, lavorare sostenibile, mobilit sostenibile, spazi pubblici sostenibili - che fungono in realt a loro volta da contenitori di progetti. Si va quindi da progetti che riguardano lintroduzione di tecnologie in grado di ridurre i consumi privati (come lo smart metering) al finanziamento collettivo di fonti alternative per lautoproduzione di energia; dallefficientamento dei processi produttivi alla trasformazione degli edifici della pubblica amministrazione in edifici carbon neutral entro il 2015; dallincremento delle auto elettriche, con obiettivo di completo switch-off benzina / elettrico entro il 2040, alla riduzione delle emissioni nelle strutture pubbliche come le scuole o la dotazione di energia solare per il wi-fi nei parchi pubblici. A Milano si potrebbe fare questo e altro. Linfrastruttura non tra quelle pi di avanguardia, ma sicuramente ci sono elementi che vanno nella direzione delleccellenza e non mancano certo le idee spesso proposte da soggetti istituzionali, investitori o piccole realt. Resta laspetto economico della questione: i soldi chi ce li mette? Ma Amsterdam, per esempio, finanzia il progetto (i progetti) con il supporto dei fondi europei per lo sviluppo locale, e poi fa mettere il resto dai privati. A Milano la richiesta di finanziamento allEuropa partita con i bandi; adesso si tratta solo di mettere in rete idee e tecnologie e organizzarle allinterno del contenitore smart, per far diventare smart anche leconomia della citt.
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www.arcipelagomilano.org La maggioranza (69%) proviene dai Paesi UE, un 17% dagli Stati Uniti. Uno su due ci vivrebbe e, pur con un giudizio positivo, le richieste di miglioramento sono rivolte allaccoglienza, alla mobilit e al sistema delle informazioni. Insomma, se uno trascorre una giornata visitando il Castello e Santa Maria delle Grazie, acquistando un foulard o una cravatta nelle celebri vie del Centro e la sera va a teatro o a un concerto o anche sui Navigli: beh, passa una bella giornata e serber un bel ricordo della citt. Diversa la giornata di chi accompagna qualcuno per una visita specialistica o per un intervento: la conoscenza della rete del trasporto pubblico non immediata, laccesso alle informazioni sugli eventi quotidiani non facile, linglese tutti dicono di conoscerlo, gli orari di sportelli e di molti musei coincidono con quelli delle attivit lavorative Con una stima prudenziale, in difetto addirittura del 50%, stiamo parlando di almeno 4 milioni di presenze conteggiate nel 2010: 11.000 al giorno, una spesa media giornaliera di 350 euro, un fatturato annuo di pi di 1,3 miliardi. Alzare anche di poco la media dei pernottamenti con strumenti informativi maggiori per quantit (cartacei) e per qualit (wi-fi estesa), con una regolamentazione della ricettivit, con accordi con i tour operator per inserire Milano nelle proposte del turismo in Italia sono le prime e pi ovvie e anche relativamente semplici proposte, ribadite da MeglioMilano e condivise dal Politecnico che per la valorizzazione delle proprie caratteristiche si impegna da tempo anche per lalloggio ai suoi studenti, dalla Camera di Commercio che sta promuovendo una campagna promozionale per Milano in vista di Expo basata anche su esperienze straniere, da una realt profit come Siemens che ha istituito unarea dedicata alla sostenibilit delle aree urbane e alla qualit della vita dei cittadini per essere pi aderente alle esigenze di questi e dei loro amministratori. Ma dalle parole dette nel dibattito e anche da queste ultime frasi, emerge il problema di fondo, quello che sinora ha impedito la fondazione e la realizzazione di un programma di marketing urbano: valorizzare quello che la citt gi offre e far sapere quello che si sta preparando a offrire. Un solo esempio: Pittsburg, in Pennsylvania, un tempo la capitale mondiale dellacciaio. La pesante crisi degli anni settanta dovuta alla dismissione della produzione siderurgica venne affrontata e risolta favorendo la nascita di distretti ad alta tecnologia, attraendo cervelli e finanziamenti, attraverso la riqualificazione generale dellambiente e anche realizzando un centro cardiologico allavanguardia che fu in non pochi casi determinante nella decisione di collocare l il quartier generale di grandi imprese, rette da manager a elevato rischio di infarto Il marketing per Milano, dunque. Un insieme di interventi di programmazione e di informazione che tutti desiderano, evidentemente, ma che non ha trovato sinora modo di realizzarsi per una particolarit milanese, per un suo paradosso, per un eccesso di eccellenze: Milano da rappresentare come gioiosa capitale della moda o pi come seria capitale della finanza? E mondi come quello delleditoria, della musica, del design, del sw, alcune delle indubbie eccellenze milanesi, come si inquadrano nella rappresentazione di ci che Milano offre oggi e nella prospettiva della Milano al 2040? E poi, non anche citt della cultura, con le sue undici universit? E della medicina, con i suoi centri di cura specializzata? E dellarte, con i suoi 42 musei che nemmeno noi milanesi conosciamo? Troppe eccellenze per poterle inquadrare in una unica cornice, in una unica e robusta vocazione, dicono alcuni, sostenendo lopportunit di realizzare tante campagne di marketing quante sono le vocazioni. Altri provano a sostenere che la vera e straordinaria vocazione di Milano proprio quella di avere tante vocazioni, ma la scala delle priorit va pur definita e si ritorna daccapo. Il pensiero allora corre a Palazzo Marino, al Sindaco che tutti rappresenta, ma poi ci si ricorda che bisogna guadare alla Grande Milano, quindi allargarsi, certamente alla trentina di Comuni dellArea Omogenea, magari allintera provincia e oltre, addirittura includendo anche Novara o Piacenza, satelliti attratti da Milano pi che da Torino o Bologna. Dum Romae consulitur. Nelle graduatorie internazionali che misurano lattrattivit delle metropoli e in particolare la disponibilit di capitani dimpresa a investire, fino a trentanni fa Milano era ai primi posti, subito dopo Parigi e Londra; col passare del tempo, non solo Berlino, Francoforte e Barcellona ma anche Ginevra, Zurigo e Duesselforf hanno raggiunto e superato Milano (anche se dopo lassegnazione di Expo 2015, Milano un po risalita, proprio nei confronti delle ultime tre citt appena ricordate). Non si tratta soltanto di veder crescere il numero di turisti e di veder aumentare la loro permanenza perch, in anticipo, vien fatto sapere quello che Milano in grado di offrire. Si tratta di essere in grado di ospitare il terziario avanzato delle multinazionali, di gareggiare per la riqualificazione di aree oggi disordinate, con esempi di equilibrio tra consumo e consapevolezza, di architettura e di stili di vita, di vincere la scommessa per divenire ponte tra economie e culture della vecchia Europa e delle giovani nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Non si tratta soltanto di sviluppo e di crescita economica (anche se di questi tempi): si tratta di qualit della vita dei cittadini residenti, dei pendolari giornalieri, dei turisti di tutti i generi, compresi quei nuovi barbari descritti da Baricco che vogliono tutto e subito in modo superficiale o quei predatori che al calar del giorno entrano in Milano e vogliono prendersi tutto ci che possibile La questione non si risolve con bei giochi di parole, ma pu cominciare a essere impostata con una riflessione proprio tra le tante eccellenze di Milano e con un ventaglio di proposte che rappresentino una Milano migliore, miglioramento da cui ciascuno tragga in prospettiva un vantaggio. MeglioMilano questo stimolo lo lancia.
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www.arcipelagomilano.org forze sociali e politiche e con i cittadini delle 9 zone, prima del dibattito consiliare. La nuova fase che riconosce la citt come bene comune ha scelto di dare priorit ad alcune questioni strategiche, tra le quali labitare sociale, un problema che soffre di un deficit di attenzione politica da almeno trentanni. La passata stagione della negoziazione urbanistica non ha saputo formulare una risposta soddisfacente, nonostante si collocasse in una fase di boom edilizio e di altissima valorizzazione della rendita privata; la vicenda delle otto aree comunali messe a bando ha ottenuto risultati positivi ma quantitativamente modesti. Il PGT Moratti adottato prometteva molta edilizia per realizzarne per poca di carattere sociale, perch trattava il tema in modo strumentale e retorico, lasciando di fatto massima libert di scelta al solo operatore privato. Regole e politiche per labitare sociale - Il PGT rivisto e approvato articola un insieme di scelte sinergiche volte alla valorizzazione del patrimonio edificato esistente; alluso di tutte le risorse non ancora utilizzate; al completamento di tutte le iniziative in corso; alla realizzazione di una nuova offerta residenziale sociale. Regole e politiche che si sviluppano, attraverso la decisiva regia pubblica, in sussidiariet con lazione degli attori privati e dei soggetti competenti. Questo per garantire fattibilit alle scelte e per superare le note difficolt di carenza di risorse pubbliche (nazionali, regionali e comunali) e di indisponibilit effettiva di aree pubbliche edificabili, perch quelle oggi esistenti sono residuali o localizzate in ambiti improponibili sotto il profilo sociale e ambientale. Il principio generale consiste nella contestuale realizzazione di funzioni private e di residenza sociale, in una prospettiva che vede tutte le trasformazioni insediative partecipare alla costruzione di una citt solidale. Questo obiettivo viene reso possibile attraverso uniniezione sostenuta di edilizia residenziale sociale (ERS), in tutti gli interventi significativi di trasformazione privata. La quota richiesta (0,35 mq/mq) articolata in tre tipologie, per rispondere alla gamma diversificata di istanze sociali: a) 0,5 mq/mq per affitto sociale; b) 0,10 mq/mq per affitto convenzionato, concordato e moderato, residenza universitaria e cohousing sociale; c) 0,20 mq/mq per vendita convenzionata agevolata, affitto con patto di futura vendita e co-housing. Da un punto di vista quantitativo, il PGT riformato prevede di destinare circa la met delledificabilit totale per abitazioni sociali, non solo in tutte le grandi trasformazioni della citt (ATU) ma anche nelle trasformazioni del tessuto urbano esistente (TUC) alle seguenti condizioni: la previsione obbligatoria per le aree di intervento di media dimensione (superiori a 10.000 mq) e facoltativa per quelle di dimensione inferiore, dove comunque, nel caso di lotti superiori a 5.000 mq, il piano richiede il concorso obbligatorio alla realizzazione di obiettivi di interesse generale, in alternativa tra ledilizia sociale e/o lacquisizione perequativa di aree destinate a servizio pubblico e/o lutilizzo dei diritti edificatori premiali trasferiti per interventi finalizzati allefficienza energetica del patrimonio edilizio esistente. Infine, per le trasformazioni in senso residenziale degli immobili terziari superiori a 5.000 mq di slp, una quota non inferiore al 35% della slp recuperata dovr essere destinata ad alloggi sociali. Nei prossimi anni sono previsti oltre 24.000 alloggi sociali, di cui quasi 4.000 a canone sociale. Sul totale, almeno 7.500 alloggi sono realizzabili subito su aree gi di propriet pubblica (del Comune o della Provincia) e in seguito ad interventi in corso. Pertanto, il 30% dellofferta di edilizia residenziale sociale sar disponibile in tempi brevi. Per quanto concerne il reperimento di aree da destinare alla residenza sociale pubblica, queste potranno derivare dai grandi ambiti di trasformazione e dalle trasformazioni del tessuto edificato esistente che sono chiamati a contribuire con una cessione di suoli (minimo il 30% della superficie di intervento), affinch il Comune possa disporre concretamente di un patrimonio pubblico. Allinterno di questa strategia generale, la manovra presenta alcune alternative, che la rendono flessibile e maggiormente attuabile. Infatti, in luogo della cessione delle aree, loperatore pu realizzare direttamente, allinterno della propria superficie fondiaria, tutta la quota di residenza sociale (eccetto la residenza pubblica a canone sociale), a garanzia di un effettivo mix abitativo e di una maggiore sostenibilit economica delloperazione. La parte di residenza a canone sociale non realizzata dal privato (0,05 mq/mq) potr essere commutata solo in edilizia residenziale convenzionata agevolata; in tal caso loperatore dovr obbligatoriamente corrispondere allAmministrazione comunale, in forma di monetizzazione, una quota proporzionale al ricavo determinato con questa trasformazione. Tale monetizzazione confluir in un apposito Fondo di scopo, direttamente utilizzabile da parte dellente pubblico per la costruzione degli alloggi pubblici. In una logica riformista e incrementale, e nel solco delle migliori tradizioni europee, lAmministrazione comunale costituisce pertanto un vero demanio comunale di aree (provenienti dalle cessioni di tutte le trasformazioni) e acquisisce fondi (dai contributi privati conseguenti alla facolt di commutare interventi con risorse) che potranno creare le condizioni urbanistiche per rispondere alla domanda finora del tutto inevasa di abitazioni sociali, sulla base di un programma pubblico strategico per lintera citt. La costruzione della politica della casa chiaro che una politica efficace per la casa non pu essere affrontata esclusivamente con gli strumenti e le modalit dellagire urbanistico, ma richiede un contributo sinergico e sostanziale alle politiche di settore, quelle sociali, quelle per la casa e per la qualit della vita, attraverso unazione comune e integrata che coinvolga tutti gli assessorati interessati. Con questo fine gli assessorati alla Casa, allUrbanistica e ai Servizi Sociali stanno lavorando alla costituzione di unAgenzia per la Casa che incroci la domanda e lofferta di appartamenti privati in locazione, con un ruolo di garante da parte del Comune sulla solvenza degli inquilini e la proposta di un canone congruo dei proprietari. LAmministrazione si inoltre impegnata a introdurre nel Bilancio una specifica voce dedicata alla realizzazione di nuovi alloggi a canone sociale nonch al sostegno degli interventi di recupero, ristrutturazione e potenziamento del patrimonio edilizio esistente.
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Emissari di Montezemolo, girano la Lombardia per affiliare uomini nuovi per una nuova classe dirigente. Per ora avrebbero arruolato Scalpelli, Vagliati, C e vengono visti con favore da Straquadanio. Poich di elezioni e quindi di voti si parla questa una gran bella notizia per il centrosinistra. Lo scioglimento dellAPI auspicato da molti dei suoi fondatori. Tuttavia il 15 giugno a Milano promossa dallAPI (forse si sono sbagliati nella sigla) vi un convegno allhotel Chateau de Monfort (mica so pezzenti e nellinvito spicca un bel RSVP ma non richiesto labito scuro) dal titolo Obbiettivo Milano partecipano Tabacci, DAlfonso, Versace, Montalbetti etc. Forse si sono sbagliati anche nel titolo che doveva essere: Obbiettivo elezioni *** Quando contemporaneamente tutti parlano di rimpasto vuol dire che si volutamente fatta circolare la notizia. Boeri, Maran, Guida, Castellano sono i nomi ricorrenti. Un problema per il Pd. Il fatto che Pisapia voglia sostituirli? No la folla di aspiranti successori *** ufficiale la candidatura di Tabacci in regione. Almeno cos scrive Pro-
perzj in una email rendiconto del pranzo colazione tenutosi il 2 giugno alla presenza dello stesso Properzj, di Daverio, La Malfa, DAlfonso. Tabacci avrebbe ufficializzato la sua volont di correre per sostituire Formigoni ottenendo dallaugusta platea consensi ma anche dissensi da coloro (il PRI) che preferiscono lex sindaco Albertini. Il rendiconto del pranzo oltre alle differenze di idee sui candidati evidenzia anche un deficit economico di 65 euro. Speriamo per Tabacci che il doppio segno negativo non sia profetico per la campagna elettorale *** Corre voce che al prossimo congresso Pd venga presentata una mozione per riformulare le incompatibilit; non pi due mandati ma dieci anni di mandati, considerando oltre le camere anche le elezioni regionali e lincarico di sindaco in comuni capoluogo. Quindi chi ha fatto il consigliere regionale o il sindaco per dieci anni non pu candidarsi alla camera o al senato o per lo meno deve saltare un giro. I proponenti vorrebbero evitare carriere politiche trentennali senza soluzione di continuit. Ma cos rischiano di far venire il coccolone a molti. A proposito dellincompatibile, gi da oggi, presidente della provincia di Pavia, non parla pi nessuno? ***
iniziata la precampagna di Renzi in Lombardia. Classica scusa la presentazione di un libro, prima a Lecco con il sindaco Brivio. Poi a Bergamo. In platea (sala strapiena) il presidente del Credito Bergamasco, il presidente della Foppapedretti, il segretario della Cgil.. . Tutti entusiasti secondo il quotidiano on line. Meno convinto lex sindaco Bruni, tranchant: sulla politica delle alleanze non sono daccordo ma si sa vecchio e quindi parla ancora di politica. A proposito chi sta organizzando la venuta a Milano? *** Prossimamente - A breve potrete leggere su ArcipelagoMilano un articolo Teoria e pratica dei servizi comunali del sindaco riformista dove si esprime per estendere le funzioni del comune, soprattutto nel settore dei servizi sociali e dell'assistenza, e per una riforma dei tributi locali che sostituisca alle imposte indirette un'imposta diretta e progressiva. In questa prospettiva, la municipalizzazione dei pubblici servizi avrebbe sottratto ai monopoli privati la gestione di beni di prima necessit e fornito alle finanze comunali nuove entrate. Circa la tattica elettorale propone una politica di unione popolare in considerazione della particolare situazione nazionale e locale. ***
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di prima e seconda fascia dellhinterland milanese: tutti premono sullacceleratore dello sviluppo e tutti mettono in mostra le possibilit di insediare nuove funzioni di rango metropolitano oltre a strabordanti offerte di aree per nuova residenza. In alcuni casi si fa riferimento esplicito a pi economiche condizioni insediative rispetto a quanto offerto dal capoluogo e si accenna a una pi
o meno aperta concorrenza, alternativa a Milano ( pi verde, migliori servizi di base, aria sopraffina ). Il conseguente sovraccarico e lo squilibrio territoriali, con i noti fenomeni di spasmodico pendolarismo e congestione delle vie di trasporto non ha nulla a che vedere con queste politiche di diffusione del fenomeno urbano? E, in particolare, proprio solo Milano
chetrascura gli effetti del proprio PGT sullassetto metropolitano? O non ci sono responsabilit politico-tecniche pi estese e diffuse, che consentono a una platea pi vasta di trarre vantaggio dallassenza di atti di programmazione pi efficaci? Sugli aspetti pi tecnici e di dettaglio del nuovo PGT avrei molto altro da dire, ma aspettiamo che si riesca a pubblicarlo.
MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org La Nona, la Scala e il Papa
La settimana scorsa concludevamo la nostra recensione del Peter Grimes di Britten definendolo uno spettacolo che, dopo il tonfo di Tosca e qualche caduta di stile negli ultimi concerti, ha ridato il doveroso prestigio al nostro Teatro. Passano pochi giorni e rieccoci davanti a un tonfo ancora peggiore se si considera limmensa platea che - grazie allinusuale e illustre spettatore e alla diretta televisiva - ha avuto la Nona Sinfonia di Beethoven eseguita alla Scala in presenza del Papa la sera del primo giugno. Si sa che questo Papa suona bene il pianoforte, si dedica alla musica con fervore e se ne intende, tanto che nel discorso pronunciato alla fine del concerto si potuto permettere di affrontare una esegesi musicale sullopera beethoveniana; per fortuna ha letto un testo scritto in precedenza e dunque le lodi indirizzate agli esecutori sono suonate giustamente false. Non tutti sono innamorati dellultima Sinfonia di Beethoven e c chi sostiene che il vero capolavoro sia la Settima, che lOttava sia gi meno riuscita, e che la Nona arranchi un poco e risenta fortemente dellet e della sordit del suo autore. Ricordate il film Lezione 21, del 2008, interamente costruito intorno al dubbio sul valore musicale della Nona? In realt da sempre si discusso di questopera monumentale, celebrativa, apodittica: Verdi disse che sublime nei primi tre tempi, pessima come fattura nellultima parte, Spohr defin lultimo tempo addirittura triviale, mentre Debussy la consider velleitaria e Wagner sostenne che lultimo movimento con il coro, decisamente la parte pi debole, rivela con molta ingenuit limpaccio di un compositore che non sa come rappresentare finalmente il paradiso (1). Ma venerd sera tutti i dubbi e le perplessit sullopera sono stati sopraffatti da quelli sulla sua interpretazione ed esecuzione. Cosa succede a Daniel Barenboim? Nessuno pu negargli limmensa cultura musicale e il raffinato mestiere di direttore dorchestra; ed stato anche, almeno fino a qualche anno fa, un grande pianista e da sempre un profondo conoscitore di Beethoven. E dunque? partito bene, con quellincipit affidato ai violoncelli e ai secondi violini, sostenuti dai corni, in pianissimo, e i celebri intervalli di quinta vuota (la-mi, priva della modale) che prepara lingresso del tema principale. Ma questo, anzich essere potente e chiaro - il tempo allegro ma non troppo, un poco maestoso - era una sorta di riflessione dolente, quasi volesse alludere alla tragedia 14
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www.arcipelagomilano.org emiliana cui il concerto era stato dedicato con nobili parole da Lissner prima dellinizio. Tuttavia il primo tempo, a parte questa inconsueta lettura, stato tenuto ragionevolmente insieme da unorchestra attenta e rigorosa. Le cose hanno cominciato invece a cambiare con il secondo tempo, lo Scherzo molto vivace che ha perso ogni vivacit e si presentato moscio e privo di nerbo, tanto da non riconoscervi il Trio che, con la sua dimensione melodica e incantata, deve contrastare violentemente con la potenza e il vigore dello Scherzo. Ancor peggio sono state trattate le meravigliose variazioni dellAdagio, costruite su due temi pieni di poesia e di umanit, annacquati nei tempi allargati e nel fraseggio quasi sdolcinato di Barenboim, come se fosse stanco o svagato. Ed sembrato che lorchestra della Scala abbia risentito di questa svogliatezza. Finalmente arriva latteso Finale con il coro, introdotto da quella lancinante dissonanza delle trombe e dei timpani - vero cataclisma sonoro carico di violenza espressionistica (2) cui far cenno anche il Papa nel suo intervento - seguito dalla crescente forza di quelle sette sezioni che sconvolgono, o dovrebbero sconvolgere, lascoltatore. Peccato che lesasperata frammentazione delle parti abbia finito per demolire larchitettura con cui Beethoven lega le voci (solisti e coro) e gli strumenti in un grandioso disegno e per ridurla a un susseguirsi di parti tra loro sconnesse. Insomma una Nona un po miserella che ha lasciato molto perplessi e non ci ha fatto inorgoglire, come forse avremmo desiderato, sentendoci in qualche modo coinvolti come padroni di casa. Una nota a parte meritano alcune ineleganze, come quellabito rosso sgargiante della soprano, scollato e a braccia nude, o il frac che Barenboim si rifiuta di indossare, sostituito dal solito spolverino con il cache-col al posto della cravatta; per non dire dei tanti invitati interessati pi al proprio cellulare che alla bacchetta del direttore, e fra questi il vicepresidente della Camera dei Deputati, vale a dire la massima autorit civile presente, seduto alla destra dellospite. I tempi sono questi, dobbiamo rassegnarci. (1) citazioni di Poggi e Vallora in Signori, il catalogo questo, Einaudi (2) Carli Bellola, ibidem Musica per una settimana *mercoled 6 allAuditorium (per le Serate Musicali) il violinista Uto Ughi e il pianista Marco Grisanti nel Trillo del diavolo di Tartini, la Sonata in fa maggiore di Mendelssohn, i Tre pezzi opera 42 di aikovskij e la Sonata n. 2 in re maggiore di Prokofev *mercoled 6 al Conservatorio (Societ dei Concerti) la Staatsorchester Rheinische Philarmonie diretta da Daniel Raiskin esegue lOuverture 1812 in mi bemolle maggiore, opera 49, di aikovskij, il Concerto in re bemolle maggiore, opera 38, di Khaaturjan (pianista Carlo Guaitoli) e la Sinfonia n. 5 in do minore, opera 67, di Beethoven *mercoled 6, venerd 8, sabato 9, luned 11 e marted 12 alla Scala repliche della Luisa Miller di Verdi diretta da Gianandrea Noseda per la rega di Mario Martone, con le scene di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Pasquale Mari *gioved 7 alla Scala ultima recita del magnifico Peter Grimes, di Britten, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana *gioved 7, venerd 8 e domenica 10, allAuditorium, lOrchestra Verdi diretta Zhang Xian esegue lOuverture de Il franco cacciatore di Carl Maria von Weber, il Concerto n. 4 per pianoforte e orchestra in sol maggiore opera 58 di Beethoven (pianista Roberto Cominati), e la Sinfonia n. 4 in mi minore opera 98 di Brahms *domenica 10 alle ore 11, alla Palazzina Liberty, lOrchestra da Camera Milano Classica con Maurizio Croci e Maurizio Salerno ai cembali, eseguono i due Concerti in do maggiore e in do minori, rispettivamente BWV 1060 e 1061 di J. S. Bach *domenica 10 alle ore 16, alla Scala, il complesso dei Cameristi della Scala diretti da Alessandro Ferrari esegue Ein musikalisher Spass K. 522 in fa maggiore di Mozart, la Ciranda des sete Notas per fagotto ed archi di Villa-Lobos (fagotto Valentino Zucchetti) e il Carnaval des Animaux di Sain-Sans
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www.arcipelagomilano.org carestia sub specie panis. In questo modo Tintoretto tradusse in immagine la disposizione del concilio di Trento nella quale si affermava che sotto la sola specie del pane contenuto interamente il corpo di Cristo, dando cos ulteriore significato alla tela. Uniniziativa promossa e sponsorizzata da Cariparma Crdit Agricole, che ne ha permesso il restauro in occasione della mostra romana. Tintoretto. Lultima cena, 14 - 19 giugno Museo Diocesano corso di Porta Ticinese, 95 - Orari: da gioved 14 a marted 19 giugno, dalle 10.00 alle 24.00; luned 18 giugno, dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso gratuito
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www.arcipelagomilano.org allaltro, cos come si presentarono agli occhi del cardinal Borromeo, in un succedersi organico di suggestioni e dettagli. Nellallegoria del Fuoco, elemento indomabile, un incendio si sviluppa su un monte, mentre una fucina di fabbri forgia armi e armature lucenti, in una sorta di caotico museo, mentre tutto intorno creature demoniache si librano nellaria. Lallegoria della Terra sembra invece una sorta di Paradiso terrestre in cui animali di ogni specie e taglia, predatori e vittime, stanno luno accanto allaltro, in una vegetazione rigogliosa e fiorita. E in effetti questa opera dialoga anche con gli altri due dipinti fioriti di Brueghel, esposti sempre in Pinacoteca: i Fiori in un bicchiere e il Vaso di fiori, esposti nella sala VII. Lallegoria dellAcqua ci mostra invece un paesaggio quasi lacustre, con pesci, crostacei e molluschi, in cui una vecchia divinit seduta accanto ad un giovane, con conchiglie che sgorgano acque fresche. Larcobaleno richiama un mondo primordiale, quasi lalba della Creazione. LAria lallegoria che ha in s il pi forte elemento mitologico, con al centro una dea vestita solo da un drappo rosso, circondata da una miriade di volatili e da puttini che giocano con strumenti astronomici. Questo fu lultimo dei quattro elementi ad essere dipinto ed anche quello che pi, disse il cardinal Federico, lo aveva perfuso tutto di gioia. Piccole enciclopedie del tempo, quasi miniate con la precisione e lamore per i dettagli tipici dei pittori fiamminghi. Quando il cardinal Federico Borromeo commission a Jan Brueghel i dipinti pensava alla Natura come luogo dove era possibile leggere limpronta del Creatore spiega il curatore Marco Navoni Anzi, dalla Creazione era possibile e doveroso risalire al Creatore stesso, secondo quanto afferma san Paolo, allinizio della lettera ai Romani, dove si legge: Dalla creazione del mondo in poi, le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con lintelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinit. Ecco perch queste allegorie, di sapore un po profano ma commissionate da un uomo di Chiesa, risultano cos dense di significato ed erano cos amate dal cardinale stesso. Unoccasione per vederle riunite, fino al 1 luglio, prima che vengano separate di nuovo, cos come gi le vicende napoleoniche imposero. RIZMATA Terra, Aria, Acqua, Fuoco - Il Ritorno di Brueghel allAmbrosiana Pinacoteca Ambrosiana. Fino al 1 luglio 2012 Orari: Da Marted a Domenica dalle 10.00 alle 19.00 Prezzi: Solo mostra RIZMATA: Intero: 5 , Under 14: 0 (accompagnati da adulto) Mostra RIZMATA + Pinacoteca + Mostra Leonardo Codice Atlantico: Intero: 15 , Ridotto: 10
Marlene Dumas fino al 17 giugno 2012, Fondazione Stelline corso Magenta Milano orari: marted domenica, 10 20, biglietti: intero 8; ridotto 6; scuole 3.
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Gli artisti italiani della Collezione ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea Palazzo Reale fino al 24 giugno. Ingresso gratuito Luned: 14.30_19.30 Marted, Mercoled, Venerd e Domenica: 9.30_19.30 Gioved e Sabato: 9.30_22.30
LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org La bellezza del nero - Poesie
Daniela Muti La vita felice, 2012 pp.56, euro 10
Buio ricolmo Dove ogni cosa si consola Luce nera Distesa sui nostri dolori Come mantello Infinita carezza Meditazioni liriche composte, eppure serrate e intense: questa la prima definizione possibile per i nuovi versi di Daniela Muti, versi che vengono a comporre La bellezza del nero. Si tratta in effetti di un libro molto coerente e unitario, diviso in frammenti autonomi, ma che pure appaiono come strenuamente collegati tra di loro da una necessit forte, da un filo sotterraneo, dal bisogno evidente in questa poesia di continuare una ricerca, ancorch molto ardua, di possibile senso nel misterioso scorrimento della vita. Una poesia, perci, di pensiero e immagine, ma soprattutto di forte connotazione esistenziale, che ascolta il bisbiglio costante della morte, a volte con trepidazione, ma che non manca di cogliere, di cercare, quasi senza sosta, nuovi spiragli di luce a cui legarsi, magari provvisoriamente, come provvisorio, lo sappiamo fin troppo bene, il nostro esserci, il nostro essere qui. Certo il titolo del libro molto indicativo, ma anche quasi volutamente paradossale. D'altra parte, Daniela Muti entra subito nel merito, descrivendoci, del nero, appunto, l'ampiezza vertiginosa di senso, la presenza assorbente. Come la morbidezza avvolgente (e se vogliamo sinistra...) e il valore di sintesi. Eppure, scrivendo La bellezza del nero, l'autrice dissemina non poco la sua pagina di altri colori, come quello nobile dell'oro, per esempio, e come il rosso, in cui si manifesta l'oscura voce del sangue. Unoscurit che coinvolge anche sogni e fantasmi in un percorso poetico sempre inquieto, ma senza traccia di sottolineatura artificiosa, e dunque senza retorica, e proprio per questo pi vero e comunicativo, pi vivamente plausibile. Quello di Daniela Muti, in questo nuovo libro, sembra, quasi, a ogni passo, anche laddove pi viva, la luce, alludere, o celare ma non troppo, un malinconico messaggio d'addio. Quell'addio che ognuno di noi non pu non sentire come un traguardo inesorabile, che si vorrebbe poter spostare sempre pi avanti, sempre pi lontano. Eppure, a ben vedere e lo condivido pienamente il desiderio di questa poetessa sembra essere
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quello di poter contare su una bellezza diffusa da godere come aria da respirare, nei momenti di sospensione quieta di una realt senza pi luoghi, e in un tempo presso-
MERCOLED 6 GIUGNO ore 18, il poeta Maurizio Cucchi presenter il volume presso Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7
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