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"'"fir
IV.j.m
Purchased from
the
e p
REGNO
IL
DETTI SCHIAVOMI
guaSLAVA
& Africa;
&
il
ChriOianefmo.
Eia particolare veggonfi i fuccefsi de'Rc, che anticamente dominarono in D ALMA* TU, C&OATIA. BOSNA. SEICVIA, RASSIA, &BVLGABJA.
^?SJUTt
A ppreffo Girolamo Co
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?r cu
co rd
su
M.
DCI
AL
IL
SIGNOR MARINO
DEL SIGNOR ANDREA
BOBALL
AVENDO
io fcritto quefla hiftoria degli Slaui
per ordine di V. S. e
con
appoggiarla perfona appretto cui fi debba ftimaro molto ben collocata, e perla chiarezza del (ngue* e per l'altre qualit proprie fuc.e per quelle de' Tuoi maggiori: Poich, le Vogliamo rimirare 1 origine, i progred della famiglia Bobali,rrouarcmo , ch'ella nel tempo, che da GothifideftruttoEpidauro, onde ffabricata la citt di Raufi,venneconIi primi fondatori d'efla l'anno del Signore 260. darle
?^^gajjfF"^
m'ha largamente fomminiftrato di tutte le cofe opportune per condurla al fine: mi par efferc obligo mio hora, che da me fi deue publicarc, dedicarla lei ; cos per edere cola , che fi pu dire Tua come per
,
,
&
ha hauuto Tempre vn continuato poffc(rodcllcprimedignit,abondcuolcdeibcnidifortuna,ecopiofa d'huo mini volti al publico bcneficio,nati,eprocreati dilegitimo matrimonio, nobili dal lato paterno , e dal materno , conforme alle leggi anrichidime della patria, che rendono perpetuamente inhabilemagiftrati con tutti i difeendenti iuoi,qual fi fia de i nobili d'e(fa,che s'accafi con altri, che con nobili b
principio, e da quel
in q u ci
tempo
e e ,
rodcfima fritti. EJFcftdp duiKjue.V. S. per corfojn tinti* di pi dimillc, f treccnc'aani difccfa da tali progenitori* fi pugicurarherite affermare, che fu incorrotta; e rara la ftra rioMIt,&anncmilrnala famiglia* La quale, bcnch'alcuni riabbiano ferino, ch'ha bbiab^uuto origine dai Fabij > gi cos principali, e cos celebri in Roma^lailn do quello da parte, come cofa, ch'in tanta antichit non pare, che porti feco
nobilidcllt'
dijjidauro colonia de* Romani ncirillirio; citt ailhora riobiliirima,&'anYtthilTima,c che (come fuol pianta feconda cralporcaca fotto ciclo pi propitio) ha prodotto molt'huomini eccellenti, i quali in varie guife fono Itati allapatriadi giouanaenco ,cdifpIendore: hora aiutando lei nelle guerre in terra
te
ella vfqi
fi,
l'armi
patria, e rintuzzate, ediflpa tele forze de' fieri nimici, che appariuano
fprmidabili,c
3uandpdalci fono ftati adoperati ncllcambafciaric,c nei ncgotijji confici fuoi fono itati alTun ti alla dignit reale. E gl'iUcili R dall'opera loro
pronca,e fedele hanno riconofeiuto la vita,e*l regno, Ne meno in cafa,chc fuori hano giquaco gli h uomini di quefta valorofa,e ben auenturofa fami
gliaallaloro Rcpub.conroperajecol conlglio. Et ailhora fingolarmcntc,
che forf emuli dcllagloria , di Bruto, di Dionc,la liberarono dalla tirannide eie reitituirono la dignit, e libert antica. Altri paiTando pi oltre, quafifolfc campo angulto alla virtloro quello delle action! militari, e ci ujli, fono rjufciti per religione, e per fantitdi vitaclTemplarr De
.
Greco in Latino l'opercdi S. Ba(lio,vno de maggiori lumi della Chiefa Cathojica; e chi abbandonate le commodit , e gli agi della propria cafa,c datoli vita monaftica, ci fece canto profitto, fu fpljcuato tant'alcczza di fpirico, che riccuc (come pi volte fi manifeft ) il dono della profetia Ma troppo m'allungarci , fc volelli in quello foggetto cos ampio, ramemorare cucco quello, che f ne potria dire, farci ppera per auucn cura in alcuna parte fouerchiahauendonc ragionato in quella hjftoria luoghi opportuni. Soggiunger pi colto , che non Involuto V, S. degenerare dalla virt de' Tuoi maggiori. Poich et fendo jrimafa herede nella pi fiorita et fua delle maggiori ricchezze, che fi ricordino clTcrcltacc in vn gcncilhuomo di Raufii e cofa di fingocih
.
lac
IareflTempio,come con cos larga com modi ti, gioui ne di Tedici anni bello > e gratio(b d'afpetto in mezo alle dclitic di Firenze, di Napoli , e di Vcnctiaj che fogliano efler incirameiiti, e, fti muli acuti ili mi ad vfeire della dritta it ra da $ fi gouern per tutto con modestia, con accorgimento, e con continenza. Si che la memoria dcllcatuoni lue pallate, e leuidenza delle preicntiindccibendifpofti,&isforza; fcv'alcun malcuolo fuoj
honorarc la virai fua, che nell'et pi matura maggioririenteapparifccndlkatMonipicncdignruit, di prudenza, di liberalit, rdibcnsfoeazaTetffogliamatori delle buone<di(cipline.;Come ne rendonoabondan tei telioaonio tanti li bri, che nel le Ci ttfop rad e tee, 6t in
lodare,
Pelare*, &iri Raufi^foriovlcitt in luce, dedicati al
& ad
ihcfupera
tuttci'aicrcittioni fue
e f
che merita
ntan so
s'io
dica lode ,
la
ammittione,
ntftiraco da: lei
patria
PartftOi,j.588.
dapoi l'ha-
con franchezza d'animo Virilei,jCflkriftiaao Fauuilb della morte del Signor Giugno fuo frattcllo ^ckcifiajialciclo) di cui ella era timafa herede, e la raa iparfa , ch'il Amile fonVa^^natOiini Firenze dell'altro fra ttello detto li Signor Michele* ftimindo non poter farcrefiftenza alla giauczza del -male { e dell'ideilo parere erano i Medici) fece teftamento, e lafci hercdttlaRepublica di Ra ufi delle fa colti fue. Et oltre adinnumcrabili legati pij , ordin, che fi fa ceflevn Collegio Padri Gicfui ti , conofecndo quanto beneficio ne fofle per riportare la giouent , e la Cittirtta . dichiar apprclfo , che Voleua t chcficrigcOrcroca(e,e monaieripcr gentildonne, e per donzellcpouerc,epcrdonnc,chcvolcircro ritirarli da vita poco honefta aflc:
gnando numero
pi ch'ordinario
,
Prouide anco
,
di doti
condecenti ogn*anno
in
molte d'elTc
Ne d
fluiiarftialXeggtsirt Pioforla, in
Medicina, &
giouani nobili ogn'annoj quali mancalTe il fodero addottorati, di mantenere il grado acquiftato. Eyolle appreflo , ch'altri molti p tclTcro, con altro alTcgnamento attendere alla Pittura, alla Scoltura,
alla piet,
& all'Architettura.
l'amor verfo
la
Et
ci
aggiunfc
.
altri
ordini conuenicnti
1
dell'animo fuo
N poi Tanno
,
do
fi
moftr
pidito in
magnanima
e
nobili ,c dalla
grati
con quella
tudine,
tudine, che
fcio loro
.
diqucltexofc Jxauerci taciute patien temente >comc ne taccio mot'altrc, quando per cagioni afiai ragioncuoli,&:vrgenti noti l foflcro cos diuuIgate,cnccome alla modeftia-lua far forti 'di poco guito il fcncirfele ramemorare , cos tacendole ne hauereijpotuto riceuere nota graue di maligno , almeno dipoco cnoicn te, e di fredda amarore del publico benefcio. Pu dunque apparire aflfai manifeilo, che per tutre le cagioni raccontate, e per mot'altrc, che trapaflb bello tludio, quell'opera non doueua ricouerarc altro uc, che (otto l'ombra di V. S. alla quale, come confido , che debba eferc cara pcnqucllo,chc vi li contiene, e per effere nata da quell'autorit ch'ella Jiaur fempre meco; cos fpero, chefeufer con la benignit folita,l'infncc imperfcttioni fuc,cdi Itile, cd'arte Viiacola so per di poter afrermare con fcurezxa,econ baldanza, & e, ch'in quello, oh'appartienealla verit, so d'ef.
pi. Gra-
go di tutto cuore. Conche fupplico fuaDiuinaMaeft,chcla profpcri ogni dpi,& me dia grada di poterle moftrar pi chiari fegni dcU loflcruanza , che le porto . le bacio le mani. Di Pcfaro il di primo di Marzo 1601.
Di V.
S.
Molto
Illuftrcv
rTctrionatiis.& obligatifs.Seruitorv
D. Mauro Orbini.
D.
MAVRO
ON
ORB1NI A* LETTORI.
f^enignifsimi Lettori ) f la gloria
maraviglia alcuna
non
& illuftritmprefe,oppreffe
d di bellicofi,
&
eccellenti in
.
quefla,non per altro hoggifono tanto celebrate , ebe per bauer fortito
dotti ,/ quali co i lorofritti gNUuftrarono Gli tcbret ("acci che quindi comin
He*
fiche hauerebbono fatto ancora molti altri e dottif fimi huomini Greciaeifuffe flato lecito aglifranieri pale fare , e dar fuora fequalifurono immortalati
.
& ( fecondo
tanta giorni
e anifato
Demetrio a
Scrittori
Gre*
ci.
fri i qualifu %4nafsimandro Milefio, Heccatbeo Ai ihfio, Democrito, Eudof Jo, Dice arco, Eforo,Erafttene, Polibio, Pofidonio.fatti de*Romani, e di tut
1
Romani.
Tibani.
Scrittori di
Cbrypppo
egli Epiroti e
Ve
loponeff
Me
a'tepidi
TeopcmpOtO mol1
S trabone, Polibio, Solino, 0*da altrifono citati, illufrarono le eeft d'India, Perfia, Egitto con molti altri luoghi . Ne manc altres alla G'alita il fuo fcrittore
D'India, "Perfia
&
eia* e? Libia.
come di de-
eemmo, incontrate
Watinc slaua
no bcbbe
i
darono molte
[noi
gi^ dalprincipio diede opera al continuo guerreggiare, efar cofe degne d'eter -
morv.
requefla natione
mondo,
con
la
affali la Perfia ;
Egit'j, e
$
-tAleffandr
ZHagnofoggiog la Grecia,
j
Macedonia, e
l Illirico
oteut
Morauity
per adori Romanir, quel che nonfece altra natione del mondo. S'/mpatroni dcU
fermo i \Regni nella Spagna zjr di quel[angue nacquero famiglie r nobilisfime: dotte l Romani Scrittori non fono tanto liberali nelle lodide Bar,
la aranciai
.
bari
comejsi li chiamano ) quanto in quelle deij ito i. Onde io, per l'obligo
:
che
tengo alla mia natione Slaua\ h durato <v Aenieri questafatica, per moflra-
chefitrofi
tempi andati apparirono, O* rvideromolti,e'potentifsimi popoli^ cio Slaui fi Vandali , Turgundioni, Gotht, Osrogothi, Z/ifi?othi , Gepid't , Geti,*Alanix
V'averli,
ci
,
Suedi
,
Normanni , Fenni
.
di
Traci , &glUliri)
Furono
,
cy*
erano
ditti(t
cio
Pomeran
livi
Stoderani ,
.
&
E lue Idi , Leubufi Z) rulBrinami con molti altri , che fi cedono apprefso Helmoldo
,
Eruli, ouer
prete
/quali tutti furono ru name defima natione Slaua, come qui in anzi fi Veder* . Et per condurre maggior perfttione laprefnte opera,nonboper
l Jtalia* ri1
uedere
le librarie
Duca d'Vrbino^
per l efqui-
fita notitia, che tiene di njaviefcien\e ,e penti* delle co/e militari, perpruden*
che risiedono in
lui,
fi
-
m molti Libri fi
.
La
tnaluagia
conferuarle
mantenerle in pregio
il
E quello >
che
a primi
eompa/sione
C*
benignifsimi letto-
to.
* *
-/
Alfurino Sura
Abraam Ortelio
A d'attico Sfsonc
M- Adamo
Agoftinip
Celio Dqnato
Ccrillia.no
Cefarc Baronio M. Cicerone Cornelio Tacito Coftantino Porfirogenito Coftantino Spandugino Corrado Brngcnfe Corrado Pcutingero
Grifi p p
>
CafparoPeucero
GafparoTigurino,dn.aut.
Ammano Monaco
Andrea AngcloDurzzino Andrea Cornelio Andulfo Sagaco
Annali di Fri fia
Chriftofano Varfcuiccio.
\j Auid Chitrco> dannato Autore. Dcfcritione del mondo Diodoro Siculo Diogene Lacrtio
AnnalfdiOlanda
Annali di Raufa Annali di Rufsia Annali de' Tutchi AnnaldtVcnctia
Annonio Monaco
Antonio Bofinio Antonio Geufrep
Gioanni Battifta Gioanni Boter Gioanni Coclco Gioanni Curopalato Gioanni Dubrauio Gioanni di Efsendia Gioannr Hcrburto GioianniLaziardo Gioanni Magno Gotho Gioanni Lcunclauio, dannato aut. Gioanni Nauclero Gioanni Villano Gioanni Sradio Gioanni Goroppeio Gioanni Gobellino Gioanni Monaco Gioanni di Thvuocz Gioanni Tigurino Gioanni Pineto
M; 'Antonio
Sabellico
Antonio Sconcouio Antonio Viperano Appiano Alefsandrino Arnoldo Abbare Arpontaco Burdegalcnfc Arriano di Nicomedia
M. Aurelio Cafsiodoro
S. Aurelio Vittore.
Aldafar Spalatino
Giacomo Caftaldo Giacomo Meiero Giacomo Vtrlingio Giacomo Spigelio Giacomo Zieglcro, dannato amore
Giorgio Gcd reno Giorgio Fabritio> dannato aut.
Busbeauro
btt
Gior-
Clorgio Pachimelo
orgio Tirio
Giorgio Vvcrcnhcro
Mariano Scoto Marino Barlctio Marino Bcnchemio F. Martino Martino Abbate Martino Cromer Martino Velcouo Cofscnti
Pomponio Leto
Priudegi di Cataro
no
Martino Scgonio Martino Vagneto Marzia no Capelli Matthia MecCouita
Giuni Cordo Godifrcdo Monaco Gothfrido Vitcrbicnfc Gregorio Dottore Guliclmo Cantero
GulielmoFritio Gunthcro Poeta
Mazochio
Metello Taurino Metodio hfi dorico chcl Riccio Michel Salonitano
R
.
Modcfto
Azario Mam ertine Niceforo Gregora Nicctc Coniato G. Nicol oDoglioni Nicolo Marfcalco Nicolo Stobeo
Eruordi
S Adone Grammatico
nato aut.
ScolafticoSmimeo
Scipione Ammirato Seruio Sidonio Apollinare
Sigiberto Gcmblaccfc
%ao O, Magno
Oncfimo
Origine de'Gothi
Hunibaldo
I OachimoCurco
Sacio Tzetze Ifidoro Hifpalenfe lfigomo appresso Plinio
1
Sozimcno
Spccciodc'Satfoni
Statip Poeta Stefano Bizantino Strabene Suffrido Pietro Mifnenf* Suida Sopimento di EutropioSuetonio Tranquillo
Iriaco Spangebergio.
JLAmbcrto
gente
ScharThabur*
LaonicoCalcondila, dannato
aut.
SurFridoMimenfc
LaurcntioSuro Leonardo Aretino Libro delle Cognitioni Libro delle parti di Prcgadi diRaufa Lodouico Ccruino
Symmaco
1 Eoderico Teodoro Spandugino
ri
Lucano
Lucio Faur.no Lucio Floro
Luiei Contarino
LupoIdoBambergio
Luit prandoTicinicmc
MA
Pietro Arropco , dannato autore Pietro Bellonio Pietro Bizaro Pietro de Caftro Pere Pietro Crusber Pietro Echilino Pietro Giustiniano Pietro Liu io
TeopompoChio
Teodolo
TitoLiuio
Tolomeo
Alcflandrino
TomaEbendorrlo
TrebcllioPollionc-
Trogo Pompeo
Tugcrionc Patavino Valerio Mafsiajo
A4.
P
reclino Conta
Pireo
Pio Secondo
Vaionc
*.V*
F.Vcgctio
Velici Paterudo
VgoFuluomo
s _
**
SIAVO'SIV uiuco
DESCRITTIONE
SCANDINAVIA
CHE FV L'ANTICA
PATRIA DE GLI SLAVI.
OIC HE
che con
quali tutti gli Autori,
no
nationeSlauadal liprefentialli futuri, affermano, econchiudono, che quefti vfeironodi Scandinauia ho voluto
le cofe della
,
mafsime
gli
habitatori delta
Dalmatia e
del
dell'Illirico,
Scon-
p^rtifet-
EtapprefTo de
Greci non era quali conofciuta; &dicmun parere dittero che lui era la Zona fredda della ter,
animale: pochi dirupila hanno fatto mentione; & alcuni pofero lotto quefto fpatio le fortunate
huomini di lunga vita,& di tutti mor tali giuftifsimi,aitri crederono ch'ella fuffe vn'ffola grande .Et per doue Plinio al 4. libif men tione deli Ifolc del mare Baltico di lei, cos par la. Delle quali Scandinava nbififtima, &di grandezza incomparabile. Fi Solino al 32.cap.
terre , e gli
i
1
mondo,
dice: Scanl'altre di
Germania, nh
vi
ha
non
Officina
f ftefla Ifola.
de laquale Girnando Alano per la fua grandezza chiama vn'altro mondo, officina delle
genti ,
nationi
La cui lunghez-
za
del
1800. e
meta', confinata
,
m ar Balti-
r*riinomi
rM
co chiamato d'altri, come Scriue Tacito Altomero, con diuerfi nomi, cio Germanico, Sueuico , Britannico, Baltico, Barbaro, Pomeranico, Artoo, Boreale, Setcentrionale,Glatiale,Co,
dano, & Vcnedico^Ccetto chedaLeUante,due ella quali che nell'ertremodi Tramontana ha gli Scrihnni, & Cardi a Confini de' Mofcouiti, per quanto ne moftraOUo Magno nella fua tauola.E opinione ancora degl'huomini dotti,che quefta fia la famofa T hule,& li loro fondamenti e ragioni fono quefte Mela mette Thule all'incontro della Germania inferiore. Tolomeo la colloca in fettanta tre gradi di larghezza , e ven* tifei di lunghezza. Procopi fcriue, ch'ella e habitata da tredici nationi & da altrettanti Re dominata; & che ella dieci volte maggiore della Bertagna. Stefano Bizantino la chiama grande & ui mette li Popoli Scrfitiani che fi dicono
.
Scandino*
ma ia
fa*
mofaThk
fe
hoggiScrifinni. Ifacio
Tzetze
interprete di Li-
co fronedice,che lai huleeLeuante della Bertagna. Le quali cofe tutte conuengono alla Scandia,enonad altra Aggiungi che vna parte di Scandial chiamaancorhoggiThuleMarca. Il mal Baltico che la bagna, nonfenteflufib, nerefluflb, & per e molto tempoftofo & peri colofo. Quando la Corrente fpinta dai ven.
ti
ce,
cede dalla moltitudine de' Fiumi & dei Laghi, che vi sboccano* Il contrario auiene quando la corrente procede da Ponente. Agghiaccia f inuerno tanto eccefsiuamente , che ui fi camina ft> pra con certe carette , che quelle genti chiamano
4
Sleiten
;
paflano
.
La
qualc,dice
altri
Scandin--*
wa
abbitn-
nomi fi ritene quelf della Scdia,che come dice egli, fignifica amenit, ouero bellezza. Percioche di benignit di cielo , di fertilit di terreno di comodit deporti & di mercati ,di ricchezze
dantifsi***
ma di tutte
le e of ne** e
ceffarieper
la -vita
bu-
mana.
maritimeli pefeagione di laghi,e di fiumi,di cac ciagione di fiere nobiliti vene incolmabili d'oroicTargento,di
Finlandia
habitatada
gli Slatti
cede.Da quefta li mdauano fpeiTo (fecodo che ri ferifee Solino al 2 f .ca.de'Setttrionali ) per Vergini approuate le prime biade ad Apollo Delio, Ma perche quefte no ritornauano per la maligni t de gli hoftieriinuiolate, eglino la deuotione, quale haueuano difeofto^riduffero fubitamte de tro de'cfinidiScadinauia.La quale hora cotiene in f tre regn i,cioe,la Noruegia Suetia,& Gothia con parte del Regno di Dania,& molte altre Pro uincie,comefono laBothnia,Finmarchia, Lapponia,& Filadiajaquale^come fcriue JV4uftero al 4 l.deIlaCofmograria,ne kpi andati fuhabitata dagteSlaua,&hebbe la lingua loro, rmtref
J
altre
Prouincie nella
e dominarono pi
ORI-
ORIGINE
^
5*
ET
-"GRESSO
Dell'Imperio loro
'ORIGINE,
& all-
humanit, perche, ancor che fuffero in fcftefle incolte, barbare, hebbero nondimeno i loro vicini gente data alle lettere, cui non manc odo, nftudio ina.
fatti,
vicine,ma ancora delle pi rimote. Mal'origine,&ilprogref. fo dello Imperio Slauo non fi pu cosageuolmente lapere. Imperoche oltre che gli Slaui poco limarono fmpre le lettele, e tutti i letterati, nonauanzando loro mai il tempo di poterattendergli ftudij,ealledifcipline,eglino per natura Barbari habitarono fra gente altres fiera,e Barbara, e conquella dei continuo gareggiarono. Ondeeirendoftati dal principio cos incogniti nelle vafle folitudmi della gente Barbara, all'hora primieramen te apparirono, quando i Greci, &iRomani, appretto i quali principalmente fiorirono gli ftudijdel^edifcipline, perderono,e le lettere, e la eloquenza inheme,Edendo ita ti a (Tal iti, trauagliati, e poco meno che confumati dall'armi de' Parti , Gothi, Vandali, Alani,Longobardi, Sa racini ,Hunni, & finalmente da efsi Slaui. E trouandofi op
prelsi (sida'proprij
Quadopri
mieramete Slaui appa
mono.
Uv
.i r<l
mali
ecalamit,
ex
REGNO
io tempo cTinueftigtrc, e mettere i nita rea Torigi ne, eTirftp refe delle genti ftraniere, mafsiarmeftte di quelle , che ragio-
ne hebbero in odio. La ondedouendo io con oreuit dire ioriginej&U SuccefsidiqueftanobiIifsirnanationeSlaua,m*in gegner cos ripofta materia di riferir pr tofto l'altrui, che
la
mia opinione. Perche al prernvpnpn far facile me bailo , ^indotti (coprir qtlV cble^chc fon onta^e nafeofte i diligendomi inueftigatori. del vero
.
Chiara cofa
pcrcommuneopinionede
slatti difcc
cheGiafet figliuolo
Qk
fa'**
maggiore di Noe, dalquale hebbcoriginelanatione Slaua, fecondo che riferirono Pietro Crusber Olandele al $ .de'Sett* ^rionali , Vitichindo Vuagriefe al .lib. della Germania,
&
AlefTandro Gaguino quindi li fuoi discenbtle diiuuiosaifcht prima nell'Ada, denti andorno in Europa Ycrfofertentrione, penetrandone!
nella fua Sarmatia,
dopo quelmemara-
&
Luoghioecapati da*
pofert
di
Giafet*
ladiQi\
paefchora detto Scandinauia tdoue crebbero in infinito numero, come tefti fica San Agoftinoal 6.1ib. della Citt di OU cdicc, chei figliuoli, e pofteridi Giafet hebbero du>j ' ,. r r cento patrie, ehabitarono quei paeu, che iono dal monte Tauro di Cilicia verfo Settentrione, per l'Oceano Settennio* naie, la met dell'Alia , e per tutta l'Europa infino alTQceano Britannico La qual cofa dimoftraua si IHnterpretationc del nome deflo Giafet, che lignifica allargamento; sancoralafelice imprecationediNofuo padre, il quale conofeen dochcneceflTariamentedoueuanoelTereletre conditioni della vita humana,& ailegnando il fuo vfficio ciafcurto de'fuoi figliuoli, acciche ogn'vno di loro correfpon delle alla gi prefinita vocatione , parl loro in quefta fntenza Tu Sem ora come iacerdotc amminiftrando il diuino vfficio:Tu Ch lauora coltiuandola terra eli campi, & efferata n do l'arte meccanica. Tu Giafet reggi e difeudi come R, &eflcrcita Tarmi
.
'
arme.
inuiolabilmcnte.Ondcgli Slaui difendenti di Giafet femptt r -, P c U , furono nel! armi prodi, & iignorcggiarono molte genti. Or*
i , -
DE GLI SLAVI.
maniera, chela grande Scandinauia non gli potala capire, partiti da quella >(iecondo che riferiiccno Mctodio Martire, AbbatePrunienfe nelle Chronichc, Gior^
tifi
& moltiplica
in
T*rteno
uia.
di
Scandma.-
deGeti, PaoloDiacono,&Franccfco Irenicoali.lib. alcap.46.)eabandnandoin gran numero nidi paterni, fecero loggeua tuttala Sarmitia Euro peajaquale(fecondo Tolomeo dall'Oriente terminata dalla Palude Meotide, e dalla Tana, dall'Occidente confina conia Viftula,daScttentnone con l'Oceano Sarmatico, & damer d co'Monti Carpa rhi. La prima partenza de gliSlaui dalla Scan dinauia^f ,comefcriue Alberto Krantioal2.cap dellaSuetia, lotto Ottonelo Giudice degliHebrei, innanzi irempi
i. lib.
)
nando Alano al
Sottometti no Samaria
Litro-
pca.
In che tem
de'
R. Percioche coftui eia immediatamente lucceduto Giofu fuccefiore di Mois, Tanno del mondo 57PO. eprima della venuta di Chrifto 1460. annmelcjiial tempo vfciro-
p gli
Si vii
partirono di
Scadinauix
Slaui efeo-
Scandinauia i Gothi, e lotto nome loro accora gli Slaui,- fecondo che fi legge appretto Vitichindo V agri eie ah. lib.dellaGermania,&l'lrenicoali.Iib. a) cap.8.peroehe (come qui innanzi inoltreremo furono gli Slauivnameddma natione co' Godi. Hauendoper tanto la nationc Slauafoctomefla all'Imperio fuo tutta la Sarma ria, fi diuife poi in diuerfi capi, & hebbevarij nomi echiamaronfi, comeferiuc Gioanni Dubrauio al 1. hb. della Boemia Venedi, Slaui, Anti, Vcrli, Eruii, Alani, MalTagcti, Hyrri, Scyri, Sirbi, Emincleni, Daci, Suedi, Ferini Fumi, Prulli , Vandali, Burgundioni , Gothi , 0(rrogothi,Vifigothi , Geti Gepidi Marcomanni, Quadi,Auari,Peucini, Ballami, Rottola ni, oueroRulsi e Mofcouiti, Poloni , Boemi, Slcfi, & Bulgari, iquali tutti furono vna medelima natione Slaua j. La quale ctiandio hoggiYcomealTerilconoDauid Chytreoal 5. hb, della Sallonia, Paolo Giouio nelle leggi di Moicouia Giorgio Vucrenhero & Lorenzo Suro) la pi grande di tut tcTaltre. Poich di natione , & lingua Slaua non folo lono quelli , che habitano la Dalmaria,l 'lllirico^'Iitria, & Carpatilo; ma ancora mol(caltregrandiilime,& potentissime genti, Bulgari ,Rafij , ouero Ralsiani, Serbi, Bofnefi Creati PetigorlchijCiovicinihabitantiacinqueiwonti.Kufi, Podo-
no
dalla
nome de
Gotbii
Sidiuidono
in molti
Ca
pi*e predo-
no yarii n$
mi.
-,
T^atone Slaua e pi
grande
tutti-.
di
Luoghi
bitati
ed
prejente >a
dx
gli Slaui.
8;
R
,
G N
:
Q
i
dolij,Po!ini,Mofcouiri, &Ccrcafi parimente Pomer?ni e quelli, che habitano preflfo il Golfo Venedico, infino alfiumeAlbioj lereliquiede'qualiancor hoggi fono chia-
Coflumean tcodisar
****'
mati dai GcrmaniSlaui, &Vinde, Vindi: vltimamentc fono i Lutaci , Caffubij, Mora ui, Poloni , Lituani, Slefi , &c Boemi. Et. per dire breuemente la lingnaSlaua fi ite n dev dal mar Cafpio in fi-n alla-. Safsonia^ ; Et dal mar Adriatico fino al Germanico 5 nei qush luoghi tutti fi ri troua la natione Slaua . La quale habitando nella Sarmatia fi moftr fiera , guerriera , & Tempre vaga di gloria.Scriue Pomponio Mela,che l'antico coftume loro era di non fermarli mai in vn luogo , ma fecondo che gl'inuitaua la commoditde' pafcoli , ouerocomel'inimico, chefuggi,
ua,daualorolaftretta,cos
mutauano
.
le
ftanze, etralpori
liberi
& indomiti
Per non
cofa d'ammira-
re feancor nel
tempo d'AuguftoCefare, comeferiuc Scarabone, vifleromefeohi ti fii Traci; & f poi occuparono conl'ar
quafi tutta l'Europa,
mi
Perche, (
come
fcriue Alefandro
non
tempo pcradietrofia ftara vn'al tra pili Imperoche quelli con facilit iopportauano li
i
freddi,
ra
i
ghiacci,
incommodi diguec
&peracquiftarfi vn nome gloriofo, e immortale, poco flimaronola propria vita, la quale, (hmdo tempre in trepidi*
Di quella fegnalara fortezza, valore, e ardire dell animo inui tto de' Sai mari, Ouidio Cafone, che da* Romani fu mandato in ellilio nella Tauiiea, per vn raro miracolo fcrilTe Senatori Romani & fra gli altri Mafsimoal i.lib, dell'Elegia a.nclieguentcmodojcriue:
mille pericoli.
:
-
elponeuano
?Wj:l mezj)
OuiSo de-
di nemici &* de
>
pergli
So
come con
la patria
'
ancor la pace
maliT*
4H* P erfare
D
DE GLI SLAVI.
Di vipereo vele bagnata e tinta . Jgu vanno intorno a le /mar rtte mura
,
Che s'aggirinointorno al ch'info ornie . 1)i baflton vedi ingui/a a* i tetti intorno
Affi/si dardi >edela porti
a pena
AL MEDESIMO. ELEG.
CiocheUS armata /accia
lafige y e'I terren
y
,
III.
eco chel
denoto
fier^
T aurico
A' la Diua 0refiea 9 quel che /an Paitri Centi l douetlfiro al gel s'indura
Qui
;
human feme
ella
e
Roma
Non
s bella, e l'armi
De
le
/quadre cCtAufonia
non teme .
Che lafan
corragio/a archi ,
faretre
E perche
Lungo tempo la fete , e con la (et T* a fame, elfuo nemico in lei fegundo
Nontrouer gi maifiume
,
ne /onte
ET A VESTALE ELEG.
Veditufiejfo ben , come il bifolco Jafio feroce i Carri onufiri guidi
VII. LIB.
UH.
e vedi fitto
Vaduneo/err9
il
pu dunque benifsimo comprendere quanto furono Tempre bellicolii SarmatU e che all'Imperio Romano non furono gii mai foggetti, Anzi jdiccndo Ne cura te Roma che fei s bella juefti nel tempo di Mafsiminq Imperatore valicato l'Iftro
quefte
Da
parole d'Ouidio
fi
entra-
IO
Entrano
nclClUiri*-
G N O
Hpman s*a
/tennero se
entrarono nell'Illirico, nelle Pan no nic,& nella Mefla,&fac chcggiaronoil tutto,- ne hauendo lafciata cofaincera ( iec ondo che fcriue Allentino ali. lib.)arTalironoetiandio le Cohor ti de' Romani, ai qualipi volte diedero che fare 5 e l'Imperio Romano fempres'aftennedi faregucrra a Sarmati, giudican
do d'hiuere fa ttoafl'ai, f declinando la fierezza loro gli rigitta uanoda f. Vitichindo Vagricfe, fra gli altri auttori,fcrifle le
guerre de'Sarmati antichi, e dichiar benilsimo tutte lecofe loro. Pausandole noi adunque con filentio, veniamo quelle
de
habitandoancora
nella Sarmatia,
fi
prefero
venda,
gono
origineda'Vinidij Venedi nationediSarmatia,ccopiofa di popoli, come tefhfica Cromando Alano nelfuo Gerico :oue
cos parla
:
Venedu
Verfo
la
parte di drento
la
Dacia munita,
,
e cinta
al la-
a guifa
to finiftro, che
la
4
Slauiuo %it
mttnenfe.
tionede Vinidiabondantedi popoli. I cui nomi ben the ho radano mutati per diuerf Famiglie, eluoghi; piincipalm te nondimeno fono nominati gfiSlaUini,e gli Anti. GliSla-
\Anti Slatti*
e loro habi
fattone t
Quado
gli
Slaui fi pre
fero ftcfio
nome.
uinihabitano dalla Cittnuoua, edaShuino Rumunenfe, e dal Lago chiamato Mufianoinf no al fiume Danaftro,euer fo la Bora infino la Vifcl. Ma gli Aati ,che fono i pi forti di quelli, chepiegan al mar Pontico , fi (tendono dal fiume Danaftrofin'al Danubio * I quali fiumi fono dittanti iVno dall'altro moltegiornate. Et poco di poi dice. I Venediefseri dovfciti tutti da vh ftirpe, hora fono venuti fetto tre nomi, cio Venedi , Anti,& Slaij quali % permettendolo cos Dio perii peccati noftri , moftrano da per tutto gran crudelt. Vitichindo Olandefe al 2.1ib. de Venedi , & Geremia Ruffo ne gli Annali di Mofcouia fcriuono, ch'egri Stati habitandoan cora nella Sarma ti a,e vedendo che nellccontnuegucrre, che con diuerfe genti faceuanO, reftauano fempre vittoriofi, fi 'prefero quefto nomedegli Slaui^col quale poi (fecondo che ri riferifee Rinaldo Brirano al I.l.dellc Croniche) fatta vnapotc te armata nel mare Vcnedico , con quella i,ffalirono l'nghilteira
,
&pcr
effere
huomini
di
DE GLI SLAVI.
Giganti. Quello
dieial
i. li
i
n
Slaui affai
(le (To
tana
e oca
il
pano
Re-
gno d'Inghilterra.
che poter in cattale coiedclla Bntannia,di commuti parere d fiero , che Bruto, il quale dal nome Ilio chiam Britannia, quella cheperauanti fu detta Albione, fcaccida quell'Ilota i Giganti chiamati Slaui, i quali, come fi vede nella Cronica d'Olanda, fndo icacciati da quei luoghi, & cercan do nuoui alberghi , arriuarono iliti della Safsonia inferiore, hora detta Frifia,-e non vitrouando alcuno, sbarcarono in terra; ma tolto furono fatti ritirare alk loro naui da glihabitatori di quei luoghi, chealPimprouifa gli alfalirono: & partiti quindi pattarono con le naui pi adrentoverfo l'occidente, in fin che entrati nella foce del fiume Mofa, e
1
Slaui
/li-6
mati Gigali*
fermatiuifi
di qui,
Slaueburg %
edificato da
vna Fiocca molto forte, la quale dal nome loro chiamarono Slauenburg. Ilcheauennenel tempo di Samuelo R d'Ifrael, innanzi la venuta di Chrifto 900. anni. A quella Hiftoria d'Olanda afIcntono ancor tuttelenationi vicine. E poco dopo l'iftefFo
SufFridofoggiunge, e dice Quelli ,che icacciarono gli Slaui , furono i Sueui, i quali hauendo prima fcacciato edandio gli Alani, habitarono tutto quel tratto di paefe, ch' pofto fri il fiume Fleuo, & Sueuo. ApprefTo Giouanni Nauderoalla 5 i.Gener. famentionedi quello pofTefTo degli Slaui d'Inghilterra, &dice, cheBruto , il quale fcacci gli Slaui d'Inghilterra, fu figliuolo di Siluio, & pronepote d'Enea. Gli altri Slaui, chea quel tempo reftarono nella Sarma ria, gagliardamente, econ grande animo s'oppofero ad AlelTandro, che per le gran cofe fatte da lui fi chiam Magno 5 il quale cercaua, e fi sforzauapriuar efsi della loro na fi:
gli Slaui*
Slaui re/i-
fionoad A*
leffandro
Magno
liali berta.
Onde
appiccatala battaglia,
d'Aleffandro, e tagliarono pezzi due mila pedoni, e trecento Caualicri Macedoni. Quella cofa
coftume, <&lerrore de gli altri Scrittori Italiani , i quali non hauendo cognitione del nome di qualche popolo , finitamente, come dice Alberto Crantio., ricorrono quello de gli B 2
attribuire a gli Scithi, feguitando
il
tano d'jlItjjandro.
12
gli Scichi
lira
.
R
Ma
G _N3 O
ali.lib. de'Boij
Giouanni Allentino
mo-
Varti nomi
degli Siala,
apertamente, che qucfti furono gli Slaui ,- & dice cosi. Vennero ad AlefTandro Magno etiandio gli Ani bafciai quali da gli fcrittofidi quei dori de* Germani Orientali tempi fono chiamati Sarmati, e Scitfoi, e da noi V'eri ed ,
,
*
& cil
la
chiamano
la
i
f freisi
Slaui,
quali
,
hauendo
rotto nel.
giornata
al
gente
d' AlefTandro
Ambafciadori,
Q.
Curdo
Vnti
Ma
fa
al paflare neceffaria
apparecchiata,
al
quando Venti
Amgli al-
bafciadori
modo
Slaui vanito
addile/
.
fandro
loggiamenti portati al R fecero nuntiare, che a lui voleuano certe ambafeiate riferire. RiceuUti adunque dentro al padiglione , & fatti federe, nel volto del R gli occhi teneuano fifsi Io credo checi facefTero, perche (limando l'animo fecondo la grandezza del corpo, queilo loropareua piccolo, e non equale tanta fama. Gli Scithi non hanno come gli altri Barbari l'intelletto rozo , & lenza* dottrina alcuna , e fi dice che alcuni di loro pigliano fapienza , & tanta , quanta poilbile eiTere imprefa da vna gente,la quale fempre fole (lare tra Tarmi. Quelle cofc , le quali efsi ad AlefTandro riferirono fono aisai dilsi mili da'eoftumi noftri, & di coloro , i quali hanno ri-~ ceuuti tempi ,&iugegnipi gentili. Et bench il loro parlare fi potefi conuincero , nientedimeno la nottra fedev in quefto debbe efTere faluata ; quelle cofe le quali da loro furono riferite , da noi qui faranno pofle giuda-
mente.
Oraone
degli Slaui
Vno adunque
fi
di loro
&
pi antico in quefto
modo
eguale,
adjlcflan
dro.
mondo non
hauendo con-
feguico,tuvorreflifapcrcdoueloiplendoredi tanta diuin ita (1 nafcondcfle,in tal modo tu defiderilecofe, le quali non puoi conseguire . Tu dall'Europa te ne uai in Alla, &: dall'Ada
palli
nell'Europa
le
no, con
Sctuhauerai vinto tutto il genere h umafelue,& con le bel:ie,con la neuc, & coi fiumi,
.
farai
BB'OGfS K>SE AV
farai guemr*
t)
Hor non
fai tu
*enipo.crefcono,& in vna fiora poi ionoltirpati? Sfolto e co& non mifurlloro lui, il.quale il frutto diqucUi: riguarda o altezza . G uarday chtvolcn d 'ai-La cima d quelli ven ire, co rami , i quali tupigliccai, non cadi ni terra. llLeonealcuna volta fta caribo dipiccoiiflnv vcelli , il ferro dalla rugine confuinato.. Niunacoia canto ferma, alla quale non fopra Checofahabbialtia il pericolo ancora Ida. vnacbfa debole
i
.
mo noia irceco?
fu la terra tua.
Slaui
Honion
Noi non
non
pjoffbnojcr
uveatruu
no da
i,
,
acci potiate
va' aratro,
le
Mandami
doni ad A*
Quetecofe , econ gii amici , & contea ni mici noi fogliamo viare. Le bla de acqui (late con la fatica de. buoi notri, noi diamoa Ir amici, e con loro noi Xiellc tazze alli Dij il vinofacnrichiamo, ci nimici da funge con le frezze, & conlliaftad appretto perco riamo. Et cos noihabbiamovinto il R diScichia, & quello di Media, 6c fmilmence quello diPcrfia. La via noi infino -nell'Egitto fiata aperta. Ma tu che ti foli vantare, chefei venuto a perfeguitare i ladroni , di tutte le nationi, douunque tu ila giunto, tu medefimo lei vno ladrone. Tu hai prefa la Lidia, & occupatala Soria 5 tu tienila Perfia> in tua poterla fono i Batcriani, tu in India vuoi andare, &gian -
& la tazza
UJfandrOm
l^ota che
quejli JLr*
bafeiadori
non erano
Scitbi
*
cora tu diftendi
tiabili
alle
pecore nollre
le
tue auare,
&
Terfa , cr
paffano fin
infa-
mani. Che bifogno bai tu di ricchezze , le quali ti fanno hauere pi fame ? Tu primo tra tutti gli altri con la fopra abondanza hai acquiftata la fame, ac-cioche quanto pi tu haueisi, tanto pi deiderofamente quello che tu non hai appctifei . Hor non ti viene
a Egitto
memoria quanto tempo tu tardi intorno Bafsi , mentre che quelli tu per forza, vuoi vincere? I Sogdiani hanno
iicominciata
la
guerra
te
Et bench
tu fia tenuto
maggiore
&pi
forte
che gli
al.
..
14
altri,
R E G N O
fi
nientedimeno niunopuo follenere Signore foreftic* ro. PaiTcrai vn poco la Tana, & faprai con quanto fpaGliScithi tu non maiconfeguirai. La pouert noftra farpi veloce, che Tcflercito tuo,ilqualefeco porta la preda di tante nationi. Etquando tu credetio ella
diftenda.
fortuna
jugau,
opinione
deglislaui
"una.
che noi famo da lunge, tu civederai ilare ncgiiallo^giamenti toi . Con vna medeima velocit noi feguidamo, sfuggiamo. Noi vdiamo, che da' Greci per pr ucrbio tenuta in beffe la folitudinede gli Scithi $ ma noi pi toito amiamo iboichi deferti , & Voti d'ogni coltiua mento, chele citt, & abbondanti polseiloni Per tanto tieni con le mani ftretta la fortuna tua, perch'ella fugace, ^ contro alla volont iua non fi pu tenere . Seguendo tu il falutifero configlio , & quello, che il tempo prefente te dimoftra, meglio alla tua felicit porrai il freno , & pi facilmente quellapotrai reggere. Inoltri dicono, chela for tuna fnza piedi, & che ella folamente ha le mani con le p Cnne> & che quando porge le mani, le penne toccare non lafcia . Etfinalmentefe tu fei Dio, tu agU huomini debbi concedere beneficij , & non torre i loro propri j. Ma f tu fei huomo, quello che tu lei, Tempre eflere ti ricordi. Stolrai,
.
te
mede-
Termfsi
fimo difmentichi. A chi tu non farai guerra, coloro vfrai perhuomini amici. Imperoche fermifsima e quella amicitia , la quale tra pari . Et pari pare che fieno coloro, iquaColorochc jj non nanno fatto l'efoerienza delle loro forze x
.
t
.%
tu hai vinti
Da
ftgnor
alferuono pu efler
Amicitia
.
do la fede giurano
che fra il Signors feruo non pu elfere amicitia alcuna. Nella pace ancora noi fogliamo offeruare la ragione della eli ffra giuramento la g uerra Non credere, che P Scithi con ^ & n. r # , A tale tia affermino , eisi leruando la tede giurano* Quefta cautela nel coftume de' Greci , i quali i fatti fegnano , fogliono inuocare li Dei, Chi non riuerifee gli huomi ni , ingannali Dei: N a te bifogno di quello amico , della benevolenza del quale tu dubitar polsi* Et per certo tu ci harai guardiani dell'Alia > & dell'Europa
.
, ,
.
&
La
DE GLI SLAVI.
dcra,fe noi vicini all'uno
La Battra noi tocchiamo doue la Tana la diuide, di l dalla Tana, & infinoalla Tracia fama chcfia connonra la Macedonia co'colli di Tracia, &coifuoi monri. Tu reco confi
tu uogli
ha-
R
fi
rifpofe
confidaua molto; &finalmenteil coniglio di quelli, che loconfortailno , accioche niente con temerit fa celTe. Onde fendo poi Aleiandro azzuffato con \ rr r tutto Tenerci to con quefti Slaui, perde non pochi de luoi,
na,
nella quale
.T [ ccit gufano }l
^icjjar.dro
Ma&no,
daua loro la flretta , fi ritirarono, fecondo ch'era il coftume loro, drento la Sarmatia. Nella quale cjuelle cofe, che dal principio fecero, e le nobili, & illufori imprefe , alle quali fi mifero,& che poi con profpero,
le forti
d'armi,
conduifero fine, s'alcuno Thaueife volutemettere in carta, credo, che a ci non farebbe fiata bastante l'et d'un h uomo. Imperoche quella guerriera natioe
felice fuccelTo
femprc mira alle cofe pi grandi, fi rifolu d'abbandonare i deferti della Sarmatia. Onde partendo, fi diuifero in due parti.' Vna and verfo Settentrione, & occup Ieriue delmar Baltico, fecondo che riferifee DauidChytreo al 3. lib. della Safsonia, oue cosiferiue. Il marBaltico incomincia dal ir rx i-ri r n laroccdel nume Drauo , porto di Lubecca, & 11 itende per ducente, e cinquanta miglia Germanichefr la Germania, Prufsia,, Liuonia, RuGia, &i lidi oppoftialla Dania, Gothia, & Finlandia , infino Vuiburgo I popoli HenetijOuerVenedi, i quali da Germani fono chiamati Vuenden , dagi'ItalianiSlaui, &dai noftri fono detti etiandio Vandali, occuparono tutta quella ri uiera del mare Baltico. Gioanni Auentinoal4.1ib. dice: Jluoghivicinialmare Venedico fono habitati da gente ferocifsima, cio Eftij, oc altre nationi Slaue dalla parte d'Oftro . Et Tolomeo al 5. Libro al Cap. 5. dice i Venedi grandifsimc o genti tengono o o 1 ' gran pane della Sarmatia per tutto il Golfo Venedico . Ma
gli Slaui
flette
c de
non mai
quieta,
& hauendo
slauiparto
nodisar--
tri
^T-V-f duufiidue
parti,
vna
le
occup
Baltico,
Germani fo nocbiamatlFuen
tt>
slauigen*.
tefaoctffi*
zna }
& era
diflma.
di
le
Vencdgra.
dijstma
REGNO
.
te.
L'altra par
te degli Sia
Venedi Slaui diremo poi al Tuo luogo L'altra parte de gli Slaui, che prefero volta verfo mezo d, occuOnde cercarono poi impatroniifi pla riua del Danubio
di quefti
ui
occupa
la ritta del
Danubio; e
e cerca im
patronir/i
dell'
ImpeGrecoi
rio
tene, e Prouincic continuamente infettando, alla flnefoggiogarono moltedi cjuclle fecondo che riferifee Procopio di Ceirea,il quale fu il primo , che Ci fappia , che fefifle di quefti, &delle guerre, ehefeceroco* Romani Perche al primo libro de'Gothi cos fcriuedegli Slaui In quello mezo Martino, e Valerianoarrietiandio dell'Imperio
,
Romano
le cui
Trocopio
di Ce/nrea
uarono
ti,
ti,
fu il primo,
che
Jcrijfe
,
conducendo feco mille, e feicento faldadei quali la maggior parte erano Hunni,SlauJni,& Artl dal Danubio, non molto lungi i quali habitano di
Belifario
le cofe
Ma Bcllifario
,
eflendo per
la
guerre de
gli Slatti
.
Slam
fot-
to Belifario
militano in
Italia coti^
traiGotbi.
Behfario fi
moframol
to
allegro
per la ve*
tinta
degli
SUiiinlta Ha,
Slavi molto
atti per /la
d'opinione d'azzurTarf con l'inimico- Et al 2.1ib. Ogn'induftria(diceegli) metteua Bellifario di far prigione alcun'huomo fegnalato de' nimici, acciche da lui fufle certificato, con che fperania Barbari patifsero s grauimali. Effendo adunque Bellifario in quefto pender, Valerianogli promette fare opra in quefta coiaij perche diceua che nella fua banda erano alcuni della na* rione Slauina , i quali erano afsuefatti ftarenafcofti (otto qualche pietra, arbolcello , e in quel modo prendere qual voleuano de'nemici, delche,&al Danubio, doue cfsi haueuano le loro ftanze , & Roma con tra gli altri Barbari
to
molto
allegro
era
re neU'infif
die.
ne haueuano fattaiiperienza. Bellifario adunque, eflendogli marauigliofamentc piacciute quefte parole, fubiro command Valeriano, che diligentemente procuraffe tal cola. Quello all'hora (ccfe vno de gli Slauini, ilquale auanzaua molti di grandezza di corpo, edigagliaidia, & era vslo^
roffsimo,
s'ei
&molro
atto
tal
cofa
&mandollo
vedere
poteua pigliare vn de' nimici, & che lo menafse f r dC fecegli vn monte di promeffe, pur ch'egli mandfle ad effetto quefta cofa. Quello Slauino adunque preftamente andandola innanzigiornofal in quel Colle, doue ogni d fcombatteua per fegare herba per li cauallij &iui poftofi
in terra,
&
coperto traglifpini,
frette
nafeofto
Di poi
,
'
fac-
to giorno
vn
certo
tor dell'herba
ne
fo-
DE GLI SLAVI.
,
17
alcuna , fpefTe volte All'hora in venile qualcn vno dc'nimici per prenderlo vn tratto lo Slauino vfeito degli aguati, aliali il Bar.
vn Siano.
baro di dietro
&
to in braccio, lo
nente, e dicdelo libro: Era, dice,vn certo Childibio della famiglia , & Corte di Giuftiniano , huomo veramente efperto, ^molto diligente nelle co f della guerra
,
mezo cos tolport nel campo de' Romani incontanelle mani di Valeriano. Et al terzo
abbracciatolo nel
,
e in tanto difprez-
che egli fi teneua ricchiisimo nel denaio proprio hauere, quando non haueua del tutto niente. X'Impcratore il quarto anno del Tuo Imperio fece coftui Crefetco di tutta la Tracia , per la guardia del Danu io, accioche lo cuftodifle in maniera, che nell'auenizatore
del
,'
ic
li
Barbari
non
lo potettero
pattare.
,
Jmpemchc
nel
tempo pattato, Ci come gli Hunni c^si la gente degli Anti,& de gli Slauini , valicato il meddimo fiume, fece di mali infanbili a'Romani. Ma Childibio da que* fio tempo in poi diede tanto isbigotnmento a* Barbache per ifpatio di tre anni , & quanto tempo fu ein quefto gouerno , mai pot pattare niun de' Barfli ari quel fiume per aitai tare i Romani 5 a-nzi pi prc fto Childibio co i fuoi Romani, pattatolo Ipcfle volte, haueua tagliato pezzi vna infinit de' Barbari &c molti ne haueua fatti prigioni , e fchiaui Nondimeri
,
,
.
Shuifann
grandi/si-*
mi
ali'
danni
linfe-a-
no
no dopo
il
terzo
gli
anno
pattato di l dal
tutta la
poca gente,
.
venne incontra
Childibio
Capuano
delfini pc-
Onde appiccatala battaglia,cad Childibio con molti Roma ci Dopo quefto gli Anti,&gli Slauini entrati indifparere,
vennero finalmente alleman oue gli Anti furono fuperati. Etfoggigepoi,edice:Mala nationedegli Anti,& degli Sia nini non gouernatada vnfolo huomo: mad'antico tempo
:
radore tot
to,
enei-
lagwrna
morto
gli
da Slam Jinfupe*
da gli
vi -
viue nella popolare, e commune libert , e per tutte le colo, lcqualivtiliiono, peraucnturamalageuoli , le portano nel conllglio di tutti . L'altre cole tutte fono pari , fomi-
rati
Slam.
Slatti
&
ueano nella
Topolare
libert
leg-
iS
6pM9W0
degli Sia
ni circa
REGNO
<
:ggc,& inoltrato da loro maggiori quelli Brbari ,ehd cne u ra Discatore ae nummi, ra uuci, tra li Dei, vn che fia fabricatorc de' fulmini, credano fia
Signor de tutte le cofe , & iblo, & che quello deb bian facrificarc buoi , & altri animali $ ma che non conofeano la fortuna in modo alcuno , & confefsano che non ha podeft alcuna (opra gli huomini . Ma poich per morbo a cafa , in la guerra la morte fouraila loro, fono obligati per commandameiuo che, f per a ucntura xicouerino la fanit , fubito che fono fcampati da quel pericolo della morte, di adempire fecondo ii voto, cV promeflc il lor fcrificio, & tengono fermameli* te in quello modo hauer ricouerata la fnit con quei facrificij , Quefi oltre ci adorano IeSeluc,e Ninfe con
altri
uligione*
Ufortuna,
Culto degli
SU'4l
.
Demoni
quali
fanno
:
fcrificio
e nel
facrifi-
SUui
te
u
alle
niagiorpar
Et habitano in certe capanne molto difcolto lVna dall altra, feonce , mal fatte, mutano fpeiTo il luogo della loro habitatione, come fuol farli , Ma nella guerra la maggior parte pedoni vi
carc
fanno pronoftichi
&
&
&
$
vano pt
contra
il
nemico portando
rotella
&
halle in
mano
doni
del corfaletto
non s'armano,
tra
,
&
alcuni
non hanno
velie,
inerte
ne noua
de
n Iogra
Arme
fti
guerra
in
Slam,
Slatti
Cono
di
lunga fta
tura,& va
lenti di fot
lingua loro barbara, ne fono differenti della forma del corpo tra s, iono valenti perche tutti fono di molto lunga ftatura, di di forze corporali . Quanto al colore del corpo , capelli, non fono ne rroppo , ne al tutto rofsi , nmaoco vanno nel negro fatto,- ma affai pi nel roffo - La
contra nimici
:
&
la
&
&
Incorpora
il.
lor vita
molto dura
,
non
polita
ma
diipregiata
Fanno
dura.
ulta
modo
Tronfi* no falera*
ti.
empionfi di cibi poco delicati, nondimeno aftutti, & federati non fono. e foizi fare de guaiti , & depredare tengono lo itile de gli Hunni. Et in vero anticamente era vn limile fopra nomea gli Slauini>& nti,- perche gli antichi li chiamarono Spori, che voi direlparfi, perefferc, com'io pcnfo,che quelli habitauano vno per vno feparatamentc nelle loro capanne; & hanno affai paefe , come quelli che rubi-*
de' Malfa geti
:
&
Nd
uno
Et
G L
,
SLAVI.
.
?
Cognome
antico
gli
ch* di l
que fuffero molto fieri, e Della religione no in gran venerationei loro Sacerdoti di quelli Anti fcriuc geremia Ruffo negli Annalidi Mofeouia, che , fra gli altri Dei, adotauano vn' Idolo, cui lotto i piedi taua vii capo dhuomo, cvn altro di leone nella delira mano teneua vii dardo , e nella finiftra vna palla d'argento , e lo chiamauano IACOBOG, cio Dio forte Quello era Separato da gl'Idoli de gli Slaui Dei quali Procopio al 3. lib. feguicande dice: In quello tempo l'efferato de gli Slauini paflato il Danubio , fece grandilhmi danni , e graui mali a tutti gl'Ulirij in fin'Durazio , parte di quelli tagliando pezzi , diparte lenza haucr rilguardo al (eff , ne all'et, quelli, che poteuauo menarono in cattiuit, e portando viale loro facult, da per tutto fi moflrauano crudeliilmi Occuparono appreffo molti , e fortifsimi prefidij in queiluo ghi , & feorrendo attorno fecondo loro veniuain talento, depredarono il tutto. Ma i Principi de gl'Ilhrij fatta mala di quindici milla combartenti, e con tuttoch fubito andarono feguirar l'inimico , non olauano per
. .
.
de
Slaui
i
appreso Greci .
Slaui riue
nfcommol
toi loro Sacerdoti
.
IMOBOG
Idolo
degl'enti
Slauini da
no guafto tutto r II
lirico.
Occupano
molti prefi
4ii.
d'approfsimarfegli
leiercito
Et altroue
In quello
tempo, dice
de
il
gli
traghettato
non pi che tre mila perlone, Danubio con facilit, non effendo chi loSlauini,
,
ro s'opponeffe
li
delle
capitani del-
fendo venuti alle mani , chi nel'Illirico , & chi nella Thracia , furono nella battaglia rotti, Se ammazzati con gran parte dei loro . Quelli, che erano reflati, fi faluarono conia ruga. Sendopcr tanto quelli Capitani morti nella battaglia da'Barban, che di nume* io erano molto inferiori, Asbado, che fu gi armigero
delll'Imperadore
caualli,
,
Romano
Slauini da no rotta i
gVeffemii Rimani.
& all'hora
venne ad azzuffaril con vn'altra Barbari Oue poich li fuoi furono cacciati in fuga vecii , egli venne viuo in potere dc'ncmici , cui haucndo gli Slauini tagliate alcune correggie nella fchena,
,
&
Slaui, cr
arfo
ebut-
20
ND03
Ora
CI
Slauiefpu
gitano
la
Citt del-
l'imperio.
Stratage-
me degli
Siam.
efpugnando ancora la Citt maritima , quantunqj ella ne haueiTe drento afe vn molto forte prefidio , e fufle la Metropoli delle Citt polle al mare, la qual' lontano da Coftantinopoli dodici giornate 5 e la prefero con lira tragema. Imperoche molti de* Barbari s'erano n a (co fi attorno le mura, e ne i luoghiaflai malageuoli,-e alcuni pochi arriuando trauagliauano molto Romani alle porte dell'Oriente, che alla difefa delle mura llauano. Onde quei foldati, che fi trouauano nel prefidio, non credendo, che vi fulfemagi
gior
numero dV Barbari,
.
di quello
fi
vedeua, prefero
libi-
to l'armi in
t, gli asfaltarono
iRo
mani
lpofti
non curando
e
fi
ne
gli aguati,
fubitamenteefcono fuora,
moltra-
noa' Romani, che dauano caccia alli loro, e toltili inmezo, tagliano tutti ildi Ipada. Poi voltati contro la Citt, le danno aflfalto. Ma li Cittadini vedendoli abbandonati dalli foldati, nfapendo che fi fare altro, pigliano vna gran
quantit di pegola
bollire al
,
e quella
&
fatta
fuoco,
falli,
la
gettano lopra
;
zauano
falire le
mura
&
fpelfo
Quindcci
magati
da
Slatti .
perta
corpi
ti
di
mot
gli
da
che quali erano fuora di pericolo. Ma gli Slauini haucndoli fatti ritirare dalli ba Ilio ni col continuo lanciare de' dardi , che faceuano contra di loro, attaccando le fcale alle mura, nel primo allatto pigliano la Citt, e ui ammazzano quindici mila nomini j & faccheggiata ognicofa, li putti, e le donnemenano in cattiuit. Con tutto che ancor dal principio, quando che cominciarono ad aflalire le terre de'Romani , non perdonalfero niuna et; ammazzando tutti coloro, ne'quali s'imbatteuano , e in tanto numero, che la terra degl'llli&quelli,che rij,e de'Thraci era piena di corpi infepolti loro veniuano incontro, faceuano morire non de Ipada, lancia, con altra vfta forte d'armi ma ficcando in terquantit di
:
giani
ra
DE
CE
'S
LA
V
li
ir.
Crudelt
milcri mortali,
cacciando loro.la fummit del palo , elicer altres moltoacuto,gi perlcparti pudende, &lpingendodrcmo a gl'interiori > li tormentauano grandemente. Vn'altra forte di tormento fi haueuano immaginato. Imperoche a quattro pertiche grolle, e ben ficcate in terra legauano i piedi, e le * 4 - ri mani de gli lchiaui , a quali poi pcrcuoteuanoil capo con Vn baftone, come (e quello fufTe d'vn cane, ferpente,c in quefta maniera io faceuano fra li tormenti morire. Ec quegli altri che per la vecchiaia, altro impedimento non poteuano menare feco, l'erra til' in vn luogo ftretto infie-* meco' buoi, & pecore, gli brufeiauano iui fenza alcuna compafsione. In quello modoadunqu hauendo gli Sia*
de g ltSla'
Modo'di
tormento
trouatod*
gii
sUu
uini
ammazzati
tutti quelli,
1
ne'quali s'inbatteuano
final-
mente vennero frloro in di parere,- &givbbriachideltrop p fanguc fparfo, tornano cafa carichi d'ogni preda. Ec dopo alquanto foggiunge dicendo: In qucfto mezo mentre
Germano
e difponer valorofamcnte tutte le caie neceiTarie perla futu*a guerra, gran numero de gli Slamili, e quanto mai prima
eraltato, p aita ndo
chi di loro
stampa^
m bo,
attorno quei luoghi vagando, vennero in potere de' Ro mani, i quali portigli alla tortura, dimandauano da lorolacaufa, per ia quale haueuano traghettato il Danubio. Ma quelli in vero atfermauano , che per altro non erano ve-nuri in quei luoghi, eccetto per impatronirfi della Citt di Sa lonicchio, e de fuoi luoghi vicini. Quefta cofa intendendo l'Impcradore , & per il gran pencolo molto isbigottito , IerilTe Germano , chediferito il viaggio d'Italia , venifle Salonicchio, per (occorrere cos quefta, come Tal tre Ci et diquellaProuincia,procurando appreflo tutto potere di reprimer gl'infultidegliSlauini Germano airhorapofpofta ogn'altracofa, fi ferm in quel luogo, doue Io trouarono le lettere dell'Imperadore . Gli Slauini auilati poi dalli fchiaui qualmente Germano fi trouaua in Sardi , teme.
a/saltami
^ mm%
cercano
impatto-*
^f^dm
il
nome
di
Germano
era gi
mal-
22
molto
celebre
REGNO
appo di loro 5 perche quando che
nel prin-
cipio dell'Imperio di Giustiniano fuo zio , le genti degli Anti , che fono vicini a gli Slauini, valicato il Danubio
in gran
*** *** * J GcTT* A
no.
numero,
aialirono
le terre de*
Romani,
G erma
che poco prima era (lato fatto prefetto della Thraeia, azzurratoli nella giornata con loro, e rottigh,cfconfic ti, quali tutti viammazz. Per la qual vittoria egli s'acqui,
no
&
uifmmfre
nttifaToi
tila.
gran fama , e nome molto chiaro appo tutti i mor-* tali, e principalmente appreflo quefti Barbari. I quali all'hora commoi dalla paura, che haueuano di Germano, credendo, che egli conducete feco grandiilmo e fercito , fi come quello, chedall'lmperadore era mandato in Italia con tra Totila , e altri Gothi , da quella ftrada, che al diritto conduccua Salonicchio, fubitamen* te uoltano altroue, non hauendo mai ardito feenderegi al piano; ma fuperando i monti Illirici, penetrarono in Dalmatia . Et quegli Slauini, che per il palTato haueua * , T * h . ,. ^ no allautc le terre delllmperadore, ieguitan gli altri delia medefima natione , palTarono ilDanubio, dubitamenteficongiunfero con loro, i quali poco prima liccntio famente haueuano feorfo, & depredato la Prouincia della Dalmatia; fendo (tata opinione di molti , che quelli Barbari fieno flati fubornati con gran quantit de da ni*. xx ^ a Totila, ilquale li mandaua in quella Prouinciadc* Romani , a fine, che l'Impcradore non potefle nclPauuc* nire cos commodamente far guerra a i Gothi , fendo aIto
.
i
.
quali fiano
ftcfli ,
da loro
sonodeflm
rota**"*
che fecuramentc potell affermare Ora dunque fendo l' (Te rei to de gli Slauini di ui* io in tre parti, e andando in diuerl luoghi, fecero mali in * & na Mi t Europa* Imperochc gi non depredauano con le feorrerie, come s'via fare,i luoghi voltando ogni cofa in preda 5 ma internando, come fuflcro in cafa propria, non haueuano paura dell'inimico. Onde l'Imperadorc mand contra quefti vn fciclto efferato, a cui diede per Capitani oltra gl'altri, Conftanuno, Aratio, & Nazarc, parimeli.
io
,
non
te
DEGLI
te
SLAVI.
prefetti
5
25
quali
Giuftino
&
Giouanni
lopra
rutti
prcpofe vn Generale , che fu vn certo Scholaftico Eunuche . Ora quello ciTcrcito cosi ordinato, fubitamen te giunte vna parte de gli Slauini attorno Adrinopoli ,ch*c
Citt pofta fri terra nella Tracia cinque giornatedifeofto di Coftantinopoli . Gli Slauini non potendo an-
na
dar innanzi, n voltar in altro luogo , hauendo fecogran preda de gli h uomini ,edi pecore con molte altre cole di alloggiano il camgrandifsima valuta, il fermano iui, po fopra vn colle; e i Romani s'accamparono gi al pia-
&
no vicino a' nimici Gli Slauini dimorando iui, fi sforzavano in qualche modo aiTalifi Romani, aH'improuiio*
.
Et mentre l'vna, e l'altra parte ft ritirata drtnto alle fuc Li Tolda ti Romani uenentrinciere, pals molto tempo do loro ci noia, e idegnati , fi mofirauano molto impatienti. Onde con gran uehetnenza acculavano i loro prefetti , che abondando li niniici di uittouaglic, i Capitani dcirelTcrcito Romano non haueuano alcun pcn
.
ch'ancora
contrari
nimico.
Capitani vedendo qucjta oftinatione de Toidati, controia loro volont vengono alle mani con gli Slauini, e fi combatte valorofamcnte,- i Romani rcltano pofti in fuga5 moiri huomi-* finalmente Tuperati ,
I
x$m<mni
'Ljj?
&
&
&
ni valoroTifsimi cadono nella battaglia . Quiui gt'iitcffi ctiandio Capitani non furono molto lontani dal pericolo di venire in mano de' nimici 5 ma fuggendo fi fallarono . In quella battagliagli Slauini prefero l'infegne di Coltantino , e andando liberamente, e come veni-* u loro grado , depredarono il paefe Aftyn^o , che fino ti s n. -il r J j J a quel tempo era irato lleio . Hauendo adunque depredato, e faccheggiato quanto era de* Romani, arriuano fin'i Longhi mura , che da Coftantinopoli fono difeo iti vna giornata , poco meno . Ma non molto dopo quando che 1 efferato de' Romani Ci rihebbe dalla Tuga, adunato inficine and Tcguitare gli Slauini , & hauen.
slas'im*
fiZ^
Uyngo.
\Abmmi
**'*?** mura
&
24
ucndo
aflfalito
E^G3ND0 3i1
;
Umtmri
coneremo
Vinfegne
?dr*.
slatti fiera
tnentegH*l
rke.
Vna parte di loro gli ?aC-* ci in fuga, ammazzando non pochi di cili-^ e libc Tando molti fchiaui Romani ncouerarono appreflo I'hiIc eia t*e*\Hite nella battaglia . Quegli Sia* rnedi Coftantino *> o s? ? / unii, chepoterono ruggire con altri de?ia lor 'patiotre/lu. Dalicqualr di nuouo bita mente ritira ronfi alle lro caie in g rAn numero partendo aliali fono g'Iilirdjyi& fecero quelli tanti' mali , che non fi poflono -esprimere con la L'Imperadore mand contra di loro l'eflercito, lingua de'nimici, non fi il quale (endo molto inferiore a quello ma feguitndo di dicro, pare azzurfar nella giornata
all'itaprouiib
.
'
>
orTendeua,
slauNfu-
eammazzaua
Ma
p?onoUuf
rad* corpi
&' P ot ^
cerifero
p rolDlle
di
del tutto
-alli
.
Barbari.,
&
grandifsimi danni
Ethauendo confumato
,
monu
da per tutto empi* gran tempo in quefte depredi tioni rono le:ltrade di corpi morti 5 ne efiendo alcuno, che loro andafle incontra , tornarono finalmente fani , e failmperoche i Romani nel tratutta la preda cafa tri con
1
ghettare il-Danubio
Cepidicon
federattde
non p eamo
,"
gltSUm.
apertamente, per efiere che li Gepii ^ -\oto confederati fi ianano mofsi in foccorfo,e difefa rloro . Llmperadore era molto impaciente ,e li crucciaua di non potere proibire a gli Slauini , che non patTafero il Danubio, ilquale non per altro coftoro tragnettauano, eccetto per depredare l'imperio de' Romani. Et fino qui parla Procopio dell'incurfioni , & affai ti, che gli Slauini fa-i ceuano contro i Romani. Del che fece men rione etianaflfaltargli
ne meno
Biondo pi moderno autore , ma diligente inucftigatore dell'antichit. Ilquale hauendo prima pofte alcudio
il
Slaui scor
ne parole nella i. Dee. allib.8.poi foggiunge,e dice: Con tutto che il Diuin Gregorio non fcriuepi cofe di quello impeto , & delle feorrerie , che gli Slaui fecero in Ifiria, noi noudimcno hauemo per cola certa , che queHa gente, la quale inoltrato riabbiamo, chehabitauadi
l
reno
fi-
daL Danubio
.su
&
a'quali
il
fuocero
&
figliuolo di
Man-
&
DEGLI SLAVI;
,
Maurino Impcradorc fi erano oppofli, all'hora primieramente occup le riuierc del mat Adriatico al lato deliro
continu le fiiehabitationi; in maniera , che tutto quello che prima fu chiamato lilria, & Dalmatia , bora vien detto Slauonia , Et nel fguenre lib. doue tratta le cole auuenute nel tempo di Focalmperadore, ch' MauIn quello tempo fendo l'Imri ti o fuccefTc , fcriue, cos perio Romano trauagliato da quei tumulti nell'Afta , & Africa , gli Slaui, i quali dicemmo che fi fermarono nelle riuicxe dell'Ulna, & della Dalmatia , fecero impeto,
in quelle
:
&
Iftra,
Dalmatia,
quanto
era dell'Imperio
,
Romano
nelle prouincievicinepofeorrcria
fcro in ruina
&
,
hauendo am-
mazzato
che Foca pofti haueua ne'prefidij, foggiogarono tutte le Prouintic della Dalmatia , & dell'illirico vicine al mar Adriatico^ Girolamo Bardi nor il tempo , cl'anno , quel che non fecero li predetti Auttori,delfimprcie, che gliSlaui fecero nella Tracia, e neli'Illiiico . Imperoche nella feconda parte fcriue, che gli Slaui nel 548. affali ro no la Dalmatia , & pafTarono fin' Durazzo. Nel [549 depredarono la Tracia, del 5 50 pattando di nuouo nella Grecia fuperorno gl'Imperiali, del 552. vfeiti da capo 'del loro paei, Oc entrati nella Macedonia, vi fecero infiniti danni , & fermando^ quiui, denominarono quei luoghi dal loro nome Slauonia. Del 554. fupcraronoi Capile reliquie de'Gothi, depredarono la Sicilia, di tani, doue furono fcacciati da Germano Capitano di Giuftiniano Impcradorc. del 585. feoriero fin' Coflantinopolj depredando tutta la Tracia. Scriue San Gregorio Giouio prefetto di Maurino Imperadore nell'Illirico, che del 531. che fu l'anno fettimo dell'Imperio di Mauritio, gli Slaui pattarono il Danubio, e infettarono l'Illirico. All'hora ipo poli, per fchifare la fierezza di quelli, fuggirono all'ifole, fecondo che riferifceil detto Pontefice. L'iftello anno Maulitio Impcradorc leu l'armi contragli Hunni, che dal tempo d'Attila R crudeliilimo habitauano nelle Pannonie di ldalDanubio, mandando con l'clfercito il figliuolo, Bc fuocero, trauagliauano molto gli Hunni, in maniera, che
i
Soldati
am* mainano
Slaui
li
joidati
,
Romani &simpa-,
tronifcho
della
Dal
tnatiae 41
l'illirico.
In che te
noia Dal'
tnaa.
too la
Depredar Tra-
&
cia.
Superorno
gl'lmpe
riali.
Occnporn
la
Maeed
ni*.
Dtpredorno la Siri-*
Ita.
&
ritirarono
all'ifole.
i6
Slatti foce
R E G 'M O
di coniare
alle
prime lo-
ro fedi
Alla fine
, i
Hunni .
Slaui vicini
d riloluerono di chia mlare in aiuto gli quali in compagnia de gii Hunni li fpinie-
Romani, ediedero loro tanto che fare, chci guardarono bene di non azzurTuf con loro nella battaglia. L'anno feguente aftaltando gli Slaui l'imperio Roro contra
i
mano>gli
Scorretto
fecero di molti
foro Cim- -
danni, & (fecondo che riferifee fua Cronografia) {correndo! fin'al s fermarono Et del 593. Maurino
nfexifco-
)fii
?
me rio
L'efferato
di
no Paolo Diacono
ni-.
Mauri-i
tio
Imperi
mici, de* quali ottenne vittoria ianguinofa .Gli Slaui dopo con gli Auari* quattro anni collegati con gli Hunni *
&
dote roteo
dagliStaui
no le terre dell'Imperio Contro i quali Maurino mifein punto le Aerei-io 9 e lo diede Galinico, il quale mand in luogo di nefando Romano; ma non vi giou
affali ro
:
cofa alcuna; anzi gli Slaui uic pi adira ti entrarono da caSlatti rotti
da Trifio
po
nelle
Ma
gli Slaui
s
rifacendo tuttauia
(
ef-
fattamente, che
come
feri
Slauitengo
no L'Impe*
refUforx*
tocederVll
lirico,
a gli
Slaui, che
ilZonara, &il fiondodclla Dee. 1. al libro ottauo) tmpre lo teneuanoin armi. Onde l'anno 600. depredando le terre dell'Imperio , i Capitani Romani diedero loro gran rotte: ma con tutto ci bifogn( fecondo che riferifeono il Diacon,& il Zon. nel pre* detto luogo)che l'Imperatore fi con ten rafie di ceder loro l'Illirico, che poi fu detto da loro Slauonia . Vna parte di qucfti occup i luoghi prefio al mare,l'altra pafs uerfo la Pannonia. fupetiore, & gli altri (otto Ceco, e Locopenetrarcnoetian* dio nella Morauia , Boemia , & Polonia . Quelli , cheoo* cuparono i lidi della Dalmatia, non reftauano tuttauia di prolungare il loro Imperio, trauagliando con l'armi noli folo i vicini, ma ancora le pi rimote genti . Onde nel
il
uono
Diacono
al
8. libro
tempo d'Arioaldo R de Longobarda come fcriue ttaote Diacono al terzo libro al capitolo^. dell'Hiftoria de'Ln*
gobardi
)
D W'Gt
Puglia^ e
ID S
A V
I.
a7
Situiteli
l'armata**
pflatto-i
}<. *
saccam paiono appreffo la Citt di Manfredo-iniai Oue hauendoh asfaltati Rione Duca diBeneuento, fu da* loro rotto, e nella battaglia morto. Quefta cola ilitendendo il fuo fratello Radoald> venuto loro cominci parlare con erT d'amico nella loro propria lingua Slauaj egli archetto alquanto; n andarono pi oltre farligucr rY. Ilche vedendo Radald , fubitamente gli a {Tali aliaTpro
ueduta
,
Danno rou
ta %ione
Duca di be
ifeiieit$V
& molti di
&
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..,
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r; *.*
luogo,e tornando in Darmatia, trouarono che quafi tutta la ^atanaria seta vi tainficme fatta vna grotta armtay rano entrati contro di loro'5
ftsforfcati d partirei a quel
ttella
l'Impronta
fo
afsaliti
da HadoaU do
bocca di Narcntc, per impedirli * che non poteffe*. rb; entrare dentro 1 qucl fiume. li che vedendo gli/Slauii fecero vifta di Voler tornare in dietro , e i Dalmatini an<laVno feguitarli $ ma foprauenendo la notte, gir per*
;
'Et gli Saui- rirkaiidoi dietro I'Ifola di Corla f. ittici vi- fletter* naico fi per rutto il d'i fegueme 5 ttvCcki fuor del porto, prefero la- volta verfo t'armata Datfero di vifta
;
&
7 ili atina ,
l quale atfaltarido
al
improuifo y
-fr
coirrbattc
j*ef
vn -pezso ? alia fine gli Slaui facendofi ra ftrada permegl'armi* perretrarono dentro aV Natone a'Juoghi 'dalo*TO'gt occupatiy Kdou&feridofi inflgnoriti de'detti lughi
TdiNrefirey d gir antichi chiamate* Narona*. fi fecero 7 dbolttr potenti inmarey*: per gran tempo diedero molto
^r/cfeit a'VertSfiafti^ i 'quali inficine co'IDafmatinfpav. *gauano il tribut fuetti Slau de Narento,- fecond
tfitCwtimfma*
no tristo.
h
tA
i-iferifee
il
'Sa*bellkd fcrittore
;
librd;Oae dice li tini pagauano' il:' ^tributo a*Marcn talli > i qrfali per ilpati -diccWBOi'efettarvw afini hauetfano combattuto con varia ftnnwa c'/Veriedkriiper l'imperio dcltnare/ ErPiCtroGiu fHfliaiio Hiftorico Vener* al f.lib. dice li Marcntani per*. fwtui fieriffimii &?''a4fifsimi'nimrri del nofn<Vcneto combatterono' ltgb.^empo con varia'; efoeflo fanguinolaeb^aa^i4'Co^ Veneti ,*Queftd iftffo afTcrrna Giulio Famldone^gl'AWflahdV'ei^iavdicerfdo: Li Nateti ta ni die. 4&Q i Vwcti^i'bti^^ttaii'continuamentfpcf ifpatio di
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guerra frk
J^arentani
iftantinopolitani) moleftarono
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Mhus Vrin
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rentani.
TietroGr*
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to da'Ti**
rtntam.
ue{lo fi
nei
SjS.
La guerra fra gii Slaui di Narchte.,eiVenetiani cominci(per quanto fi traggcdall'opere d'effo Faroldo)ncl tempo di Gioan ni Participatio Doge di' Vcnetia, il quale fecondo Nicolo Doglioni, fu del 819. Acu fuccedendo Pietro Gradenico fece pacecon MuijsPrincipede'Narentani . I xiuali poco dopo hauendo rotto detta pace, &fcorfo con l'ar -matainfin' Caorli , il Doge mand contra diloroGioanni ,(uo figliuolo, qual pref haueua per compagno nel Dogato , con Tarmata potente; ma peralThora non fece altro. Et Tan no fegueme andato con nuo u armata contra detto Mr ijs, fu da lui nella pugna naualefupcrato, accori perdita i molti fuoi legni venne Vcnetia disarmare. N fi fra no titia dei luogo doue ci occorfe , f non clic il Doge fu rotto, & non ialam ente in quella faraone rcitarono Venitwr ni perditori ma (come dice il Faroldo) in altre ancora ych$ fi tcnnoglinni feguentL Etcflendo promofTo al Dogato
Slauonia
di Vcnetia Pietro
(ben fatta
-la
Candiano
Mala
coia nonglivchinc
l
come fcriue MicheL Saloni tartpt Trattato ddkDalma ria. Ouc della guerra jch'iNarentanJ fecero co' Ys-
Dalma;-tini.
iluogh^e^bfonainfr ter -ra,come tutte le Citt marijrime_deHa.Dalrnatia 5 & pnVchc nimi altro Vcnetiani 5 pcroche continuarono ducentrii
ni perfeguitarti rriortalmentemon: oftanto&flhjein lut&Qjq libito tempo, iVenetini pagaifero loro il*buco,pcr|iQictth
Tenevano
t Imperio
afsolatodel
mar Adria
tico.
Tercbe af
fliuano
nauigli
netiani
i
Vt
beramentc nauigare il mare Adria ticoirdi euii Naren tani pfe tcndeuano,e tcnunorimperioiaffbJutoi: gfcCjnin^upiLitajuigaua, yoleuano c(icpagaiTcJororla^abettai iilpaiTo-jUdw fu cagione, ch'efl.-fpcff veniffejro'. alfejuiini-infiemc> Pcrcioche i Nrentani mbttcj^Ji/rifencuai^ilyafocUt Venetiani, per pagartene del tribtoto
non
portato loro
leni*.
p,
D
p,
corti
ce di
li
ICS L
A V
le
I.
29
fiifleio
loro daiolui
'
vedeuano crescere ogni di nelle forze, e farfi pi pp tenti in mare, afpirando ali acquifto dcllaDalmatia: la quale fendo molto diiguftata dalle grand'infolenze de' Natentani, parcua che dcildcraiTc ogni lor mina.* E i Venetiani andauano k bei iudio fomentando
quelle lor occulte ini mici de, per poter venire pi ageuolmentc all'occaHone di fare, fra efsi duo litiganti, il pro-
prio fatto . Della qual mali da Veneta cflendofi accorti i Narentani, gliodiauanp>e crudelmente perfeguitauano, in maniera , che molte volte la Citt di Venctia (tata ridotta' da quefta gente quali che ad vna eftrema mifecia , t difperaiione. Imperoche hauendo pi volte combattuto infieme , l'armate Venetiane fono quali lemprc tettate cori perdita , e danno . Et in particolare nel tempo di Pietro Candiano Doge , il quale ( oltra gli alrri faogi ) efleiido vfcitpin pedona la iconda volta con;
Sitati nella
guerre
co'
Venitiani
reftanofem
prcconvH
tona*
er; di loro ,
&
CanoMicu,
lo in Dalmatia
nel principio
il
vedeua fuperiore
&
Principe de' Narentani gi ftaua attento per fuggire}-' ma. vedendo j che veniua {occorrerlo il iettante
,
Muie
deVfcellJLNarn#ni > ch'arano {otto la condotta di. Viobali Raufeo ,, quei tempi tnol co adoprato neH'imyrcfc/jiiihtari dai detto Principe- de Narentani , come esercitato aliai nel comando degli Capitario ccjcbrc ,
li
Capitan
celebre
&
&
per
;rn are
torn di
nuouo ad
.
quale dopo hauer fatro vnaga-glitfdaftUfefc, rcft vinto con lamortc d'elfo Dogq t-qi|cfia cofa diede gran terrore a'Venstiani $ iqualidu}
!
Seguitando Ja'Jrijrtoria , .non.ycJiiiTe ad affai tarli ancor in caia ,. ferrarono con^carenu; grafie k: iocchc de* ;}>prti. per i quali il poteua Venire iilla loie, Citt ., racttendoui ancora mlta gente per guardia .Narrano qucfto iOrcffo quafi il Sa bellico* alj primo libro delHEne, nona , &r il Giambulari ai primo libro,
fcirandoL ch'il
1
nemipo
,_
Venetiani
/errano
la
bocca
porto
del
con
catene con
trgli Sit-
&
5*
Tietro Con
fttt
H2GIM -Om
:
jtfmoifo
al
Doge *tnma^
diano
Candiano
%ato da gli
Slatti
cinra di foro, la Per iU quale fenc torn -eaffenia far frutt alcuno che egli in perfna andatemi Con dodici nui y tco Dattili CUoMiculd ili Dlmtia, appicca ta la battaglia^
d* Uditeti talli, egli
Vrf'Srfflata;
.';
1
ma rido
m'fopra abohdariclok gfcn-* Y te de^Narritani',' l'armiti Veneta fu tolta 1n ntezb , il Doge combattendo yalotofamctfte Cadil mele quia;* td-'xfel fuo dogato'.' li fiio 'crpo fu torto da gl'lil rfattif ftrpdfcdnV E f aria 'fu* & portandolo Gride/, imgiife ner Senato di Vnetia flrfitto. * M&t&-i I
nel principiq f vincitre 5
&
WW
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MlCj^TMoARM^lETATBVmiLlTE^B^
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Le genti, che
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iaftni '-PaVtidpatio" nb-A^hauehVpe*' f*-i Republica / ria fili href il'ilfeiattf *ffito', ratti
IfiT^ir^
il
Venetiani
f^p^ll^^^feii^iMiRrii^
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I
ftdfBgipopol dll^Daln^ari i fpartic'krhllbnife cfiielif di ^ttWfctf/dfc gli 'ah tiehifu gi fotia ?fco&h^tf iltadr
hafueuari fatto s^the'laltt
ter aiftditftaf, aaft fi
d?V ftefrcttj4qefidte1n
,
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pkidcf cbrVdrre
^lk'pttti^i
grafee*
DEGLI
grafc, ne vcttouaglie,
SLAVI.
fi
3i
Ventili af
ne mercantiedi qual
voglia
ma-
fediata
d*
che di lungi, d'appreflo In fu gli occhi della Citt , non fulTero depredate, e colte con perdita, e danno, non folo de' conduttori ftefli ; ma per auuen tura molto maggiore di quella turba, che gli attendeua . Il che la Citt di Venetia pat pi volte, fecondo che riferifee il Sabellico delPEne.p. al i.lib. Oue dice> che nel 976. i Narentani moleftauano Muoghi dei mare , talmente, che la Citt di Venetia quafi non era miglior partito di quelli , che fono attediati , in tanto , che la vergogna, e l'ira ftimoOnde diceuano, laua l'animo di cia/cuno alla vendetta che non erada patire, che i Vcnctiani, che fin quel
niera
1
.
gli Slatiu
tempo haueuano acquisiate di nobilii'sime vittorie in me iq Tacque, doueflero fopportare, che pochi ladri hauciTero
tanto ardire.
Oue
2a con qual fronte, con qualanimo il Sabellico fcriueffe che i Narentani erano quel tempo pochi ladri, Capendo egli beniflimo che Marco Varone fcriue (come G. vede in Plinio al 3. libro al capitolo 20 che Narona Colonia > la
)
Narentani, era s grande, si famofa, chea quella veniuano altre ottanta nouc Citt, per vdir la ragione Et che poi ne' tempi vegnenti i primi Re, e Impcradori cercarono 1 amicitia loro e fra gl'altri Ottne 3. Imperatore vedendo, che fierano diflolti dalla fua confederatione, l'anno $8o. Condufie l'efferato con:
:
&
tra di loro
& (come
dice
il
Bardi
lor
diede
molto che
che
i
(come egli
ftflo fcriue)
Narentani combatterono co' Venitiani cento , efettanta anni per l'Imperio del mare, e non peraltro. Ne pu dire, che i Venetiani haueilero poche forze all'hora che non potcffero(quando quelli fu fiero flati pochi ladri)
refiftere loro
5
poich'egli
fin' quel
Slaui
giorno haueuano acquiftatc di npoHiffime vittorie in mezo Tacque. Dunque non fiha adire, ne omninamte credere, chei Narentani aiThorafufFro pochi ladri (coracvoleil Sagente potentiflma e molto nobile. La quale vedendofi priuare del tributo , che i Venetiani molto tembellico
)
ve
dendofipri
uarcdelui
bnto,s'ar-~
ma
mano di no
uo
contri
Venetiani.
li
p
le
R E G N O
haucUan pagato
,
s'armarono contra di loro. Il Sabellicodeli'Ene p. al 2. lib. facendo di quello mcntion U ce: Pietro Orlolo Doge fi fecebeneucJii Signori dcU'Egit
co,
&
melo
degli Ambafciadori,&og;nip
,
lenza
ria de'
con beneficij
&
parue,che fuiTc tempo * nel quale elfi poteiTero delle nuoue , & antiche ingiurie age* uolmente vendicarli riceuute da'Narcntani, viet loro il tributo , che haucano dato. molti anni, acciochc fecuri poteiTero nauigare la Dalmatia. Li Narcntani barbari fdc gnati contro 1 Veninani, cominciarono fubitamentemoleftare tutti i luughi maritimi; & non contenti diquefto,
Venetiani$
*frcnUni
minarono per
terrai
confini di Zaratini
guadano
confini
, i
di
Zara*
Dalmatini erano alPhora foggetti a'Venetiani, che fat* torno l'annopsr.&finqu parlailSabellico. In quello tem-
po (diconogrAnnah Veneti)chein gran parte fu rcpreiTa, da'Venitiani la fierezza de'Narentani I quali diuenuti
.
Sono con-*
ucrtiti alla
Chrill:ianifottoSuetopclech >
tori Latini) Sfcropilo loro
fededi Chri
fio di Cini
lo.
Haufci
itf
compagnia de gl'altri
Haiti pajja
de di Chrifto da Metodio Filofafo , che fu poi detto Cirillo ( fecondo che riferifeono il Docleate , il Bindo, il Sabellico, ||^0MH^HHBHHpi ) furono di gran* de aiuto all'Italia, la quale preffo al monte Gargano in Puglia hauendo occupata i Saracini nel tempo diBafilio-Macedone Imperadore, quelli in compagnia de' Raosd ,
&
contra
SaraCini.
Lodouico Tuberone nell'Origine di Raula, eGiorgio Cedreno nella vita d'elio Bafilio, Imperadore) con vna grofla armata pafsarono in Abruz-^ zo, all'hora chiamato terra i Thieti chic inoltrarono A
altri vicini
Slaui
come
narra
& faglo-
di loro
pano la Ta
ti9tiia,Bato
De' quali hora Iafciando di dirpi oltre* tornaremo a parlar di quegli altri, che dicemmo elcr pene*,
;
aria, Stria
Carintbia,
Cr Carni
la,
Pannonia fuperiore , e nella Baioaria inferiore k Pquali occuparono la Stiria,, Carinria, iCarnioli, & moU ti altri luoghi quelli vicini, & fi fecero molto celebre il lor nome. Impcroehc fendo gli Slaui ( fecondo che riferifee Auentrati nella
&
DEGLI
Allentino
al
SLAVI.
33
Gfalone
tcrzolibro
nel
peradore intorno l'anno cinquecento cottanta entrati col Duce Giialone nella Baioana inferiore, dou' la villa,
Venedi Slaui, & valicato l'Iftrofopralafoce d'Hara fiume, efpugnaronolc fecondo Vuolgfango Lazio) Citt di Pifonio, hoggi Polonia , Augufta > Acilia, Macelia, hora detta) come piace ad Abram OrtelioJ Montzing, che prelfo la riua
i
Slaui efpu
gnano
/onta
t
le
Citt di "Po
jtugnflaco
Danubio al lato deliro; pre(ero ancora li Caitelli antichi, che vn luogo dittante da Ratisbona verfo l'Oriente 5. miglia, & hora lo chiamano Pfcrj&HCaftelli Eitiui :Et in compagnia de* Boi j ruppero l'cflerciro dc'foldati Romani, detti Rjparij, che guardauano la riua del Danubio.
del
1
con malte
altre
Et
poflif all'cfpugnatioue di
Ratisbona,
toffco
fi
fece-
& efpu
\a*
ro patroni di quella. Percioche gli Slaui, che erano peri** tifimi tirare l'arco, e lanciare il dardo , innundaro?
gnano
tisbona.
no tanta quantit di frezze, che del tutto fpogliarono lo mura de' loro defenfori. i rinu \mmm*mmmmmtmwmmc Li Romani hauendo tante volte infelicemente combattuto con Teodono R de* Boij , et> con-* gli Siam' , gi disperati di poter mantniro lo Meiio > Pnnouio* et, il reftanto del Norico, le lafciaflo, et> fuggono iru Italia^, circa^ Tanno cinquecento
:
Romani
fpeffo infc*
licemente
Slam,
Slaui Tebe
propriamento detti Chanoni, occuparono quella parte del Norico , che pofta fra il monte Tauro, guarda l'Oliente, & comprei fra i fiumidiMura, Muraa,Draua,&Saua, fin'al territorio d'Aquilegia, la quale ancora poiTeggono, chiamandoli dal luogo occupato Carantani, Garin tani. Iquali fndo fatti molto famofi per tante vittorie riportate da diucrigenti, l'anno cinquccentocnonantatrcin circa, Agilulfo R de'Longobardi , che guerreggiaua all'hora in Italia, tenendo attediata la Cittdi Padoa , ne quella potendo efp ugnare, mand chiamare (come icriuc Lucio Faunno a! 6. lib.
e quindici, nel qual tempogli Slaui, hora-,
)
tempo oc cupanoT^o
riso*
Agilulfo
U de'Lon
gobardt io
aiuto degli
Slaui ejpm-
finalmente.
gn Vadoa cr Hpma+
Poi andato con detti Slaui all'efpugnatione diRoma,capo d'vn annoti fece patrone di quella. Et dopo io. anni il detto
J
Re
H
Re
(u figliuola,
R
Agilulfo s'inimic
E
co'
NO
per la cattiuitdVna
)
Romani
& video da
Cremona
rouinatada
gli Slaui.'
no Re de gli Auari, il quale gli mand vn buon numero de gli Slam (fecondo che Tenue Paolo Diacono Sterzo libro al capic. 29.dell'Hiftoria de'Longobardi co'quahahdaco pref la Citt di Cremona, e buttolla a terra da fenda
mnalii-2i.di Agoft-Ojl'nnb 603. e tornfahdocafa gliSlaui
Slaui infe*
flano
H Re L gno di Fra
eia,
con (correrie infeltauano iipaefedi Hildiberto R di Francia, e Germania, il quale mand contri di loro con vn frte
efiacito Teffalone Principe'ide' Boij
,
finauano con
fuper,&:
efs
Slaui
&
gli
Superatifo
aggiog
,
Hildiberto. Maeglino,tofto
ribellarono.
Il
cheTcA
i
no da Tef'
jalohe,
Cacano
tutti a
fil
loro
tolti
in
mezo
Slaui
ta*~
gliano
4
due
pe^i
mdaBoii,
giaao.la
SaccbegBa
Gario*
ualdo.
Oecupnn9
llfina
Slauifttpe*
n lafciarono pur vno i4^patfHH0*nMVHH0W>*B) che di ci dcCfe auifo cala. Et entrati dopo nella Baioaria , la fccheggiarono, & diedero rotta Gariouald. figliuola!^ <^c. {alone , che con l'efferato loro s'era fatto incontro', Sram^ rmzzando i foldati Romani, occuparono l'Iitria, Iaqua r le (dice il FaUnno al oteauo libro) gi altre volte' f&iueu * no faccheggiata nel tempo di Tcodofio Imperadje * Et nel 6 17. gli Slaui non potendo hormai tolerarc rinlolcnza de gii Auari, s'armarono contra di loro, & azzuffati
Boij,
li
tagliarono
di fpada,
(come fi legge
fatti
in
AnhoIn
ranogli
A-
nio
monaco al 4libro
battaglia
capitolo 9. de
de'Francef.
uari.
Santo
1{
de gli
ut.
SU'
chiamato Samo moftr(fr gli al tri) gran prodezza, in maniera, che da gliSlaui fu fatto R: & egli in quella dignit fi mantenne trenta feianni,moa ftrando tuttauia gran prudenza, e valore in tutte le- fue guerre, e imprefe, che quafi innumerabili fece con detti Auari, e fernprc come dice Ari nonio) fu vittoriofo. Hebbe dodici mogli della nauoneSlaua , e con quelle gener altrettanti figliuoli mafehi, e quindici figliuole, fece ap* preffo alcuni fatti d'arme molto lagrimeuoli ctiandio'cori Dagoberto R di Francia, cui hauencjo pi volte dat
queffca
vn
certo
rotta
D
v
E
(
GLI'
SLA
I.
3f
Combatte
fpefso con
che fcriue Carlo Vagriefe al fettimo libro de* Venedi ) molti Capitani eccellenti, e parecchi migliaia de'Franccfi: alcuni de'quali vna volta venendo da Neoroma con le loro mcrcantie , furono per la ftrada fpogliati di tutto il lor hauere$ & quelli, che haueuano fatta alcuna reiiftenza, furono morti da gli Slaui. Da* goberto intendendo quefto, (pedi al R Samovn fuo Amrotta ,
ammazz fecondo
Dagoberto
R di Fran
eia.
Dagoberto
manda\Am
[bafeiadore
bafeiadore, chiamato Sichario, ricercandolo che di ci facete la debita giufti ria. Il qual Ambalciadore vedendo che
a j% Samo
R Samo non
fi
vedi
deirhabito degli Slaui, per noneffereconofeiuto da lui,cos traueftito vn d gli venne innanzi, efponendoli quanto dal fuo Signore gli era ftato importo 5 e aggiungendo, che Samo non doueua hauere in pocaftima la nationeFran cefe,iapendo d'cflTere fottopofto infieme col fuo popolo al Regno d Francia. Samo da quefte parole rcft molto ed fafperato, e rifpofe, ch'egli infieme con la fua gentfr.fcflcbbe alla diuotione de'Francef, ogni volta, che Dagoberto jco'fuoi volele mantenire l'amcitia con gli Slaui. Sicha<rio gli dife che non era poflibile , che i ferui d Chrifto faceffero lega , alcuna amift co' cani. MaSamofoggiugnendo difse. Voi certamente fate profeilione d'eiTere ferui di Chtilto, e noi famo li fuoi cani. Onde quelle cof, che voi contro la fua volont fate empiamente, noi conceduto vendicare. co' morii didenti,- & detto quefto, fubu tolo fcacci dinanzi Dagoberto reft di ci molto orfeio. Onde fatta fcelta del fuo ellercito, venne ad azzuffuf con gji Slaui. I quali (come dice Armonio al quarto libro al cap. 2 3.) ruppero quefto efferato cosi fiorito de'Francefi, e fecero molti fchiaui . E fubito dopo quefto andarono a* foc.
Dagoberto
fafceltadel
fuo efferato*
s'a^uf
co gli
,
fa
Slaui
&
refla rotto.
Vogaftro , e dando adoiTo a gl'inimici, li cacciarono in fuga , calcuni ammazzarono, priuandoli delle loro bagaglie, cdc'padiglioni Da quefta vittoria inanimati pi gli Slaui,in gran numero entrarono hoftilmente nella Turingia,c ne gli altri paefi vicini di Francia 5 di modo , che il Duca Deruano, il quale haueua il gouernodi quelfi 2 le
ltello di
.
Slaui infr-
ftano la
ringia
Tu
^
le citt
REGNO
de
gli Slaui
,
Beruano
Slam
che fino quel tempo s'erano .confcr uate in amicitia de' Francefi , vedendo tanti profperi fuc
de gli Slaui,
cefsi
&che
rati
&
quali reila-
d'infeilare
il
Regno
di Francia;
ma
in Italia
fanno gran
danno
Umoarpr
cipe de gli
Slaui
del
Danubio co
bitte co l{
goberto
Slatti
fiano
teli
C un fi ano
la Turino-
entrando Tanno 640.0, come volc ilBardi, nel 650. fecero di molti danni; ma (opra fatti da Grimoaldo, fi ritirarono alle cafe loro. Ma per non vi fletter lungo tempo cheti, che di nuouo entrarono in guerra con Dagoberto. ilqualeVe* nuto alle mani con Amor , che dopo Cubocar regn fra Slaui del Danubio , la prima volta refl vincitore, ma da capo azzuffatoli con loro* fi fuperato (come ieri u Carlo Vagriefe al fettimo libro) Quella cola vedendo gli Slaui, ch'erano fottoSamo, fi fpiniero contro i Francefile il paefe loro gualcarono fieramente . All'hora Dagoberto {1 rifol u di far la vendetta di tante ingiurie riceuute dagli Sia ui; & facendo fcelta di pi valenti combattitori , chehaueffe nel fuo regno , d mofTe con tra di loro. E mentre fi trouaua nel viaggio, fu incontrato da gli Ambafciadori Safloni, promettendo, eorTerendofi efsi di fare la debita; vendetta contro gli Slaui; con tal per patto, e conditione, che Dagoberco venirle far loro dienti , e liberi di cinquecento vacche , che ogni anno haueuano pagato
voltando l'armi contro
l'Italia, e in quella
li*-
quei
dal
.
tempo
di
nome R
Dagoberto accete quello partito e gli liber diqueflo tributo; ma con tutto ci non vigioucoiaaluna Imperoche gli Slaui (fecondo che riferifee Annonio alquf
di Francia to libro al capitolo 26.
vndecimo
al
del
flarono tutto
il
paele.
Onde Dagoberto
fu.
forzata porr*?
tsolo di
gouerno d'Aullria il fuo figliuolo Sigiberto col R; accioche guardale quei confini contro gli
quali
Slaui. I
rerfedei
nondimeno
,
coiitinuaua.no a danneggiare
le
Francefi
Sono Superati da' Fra
cefi.
in maniera, che
Dagoberto
quali dcfperatofe
combattenti
li
mand
ReSamo.
quale
Il-
DEGLI
ijuale
SLAVI.
in
37
Borutb
ceffore
fitc
Agunto,re-
di
.
Bj
Santo
nimico. E alPhora furono quelli Slaui conuertiti alla fede di Chrifto. Nei qual tempo fan Colombano loro and predicare il Vangelo, Ma morto che fSamo R, gli lue cetfe Boruth, (come lo chiama Vuolgfango Lazio al 5.1ibro)Boruch, il quale, dice Lazio, fu il primo R de gli Sia
Carintiani,chc riccu il Santo battefimo dal Beato Doningo difcepoladel diuin Ruperto Vefcouo Iuuaniefe, &c Apoftolo de' Carni Et perftatichi di fedelt diede al R Dagoberto vn fuo figliuolo, chiamato Carafto, &il nipote Chitomir: Et venendo dopo alle mani con gli Hunni, che infeftauano il fuo paefe, gli ruppe, feonfiffe, e tagli pezzi. Dopo la morte di Boruth regn fra gli Slaui di Norico, di Carintia Chitomir fudetto, e ( fecondo Lazio) Carafto Nei cui tempo Maiorano huomo dotto predic, &c ammaeftr quei popolo nella fede di Chrifto. LiBaroni Slaui ribellarono daChitonir loro Principe per hauere egli pofpofta la religione antica , la quale i fuoi maggiori
ili
.
.
Hunni rot'ti
da Slam.
gli
Chitomir
'Principe
gli Slaui di
Carintbia.
Baroni Sia
uinbellano
lungo tempo Ukmimmm^icTuaxono , & abbracciata vn'altranuoua. Laonde Teflalone fecondo Principe de'Boij venne in aiuto di Chitomir, &sforzi fuoi fudditi effere vbbidienti al lpr fignore. Il quale morto che fu, i Baroni Slaui lalciarono la religione Chriftiana, & fcacciarono li Sacerdoxi in Boioaria. Et entrando in Friuli fi azzuffaro-
da Cbito** mir.
Scacciano
li ti
no
col
Duca Ferdulfo,
,
il
quale fiauendo
delli fuoi(
battaglia
fecero
gran f trage
Sacerdo*
ebriftia-
ni,e pofpo
Diacono al terzo libro al cap. 25.) il quale diceche vi cadde il Duca Ferdulfo, & Argait fuo luogotenente , chea fare quella. giornata l*haueua ipronato E alla fine vi caderono tanti homint forti , e valorofi , perla contefa, & in:
:
gono
la re*
.
ligione
Slaui
a^'
muffati con
& Argait,
Ferdulfo
quanti farebbonofta-
Duca
di
quando
vn fauio,&
Friuli, gli
prudnte configlio , debellare molte migliaia dc'nimici. Nella detta Prouincia del Friuli fndo Duca Pcnmone padre di Ratcho
dono rotta.
e Rateila, gli
)*
Hatcbo Du cadi Friuli
R
nel
G N O
.
Slam
infe-
cbo
Duca
Ducato imprudentemente ruppe , & entr nella Carniola patria de gii Slaui, ruinando quel paefe Ma di ci fece condegna penitenza 5 imperoche gli Slaui armati entrarono nelle fue terre e quelle fieramente guadarono, fi come l'ifccflb Diacono al capitolo 52. lo dice* Il quale douunquc parla de gli Slaui, fi moitra poco affe-
Ratcho
di Friuli m
Taolo Dia
cono inimic degnarne Slauo*
eltenuando tutto fuo potere le forze, e il valor loro: E tutto ci, per effere che gli Slaui, (come fcriue il Biondo della Dee. i.al lib. j.)fecro molte guerre co*Longobardi, da' quali nacque elfo Diacono. Ora dunque hauendo gli Slaui ( comes'edetto abbandonata la religione Chriftiana, Teflalone rinforzando l'eftionato quefta natione
,
)
ferato
'Predicat-
di
nuouo
&
dopo
alcu-
de gli
fu.
Slatti di
Ca
rtntbia
Valdungo. Et Hemonc con Keginoualdo, Maiorano, Gotario, Erchinoberto, Reginardo, Auguftino, &Gun* th ero Sacerdoti predicarono loro la parola di Dio; dalla
la trib de'Barorri,
quale
riua*
che modo tomiron
gli
ch'erano Cauallieri,
al
tutto
abor
Slam
di
Carintkia
d Cbriftia*
neftmo*
Ingon, cheluccefTe Valdungo, gli tir alla fede di Chrifto con una inuentione, ch'ei fece di vn -apparato di conuito, pcrluafione di Arno Vefcouo di Salii* burgo . Imperoche non potendo Vualdungo , che da Sigiberto Gcmblaceie e chiamato Ingon*, ridurrei grandi
fi
Ma
alla Chriitianit,
comchaueua
i
:
fatto
contadini,
con-
uito
vn giorno
tutti
fuoi fudditi a
mangiar (eco,
&
ie
pari Signori dai villlani qurefti fece egli federe alta fu a inenf, & furono bonoratamente leruici in vafi d'rgctftoi &c d'oro i nobili poich ft vedeuano appartati dal fuo colpetto, erano feruiti in vafi di terra. Addimandato Vualdungo della cagione, riipofe, ehe h*ueua fatto ierui rie ta:
uole fecondo
la qualit
de
gli
& purificati
:
col fan -
Cerimonia
focne,
che
s'yfa nella
immaculato, haueuano l'ani me -pure, & monde &i nobili fendo Idolatri, rhaucuano lorde, &: macchiate. Quefta cofa tanto pot apprefso quei Signori
gue
di Chrifto
:
creatione
del
Ci
Duca di
Carintbia.
D
di Carintia,
E
il
G
1
SLA
i
I.
-)6
quale pigliando Tinfgne del principato in maniera aflai ftratiagintc, &diiicrk data rei gii alni, merita {per diportO'iLmcrtoidi chrlcgge) che ella fi lenua pi
breucmente,chef!p<9a,! non lalaumdo particolari. Non lun^i durttJucfd^OaiielloiantaVito in vna valle aflaifpa tiofa roftafio ancoraia'd noilrt alcune veftigie d'vha Citt* s antica,, eh 'iJ5npnw: antico al tutto perduto. Et <late quella in uha^Tieria affai larga giace vn quadro airi w^bene alto . In fu'l quale alla cogrande di marmai ronario rie 'del Priiteipe'siiko.uo, fiede vn contadino, cui
appartiene quefto, vittio, per antichiiTima preminenti* dalla deftraiua tiene delia fchi' tea > donde egli nato :
fi
&
vna vac diera, ^& dalla fi niltra.vna caualla magrifsima, & molto brutta. Intorno a quefro Petrone ftanno le tur1
fc
ma
ili
me
de* contadini
afpettando
il
nuo
Signore;-
il
quata
prefentaHJcwfi'in
capo
ne confntuofilriva comitiua di Signori, & Baroni riccamente veTti ti tutti^'Etionantziad ogni altro viene il Conte' drOoriira rnaeitro deUpalazzo! del Principe , & tra dodici minori infegne,sporca Ut gran bandiera dell'Arciduca.
-Seguono, dietro
al
Signore
Magistrati
<&c vficiali*dello
Stato/ veftiti efsii:ncbr^icorherjtutca la compagnia, il pi honoratarnente * cheirei il polla Tra tutti il Principefo4o vefrito d contadino , .& Aiupanniruftichi, &: ro Et cos s'auuicina al Marmo. Ma i con rapi comodini
i
:'
il
dimanda
gran voce in lingua Slaua 'Chi.ecoif.ui, che viene con pompa grande ?. Eri^popoli che fono all'intorno, gli rifpondono Quekoc il noftro nitouo Signore, che vicine pigliare lo llato... Il villano dimanda all'hora nuoua.
mcnte. E
giudrcegiufto cerca egli lafalute della pafranco? degno d'honorc ? vero enru tria? egli libero
egli
&
Hiano? dnfonfore,& aumentatole della Tanta fede ? Et ciafeuna di quefte dimaiide rispondono i popoli s s, Et finalmenteil villano ibggionge^Perqual glie, &far fagione mivole gli dunqueleuaredi fu quella fedia il Concedi Gorilla gli rifponde all'hora cosi SefTa ara denari
,
,
.
fi
com-
&
1
fi
R E C N O
compera da
quello luogo vacca faranno tuoi.
te
:
H arar le veftirafcut/aiCfe ha
>
&
farai
franco tu
te la caia tua,ien*
Bl pagarli tributo alcuno, li villano percotcndo all'hora leggiermente il viio del Principe con la mano filargli dice,
che
ei Ita
giufto Giudice
Ec
feendendo del marmo con la vacca , & con la caua Ila, laifpedito. Jl che fatto, monta ilPnn ida il luogo voto, cipe in sul Petrone, errati fu ed. la fpada la brandire tut-
&
uoltandofil .farcii medefimo a ciafrunadtl]e facce delifaflo , pare, che ci prometta buona gullitia. Indi fattoi! arreccaxe dell'acqua, in un cappello di uillano bene pubicamente, in fegno foufe di fobriet , &: di non lanciarli corrompere da le liane dcbcatetke delle cole tanto apprezzate. Diftnontato apprcfso giudei Petrone, feneu con tutta la compagnia alla Ghiei vicina, &-vdita quiui la melTa pi folcnnemente cantata, che fiapofsi bile, trattofi Thabito villanefco , lo conlcgna al villano dei fallo, &riueftefi da Signore. Appreso poftof tauola con tuttii Sito feuero
,
&
Baroni defna honoratamen te, &c ritorna alla prateria , doue iu fui Tribunale a ciprcparat,renderagione*ft la dimanda, fecondo la vianza di quel paeic,
gnori,
&
dona
le
pofseiTioni,
in feudo,,
come
pigli vie-
Frace/irtt
ttd *g li sl*
%fo morto
ndUbatt*
glia.
ne a propoli to. Ilchc pi ipdirfufa mente nella fua Europa rao conta Enea Siluio,epoiPio2. che fi trou prelence quella cerimonia in Cannthla. L doue hauendo gliSlauifer mato il fuo Regno, fpelTe volte veniuanoallemani co'Fran cefi , quali fatta vna buona malia drgentefotto la condotta d'Andagifo padre di Pipino il pi giouanc, che fi Maggiordomo di Theodorico R di Francia, l'ano 66j* appiccarono la battaglia con gli Slaui, & furono rotti, Andagiio fecondo che riferifceTAucnrino al quartolibro ) fu nella giornata morto . Et dopo alcun, tempo gli Slaui venuti in difparerc con Cacano R de gl'Auari , pur gente Slaua , quali reneuano la Bioaria, feorreuano guailando
i (
i
il
maniera, ch'egli fu sforza tOxd abbandonarlo. Onde Tanno 805. (come voglio no Suffrido MuS
(uo paeie
,
in
nenfe,
E G L
SL A V
al
I.
41
che) Cacano venno Carlo Magno Imperadoro, dimandando vru luogo per habitarc fra Sahariano et_.Carantano> affermando di noru poter pi habitaro nello primo Cedi} per le continuo feorrerio, che i nimici faceuano nel
gliHunni fcacciato da> gliSlaui I qualicondotti all'horav da^Pri mislau, Cerni ca>, Scomir, etjOttogcr, vennero ad habitaroattorno il fumo Draua^, cominciando da* confini del. leu Baioariav N dopo molto quegli Slaui, cho habitauano alDanubio,et,nelNorico^prcf iiu compagnia^ li Boij,afialironola^Pannonia^ fupcnoro, che con chi a (a^ fra il Danubio , \su Sauav , cl# la> Drausu , fecondo su deferittione de'
con.,
.
Munmfcac aatHlfuo
paefeda^U SUui.
SlauiaflaL
Uno U Ti.
noniafupem
riore
.
Romani, et-, moller l'armi nella^ Dacciav all'altra ri u- dei Danubio, oue ruppero, fconfilTero, e tagliarono pezzi le
jeliquie degli
Auari,et^Hunni,
iui
et.,
Tagliano l
pelile re
Itquiede^U
elitari.
{JmmhWmi
imi
il
iili
nclmedehmo tempo Niceforo Lmperatoro Collantinopolitano mand Pietro Vefcouo, et-, Caliilo Ambafciadori a Carlo Magno eo fatta pace fra
,
Colonie de
gliSlauinet
la Dacia*
nonie
la
Dacia
llfria,
llliricofii
uiie
alcune poche Citt madame furono lafciatc a Niceforo . Et,. indipocoli Dajmatinihaucndohormaicfofaladapocagij*c de' Greci, mandarono Carlo con-, preferiti Paolo Gouer
jnatorcdi.Zara,et/ Donato
Dalmati*
nudano am
b afe udori
q u Nicforo,che la Dal ma tia gli s'era ribellatalo tta la pace co CarJo,mand in Dalmatia con l'armata NicetaPatritio.Ilqua le torlo che venne, ricuper quanto era flato de' Greci in DaU matia,aim molto pi. Ma dopo la morte di Cariote Niceforo che fu l'anno ottocento e deciotto , Lodouico Pio figliuolo li Carlo (part la Dalma tia con Leone Imperadore di Co flati finopoli , A quello tempo Liudeuito Siano Sig. della Pan nooia Inferiore, hora detta Pofsega,ribell dcll'impcradorc LodouiF
Carlo
ribellane
da GrccL
Ditti/ione
della
Bal-
zana
fri Lodouico *
&
Leone Imperado-
re.
4i
REGNO
> oltra
l'altre
douico , (cndoli flato da lui negato lo ftipendio 5 & eccit gran furore nella Baioria Orientale, nauendo tiratoi fc li Bulgari , Carni, e alcuni Canoni 5 E occup gran parte della Pannonia fuperiore. Qucfte cole fpronaron Lodouico, ch'egli celebrale la Dieta in Ac]uiigrana,neU
la
quale
to d'Italia
le
pad a fi e
alle
venuto
Pannonia centra Liudeuito. Il quamani col nemico, ref vincitore, & come
in
(
)
Annonio al2.1ib.alcap. 106. vie pi altiero di prima. Mand nondimeno per mezo de gli ambafeiadori dimandar la pace dall'Imperadore con certi patti, *
Icriue
conditioni, le quali ottenendo, prometteua di fare tutt* quello gli farebbe ifato commandato da lui . Il quale non accettando il partito , che Liudeuito gli proponeua,mait d altri fuoi Ambafeiadori, proponendo, e offerendogli altri patti, e altre conditioni. Le quali egli rifiut, e deliber di perfeuerare nella fila opinione della guerra 5 e mand folleuare i popoli vicini, e tirarli dalla Aia parte -Li Turniciani , che fono popoli ( come vuole Abram Ortelio) vicini alla Bulgaria, ribellando da Bulgari voieuano accoftarfi all'Imperadore 5 ma Liudeuito feppc far tanto , che alla fine pcrfuafloro d'abbandonare Tlmperadore, e accoftarfr uu Ora ritornando l'efferato deirimpcradrc dalla Pannonia', Cadaloch Duca- di Friuli aflaliro da febre paf li'akra vita. Nel cut luogo fu iuftituito Balderico. llquale entrando nella pruuintia de Caientani ,che attcneuanoaHuogoue*no, l'efferato di Liudeuito fegli fece incontra; ma Balderico all'aitandolo lungo il fiume Drauo, lopole in fogaV Et Borna Duca di Dal nia ria, fatto vn potente efferato , affali Liudeuito appieffo il fiume Colapio, chiamato da gli Slaui (come diceil Lazio)Cupa$ouc nel principio il di a battaglia Br na fu abbandonato da Gudufcani, che fono &efl popoli Vicini Bulgari jeon aiuto nondimeno de" fuoi pretoriani, che ftauano alia guardia del fuocorpo, fu laluato a non venire*** mano de Rimici. In quella battaglia cade )ragomu$ fuocero dLLiudcuito , ilqualenel principio , che ribell Lifccktto.
abban-
DE
GLfSLAVL
45
abbandonato ilgencro haucua ader ro Corna. Li Gudufcani tornandocaia, furono di nuouoioggiogatida Borna.'Ma Ltudcuitocqueftaoccafonccntrin Dalmatia con vn forte efferato, mettendo ogni cola a ferro, e fuoco. E tBorna vedendo di non poterli ftar a paro, pofein faluo nelle fortezze tutte le fue cofe, fcegli con alquanti delli fuoi pi valorofi an
daua trauagliando L'efferato di Liudcuito dalli fianchi e da dietro: E in quello modo hauendo ammazzato tre mila de*
,
inimici, e tolto loro trecento camelli, gli sforz vfeire fuor dei
fjopacle. Etdcl
vn'altra
il
paefe
lama a ndacia.Vno
de'quali entr
finiitro,
entrarono alquanto pi
tar
da'ncmici nel voler paflar l'Alpi. Ma quel di mezo, che pati a u per Garin tia, hebbe miglior forte, chehauetido tre yoltefapcratol'jni>mico, e valicato il fiume Drauo,pcrucnneal lugo dcflinato* Liudeuita con tutto ci non fi vedeua.-matfar apparatoci forte alcuna , n cercare di far la pace coli nidi ico.O;ndcqueftjeflerciti,poichcs Vttirono infeme, po'fcro ferro fuoco il paefe di Liudcuco.Ma quel ch'era penetrato per la PannoniaSupcriore,nel paflareil fiudi, fendo
flati affali
ti
me
Drauo s'arnaldper
la
corrotribiie dell'aria, in
tre eserciti
maniera^
.mi
fohia;della FrauciaforientaIc,di
*wn ih
*
tanoattQr*ioHlfiimcSauo,quafUa^
tani, cheter
prima accbfta xk IJitudciMo^ Ilquale vedendo, chida Italia vernila inPanrtbniactfn molto potente! esercito, abbandon la Citt; di Sciicia y oanttofene allilSla't della Dalmatia .Oucdiraorandos'auideirheJvrib di iq Liei Principi lo rolcnatradirc, il pecche egli vn d l'am BdelIa^jLCitt40ndepoiftc^inwnctere airimpYradare,chc def der u a parla r i eco 1 n cjualchelus go f e uro 41; die ( n dogli
^jy*
Fa
fta-
44
R B G N CO
I
Slatti
entra
no
in Fratta
eia, e gua-
furo negato > egli fi trasferii LadaSlauozio di Borna dilato di madre, ehe dopo la morte d'elio Borea, fu porto da Lodouicolmperadorcalgouernodella Dalma ta.ue dimoradoper alcun tempo , Liudeuico fu morto tradimento da c foLada. E quello fine hcbbeilfamofoLiudeuito.Lecuigucr re, evarieimprefefattecon pi genti, E trouano feri tre [mam m&mmmmm) in vn libro di carta pecorina nel Monaltcro de Monaci pofto ah"llmo>douei trouano ancor molte altre guerre degli Slaui. Iquali nel tempo di Arnolfo R di Fracia> per alcune ingiurie riccuute dalli Francefi , entrarono in quel Regno, e alcune prounciguaftaronfieramcnte,in manie? ra, che Arnolfo fi molTeinperfonacontra di loro. Ma il fuoel fercito fu rotro,emalamtetrattato,come il vede appretto Reginonc al2.Iib.ll quale dice ch'Arnolfo Impcradore Rdi
J
Francia trouan do li nei confini de' Baioarij Tanno 8pi, e attenDanno voltai e taglia
ho a pe%%i
effercito
dendo ^cprimergl'infulti de gli Slaui, gli fdetto, cheli ^^ micihaueuano fatta vna gran ftrage de'iuoi ,& erano retta ti
vincitori.Ondcegliprimas-attriftperlapcrditade'/uoifedc li, poi con molti fofpiri fece vn gra lamento , raccontando in
Arnolfo
f>
dtFran
13.
quafiinuittiii-
noi
SlauioceU'
le Ipalleia
fono la Ma
rono
il
rama.
Scacciano
le reliquie di
nia,e poi
Morauia (comcfftritreiil BearonRennano-al i. libro della Germania)& fcacciaiidoindiJejtiiquicdc'Marcoman ni, fermarono la lorftanza inquei luoghi, dilatando molto
il
Marco
;(i
marni*
Hfgno di Morauia
quato fide
>enutmo5R
ari al
dtua,
Xutfh'Polo
ni,
Doue elio h iieua.q uieta y & paci fica la Kufldja,PoJotia, Morfema^ Bocamia prouincic naturalm e
iJi hn cosi (criuc
te dedite* aJlJaxti > Oc
Moraui
ui,& Boe*
mi naturai mente dati
all'arme.
al j>. lib*)
faceto
mo te ggowrfcbft;Franccfi,Gciiriattii &&ffQk*
ni
DE GLI SLAVI.
4f
Slauidi
Ma
ni:Dicdero molto che da fare eciadid alli Pazinaci,hoggiTar tari (come ieri u Regi no ne al 2 lib. Martin Cromero,&Gioa BiDubrauio trattarono difTufamentc le coie di quel Regno, che dur infino all'a 11110,991 .nel qual tepo morto il R Sucu ladojfu occupato da gli Vngari,Poloni,ein graparteda'Bocjiii.Morauia diuenne Chriltiana,fccondo l'opinione di Vcn ceflauo Boemo, nel tempo di Suatoplugo, che regn appoli Moraui, facendo la fuarefidenza in Velegrad ,il quale con la fua gen te riceu il Chriftianefimo daCirillo FiIoiofo,che prima fu detto Costantino. Il quale per edere flato Apoftolo de*
BuIgari,Rafiij >
rama guer
reggiarono
lungo tem-
Motoria.
Dm
chi
fk
di
occupato ti
m'paruto
ftino
ZS&no
cfl'erc
Morauia%
Morante
fatta Chri-
nacque in TheifaIonica,hora Salonicchio, di padre Leon epa tritio. Si chiam prima Co ftan tino Filofofo.anno 887. hebbe il gouerno della Chiefa di Velegrad da Adriano terzo di quefto nome Romano Pontefice. Etf il primo Arcjuefcouo della Morauia,hauendo pri-
fitan
Vita di
rillo
Cu
apode gii
ftolo
Slaui.
ma
&
R della Dalmatia,e dopo queiti Sua tqphigo Rdelia Morauiacon tuttala fua gente, la quale confi naua con LaViltuIa,Danubio,& Vago fiumi. Ethauendo per ifpatio
Suctopclech
iicinqueajini gouernatola fua Chiefa in iMorania^renunri
quella dignit; e col confnfo di Stefano fucceffre d'Adria-
no Papainfticuinfuo luogo Metodjoiuofratellojil'quale fu malamente trattato da] R Suatoplgo il pi giouane.Impcroche andando coftui vna voltaincaccia,ordin alI'ArciuefcouoMctodio,cheprima,ch'ei non tornafle,n doueiTe celebrare la mefTa. Mcthodio afpeurfinP-almeZQdi; madubi
tarido^hequcldiuin (enficionon yeniffe; efTere vilipefo,& vedendojch'ilpopolotjilqualeragraodcihormaicominciaua partire dalla Chicfa,scza pi afpctta re, guardarel'ordinedel Re, fi f>o(e dire la meiTa: & mentre egli ft all'ai tare,ecco che viene ri R circdato da turba di cacciatori, V da vn gregge di cani,& entra Ambitamente nella Chiefa, e con itrepit,cabbaiamentdi cani mette man all'armi :douc pena fi ritenne di
Mtodio
fratello "di
Cirilo
e Ar
ciuefiouo
diMorauia
non
4*
Metodi
f/aitato dal t^
R
l'altare.
E'
Metodioindi partito,incontanentcpaifi
fuato
flitgo.
Fuge Boe
mia, cr in*
indice
poco tempoj&and Roma,ldouctrouil fuo fratello Cirillo. E non molto dopo fu riuocatoin Morauia. Ma vedendo, ch'ilRjilqual'era huo~
tutto
il
Regno. In Boemia
trattenne
clero,
non
Terna
in
del fuo
torn a Roma
da
Moratti**
Tanno 5)07.
ru e
nuouo
di
J{p
ma,
more
.
crini
La fair*
frittura
tradotta
itt
lingua Sia*
u d* h.
Ciri!
Situi cele.
brano la
San Clemcnte,il cui corpo Santo Cirillo fuo fratello port dal la TauricaPcninfola, hora detta Tartariaminore. Narrano Gioa nni Dubrauio,& Enea Siluiojche gli Slaui, quali da Cirillo furono- conuertiti alla fede di Chn Ito, & i quali egli ha ueua tradotto nella lingua loto Slaua il vecchioi&r il nuou te ftamcntOjVollono cheIamc(Fa,eidiuini vffitij fu (l'ero detti, celebrati nellaiorproprialingua. La onde fendo per tal effetto (upplicatoal Ptcfice Romano,cgli propofelacofanelcci(toro:doue nel principio fu alcuna con tradittionej ma fubi to fi vd vna vce,chc diffe: Ogni fpirito lodi il Signore i&*ogni lingua il confeil* All'hora fii fubitamcnteconccffqquan to era lato ricerco il Po n tefice da gli Slauiji cui 3acerdoti,maf fime de gli Slaui della Liburnia, che fono (ottopofti all'Arci* ducade'Norici,ancorhoggicelcbranolaMe(fa ealtri diuini
i ,
Mefsa neh
la lor lin-
vfficij nella
Iorlingua nuua,non
gua muter
U4.
ne della latina. nzigl'iitefsi Principi de'Norici vfurparno (anni fui ii#4^Umwwi jiliknle lettere Slauc nelle publichc
11
feri ttUre:
Situi han-
no due forti di
come fi pu vederenella Chicf di S. Stefano in Vina.Lanatione Slaua ha due (orti deCratteri, quel che non hano ne Gred,n Latini:vna fu ritrovata da Ciriloj&3la chiki
Carat-
teri.
manoChiUftliza: dell'altra fu Inuentoie San Girolamoichia mata Buchuizaj cV e fatta nel fcgucivcc modo,
ab
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Qaeftedue (orti dc'earattcri furdn ritrouate (com' decro) da San Girolamo & da Cirillo,di cui reft perpetua memoria apponi Sia ui, mainine Bocmi,& Poloni. Iquali duo Regni hebbero origine da quella gloriola natio ne Sia u, che fattati padrona dcl?lllirico,mand le Tue colonie e tia-n dio pi oltro Verfo fet&enioiic,cio nella Boemia, & Polonia Il che fegu ( fccondochc ferine Gioanni Dubrauioal t> libro) in quello mfrdp.Czecho Croato crapfonaggionobile,c ftlifuoimol
.
Colonie
gli
de
Slatti
paffano
Boemia, e Toloma
toiftimato jcoftuicafoi bello ftudio ammazz vnodeili fuoi, & perfona di con to.Dclche fendo accuftQ,c cita to,cgli
non volle al trirnen ce comparire in giuditio*& li fuoiuueriarij non rcilauanopcr ci ogni d perfegui tarlo. Onde la mag
gior pane della Croatia
fi
CzechoJlquafi
in qualche pericolo;
amici
part per
c-
uunelaMo
tauiaieja:
foota:.
Slatti,
duceua nella Pannoniafuperiore^vicina alti Mouaui. Diuer^ tendo adunque nella Morauia, e crouando, che quefta, come ancor
fk
4$
.1
R E
CN
O
da la natione
tempo fermaronfi.LiMorauiconofcendo
inqucftomczolacaufadclla loro peregrinatione,infegnarono loro quello che doueuanofare,e che non molto lungi v'era vnpaefe da Germani chiamato Boemia, e da ei in vn tempo habitato,& hormai eradeferto,& ridotto in folirudine,fe non
v*m su
t.
ch'alcuni Vandali,deIlaloro
gurij
medrilma natione,fparfi
nei tu
habitauano in alcuni luoghi 5 & che loro pareuacjucfto paefe molto atto per lorhabitatione.QueftacofaCzecho tanto pi volentieri accctt,qua n to fi vedeua rido tto in vn termine, che gi non li conueniua discutere molto le propofte fattegli. Onde poftof di nuouo inviaggio,& dal dirittoinuian dofi perii giogo de*montiHercinij,andando da per tutto pa cificamcnte,fenza offender alcuno, cal gi nella Boemia. Ec douunquc egli andaua, vedeua conproprij occhi quel tanto che gli era ftato riferi to,-cio chela Boemia erainculta,deferta polfeduta pitoftodaliegreggedpecorc,carmctidi buoi, che da'huomini,de' quali fi trduauarwx pochissimi, &de'animaFi v'era infinito numero. Quelli huorn ini, che vi trouaro-
&
..
no,non haucuanopuwto delciuilc,portauanoidpcllilghi f & erano paftori. I quali vedendo nel principio la gente diCze cho n6primaveduta,isbigottirono$maintendendojchcqUi
erano della medefi ma loro nationc, e ch'erano amici, fubitaanen te fi falutaro no infieme,abbracciandonTvnraItro,& ma dando loro quei prefen ti, che (oleuano dare agli amicr&J hofpiti,ciolatte,cafcio,e carnea g' diedero loro appiedo la guida,pcr condurli nella Boemia inferiore. Et pervenendo almo tc,chc s'erge fra duo fiumi Albio,e Vlta;ia,gliijafci tati lo chk mano Rzip , che figniifcalfll veduta, per elle rc,ch 'indi fi Scrgono tutto lccampagrie,chc vi ionoa ttorno grandi,& (patio
i,-
bofehi molto fliai|> lpa(coli,ei|alhdra rifguarJaua Tacquclimpide,ei fiumixopiofiidiptfie: i^ pot pili tfkfejencr
uc,c
Caribo f
fierifiche
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n ci fuo a n i
mo
a Wtgrefcfca ,
ma alzacele mani *
cielo,
co
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D
orificio alli
G U IOSI A;V
I.
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'
Dei,com'era coftumc di quella gente. E ritorna- siferminBoe mu toalli lucri gi nel piano,apport tutti vna no.ua allegrezza, facendo loro fapere,ch'era gi venuto il tempo di dar fineal Dalmati con loros longo,evago pellegrinaggio5e(TortandoIi appiedo correnoinBot fabricarin quel luogo caie, &lauorarcprincipalmenteicam pi, accioche non fodero sforzati di viuerc (blamente dicaci lecopartedl ate " ' eia, e di carne guifa delle ferc.Li Croati erano efperti s nel P fabricarc,come anco nelPagricul tura de'caropi.Ondeciafcu no di loro allegrameli tc,& con molta prontezza promife di farlo. Et egli non reit u di dar loro tuttauia animo, & ifproiiarli quella imprcla Et eflendo hormai molto crefeiuti , de moltiplicati gli nabitatori di quei luoghi , per la frequentia cos de'VandalijComcde'Dalmatini, che concorreuanoiru Bocmia,come in luogopirimotOj&quietode'tumultie dalle continueguerre; Lccho defderofo d'edere eti, cgliautorc d'vn altra gente, &dVn altro Regno, venne dal fuo fratello Czccho,prcgandoloacciochelolafciafse andare co tutti quel
.
li,chclguitarclovoleffero,ecercarealtrc ledi ,e
quali perauen tura
,
altri
paef. I
Laqual cola
egli
pie
al-
non
laimprela>& emp quei luoghi de* nuoui habitatori,vfando ogni forte di modeftia vedo tutti i fuoi,no inoltrandoli mai ambitiofo,c> altiero,G comefaceua etiadio il fuo fratello Czecho. Il perche l'vn,e l'altro fu dalla fua gente colecra to ad eter ca memoria; perocheinfin ad hoggi,conofcendo la loroori gineda quelli, li Boemi da Czecho,chiamaronfi Czechi, & rM^dac^ePoloni da Lecho,Lechi. Iqualihauendo foratoli loro Scrit- cbo.'&'Poloni daLecho tori h uomini famofi in lettere, tra quali v' Venceslauo Boemo,Matthia Mecouita,Giouanni Dubrauio,cV MartinCro scrittori Boe*
*
mcrocon
rc,c
i
mievolom.
dc'Boemi
& Polonia fu fempre naturalmente dedita all'armi, & copiofadimoltc gcnti,da valerfcne arditamente in qualunqueim-
pre-
r
prcfa
,
R E G N O
Boemi yahrt'
fiffimi*
ancorch grandifsim . Dclchc li Boemi fpcflb ne diedero faggio, & diedero da fare non folo alli vicini,ma ancora aili pianinoti, &c potenti Signori(fecondo che riferifee Paolo Emilio, il quale al 3 .lib. raccontando le guerre di Carlo Graffo Imperadore,nelfeguentemodo parla) cio:Carloil figliuo lo cominci quella imprefa in fauorc de gliHunni cotanto sforzo , con quan to era flato prima loro con tra rio 5 ma fi trou ingannato di quello fperatohaueua.Perchetrou li Boemi vaio ro fiffi mi,e con animo non di ladroni, ma di veri t &ollinati nimici,-&f pi dubbia, &perico!ofa quella imprefa fra
Quello Ottoea
Francefi,& Bocmi,chc haueuano domala fierezza degli Hnij che non era Hata prima fra gli Hun ni ileiI,&Franccfi . Il pi famofo R della Boemia, & il pi nominato fu ttocharo V.R. Il quale,(econdo che narra Giacomo Vifelingio nell'Epitome della Germania , fu naturalmentedatoalla conti-
Boemi belli
toft.
grande animo , defiderofo delle difficili, & illufori imprefe. Dilat il fuo Imperio dal mare Bai ticofin'al Danubio,&al mar Adriatico. ScriueNazario Manierano, cheli Boemi furonofemprc ottimi arcieri 5 &Helmoldo preteai 5, cap. della Cron. de gli Slaui, li chiama gente bellicofa. Ma che dico de gli humini? poich le don nc>& fan ciulic di quei paef furono altres bcllicofcnaturalmentej hauendo per coftume (comeferiue Pio fecondo nella fua Boc
nua
militia,
& fhuomo di
mia)falirecauallo, eadcftrarlo
al
corfo,voltarlo in giro,gio
ftrarecon
ciar
il
la lancia,
mi
Qegno diBoe
mia occupato da dinne .
min
in *-
mia.
no lafciare niuna cofa fpettan tevnbuonfbldato, cauallierc. Il che caus, ch'elle in vn tpo s'impadronirono di quel Regno fecondo cheriferifeono l'AbbateRcginoneal2. lib. Pio2.&GioaniDubrauio). Impcrochc Valafcha donzella di LibulTa moglie di Primislauo RdiBoemia,quaivn'altraPanta(ilea Amazona conlccor5agne fuggendo ileonfortio degli huomini , & hauendovecifi quelli del paele, fetteannidominin Boemia,&in vn'd ammazz fette de gl'inimici.F donna molto faggia,&accor ta,chc douenon potcuano le forze, ella fi prcualcua de giungali ni,ammacftrando in quefta arte ancor l'altre compagne, &fopra tutte Sarca donna affai bclla,ma pi afiuta ,& d'animo pi crudcle.Coflci per dar morte S tirado giouane fo rafdardo,andare in
(
fililo,
D
quella aftucia,
BO G Vt
e
L AVI.
e ponerfi appretto
il
tj-i
fimoj ehcviepidc
co
dVn albero
le
maniaci piedi ,
corno
'
& vn vafo di liquoreaffatturato, che toglieuail cervello chi ne bcueua, & ordin chele compagne &andafTero
ila caccia,
imbofearc non molto lontano. Parti te leDonne,eccotiStixado,ch andando alla caccia, peruenne oue era ligata laftuca Sarca, e vedendola in quella guifa , Il m offe com pafsionc ; & le dimand per qual cagione ella fofle q ucfto fuppli rio coadennata. L*acorta damigella glirifpoic,Valafca hacosord nato pcrciochc io pentita d'haucr commeflocon lei tante celcraginivcrfo glinuomini,era deliberata din far pique fra vita,&leuarmi da lei: Onde ci intendendo, mi feceligare per darmi con mille tormentila morte. Ma feri tendo abbaia:
ano di ri tornar alla mia morte. Per ti prego, e feogi uro per la tuagcmilczza,chemivogliliberare,oucrocoetucmanidar mi morte,accichciojon venga pi in poter di quella. Stira*
do tatto
&
compafsioneuole,e prefo dalle lue bellczzeja iciHj dimandandole la cagione del vafo, & del corno, ella duTc,
che il liquore era parecchia to, per darle con quello pi lunga vita,& pi lunghi tormenti, & il corno voleuano p rnii al col lo per moft rare, ch'io era caccia tricc;& ci detto ella beuc parte del liquore^li'lei non poteua nuocer, & il redo diede a Sri iado,chcli leu il ccruello,c pollo il corno alla bocca, col dire, vogho fonarlo
lia,
&
dottolo alla tocca di Vifigrad, l'vccifctOialla prefcnzadchR Primiflauo^cV di tutto il popolo. QueftafoHeuationedtlrcdo iitBoem Pio fecondo narra nella fua Boemia, &Giouaiini
Dubra uio, il quale al fecondo lib. dice.- E acciochc alcuno no cteda*cKe laguerra,chcfeceroledonncin Boemia con fra* gli huomini ila cofafauoloia, fi deuc faperc che fu coitume amichimmo in Sarmatia, chele donne coni batteffero centra gli iinomini,fecdo che rifenfcc Pomponio Mela, dicendo jcfi
l'vfflcio delle fanciulle della
ddkdomcd
Scrutati*,
i-i
li^MftX
rffcio delle fa
e tulle, e dcll'a-
duitc
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Sntkm^i**
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Matilde di fan
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Bona alla
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fili patrimo**
nio dt S* Vie
tr.
Matilde
fece
Quefta virilit d'anim moli rccia a dio Madide* hccotticdice Pio feconda, fu di faftgue Boemo, la quafdo". -nallaChicfaRomana rutt il paefe,ch' da RadicofanoCa* ftcl SancfcCcparano,che hara fi chiama ilpatrimonio di ftettoJEteifendo moglie d'vn noinF Gni!e,rcofq<iat gnero vn f?gliuolo,chc poco viflevpmldoiar^chcnel parto haueua franto propofedi non picoaoferilmarhbjpetlaqaad'jcoft tfglrcarato prcfei'armi Con tra la moglic,la qoalc fc glioppoiu iegsgliardamence,&con b iron e iTc rei to o ca cci ,& quello
-virginit.
&
decapitar ,
mani
vinto fece ragliar il capo, ne mi pinollemaritarfn Akffaiv d ro-Duran te ifeuiando Macildein quello fatto,al fecondo lilide di queliti (ilo a tx ne cofe dcuanoiiicufare fcro; d ice* cos ftero,vna e la gr temerit deli. uo marito, e pota fila pia
Ma
denza, l'altra per eifere,ch'clk nacque di cos beliicofa!,& fiera gentp de'Bemi. Alli quali non cederono punto n di gloria* u di valore li Poloni 5 g innumcrabih trionfi de' qualr bora
*
paflknd fotco
Taberlaneftlo, e fconftto
fi
filentio
da
T doni,
do Rdi Poronia,il quale (confi (Te pi ideile volte faxaylVvl timo e dermi io i gagliardi ili mi e Aerei ri guidati da Tarn ber* lane,& da Batto,comcrifenfcono Vincenzo di Bclloua >To* mafodifpalatOj&il Mccouita,la qual gemef gi il diftrug*
fiumano; & milc in rotta vn potuilimd elfcrcito del Duca di Moicouia, tagliandone pezzi ottanra mila,& vincdo poi guerra aperta Signori di Liuonia , e di Pomcrania, tutti infupcrbiti,gli sforz pagarne gli anni foglienti vii ceno tributo Da quefto medefmoi Valichici Turchi , nell'aiuto de' quali cofidati 1 Valachi , haueuano ha* uuto ardite di prouocare guerra i Poloni, non folo furono sforza ti d'abbado nate confini di Poloniacon la perdita dcU la magghorparte delie laro gcti.ma di pi cn traco nel paefe de** Valachi* lo milc tutto fcrro e fuoco. S'aggiungcalla virt di cos gran Principe l'eccellente valore in guerra dc'Poloni, quali (fccohdo l'antica virt de gli Sia di loro progehitorijvo.* glionopi toftovuaianguinolni&rte,chcvnavitupePdfaf* ga.^t^ecil loro ctitiaiuo guerreggiare iendodiuenut^moK to fieri, e crudeli, fu molto tarda anc'oblalor con uCfftort* alla religione chnftiana, fendo oltrarno do dati airidolatria^e ti U3 x D culto
gimento
del genere
LMnia e V$.
merania fuperata da V aloni
cPMflw
mtgytuhb*
tardi
ibri
-*
DE
te,
(BEI *
LAW
.
I.
T*
MarIdoli ic? %lni
Diana GioucnelUIorlingua> Slaua chiamarono IESSE>ek> crcdcuano onnipotcnte.Man- IESSE. t* appellarono LEO A>Capitano delle gucrrc,c donatore delLDM * le Vittorie. PlutonediflcroNYAjdimandandoda luidopola lArte^ lemigliorfcdi nel tuo Regno. Venero chiamarono Scriue Dl*s*f DZIDZILIA, da quella chiedeuano la fecondit , le volutt > fotke inGnr/ttl'bodariza de'rigliuoli. A Diana diedero nome di Z1EV A-
faerato 7{J4
L^idzjiia.
MARZAN A,
.
limate.
>
dimandando
daiciiafenilitdc'campi,&alberi Adorauano
Murqauu
tlvcni!o,ch'a*daua Scorrendo col fibillo fopra Icfpichc delle biadc>cfopra le fronde degli alberi >chiamadoloDOGODA,
Martin Cromer interpret Pogodail CerePochuifr Pochmfecl ditfcil Mctouita,che fgnifcaa tta; appoli Mafouij la diftemperatezza dell'aria* Adorauano pari mcntcLADA madre di Caftore, e Polluce; Del che dor mc-
m POGHVIST.
&
T9^9d*
Lai*,
aottajfiri'i
tempi dcL,Mccouita,il quale dicc,chquell>chb catauano gli anttchiiTimi vcrh\ replicando diceuano, L AD A
,
lUlii
lAfAwItELriLELI, PGLEL1 POLELKCaftorcchiamado llel & Polluce Poteii . Scriuc Gioan ni Dlugoflo , chcnel fuo tempo ih Boemia/:Polonia,mettendo fopra le trczzuolc la ita tua diMaizfltnakC Zicunia,lc iolcuano portare iu pompa,cac ionipagnandle con vn canto molto lugubre > le gettauano
iella.palludc,
TolelL
Mariana.
Statua di
Mar
Zana
t Zieu*~
nella quarta
Do m i-
ma
portata iu
pompa.
nicadi ^arefima, in memoria di quel di,cio fettimo di Mar lo>neI qtulcR Mieciftauo fece publico editto, che fi fpezzaf, icotatlir^l IfllIi*A.*;quali dedica nano i Poloni li terpi,e luogbbipaxdkolarorifccrauanolorole rta^ cfacerdoti,in nono re dijquciU in ftinauajio-h giami feihui,attendehdci' bai l^plaufhoantij&i di ucxfi giuochi . Il q.ual rito de giorni feftiui, narra Dlufcrofi'o.che finifuoi tcinpi,dopo alquanti fecoli pohaucrricenutoilGhrtitianc6mo t hauenaperfeuerato, gmfj le ctatan tenutoti in Polonia. Imptrochc si gli huom in incoine le donne, Vecchi, e giouanifoliti erano nei giorni, che noi
STADO,com a dire
no
5-4
RE" C
mi
Booniafatta
Chrifiiananel
900.
"Polonia cohob
he\Clmflo nel
955.
Cdttfa della corner/ione di Mie
asiano
VoUnia.
ChriftianajCVeranoancbmxakuniChafian^iquahftauauo in Polonia^ partcal fcrurtio del Principe^ parteattdendoak litrafichi, &C mercantre: oltrea ci v'efainb kuni, cheperpo ter pi quietamente attender aiiejcofrpidtuali , ftauaaontixati ne'luoghi foli tari. Da quefti fu adunque Mieciflauamm nito3 & effortato, che iafeiato lucrare detciiiitili, riconofcefc
f Chrifto, ch'e dacq<re de' figli uoli > e cnrimerconfolatoraedi
tutti.
cola
in
Dtmbrouch*
moglie del I\
te ci slatto.
Siffei^anogli
Idoli
Volo
via.
U pagancfimoyfifacefle Ch riftiari^iUitftati fi con tt di fare quc(to,Ondc i n vn 1 freno dlyche-f nel anno 96$* iiecainGfncfnailiantobatteini^&'fttttariti cojyDabrou ca vergi n e. Fece appreffo vn 'ed itw> chepcr tu ttele citt,& altri uoghi del fuo Rgno fi fpezza fiero nini gl'Idoli^c ogn V* no fi battezaife; & cos mentre egii^lTe procur i cifisforx tu t to potere d litro d urre,& pian tenere per tto il fu o R egn
*-
'i
la
Lituani e/linati nel pagane*
di Polonia,
nclla
Ioni
DE Gt
Ioni.
t AVI.
ff
^eUghncdt
l,tHMnt *
Adora uano per Dio il fuoco, il quale chiamaua no nella Fopria lor lingua ZNICZ, elotcncuahocontinuo,c perpetuo lenza ipegnerlomaun alcuni 1-uoghi, catta pi principali* faceuanohonoridiuini a* fulmini,chcchiamauano PERCVNI.A1 fuoco facro,ch*adorauano,ifacerdoti del tpofom minifera uano il nucrimen co, acci non venifse per alcun tpo mancare. Oaquefci gli amici degl'infermi dimandauano con figlio fopra la vita loro :&eil la notte s'apprefenta uano al fuoco facro,fida mattina dauano loro la rilpofra, diccn dod'haucr vifto apprcfso quel fuoco l'ombra dell'infermo.
Veroni*
In oltre rcneuano bolchi, e alcuni alberi pi Cechi nelle felue, che erano facratialli loro Deij & fauno era lecito di toccarli col ferro* & f alcuno per aueii tura lo faccua, non per reftaua impunito. Impcrochc (degnatili iDemni,lofaccuano iubito cader morto,reftaualtroppiato di qualchemcmbro. Credeuano appretto , che le vipere, altri ferpenti haueflfero ... in se parte della diurni ta* &queiu nutr uano come certi Dei uptm* domelticipercufcuna delle cafc,& famiglie, facendo loro fa orificio di latte,& di galline: Etera cofa molto pcrnitio(a,&di gran ruina tutta quella famiglia, douevno di queftis'amma zaua, gli fi faccua qualche dilpiaccte. Ogn'annoal primo
&
'
d'Ottobredopo fatte le raccolte, faccuanovnf olenncfacrificio, douc molti concorreuano con lelormogli , & figliuoli &per tre continuoi giorni ftauano mangiare nei conuiti di quellochc haueuano ammazzato, & offerto gli Dei E torna do dalla guerra, brufeia uano al fuoco iuluogodi Vittima alcune fpogliecon qualche perfonaggio,che nella guerra haue nano fatto Ichiauo Stando adunque i Lituani in quefto erro ic,IagelloncgranDucadi Lituania, fapendo chela Vergine. tad Utulni Hcduuigegouernauail Regno diPoloniaJ'anno 1385. man cercapermod duo fuoi fratelli dimadarla per moglie. I quali fendo in- i'f^H *^
.
1
parlarono. Se voi, o laggia Vergine,& degna di cotefto tanto fublime grado,ui degnaretc pi
le
Unta,
iarfiChriftianocOn tuttala Lituania* lafciar liberi tutti li Poloni,che tiene hora prigioni j &vnireper sprelcfueterrccoi Regno di Polonia, s'ofTerifce ancora di ricuperare le terre della
Trmettcfarfi
cbr,siun*
altra,che fuf
fc
R
fc fiata di uifa dal
N O
co grata alla Regina, ma Prelati , & lji Baroni fu cara, vedendo che con quefto mezo il Regno di Polonia farebbe pi ficurod alle feorrcrie delle genti foreIrierQi oltre poich tanta moltitudine di huominiudoucua liberare dalle man jdclDcnionio, & acquiftare Chriio . Fu nondimeno la cofa rimcfl La ia nei voler della Regina. d'Vngaria madre d'Hcd u tug^ quale cifpofe che (i con tentaua, che i Baroni del Regno di Po.
mi tiua
itgcllone
fi
doni regij, che fu l'anno i 3S6.Ec india poco fendo infime muta^omeT* t0 ne g n articoli della fede,Chriftiana,fu battezato,e fu gii poVulaislam fio nome Vladiflauo Li nomi ancor de'fuoi fratelli furono timoii%6, nel battefimo mutati, perche Vigontio fu chiamato AlcfTandro,CorigalloneCafimir,& Suitrigallone Boleflauo. Nel me si marita con ticdituige. defimo giorno,chcriceueronQ il fanto battefimo, furono ce lebratele nozze della Regina, & furono in corporate per Tempre al Regno di Polonia le terre di Lituania* diSamoieda,& della Rufia* Etdopo quefto Vladiilauf vnto, e incoronato E intronato R di Polonia Tanno 1 587. Il quale volendo ridurre al Ghriqfdi volont* ftianefmolagcn te di Lituania,preic ieco in copagnia la Regi nafua moglie, il Duca di Mazzpuia con molti Vcicoui , & alt
.
perfoneEcciefiaftiche:Etentrato in Lituania, rimofTci p poli dall'Idolatria, e (linfe il facro fuoco, fpiaii leChiefse gli
tre
(elue,ammzziierp "Vbe erano ila ti adorati da loro .Ma fendo chiamato il pop uVttlT'c^U lo tagliare le lelue,c gli alberi facri, niunoera che hauefsear Uli. dire di toccare con ferro il facro legno , fin che il predicatre della parola con eiTempiofuo delle lor animo. Et hauedolcr uato uia tutto il paganefimo, iniegnaua i popoli gli articoli della fede,& l'ora tione del Signore, & di poi gli fece battezacmefaiVn- re Appicfloil pio Ra ciafcuuo de* popolari, che haucuano d cuuto il battefimo, donaua conciamente alcunengucveh timl^u fti,fatte di panno portato di Polonia,con la qual folccita corfti4n. tefa fua fece,chc quella gen te groffa,&pouera,che fin* a quel giorQos cracontentatadiveftimcntidilino,fpar/ralafamadi co tal
tonai*
ltua-
**
O
tocal eortefia
,
B 'Glj
SLAVI.
S7
paefefarfi battezzare.
ObgonanirclraronoimmcriincIpaganeiimo.QueftedueProuintie((ccdo ne redono tcftimonianza Pietro Crusber al 2.1ib. Carlo della Vagria al7.de Venedi )iono habitatc dalla natio-
&
j,f9rigm \ /amotedtslam
&
dato faggio nelle guerresche faceuano co' loro vicini,i quali fem ^Uicofiefiert. prc tcncuano in armi . Impcrachcnclleicorrcrie,cprcde(diccil Crusbero) pafTauano tutti gli altri. I Samoiedi imitando gli altri Slani,haueuano ancor effi alcu SmM it* fot ni particolari Idoli,& culto particolare molto fomigliate quel *j/i^xri. loaVLituani. Pcrochc erano molro dediti gli Auguri j, & alle $, n tutto adorauano il fuoco,il quale gi moicU. indouinationi.Mafopra dicauano facrofanco>& eterno ,& quello tcncuano invna torre in cima d'vn montc,dafaccrdotinodrito con continuo aggiogiamcntodilegnoi tcncuano apprciTo alcune fclucfacrate, le
..
.
Eierano feorfin tanta cecit di mte,chcgiudicauanodouerfi tener per(aftte,& le predette felue, & gli vccclli,& le fiere, che vi dimorauano, & tutto ci chev'cntraua.In queftefelue tcncuano i focola ri d i uih* perca f, & famiglie, doue ardeuanoi corpi dc'fuoicari, & famigliari, co' caualli, con le (elle, & con le pi
Pretiofc vedi;
di
wlouero
>
ponendo ri
iopra
le
quali metteuano
u-
j-r
forma di
calcio,
& con
cibi
il
Aletta n
dro Gaguino nella fua Sarma da) 11 utriuano nelle loro cafe certi ferpendeon quattro piedi guifa dilaccrtc,ncri,&grofldicor po,i quali nella lornariua lingua chiamauano G1VOYT1I ,c Gtt0Jtii Drj quefti tcncuano come Dei domeftici$&: in alcuni tpicfpurgan domefidief do le cale, quefti veniuano mangiare di quello,ch'era apparce- **
chiaro, ementremangiauano, turtaquella famiglia ftaua loro
attorno con gran timore, e riuercnza,fina che fariati rirornaaao al fuo luogo. Et fcper |ortc intraueniua qualcheinfortunio
a quel-
R E G
NO
pctcffcrc quella famiglia,credeuano,chc rio fuflfe auuenuto , ch'il ferpen te Dio lor domeilic non eraflatoben trattato, ne
fatiate
enmti ino
E ogni anno ih fine d'Ottobre dopo fatte le raccolte, faceuanovnpublico;& (bienne coniato in quello modo. Tutti
Sacrifica*
concorreuano con le mogli,figliuoli,&deruitori in vn luogo de putato cotal conuitoj &apparicchiauanola rauola (opra il fieno,&in mezo di quella metteuano il pane, e attorno poneuano duo vafi di ceruofa. Poi menauanoquiui il vitello, il porco e la porca, il galloelagallina,ealtri animali domeftici per ordino mafchio,efcmina. Quelli volendo ammazzare nel facrificio, veniua prima l'Augure, e proferendo alcuncparole, cominciauav percuotere col barione quclloanimale, il che faceuano poi
tutti quelli, che
il
capo,
ci
piedi,e
eh
*fc
poi il ventrcjdicendo: Quello (la voi Dio ZIEMENN1CH (perochequellictadinicos chiamauanoquel Demone) ti rin-;
gratiamo.chcnehabbiconferuatiqucfloannoiani, etL> che ne habbi dato abondanza di tutte le cole :&hora ti preghiamo , accioche ne vogli > ancora Panno che viene fa u ori re> , e de* fender dal fuoco , ferro, pelle, & da tutti i nimici. Poi man* giauano di quelle carni, che haueuano ammazzato in facri* Scio; & d'ogni viuanda, innanzi che cominciailero man-^^iare, tagliauano vna particella, e quella buttando in terra in ogni cantone di caia, diceuano: Quefte vittime voi Ziemennicb > riccuile, cV mangiale volentieri all'hora fi Samoiedafat$a cbnfliana metteuano tutti a. mangiare allegramente. Quelle fupeFflitio 4 l 5* n i de* Samojedi durarono fina Tanno 141 j.quando Vladiflau uoKdi Polonia infpirato da Dio,fimoiTecontra dilor, egli il si Strugge fU per. All'hora abbruggloro la torre del facro iuoc , e
:
limjamoieda.
quello fparfe,
& eflinfe
non
fenza>
Siri^atioUj
mehf
"
haueuano cagliatole fcl u, no ientiuno alcuna lefione, fi come efsi haueuano pr'Polteins ciperimentato. Hora fatto quefto comand R VladiflaUo, che tutti fi facefl'ero Ghriftianij e fi battezafTero j&rifcz vna belta> Chiefa in Miednich GUObgoriani adorarono vn'Idolo, chrejcbiamauanoSLA-i
.
gli
D BG* IOS3L
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MV
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<&
\jmtSai
H nepote , hauendo ancor appretto akbaiitfftffttihcr.} citt guifa delle tromrbc rendeuano vn gran iuno ..Jiiictfrdotc dimandaui il confrglio da quefto Idolo, quando VleobfaBaU cunaxofa r andare in altri luoghi. Ou'coiadaiTiaratfieharfii poich (come dice Abram QoneUo^ eHuoT tesa tro)da'Uaiora rcrc,c ceree riipoftcfopra quello che doucuano fare j N alcuna
era
5
wm
,.
Vardiua di pacare d'appreffojicnza offerire qualclieccdaquc^ ito Idolo ,& s'altro non haucua,cauando(i della veflc propria Vn pelo,&proftfaToin tcrra(comc diceGiouarti Abano).gliel* ofFeriua .Il tempo della co nuerllonc de gli Obgoriani non ho pocutotrouHrc d'alcuno Auttorc notato; per mernepafTar- ad altri Shui,i quali occuparono tutto quel tratto maririmo>ch"c da Olfatia fn' Liuonia % ne quali lunghi ^m^mSmmmttk ^tmmmmu^m^) fu vna (ola narioncSlauaichiamata Vencdiy
(
_^
JJJJ^T-JJJJJ fionedegCob*
gotiaa.
Vi*rf/p4ri*
ll
Gioanni Magno Gotho al 6* iegUsUui. Vand >&s}? lib. cap.2i.oue cos pirla- Marchi furono quei Veneti Giornan f do per laUttorua d Ablaiiio hadiccniarato , arrermando chie lodifermi. quelli furono vna parte di genite Slaua. Irnperoche alPhora f co- slauranticbf, n ancoalprelcnte)quci:i Slaui fendo fparfi per di uerfe nationi JJ^JJJ*' forarono Gtiandiodiuerf,evirij nomi jN la gente Slauacdik
VeneiiX'iftcrToriferifceef-iandio
l
nomc.hmGmmmm
fm^mma^maUm&m: Nel tcmpodi'Marciano Imperadore, che popoli Venedi, efl chiamano f ftefsi f Pan no 45 3. in circa laui,na rione antichiilima della Germania (come fcriue Taci*
, i
*o)penetrandoconle loro (correrie tuttele feluc,eimonti,chc fono, fra Peucini &Fenni,pcr li peccati noitri(come dice G'ior* nando) cominciarono incrudelirfi,crefccre , &farfi potenti.; in Canto, che tutto quel tra tto,ch' poftofr il fiume Albio,& la tajia 3 equanto fftcndc inlungo elargofrilmarCodano,& Axiiatico,qir.i Slaui piapianoinodarono,&irnpirono. PenetraV, i.i. 1 jiiiaa j"i
i
corniciano ere
fcercefarfi /
tentu
Slatti
penetra*
i
arono poi
fi
tiri
rono fina
ulti*
vede appreflo Paolo Diacono al 17. Iib.oue cos dice: Ma il d iegujcnteritenuti furono da' Romani tre huomini Slauini, che non portauanoalcunacofadiferro;eccettolecitharein mano. L'Imperadore Maurino dimand loro,ondeveniuartb,&douc
era la lorohabitatione.
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l'oceano oca*
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de gli slaui.
intenderei Cacano,che perla gran dittar? zia deluogififlia p touano cifarej di cen da eh- eratoo fiati perii vhggiaidrciott meli 5 & che-porta uanokcitliaDei per non hau ere vitto alcuno i loro veftito d'armc/pofeia clic il paeicJjoro n* iapeua che co*
fa fia
v
j
il
Va
Mr
ven$dic9
*VenediMi*
Molte
riti fot
eta,came ancora o da n dola.gran dei za deicorpaloro^Ii ma fa in HeracJea, Da queftiVenedi Slaui il mar Venefico prefe li nome;perche valicando primieramtejl fiume Viituk,cpaiTan d Q fin ad Albio,afTalirono quelli che habitauanolungo il mar Cadano. Nel quai tempo quei luoghi erano habitat! dalle gei rifortiisirneVe potentissime de gli Sueui, Longobardi, Rugi,& ^ 5 uicoui iquali tutti fendo debellati da eli Slaui partirono
i 1
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ir
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nik mhm^mmpmU^UmmpImi Ipopoli Heneci ouer Venedi i quali da Tedcfchi fono detti Vuendcn, da gl'Italiani fono chia sUuiiaStffaimadSlauii&da noftrifono spellati Vandali, occuparono tut>m *i n * a <fueftariuiera del mar Baltico ,in torno l'anno dtC brillo 500 y *j%i"
pente $&
d*&* vedo
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LJtubio.l.mtBmpmatu^^
in che tempo
^luTdl^mw
ito.
'
lo,peralquantifecoli habitarono,
tc
sl
dilatar
dilatarono,
&
grandemente il
agnolo.
Cotnbattonoto
tonefuronoprimaal fiume Albio,&Hauclorcpret ; da poi da Enrico Leone 3 dopo lalor prima venutain quei luoghi ficcnto anni,con le continue guerre furono parreammaizati, e parte
efoggiogatijcinficmconJa rcligioneChriftianaint. tro ^ u (Tcro i ti quei luoghi le colonie de' Tedefohiicon tuttoch etiandio hoggii trouano le reliquie de gli Slaui nella riua dell' Albio, inLufaciayS: altroue.Et qualunque nel prncipio,quan chcquefti occuparono! luoghi dei marBaltico,veniflero co vn folo nome de gli Slaui ,fortirono nondimeno dopo diuerfin* mi,- peroche alcuni di loro furono detti;
deftrutti,
enricoAucupe ecolgranioto
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VVARNAVI.
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LINGONI.
PQMfiRANI,
ancora cclArip?l!anticatiominatioiiCi lignificano, gente marnima$ pcrochc Pomerie nejla lingua Tomerefuo** Siiuz tton voi direaltro, ch'il pacfelungo il mare Et per il paf "ffmJitim" r fato Pomcrania hebbevic pi larghi confini di quello chefono *' e m & al prefentc. Et (comefcriuc Alberto Crant. al i.hb. alcap.itf.) nlicme con li Cailubij habitarono quella nua innanzi la venu v uvenuudi cbrtfo bob,* tadiChriilo. V I L Z I & Lutici , ouero Lufitij , furono chiamate queftev j^,,4
. >
quattro genti.
TQLfcNZI.
REDARI,RIADVRI.
<3IRCIF!ANI.
KYZ1NI;
y VI L
(TOLENZI&
Zlfortirono quello norac( come fcriuc Hclmoldo al cap. 5. per le gran forze loro Rcdari fono tenuti da Hclmoldo per vna meclefimagente, Peparcene quelli fulTcro cosckiamatLdaMaCic tdiRethra,&qujcglialtridal fiumcTolcnfo, appretto ilqualc hebberoleloro lcdi.LiRedari habitarono nei confini de' Sterincfifril fiume Partii Viadro. tratter quello nome dai fiumcPani: eie loro fedi furono appreiTo Gripfualdia, Volgali o,& Sondo. habitarono vicino alla Citt di Guccgouio, eL, quellaperauuenturalalciaionodasilnome. RVGIA.NI , ouerRani, lono cos detti dall'IfolaRugia, fico me Czcchidi Boemia fono chiamati Boemi. V A R A V I furono appellati da Vuarnauo fiume nel territorio di Rofloch. B RITI pofledcronole terre de* Megalburgen*. prefero , credo, quello nome dalla pianura del. pae) :
CIRCIPANI
KYZINI
O OT
fe
.
POLABI
I
VV A G R
le
habitarono preflb ad Adelburgo , Citt altre volchiaraperil Vcicouado, Impcrochevco'liucceilo di tempo pr-
6z
VR'
EI X INI OD
procurando Gcroldo Pontefice, quello Vefdduado Fu itfelportatoLubecca. Tra Lingoni , & Lini non f diftintione. di.quef fece mentioncHelmoldoal i.hb.alcap./.& di quelli al j#^a{ktine,& Luneburgoconieruatfo ancora lamemoria di queftiV Improche fi dice,che gi haMtaio^'qu^toipaefe. Li nomi dell'altre genti: SJau^, che-fi fermarono ( come dice Helmoldo)nell'rienrale Sluia,oucro ni il fiume Abio,l8i Via dro, cio nella Marca Brandeburgeie, fono quefti
:
LEVBVSI.
VVILlNr.
STODERANL
BRIZANL
Lai 5
V VERL
pretto
Helmodo.
rmh Citt
w
J
Vucrli
Her~
Eruli habitarono predo al fiume Haluelo, &il nome loro refta ancor hoggi nella Citt di Vuerlo,ch*ne'confini de gli Obotriti E li Principi che dominarono fopra queiti" V,
.
uerli, fonogl'infrafcritti.
CATALOGO
de
-
DE'PRINCiPI, E
Eruli Slaui
DVCHI
gli Vucrli,
**$?
RugianidelmarBaI
fi
coftgiunfein
Minto
***
dilata
di Aritberto debell
MecbUburg de Trincifi di Va
refiden^a ver U,
finoadHolfatiaj habitin Mechlaburgo, chefrefidenza, e metropoli deTuoi maggiori; & domin ad alcuncCitt ma ritimemolto nobili, per rifpcrto dc'mercati , e traffichi mariumi^cioelulino, Vuyncta ,Retra,Stargarda,oStaTgrad, Volgafto,Gyftino, Kyino,Domyn,& Melchouro ]
MIZILAO,MIZISLAVO,&MISTIVOY,fratelIi,&figli
uoli di Bilingo
furono
nome
Chriitiano. De*
quali
DE GLI SLAVI.
quali Miftiuoy
:
hcbbc per mogHe Margarita figliuola di Henrico primo di quefto nome Imperadorc, cognominato Aucupc con la quale hebbe tre figliuoli Vdone, Anadrag, &Geneo: Et nella Tua vecchiai a ab braccio la fede di Chrifto per opera della fua moglie, &fece penitenza in Bardevuich.
,
VDONE,
i
vede Lubecca Citt molto grade di quella riua, chiamata per il pattato Butc,Vuagria. Quefto Principe fu conuertito alla fede di Chrifto da Marcone Vefcouo di Aldenburg. figliuolo di Miftiuoy primo Chriftiano di quei luoghi,vedcndofi uguagliato con le ctinue guerre da TcodericoBrandeburgeie , &davn altro certo Bernardo Marchefe di Saionia , lafci la fede Christiana. A cui S.Ortolfo pi volte mand molti huomini fanti, per rimouerlo dalle guerre,chc egli fece per dodici anni continuoi, ma tutto fu in damo. Impcroche non folo, chenonfecequantoeraciTbr* tato, maprefi alcuni di quefti Santi huominijcheandauano
de'pefcatorijoue d noftri
fi
lui,limartiriz, efrquefti fu il
Vefcouo di Brema,diHm
burgo,cdi Mechelburgo
r
APRlBICNO,imitilfuo
ftiani.
non
na,maetiandiofpeiToin perfona 11 metteuapredicare,&-co firmare quei popoli nella fede di Chrifto. Onde fu per ci^da* fuoiammazzatojneglianni dei Signore oo.hauendola(ciato due figliuoli, Rerico, & Buto.i qali allargarono la Citt di Lubecca. Ma poi fu (cacciato dal dominio da Critone Rde'Rugi. Se Buto dopo alquanto fu ammazzato dagl'infidelinell'Holfatia.
mente veciie l'inimico per mezo della fua moglie Slauina.Li aualc hauendo poi egli prefa per moglie hebbe conici tr figliuoli, cio Canuto, Sandopolco ,& Suuino .'Iquali turti
fendomarrisczafigliuolijfininlorolaftirpede'Principide
gli VucrliSlaui
:
Imperocjrjc
Canuto
fu
ammazzato
dal fu
fra*
4
fratello
REGNO
Sandopoleo
,
ccofruJdavn'nobilc
Dan
nel
uooi
CANVTO,
fottoqucftoHcnricoliRugi, & Vucrli rodarono al paganefimoj con tucco che il lor principe facefle tutti isforxi poffibili per rimouerli da quella opinione. figliuolo di Hcnrico Redi Dania, mancando la fnUp^c' Principi de' Vucrli, fu confirmato nel dominio oV Vucrli $ 6c di Mcchlaburgo da Lotario Jmperadore , il quale
teniuaprigioni in Slefuico
li
fccndeuanodaVdonePrincipc,ciocNiclcta,d'aItridcttoNi clcto,&Pribiflao.accornol'anno di Chriito njo. PRIB I SLAQ, fndo pofto in libert, s'impatron del rcgn de fuoi maggiori , quando che ifuoifudditi cornarono di nuouoaU'idolacria: E in vano s'arTatic Hcnrico LconcDuca di SafTontariuocarli con le continue guerrej E Ottone Vefcouo di Bambcrga, che and loro a predicare, & da cfli fu
,
martirizaco
PRJEISLAO,&VVRATISLAO, figliuoli diNickta erouandofialTolutiSignoridc'VuciliiConmoltCtecotinuegucr re furono fupcrati da Hrico Leone Duca di Safionia,il quale li riuoc ancor alla fede di Chrifto,& fece crucifigerc Vura tiflao , perno hauer voluto accettare la religione Chriftiana, l'annodi chriio 1170. Et men in Africa in fua compagnia
quando and vili tare il fcpolcro di noftro fignoreIiqualPribiflao fendo tornato Tanno 1175;. E trouandofi in
Pribiflao,
Luneburg,reitmortoin vna gioilra,fendoli caduto il caual lo, che haucua lotto. E ffepolto inDobrea conqueitainfcritione.
NORUM^ET VANDALOKVMREX.
Quelli forto adunque
li li
lia
che alprefenteii Ducato , ouero Principato i Mcchlaburgo Nel quale ne* tempi andati furono alcune citt molto
.
cosi
&
DB GLI
cos fcriuei primi fuoihabita tori
S
fi
t A V
I.
6$
nomarono -Eruli,Obo triti, & con voccgcncralc Vandali. Et poco dopo loggiunge,e dice. Il opolo tu libero, gagliardo, non maiioggeito a' Romani, & auuczzo alle guerre. Quello fu il principale rr quei Go chi, che
turbarono con guerre Roma,Italia,Francia,Spagna,Africa,Eu ropa,&Afia. Et Carlo magno combattendo conSalToni non
N
moldtgltEruli.riji ilf
.hl.rinn
111
11
Slam ttneuan*
terynynd^
Nordalbngiji quali habi- porf comUu taronoalmar Vcnedico,& furono di gran terrore non lolo a'vi- jJJJJ* ^ cini, ma ancora a' pi rimoti. Trauagliarono con Tarmi il Re rn E no de* Dani,co* quali (dice Hclmoldo) gliSlauitencuanopcr m vn diporto venire alle mani,nemai\iccondo che rireriicono Sai b^ffonia, U ifonc Grammatico & Pietro SufTrido al 2.1ib.)combatteronoco' TurgixUfr* ** Dani per conto della CherfonelToma iempre contefcro,eguer "* ,cr erm rcggiaronoperla corona, epcril Regno. Infettarono parimcn tela Safl'o]nia$laTuringia,laFranc:ia,&la GermaniasaiTalrarono ^fjaltanoVA^ ctiandiol\Aquitania,laBritannia,lT^umbria,laSalandia , & ulmUl^um^
bi,Thctma(,Holiatij,Stermarij >
.
.
&
minciarono pigliar le forze nella Germania^, interiore Tanno * v 48o.nrcftaronodi moftrarfi verfo li loro vicini molto crudeJ~ li.Ondc Alarico alThora R dc'Sueui,non potendo gi tolerar- slaM com " li, fi part con tutti i Tuoi Boij alle parti Occidentali, abbando- for^enclUGcr
riand
la
Sieda, la Luiatia,
inucribIaBora,e
,
mania
re '
interi*
Negro, Alemano fiumi. I R de gli SlauiCzccho,e Lcco occuparono scacciano Ma poi quei luoehi abbandonati da*Sueui,& Boij, e liteonofn ricordi sueW, e occupare il to rr 11 n rr r adnoggi, Et entrati poi nella Sallonia quella dcltruiiero nera- a siefia,Luf*mente, & fattili quiui patroni d alcuniluoghi, ancora vi habi- tia^almim taao,comc icriue il Beato Renaturo al .lib.della Germania. An xVwbmT*/! nonio Monaco al 4 lib.alcap.23.dicc,chcgliSlauipaiTati nella alla ^ajsoma* Turingia, habitauano in Merouesburgo/a bucando acora fuo ^J"^J"*JJ
leuante;&saiTentprcfloal Danubio,
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Reno
li
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R E C N O
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,
cine nclli
Tel
detta.
Hirsbrulis
ffimwtil'
pucadtSa/fi.
ttfifitrt
agli
Tunechdorff,TugcbrachtcltvNcvuchernodt , Hochdorff,c in molti altri luoghi.Hjueuano coitolo per e oitume( comete i-i uc Vunefrido Inglcle,chcpoi fu chiamato Bonif*rio f eiarto Ar ciuefeouo di Magun.ia^nel'fepiiloia ad EdoaldoPnncrpc d'In ghil terra) che morto il ma rito, la moglie fi gettaua precidi tolamente in quefrogo doucil corpo del (uo marito craarl. Il Duca di SafTonia l'anno 5-po.txceogni sforzo per opporli queftiSlaui, & milc inpunto vn'clTercitodicinquanta tremila perfonc,& azzuffatoti con gl'inimici apprelfo la Citt di Luchra
,
Slami,
in Salfonia,rcit(fecodo che
tarruffa '
kr*>er<Aari
Carlo V vagliele al lib. ) rotto. Queftavittoriadc ^liSlaui apport tanto terrore a tu* ti i Safsoni,che quel Duca fu sforzato ricorrere^ lupplicareil Rdi Daniajaccii'aiutafl'cincoscalamitofotcmpOj&vuifrc le lue forze con quellede* 'Sa (lo ni. La qualcofa egli con facilit ottenne; Imperoche il R di Dania dubi taua, che gli Slaui , fuperati chehauelcro li Safloni, non voi tafferopoi l'armi contra dilu
rifer fee
3'.-
(lecondo il Vvar fiSniti- g c ^)aiTuauano ottanta fettcmila combattenti in circa Et gli slaui, venuti allcmanicol inimico vicino Laupcn, li fece vn brauo, fanguinofo fatto d'arme, che dur dalla mattina fi n'ali e ve"-. *.. m j *ptt*M4cu tiduchore del giorno, Aliahneia vittoria nchinoa gli. Maui Slaui, foprai quali era all'hora Capitano Zuiefdo drago IuR diDa^ ma lc ^ quiui morto,c il Duca di SalTonia vedendoli alle (tre t \i di D*i* wrtoneUabax te,li butt col cauallo in vn fiume.e cos ffalu. Voltatili poi ** gU S^ Slaui contra li Franccfi , fi inoltrarono molto fieri in tutto Stari. quel Regno. Hildiberto all'hora R di Francia mand Adulfo, slam fi tolta* vno deprimi foci capitani, pcropporfi Bilollau ( che cos fi chiamauail Principe de gli Slaui )ilqualetrouadofi all'hora nel ufi. paefe del inimico, & vedendo che riipctto il gran numero de' Francel pochicranogli Slaui, comincidubitarcdcllccofeiue. aloedt vliu
4
genti, le quali
&
'
'
i.
.
Il
chevedcndoB-
lo(lau,li ritir
fottovn
Uslaakjuoifol
****
za parl. Vcdetefoldaci,&compagnimieifideiifiimi,chei'ini-
mico ne tiene giaircdiati,inmanicra,chenoncilafciaaltravia dafaluarfi, che nel valorcdclle braccia noftre. Fuggire non fi pu;ma quando ancor ci fulTc polhbiIc,non n'lccito.nperniello dalle leggi de'noftri maggiori. Scndo adunque ogni no.
ftra
DE G LI SLAVI.
noftra fperanza
,
combattiamo volentieri per ilutc, &perhonoredinoiftefI. Ne cidcuefpauentareilgrannumerodc'nimic^fapcndo che pj volte fuperati habbiamo li pi potenti etterati de' SaiToni, de'Dani, & d'efl Franccfi,- co'quali hora combattendo f ci cuiene morirc,m oriamo gloriofamcntc,lafciandopoco contea to all'inimico, & alli no {hi figliuoli,pofteri, anzi tutto il mon do vn rato effempio della virt, evalornoflro Il che hauendo
.
tutti
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Ne ^J^.S?"*
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quafi diipcrati della fallite propria, fi cflortauano l'vn l'altro vendicar la morte. Onde tanto fi acce/ro di rabbia, & di furoie,cheiFrance( cominciarono ritirarle cadere in gran
nume
jo.Qucftacofa vedendo Adulf,comincipentirfi diefferc en- J^Xy^iT tra to in quella battaglia; nvi and molto in nanzi,chc cade co gran partcdclfuocffercito.Morironoquiuictiandio molti Sia- .... Btlotlaumre. * io-i ^ ^ j rl^c Itti, & Biloslan loro Capi tano tu rcn to a morte, & tornando a ca fi fobicamente pafs da quella vita Deruano Principe de gli GlifuceetDe rat uo f * Slaui,&fratello di Biloslauo, volendo vendicar lamortc del fra- f ellojfimoflecontraRDaeobertOjchefucccflbcra Hildiberto nel Regno di Francia: Razzuffatoli nella giornata con Da* . '.. & Slamdanmr ^ r n* i ~S * . goberto, che naueuavn fiorito eiicrcuo de Fraceii,& Auftnaci, taDagobergli dicdclarotta.Etcntrato dopo (fecondo che riferifee Aimo to%idtFrici4 ne monacoal4.1ib.alcap;2 5.)n clla Tuiingia,ene'luoghi vi- Entrano in r cini alla Francia, fece di molti danni,e men infinita preda. So- riAgia.efamw fandami* arabi Slaui innanimati da quella vittoria,&:efsi entrarono hoflil i mente nella Turingia,e Saffonia,cfaccheggiando quei pacfl,po sordi slami* feto il tutto ferro, e fuoco . Quelli Sorabiiono parte di quelli, fefianoUT1 .-^ii -i H . i Saffi' j-, ., ii. 1^1t*&*0Be+mwmm*m*<**udl anticaregioncdeTriballi vkxi*,e ni ^ nella Melila fupcriorej l doue vennero da Settentrione, c((ccidoue P n dochcrifcrifceAimoncal4.1ib.alcap.i.)occuparonocrparte Sor f ella Dalmatia.Nel tempo di Coicantinolmperadorc, che re. gndel joo.habitarono nella Panaonia inferiore,doue volcn- 0c*"P aM &r* do ribellare dall'I mperado re, fu rono dalui(comediccPAuenti- JjJJJ # * no al a.lib. ) con vnaorationc,che fece loro da vn pulpito ,cffor.
,
tati
61
rati alla
G
.
NO
^""dJs'^b*
L'an fica habira rione dc'fo* ra ^)i ^(fecondo Plinio)attotnola palude Meotidc.Ondc fi partirono, parteverfo il Danubio,e la Mei .a iuperiore,e parte prcn>
pace,c finalmrcacchctati
Lu$tbieci,pa
ti
Polonia, penetrarono nel pacie de Germani non lungi da Polo nia,horadcttoLufatiaj&quiuidim.ifiperliIuoghivicini,fi ferAlbio Onde Dubrauio ragione* maroll ff il fiume Sala ,
&
da' scribi,
'**!*
Vft'c
Sorabu
Serbeco,& Scrbefto Citt uolmen te pofe iui li lonocniamate Nccideuefpaucntarela lettera hc E. poitaia luogodi O. Imperochein q licita voce parola (come habbiaSirbi,da'c]uali
* ,
Sorab, sirbi,
Sxrttiani,c
ser
M***'
Annali d'auftria diThoma Ebendorfoli chiamano Syruianij ne'quali Annali l'Eben-dorfo dice Fu in vn rempo fpofata Kabella figliuola diFcdcrU cod,Auftl iaRdc,RomaniG ^^ go,i! quale la lafci lotto preteito d'elfere impotente jVeflendcr ricerca, che pigliafTe pcrmarico il He di Syruia, lo refiut, dicea do, che nonlepiaceua,pere{Tercegli Scismatico, ciodella re*
ci alitene. Gli
:
'
mo notato )fpe(fo
ligioneGrcca.L'Hiftonedi Safsonia li chiamano Sorabi, i qua li apprefloLaonicocorrottamtcleggiamoSorabri. Negli Atti dei Concilio Coftantienfc fono appellati Sirf,col qual nome ancor hoggi fono chiamati dalli viciniCarioIani, dalliCarintij,da quelli di Stiria,& da gli Vngari5& elfi chiamano leitei
Sarbgli, Scrbgli.
manintWilUii
Il
paefde'ojualiin Illirico
fi
ftendedaSama
Trifnenpatria
di
ciuflntam
Carlo
Magno
lln'iti
mJnl
Udii.
Slauidknm
ta*ll'e/serci$o
liubidrag
*temm!
*U
Danubio,nnoaNifTa, oue comincia la Bui garia.I luoghi pi notabili diSeruia fono Stoinibiograd fu Metropoli; Prifrien, one nacque GiuftinianoimparadorejNouo monte piazza ineipngnabile,- Motenero,oueil Turco hric chifsimcminere d'orock d'argento. Con quelli adqucSorabi di Luiatu Cario Magno Imperatore lece moltc,ecotinueguer re ,c fpeflo vcnnein perlcna' combatterci mperoche hauendo e ghl a prima volta (comefoiueil Vvagriefeal a.lib.*)m*ndatai fotto la condotta dc'primi tuoi Capitani vn forte elTercito pct debellarfenon gli vne ben faetojpcrciothe li Sorabi vfcitidcl fuo paciri neon tirarono, oc con grandmammo dierono drei to all'inimico, e iui^ f vna fiera,c crudele batta glia; nellaqu* lccaderono molti huomininobili ,&illulri di Francia Mori qaiui tiandioLubidrbgo, G li ubidr ago Principe de' So rabiSUui > cdnmolddc'fuoi.Diccil Vvagnefc, che qtfert fatt* dardria,Cittpolta
fui
r
;
DE GLISLAVI.
d'armi fu pi
6<)
che per adictro hauefsc mai il Regno di Francia; pofcia che vi morirono trenta due mila Francd , & JaFrifef^mor & degli Slaui quattordecimilla in circa. Quelli pochi Franccf], ti nella gwrna che rettati erano, tornarono caia. EgliSlaui adirati piche ud>*g^siaui. mai, sVnirono ii\iicmc{omm^mmmBmmmmmmmLfMg. conslaui entrati traiFrancciijetcntrati nclpaefedcgli Abroditi,hoggiil Duca ** Ducato di to di Mechelburgo, oc nella Saflbnia vi mifero ogni cola lodo- e *etta saffo*. ra,&arfcro il tutto. Quefta coiafpro n Carlo , ch'eifacelTe di ma rimo il nuouovn'apparccchio di gente, molto pi di quello di prima; mt0 & datolo in mano di Luitprando fuoCapitano, egli entr nel carhdimouo paeiede'Sorabi. Ma non v'and molto innanzi, chelubitof *'*"** contra
dmnofo
'
Impcrochehaucndoeglihauuto nuo u dalle fpic, che gl'inimici vniti co'Vvilzi Slaui veniuano con buon numero di gcnce incontrarlo, fi ferm, nvollc andar pioltre Ouegli Siauili ferrarono tu tri pallide toltolo in mezo alfiume Albio fecero grande (travede' fuoi; & entrati nella Saf.
#
i
*'
slatti
da capo
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Kotta l*
fonia,eTuringia,ruinarono,earferoalcuniluoghi.Dclchefen do a ui fato Carlo,eglichiam a (e tredefuoi Capitani, Adelgifc cameriere, Geilonc,& Vvorado Con te del palazzo A' quali or.
cari*.
^"a
parati
contrk
con tra iforabi Slaui. Et mentre qucfti rimettono etfequire quanto era (lato loro impofto , hebbero nuoua (come
fcriuc Annonioal4.hb.alcap.74.)ch'iSafxoni s'erano ribella-
Z lisiaffi
ti,&haueuanolcuatorarmictra la gentedi Carlo. Onde iFr cefi furono sforzati lafciar all'horal'imprefa con tra gli Slaui I quali prefodi ci maggior animo, eardire, andauano gi liberamente infettando ilpacfedcll'Imperadorc. Il quale vedendofi ridotto vn termine, chegiagliconueniua combattere co co ftoro,non per fuoi Capitani, ma pcrionalmehte; crdin,chc per tutto il iio Imperi fi facclscro nuouegeti, per debellare gli
Slaui
I
mo
,
.
naco narrando quella guerra dell'Impcradorc co gli Slaui, al 4. lib.alcap. 8 i.dice:In Germania v'vnanationcbellicfa de gli c . r Slam bellico/i _..,*... 1.. r ^ ri Slaui, che habitanoiopra la nua del mar Oceano , quali nella propria lor lingua fono chiamati Vvelctabi, e nella Francefe * SemprcinfeSli ... 5 \r ^ n ki Ar r r Yvikzi,o Vvltzi. Quettanationeru tempre inimica a Franceti. almmt Frn* Ondcnonceflauadi tranagliarconTarmituttiifuoi vicini, fot *'/*
,
.
.
topolino confederati
al
7
fior
Carloymper
^/tffli.
REGNO
mai non potendo Carlo lopportare,fc( :e vn'apparecchio di & a nd in perfona contradi loro Ec farti dueponti nel
.
_ cmc
inimico.
Il
quale per
non am-
Qui il Vvagriefc-
foggiongc,edicc,che Carlo hebbe tanu ita io quella pace, che donmolti regij preicntiDragouitPnncipedegliSlaui. L'ai
VrJouiiTwt
peler.
i'
slatti
ita
li
me narra
n ouo
entrano indurr
ra con Carlo,
Mledochfuecejjore di Dra*
*
^Tbatuztia.
Sldm deUonti
vuotengonar
mio
dor,
l'impera
no
&li
mai poibilediretcniregli Slaui,ch eglino i infeftafTero il regno di Francia, tenendo quali del continuo armato rimperadore,come fi pu vedere nella Tua vita appreso. Eginharto monaco, ilquale dice, che quello Imperadore molo - ir l.L V io tempo combattein pedona co Vvelccabi, che furono i prin-: cipali fra gli Slaui.Queftoiltelfo affermano l'AbbateReginon nca ^.iib.&Surfrido Mifncnfe,dicendo$ Gli Slauifpeifo furonoalle mani con Carlo Magno,il quales'affatic molto per de* bellarealcuni di loro:i quali pacificati con Tlmperadore, fi voltutto ci
non
fu
L^-r
Slaui fatta
act c
trafeo Trinci
pedegUSiaui.
lieginoldo con
molu perfona^
dari'suM!*
tarono combattere contra il Regno di Dania, com'era il coffa me lorantico.Imperochefcriuc Pietro CrusberOladdealj.lib, de'Vcnedi,chegli Slaui mai non ilauano cheti,- & quando non haueuano guerra co gl'Imperadoii di Germania, elsivoltauanc* l'armi con tra iDani.Ondehauendo fatta la pace con Carlo Pan v^. nr i X\ ! 'h no8o4.in circa, fecero guerra a Godirredo Re di Dania. Il qua^ le ven u to con vn potente eflcrcito nelpaefede gli Abroditi Slaui,v*cfpugn alcun icallclli. Ma nondimeno torn comeferiu Annoiiio al cap.^4. dellib.49) con gran perdita dc'fuoi.Imperoche f bene egli (cacci Drafco lor Principe , che dama polla f n'era fuggi tomo fidadof nell'aiuto dc'iuoij& feceappref fo morire Godelaibo vn'altro Duca , nondimeno perde in quell imprelail fiore dcliuoeilcrcito,& il nipote Rcginoldo hgliuolo a vn fuo fratello, il quale fu ammazzato con molti perfonaggiDani ncll'alTaltodVnCailcllo. Ecfc in quella guer.
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71
(come dice Ahnonio) per l'antiche ini mici tic^-chclia euano con gli Abroditi,vennero fpfttanearocnteles'vjiirono con l'efferato de'Danni,egli retto vincitorcDraicomoudimco india poco ricciiiatoi con Godcfrfdojfecevn'eiTererro'cle' Uoi,c con quello aflalii vici ni Slaui, mettendo ogni cola fer^ ro e fuoco. E t da capo pofta in ordinela faa gentc,c alcuni Salso ni , efpugn la gran Citt dr Smelding Coi quali profpcri [\tc- smeMiriciiti fpugmu Cefsi egli fcccjche tutti quelli , che prima s'erano ribellati da lui , *##*** Venifserodi nuouo "fatlega icco*> Ma india poco trouandofi
Vviltxi
cglialmcrcato di Kcric^f ammazzato tradimento da quelli di Godcfrido. Dopo la cui morte gli Abrodfri aiTalirono la fortezludi Hohbuochi prefloal rrame Albio t nella quale habiraua , r Ambafciadorc di Carlo Jmpcradore; &dc 5afso niOricrital5 efpugnata chcl'hebbcroja minarono affato. Combatterono etiadio ne tpi pi adietro con Sirardo R di Dania, col quale ai affiti nella giornata appreso 'Fionnia lo ruppero. Ma egli rifac V, /r JIl io 1 cflercuo vene di nuouo alle manico nimici nella luna pruintia , douc altres redo fuipcrato,effcacciato in fuga. Egli $Iaui fattipadroni della lutia, dilatarono il lor Imperio. Et (Te* condocheriferilcc Alberto Cramio al i. I1b.aicap.13. della Va <alia)in quefta guerra fecero fchiauo Iarmerico figliuolo di SiTardo co due fuc forcllcjVna delle quali venderono ai R di Nor uegia, e l'altra f data a' Germani, cp* quali, morto che fu Carlona gente Slaua fece molte guerre. Imperochc LodouicoPio fucccdcndo al padre nell'Imperio l'anno 8 18. incirca, venne fatto d'arme con eliSlaui,& (come fi legge in Carlo Vvagricfc ? rs 11 1 V *? r tr al 6.lib.)M nella giornata rotto, e molti del iuo eflcrcito caderofio. Annonio narrando quello fucceflo al 5 .lib.al cap.i 1. dice, che hauendo gli Slaui.pafTato il nume Albio, infeltaua no la Sai
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mi con tra il detto Imperadorcjilqulc fu sforzato due anni coti* buoi com battere perfonalmcn te conloro :n ella qual guerra egli
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Lodouico
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combtt per*
condolm pera dor. Perciochc l'anno 8d.qucgliSlaui,che habitauano al'incontrodc'Sauoni, entrati in Saflonia,guaftaro^ HO fieramente il paelc. Contro i quali Lodouico, preh in com* pagnia
Mtconllroy*
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flarono d*naJirdelcaaimuo il fuopacie.OhddiarpW^MiH"^ u*>n'd ofi Carlofigl nolo dLodourcoiiooinbat osco cjqo^
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Inghilterra;
vliSkttu
quinto libr al capitolo 3 i.)fla pace* quel modo-che 4fk, puot. Mar riebbe molto fiera, clun^aguerraicbnr;B<adk>l ... (comelo chiama l'Abbate Regino ne al iJiib jRaftit Princi$0 d$ gli Sia \\\'.\\ quale non p tendo al trimentc iuperare, travi fccic> ta mente ei" (no nipote perhauerloin manose alla fitc?JiaUtf.C* lo per mezo del tradimento, cfattoli tra r fu or a gli occhi, lo ri n* chiufe in vn monaitcrio. Delche tutto inluperrJRto^alejUa.tflfi^ re pi riputato, e tenuto, che non eraprkha Ma con oiittactt^ egli in quello modo vinceffe RadicSlauo, nonperinai'poti far tanto, che quella gcn te non infettane il fuo Regno , Seno fa* cefTegrauiimr danni. Scriuc Carlo Vvagriefe al 4J1b.de/Vbnrsdi, che quello Imperadore,& il fuofratelloCarlcmannofpcflo ven nero combattere con gli Slaui: Et che fra tutte le battaglici che fecero con quella gente,furono letrcpiprincipaliisrvnafik fatta prcffoGoringen nella Tudngia, l'altra a Roduich nella Safonia, eia terza fra il fiume Fu!da,&: Vefergo Nelle quali peto Jcponoj^Qlfi d e' fuoi Capitani ,& pi dH cinquanta mila com battenti co poca perdita degl'inimici Slaui Vna parte de'qu* lijcioqucllijchehabitauanoluneo il marBaltieey nel tempo * \ ,r Imperadon (comevoglionoalcuniautori) ratta diqueitidue \ vnapotctcarHiata^flraltaronoilRcgnod'Inghilteniaj&adHc. rclpcro R di quella diedero gran trauagho.Ma Hercfp ero final mente rcft vincitore in vn fatto d'armey& profeRatcho^ come lo chiama AlcflandroSculeto) Rado R de gli Slaui,ra ceci Et li fuoi chevii erano rettati, tornarono a cafa.Dc nqcifafttafl'ar mata,aiTalironolaFionnialfolaprincipalenelmarBalthico,6:
;
,
.
..
ui fecero tanta
mina, e lira gc
chefevn
tra
al-
DE Gtl.SLAVI.
71
Situi afallano
rifola dt Fio*
travoltalefufscciauuenuto, farebbe iettata del tutto vota, e prilla d'ogni habicatorc, fecondo che rifer (ce Saiibne Grammatico al 14.ll Vuagrie(eal4.lib.qucfto ittcfso narrajma circa'I
nia.
armato l'impe
radorc.
Carlo
Magno
gli
dur fatica
debellare
Slaui
icriueilVvagricfc,
99UmU/KHt^f^mmMmtKHm^m)
.
la infc
guadarono fieramente All'hora Ottone volcdodi ftarono, cifarlavendetta 3 mifeinpunto vn buon apparato di gente a pic,& cauallo; appiccata la battagliain Turingia, fu rotto,
&
Slaui mouen
guerra a Emi-
co.u&adou
tane 1. Impera
dori
.
&
alla
Daxmoguaflo Germania,
Ottone Impera
clalui
il
don
rotto
da
&
gli Slaui.
SaSlaui ranno in
aiuto de gli
Ita,
bcllicoalj.Iib.delTEne.jOinduefattid'armitalmentefupcrati,
chef! ntiraronoallecaleloro .Etdopofatta pace con l'Imperaci ore,l*aiu taro no pi volte contra i fuoi nimici,& ribelli. La 011
UanicotraVlm
peradore
.
dcVichimanno,chc lungo tempo era flato ribelle ad Ottone, fu ammazzato da Mifacha Principe de gli Slaui, & amico del. Tlmpcradore. MarianoScoto aI$.lib.narraqiicttacof,maf
inoltra alquanto contrario
ni
al
Moucuo tarmi
e atra Ottone.*
Sono
fuperat'i
da lui.
Slaui aiutano
l'Imperadote
Iquali
non Tettarono di
trauagliareetiandio Ottone
Im-
pcradore, colqualel'anno 989. 5)99. furono alle mani. Et pri ma che gii fupcraflc perde molte miglia de fuoi al fiume Al bio.
Pietro Crusber parlan do dcll'vl ti
&
Vicbimanno
mo fa cto d
armi,che fece
O tto
ammalatoti*
Mifacha Tri
e j.co gli Slauial jj.fcriue cos. N poteua(dice egli)tolcrar Ot cip e de gli Sia ai. tonache gli Slaui tate volte lcuaflero l'armi contra di lui, & che Slatti egli n potette debellar loro.Ondc appiccata din uouo la battafa)in$ guerra a Ottoglia^uclla fu fa nguinofa,& pi chela prima aipra e fiera :c qua noz.egCam-c lunquc gli Slaui vi cadcflero in gran numero,Ottone nondime magano molHoperdcquiui il fiore del fuoefTercito. Ne mai per fdpoisibi- ta gente.
,
le
74
le
R E 'G
tf
'
O
& arfe
il
fottometeer affatto quefta natiche ( come riferifee PierFrancefeo Giambularial 3.1ib.drcendo,Ottotiee'ntrato in Saffonia*
slatinati*** Ubertnonpo*
,
&
\
affilile,
depred ,
paefe
* /
fl,
ovo
^a non perqucllo
gli potette
mai
c<>rr*do *.im-
peradore rotte
agUslauk
ueoVwfcrcttodi Federico
eleggendola morte ogni hora pi torto, ch'il fcruirc all'Impera adaltri. Et entrato d r . ....lorou quarto annochef nell'Imperio_ Corrado 2.tua(a., r , del luo Imperio, & dellalalute 1029. lito da comevole SigibcrtoGcmblacefe, ilqualepafsfotto flentioi dani , che riceu Corrado da quella gente,- Ma il Vvagriefe al 4.
.,
,
.
\[[y t
clpreiteci beniilmo,
f*^*rMflr*
le
5.
azzuffati
denmuK
.
coni efferato di Federico Imperadore, reftaro* no((econdo che narrai! Gemblaccfe)fuperiori, sfecero grado
principi slaui
ftrage dell'inimico.
,
ramo
inaiata
Onde Sendo hormai fatti chiari gi rutt Haraldo R di Dania, eNoruegia hauendodafar il mondo
,
*ifwii.
slaui
Dania) Due, oc Dal principi Slaui,accompagnati da buon numero deloroj per va* mata a lore de* quali Haraldo foggiog TAquitania , &paffando iteli lasialandia., Bri tannia,ammazz il R dcgliHumbr Et dopo quello gli Sia F ui fatta vn'armata di molte, per non dire infinite naui ,<afilra~ uerre con R ronole parti Oricali di Sialandiajdue fecero molte e fiere guer ii Rofibildia. re col R di Rofchildia,e riportarono infinirpreda Et fatta da r capovn altra armata di 1500. naui,aiahronoHalandia,mapcr reno nell'arma uiegli slauL J a tempefta (diceriftcfsoSalsncal J4.1ib.)chell fi-cevna not f e, maggior parte di quelle perirono in mare Dopo quello Suenu suenondi
$.lib. di
tonfar*
.
me fcriueSafl'one Grammatico al
& Re di Dania prendendo guerra coner quelli Slaui, fu rotto ,&: ecoll ^ che (erme Grammatico al i5.1ib.)rellfchiauo loro. Ristori* ^
Daniarotto y
il
Orialfo
duco
'gii
tatUcon
Slaum.anni.
Slamdtgrade
autorit.
...
-.
tmfjtnmo
24.)cheOrdulfoDucadi Safs nia combattcon gli Slaui continuamenteperifpatiodidodu n ^ niai fu vincitore, ma tempre reft vinto, cheu Va nCl ann noio66. & ottauo dell'Imperio Henrico4.Imperadore.N di ci alcuno deuemaramVliarfi. Imperochc la tanto celebre naK r q tionc S^vii 3 {u{fmaaawmma9<k Riunii nk^wik per la ina moltitudinedi grande autorit, e molto rispettata 5 & al i.lib,*iice: j popoli, che da Tcclcfchi fono chiamati Vcnedi, & tacila loro lingua fono detti Slaui,fi trouanodiuifi in molti capi d^genrr$
.lib.
Narra Helmoldo al
''
aicap.
>
Inw
D
ftnperoclicnel
GIUS L
,
<*
I.
7S
tempo di Giustiniano primo Imperadcre,varca~ w il Danubio,occuparono la Dalmatia Ljburnia , l'Illirico la Pannonia,&la parte de* Norici, che ancor hoggi e chiamata Stauonia; de' quali baiti eiTere detto, che fono p ten tifsima natione.
l'H
Totentijsim
natione
.
Hill
lil
'
i
Hirln
n,
Lacuale
fehaueflehauutoi Tuoi fcrittorifedeli,che di tutti ifuoi antichi geitihaueiTerofattamentionc,viepiu celebre farebbe horail iuo nome. Deh quanta gloria crediamo chele ila ftata tolta,per cfTcrmancati huomini colcorfo di molti anni, i quali proponefsero da e (Ter lette da quei de' fecoli futuri, le innumerabili opercilIull:ridegliSlaui?Imperocherequ,&l,&quafi fuor dei in tendone, fu lcritto di loro qualche cola da auttori di fattione diuerfa,mcn tre cheattefero inalzare le proprie cole: tuie trotterai fpiega te cos digiune, altramente cheelle no furono, che
tiran dell'adula tione a (e la
QudcoJatftH
r
U glori* de
gli Slaui'
maggior parte dcli'Hiftorie dementili ,tu non dubiterai p un to,ch e efsi non habbiano parlato de* imici, auezzi combattere daprctto con fpada,ma non con le
,
grandemte in-
debol lcforze, d'Imperio de gli Slaui,cio la difcordia,clcloro guerre ciuili.llche quando che non fuiTe ftato, lenzadubiofi iarebbono fatti patroni ( come dice Pietro Grusber, & il Vuai.
griefc)nonfolo delle riuedel mar Baltico 5
madi
tuttala
Germa
ia,
Onde quando
togli Slaui:
egli
hab
bia debellata tutta quella natione Slaua del mar Baltico , ch'era diuifairunolti popoli potenti ,je (otto di ueril Principi; malo-
lamentcvpa parte d'etti. EiTcndd.vcr che non fi trouamai,chc tuttaqefta natione riattata vnita inficine; ne meno che alcun Re, Imperadorehabbia combattuto con tutti loroinfieme.
1 quali fen fuiTero flati cos difunitifroro,iarebbono
itati
fuf
ficjientircfiftcrenonfolo vn
R di
Francia, lmperadore;
li
combottere co
trai loro nenti
Principi lo-
tt.
ie vicini, procurarono tuttopotered'iridfibolirliclelorpro prie forze. OndSlRh fi veder mai, che alcun R , lmperado*
gucrrcggi.don quella gente,
aiuto vn
ma
76
REGNO
.
manatione; non altamente, che gi perii pafTaiofaceflfer, U hora facciano gli Suizzeri, Grifoni Et chi defdera di ci ha*. uere perfetta cognitione,leggaHeImoldo prete, Saflone Giartt malico, AlbertoCrantio, OC Arinonio monaco; cheme baileraddurrc qui per efTcmpioli Rugiani foli tato potenti fra la nationcSlaua.il Regno de' quali non cadgiamai,fcnon quan HPtniipS do la loro nationc s'arm coatra fc fteffa . Quelli furono Li dt*Mtoritfr pi potenti, & ( eomcdicHelmoldo) dimaggior autrorllttUn skuu frz tuttj gij slaui Habitarono alla riuadclmar Venedic* anzi in mezo dell'ilteiie acque, haucndoil proprio R , e tem* tiawlpn* pj m0 to celebre$& perci pretendeuano ancora il primato in tutta li nationcSlaua rcncuaiioctiadio la Regia liolain quel mare lunga fette miglia Tede{che,&altrorranto larga, di terre* Aimo* & hora Granaio dG*Sedunef , come Sicilia** iev'ifiUtT* fl fertili Romani Laprincipal Citt de'Rugiani , chiamata Archone* t della quale hora no n fi veggono le vcftigia era ( fecondo Popi* nione d'alcuni) in vn alto promontorio di quella Ifola,dalOrien te>& da mezo <l cinta dal mare, & di tauro alte mura, ch'il pena vn tiro d'arco vi giongeua alla fummit loro 5 Et dal Oc* cidente vn grandc,c forte baftione la defendeua Ma Sa<flbn<fc Grammatico mette la Citta d'Arehonefopravn altra Ifolacht imtaVitora,diftan te da Rugia quanto largo vnfiumeyla qua* lc(diceegli)fdiftruttada HaraldoRde*Gothi,& daHemmH go R de* Dani. Abram Otello vole,chedoue fu Archonc,an
il-
rmet
citt
ttegitSUuinnl
piti
nttlike*
riceuendo dentro ancor l'altre natioti,alle quali, m-en trevi demora u no, no permetteuano viuerc fecondo ilrito de'Ghttf. ftiani .Onde infino ch'ella fu rui nata perfeuer iernpre*fel paganefimo. Ma non fi trou gente pi honeftadi coftuni, pii
hofpitale benigna di quelli $laui,che ha bitaro noia Cittta4t
iuf*iel*m
** tir$wcia*
la quale Hcknoldo mette alrrouc , cio fra Ja fot* de. fiumcOdera,elaCittdiCamcno5doucanCorappaionol<rfet vcftigia. Ne al tra cola caus la fua rouina , chtkdrfcord& lor* ciuilc,dalla quale inanimato il Rdi Dania, per ^echeggia** vna s ricca Citt, feccgrofla armata, con la quale auahandola, la prete, icchcggi,& butt terra .Ora dunque naturandoli
Vineta
.
Ru-
DE GLI SLAVI.
RugUni
i-#
77
f^jjf^a
parade gli
Slam)W/830
nauit
rr
ir.
il
Regno
di
i-
rx 1^ Dania, con li
r 1 r o r r \- r r di armi, che fece con loro molto hcn,& ianguinoli, gli iuperai- niaconlaFriorientale. 4e, &fottomettefscalgiogodiChriflo. Impeioche hauendoli P* debellati (comeferiuc Vitichindo) pi torto perla loro difunio Carlo Magno lie,che con Tarmi dc'Francef, ordin che fi faceiTerotuttiChri- ribatterti.
%
1
preda in Rugialoropatria.Queftacofacaus,che Carlo Ma^uo in torno l'anno 8 io.pieliafle l'armi contraddille in due fatti
-
fecndo il rito Romano; &cheinfiemeco'SaiToni,iqua li poco prima haueua riuocati alla religione chriftiana, pagandoiltributo,haueiTeroin vencratione particolare la Chicfadi Santo Vito f che in quei tempi era da quelle genti iom inamente venerato. Li Rugiani pagarono il tributo mentre Carlo vifse; ina morto che fu egli, ne 1lt1ibutovoleua.no pagare, ne meno tenere la religione Chriftiana . Ma facendo appo di Snella Cicti d* Archone vn tcmpio,& in duello ponendo la fra tua di Sua^. L r? \ r *t^ touit,o(comelo chiama li Crantio)Zuantourcn 6MMMv^"i*,gli h uomini,c le donne ogni anno porta u no quello tem tributo,ch Pio il ,.,,'. era dVndenaio per capo. Etquando erano di/ j l mandati da vicini per conto del tributo, rilpondcuano, eh erano contenti di Vito,chehauetnanoi cafa>&del fuo tributo. Et cosi ricadendo nel paganefimoadorauano quello IdoJo di Sua couit, il quale era fatto di legno, & grande come vn gigante, co quattro capi.come perii parlato fu d'Iano appreiso alcune nacioni 5 acci da ogni parte del tepio , quelii-che v'en trauanopotelTero vedere, & goder la faccia delTldolo.U cyual ancor era seza l 9 , a barba,&: haueua lazazaradaogni parte ben tagliata , che pare*. r ua( come diceSau oneGrammatic)volelTecfpfim<Jt il modo che tcneuanaqucgliSlaui nel portan cappelli: Era velli tdKing gifino picdi,tcncua nella fua delira vn corno di metallo', il qualcdal facerdote , che folo fra quella gen t porta U1a ba rbi era empito di vino con molte cerimonie v efolennt, e lanciato ftarefino aldifcguentciefccondochefirnantcnua, dimi* nuiua
ftiani
.
Z ,MU
Glif*pera,*H duce aigioge
-'
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McrUiotiedi
Suatouiildolo.
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slaui del
^
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'Baliubo
franano
7*
nuiua
,
.1
Ej G
giudicando i Sacerdoti della quali tdeliiartao futuro, argomentando careftia dallo feemo, c abbondanza dal maltenuto. La mano finilt.rafi.teneua appoggiata al .fianco, non
iwoltolontanoluiiivcdeuailfrcno,elailladeiruo cauallo,co
vhafpadamoitogrande,&moIcoadornata.Queftoiimiilacr
Rifatto ftauainvnacapella di quattro archi, ficuara. in -vntem't
pio grande, maieparata,efchita d'intorno da ogniappoggQ d'elfo tempi 3 & incortinata percialcunadellefuefaccie di pan
ni di porpora molto ricchi^ molto adornati: nella Captila. pr
non entrauaperlona alcuna, f non (ol iliuo facevdote, ? non Tempre, & quando volcua,- ma il giorno folo auantilafeira^
detta
quateandandoeffoSacerdoteinettare, Se pulire il tutto, non alitaua drentoalchiuro delle cortine 5 ma quando voleu*. ripigliare l'alito, Te necorreua alla por>ta,&cauauala terra fuori, cagione,che il fiatomortale non poterle in maniera alcuna ac coftarfi cotanto Dio . Il che teneuano colpa gfandifsima. h. quello Idolo fi daualmpre la terza parte delie ipoglie,e di tu rt<e perito parte dttfa preda k le prcde,chcfi faceuanoj & haueua egli 300. caualli particola* ** mmu xi,& 300. huomini dafattione,che per luiandauano allagnerr rai&tutto il guadagno loro fi confegnaua al Sacerdote^ fi rir poneua poi nel teibro, donde non era mai lecito di rimoueriQ perqual ii voglia modo) cagione. ScriueSaiTonc Graramatif co, che quefto Idolo era in veneratione non folo appreflo gli Slauijma ancorer preferita tq da'ftran ieri , & R v icini:fe. qua f s*m*\cdiD* li fu SamoRdi Dania, il quale gli mand in dono vnauaza* m*m*nd* d$= d'oro lauorata con molto artificio Delchc egli riceu iWuida* .cP tu d Sitatomi. TP",, r v aoneichenon parso molto tempo, che mona vna liniera , O crudel morte, e non li gioup punto Suantouito. Ilqu&le.hajuQ* ua ancora vn caua4k> bianco di: perlona molto grande* al quale
nella
(
aion era lecito mai cauar peli dalla coda,:da' crini, ncaualcatv
lo etiandio,oue ornarlo, feno.11 alfaeeidote
folo,-
pertheegUn
teneuano per cofa certa, che Sua incinto lo caiialcailtfBuuinareii pimici fuoi qualunque volta piaceualui ; & dilceuano per
teftimonianzadiqueftacofajchelafGiaiidolaierailprciieJro et
uallo ncUa-folita ftanzaiua; polito mondo,elegaDOifp.tQiuiaLatta^
|io molti: voltola fcgu.en le matti najidato, e fa ngcdlbi xioin eie
Prendeirano an^
1
DEGLI
l'altra,
SLAVI.
dittanti;
7>
lcgurrrc,chc incominciauano. Il che volendo eflconofccre innanzi aireffctcojvfauano quella maniera. In terra dauanti il t-
&
pia di quelle, Ci legaua vnaltra rulla per il gi al terrcno,chc il cauallo accodatameli re,
tclTcpairaredi iopra.
Il
lenza faltare vi p
giornopoiditeniiinato quello fpcttacolo, il facerdote dopo lunghe, e folenni preci pigliando ceri-
tre trauerfi
ordinatamente vna
errare dal deliro al
dopo
mai
quelloIdolo,&ilfa- jimma^an^ cerdotcalcunavoltaprcfoetandiovnode Chrilliani,rammaz yn cbnftiano tnJ acr w ct0 zaua in facrificio,affermando,che di quello fangue i Dei molto l compiaceuano.Edopofifaceua vnfolenneconuitoinna Fo acM f* u* zi le porte del tempio, doueportauano vna focaccia , fatta col f molto in forma rotonda, e di grandezza,chc dietro a quella p teua ftarenalcoftovn'huomoj&il facerdoteiuian.daua,- e fi afcondeua,e copriuacon quella,dimandandoadaltavoce, felo poteuano vedere; &refpondendo!i tutti di n , fi yoltaua a predell'entrate sacrificauano molti animali
-
meno
^ugiam ?$o. amt P.pwer*
trk,
vedere.Ne'qualierroriperieuerarono
li
cento e cinquanta anni ctinoui Hauendoin quefto mezo ( fe r condocheriferifeono Vitichindo Olandele al 3 . Jib- & Pietro Crusber al 6,) fatto in finite guerre con molte nationi, infefta lido non folo le Citt e i luoghi maritimi; ma penetrando ancora nell'intime parti della Germania, dando pi volte molto da farciR,&lmperadoridiquei tempi. Ma Iddio i cui giuditij noi altri fono alcoli, nou volendo chequefta cosbelhcofag
tefteifcpinelpaanefimo,mo{Teilcuore di Valdemaro R di Pania a paghar 1 armi con tra di loro. Il quale rece vna molto p lente armata per debellarli ; ma vedendo, cheeglifolp non era queftofufficiente,prclcinluacompagniaCazimiro,&Bugge slauo Principi de' Pomcrani, &Pnbislauo Signor de gl'ObotritiSiaui. Co'quali andato, fup ero quella fi era gente, l'annp II67.& pollo il laccio al collo della StatuadiSuautouit,lafcce
tirare
Val*mar0
pagnatodamol
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nata.
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effercito in preferita degli
Sia"
publicamcntcRui*
n ancora il tempio con tutto il iuo culto & fpogli l'erario ;& fece vn comandamento che luttidoueflcrolafciare l'Idolatria, & abbracciare il culto del vero Dio. Nel che non manc d'aiu,
continuo, &allcfucfpeie fece dodici Chiefe nella fua Ragia. Macon tutto ci q nella fuperltitione di Suantouic de* Rugiani hebbevigorc,cdutgran tempo appiedo li Boemi, fino cheil Beato Vencislauo Principedi Boemia diedcloro le reliquie di Santo Vita,accipublicamentc l'adora fiero , lequali egli haueu hauute da Ottone Imperadore. Ma in vero ne cos pot del tutto cancellar dalle mti de'Boemi la memoria di Sua
tarli
del
touir$
2nng icmp*
dur
U memo*
ili SUtti
ria di Suttouit
Imperochcancorhoggi li Boemi non hanno la pi folen ne,npifrequtatafalutationedi quella, chefanno fotto'l no medi Vito. Onde hauendo da riceuerqualchehofpite, eamico,
$ppd
gli
'Predica fuoi
fadditi
la paro
Ud &to.
cheviene da lontani pacfi, replicando dicono,Vitei Vitei.Congratulando( feco in quello modo della fanit confcruata>come ci gli fuffeauuen utoper la concefsione di Suantouito. Il cui fu periti tiofo culto fi sforz ruinarc Janimaro h uomo nobile, OC fratello di Tetislauo. Coftui regnando appreffo li Rugiani quadofurono debellati; &fubito che fu inilrutto nella fede Caroli ca gagliardamen te,e con gran prontezza coife al fanto Battellr mo,comandando ancor a tutti i fuoi, che fi doueflerorinoua relccoin quello (acro fanto fonte battifmalc.N dopo mai celfauaftabilirliconle fuc prediche nella fede diChnfto,-dimov do cheparcua vn'altro fan Paolo Apoltolochiamato daChriquale facendo lVfh rio dell'ApoIlolo, parte con le conti* nuc eflbr cationi, diparte conle minacele, conuertiua la gente roza,& pi crudele d'ogni ficra,la quale fu ancor la pi dura neU
fto:
il
la
dola variet de' tempi, cos ancor ella prou diuerf Principi, che fono ^l'infrafcritti
CATALOGO
DE*
PRINCIPI SLAVI,
ITI SLAVO regn in Rugia l'anno della Salute 38. & dopo la fua morte lafci due figliuoli, Tetislauo, & Iaramyro;
D E G ti
S t
A V
li
81
myro,de'quali Iaromyr fu affluito al Regno di Dania , e abbracci la dottrina Chriitianaj ciondoli Vefcouado Siiti-
CHRiNNO
C
SVVANTOPOLCO
Chrifto. 12 17.
denfe,Eldcnamenf,& Kafchildenfc. Signor di Rugia fu a'rempi di Cot rado 2. Impe radorcjchc fu padtedi Hcnrico 3. hebbe due figliuoli ,Lu- daGlmbimin bemiro, Gliubimro, & ditone j & da quello Lubemira simuli Citt diLubeca prcfeil nome R IT O , vinfe nella giornata Godoicalcoprincipe de gli Vverli: e men prigioni i fuoi figliuoli , che furono Henrico, &Buto, nel tempo di Henrico 4, Imperadore figliuolo di Ianimaro R di Dania, il quale (com' detto) di Principe di Rugia fu fatto Rdi Dania, fucccfTeal padre nel dominio de' Rugiani, L'anno di
^K^tu
de. Etlafci
tre figliuoli,
do, &BorisIauo
80RISLAVO,
ri
dopola morte del padre goucrn Rugia, attorno Tanno del Signore , mille ducentoe cinquanta. Emo
ienzaherede.
terzo figliuolo di
tutti
B ARNI MO
ti
i
fuoi fratelli, e
IAROM ARO
mai
di quello
nome fecondo,
mo Vitiflauo,molco tpo fece vita priuata. MaeiTendo,horefHnti tutti delfuolcnaggio, eglifucccflc in quel go^
uerno di Rugia , attorno Tanno della Saluteij 00. E dopo la morte lafci due figliuoli , Tammaro tcrzo,e Vitislao terzo, il quale dilat lafedcchriftianainfinLiuonia. .VITISLAVO terzo di quello nome , il quale ( com' detto) dilat lareligionChriflianafin'Liuonia, fucceffe al padre nel principatodi Rugia. Et hebbe tre figliuoli, laromaro quarto ,Vitiflauo quarto, che fu morto da SudcnefiA Samboro , Anna figliuola , che fu moglie di Bogoslauo Duca
&
Stetinefe. I
rede,
8i
R E G N O
.
rede,gouernfololaRugia
figliuoli
MaefTendo
egli
mono
lnza
maichi,VuratisIauo Dca di Stetino,ediPomeiania, nato da Anna Torcila di VitisIao,&Tcrcmaro quarto di quello nome^ucceflc nel dominio di Rugia,perragion della
diPomcrania s'intitolano etiandio Signori diRugia.La quale fu quafi va feminario dell'Idolatria fra quelle genti Slaue del mare Baltico Le qualinon vn modo,nc di vna medehma forma haueua'no
parentela. E perci
hogg
di liPrincipi
li
il
culto lorocradiuer
io
TotUtMDiie llisUui'FU-
.Impcrochc, oltra gl'infiniti altri, che fi rrouauano perii capi, e cafede particolari, erano alcuni Idoli, cheftauanone'tcnn picon l'effigie humana ,comef PODAGA.IIquale (fecondo che riferifceHelmoIdo ali.l.alcap. 84.) fu Dio de gli SlauiPlu
ned. Altri fta u no nelle fcl u (aerate , fra quali fu PROVE Dio degli Aldcburgcfi.E quelli non haueuano alcuna effigie, for
maclpreflfa. IPolabi,eLaboni
"f*
Troufduidt,
TeMtoHed'Pt Ubi.
SiitDe*,
adorauanoTEVTON,il quale tcncuano per Mercurio, & gli offeriuano carni humanc.Ado
HrfX*
4*lU
Obtrtti
slaui eenfe/fa
"Diopi'rote*.
u t gli
altri,
rarono parimente vna Dea, che ncllalingualoro chiamauano SIVA.queftahaueua forma d Vna fanciulla di perfona molto gagliarda,- nella cui delira mano era l'arco , c*l dardo auinti in Seme da vna coronagrande Il che appreso quella gente fgnifi caua', che colui, ilquale hauer bene , & valorofamcn te maneggiato quell'armi, far dalla Dea Sina coronato * la quale teneuano per Giunone. RADIG AST, RADIGOST Idolo era adora to dagli Obotriti nella Citt di Retre, &haueua forma d'vn va l cn ce foldatoj con vna gran fpada in mano, e acanto gli ftauavn'huomo veftito da foreftiero Con che volcuano inferire chea quello Slauo, ilquale nonhaueflc ticeuutoin cafafuavnT hofpitc, foreftiero, fi debbia con la fpada tagliar il capo. (co me vogliono altri)con queftofdaua licenza a gli Slaui d'acquiiraril vitto con la fpada, non (olo perse, maancoraperi'hofpitc. Gli altri Idoli erano con due capi, al tri Con tre, e quattro. Ma nondimeno quegli Slaui eonfeflauano, che nel cielo fu (Te vn folo Dio pi potentedi tutti , a cui gli altri obbediuanoj cheftandolui goucrnatci cicli,gli altri,ch'erano vfcitidelfuo fan guc, faccuano gli vffitij,a' quali fono deputati,giudicando e tendo per pi perfetto qucllo,ch'cra pi vicino quel Dio del
.
.
&
liDci.A'qualifaceuanomolti,e
diuerfifacrifitij
de gl'animali,
e tal
DE GLI SLAVI.
c tal volta de gli
,
8}
huomini,cdcdicauano loro tempi, Saltati e riuereninfieme coi Sacerdoti, a* quali maggior rilpecto *a portauano,che gli ideili R: inilituiuano in honorc creili
li
fi
.
porta- -
.
impreca tioni, fottol nome feriuano alcune maledizioni , delli Dei, cio del buono,& del cattiuo; hauendo opinione 5 chc 1 aduerla dal catti la profpcra fortuna venifle dal Dio buono,
&
...
UMmM
^f
JJJJJ^^i^JJS
t***
&
chiamauano ( come dice *"'' Hclmodo) Drabol, ZARNEBOCH, cio Dio nero, &BELBOCH, Dio bianco. Haueuano appretto alcune buone Ue^i, z*e
U05
uti,crfifase,m P rec**
^oeb.
& coltumi approuati$ Atteio che gran cura teneuano, cheinNs trouaua appo di loro alcun bifognoio, mdieo.Imperoche tofto chevnodiuentauadebileper infermit, l'et lo faceu a decrepito, lo dauano incura de gli heredi,acciochehumaniilimam ce fune da loro gouernato, e nutrito. Nel riceuerectiandiogli
giiuoli honoraiTcro, cVobcdiflero iloro progenitori.
leggilodatedt
VtSlmu
tioipitierano(perteftimoniodiHelmoldo,&: diGioanniTigu Tino al i.lib. de gli antichi conuiti prontillmi, in maniera, chcniunochevicapitaua nel paefe loro, eraadretto di cercare albergo ,-perochcfubitamen te era incOn tra to,& garaandaua* no ad offerirgli l'hofpitio. Et tutto quello, che fi guadagnau qaeda gente nel lauoro de'campi, nelle pefeagioni , nella caccia,lo{pendeuanelglihoipiti,cn*prefent5 vantandoli d'efpi potente colui, che fuiTe pi liberale, per no irc pi forte, dire prodigo in quelle cofe. La onde quello fufpelTo incaufa,chc eglino feorrendo deprcdaiTero il marcii qualvitio appo di loro fu tenuto per veniale, iicufandofi con l'hoipitalit , che tutti modi conueniualorfare. Perci chele leggi di quelli Sia ui voleuano,chequello,chehaueflero rubbatojdi notte,lo ipartif ferola mattina fra gli hofpiti. Etfeper auentura(quel che rarif)
5,
UjsimU
&
mite[prono gli
^'UtnaJe**
* fime volte accaduto )& trouaua alcuno, chenonhaueievolu toalbcrgarein cafafuavnforcftiero,era lecito ogn'vno di bru .?****** '? fciarglila cafa con tutta la fua fo danza 5 e tutti fi leuauano con- ckiridaJalol tra di lui, dicendo ch'era ignobile,vile,& che non fi doucua ac^ pitto al frreftie ccttare fra alcuna compagnia colui,chehaue(Te negato il pane, c urarepyo e l'hofpitio al forefticro Il giuramento era loro al tutto proib- Inbitopreffogii to, e teneuano eh e il gi rare fu (Te quanto lo fpergiuro,per Tira slaHU venL 2
.
84
imm J- nu$ltU0M9 I4
Slatti
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Cr&ci.
doucua
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tMlffli*?
merania furo*
furono quali gli vltimi.cheveniiTero alla fede Chriftianaj bench imeditcrranei non (ufi ero nella fede confanti, MaadQrientc regnando Ottone, V.Boleflauo Duca de* Poloniche fi eravnito con lui neirimperio,riconofcendQlopet fuperiorc,s f trib taria la Slauia fi no Oder ,& gli fece batMilusprm$H tezzare^ pcrcheda quella parte Orientale cominci lampeggiaChrtfiiano apre il Vangelo, Bdug> Bilung primo R Chriftiano appo gli ? ili Situi* Slaui mor nel 980. fuofigliuoloconfefl'auamanifeftamcnte la fcdcChriftiana,madi(ecretola perfeguitaua, Queito Bilug regnando tempo d'Ottone 1. in Slauia mari timadalla Yisla Viftula fiume,fino a'Cimbrij fiorirono ini Vincta capo del dominio, Retra,Gioclino, Starigrad, Volgafto,Dimin,Cufin Melchou, &KyiTin, MortoBilugJifuoifigliuolidiuiferoildc* l Dite* di S*f minio tra loro. Al tempo de* quali Bernardo Duca diSafTonia fonia, e il Mar follcu la nobilt contra Henrico Impcradorc,& tratt di forte thef di tran*
religione. Per ci
Cbrifliant
.
,
buto,& accettate la fedc,6c fi battezaronoafiaifl mi, fpctjalmc te nella Marea diBrandcburg,enelpaefediMechelburg,Siche fi riempirono dichiefe, facerdoti,& monaci profpcramentc fot to tre Ottoni, chclifauqrirono, Magli habitatori al mare pi feroci non accettarono la fcdeChriftiana, GiulienfiinPonicra nia vietarono , che foieitieri potcQero predicare trloro nuoua
debur^caufa *
no
la folle natio
paganefimoiL'ifteilo face-
ua ilMarchefediBrandcburg,vfando tanto rigore contra quei HouiChriftiani, che furono affretti defender fi la libert loro con l*armii& fprezzado la fede Chrifliana, vfarono crudcl r ver foChriitiani,arfcro le Chiefc,&vcciferoi preti. Cos gli Slaui che furono tra l'lbio, & Oder, quali per fettanta anni cran*
Yiffuti
i
DE GLI SLAVI.
viflTuti
8f
fi
curaua
il
Duca di SaiTonia$purchchaucfse tributijn maco baitaua guc xcggi*K(mmmim&mmimmfB*)Cois potente nationc.Hc *(?M*guer
ricoLeoncfeccpurqualchccrTcttoneltumulto,! Principi degli f/fj^""5 Slaui furono in Miftiuoi.fuoi figliuoli Anadrag,Gnco,eVdo, huomo peflimo,che fu per crudelt ammazzato, Goticalcofuo figliuolo vinfedi crudelt fuo padre,- ma dopoi pen titoli, lafci .... le fcclerageinijc tornato dalla corte del Re di Dania nella pa tnajvso ogniitudio aritornaruuaretteCnriitiana.Si cheipel- sforma imofoin pcrlonaeffortaua il popolo nella Chicfa,riuocandoquafi '*" ili $*** Qbnm la terza parte di quei popoli a che in Miftiuoi erano ricaduti nel tuf' paganefimo; ma finalmente fu da luoiammazzato,laiciando Hcnrico fuo figliuolo , Gli Slaui tornarono alpaganefimo, ve*
'
.
'
mantennero nella fedej & fu queftogenejal turbamento nel io$6. l*anno8.di Henrico quarto Imperatore, Gli Slaui temendo, che i Figliuoli di Gotofcalco vendicatter {opra di loro la morte paterna , cleiTero per loro Princi
cidendoquellijclic
fi
peCritoncinimicifsimodc'Chriftianijil quale fignoreggiando gli Obotriti,con gran fatica ( difef da Magno Duca di Saf (bnia,perndiucnirChriftiano5pcrochegliSlaui per odio de*
tributi,odiauanoancorailChriitianefimo;Fauon a gli Slaui Hcnrico quarto, & Henrico quinto fuo figliuolo, chemoleftatonoi SalToni, che implicati erano neicafi Ecclcfiaftici. Ma Bolislauo co* Principi Poloniache lo (cguiuanojconjftrinfci vicini Slaui di
Pomerania alla fede Chriftiana M perci gli Slaui Orientali prima che gli Occidentali diucnncroChriftiani. Cri fonc vecchio fu da Henrico figliuolo di Gotfcalco co l'aiuto di Slauina mogliedi quello ammazzato ciTcndo ebbriacoj& Hen jicopiglido per mogliela detta Slauina, hebbe il paterno prin cipato Gli Slaui vedendo comcil lor Principegli voleua ridurfealla fcdeChriftiana, s'armarono con tra di lui. Ma Henrico aiutato da Magno Duca di Salto nia, gli kcc tributarij fenza parlar loro della religione, fapendo quanto odiauanola fede Chriftiana. Vinfepoi(com'derto)li Rugiani in vnafiera bat.
Vagri,Polabi Obotriti,
Slaui fin* in Polnoia.
tutti gli
%6
Ve?tisUu?A
'wQr'huptr* mette s.ottone
predicare
j
RE
,
G N O
Truffiapfe-.
duudagiS
ucrn lo ftato per li figliuoli di Hcnrico. Tenendo qucftoHeii r co la Prouincia diqudalPano fiume,Venislauo Principe nei la Slauonia Orientale, laiciando predicare Santo Ottone Vcico uodiBamberga accettla fede Chriltiana coTuoi Baroni , Si cj tta: & v [ fi mantenne il Vangelo fin'adHenrico Leone Duca di SalTonia: il quale andando vif tare il fpolcro diN. Sig. inGieru(alem,prefepcr compagno di quel viaggio Pnbislauo Principe della natione Slaua. La quale nei tempi andati poiedectiandio tutta la Prufla, & furono chiamati Prudi. 1 quali fon s 5q nanc ovcnnc ro in quei luoghi caccatidalla necefsit,
j
no a Settentrione, dalla
banda pure di Leuantej & molto pi alto, ch' il nafeimto del fiumcTanai,da moderni detto la Tana Coloroadunque(fec5do che rifcrifce,ilGiambulari al 4. lib.) fuggendo ghiacciala
-i
SvSSt.
ncui peruenuti in quefto paelc , & trouatolo dishabitato, per haucrlolafciatoiGothi( come nell'Hiftoneapparifce) contenta dicnefommamente, fi fermarono ad habitarlo.Non padaro. n per il Vitiello, doueftauano alcuni Tedeichi. Ma fi diftefe*
ro dal fiume Crono, che alcuni hoggi chiamano ilPcrgulo,& cLeuantcdtPruilajfinoal Vitiello, Viitula,chcparcelaSac
maria dalla Germania. Et ancora ch'efii occupalTcro tutto ilpac fc,vna lunghezza, cio di circa miglia ducento cinquanta , de
vna larghezza di centoquaranta; non le coltiuarono per altri mente , malafciaronoil tutto paftura, per non hauere forfeit
combatterlo co
fczza,altri
popoli
(e* fufle
per non elTerc atiuefatti all'agricoltura,viuendo folame te di carne, il pi delle Volte cruda,& cacciando la fete col latte
Situi di Tr*r~
fi* fanno vita
mito dura.
mefcolato talvolta col fanguede'loro caualli,come lpetib fanno hoggi i Tartari. Non fecero e tian dio le caie mura* tc,ma habitarono perle grotte, e tra le aperture, 6 voti de glialberij difendendo i figliuoli, & s da'freddi;& dall'acque con le fole feorze di quelle. Etpcr quanto il pu traggeredall'hiftorie,
fch- ietto,
$*
fieri.
mmni
^urono
huomini conofeiuti pi tofto pcrficri,chebellicofi,N6 adorarono per molti fecoli, ne conobbero religione. Macadtata pazzia
(
deropoi finalmetcin
le fierc,i ferpenti,
PETV-
NOIdo-
DE G
, I
A V
T.
S7
NO Idolo, (comcaItri vog!iono)PERC VNNO,chc fignificaua fulmine nhonorcdicui faceuanodellelt^na dirouerear- ^'"/>w* & o et T'Uftl, e A 1 C dereil ruococontinuamcntc, giorno , e notte,- & le pei negli- faculio.
i
gcntiadc'miniftri veniua alcuna volta aderti nguerfi, qucl tale ndcguiua di ci pena capi cale.Da vn ahra pane era pollo P A-
T1UMPO Idolo.
Il
fatrimp
*
ld
oo>il quale, cagione che p tede con maggior commodo viucref lo nutnuano col latte. Dalla terra parte era collocato vn'I-
Id
^9
'
Dei. Mail principale fu quel!o,chcchiamauano VVRCHAY* t-,^ jt^TO, il quale tcneuano in gran veneratione, e in luogo di Dio
il
""**>;'*
ln ctfale
de
gUHauidi
rr*/.
Suturatoli*-
Il
terzo
Il
Dio ,
il
fu
fi
chiamato
GVRCHO;
mangia-
C*rcb Uol.
uano. Oltre ci, perchenon haueuano alcuna (orte di lettere, caratterino credcuano,fc alcuno lordiceua,chcrhuomo per
jnexodellelcttercpoteuavn'altroaprircranimo.c la volont fua. La ondeintornol'annoiooo. Adalberto Vefcouodi Pra-
gamandato predicare la
fede in Prufsia,non
hauendo
di
che ^M^noVepredica
Tru/si.
aiti
pagarechi lhiueuapaiTatooltra Offa fiume fu battuto dVn re mo,i!chceglifoppoitcon patientia .Et entrato nel pa eie, co-
come il fole, taluna, il fuoco, l'acqua, & le felue, cheadorauano, non haueuano diuinit in (alcuna ma erano creature.
,
che predicando queftofanto huomo quegli infidcli , ne efl voldo vdir le fue parole, egli voltatoli alle gregge delle pecore, comincio; lor predicare la pa- Mimali in*fola di Dio le quali (non icnia miracolo diuino) fi fermarono, tional chinati* &con l'orecchie artcntcftauanovdirlo, chinando del con- 'roleVjidaitr tinuoilcapo innanzi alui. I Sacerdoti degl'Idoli vedendo, che t, quella predica tionc d'Adalberto guaita u i loro guadagnila!-
ScriueGioanniDubrauio
al
lib.
fero
n
U^Werfam
magato
Sacerdoti
dalli
:
al
R"
'Gin o
fero vicino
de
mare nonlungi daFclschausterras&paiTatoloTet te fiate con Tarmi, li tagliarono il capo, appendendo il tronco del co rpo a vn albero. Ma Huo albergatore raccolte le parti del
'
cl^4,f
ling**T*de/ca
ri/imirottce
corpojlefcpeli.EtrannoJiz.ilMaeilrode'FratideirAllema^ gna affallc quefti Slaui Prufli ,i quali imperando nclla.giornata ^ alThoraprimieramcte introdotta la fede chriftiana nella Pro uintia di Prillila infieme con la lingua Tcdelca , & poco menci
cn
c fli nta
De'quali
non hauendo da
dirqualtro,pai!aremo gli Slaui di Ruilia,i quali hoggi di co munemtefono chiamati Mofcouiti. QuclH alThora^che gli al tri Slaui fi Iettarono dalla Sarmatia, e andarono chi verib il mar
sUuiii^uifi
varamente fo no sommati *
ili scrittori.
xtmoUfiail
nwtedetytfsi.
Germanico, & chi prendendo altra ftrada verfo il Dan ubio, re* ftarono nelle prime lor fedi, & apprciTo gli antichi Autori fortirono diuerfi nomi. Elio Spartiano>& Capitolino nella vita di & pl au Vopifco in Aureliano li chiamano RofTolani; p J, 1 r *r< te a T -A da Plinio al4 lib.alcap. i2.ionodetti loiloiani; & da Tolomeo Tro(Tolani;da Strabonealy.lib. fono appellati Rhafsnali, cV Rhoflfanij Rafael Volaterano con molti alni li chiama Ru>teni ; Et hoggi communementefono chiamati Ru{I,cio Dif-
i i
no
gente Slauaocr
cupata tutta la Sarmatia EuropcajC alcuna parte di quella dell r Afia,lecoloniedc gli Slaui fi ionofpar{e,cdiileminatedairOceanoagghiacciato fin al mare Mediterraneo, & Golfo Adriatico,
Ctionedc'Ruf
fi fono portate
fi
tnfiaadra.
Snanroetran
deiinegrn
ni"//*
di
fecondo che riferifee Giacomo Meyeroal i.lib.)manda rono leloro colon ie nella Fiandra ctiandio, douealprefentefo no chiamati Ruteni. Onde da'Greci furono chiamati (comeaffe ri fee Pro copio diCcfarca)SPORRI, cio gente diieminata,. Quelli habitarono fempre nella Sarmatia Europea, l doue oc al prefentefl trouano, hauendo con l'armi dilatato molto rimperioloroi perche peruennero tanta grandezza (come feri uc SigifmondoHcrberftcino)che tutte l'altre nationi, ch'erano poftcinmczo,lcfcacciarono,oueroletraieroviueremodo cc ft urnc loro. In manicra,chcil Regnodi R'jfsia hora ha da Leuantc la Tana fiume, & la Palude Meotidc,- da Tramontana \ A Lituania, te il fiume Pcuce, & quell'altro ch' detto PoiSlaui(
ma
D E
mala
CG
LI SL A V
I.
*9
Cbainfcba fem
la.
chiamano ChainfchaSemla,& da Ponente ha Uuonia,Pruflra,& Polonia; & da mezo giorno i mti Sar snatici, & il fum Tira, modernamente detto Niello. Nei quali
nella propria lingua
luoghi (i contiene ancor Iugaria >(comeli Rullila chiamano) luhra pr uin riardali quale per li tempi a nd ari vicirono gli Vilume occuparono la Pannonia, ciotto la icona d'Attila debel- Vnni con jtti* larono molte Prouin de dell'Europa. Onde li Rulli fi gloriano, lafurono juddi V dagli Slatti. che iloro fudditi perii tempi adictro fggiogarono gran paefi in Europa.Habitando adunque quelli nella Sarmatia, iilalcialonoconofccrc (fecondo che fcriuono il Giani bulari,& Gunieroal4.1ib.)pcrhuomini naturalmente bellicofi,& Tempre in- Hvfti naturaidomiti;! quali perii palTato aiutarono etiandio l'Imperio Rojnano,quando Pompeo; il grande faceua guerra con tra Mitrida
mente belli cofi
^Aiutano
Tom
peo
il
grande
diPontoj il quale combattlungo tempo ancora co quelli Rulli, de'qualiall'hora era Generale Talouazlor Principer 5trabone,& dai Biondo chiamaro Tafio.L'armi dc'Rulsi furolio (fecondo Snabo ne al 7. li b.) laipada, l'arco, e la lancia, la corazzarlo icudo di coio bouino-; Le quali armi eglino del co tintio adoperarono non folo con tra vicini, ma ncora con tra gli altri da loro molto lontani popoli, & Regni, & Imperi j. Impero che nel tempo di Virilio Impeiadore(#MMMflMStaai palla to il Danubio , e tagliate pezzi due compagnie de' ioldati Romarii,fecero impeto nella Me!a,& ve cifero Agrippa Con(olare,&Prefiden te $& da queltempo(dicc Michele Saionitano.) cominciarono habi tare la Mefia dcll'Il lirico, &, furono chiamati Rafsiani. Furono ancora nell'eipeditioni coi Gothi,quando ruinaronol'Europa , & altri paefi 5 ma {elice Herberflei no ) chiamarofi tutti con vn folo nome de' Gochi; pcreller che quelli furono capi d i -quel l'I mp refe. Infc flaixmograirdemcnte ctidndio l'Imperio de'Greci. Onde iortoLeo -ne LaCapcno Imipcrado'rc fattavn'armata diquindeci mila veJrneLmar Maggiorerei poftouideentfotantaquantira di gente, xhe (coracjdicc il Zoriara al $ .^Eomci.) eccedeua ogni numero
te R
contra Mitri*
date
Tafoua^ prin*
ape de'RufsU
armi ie'^ufsu
nMNiiiii'
%ufsi tagliano
le de'
compagnie
Romani , e
ammazzano
jlgrippa confo
lai e
.
I{ufsida.cbe$t
p fi fermarono in illirico.
Hufsiincopa*
gnia de'Gothi
rumano CEu*
ropa.
^iflaltano l'Int
allirolft<oittdi;Gftatinpolii Ilt:hjetorn
;
per io de"Greci
.
M onomaco Impcradoic
fi
Otte-fi
co-
con
.mila na
m.
t{otala gran-
htinbrcuc tpofece vn
gran apparato
di naui; cofachefin'
hora
96
EGiueo
hora noti e veduta inaltro Imperio. Et quantunque gli Scrtto, ri Greci,cercando d'inalzare le proprie cofe, fcriuono,cheiRuf fi tornarono a cafa con poca loro io di sfa tronfigli Annali ndimenodi Geremia Ruffo dicono tutto ioppoito,cioehehRu4 fi fatta grande ftrage de' Greci, cornarono cafa carichi di proda. Et l'anno del
il
ii
Rufsi)ilfte.
gra Duca di Rufsia Demetrio vrnfe neliabanaghail gran R dc'Tartari chiamato Marnai}. Et dopo tre anni venuto di auo-
uo
difsims flrage
alle
in
di Trtari,
tagli a pezzi
feconda Heibefteino
die
la terra
pi di tredici
miglia era coperta di corpi h umani moni nella giornata,! al tx* honora*e,e nobili imprefe di quella s poffente natione km* pafloconfileiuio,-poicheilmioinftituto ,ela mia incelinone
Scrittori
diUuf
Etchiper alle-
p tri ci vedere apprefso Geremia Ruffo, SigifmondoHcrbert:einOj&FranceicoBifio4da &crga no, il qua! e fte ttc alquanto rem p nellaRufsia,&(crifleCoK
di quel
Regno.
Etil Sabellico
dcirEne.x.al$.hbrofccemcio>
neancorade'Rufsi. Vltimamentcvn certo Cracouita icrifle t dichiar effattamentc ambidue le Sarmati e. Quelli aduque veda il curiofo lettore, che far pieno informalo ddlc-^cofe d* Rufsi, Mofcouiti, chcallVn,e all'ai tro<modo hora fono cfoia~ mati. I quali mentre fretter nel pagariefimo, hebbero, &ad rarono alcuni particolari doli , che chiamarono comediccii
(
&
Mah
"Piar* Corfo.
dt'fyfii
MccouiujPiORjCiofuImine,
Hocosl*.
S.
primo, che gdmiocift conucrt alla religione Chriftiana,n fi sa di certo, &c>Ga quo* Ito fono varie opinioni. Li Riarsi ne gli Annali loro fi vantano, Andre* A- e diconoliberamcn te, che lalUifsia fu bciradctra,e ri ccu il Ghj
itianef
poflolopredtc*
J**fii.
dicono, venne dalla Greciaaita roceadel Bohftcne $& che coltra l'acqua di quel fiume nauigcWmonti,dQuc al prefentc fi n u laChiouia, & ui bcncdiffeinnqiinc,& b*ttcz airto qul^w fe,&vipofela fu a Croce predicando che in quel luogo fi *Jo.bc* uano muldplicarcin gran numero le Chicfe di Dio con Jafua
i
DE
OS liti 05
IAJV
I.
91
d'Jlmer,,
6ttrifcto!tta<Gfce&,nel
Lago
Indi partita per il fiume VuolQjuonajjchVftcjtl-dcccaLagOjai:tiu ^NoMQgiadia,* & deli a nd per itmlcdrcloi o fi urne nel Lar go dLLadoga,(&: al fiume He*> &>aamgmidxy finf al'iniac, che i
chiamano
V-
uaret?ckoie.
S.
Tadeo /tpo
predica
lorp^^ cpnueftilliatafe<eid'iOhrifto;& perci (come, ferine il Giamb)urU*i tftarwjrtiitnoicxpra turali fan lidcLCid Ma alcuni Scrittoci Greto rcriieltajqoia par che nieghino, volendo che la Rufsia dp pi(jc4cf;f3 n ti fecoh ha ftata il lutni nataceli a fed* di-Glirifto., Maanoocthe fuffevero quei che
. f
flolo
ch'eglino
ili
nonbbnem
glio Vtaccdo ne Imperaci ore (feconde- eh cleri U il Zonara al pi Tomo) mand ai Rulli Theofiior Vefcojjper mezzo d qua-
del
Van*
lcriceuerono il Chriiianefimo, quandorad inftanza loro dal detto Vefcoiio fu pofpl fuoco j li briclci> Vangelo , &vi ftetefempteiJkio!. Appreffo negli Annalidi^uetia gente fi troua fcrittoVcbeCflfy a. Regna, Ducheila di Ruisia in troduife la reli-
gelo.
tiftfltrnah*
di
nue al
.
Cbriflianeff
Laqualcoia comefiaanenu mo
per
me%%
JOlbaZegind
Igor Trincipe
dcfytfsi
fu vinto inyna giornata; & ritornato a ca fa, Malditto Principe de gli SlautDrevualiani l'ammazz in vn luogo, chiamato Co
xeftc,
magato
amp
'da
Malditto Trin
cipe de'Dreu*
italiani.
Il
AoperjattQjgouernarcilRegnoyla fuamadreOlha faccua il tutto. AllqualeiDrevuclinimadarono venti A mbafciadoii, ricercandola chepigltalTc per marito il Principe loro Malditto. -Quefti AmbafciadorifeceOlhaprcndere,efottcrrareviui,-&in cjueftomez,auanti chela cofa fi. diuulgaiTe>fped fubicamce ifuoi Ambafadori a' Drevualiani > facendo loro intendere
chefcdei^eraiiano hauerlei per loro Principefla, non tarda Tero di mandarli pi Atdbafciadori, di pi nobile legnaggio.
Cos quelli SU
ui y quali QjCur
tio
chiama Sci
thi,
yenft
mudarono tAmba-
(ciaioriadjia,
lejjaudro
Ma*
gno.
&
altri
cinquanta huomini 2
acqua
niellata
86altftfCfcfrr&Gfrti^&e>rf^
per far clTequieal mor cb^imrteijEtijWcffuiiata ir^DrtJFiitlkhrai fi veft tutta di luttoi8cfctrole^rftiefiPeqief^ detto fab marita*
nelle quali inebbr^jli-DceVudvatti'P &<ufimaSLfeIo ri.ttHabain&
elb* fa
ro/a
iella
pnt-
di loro.
yen&ctU
morte di
lefuc genti,
fargiomata con cfsri.gl V^nicf v 6<: qadli , che Con fogjriluanrfi poterono, entrati neilaCitt^iinttriH'dRJnto. 1 quali Oiu* tenne attediati pervn*annooowtinuo5 alla tfre'^accQbdanMio* prmttcndoqueili dolhCfti dareaOiihaii4UcfgtrKdributb
l
tre
li
^ombe^paf
.
{cri
Cibi occupati
ammana re
fafedeDreu* $imi\
dunque haudoOlha
fi batteva ey
ima
il
homi*
DrcvuaUani & fatta cos gcncrofa vendetta della morte VHua marito, torninChiouia, EtdopoaquantoandCoftantt nopoli nel tempo di Gioannt Zimiicialmperadore, & fi batt z^ mutandoli nome d'Olha in Hclen. Etcos tofn cafa/en dottata regiamente preferita dall'Imperadore. Et da* Rufs
aiTomigliataal fole Jmperochc come q'ueftocoifuoi
rat illuttu.
na
il
Volomir n
troduce Cldololatriain
Rk/j.
Idoli
fedcChrillianailRcgnodiRufsia. Uguale dopo la mort^d'elfa Olhafgouernato daliuo figliuolo Suatoslauo, die feguit l'orme materne nella piet, rcligioTicChriitiana. t ili ora chcfegli,fucce(TeVolodomir fuo figlialo naturate. Il quale deui da' preccttidiuini, & introduce di nuou^rjdolattia,* molti Idoli in Chioma Dc'quali il pitfmo fu&hikftiatol>R'0 col capo d'argento, gli altri erano &ttri -di tegri,- ch'efatt*
&
&
diKuf*
VSLAD,CORSA,DASWA,STRIfiA,SIM^RGLA,MA*
COSCH, fcCVMERI.Et
qucfti faceto no
Saerrfcti j.
fia:
Voi**
mir
E 0G
SS
fi
A"V
I.
n
Volodomir
fa
di tutta
fi
"Padrone
laKuf
fra.
manda
am-
bafciadri per
comfctrlcqua
tit delle relt r
ftaftnopoJiairimperadoreBafilio,eCo[tantino,promette'do
gioni
Con tutti ifuoi accettare la religione Ch ridia a & redimire Corfb>& tutto quello che tcneua dc'Greci; le per l'Imperadore glipromettcuadarcAnnafua folcila per moglie. La qual cofa iauendocgli ottenuto, fi prefitto il tempo, & il luogo di Corri
,
negotio. EteiTendoquiuivc
Si batterai
vinta
il
nome,
|aoghi,fcomehaueuapromeflb;&:pofeinChiouiail Metro*
politano, in
Se nell'altre Citt
loro
Onde da
Greco. SciiueLambcrtoSarTnaburgcrfe, il quale innanzi 500. n ni fi: ri (Te l'h ilio ria di Germania, che primieramente Tanno 5<Jo.vnerogli Ambafciadri della gente Ruila ad Ottonclmpcradore,fupplicando,chelefuiTemandato qualche Vcfcouo,il-
Errore di Lam
berto
Satfna*
burg
qualecon
il
la
fua dotrrina
dilarando la
mandato Adalberto,
qualc pena fugg dalle mani loro. Ma qui Lamberto s'abba glia, fc per in quel luogo non il hadalagere,di Rugia,&nn Rufsia, Rufcia. Impcrochc Adalberto non fu Boemo, ma Ger mano primo Vefcouo di Madeburgo, dato,& deftinatoc altri [cinque Vcfcoui da elfo Ottone a gliSlaui,chcinquel tempoba bitaua no nella SaiTonia,cV Rugia, fi come riferifee il prete Helmoldo.ilquai* Adalberto fchauefle loro predica to,cfi ha uereb bono ritenuto il rito Romano, pi tolto che il Greco. Ilquale (come dicemmo) ancorai prefenrcoiTcruanoliRufsi. Al Principe dc'qualihoggid (comei'criue THcrberrtcino ) fida quefto titolo, cio :llgran
Titol
cifi di
dSPrih
Signor di tutta la
U/jm
Nonogardia
terra infeno.rc,&diCfii1tiigQUJft,Roznia
,
^Vuo r
[
Bietatodri*
do l'Oceano Settentrionale ,.ipnoi oy.aflhiii tnraacjtrouarono in quei mari vn'lfola non cpnoiciuta,prri>,& habicatfa.dagcii
te
Slaua.
%o ottauo
freddi,
Ww*
trottata
zHH*
rf*
mcdiNouazemgha. Dopo
tionc, le non in
quale
R;}#.
particQlarcalmeno^eneralmeacejinnjmM^h* paisiamoad altri popoli, che furono pur vna medefima natio*
trattarefppr4
no molto
antico:
il
primo chenefaceflemtione
)f
Procopio diCefarea>il.qu* le innanzi 1070. anni icriil'eIaguerra,cheGiuftiniano Impera dorehebbecoi Gothi .Similmente Giornando Alano , che fDk
gli
ri
d elTo(come notarono
A utto
quali nei
2 firando chiaramente,che alfuo contuttoch il Biondo,il quale cento anni innanzi la dcclina-
tione dell'Imperio
Romano, fcriiTel'Hiftoria,
trattando
te
cole
flninmfupri
mo
e
ebepofe
in m
!l Vi
aucnute cento anni auan ti l'Imperio d'Honorio,*: Arcadio? fa* cclfementionc de gli Slaui. Ma iocredo,cheil primo,chepofe incarta il nome degli Slaui, fia ftato Tolomeo AlelTndrino, il quale nella ottaua Tauola mette gli Slaui, i quali alquanto cor rottamente chiama Sulani, nella Sarmatia Europea appretto li Fumi, che tu vna medeiima natione con gli Slaui, com alien-*
fconoil MelantonefopraTacito,e Abram Orteli; nella fuaSy-
2^mt
siaU<>
eprattatoda
Greci
non inten-
Mlcunttffim.
d cn j
ji
me
U'I
LA V
Il
I.
^f
&
irodottoda'italianij quali (come fcriue Martin Cromcro)m% treattendono a parlarecon maggior dolcezza , & idi iffare l'a-
<preizadellapronuntia,fpeifcvoltepronuntianoI.invecediL. come per il flato fiato, in luogo di place dicono piace. Cos per $lauo Siano. Ne fndo appo di loro quafi alcuna differenza sai cuno nel pronuntiare dica Siauo,Seiauo, inferendo la lettera C.tsidiforfeaiicnne,chelipoco pratichi di quefta lingua volcn loparJar, fcriuere in latino, non pofro, ne menotradullero Slauoj marciano. Creder bene ancorach ci faauenuto per poeoaffettode gl'Italiani, malli me di quei, che habitanolungo mar Adriatico; i quali perii tempi andati furono da quefa. catione Slaua molto trauagliati, & quali del tutto confumati. J GiouanuiDubrauiod opinione,che furono detti Slaui,Slo ^pinicnedtDu vii, brauio intorno r r r inniaaouo, che appoli Sarma ti parola lignifica; perche kn, d nome siano <lo tutte le natio ni de'Sarmatidiifufc^f'parfe per molti i^atij idi terra parlari do tutti con vna iitefsa faue!la,& col pionuatiar te qiuafi k raedefme parole, impofero etiadio tutti quefto noP m0 dt jncdcgliSlonini.Ilche afferma ancora Martin Cromero,dicen do, che da Slouo furono chiamati Slouinr 5 come che fi yolef,
.
Ondeetiandio hoggj appretto li Poloni, &Boe*nico( molto biafjmeuole il non mantenere la promsil fatta (come efsi dicotio}con buona parola., dimo^ dochegli huomittij che fono ben nati, fi ton tetano pi. tolto padre tutti i difae.UeTift elsa morte,chcrnancarcc!ella parola. &
Toloni,ealm
sauifomemir fiammella pr
meffa.
adi
-dio
con l'armi* Malafciandodacantolefudettp interpretatiosiidcl nome die gli. S ani, dico chequefto non deriuato da al- slaui derinano trombe daUa^lprfa5poiche^lauo,Q Sianone non yo\ dire altro, <ta slatta, cio glom jcheGiojiftfo Imperocheda gli fpcfsisij^^ioufidcilp vittore ottenute, da'nimici (come ne fa fede la gran copia de'R eg tri, &
'
.
4dlcprQiflintcacquiftate)queftavalorofiflmagentpfattafiho
jora,fiattribuilnomc della gloria, fermi nan4o.i nomi de Inobiii,^dcglioctimatiiuqueltavoce$l4ua, chevoj diteglo, a, comcg du?c$ftnisUuo, Vencislao, Ladislao, Ppbroslau.0,
Ra-
9'
opinione diUfi
necio
g
G
i
'N"
O
.
Radoslauo,Boleslauo,
& COS
fatti
intimo
Slauo.
nome
di
Geremia lpf
fi.
nomolti, & graui auttori, mm*fm**mm*&m$mmm**mmmm+im wmtmmmMlat^mmmBKmmmf^mc ci cacche gli Slaui fiiono cos detti da Slaua, cio gloria, perla quale vollero effere preferiti ad altrcnationi.Reinero iegujta Geremia Ruffo, ilqualel'anno 1227. fcriffegli Annali di Ru(Ia,-& raccontandovi! fatto d'ar-
mi occorfo a* confini
venne
Cranoslau ntor
tod*f{ufsi>
parla:Stando(diceegli)Ruiiatrauagliataperlediicordieciuii|
a'
notiti
confiniCrunoslaucon vn
Slaui
,i
vincitori, Crunoslau
nondimeno con vn
morto, & fu letterato preffola Rocca detta Voicha.Qucfta gen te pi voi te in fello noilri confini , &V moflr gran crudelt, non ottante cfiefoffevna m^defima nationc con noi altri. Si
i
trad
&imprefeilluilri
fatte
da loro.
par
Slaui s'acqui-
tQwm punto da quefta opinione di Geremia ; poicheli chiamano non fologIoriofi,ma ancora molto iftimati, & poteutillmi di tutti i ppoli di Germania Ma Bernardo Giuitiniano feritore Veneto, fra gl'ai tri,liberam ente co nfeffa, chcgli Slaui s'ac quiftarortoqueftogloriofo nome permezo dell'armi ^Impero.
dcU'arm
che al 3. lib. dell' Hiitorie di Vcnetia, cosferiue. La fiera gente de gli Slaui all'horaprimieramen te pafs in Iftria,& nelle prima fauci di Venetia. Quefta gente peroriginecfcitica,& mentre che
quefta
,
& molte
alrre
Romano
s'acquiftanovn preclaro
rofa
lo
nationenon
:
fi
ha da chiamar con
de gli Slaui come hanno fatto, & inoltrato douerfi cos fare molti h uomini dottij^r quali v'Helmoldoprete, Arnoldo ab bare, Giorgio Vuerenhero, Sigismondo Herberftcino, Giorgio
Vortano farmi
yittoriofe
in
Cedreno,GioaniHerburto, Aleffandro Guaino,RobertoGu$i no, ^km*^mh4hVj Silberto Genebrardo,fihaaiA(fiJmflkfe & Vgo Fuluonio. Iqali tutti nelle loro opere con altro nome non gli chiamano, che con fudetto degli Slaui. fiche ( bene par cola nuoua, la gloria no dimeno guadagnata con Tarmi;,
Europa y%Afi*
QT africa.
& col
tono
DE GLI SLAVf.
?7
y4Yptp 9 \Ui
watiwslm.
sciinauufat
'
nmsdei
'
$.lib.
Q
e9*K*'risU
Anti,i quali habbiamomoftratodi fopra per teftimonio di Procopio ciTcrc veri Slaui, fieno Goti,ad lucendo per teftimonio Ablabio,& domando. Etah.lib.al cap.42.riftciTo Irenico fcriue,chc da'Gothi hebbero origine gli Slaui, Anti,Auari,Scyrri,Alani,& altri. IlcheafFermanoctianJioAblabio,GiornandoA!ano,&: Paolo Bamcfrido.Procopio ali.lib. de'Vandalilcriucdolccoidc'Barbari (com'egli li chiama) i quali nel tempo di Honorioafalirono l'Imperio Roma-
alcap.x.ouedice,che
*!*** *-
daG 9
'fff*
no,dice:Sonomoltegentidc Gothi > & altre furono prima che hora non fono Ma le pi grandi, &r pi potenti di tutti iono li Gothi,& Vandali, cVVifigothi.&Gepidi, appellati gi perii paiTato Sarmati, & Melancleni.Non mancarono ancor di quel f&hVn*U Ii,cheii chiamano Gcti,i quali tutti Tono differenti ne*nomi,c cepidi prinu nel redo conuengonojlmpcroche tutti fono bianchi di corpo, funudettiss Con zanzera binda,di corpo grande 3 &dVn buon afpctto: ha- ?.*!'', o le medeHme- leggi, e tutti lono di Setta Arnana, hanno vn fimele^i, fteisoparlarc.ehiamatoGoticojV (come mi pare) vfeirono tut cid'vna medefmanationc, ma poi fortirono diuerfi nomi dai rforw tutti
,
lorCapitani.NiceforoCaliftoal quartolib.alcap.56.cVF.
Mar
***/#.
maMafitM'
tinoabbreuiatorcdclik>riaRomana,cVLucioFaunnoa!8. li.feguitanoin quello l'opinione di Procopio. Ora dunque feti lo Vandali ueri Gothi, no fi pu egli negare, che gli Slaui criadio non fieno vna medefimanatione co'Goti 5 Perche tutti gli Scrittori celebrati dicono , che Vandali, e Slaui furono vna natio he Fra quali autori il Biondo al uh b.della Deci. dice.Li Vadali, i quali traflero qucfto nomedalfumeVandalo,da poi furonochiamati Slaui. Gioanni Magno Gothoal i.l.fcriuc,chc
.
r**i*lifi*
li
Vandali
,-&-giiSlaui fu tutt'vna
natione;n
in altro,
chenel
U \(omd\h
iiomefolodirTerciiti.M.Adamoala.l.dcll'Hift.Ecclefiafr.dice,
ferenti nel
m*
'/**.
cefeo
9*
*rimi ftdide
randlli
REGNO
1
cefco Giambularial
libro,
nando,
&
Metodio,&
l'Irenico in varij
chiimaoriginei Vandali fulsero Gothi,auengacheinimiciffimi poi de Gothi, come perle h rito rie fi pucomprcndcrcj&
ch'eglino habitafleio in quella parte di Germania, douehoggi
no
tutta riftria,&
laSlauomajadducendoperargomentoma
(1
parla
vnalinguafola,& medefima Queftoifteflo affermano Alberto Cvantio nella prefationc,th': fa alla Sa(lonia,& Pietro Suffri-
do al 2
Mareomanm\
Scacciati
da'
Mandali
'Boemi finora
'
4*U.
Trattone Van
daiica la pi
te di
grande di tutGermania
Taef occupati
da Vandali
Jviarcomanni, cio Vandali,i quali fino al d prefente tengono .la Boemia; Imperoche li Boemi fono Vandali,rcitando l'antico nomedella prouintia, che li fchiamarcBoij , quelli che prima furono Marcomanni, & generalmente Vandali. Cpnciofia co fachevna medefima lingua moitra, chefiatutt'vna natione. Et alquanto di poi neiriftefso libro (eguita,c dice :l Vefuali,Ofuali furono Vandali,! quali fi chiamarono etiandio Vali$ croche li Vandali non con vn folo,cparticolarnome, ma con uu,ediuer( nomi furono chiamati, cio Vandali, Vencdi,Vc li, Heneti>& Veneti, & Viniti,& Slaui,& finalmente Vali, fiondo SaffoncGiamatico,Helmoldo, Enea Siluio , ilCrantio, 'Irenico, )^mmmm ) c il Lazio con molti altri.I nomi loro fpetiaa,f come fono varij, & molti,cos non cneceflarioqu raccontarli, che tutti fi poflono vedere apprettai detti Autori. Percioche niuna nationefr tutte di Germania fu tanto grande co* me la Vandalica fi come quella, che ncll'Afia, Affrica, & Europa per grandiisimipaefi conduffe le fuc colonie. Imperochc iti Europa occup da Settentrione verfo l'Olir tutto quel tratto, ch'fril mare Germanico, & il Mediterraneo. Ondeli Mofco uiti, Ruf>Poloni, Boemi, Cercafli, Dalmatini, lfriani,Croati Bofnefi,Bulgan,Rafrianicon molti altri, quantunquefianodi-
&
ndimenofonovn* iftclTa natione Vandalica. Il che moitra la lorohngua,& il parlare, ch'commune tutti. Et fin quparlaSiiffiido. Alberto
ftinticon proprij,e particolari nomi,tutti
altro
nome,che con
quello
demandali,
DE GLI SLAVI.
tali
j
99
comefi vedcnellafua VandaIia,&SaiTonia.Manifei:ifsimo argomcn codi ci ne d ctiandio Sigifmondo Hcrbcrftcino nella Tua Mofcouia: ilqualedice, cheftroua negl'Annali di Ruflia,chc venuti in di/parere li Kufsi pcrrcletcionedelnnouo Principe,mandarono condurre goucrnatori da VvagriaCict,&Prouintia perii paflatofamoffsima dc'Vandali, vicina Lubecca>& al Ducato di Holfatia.Li Vandali,i quali a quel tem p erano molto potenti ,&haueuano-ftfte{Toparlare,coftumi, Oc religione dc'Rufsi, mandarono loro tre frartellide* primi ,
&
Bgfsi vttuliin
di/parere" 'tZ
l* r9
%
tw
yZ^
gj
il
lef<s
Vandala, Slaua. Djunque da quelle autorit di s graui.&famofi Scrittori Uberamente fi pu conchiudere, chei Gothi>Vifigothi, Gcpidi, Vandali, &Geti furono vnamedefima natione Slau-a. Et permaggi;or eorroborationedi queft , metter qui alcune paroles cheftroua no al i.lib. diCarlo Vagriefe, &alxj. del Lazzio.* Le quali-( fecondo che riferifeorioi detti Autori furono adopratcdagli antichi Vandali, & fono
fola natione
)
cpeffc
P
Vandalc. Ruzic.
Stai.
A
rofe.
R O
LE.
Slaue.
Italiane,
Slaue.
ruli,
Italiane.
Vendale. .Kobyla.
kob via.
krug.
plify;
caualla.
ftol.
fede.
King
Lily.
cerchio.
caluo.
Vuich.
Pechar*
viK
pehar.
cotol.
>erpetuo.
Hcchcro. l\
caldara.
|
Golubo.
KlicZi
-
Cachel.
golub. Kgliuc.
colobo.
chiane.
denti,
torrente,
Culich.
Kukch.
Calice,
Zumby.
rotokh.
Katfan.
Ozyfti.
camera,
calci n-a.
zuby. potok.
ci iti.
coftagn.- caftagno.
cafto.
bab.
ptich.
aua.
vcdlo.
Koczka. macka.
gato.
Czetron.
.,
IOO
Vandilc^ Czctron. Klynoti. Kuchas.
Safran
.
R
Slaue^
E
cedro.
G N O
Vandale. Slaue.
Vule.
voglia*
Italiane!
Italiane.
cptrun.
voiontaj
Klonuti.
chinare.
Hora,
gora.
monte.
ligare.
Kuhac.
ciafran.
fcarlat.
cucinare
ciafrano.
fcarlato.
Vuafatc. vefatu
Svuager. fuak.
Lotcr.
lotar.
cognato!
Scarlet.
codardo.
Lifcio: GladkhwgladKi, Lechchy. Lachkij. Leggiero Plamen. pianteti,, fuoco. kane^ Dvuaziuo.duoieftuo.duoi Lcvu. lav. gliubau. amore. irnplaftar. impiaftaro Libo. Fflaier. eremo. Buchvuize.buchviza.libro. putto, Pufl}. Vvedro. vedr. fcreno* bra;t, fratello Brau Slllhan. lihan. raboca. fguercio Ribota, fatica. Mcz. mac. lpada. Milikno. mlicko* latte; interiori. Miftr. citar. maeftro. OKjuzij. Kruzy. mlin, Mule. mlad. giouanc Mla,dy. molino. Scftra. feltra. Vuk. Volk. lupo. fcrella.
Scoda,
{coda,
danno.
Teta.
teta.,
zia
#ic4;etsicc>
Kurvua..
Strach.
Pero,
fturva^
ftrah*
paura.
perla*
p<erU>
pero.
peu&a.
Dyra,
Plyge.
digna.
picchia.,
aggir; pulmone.
putto,
Pavu, Mcd.,
Stati.
paun
n>ed.
frati..
panane
JEnelc.
ftare>,
PaKolc.
Czcrzi.
Pict.
pachole;
cetin.
Mogu.
Stuol.
mogu.
{tuoi.
pollo.
quattro
ci nqu<e.
pet.
korien.
raflog.
menfa. porco.
vitello.
Korzen.
Razlog.
radice.
ragione*
rota.
Ziena.
Kila..
zena..
moglie
gloria.
riernia.
Kolo
Lopata,
Kolo.
Iopata,.
Chvaly*. huala
pala.
Kila.v
Tma.
TepU.
Boty-,
tma.
topjo,
bicevc.
tenebre.
tepido.
calzette.
Zima.
Grom.
Profach,.
groni.
tuoni. ba*6a.
Pitati.
pita.ti.
dojflclar*
Brod.
Tuti.
pr dai. brod.
tucchi
htir
S.tcmma
CCfig
p cita re.
vojorc.
Mariti:
mlatiti.
battere.
faral.tian*<|
Ch
ti ti.
StrpflWivftrolTati.
Mayti.
DE GLI SLAVI.
Vandalc. Slauc. Mayti. myti.
Klatiti.
Italiane.
la u re.
101
Italiane,
Vandalc,Slaue,
Snych
TTng
neuc,
K latiti,
piti.
lai a ti.
crollare.
Novuy
Nagy.
Dropati; darpati,
Pithi-
radere.
bcuerc.
latrare.
nouy nago
nouo.
nudo
acqua
(carpe
Vuoda voda
Ztrcvuicz zrevic
Lagithi.
Kriti.
Kriti.
nafcdere.
Schcigiti.fiati.
feminare.
infidic.
Dar Klap
dar
hlap
dono
famiglio nauigarc
la prole
Zalogi.
zaloghi
Plavuiti plauiti
Kofi.
Koft.
olio.
Praczovprazouati attdercaluati
Pi eia ti
ITlaiziti
plefati
tlaciti
Tobole. tobolaz. boria. inteftini. Mafdra. mefgra. boy. pugna. Boy. Koblach.Klobuch. capello. Hrufcha. Krufcha. pero. Plin. pun. pieno. Olobo. olouo. piombo. Lepfi liepfei. pi bello*
Prut.
calcare
Plachta
Proli ti
piato
prolti
Poftdyc poslye
m ad a re
Mi zia
Kada
Bodiri
ti
mifeiati
orinare
Kuda
bolli
vuagliati
cda
ficcare
i-iuali
prue,
Vergai
lAuy.
Tifytz:
moi.
riflfuchia.
mio.
mille.
Schorniafcorgne
Vualiti
voltare
Dycliti.
dieliti.
diuidcre.
eleggere.
Scdil
Siti
fedlo
fiati
V ooliti,
ZvuaxL
volfc ti.
zvati.
chiamare. Vuiter TczouTaczoiiia- Guidare ij Dol u ti . Bieda ti. ballo. Zhuchar.zuchar. Placz zuccaro.
vietar
leminare vento
valle
dol bieda
plaza
infortunio
piazza
moneta.
giro.
My&.
myfc.
Mudi a. muha.
mofea.
Tanecz. tanaz. Poczvua'pociuati ballo. Tnihy. truhauo. mail conici ti S amma r. K ramar. mulatiero. Svuanti fvetL
Loft;
fuietlonV
luce.
fanto
palcere
Crob.
Smitti.
grob.
fmiati.
fcpoltura.
ridere.
Vunach. Vnuch.
Gnyfti..
nipote.
ventre
fabato
Gnycfdo. nido.
Rozum razum
102
VaiidalejSla-ue,
R
fedicti
E
Ital lane,
N
Va n dal e,
Sla ue^
Italiane,*
Sechyra fcchyra
Sediate
ma narra
federe
Dum
dom
caia
Tcneta
tonoti
aguati
lottile
bofeo
ripoffo
Navuchy-nauchyer nocchiero
tromba
vedere
Navavu nav
Nevuief- neviefta
ca-
nolo
fpoia
Vudov-- vdovaz
uecz.
vedono
vino
Vuyno
vy.no
pogiri
Pifati
poyti
piiati
abbeuerare
fcriuer
onza
delira
Naif
naie
noftro
'tdlanifonoSU
*/.
VerUfiMSU"'
Quelle fono adunque le parole degli antichi Vandali,Ie quali tutte fono etiandio Slaue; come quclli,chc pofsedono la lingua, intendono ci benifsimo.Ondc liberamente fi pu dire,& fermamente conchiudere, cheli Gothi,Oitrogoti, Vifigothi, Gcpidi>Geti,& elfi Vadali furono di natione,& lingua Slaua,- poU che Procopio di Cefarea, il quale trouandofi con Belli fa ri onci* Pefpeditioni,cb/egli fece contra li Gothi,c praticando tutte que* ftc genti, confetta, che fieno tutt' vnanationc,&dVnafauelIa, chiamata,com'ei dice, Gotica De gli Alani fcrifle rorigincPictro Crusbcr alli.de'Sctttrionali, & dice che furono gente Veneda, Slaua. L'ifteffo afferma Mac tiaMiecouitaal i.lib.alcap.ij.dicendojchcgli Alani,Vandali, Sucui , & Burgundi furono del Regno di Polonia , & hebbero vn'ifteffa lingua Poro n a, Slaua. Laqualcolaaflerifce etiandio Geremia Ruffo ne'faoi annali, Pici francefeo Giani bulari,cVl'Ircriico al i.lib.vogliono,chcli Boemi haueffero hauuto origine daquefh Alani, i quali Carlo VvagriefeaU.lib. chiama gente Slaua: tra quale( fecondo cherifwrilcono il Crusbero al i. hb. & Alberto Crantioal i.lib.alcapi22.)^onoannoucrancnjL,lc^* ^
Verli: Scriucil Vagriefeal
^ib. d'ha ucr egli trouato in Fracofot tovn'Autorefcritto mano, il quale trattandole cole di Germa
$
nii,chiaramentemoftraua, cheli Veni erano Slaui i & quello Autoreera santico,comc fi ycdeuapcr detta fuaopera,ch'eiha ueua potuto vedere, li nipoti, pronipoti di Verli Alberto Cratio al I .lib.della Vaad.proua con molte ragioni>chcgliruli, Ver-
D
Vcrli erano
G L
A V
I.
105
gente Slaua. Ma Hclmoldo prete ogni dubio di ci ne cauaj perche fra gli altri Slaui del mar Vencdico mette ancor quelli Verli, i quali, kvmmmihmmmtm, habitarono predo al Hu mcHaluelo. Alcuni degli Scrittori li chiamano Eruli, ma non
fenza errore. Impcroche il vero nome loro fu di Verli,che nella lingua Slaua lignifica gente fiera,crudclc,&altiera: La quaJcoMtimoloriaj
1
nom e rerlo.
attribuirono in particolare a' VcrIi,comc fi dir alfuoiuogo. Gli Auari, Badami, Peucini,&Finni(comenarrano Zacharia Lilio, l'Irenico al 2. lib cap. 39. Abram Ortclio nellaiuaSynonimia ,&il Melantone l'opra Tacito) furonogente L'Auttorc,chcfcrifce la vita de'R di Francia cio di PiSlaua pino,Cark> Magno,& Lodouico,hbcramen te confetta, chegli Auarifuronovnamcdefimanationccongli Slaui. Alquale Aut tore,che(fecodorOrtelio) fu Monaco Benedittino,& videa't*
fa ^liHiftorici
. ,
JuarjfonosU
pi d'elfo Lodouico,
&con
lui
tenneftrettaamicitia, in quello
fi
tro-
il
To-
lomeo) dal Oriente confina con la Pai udeMeotide,e con la Ta- scym&Hyr riJ ono$ * HU na, dall'Occidente con la ViftulajdaScttentrioneconPOccano Sarmatico,&da metodi co'monti Carpatili, fu gicommune patria di tutte le genti,chehora chiamano Slaue, le quali lortironodiuerfi nomi. Percioche alcuni di loro furono chiamati Hyr
ri, altri
Scyrri,Syibi,eVencdi.Queitoi(le{Toaiferma
il
Vuagiie'
furono Vcnedi^ Slaui,I quali per communc opinione de gli Scrittori ne* tempi andatihabitarono ancora la Dacia, & furono chiamati Daci,& innanzi Pimpc uahimiouan todcgliHunni(comefcriueilB5finiodellaDcc.!.aIprimolib.) ticadegUScyr r,,cr H y w habitarono quei luoghi inficmeco'Romani.Ondcancor alpre fentedi ci reit memoria nella Daciajlmperoche nella Moldauia,&VaIachia,ch' l'antica Dacia, nelle r publu he fcritrure,& ne f?^?* "*,* Malachia nelle |. 1. Cr ...... gli vrntij diuini, altra lingua,nc carattere non nadopra,eccftco publiebe jtrtt* quella de gli Slaui, Li Moldaui s'accodano pi alla propriet del ture *'*<tcper4 parlare de'Rufsi , Mofcouiti,- & li Valachi imitano pili Raf. Inguashua.*
fcal ulib. ouedice,chequetti
1
1
ri
fani.
k>4
tuei^orma.
REGNO
l'Inni) libroy fono gente Slaua; de'quali
w,
& Bulgari
fono Slam*
mquclromodo parla:
*>
dc^liamplifsimiioi confini effercitiquafi infiniti, -molti tildi ne fenza numero, cio gli Alani, gli Slaui,de'qualiiono Boemi, &Polonij& gli Suedi, checi hanno dati Normanni, & BuiZuhar&'Ho* m*nn hanno
vrigme da'Stte
&
gar i-Scriuc Volfango Lazio, chei Normni fono pofterit de* Marcomanni :& con quello nome de' Normanni daSigiberto Gcmblacefe,& da Eginharto,
Scrittori di
quei
riamami fono
pojleri
de
ncraniTtv*
tri Stani,
fono chiamatili Rulli etiandio, come dice Abram Ortelio dopo il Lazio,nella Dania : ^ c S^ Vncrani fmentione Egihnarto monaco nella uita di Carlo Magno, &gliannouerafrPaltra gente Slaua, Licui uarij popoli defcriucndoVitichindo monaco (come fi vede nella Synonymia del'Ortclio) chiama alcuni di loro Vch ri, Vntempi,fr gli
altri
,
crani
Marcomanni,
usiwa!*'""
tanto celebrati per l'hifiorie de gli antichi, riebbero origine (fecondo Alberto Cratio
ali-.libj.al
Finalmenteli
Marcomanni,&Quadi
STT^i OVVT VKLOTTET^ ^TLIE JESTI MERU SGODE K'UVKOVVTE NASS &{ARKOM*AN. I VRE TE SLtAVNOV ,LTTOV BOTA O^ASGA .*. M*AT(KOJUANPROTDE. M SLUVNO^v STyN .-. TOKOy A' LyTH rvVIKvi.
,
. .
Le qualiparolc no e alcuno che poffa dire, che non fian tut te Slauej Impcrochegli Slaui quali *lmedcfimomodopronuntiano le iudette parole, cio.
NASCEGA J. MAR-
DE GLI SLAVI.
MARKOMAN PROYDE, NI
POKOI
Il
.-.
iof
u
SLAVNI
.-.
STINA
LITH VViKA.
che agl'Italiani Tuona- Quefta Pietra ftata infcrta per legno della pace feguita di Krukoviedi noi Marcomanni, efratelli Slaui, gli anni della guerra noftra .'.Marcomno palli, ne
Slauo
.*.
Pietri
.*.
Ondefermamcfi
te fi pu credere,
mcntelVnit della natione :Et quegli riabbiamo pcrhumini della mcdefima natione, i quali fin dalla primaorigine infiefnc col materno latte conceduto il commercio della fauella.
^Ma oltre le ludette autorit di tanti huomini dotti, &lcrittori famofi, con le quali riabbiamo inoltrato, che legen ti danoidi
{opra numerate fieno Hate tutte della natione Slaua quello me defimo fi puprouareetiandio perii nomi dell'ideile genti , i quali tuttauia fi leggono appretto gli Autori, che fcriilerolecofede'Gothi , &altregentilctcntrionali:eomefono Vuidimir, VaIamir,Simir,Theodomir,Frimir,Sueulado, come altri f^ .fmu lari delle genti n Corrottamente dicono, Sisvualdo,Selimir, Gelmir, Radagalt, da noi racconta
:
111
,
ttmofiranoef*
aMe *
Virile,
Mifislauo , Mislao,
nomi
huomini,ma anco
fo-
per
no
Crusbcrali.li.&Gioanni Goropioal8. dell'Amatone )fempre furono mogli de'Sarmati Slaui. Licuidiuerfi popoli hauchdo fin qui conofeiuti , Fiora uediamo l'origine, &ifuccesfi loro cominciandoprimada'Gothi Slaui. I quali ne' tempi antiehif imprefediG fimi, innanzi che la fama, il nome de'RomanifidiuoIg-lTe, tbiSUm* non hauendo inimici, uennero combattere fra di loroj &. ufcendo di Scandinauia loro prima patria, primieramen temolTcro l'armi contra gli Vlmerugi quali Icacciando dalle proprie lorledi, fottoil R Bericho occuparono quel paele Etindi andarono co'lReFilimir nella Scithia chiamata Ouin , coin riferifee Giornando. Di poi fi fermarono appallo le genti degli
:
i
.
Spalli,
io6
Gothi fidiuido
REGNO
, i
no. Soggiogano? E
gnio.
haucndo fupcrati, fecondo l'autori r di AblauioJ del fi diuiferoi Gothi 5 & una parte di loro foggiog l'Egitto che& HerodotoHalicarnafeo ne fi melinone; altri andarono uerfo POrien te (otto la guida d'Amalo,& altri in Occidente con dotti da Vualtho. Quelli, che s'inuiarono ucdoPOrien te, (cacSpalli
quali
Occupano
Satina
.
la
Torniraggina
Slatta
Rloro Vefofe,da altri detto Vefore,mo(fe guerra Betorice R d'Egitto, & lo uin f , cornei! leggeapprefio Giornando , Iuihno , & Trogoal prj mo , Bonifatio Simoneta,& altri A coitui fuccerTe Tornir Regina, la quale trauagli con Tarmi Serfe R di Perfia Dop quq ito Filippo R deWlacedoni fi cogionfe in matrimonio co Gociatagli Scithi , diedero altri
Scichi
.Il
,
R a gli
Rdc gli
Scithi.
Et AleiTandrofuo figliuolo li
moleitaua; ma haudo fatta proua delle forze loro, fece paceco esfi,come fi pu uedere apprefloStrabone al 7.I1D &in ArrianodiNicomediaal4. &inOttoneFrifigefe: tutto che Q. Curdo fi mollri alquanto diferepan te dal parere degl'altri. Dario
firi che tern-
fatto
R de'Perfi,preie
qui
de
Dione, ScolaiUcoSmirneo,Agathio,Giornando,& altri, chiara mte moftrano.No chehabbiano hauuto origine da gli Scithi, comealcuni Italiani credono; ma perchcfcacciando gli Scithi, efsi haueuano poflfeduto l'Imperio loro ImpcrocheTrebellio
.
Cotbi uengono
inaiuto de'Tro
iani.
trasfer in Afia
di quelli
Euripilo, &TeIefo,
che ucciie Calandra, & da Achille fpriuato dell'armi. Et dop nel tempo d'Augurio Cefare fior fra Geti il R Berobifta. Nelqual tempo Elio Catone condufledi l dal Danubiocinquanta mila Geti per habitare nella Tracia Ma il R loro hora con
.
l'eilercitio
Saccheggiano
foggiog molti popoli uicini 5 & con gran ardire ualicato l'l> trojfacchcgi la Tracia,Macedonia,&rillirico5& diede gi terrore a'Romani,& riport infinita preda da'vicini Galli, Traci* & Illirici,- ruin ancora del tutto li Boij fu ddi ti Cri callo, &li
Taurifci.
Augnilo fu perci
sforzato di
mandar co tra, di
lui
un'
r>
s iyi
s lha;v
i.
ao7
bone al 7.1tb" della Geografia .Fu ctiandio quali nel nildeumo tempo DromachetcRcdc<j'Qthi,il}tiale azzuffatoti cl Ile Ly fimaco neinilrojo prcieviuo, come fi leggcappreflo ri Campa-
io
fono quelle: Il crudele Drom a chete Duc*(sIe BaibarJ,ilqualepocnnan 2iJudcan-prcfoLyfimaco,lolaici con tanta liberalit. Paolo 0roGo,al 3.1ib. chiama quello Dromachetc R dila Tracia, & ui narra la Tua Hiltotiajil the fanno ancora Tito Liajo,Eutropio>Eufcbio,&altri. Ma Strabonc,.&vG tornando dicono, che fu Gcta,il chcpiuueriiimilc, EtqueU>cheIo fanno della Tracia, vogliono infcrire,che li Ger hanno lcmprc tenuta fo tropoila la Tracia; & dicono,chc ancora fjroua nella Tracia un luogo chiamato Lyfimachia, chcprefequcflonomcda quella bat taglia:dd che hanno fatto meheionc Plinio al 4.1ib. Stefano Bi fan tino,c Tolomeo. Apprcfl fecero quelli Gothr molte guerre ctiandiocoi Macedoni,- pcroche ragliarono pezzi-Sopirione luogotenente del gran AlciTandro con trenta mila combatten- Ta^Umipt^ yc poco prima domarono K Fdippo,comc dice Giuflino al V JJJJft/JJ. a7J1b.Et.li chiama Scithi . Ma Giornando & alni quefta cofa gufati** attribuifeono ai Gomiti quali da gli antichi erano compref fotto il nome degli Scithi. Ilgrande Aleifandronon fi sdegn farpacecoi Ceti, ne quelli con Alcffandro , fecondo che riferirono Stra&one, Amano, Tolomeo di Lago,&il Capano.Giu ftino nientedimeno Ieri u, che i Gcti furono felicemente fuperati da Alcllandrojla qualcofa non difl'c alcun altro feri ttoray cKe poie in carta Jc cole dc'Gothi. I quali fi come raccolta il Biondo al i.libro della declinatone dell'Imperio Romano furono fu pera ti da Lucullo. Delche non fece mcntioncn Me-* thodio n Giornando. Et uolendo dop li Gothi panare Tlflro, furono imped trda Agrippa,comc fi vede iri Agthio , & Mcthodio.Neltpopoid'Agufto i Gothi minarono tutreleprouintiefottopofe all'Imperio Romano. La qual cofa OuidioNaione, chea quel' tempo ville appretto li Gothi, accenn al i.libi, dei Ponto, dicendo.
le cui parole?
cho
Roma
Non cara
7>ele
ioS
Che
R E G
'Piene.
N O
.
.
C * Seuero Eleg 9:
ilJole pi
crude
le/dette quefii
Appretto in quel tempo iGctis'impatronirono di molte Cit t,e paef dc'Romani.ll che Ouidio nel detto luogo moftra con
quelli ucrf
me ma
al fiume.
y
dm nomi 5 eHfto
el mure
.
Et diede
ali* opra
Gcta
tarme
^omSofa'n
nograndiffima
Nel tem p ancora di Domitiano,per tutto l'Imperio Roma no ^ Gothi, fanno grandifsima ftragc. Dice il Biondo, che Cor nello Tacito, per non efprimereil numero dc'Romani morti
da^jothi,nonfcrifl~el'Hilloria.DopqucftoBafsiano,&Caracalla (come ( legge in Flauio,& Methodio) riportaronograuifim f i Janni nelle guerre, che fecero co i Gothi . La terza parte de' quali,che fino quei tempi era rimafta nell'Ifoladcgli Vlmerugi,vnitacon gli altri Gothi, occup(dicc Methodio)la Pannonia . All'hora Sitalco Principcloro accompagnato da cento , e cinquanta mila p erfo ne, fece guerra gli Atenicfl $ nella quale hauendo fatta proua della potenza dc'Romani, fece pace colov n a r j r\ r L 1 ro Et cosi itettcrohn ai tempi di Domi nano, che tu il primo,
X
tcalla
impera
V^a'Gotlt
athenieft afa
liti
a'Gotat'
Tompeo am*-
magato
da
Maftinin in
ftrawtfitr,*
^o, pero
a-
che apr Giano. All'hora, dice Giornando, li Gothi ruppero gli efferati Romani, guidarida Pompeo Sabino Agrrippa Vammazzando Pompeo, gli lcuarono il capo dal bullo. Et fatto ci, [Qq^ [] diuifero in due parti , vna occup laMcfia , &laTracia;& della progenie di quelli per linea paterna nacque Mafsim i no Impcradore,come tellificano Simmacho Greco fcrittrc, Giulio Capitolino, & Giornando. L'altra parte lcu l'armi con tra Filippo Impcradore Romano,il quale fu dicicaufa. Impcrochc
DE GLI SLAVI.
io?
fochi hauendolc negato lo ftipendio , chcgli daua,gli prouc coner di s, & entr con loro in guerra, la quale egli faccua per mezo di Dccio Senatore* cVali'horaui cadde il padre Decio colfigliuolo,&con trenta mila combattcnti.Ondc li Gothi occuparono la Mcfia.Qucfta rotta, & morte di Decio moftra l'aitare lui cfccrato nella Meila. Di quefta guerra fano mtioncii Sabclico,ilBiondo, Giornadojl'OrofiojGotfridoicV altri. Ma Pomponiolcto copiofamentc trattala cof;& moftra,chcil pa ire inficine col figliuolo da Tua pofta fi prccipitarono5uolend ad imitationede gli antichi Decij, perla futura uitto ria fardi s facrificio gliDei.Eufebio,&il Sabcllicoa7.lib.dcirEne.7.di cono,che quelli due perirono inficme nella guerra contra i Go
thi.I quali nel
DetiomtHit
rem p, chcGordianoccneua l'Imperio Romano Taccheggiarono l\Afia,Ponto,Macedonia,&Grccia,comemoGetbiftccbei. Trcbcllio glMO l'jfi ftrano il Biondo,Eufebio,Eutropio,cV il Sabellico Politone narra la cofa difFufamen te, & fi moftra contrario ad TtntOyMaced*
.
EufcbiojImpcrochedice,chc Macrino figliuolo dell'Imperadotcairhorafuccifo. A Galieno fucccdcndo nell'Imperio Poftu mo,i Gothi fendo fatti patroni della T racia, depredarono laMa cedonia, dando qualcheguafto ancor'alla Tenaglia; & indi ha
Miccia Grette
uendo feorfo rAfia,come dice Trcbcllio, combatterono il tempio della Dea Diana in Efefo . La CittetiandiodiBizantioin
quel tcmpo(fccondo che riferifeono Trcbcllio, il Sabcllico,& il Biondo)pati molto.I Gothiapprcflb,pafTando occultamente co
lcnauiilmar maggiorc,cntrarono nella foce deiriftro,douc affai tando all'improuifo quei habita tori, fecero molte fhagi,men re da Clcocano,& Ateneo Prefidenti diBizantio furono alquaso refrenatijMa cade nondimeno Vcneriano prefetto, Ondcin fuperbitili Gothi, aliai tarono Cyzycena, & occuparono l'Alia, co tuttala Grecia. La qualcofaDcufippo Greco ferittoredi quei tempi difFufamen te tratt,dicendo, cheli Gothi {coder ancor l'Epiro, Hemonia , & Boetia.HebbeetiandioDiocletianoImpcradorcG un tcrico,&Argaico R dc'Gothi fuoinimici, fecondo che rifcrifccGiornando. Impcroche quelli Rdando rotta a'Romani, &fpogIiandolide'padiglioni, prefero Martianopo li Citt delllaMefia,comc fi ha nel Biondo,& in Pomponio Le to.Volufiano dop quefto fece pace co R dc'Gothi. A cui fuc ceflc Galeniano, nel tempo del quale la Republica Romana fu molto
i
Octupu m%l
tiU$ii.
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R ABJ G INJ
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:?
molto tmuagliatjGoriciofiy <rt>fa dheli (Dorhi fottorlauxmiltt* di trcGapitani, VcivcikcyCj'ThurU^, &r Varonc ivifcftando ,.&
affiggendo l-Afia,lHdJe4poiuovEfetb, Brti'na
^dalcedonuf
tXx^W
firutt$
dcihlleta nohialo Citt del toortte^emo;&df'CO fanno m afc* t i nc il Sabellic,& il Biondo con 'afeii.- Li Gothiirt quarto tetti po(pcr teftimonio di pom p n f Litofoni pi rarono~*u tri infic*
<fc^
me con
tira
altri:
Ma
firMVccifio *
principalmente Trebclli $ollionc-in Mariano , ouedice, cria # l c*ra>T racia;Max:cdomaifcTcfe^ zafttio''f'tcttnttvcci'fi-oni'ichentui fi troua alcuno della pr
f
fapiaj& (lirpe antica^ che ni uno fcawp,cccettOcfrmbauuc tura itfu fuor i caia La qualtofa fedendo MafIm*anoi>d<
.
4mJEm*ho fu
1
$1
primo, deil
con lorOi&fi i I primo, xhc ari oU d li Goihi. Nciqual cempofu Giberic-R denotili , iiqua*
r
*?FStG
2fc
bcnged,V'afmab^ntii^<Dadi/timperandoeiawdioia Rjo* mani, cadero no trecento, e vintami la* 6othi nella* battaglia; & due mikfcnaui fu rooo;sfc merle in mar&orVie il vedep lktrcft
re ferine da*
Claudio al Senato appreifo Tttbcllio,'&>P^oroio Leto; & cornea manifefto ancora per lai ttera fcHtita Giuntar
batt co iGothi nella TeTaglia,D&cia,&Mcfi* vicino a Martiat
nopli,eattorno Bizatio;
ro ,e fuoco
,
rifU
r
di
c*n*
^ r0t
%i4niuUfrc.
IfoladiGandia,& Cipro$& vhimamente furono fii pcrati da Claudio . La ondcil Senato percos fegnlata vittoria dccrctjclie in honoredi Claudio flle polio nel Sena rorfeuda d'oro,& innanzi al 'tempio nel Campidoglio la ila tua d'oro. Ec co vedi che honore, '& che premio fu dato colui, chefupcrata haucuala nationcSlaua MaTrcbellio per tciUmoniodelStt-* bellico>lcri(Tc tutte qlre cole piene d'adula tioneifauore di Glaudio,ch era nato della famiglia diCollantino .Scriue Eutropio; chcioiqucfto tempo caderono ducentomiLaGot-hi. -Ila qual co la fuord:utropio,mu al tro auttore, come dice li Sbclliico, mai lafci ieri tea Ne facilmente io mi mouo credere quieto, che feri uono alcuni Autori della vittoria d'Aureliano,' che fuccefc Ica Claudio ,contra i Gothi, cioche eglifupcraifequefti appallo Nicojbolijperchc non fi si il numero de morti.Maquant
.
tomo-
DE GLI SLAVI.
&
m
y
io moloftaflcro l'Imperio Romano a quel tempo li Gothi,& gloria e re (ce (Te alla natine Slauaperleuittoric quanta fama,
loro,quefto fipuconofeereda i folidom,& lettere del Senato, dirette (fecondo che fi vedein Flauto Vopifco) ad elio Amelia-
no.A cui il Senato,pcr hauer egli debellato 1 Go thi , tante gratie refe,e tanto lo rimuner, quanto non fece mai ad altro Capitano^ Imperadore.Scriuc il Sabellico, che folamen te cinque mi. la Gothi furono ammazzati da Aureliano in vn fatto d'armi. EtFlauio Vopifco , perautorit di Tcoclito Greco autore, dice, che tanti cadcrono nella giornata fatea con Aureliano Et che nonpidisoo.foldatiprefidiarij morironoj & chei Sarmati fa ronofupcrati nell'Illirico ,-& cinque mila Gothi con Cannaba.
loloroDuce,Canabaudo,caderonodil dalDanubio$& mol & perci Aureliano fu ri di loro furono condotti nel trionfo Chiamato Reftitutore delle Gallic,ct Liberatore dell'illirico. La qual cofa none niuno,che babbi letto Giornando, che non fap Si vedeFlauioadularead Aureliano, ia,chefia pi che falla la cui gloria cerca innalzare con isprimer folamen te il numero <le'Gothi morti. II qual vitio elfo Vopifco nel principio, doue parla degli Scrittori, cfefla effere proprio di quegli autori, che
: .
an9
mettono feri u ere le co f de gl'Impcradori, la gloria de'quali fi (Indiano farpi chiara con lamoltitudinede'morti.Il che & egli fece in quella guerra de'Gothi.I quali (come uogliono il Sabellico, & il Biondo^ furono {uperatieciandio da CollantinoImperadore:ilcheGiornando apertamente nega. Si ha non dimeno per cofacertifsima,cheli Gothi,hauendo fatta paceco'
fi
Romani, (tetter
tempi di Valente.llqualehauendogli
in fuaamicitia,cco-
permettendo loro
Cnhi
^;w
noUTwia.
eothi,&Oftroeothi,ciorfuperiori,enesrinfcrioii.Imperoche h j ci u i r w-r r GothijViiij li appo gli SIaui,che hanno il medeiimo parlare de o nirlca{uperiori,&Oil:och,I(tochuoIdireOrite. E per quel
i
i
dunioaoin
-]
sfotto,
oikogotbi.
&
II2
REGNO
:
thi,Impcrochc quelli erano frloroin difperatione.FridigTnoricorfe Valente Imperadore con tra A talarico,& (come Ieriuc Socrate al 8. libro al capitolo 14. )fupei il Tuo allertai io. Valete li ruppe appreflo la Tracia & perci li Go thi per Ja peruerfa opinionedi Valentediuennero Arriani. All'hora Vualfla Sacer dote de' Goti gl'in forma un come dice Teodonco) & ammaeftrauane'puerii dogmi d'Atrio. Gli Scrittori livcdonoqui molto variare nelle loro opinioni. HSabcllico al 9. hb. dell'Elie. 7, l'criuecheiGothi fendo {cacciati da gli Hunni,veiincro prega re Valete che ccedefleloro la Tracia perhabitatione. Queita
(
Deuemno Jx
vicini*
nando dicono che domandarono la Mefia, c\:Dacia Valente il quale hauendo loro offertola Tracia, vi Ci fermarono So* era te HiftoricoPiitelTo afferma. Dice nondimeno Metodiche i Gothi fi fecero patroni dell a Tracia per mezo dell'armi 5 &che
;
l'lmperadore,hauendopaurajchenelaucnireaflralta{serohoil:iU
ofTerfeloro la
Tra
Volente lmfe-
rar*
*
morto
"
fimo; perche guidati da coitoroacquiitaisero ancora ai-tri, gliori paefi .Ne manco gli Scrittori cuengono intorno la cali fa, & origine delle difcordie,chefeguirono fra Valente Impcrado iCy&c Vifgothi. L*Vrfpargefe,&:il Sabellicodicono,che ci aus neperpocapr'jdzadi Maflmo,&Lupicino(chiamatoda Gior nando Lupi tio)i quali enferei tando molta tirannia Coprili Vifigothi,gli arTliflero pi volte con gran fame. Altri vogliono^efr Lupicinohauefle teli gli aguati Tridigcrno R de'Vifigothbcet candoio torvia permezodi veleno. Etfecondo altri li VifgothS aitretti da nece fitta leuarono l'armi centra Valente 5 & lotto-la condottadiFridigerno s'attaccarono nella giornata c'Roirra ni,& diedero loro rotra a & nefeccrogran ftrge. Vaiente Impetradore fu iui ferito da vna freccia & fenteodofi mancar le ifo$ze, fu portato da'luoi in una Capanna, douefiiarfoda'nimii, iquali diederoilfuocoquelluogo, nonftpendo.come fcriue Giornando,chevi fufTelrrperadorc .Teodorico Vcfcouoieriue, chei Vifigothicombatteronocon Valente pimiieramen te,
!
&Maf & mi
3.)ilmcfcdi
li
Goftantinopoli$&
ceio
indi (cacciando
Romani
DE GLI SLAVI.
ietto
115
quarto dell'Imperio di Valente. Ma Tcodcrico vole,checoilui paflafle da quella vita a $, di Agotto. Ne Tenia ragione quello auenne (come dice Solomcno) Valcntejpofciacheeglifcau
fa,cheliGothi,eente,chepoteua molto eiouarealla Santa MadrcCnieia,diuentallero tutti AmannEt dice chequclta morte gli fu annonciatadavn Carolico, il quale gli difle, ogni volta jth'ei non faccua pace co i Vifigothi, farebbe vecifo da loro.Scnjdo adunque in quello modomorto Valente Imperadorc,Ii Vigothi vennero con tro laCitt di Coltati tinopoli,& le polro vii
**f*d>eiG*
ttj.m(m.
duro attedio. All'hora Dominica moglie di Valente gi defunto vs molta cortefa verfo quella gente tanto fiera, mandando loroin abondanza ogni fortedi vettouaglie, fecondo che riferi-
scono
il
Sabcllico,
i
il
Biondo,&
altri
auttori. Socrate
nondimeCojlantnopoU
1
no dice, che Vifigothi ancor in viti d'elfo Valente attediarono la Citt di Costantinopoli. L'ai tre imprefe che Gothi fecei
ro quei tempi nella Mcfia,c Tracia, il Platina in Siricio,Giro faj^*** lamo in Eufcbio,& Profpcro nelle fuc rigrclhoni trattarono copiofameiue,& fi vedono frloro diferepan ti. Nondimeno maggior fede Ci dee in quello predar' Girolamo, che fu quei tempi, quando auennero tutte quelle cofe* Dop Valente entr nell'Imperio Valcntiniano, & inficine con Teodofiodifcndc-
era
ti
de'
.
Gothi 5
il
and Collanti nopoli Il che f non tanto buono , quanto neceifario 5 Impcrchc f all'hora i Gothi fi muoucuano contrai Romani, andauano male le col di quell'Imperio. Attaiarico haudo in gra ammiratone rimperadorc,& lceorco' Greci ,
maniere, che vfaua verlo di lui , diccua Che L'Impcradore fenza alcun dubbio era Dio terreno, cui fealcuno per auen tura tcndcuainfidie,cra ncccflaTo,chefubitamcntcfaceflc penitenza del fuo errore. Et morto che fu Atalaiico , Tcodofio gli fece regali clfequie 5 con che tir fc l'animo , e l'afTettionc di tutti i Gothi. I quali dop la morte d'Attalarico ftettcro 25. rifigotbifia. annilnza eleggere vn'altroRj contentandoli dcll'Impcrado- "^-nmfcn * reRomano,chcgli tcniuaalfoldo. Finalmente partendoli dal- **^
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114
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K.
.'
Qlaudiano* Eutropio, dclQroflo , & del Biondo, non li trotta* u il pi terribile huomo. Scria* Ajplauio, ch'egli apparueaU Pini pr uil con duecnt.o mila coni baienti. Ne' quali confidatof Alarico ,,andaui Taccheggiando , & ardendo W Tracia I a,nn0nia,l ljhricoj & Norico Ma perche Radagafo entr per; ci in gra n lupcrbia > & fece vo to.a' fuoi pei , che. le reftaua vin* citorc , voleua facaficar loro, tutto il (ngue Italiano, minacdando appreilo voler chHngucrc il nome Romano, &.dein calia; fa-revna Gotia &( come da. Augulto, & Celare fi chiamaua* no Augufti, & Cefari, voleua che gi'Impcradoriil. dicedero Ra^ Ma ld.di.ty non (opporr tanta fupeibia* & arroganza* dagafi ma lo diede ia mano de* Chriftiani . I quali dandoli rotta nemonti di Fienaia, lo fcceio morire miferamente Alarico era, P*ffat <> * Hpagna, la quale hauendo poffaduto tredeci anni torn in Iralia. tadoue quante col egli fa celle, fi pollano ve-* dece nel Biondo , Sabellico, & Ottne Friigefc al *. hbro,chq tuatta.rono le cofe do Qothi.i quali guerreggiarono lungo temppctiaadQ CQ i R 4 Francia . Del quaj Regno fendo (caccia-r ti, ritornarono da capo in lipagna;. Onde nel tempo di Mar^ cello (otto la guida di Mcrouco, iMarauio^flalirono laFran- ^ a n q UC lh occuparo-no molte Citt. Marcello, mand eo*i tra di loro Luiprando fuo Capitalo, che combatt con flj,* Nelmedcfimo tempo & AbdiramaR.diFrancia fece guerra , 3| Gothi>corteiivedeinGaguino al 5. libjc quali cofe auens* ncroinnajia^i la venuta d'Attila in Italia, pcriochedoplafwa venuta LiGothi con Franccf Tempre fletter in pace.jcarmfi Ugge n Procopio , & Ablauio
)
, .
:
.,
hnpvcfe de ?U
ottroiotbi.
bora vediamo quoHedc gli Oiftrogo,thi;i quali, fendoibrauagliiati da gli Hunni,fi difeiero valorolamte^ Et voltaiadQfttaoijmf numifcccu- na contrari figliuoU.d'Attila 3 gli Oftrogorhi gli fcacqiajjeno dajr vdalUv*nny ^ PannQnia>& Mcla, dando guaiifco aH'lllirico. ancora-, D*\# % nfi Impcradorc cpnialcuni patti .otwnei le terre ^chc con armi 4MgU ofirlgo. *!! vhauquano acquiftar, dandogli per oitaggio Teodcrico *cb&
poi f R d'Italia .In quatto mezo la Ci tu d Roma era fta ta* .$ppreiraiinpoco tempo da molti Signori, e Impera,dtar<i*Yorcwm
1
RichimcrOjBafiliicovAntcnio^ZQnone^MMCp^LcQnivQ^nir
brio
DEGLI
il
SLAVI.
nf
modo ci confguiffero,
Biondo, il Sabcllicoal 2. lib. dell'Ene.8, Pomponio Leto, & Gioanni Monaco hanno trattato effattamente. Io,che tratto
,
men a prosi4ui
'
pongo. Gouernando dunque imperio Romano Auguftulo, Ottocaro Rde'Rugiani Slaui s'impatrondel Regno d'Italia; Taccheggio Tieuifi, Vicenza ,& Brefcia ,&efpugn la Citt di Pauia.Scriucil Sabelhco,cheall'horaf fjparfo tato fanguc Romano inquelluogo, quanto in niun altrotempo dop che cominci inchinare l'Imperio Romano Lealtre imprefe fi vedo.
mpdtf
tronifeono
l
no apprelToOttoneFiifigefeal^lib.
ilulo furono
alcap.
i.Oreft:e,&:
Augu
cheniuno cos facilmente s'appropri j il nome imperiale. Cos Romaquafiindueannifu priua di dodici Imperadori,in maggior parte ammazzati $& da niun'alcra nationericeuette maggior percoflfa, che da la nation e Slaua. Laqualedop eftinto l'imperio Romano in Italia, fu/a prima delle nationi ftraniere, che tenne il dominio di quella; &ie pur ref niente di gloria
all'Imperio Rotiiano ini talia, tutto quello port fecola gente
Slaua. La
to celebrato^ Aleffandro
Magno
Romani
fono/tati tanto
per haucr
fu
nella trafmi
al r.lib. al
Slaui fato
il
fhuomo
d'alta ftatura,e
itfonocharo
^.amanita*
*tf
huomo Sia uo
maggiorhonore,dici,chcconuenifiehuomo mortale, eappreflo loliutRde'Romaui.A qneftohonore,eaU'ampiezza dell'Imperio d'Ottocharo hauendo inuidia gli Oftrogothi , &:
Zenone Imperatore, Teodcrico R de gli Oitrogorhififp Tonato da' fuoi, e da effo Zenone leuarfi con tra di lui Onde, venuti
allcmanialP fiume, con gran dimcuhreftiuperato Ottoca2. ro; P
le.
io;
co,
G N
,
O
capo
Italia di
cconditioni s'arref $ ma per finii-: dic di Tcoderico fu morto finalmente. T-eoderico fi f dunque patrone di tutta l'Italia, &cos vn'alnavoltal'I talia vennefbtto nMHt il dominiodegli Slaui.Quefto Tcoderico come fcriHc Procoditreanni con giufh patti
(
gente
Slatta.
Tcoderico
Xj
degliOftrogotbi
procura,
^ornamento
Italia*
molte ruinel'l talia 5 & per poter meglio tcnerlafoggctta,vi contrari e molte affinit Et dopo ha-' uer regnato in Itaha tren rafette anni, mor 5 & con la fua morte turb la quiete d'i talia Imperochc,dopo ch'egli fi fece patron* di quella , procur tutto fuo potere la quiete, & ornamento di: lei,ein particolate della Citt diRoma. Etchi di ci ncvol ha-". uere perfetta cogninonejegga Cafliodoro teftimonio fideliflimo, che fcrifTe leiueletterc:douevcder,chequcfto buon Prin^
pio Greco) edific,
& ripar da
tempo del fuo Regno, in fuor de gli vltimi anni, attcfealla grandezza, e ornamento d'Italia^in modo che nRo-. ma,n Italia defider i tempi d'Otrauiano Augufly di Traiacipeper tutto
il
fi
Mor-
adunque TeodericOjGiufhnmioImperadorehauendomirai
confida tof nclvalorc,e ne
i
la fedel,
quale fcacci
Vandali dall'Africa
molle
Belli/arto
fcac
da
Sicilia
Romani
thi.
rotti
du gli, Oflrogo-
vedeua , che l'I calia era gouernata,cVdifefa da vii R codardo, & di poco animo, come moftrano Procopio, Ottone Frifigefeal 5. lib. Leonardo Aretino, & molti altri 3 ^maflimamen-4 te Pio 2. Papa nel Commentano fopra il Biondo. Gli Scrittori , che ho da fguitarc nel trattare quella guerra d Gmfti* niano contrai Gothi, far Procopio Greco, lquale in quattri libri felicemente fpieg queftaguerra, Guidone da Rauenna , Leonardo Aretino, il Biondo, ilSabellico al 8. E n e. Scoi ali ed Smirnco dopo Procopio tratt pi diffufamen te di tutti la gucr ra di Belhirio,& di Narfcte contrai Gothi, fendo Confoli SiK tiano,cVMaccdonio.BelJifario fu adunque il primo, chef cacci gli Oftrogothi da Sicilia,& mife in fuga Teodato R loro, tetti. cuper la Citt di Napoli. Et attaccandoli nella giornata co gfo Oftrogothi vicino Roma, tutto il fiore de'Soldati Rombivi xi cade 5 &gli altri fi faluarono conia fugagli feguitafohoi Gothi
i
infno
la
ilVl
doue fopra
DE GLI SLAVI.
pra
tutti gli altri
i
117
VrfdaGoto morir gran ualorc delle fue forperditori^! ritirarono drro alla CitDnuouoeado
ze. Et
Romani vedendoli
grauemente attediata. Vn altra volta cadcronoin cticaducen tornila Romani. Etdi nuouofifecevnalrra battaglia, nella quale morirono tutti ivaiorofifolda ti Romani. Alla
t,la quale fu
Mducenomi
a
^ mam
fine la Citt di
niera, chcledonncj&iputtbvecchi,^:
poli.
Quefto
feri u
al i.lib.
IGothi dopo
PreferMila-
cjueftobrufciaronolaCitr di
Milano defim
lodagli ofin-
no &lodeftruiT;:romifcramenre,&: vi furono ammaizati molti dcirvn,c l'altro fedo. Et ha udo disfatta quali da fondamenti la.
Citt,lafeminarono coi fale, comeicriue Procopio .Dario Vefcouo,&Barnefrido,quantunquelcriiTero le calamit, &miie~
Milano nondimeno di quella non fecero mcntionc. AtalaricoRdopoquefto butt per terra la porta diRoma, chiamata Salina. Et (otto ReiTotiU il Gothi foggiogaronoBencuento>Como,Lucca,Calabna,& Puglia; prciero ancora tutrie,che pat
,
Totiia tccup
molti luoghi
dltalta
-
nauiaU Demetrio, che poitauano le ucttouaglie Roma, faecdofipatronictiandio delle naui di Mafsimino, al preiidiodel le quali da usano gli Hu-nni.Efpugtiaron appretto Napoli, & de ftruiTcroAuisimo,hoggiOiimot &Rimini,3<: ricuperarono Spo
tele
Efpugna
P
'H.a-
kto,& Afcoli. Ottone Friiigefe al ^.lib^ tratta tutte quelle cofe. Ma Snida autore molto accomniodaro per l'Hiftorie le pafs foitatilentioj tutto che haueffe fatta mentionc di Bclliiario, &
>
diNarfetff,di
IlchecgU-fcccpjernonauiltre
fi
gloria,
& Maeitde'GrecieEt co
ieri
fepoheJFotilahacndocfpugiiata Rauenna, Ccfena,& la Citt eh irnata Pietra j&fattor/i patrone quali di tutta l'Italia } tenne attediata laCitt di Roma in modo , che quelli di drento erano
$,-
ya patrone
auafi\di tutta
ita '"'
luogo de'cihi deHcatl.Airhra'iPapa Yigth,hauendo^raa.compaisiolic alle loro mrfcrievfcce cdurrc gra ni , che daTotrla gli furono poi tolti.
aftretdiditDangiadalfkdi<3^topi,&:i'hcdacJi
I
Roma!Bradnnquc,wcdendoj;alicftrette,mandaronopcr AmbafciadoreTotilaPeJa^io^ccDcando.di placarlo qualchemo do.Manofegucndo al ero* molti Riotnani perirono di fame. In
la tanto Totila^-tKMiand ladlrada 9 cntr di nottein Roma ; mattina fcoreperiaQi tt con lefpade nude, einfanguiniitcjpe
nomavi manda
wo Velagio
/j ol
"/"*
&
roche
nS
Ventxiue miU Gteciamm*^
R E G
NO
tutte le delitie del fu-;
'
v
roche vccideua tutti quelli ch'incori traua. Onde furo no tagliar t [ pezzi ventidue mila Greci, cheflauanoper prefidio d'Italia,. 6^ alThora trouaronh ferra ti Roma .Et la terza parte delle mura fu buttata terrajarlo
il
Campidoglio,e
la
Monte
/<r,
rt Qum-
..
^w
Roma tu to-
ti*fpi*n*ti.
talmentefaccheggiata
& deitrutra
nadAnibaled'
r
Amilcaro> anzi niun altro, folofpermefia airinuitta natio* ne Slaua.Tuche foleui darlalute,e conferuarePaltreCitt,ncux poteftiialuar,n difendertefleffa da gli Slaui. Torno al propoli
ruinadiRoma, fuperdi nUouo Lue-,; cheli, l'Abruzzo,& la Calabriaj& ammazz pi di ducentoibU dati di Gioanni Capitano Greco,& pochi, fuggendo nelCafhel
to. Totila fatta quella
i
lo di Rullicano,fiialuarorioTotila,hauendodpugnatoRufi;
Ttila occupa Cifro,ejc*r*
cano,&
ch'ei
Perugia,l;cu a 'Romani
mezo attefe
potette.Ma tutto fu indarno, chcfopijaiucnendo Totila 9 ^k nuouo la prefe.E t quella fu un'altra mina di Roma, fa tta da Tqtf
tila t
patroni di Sicilia,^ di tutta Pltalia>infurdaRaue3inayAncQ na, & Otranto, Giultiniano Imperatore non puotc tolerarewit
ti
taruina deirimperio.OndemandNaHetcEunttthQcon
le fue
genti
Il
qualc,prefi in compagniaciiiqueiJiila^Lnguba'f
wHmi"
mila Verli, Eruli,& quattro mila Gepidi,aiali gii QfttQ gothi,& per continui due d-fucobattutodallVniCrJ'aLaMl-p^i^ te,Ma vedendogli Oflrgothi>chc fi nalmcnte nraActjurftaUa no altro, che continua guerra co' Romani, icn un rirno il p fedo d'Italiajcon patto talepfcrq$cb e>fo itoileci teca abrcdMialia tutte le cofeloro,& pestarle douelc*rpieeiTe;iIl chc(fendoJfcQf ro negato) minacciauandivoiercombattcrdir^iind^heVuao di loro rcilaua. Ottenuto dutitj u spianto haueuano dimandato^ fi pa i tiro n o d'Ltalia a eh 1 fu cpeHo, eh e cii 11 rinTeiCofbr aia niandare quelle con diriowiJjf furono icfe iGrcj y loJftotftiani? quello certamente no l pu affermare. Imper.ochedbicfiellilatip quantuquefuiTcflato aiutato, da' Gtcci^daiRotanijmaiyindi, tre
i
DE GLI SU.V
fc
I.
n?
Oflregtthi non
iGothi fenia l'aiuto degli Hiini,& Verli.CosnancoNar fece haacrebbe p tutofuperarhscza Tarme de gli Sia ui, cio Ver li,&Gpidi,vaamedcfimanationcco'Gothi. Etqueftolaici fcritto Procopio Greco auccorc.Ma Leonardo Aretino pafsc filentio molte cofe a che rcndeuano fplendorcalTimprel de'Go. taj,fcriuendofolamentelalororuina 5 & celando ancora molti infortuni] d'Italia. Ne v' dubbio alcuno, che ancor Procopio,
il
poterono
cfjer-
fuperati few^t
l'armi degli ni
f refe dt Gothi,
quale
fi
,.
Giuftinianojnon habbia laiciato di diremolte co(e,che ofeurauano il valore, e la potenza de'Greci,&perilcontrariorendeua ito pichiaraqueladc'Gothi. Etchiaro (l, chefegli Scrittori
j^oahauelTcro corrotta l'hiitoria con le loro fittioni,& adulatio i,viepi.honoreuoli imprcfehorafi legerebbono della natio ut Slaaaj tutto che fiano a (urlcienza ancor quelle, che di loro fi trouano ferme. Scriflero quefti quelle cofe, che non poteua110 tacerete non con gran biafimoj lendogimanifcfte tutto
Grecie Ita Luni haueffe cacci uto, la Citt di Romac tutta l'Italia haurebbe p\s icfo certa teftimoniza del vcrp$nejaurebbepermenb,chc
tutti
1
in
ajfiun
MobilifUma natione Slaua , la quale iparle tan to fanguc Roma* no* Queftaguerra di Giuitiniano co i Gothi fi prologo fina gli ultimi anni della fua vitale pi oltre-Percioche li Gothi A dimlc *o,vna parte s'accof a'Rurgundi,& Francefi>che di nuouo poi frleuarono coner i Romani 5 l'altra and ad habitare con altre gen ti; & la terza, ch'era de gli Oftrogothi ,& di tante guerre era K&ata,and (otto il nome de gl'Italiani, fecondo rifenfcc il Sa-r bellico al 5. lib* deirEne.8.0ndeappare,chegli Italiani,i quali {mprcfuronofoliti chiamare iGothi , & altre genti Slaue, Bax* borii, non fieno altro che reliquie de' Baxbari, cio de* Gothi* Yaodali , Verli , & de gli altri Slaui Hauendo dunque fino qui detto , & moftrato fotto che nome, &nack>ne andarono gli Oftrogothi,hora vediamo degli altri , cio de" Vifigothi, chcifurono vn'altra parte de' Gothi , i quali andarono in I (pagna>& prefero il nomade gli Spgnuoli, comefcriucriretlico altf. libr & (cacciando li Vadali da quel Re
g,.cnj lo pofliederono mlc'annii,
lta* Michel
fi
>
Dotte
Mtr*
no le 'rciqMfc
de Gothi.
Imprefe diKit
fatti*
come
apertameli te mofin
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'.
Riccia
Re i &
izo
nfaothi pt
REGNO
.
.
fnVtempide'nollri aui tennero la Spagna con valore, &con v rt ml litarc;lafciatidolaGalliaa'Francef;&pi vohesVmpa r -volte dominatroni rono di Spagna; tre,o quattro volte occuparono la GalUa, ronospazna. Quatmrolte d uc volte la Pannonia , tre la Mefia, fette voltcla Tracia ,efnaU* C %aUiareU mcn te tcnnero tu " l'Orien te . Veda qui per ta n to il pruden te Mefu, fittela lettore,fe quetlomai fece Aleflandro Magno,Ciro,ouero Aniba Tracia. Je.Et che modo i Gothi ottennero tante cofe,Claudiano Poeta lomoflra beniflimoj il quale qutunquefia ftato inimici (lmo de' Gothi, lafci nondimeno moltecofe fcritte della virt loroi
militare^
randaliptrte*
l^l e fanno*
priannoperre
ture al fiume
vnanil intero,fin chearriuarono al fiumeViftula,{condo> S* chcriferifceGiornando Alano per autorit di Deuflipo Greco.
quello fumcpoi
fi
Vandalo
chiam Vandalo, dal nome della Regina lohme io Vandalaj la quale, per la Vittoria ottenuta de nimici (come
fcriue ilMiecouitaaJ i, lib.alcap.u.)
fi
dachipre/ quejlomme.
il
liilLvo-
vlciruora quclto
Vanalifamoft
ctiandto nel te
de vandali, oc venedi.lqi Tempre celebri in armc,& fu chiaro il nome loro ctiandio nel t& P di Aleitandro MagnojCol quale fi trouarono pretenti in tuttele fueimprefe,fecondo che riferifee Pietro SufTrido al 3 .lib.oue
nome
ij.ejjan-
Vandali militarono {otto Aleflandro Magno ,il qualemorto che ru,ntornarono al loro paelc > chepoi fu occupa toda'Safloni Quello fi troua fedito (dicel'ifteflb SufTrido) ancora negli Annali diFrifia.apprcflfo Alberto Crantio,nelloSpec chio de' Safloni,in Alberto Stadenfe,VitichindoSaiTone,Ver nero Rolenuickio,& nell'opere diGioanni d'EiTendiaj&d'Enco$ ^ jj ce
.
ij
apprelfo Sigiberi
Deci, che Vanda li numero di ottanta mila perfone nel tempo d'Augnilo Cetaoajfdiiida sono re occuparono la riua orientale del fiume Reno onde furono DM poi da Drufo, e Tiberio ributtati Jiellcproprielor fedi ,-lequalij rito credo , s'intendano quelle , che Plinio alfgna loro appreflF il montc-Crpatoa'cfni delia Sarmatia,ouero Polonia. Da'quaConducono le coionieal mr li luoghi molto prima conduflerolc loro Colonie al mar Baiti*
toGcmblacefe.Scriueil Biondo
al
1.
lib* della
b*Uu9.
co;&
co iDani,& Saflbni,Et
con
D E
G t
Ir S
Al
I.
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Mar
In
compagni*
fanno gucr-
co Antonio Imperadore,comeicnuono Eutropio,& PaoloOro ilo. Trauagliaronopoicon farmi tuita la Germania 5 fecondo
che
riferifee Pietro
de'Marcontanri
raa' l\oniam.
fcri-
ue.Trou negl'Archiuij notri, che dopqucfta guerra de Mar comanni nouc anni,ciofanno di Chrito 18$. tutta Ja Germa Vandati terrore di tutta la nia fu opprelfa da gran timore per nipetto di queti. Vandali ,& Germania. Poloni; quali hauendola a dai ira, contrinfero molte genti ritirarli in vn luogo molto piccolo,eltrctto$eaIcunealrre del tur loicacciarono dalle proprie lorledj,& elfi G fermarono ad vo'al era riuadel fiume Vilurgo. Di queft fi partirono 500. .& andaferma ndofi alla nua ti per Viiurgo, fi cpndulfero nella Fniu Orientale del fiume Amilo, come l legge appretto Andrea Cor
i
1
,
fratello di.
Adcbaldo Duca
ctiandiocoi VifigOthi
ciatidal
Danubio,impecraropo la Pan nonia,la quale poifedero noquarataanni. Etnell'anno 382. pallaronoin Italia lotto R Mnogafila,cheda altri, i quali non frebberocogni rione della. lingua Viidala, Sla'ua, non lenza errore vien chiamato Modigifio , 6V Modidiko . L'anno 415. penetrarono in Francia con Crofcoloro CapitanOjetuttoil pae!epoferoferro,efuoco.Qndefendofeacciati da'VifigpnV p)U potenti di loro, fcefero da i Pirenei nella Spagna; &di quella fatti patroni dal fuo nome la chiamarono Vandalula, & per troncamento d'vna lettera An dtlufia.Balllifco, &: Richimcro Imperadoridkdero loro rotta 4ophauer ali alita Venetia,& Ifkia. Alla .fine poflederonolaBi
A^i.^^gllBpail.uoiH) (naimciuclujililto di Zibd terra. &fei\ aa mantenerla prometta a quel Bonifatio Gon-te,che gli haueua
nonia^oanni.
T'affano in
Ita
.
ha
l{
.
Mnogafila
de'
Vana ali
&trdati*j(faU
tauolaFricia*
Taffano ih Spa
gna.
Vandalkpa det
Ut da Mandali.
gono
anni.
fatti
gendo luoghi
alla fine
Fanno pace co
Valente Imperadore.
Ma morto che
lcuaronoj
E/pugnano Car
tapine
Q_
Roma
122
a'
R G
l
NO
Si fanno patro
ni di Sicilia
Gcnfcricodopqucfto,fatta l'armatala ial,&pre f l'ifoledi Sardegna, Sicilia, Corfica,& Ebuf,la qualcTito Li uio,& Plinio ehiamanoPycilfa>& CljfioIuica.Occupctiadio
Roma fola.
Ottocharo R d'Italia, per la qualeeghs'obligpagarogniarinoVn certo tributo Genserico. K quale andato inScoiia,&: Britannia tenne quei luoghi fin tantoch ruiniapotenzadel crudeli (lmo Affila. Ethaucndo Maimo tirannicamente occupato l'Imperio Romano, prefe Eudofia Imperatrice per moglie,he fu di Valcntiniano,La qaa Icperelferedonna d'alto fpirito,fdegnatafi d eflfere fatta mogli* d'vn marito s vile, poi che in aler modo no fipoteuavdicare,
Delle quali Ilole ce (Te
la Sicilia a
chiam fudetto
Geferico
Si fanno patro*
telimi?
viti*
mo % diVan* Mi*
.Ai
Vandali famofo per mlte vittorie, che veniiTeptenderRo* ma,& liberarlci da vn conforno s abietto. Perla qua! cofa Gcn ferico,fatragrande,&?ptK^rieermtajVeUne,6ef)fefeRbma:d ne fi port con mbltfsiin^ crftd'lt,&pi franerebbe fatto i male, f Papa Leone non haueiTc Cori h umilt, ^lommilsiorte raddolcitoVn poco-llfua ficre#i$S!cos- dop quattordici gior ni,chehaueua tanto mi eruttata Ronia>fi par^dallaCmjl'anno della falute457.cnducendo con lui Eudofia, &Flacidia Co molto popolo in cattiuit. Gelimir fu vkimo R de' Vandali t coftui fendo pocomeno che alla ibttuedura, trottato da Bllifa* rio in Africa con tanto empito lfali il n i mieto, erre le feguita* u uartrila^ktria,^c*it1iltnk dubi in tutto i Greci d'Africama^erdendol'occafioiicdiede tempo IrBellifario di ti^ ni goritfr al quanto piti Orid di no ouo<4 u voi te venuto ieltt paligiornatacon BellifariOjrnenle mani bene, 6Hlcifc'rrvcn>
1
j?
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fida Greci.
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Greci tagliarono pe^iZhgonfraWll'o di Gelrmtfy&'grfttt parte dicaci numerofa eiTercito de' Vadali ci hfttoatfptfefd an-
co viuol'iftefto
;
noImperadorWmdwtddiiditarrt^
riipaflatier ftato,initfimari^^^
Orationc d
Ce
VANTT'S
limr Giufii-
mano Impera*
tot*.
mo
DEGLI
SLAVI.
3
>
^^^
pm, Ondchora, che ho pruua tornelle cole, giudico ci iianro pi da efler riputati relici, cbeviuono in baffo i mm, che i
Ri^ercheoltra,chego<k>ffv4ri4rida quei puifrMpBiwanHi M4ma4ikezza,4CT Rewi,p? a' dentro all'anima ,ol tra gli al*
iiidww^PfPKHgonoda quella humileconditionc: hanno q eft o d i cerco eh e N^*viMMaBMMfr,f n n n o d f a r imap p eK h iJ w MMui l gfc pe r n on fi e ha u er m ol te. M a R c,ckc
li
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i
'
ji^Wonoa{la!,parloroduro,quandofi veggono
d'alto fta
cflerciti
allcCitt jalleprouincie,
vedeua fra tante delitie P fV tanti diletti, & piaceri, &in abonaza di tuttclecofe,remuto,& adora toda'miei$& india poco, ini vidi mancar fin vn pane,col quale potefli iatiar la fame mia, vnafpugna,chcmiafciugaflelelagnrne,& vna ci tara, che con
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che gli rifpofehutnanifsiraamentc cheflcfledi buon animo,cbeegltfoJcua aifai pi kaiucr in pregio gli animigrandi,& gcncroi^chequai il vogliano altri Imperi^ &.Regnij&chc non pcrambitionc di ftatogHhaucua fatto mo?
mi guerra ,mai per confcruac la
1
n ijrfMmn n frr r r mfaAmpiW],!! i [r^rf n p n ri n ri i Cartagine^, Si jgy<><fia]MJ^4t>tn/iTmprcpadronc dell'Africa; onde la veletta riconofccr,conic Provincia di quello; & che, quato lui,
giigrincrcfccuano
nondimeno con tra lui faSrQCtriio mode l'ai mi Romane^ma coner tuttala n a ricle
fuediiaucnturc:
anni palla ti haucuano faccheggiatala Si & l'ai tre Proui n eie del Romano Imperio , &Rom a inxffa $ & eh e ed farebbe s, chele ben non eomniandarebbead efferG^&a'Rcgni; farebbe nondimeno Signore, & conferuarebbe
reali, che gli
Iflpfaftto
& de'
uoi
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Celimir fuhuo
pfjdonara i foggctti,&: debellar ifupcrbijcV cos intcndeua di fBM*>Iui,hauendolo conoiciuto per se degno d'ogni grande
prode
e di
grtdt
*nmt.
golare
'i;
DE GLI SLAVI.
golarc. Ethauendolocos confutato
,
I2f
Francia, egliand a pofledcrlc, doue fini il rimancnrc di Tua vitale rimafepii altra memoria dc'Vandali>ieuon nel Regno di
flato,
fi
diffe
come toccammo di fopra,Vandalufia,& A ndalofia. Regnarono li Vadali in Africa ducento anni,- e alla fincs'eltiniero nel prc
<ietfiomodo.Pcrocbe non v' p tentatolo Imperio tanto ftabilc, certo in quella vita, che non fialottopofto mille infortunilo accidcnti.Qucl Cyto,che perii palla to domin a' Pcrfi,Me
Vandali regna
no
di,& Caldei, hauendo in gran parte fcorlo, Amelio a facco l'Afia,&cipugnata la Citt di Babilonia, ornamento gi dell'Alia; tinalmentcarlrontatofialla battaglia con Tornir! donna MaffagccicajCper Slaua, congran vergogna fu abbandonato dalla fortuna. AnibalcCartagincie,il quale vinfe tutta l'Afiica,do-
gPibcri, e Celti;
dop haucr
ma fendo
I
Il
gran
Pompeo Co
Ro
fendo ftto rotto non da grand'eflTcrcito de*fuoi perde tutta la gloria. Cosi queito Gelimir, di cui hora parliamo poco primahauendo llultratoil nome Tuo con molto, anzi infinite, e importanti imprefe, hora opprelo dall ad ucria fortuna ferrza gloria giace. Qui fi pu pigliare cflcmpio veramen te raro fr atterritoli! uomo, che non (ridi puntodclla fortuna proiperajpoi che fi Vedono cader tato al ci Imperi j,& eliingucre,mutandodil vifola forte,chefuol in vnd,in vn'hora,in vn niome io volger lefpallc imortali. Quefi Vandali naturalmente furono ci ucbla^ fieri in manieragliela Chiefa Romana (comeferi uc Alefiandro Gaguino nella fuaSarmatia) haucua pollo nelle Litanie, A VANDALIS UBERA NOS DOMINE. Furono etiandio infetti di Ercfa Arriana permezo de Gothi*& per fi inoltrarono {empir ficriilimiperfecuaioridc'Caiholicijvcrfo iqualiquatcciTer ci tallero crudelt, Vettore Vefcouo d* Vtica l'ii
dicchia-
C befa Roma'
na prega Dio
(ontra la
delta
li.
cri*-
demanda
e -
iv6
N O
i
cerimonie de
randaiHclfar
*
'
dicdiiaratebeniiIimo.SaiueCarlo Vuagriefeal 3. lib. che Vadali fendoancor Pagani adorarono li medefimi Dei, che teneuano Tal ere genti Venede, Slauc5hauendopeicoitume,quan dofaceuano tregua, pacecon llnimico,mandarl'Ambafciad re,i qualepighando in rnauovna pietraia buttaua in acqua,di cencio, cos venga perire, & annegarti coi ui,chemancar di fede, la qualcinuioiabilmcnteieruauano Vandali. I quali in che tempo, e in che Prouincieciaicunadellelorocolonie riabbiano mandato, la mia intentione non didirloqu 3chcloitadioio letto re p tra ci vedere appretto Volgfago Lazio nel trattato di le t'rafm i-granoni di varie gai ti ^n elle Sarmatiedel Miecouita,& nelTHiiforia della Boemia d'Enea Siluio:nelBiondoal8.1ib.del la Dee. i. nel Oro fio al 7. li. al e. 38. e 4111 Paolo Diacono al ] 3. 14. libro, nella Vandalia,& Saflonia deiCrantioyin Beato Rena
1
7 Stdicone Van,
...
ddo genero dd
loimpcradore.
Germania al i.e 3.1ibro,& in Fracefco Irenico neirHilcgef delia Germania al 6 hb. al cap. 15. I quali tutti trattarono lungo le cole de* Vandali^ da'quali hebbe origine quel > grande Stihcone, cui f illuo valore Teodofio Impera per > } j dor Romano diede per moglie vnaiuahgJmola, e morendo, la
no
rei']
-v
v
.
te condannato a
mone
occiden tale infieme ancor col Tuo figliuolo Honono, dalqualef fa tto poi iti giuftamete morire, per Pimpoiitioni,cfalieoccuie, che gli diedero li fuoi nimicnco me teitificarZo (imo autore Greco al 5 T lib. ouein quella ienten za paila:Snlicone Vandalo fu ingiuitamen te acculato*, ecalunniatoapprefi Honono daOlirrpio di pania di.PotoEuiiino, huomo maluaggio,ii quale aspirando agran cofeodiaua Snlicone.Gnde no reftaua di lare t urtatila ca trilli oifitij appiedol'Im peradore coarta Stilicone.il quale -.ero uandp-ii Rauenna fu fatto morire da Honorio,anzi da Olimpio, il quale a nome deli Irn peradore fenile asoldati di Rauenna , che l'vccideflero Et haucndocofto.ro d eiiequirerordine dato loro fi leuilta moltitudine de' Vandali,& fuoi famigliarcene vnleuano ammazza re tutti quei ioldati, YIaSnlicone crii retenne minacciandoli da parte di Honono. Ecpcrchcnon conolccuad'hauereorTVi u rimperadore,n lalua miliua^pontaneamcnteiottomife il collo alla ipada. Huomo veramente il pi honora>ro,& pi modeftd di quanti ( trouauancyquei tempo pofiiu qualchedrgnn.F
f^i nella fifa tutela l'Imperio
.
ammazzato
a'
dato
DE
dato
il
L'
SLAVI.
127
luogo di lBatanario marito della Torcila diStiIicone,&: prefetto de' foldatidi Libia. Et morto che fStilicone, molti de iuoi amici, cfamigliari furono tormentati da Olimpio , & Honorioper fapcre s'egli haueua madrinato, cfpiraco nella per fona dell'Impcradorc; ne mai alcuno di loro, quantunque futfe jnorto ne* tormenti, dille vna parola contra Sulicone,& fin qui parla Zofimo.Ma l'innocenza^ il valore di Sulicone no fpri ma conofciuto,ch'egl mor. Imperoche tolto che fu icuato da
jucftavita, tutte le cof dell'Imperio
gli
Burgundi, comevogliono communementegli Scriitori,fri quali il Miecouitaal i.hb.cap.al 12. dice:GUSlaui,cheandatonoalle part
s aHh
empirono
al
la
Polonia maggiore,
la Slefia,
fiume Vandalo, &hoggi Vida: Empirono ancora la Pomerania>Cafiubiii& lariua del mar Germanico, doue hora il M archelato di Lubec , & Roftoch finalla Veftualia, & prefero vari)
Burgttdoni ho
ra Borgognoni
em
* Br0&'
rono in quel luogo habitationequiet,vi fi fcrmaronojchiamado quel luogadal fuo nome Burgundia Li VH,ehe,comc dicemmo, da altri fonochiamaticorrotta^ flftentc Eruli , &Ercufi, nationc Slaua, vicirono di Scandina-^
uia5& venuti alla Palude Zabacca,s'infi<niorirono di quanti na itigli trouarono in quelle riue,co iquali.fatta di lor grotta arma
ta,pafl**>no
il
rri slauye
gonoaUapaiu*
la
Citta di Bizatio,che
f J B]^!o.
poi
128
REGNO'
,
V
si
fortezza,
al
fermano
poifdetraCoftantinopoli; &< palla ti in Afa (come feri u Pie- tro Marcello) mandarono a ferro , & fuoco alcune Prouincic Romane,- & particolarmente in Frigia deitruiTero llicne gi fortezza di Troia, che fin quel d era Itaca in piedi. Le quali co ^ tutte furono fatte all'boia che imperaua V alenano.,-. & cosi carichi di preda, &di ricchezze ripagarono il marmaggiorc,&s fcrmatono la lor habnationeloprailDanLibio. Qucfti,fccondo
chenferiicono Procopio,Paolo Diacono ali.lib.cap.20 &Hc rodianoal 3. furono molto elercitati nelle cole della militia>&
eflendodiuentati molto celebri per lc(lra^igrandillime,& fan?
Combattono nu
,/,.
Occupano Lb*
burna,&D*l
maCla
'
guinon(iime,che di varie genti haueuanofatre;&: per moftrarc che poco conto teneuano de'inimicijCbatteuano nudi copre r } r r n aololamcntele parti vergognole,*eranoapprcilo molto altieri* e rierano n credendo che al tra gente potefleloro ftare a paro nelle col militari. Et haudopnmaoccupatala Liburnia,&pOi la Dalma eia nel tpo d'Anaftaio Imperatore, pi voi te furo noco
.
,
.
lui alle
mani>& diedero gr
trauaglio a*Roma,ni,che.hbicauar
1
superanoiLogobarti.
no nella Pannonia; debellarono parimente Lgob'ardi, e tutti gli altri lor vicini gtebelIicola;n trouando alcuno (come fcri^
u Procopio
al
txrixawia*io^ n de
y
votmedererli
furonoprodi
annuii che fu caufadcllalor runa.Imr perochehauendo co lugo odo quali perduta la chfciptipa milita re,& al (olito loro n face do ltima dell'inimico, furoo fu pera? ri nella battaglia da' Logobardi.Vjdomar 5 Vidiflwrfccdo R <le'Verli,regn-ado confini della Dalmatia, marttrtzS. Mallimo co altri 4o.Chriftiani.EtSueulado,daaltrichiamaro Sinduualdo terzo R, ai u t Nariete con tra \ Go thi,cV fu mol.ro eh iaro per le cofe heroichefatte da lui. LeDonne ctiadiode'Verlilono
i
Quelteandauaooio c-opagnia
de*
Religione unti-
tadveru.
nimicij&cicndo vna volta fupcratida'Romani 3 elleno riprenddoli mariti a moltrauano loro dito iRoma*, dicdo, che s'era no lafciati fuperaredaglihuomini di pi baffa ftatura di loro,iqualifnzi che conoicjeflcroCrttifto^credeuan* che<:i faller molti Dei,& haucuano.{cerdotiy&iTioltelcggi,& cerimonie ieparate da gli ahrijc tra l'ahrelor celot)rjvsaze,hau^ uanoqueita,chcquado tra loro alcuno morhja.nerftuvile,c
mariti ctra
li
deua-iii infirmiti,
poneuano
D
IVccidclTc
.
G LI
Sii
A V
I.
129
catalta>& labbruciauanoj& la moglief u pergloria,&per honorc s'impiccaua per la gola appretto dou'erano le ceneri del marito.
Et quella, che per auuc'cura ci non faccua^cra tenuta per infame. Abbracciarono la fedeChriltianafocto Grate lorR,il quale venu
fimo co
tuttiifuoi-Iquali
*1>brac-
JJj*
*
no
ligione Chriftiana,mefcolauanomoltecofe de' Gentili coquellc de* Chriftiani. L'altre col di quefta gen te chi per auen tura vorr in
ledere pi particolarmte, veda ProcpiodiCefarea al2.1ib.dc'Go
thi,al quale
i
mdado noi il
lib. al
giReda' Gepidi.Qucfti fecero molte, & fpefTe battaglie con gl'Ini peradori Roman^maiTimecon Mauricio,il quale,perftar con efl
in pace,ogniannopagaua loro
lereapprcffo Paolo
vii tato di tributo*
Marihnori
*!"' daCrepi-
come fi pu ve-
F4wu>trbuurio
Diacono al
*'"?"""*>
*
-
Maurilio l'anno del Signore 577. gli Auari mandarono gli Ambafciadori all'Ini pcradore,i quali p co tepo prima haucuanoioggiogatoSirm io Citt nbiliisimad'E uropa, dimandare ottanta mila duca ti d'oro, che foleuano hauereogn'annoda'Romanij&che loro fi aggiugneflero altri vinti mi la. ETlmperadore desiderando di ftarfi in pace, accett il partito Ma non pafs molto tempo, cheCacano R de gli Auari mad di nuouo ricercarcene gli fuflen crefeiuti al tri ceto miladucati.il che non concedendogli i*Imperadore,egli ruinla Citt di Sigidone, &prefe molte altre Citt deH'Illiria 5 &dopqueftorimpcradore permezod'Elpidiopatritio, &Cmen dolo fece pace co Cacano , li quale non flette molto cos,chedi nuouo rottala pacecon Mau rido, arm le gen ti degli Slaui con tra la Tracia, i quali arriuarono infin'Longemura,facendograndiiImidani.L'Imperadoreper Canto cauando fuori del palazzo le gen ti di guerra, & la plebe dalla Citt,comand che Longemuraguardauxroj&facdo Capitano
rio cos fcriue:SdoImpcradore
r'^
J/faltan Pilli
"***
C5mentiolo,& armatolo il mand ctraBarbari.Comentiolo venutoallcmani co* nimicagli ruppe contrafperanza di tutti, e veci fi molti di loro,alttifcacci in fuga. Ma Tan no fettimo decimo del l'Imperio di Mauritio,CacanomeiToinfiemelegenfue,con gr
furia
i}o
^uma
quaran*
G N
nella
la Citt.
& venendo Bai ca feceguafto quaranta Citt, chegli erano d'attorno. Quefti A u ri habiiarono la Panno*
fu ria
a fiali
la Dalmatiaj
Habitat ione de
gli
Juan t
*
&
nia inferiore,
amiatia
Dalmati ni
co'
Duca di
rria
Saffo*
cbatt e '
Dalmatmi .
amici de' rochclcrrul'AbbateVrfpargcie nell'origine de'SaflonijchcHenX rico figliuolo d'Ottone Duca di Sa (Toni affatto vngroiloeilcrcita, lungo tempo combatt co' Dalmatini 5 quali non potendohormai refliltergli,conduiTerocontradiluigli Auari,chefegljoppo-.
i
>
Ulani
slatti fi
dmidono.
ferogagliardamertteMavoldovn altra voltagli Auari entrare in Safibnia con gran sforzo di gente, furono malamente trattati da' loramici Dalmatini.Imperoche marchiadol efcrcito degli Aliali per Dalmatia,domadarono aiuto aUoro,come ad amici ,n tichi. Ma i Dalmatini fapendo, che quefti andtiano in Safloniaj&che i Saflbni erano apparecchiati combatterech loro, in vcedipre lente gli buttarono vn cane ben gratto. Gli Auari vedendo cheaU Thora non era tempodi vdicarequeta ingiuria^non fecero altro, eccetto checonrifoleuaiono voce cotrag^amici Daimatini Pietro Crusbral 5.1ib.&Vitichindo Olandcl trattarono difFl|fomtelccofe,&ifucceiIidegliAuari,con hauer fatta qualche mentioneancora de gli Alani. I quali vfcfndo di Scandinauia,c6mUnepa tria di tutti gli Slaui,fi diuifero in due partijvna ahd in Afia,cTo lomeo gli mette apprefioi moti Hyperborci,hora detti Tartari, co me fcriue Enea Siluio;gli altri in compagnia de'Vandali Burgu
dionifcacciaronoiFrancefi. Tolomeo al
Scacciano
francefi.
li
3 .l k.
Ammaf)
gliannoucrafriDaci. Ma( iecondoGiornado,&Procopi pi tolto fi hano da chiamareGothijperoche Procopio al i.lib.dc'Vadali,&altroue,dice,che riebbero vna. rnedefima lingua co' Gothi. Ammiano Marcellino al 3 lib, douef mentionedgli Alani >&
.
Dotte
bttVita.ro
della loro
Dall'altra
pane
Ma
dcirAmazone, vi fono gii Alani volti ver f l'Oricn te, & difiufi in varij popola & natio-ni, che verfo l'Afia fi ftendonoin fino al fiumeGange, che diuide l'India, & entra nel mar Auftrale. Diuidendofi quiuigli AlanipcrPvna parte, &i*altra
(dice egli) prelfo
paefe
mondojecui varie natio nifuperfluo raccontafe,fi diftendono in gradifsimipaefi (cornei Nomadi) ma tutti fi chiamano Ala ri;& fono in coftumi,& in modo di viuerevguali, Perche qucfti no hanno
del
D E G LI
LA
I.
131
di
hannontugurij,ncafe,&nonlauoranola terrajmaviuono
carne,& digran copiadiiatte>ftando(mpre in su carrij i quali coprendo diconcauecorteccic d'alberi, gli guidano (eco per le grandiisimimeioIitudini.Et come lono g unti alle pa(turc,ordinador> 1 in vn cerchio,mangiarioin su quei Carnaguiiadi bcitic; &poi che hanoconfumato il cibo, Il partono,come le in su quei carri ne haucfleroleloroCittjCongigonfquiui imafehicon le femine, &quiuifipartoriice,&fi nutrifeonoi figIiuolij& quelli (ottolcfta ze loro perpetue,& douunquc vano fi (limano d'eflere nei proprio paefe. Pafcono gran copia darmcnti,& greggi, i quali fi mettono innanzi douunque vannojV abondano di cauallijperche attdo110 pi quclli,ehe ad altra ione di beltie* In quei paefi i capi(oho fcmpreherbo(i,&pienidtfrutti:perdouunquepafirano nonhanopenufiandi herbe,ndi pom5onde(i cibinojlchenafcedal la terra fertile,^ dalla copia de' fiumi, chela bagnano.Tuttala mol titudincdifutile G ftintomo quei carri,& hanno deboli efferci tij,& fono grattati di piccioli, & ieggieriincarichrs Vla-gioueivt fiadeirracaualcare; perche ftimanochel'andare piedi fiacofa ViIc,-& tutti vgualmente fono dottifsimi guerrieri. Sono quafi tutti grandi di corpo, hanno belle fa tczze,i capelli mezariamte bi* <i,&gli occhi piaceuolmte terribili,&: molto veloci,-^ (bnovgua
1i_.
>
vriiiio
ligli
vi t-
Cimmerio
huomini quieti, e
(ottimamente grato,cs -lolo fono erati i pericoli, & le guerre Et giudicato felice colui, che ^f ar* at0 " dell' tHerrc. < ill X battglia5& quelli,che muorono, o per vecc-lnezza,o per more in *t qualche altro accidentc,fonobiafimaticomcvili,epltroni,& no ccofa,chepilodino,chevn huomochefia ftato ammazzato :& in cambio di gloriofefpoglic,tagliando la tefta morti nimici,&
tranquilli l'otio
fcorticandogli,mettonolclorpelliinscaua!li daguerra,
&c
ef-
fevannoallefattioni.Appretfodiloro
non v'nchiefi,ii
tpio,
Morautno
[?**
nccapannajiitugurioalcunoj ma traendo lefpadc- dal fodero, &c ficcandole ignude in terra, le adorano eomelddio Marte il.qual credono chefiailpaftorediqueipaefi,douevann.Hannoco2ni ir 111 V r v none marauigliolamcnteddle cole ruturejpcrcheratfcogfiedo cer te bacchette diritte, &*con certi incanti fciogliendole tpo detcrminato* fanno manifeftiiTimamente quello che debbe venire. No fanno R 2
'3 2
r^onfapeuino
cbecofafiafer
REGNO
le
fanno che cola ila feruit ,efsedo tutti nati digloriofolegnaggiof ^ (j eleggono per fin adeifoi rettori,cVgiudici,che fonoefpenm
tati,& inuecchiati in su
Amiano de gli
la
fenice Giofefo
guerre de'Giudei)
vfeiti dal
paefe,aiT,Jirono
7. Paleftina,
al
Mani
affata*
l'Egitto,
wUvaleilma,
^'.
'
nc | t epo di Vefpefia no Imperadore come fi legge appretto il Botc roal 1 .li. dell'Europa) efsdo flato lor aperto il paiTodelle porte Ca fpie dal R degl'Hircani, mifero iolTopra la Media, &1' Armenia Et ne' tpi feguen ti meiuii al foldo, cV al ferui rio dc'Romani, s'ac*
furono huomini molto prodi in armi,foi ti,& inuecchia t [ac \\ c guerre. Sd Gothi vedendo di non poter* entrare in Tracia, divalore. v J> a' 1 u /T e C a quantuquepiuvoltehauellerocio tentato.hnalmetcruronoaltret Gi per me* ti di chiamare l'aiuto degli Alani, i quali tirati dafperanza di presto de gl'-Jlani da.vennero foccorrcrgli,& reufe loro la cofa.Dorriitiano, e Traentrano mTra* j T i- ai il". recero molteguerre con gli Alani.i quali nei tepo lanolmpcradon r* rM Mani fumo di Decio Imperadore preferoCoftantinopoli. Adriano Impera domol te guerre n p 0ten d fu r erare quefta gente, procur di vincerla ( come re p ~i > r congvlmpera* r f r tenue 1 Abbate Prunietc al 5.1ib.aIcap.o.)coi prelcnt',-il inereceefon ^owmm & spugnano tiandio Granano Imperadorc,fccondo cheli vedein Paolo Diaco no a ^ U.lib.Ma Gordiano Imperadore cercando difuperarlicTar fiantinopoli.Gordiano imp. me,rcft vinto da loro. Et Valentiniano Imperadore non pot^doTemtodagUj.' gjj vincere,feceyn'editto (come feri u SufftidoMiine'i) che quelal 3
^
dice Ammiano
Mi/taao fama
'
Teutoniche poi
btamau Traci.
Valetinianoim
t0
dTrUni
Catalogna deu
ne,& valentemente le mani centra quefta natione,reftarono vi rei tori;& indi furono chiamati Fra nei, Franchi. Ma Valentin:ano > vn a l tra vo l ia cntrato i n guerra co gli Alani,f viri to,-& (come {criu l'Irenico al 6-lib.) ftragolatodaBarbogaitoloioR.Dopque^ oaccoftati ^1 g liAlania ltrcnationisiau e.cio Vadali, Burgdioni,&Suedi, lotto lacondottadel Duce S?gibano, occuparono la Gallia:& indi andarono in Iipagna, ladoues'impatronirono d* vna parte di quel Regno,che poi fu chiamata Goti Alania>& hoggicorrottamcnte(fecdovole l'Irenico )Catalonia, Catalogna.
km.
Ulani abitano
Ne contentandoti di quelto, aflalirno Portogallo, douep reter Emerita A ugufta citt con tuttala Callida, eomefilegge ricll'Epicoine
togluZ *
V f
DE GLI
tmpo il
LA
I.
M
^adomir Bj di
Galli tu.
RadomirRChrifbianifsimodiGallitiadicderotraad AbdaroRc di Pauia in corno l'an no del Signore 8 2 $ .Quegli Alani,che reflaro nocafa nella Sarmatia, furono confumati da' loro vicini in modo,chehoranonfi trouaalcuno, che habiti quei luoghi, (e no che allcvoltepafranopcrqueUiiCazaci,cercando,diceilMiechouita, fecondo illor coftume, chi poflanodeuorare. Li Baftarni,e Peucini Slaui habuarono quel paefe (fecondo che rifcniceil Biondo al 1 .iib. della Deci.) checomincia da moti Peu
1
Bafiami,
Cini
,
Teu*
Fermi,
&
cini
9c Carpaci,
loro b abitati 0-
fi
(tende al
ne>
la
prima
Fanno guerra i Daci, tj a Romani
uarono co tra
fo Emilio
le
con tra i Daci,& reufe loro feliccmente.Poi Ci le Paolo Emilio, il quale,come icriue Plutarco nella di
foldo. Et fotto
Lepido Clo-
dio Imperadorecobattcon Bailarnu I quali guerreggiado prima co P6pco,eCefarc,furono perditori. Dop quefto rebellarono da Augulto lmperadore,come fcriue Floro. MaPlutarcho chiaram temoftra, chele cofede'Romani erano ridotte in vi timo pericolo quando Mitridate cbatteua con loro,fc la natione Slaua,cio que fti Baftarni,& Sarmaci non Paiutauano,leuando l'armi cotra Mitridate,come pi particolarmente narra Plutarco nel trattato della
Mitridate.
fortuna de* Romani* Finalmente fendo le forze de* Raftarni indeboliteclcontinuoguerreggiare,furono fcacciati dalle proprie f di,e vennero ad habitare (fecondo cheriferi Ice ilBonfinio ali. Iib. f affano m Vng<na,<&ftfan della Deci.)! Vngaria>impetrado dal diuin Mattia Tlfola del Da n
bioiOuepocodopabbracciaronofptaneamtelafedeCatoIica. Gli Vehri, comeli chiama Reginone,Vnchrani Slaui,& Melanchlenia Eminchlcni, valica co Tifer ( fi come raccon ta il Vuagriefe al 4. libw) afTalirono pi volte li foldati Romaniche guarda nano quella riua.Lc prime fedi de gliVnchrani non ho potuto tro
uareappreflo alcun autore.E li Mclachleni Tolomeo nella 2. tauola dell'Afia pof
no
Chrtjxiuni.
Vchrofjaham
Itjoldau Hpnta.
ni.
Mtlachlcn1
&
vicinogli Alani ,
ne.
mazione,
134
RE
G N
,
mazzone,donnecosguerriere,&illuftri.Ondeconfucceirodi te* p pani rinvennero ad ha bitare (fecondo cheriferifceGioanniGo ropioal7.1ib.dellaGotodanca)a confinidif> odolie 3 nellerpatio fifiimecapagnc,atte,&acc5modateperii pafcoli. ScriuLoduico Cerai no, che qfti Vchri Slauideftruflero,eal tutto rumaro-no Vclmdejlrutto la Citt di Salona,che fgirefidenza de'R della Dalma tia,&Arfe ridiSalona. ni [ c dell'armata Dalmatina,come fcriue Strabone.F etildi Co Marcia Giulia,fecondo che fi troua tadTiidiDd Ionia d'Romani,& il chiam mat\a> in vn antico EpigrammeappreiToMazochio al foglio 28. Quefta T colonia de fe ^ come vogliono alcuni ) haueua di circuito incirca quindeci miglia$&fmoltocelebrepervarieguerre,che hebbecodiuerfipa chiam Mar* ** poli, &imperij. Era poftalugi daZara.(come feri u Plinio al s.lrb. alcap.20.) ducto,e venti duemiglia,ein quella fi ammini'fttaua la ragion e diuerfi popoli, ch'erano diuiil in Decuiie744.Et co tutto che quella fpefllil me voi te sopponeite, &gagliardamentere(I
*
meno fu alla fine efp ugnata & buttata terra dalla inuitta natineSlaua,dico daquefti Vchriji quali (dice il Vagrifc) {pen fieraHirri, crS^v*
rh&lorobabt
mente deitruiTeroqus fi tuttala Dalmatk. Gli Hirri, e Scirri Slaui habitarono(come narra Gioani Dubrauio al i.lib. della Boemia)
fiume Viftula. Onde parti ti gli Hirri j&aflldari da diusr fi Principi feruirono loro nelle guerrqe alle volte vniri con gli 'Alani, & co* Gothi,fecero guerra a'RomanMn tato che co altri Sarma ti, (dice Dubrauio )ferrmarono le lro ledi nell'Illirico, &Iftria Gii Scirri nel tempo,che i figliuoli d'Attila furono vinti,occuparo nolaMefiafupenore(fcomefcrifleGroanniNancledli<S.Gc ner.) & in quella reftarono ne' tempi feguenti.
attorno
il
.
;
Si
femo
nel
0iCrl'
ri^
udo occupato co le fedi loro vna regione del mondo pena inabitabile, erano buoni arcieri,& perlciare i dardi con grande velocit non v'era nationes atta. Cbatteuano conile freccie gradile iar ghejattcndeuanogrincantefimbc nelle cacete portauano il vanto: non fi fcrmauano in vn luogo, ma la lorbhabitaxionefulcer ta,evaga;e con alcune traui torte, e piegatefco'rreuano sii perii gio ghide' monti coperti dalle ncuij & per fuggirlo amrfcl'in'imico furono agilifsimi fopra tutti mortali/Q uefti furono aitali ti da Cmbaiterono con Amgrinf Arngrimo $ueuo,che fu poigenero di Frotonc R di Dania: &vc~ *"*" dendofiperditorijfi diedero in fuga,geando in facciallo inimico
tre
DE GLI
o
tre piotraccic,le quali
L-AV
I.
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forma di tanti moti. La qualcoia veddo l'eflercico d'Arngri modell di perfeguirargli,crc ddo, per rifpctto de' detti monti, non potere andar pi oitrc.E di nuouoil d fegucntevnutiallemani con glnimicij&cflendofj perati,ruggirono, buttando in terra al quanto di ncue, chepareua che fuiTevn groflo, e largo fiume, &. quello li tolfe dalla vifta del Timico col quale la terza voi ta appicca ta la ba ttaglia, e reftado rot ti, ne in conto alcunopotcndo loro giouarelarte magica, s'arreleto,& fi fcceropoco meno chetnbutarij al regno di Dania, trouan dofi inquel tempo (otto il goucrnoddR.cTcngillo.Ilcheaucnnc (comefcriueSaffone Gramatico al 5. lib poco prima della venuta di Ghriftoin terra; Li Daci y chc per origine furono veri Sia ai, vfeirono ancor cfsi di Scadi nauia ( iccdochenfvrifconoGioinado, Paolo Barnefrido>& Girolamo iopia Euiebio)&(eparati da gli alfecero apparire in
,
...
dfFmnisloML
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iri> (cacciarono
.
.
li
in r c r degli Scrittori,iermaronliper
&
Scacciano
.
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verlidalDaw*
iempre. Laondeancora nel tempo di VitellioImperadore,(comc bio. fcriueStatio Poeta) il frollarono quella riua. Et,fecondo che narra Eutropio al 7-lib. dell'Hilloria Romana, tagliarono a pezzi Appio Sabino Confolare^Sd Cornelio Fufco prefetto Pretorio co gra Tazitam ^ p d'efferati de' Romani.Ilpaefe de' Daci haueua mille miglia di cir- -% gli efferati cuito.Onde fecero guerraTraiano Imperadore,ilqualefatto il p H9 mam ' tetoprailDanubio,lecui veitigia ancori! vedono,perfonalmen te
cbattconcilj&vinfcil Rloro Decabalo. Cbatt co' Dacictia
Decabalo njdi
Dacta '
dio Dominano Imperadorc, il qualefaliamete trionfo di loro, cCfendo reftato nella battaglia pi tolto vinto, che vincitore. Traiano Imperadorc hauendo vintili Daci^evedendoillorpaefcgieffere confumato, & perle continue guerrepriu de'fuoi habitatori,datutto il iuo Imperio (fecondo chenfetifee Eutropio al y.hb.) X<" *| .. .1 introdotte da \ i-w-j C traipono noue colonie in quei luoghi. Etda qui viene, chcal prese TrMno ncaa te fi parla nella Dacia con vnalingua,chcpare ila fatta, e compofta Dado. di molte altrc.La lingua Tcdefca fu introdotta nella Dacia primic- n r n ia>- - Quando fu inramentc nel tepo di Carlo Magno.il quale(per telrimoniodi Gioa indottala UnniAubanoal 5.li.alcap.5.)madinquciluoghinuouccoloniedc l ua Tedefca Tedcfchi.chehabitanoIifetteCaftelli, e da loro chiamati Scinben burgefi. Ndimeno fi vedc,chelaligua,chehora fi tro u 1 Dacia, t-iormmi & hmoltivocabuli degli Slaui.La gloriarla fama de'qualiaccrcb- ^fittf. bcro molto etiandioiNormanni.I quali (comemoftratohabbiatf
mo)
i)6
mo)furono gente
IN
Vicirono (dice egli ) di Scandinauia circa la morte delTlmperador reLodouico i. vogliamo dire ne gli anni della fallite ottocenti e quaran ta certe copagnie de'Corfar,da'Franceil chiamati Norma ni,cio huomin i di Tramon tana, che fcorrendo,c faccheggido i luoghi maritimi della Francia,& della Germania,& su per legroffc
Superano
font.
i
fr*
fiumarepenetradofrrerra ferma, fupcraro no non folamenteiFii foni,ma abbracciarono Amburgo,&aiTediarono Colonia in Ger
Occupano la
Tfeufiria
.
Tafsano
ghilterra
in In.
mania, & in Francia occuparono la Neuftiia, che fi chiama hoggi la Normandia. Etperfcueraronopoi quelli loro allatti, & rapine h> no Tanno 887. della noftra lai u te. Nel quale Rollo ne, che fu poi chiamato Ruberto,con efferato di nuoui Normanni pafs in In?
ghilterrai&iibuttatodagringhleii,fenpafscoTefTercitoallavi*t
manni fuoi Co
.
Senna,dagliantichi gi
dettaSequana,sperladetta nuiera le n venne fino a Roano, quella Citt fermatoli s'accap>& dimorandoui qualche tpo,na fi mouendoateuno {occorrerla, finalmente la ottennea'patti.In fgnoritof dunque di cos grolTa,& ricca Citt,nvolleandarecor feggiando pi oltre per la marina. Ma volfe l'animo a farfi grande* & confidatoli di potere affai facilmcn te occupareil Regno di Frali cia,nfpetto alla grandissima cmodit,che s fatta imprefa gli da u no le trcnauigabili fiumare, Senna, l'Era, &Gar5na,-mand cafapernuouegti. Leqnali venute, gagliardamente inui super l'Era vna grofTa armata , & vn efferato copiofo per il paefecircuicino.Et cominci feorrere il tutto con vccinoni,cV prede gradiCfime, ardendo, & atterrando fenza rifpetto tutto ci, che fuoi turnici poteffe fare in qualunque modo, vtile, comodo. Carlo afe-
Norman:,
tAffediano la
no di ripofare al quato co reiterato, & di rinfrefeario din uouegeti. Ma non prima ella venne fine,che Rollone vfeiro in capagna
alTedi la Citt di Parigi. Et harebbelaforfi ottenutala, fei cittadi-
Citta di Tari'
r-
Duca Ricard
Borgogna,& Ebaio Con te di Poittiers,vfcendo allefpalle Nor manni,che s'erano volti nuoui nimicano l'hauelTero rocto,&fcac
ciato
DE GLI SLAVI.
iato
:
137
con graue dano della Tua gcn tc.Rollonc adirato di quella rc ta,come prima potette raccorrelefuefotze,comand tuttii foldati,chen perdonaifero ne ad ct,n a fc(fo,ii luoghi lacrim profani maammazzaffcroogn'vnojfaccheggiafTeroil tutto, & abbrucciafl~cro,&deftruggelferoci cheveniile loro alle mani La tjualcofaeffcquendo coloro, &molro pi, che ei non haueuadecto,ruinarono,& {pianarono il tutto. Carlo Uimolato da fuoi Baroni ad opporfi canto elterminio,non confidandofi di pocereofta re co la forra, cerc nuouamte accordo coi vittonofi nimici Tuoi. Etconucnueofi fi nalmcnte,che Rollo ne il feceffcChrifciano,&: to gliendo per moglie Olla figliuola d'eflb Carlo, hauefle per doccia Bretagna, &la Normandia, con obhgo d'vn piccolo cenfo, da pagarti ogn'anno in futuro allacorona di Francia , in recognitione, teltimonianza del dominio ottenuto, non per arme,maperamo re,fcrm la pace,& la paretela. Battezzatofi duqueRoilone,& chiamandoli da indi innanzi Ruberto,pcrilConeeRubertoPoittiers,
.
Si fanno
l
Cbm
'
'
Bactefimo 3 mutado nome al paefe ancora, chiam Normandia tutcoqlpacle, che fi chiam prima Neuftria. L al ere guerre, imp refe, che Norman ni fecero con tra gl'Impera dori Romani, chi defidera faperc , veda l' A bba te Rcginone , & il Prunienfc, i qualkffatcifllmamen t feri Aero le cofe de' Normani
chcl'haueua rcnuto
al
&
Marcomanni,&
Manomnn,
a'Quadi,gcntecos celebre in armij&de'Bulgari in fine dell'opera -faremo vnparticolar tra ccaro.-Marooman ni furono adunque Van dali, Slaui fecondo cherifedfeono Alberto Cratio nel proemio di Saflfonia,& Pietro SurTrtdOa1-2;lib.>L trib de'qualiCcomevo(
fucccf*
furono
Qmdi
leVolgfangoLazioalp.hb.>ruronoi Quadi Quefh Marcomani icparandofi da gli alcn Vandali, affali ro no gli antichi Boi jgetefc
liflimai.&fcacciadogli dalle proprie fedi, l'occuparono
icriueSuffrido
fcaccia
ti
**"?$&
elfi,
come
scuciano
Boli
.
al
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da Marcomnrii , cio Vandali, i quali fin'al d prefenec tengonoia Boerma,-imperoche li Boemi fono Vadali^rcftdo l'an fico nome della Prouincia,&:chiamadofi hora Boii,quelli,che prima furono Marcomanni,&generalmenre Vadali; perche vna me dcfimalingua moftra>rhcfia tutc'vna natio ne. E tee nero tutto quei pacf,chc hora 'ditrfo in Mora uia, Boemia, Auffrii inferiore Nc'quali- luoghi fu la prima habitacihe de'Marcomauni , come
Ma cornami
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r* ndali >
&
Jttoftra
Marcomi111
*lnTde*Mat commi.
1)8
con la
REGNO
virt
.
none
TerTp habiUta
tiene
La feconda volta habitarono nel pacldc' Treuirelu Quella loro crafmigrauone, accade in due tempi ; cio nel tpo di Giulio Cefare lotto la condotta di Ariouift Rde' Marcomanni, & Sueui>&la fecondaquandoimperaua Tiberio, il quale(iccondo Suetonio) tra fport gran gente de'Germani.La terza habita t9 ne de' Marcomanni fu nella Dacia Ripenfe, doue fono i confini d'Vngaria,eTranfiluaniaDt:l che fa mtioneCor .Tacito al i.lib. Quarto habiurono nella Pannoniiluperiorejdou'hoggi l'Auitria,& la parte del Ducato di Stiria.Nc'quali luoghi trouo,chequc fta gente pafs quattro voice per habirarui.La prima volta (ecda che rifenlcc Tcito aU/Jib.) furono trafportati da Claudia Impe radorej la feconda eil medellnii con l'armi (co me vok Giulio Capitolino) occuparono laPannonia fuperior$,ela Valeria 5 la terza volcaquando Galieno Imperadore don laPannonia fuperiore a e
(
iUoiuocero R de Marcomanni 5 quello lcriu Sello Aurelio. V lnmamtc Vlennniano Imperadorq he bbe molto che
la Valeria al
Valentmiano
Jmpetadore,
Quinta babila*
tione de' Marco
marini
Pannonia>c Valeria come lo teftifica. Marcellino iupiluoghi. Trono &pprdfo,che nel tempo etiandip di Giulio.eOt&uiano Imperadori h Marcoruanhi, 5< Q^adi hab* tarono alcuni paefi della Pannonia 3 d e* qu#ti furono lpogliatydfc Ottauiano^c Tiberio. Ma.vn'altra vqlta lotto Adriano lincoUfeig* rono. Et Marc Antonio.Im^er adpreg licQnftriniedinuouohr bandonarllfinoi tempi djCmod^&Bafllano^Finalmente furono fcacciatida AleisdjriaJm^ei-^prei come ferine Scllp U urfo^. La quinta habirat|i^de'Mar:cJomfeini,&Quadi fu neJ.USefia & Marcai Bra ndreburgefetj fi urne Ojierfc4 Jcilp habitarono nel pp
fare
con Marcomanni
nella
Seflahattt
lede* Treuiri
llcllavitacvtenfii-
ne.
Settima habita
itone
.
co,
& Ottone, La fettimal'or habita tione fiata nella Belgica viciDa ni i >e Fiandra
.
GttauababiUHone,
li
M ar correa ft#ii<x>
,
come fi vedeap-
preifogUAut^LAUQtil^^^
Awro&ioljnpff fradore in congnia dq' Sar.matj,VftnU4l<^?rii>4f alue-gW Sidney valicai il Eteuubio s occuparono Ja Pannonia, ammazzando yicWiwilft&.&fmm' i quahfotto Marca A-ncdnio furp^Q sforati
rono
di graa ecfore.
E innanzi
veerapi d* Marco
Van
ga
go>
DE
go, che in titol
G L
'
AV
I.
15?
Fatino guerra
ci
Antonio liber della ieruit IcPaanonie, dando rottaa* Marcoman ni, Quadi, & Sarmati. M?won quanto fudorc,& con quanto ipargimto di fa tigne egli ottenne quefta Victoria, Giulio Capitolino nella Tua vita lo ttiofka bcniflimo , &dicc, chchauendo Marco Antonio confutnato in quella guerra hormai tutto il iuo tcforo,ncvoldo in mo^ do alcuno grauarei fudditi Romanifuori del folito, in piazza Tra sana vend all'incanto gli ornamen ti imperiali, le tazze d'oro ,
di
criftallo,
Marct.Antovio
Intp.
dituttclcltatuefattcda'pnmihuominiinquellaarte. Etfoggion gcndodice: Arm ancorai gladiatori, i quali chiam ofequenti, &auroldiDalmatini,Dardani,Diocyniti,&i Germani. Alla fine fece tutti gli sforzi poflbili per quella guerrajdella quale fa mtio ne etiandio Suida, & Luciano in Alellandro Dialogo Ma come dicei*Orofio al7-lib.al cap.p.jli Marcomannifurono vinti pi to ilo dalla prouidcn tia diuina,che dall'armi di Marco Imperadorc. Imperoche fendo folleuatelc genti Barbare in numero infinito, cio Marcomanni, Quadi, Vandali,Sarma ti, &?S u u 15 & l'efferato de' Romani penetrando nel pack de' Quadi, fu in maniera quiui a(fediato,chcn trouauamodo di faluailjefenon d'altro,eglidoueua perire almeno per grandifsimapcnuria dell'acqua. Ali'horai foldati Chrifliani, che nel capo de Romani fi trouauano,vedendofi ridotti ali'vltimo efterminio,ricorfero all'aiuto di Dio, inuocandoil nome di Giefu Chrifto,il quale ella ud teleloro preci, ma dfubitamentetanta copia d'acquajche i Romani fufficienza fi ricrearono ; 6V liBarbari vedendoli faettati dal Cielo, & checadcuano molti,fuggirono da fua polla; etli Romani ftringendofegli ado{To,vcci(ero quafi tutti, & ne riportarono la pi gloriofa vittoria di tutte l'altre con poca gen te , ma col p ten tifsimo braccio di
.
l{omanivincos
dati.
nianza,chepermezo
co MaLuciano,che fu gentile,& inimicifsimo del nomeChriftiano,fcriue nel dtto Dialogo, che Marco hebbe quella vittoria per in ezo dell'Oracolo d'Apolli ne.Quefta guerra de* Marcoman ni,& di Marco Antonio, fu (fecondo che riferifeono SuetonioTranquillo 2 S
i4
l* guerr* de'
G U O
Europio alS.lib.) la pia
Min ornarmi
fu molto danno fa* ternani.
grande, &d importante di tutte l'ai ere,- in tanto che s'agguaglia alle guerre de' Cartagineii.Nc Marco crcdcua,che ci fuflc al tra natione^cheinfeftarTe.e inquietarle maggiormn te rirnpciio
Roma-
no,
di quella gente.
lib. )dlie>
tendo infami-
ditodc'tumulti deGiudcii Matcomanni,Quadi, Sarmati, io hpur ri trouaxe perlonepi in quiete, capiti noioie di voi.Etquaa tuoqueliMarcomanni fuiero in quello modorupetatida'Roma-
fumano.
fanno afpra*
fiera guerra i
ni^non per rcftauanod'inftftare tutta uialcP-romncieJoro.Oudc nel tempo di Comodo Imperadorc aiTaJirono i'Inrpetio Romano in manieratile (come lcriue Setto RurTo)Commodo (143 tiretto di farpacc conloro, & pagare vn tanto di tributo cgnanno.cedendo loro di nuouovna parte della Pannonia predo al Danubio. Onde poi furono in guerra con Seuero,& Alcflatidrolmperadori li qua! Ale(landro((ccondo che racconta Herodiancal lib.) mand ffc. cercareliMaicomanni per conto della pace>promcttendodaj loro tutto quello, che faceua di biiogno, ebuoila iomma di denari. Dop Aleflfandro (decedendo nell'Imperio Mafsimino,hebbe tuga,^ molto crudcleguerracon quella gente} con la quale(eomcfi
Hajfimmolmp,
Herodiano al 7.I. & Giulio Ca pi tolino) egli fpeiTocbatt con varia fortuna,haudo hauuto vn'eilercito molto fiorito de'Mauri,Ofrohcmi,& Parthi. Hauendodunqucli Mar comanni fermato l'impetioloro nella Pan nonia,leuarono Tarmi contra Aureliano Impcradore, il quale (come icriue Vopiico nella
vedeappreflb
l'iitcfio
Danno guafto
tU'ltaa.
{uavita)infcliccmentecbattconlorofchepaiTandoquefliinIta
lia,guallarono tutto il paef attorno Milano. Ma.poifurono fune
Suadi
fio la
ajfalta~
>
Ttonia
e la Mefa
da Valen tiano, quado che coftoro( dice il GiambuUri al 2. li ,) occuparono la Rezia coi Norico.Etli Quadi ltto Gallo,c Constino Imperadori (come fcriue il Zonata al $ & 4.Torno ) in compagnia de'Sarmati /correndo troppo licentioiamente,facchcgia
rati
.
Slefa
onde pre
f quefio nome.
rono la Pannonia, & la Mefia fupcriorej & a fare ci (pedo poi tor narono. Onde Romani furono aftretti (come narra il Giambula ri al 2. lib.) di tcnerui per difcia di queiluoghi vn Duca. La patria de'Quadi fecondo ehevogliono Gioani Coclco*& ilBotcro) fu il paeie, ch' pollofrBoemia, cV Polonia, & poifi chiam Slefa 3l qual nomcgli fu importo da' Boemi jIqualivcdendo(diceGioan ni Cubiamo al 8.hb.di Boemia) chein quella patria de* Quadrcqcorrcuano
1
DE GLI SLAVI:
*4*
co rreuatTo molte gti per habitarc,docliMifni,Pomci'aJii>& quel li della Macca, con altre diucrlc genti, le chiamarono nella propria lor lingua Slefiti; com' dire gente che guifa dc'.fcrpi era entrata fcrpcndoinqueiluogbi. Ma prima (conici vcdeapprcfloRicar? ilo Battolino al 8.1ib.) furono detti Ly Ci j, e poi Slefi.Dc'Rdc'Mar j^ & M4rcm comannvchcregnaranoalfume Aibi,jn Boemia, Morauia,5c '*. Auftria, da che cominci la Monarchia de' Romani., ftt il primo Morobuduo,chetralporth Marcomanni in Boemia (cme feri* ucStrabonealy.lib. della Geografia. Ccftui fu a (Tal ito da Tiberio; inquefto tempo li Marcomanni (dice Velieio.Paterculo al a. li.) Marcommi furono tremendiairi(tcflolmperioRomano.Cataualda,fcaccia- trmU tlPim toilMarobuduOjchcmolto tempo viifein emlioinRauenna,f pw ^oim.
&
Rde' Marcomannijdel che fa men rione Cor.Tacitoal 2.1ib. dcll'Hforia Augufta. Dop Catualda regn Giubilio,il quale fcac ci dal RegnoCatualda, e lo conftnnfe a finir la vita appretto FrconellaprouinciadiNarbona.EteftintochefuGiubilio,perfauo re di Tiberio Imperadore fi farto R Vannio, il quale regn fopra
fatto
Marcomannij&Sucui quaranta
lonc>& Sidone fuoi.Zij daccanto
fclcap. li.)
di
& Plinio
1
al
3^
terre nella
Pannonia,doue fi
o.Iib.
)
re
no Imperadore. Vara ber tofefto R de' Marcomanni fu nel tpo di Marco Antonio Imperadore, al quale fecegucrra come narrano Luciano, & Capitolino) per ifpatio di tre anni cotinoui. Dop Va raberto regn fra li Marcomanni Brando, il quale (fecondo l'opi(
nione d'alcuni) edific la Cittdi Brandcburgo, la quale Vitichindo chiama Cittdi Brannaburij. Nel tpo poi di Dioclctiano,Gu
terico
icriueGiornando.EtdopqucftifSalonino,lacuifigliuola,chia mataPipa,Galieno Imperadore prefe per moglicjdel che Sefto Au rdio fece men rione. Et morto che fu Salonino, regnarono Harcamundo,cV:Cariouifto.Iquali aiutarono Aureliano Imperadore co tra i Gothi,quando egli cbatteua con loro nell'Illirico . Dal qual
aiutano
Ann
l***oimp- con
tcmpoli Marcomanni abandonando il pacfe,vna pane pajs nelle Rctic,& altra nella Valcria,&: Pannonia Sauia. Quelli che occupa rono la Valeria , & Sauia, hebbero il pruno R Gabmio di cui fa
,
mentione
r4*
REGNO
mcnrioncMarceIlinoDopGabiniorcgnChuriimutidx>,&f vinto d Teodomir R de gli Oftrogothi ,& Padre di Teoderico Berncnfe.Acui fucceffero Achiulfo,& Ronifmdo,de*quaii Gior
nando,6c Procopio fecero mentionc.L'altreparticoIaritj&guerre dc'Marcomanni, fi rrouanoappreio Dione ,&Vlfango Lazio Noi aggiugneremo qui alcuneectcrc> chei Marcomaiini adopra uano nello i.criuere,le quali fuiono ritrouatcne gliahtidhj Annali di Frcia,che cteneuano ctidio la Genealogia di Carlo Magno.
conttmu
Te
'in
o
fi
Vt
L'altreletter
non fi poteuano
legere(
per la
grade antichit di quel libro,doue furono rirro u te quefte. Ma G remia Ruffo do u parla de Marcomanni,dice,che le lettere de Mar comanni nonerano molto differenti daqudle de gli Slaui. I quali folireftaronovittorifi.ImperochehauendoliGothUVdali,MaC comanni,& altri popoli, da noi di (opra raccta ti> che furono dV* namedefima lingua con gli Slaui,abbattuto,&loggiogato gl'Ira perij,& Regni di tutto il mondo quadrila fine venuti indifparere
congliSlaui,reftarono da Iorofuperati,eli paefi da eflacquiftati, perderono infiemccol proprio nome, fi come a dietro pi diffufa
men te s' detto. EtgIiSlauiiolihannomantenuto > & mantengono ancor hoggi gli ftati,ci Regnicene vna volta hanno occupato, e toltodalle mani si di quefti, come de gli altri popoli;e in quelli co
fruano la memoriali nome,ela lingua loro. Allo fplendore,ealla gloria di quefta nationes'aggiugne ancora, che non pure gli huomini, ma ancora le donne loro furono molto bellicoircome fono
t.n
Untatone
fu*
tono, mogliie
gUSiam.
l'Amazone, donne tanto valarofenell armi,&illuftrw Le quali (fecondo che riferilcono Carlo Vuagriefe, & Gioanni Coro 03 ^- lib.dcli'Amazonc) furono fempre mogli de' Sarmati Sia* P* AiiA\ chemoftra etiandiol'habitationeloro,chcfual fiume Volga frMeIanchleni,&Sirbi,che(comehabbiamojnoftrato} fu gente a Slaua.
fiate
DEGLI
Slaua. Giornali do,&
SLAVI.
de'
'43
Harmanno
gnia de' loro mari ti ]ianoImpcradore.MafianoGothe, mogli de'Sarmati, tutta volta non s pu negare , ch'elle non fieno itate della nationc Slaua
Quelle, clTendo itati
l'armi loro,cV
vecifi
hauendo aliali ti con animo virile gli inimici, fecero la debita vendetta della morte de" loro conforti. Et dop quello fa cendofi prode in armi, fottola condotta di Marpefia Regina con canta grandezza moflero la guerra fi no all'Alia, che Mafpeiia noi!
Marpefia ^egi
lenza ragione
hi da preferire, ouerovgguagliare i primi Capitani, &Imperadori.Imperochecoiteie(pugnandodiuerfegenti, &al tre ic conciliando>port la rmi vi ttohofe fin'al Caucalb mote. La douehaucndoalquantodimorato,diedeoccafione adeccelcnti Poeti,di chiamar Marpefia vna rupe di quel luogo.Ondcl'ACi
m
ne,
dell'
Amaqi
.Amatone paf[ano
il
monte
Caucafo.
xnazoneguifadVn pocentifhmofiumeinondandopoi
per tutta
Soggiogata
l'Afiamioore,congran potere ioggiogaronol'ArmeniajGalatia, Siria, Cilicia,Pcrfia, co molte altre potentifsime prouincie d'Alia. E tiui fermandola loro danza, fabnearon molte, & magnifiche
Cittjdrizzaronolcunerocche,&callellifortifsimi;&frraltrelc>
f Armenia con
altri
B^gni,
no eccellenti opere, edificarono due Cittfamoic, Smirna,& EfeJo$&inquelluogo in honorcdella Dea Diana , la quale marinigli ofa mente hebbero in venera tione, per il continuo fludio della caccia,& del facttarc,rizzarono quel tpio., che fu di ilupore tutto il mondo, & chepoi fu arfo da vn certo Erollrato. Il quale fece ci, per fare immortale il Ilo nome Oltre di quello i R della Grecia hebbero paure della potenza deli' Amazone,& fu mandatocontra di loro Hercole il pm forte capitano. Vennero poiin aiutade'Tro pani con trai Greci fotto la guida di Pantafilea,& durarono fi ri' i tcpid'AlciTandro Magno, La cui inuitta potenza Caleftre,Minu tia Regina dell'Amazone intenddo per fama, non s'acchet mai (fecondo che riferifceGiullino) fin cheaccopagnatada trecento tniladonne,& fatto il viaggio di trenta giorni,peruenne lui:giudicandofi molto felice ogni volta, che hauclTe hauuti figliuoli Cd vn s potente Sgnore,e monarca di tutto il moadoji quali ra pprcfentarebbonoin se il valore >c la fortezza paterna. Stando durtqiae quattordici d contino-ai ne gli abbracciamenti con AlelLandro, & conofeendofi haucre gi conceputo nel vtre,con preilezza tor.
Ma 3
gno con
mila
oo.
Amatone
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R E G
n al fuo Rcgno.NcI eguale non molto dop cad,es'ellinle col n* mequaldituttel'Amazonc. Ma che diremo di Tamira Regina
.
Maffagctt furo
no ^/ 5k-
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Oro fuperata
iaTantirudou
*aslau*>
moUodluftie*
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Titw vtfnn donesUuepr detn*rm.
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contra
ali fono o Alani,fecondo Ammiano Marcellino, v r /r /T il quale in queito ha leguitato Faralmano Greco autore appretto Dione nella vita d'Adriano lmperadore.laqualecon tanto fpirit s'oppofeCiro R de* Perii, che alla finelo priudi vita? Etlealcuno qui vorr opponer,edirc, che Tamira fa (tata Regina de gii Sciti, quefto rifpondo , che Giofefo al 1 1. l.alcap. 1 1. dell'antichit de'Giudei,anerma, che Ciro condulle l'elTercito contra Maffageti, da'quali\diceegli,fetiandiopriuatodi vita. Alcida Gotha, c P cro Slaua , fu donna illuftnllma & come voleOlao magno al 5.I. al cap. 23.) fu la prima che incominciafle l'arte del corlro,haucndoieco molte donzelle deiriftclTo volere^ abbattendoli vna volta in vna armata di huomini,a'qualiera flato vecifo il capitano generale, fu fatta gouernatricc di quella armata in luogo del morto Capitano, hauendo ei conofciutalafua virt, bcllefcza,& Valore. E nel tpo,che Ringone R di Suetia era in guerra con Araldo R di Dania, ledonnedella nationc Slaua ( fecondo che fcriuono AlbertoCrantioal i.l.al cap.u. della Vandalia,&Olao Magno al 5; l.alcap. 8. fauorendo la partedi Araldo, notalo gli feruirono per > r T \ f loldati, ma concorrendo in gran numero, recero vmcioetiandi
'
Tetta,
no molto pratiche nelleguerre,e d'animo virile .Tetta era Duce di vna aran parte dell'c (lerci to.& Vifn a r portauafoftandardojjcneras>.
le, del
rv
Tenta Regina
ri*
Dalmati**
h uomini, dominarono fette anni in quelRcgno.Cinane Macedo \ re r 11 na, &pcro Slaua (comemoltraremoqui appreflo)& lorellad Ale! fandro Magno,guifa dVn altra MarpcfiacodulTe gli cflerdti,cobatt con gl'inimici & vccifcconleluemani CariaRcgina de g* Illirij Tcuta moglie di Agrone R de gl'lllirij,morto il mariro,do min lungo tepo i Dalmatini, huomini valorofiisimi,& in gucr ra vii a dare fpelTo delle rotte i Romani, coi quali Tcuta fece moitc g Ucrrc non punto vilmente, come telrifca Polibio al 5 .lib.N la Citt di Salona in Dalma ti a fi pot almmcte liberare dal lungo af\
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fc-
condochcrifcrifceDioncal42.1ib.dicendo.Limcde(imihuominidiSalonavfcendo all'vltimo fuordcila terra furiofamte con le donncloro, gli afTaltarono,& fecero vna grde,& honoratafattiotic. Le donne fciol tifi i capelli con velli nere,pre{ nelle mani cene fiaccole &infommaprefovn'habitoveramcntehorribile quto fu poiubile,corfero al campo dc'nimiciloro intorno alla metdel
la notte, &lcfentinellesbigotti te per la
il
il
sonaUberat 9deUe
^^
a
vero
fi
paura grande, cheper dire prefentarono loro guifa di Diauoli, mifero in vn punto
tutte leparci del
fuoco in
guitatc, tagliarono
capo:& hauendolegh huominilorofc pezzi gran parte di quei ioldati defli da quel
dormiuano$& in
del
tal
guifa s'im-
rodo l'ifteflo Dioneal 56.) veddo chei loro mariti voleuano far pace co Romani, e farfi fudditi loro, aderirono prima a i fuggitii
ui
fi
erano armati
i*>me>rAri** ba^^(ora^
contra
Ta,& chei loro mariti voleuano fattofottometerfa'Romani,clleno defderofedi libert, fi fermarono nell'animo di fopportare ogni altra cofa pi toflo,chcla foggettionc.Ondc prefi iloro figliuoli,!* gettarono nel fuoco alcunej& alcune nel fiume Imitando in quefio la magnanimit dellcdonnede'Dardani dell'Illirico. Le quali (dice Dione) credeuano, chela feruitfulTecofa moltoigno:
Donne
4
di
Dar*
?*^**"t
gi.
miniof.Pcr vedendoli
tcrmine,chealtrim /a molto tcnon potcuaiiofuggirelaferqit,pigliauanoin braccio iloro fi- mmioja* gliuoli,& li gettauano nel gorgo del fiume,gridandoad alta voce:
alle volte ridottc tal
Voi certamente non feruirete j ma prima, che vi mettete nel carni' no diqucfla mifra vta,trouandoui ancora liberi, finirete il corfo
Quefto qua fi rifletto fecero le do ne Dalma tinc,le quali (come narra Arpontaco Burdegalenfencl Trac tato delle mutationi degli flati) vedendo, chehormaiveniuano mancare lcfrezze,ci dardi a' loro mariti, pigliauanoiproprij figliuoli, & con quelli percoteuano prima la terra, & poi gli gettauano in faccia dc'ncmici.QuefloicriuectiadioFloro,& dice chefurono donne dell'Illirico. Gli altri cfspi,che molti ne potrei quaddurrc della virt,fortezza,e del valore delle dnc Sia uc,hora a bello fludio
dt quella brcuc,& vi rima vita
.
taccio*
i4<*
REGNO
altri
Traci iiliri,&
Gttb hebbno ei
popolai quali quStuque non venilTero della Scandinauia, furono nondimeno tutti vna na rione Slaua.Et quelli fono i Traci,& gli Illiri j.I quali hchbcro il me d c f, m0 parlare, che i Daci, & Goihi, come vole Strabonc al y.lib.
taccio;attcddo alla narrationc degli
* r r4k
'
LiTraci,(c5doS. Girolamo nella Chiolafopra il Gencfi, lenona ti da Tira icttimo figliuolo di Giafcr,e da loro hebbe nome la Tra eia valorofilma frale nationi di Europa. La quale fi diuide in eia quanta clTcrcitiprouinciah 5 & nei fuoi confini,pcrautori tdiSo-
Leuan te il Ponto,& la Propon ride, dal mezo giorno il mar Egcoj & da Poncn tela Macedonia (come riferifeono Ildoro,& l'Oro llo)foggiacc alla Tra ci a, grand e, & aliai pa tente,& diuifa in grandi , & fehciflimi popoli Scriue Giornando
lino,
fi
dillendei'Iftro, da
che i Traci non furono altri* mente aliali ti da'Romani, f non con occafione della guerra di Macedonia ..Impcrochcfono (lati fcmpre( come riferifeono Mo.
nella fucccfsionc dc'Rcgni, e tempi
,
Roberto Valturio) guerrieri di manierarne le fauole arTcx mano,chclo Itclso Marre fulTc della nationede* Traci I quali Tati no 6sp.dcircdificio di Roma (correndola TelTaglia,e la Dalmaria arriuaro no a'lidi.del mar Adriatico :Etvedendodi non poterpaffar pi oltre, cominciarono (dice Lucio Floroal4.cap. del 3-Iib.)
defto, e
.
faettareil
marejcomevoJelTero dirc,ch'cgliimpedilselalor gloria, e il corfo delle vittoricErelsdo alcuni di loro fatti fchaur da Pilo* ne, pigliando co denti le catcne,che gli tencuanoligati,leniord* nano con gran rabia. Per la crudclt^e fierezza dc quali,malsimc di quelli di mote Emo & de gli Aitici, li Romani fpppof iarono mol
'
,
no tagliati pezzi. Ma fin al mente, ideisi furono fupcrati da Mar* Co Claudio, Marco Didioncj&iluoghi loro ridorti in prouincia j Quelli del monte Emo furono confumati quali drento a' monti loro da Marco Drufo, Minutioellinfe molti di quelli ndiumtt Ebro,&gIivinfe. Li Rodopei furono fupcrati da Marco Claudio L a fracia hebbe il proprio Re infino all'anno del Signore 4&poi r\ r a j r tu del tutto ioggiogarada Romani, & ridotta in Prouincia.
,1
UUrio.
da Illirio figliuolo fecondo Berofa Caldeo, d'iftro,, come vole Euftachio > diCadmo,&:(fec6dQ Appiano Alelandrino)di Polifcmo ,& Galathca . Ma, H'Mtro, di Cadmo, di Polifcmo, ch'egli fi fia ftato figliuolo fcola chiara^ che tutti gl'illirij hanno hauuto la fua origine da lui Imperocfec
Gl'Illirij
furono cos
detti
Ilario
D
Illirio fu
E
t
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LI
L A
I:
47
padre,come riferisce il medcfimo Appiano,di Achille, Au tario,Dardano Medo,Taulantio,cV Perebo,de' quali nacquero Pi nonio , Scordifco , cTribaIlo,furonoaneorafue figliuole Parta , Daorta,& Da (fera. Di quelli vfeiro no le gradi, rferociflme natio ni de gPlllirij * cio gli Achillei , gli Autharij ,i Dardani , i Medi, i
Darfij,&iDe{rarcti.Dc'qualivfcirono poi altri popoi,chchabita rono il paefe bora chiamato Illiricoi&di quelli fu eminente anco-
lungo tpo cbattcrono co' Romani de' quali la prima guerra , che fecero con gl'lllirij , fu (comevole Appiano A Icifandrino nell'Illirico )n ci tpo deiR Ai gronc.il quale nacque di padre Pleura to,& fu R di quella parte del
ra la virt del cobatterc.lmiidroche quefti
:
jigrolte
^ del
rilliricojCh'd'intornoalGolfodclmarloniojlaqualfugiiigno foggiata da Piro R de gli Epirotiy&daqueijchcfuccefluamcnte fcguirono dop diluiti q^ial Agro ne tenne parimente buona par
tedell'Epiro,& Corfu*& Durazzo,& Faro; &hcbbc maggior cflercito da piedi, &c da cauallo , che mai l'haueiTe ha uu to alcuno de gli
altri
Re, che innanzi lurhaueuano regnato nell'Illirico ; &ad inftanza di Demetro padrctfijEtlippoft diMacedpnia/and in aiuto de' Midionij contragh Ecoli Vi qualiifendofacepati in.di*r
crii
Soccorre itti*
dromi coir gli
itoli
luoghi in torno alla ci era d i Midio.nio, l'attediarono, mettenjdoui ogni forza ,& ogn'ingegno pcrfaxfi.Signori, haucdonclfuo e Aerei to ancora fdrubaleAfricano genero d'Amilcare, & Capitano dell'ciTerci toCartagine/e.Ora dunque li Midionij ftando in 2uefto modo a(Tcdiati,nai^igaron odi notte circa ceto vafcclli a Mi ionio a* luoghi vicini alla citt. Erano in quefti dieed mila Illirij: Et come furono gion ti aljMMrto,& gi s'incomincia u il giorno, iiafcoftirntR,arrrettaco iipaffoifmon tarono in tcrra$& (fecondo l'vfanza loro) gmdarortaliquadre contea l'cffcrcito degli Etoli.t quali hauendo inrefo la venuta loro ben chela nouit della cofa , e Fardrrca'egiillirij, h-aiifliopprcflo fcuoq^lc menti d'ogn'vno; nondimeno gi per buon tempo iniupcrbnid animi,& confida ti nelle propricfor^mi&miaicmaggiotparwdic;auani,& degli huo; mini armiti nel piano in nan2 gli alloggiameli ti; cVcon certa aN ra parte di cauaili,& di faldati fpcdi? preoccuparono alcuni luofhi molto opportuni,non lungi da gli alloggimenti.Gi'lllirijfu itovrtandoconfuriancllifpcditijpartcperlamoltitudinede'fol fUci # &paftc perche la fquadra era fpommma in mezo,fenza dirao,
,
ra
148
Mtriidamorot
taagliEioli.
El
NO
nelL'auanzodeli cileicicQj
co'ft
fa gli
poi da'luoghi opportuni affrettali do.le (quadre, & vrtando in cqIq ro, ch'era no alia pianura > tu{tiinvn. memento gli nlileroin fuga, 1 Midionijivfccndodellaicictiglipcrlg^ironojainmazzaiono
tratto s'hr
bagagli e *Cj.1* 11
mandamento del
te le
R,&meilxtu3ch&uile,bagaglic,;e.cutca!l:apjc-
cafaill
da,fubitoJene ritornarono
nai
E io l M} u li
?
(j
Confidaua no tanto nelleiorzeloroyetaiioilan vinti da fuJi dato* ii i con uiti fuor d tempere vina fmifurata dolcezzajii bene, & di
^ggiareaai,cadiii,vnainfirmitidaila^ualeconlumatOitr)!po-.
MortfJpo
^Y^milie
venne morte. So tto quello R (:GQmeha.bbiamo, dettd pf autori r <t\Appiat)'i Romani fecero ieprimc^uerre ^et pri?
chiigiorni
miaccof^ot'griHtrij^ per^aueree^i fatto aTaoriittUri^ Atti ba> fcia^orv Manetta coikjin-foor d'ripiah aiuti al ir autore ieri*
ne. Poi ib va it-Tuo
ro
Theo figliuolo
del s.jigrone.
Theufa^da SJGrfbJknoITncuta^
regn^in^et,omgc>iierji:deb
Teucafimatrc
duq u co.ftei
pii*
$na
Tneo,
Ordencdato da
macont$*eifoofidetwri^ wi gare, pio teucro lenza p en dep r eda rcct^bicoiavDopo q ueito a p> pa rtccbia" ta' vna igatwW prnta, la mand fqorijarlefaia ndo i t
fi
;
TeUCa
idiafk
*rmta!
p ta ^'^ &ri3ftBBonbpfl>c(bpoftote difikKipfcCMiyircra:- tt^aiit jQbfibn hdjpt ini b i-m |KtoiaffaUrwiii0>glr]LW lirij foleuan fpeffotflicihcggvare quelle x-cuitradfi ..P^ebe^ perla lunghezza del mare crch Wan 0;pofibd^rra le citt ftscofcip'4
'
Af
lidi q uei-pacli,no
al le correrie
de gif
uano,& Fuinaajauo ognicot In quchttpoieffend clTi aittdatiipxjr a u e n ru r a n Al ba nia-pcrp o r tare vi t leabugJi d& n nero i Ec wccaEca flolil'hora in qtidla^^iotip^dn^ lAl bne(:^3i difesi^ io tradir la ci cannali contrai ikdv.&am Jpfellj; fin on arctn crj n tir '
i
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I.
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ri.
& di tutet
llliriioccMpan
U Citt di Feni te le cole, che v'era n o drcn co. G li Al banefi ha ucndo in teio quello, ce in Albani, fubito cori tutto il popolo v'andarono perdar ibccoi-(o,& non 1 ligi dalla citt s'accamparono prello
effer ficuri di
le riuc del
fiume vicino:
.
per
q uei della citt , leuarono le tauole del pot E (Tendo loro in quello mezo venuto riuoua,chc Sccrdelaido veniua per ca mino di terra, per luoghi ibetei d'Antigonia con cinquemila Uhspartirono l'efferato ;vna parte ne mandarono in Antigonia guardare q uei Iuoghi,gli altri rimaTero quiui (curij quali che no temettero pericolo alcuno da'nemici. G 'Illirij >i quali haubiamo detto ch'erano nella citt , cono-fciutala di ui (ione dell c(Tercito > 8 la negligenza de* nemici, di meza notte vicirono della ci tea jpoicro letauolc fui pontej pacarono il fi umej. & ritrouado il luogo far teda natura, pacarono TcnzaikepitolVuanzo della notte. A pena, fvenuto il di, eh e me (To inficaie le Tquadre deUVnapartc.cdefl al
d'arme,& ri raafe la vittoria preffo.agl'Illirij: de' jimici pochi fi Tatuarono fuggendogli altri furono vecifi, pre fcGiiAlbanefiafiediati da talj, e tante difgra tic; djTperati in tutto della faluteloroj mandarono gLi AmbaTcadori a gii Etoli,& a gli AchqiadomandarToccrTo* Efsi hauendocompafsione della pertra,s attac
il
fatto
congiunti con Sccrdelaido vennero nclmedcfimo luogo ; & noti moltolgi accampati daloroj fi sforzauano di venire a battaglia ; ma la difficili t dc'lughi gl'impediua$& lelctrere venute in quel mexcvdcllaK^gina,ndIcquaHjcomandaualoro,chetoko via ogn' indugiojtuctiritornaflcrolci/imperoche alcuncfue citxis*erano date i Daidani,gli fecero ritenere, tfer la qualcofahaudolcchdg giara tutta taProuincia^cocenero tregua a gli Alba ned, nella quale cnarionoconJoro allafciaronoioro i Corpi li bcri,& la cittj ma le naui la moltitudine de' ferui;>& di tutu l'altra preda. In quello modo Vna parte per mare, l'altra per terra per paeTc d'Antigonia ricornati caTa , mifero gradcfpauto alle citt mari timc della Gic cia.Pcrcioche vedendo fuor di peranza,caTpcttatione d'ogn'vno
i.l
Grecia fpiucw
ttiapertefr**
fdiFeniet.
I
lcchggi'tavrtafortifsimaiiStpotBntilsima citt degli .Alba ned* non pinne' territori) (come prima) ma ancora heuno paura di
loro medefimi, oc delle citt, loro. Ora haueudogl'Illirij iri'queft modooccupatala citt di Fcnicci parecchi di loro partili alcuna
volta
G N O
citt,
tornauano in
Italia}
pciochc molti di qltanationehabitarono nella Ecniceidop.o ch'ella fu prefa dagllllirij A'quah icndo qfta cofa pi volte innzi a ql giorno riferita da*Romani,fe ne haueuano fatto bette: ma emendo venuti all'hora parecchi in Senatolanaetarf dell'ingiuria de gl*lllirij, mandarono Ambafeiadori in Illirico P. Iunio,& T.Lucio Co lucani. Teuca, eflendo ritornati da Fenice i nauigli faluamen to$
snarauigliatoii della quali t,& della grandezza della preda (perci
che quella citticliciisima era fra tutte le citt d'Albania) crebbe d'animo coutra i Greci j & di gran lunga pi s'infiamm di deiidc rio di far guerra: ma le difeordie dome ihchel'impediua no all'ho* ra > ch*ella non poteiTe tentare cofa alcunadi nuouo: ma hauendo
Smotti munta
oriiTeuca*
fcpigliarcvtilitdclmarc.A'quelleparoledeHaE.eginailpiu'giOf
uine degli Ambafeiadori fece vn magnanima rilpofta^ma h.Qtt molto tempo. Ma perche (dille) T^uca Romani hanno vivpt tima vianza divendicarepriuatamerelepublichcingiariej&d'atl tare quci,che fono ingiuria ri, faremo ogni pera ( Dio permettaci) che non dopo molto tempo farai cftrctta ad ernedarceotefteyfa il ze reali. Di quelte parole la Regina venne in ratLta col era,chc no fa cendo conto della ragione delle gcnti.ritornajdofcne.glii Andaitfcia dori, mandloro dricto pcrfone,cheficcdo loro in capo le manar re, glivccifcro,&igoucrnatori delle nauibrufciaronoai-,fiio!COI Romani (eflendo venuta di ci la hous nella citt) fufoioatte{or#
i
Jimbnfcigdtri
fu,giiahri
DEGLI
(ire
SLAVI.
ficuri
,
iff
andati
li
n pun to iofpetando di cola alcuna, gli lafciaronocn crarc fenza armi nella cittjcrcdcndo che fuflero venuti per corre acqua, &vittouaglia: ma eisi pcichc fi
di pigliarla citt.
Quei di Durazzo
videro tolti drento la citt, trattele fpidi, le quali haucuano alcofc ncVafidell^cqua,vcciferohguardiani della porta, &s'infignoriro no di quella. Venendo poi gli altri (fecondo l'ordine dato) dalla ri
ura. I ci ttadi ni bench fuifero alquaHa, prefero gran parte delle lofpauentatida tale, & cosi improui lo cafo, valorofamente nodimeno, & con forte animo difendendoli buona pczza,feccro refift
dque,che per negiigentia erano (lati in pericolodi perdcrelavi tt, fiele proprie ca(c,pcr la fortezza loro non haueuano patito maalcuno, pi fauiamen te per lauenirc hebbero cura de'cafi loro I Capitani de gl'llli ripiegate fubito le naui,andati in altomare,^ giunti co quelli, che riabbiamo detto che naiiigarono Co rfu,tut ti ifieme affrettado il viaggio, fi mifero ali affedio della citt. Quei diCorfufouragiuntidanon afpcttaro male,& confidandoli delle lorforzcmandaronoAmbafciadori agli Achci,&agli Etoli; OItra dicidomandaronofoccorfod'Appollonia, & Durazzo,&gli frcgaronojchenon vleflero comportacene elfi perla malignit fuflero cacciauda'Barban dal lor terreno natio. Coftorohauendo compalsioneal cafo de' Corfiani, fornirono diece naui catafratte de gli Achei ,& mefoui pchi girni in mezo,nauigarono Corfcj fperado neha prima giunta di doucrglilibcraredairalTcdio de*
le
Barbari.
&haucndogli ritrouatinonlungidairiible,chiamatePaxi,attacxarono la battaglia gli Acharnani,&le naui degli Achei, le quali combttendo con tra di lor<bcnto eguali iiella battaglia,^ reftawano intiere ne gli affalrij f non che gli huomini, che co batteuafioin quelleerano feriti. Gl'lllirij, hauedo attaccato infieme quattro dcllcloro naui, impacciauano le naui de' nemici,
& circodatele
contra di
d'ogni parte^'impediuano.
mo
/'"'
rf<BW r
dogi Jllirij prderoquattsoquaarifemi degli Achei, &vnaqutn- gUMhci, queremefuiommerfa-con ttti-quei,chev 'erano drcntojtrai quali *&
&
lf 2
chei, &il quale,
patria.
REGNO
mentre che viiTc, fece fempre il debito Tuo verfofe Ma quei,checombatteuanoctragli Acarnanij, tolto che
facilmte,& con pi ardire del viatoaflediaua
l
ciit.ICor
fiani
Corfu e/pugna*
abbandonati gi da ogni fpcranza,fopportato alquanto i'affedio,fi naimcn te fi refero g'Illirij,e tolfcro drentola ci nia guar dia loro, Oc Demetrio Fario Capitano della guardia. Ora fatto qu*
fto,
U da Demetrio
Lefignano.
Capitani de gl'Illirij di nuouo ritornando aflediaronolaci^ tdi Durazzo . Inquelmedciirno tempo nel Co nfolato di.Q^ Fabio Maflmo, la feconda volta , & di P. CarualioMafsimo^ fu proi
jpptyatdige
te y e dell'arma
te, fatto
da'Up-
mani contro g*
Miri},* Dalma
Uni.
con armata di duccntonaui,&quciti con ciTcrcitada, terra Qpa* rironodaRoma.FuluiovcnneCorf,penfando;chedurau'caot cora l'arTedio di quclluogo:ma conofcdofi effer Venuto tardi ha ucndo gi gPlllirij prcio la citt) deliber di nauigarc.all'Ifola,part te per in tendere quel ebes'era fatto , & anco per far proua delle cq, {,chehaueuaintefo di DemetriojpetciQche Demetrio haudcipx^
li
(
RcgU
da
na,dubitando( dello (degno della femina,haueua mandato Rq maalcuni,chepromcttcilcro a'Roihahi , & la cittn& l'altre cofe, dcllcqualt egli era Signore.lCorfiani dunque rallegratili per la ve nutadc'komani,confentendo Dcmetrio,diedeToiOi>& l guardia dcgl'lllirij, ch'era dtcnto>& la citt,& finalrnchter/etedcfi mi
raccomandarono alla fede lorojpcnfartdo qucft modp,e fiere l** curi contra Tinfoienza de gl'Illirij I Romani hauendo .riceuuti
.
nauigaronoin Apollonia *Nel medefim tempo Aulo Poftumj.Q traghetta u le genti di terra da Bri n dilger no quefte circa vinti *s*i la pedoni,^ due mila caualli.Tutti queltt inieme venero in Ap^t Ionia, & fuhito ha ucndo tol to la cictin fedc,nauigarono Ducaz zo,intendendo chcgrillirij vi haucuanointorno l'attedio :i quali hauendo intefo la venuta dc'Romanblafciato per.p^arafLaflcdioIj fc ne fuggirono in abandoro.I Romani ha ucndofi.cfTOto ancora Durazzo in amiciria,nauigarpn<^>gliat^^ rillirico,pighandonelcamino di molte terre, Inq^fiftomezoven
nero Oratori di Patcrmia^' RQmaniaiieiidendpfi iiJtJia>6t;me ci
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la citt
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OS B AflV
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hauendo tolti iti fedeinfwme con quelli , ch'erano mandati dagli A cinta rri,s'ii3Uarono.vcrfo Iffajiaudo intelo che
i
quali
ancor quellacitt era allediata d gl'Illirijjdcliaquales'inh-gnoriio no haudone leuatoL'aiTedio; pure nel rriedefi.mo modo prefero p forza parecchie ti et iieil'll lrico Nelle quali no lolo prcnderono molti foldai, ma alcuni Tribugf militari ancora, elQueifore. Prefero etiandio venti i de gl'Ili irij y i quali p rta.ua ilo vittouagliaal.campo.Alcuni di ccloroych'eranoheirafTediodTilaji quali erano da Lefina,furojno.{aIuati per amore di Demetrio: [urtigli altri mciGinTottajiiricoueraronoNaroiia.. La Regina Teucacpo chi in compagnia firetirRizano, terra veramente fortiiIma>& ]on tana dal' mare poftaiu la riua propria dei fiumcRizano. Dop quelle cole, ha u n do i Romani dato a Demetrio parecchie ci U de
:
L'/faljoU.
Tcuca fi ritira
aprano.
grilhrijjritornaronoDurazzoconl'armatajCVcoi tutto.l'cilerci to^la piedi.Di l nauig G.Fuluio a Roma con gi parce direlercitod mare,& di terra. Ma Poliumio.fermatoi iDurazzo>hauen* do apparecchiato quaranta naui,& fatta noua lecita delle .citt vici ne,fe ne ftaua in guarnigione hauendo ico gli Archienfi,& gli al tri >che fi haueuano dato alla fede dc'Romani Venendo la prima
Manda jimba
fciadori
,
&fa
Romani rifpofero^heCorfujLehnaiLiiTaaDurazzojSc in viti mogli Atintani erano venuti fotto il lorlmperio.Onde fi con tendo.I
pacect'Homvt
ni.
tauano, che Fineo figliuolo di Agronefi teneile altro paefe del fuo f>adre, & furie amico, & confederato del popolo Romano, pur che
afciaiTc ftaregli altriluoghi
gi nominati
uigaiTero a Liliale
prime guerre,c i primi accordi, che i Roma nifaceiero co gl'lllirij OrahauendoiRomani fattala pace con Teuca,&: dato molte citt dell'illirico Demetrio Fario, iGoiolivollono, ch'efio Demetrio,
Republica Romana, fuflc R de gl'lllirij. Ma Demetrio prefentdo dopoi,chei Romanigli voleuanoieuardallc mani quello flato ,- forf comealtri dicono) per eHerefcfcuomo impatien te della quiete,e dimora :imperoche (come riferifcePoliperii feruitij
fatti alla
(
.bioal
JibO egli era feroce d'animo,&robufto di corpo, antefatto fndalla fanciullezza al combattereslenzahauer punto dirifpet toa* Romani,na' compagni loro, cominci con leguerretraua
?
if4
REGNO
che (come nemici comuni) erano di terrore mrti.ImpcTochcfnaf ra Polibio al 2. lib.) douuque Demetrio fi volgeua, atterra u come
vna
facquifo no*
me celebre per
mt\o
ti.
dettar-
Scerdeldida
fucceffbre di
Demetrio
Culaie fono
fiIole d'Atei'
pelago
Dalmatini det*
li
da Dumo.
Leftna
ta
,
affali*
&
cofe.Haucua Demetrio anche prima fatto opere dahuomoarditct & valorofo,chelome[tcuano4i gran riputa* tionc.lmperoche facendo Antigono R di Macedonia con grap* ricoio quella guerra memorabile,ndla qualefra Eua,& Olimpo ve ne fatto d'arme contra Clcomene R de'LacedemonijichcfIa guerra de* co rnpagni,& Plutarco la chiamala guerra di Cleomcnc} Demetrio prendendo co'fuoi Illirij il pi pericola/o luogo del co* battere, afTalendo con incredibile ardire inimici per vna difficile monta ta,ottcnnclavittoriaad Antigono. Et poi hauendoot cena torimperiodeirillirico,pardtararmata(comc narra Polibio in fi-* ne del 2 libico n Sccrdelaida,cheglifucce{fenclregno$mentrecho Scerdelaida per fuo comandamento daua il guaito con cinquanta nauiNaupatco,&airAchaia, egli con altrettante and feroce* mtedar' il guaito all'ifolcCiclad e. Mai Romani in quel che Demetrio (comehabbiamo detto) ruinauaaguifadVn turbine ogni cofa, mandarono contra di lui con groffo numero di genti Paola Emilio,&MarcoLelioConfoli(comeiireggeal-2.lib.dcllaDccj$. di Tito Liuio.)Se bene Polibioal j.hb.non fa menrionevcrunadt Marco , madice (blamente, che Paolo Emilio fu mandato contra Demetrio.llqualc hauendocfpugnato in fette giorni Dimala,chia
repelli tutte le
prefa
da^prmni.
matadaStrabonealy.li.Dalmio.dalqualcdenuilnomedc'DaU matini , affali dopo l'Iiola di Faro, doue Demetrio trouandofi con buon numero de gl*lllirij,& retta ndo rotto pitofto con ftratagema,checol valoredc'inimici,fi ritirin Maccdoniajegioudima nicra nc'conilgIi,e nella guerra Filippo K di Macedonia, mcn* tre ch'egli hebbe combattere diue rfe volte, &maflmc contra gli
Etoli,che egli(come dice Polibio
di quella gloria
al 5 lib.) fi
Demetrio fug-
ge
in
Macedo*
Mia.
Morto da
fenii.
infiemecon Strato Capitano de gli Achei Fu poi cifoin vn aflaltojche perordinc di Filippo daua alla cirtdc'Mef Mef ve a lenij,' f bene Appiano fcriue,ch egli fu morto da'Romani nell'Ifo ladiLeilna. Perche (fecondo che nfenfeono Polibioal 5. lib.Tito Liuioal a.Ii.dclla Dec.$.& il Sabellico al i.li.deirnc.5.)Dcmctrio effendo ro tto Leilna da'Romani,fi faiu nc'lcgni, che in tre luo. ghidelTlfola ccncua apparichiatiqueitocrTetto* & ( ne fugg Filippo R di Macedonia. Il quale fu poi indutto da elio Demetrio (comeferiuc Giurino al 29. lib. degli huomini Illuftri ) far gucr
ra
DEGLI
ri,&s'era accollato
della
SLAVI.
;)
iff
raa*Romani.IqualifottolacondottadiL Anitio Gallo Pretore moller (con occafone di quella guerra) l'armi ctiandio crra Getio Rd'vn'altra purcdcli'llliricojcbcteneualafu.i correin Scutascutari fref
* enl&*!? e "*
a rtc$
d'arme,
Romani re-
ftarono vincitori. Gentio co* iuoi figliuoli^ e 1 fratello Carauantio furono mena ti Roma,& indi poi per ordine d:I Senato relega
tia Spoleto. Paolo
i
Cenuoprefo
da
relegate
giovn giorno fe*tantaciudegriilmj,i quali egli nonhaueualu. perno con l'armi, ma pi folio con l'aitutia,efraude. Il chefegu
inquefla maniera. Egli
ra
le
RamauuZf Sfo
kto
Appiano
nell'illirico)
iquei popoli di voler per ordine del Senato rimettere^ perdonare ciafeuno ogni errore commeflo,pur ch'efli gli Jcflero tutto Toro, e tutto l*arge n ro, che poffedeua n o. E t eflendolcne col or con ren fattegli mite delle fuegentiin cialcuna di quelle terre. Poi ordin a' Capitani, cheiri vn certo giorno determinato, la mattina fu'I far del giorno fa ceffero andar atromoi trbettipcr tu t tele ftra de della citt, comandando, che nello fpatio dirrehoredoueflero tutti Romani fpohaucr portato tutto i'oro,e tutto rargeuto,ctVefsihaueuano.Ilche gf' an0 *** d 0t ffatto;ei foldatidieder poi fubito a facco tutto il reftante. Etcos J dell Mirteo.
xx IMITce r di ipoglioarrattolettantacirra.Magl invn JT
l
i!>?,',
nondimenoprefto fi vendicarono di quella ingiuria Imperoche fra gli altri gli .Arderei Pilanjleua ti con tra Romani, afTahrono quella parte del- Meiy&Ti' ^illirico, ch'era confederata de Romani. I quali prima mandaro- Uni ribatto*
X
lllirij
A-
jioloioAmbafciadori, per fare che fi rimanefro daquell'imprefa. Ma nonhauendo volutoobedire,mandaronocorradi loro vn*
cflcrcitodidicce mila fanti,&ieicentocaualli.Purcon tutto ci gli
noeo ^9 mamA
nonobedendo,vi and Fuluio Fiacco con groflo IcffercitcMa quella guerra (come fcriue Appiano nell'Illirico) fi fin conalcunefole (caramuccc , che fecero frloro,non hauendo i Romani potuto pienamente mandarla fine. Gli Au toriati anco
Ardei,eiPilarij
ra,ch e
maggiore, & la miglior nationedell'IIlirico fc condo che ri fenice Stratone al 7. lib. del continuo guerreggi co quelli Ardei, per cagione del fale,che negli loro confini fi congela Mododafar Ha deli'acqua,chccadeuadavn certo valo,nel tempo della prima frappo gU
fono
(lati la
./!
Mici*
If
REGNO
Urdegua/latmd'italia.
earciranepa
corzubfcitt'*
fu edifteatada G"'?' PPH
ua il (ale Et s'erano accordati tra* loro di (eruirfiviceda diquefto artificio da far fale$& quando trapafla ua noie condiuoni, rompeuano la guerra con gli Ardei .1 quali Plinio al 5. lib. al cap.21. &c Strabone al 7. lib. chiamano Vardei ; & Dione Bifantino Artci,&Aritei: ma fono alcuni, fra i quali Plinio, che li chiamano facchcggiatori d'Italia, lmperochc quelli habitarono lungo la riua della Dalmaua(comefcriucScrabone, ilqualealy. lib, di loro cosparla.PoiilfuimeNarone,incornoalqualefonoiDaorizi,glt Ardiei>& i Plerei Acquali vicina vn'Ifola, chiamata Corcira ne* g ra >&l a CKCa edificata da'Gnidij: & gli ArdieiJFarc.I quali furo
.
TiUri, bovvi
lungi dal mare^ch'era da loro,col corfeggiamento, tenuto in crauaglio .Il pae(e afpro , &l:erile,& non perhuomini dati all'cigricultura, tal cheegli ruinato arfattog poco meno che a bbandonato,& fina qui parla S tra bone. Onde 10 credo, che quelli Pleari, (come li chiama Appiano Aleflandriterra
&
ftnoliTilijaa
ni. cio quelli
dtSabutncdlo.
fc j all ' & fono nel territorio loro. Impcroche non v' altra eente co r v -, il i_r sivicinaaCorcira nigra,Iaqualhora chiamano ^ Curzola, come io*
j
.
1
vede per alcune ruine,chcper il paiTaco ha hauuto pi terre di qualche co to.Li Var-* dei, Artei habitarono la colta riguardate al mare,da Rauiei chiafi
fi
vedono l.e
'
ruinedalcunecict$& adirimpetto loro Ita molto vicino l'Idola di Faro. Quelli luoghi al prefente fono habitatida Accani, Archiani,& hanno alleipalleIiPilarijancichi,in compagnia de' quali(co me s' detto) feorreuano iImare,einfeftauano le riue d'Italia* Eca{ falcandogli Autanati lungo il lido (fecondo che riferifee Appiano nell'Illirico) gli [cacciarono di quei paefi. Onde Romani non potendo fopportarequeiio loro troppo ardire, mandando pi volte grofsieflercici 3 finalmenceglifuperarono,ecftrinferoadhabitarc fra tcrra$$ perquato ne inoltrano le cauole di Tolomeo,habicaro110 predo al fiume Drino,co 'quali la prima volta co ba ero nofotto la cdotea di M. Cofconio Precorsene fu Pano dell'edificio di Ro* ma 61 8 Dopo quello veti noue anni C. PorcioCatoneCfolc,az1
Capitani np~
con gra vergogna. I Romani no perci reftauano di poi di affalirgli fpeflo forcola guida di L.Didione,di Leulo> di piibnc.di Cornelio,di M. Minucio Ruffo Proconfolc,di McHala, *
tropio
al 4. lib.)
<*
DE GLI SLAVI.
di Lucio Scipione,& diM.Liuio Drufo
if
tutti
ConfolcI quali
com-
batterono con la fiera gente de gli Scordila. I quali bcn|che lungo tempo rudero flati potcntillimi ( come fenue Strabone al 7. libro) pure con fpeflc, e continue guetre, che faceuano co'Ro r mani,& loro vicini , perderono quali del tutto le proprie forze ; Qucftiruronos ficri(comefcriuePaoloOrofioalcap,23.dcI 5.U.) che fra l'altre crudcli,& da vdire ipaucnteuoli attioni loro, vna era quella; chequando veniua a mancar loro vna tazza da bere , fubi-
iamentcprcndeuanovnfchiauo,cglitrcauanoilcapodalbuilo, & cauatonc il ccruello,fi fcruiuano di quel teie hio infanguinato,c coperto di capelli per bere.Onde la Republica Roma na.per la flerez Tier f%F&* la di co (lo ro( fecondo che narra Marcellino al 27. lib.)ipefo fumo ^m} Due forti di leftataj&dopo molte battaglie,e rotte, perde tutto l'elTercito in (ie el ine col Capitano. Eranoduefortide'Scordiici(comevuoIeScrabo lll '[ L- , t jieal7,lib.)maggtori,& minori. Li maggiori habitaronofrdue ne, fumi,che sboccano nel Danubio,cioNoaro,Saua,eBergo, ho KwoMggi la detto Draua. Li minori erano di l dal Danubio. Giacomo Ca- Bergoai preflaldovole,chcgliScordii habitaflero il pacfehoggid chiama- ste rMM fin me * to Radia. Ma MarioNigrodice,chehabitaronoqueiluoghi,che hora fonopofleduti da'Boinef.Li Segeftani Illirij s'oppofero Lu cioCotta,Mettelo, & Cefare Augufto. Il quale ncll'affal tocche Sf&f*"* vii fanno guer 1 * j r n* caua a Setouia loro citta, r*f rutenio malamente d vn laiio invi g- raC o npmani. jiocchio,& ne (lette male molti giorni. Quello illeiTogliauennc etiandionell oppugnatione di Metulo citt de'Iapodi.I quali, ha
.
detta eie
tdi Metulo , fpeflo ributtarono gli nimici; arfro loro molte ma-
Cefaregraue-
fattoforzadifalircfopralcmuradavna torre di legname. Quelli erano limiti (fecondo Straboncal7.1ib.)nel monte Albiojch'lVl
mte feritoia
^ablmione
degli iapodi.
ttmodell'Alpi,&:moItoalto:davnabandaconfinauanocoiPannoni,& col Danubio,dalPaltracon l'Adriatico. I quali ancora che fulcro bellicoflj pure dalle IperTcguerre.che faceuano co i Capitani Romani,& in particolare con Sempronio Tuditano,con Tibe rio Spandulo,& con Cefare A ugu Ilo, furono trauagliati in eftrcmo. Le Citta loro furono Metulo, Arupeno, Monetio,& Vendo. I luoghi,chehabitauano,furono fterili,talche,per la maggior parte vi ueuano di fegala,&di miglio. Armauano al!aFrancefe,& vcftiuanocon iediuifcallarruuiera degli altri Illirij, e Traci. Narra
Plinio
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Plinio
gi d
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al i.li. al
in
o
ragioncHQg
Lazio.,j rOriclioiCraii
ti^&fonoiudditia'Principid'Auliria. Ma Giouanni Stadio ne' Commentari) l'opra LuciccFlorodice, chegL'IapodiJabitarooo quei paefi, che bora poffegonogli Scinj LiPponi , Pnnrni fi
.
gemano .
huomini tuttijperciocheeoftorono
hanno buona ne la terra, ne l'aria: ne meno appocofturo,nafccnq olio,nc vinone non inmenomiffima quantit: & non vfanp attdc'c alla colti
la
maggior parta
del
eiboloro
Ammano
miglio, edi quelli tanno bcuade per bere. Que ftijoltre ci, tono huomini, che perdirilve ro ) auaz.ano di forza,
for^e corpo?*
fi
voglia nationc
diquantefin'horafi hacontezza$& cifendo genterelle n ha nel la vita cofa,che ila degna di chiamarti degna, &honeftajfono naturalmteinclinatillimiali'iraj&ali'occifioni.Etquellojch'iolcri
natione,non lofcriuoperhauerlofolamtevdito dire, letto. Ma perche con gli occhi ho trouato cos eiler vero>all'lio
di quella
uo
furono molto
{amofi
guerno d quelli popoli. Et fin qui parla Dione de'Peoni. Dclli quali etiandio Appiano Aleiland lino nell'illirico, nel feouentcmodolcriue.Furono( dice egli quelli Peoni molto Famofi, per rifpetto degli Agriani di Macedonia. I quali feruironoprincipalmentein molte guerreFilippo,e Aleilandro, eilendo
ra,cio ch'io fui al
)
pi baffoj&eran venuti gi da grillirij.OraciTendo Cornelio a far guerra contra quelli Peonia eilendo irato vituperoiamente ligie
tato, erotto, crebbetanto la fortuna loro,cheriempdifpauto tut
lihurni
corri'
battono co'i{o
mani.
Talch per molto tempo n fu alcun Confolc Romano, che haueiTe ardimento di far guerra con elio loro. Et quello quel chefenue Appiano dc'Peoni I quali poi nel tpo di Cefare Augufto,infiemeco'Dalmatinifileuarono contra l'Imperi Romano, come qui appreflo diremo. I Liburnidell'lHiricopivohe valorofmente rcliilcrono, & ributtarono Lcn tulo, & Gabinio Capitata l'Italia.
.
ni
DE GLI SLAVI.
ina ili
if?
inmarfompu
ni Romanb&con quelli fecero alcuni fatti d'arme molto lagrimeuoli. Etne'fccoli ancor pi addietro furono di maggior nome, e
* nacu
nicranoinmarpurgnaci. Teneuano fcrrpre in ordine vnagroffa armata, con la quale asfaltando L'Ifolc d'Arcipelago, s'erano fat
padrontd*alcunc di quelle. ImpcrochcfcriueStraboneal tf.li.chc ArchiaCorintano,ilqualecdific la citt di Siracufa in Sicilia, navigando con l'arma ta,lafci Chcricratc , ch'era della ftirpe degli
ti
Furmo padn
"'
lCwlUm
ucndo cacciati iLiburni,chc n'erano padroni, fece habita re quell'Ifola. La Li bu mia prouinciaprcle quello nome (come volel'iftef
foStrabonc) da Liburnia citta. Dice Pincto, chela Liburnia al prc fente fi chiama il Con tado di Zara llchc par che volcifc dire anco ra Vegetiojilqualcfcriue,chcla Liburnia era vn a parte della Dalma tia, Scer fot topo Ita alla citt di Zara.Narra Plinio al cap.I I .del 3. lib.chepaflfando in puglia nel paefedc'Pcdiculi nouegiouanetti,c altrettante fanciulle dell'Illirico, generarono tredici popoli. Le citti di q\cfti Pcdiculi furono Rudia, Egnatia,Barione,prima chiamata Iapedi,&hora Bari. Qucftiluoghi furono poi chiamati Peucctij,(comcvole Dionifio Punico) Peucentini, prendendo quefio nome d a efli giouanctti, ch'erano Li burni , vn a parte de' quali (comedicc Callimaco appreflo Plinio) erano chiamati Peucetij. Dc'quali noi fcrmado qui il ragionamento , veniamo quello de' 11 t^ J J1 ilDalma tini, gc te che per il iuo valore, e prodezza nell arte militare, Uiai baftanza lodata.Imperochc quefti,fr tutti gli altri popoli dell'Illirico, da*Grcci,e La tini Scrittori fono Itati celebrati pcrvalorofiilmiin guerra, &vfifpefTo dare delle rotte a* Romani. Del che fendo quaihmpatien te quclgrandiilmo Arpinatc Marco Ci ceronCjfcriflc VatinioCapitano dc'Romani>checbatteua con qucftcgentiinDalmatia(comciileggeal 5Jib.deH'Epiil:olcfami gliari) Li Dei facciano malca'Dalmatini, i quali tifononoiofi; perochciemprclono flati reputati guerrieri. Que Iti la prima volta combattcronoco'Romani(comchabbiamodctto)ncl tempo che Teuca regnaua in Dalmatia. Dopo quello con Gaio Macrio , il
.
1
l
2i2tff!w;
& altrettante
fancm
popoli.
P*fr
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rieri.
reputati
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il
IO
che
Scacciano gli
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N
nel trattato dell'Illirico
:
riferifee
Appiano Aleffandrino
oue
dice^cheiDalmatiniaiTaliroiioglialrrilllirij^cheobediuanoa'Ro
^mbafciadcri
Romani.
mani.Ethauendoefli Romani mandatoloro gli Ambaiciadori, non gli vollero riccuere,n afcoltare La onde fu mandato con tra di loro Marco Figolo.Conlole. Et quei Dalmatini aflaltandofubi
.
efferato
M. Figolo .
toleguardieddt cfercitodiFigolo,gli ruppero tuttiy&*glirigitcaronoinfinoal fiume Narone.Poi ne' tempi vegnenti Gecilio Metello eflendo fta.to creato Confolcideliber di voler fai guerra con tra 1 Dalmanni,fenzacbeeiIihaucfserocommtrTo coiaalcuna. Et cos eflendoui andato, fu riceuuto da loro amicheuolmente, 6i.fi itette quella inuernara in Salone cittloro principale. Etrornato Roma,tnonffenza alcuna cagione, merito: E quef luogo attiene queirefTempio dell'antichit, che dice.
CN.
Cfare
/lo
FULV1VS
MgUr
gV>
manda
jLmhafcxaiori
d Dalmatini.
Et eflendo Cefarefar guerra co'Cel ti, i Dalmatini tollero Promonacitti Liburni.I quali fendo ricorfiCefarc,chequiui era vicino,egh mand loro Ambaiciadori, confortandoli reftituir iLiburniladettalor terra . Ma non hauendo coloro tenuto alcun
conto
vimadvn
groffo eilerci toilquale vi furo tto,&vinto.C battendo dopo queIto Celare con
Dalmatini tagliano a pe%%i
Pompeo, Gabinioconduceua quindici cohorti de' Romani, e tremila caualli Laondei Dalmatini temendo, che f
.
lo-
V efferato Cabmio*
di
haueuano fatte>per quello fi diedero ad affa ir quell'efferato, &gli vecilero tutti, fuorch folamteGabinio , cValcun'altri pochi,che con lui fuggirono. Della qual vittoria s'ar ricchironodigrandilsima quantit di danari, & ipoglie. Poi hau do Cefare final mte Vinto Ppeo,e rafletato ogni cola fuo modo f neritornKoma.Ouepoi i mifeinputo per far guerra coirai Geti,&rcotrai Parti. Laondei Dalmatini, temdocheCefare nel ca mino aflalifle ancor loro, gli mandarono Ambakiadori chieder pcrdono,& offerirli di voler e(lereamici,e confederati con effolui, eflaltando molto il valore di f medefi mi nelle cole della guerra^
.
Amba
feiadon molto acerbamen te, dicendo di non voler in alcun modo per fuoi amici, confederati coloro, che fi erano portati s inalarne
tecontra di lui
.
DE GLI
ieloto alcunipiccoli tributi,
LA
I.
161
*o tributOjCgli dcQcro oftaggi. Il clic rutto hauendo quegli Amba feiadon promeflodi voler fare, Celare vimand Atiniocon tre legioni^ con grotto numero di caualli, ordinandoli, che impone!-
&
fi
Ma iDal-
mettendoti Atiniodancggialli con trecompagnie,checgli haueua,iDalmatini(cglrvolicr contra,&lovinfero,vccidendo Bebio,huomoconiolare, il qualora Capitano della battaglia. Et Atinio con quelli, che rimaferviui,
erc E rr
it
timo feonfitto
daDalmatmi.
nefugg Rauia vecchia. Ma la guerra, che Dalmatiniincompagnia de'lor vicini Peonifecero contraOttauiano Imperadore, cfuoiCapitani,Germanico,eTiberio,chefpoi Imperadore,f la pi fiera di tutte raltre.lmperocheicnueVelleioPatercqlo al .lib. chei Dal ma ti ni creici u ti di forze, & preti incompagnia i Peoni lofc
i
'''". eSr
rodiottocentl mdaperfone,Ct
ro vicini, tileuaronocontrarimpenoRomano.il
leuati fu pili di ottocen tornila perloiic. -De' quali
fi
numero
de'fo-
t^man?"*'
faceua Iafcelta
I
_,
.
di gente dafattionc
Il
dueento mila fanti, e nouemila caualli. qua tutti erano lotto la guida diBattone,& Pineo,nuomini di gran-
e0
capitani
dcanimo,&elTercitati ncllecofecampali.Iqualipartironolalorge
ceintrecflercitijvnofdeftinatoperairalirerrtalia jraitrocracn-
dell'efferato
^TeoiL"''
tratohoftilmentein Macedonia;eil terzo fu potio alla guardia del la patria. Allhora i cittadini Romani furono vccifij ragliati pez-zii
mercanti,&gran numero degli altieri fu toralmtecilinto nel ieprouincie, ch'erano lontano dall'Imperadore: la Macedonia fu r r fL e C occupata, eciaicuna cola in tu-ttuJuogni poitaanamma,ereno:e
Dalmatm
copauo
ti
ocre*
Augu
gnodiMaced ma.
e coltali te perl'efperienza di ta n te
auilirfi.
guerre,alT horafaobartuto,e
te
l
venne ad
eenti ;riuoca ti ifolda ti veterani da ceni parte; gli h uomini, .vi C e C r lcdonne turo no sforzati a dar,,ru il ioldato Libertino,cialcunokcon
le
ti'
do l'aflegno fatto Fu vditaall'hora la voce diCeiare nel Senato,chc diflc: Se non ti prouedeua con diligenza, l'inimico poteuacompa
rireildecimo dalla villa diRoma,PerilcheiSenatori,&Caualie-
riRomanipromifcro in aiuto di quella 5 guerra ogni polsibilefocrv j C r J r* r -t--i leconcorlo.LtdaCclareru mandato Tiberio con trenta legioni tC do cheriferifeono Suetonio nellavita di Tiberio & il Sabellico ai
Trenta legioni
faceuano 198.
mila cdbaitt
^.lib.delI'Ene.
6.
TO
di gte,
Pero-
\6i
REGNO
,
Dilrntini ta-
gliano *
5
.
pf^t
accompagnati da molte bande di causili di MetalcoRdi Traciajv'craancora gran numero de* venturieri. A.Ceciiia,&Siluano Piando Coniolari conducendo aii'hora dalleprouincieoltramarinel'ellercito.i Dalmatini all'aitando le cinque Legioni Romane,
&PaJcre,ch'erano venutelo! in ctra,&
talco, ilquale
la
Legioni de
cauallana di elfo
Me
J{OTnani>comol
tu altramente
Capitani
fede
il
Romani, quafi
al
mol
toturbranimo
Sabcllico
(comefi
preta
wm de/ira
.
Jnd\
Cerbiatti,
&
Senne Appiano Aleflfandrino nell'Illirico, che Cefare Augufto fottomet tendo la Dalma tia, con gran guerra vinfe quei dell'lfola diMeleda,&diCorzula,cheandauanoco'vafce]liauttatunfeftado i[ mare, Pe'.qualieflo Cefare fece vecider tutti pigioueni, chen haueuanoacorpofta barbargli al Ciri fece veder all'incito* Dione Niceo tratt pi particolarmente de gli altri iiuc.ccili di
,
i
Meledani furo
nofuperati con
Daotfi,&
Defigl'iris
erano(
quafi inclpugnabili,spcriIfitQ
gran guerra da
Qttumanolmp.
gegui]oro,e per la marauigliofa fciewza dell'arte militare, che haucuano, OndeniRomanigli poterono mai bfottomcttcre fin.*
q ual ancora fudd molto per Dop il tjuale (ejfendo gi. evinta la monarchia de'Romani )i Dalmatini furono in guerra etiandio con altri Imperile potcntanjgagliardamen te refi (tendo chiunque li ccrcaua traua i tempi di Qctauiauo
debellarli.
l
mperadore
tempo combat
l< e
Ottone}.
2mp.
fecondo che nferMce l'Abbate VrfpargeTc nell'Origine de Saloni con Enrico figliuolodi Ottone di Saflonia, il quale co vn potenteeileicitogliadaliua^gualtaualccontradedelIaDalmar na.Oud.ctenatifi i Dalmatini,^ prefi in compagnia alcuni Boeterono
(
)
Turingia.
Turingia.Nclla quale mentre itanno'fenzaakunordinc^attenden do dej continuo dar guaUp al pa?fe t acabbrukiar^itutto,fiiro'
no
D
no
a (l'ali ti dal
G L
A V
.
I.
165
Conte Poppone , che con efferato fi trouaua quei confini $&actaccatinellagiornata, il Ctereft vincitore congra
ftrage de gl'inimici ,
c t di nuouo di conciliarli se. Imperochc perii Dallato celi era (la /[*.!? ! to molto aiutato da Ioro,epnncipalmete nelle gucrre,chercce co ui, jVvilzi Slaui,che(comehabbiamo inoltrato furono inimicillmi del nome Franccfe: co' quali hauendo da combattere Tanno 789. non fi fid tanto(come dice il Vvagriefe)ncl valore de'fuoiFrancc i, Sa(Toni,& Fnfonij quanto nella prodezza di quefti Sorabi,& AbroditiSlaui .Perche all'hora egli prefein iuacpagnia Vitizalor Principe; & andato con tra i VvjIzi, quelli fuper (fecondo che rife lifee P. Piteo ne gli Annali Francefi con gran fatica , & con molti atridVme,chefeccconcilloro.Etperpotcrmcglioconieruar in micitia quelli fuoi aderenuSlaui, don loro (come narrano il Pitco,&Corrado Brugenle negli Annali di Francia) ilpaefedildal B0Ha ior$i i fiume Albio,che prima era ftatode'Saffoni, quali egli,perribelIio- paefe de* Zajjo ne,haueua trafportati da quei luoghi n Francia: auertdo pi voi- W te Tambauiz,(c ome al tri lochiamano)Tarouaz Principe di quel
gli
nato da Enrico i.& Ottone 5. Imperadori, la Dalmatia pat affai, mentre che co fioro fi sforza uano foeei orarla affatto Nondime^ no mai non poterono rare si, enei inuitto animo de'Dalmatini ve nifTe a mancare. Pcrcioche cofloro con grpreitezzas'armarono> -&valoroiamentes'oppofero loro, come fi legge alla 2. par.- di Giro lamoBardi,ilqualevifabrcuemtionedcIlcguerre,cheque fliImperadori fecero co' Dal ma ti ni I quali prima che furono fupera ti da'Vcnetiani, diedero molto che fareallalorRepublica,-edi ci ne fa fede, fra gli altri, Paolo ParutagcnaThuomo VencuanOjilqual ali. li&de'Difcorfi parlando delle difficult,che ha hauutola Republica di Venetia per domarci Dalmatini, nei feguece modo feri
vi* ^
Dalmaumcem battono co En
rkou
& con
Ottone 3. imp.
conucniua prima allargarci fuoi confini, chein ci anco ra fi conofeer quei mali incontri, ne* quali fu portata la Rpublia,pchchcbbefin da principio fuperare i Dalmatini, nationcno folo di gran valore nell'armi, mainfiemediferoceingegno .On* de qaah,c q u te difficul t ha bbia ha u ute per domare quefb,da ci
tri quali
fi
pu
i*4
fi
REGNO
Ilota Upoten
pu chiaramente comprendere, chela Rcpublica di Roma,hau do debellate tante,&cosi lontane, & fierenacioni, non pot per maibenporreallaDalmatiailgiogo$noc{Tendoquellavenutafoj tq l'imperio Romano, f non ne* tempi diOttauiano Augulrolmperadorejhauendo prima dato notabili danni gli e Aerati Roma
ni.
Et quello
il
Paruta de*
Dalmatini oc-
cup*no
labi*
i
la
Ca-
do che narra Martino Vuagnetoar 3. lib. della Colmografa)eria ri dioinnanzi li tempi de'Rcmani andati in compagnia di Dauno* huomofiloromoltochiarojcheperleguerredomeftichehaueua abandonato la patria, occuparono coniarmi la lapigia, hora der ta Calabrie la chiamarono dal nome de lor Duce Daunia, come fcriue Ilario interprete di Licofrone,& Abram OrteJio nel Tefoia Geografico. Nad alcuno doucrapparir cola Itrana, vdendo qui
danoiraccoinarequemtrionfi,&vittoriede'DaImatini. Peroche tifpetto alla gradezza,e potenza, che quelli all'hora haueuano,- tut to quello, cheda noi flato qui detto, quali niie. Perciochequc Ila natione haueua quel tempo aliai larghi paeli 5 .& molte pi citt, che non hanno al prelente, come li pu vedere in Stratone, ilqualeallettimo libro de'Dalmatini in quello modo parla; Et ve la marina (dice egli) de' Dalma tei, & Salone llanza delle naui loro . Quella natione di quelle, che fecero lungo tem p guerra con tra i Romani,cVhaueuano da cinquanta terre degne di cotitoj tra le quali ven'erano di quelle, ch'erano citt, come Salone, Priamone,Ninia,& fSinotro, cosai moderno,comel'anrico.Lequa-r U furono arfe da Cefare Augurio Euui ancora Andremo , luogo forte,&Dalmiriiocktgrande,daIlaqualchprefc*il nome quella
.
Fanno lungo te
p guerra a mani.
t{p
jippre/Jb
fi
lOrtelio
Ug.
.
e Sinotio
dola, & la campagna fa tea palco di pecore. I Dalma tini hanno per proprio coltume di fare, ogni ottauoanno,ladijuifione del terrfto
rio loroj
d'Italia.
del
5. lib.
Narone(come dicmo per autorit di Marco Varone veniuano altre 89. cittragione Hauendo apprelT molte lfole,dellequaliidicePlinioal3.hb.kap.26.:) il mar Adria*
Sardiati.Et alla citt di
)
.
tico
DE GLI SLAVI.
tico
if
ha pi di nule. Chi confiderai! dunque qu:l:e,& molte altre cole, che gliantichi autori fcriuonode'Dalmatini, non potrfar dimenojenon che egli con felli liberamente, che ifpetto alle forte, chehaueuano,fiaquafi niente tuttoquello ,chediiopraifcato da noiraccontatodclla nobile nationeDalmatina. Li Dardani ancora popoli dell'Illirico da gli antichiferittorifonocelebrati pergente prode in armi. Peroche quelli ributtarono
fpcifoHicfleicitide'Romani.Iqualifottol'infeenedi C. ScriboDardaniidFil
Urico ributta*
7lo /p e(fogiief Jercin Romani
*-*
r>
K n WcomelcriueP.Oroiioal
*
-
il
5-lib.)
di
Ma-
ccdoniariceueronograndiflimidanijmperoche fecero fpcflTo fiele guerre (fecondo che rifenfee Giuihnoal 7. 25.28, &al2.9,hb.) con FiIippo,& con A.Jcfl andr Magno fuo figliuolo, & con Alefsa Combattono ed drofighuolodi Pirro ,&con Demetrio U di Macedonia, il quale /andr Magno. finalmente Scacciarono del regno .Nel qualen irati a tempo di R scacciano dd Antigono,lofaccheggiarono, e combatterono con elfo A litigo- ^"^^I no.Lehabitationi loro furono (fecondo l'opinione del Lazio) nei cedonia. paefehora detto Bofna. Et fecondo Rafael Vqlatcrano,& il Cuipiniano, habitarono quei luoghi, chehora poieggono i Seruiani, & Raflani.Ethaueuanopcoftume (comefcriueNicoIo Stobeo) di nonlauarfi piche tre volte per tutta la vitajcio nel tempo che nafceuano,quando fi maritauano, acquando moriuano. Si delet- si delettauane tauano ancora affai della mufica( fecondo che narra Strabene al ^Uanmftcd. 7.hb.)cV vfauano (empie ilhumen ti, & da fiato, & da corde, Vicinoquefti erano liMefij, (comealtnli chiamano )Mifj. I quali MefiidelVUU quantofiano ftatLcrudeli,fieri,c al rieri {dice L.Floro al /^.cap. del 4Jib.)cofaipauenteuole.dirlo. Marco CraffoCofole Romano, efiendo gi per azzuffarti nella giornata co loro,vno Capitano Me
favlcito fuor del
fuocampo,chiam neli'eilercitoRomano.,dim
eifendogliriipofto, ch'erano
i
Romani
fcvincercreno.Duefoni furono de' Mei! j dell'Illirico, cio li fu periori, e gl'inferiori. La-Mefia fuperiore(l uiun du G ij t k uf 1 o4n^i*4iyi*j la Seruia.Et fecondo il Cufpiniano,laBofna.
i
mm
Habitatione
de'Mefii.
del
fia
Cupr
,.
priamenre il paefe fiora detto. Zagoric Giornando Ala no chiama quefUdue.Mcfic Scithia minore. Nella quale (come vogliono alcuni
)
re
\66
ro origine
Trihallideini
i
REGNO
il
uwatuoFri
tippo\diAt*
tedonta.
B'n&ntio
edfi-
vtiJdSspAt
*.
nufRrt
lippojopnuv no di tutta U
teppcnem ad
Meflarroi.
'
Mirti belltcoft
Bolnefi,come diremo pi diffufamen te nel trattato i Bofna. EtliTriballi fopra tutte l'altre nationi,trauagliaronocon p a rmi Filippo Rdi Macedonia. Impcrochehauendo egli vinti ta l * popoli,& loggiogara quali tuttala Grecia, & (confitti glieffercU ti ,quefti foli (come Icriue Paolo Orofioal i2.;Cx: 13. cap. del terzolib.)cou tanto animo f gli oppofero,chefuperadolo nella bat* taglialo priuarono di tutte le ipoglie tolte diuerfe natio ni Per ciochefendo eglandato ali efpugnatione di Bizantio,chedaPaufania R de* Sparti fu edificato, &poiaccrcfciuto da Co (tantino Imperadorechriiliano,e chiamato perci Coftantinopoli 5 ne per quanti sforzi haueua fatti lapoteipugnarc .Ondefatta vnagrolfaarmatadi naui,and icorrendo,einfclandoiI a re; do u p refe cento,elettantanaut cariche di varie mercan rie. Et andato poi in Cheroneilo,prefmoltecitt,&fecegran bottini. Indi andato con tragli ScithijVinfeilIoro Richiamato E tea,-dcueprefe ancora Vin timilaputti, edonnedi nationeScithica; e men appreflogranu mero de gli animali; & in oltre tolfeloro in circa venti mila caualle di nobilissima razza. Le quali menando egli con tutta l'ai tra pre^ aiu Macedonia, iTriballii'affalirono,& appiccata la battaglia, Filippo f ferito in vnacofeia in maniera, cheper quella paflando jl ferro, fer a morte fubito il fuo cauallo . Quella cofa vedendo i fuoi, e credendo che egli ancor vi falle morto, fuggirorto;ei Tri* balli fi fecero padroni di tutta quella preda. Ne poiFilippo mai heb beardfre di all'aitargli. Ma il fuo figliuolo Alefiandro Magno volendo dopo la morte del padre far di ci la vendetta^ Triballi vaJorofamcn tefe gli oppoferoj&fegu fra loro vna graue>& faticofa guerra(comefi vede nel Regiftro delle Croniche alla 5,ct del ma do)etf negiianni del mondo ,fecondoHcrmanno Contratto, 3<S24.0ndcnon gran ratto, feCefareAuguilo(conofduto quello valore, che gPlliirij femprehaueuano molila to, csi in quelle guerre, che fecero con Aleilandroiconl'ncor in quelle de'Ronani, dille, che quelli erano li pi bellicf di tutti gli altri , come ne fa fede Appiano Aleilandnno^ilqualcnell'illinco^icejcheCc fare Augullo fattoria Signore di tutto il mondo, riprendendo vn & & . r c lor nauanri ai Senato f dapocaginc di Marco Antonio; liglola g
.
-
,.
tregmi.
domati gl'Illui j,gcnte bellico! io* pra tutte l'altre; & della quale Romani haueuano fpeflo qualche
rio all'incontro di hauereegi
i
tra-
DEGLI
trauaglio.
SLAVI.
\6j
poter fu-
perare
Tnbalii>ches'erano
ttendo idonidaSirmio loro R,fecepace co eili.Habitarono queih Tnballi (come feri uc Strabone)octh Tracia, <S dagli Agriani,
Habitati one
de
1 ribalti
chehaueuanoieloro iedifra.il monte Rodope,& l'Emo, arnuaua no fin'alDanubio,cheiono quindici giornate di ilrada Dal prin cipio patirono a ila per lelor guerre domeitiche,& poi furono vin tida'Macedoni, &: da Romani. Narra Ifigonio per teilimonio di
.
Plinio
al
capitolo
kcondo
del Ictiunolibro,
erano huomini,i quali col guardofolo ammaliauano,& vecideua nocoloro,chciliguardauriio, mafsimamercco occhi adirati: a quello pericolo veniuano pi faciimentei fanciulli. Molte altre col fienili quelle ( dicono alcuni autori fi trouauano appretto quelli Tnballi. Co'quali hauendo Aleilandro fatta la pace;& fat)
(guardo.
ta la
pr u delle forze,
Ci
e dell'arte militare
de
gl'Illirij,
;
in tuttelefue
fpeditioni
e in particolare
<k'Peoni,& Agtiani. quali lotto la condotta di Lagaro loro R riprefero l'audacia de gli Autoriati,che turbauano le cofed'A Iella ri drojil quale rendutelagaro le debi regia tie,Io premi con cari do ni,promettendogli Cina iua forella per mogliequando fulle toma toPella.Mala morte di Lagarointerrupe quelle nozze,^ apport gran difpiacerc ad AldTandro , che in tutta lavica iuafi mollr
jnolto affetionato quelli Agriani
ce
il
,
Lazio al j.lib.delle tranfmigrationi digenti molto celebra tapcrl Hillone$& di quella Aleilandro 11 feru in tutte Jefueguerie,tenendpla come il principal lullidio della Falange Macedonnj & (per teilimonio d'ArrianodiNicomedia al i.lib. )la volle femprchauere attorno dis,conducendonelliniilrocoino ileutati , &ipivalorofi Agriani. I quali furono poti (lima cauia della rotta, e morte di Dario R di Perfia, & della vittoria tanto icgnalata , che Aleilandro riport de' Pernani.Imperoche Q. Curtio raccontando il fatto d'arme, che Alcflandro fececon Dario, e la difrcult,e il pericolo, nel quale egli alThora li trou,al4. lib.cos fcriuc: Molti adunque( dice egli de' Macedoni al primo impeto furono vcciil. La maggior parte ad Alclsadro fuggirono. E li Pei Ila ni aU l'hora lcuatovngrandi(simogrido,qualiuoleda vincitori clTcre fatto, fieramente fra inimici quali da ogni parteabbatruti,entrara no Aleilandro folo fi mife riprendere, & confortarci luoi tutti
) e .
llliri
milita^
jilcffandm col
valore degl'll
liriifuper Da,
rio
di
Ver s
fi*.
fpa-
i6%
N O
fpauentati,&dcftarela battaglia, laqualcgiquafi era mancata; ^confermati glianimi di coloro, contro nimici tornategli fece,
Lafchiera de' Periarii era nella delira parte molto rada 5 imperoche iBatrriani andati a pigliar carnaggi, di quindi s'erano partii
ti.
incominci ad
ailalrare gli
l
ordini allarga-
mile.
Ma coloro,
mezo lafchiera
loro drieto
no.Eflendoadunque Alefiandro tolto in grande pericolone gli Agriani mcfsi,eilorocauallifproni batta tri non haueflero allattati quelli, che in torno al R combatteuano j&nonglihaueflferoeoftrettiriuolcarl , ccmbarterccontro di s.
disturbata. Alelandroinnan-
lughi
tinti
potfe-
Agriani erano opprcilati. & fino qui parla Q. Curdo. Appiano Aielandrino nel luo Illirico chiama quelli Agriani popoli Famofi dell'Illirico. E Tito Liuical4. hb. della De.5.dice,c he furono (ieri nell'armi. Et per con la vii t,& prodezzcloro Alefsadio pofledetclaIonia,la Morea,amendpelcFrigic,Capadocia,Pa
cauallieri
da ale/-
con'prodelria
degl'Olmi.
Triulegio
i'MeJJandro
Magno conce*
duiogCilltrii
conia Greca Libia, partcd*Arabia,Clofini,Mefopotamia,Bai. lania, Sula,li Perfiani,Medi,& Parti, e tutto ci, che fi comprende" fotto l'Imperio de'Perfiani,& McdijoltrcleCafpicporteilCaucafo,&laTana fiume. Stefe l'Imperio ancora ne'Battriani,&Hirca*. nij cacci gliScithi nelle loro lclue.Finalmteioggiogcquefti llndo,ndaipe,l'Acefine,&Idraotte fiumi celeberrimi. Onde non marauiglia alcuna (e AlciTandro concedette quella s forte narionede gl'illirijque! ptfuilegio,chedop tanti fecoli fritrouat in vna LibrariaColtantinopoli; il cui tenore quello. Noi AlciTandro di Filippo Rdi Macedonia,Prencipe della M narcn a figurato del Greco Imperio principiatore, del 5 gran Gio r n j x j uc figliuolo per Narabanannonciato, dominatore degli Augulti^
, j
i
lingua,gratia,pace,&falutc.
che a
prodi
duuieri,
DE GLI SLAVI.
tncnten perpetuo tutta
virimi confini di
la
i
169
mezo giorno dell'Iralia.-talmcntc cheniuno atdU fca iui lfcare,habitarc, f ima rulli, f non voltri. Et fc alcuni (arano ritroua ti ftan7jare,fianovo(trifchiaui,& li figliuoli loro fia no
Data
nella citt
nuoua
d' Alexandria
la
foprailgran fiume Nilo, l'anno duodecimo de'nollri Regni Afsi (tendo noi il gran DioGiouc,&Marte,Plutone,&la Dea Miner u: tcllimonijdiqucftacofafonoii nobil Atleta nolliotcforicro , gli altri vndiciPrincipi, li quali, rnordo noi fenza figliuoli, hab biamolafciati hcredinollri,& di tutto IVniuerlo. Quello pnuilegio fu ritrouato(comc dicem mo)dop tan ti fcco iida vii certo Giulio Baldafar Secretano Imperiale. Ndee alcuno offendere quello nome, che qui icntedcgliSlauoni.Imperochc (comedicemmo) Alcllandrinonciriliricochiamaqueft Agriani celeberrimi &: famofi,ilche appretto gl'lllirij propriamentevol dire Slaui. Slauoni. Michel Salo nitano,che fu in torno l'anno del Si
&
^gritnifamoj*
gnoreioio,&fcriirclecoledegPlllirij,in
fi
ne dell'opera fa mentio
^f^^'*
Jig^cmU
grtani
nedi quella militia,chcgl'Ulirij fecero con AlclT;incro;& dice che da lui furono molto honorati. LaCitt d'Agria, ch' nella Dacia, fedificata(comcvoIeilBonfinioali.lib.della Deci.) da quelli Agriani i quali habitarono (iecondo Stefano Biz.)fr monte Emo, &Rodopevicinoalla Macedonia. La quale altres ffemprehabitatada!lanationeSlaua,& dai difendenti di Tira. No olla n te che alcuni fulTero di parere he i Macedoni debbano efferc anno uerati fra i Greci.Ctro i quali io allego Q^Curtio nel giudicio, ch'egli fd'Alcflandro Magno,il quale dilinguechiariisimamentelalin gua de' Macedoni dal parlar de'Greci. Et da quello fi pu manife ftamentcvedere,chcil parlar Macedonico non poteuaefler beni n,
<
tinl u t
t
Ma
e
\
d*lU Greca.
buona
parte
dA qualcera
dc'Greci.Impcrochchauendo detto AlcllandroFilota figliuolo diParmcnionc, chehaueua trattare vna fuacaufa dinnanzi alla moltitudine: Macedoni, Filota,hanno giudicarti:io ti dimado, le tu parlerai con loro nella tua lingua natiua,& negandoFilo
i
perche non farebbe Itato in telo da tutti Aleffandroaflfcrm,chcFilotahaueuainodio il fuo linguaggio nati
ta di voler ci fare,
uo.Seduquci Macedoni erano Greci,perchchaurebbeHlotaricu iato di parlar greco alla presza de Gieci;&mallmechcpctladiici
,
plica
vjo.
plinadelleiextete
REGNO
Greche no poteuapi acconciamente
Greco,
lei
al
fcruirfi di
(come
lettere
dice Plinio
ta
ferente
DalFvnit del
parlare fi pro-
daquclcommuncjil quale noicongctturiamOjchefuiTe di mirto reiterato d'AletlandrMagno^ ramanifefto indipo , che i Macedoni uouionoannoueratifrai Greci; poi cheibiito (come
?
na la
vit del-
dicemmo di (opra
)che,dai!lf
il
iuol prouar
la nationc.
cedoni liafcfoiama pi chea baftanza inoltrato , che i Macedoni non fono Greci; necefl ario che col teftimonio di Filippo da Bergamo, nxD) confettiamocene i Macedoni femprefono frati di lin-
gua Slaua,comeharaiono.Machcvipare di Tucidide,il quale ha u ndo abbracciato fin Bizanrio,& Pola,vna gran parte della Tracia,6rdella
Mefia,&iftQkre catto
?
l'Illirico,
chiamaqueiti cos
iar
ghipaci Macedonia
comef apertameli te JiaueiTe detto: io non giudico,clae/aTracia,laMe(a,& l'Illirico habbiano fepararfi da iMacedoni.Pcrcheio n ir in dubbio, che Traci,! Mei,&gill fieno congiunti d'vn m ed efimo lega meco i Macedoni. Di I Ilici T ci fa fcdeil titolo d A!efiandro Magno,co'I quale fi msnifeftaR
i
de'Macedonij&rde'Greciy&rdi
pili la
naturai diuerfitde'coftumi,
Greci, che fa che io
Macedonici
defimananroneruie
perche Ale/jan
dro
le
Magno aU
yolie uien
chiamato Gre
Et perci Diofip p thenieie,Iiauendo com ba ttere a colpo colpo co Horra ta Ma cedone,,mecte Q. Curno, che fra i lolda ti d'Aleflandro erano alcuni Greci, che fauoriuano Dio fi ppo:ma perche non costHorrata Maccdonc,ie Macedoni erano Grcci,come fauoriuanoDiofippo i Greci, per eller Greco ? Er perci (e qualche voi ta, maiimcappo i Barbati, fi diccene Alcfl'andro Magno fu Greco, ci in tendi eiTcr auenmo, perche pcrranrichc guerre de' Greci con gli Orientali , i Greci erano loro pi no lidi tutti popoli d'Europa 5 & perci tennero che popoli d'OccidcntefufTero tutti Greci: cornea queiti no fri tempii Greci, &i Turchi con tutti gli altri popoli diLeuantc
tata contrariet-di coitum-i.
credono,
D E G L
LA
I.
gp
credono,che tutti i popoli della fede Catholica fie noFranchi. GercmiaRulb negli Annali di Moicouia apertamele dice,cheiRuif , Mofcouici furono d'vn medefimo linguaggio co gli antichi Macedoni. Fri quali nacque Filippo R padre d'Aleffandro Magno, il quale( come riferirono Plutarco nella vi ta d'Aleifandro, Giuntino al 8. li. & il Sabellico al 3 lib. deli'Ene. 4. con molti altri ) sforz le pi (uperbe citt della Grecia ad ubidire alle fue leggi, & oppreffccol giogo della ieruit la Grecia , fino quel tempo mantenutati libera,parcggiando con le coieglorioiamerue fatte la gloria de* pi fublimiR. Aleifandro Magno Aio figliuolo trapais
.
primo de' Machabei al prirno.capo) fiio i con* nidella terra,prefclefpoglic dVna molutudine di gente,& s'amKiut la terra dinan zia lui. Et dop Alcifandroi Macedonici loIib.) domixo difeendenti perteftimonio di Diodoro Siculo al narono, oltra gli altri Regni del mondo, 276. anni lgi Egitij. Ma hormai torniamo all'inflitti to filo de gl'lllirij I quali dop la mor
(com'feritto nel
(
ce
d'Aleisdro
pijcVmaiTimamentea'Romani.
conoiciutivalorofi fopra
procurarono di hauergli peramicij& nellepi malageuqrimprere, & ne" pipericolofi tem %&****' p& pili feruirono della milttia lorojOnde Ammiano Marcellino feri pif (eruirlm ucndoali.lib. le guerre de' Romani,dice:Giuliano temeua ancora delitmlitad* della poifanzadeirOrientcmailimaiTientehauendo iti te{o, che vn s gran de efferato, di cui n'era capo il Con te Ma iti a no, feorrendo la Tracia, era quafiperoccuparei confini de' Succi; maegli fra tanti: mali non fi sbigottiua,atizi conduceua gente Illirica molto elper- mirti cfperu r diguena a' ta diguerra &moltovaentc.Eteu endoi mpenoRomanofrauatutti gli altri,
'*
, i
gliatodallabeIlicoiaGermaniajfurono.po{teallaguai:diadiqucl-
frcdl '
dueLegioni de gl'illirij,- ciafcunadelle.quali fu di ki mila loIdatiVdetti Martiabarbuli,& di tanto m0mentP9C.be per l go tempo(.iccondo che riferisce Vegetio al cap. 17.de! / .hb.)da Ioro furono tirate vaio rodili ma ni ente a Rnc tutte le guerre fin'tanto,ch'efTen do venato Diocletrano,& Mallmianp aU'Imperio,per merito della virt loro, decretarono, chef ufTcro,chiama ti GiouiarijA'HcrcuUaoi.NCefire Augufto fu daalcuna natione tamoaiutato nelle guerre ciudi & Valente Imperadore neHefpeduioni dell'Oriente, quanto da gl'illirij .1 quali militaronoctiandiolotto Bcjlifario in Italia con tra iGothi: douefopratutcgli altri moilt
le
frontiere
MajuabaM
Leg XOnx
illmu
^!
Tcrhrmerto Jonocbiatwti
g ran
iji
llnomedf Dal marini ffem*
pre celebre.
G N O
i
gran prodezza Nazareni quale (fcriiie Procopio al 3 Jib. dc'Gorhi) fu Prefetto de'fuoi Illirij. Fra 1 quali Dalmatiniprincipalmtc fio rirononeii armi; Etdiquefti (dice Bernardo Giuihnianoal^lib.) fu Tempre celebre il nome. Onde volendo i Romani esercitare lilo
rofoldati, &aflucfargliii trauagli della guerra, li
mandauano (fe:
condo che
della
Due
Legioni
prodezza dc'quali hauendo i Romani fpeflo fatta.proua f & co nociutogli pergentcfortiiTima$&chevolontiericombatteua per f uo Principc,fi sforzarono di hauerh quafi femprefeco nelleguerrc importanti. Onde continuameli te tencuano(come narra Giofefo airii.lib.delIeguerred.c Giudei)duclegionide'Dalmatinia* con,
Claudio Imp.
fu Dalmatmo,
Germaniacontra gl'infuJti di quella tanto fiera gente. Et nellagiornata, cheClaudioImperadorefececo'Gothi, il numero de'qualiarriuaua^o. milacobattenti, la cauallaria Dalmatina (fcriueTrcbellio nella vita di quello Impcradore diede manifesto faggio del luo gran valore, & icieza militare*per effereche Claudio
fini della
)
Il
valore,
quanto fiaitataiftimatada'Romani,ZafmoautoreGrccofopra tutti gli altri di ci ne fa fede, ilquale al 5 li b. cos fcriue;Et mentre Coftantino(dice egli) ftaua in guerra con Honorio Imperadore,o IccofediRomafi trouauanoingran peiicolo,paruc al Principe di chiamare per la guardia della citt di Roma le Legioni de* foldati Dalmatini,i quali s per il lorgrande ardire, s ancora per le gran
.
il
guardia di ip*
credo che
fi
pofsa
ma.
fentirclapihonoratamentioncdiqueftajpofciachcfr tutte lege ti dell'Imperio Romano , i Dalmatini foli furono riputati degni che la citt di Roma,eapo dell'Imperio fufedata nelle mani, e nei la di (Tef a loro. Onde niunodeue parer marauiglia,chc ancor hog gid la gcnrellliricafia tanto ftimata dal Principe dc'Turchi,c che d'ella e legge quali principali capide'goucrni, & Capitani del fuo
i
cflcrcito,
vtimilagianizzaridiqucftagte.Delliiquale.almiogiuditio^qfl-o
batter ciTcrdctto rper moitrarc^hcgl'Illirij, e in particolare r Dalmatini fono ftati femprc huomini illuftriin armi,& di gr fronwScrittori delle
cofe de
Dalma
tini, e altri
tii .
UH
Biondo,
DE GLI SLAVI.
173
Biondo,& il Sabellico. Etdc'Grcci,PoIibio, Dione Niceo , Plutarco, Appiano Alcfandrino,Strabone, Zofimo, Giorgio Cedrcno, NiceroroCaliltOjil Zon^u,immmmmmmmmmi0- I quali tutti f cero breuemtione della Dalmatia, e dell'altre Prouinciedeirilliri co.Ncl quale che linguaggio an ticamete fia ira co, molti hano dubitato, calcuni vogliono, che qudta lingua, che hora
fi
troua in
3
tempi antichi , ma introdotta primieramente da gli Slaui circa l'anno ilcllafalute 606. quandoqucfta gcnreoccupquci luoghi; &che , Mo^ ra che ** v 7 n /, ^ r r> \f queito tempo r a itata,o la lingua Greca, ola Latina. Ma 10 imgna slauafi li prima a fono di contraria opinione, e tengo per cofa certa, che nell'Illirico femprenellilli ric0 iufmprcqueitairtertafauella, che hora Ci troua j quantunque per la venuta de'Gothi, e Slaui ai quanto fi aitata al telata. Imperochc douunque i primi habitatori non furono del tutto ertimi, retto fcmpreilprimo,Wanticolinguaggiodiquclluogo, non ottante che fufle al quanto alterato, come il vede in Italia,- l doueancora retta la lingua antica de' La tini, bench corrotta per le ctinueinaiodationi,chc faceuano perl'/talia diueric nationiftranicrc.Qucfto iftciTo creder fia auuenutoiDalmatini,c ad altri Illiriche col commertio degli Slaui habbiano corrotta la lingua lor antica; e per diiTc il Biondo, che di duelingue fecero la terza. Imperochc non fi trouar mai che li primi habitatori della Dalmatia, dell'Illirico fiano irati mai del tutto eftin ti, da gli Slui^ da altra gte foraftiera, che hauefle introdotta quella lingua,chc al preicn tevi fijtroua. Et quelli, che alfe dicono, che nell'Illirico anticamente fia fiata la lingua Greca, ola Latina, s'ingannano affatto. Impexoche quando ci fufleila to vero, gli Scrittori Greci, e Latini non liaurebbono chiamato gl'illirij Barbari , come Ci vede che hanno fatto Egli ben vero, chein alcune ci tt maritime della Dalmatia erano colonie de* Romani,le quali parlauano nella lingua Latina. Efaqucttequafituttes'eilinfero,quando quei luoghifurono occupati da gli Slaui Che fu (come dicemmo l'anno del Signore 606. Ancora v' vn altra cofa,con la quale Ci proua,che quella lingua fia fiata in Dalmatia prima ,che vi appariflero g i Slauijcio la traduttionc della Sacra Scritturarne fece S.Girolamo Dottore della fan- s.Gnlamtr* ta Madre Chicfa nella lingua Slaua a* Dalmati ni (come ne fa fede mnellalmgu*
nell'ai tre
l
Dalmatia, &
prouincic
'
il
Biondo al 7.1ib. di Roma trionfante) oue nel feguete modo ferine :S. Girolamo trou (dice egli) vii nuouo carattere, differen teda
quello
slaua
il
ree*
jf^JJ^
174
quello de' Greci,
j
R
& Latini
;
-E
G N
-
Wjiouoctrattc
teritrouatodA
s> Girolamo.
SUui
di
Lpn*
abbracciano la
*'*
'
Dalmatini la Sacri s cr ctura nc l| a lingua Sluuuje n folo che trou aito nuouocarattc D j iri rc,e rccequelta traauttione, ma allora in detta lingua compoie il diuinofftio,cheadopranoiCatholici,&chepoipermezo nolfro fu confermato da Eugenio 4. Queitoiltello icriuonoilSabllico al p.lib.dc'Ene^.eGioanni de Thvvocz nella Cronica d'Vngaria, il quale dice,che nel tempo di Lodouico Martelli R d'Vngaria gli Slaui dello feretro .di Lipna^huomini di dura ceruicejriceuerono la fe j e fa Chrilto^aquali li facerdoti catholici diceanoIamclfa > & altri diuiniofrnij fecondo la traduttione di SanGirolamo Dottore dellaSan ta Madre Chiefa.Ilquale fecondo Hermanno Contratto,
nel quale trad ulte a'
(
&GioanniNauclero
a'Dalmatini,nonfi pu egli negare, checlla non fiaitata innanzi la venuta de gli Slaui .La qual cola inoltrano etiadio alcuni nomi,
co'quali furono chiamati i luoghi dell'illirico innanzi,che vi arri-
uaflerogliSlauijcQm'equeUodiGrapia^diCoritta^befileggonoappreifo Abiauio,equeiraItrodiBikzora,del quale Tito Liuio al4.Iib.dellaDec.5.famcntione,dicendo:Oue ci mand Antigono,vno deluoj gentilhuomini, perche ci fa celie andare l'cfTercjto de'Galh Bilazorajch'vn luogo de'Peoni . I quali nomilonotuc
tiSlauijappreil'ode'quahGrapia rapina lignificaiCorirra voi dire Trogo,&Bilazoraca.dida aurora. ApprefTo Michel Solonirano ne cauadi ci ogni dubio,il quale nel trattato -dell'illirico cos ferme;
Quantunque l vedeuache
l'illirico futlc
l'antica lingua
dclIaDalmatia
& del-
tutt'vna
Dalma
quanta
& gl'illirij
hebbero origine molti,chehannocomadato alle natioili uranio re, & furono i principali Imperadori. Echidefiderahaucrexlixi piena cognitione, legga gli (cricti di Giulio Capitolino, di Trcbellio PolJione,di Flauio Vo,pifco,di Sello Aurelio Vittore, d'Eutropio, di Paolo Diacono,e di quegli, che dopo coftorohanoferit io le vite de gl'Imperadn,del Biondo, del Platina ,&diFrancefco Petrarca,]] quale fa vn compendio in lingua Italiana delle vite de' P tefici,& de gl'Ini peradpri;& cos di Pio Papa, di S. Antonino, & di Pietro Vefcouo Ecftilino,i qualiin quefta mentione de'Cef*fari,
, -
DEGLI
fari
SLAVI.
altri
7f
ho voluto citargli nomc:e troucr chiaramente, che Claudio cognominato Flauio,&vnfuo fratello QuintiIio,& Pro bo & Caro,pcr teitimonio d'Oncfimo, & di Cerilhano come rife
gli Slaui
(
Claudio
"Pro-
bo
iJliricij
& Caro
Il-
Jwp. furono
lirici.
benealcunidicono,cheegli fu Milanese altri di Narbonaretche egli co 'tuoi figliuoli Carinole Numeriano Ccfari,&,comcdice Pie ero Echilino nel catalogo di s. Marcello ,Gabinio, co Dioclctian, vn fuo figliuolo Malhmiano,& Maflen rio fuo nipote,figliuolo di Maffitniano,furono Dalmati ni. Se bene Sello Aurelio, il quale famentione,chcProbofDalmatino,dice, che Ma ih mia no fu di Pannonia. Mao di Pannonia,di Dalmatia, cheMalimianofia fta to, fi sa che III irio, per autorit d'Appiano Aleffandnno,fauo <li Pannonio ,&pcr bilogna che Malsimiano infieme con Matientio fieno annouera ti fra gli Slaui . Dccio A uguito ancora infieme con DecioC efare fuo figliuolo, Giouiniano.i due Valenti niani,Valentc,Gratiano,&: Valcntinohcbbcrooriginedi Panno nia. Narra Scft Aurelio Vittore nella vitad'Alcffandro Auguio che.Gal!crio,& Mafsiminoiuo cognato,& per teitimonio d'Eutro pio, Aureliano, il quale(comc riferisce FlauioVopifco) alcuni con cendono,chc fa nato in Sirmio, terra di Pannonia, & altri cheegli fiadi Mefia;& Licinio, comedice il Platina, fono nati dai Dici, i quali (come habbiamomoftrato di iopra) fono Slaui, &perautoritdi Strabonc,vfurpano la communione d'vna medclimahngua co'Mefi; Giulio Capitolino moftra,chcetiandio i due Mafsimini hebbero originedi Tracia.Ma ne quel grande Aug ulto il diuo Co (tantino fu in tutto lontano dalla nationc Slaua.Perchc (come riferiiconoTrebcllio, Eutropio, & il Platina)ConfanzoCcfare padre di Costantino fu nipote dal canto della figliuola di Claudio AuguftoDalmatino, Slauo. Della cjualnatione, dico da' Beisi chc(comc fuo luogo diraGi) furono gente Slaua,& da loro prefero nome li Bofnefi , nacque Lconeprimo di queito nome Impera dor(comefcnueilSabellicoal^.Iib.deirne.8.)ouedice,chealcu ni vogliono, checoftui,fiaftato Bello, & non Greco. Il Zouara nella vita di Marciano Imperadore dice che egli fu Illirico, e lo chiama il gran Leone. Fu ctiandio Slauo Giuftinianoprimodi qucfto
Dioclitiano
&
Itnp.f dalma
Uno,
Decio >
Gioiti
niano,i due
Va
lentimani,
Va*
lente , Gratta-
no
& Valenti*
no Imperadori
gmeVannoni.
Aureliano Imperai, fu
Me-
fo.
G*lUro,Ma
mino,
nio
& LiciDos
Imper ado*
rifurono
due Majjimi*
nibebberoori'
Leone Imp.f*
Bejj.
Beffi no fono
Greci
Tatria di Gi*
/limano Imp.
e nella
7*
N O
GiufHnianoim
Nceforo Califlo al cap. 37.de! 1 (S.Iib.) nella citt d'AchridaJa qua le dice egli, fu ancora chiamata Giuftiniana primaj &: hoggi la chiamanoOchrida Di quella Giuitiniana pnmafanno melinone etiandio Giorgio Tnioal cap.4..del 2o.lib & Nccforo Grcgofa al 2. lib. Elfendo adunque Giuftiniano formontato alla di.
iprelefattcdalui,fuqi
ria,chc egli fece a ridurre quali
quanta libri 5
di
due mila volumi, no pili che in cin&quelli chiam Digefti. Nel che egli fi valfc ( come
fcriueilSabellico)principalmentedell'operadiGioanni Patritio,
cinflino imp.
Tribuniano,&diTeofloDoroteo.FcceapprciYo vn' Epitome delle leggi, hauendo parti to vna materia s copiofa,& a bon dante in quattro volumi (oli,- &quelli chiam Inibituri. A'Giultiniano
fuccedete nell'Impero vn'altro Slauo, che fu Giuftino nepo.te di
pts&uo.i
Giuftiniano,n a tod'vnafualorella. Finalmente poich l'Imperio fu trasferito i Germani, Carlo, Sigifmundo, & Venciiano, vfeitt della nationeSlaua per via di Boemia , come fi ha in Papa Pio , &
nel Fafcicoio de' tempi, riebbero la dignit Imperiale.
Dei quali le
con quegli, che ho dett,volcfsi raccoglierPopere pi illuflri folcii biiognerebbe lenza dubbio far molti volumi.Perche,pcr tra
io
lafciar gli altri, Aureliano per
Theo nemicu
midilettere.fri quali
Sh*?-
lamo,naco
nella terra
teihuomodi tataautorir,chc(comefi dice)ncanchcla dotta Grecia, maeftra spre di tutto il modo, dopo taci illuflri feri ttori s' vergognata d'Imparare da vn huomo Dalmatino , traducendo nella llia lingua,fr quelli di tutti gli Autori, Cometari} di Girolamofo lo. Furono ne' tpi andati ancor altri eccelle ti Ili mi huominidiDal matia, cio Gaio, &Gioanni quarto fonimi PteficUVno dc'qua... _ ., n w _,. r li (come il Platina, il Petrarca, & Filippo da. Bergamo hanno icntv to)hauendo prima ornatala Chicfadi Dio di affai ordini lacri, fu fotto Dioclctiano ugulto fuo parte coronato del martirio. L'altro che nacque di padre Venan tio Scolaftico(comc fcriue Martino Vcfcouo di CofTentia) effendo huomo di gran dcuotionc , haucndo
i
.,
.,
DE GLI SL
,
i
A V
I.
177
la
libera
lithcbbecomproil Regno del Cielo s'addormentin pace. Che bello fpettacolo rapprckiMoGaio Santi delCielo , poitagila ftolamortaIc,quandogli liuomini,eledonneinilemc del Tuo pare
cado,illuitri per
le
pompa
trio
falc rallegrando']
il
?ImperocheDiocieriano ammazz per la confefsionedi Chriito Gabinio fratello di Gaio, li uomo (come dice Pietro Echillino)dotrifIiino nella (aera eloqu tta,iniiemccon Sufanna Vergine di gratioia bellezza, figliuola di Gabinio, ammaeihata dal padre nelle facreiettere,la quale per te- Sujanna Verne itimoniodel medclimo Pietro, Mafsimiano figliuolo di Diocle- -tiano defidcraua di hauer per moglie. Etc quelti fecemorir Maf Fimo,&Claudio,fratellidiGaio,&:di Gabinio,infiemecon PrepeTrfpedign* diena moglie di Claudio, &c Aleiiandro,& Cuccia Tuoi figliuoli. o moglie di CU* , p. j? r ,v \ a Auann a quelti era andata con la palma del martirio Cirilla Chn* dio coronata ti feianifsima figliuola di DecioImperadore,la quale (ri feri fee Fili p- martirio* p da Bergamo al 8.1ib.)efere fiata ancor lei (cannata per amordi Chrifto. Segu poi Arthemia figliuola di Diocletiano fatta mori- MthemU fimla di Dio reda Maflmiano fuo fratello perla confefsionedi Chrifro ,& Se. Z ! iena moglie di Diocletiano; & Manno, ce Leo congiunti in Dio fcnzahomicidioin pace. Quelti Marino, & Leo furono duefratel Ii,e nacquero in Dalmatia nella citt di Arbe. Eteflendopaflatiin Italia Panno del Signore 254. le citt di S, Leo, e di S. Marino, che ionofopraRimini,preferonomedaloro,& cos ancor hoggidi i chiamano S.Marino,eS.Leo' Furono appreflo molti atri fatti gi morirein diuerie parti della Dalmatia dai nemici della fede, maflmeda'Romanijin quel tempo fierifsimi nemici del nomeChriftiano. I quali hauenclo vinto l'Illirico con fpelTe, e continue guer-
Dottore in terra,regnaiTecon
come
illirico
fcriueGiouanni Auentino alfecondo libro) in dieci Prouincie. la prima era Norico di Riuiera appreflo al Danubio, indi fulono chiamati foldati Riparij, Riparlati* che guardauano il Panubio , & hora 'Aultria La feconda era Norico fra terra, primo, fuperi ore ch' habitatoda gli Boijdil dal'Eno, & da liroli. Noricofecondo, ouer inferiore, hora habitanogliSti.
dimfo
mdleC proum
la
il
Valeria
&
Pannonia ,
&
fi
contiene
fra
fiume Drauo,
78
REGNO
fiumi Drauo,Sauo,&
uo,
Danubio, hora ia Vngaria, Sili Carni. In quella fu Sirmio, douc il fiume Bacon tio ( fcarica nel Sauo,& v' il monte Almo. Alla Pa nonia s accolta la Prouincia detta Mefia,&comincia dal detto cofluente, & fi (tende infin'al Ponto. Li Romani ne fecero due, vna
fuperiore,
^.Bulgari
Scitbi* minorei
Citt principa
H delU Dalma ^ u#
Dacia di Riuiera otiaua Prouincia, la quale Romani fecero di qua dal Danubio, haudo per fo la Dacia Danubiana. La nona Prouincia fu Liburnia, propriamen te chiamata Illirico,^ Colonia d'Iadra, Zara, hora la chia- manoSlauonia. La decima Prouincia, & vltima dell'illirico fu la Dalmatia. Le Citt principali in quella furono Salona, & Epidau- ro, hora Raufa. A queltediece Prouinciei Romani aggiofero poi altrccinque,ciola Dardania, Emimonte, Achaia, Macedonia, TefTaglia.Le quali tuttechiamarono lllirico,& in quellemandaua noligouerni,& vffciali Romani. Imperoche eia nell'Illirico (come fi tragge dall'opere d'Antonio Schonchouio) il Prefetto Pretorio, Sergente della militia. Tre Capitani, l'vno nella Mefiainferio* re, l'altro nella Dacia, e il terzo nella Mefia fuperiore Erano due ConfolariJVno in Meda inferiore,e l'altro nella Dacia fra terra; Se orto Prendenti. Sotto il Prefetto Pretorio nell'Illirico erano due Dioccf, Macedonia,&IaDacia.LaCauallariaDalmatinateneua il quinto,l'ottauo,& il nono luogo nella militia.Etfotto il Sergcn* te per l'Illirico erano
Valachi,6cii Bulgari. Fra quelle fu
.
rfficii,edigm
Vna.
Lenone Palatina.
Honcmamnei-
^^tom Vecchi
Gli aiuti Talatini 6*
Secondari]
Lanciatori v4ugufti
t illirico.
Armati dheifle^giouami.
Saettatori Scelti
\nuitti Gioiti Ani
Minerai)
Lanciatorigioitavi
firmati aW-fifan^a
di
infrangibili
Legioni delle Contee. 8.
Felici
ZBurgaracefi
Scompefi
Vlpiane/i
Me
DE GLI SLAVI.
Meteft
Scceii di Theidofiani
*99
Ter^o cerio dell vf fidojlquale ha cura d$' Carriaggi nel quarto luogo le
Jcritture
,
*%aleftrieriTheodofiani,giouam
&
Scape/i
Cr edefi,che quefifoprafcritti Sergenti fieno i
Batteri de Soldati,
'
& hanno
J otto df la
ni t Ima
qui regiflrata .
V principe
line Numerarti) contatori
Vnfiecretario
Vn Coitore Vn zAgentc
Vnfotto Coitore
Rie e uitori
Glia Uri fono delle Cohorti, Squali non lecito f affare ad altra mtlitia yfen^a yna nota t che
xlica
.
laperfona
Conte
W JUlrico
CU
altri Tr efidenti hanno gli vfficii forni. gitanti del Trefidente iella Dalmatta .
Il Capitano
difponediquefte Diocefi
ftalia
Illirico
Primicerio de'Notari
Primicerio della Cajfa de" (jontatori
Africa
officio del Macflro
de gli Vfflctu
fortore
Sotto Coitore
Fabricbe nell'Illirico
'De'Sirmii
'Primicerio de
Rm; nitori
Scudaria&Acince
Z2
SCH-
i8o
ScudaradiCoruto
REGNO
Procuratore della moneta di Sifcio.
Trocuratori de* Serragli.
Di
SaIota
de/frme
comandamento dell'''lllufrifsinto
no
Dalla Pannoniafeconda y
,
trasferiti
tt
Salona.
Procuratori del Serraglio di Sirtnio ,
Dalmatia , da Spalato
PrepoflodeSaloniti di Dalmatid
"Prepoflo de Si/ciani di Sani a.
Dalmatia.
Origine diF{au
fa.
gpidauro fa
Colonia de* /(ornani
,
Queftfonoadunquegli vrncij,eledignit, che Romani tencuanoper gouerno dell'Illirico, e della Dalmatia. Nella qualprouincia rrrouandofi al preferitela Citt di Raufa del nome, e lingua Slaua,fola libera, & pi chiara, non pure della Dalmatia; ma anco ra di tutto l'Illirico, s per l'antichit lua-, s ancora per le cofe fatte da fuoi cittadini ne' tempi andati ho voluto qui infine dir fuccin ta mente la fuaorigine,& alcuna delle cofe pi notabili fuccedute quefta citt. Laquale(fecondol'opinionedi tutti gli Scrittori, che fin'hora hno fatta alcuna mtione della fua originerebbe principio dalleruine d Epidauro,che>comefcriue Plinio, fgi colonia de* Ronaan5&( fecondo che riferisce Gilberto Lansbergio al *
i
:
lib. delle
colonie
net
laSinohi; Geografica) nona Legione. Quella Citt fu etiandio molto nobil<-,cantica,e(fendo ellafc>ndata(come narrano nella lo Quando, &da ro Geografia Corrado Myconio,e DauidHottomanno quando chifu delimito quel gran Mole conducitore del popolo Hebreo nacque in quefta vita,chefu(diceManano Scoto al i.lib.dcllcCroniche) l'anno del mondo 2606. E fi man tenne fin' i rempi di Valerianolmperadore,l anno della falute 265-Nelqual tepofeorrcndo i GothilaTracia,e l'Illirico, rumarono in gr parte Epidauro.Onde alcuni iuoi cittadini, che erano pi com modi, per fchifare nell'alien ire la furia difimil gente barbara (come narra Michel Salonitano nel trattato della Dalmatia) fabricaronofopra vn alta,elcofceiarupe,diftac catada terra ferma in mare,c molto ficura per natura, & arted'ogn* incurlone terrcftre,e maritima^vn caltellucio.il quale poi nel 2S5
m Maria.
)
e fi cbia
fu
D
fu accrcfciuto,
G L
i
A V
I.
181
di
Probo Impera -
dor infettando pure l'Illirico, fecero quafideiolato Epidaurojchc fu poi (per teftimonio del Salonitano) abbadonato del tutto, quado in quel luogo appar il Dragone, chiamalo (come fcriue S.Girolamo nella vita di S.Ilarione Abbate) BOAS,-perciochedeuorauai buoi,vccideua li pallori, &infecaual'ariacolfaro,habitando in vnacauerna molto profonda ,la quale hora fi vede nei mezodi Epiduto :&fpoi arlb da eflo S.Ilarione, in torno l'anno del Signore 360. Filippo daBcrgamo parlando dell'origine diRaufa al 9. hb. liberamente confella, che quella fu fondata dai cittadini di Epidauro,aPhora,che quello fu dellrutto da' Gothi 3 del 45 3 .il che quanTifteflo afferma etiandioCoitannncPorfirogcnito, il quale
nel libro intitolato
4'Epidauro.
IMPERU ROMANI,
i
Raufanelleguentemodo
nome dal
1
Saffo, che
-^
m 1'
.
dach
per la mutatione della lettera furono detti Raulei: quali prima fu ronoEpidaurij da Epidauro citt, laqualecol rellante della Dal-
prefe quello
rnana ruprela da gli Slauini;e 1 cittadini parte furono ammazzati, eparte menati in cattiutt. Quelli, che fuggirono da quelle ruine, ritirandoli ne'luoghi eminenti, fabricarono vna terriciolaja quale poi accrefciuta,cin!ero dimura,chetirauamezomigIiodicircu ito. Li primi Autori di quella furono Gregorio, Arlatio, Valentino Arcidiacono, &Fauentino pretedi S.Stefano. Sono fin' quella mia etanni cinquecento, dopo che partiti da Salona , fabricaronodettaCitt. Nella qual' pollo s.Pancratio, nella fudetta Chiela di S.Stefano la qualehoggi fi vede in mezo della ci tt. Quelli Rau
feiaftrettidapoco,&llenlepaefe,con maggior lludio attendono allemcrcantiet &i traffichi maritimi, che all'agi icohura de' campi.
l
,
.
v* ? rma
ta Laufa.
te-
"primi
mdat
* % &x&*taSe%e di coflam.
.
"Po'frogenito.
vole) del45p.
i
penetrarono in Dalmatia primieramte nel tempo di Maurilio, e Foca Impera dorr.vno de* quali regn del 5S3. d'altro del 6o4.0nde non pu
di Procopio, delSabellico, edi molrialtri Scrittori
elTere,
l82
REGNO
.
che minarono Epidauro, mai Gothi.I quali molto prima,che ven neS.Ilarione in Dalmatia, & ve
cifeil
Dragone d'EpidaurOjdcltruflfero quella ci ttj delle cui ruinc iiuoi cittadini (come vole il Sabeliicoquafi con tutti gli al triScrir. tori) diedero principio alla nuoua citt di Raufajnon del 45 3 co-
me credono
della
li
predetti Autori}
rrore del Do
elette circa
l'o
riginedi
^au-
j^UJei furono
in lega
tentarti
co'^a
.
Dalmatia Michele Salonitano autore vie pi antico di tutti loro) del 267. Il che ancor pi verifimilc credere .Imperoche quando che il Dragone del 3 60. fi trouaua in Epidauro,non v'era, ne meno poteua edere alcuna habitationej spercheegli infetaua l'aria col fiato 5 s ancora perche S.Girolamo dice cheammazzaua non cittadini, maipailoridiquelluogo. Ondcbenifhmo fi feorge, che in quel tempo Epidauro del tutto era defolatoj & chei iuoi ci ttadi ni gis erano trasferi ti nella nuoua citta di Raula Circa la cui origi ne etiandio il Doclcate fa grande errore , mentre egli vole, che Paulimiro Bello venendo da Roma ila flato il primo,che pofelefucfondamenta.Imperoche,febenen fi pufapereprecifa mte la ve nuta di Paulimiro in quefle parti della Dalmatia,fj sa nodimeno, ch'ei venne dop l'anno 900. quando cheRaufa( come qui appreflo diremo era in buon ilato Potrebbeben edere, ch'egli i'hauedeaccrefeiutain parte, rizzata qualche nuouaRocca.' Perciocheli Raufei(comefcriue Michel Salonitano furono in lega coi Naren tani nel 88o,quandoquefli faccuano guerra a'Vcnetiani. Et accioche non paia ad alcuno,che queflo Ila vna fauola,& che iRaufei quel tempo fieno flati incogniti , vdiamo quello, chefenue di loro Giorgio CedrenoautoreGreco nelPEpitomedel rHiftone,ouecos parla: Hauendo(dicc egli) Michel Imperadore
, i
.
Butama hoggi Buda, jil editi cata,come feri u ilV olaterra no s dagliEgi*
Ui.
cofe,abbandonato,quall tutta l'Italia, molti luoghi di Sicilia,che a ttencuano all'Imperio Romano, erano efpugnati,& fatti triburarijde'Barbari di Cartagine.Oltreci gli Scuhi, che nella Pannonia, Dalmatia, & alni paef drentohabitauano,dicoli Crobati,Seruij,Zachlubi,TeibuniotijCanaliti, Diocletiani &Rautani , fcuotendoil giogo dell'Imperio Romano , a cui perii pafTato furono foggetti, fi poicro in libert Con la qual occahone Agareni di Cartagine,crcando per Capitani Soldano^ Sabba, &Calfufo,h uomini nell'arte mari ti ma efferata ti di mi di tutti,con trentafcinauiadaltaronoi luoghi dcirimperio,& prefero molte citt della Dalmatia , & fra quelle furono Butama, Ro*
quefte,fi
tutte l'altre
,
.
come
fa,
DE GLI
/a,
LA
I.
183
Cataro eCpu-
^Cataro
inferiore. Ilchciendolorreuicitoprofperamente,(i
pofero poi ali cip ugna none etiandio di Raufia, capo di rutta la gc tc,cla tennero ailediata lungo tcmpo# mentrequclii didentro vaio roiarrienteloro fecero refiltenza.I quali vedendoli hotmai ridotti
alPvltimo pericolo, aflrettida neceihta
geme
mandarono Ambalciado-
riaH'ImperadoreMichele^dimandadoaiutodaluijaccichelag. xcChrifliana non veniiTe in potere decimici del nomcChtilliar 110. Ma prima chearriualero i detti Ambalciadon a Michele, egli pafs da quella vitaj&gli fuccefe Bahio Macedone. Il quale accol Igratiofamente,&c molta atttionevdi gli AmbaiciadoriRauieij&eflendo tutto comoilo alla cpallioneverfo di lro, poleiti ordinevnaarmatadietonaui.&datolain gouernoNiceta Patri uo,& Ammiraglio del mare , huojrjo /ingoiare per molta iua pru.
,
mentione etiadio
il
^ aufa ^
zon.al 3.
.
Tom \
R au/eivanno
conjltmopol.
ri
ir
__. , T^iceta
Tarn
_,.
tioyienenaiu
denza,cognominatoQiyfa>Iomad concia
li
Barbari. Iqualiper-
todi^aufa
feuerandonell'aiiediodiRaufa,e intendendo daalcuni fuggiiiui chegliAmbafciadoriRauleierano andati airimperadorc,& difperandofidi poter cos in breaeefpugnarequella Citt, perche dubi-
tauano,cherimperadore noie manda (Te occoiio, fi leuarono dal l'afiedio. Et naui^ando in Italia quella parte, chehoravien detta t -ri ^ J-ongobardia,preferolacittadiBan, & mi 11 fermarono. Ondepoi a man a mano aiTaltandoi luoghi vicini, s'im patroni tono di tueta Longobardia;& finalmenteoccuparono tutto quel tratto , che
?
1
ri-Ni-^,-
'
Saracimoceupanotaiongo* b**ia*
lUdimezoiin*Roma.MaliCrobati Seruij > &: altre genti di Sci thia,chcpoco f,habbiamo racconta te, vedendo come le cole era* no pallate in Dalmatia, per l'aiuto mandato da Bafilio Imperadore, per mezo de* loro Ambalciadori di mandato no dall'Imperadore,chcdi nuouo gli riceueflefotto la pr ttetione di quell'Imperio.
vi
J
Crobati,&
^"/"^
go
uerno huomini della loro medefima natione.Ma quegli Agareni, chehaueuanoaflcdiatalacittdiRaufa ,difcorrendo per Italia ,e quella confumando con infiniti danni, che vi faceuano; Imperador volendo (cacciargli, & vedendo chel'armata loia, che haueua Oryfa, nonera fufficien te per quello, domand aiuto da Dolicho R di Francia,& da Papa Romano, acci chel'aiutaiTeroad eltirpa re da quei luoghi vna gente s crudele,& empia. Fece appreiTo in ren deregliSlaui,chedilbpra habbiamonominati,cVaIliRaufei,che
furonoallcdiati.chein quella imprefaraiutalTero.Et in quello
Ba
{o ltnp ^
crca amte
stau
f.
tua.
modo
184
NO
molti v ni te
cito.EtelTendoOryfa molco pratico neIlecoiemilitari,fubito fu efpugnato Bari. Il R di Francia hauendo dato rotta nella giornata a Soldanojlo prefe viuo, e men feco co quegli Agareni ch'erano reftati. Etqueftofinehebbela pnmaimpreia di Bailio in Decidete. La gentede' Raufei,& altri Slaui (lette poi lungo tempo in Lori gobardiafottolacodotta di Procopio Protoueitanodi Bailio Im pcrudore,&Capitano de gli Siaui,& occidentali; ilcjualc hauendo
,
con
la fu a
gente fatto
veci fio ne
Traci , fu
fei
habitato da'
Tartini gente
guerriera.
da nemici vinto in vn facto da rme, fendo ila to tradito dal fuocpagno Leone* &iui perirono molti Slauini, &Raufci .Et fino qui parla il Ccdreno.Ndouer alcuno marauigliarfi, che iRaufei tati fccoli adietro fiano (lati di qualche nome, e m adirne nelle cole del la guerra. Peroche il paefe,che hora po(Tcggono,ctiandio innanzi la venuta de gli Slam in quei luoghi, produife sepie huominiguer rieri: (endo (lato prima habitato (come vogliono Dione, &: Mela, & de' moderni PranceicoBaidelli a & Abraam Ortelio nel Teforo Geografico nella dittione Epidauro)da'Partini.I quali combat
terono
etiadi;>
era in fiore*
mani
Difefa,cbe
fa
nimici.Ilcheprimo fi vede appreffo Dione Niceo, ilqualeal48.1ib. dice che nel tpo di Pompeo nacque tra gli huomimd'Epidauro, ch'vna citt de'Partini, vii certo tumulto, che fu dopo alcune battaglie fermato da Pollione Et della gagliarda difela,che fececontra Romani Retino, (come lo chiama Plinio) Rata neo Citt,lecui velliggia hora fi veggono
e tafhora gl'aiutaronoctrai loro
.
Cauo Cum ano, ch'eli territorio de'Raufei,al 56. li. cosferiue Hora menticene le cole paflauano in Roma di quefta maniera , quei Romani. checon Germanico eranoandati fopraRetino Cic tdelIaDalmatia, furono moltodanneggiati. Che inimici ftretti da coiloro, per lo numero grande,cheerano,poiche videro non cfier badati ti refi fiere, mifero con arte il fuoco nelle mura, e ne gli edifici ad elle vicini; hauendocon gran diligza operato, che n
poco nafeofo Ethauendo fatto quedo , fi ritirarono drentoalla fortezza. I Romani, che non Lipeuanodi tal cofa niente, hauendo con furia dato Palfalto, volendo al primo impeto prendere & fac,
cheg-
E OG L
HS
E AkV
3 f
chcggiartogni co fa , ftcanduflero drento ali appiccato fuoco 5 n inai d*effos'accorfera prima, che trouatidofi d'elio tolti in mezo , furono ad vno diremo pencola pcECiochc dalla bada di iopragli
;
uagliaridlfaoco,ah^en^,ncrafciiroilfcrinarfi,hpo(cuanofet
zagraupcricolo quindi colli, e kluarfo&volchd&hifarei colpi dctTarmre tirate loro contra,erano cacciati verfo l'i n'ecndro; & ritirai*clofidaluoco,eraBQ tutta volta dall'arme
tirate
pcrcofsi$& nel
Qiiefta
dunque
fu la fortuna della
&
alcuni pocbitgittandofopra
facendoli in
fiamme di que' fuochi i corpi mortal gaaifa.il pauo quali come vn ponte quindi fug,
gendo fi tal arono. Quello nccndioin tanno crebbe intanta forza, che
nmmo coloro,
flati
qua
CefAre
in che ilimaiono
^U H
no nel trattato dell'Illirico,: ouddke,chc celi ri prendendo vn gior no nel Sciiato la dapocagrhecji Marco Antonio,airinc6tro fi glorio di hauer egli col valorfuo loggiogati (fra gli altri Illirij) li Parti-
fio fi gloria di
n'u-plrtinf.
farmi
noin
mentione dicendo: Anitio Pretorein quel remon .pod'Apolloniajvdendo quantoera fuccelo in Illirico, &mandan ^ jio lejetterc ad Appio, acci l'afpettaiTc apprefo Genufio , egli il tcriodvcnac nel campo, &quel aiuto, che haucuadiducmila digiouentdc'Partinipiedueducentocauallbdepcdoniera Capitano Epicado, & de caualli Agallo , apparicchiaua condrrein
4.lib.de Dee. 5. fa
ailtt0
va*d*
principalmente per liberare! Baflnati dail'aiTcdio. Perle quali co f fi vede chiaramente, ch'il paeie de Rauiei produrle ( cojne s' detto ) fempre huomini militari I quali etiandio ne' tempi l vegnenti 11 inoltrarono per ta!i,viuendo iempre nellaJoro natia 11bcrtjnon ottante chealcuni Scrittori Veneti dicanoli contrario, cio che Raufa fi fcttomile a' Venetiani l'anno ps>8. nel tempo
Illirico^
.
Hf.ufei
fempre
y}jjer0 Uberi.
Vc>
J quali hauendofupcrati
netl
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dell'Ene.
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delPEnc.p.)
i
R
Raufei
G N O
loro co alcuni pri
i
mandarono PAfciuefcou*
y^ufa cQ*fed*
rat a con l'Impc
rio orientale
migentilhuominifotcomcttcndofial Oogcdi'Venetia^h*tl[ ho'. rafi trouauacon alcune naui in Dalrnatia* Maia quefftojkSa-bdli* cos'inganna*ImpcrochcinqucftotmpolaCitrdi'l^iii({a(comt il vede ncYuoi Annali)era confederata conBafilio Porfirogenito Imperadore di Costantinopoli, col quale etiadio i Venetiani era* no in amici tia,& il fudetto Pietro Doge ottenne da lai jcnciVci tani non pagaffero tributo ncifuoImperio.SendoaduqiitoiRatt Tei alPhora in amicitia dVrt s potente Signorino ha nettano dea
ili
fi
di' il Beri
fpontamraiattrnire
ucfcouo,& dc'nobili Raufei a i Venetiani ftata quefta Jnapcrfc*. che fendo i Venetiani in guerra con Narentani,Pietro Or(eoloDo
g di Venctia mand dieci nani guafttre i Confini dlf inimica. EtmcntrequeftevannoadcrTequirePordinelorodarOis'incontra no in vna naueRaufea aiTai grandej carica di mercatanric con alquantimercatantiNarcntani,&:dandoIeaflralco,iaprerero.Delthe
cheiendovenutalanuouaRaufa,dal Senato furono fubitoman, dati alcuni nobili co l'Arci ueicouo: acquali fu dato ordine (cme fcriucilSalonitano nel trattato della Dalma tia,& come fi trouanc gli Annali di Raufa)chc prima pregaiTcroi Venetiani,che non ht udo occafione alcuna di rercnirele cole loro, voleiTerolafciatan* dare liberala detta nauej&veddocheci non reufduaiCfeftirhOfc
rainprefentadelPArciuercouoioroproccftairerodivolcrnccorre^
rc>c querelarli con tra d'elfi innanzi alPlrnperadore di Costantinopoli , col quale come s' detto) alPhora erano confederati; e k
(
sforzi poflbili.perhaucreilfuo
i
Quefta ftai*
adunque la cagione perche Rauiciquel tempo mandarono alcuni loro nobili con PArciuefcouojcV: non per fottometferfi^ NUberi farli fudditi altrui, come vole il Sabcllico.
Il
volte
fi
sforza illuftrare,
.
vdehauer fatto in quefta narra tiric dc'Naren ra ni , quali non ceiTa di chiamare tuttaui pchi ladri Perche, s'io no m'ingan, co qucfto fa egli credere.chei Venetiani perfpatiodi 170. anni fiano ita ci quafi del continuo lTaliti,traUa gliaci,& ch' peggiorarti tributari) di pochi ladri. OrWlech riputano ne l'Imperio Veneto quindi s'acquilb, giudichino ci gli altri , ch'io me ne torno alPincominciato ragionamento di Raufa
i
pitoftol'ofcura
Come
La
DEGLI
SLAVI.
187
Laquale,come s' dcrto,sepre vi (Te libera; nda'foreliieri fgoucrnata pi che vna voltaioIa,quado chegl iitclfi Raufei, perhberarfi dalla tirnidedi Damiano di Giuda nobile Raufeo, co poca prude za (1 rilolicro accettare il gouernode*Venetiani:il che fegu in que ito modo,lecdo cheriferifccFracefco Serdonato nella Giunta fat
ta al .lib. de'cafi
1
de gli huomini
1
Illuftri di
Gio. Bocaccio.
diqldominio,ccapodelCotiglio,erinedencl paiazzopublico,& cragivsaza appretto quei Signori di crearlo d'anno in anno. Ma l'anno i2^odornKHato a quella dignir Damiano Giuda, huomo
jicco,edi grafie
smoMaefhato
1
ii-
animo
, il
quale guitata
perpetuo,&aliolutoPnncipe,eaiiicuratofi con guardia diioldati, compiuto lamio del iuo vfficio , ntioduflemahtiolamente nella
Cittmold huomini
cuni, che co vfare
li
doucua creare il iuofucce{fore, n volle vfeir di pallazzoj e bench ir nobili fi faceiTeroromori,equcrde 3 egIi nondimeno con la pru denza,edeft.rezza u acchetali tuttofando vcderechsci facef
uafolamente per riformare,eordinareilgouerno in gran parte cor rotto,e tor via le difcordie rcheeran hi nobili,&r ci fatto diceua vo ler deporre il goucrnojcVviuer priuatamente.il che gli era pi age uolmentecreduto,perchenonhaueua figliuoli mafehi Etperctie
f>reientjChe alcuni
i
no bili, & principalmentcla famiglia de' Roba affai copiofa dihuomini abbondeuolide'bcni della fortuna, e
*- a
**"&'*& f
amatorideIlaiiberta,parlauanolibeiamentecontraqueitaiuaTijannide,esfacciarcmenzogne,u^poteuano, ne voleuano inverti mode comportarla, diedefegreto ordine Gafparo Vngaro Capi-
nedTiranno.
tano
tener
.
della
altri
non cofturaano
temono
ri
Signori Raufei
fi
ce u uti
fi
cafa deBobai,
Tiranno, fecelor
faperefegretamcntepermezod'vn frate huomo da.bene,l'ordine, che dal Tiranno gliera flato dato.L'onde parecchi giouani nobi-
Aa
li, fi
i88
li fi
REGNO
,
Bobali,ealtriduefratclli della
medefima famiglia fra di loro fratelli, Volzo, e Domagna,tutti tre giouani di molto valorce di gradua ni mo dotatile il Tiranno gii sbandi, e poi parendogli ciTcr libero da ogni timore,comincifignoreggiare molto fuperbam
te,
-.
Piero Benefit
UberatorcdcU
lapatria.
egouernare ogni coiaiuoicnno lenza rispetto d'alcuno ,e col terrore de* ioldati teneuai Senatori, i quali non lafciaua maira gunare,e tuttii nobili a freno; &era gi continuato pi didue annuii quella maggioranza con efhemof degno, e dolore non folamente de gli Urani , ma de'proprij (uoi parenti ancora, ne' quali l'amore della libert, e del ben publico preualeua al vinculo della parentela .Onde Fiero Benefa genero del Tiranno, e giouane di r r T / grandeipiruo chiamati ncaialua legretamentealcuni principali aVSenatori,& altri nobili fi dolfedeirimpietdelfuocero, e troua
1 1
tigli tutti
concordeuoli,eprontiifuoidiiegni,cx:adiilirparla
che'l Benefla
ti-
come h uomo men fofpetto al Tiranno pigliale fopra di (e tal carico. E perche non vedeuano via
rannide fu delibera to ,
ficura da
p tere con aperta forza colorir il difegno loro,fi prefe per partito( tuttauiacontraal parere di Michele, e di Vito Bobali, che vo!euano,che i proprij gentilhuomini con le proprie mani, come cofa molto pi honorata , toglieiTero il Tiranno di vita )che egli che per altri tempi era dimoiato pi anni Venetia fare facende mercantili , V era conofeiuto dalla pi parte di quella nobilt , andaflelfotto pretelto di curarfi di certa fuaindifpofi rione
,
e di ri-
Signoriaj&pcr ottenerlo pi ageuolmente ofTcriiTe, che i Raufei acccttarcbbon per innzi vn Rettore Venetiano. Bench quello
ancora contradiccflcro i fopradetti Michele,e Vito Bobali,vecchi di molta prudenza, efperti del mondo, e de' gouerni di (lato, e padri de tre giouani, che s' detto eflfere itati dal Tirano sbdeggiati propondooltra Taltreragioni il pericolo di cader fotto*l giogo di ftranien, e diceuano efler gra vergogna quado poteano da f lreil honoratamentefuggirlaferuit,eviuerelibeii,fottoporfi ad altri: ma preualfc il parere de pi, parendo loro, che quella via fu Ile pi
piana, e men pericolofa.il BenefTa
la
premio delle fatiche, e ipefe loro accertato Pini prefa,eperconfigliodeImcdefimo Benefla, fccdo l'ordine porto prima
DE GLI SLAVI.
185?
prima Raufa parueifpedienteprocedercon l'aduna; e pervie co perte; & per creatoli in appaienzadueAmbafciadori fingendo mandarli alFlmpcradore di Collantinopoli,e diedero loro duega lee ben guerni te di arme,& di gen te,e fu impolto a cappelle fa ceffero quanto dal Benefica (il qualeconlemedeiimegaleeie ne torn
cafa) fufleloro impofto. Egli dunque tomatohaufa dille al fuo cero, che gli Ambaiciadori per palio haueuano trattarfeco alcune facende, e lo preg,chcfaceileloro vn conuito,che l'amici tia loro gli farebbedivtilit,edi honore. EDamianodiedelorodefina re, e fece vn belp, fto,eli tratten ne con molta fellah honore,&ei i vcrfola fera le ne tornarono allega!ee,e la mactina vegnente mudarono inuicare il Tiranno. venire alquantodiporto in galea, Sci dell naie con loro,e vederci fuperbi,efontuoliprefenri, che il Senato Veneciano mandauaairimperadore. Eteglinoufofpetcado d'inganno perfuailone del genero accetto i'inuico,& nell'andare a galea gli Ani bafeiadon gli vennero incon tra , e l'accoller a grande honore^V come egli fu im barca to , lopracomiti facendo iembianredivolerandarein altro porto,feciono falpare l'ancore, c vogando per mare a remi li decollarono dalla citt, & come furonoallontanati alquanto il Tiranno flegaco, efaccoprigioilc.il quale veggendoffuora della Signoria, e della libert, e ridotto in forze altrui,dolendof cielo della perfidia del genero, & de' Vene. cianite tenendo pi tcfto memoria della perdura grdezza, che del lVfricio di buo Chrilliano, mollo da dilperatione, percolTe pi voi tesi fieramence il capo fopra vn legno della poppa della galea , che trapal di quella vi ca, eand . definarefr morti $ e il Benelia torn con le galee Raula, oue i congiurati intefa la morte-dei TiranhOjgridaronlibcrc, e'1 popolo mii facco il palazzo, eia robba del Tiranno, e fi raccolfe il gran Con figlio, oue perfuafionedel Benefica, contro al volere de'medefimiBobali,i quali s'oppo fero alia fcopcrca,cvoleuano che iproprij nobili Raufei ripigliaile ro il carico di reggere interamte lo (la co fenzainteruto, mefeoJ lamencode Foraltieri,f accettato, non volendo le buone perfone
i
Damiano
s
inda,
ammazzata
""-
J"*?
prometta fede, per Rettore l'vn de' due finti Ambafciadori,che fu Marco Dandolo, con patto, che n pteflefarcofa veruna lenza laputa,e ordine del Senato. Eccifegu
mancare Venetiani
della
fecondo alcuni, nel i262.&lecondoglialtri.,nel 1215. Quella poca prudenza de'Raufei mostrarono dop alquanti anni
i?o
Firmimi cbiaItcrno
/i,
R E G N O
al ca
Luche-
per
cbeful'an-
0.1303.
gouernoi Luchefi. Ma Rauiei quello Rettore Venctiano,a.entre frette fra loro, non Iafciauanohauere( comJ detto) alcuna poceda (opra lecoicpubliche,-npoteua tenere picche quattro lei tutori, non Birri, non toldati.In (omnia era tanto poco itimato,uie trouandoli egli vn d nella ChiefaCatedrale,vt fu aliali to con l'armi da vn gcntii'huomo di cala di Saraca 5 & ben che egli pi voi te
di ci
fi
venuta di quelle quattro galee Veneane, che i Raufci condulTe xo per liberarli del Tiranno,hanno fcrittomolrecofefauolod.Fr
i
,
.
quali
il
Sabcllico
.
che
Tomafc Monlu
alla
ErroreddSA*
bellico'
luarefidenza
r r\
Rauia.Que mipa re,che egli duccofe voglia inferire: vna, che Raufa innanzi fi a Rata fotto il dominio Veneto, &ail'hora era ribellata .-altra 3 che quel tempo , quando Vennero le dette galee, che fu attorno l'anno 1208. quella Citt era si debile, & disi poche fot ze che a l-la venucitta di
3
^^^r>
ta di
s'era refa.
ImperochelaCittdi Raufa gi dalprincipio femore fi coniruo vergine nella fua libert. Etquando vi vennero le galee Venerianeerain tal 'e (Te re, che hauerebbepotuto facilmte relilterc no purea qile,iiia (ecifuflero Hate an'eorpi checento co
tro egli s'inganna.
me gi feceinnazi
5o,anni,defenddoli valorofametectro l'armata de'Saracint di Cai tagine.l quali partdo da Rauia,e occupado alcuni luoghi inPuglia, l'ImpcradorediCoftantinopoliman d contra di loro cento naui armate; ma vedendo che quefte non erano ballanti per refiilere loro, dimd aiuto (coniedifopramo
3
quali ieaqucl
poco nome, come fcnueil S&bellico* nondacredercjche^n'ImperadoreCoftantinopolitanofi farebbe degnato ricercar loro per eofa veruna. On.de chiaro Ita, ch'il Sabcllico siiti queftojuogo, come anco in molti altri, doueparla di Raufa, reit molto abbagliato: f per quelle cole egli non ha
more [di Ce/a
re
come fuol dirfi l'orecchia altrui Come fece etiandiod no Uri Celare Campana, il quale al 5 .libro del 2. voi.
fcritto,
per grattare
Cubana,
DEGLI
Jcil'armae del
SLAVI.
i
15)1
ErmediC^^
-
tempo voleflfcro, loro aiuta re 5 affermando d'efTerefifsol uri pi rollo andare lotto l'Imperio Vcnet>chc degl'Infide! i. Ilchequanto egli habbia detto contrario al vero, io poflono tcitificare fedelmk-
fono tFouauRa-tifa,uenappa ri ali noia legro alcuno di paura 5 ma ancora l'iilefla Signoria di Vcnetia meglio di niun altro: non eflendo vero, cheta Republica di Raufa^n per mezzo di lettere, n per Ambafciadon>nin alcun
fi
altromojdoricoffeiqiiel terapo^nonpurall'aiutoloro,
manan
0 dei Rxbdi SpagnaindclPapajda'quali altres in quella ccafo tic hkurebbe fatto ricorib. Dico non perche non lo farebbe in ncefsittalc, flcura,che almeno per ittKfeflepfopirio la fccor'ferebbonoj ma perdhciRau^ierahotertifsjmijchc la detta armata, no iIonVeniuaa'danilbrojmachenancoeraprentrarcnclmar Adriatico. Egli ben verotch'eifendoil (paria lafama ch'il Cicala era mandato contro la lorocitt> o contra i Schochi di Segna, no poteuanocfsi (fi come di ragione ducuano fare, & fecero ancora
,
iVcnctiani,& le marine di
Sicilia, &dlRcgnodi
Napoli
fc
non
fcr Ogni buon fifpcttoflar alquanto pi vigilanti. Si chemi perdo ni il Campana^che fece erro rea (cri uere per vero quello, chenon <r caduto mai in pehfiero dc'Rauiei- La citt dc'cjuali fecondo l
varietdc'tcmpijCosetiadio prou varic,cdiucrfcfortunc,& rieb-
be guerra,& fu in lega con molti Principi, & a quelli ne* l'oro bifgniioccorfek Etcjuantuquela memoria di molte col fatte da fuoi Cittadini quali cftinta,f sa nondimeno, che l'anno 1075. Bodi-
^SBodino f*
guerra ali* at
f
**&*"'
no Re di
***"**'
Nel qual tempo Raufei allargafono etiandioiaioro Citt . Eteflcndo Roberto Guifcardo Duca di Puglia in guerra con AlefsioComncno Imperadore,e co' Veneriamo laCittdi Raufa con alcune altre della Dalma tia ader Roberto.IlquaIe(comcicnucBaldalarSpaIatino nell origine diSpa lato) hebbeda* Raufei duegalec>& da Spalatini vna.Etazzuffatofi con l'armata d'Aleflio,econ la Veneta predo Durazzo, occor iz che la Capitana Raueas'attacc,& venne alle mani con la galea
egli faceua loro quella guerra
i
1"/ /iw
Ifo^cJdl!
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ari 6 Ri o a a
modo,
tcfattrmiil io
bene, evalentemetclemaniidi
poppa,voieua ycciderel'Imperadore, ma dal io Capitano fa rucnuco,il qualevedendo ci,giid ad ahavoce dicendoci on faro; che. coitili e filipendole Guerreggiarono poco dopoi.Rufeic
Hjufa few
guerra cTty*
Narentani per terrai nel U4$.rupperorarmatadiMroi1auo fr* tello di Della Duca di RafsiaPogiize, ehehoggi il chismaporto r emanide'Raufeun Albania. Pano rotta k Miroslaii DuNel jjtfo. guerreggiarono con BajicJi R^alllioiu chiamato Ba ca di nafsi*cr no di Bofna^elo ruppero nella giornata Trebincrf* Janiio 1255. jll Baso di Sof na. diedero dieci legni in aiuto di Ranieri Doge di Venetia coli rra Gs Vanno in aiuto nouefuiella guerra d'Acri; & fecero noui accordi con Michele Pa* de Venetim kologo Imperadorc di Coitati nopoli .Et eitendo in guerra Piefcn contra Geno* tufi. Rd Aragona con Carlo d'Angi RdiNapoli , i.RaufeiaimaroSoccorrono noi! R Pietro,& hebbero molte gr a ti e dal :R . fede ri co fu o figliTietro l{ di ^Aragona uolo Etl'anno i 320, hebbero da Andronico Imp. molti prilla no molti pri leggi & gratile in particolare furono fatti eflentidi tutte le gabcU hdezgi d* Anle, & g a uczze per tutto il fuo Imperio. ... , dronico Imp, 1 Guerreggiata) Nel 1 $ 1 2. G uerreggiaro n o 1 Ra uiei co i figliuoli di Braniuoy Si ton Signor di gnor di Staglio* &.con gli Vfcochi di Dalmiiio. &nel 1^58. fece;Stagno l'o confederaiioneco.il Lodouico R d'Vngaria 5 & dop queir hebbero guerracoii Vlad'iilauo Contedi Vfciz, &dop con Niin
1
.
!
:
colo
Baldafar Capi tono del Duca;
--
Aitomannoluo nipote.
1
.
361 comincilaguerra frRaufei , cVCacarinij quella dur, h feron molte vecifioni da vna, ealtra parte.
Nel
& mmi>c
f jtu&' rotto
ila \aufei)
Matteo
di
Cior
g, dtCenoefijCbe
in aiuto
dop Nicolo Caboga mandato dalSenato re, uppcBaldaiarCapitanodiLodouicoDuca d'Angi/chexor(eggiaua in Golfo contra mercanti. EteiTendo in guerra Venctiani'con Genoefi,Raufei mandarono in aiuto de'Gciiocf due galee con Matteo di Giorgi, il quale fi port tanto bene in quella imto
i
wa.
Tfoue
fr-
Baroni
(fi
ani
prefi
daKi'.Jfi,
W'-nati
&
mar
jeglia.
grandemente la fua famiglia di Giorgi y dc egli in breue tempo i guadagn vu nome eterno. Onde dalla Republica .Gcnoefc fammeflo alli fuoi no bili, come il vede pervn priuile* gio,chc ancor fi trouaRauia da quelli di Giorgi. Et faccheggiandoi lidi diRaufa due galee del Duca d'Angijfuronaprefcd'Rau li al, por io di Giuliana,nelle quali furono noueBaroni; per rifeato dc'qualiCatloVI. RdiFranciapromifelordareducentomila duca ti j ma il Senato Raufeo gli lafci fenza taglia , & gli mand coti vna
prefa, che ili uftr
DEGLI
v
SLAVI.
m
Hftu/ei foccorrotto
vaa galea in-Marfiglia. Nel r$98.inpp gli Spallni icaceia*oBp li loro nobili >in aiuto de'quali* Raoiei mandarono alcune galeey& reter l&Republica
a'
U nobilt.
dispaiato.
No bili.
Sono inguerfa con ROfiaia.
Nel 1404* Oftoia ELdiBolnamoflc guerra a'Raufei I quali do* p (ci anni lotto la condotta d'Andrea di' Volze ruppcrovifta di Curzola noue galee di V uJ ad i ila uio;3fc idi Napoli ^ehe giuano Cataro infaUOrdiOftoia ftdiB.>fna/&: nel
^di
141 }.Scacciaroqq^daCaixola,iLefi a^lM^c Brazza i preidij Charuoic VuchcirfoOtura di Spala tofd stttpadr olirono di det
disiano
R di
Napoli.
Sc'acciau'lpre
fidio di
teIfole$leqiiaiipoi;capqditre, icpawfoannicotofgnaronoa
Cbar*
di
.
VuladiflauoAroialCauahere4i Si^vtooJndo Imperatore, & R <l'Vngaria.&nel j4$(>.Gut'rreggiartnoiRaufeican RaQfauPaulouk^^ odrCanalr. Etnei 1444. fecero lega co' PrincipirItPonente,& mandarono due ga;
uoie
Duca
Spalato
vicb
Sono in lega co
li
lee
VarnacontragririridcIi..& nel
Princpi di
145
Tonente.
Stefano Caffa-
Iquahdopo
fudetti
1464 entrarono
in:
Ec eflendo in guerra! Papa Giulio fecondo co* Ve* letianiji Raufei aderirono iqueftt 5 comandarono loro due naui
ir>fc)elt.
ciafguerrtl Raufei
Duca di Ferrara;
la
&'li
chemanreneuano
Fra lanoso C*
ualiere di
di pre/o
Duca, & nel 5 is>. mandarono con l'armata Andrea di Ceruafcacciare fra lanazo Caualiere di Rodi , che moleilaua i Lididi Raufaj & gingendolo fuora di Rodilo ruppe,cfcce morire. & nel 1539. Eflendo guerra fra Turchi, e Venetiani, iRaufei con mol le rtaui lruirono alla lega, & moftrarono gran valore a Pjeuefa. Etnei 1559. molte nauiRaufee andarono in aiuto del RCaco4i
famiglia d'Elte/occorfer
Role
da
galee
Raus
/e,& morto.
& nel
l\C albo
venne l'armata d Solimano R deTurchi fotto Raufa,& furono galee 120. & li Raufei dubitando di qualche fraude del bar baro, s'arma ronojtendo Rettore a Rauia Pietro di Giacomo Luecari.
liso.
& nel
Enchan Sagia
co ributtato va
loro r amenie
Enchan Sangiaco di MuratRdc' Turchi accompagnato da gran numero de'tuoi,venne a confini de'Raulei, cercando co
1/90.
da
Bb
Raufei
effi
i?4
cisi
G N O
di gente,qiiclla
all'incontro
diederp Valudi
ralaCittdiRaura.Laqmlene'cempiandanjquafidopocheffQn
data,f etiandio ricetto di rutti
i
miferi;& tei
fi
pufrccommoda
c(lcmpijqu.a/ infinitivo
nandimeno,per non
cfl'cretedofa'Lct
tori,nedii pochi.
Il
poa
con aiuto de'Raufei nel Regno 5 e .vend loro h trelfoleda Plinio chiamate Elafite, cioGiupana , Ifoktdimezo, &Calamota. Dopo quello nel 107/. fi falciarono Raufai figliuoli di Braniflauo,perfchifare la rabbia di BodirtoR&Ioro parente. & nel 1161. la famiglia di Ncmagnafcacci dello ftaio Ra'ddflauf Contedi Zcnta,licui fratelli fi ritirarono Raufa. & poinel /jio* morendo Stefano R di Bofna, cheall'hora fi chiaitiaua Conte, li fuoi figliuoli furono /cacciati di caia 5 V il maggiore detto Stefano con la fua madre Ha bella fi ricouerRauia,doue s'allen focto le
J u ]to ,
fu rimetto
difciplineGreche,eLatiue,&f col mezo della ufcirreftnutond Regno di Bofna.Onde nel / 3 5 5. vend Raufei Stagno con la Po ta.Etdel i$/j>.fuggRaulaDabifcia fratello di Tuanco R di Boll na,co molti Baroni Bofhefi,&li Raufeigl'impecrafoaopoilagra
ria
appretto
il
fratello.
Nel il96. Sigifmondo Imperadore, 6V Rdi Vngaria fuggendo dalla rotta, che hebbedaPaiafitR de* TurchifottoNjcqpiolveneiaufa,&airhorafeceil Rettore di RaufaCaualicre dd Rdi Vngaria.'&da'Raufei fu poi condotto Sibcni.co cle loro galee, delle quali era Capitano Volzo di Biagio Bobali,fenatore a quel tempi molto graue,e nelle cofe militari molto efpcrto, il cui vaio* re, & la molta prudenza ammirando Sigifmondo, fpeflb l'in uii* che volette venire lieo 1 u Vngaria ma egli s'ifeus di noapoierlo fare,per rifpetto della molta fua vecchiaia .Nel 1 440. Giorgio De fpotdiSeruiaconvna galea Raufea fuggi da AntiuariRaufaiEt ancor:
DE GLI
perare lo (tato.
bA;V
[.
i?f
ancorch Murate lo dimandaicda'Raufebprimafaceridolorodi molte promede, & poi aggiognendo maggiori minaccie^i! Sena to Raulo nondimeno lo faiuo,c porlo mand in Vngaha ricuNel 1451 Vuladiflauo figliuolo di Stefano Coflfacia, fuggendo dalpadre,fi lluRauia l doue venne dop quattro anni {cacciato da' Turchi Tomaio Paleoiogo Defpot di Magnefia Et nel i^62.Gifrnondo Malateila {cacciato da Papa Pio 2. fi rico uerRau(a;& volendo pallai- in Leuan te per portare l'armi de Turchi in Italia fu fetmato da' Raulei & creato Generale di tutto lodato loro. L'anno poi feguentehauendo li Turchi prefo,& occupato il Regno di Bolna, Catarina CoiTacia, 8c moglie diTojmafcgiRdi Bofna fugg Raufa, & quindi and Roma. Et nel 14S1 PaiaftTurco per mezo di Hefibeg Sangiaco fcaccidelio ftato Vuladiflauo * & Vulatco figliuoli di Coriaria, &eili li faluarono Raufa, & da quei Signori furono molto foccorfi. Dop quello l'anno /// J.Pietro Soderini Gonfaloniere diFirenze fuggii Raufa; e con tutto che il Papa Giulio2. lo domand pi voi te, il Senato nondimeno lo ilu litici anni dop quello haudo Paiaft R de' Turchi ammazzato Iuan Zarnoeuich Duca di Mon teNegro , Giorgio Ino fratello s ricouer a Raula ; oue poi venne ancarailfuoZioStefano.Iqualidubitandoafla^cheda'Raufeino fuflero dati al Turco,voleuano fuggire nafeofamte da Raufa ; ma non furono pcrmefsijie non che parti iTero con molta loro fodisfatione. Vltimamcntel'anno 1/70. ffaluata da Raulei la Galea Ve- _, lieta chiamata Trona,la quale fndo iguitata dallegaleedi Cara faluaudat^u cofa Capitano de'Turchi, iRaufeilariceuerodrtoallorporto,-& /*' poi con buona fomma di danari acchetarono elfo Caracofa , il <jualenelprincipiominacciauadi voler perci minare tutto il loloftatOjComeferiuePietroBizaroal z.li. Finalmente l'anno is~js% defiderandol'ImperadoredeTurchinhauere alcuni Sangiachi,&
, ,
.
altri fuoi
rimafti in potetti,
de gli Spagnuoli nella rotta dell'armata 5 i quali ancor efsi bramofi dicauar dalle mani de'Tutchi da 60. nobili perfonaggichriftia
ni,che erano fatti prigioni nella prefa della Goletta
,
Gabrio Cerbelone Milancfe, li rifolfero ambe le parti non trouado altro luogo,doue commodamente,& con tanta (curezzacom fnunc li potelTccos Iodcuol opera elTequire ) d'efferc vn tempo
Bb
in quella
\9*
,-R
N O
Q
i
fiderti pri-
mezo della fala del Configli*? grandetti del Rettore Giugno di Bobali, pedona riputata >e molto
pratica ne* fatti della Republica, rihebbero la loro d&iidera tJi ber-
Huomini
Haufa in arme .
di
itluflri
Vita di Bobali-
Micbele Boba
hauendoquella fodisfationericeuuto , che poi ciVfctxua d loro non hceflato di predicare,daqueito Sacra Senato^ E cquefto badi hauer detto,per moftrare, chela citt d Rauia ickn precitata refugiode'mifcri mortali, in feruitio de'qua-U fpeil.poie nihio etiandio la propria falute.Ncl chei Raufei moftrarono.iempregra de animo ; e non pure in quefto,ma in ogni altra profeione, che fuole render illuihile Citt. Onde e ne' tempi adictro,ene' preferiti giorni fi vede,che quando coltoro fi fono applica ti, all'arte miii tare, allo ltudio delle lettere (dalle quali due profeflioui principal mente foglio no renderli k Citt ili uftn) fono marauigliofamen te reufeiti. Et 1 jfeiando horaadietromolti hucmini Raulei,chercu* icirono in armi , dir fola me tue. d'alcuni pochi Etprimo di Vita di Bobali, il quale nel 887. e (fendo Capitano d'alcune naui dc'Nrentani, quando che qucfti ruppero Tarmata Veneta, eammazza* rono Pietro Candiano Dogcjs'acquiftgran nome.Imperochefo prauenendo egli tempo con le lue naui,fu cagione chei Narcnra
ta,
.
A coftuiieguitaro*
11
&
Marino di %e*
Si.
giornata Trebine Barich R, all'hora chiamato Bano diBofna, liber la iua patria di mol teoppuefiioni;& altro diede ro tta Ne magnaDuca di Raiha.Et dop diquelti fu Marino diRelfi,tI qua lefendo mandato dal Sanato Raufeo con al quantegalee, fcacci
ilprefidio,cheil
Mdtleo>&Ma nnodiGmgi-
DucaHaruoie tenuto haueua Lefina, B razza , Corzula & Lilia .Seguitarono dop quelli Matteoj.&JManno di Giorgi, quali per mezo del lor valore lluitrarono il proprio no, 1
Matteo
tari
CT
mC)ik quello della patria; Matteo nelle guerre de' Genoefi, e Venetiani; & Marino neU'impiefa,chein compagnia d'elfo Matteo f* ce contra i coitali del Duca d'Angi. Matteo, & Gioanni deLucca
GioannidiLM
acquetarono nome ctcrno,& refero grandiihmo iplendore alla loro patria. Imperochehaucndo am bidue fatto buontiimaieufcita nelle co f di guerra, Matteo fu fatto Bano della Dalmatia,&: Croatia da Sigilmndo Impcradore,&
ri
per
mezo
dell'armi etiandio
R di Vngana 5 & come fcriue il Bonfinio al 4. li 'della Dee. .) fu mandato dalli Baroni Vngari in compagnia del Vclcouo Tincn(
31
fe,
DE GLI SLAVI.
f,
15*7
Enrico Marcellino figliuolo di Voicuoda,&di Vuladiilauo Palocio primi perlonaggidi quel Regno, a condurre in Vngaria LadiilaofratellodiCaiimin^&Rdi Polonia. Gioanni fratello di Matteo faiTunto al Priorato di Vuranas&eiTcndopoftoalgo, uerno di Belgradi, nella difeia,che fece crra i Turch i,refc immortale il iua nome,come tefti fica il Bofinio. Ne Volzodi Biagio Bobali mi par degno d'ellcrlaiciato facto flentio,- il quale fendo in guerra iRauiei con Oltoia R di Boina, fu mandato dai Senato co cinque galce danni .dell'inimico* al quale brufciil mercato di Karcntccon tutti quei luoghi d'in torno, e fece di molte vendette. Fiualmtcd noiiri illuitrilfuo nome, & quello della patria Simon Fiori mio zio, il quale ltettc trenta lei anni nel Regnodi Fradi
i
Vol^odiBoba
'
SimonFlorj
buona
rcuicita nellecoiedi
Duca d*Alan(onequa(jfemprelo volle appreflo di s, & da Hcnrico , & fuo fratello Gajio R di Francia hebbe carichi molto honora ti. Onde Didaco Pirro Poeta ecccllentiilimo dilu
guerra,chcil
in vn luogo cos
feri Ile.
F lortns lliria y
r O*fortUfacts
egregim
rvirtutem
E xpert&tft duri5
zo
Galli* temporibus.
Huominifan amo
fejnlettere.
Non mancarono allaCitt di Rauiaetiandio quelli, che per medello itudio delle lettere l'arrecarono gran fplendore .Frquali
r
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Mm^mk^^mmmmmmmmtrit^
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i *ii
4Mplt)inBaiileala fepolturadi GioniTheologo Cardinale Rau ieo,dicui quel notabile legato, nel quale egli ci laida quei libri Greci, i quali habbiamo fentti mano. Furono appreflo lioCer-
fe0
uino Poeta cccclientifsimo , & Gioanni Gozzio oratore molto facondo>dc'qualifmentioneil Sabellicoal&.lib.diEn.x.EtGiorero Benigno Minorit, che faflai dotto, &lafci cene fue opere c ., - _, TV ^ ri- tt nella iacraTheologiaitampate. EtGiacomodi BonaPoetalatino
.
chamidISx
^e.
G,0r * io
Senh
1-,
gno Minorit.
cucomodiB
na *
molto eccellte,checompoievnlibro,c poema della vita di rioftro Signore molto bello. Et Matteo di Bobali , huomo per le lue rare virt non mai balta 11 za lodato. Imperoche( fra l'ai tre u m arauiglioiefcienze) egli fu dottifsimo nella lingua Greca$& da quella
1
Mattt0
bali.
di
Bo .
convn
itile
cerio,
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&
da' letterati
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nellalibrara
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R E G N O
clemcnte R4*
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Demimco n**
gnna Cauatie-
no j^jcoldiGo^
dine di de Bobali Poeta nella lingua Italiana, e particolarmente Slaua, eccellente 5 il qualcgi diedein luccalcuncfue opere fcrittc nella iingualtaliana.EtClcmte diRagninaDominicanochef piona dot ta nella facra fcrittura, & mand gi in lucealcuncOrmiic, cheda' dotti fono tenute in prezzo. Diqueflai (Iella famiglia viucalpre? fcnteDominicoRagninaCaualiercdi S.Stefano,& Poeta nella lin g U a Italiana non men, che nella Slaua, famofo Et Nicolo Vito di Goz huomo cpiutamete letterato, come quello che hafcritto,&
.
delMonafteriodiS.Giacomo apprcilo Rauf del l'uiS. Benedetto. Et Sanino il Sordo della medefima famiglia
tofea-
na lingua. Nandarpioltrcfcriuere in quella materia. Imperoche troppo farei lungo s'io volcfsi dire di tutti gli h uomini letterati, che ha hauutilacimdiRauia.il cui territorio (pcrcommune opinione) tira in lghezza intorno ceto e trentacinque miglia
incirca,e nella larghezza moitoftretto
5
e fra
l'ai tre
contiene in se
ifh
di
Ugu*
Stagno Citt da non difpreggiare. Sono apprcilo alcune Iioledi qualche con tofottopofte a Raufa > cioLagufta,Meleda,Giupana # rnez0) &Calamota. Laguila lontana da Raufa intrno j^Q a
j
di circuito tira in circa miglia cinquanta, abbon cento miglia, dante di tutti i beni della terra, ciodi vino, dolio, &di^rano,&
&
noWoU&La
su(*dal%cra
i
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huomini,cledonnealtresgagliarde,&alle faticheatte. Qucfta Ifola liRauii comprarono da Stefano Giupano, che poi fu incoronato R di Rama, & cognominato Crapalojcl qual' elfi mantennero iempreflrettaamifr,comequinnanxidircmo nella fua vita. Ondei Laguflani fletter fotto'1 dominio Raufco fina Tanno 308. Nel qual tempo regnando in RaflaRcVrofc padre di Stefano ImperadorediRallia, alcuniBaronidiqucl Regno acv cufarono li Raufei apprcilo il detto Re ,col dirc,chc quelli pofTedc-
nano vn'Iiola
.
fpettan te
al
Regno di Raffia ,
comprata Viole mand per tan to fubito auifareli Raufei , che nel aucnirelafciafTero cura lui di detta Ifolaj peroche la voleua riconofecre come cofa propiia.Ma da'Raufci gli fu rifpofto,che ci no erano mai per fare 5 pofeia che cfsi la teneuano legitimamente, per hauerla compra dal R Crapalo gifuo vero Signore. Onde VrofcreftmohoadiratocontraiRaufei;& mand (egre tamentc folleuarc i Laguflani,promettendo loro ogni fra nchigia, e libcrt
5
DE GLI
qual
fi
A V
I.
*99
AySc che appreiTo farebbono d'ogni hora difefi da quei R con tra
voglia Ior inimico. I Laguitani all'hora
non confiderando
piuchetanto, accettarono li partici proporti da* Rafsiani,& fi icoilarono da' Raufci.l quali, vdicoquciio,fubitamcncc cominciarono far' apparati di nauigli,&digccc,per ricuperatane di quelluogo.Ma Vroic fendo di ci auiiato, mand lor a dirc,che fi rimanei fcrodaquell'imprefa, al cri mente egli mandarebbe guafrare,& brufeiarc tinto il lor fta co .'Onde li Rauiei permancomal delibejraronoperall'hora non far'alcro. Ma non pafs molto tempo, che fcccropacc col derto Re, & egli rcn un ci loro tintele ragioni, che haucua fopra Pillola di Lagulca , raccomanda ndo al Senato RaufeoKfuoi ha bica tori. Iquali vedendoti inganna ti da'Rafsiani,di
communpareremandaronogliAmba(ciadoriRaufa,fupplican do^iel'crrore da loro quali petfforza commeiTojglivolefero perdonare,& accettarli di nuouo per fedeli, & vbidienti fudditij promettcndoche iarebbono tali perfempre della RepublicaxiiRaufa. La quale all'hot* accolfe gratiofamejite quella ambafeiata de* Lagullani,ein ol ere conferm, & ampli loro alcuni priuilegi. Meledaanticamentedetca Melita,& Mclligene, dilonghezza tiracircatrcntamiglia,cdi circuito ieflanta,& dittante da Rautorno trenta miglia. Quella ne'cempi andati come narra 'Appiano AlciTandrinoneirilhrico)CcfareAuguflovinie con gra guerra. Imperoche andauanoi Melitani fcorrendo,&rubbando U mare,& fece vecider tutei i pi gioueni , che nhaueuano ancor porlo la bar ba ,& gli altri Ctcc veder tutti ali n ca n to. Prod uce quefa in
(
*i
Mc ieta
piro ili, emolto potenti,- del grano non ne raccoglie fufficienza. Et ha da parte di mezo giorno, ouero d'Oftrovn lago d'acqua marina di lunghezza intorno a due miglia^ di larghezza manco d'vn miglio, edi circuito fette miglia, con vna bocca,onde entra l'acqua del mare,cos Uretra che con fa cadingreiToallcpicciolebarche.Etquando vogliono con l'op
,
Defcrittione
dpi
Lago di Me
leda-
pofninc delle catene grolle porte nel mezo di quella, il proib flc ctiamdioadctq piccioli vafcelli il paflfo.Etdetto ameno tago cin to d'ognintorno da pini faluatichi, da roueri,& altri alberici quali
Hanno cos vicini ali*acque,chc non folamte fan no ombra la ftachiiungo quello per fuo diporto patteggia ma anche (pedo s' ritrouatOjchcl'o liriche fi fono i verdi rami di quelli verfo l'acque indi nati , appiccate Imperoche queilolago con tienein f ote
: .
gni
200
gni
forte
REGNO
dicochigliemarine,&copiofo di pefee, niaifime d'Ora te,Varoli, e trigIie,ch'ecccdono la gradezta di quellcch e fi pigliatluoghi.Poi in vnfeno del detto lago scr^e vnp recioto fcoglio,fopra di cui edificata vna venera bile Badiale Monaftero
ilo in altri
Cogregatione di detto ordine monacale,perci Melitenieaddimandata,oueiomi foin fatto monaco. Quefta qua fi femprehebbehuomini gradi nelle lettere, fra i quali fu D.Macore de Bt bali; il quale,ltrachemeiJli t per l'integrit della fua vita hauere lo fpirno della pr fetta , fa ctiadio pedona molro dotta nella iacra feri f tura. Seguitarono pdi Chrifoftomo Caluino,chef fatto Arciuefcouo di Raufa,huom dotti Aimo nella Hebrea,Greca,& Latina lingua* & Bafilio di Gradi,epoi Vcfcono di Stagno, D. Gioanbatiftadi Giorgi, al psefeii
dei Padri di San Benedetto ncgri,capo della
te
Mcnze,D. Cornelio Francifco,tutti huomini di gran letteratura^ &diparicognitione della varietdellc lingue. D. Mauro Vxrtra*
ili
il
lingna la dna gli Annali di Raufa,&le vice di' fuoi Pontefici. Le quali opere, preuenuta dalla morte, non pot dannluce;malelafci in mano del Monfignor Chrifoftomo Ra> gninamodernoVefcouo di Stagno, &prima monaco di detraCil gregationeMelitenfe. Nel detto lago entrano allevolteOrfi mari* ni, & vi fanno gran danni delpefce Onde volendo poi vfeire nei margrande,nello itretto,doue hanno da palla recedono loro grof le reti; nellequali poich fi vedono caddut^&alTalitida'pefcatori^
quale
.
fanno marauigliofadifefa. Ma mentre ftanno rinchiufi dentro al lago,fpeiTb vengono lungo il lido,& fi lafciano vedere lenza alcut napaura 5 inoltrando con certi atti, che fanno, d'intendere tutto ci, che vie detto loro. Et perche io no m'ero trouato mai prefen tea veder qucftacofa, pcnamilafciauoperfuadere,chevn pefee
intcndeflequclchegliveniua detto. Matrouandomipoiin Italia nellaCitt di Pelaro,h villo, de conofeiutoper ifperienza d'eiTerc
ImperocheTanno 1599. fu prefovno di quelli Orfi,il quale al cunichiamauano Vitello marino,appre(fo Gaeta, &eferuato viuo parecchi mefi nella paglia, era portato in vna cada rxmolti luoghi dltalia L douc quelli, chehaueuano cura di lui, Tolendolo
cos.
.
moltrarad
cauauano da quella cafTa, doueftaua di notte ferra to,e lo poneuano in vn maftello grande,e pieno d'acqua. Onaltri,Io
dechia-
DE GLI SLAVI.
<ic
201
& fecondochegli comandavano, cos volgeua,hora fui dorfo,& hora fu la panza, & (opra l'vno,& l'altro
iaua perterraferpendo,
fianco. Etdomandandogli
la
mano,egli pqrgeua
il
piede d'inna-
cquai ha ueuaguiladell'occa*
Et quando l'interrogauanofcha-
ueua fame,fubito apriua la bocca, & battendo i denti , pareua che Voleiedirc de s.tenendo gli occhi filli nel padrone, il quale faceti* do villa alle voltedi volerlo percuotere con la bacheta, che tencua inmano,egliincontancntcmandaua fuora vnavocc,cheparcua fufle propriamente di perfonaairabiara, facendo fembiante divo lerlo mordere Etquando li diceuano che tornaffe , onde era (lato
.
non
Ila
villano, ludditod'efl
Monaci. Et
pre/ duole.
pchcCHIfcruefemprefi duole, quelli MeJitanifpcffosza alcuna giuda cagione fi leuanocontra iiuoipatroni , &quclli allevoltc danno di era trauaeli. Due cofe ho villo Meleda, chemi paiono j he 1 n r -i *i aegneaettcrepolreincarra :vna e che gli luoihabuatori parlano
Duecofenota*
bili* Melala.
Ce
inficine
ioi
-REGN
tano vnodaraltro,non meno chc^utlli^hcndparlarccfprimono le parole: latra,chemihfacto qdafftupire. Perche nel 141 a, occorfechenelcafalediBabinopogliein detta Kola vna madre haeua vn figliuolo vnico, chiamato Sciurma!o,& da lei amato tino
ramente. Coftu peruen Uto all'et Virile , pref la moglie , & fi parti dalla madre. La quale venendo vna fera alquanto tardi cafa del figliuolo, egli ferr le porte,perchenon potere entrare dcnncOrt de la pouera madre horrnai V'cchirella il coni nci pregarcene la*
i
'fubimte
che vedeua venire vna gran pioggia. Ma tutte quefteeofe non furono buttanti a moucr con* paflione lo fpietato figliuolo verfo la propria madre. La quale vcd^l do ci, fi volt imprecarli contra Tira di Dio, &fral altre, diflej fi come hora voi non mi riceuefte in caia voftra , cos Dio permetta** che nlaterraine il mare riceua Tona voftra Che volete altro ?More ^ crudeIefigIiuolo,&fcpeIitoauaniilachiefa diSan Pancratioi &lamattihaeguenteftroQato fuori della fepoitura, chela terrai non lliaueua voluto riceuer, il che fi vide far ancor li du* giorni fa
riceueiTeineafa; e tanto pi inftaua
,
guditi.
Ondef
fi
troaaua tutta
tranquillo}
minci turbrfi,equafi in quell'urtante lo regetto fra alcune ripe* oue quelle ofTa fi fonoattaceiiealla pietra in modo, che con difficuttfi poflonoindi distaccare etiandioconvn ferro bcnfortcjfl
Gpana.
proua.
Giupana
di
ifiUdi nu^,
che Plinio chiama Siparis Et vna delle nobili Ifole , che tenga il fenato Kaufeo } s perlaamenirche ella fi gode, s ancora per ia generofit de* vini, che in quella iv\ g ran quantit fi fanno
,
.
L'IioIa di
diCalamota,cdi Giupana Il circuitofuodi dicci miglia poco pi,mcno5& ella fi gode vn'ariapreciofa,&abb5da inmezodeU*
l'acque falfe,d'acquedolci.E
e lapi
la
porto perle naui, quella, cherifguardaverfo ponenre.Da per tutto nondimeno ha commo^ dicdificij,frcquen ti, e vaghi giardini, e le colline di vigne fono ri* piene. Qucfta nel //^^.haucndoamichcuolmentenceUUtedodU
di giardini,di palazzi,e di
ci
adorna
DE GLI SLAVI.
cigalccdi Papa Paolo terzo, delle quali era Capitano
di Aquileia,gentilhuomo diCafa
il
205
Patriarca
Grimana,f da glihuominidi
camouu
<jucllcmiferamentc,&empiamente(accheggiata Calamota le vna Ifola minore dell'/fola di mezo , men fertile, e meno habitata$ ma produce buoni vini. Gli h uomini di quelle trclfoleperlopiiieflercitano l'arte marinarefea. Onde (pedo allieticene pochi huominifi trouanoin quelle, egran numerodidne
imperoche partendo i loro mariti di ca(a,l 'abbadonanoairvolccsempiamcejche in dicci an ni, e quanto ftan nofuora, non le foccoireno mai,giou nondimeno ci! e con la uoro delle mani , che con tin u mente b o 110 e notte ranno campano la vita con molta honeita. Da quelle trelfole hoggid eicono quelle naia grandi, che rut tauia (1 vedono lolcareil mared'Italia,eV quell'altro di Spagna. Del Icqualila Rcpublicadi Raula pu farcalmeno cento olir molti altri gallioni, e nauigli minori I quali menando (eco gran nume io di gente, fono cagionc,chciRaufei non poiTono hoggid fare per terra pi di ci nq ne ,fei mila combattenti .Nientedimeno le dette lor nauipofte tutteinfieme,fanno vna delle pi gradi, & pi forti armate , chehoggi d polTa farcalcun altro Principe nel mar Mediterraneo s perla grandezza loro, s ancora perii gran nume io di artigliarla, che portano {eco; ma molto pi per il valore de* marinarcene tuttauia moftrano nel combattere con tra i Turchi,
belle, ^dcll'honeit della vira
molto
non men
lodate,
..
Donne
di <\uc-
ftetreifolefo-
no molto
*""
J?
belle,
Marinari A**
taltriCorfalijda'qualifcperaucnturalonoaflalitijCombattonos
arditamentc,chenon lafciano all'inimico impatroniril delle naui fin che vno di loro fi troua viuo $ &c mentre cbattono ,li vedercto correre guifa de furioii Leoni , eflorta ndo l'vn l'ai tro a ricordarli d*crTereRaufci,i quali tmpre hanno vendicata congran ftrage deinimici la propria morte. Del cheio non ncftarqu raccontare glieiTcmpi, poich fono manifeftiquafi tutto il mondo: ma nomai dar fineall'Origincdi Raufa; lccofe,e
fucced della quale il cutiofo lettorcpoir
particolarmente vedere
appretto gli Annali
di
Giacomo
gcntilhuomoRaufoj
)
di Piero Luccari
li
quali
credo
egli fra
breuc
.
mandar
in
luco
Ce
D.MAV-
204
D,
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A'
MAVRO ORBINI
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poli della Croatia l{ubea
3
LETTORE.
R di Dalmtfu
la tMetr<f+
la
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palude Labeate
ci/
chiamano Doc/eate. Et
Dugla y la quale bebbe principio dalle ruine di Dioclea > poi forti Urne* defimo nome. Ma io credo, che co flu non (ia flato cittadino n dell'ina t ne dell'altra Dioclea . Che della prima non fia fiato confla per quello egU
,
&
cio ycbe
( come
altri ^vogliono )
y
T^adomir
fuo figliuolo
'vita
ro (l
, //
& Romano,
preferite
nel 1170.
Onde
chiar
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quale manco
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tria
Onde
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io
crebbe in gran parte dalle ruine di^Dioclea prima -ne difiiof molt$ lon-
tano da
,
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e carattere
SU*
uo i
C* poi ad infiamma
l'origine
,
vemente
&
fuccefsi
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Deff a figliuolo di
Vrofc.
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ancora da molti
rioftra citt} i
il
dire y legere
ma
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w&tmt
loro
J prendeno
fsi loro nella latina guerreggiare 5 che dalla lettera Slatta traduce
ti-
mi quale fi
trouano
fcritte
tutu
le guerre
i fccefli toro
Onde
wia, rvecchiaia hi voluto/stufare alle Voflre dimande : poich farlo etian dio
Let-
uricrcdiyctio babbia fcrtto altra cof, eccetto quello che le/si y e intefi d&
ZOO
DALMATIA
dell'Illirico-
Dall'Anno
4? f Fina
.
1161.
'
fo,& moiri
.
altri
macchiato Con
la
Herefia Eu*
richena^&Romagoueroauala ChiefaPapa
frmfua di molta fatuit il bea Sabi* cif-simo Germano Veicouo di Gapoa'j
Gela fio; n
i
glionOyit^Qt
)
Italia
jluiorcdquefia Herefia fu
&
Ettthychio
Ar
,
no VcfcouodiCarufa;
Se
monte CaflmoSat
ebimandrita
nei
43
1*
Bencdctto,vicironoda Settentrione Gothi,gtemolto fiera, e indomita} la cjualeera gouernata da tre Duci,ch'erano fra telline figli
J{ Sueulado
rus,Touo t
Qjiroilie.
&
uoli del
ch'era
il
Salona reftdtn
onde Torio, &Oftroillo per acquifiarfi gran nome, co volont del loro fratello farro vn potente eflcrcito,vicirono del lorpaefe;& venendo in Vngaria, la foggioearono;&poi entrarono in Tempia na.AlPhorailRdella Dalmatia, cheftauain Salona,mdimek
faggiericon
lettere al
%a de
l{ di
Dalmati*
Ma
il
bollii.
con
& valentemente
Xj
<flflria
ca*
dentila battaglia
.
menato le mani, fi inoltrarono nondimeno inferiori. IlRcd'Iftriaquiui fu morto, & quello di Dalmatia pena fuggito fi falu, e ve n ne con pochi de'iuoi in Salona, offefo d due ferite. La onde
Totio.&Oirroillohauendo greflercito,lofpartirono.Totiocon Vna parte (e n'and in Iftna,& quindi pofeia in Italia, doue per alcun J
DE GLI SLAVI;
1 .
207
cnn rempo trauagli molto il ferro, ruin paefi , & efpugnarc che Hebe alcune cict,lelafci fatto deltruttc. Fina mente aliai ta rido il Regno di Sicilia, fri breue poi mor , come giprima gli haueua annunciato il fruo di Dio San Benedetto Ma il fuo fratello
Olhoillo entrato neNaProuinciadeiriJhrico,n sedo alcuno, che gli ctrattatte, occup la Dalmatia co iiuoi luoghi pretto al mare Alla fine fi ferm nelpaelePreualitano , dondecon gran efferato jnand il Tuo figliuolo Sueulado fggrogare il retta n te dell'Illirico verfo Settentrione. toarimperadoredrCoftantinopoliintenddo,chcOihoiloerareftatocon poca genre nel paefePreualitaPrillo entra
TveHalitanafk
'
Macedoaia.
no,mandvn
forteeiTercitoperaflaltarloali'improuifo.
Contro
Q/lroilfocade
alqualeOltroilo,
pochi Tolda tij& azzuffa ndofi nella battaglia, vi retto morto, ma li fuoi con la fuga fi ialuarono.Onde l'efferato dell'Imperadore torn cafa carico di ipoglie. Sueulado int-tefa dunquela mortedelpa dre, gran giornate torn dietro iti Bofna, credendo di trouarc reflrcitodeirimperadore^efarla vendetta della morte del padre. Ma non vi trouandoalcuno, ricupero il Regno pa terno,e gli nacquevnfigliuolo,che chiam Selimir. Il Regno di Sueulados'eften deua da Valdeuino Pelonia,Pelouiata;& dal mare fina Setten-
ne **' orn
Qvmtoft
deua
ften
H^egno
yaldeuinohog
trione.Cottuihaucndo fatto molti danni a'Chriftiani, che ha bita-uano nelle citt mari rime* il xij. anno del fuo Regno pafs da ouefta vita. A'cui fuccefleil fuo figliuolo Selimir,il quale tutto che tuflepagano , fi moftraua nondimeno molto retto nelle fueattioni non folamente tratta u bendi Chriftiani, ma etiandio fece con ettloropatn,econuentioni, facendoli tributari} Peroche emp la terra di molti Slaui,e d fuoiilpacfe fi ripos. Ilquale riattendo regnatoventianni, elafciatovn figliuolo Vuladan, pafs da quella vita. Vuladan Seguitando l'ormepa terne, poffedil Re* gno con gran quiete,&hebbe vn figliuoloaddimandato Radmir. Quefn dalla pueritia cominci edere fiero,e in tutto fi moftraua fu perbo. Nel cui tempo vfc gran moltitudine de popoli dal gra fiu me Volcha,dal quale traffcroil nom e. Im peroche da Volcha,Vulgafi , Bulgari infino ad hoggi fono chiamati Quefti con le lor mogli figliuoli^ tutto ci che polfedeuano, vennero nella proui 11 eia Silodufia.il Gouernatoredi quefti era vn certo chiamato Chris Uqualecfsi nella propria lingua chiamauanoCagano, che appo diloro voi dire Imperadore$ (otto il quale erano noue Principilo
.
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Vuladanfapam
ce co Bulgari,
Signori,chcamminiftrauano la giuftitia al popolo, checra infini* to.Occupatadunquclat Silodufia, entrarono in Macedonia, la quale parimente foggiogata , vennero nella Prouincia dc'Latiiii, ch'erano chiamati Romani,&:hora Morouulafi,cioc neri Latini* L'Imperadore di Coflan ti nopoli fedendo nel luo leggio, combaci tlungo tempo con quelli popoli; ne potendogli in alcun moda fap erarc >fi naim ctc fece pace con loro, & cos gli lafci Ilare. Il m* deilmo feceRe VuIadan,vedendo ch'era gran numero di genre, & che la fualinguaeracommune conquelh. Cominciarono per tan o i lL to l vna,cl altra nationeamarligrandementerraloro^cioeGothu
Gothi, sl*ui t
dvn*me4e yj4%*.
**
t& Radmirini
mie* del nome
mo
erano pagani,&dVnmedefimolinguaggio. Dopo quello Bui garidaogniparteafsicurati,fabricaronocailelli,&villt5&comin ciarono habitarela terra,chehaueuano prefo^eche fin al di di hog gi tengono. Fra quello melo R Vuladan trapais da quella vita* & regn fuo figliuolo Radmir Il quale fendofi gi dalla pueritia moflrato nimicode'Chriitiami, prefo il pofTeflo del Regno, li comi ncipcrfeguitare,deftruggendo le Ci tra, e altri luoghiloro. Ma
tl
i .
liChrilliani
coilui, cominciarono
fug
callelli
giflero la
comemegliopoteuano,-accioche cos almeno fug fierezza,& la fanguinolcntc mano di Radmir^ fina tanto
cheilSignoreglihauciTevilitatij&davnscrudeleperfecutoreli-
imqui?
Hegna Suet-
Tt/TMmcaM
laSalonucbio,
berati.Etmorto che fu Radmir,rcgnarono dopo dilu quattro R iniquiivn dietro Pai ero. Nel tempo de'quali li Chrilliani continua mente patironomoltepericcutioni.ErpercheloililesaiTrcttaallc cofe pi dcletteuoli,lafciaremo a dire qui le fceleratezze di coftoro, & le perfecutioni,che da eisi patirono liChriftianijde'quali n p chi, tanto quelli, chehabitauanopre(foaImarc,qutoi Settennio-, nali,pcr non imbrattarli dc'loro nefandi,e fporchi coli umi,l ritirarono a'fopradctti luogh horridi de'mon con tcntadofi in que (la maniera pi tofto parireognimale,edifaggio,pouert,efame, pcr(aluarranimeloro,chepoflederc beni prelnti col dan no fpi rituale. Morti adunqueche furono iquattro predetti R, nacque da la lro progenie Suetmir , ilquale entrato nel goucrno del Reg'^n volle egli trauagliare,nperfeguitarcliChriiliani. Nel cui tempo fior in TefTalonica Coftatino Filofofo figliuolo di Leone patriciojil qualefndo huomo do ttiilimo nella Sacra fcrittura ,
1
ti,-
&
appreffo
D E G L
apprcflo
A V
I.
20?
dal
Quejo Coflau
tino ch'ama* to da gli Slatti Cirillo
doucdifputando co primi Filoibfi di quellur,go,{upeitatri:prcdicado ogni djco ucrt tutta quelli prouincia alla fede di Crinito; il che dop fra bre uefeccetiandio nella gente Bulgara. Ma fra tanto mori Suetmir, cui lucccflc t Svetopelek. Il quale regnando, Papa Stefano , che damoltiera informato della vita,e dottrina di Costantino, fcrifle prega n'dolo\ voler venire daini. Coftan tino lette adunque le lettere,&defiderofo di (odisfare a) Pontefice, volle innanzi al (uoparfpiritosato.vcn ne nella prouincia di Collari a. L
tirclafciarea quelli, che alla fede
Cofuificbia
dimir;
che fi*
primo
il
ci-
ce Cbrifliano,
bo fpiritualc, col
feruare.
fa
chiamato
,
SvetopeleK
dot-
chea
lo
gli Sia ui
lingua Greca
fuona fanciulSanto
Scrittori
Vangelo di Chrilto
,
oc
Salmi di Dauid con rutti li linuouo reltamcn to 5 & (alutato che hebbe tutti ,
, 1
Et gli
Italiani lo cbia
diuertdal RSveto-
mano Sneropilo.
pelcK,d il quale per honcft de'luoi coftumi , e rara feienza (ondo con grande honore accolto, Io cominci infegnarc il culto ,
Cyrillo traduf.
(e
m lingua
Sia
&
u la Sacra
Scrittura
la religione
mo-
do. Laonde fi fece Chriftiano con tutto il fuoReo-no. Quella cofaintcndendo li Chriftiani che perii monti habitauano, grandemente fi rallegrarono &fcendendo dai monti , & altri luoghi Teoreti, cominciarono benedire, cVlodar'il Signore, chcfaluati hauc u qucUi,chela loro (pcranza haueuano polio in lui.QueltoR voi le cheli Chriftiani, quali parlauano con la lingua Latina, tornafle rorecdificare,&rinouarclcCitt,& Caftel!i,chc perii pattato dai Pagani erano fiati deitfutti. Ord n apprcfTo che fi troua(ero,e de fcriuetteroi termini, & cfini delfuo Regno.Ethaudo fopra que
, , i i
SuetopeleK ab
braccia la fede
Cbrifiiana
.
Cerca fapere i
confini del [no
ftodimadatoilparcredi tutti ifui Sauij, ne alcuno di qnellifapedogh dar alcuna ctezza, mand li (uoi Ambafciadri al Papa Stefano, & Michele Imprradore di Coftantinopoli, ricercando che in quefto negotio fufl'edaloro informato. Hauendo adunque gli Ambalciadori, ch'erano andati RomaparlatocoI Papa, cominci effo Pontefice rallegrarfimarauigliofamen temperando co queftaoccafoncconferuarcil R,colfuo popolo ancora nella fede di Chrifto.Rirnadati per tato gli Ambalciadori, mad incpagnia loroOnorioGardinalcjhnomo fapienti(lmo,& di vita molto efs
piare
5
\egno.
Onorio Cardinale
dal
mandato
via dare
quando
fimi! perlb-
Vapa ai %
Dd
Saetop-liK
DO
LimuLa
210
.0
naggi fono mandati qfTequire tal v^ffici j nel paefe dc'QliijiUani Et con detto Honorio mand due altri Cardinali, per potere a quel popolo ancor nouello nella fede di Chiillo, .creare i
.
Vcfcoui
TianurediDal
confecrare
le C,hiefc
Ora dunque venendo li Cardinali in Illirico, frollarono il R, che dimoraua nelle pianure di Dalma , Acquategli rice u, con gra/i riuerenza, & honore; e comand cir tu^o^l luo Regno fi congregalTein quella mcdeilma campagna di .palma. /Et, mentre italiano quelli radunarli, vennero etiandip Gioa^iu.ij & Leone
Ambalciadori, ch'erano andati Coltanrinopoii j j .quali s dai R, cme da Cardinali furono honoratamen te accolli Da tutti adunque, cos quelli, che erano del linguaggio Latino, come dell'Illirico per ordine > & comandamento d'Onorio Vicario del Papa, & del R Svetopelejt, per ifpatio ,dj dyqdici d f celebrato il Concilio de' quali otto d furqno c#ft/urnari nelle cofe fpettanti alla Chief, & altri quattrq circa l'autorit Rega.
>
Concilio d Dal
KM,
le
& in
ordinare
il
^Greci manici dal Pontefice I^omanq,&In)pe|adore,afcoltandp ltutfo i popq|i,che vi erano, cio della diuifqrie delle Proujr}cie,e tprre,cqipe 4a
rqno
letti gli
T^ota
com'i
l{, Principi,
&
Signori all'-
tubi procura-
Vano la
libert
della Cbiefa*
Imperadori fcricre tk qrcjjn^re fiirprjo Et piacque al R, e tutta la moltitudine, cjie, (ini to il Concilio ,i[ R fuflTc incoronato , & confecrato fecondo il consume dp'Rqman.' U che f|j fatto per mano di Onorio, & ajtri(uoi cornpagni,-& di ci nacque gran fella, & allegrezza in, tutto j| Regno Dop cjuefto ordin il R, che fuflerq cpnfecratjdue rciiicfcoui Yno in Salona,e altro in Dioclea. Si^iliT^eqte riiol ti aUriYelcpui furono con (ecra & le Chicle, che per eilercdeltrutteftauanp viola* tc,aH'hora fendo rinouate, furono da quefticpnicra te. 0\ tre ci fece il R vn comandamento, che niuno pemirbaiTeUChjefaili conto alcuno, ne meno hauelTe p celti veruna jgjurifditjiojjje in quella, in fuor delfuo Arciucicouo, altra perfonachi di ragione fu(e fotto polla. Eccolui,checcraface(l,s'intendeilehau^gli antichi
,
.
ti,-
DiejHffladiui-
re offefo la
il
fionedrl
f{e*
g
il
fanno
men
cr
corona del R. Fece dipoi fcriuere li priuilegi , fecondo tenore di quelli, che furono publicamenre letti ;& diuifc le proi
liane
etiandio
,
fuoi cini;QuelUlua
Biondo
zibetto Ci ari'
ghi,ch'cranotoltidimezodall acque,clae(correnodaimti,&: facdo volta verfo mezo giorno,en erano nel mare, chiam paefe my
ritimo
.
DEGLI
SLAVI.
m
Surbia*
ri timo.
&ttentrione,& entrano nel Danubio, chiam Surbia. Spart dapoi qucftr luoghi maritimi in due Proumcie: da qud luogo di Dalma,
doucilRairhoradimoraua,cVilCciho fu fatto,inno Valdcuino,cioVinodo,chiamCroa u Alba, la qual' detta etiadio Dal macia inferiore Alla quale col contento del Pnpa,& tuoi legati fu
.
croata jtha.
salma Metrt**
data in Metropoli tachista Saloniiana,c a queftafottopofclaChie fadiSpaiato,Trau,Scardona, Aronio, hora detto Caitel di Zara,
la
f^'Jfo
Chieda di Nona, Arbe, Abfirtio, Vcgia,&Epidauro 3 alprcfenJf I e chiamato Raufa. Parimente da quel medefimo luogo di Dalma n jtbfyrtide, infin alla citt di Bbalona, hotaDurazzo detta, chiam Croatia reoforo. Rubea,lqual'dectaec>aodioDaimaciafuperiore. Allaqualef f^r^^ antenata per Metropoli la Chicta Di oder n a, li cui Suffraga nei fu DhdeaMetro fono il Vefcouo d'nciuari , Budua, Sorbio, d'Bofomo, Ca- V olt dl Croatia Bjtbea. Caro jOlchinio, Sfacia, Scutari , Driueilo, Poleto, Trebine, Q reio chqui
&
diZaculmio. La Surbia, che guarda verto ittentrione fpan in -pniflcfo luo~ due prouincie. Vna dal gran fiume Drtno verfo la regione oc %i%Wcbe cidentale , fin' al monte Pino, chiamato ancor Bofnaj & l'altra okkmio>z??o
dal detto fiume verfo
il
paeieorientaleinfno
Lufna,&
allaPa-
le,-voUufer0i evname-
lude Labeate; &quetta chiam Radia. Et in ciafeuna di quelle ProuincieinftituliBani,ouero Duchi de'iuoi parenti; fece etian-
defmacofa.
Surbta
dlu a
dio Giupani , cio Conti , & Sednichi , che fono li Ceri turioni , i ^11 r ii qualipoiein dette Pronincie,-& diede autorit alli Bani d hauere fotto di s fette Centurioni ,i quali dirittamente amminiftra rcbbonola giuftitia nel popolo, ricuocendo il tributo, per rapprcfentarlo dop al detto Bano. Il quale vna mit daua al R, altra fi rileruaua perfuovfo. Etalli Giupani ordin , che har \ re rr iiuetiero apprelio di se vn Sednico,in compagnia del quale giudicaflero il popolo fecondo ildoueredellagiutlitia. Etvolie,che detti Giupani defTero due parti del tributo ai R, & il re ila n te releneflcro percento loro & che niifun BanohaueiTe,e(ercitaiTe alcuna autorit nell'altrui Prouincia 5 ma cheo^n'vno hauetfecu' t> ,... j vv ra acIlaProuinciaaseraccomadata:&cbeiiBani roller tenuti dar conto della lor amminiftratione al Re iblo, &c non ad altri.Fece oltre ci mlte altre buoneleggi,e in trodufleottimicoftumi.il che
i
tndue proutn-
de,
Palude
uhex
^hner.^lLa
do discutati_
&
iii
nani
Giufani,
sednichi.
il
ch' intitolato
Meto-
Libro de gli
dio,chein quello veder quali, & quante buone cofeinftitu all'ho raqucfto R benigniflmo Haueudo adunque finito ogni cofa,i Cardina2
fp^S!'*"
Dd
in
REGNO
.
Cardinali,Vcfcoui,&Ambafciadori furono licen dati dal R>& lui refe le debite gratic,conhonorc,c doni tornarono icafa.Simil meliteli Bani,Conti,Centurioni,&ahii,chedinuouoerano crea ti al gouerno,lodando fommamente Dio,& falutando il loro R s'inuiarono verfo le ProuincieaiTegnate loro Dopo quello regn sttetopekK re gnu anni 40. Suctopelekanni 40. e mefi quattro, &hcbbcrtiolti figliuoli ^marchi, comefemine. Finalmente alli 17. dclrnefe di Mai'zbpals miglior vita, &ffcpclito nella Chieia diS.Maria nella Giocdt Dioclea. Li popoli dopo la Tua morte congregati lo pianter dirot eamen te Et il iuo figliuolo Sfetohco fu confccrato, e incoronato Hsfctolico. Diodea luogo i<in quella medefima chieia. Et Tempre da quel tempo fu oflcrua to,che in quella Chieia i R fuflero eletti, &con(ecrati.Oraduquc eJ. Citt Quella regnando Sfetolico fi sforz di fegui tare il fuo padre nella piet, tic V1 ^ e nc P lccett i & ne ^ a ^ c gg c del Sigaore.5 hebbe con tutti pace ^Samueb^BuC & generdo figliuoli,il duodecimo anno del fuo Regno feccpalgaro.
.
>
i{ ruladtsla*
faggio daqucfta vita. A cui fucceflcil fuo figliuolo Vuladiilauo,iI quale non imit nella bont il fuo padre; ma declinando dalla rot
tavia,& dai precetti del Signore^'imbrattdimoltij&nefandivil ^ Rc^ e P cr il giudo giudicio di Dio,mentievn di fene vincac *J*
cade iituhita
mone
lau t
^egnaTomif*
& combat
Vn-
te con gli
gari.
R'Sebesi
vna fo(fa, douc (ubitamte redo morto. Et nel iuo luo a regn Tomiilau fuo fratello , ilquaief homodabcnc.Et nel *> v 1p ir uo tempo vennero gli Vngari a r taccheggiare illuo paclc,co quali feceegli moire battaglici femprereflando vi ttoriofo, finalmente gli (cacci di tutto il fuo Regno. Et hauendo hauuto alcuni figliuoli mafchi,e femine il XVII. anno del fuo Regno venne morir Ondeilluofigliuolo Sebeflauentt nelgouemo.Nelcui tempovc
cia.cad in
.
.,
Grect
rotti
da
Sebesluu.
Delcheauiiatocgli,& fattovn buon apparato di gente,vcnne,&affaltilcampo Greco. ~ -^ r f* Doue molti Greci cadcrono, & altri furono preli viui Dopo quello nacquero a Sebeilauducfigliuoli gemelli ,vno chiam RasbinutiiGreci,aTcdiaronolaCittdiScutari
1
oir
uoi,&
Sidiuideilxs*
altro Vuladimir.N
hauendo
gno
regnarono diuidendo il Regno paterno parte maritima; A Vuladimir la Surbia.Ilqualc tolta per mogliela Matrimonio figliuola del R degli Vngari hebbe con lei figliuoli Conoccafi nca dunquedi quello matrimonio fu fermata la paccfrgli VnsUmfV'fermaface. g ar i> & Slaui Etclfendo morto Rasbiuoiil (cttimo anno delluo Regno,& la fua parte peruencndo al fuo fratello Vuladirnir,vnal~
, .
.
di sebef-
dop di ARasbiuoivcnncla
tra
D
tra voi ea fu
SLAVI.
.
213
vn ito il Regno. Finalmente mori etiandio Vuladimir* vrialtt* volta zsgnosvntdop hauer regnato anni venti A cui'iuccefle ilTuo figliuolo Caramir. Etnclfuo tempoCroatia Alba le gli ribell. Contro la qua- & lebaucndo egli fatto vn buon cllercito de Rafsiani, & Bofncn , fu croata >Alba fi incontrato nel piano diChelmo,doueappicatah battaglia, il R "falla. fu rotto, & vi cade morto. Dopo il quale entrato nelgouerno il fuo
il
regno paterno, in parermi li 4boi'giorni. Et regn dop di lui il Tuo figliuolo Tolimir; nelcui tempo tuttclecofe erano per la molta iba prudenza ben gouernatc,in maniera, ebe tutto il Regno ftaua molto cfolato,&:allegro.
figliuolo Tuardoilau,&: ricuperato
il
i{' t
Tuardof.
.
""'
che cbrilliuoi,
0Her0 oflmot
Et
hauendo generato figliuoli, paisdiqucita vita Dop il quale Jj/^ it gouern il Regno illuo figliuolo Pubi (la u il quale fece molte, e TuardosUu. ucce en grandi Iccleraggini Ondecon l'uccello di tdmpo li primi Baroni f U ^^? diBoina,nonpotendohormai toleraiele{ueiniquit,fileuarono doTuardosla laftiatodcm coner dilui, & ammazzatolo il Tuo corpo g-ittarono nel fiume. Quefta cofa honfopport il luo figliuolo Crepemir,ma fatto il co iroUmir. figlio col Bano di Boiha,prefe tutti i micidiali deliuopadrc,iqua Re' TribuUu t0 da Bo^ li fece morire di morte crudele. Et preio il pofieiio del Regno , coJ. linci (gnoreggiarcEt nel fuo tempo iTedeiehi,foggiogatal'I- ttfCrepmir: ftria,voleuano pailarc ancor pi oltre in Croa tia.Con tro h quali il Ted cbi rotti Sf "
.
Quefta cofa vedendoti Capitano deTedefchi, mand gli Ambafciadori al RCrepcmiro,pregandolochenelauenireuiueirefecodabuon amico,echeil Aio figliuolo Suetorad toglieffe per moglie la Tua figliuola. Quelle dimande del Tedefco piacquero al R (imperoche Matrimonio coftuicracuein germano dcll'Imperadorel&facilrrientediede Taf t Tedefrbi, icnlo a quanto era dimandato. E in tal modo ru fermata tra loro ma ac e, p la pace. Crcpcmirhauendo regnato anni venti e vn mefe,venne morire. Ai quale fuccelfe Suetorad fuo figliuolo, che fhuomo ww<j|. man(ucto,& pio, & ville nel timorediDio. Hebbcvn figliuolo addimandato Radoflau,& dop quello ripos in pace .Onde Ra do Ila u entrato nel Regno diedeopera tutto fuo potere di feguita re nella fuavita t & nelle lue a trioni la bont, e integrit del padre. Hebbe vn figliuolo,cui pofe nome Ciaslau. Coftui peruenuto alla giouanezza, cominci efleredifubidiente al fuo padre Nel cui roat,a tempoCroatia Albadi nuouo ribell. Il R fatto per tanto vn bu ^ -f*" cflercitOjparte di quello dicdeal luo ngliuolo,& parte egli appo di u.
.
le ri-
2i4
fc ritenne.
G N O
p^fA-Vehao
sano
di
ere**
u Alba,
Et circondando da ogni parte i ribelli, gliiuperroncr. Qfj^chc erano prefi dal R,furono laiciatiliberi;ma gli al tri, die il iuo figliuolo haucuaprefi,furono dati n leruideToldatidiCiaila uo.QueftacofaveddolifoklatidiRadoslau Iuo padre, fi Veglia-
Re
tlpairedaiKe
%no,
gnoalpadrej&comincipfegukarlodaper tutto. JlRefuggdo dalla iua rabbia,vcnnein vn luogo detto Lafta.Ma vedendo nour dimcno,cheiuinon era ficurodallinfdie del figliuolo, con alcuni de fuoi famigliari fceiei luoghi vicini al mare. Quello intendendo Ciaslau,Pandfeguitare$& gi era con fuoicauallicriperpren-
R gittatoficon tuttili fuoi nel mare,Venne natandoad vnfcoglictto non molto diflante da terra ferma5& cos fcamp dalle mani del figliuolo. Doue dimorando, per volanti
derlo.fenon
fuiTe,ch'il
di Dio,chcin tutto
fi
barca, che da Puglia veniua; la quale vedendo il R, quelli, ch'erano con lui, cominciarono gtidare, e chiamare li marinari/i quali fpauentati perla nouit di tal caio, s'auicinaronoa.qucl luogo. Etcome conobbero il R, e la cauia , perla qualeegliiui fi
f
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K'V
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nonore,
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nucreza, lo
trarre
E Bfioshu
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Koma. Et da quel tempo quel fcog!ietto, diremo faiTo,fi chia j^^d^^j^j diRadoslau. Hauendo duqueCiaslau(cacciatoilpa
dre,cominci regnare. Nel cui tempo era vn certo giouane addimandato Tichomil nelleparti di Sraga, figliuolo d'vn pretedella villa Rabica, che ftaua pafeere il gregge d'vn barone nome Budisiali. Il quale Tichomil era di corporatura robui:a,& forte caccia 1 , \ ri, \- Onde iuo par tore,iuperando facilmente tutti nei corlo de piedi. r\ \ il r tronelo menaua {empie feco in caccia. Nella quale troundofi vn gi rno >ittauedutanien tepercoilecol baitone, cheportauain mano, vna cagna del (uo patrone,chefi chiamaua Palufcia:dellaqual percofia reit morta.Ondecgli molto isbigottito(pche qfta cagna era molto grata al fuo patrone) fugg da lui, e venendo dal R Cia s!au,f da lui volentieri riccuuto. Regnando aduqueCiaslau,Chys #? v j-tt tv -n r r Capitano de gii Vngan en tro co vn potente eiiercito in Boi na,faccheggiando,e mettendo a ferro,efuoco il paefe di Ciaslau. Il quale; and con la fua gente incontrarlo nella Gupania di Orina lungo il fiumejdoueappiccata la batcaglia,Tichomilfudetcoammaz.
.
CHjiMidi\a
doslau.
villa Rabica
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SLAVI.
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Tichomil.
Vngari,c taglia rol'il capo, lorappreiencal luo R. Eioqueitazufra caperono mtti Vmr ari 1 ir T i-i J^iondeCiaslau nauedonauutaqueita Vi ctonia diedeaTichomil. laGiupaniadi^Drina.&^crmoglielafigliuoladeliBanodiRaiimQueito fartrod'-onne icndo annonciaro,& diuolgato in Vngaria, & la moglie di Chysincef la rnonedcl marito, foncandal'Rcde gli Vigari,,fupplicandolojche n ci vendicare Ja mone dei ino mari t>la yoteffeaiucare.Qalquaichaucndohauuto vngrofl e fletei ft>, TftSHieii.el Rc^no di Ciaslauj&quellorrOuaco in vnaieUia conpchide iuo-i{i.orne quello che non dubita u di fiinilcafb)i'afTali,& pre(ochel*hebbe,gh fece prima tagliare il n a fo., e l'orecchi e,& l'era
J
h iuoi. in tal modo perito con ailtrieffempia r?*" 0,l0> r[ tutu la ina caia, fece penitenza delpeccato commci'o versoti flit) trono mSinmo ^ ^ t n r padre La ondedopo la morte diCiasJau Ja cena retro.'fcn za il Re Mali Bani fignoreggiauanoleprouincie, che dal R ioroeia'iro ciason annega io nel fiume j. j ft ace raccomandate} e niuivo di loro hiueua ardimento d viurparf il nome regale.. Tichomil fendo merco il fuo fucero go- Daqucl* eiauernaualaRamaj ma n anche egitoiaiia pigliarli quello nome ^"/'^,J^ dei Re, ma era chiama co G upa no, onero Conce Maggiore. Perci ^gnovkcan checrafopraftante cucci ghaltriContidi Raiia.Etinqueftomo e do il Regno di Ciaslau per gran tempo fu gouer nato da Bani & Conti. Alla fine venuto ci nociriaa RadoslaufuopadteiCh/era fuggico a Roma,ad illanza , & preghiere di quelli , che feco erano, tolfe per moglie vna nobile Romana, con la qualehaudo hauupiegare poi nel
iuuiie
con
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tovn'fieliuoloaddimadaCoPetrislaUi&cfumato dalla vecchiaia, * ^ ~ r^ i n. ir L paiso da queitavica.PetrisIaumedeii marnerei) marno co vnagiouine Romana di nobil legnaggio, &hcbbe con lei vn figliuolo chiamato Paulimir.Ma dipoi vjiluco che hebbemoltianni con li
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la cui morte li parcntidi Radoslauentrarono in gran inimicicie con altri Ro* .v m r P mani,cV per ci guerreggiauano tra loro ogni di molto neramente;
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u Crauo/.
furono iSaracini al lorpaefe,i Latini voleuano altres ritofnarc alle loro citt MadagliSlaui furono prefi,& ritenuti perfrui;& con fucceflodi tempo molti di quelli lafciarono,cpatto perocch fodero obligati dar loro vn tanto di tributo, & far feruitij ncceflarij, Etcos cominciarono rifaiele Citt deitrutteda'Saraciiir. Nel m ed etimo tempo li parenti della moglie di Paulimiro, non potcn dogifopportarel'ingiurie^hegliveniuanofatteognid dalli lo ro nimici,pregarono Bello, che ti partiiTe da Roma, promettendo gli,douunquegli hauerebbemenatOjdandarui volentieri, con le mogli, fighuoli,e quanto poflfedeuario del proprio. Alli quali Bello defiderofo di compiacere, gli fece tragettareda Puglia itVDalma tia, in vn luogo chiamato Grauofa. L doue PauIimiro,oltre le mo
Qui
s'inganna
accompagnatodacinquccento (oldati. Qucftafuavenutaintcndendo gli Slaui,fubitamentegli ma dano Ambafciadori,pregandolodi volerveniredalorojetor'ilpo fello del Regno, chelui di ragione fpettaua. Alle preghierede'qua
gli,& figliuoli
delli parti, fu
quejo autore}
tmperoshe la
citt di
Haufa
in-
fu fondata
nanzi a quello
tempo 700.
anni
Haufc fu prima
detta Luufa .
licondefcendendo Paulimiro,efmontatoin terra, nelle ripe vicine cominci fa bricarevna Rocca,accio chefeperauturagli fuiTene ceffario di tornare in dietro,haueflevn luogo per potere fcuramtcritirarfi.Delche(endovenutalanouaaglihuomini,ehedallerui ned'Epidauro erano faluati.&habitauano nelle felue,& altri luo ghi forti per naturaci coder, & l'aiutarono nella fabrica di detto CafrelIo,il quale da iSafl inlingua lorchiamatiLAVI.lo nomina ronoLaufo Ma poi mutata la L.in R. fdettoRaufa; tuttoch altrevoltcquelta Rocca, Caftello,faftato chiamato etiandio Du
s"
brovnik,imponendor il nome dalle Sei u, onde fabricarlo era no venuti Imperoche Dubraua nella lingua Slaua fgnifica felua.
.
Ncontenrandofi diquclta loia ambalciaria, da tutto il Regno concorreuagran moltitudine pervedcrIo,& principalmtegli ha Litaton della contrada diTrebine Paulimiro fabricato adunque il cartello, & poitoui dentro buona guardia con il reftantcd'Epidauro,fi pofe in viaggio. E primieramente venneTrebinc,douc fu riccuuto con gran honorc & dimorando quiui pcr'alcun tempo, tuttili Principi, & Baroni del fuo Regno vennero lui; infuordiGiupano di Ralla, ch'era della ftirpediTichomil .Pau.
Tautntro in-
R ncirAfcenfa
del
Signore .'Et
cipi
coronato Tre
quatunqucglifufrepiacciutovnsmarauigliofoconfcnfode'Prin
D
tipi nel
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dccch tararlo R; nodimenograndemete fi corruccio con tra il Giupano della Rafla. La onde deliber di f-irligucrra. Erfat fol'cflcrciccsglialTaii ilpacfcjalla cui difefa vfcitoc molta getcGli fd&*ffa G/; "^m r utomir(ctcccvsi ohiamauail detto Giupano della Rfsia) e azzufati nella giornata lugo il fi urne Limo, l'efTercito del Giupano non potdo roAenirel'empitodcfoldattd'i Padimiro,firotto,& pollo in fuga. Liqualipcifeguitado Paulimico infino ad vn altro fiume
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ton
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ammazz, e
parte preleviui.
MailGiu-
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pontedcl detto fiume, da vno de (uoifoldati in grada di Paulim ir fu lcannato,& buttato nel fiume.Paulimuo hauutaduquequeltavittori4,s*impatrondelRegnodc*fuoiaui, e la terra s'acchet nel Tuo colpetto. Etin legno di quella vittoria rizz in Ra llia fretto Calda naia Chicla di S. Pietro, cui appretto fop fa vn colle fece la Citc,chc dalfuo nomechiam Bcllojciquella p ole il Vefcouo, che fino aldi dthoggidura. Dipoi vifito untele
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MaglialtriVngaridubitando,chcPaulimiro,moirodaqucftain
giuria, venifle a dar guafto alle terre loro, lo
vjuiUmiro
mandarono fuppli
con
tale
per cond-
tione,cheiltcrminedcllcprouincic,cpaefi,checiafcpopolo.poffcdeua,fuflil
fiume Sauajechcnell'auenire no folTelecito nc Vn confinedtlne* garo,nSlauo di pattarlo. PoiquindipartitoPaulimiro,vncnc' gn*frK*?> luoghi maritimi,-ctrouadofiTrebine,fopprelo da (ubitamor tc,cViuifepelito nella Chiela di S.Michcle Arcangelo co gran pom- vaulimiro m* uTu Me pafuncrale,piangcndolo dirottamente tutto il luo popolo. Lafua moglie il 7. di della fua morte partor vn figliuolo,cuifupol:ono meTiefcimir Al quale tutti i Principi del Regno, cornea fanciullo,lcuaronorobedicnza5 cominciado primo dalla progenie di Ti S u ^ wje chomil.chc in Ralsia fi trouaua.SolamtciTrebinefi f ei Laufij fer Trebinefi feruarono fedelt al luo R. Imperochein Trcbine, eLaufio fi tro- "^riefiimir
' .
uauanoi parenti per linea virile della madre di Tielcimir. Quella, ribellione del popolo vedendola madre del putto, quando egli peruenne all'et giouenile>, procacci di dargli per moglio vna Ee
si
G Rf o a a
vna delie figliuole diCidomir Bano di Croati* Alba* La quale Tic {cimirmcnadoacara^cbbcconlciducfigliuoIi^PrcdcmirjcCrcicimir, Li quali icndoincticrcrciutij.Tidcimij: lorpadfc manda
CFefcimir alBano della Croatia Albaluo fuoccro,pregartdolo>che con la ina gante aifaltaife il Bano della Bofna; & eglicon l'altra ri- gliuoloconduiTc reflercito nel paefePrcualiiano. Acu vfeito inco tra il Bano della detta Pro uincia, e venuti a giornata, il detto BanQ Bono UTrtn j n quefta ba traglia fu morto;. E Tic feimir hauendo riceuute alcuUtfornatJ!j{?relmir.
nc
feri te* da
lo per
mezo di quefta vittoria ricuper tutta La Croatia Alba , e fu incoronato R,&goucrn il Regno de fuoi Ani. Ma CrcfcimkaU tro fuo fratello, and in copagnia del fuo zio fratello della fua ma-
fa^fc faccheggiarono Vfcoplc,Luca, & Preua .ili Banno della Bof ufiiTuIfMitik' na vedendo di non poterloro refifter,non afpctt la venuta loro, ma fc ne fugg in Vnga ria. Non haud dunque CrefcimiB chi gli cotraftafte ricuper la Bofna.Etdopo fra brcucil fuo auo materno, fenza lafciar alcun figliuolo , pafs da quefta vita .Onde Grelcimitf entr nel poflefl'b della Croatia Alba. Et quaft nel medefmo tem p Pierro Principe de' Bulgari fece paflaggio miglior vita. La cui Tedia regaleta nella Citt di Preslaua. L'Impcpa dor di CoftantitoftnouEmr no P^ defiderofo d'occupare il Regno defBulgari cori (quelita ocefgiyeftd- cafone,fatto vn buon appara co di gcntc,lo foggiogquaf tuttoj Blil ' *a &lafciatouircfTercito > erTo torn Coftantinopolu Qucfto eiTerf*^cito non potendo ftarc cheto, ma entrato in Rafsial'haueua occupata . Il Ba no della Raisia vedendoli priuo della fua prouincia, vne in Onogoftc al R Prelemir con Pigna, cRadigrado figliuoli^ f rechuaia fua figliuola 5 e trouarono il Re nella Giupania d' Onogofte. Quefta figliuola del Bano iendomolto bella , piacque alRc fuor di modo. La onde fece in tder per mezo deTuoiferui al fuo pa
LacaiHBo/M
.
drc,che
VreUmiro fi manta coni* fi
noin^ftia.'
volcuadarglila p moglie,egli attederebbe di ricuperare il tuo Stato di Rafla; ilquale darebbe poi a lui , alli i uoi pofteriin
le
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fcfrolui,ca'iuoipoiteri,ritcnutoiolamrcinqJlarautoritrcgale
Et dop queftonacqucroPrclemir della fua moglie Prcchvala 4. figliuoli, Hvalimir,BoIesIauo,E)raghislauo, e Sueulado. Li quali de fiderandoilpadrecheviuctlero frloro iti molta pace,cquiece,ancorinvitafuaalTcgnciaicunolafua parte del Regno. AHvualimirdiedelaZentacon tutti li Contadi, che inefia erano, con il Contado di Lufca, Podi ugia, G orsK, Cepelnia, Obliqua , di Pra pratnas, Ccmerniza, Budua ,con Cucieua, & Gripuli A Boleslauo artegn Trebinc con il Contado di GliubomifjVetniza, Rudi* ne, Crulceuiza, VrmojRiianOjDraceui^a, Canale, & Gernouniza. Diede a Draghista uo il paeie di Chernania, & la Giupaniadi Stantania,di Papaua,lambfco, Luca, Vlicagor,Imora, Veccrigrie,Dubraua,&Dcbra. Et (uculado diede la regione, da Latini Chiamata Sortomontana,&dagli Slaui Podgorie,conlaGiu pania d'Onogo ite, Moraaia,Comerniza> Piua, Gaza,NetuiIIgn, Guijiccuo,Cora, Debrccia,Nercnta, & Rama. Le quali por.
no'dtTrek*
mir.
Quella i(am&
Regno.
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pompa
miglior vita. Et fu fepclito da fuoi figli funcralcin Rafsia , nella Chicia di S. Pietro.
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nacque vn figliuolo , cui fu importo nome Stefano; il quale morto il fuopadregouernla Bofna conia CroatiaAlba.il che fecero etiandioi fuoi poiteri. A quello Stefa-; nofendo nato da vna concubina vn figliuolo conambiduci piedi zoppo,addimadatoLcgct,morto il fuo padre,fu menato Trebine da Bolcsiauo fuo cugin germano. L douc dimorando, s'ina moro d'vna fanciullata nome Louiza, cheperferuigioda Boleslauoglieraftatadata. La quale tolta per moglie, hebbeconlei fette
fratello
s*tm
Louhg,
IquaJiiendogicreiciuti,rcufcironohuomini guerrieri, e prodi inarme. Li figliuoli di Prclcmirocominciandoafpramen te trattare li loro popoh.da quelli furono molto odiati.Onde pregato
figliuoli.
di Leget,eloro padre, chefcacciati i figliuoli di Prcle r jniro,eisipiglian crosctl Regno. Li figliuoli di Legctfattopcio il
no li figliuoli
conglio col padre,eco*principali dei Regno, fi leuarono ctro la jp gente del Re Piclemirojc porto in furia tutto il popolo, amazzaro
f.
madre
zio
siluro
Col*
REGNO
il
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della progenie
madre fi falu i Laudo. Impcroche la Tua madre cjndi menauala li ncadc i| a fua difccdza.La onde i figliuoli diLegct.fattiqueflthuo
cominciarono fignoreggiarc nclle.rerrede foroparenti c j| p ac re oro fabricatofi vii Cali elio nel Golfo di Cataro iavrt Juogochiamato Traierto, faccua in quello la Tua refidza/Malddio Onnipoten te, cui non piaceno puntofimili fccleraggini, fra breue percofie Leget,&fuoi figliuoli in maniera, che miti perir no di pelle, & altri mali. Ilche vedendo ipopoli, chea fare quelle fceleratczze gli haueuanofpronato, oltremodo isbrgottironojdu bitando cheil Signore non veniflemoilrareetiandio con tra di
micidij,
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dtVretemirofi
/atuantiyufa.
Uefid^a di Le getneiGdifodi
catara-
lorofimil fdegho.
slueifro cbfc
Onde fatto il
re per loro
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fio
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prarono daqtte
R Siliuellro,ilquale(comedicmo)folodcllapiogenic di Prelemiro s'era faluatoin Laufio.Siliueilro partito adunqu* da; poflefo del Regno paterno: & mentreeeli vifleogni L au fi prc fc j] r
,
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la giuftitia
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BjTugcmn.
chiamato Tugemir,il quale lafciando viuo,cgli pafs da quefta vi-* Tugcmir fuccedendo al padre nel gouerno del Regno, preli ta moglie, con la qualehebbc vnfolo figli uoioderto HuaUriiir; ne al tra cofa degna di memoria fece in vita fua. Nel tempo di quello Tugcmir fu allumo all'Imperio di Bulgaria vn certo Samuclo, il quale com battendo co'Grcci, che tcneuano opprefa la Bulgaria, finalmente da quella gli fcacci 5 e fu :1 oro di terrore in manie* ra, che mai invita fua iGreci non hebbero ardimento d'approk fimarfi alla Bulgaria. Ora dunque morto Tugcmiro^ilfuofiglU
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uoloHualimirofuccefle nel Regno Il quale maritatoihcbbecrc figliuoli , Petrislau, Draghimir, & Miroslau A Petrislau diedeia gouerno la Zenta, ADraghimir Trebine, &Chrleuna,&Miroslau Podgoriev. Alla fine confumato dalla vecchiaia, fini li fu#t
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ZruUiimiro
vn palifcherno nauigaua per Balta, douedavna tempefta , che fi fece, per con tutti li Tuoi, non hauenj Q a fc ato dopo di se alcun figliuolo. La onde Pctrislaao s'ir patroni ancor de tuoi paeli; uquale haucndohauutovn figlino lo , addimandato Vuldimiro , pafs da quella vita, efufepcluo in Gazcni nella Chiefa di SiMaria.Vuladimiro eflendo nell'et giouc nile, prefe il gouerno del Regno^c oltre la bellezza dditrpo,dclU quale il S. Iddio l'haueua dota to,crcfccua egli in ogni iapicza,e sari
t Petrislau, cintratoin
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DB GLI SLAVI.
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NeJfuo tempo Samuclo prefato Imperadorcde'BuIgari, con vn forte efferato entr in Dalmaria,& cominci molestare il paell- del R Vuladimiro.il quale lcndohuomo da bene,&femplice,no volloentraringucrra,n raricgli in con tra, acci che non penile alcu- m 3 no de Tuoi. Ma Alito fopravn monte molto alto, detto Obliquo , iui dimorauaco'fuoi. Vedcndoadunque il Bulgaro di non potere in conto alcuno nuocer al R Vuladimiro, mentre egli fitta u riti iato in quel luogo, vna parte del fuo efferato laki a pie di detto mo nte,& col reit n te egli iiparti all'efpugna rione d Olchinio. E- oHmt, bora lanoin quel tempo nel monte, douc Vuladimiroc li fuoi fi tro- Dulc 'gn<>' uaua >moiti ferpi velcnofi, i quali vecideuano s gli huomini, co^ m'anco le bettie. Vuladimir vedendo, che Tuoi patiuano gra mali da quelle fiere,preg deuotamentc Iddio, cheda quel male gli libelaiTcLacuiorationehauendoil Signore e{Taudito,daquel tempo MarawgUtfa
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nonlolo,chenon fu alcun di loro percofTo dalferpeima fino al d di hoggi i ferpi, & altri animali velcnofi di quel luogo, non pollono nuocer gli huomini. Ora vedendo (com' (ta to detto) Sam ue^ io, che per forza non poteua hauer in mano il R Vuladimir, cominci permezodegli Ambalciadori tentarlo voler fcdere dal monte,promcttendodinon fargli alcun male. Alle parole del qua
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crecamcnteSamuelo, che etto gli darebbe in mano Vuladimiro ^ VuUiimro con tutti li iuoi,ogni volta ch'il Bulgaro gli prometteua dare qual- tradito dalli che gran premio .A cuihaudoSamuelopromeffomari,emonti, fi*** cominci detto Giupanq esortare il R Vuladimiro, che non du~ bitaie punto ad arfi nelle mani del Bulgaro,alcurandolo, che da lui non doueua riccuerealcun male, anzi era per giouare pi tofto, ancor ch'il Bulgaro tractafle male la fua fola periona II Re Vuladimiro fentdo maggior pena, eaffanno per rifpetto de' Tuoi, che della propria perfona$imperochc(come dicemmo) era huomo fanto, fi lafci perfuaderc dal (uo Giupano. Congrega ta dunque la molatudincjin quetta fentenza gli parl. Di necefltconuiene (come oratane del miparc) fratelli miei cariflimijch'iohora adempia quel detto Eua~ ty ruUimir aJ gelico, il quale dice; Al buon paftoreconueniriiporreranimafua pei la falute delle fuepeccorcllc.Hora il Bulgaro promette di volerui lenza offefa tutti lafciare^s'io fcendendog*,andar a parlargli 5 &fe ci non far, minaccia di non partire da quello luogo fin tan io, che non fiarao tutti confumali dalla fame. Meglio adunque,
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ch'io
222
ebrida antica
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altri a patire
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reidcnza.Etpoicomincidireaflalcocon turco 1 eflercitoOlchi nio. Il quale non hauendo potuto eipugnarc,fcorfc per Dalmati, infinoZaraj ilcila quale (olrra gii altri mali, che fece tuffa lal-'rouincia) biuici Laufo, & Cataro. li paefediBofoa, & Radia etiadioguail fieramente. Alla fine non hauendolafciatacofa al~ cunaiilei, torn in Bulgaria Quelle cole mentre fi faceuano*Vu* ladimiro l trouaua incaiceratoj&con tutto che v'era malamente trattato* fopportaua nondimeno con grande paticntia il tutto. Et affligendo il fuo corpo con digiuni, iouen te pregaua il Signre* che gli concederle il luo aiuto* e la Tua ianta grafia Et mentre egli dormiua vn notte,gli appar l'Angelo del Signore* confortando lo,& annonciadoli ci ch'era per allenirgli; & Come il Signore l'ha uerebbe liberato da quello carcere$& che finalmente per mezodet Martirio egli doueua edere cittadino del Regno Cele Ile. Daqueila vilone ricreato dunque il Beato Vuladimiro,vie pi attendeua ali orationi,& ad altre diuerfemacerationi del corpo. Vn di auuene,cheCo(Tara figliuola di detto Samuelovcnuta dal padre, glifup plico, che la lafciaiTe andare, e Vi fi care gl'in carcerati, & quelli lauareperamordi Dio. La qual cola hauendo facilmente ottenuta dal pad re*e in tran do nel catcere,trgli altroch lau,v'ra il R Vuladimiro.ll quale vedendo, ch'era d'vn bellimoafpetto,&fpra tutto modeilo*prudente*c dolce nel parlarejtornatachefalpadrejegli pofe in ginocchioni, piegandolo acci che lo liberafle dal circe* re,eIod.iiclei pcrmarito.Oueil fuo padre confiderando*che Vii ladimiro era d'antica regal famiglia 5& che appreflohaueuain s tutte quelle manicre*equalit,chcvn fimilperfonaggioconueni u no * volen rieri alien ti alle parole della figliuola E t liberandolo da carcere, lo velli divette regali 5 Sedandogli per moglie la detta fua figliuola, fece vn regal conuito 5 al quale interuen nero tutti i Baroni del fuo Regno . Vltimamen telo rinueft del Regno paterno 5 & oltre a ci gli aggionfe Durazzo con tutto il fuo territorio N contentandoci di quello, rcflituetiadio a Draghimi! ziodefioVuadimirTrcbinc,e tutto ci, che gli haueua tolto. Vuladimi-
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f^iomir Jucce de Samuel fuo padre : Co*
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tVcon fornirla fa tirf*onrt<J del p^p^lqgQuernaua iliiio. Regno Non molto dop a Sam uclo itolgaropaflito da qu#a-vita, fucccf f fuo figliuolo Rad ornar, il quale guerreggiando continuamente co iGrcci,haueua loro occupalo ogfttcoiafin'Go^ntinopolu All'horaBafilio Imperatore dubitartwiQ che non lo priuaffedi tur so l'Imperio, nudo vn fegreto Amafeiajdorc Vuladlauocugin
Greci cbia
germana di Radorn'j ottonandola che fi difponeffe a vendicare, la morte del fuo padic, il quale con vn altro Tuo fratello haucua fa t toSamuclo morire: promcttendpgU.Qgni volta checi faceflcjdi
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cr H0MM9 . Quefto ifiejfo
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vn d nella caccia ammazz cfloRadomir.Mavcddo, che fa tradirne"to. Bopoteu*maifccuramcntcpo(JcdereilfuoRegno t mentreviueiw Vula dimiro cognato di Radomir,cominci fortopretefto d'a micit;prcgarlo,jcbevcniucdalui. Qucfta col vdendo Coflara
mogliecli Vuladi miro,
te.Poimanddi nouolifuoihuomini con vna Croce d'oro,giu ra ndo fopta la fua fcde,e promettendo a Vuladimiro,chc da lui no doucua ri ccuer alcun malc,mapiu tolto ogni bene; & chcallafinc lo doucua rimandare infieme con la moglie con grande honore & con molta fua fa tisfattione. Vuladimiro, elicer h uomo pio, e
femplicc,prcftandofcdcqueftcfueparoJc,
iper in luogo della. Croce delloro,gli ne
f gli offer
diandare,
gno,fopra la quale Chrifto fu crocifxffo.Vuladiflaua hauuta quelta rifpofta,fubitamcntcgii mand due Vcfcoui,& vn Eremita co Vna Crocedi lcgno,chc dimandata haucuajacci clic da parte fua gli fuflc detto, & (oprala Croccgiurato, che non era pcrfargli alcun male; Venendo adunquei Vcfcoui,& l'Eremita a Vuladimiro, gli cfpofcro quanto loro era ordinato. Il quale saui con pochi de' fuoi. Et fc bene Vuladiflauo gli haucua refi gli aguati per la ftrada,chc cos credeua liberarli dalgiuramento,qualfattogli haucua; nondimeno non fu occifo, perche Iddio onnipotente non pcimeiTe reufcircil pefiero di Vuladiflauo. Impcroche quelli,ch'ctano deputati per darla morte al R Vuladimiro, videro molti fol dati,chc l'accompagnauano, hauendo ogn'vno di loro l'ali, & vn dardo
, .
224
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dardo in ma,no;& co nofeen do che quefti crino gli Angeli dirDro, tutti fc ne fuggirono: &cos Vuldimiro vennc&luameiuom; Prcflaua.l doucera Ja Tedia regale di Vuladiilauoj & al diritto sia ui verfo il palazzo del R, cheall'hota apunto ift trouaua tutdefi* narc;i cuique.l cola dispiacque fuor di modo. Imperchedefidd raua, che Vuldimiro fufteammazzato innazi,chcvcn*ffe alla Tua prefenza per non pareicch'egli folTe iUto cauiadcilaiua morse Ma hauendo nel Tuo animodel tuttodclibcrato di torgiila vita, co mand Tubi tamte, eh e fu (Te decapi tato. Quella cofa vcddso/.Vuladimiro,evoltatofialli VcfcouiYcomvnci lorodire: O huomihida bene perche mi rradifte ? Qual cola vi ipro n giurare ferrala Croce del Signore, eh e por catte con effovoi,di tton^armiaJcrima le? forf Iddio ha da/opporcare limili mal aagit? Cuinoniapen-< do per vergogna refpondercofa alcuna, con gli occhi fiflt ih terra flauano muti, Gattoniti. Vuldimiro primachefuile decapitato
,
ammalato
tradimento
Giorgio Cedre
dato il Santi (fimo Corpo di Chriflrvil q^ialo tolto con riuerenza , bafeiata la Croce, diflV : Qucita venerabile Croce mi (a in teltimonioinficmc con voi altri neldideiSigno-,
ottenne,che
gli folle
&
rc,ch'io
deinmanodichilodoueuavccidcrc. Etcosglifpubhcamerice: dinnanzi detiaChieia troncato ilcapo alli 22, di Maggio. Li Vc-r
feoui tolto
4uf[eill\rHlidmiro
garia.
Si fanno mira'
coli alla fepol*
in
Dui
fuo corpo Jofepclironq nella Chiefa,& al iuo fepolcto, molti deboli,cinfcrm4 hanno riceuutafanit.La qualcofaconceC
il
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Iddio lui morto, per dimofirarc,chccgli innocente, e inucrit martire era panato da quefta vita Il che vedendo Vuladillauo , (e
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tura delire Fu
Udimiro
Creani fedi
reale del f{
Tuia dimiro.
ne sbigott molto .Onde concciTc alla fua mogIie,qual d,.c notte fenza celTarmai Jo piagneua , che IcuaiTc il fuo corpo, e lo fcpcliiTe doue le piaceua.EIIa per tanto lo trafport inCRE ANIjchc fla fua fedia regale,elofcpci nella Chiefa di Santa Maria. Doue il fuo cor p (l ancora intero; & mandando fuori odore molto fuaucyqucU la Croce, chegli fu mandata dall'Jmpcradore Bulgaro* titne nelle mani. Et concorrendo ogn anno il d della fua feda gran popolo fi no al d di hoggi ( vedono moltie gradi miracoli in detta Chic- fa , perla inrerceilionedcl Beato Vuldimiro .Eia fudettafua ino*
glie
,
Ab
difpreggiato il
mondo
, fi
medefima
Ghiela.Doue hauendo viflutofantamente,fn il rcftnrc della fua vita. Ma Vuladiilauo,mentre il Beato Vuladimir&cra portato alla iepol tura , fatto vn buon efferato, occup tutto il fuo Regno; Ei
oltre
DE
oltre ci
G L
L A V L
nf
hebbe dall'Imperadore Greco la citt di Durazzo, fi come gli haueuapromcilo.perghhuomicidij gi detti. Quelle fcelc rarezze di Vuladislauo non volendo Iddio niun patto lafciarcim punite , vhdi rrouandof egli alla cena in Durazzo, gliappari vn Q**ftofflejr* huomoconlafpadaimilei VuladimiroOndegtandcmcnteisbi no. T
gottito,cominci chiamarci loldati alla Tua difeia. Ma l'Angelo mandato da Dio Io pcrcoiTc&fubuo cade morto. Il che vedendo
ifuoiioldati,fpaunti Tene fuggirono
.
E cosiThuomopeflmo
, il
vwUd'nUuo
perfido micdia
Vuladimiro, pofei annido, fu egli morto da l'Angelo del Signare. Laonde Draghimirziodi Vuladimirovdendoquefto ,amafso molta gente,perricuperrcil Regno de* Tuoi Auliche luidi ri gionc attcncua.Et venne nel Golfo di Cataro.Onde i Catarini an daronoincontrarlo,& viari con le vettouaglielo pregarono fuif contento defnareneiriioia,chi3mata San Gabriclo,acciochc in cjucfto mezzo hauefiero tempo cjiriceuerlo nella lor citt debitamente^ con qucirhonorc,che vn paro fu ( chiedeua A quefte preghiere de Catarini volendo Draghirairfatisfare, entrato in barcacon pochi dc'fuoi traghett quel luogo. Et pollo in ordine il degnare, i Catarini, che molti v'era no raunatiinfiemc, comin ciaiono dire . Samuelo , & Vuladislauo , che furono R di quelle
.
VM^elo,
Prouincic,lono morti; ne hora reit al tro della ftirpe de' R antichi, in fuordi quello Draghimir,il quale fc viucr,cci tratter alfolitode'fuoi maggion,lecofc nollreandarano malc.Ammazzamo, loduquCjChcleuato viailgiogodellaleruit,nnoi,nmcno.i no flri figliuoli patiranno da mo alianti alcun male. E cos accordati
tuttiinfcmccontrailRjComefiful deilnare, cominciarono alle gramentepigliarilciboconlui. Eteilendogi;(ca(da(idalvino,{
leuanotuttiinfiemeimpetuolamentecontralaperfonadelRe.il quale vedendo quello, toftoleuatof,fi ritir nella Chiela, che v'era vicino: Etcauandodalfoderolaipada,gliproifbiua l'i ngreffo deli la detta Chiela. Ma liCatarini vedendo chcl'adito delle portedel* i r i ir r 11 laCnicla era loro preciuio, montati iopra il tetto , coprendolo cn* trarono dentro,& aramazzarono il R,non potendo eglirefiflcre quelli, chef aflaliuano dalle porte,& che veniuano di lpra dal tetto. Coramella dunquequeltafcelcragginc,tutti le nefuggirono.E lcfTcrcito intcfala morte del fuo R>fcioltofe ne torn ogn'vno cafa. La mogiic di Draghimir intelaia mortedelfuo marito, tor<#->i
Dragbimir Re
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monodacta*"
Ff
26
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entrata poi
ninRafla dal fuo padre Glmtomir, ch'era il maggiore Giupano di Ralsia. Il quale trouando ch'era pallate da quefta vita,, andirt Bofna dalli fratelli di fua madre inficmecon detta fui rr\adre,e due
figliuole.EcefTcndoancora nel viaggio nel Ctado di Drina,in vn luogo chiamato Brufno, partor vn figliuolo, cui pofe nome DoDoiraslauo
gliuolo del
fi-
tempoin Bofna. Ma
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Ja,wiHijifM m
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Di qucflof W?
tiove
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Zonara
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ft mette ricu f erare il B^-
gno paterno *
Bjtefio
slatto
Dobro*
Giorgio
Cei. chiama
Co l'Uno.
fofpettodelPinfidiede'nimiciJomenRauiaj doueprefeper moglie la nipote di Sam uclo gi Imperadore de' Bulgari , giouanc molto bella $ con la qualehebbe cinque figliuoli, cio Michaglia, Goislauo,Sagance,Radoslauo,&Prcdemir. MaBafilioImperado re Greco n tela la morte di Vuladislauo Imperadore BulgarOifatto gran sforzo di gcnte,occup tutta la Bulgaria, Rafsia& Bofna :& fatta molto potentearmata,foggiog parimentetuttalaDalmatia infino a'fuoi virimi confini Le qualrProuincie gouernando Bafliopcrmezode'fuoiminiftri della natione Grecargli habitatoii di quelle patiuano molti mali perla loro auariria. Quefta cofa vedendo Dobroslauo, fi rifolle con quefta occafionericuperareilRegnodc'fuoi A ui. Onde cominci da vn canto adulare a' miniftti Grecite lodare il gouerno loro, eia prudenza che mofbrauano nellamminiirrare la giuftitia: dall'altra partemoftraua alli popoLi la dura ferui t,dalla quale-erano opprclt 5 rammen tado loro appreffogl'ingiufti giuditij,che da'Greciveniuano ogni d fatti j & che le loro mogli erano fuergognate,elc figliuole vergini violate. Ilcho
i .
mai non hanno fatto. Ethaudo per alcun tempo vfato fimil arte, cominciarono ipopli amar lui,
(diceuaegli)li miei progenitori
e per il contrario
odiardi Greci j & ragionare fra di loro che mo r do d poteflcro liberare da quefta loro dura opprcfsio ne .Fatto adii que il c6figlio,efollcuativn d, ammazzarono tutti li mini ftri del*
Strette fatta i*
l'Impcradore,
&
li
ynt de Greci.
Dobroslatto OC
CHfailBfgno,
Dalmatia5& fecero auifato Dobraslauo,acciochc venifEe pigliare il polTciTo del Regno. Il qualevenendo fubic>Go'luoi figliuoli gio uani di grande elpcttationcprefe il gouerno del Regno! Etebat* tendo co'Greci,occup tutto il paefeinfino ad Aplii.* Quella cofa vddorimpcradore,efdcg nato chiam fcvnode'fuoi Capitani, addimandatoArmcnopolo, comandandogli, che fatto l'cfler cito,opprimcfTe Dobroslauo co'fuoi figliuoli Acmenopolo pofte
.
le
con
Sellerei co,
Zcm*> Ma
n'anco
De-
DE GLI SLAVI.
**7
.Dobroslauo dall'ai ero canto fu punto negligcn te co'fuoi figliuoli far gente quanto pi poteua.La quale diuife in due parti, vna die dea quattro figliuoli,dando loro oidinc,cheandati vcrlola regioneoi iemale, (fermaiTero in vn luogo detto Vurania, allettando iui lfindclla battaglia:I'alrra riicru s,& al luo figliuolo Rado slauojcon la quale a licitando li Greci, gli ruppe, & cacci in fuga OueiliuofigliuoloRadoslauo mofr.ro gran valorc.Imperoche,ol*rc l'altre veci fio ni, eh e con fua mano fecede'nimici,l'ifteiTo Capi tanodc'Grcci butt per terra. Il che fu la principal caul della loro rotta. Ma quell, ch'erano fuggi ti,credendo di hauere gi (campaio dallemanide'nimici, in toppauano nei figliuoli di Dobroslauo , i quali haueuano occupa to il paeieOrien tale, di maniera , che
<juai
bili
il
Creci
rotti
da
Dobroslauo
ammazza ti.Il R per quella vittoria no iolo (laTuo Regno,ma ancora v'aggionle de gli altri paefi tolti dalle
tuttifurono
mani de'nimici.
Etal figliuolo Kados!aUo,pcre(serfi in quello fac to d'arme portato davero,& valoroio Capi tano,diede la Giupania
diKczkarimperadorede'Gi&ci hauendohuutonoua della mor te, & ruma delli fuoi, fu appretto da gran malinconia 5 e dubitando di qualche maggior male,mand li iuoi Ambafciadori co mol ti, cricchi doni alliPrincipi,che(Ignoreggiaua no in Jllirico,c mal fmealGiupanodi Ra(sia,Bano di Bofna,eal fignorediChemo, pregandoli fuor di modo,chp tolte l'armi con tra Dobroslauo, ac-*
tcndeiTero a vincerlo Etfc ci
.
TrincipideWll
lirico confpir*
non
darli
bene dalla fierczza,& ceruello orgogliofo d'elfo Dobroslauo, & de'fuoi figliuoli. La onde il Giupano di Ra(sia,& il Bano di Bofna, fatto vn buon apparato di gente, ricercarono Gliutouid Signor di Chclmo, huomoefperto, etL. eiercitato nelle cole della. guerra, acciocho egli, raunatala fua gente, futfc il Generalo
Gliutouid Si-
campo. Gliutouid accett il partito,-& accopiato il fu cffercito con quello degli altri,fece vn'hoftepoderofaj e s'accamp Trcbinc. L'Imperadorede'Grecifeceall'fiora maggior sforzo di gente,che mai pcradictro n haueua fatto. Et decchiar il iuo Capitano Curfilio Toparca GouernaterdiDurazzo . ilqualeha uendo congregati tutti quelli, cheeranoatti perla guerra nel piadi tutto
il
gnor di Cbel-
mo.
UCedreoo cbia ma tjueflo Tre fitto di Dura^ %o Michele figlinolo a" Jotafiafio
ta,
il
Logothe
no della Citt di Scutari, alla fino leuato il campo pafs il mcDrino cl, fi ferm nel territorio d'Antiuaii. Ma Dobrolla,
fui -
quale, di-
ce
110 con-
lefquadrc de'fuoi
fi
trouaua in Cermeniza^
Et elTen-
paffiftrctti,
&
do
nimica^, dubit di
non
Ff 2
per-
2i8
perdere
oratane
di
.1
R E G
N.
O
fi
Do
tatto
&
<jcl
fuo cflercito, parl loro in qucllafentcnza. Vede te figliuoli ca ridimi, voi altri foldati mici valorofifsimi, eiTerc tanta rnolmu-
&
dincde'nimici^chcTempito loro con s poca gte ini polsi bile fo*. (tenere s fc per innanzi che fi congiunghino, non verremoa inoltrare qualche atto heroico. Perci mi pare elferc ben fattocene to) ichaglia,Predemir, & Sagancemieiigliuolivadino con vna parte dell'elicerci to, che appo di noi tenemo, occupare fccrctamence li monti, chefonodiricto le {palle de'nimicijEtio con gli altri figliuoli Goiflauo ,
&
il
%o
&
altri
tencrano occupati
do da' detti monti,fimoftraranno gagliardamente alTalirel'inimi co Pcrcioche ho iperanza in Dio chefe ci moftraremo huomini d'hauerli quella notte in mano. La qual cofa tutti con vna Voceap.
Untiumn
HlzUa'uG^
prouarono.Etli prefati trefigliuoIi( com'il padre haueualorocomandato) occuparono i fudetti monti, aipcttando iui il legno per afTaiire il nimico Fra qucfto mezo vn certo Ammarino, che dalla, * ua giouanezza haucua femprefauoritolccofe di Dobroflauo, no fenza volontdiDio,chc fi moftra u fauorire le cofe del Riandato nel campo de* Greci,publicamen teauis Curfilio,che fi guardaf f dal R Dobroflauo, & dalli fuoi figliuoli, perche da loro era da ogni parte circondato. Quelle cole fendo a. bello ftudiodiuolgate dall'Annuarino nell eflercitode' Greci, non poca confufione gener lo fpauento alIifoldati.il che vedendo Curfilio, fu bitamen te comand, ch'ogn'vno s'armade , e ftelTe, apparecchiato per combattere^ neMuoghi opportuni ordin leguardie. Ma Dobroflauo quando gli parue elpediente, Icu Tederei to , e venuto aMc guardie del campo Greco, pane di quelli ammazi, & parte pofe in faga>j e incon tanen te pafs auan ti, fonando trombe,e facendo *eiTercko gran ftrepitocon le voci.Laqual cofa vdendoi figliuoli del R,che
.
haueuano i monti ,fubiro & cflt calano gi, mettendo ftrido ad alta voce>& fonando tromberaitri in linimenti da guerra.Quelio ftrepito vdendo li Greci,& dobi tandoche non foiTe vero quello haueua loro detto l'Antiuarino^c potendo vedere cofa alcuna per Tofcuric della notte, isbigottiti
all'incontro de' nimici occupati
non
DE GLI SLAVI.
non vollcno pi afpettarc la venuta del nimicojma fi
ga. Il che vedendo Dobroilauo,&fuoi figliuoli, con
?
diedero in fuCrecidinuou ^on tdaDobrcurfiUoCapiu dt Greti
.
maggior empito, che potcuano (e glifpingono adotto, & ammazzano maggiorpartcdiloroj&altriperfguitado in lino al fiume Orino, mol
ti
g ferito$& trouandofi nel territorio di Scutari,pafsdaqueftavi~ ta. In quefto fatto d'arme aune,chcGoiilauo figliuolo del R Dq J|!^ m broflauoperfeguirandoh nimici, eincontra tofi nel padre in vna
fcluaappil torrente, chefeorre perPrapmna, n per l\>icurit di
notte conofeendo chi
ei
piedcdeipadre,comincidircperdonatimi padre,chc certamente non ti ho conofchito. Cui il padre rifpofe, no haucr paura figli nolo; perciochela grana d Dio cancoracon noijnon m'hai ammazzato^ meno ferito. La onde chiam quel luogo Boxia milolt: s per elTcreiui Iibcratodalle mani del figliuolo per la miicricordia diurna, s ancora, per haucrgli Dioconceu^oinquclluogoIavittoriactrarinimico.Curfilioienbuttatoli
buitandoloda cauallo,il voleuaammazzare.OndeDobroflauo cominci- gran voce dire, POMILVI BOXE, POM1LVI BOXEj il iuofighuoLo haucn- Tom itui Boxe do fubitoconofeiuto, ch'era il fuopadrc,fmontatodacaualIo,e fanaagC natia m inginocchionijtenendoii
fuffej aflalt,&
]fai C Qrdia\
Box \a
miiufl,
ciomifcricor*
M
/
domorto(comcdicemmo)perleferite,&fepeitonel territorio di Scutari,fu pofta al fuo fepolcro vna Crocc,la quale fi n'ai di di hog gichiamanoCrocediCurfilio. Retti adunquein quefto modo,&
facciati
110
li
Croce di Cur^
filio.
Greci, il
figliuolo Goilla-
con tra Gliutouid,& altri, checon le loro genti fi trouauano Trcbinejdandogli cinquanta Greci,che nella battaglia haueua fat ti fchiaui,&gli ordin, che, come fuffe venuto alla vifta dcl'efTcrcito inimico, fubito mandafleli detti Greci,i quali ancorerano ba gnati di fangue , che gli veda u dalle ferite , nel campo di Gliu touid &fc per aucBt ura
:
efll
mandargli tutti
gior terrore
alli
fil
di fpada
Quella cofa
dar
mag-
dell'Illirico,
Goiflauo dilig-
tcmentccfTcquendohcomandamenti del padre, nel GolfadiCauro tragett rcfTerciccs&i marchiando per il Canale, afcefeilmonteClouco, & al diritto f n'and verfoli nimici ja'quali fendo gi
Vcino,lafci li Greci, ch'erano ne' ferri,
li
to di
Gliutouid,& degli altri Principi Illirici, narrarono loro ci ch^eraauenuco alla fua gente. QueftaeoLa diedegran fpauento
tutti,
G N O
Non vi
voltro ingegno,
e le voire a.
montate a cauallo con duedivofri, ch'il mcdellmo far anche 105 &r cos (ccndiamonel piano, per far la proua del valorediciafcunodinoi Goislauonon volle Iafciar a niun patto palTarfotto flentio quefto fuoinuitOjcleminacaejma fatto quto era dimadato da Gliutouid, entr concito lui nello ftecca to,do uc Gliutouidf ferito da vno de'foldati di Goislauo nome Vdofo habitain voi,
.
dalqualcfndo etiandio buttato da cauallo, vn'altro fuo corripagno,comincigridaredicendo:Corretcfoldatimiei compagni, che Gliutouid ferito,& buttato a terra. Ma egli in quefto mezo ricuperato il caualJo,&montatouifopra,fencfugg.U chevedendo li fuoi cominciarono di lubito,& elsi darli in fuga. Li quali per feguitandoGoisIauo, molti n/ammazz,&alcuni prefeviui; alla fine molto allegro, &vittoriofo torn al fuo clTerci to Et dop
bre;
.
Dobroslauo
Se fuoi figli-
hauendo raifettatolccoiedel fuo Regno, fi ricord deH'Antiuariuo, checonfua prudenza in gran parte gli fu caula. della vittoria; & si sforz premiarlo in tal modo,chenegli,nmc
uoli
.
llquale
Man. fa Confine
dei regno di
brosiatto
Do
mai pentire del benefcio facto al fuo R. Quella vittoria reftitu Dobroslauo tutti li paefi, ch'eranoat tornoDurazzo,c dilat fuoi termini fin'al fiumeBaiufa.Ldoue fabricato vn caftello,& poftaui guardia d'h uomini molto prodi inarme,iuipofcil termine dclfuo Regno. Donde li fuoi ctinuanolifuoipofteri,fi potettero
i
Dittinone
del
re^no di DobrO
slatto
mcntefaccuanofcorrcriencl paefedc'Greci.Ma dop quefto viuc do Dobroslauo 25. anni.pafsda queftavita, trouandofiin Prapratna,douefaceualafua refidcnza:&ffcpelitocon gran pompa funerale nella Chiefa di fatuo Andrea,nclla fua capella Li fuoi figliuoli infemecon la madre congregati dopo la fua morte,diuifro frloro leProuinciedelRegno La ondevenne Goislauo co PrcdemiriCh'erailminorcdc'fratclli.TrebincconGnspuli. A Mi
.
.
D E G L
vilTc
A V
I.
231
1
tenne appo di s Goislauo primogeni to, e il dominio s de &gliuoli^com'ancodel Regno Ne alcuno in vita fua hebbe ardirne tovfurparfiilnomercgalc.Mafolamentcfl chiamauanoChneloui,cioConti.Cfucceflodi tempo trouandofl Goiilauo amalato iTrebine, alcuni di quel proprio luogo , chiamati Schrobimefl,
.
GoitUuo &mma%zatoktr*
binefi.
ammazzarono in Ietto: il che poi reccro,& del iuo rra tello PredejnirojCreandopcrlor principe vnodcTuoi,addimdatoDonanek
1
DomneKTre
me*c '
Qucltacoia vdendo Michaa,Radoslauo,& lagancc,fattovn buo citerei to,en tra ro no in Trebinc, cV prefi i micidiali de-' loro fratelli trcaronoloro il capo. MaDonancK co alquanti de'pi famiglia iifenefugg.EtrcltandoSaganceTrebine,Michala,&Radoslauo tornarono in Zenta. N molto dop Saga nce entrato in foipet to deTrebinei , Vegli torn alli tuoi fratelli in Zenta .Apport <mefta cola alquanto di difturbo iMichala,dubitado,chequefti
tumultinocaufafl'eroqualcheribcllionenellaProuincja.
cfort
il
MicbaladaSla
ui
chiama*
* lQm
Laonde
Ml
fuo fratello Radoslauo, che andato Trebine,cercalte d* acchetta rc,& reprimere quclli,che il mollraua no machinare le cofe
nuouc$& Pedon apprelso,che prenda ffecr iandio il gouerno della detta Prouincia. MaRadoslauoniun modo volle confcntire,(la(ciateleproprieProuincie)pigliarcura dell'altrui $ fin che Micba
la,&Sagancc,dubitando che li Greci ito occupa itero quei luoghi fi come pi volte tentato haueuano,non gli promeifero t & dinanzi
?lli
Baroni dell'Illirico faceifero patto , il quale poi ratificarono co feittura,c con giurameli to,cio che anda ndo Radoslauo Trebine, tanto detta Trcbina * quanto vn'altro paeie, di cui fi folle impa cronito, gli folte aggionto Zenta, che in fua, parte era venuta: &s,intendefleeirerefua,&de'iuoi poderi in perpetuo. Radoilauo fatto per tato l'efferato, f nand$& ricuperata la Prouincia di Tre binc,prc{eancoraDonanek,ilqualefecemorircc vani tormenti ^ onap eKe P re foy&morto. -e rJ'cl n Jbtpolcia entrato nella Prouincia a Elemano, quella panmenteoc- -promnadE cupo. E quali nel mede fimo tempo la Regina madre mor , & Mi- feww. chala^ch'era il maggiore de' fratelli, en tr nel politilo del Regno Coltui hebbe lette figliuoli ,cio Vuladimiro , Priaslauo, Sergio, Deria,Gabrielo,Mirlauo,&Bodino.Etconfiderando,chediui ^MtebaU.
Un
Contado
di
2 3*
REGNO
prefe Vn'altra
,
Si marita con
che fu cugina ger*' manadcirimperadorcdi Coltantinopoli 3 dalla quale gli nacquero al tri figliuoli, cio Dobroflauo Priaflauo , Niceforo>eTeodoro.De quali Dobroslauo, Niccforo,e Teodoro non riebbero figli-
tmopoU .
uoli.
li
quale
(come qui appreso moitraremo) occup tutte le Prouincic del Re gno.Crefciuto adunque a Michala,pcr tanto numero de'figliuol i,
ildefiderio d'occupare l'altrui paefe; 6c fatto bcngrofloeilercitcj
occupare la Radia , & la BuIgaria,doue fecero molte guerre: alla fi ne ha uend ole in gii parteacquiftate,diede Priaflauo fo figliuolo la Rafla,& a! nipo teBodinofigliuolodi detto Priaflauo, la Bulgaria. Quello BodiBoimo s'affk* no tolto checommci regnare, per lagran ambitione,ch'in lui do me Uno me im- minaua,s'vfurpil nome Imperiale. La qualcofadifpia eque oltre periale. modo all'Impcradorc di Coftan tinopoli . Onde mand mol ta g tea cacciarlo da Bulgaria Et vfeendo Bodino armato coTuoi, nel la zuffa rei:rqtto,&fprefo viuo, & menato Coftantinopoli. Ondepcr ordine deirimpcradorc fu mandato in cflilio in Antiochia. Tutti li figliuoli di Michala,chehebbecon la prima moglie, H$$to daGre* ci & mandato ancorili vita fua, morirono 5 s per molte guerre,chccontinuamcinejJiUoin An te egli faccua; s ancora perhauer, con tra il giuramento fatto, toliiocbu. to per forza al fuo fratello Rodoslauo la fua parte del Con rado di Zcnta,per compiacere al defideriode'figliuoli. E alla fine haucndo regnato 3 5.anni,vcnne morire; & fu fcpelito nel Monaftcrio di Santo Sergio,'& Bacco Martiri. Dopil quale cominci regnare iifudettofuo fratello Radoslauo , il quale hebbe dodici figliuoli, t\ tgioiUuo. de'quali furono otto malchi, li nomi de'quali fono quefti,cioBra niflauo,Gradislauo,Goislauo,Dobroslauo, Hfalimir, Stanihna , Cocciapar,&Pizinek% Eflendo adunque Radoflauo naturalmente huomo benigno,Vportado gran amorcquelli, ch'erano del luo legnaggio , & e intendendo , che Bodino fuo nipote ,& figliuolo di Priaflauo fi trouaua ancor viuo iiu Antiochia^, mand al quan ti huomini arditi , et-, fagaci cauarlo per forzai da quel luogo , doui; con buona guardia era tenuto Il che hauendo coloro clTequito, Bodino fu menato Radoslauo, iqualeinficmec'fuoi
lo
. .
Botino libirato.
Io riceu
con grande allegrezza, & li diede Grifpuli , eti. Budua Ma il fcftodecimo anno del Regno di Radoflauo , Bodino impa dente della fua fortunata tto fegretam.cn te il configlio con fua ma
tregna,
D
fregna,
G L
A V
I.
235
& con Tuoi figliuoli, ch'erano Tuoi fra celli per parte del pafedelt,
cke,non ferula
ti
vecchio finiilrellantedelr
Pietro del
campo La
.
con re{TerciroinZenta,&
parenti,e figli-
Ar
***
ciuefeouo d'Antiuari.Onde col fuo Clero, e popolo s'interpofe,& fatta pace rraioro, la Itabiluono.e rannearonocon giuramento da rvna,e!'aitra parte rarto, di viucrequitamente,e amicheuolmentenell'auenire Dopqueitonacqucro Braniflauofei figliuoli > PredihnajiyerriflauOjDr^gKihna^uardiflauo, DraghiIlo,&Grubella. Et Bodino nacqueroquatrro ioli ,Michala, Giorgi, Archirizzo,e Tornalo. Quefh figliuoli hebbetglicon Iaquinta figli.
J*
noo.comap
t* tein vnt "y
monaci croma.
di
La^
citt di Bari.
Ma con
parenti; nitntel'ef-
m RaiTa,-aqualecccupata,diuiiin dueGiupanie,-vnadel-
lcqualidiede Bclcano,&altratMarco, ch'eranodella fila Cor- t filtri efeni' tc.A'qualifeceprometterj&giurarefedeltalfuoR^a'fuoipofte P larthanMa ri. Et nel ri rornofoegiogI.iBoiiujalgouerno della quale inltitu
Conte Stefano. Nmoltortop,vditab morte di Roberto GuiicardoFra',cefe,il cudehaueua occupato Durazzo, lo ricuper co tutto il fuo territorio. Ma finalmente fatta la pace con FlmperadorediCoirantinopoIi, g li lo reftuui. Ora vedendo Iaquinta moglie
il
moltiplicaua-
La
quinta
mo-
k(,hcbbepaura,chedop ia morte del fuo mari to,non leualleroper ^ forza il Regno dal'emamdc'fuoi figliuoli, fi comcBodinohaueua fatto-loro. Onde ccrcaua occafone di potergli qualche modo ruinarc. Effendoadunqucvn d venuto Braniflauo con (uofratel* lo Gradislauo,ccol figliuolo Predihna inScutaripervifitarc il R Bodino, la Rcgiua Iaquinta perfuafe al fuo marito,che gli ri tenefe appo di sin guardia, ppoteredopola fua morte ftabiliie il Regno luoi figliuoli :aillcurando,che le no facclTequeUo, chelei l'elortaua,chelifuoifigliuoli,dopla (uamortepderebbonoil Regno, & morirebbono violentemente, farebbono vna vita molto mi fcra. Da quelle parole della moglie Bodino fofpinto, con tra il gm ramento Gg
le dt
B *?m *
REGNO
i
Li figliuoli
Branislauo
di
fi
faluanoRaufa.
ramen to gli ritcnnc,& fece prigioni.La qual coia vdendo figlili li,fratelli,& nipoti di Branislauo, fuggirono Ragufa , menando feco quattrocento foldati,de'pivalorofi chehaueuano. Bodino hauuta di ci la noua fatto l'eflercito vnc Raufa; & veddo che
,
Bodino
co
to
1
uiene
non
esercito fo
in
pimodi
Raufa
combattere,comincidar loroafTalto. Ondei figliuoli diBranislauocon lilorozij,& parenti vfccndo ogni d fuori di Raufa, am mazzauanomoludcll'cifercitodi Bodino. E, fra Paltrc^iauedovn
d fatta grvcci(onc,Cociaparo
Co/faro come
ammazz CoflarOjVnode'pi fa
ferme Lodoui*
co Ccr. fu fra*
tetto iella
Re-
gina laqttinta
migliandeliaRcginalaquinta. Ilquale fendo ftatoda lei teneramente amato, fu impatien te fuor di modo della (u morte. Onde co capelli iciolti piagnendo, e (tracciando il vifo, cominci dire
i
buomoualorofi
Hoimemiferame,checoia dop
la
tua
mor
miei e tuoi figliuoli^ da queft tuoi parenti, fehorain tuaprefenza,non facendo alcuna ftimadi noi,ammaz
li
Branislauo fu
decapitato in-
nanzi la citt
di
Raufa*
Bodino pentito
piagne la
renti
Mor
te de fuoi pa-
Dipoi lo cominci esortare, che non potendo far altro, almeno per vendetta faceffe morire Branislauo co gli al tri, che teneua prigioni E>a quefte parole, & dal pian to della moglie, Bodino s'adir in maniera, che porfelafpada, qual teneua alato, a'fuoi ferui tori, comandando loro,che decapita (fero Bra nislauo con gli altri. Li quali feruitori effequirono quello comandameli to innanzi,ch'il R fi pen tilTe; eflendo Ita ti follecitati a que Ito ancora da Vn certo Raufo, che da'fuoi nimici era flato fca eri a to da Raufa, cVall'hora fi tro u u prefTo Bodino. Furono dquc decapitati dinnanzi allaChicfadi S.Nicolo apprefTo Raul, vedendo ogni cofa li loro parenti , che fi trouauano a Raufa Et cos Bodino, oltre ilgiuramento violato, fuancojmicidialede.'fuoi. Li Vefcoui,& al tri,ch'erano venuti ai R per pregarlo,che non fi mct tefle fpandcr'il fanguede' fuoi parenti; ma pi tolto conferufrfTc* e manteneffeloroquantoeraobligato col giuramento, vedendo che coftoro erano gimorti,lo riprefero aipramte, che alla perfua (ione della mogliehauetufattovnsgranerrore'llRpentitofifu bito,pianle dirottamente ; cV diede i corpi loro alli Velcoui, accio che con fommohonore , cpompa fuffero fepcliti nello fcoglio di Lacroma. Laqual cofa fu da loro pieno effequita. Mali parenti di Bodino,ch'erano Raufaj, intendendo ch'alcuni Raufei tra t* tauanofcrctamentc co'lR per dargli la Citt in mano pcrochc
fcanoi noftri carifsimi
?
.
.
hormai
D
te,
G L
A V
I.
i)f
Guerra
f,
hormainelfcttimoannoqucftaguerras'craprolongata^ntratiin alcune naui,chc per ogni buon nfpetro vi tencuano.apparecchiapartirono vcrio Spalato,
2o'^^
jette
ami.
daUTmperadore de* Greci. Vedendo pertanto Bodino, che non potcuaclpugnare la Citt diRauia,fabricatovncaitelloairincon tto d'e(la,& poftoui drento di foldati,torn Scutari. Ethauendo
regnato intorno 26.a nni,pafsoda qucitavitaj&fifcpelitonclMo nafterodi S. Sergio, & Bacco Michalafuo figliuolo primogenito volendogli fuccedere nel Regno, non fu permeilo dal popi '05 il
.
p refer0
^=
feialdidi
Ta-
dtfcaw "se*
cleau.
l
Tt
Bodino
i^nno-zilfece
morire Ufuoi
grandi fcc!cr:.ggi ni della fua madre Iaquinta,rifutan io cflojeleffe per (uo Re Dubroslauo fuo zio. Il quale trattando ma le,&con moltarigidczzali fuoifuddiri,cominciaronoqueficon fecreti medi efiorrare paren ci di Dobroslauo i quali, come dicem mo, erano fuggiti Coftantinopoh; promettendo loro (fc per (or te ve netter) da re il Regno nelle mani. Li quali hauuta licenza dal
<iuale,per le
1
,
^J^Vrajk**
Imperadore,venneroDurazzo. DoucGoislauoprcf la moglie, &rcftcon li luoi nipoti. Et CocciaparoandatoinRaila,fcccami citia co'l Conte Belcano,doue fatto l'c fletei to,lo men ctta Dobroslauo, il quale con la Tua gente ic gii fece incontra 5 & azzuffati nel tetritorio di Dioclea lungo il fumcMoracia, l'efferato di Dobroflauo fu rotto,
quale
mandando ligato in
occuparono Zcnta, elamaggior parte della Dalmatia deilruflero.OndcrcftandoCocciaparo Zta,Belcano torn in Raf fia. Et co {uccello di tempo occorrdo certe inimicitie occulte tra Cocciaparo,& Bclcano, cominci elfo Belcano cercare occafo. ricco' fuoiRailani di poter qualchemodo far morire Cocciaparo Del chcegliauucdutofi, fi ritir in Bofna.Doue tolta per mo gliela figliuola del Bno di Boina,n molto dop in vn fatto d'ar me fu ammazzato inChelmo. Mai popoli deiriilirico,ch'eranoaf fuefattiviucrefotto R,crearono perloro RVuladimiro nato da Vuladimiro figliuolo di Michala, che (com' Ila to detto) fucceflc nel Regno Dobrcslauo, primo di quello nome,(uo padre.Coftui per ciTereperfona d'animo molto quieto,raccolfes tutti quelli, che erano dcUuolegnaggio, verfo i quali moffr grande amore. Ethauendo tolto per moglie la figliuo adi Belcano Conte di Ra fa, la terra sacchetto per fpatio di quindici anni Et fu liberato da prigione R Dobroflauo da Belcano,il quale fece ci per far co
fl
Ra
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Dalmatiainfe-
fl*tada$aQU
CocciBof*
morto da
"'&'
^Vuladimr.
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'a
1^6
fa
REGNO
.
venncalla prclcnzadi Vutadimiro, fu per fuo ordine incarcerato!* Etcos, mentre egli rcgn,vi flette. U quinto decimo anno delregnodi Vuladimiro Iaquinra moglie di Bodinogi de fina tu, fatto il configlio co alcuni huomini maluaggi, nimici di Belcano, fece comporre Cataro certa bcuanda velcnofa, Ja quale portandoli
jtfiruadmiiYO
attelenato-
da
laqumta*
nimici di Belcano , la diedero bere a Vuladimiro per mezo d'alcuni fuoifemi tori, iquali,non so a che mo decorro tri haucuano. Quella bcuanda prefa che hebbe Vuladimiro, incontanente s'amalo. La ondefapendola Regina Iaquinta>chcda quella infermitegli nondoueuafeamparc, fi trasferi a Scutari col luo figli no,
detti
ladimiro, fuor di
lua prefcnza.Iaquintavfcendo fuori della camera,cominciIamcrarf,& dire quelli,che v'erano prefentr.Che male io
jirtc diaboli*
ho fattaVti
cu diaquinta.
ladimiro^h'egirhorain quella maniera mi tratta? E come non ere de , che non altro caufa della fuamocte,che Dobroflauo , il quale
Quello ella empiadiceua,per indurre Yuladim ro decapitare Dobroflauo ; temendoxhccoilui dop la morte di Vuladimiro non s'impatronifTc del Regno. Et fubito partendo da Saitari, venne Gorizza afpettando iui la morte del Re. In quello
tiene in carcerato?
mezomandaua
j{&obroslauo
accecate
.
dimiro,promcttendo loro grancofeyfeymorto che folle iiRVula drmirOjfacciTcro ancora morire Dobroflauo/ La qual cola eglino in parte effequirono. Imperoehc,morto che fu il R,& feptlito nel Monaftero di S. Sergio,& Bacco,cauandofuor di prigioncDobro
(lauo,gli traflero fuora gli occhi j e tagliandol'il
lo lafciarono cos andare
nel detto
.
membro
virile %
Qucfa
Giorgi
Il
quale fin
il
regn , e me fi ycdcne'priki*
legi di Cataro,
Monaftero cori
dellli*
lnquejlo tem-
po f* Cioanni cognominato
Mauro imp.
dtmiro^'impa troni del le il fecondo anno del luo Regno volle legretamente prenderei figliuoli di Braniflauojma il luo intento non hebbe cfTetta.Irrtpcroche quelli accorti fi gi delle fueinfidic, tutti sne andarono Durazzo dal lor zio Goiilauo,fuordi GrubeiTaiolo,chefprefo,& fat to prigione. In quel tempo l'Imperadore di Collantinopolimandin Albania vn fuo Capitano Caloioannc Cumano con vn buo esercito Il quale accopiataJa fua gente con quella di Goillauo, & fuoi nino Mj and contrade Giorgi. Man'attchccofbdifpunto
.
i.
negli-
DE
G L
L A
I.
237
negligente in ammaliar quanta gente pi pot. Etazzuffatofi nella giornata co' Greci, & Goiflauo, fu da lororotto* douc molti de'
Cuoi furono parte ammazzati,& parte prefiviui,& egli pena fugKGiorgi
rot
tQda
Goisl *'
quale hauendocfpu-
gnato^rouaronoiui Grubefia incarcerato, ^liberandolo da carcere, fu, per ordine dell'Imperadorc, e col confenfo del popolo dichiarato R.Etfattoquefto,Caloioannelafciadoglivna parte del
l'efferato, torn a Durazzo.
i\c Grubeffa,
& Capitano dei tutto compito, hebbe paura di ftarfene piin quel luogo, onde le n'and in Rafla Ma la U ma*
f
drclaquintafprcfaCararOjimandataCoilantinopoli.Ldo u fin la fua vita. Et hauendo Grubefia go ucrn a to il Regno con fbmmafatisfationedelpopolopcrifpatiodifetteannijc trouatafi
u quinta ipre
menata
fCaiorm
fiam'moptli.
granabondanza
Giorgi fatto
i> rr
humano,R
,
1
l'ciTercito in fw^>- t /
Rafsia , lalTalt
n
,
1
j.
combattendo valorolamen-
te,& facendo l'vfficio di vero Capitano, cade nella battaglia. Et fu iipclito nella Chiefa di S.Giorgi nel territorio d'Annuari. R Gior gi ricuperato adunque il Regno , & dcfiderofo d'hauer in mano Prcdihna,& Draghillo fratelli di Grubefia perammazzarli,li quali ancora fi trouauanoviui,&perpaura s'erano ri ti rati nell'altrui paefi,& Draghihna lor trzo fratello dimoraua in Rafsia,doue prc io haucua la moglicjacci chc(comclui ficredcua)in quello modo porcile ftabilire il f uo Regno: mand loro i fuoi Ambafciadori,c promifsioni, f volcffero venire, dimantenirli ne* loro Contadi 5 & farli ogni forte di piaceri. Et perche ci potelTe pifacilmenreloro
perfuadere, ratific quelle fue parole col giurameli to.I quali crede-
tagfaGrube/* fa
,
er regna
Cmi u
Fauno .Amba*
ftiadori di
fJ
^f/^'g^J
nisku.
uano in Zen ta; e cominci trattargli con moltahumanit. La mogric di Draghihna partor in Rafsia tre figliuoli,Radoflauo,LabaJiOj&Gradimiro.Ma Draghillo fendo andato nclpaefediPodgorie,prcfeOnogofte, & molti altri Contadi Laqualcofa vedendo
.
s'era
gouernato con molta prudeuza,& in ognioccaionchaueua fatto vfrl ci di vero Capitano, cominci effcrgli molto afTettiona
co,
2}S
to.
G N O
esercito, col quale
and i
foggiogarelaRafsia,chefe gli era ribellata. E tricuperandola,tiou in ella Vrofc incarcera to,poito iui daTuoi parcntijdde cauatolo,
rYofcGiupan$
gli
diede la Giupania di
diKaJJk*
Etmcntrclepredettecole fifaceuano inRaflia, Gradihna s'era ritirato in Ceccomani. Ma vedendo R Giorgi, che Draghilo coliuofrarello, e nipote tuttauia andauano crefeendo ,s nella giade^za,sanco nella prudenz^echeda ipopoli perla loro buona vita, & ottimi coflumi,ei ano molto amati; hcbbepaura,che co
paefe.
progreflfodi
tempo non lo
Draghillo
0*
Micbagia fatti
prigioni dal
R Giorgi
Draghilo ,
accecati'
&
Michela fono
de configliatofi ico, prel Draghillo, &Michala figliuoli del R Vuladimiro, li quali fece prigioni. La qual cofa in tendendo Draghihna, Paruofc Grubefla, Nccman, & Sirak, ch'erano figliuoli di erto Draghi hna, fuggirono a Durazzo. Quefto iftelTo fece & Gra dihnaco'fuoi figliuoli. Pirigordo Capitano dclFlmperadoredi Coftantinopoli mollo da compafsione, fece con Draghihnavn buon eflercito, col quale entrando nel paclc del R Giorgi, foggiogaronoognicofain fin' Vurania,6V Antiuari Ma volendo pais re pi olrra,vennerordinePingoidodi tornare Coftancinopoli. Perii che Draghihna laiciando il fuo nipote Vrofc nel Calvello Obliquo, egli and accompagnare Pirigordo fin'Durazzo. Ma il R Giorgi in patien te dclleruine, che Draghihna faceua, & del poiselso, ch'egli haueuaprefo nelle Prouincie , per vendetta caugliocchiDraghilo,&Michalafuo nipote.Ncontentadoii diqueii:o,pofcra(l'edioalCaltelloObliquo,douefi trouauaVrofcj il quale difendendoti valorofamen te, diede auifo alli fuoi parenti, cheli trouauano in Durazzo del {uccello delle col. 1 quali communicando il tutto con ChiriAleio diCondi Stefano che per ordine dellmperadore diCoitancinopolicra venuto Durazzo inluogodiPirigordo,feceroI'ciTercito,chepoi conduflerocontra R Giorgi . Ilqualefendomolto odiato da'iuoi, non fi troupur Vno,chedi ci lo facelfeauiiato Aliai tadolo adunque Chiri Alef.
Rp
Giorgi rot
fo,& Draghihna
alla
fproueduta,preleroipadigIioni delfuoefler
toda Drsgbib
al
D E G L
L A V
I;
235?
.
andare da Draghi Fina. Il che fu fatto prima da i Catarini Draghihna vedendo quello fauorcdcl popolo , cominci.perlguirare il
RGiorgi:qucito medefimo fecero enandio lipopolidiRafiajin maniera, ch'il R defidcrado di f chi fare qilo lor furore, fu aftretto con pochi de fuoi andare vagando per monti, &fclue. MaelTcndo da ogni parte a(Talito,& hauendo paura,chcalla fine non capitafie nelle mani de'uimici, entr 111 vn cartello, addiraadatoObolen. Delche hauendo hauutonoua Draghili na, occup tutti paefi fii
no
R Giorgi fi trouaua
5
JAa Gradihnadandoauilo
gli ciTcrciti
,
Chinlelsio,accopiarono
mano il cartello con elio R. Il qua lcChiri Alefiio men Durazzo,& indi poi Io mand Collantifuoi giorni. Ipopoli
adunque di commuti con datom Coflan fcnfoelefTcropcr JoroRDraghihna, ilqualegli gouernaua con ogni debita giuftitia.Imperoche era huomo. prudente,etimorofb Regna Dm-* &dm. di Dio. Ora vchedo tutte quelle cofe a notitia quelli, ch'erano dinopoli,doue fin
fjperfiinPuglia,ealtriIuoghiftranieri,tornarononellaloro patria,
campirono la
da tutti alla
n parenti di
KramstauotoT
nanonellapa-
fignorlddio lo preferu. Et hauendo regnato Vndici anni, fece paffaggio miglior vita; & fu fepcluohonoratamente nel Monafterodi S.Sergio, e Bacco per mano diRadoslauo Iuanifc, &VuIadimiro fuoi figliuoli'. Morto che fu adunque ilR Draghihna, il Cte Radoslauofuo figliuolo maggiore port gra doni airimperadore di Costantinopoli Emanuelo, dal quale fu hu
Q U e(o
impe*
manamenteaccolto}&
gli
mai
rad*e fi
E *-
mo*&re9n
intorno Canno
fueinfieme co'fuoi fratelli, Iuanifc , & Vuladimiro Ma co fucelTo di tempo il leuarono alcuni maligni huomini,eloro inimici antichi, i quali ribeliado da loro con duflfero Deflfa figliuolo d'Vro fc,e gli diedero Zenta,cTrebinc. A Radislauo, & fuoi fra teli i,reft il paefe mari timo con la eie
polijComincifignorcggiare nelle
.
1I+t *
tdiCataroinfina'Scutari. Laonde non ctfrauaRadoslauoco' fratelli ogni d combattere contra elfo DelT^&ahri loro inimici,
perricuperarclcProuincie,che(egli erano ribella te,econferuarc il
reftante del
Regno.
lFinz*.
Quello
240
REGNO
dop l'altro in Dalmatia, e altri luoghi
l'Illirico
,
OSTROILLO.
SVEVLAD.
SBL1MIR.
VVLADAN. \tADMW.
SVETMlR.
SVETOVELEK.
Da
iniqui,
li
cui
Scoria
non
(criue.
Coftui fu il primo R , che fi fece Chriftiano intorno l'anno 886. Ci chiam prima Budimir. Ma efTcndo battezzato, gli fu importo nome Svetopelck,che gli Italiani Tuona fanciullo fanto. Il Bio n do, il Sa bellico, & il Platina lo
chiamano Sueropilo.
SVETOLIKO. VVLAOISLAV.
TOMISLviV SEBESLzAK
WLADIMIR
QARAMIR.
TVtARDISLtAV. T0L1MIR.
rPRlWSLAV.
(T(EPEMIR.
SVETO Ri47>.
RAVOSLAF.
(IUSLAV.
Da quetto R, fina
PAyLMtRO 'BELLO.
TIESCIMIR.
PRELEMIRi SILVESTRO.
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TVGEMl\: HVALIMIK
O VA S VSh
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cio
IUu&i comprarono da lui k CrelCoIri,. ittpUtitt> Ifola di mezo, & Cala mota
f>ETK\$LUU. ZfVLUlMlR.
DRAGHMl\
DO'BRISLAr
MlCHApUA
RADOSltrtAV. II.
BOVINO. M>OBROSlAF-
IL
WLtADIMR.
G10RI.
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A^
gSDOSLAKUl,
Coftui non fi chiam R, ma Conte. Etnei 1161.ru (cacciato dello Stato da Detta fuoribello j dal quale (come qui appiedo diremo) hebbe origine Nemagna, che diede nome al la famiglia deNcmagni, cheproduffe molti
m Ser-
&Ra(sia.
89
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CONTI-
244
REGNO
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DALMATIA.
La quale contiene prima l'origine, ilprogreflo, & il fine de* R di cafaNemagna, che dominarono in 7( ASSIA,
ET
SERVIO.
?
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Nel fecondo luogo narra la vita di quattro Baroni di Rafla; i quali dop la morte di Vrofc vltimo R di cafa Ncmagnaoccuparano tirannicamente il Regno di Raiua.
Et
infine
tutta
le cofe di
S NA,
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QKOUTltA,
'BVLGAKU.
DI
D.
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DeJJafifcbi
mariano*
alrhoragoucrnatrcdiBudua^pregandqcjuei Signori,chcpcrmeiolorolifuflVprouifrodcl Tarmi d'Italia & a* Catarini mand Michele Rcnefio, huomo cfpcrto nellccoic di guerra , cnforVando'lr i perfeucrare nell'antica fedelt, la quale haueuano moftrata Tempre a'fuoi maggiori 5 e guardarli bcncdalle vaneprmeficdiDe{Ta,& fuoi fguaci.I quali, tornando cflo Dauid da Raufa,l'affalirono ap prc(ToRizano,doucglifcendo prima di s molto gcnerofa vetidctta,cad honoratamente.Onde infupcrbitoDefTajdomihiia in Chelmo,fin'Cataro,&inZcnta{upcriorc,intitolandofiBano, cio Duca.E tutto il tempo della Tua vita fu Signore in detti uoghi; ne il Conte Radoslauo co' fuoi fratelli mai gli pot rihaucrc Que.
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L A V
I.
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catholica
**'
Oercbbefen za altro abbracciatale n hauettc fofpeuato the li fuoi Baroni Slaui non lo priuaficro del dominio. Onde egli fu il primo chel'anno del Signore 1 45 1 .don l'Ifoladi Mclcda > pcrtincn teChclmo trcmonaci.che furono, Marino,Simeoue,& Gioan
agalli quali concedette la detta Lfola con
tutti
i
/>**
tifrUA
&
AUlcd**tltm$
mei.
kuomini d'ctta,co m'appare per Vn pri uiIegio,chc flette prima mol co tempo nella Chiela di S. Michele, do uc dal principio li Monaci habitauanoin detta lfola; & poi con procedo di tempo, con l'aiuto del Signore diChclmo, e di Rafsia, e con l'clemolnedc'llauici,
Cincia di Santa Maria, & il Monaiterio perla ih Fila de" Monaci nel lago detta lfola, com'ancor al prefer te fi vede. Iddio perci rimuner DeiTajC la fua.progcniejchefcmprc furono
fu edificata
la
Signori,
ti
ad Vrofclmperadorc. Il quale fendo deH'octaua genera tionc, perde l'Imperio, Seniori fenza figliuoli Il Duca Detta hebbe tre figliuoli, Miroslauo, Ncmagna & Co itantino, che furono huomini
,
*'?*//
del
Defamrc.
nuarono fignoreggiarc nelle dette Prouincic li fudetti fuoi figliuoli. I quali fcndo( com' detto) huomini digran coraggio,& mol molto valenti, cominciarono afpirarc al Regno di Rafsia,& di Zeta inferiore. Fatto adunque vn forte etterato con l'aiuto del Bano di Bofna, ch'era fuocero di Nemagna, andarono in Zenta contra il Con te Radoslauo,figliuo!o del Re Draghihna, che co'liuo fratello
ifb&mC*-
odi non poter ftarcparo dVn tanto eJfcrcjto entr vna bar- jL #fcCT< * cacV da Dolcigno iene vcnofeRaH& cos Miroslauo, Ncmagtu*& Coftantino occuparono la Zcnjacontuttele citt., in fuor diCataroichcf tenne per il ContcRadosIauo. Il quale trouandofi Raufaco'li.fuo fratello. Iuanifc,-Micoslauo con altri fuoi fratelli
meglio chepoteuano,pernon violarela libert .della loro Rcpublica,mat non conftnrironoalleloro dimande La nd^midarono di nuo* uo altri Am balcidori - minacciare a' Raufei. i quali rifpofcro loro, che defiderauamo v'iucre in amicjtia d'ogni vno per lenza ^a^el lod4ti regi uditi o dell 'h onore, c/dcUalibac della loro.Republicaj per ftdeU*. p conferuatioue della quale erano riflolu ti perdere l'iiicfla vita, non
I-quali fcu.fando.fi
.
e h'al-
24^
REGNO
A
Giorgio
ti t
tifati
& Marino
vengono in
Drago Catari
intendendo i detti fratelli,I'anno fegute fai tovn buon numero di gen te, fcefro Canali, per venire i danni de'Raulci quali fendo molto prima di ci auifati,haueuano,&: effi pofto in ordine vn buon efferato * facendoli venire non poca gente da Durazzo,& da Ca tar Jc quali Citt all'hora erano! diuo tioncdclConteRadoflauojmaflmcla citt di Catarojla quale fot tola condotta d Giorgio Bifanti,c di Marino Drago mand loro duccntohuomini da fa ttione.I^uali furono condotti a Raufvec
chia nelle galeedc' Raufeijquali
il
tinto dt B^ufa.
haueuano
T^icol Bobali
mandato
Capitano delle
genti I{aujee.
Efferato di Mi
resini rotto da
Kaufei.
K[emag*a
e #
tupaia Raffi*.
Doucs'cranoaccapatietiandio tremila foldati di Miroflauo.afpct tando il reftante deircifercito , per paflarc pi oltre all'attedio di Raufa : non ottante, eh 'effi fingcfTero, d'eflcre venuti pi toftopcr vietare a Raufci, che eglino non poteCTero entrare nel p4ciedi M' rodauo. Onde dal Senato Rauico fu dato ordine al detto Bobali, chccgliquantoprimaattendcCed'azfcuffcufi con RadiuoiOpporcich Capitano di detta gente di Miroflauo.il qualc,faecnd viftali Raufei di fuggire da Canali,vfcito dlie trincee, fi fpinfe co'iuoi fcguitarli, Maquelliperuencndo advn luogo molto vantaggio* fo, fi voltarono contra gl'inimici, & gliconfirinkro voitarlelpai5
le,
&
Raufe
1
quali
nondimeno
fempre odiarono fieramente. Radoflau,& uanilc vedendo quefH cumulti,f partirono da Raufa,& andarono Durazzo^Ecpfcr&rd* ne delilmperadore non fu data loro alcuna Proni ncian#njquei tepoli fudcttiNemagn,cV fratelli hauendo con qui fiatala Zeri eajFccero v n'e (lerci to, & andarono co tra Kafi a Onde Vulfdrmirbfc* con do fratello di Radoflau , Uguale era in Ra ili a , s'oppofe con li Rafsiani al detto Nemgta, & a'fuoi fratelli; & venendo agtonta* ta appreflfo Priftina,f rotto Vuladinairo. Il quale fuggendo^wi Bui garia , Nemagna con li fratelli occup la Rasia . Et da^ucFtonipo perla vittoria, che hebbeap^rcfTPriftinavVoUro cheiquei luogo
.
Hcntagna prc
de titolo 41 pano.
da
Zenta fupericH:e,cifcriorc.Miroflaua,eCitantno:oma-K)no
dominio
di
"Breno gita/la*
fratello
da
1\ma-
na
llqua^l'anno 1 177. del mele d'Agofto vexine con rcfTercito Breno : doucruin, e tagli gli .alberiiC'ie.vig-ue,.U che
Nemagna
DEGLI
i
SLAVI.
H7
Tribunio ve >ie
to Arcinefco-
chcfccc per odio, che portaua Raufei quantunque m offra (Te di fare ci con occafone d\dcunedirlerenze>che pajiauano fra Trib
nio Veneto Arciucfcouo di Raula*,. il il fijofumaganeo Vefcoup di Cataro, che perdilubidienza hi Icomtnunicato dal detto Aici-fiefcouo. Il quale vedendo la pertinacia di quello luo fuftraganeo, and lamentarli contradiluidaPapaAlclandro di quello nome tcrzp,cheairhora fi trouauain Berfeuetojetil detto Vefcouo di Ca taro ricorfe a Nemagna. Il quale ali tiora fece guerra Raufei,& le* n all'Arci uefeo no diRaulacuttiiiluoi iurfragrmei , cheeranonel fuorcgno,cio il Vefcouo di Budua,diCaEaro,DoIcjgno, Suacia, Scutari,Durazzo,Dneuoit,Mcdon, &orb*a,Bofna a T rebine, &di Zachulnia, I quali tutti prima furono lotto Giouauni Arciucfcouo di Diocleaj la quale fendo deihutta da Bulgari >&elToGioa nialTuntoalgouernodellaChieiadiRaula 3 a quella furono fottopoflcetiandio tutte quelle Chiefe^come fi vede per vn Breuedel Papa Aleflandro di quello nome lecondo,mandatoVitale(ecou do Arciue/couodiRaufancl 1067 & poi nel 11 41. con firmato ad Adrca Luchelc ArciuefcouodiRaufa,nelqual tempo era Vefcouo in Budua Siliueftro,Cararo<Ni,koforo, in Dolcig-no Gioanqi, in Suacia Bafilio/in Scutari Giorgio, a Durazzo Gregorio in Dric Boft Pietro,! Poleto Teodoro, in Sorbia Cirillo, inBofnaVuladislauo, TrebineCollantino,&in Zachulnia Simeone. I quali, coincs'c detto
diCzu-
Suffragane?
dell' Arcmelco
uo
di
Kauja.
Raufa. Etdop quello fetteanni li Raufei fotto la condotta diMichele Bobali, ilqualcgifuppc TnebincBarich Bano di Bofna,ac ornata di Milaccati nella pugna naualcc Miroslauo fratello di Nemagna nel loslaue rotta, porto di Poglize in Albania, chchoggi chiamano porto de' Rau- e prefa damati feh i, lo fupcrarono,& oltra gli altri Vaicelli che bruefeiarono , prefeio 5 galecfue ducgallioni,& lette faete. E Tanno fegute vne Mi roslauoconellercito di so.milacauallij&polealTcdioallaCittdi l{aufa aff dia* Raufa; & quella cominci combattere co alcune machine: nel che tada, Miroslafendof trattenuto otto di continoui, ne potendo far cola alcuna, uo. pofeilfuogo ncllcdettemachinc,c torncafa. Ne molto dop Cur^olani affai and Colla n tino con efferato con tra Tlfladi Curzola, che perte lati da Cofanneua Chelmofuo Contado, e non gli vbidiua. tralportando tino nelle barchclc fue genti da Conofceuiza all'Ifola* facchcggiaua,& Lo fanuo pridauaguaflo quella. EtliCurzolani congregati infieme,glileua- gione e fi me t* ronoTc barche. Onde eg li re fio fuflfola come prigione ne poten- tono in libert.
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248
N"
O
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Conte pietro
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dopiritornarein terraferma, vennero finalmcnte farla pace; a capituIarono,cheiCurzolanilafciafleroCoftantinoc tutti Tuoi tornare cala* & ch'egli conMiroslauo, &Nemagnafuoi fratelli frali catter quell'Itola, e la cauaffero dalla fuggettionede' Signori diChclmo.Etdal'hora in poi li Curzolani furono li beri,n. alcuno Signore li moleft pi. Poco di poi mor Coftantino,nonlafciar]t do dop di s alcun figliuolo. N pats molto tempo che lo fguU t il fuo fratelli) Miroslauo , di cui reit vn figliuolo di dieci anni* chiamato Andrea. Morti aduna uechefurono quelli due fratelli, li nobili diChclmo fi leuarono, &eldlero per loro Signore il Con
CovteTLadosla
tePictro,natoinChelmoJuomo vaJorolo,&fauio. Il quale entrato nel dominioydiedecomiatoatla moglie di Miroslauoy&aldet* tofuo figliuolo. I quali andarono in RailiadaNemagnazio d'eC? io Andrea. Erpercheall'hora Nemagna era occupato nel le guerre* che haueua a'eonfini di Rallu,& Bulgaria con Vuladimiro lopraj detto & Con li Greci per rifpetto del Con te Radoslauo &luanifc fuofratelloj nonpotea attendere alle cofe diChclmo. Efanto pi chellmpcradore, che fu Ilaacio Angelo, haueuaprefo particola^
, ,
col quale
Tiemagna sue
tacca neUagior
tma,
Ciabro fiume , boggi Morava.
protetuonc dclCte Radoslauo; JidoifratcllitOndel'annoH^o.f s'azzuff nella giornata co Nemagna, comcfcriueNiceteChonia; to, al fiume Ciabro hoggi detto ora u. Quefte guerre di Nenia? gna caufaronbjch'l Conte Pietro tneilCtado di Chelmoin pacifica pofTeflrone mentre vide Nemagna. N per quello daua con to ad alcun Signore. Mafignoreggiaua dal fiume Zetina, fino al Golfo di Cataro; &fpeflo entra u in guerra,&combatteaco'Bani di Bofna,&co' Signori di Croatia. Nelle quali guerre fi poi taua bc ne5perochcerahuomodigragiudicio,&:cflcrcitatoneilecofemilitari. Ora dunque fendo il GiupanoNemagna(comes'detto)diuenutogran Signore, per la conquifta di Rafsia,& d'altri luoghi,
t
& riporta-
dofemprevittoriadc'nimici,erap huomod'atsai tenutoda ognvno,& riputato perfona molto eiperta in guerra. Laonde sper queltojCome per efTer anco huomo fauio, &c molto liberale,da tut Origine di Cu*
ticrariuerito,&amato.DelqualeNemagnahauendoiodafarin
quefta opera pi voltemtione, far bene ch'io moftri primalafua
/ ^emagm.
Origine,& Genealogia, acciochc fi vegga, che moltevolte Iddio, pei caufe note ini effalta glihuominidi balia cditionea'fupremi gradile honori. Si ha dafaperedque, ch'in vn tpo fu nel Co tado
<
DE GLI SLAVIi
24?
Trctc Stefano
rado di Chclmo nella cotrada di Lucavn prete del rito greco, chiamaro Stefano; il quale maritatoti, fecondo il coitumedi quei preti, covna del pacfc,hebbe,tr gli alni, vnhghuoIo,dettoGliubimir. Il qualefendo con procedo di tcmpo,per la iuaprudenza,e valore,
..
,.
diuenutohuomoprodcinarme,ilSignoredi Chelmolo fece Gi pano d'vnaContrada, detta. Tarnouo, chepoidal fuonomeinfijo ad hoggi fi chiama Gliubomir.Nclgouerno della quale porta-
Tarnouo
-
doibene,irbreuc mor, lafciadodopdisvn figliuolo,chiama bora. Gliubomir toVrofc Ilqualefcguitandorormepaterne,cosi nel trattar l'arme, come in moflrarfi prudentein tutte le ueattioni; fconfirmatc yr0^ dal R Giorgio nel gouerno, & dominio della detta Prouincia . Et eflendo poi Vrofcprefoin vn fa ttodarme,che R Giorgio fece co Re Draghihna,ru menato in Rafsiajdoue flette fmprc infino
&
cheR Giorgio di nuouo (com' detto di fopra conquisola Raf111. Da quello Vrofc nacque Delta, di cui di fpra s' fatta mentio)
Dejfa,
ne ; &da Della li fudetti MiroflauojCoftanano, & Nemagna ; dal quale prefe nome la famiglia de'Nemagni .Nel tempodi quello Nemagnajchcf negli anni della falute 1 i8p. Federico primo di quello nome Iropcradore, andando con elTercitocontra i Turchi vx KT/] ' ri 1 AliajBs panando perSeruia,arriuoaNillo.Oucru incontrato da kT ir j c r 01 Ncmagna, accompagnato da gran cominua de' fuoi, portando molti regij prcfentiairimpcradore. Dal quale fu accolto gratiofa-
j^eg ma%na e
Cojaniino.
~r
'KemagnaLc*
fermato nello fiato da Fede'
mente; cV hauendo trattato inlcmcpicofe,Nemagna altres fii donato regiamente dall'Impcradore,& confermato nello flato del la Scruia.Et di ci fanno mcntione Arnoldo Abbate nella Cronicade gli Slaui,Godifredo monaco nelle Croniche d'Aullria^ Ta gcnone Padouano nella narra rione, che fa di quella imprefa di Federico. EtefTendo morto Nemagna,lafci duefigliuo!i,TihomiI, & Simeone. Tihomil non flette nel dominio pili d'vn anno, che
mnr,&:gli fuccefleilfuo fratclloSimeonc.il qualcregn nel 1200.
e accrebbe
e
il
Tibomit.
iv r rr ipcnotrauagliocon
dominio fopralaSeruiajDalmatia^iocIeajTiaunia, Simeone Zacalnic ;& fu il r primo cheli chiamafTe Rdi Rafsia. Il quale fu P rtm 9 che chiamo
't
it
1*.
t,
r iitre figliuoli,
fi
i^
di t^ffia.
Sabba, & dai Seruiani tenuto per fanto. Le cui offa, poco tempo ^v J^/^ fa Sinan Bada, huomo empio, fece brufciarepublicametcSimeo- ha. da ne trouandof in et dicinquantacinqueanni,pafs da quella vi- B U T J cfl^ r ta.Egli fucccflcfuo figliuolo Stefano. Il quale cominci icgui tare
I i
il
fuo
2|o
il
RJ E
G IN O
Mtm rmmM
fuo padre nel fenno,e nella prodczza}& pcrcheera periiu quic, ta,fece paceco Bulgari,& co* Greci. Et cflcndo mortoli ContcRa* doilauo,&;Iuanilc,ne hauendo falciato alcun ngliuolo.di valore
lucrigli altrijeccettoch&cojudl
ftauainpaceancorcon
te
diChcl-
vollefchifi-'lar
maammafsoquantapipotgcfnc^&andincotrarr .& azzuffati nella pianura di Biize,il Conte Pietro fagotto. EtcC lc
en f ^
perfeguitato dalli Rafsiani,traflfj la fpada,& fer vn albero,
la
"o%wpano*
forza, ditfe;
DOVLA RASSIANI,
.
cio fina qu, Rafsiani. Del qual colpo giade d'alcuno che'l vide,
ammirato, elo terieua per vn miracolo Poi fcamp di ldal fiume Naren te, e teneuaqueii parte diChelmojch'di l dalfiume.Airhora Stefano Giupano di Rafsiaprefe tutto Chelmoi&po fealgouerno d effo P^adoflauo fuo figliuolo minore. Et al Conte Andrea fuo cugino diede la Giupania di Papoa, & della marina, e Stagno. Et lafciando Radoflauo,& Andrea nChelmo, egli torn in Kafsia Ma da l poco , mo rto chef Radoftauo , Andrea prefe tutto'! Contado diChelmo ,eoIconienio per di Stefano Giupa*
.
alcuni
Giupa
ni,&gcntiIhuomini
bellarono,
protectionedelBano di Bofna fin modo ch'ai Conte Andrea non reft altro, chela marina, Popa, & Stagno. Ilchegliauennepereflfcrc ftaro naturalmente huomo pacifico,- oc no haueavoluto.far guerra adalcuno. La cui gcncalostefam ^upa gi diremo nel trattato de* Signori di Chelmo. Il fudetto Stefano gamico dei Giupa no era grande amico de' Raufci , & ville fon p re con loro in pacej&eisi ali incontrai amauano,&honorauano,cipcliomada uano gli Ambafciadori prefen tarlo. Et li loro mercanti erano per ci da lui trattati benifsimo$& haucuanogni ageuolezza nelle lo ro mercantie. Vide nel dominio ventiotto anni, &r morendo fu fce " to nc ^ a Chicla di San Pietro in Rafsiajlafciando vn folo figliuo Rx i^e** P gna/econd. lo, &hcrede di tanti fta ti, chiamato Nemagna fecondo , che fu da tutti tenuto p vn grade huomo da bene, e che temeua Iddio. Il iu cognome fCrapalo.Coftui vedendocene tutto il fuo Imperio ita Crapalo*
fi
&
fottomifero
DE GLI SLAVI.
Hainpace,&chcda niunocra moleftato,
.
fi
,/.v A
vedendo Nemagna, efatti venire in Priftina aJladieta gencraleii Patriarca con tutti gl'altri Prelati,&gran parte delii Baioni del fuoRegno,fu incoronato,^ con gran aflenio,& applatiib da ognVno gridato Rdi Rafsia Et poi il d della RefTurettio nc,f dal Patriarca con tutte le cerimonie, efolen ni t confccrato; nella <jualeconfecratione volle, che gli fuflTe mutato il nome diNemagna in Stefano La onde tutti i R di Seruia fuoi fucceflori, che futono di cafaNcmagna,fi chiamarono Stefani. Ne pafs molto te p ,-ch'i! R Stcfa no fubito cominci penfare all'aumento del fuo Imperio. Et fatto vn buon numero di gente pals verfo Bulgaria.
tenti, llche
.
.
inceronata
Rdil^fju..
Tutti
R di
Hafla ftffyiat-
maionojlefuni.
-,.
in diuilione
Stefano Cfapx
lo
R,conquift in gra parte. Et poi voltatoli in Grecia,occup mol* ti fuoi luoghi. Ne di ci conten tandofi,moiIe guerra gli Vngari, (oggiog li popoli di Sricmo , ch'erano gouernati in quel tpo da vna Signora, chiamata Vriza, chiera del fangue de' R d' Vagarla. La quale vedendo, chtf non poteua con lefue forze refiftere al R Stefano, fugg in Vngariaj: sfattoli vn buon apparecchio di gente, venne adazzuffarffec. Ma fu rotta, & fa tra prigione. Ne trouando altro mezo da liberar, mand fupplicar il Senato Rau feo,che fi mettefifero di mezo, e procuraflero tutti modi di liberar la di quel luogo. Onde li Raufei per mezo de' loro Ambafciadori, che furono Nicolo Prodanclli,& Marino Saraca operarono tanto, che finalmente il R Stefano, per fare cofa grataqueftiSignoii,lalibcr,&fccepaccfco.Ethauendoregnatovcidueanni,paf so da quella vita, &glifucced il fuo figliuolo Stefano. Il qualefubitodoplamortedel padre,ffcceincoronare.Etmantenncildo minio foprai Greci, &Atbanefi congran giuftitia,epacc.Si marit con Helena di nationeFrancefc, femina Chriilianilsima. La quale rifece,& rifior Ah tiuari, che dop l'inclinatione del Roma no Imperio fu minato da Gallogreci Rinou appretto alcun ial-
occupa gran
parte di Bulga
ria.
&
Superagli?*-.
gari.
?ri?a ?hgar
Signora di Srie
W>
Dimamda
to
aiu-
da Raufei.
Rfiefanomo.
re.
U Stefano
flrutto da
tri
Cafrelli vicini
in Epi-
come
fi
logreci,
pu vedere ancora per alcuni marmiintaglia ti, & per altre memorie. Onde fu molto amata dal fuo marito Nel cui tempo venne vn Duca Gioanni Greco di Durazzo con gran efferato nelle parti di
i
&ri daHeRcgma.
li
Zenta,
r e 6 n o a a
.
Duca
ni rotto,
Gio"1*
&P *
r
Zenta,perconqui[tarli Il che intendendo R Stefao v pofeanv ch'egli in ordineleluegenci 5 & andando in Zen ca trouGioann
feda
/ano.
he-
accampano preliba Scodari no, 8c allattandolo, lo luppe^eloprefc vino, con molti nobili Greci. OnderimperadorediCollaatino
poli, per liberare da carccreefloGioanni, eh e era fuo parente,^
aU
impd
coflan*
t ri
't"fonKstt*
con R Stefano;etrgIi altri patti, che capitulcr Duca di Durazzo nelJ'auenirenon debbia per conto
Uno.
Rstefano co
ducei Tedefichi per cauar
tendereali'aumcnrodellelue rendite, & gabelle. Onde mand ir* Alemagna a leuare alcuni Tedelchi, periti a cauaredi terra oro,ar<" g * o Cnco 7 & a l t ri metalli. Et cos con molte caue,chc da detti fece fare.
accrebbe molto il fuo teforo,&diucnncricchiilimo
.
Ummere.
Laqualcoli
non fepperofareliluoiprcdecciTori,cheviueanofimphcemente,,
n
Monafaoi
^lioMAUe
fano.
curauano di raccorrcitefori,& ammaliarci denari. Etquafi ne gli vltimi fuoi giorni rizz il Monallcro di Milefceuo;& hauer ^ rc g nato diciotto anni fece palleggio miglior vita Hebbo quattro figliuoli, cio Dragutin,Pridiilauo,Milutin,& Stefano. de'qudi Pridillauoffattopoi rciuelcouodi Scruta. EtDragu* tin vedendo ch'il fuo padre erahormai vecchio,elTcndo cflbperna
fi
,
.
?u pTdredcl
Regno.
ambinolo di regnare, leu l'armi contra il padre, e lo fcacc * dal Regno Ondehiuendo Stefano regnato diciotto anni mor priuato.kegnandoadunqucDragutin,moftraua gran prutura troppo
.
_ 'Pentito
.
.-.
lajci
denza nelfuoeouerno.
vColcienza per
9.
il
HRegno,&fi
fimonaco-
Ma r perche tuttauia
il
nfolu di farli
Milutin.
na MiHtt
Il
wJ
uincia
trio,
a'
& alli
Macon
non pot
egli
Voi tare, n piegare l'animo fuo. Impcrochc entra to che fa frei'goTerra delR
mo pio,
!" M ,l
edipeo
^o.momiw].
fuperbia,chehbellando dal fratello.s'in titol R; n viueua feco in pace. Et quefta Prouncia da quel tpo in poi li chiam terra del R Stefano Ndi ci fi rifenr il R Milutino,che naturalmente era mfaeto, &da bene J malafciandoloviuereluo modo,egli era rutto dato al colto diuio no,& era occupato nel fabricar? le Chicle,& Monaitcrij.De'quaU
uerno
della detta Prouncia, fall in tanta
.
invita
DEGLI
SLAVI.
m
More Stefano*
Milutino,da g
tri
wivicaiua nefece quanta; E nel amminiftrarclagiufti ria era nol, lo retro 5 ne per preghiere, denari, altro, iilafciaua corrompere , Et perci da ogn'vno era tenuto per Tan to. Et pei la piaceuolna tu*a]fuaragioneuolnHntc fu chiamato Milu ti no, che altro no vuol dire,cfaegrato, piaceuole. Laonde permeile Iddio, che ancor in
VtaruamoriilciiruofratclloStefano;ilc]iialcficpe!ito nella Chic
chiamato
Vrojcfanto.
San Demetrio luSriemo. Et il R Milucjno,che d'altri chiamatoVrofc Tanto, bench fulfe dato Tempre amico de'Rau<ci,no.T
4 di
Fa guerra a
Raufei.
di placarlo
con
fummiisionc,&humiltimavcdendochecinon reu(ci u, s'armarono ancorcTsu Et venendo tre volte con lui alle mani ; la pri-
ma volta,cheffotro
;
il
Efferato del
condotta di Pafqua! Ragni na, furo no perditori, ma la terza fia? taVolendo rclTercito inimico calaregiu in Breno, l'incontr Gioa
la
R
fei.
M Untino
Rau-
rotto da
ni Gondola,
& lo coftrinfe
tornar indietro
mezo d'Andronico Impcradore,& fuoccro d elio Vrofc,fecero pace. Quello R amaua molto le citt de'Latini, accarezzandole trat
tando molto bene iloro mercanti. Regn anni trcacinque,(co \
La moglie de1
RMilutinofi chiam , come appare ne'prittleigi di
me
altri
vogliono) quaranta:
CaHe-
taro, Chir
riain Sofia. Oucilfuo corpo ancor Ita intero coni peli longhi > e molto folti al petto. Mar prima fu fepelito nel monaiteriq di Tanca
lena.
Stefano in Sueciano,chc da lui fu edificato. Et dop la mortela gn'vnof tenuto per Tanto. Lafci trefigliuoli mafehi ^eduefe* mine Vnonon rulegitimo,chiamato Stefano, che haueuahau u-
Elfabetta figli
toconvna gentildonna
uo,che d'alcuni e
due furonolegicimi, Vuladisla, chiamata Vrofc nacque della prima iua moglie
5
gli altri
uoladi Stffa-=
no 4.
U d'Vn-i
R d'Vngaria:
l'ai
tro
fi
chia
Baroni del Regno, ilquale diicgnauahauerc&occupareancorin vita del Tuo padre, alme. no(non reufecnd quello) dop la Tua morte DelcheTendofi aue~ duto RMilutino,lo fece abbacinare, & mandollo a Coftantinouio,
fi
tutti
7*eodara figlU
uola d.dndto*.
nico lmt> fh f
pofi
al
la
cui figliuola
dora haueuapcr moglie; accioche iuilo renelTc in fuoi figliuoli piccoli , dc'quali vno tofto mor, l'altro, chiama to p (opranome DuTcia/endo ancora quafi fanciullc^prima ch'ei ma
rilTe
Teoguardia co due
conia
n.
motlia.
ij4
B G
N o
'
Cortej&gligiouaronoalTaineileguerrCjchecglifececo'fuoifra-i
telli.EtilBobali,ch'eraperfonamolto
ricca,
tornado Raufa, pi
voltelofoccorfecol denaro, comeapparc nel teilamto d'elio Bo bali, fatto l'anno n 2 6. oue egli dichiara, chequeltoR infiemer
colfuopadreglieradebitorenonsdi che fomma di danari. De*. qualiquafi infinito numero fpefe Vuladislauo, pcrfermareil Tuo
dominio in Rama.
Ma tutti
Impc-
roche fndo cgl in guerra con fuo fratello Cottantino, alcuni BaToni, che non erano contenti di lui, fecero venire da Cottantinopoli il fuo fra tcllo, qiialdicmoclTere flato abbacinatodalpadie. Cottili eflendo(comes*detto)moito deliro in tutti ifuoinegpuj* fi feppe preualere della dii unione dclli detti Baioni 5 vna parte de? quali faUoriua Vuladislauo,! altra Coftantino. I quali fratelli per*, feguitandol'vn l'altro Stefano concili fsquafi la maggior partfc dclli Baroni, & del popolo* nel che gli giou affai la depocagine di Vuladislauo,che fi vedeua del tutto inutile,einefpcrto della arte;
miIitare.Coftui
c\figo,<&fegA-
to
per
me^o
Vuladislauo.
haudo hauuto in manoCotttino fuo fratello,!** fece crocifigere,in chiodare, &fegar per mezo. Et dopquefto prct f partito dileuarf di l,& ri tirarti in Sriemojldoueftauacon p; ca riputationefua , quantunque fufle parente de' R d'Vngaria. Ir quali vedendo, che non era huomo prode in arme,e per indegna regnare, no ni aiutarono in conto alcuno.Nepaiso molto tempo,che trouandof egli in Mazoua , fu prefo dal fuo fratello Stefano ;& pofto in carcere, iui fi ni la fua vita. Morti adunque in quefto modo Vuladislauo t & Coftantino, Stefano lor fratello foggio*. v lo u go con mano armata tutto lRegno paterno: r prima checomiii Et ciaffe farconquifta d'eflo, confederando che Vrofc fuo padre, era, v jf("uto i n molta gratia dituttiifuoi, gli parue,perfarfi meglio vo. lere,mutare il nome proprio, e chiamarli con quello del padre. Et, fi inoltr Veramete degno,s di quello nome,com'anco del regno. Et frraltrefuclodeuoliqualijdoumique gli capita u perle ma
'
KegnaStefanocleco.
Mutati nome
ni
DE GLI SLAVI.
.
257
Ma
ni alcuno marcate, egli Io rrattaua beni/limo La onde molti Rau feifi trattencuano volentieri, e negotiauano nel iuo Regno.
in vn tempo per male nformationi d'alcuni maleuoli a'cjuali egli preftauafeicjentrin guerra co'Raufei volendo chequelti (crno e detto di (opra )licedeffero I'ifola di Lagofta, la qual'efsi hau^ua-
^
Ruufei pcrcv
t(t
RcCrapalo. Ma poi auedutofi dell*errore,fece buo napaceconloro,&gliam,ctrat( molro meglio, di quello faccua prima. Gli piaccuaparimentedi ilarein paceancora con tutti i vicini Signori Egouernando con gran prudofizali (noi (lati,diue molto ricco nelluoteforo.Ondcl'annoi 319. chefu(com'aIcu ni vogliono ) Tu ita uo del Tuo Regno, fece vn altare d'argento nella Chieladi S.Nicolo di Bari in Puglia Delche ancora iui fi vede la memoria. Impcroche nella detta Chiefa in quello modo ftroua
110 cprato dal
.
.
** *-"&<>&
RIAE, ACTOTIVSMARIITME.DECVLFADRIAEA'MARI, VSQVE AD FLVMEN DAN VBIi MAGNI PRESENS OP VS ALT ARIS YCO NIAM MAGNAM ARGENTEAM L AMPADES ET CANDELABRI MAGNA DE A RGENTO FIERI FECIT AD HONOREM DELETBEATISSIMI NICOLAI, EIVSHEREDE ASTANTE DE CATERAFILIODESIFLAVE, FIDELI, ET EXPERTO APREDICTO KEGEDEPVTATO ET KOS R VGERIVS DE INVILI A PROTHOWAGISTER, ETROBERTVS DEBARVLLO MAGISTRIN OM,
ANNO DOMINI M.CCC XIX MENSE IVNII INDITIONE VI: VROSCIVS REX RASSIAE, ET DIOCLEAE, ALBANIAE, BVLGA,
MIBVS PREFATIS, OPVS DE PRAEDICTO MENSE IVNIO INCIPI* MVS ET PER TOTVM MENSEM MARTIVM ANNI SEQVENTIS CHRISTO FAVENTE, FIDEL1TERCOMPLEVIMVS.
,
tocia vcdouaforelladcirimpcradorc Andionicoilgiouane,promettcndo di fare perpetua tregua^ pace co' Romani. Pcroche (co jncdiceNiccforo Gregoraaltf. lib.)erahuomopotente,nmaire itauad inquietarci imperio Romano 5 iecui terrc,e ci tra egli parte ccupaua,epartefaccheggiaua. Q uefta cola apport gran trauaglio,e paura all'Imperadore. S perche ne faceua gran conto della
fuaamicitiajsancoraperchclafuafrellano ne voleua
tire la
.
_,
potente-
manco feri
voce di quelli,chc parlauanodi cofe di guerra V'era a ncora vn'altra cofa,che fturbaua il fuo animo Perche quello matrimonio, ch'eivolcua fare,era gi il quarto. La fua prima moglie fu fi.
r
quattro
^-
dop edere fiata congion matrimonio vn gran tempo, la rimand cafa del (uo pa
la
mogli
ti*
la
REGNO
Ma effendi
.
Chiefa di ci riprefo,dop molto tempo lalafci,maritandofi co la (creila di Sfendoslauo R de'Bui gari . Di cui amore efsendo egli hormaifatio, cerc vn'altra di pinobillegnaggio Ma quanto Eudocia pi lo rifiutaua, tanto egli pi inftaua,ipcfo ancor minacciando. Onde l'Imperadorc fu sforzato d'accnarli della fua figliuola Simonide,che fi trouaua in et di 5an ni>la quale gli promettcua dare , acci ftefle appo di lui infino all'et legitima*e poi che gli fotte moglie. Delche Stefano Vrofcrell co tento. Et'Imperadorevcnnccon lama figliuola in
dalli Vefcoui,c altri Prelati della
Salonicchio alla primauera;l doue venne ctiaadio il R di Kaila, il quale per llabilirc la pace co l'Imperadore , haueua menato fec jnolti figliuoli de'primi Baroni diRaiia>claforelUdi Sfendoslauo
Si mirila co Ss
momdt
figline
La quale, non molto dop> che fu menata Collantinopoli Michel Cotrule pigli per moglie. Quello Michele haueua hauuto prima per moglie la iorella dcll'Impcradorc. Il quale hauendo fcr mata la pace con Rafsiano, gli diedcla figliuola Simonide, Ma di ci fu riprefo da Gioanni Patriarca,chiamatoprima Cofma. A cui l'Imperadore rilpofe, che l'affinit regie s'accommodauano,e
,
fictraeuanofecondochechiedeuanoi tpi .Etdicifamentione Giorgio Pachimcro al x.Iib.Quefta Simonide fu figliuola bcllifsima ,epoi ( chiam Simonidelrcnc Imperoche fendo morti pi figliuoli ad Andronico fuo padre, egli per ammaeilramemo d'vna donna fi fece far dodici candelledi cera, di grandezza d'vn huomo con Pimaginc di dodici Apofloli Lequali come dice U Pachimero) approfsimandofi il tempo del parto della fua moglie, egli feceardcre per ordine. Et mentreardcua quella, cui era pollo nome Simone, nacque quella figliuola, la quale perci fu chiaIteniVpard* mata Simonide. Per cui mezo fendo fatta la pace tra Greci, & R Greca* & a lH Italiani /e* Vrofc,f chiamata Simonide Ireneo La fua madre fu Marchei,& pat nipote del R di Spagna. La quale (fecondo fcriueGrcgora al 7. lib. ) tanta fomma di denari don pi volte al fuo genero Vroic, hiadrt di Si*tnomde manda che con quella fi fariano potute continuamente mantenere cento jran tefort al galecarmatcF tanto fuifeerata nell'amore di quella (u figliuola, {* genero VT9JC i che la volle ornare di tutti quelli ornamenti, chefi chiedeuano vna Imperatrice. N potendo far altro, pofe in capo al fuo genero. vn capello riccamato di molte perlc,& pietre preciofcfi come co ftumauanoportaregl'Imperadori Romani, Il che continu poi
.
.
di
. ,
DE GLI SLAVI:
di fare ogn
ifj
te-
foro alla Tua figliuola feperatamen te $ dalla quale fperando vedere j figliuoli,preoccupaua il tempo per farli ricchi,& grandi. Ma per-
che tutto quello faceua fenza configliarfi mai con Dio,rcufc vana oeni fui fpcranza.Impcroche fendo il Re Vro(c in et dia uarata anni , Oc ancor pi oltre, conlumo il matrimonio con Simoniche, che per apunto arriuaua otto anni ; con il che egli guad la fua matrice, ne mai pot far figliuoli. Onde la (u madre ne fendila grande affannoj vedendo che quello Ipcrato haueua, non gli
rcufciuajtentvn'altracofa.Pcrciochc
ti
^
Z4
"*
^ct VM
doni al fuo genero Vrofc , lo pregaua , che non potendo haucrc figliuolicon Simonidc, almeno fufTc contento dichiarare per heicde ,
& fucceflore del Regno di Rafsia vno dc'fuoi figliuoli e fratelli diSimonide, che furono Demetrio, & Teodoro, l quali vno
,
dop
(fto
l'altro
inSeruia
tempo, &offefi dallafprczza deluogo, tornarono cafa , hauendo hauuta poca fodisfa ttionc da elio Vrofc*
dal lor cognato alcun
Ilquale marit
fi
fece
chiamare Imperadorc
7{eda
rf
figli**
hauuti i figliuoli fcco, rifiut , & prelc Teodora Paleologa forella nichel Kulg* dclTlmperadorc Andronico il pi giuanc. E vedendo ch'il R * Vrofc erahuomohormai vecchio, deliber d'occupare il fuo Regno^ per tal effetto cominci far gente. Macffendo ci venuto no ti dadi Stefano Vrofc, fi sforz,&cgli ammaliare le fuc genti Onde per mezo de'Raufei fece venire d'Italia milletrecento Tede* naupti condu!'* lchi,iquali,haueuano(ruito nelle euerrc molti Principi Italiani: C0M J'{ta ce Niceroro Grcgora U chiama Franccn Gii vennero appreflo in incute delire aiutomoltialtrihuominie(fercitati nelle cofcmilitari.Etconquc- rroft* ili R Stefano Vrofc s'apparecchi di refi fiere al Bulgaro. Il quale fendo ve u to i con fi ni di Ralsia con vn force efferato, &: accampato in vn luogo, detto Tarnouoj R Vrofc mand contra di lui Stefano fuo figliuolo , chepoi fu chiamato Dufcian, & Vuchfan giouane di venti anni in circa. Il quale hauendo feeo molta gente, e tra gli altri, li fudetti 1 joo.Tedcfchi , tri quali erano $00. cauaN licri, s'azzuff col Bulgaro. Il quale haueua affai pi digtntejdi quello haucuano li RaTsiani. Nondimcno,comc furono gli citerei ti per appiccar la battaglia ,li foldati Tcdefchi mifero in ordine
.
^/
A"
Kk
tutto
2f8
R E G
.
NO
no Dufcian,&ad altri Baroni di Rafsia:Noi,chefernodelafede,& rito Rmano, Lati no, entra remo primi a combatterei voi altri
llaretccon levoitrcfchierein ordinejifevederctechenoiandia*
benelemanij&peftando ui da valent'h uomini. Ma le per forte vedcretc( il che Dio non vo- glia)che noi fiamo rotti, guardatili d'arlrontaruicol nimico;ima ogn'vno attenda di fai uarfi meglio che potr, Etdopo quello in*
i
,
contanenteifringendof
tutti
Te (Terciro inimico con gran fuiia;& per forza di la'nce,'& fpade paf-
farono da per tutto, ferendo, & ammazzando chiunque f faceu* loro incontra: ritornarono poi-ondeerano partiti. li che fecero ancor l'ahra 3 e terza fiata, menando (empie le mani, &facendogr
Michel BulgatC
Quella cofa vedendo il figliuolo del ReSttfa-. no ^ ro ^c >^ mofle,& egli co' tuoi- Scruiani con tra Rulgari; & af. 7aw Dit/cian. fallandoli gagliardamente, & con grande aiiimojgforuppe^ p* fein fuga, ammazzando tutti quelli, chcs'imbatteuaro.lnqueifa battaglia Michel ImperadoreoV Bulgari fu ferito, Rabbattuto da caualojma non effendo all'hora conofeiuco,fpoi trouato da vii .v Gaualicr Slauo tra q uditine per l' ferite s'erano labiati, liei bofeo, he potendoli mouerdaluogoj giaceuano in terra/ Ew?ffendo me* nato in prefenza. del R Stefano che con altramente fttwia l ap*prefloygli fu detto da e (Tocche il giudo giuditio di-Dio l'haueua co do otoqticl termine, impcrocheegh con gtanfuperbus&jfcnzail cuna ctgiontrj vleoa occupare il Regno, che a lui a niun modo tfVji afpcttaua. A quello il Bulgaro non tifpofe aiuo,fenori dlic Volta aogUojcrhiinluii&ai<sa'toilduoverloilCicl(>,diiW!FaciCJau mv^ ler di Dio j& detto queik*,fpir;Era fta to pwnoftio^o^uftdln* ptradorcBulgro,chegIidoueua morire in terra notfa Ondere a on ieo f _ at den do ietfdra ci ghd>oue^ atipie iu Ttrnouofua citt hi Buiga io Michele
Itragc de'inimici
,
'li
,
Bulgaro.
andaua
allegro, &J
(tic njanlfail.jp^dcb^
ioliti fe-
Michele.
P ^ rcrI^r KtiiC^adEovMicliellafci dop di se vnfgliuok, cniV Wfc&fmau iii^uaie tehhe il -dtiiiwiiJLQ di JBuigdrifll iafiem$ con la
madie,
DE CLI.SLAV
ibi torneisi dalli Bulgari
il
.
I.
z-ff.
madtc,Gno che focaccia t da AeliandroImpcradorBulgarovcojnc fidiral Tuo lubgo.Li Raisiani per quella Victoria FeccrograndcallegiczzaiImpcrpchehaueuano.pjTdogran paura dinoncifcDe
Sendoadutaqiac
le
no
giorno,cnottc,chcdouetfeleuarrl
p-cneficrc di
che
iuo padrehaueua
SwfcUfratel-
Jiauutoconia feconda moglie. Queia col quantunque pareilc ^mJ'^** dura al fuo figliuolo, ciber di natura molto benigna, & piaceuo*Icjno'ndimcno piegando l'animo a' configli loro/fi nilic d'elfe* quirc quanto era conigliacoi. Fatta dunque fegreramen te in ambi clue le Zcnte malia, &icelta de'pivaienthuomini chevifi rroua uaoo$& nenandoieco ancor Caraui da Fiatnuta,&: Giurale lUijclt pcrluoiconlglicri,comincibgian giornate marchiare verfo la Rafsia,doucfi trouauaiuo padrejl quale tutto che ha uefleprefen,
non
li
poocua perfuade*
nella caccia
rea crderJo.
appretto
il
Caccilo di Pcterro con' pchi ieruirori lo prel man (alua , & imprigionolo nel Caicllo di Suecian Quella cola paruc mlto ftrana al fuo padre; non hauendo mai dubitato di .firmi caio. Stando adunquein quello modo il R in prigione, li prefa'ti configlieri cominciarono tlTortareil figliuolo dargli la morte. Il chefaceuano dubitando, di non capitare male, le per aueiitura egli li liberaileda prigione / Il figliuolo dando l'atfetifo
J^^ofcflran$L*0/<>;
huomini atti fare tal Icelerato meiliero 5..I1 quali lo ftrangolarqno di mct4 notte nel de ito Cali elio, che fui anno milletrecento trenta vno ; Dicono alcuni, che quando vennerroefl minillrilcuargli la vitache maledille il figliuolo, & lifuoi pollcri Et quantunque quella male* dittionenonsadempilfcinlui jcadnondimcno nella perfona di Vrofcfuo nipotc^ohe perde il Regno, come qui appreffo diremo-.
i
>
mand
alcuni
11
fuo
to
Il
.1
VRA E G IN O
due
figliuoli fudctti>cio Stefano
(uo corpo ffep dito nclMonaftero di San Saluatcre diScofna in Dcciancjil quale egli ha ueua fatto edificare .Regn anni venti,
Dufci
Defcittione del
la/ita
perfona
Stefanocognominato Dufcian entr nelgouet no.Coftui nacque di madre Bulgara forelladclRSfendoslauo:Et quando cominci regnare fu in et di a uni in torno aventi. luco tutto che nella gtouanezzaparefTe di groflo in tclleto, & poco atto perii gouerno jafcoltando nondimeno li Baroni vecchi, 8chui'}>i quali nonlafciaua partire da se, diuenne molto fauio Principe, OC con gran prudenza gouernaua il Regno. Ondeii fuoiBaroni gii r deuano grande vbidienzajiqualibenchc egli. honoTaiTe,nondim no non tencuaalcuno di loro gran tempo nel gouerno delle Prouincic,allequaligii preponeua: mafpefloli mutauada vnluogo in vn altro. ra-d'alpetto bclIiumo,& nel corpo molto ben fatto, haueua gli homeri larghile braccia gr flc,i fianchi fchietd,il ven tre raccolto, le gambefor ti y & la datura al ta,giufta,c virile. Et au gacheco'l tempo ingrolTaie molto nei corpo$ fi fapeuanondimc nopreualerdi quello, efl'ercitandolo continuamente in ogni lor^ ted'armi, delle quali era molto vago$& fi deiettaua aliai d'andare
r
Stefano ap-n
freisa molto
i
valent'buo*
incaccia.amandoj^apprezziandolivalenr'huomin-iqualida* u il gouerno delle fueProuincie,-era appretto molto magnifico.Sc liberale. Ondc quelli, che tencua in corte, donaua fpeflo caualli
danari, cintole doro,& argento, velli di fera, e di panno
fi
meni.
niiTmo:
volcua eh evolti fiero bene,&s*c{Terci tallero in arme. Faccua ancor fpciTofarclegioilre,& bagordi, donandoquclli,che fi portauano
& che vinceuano gli altri, alcune gentilezze La onde Regno di Ralla nel fuo tempo fu molto celebre, & ripieno di valent*
bene,
.
il
huomini,&che nelle ricchezze eccedeuano gli huominidcgli altri Regni Teaeua medefimamentc gran ordine nella fuaCorte , e nel luorcguo,ne' mercati,& datijj non curandoli troppo d'accu
.
Fi*huomo[ml
topio.
mulare
f
teiori
Greco,
Monafterij, dotandoli di grandi clemofine, & dando grotti beneficiai Canonici,&prcti,chcin quelle cantauano i Sacri ni. Tra quali Monafterij erano comprefi ancora quelli di Monte!
,&
Hm
Mi
Gicmfalcmme il tributo,
DB GLI SLAVI.
z4i
Terche fichi* mHflUH.
1
>
Stagno.Et perci fu detto Dufcian,ciocclcmofimcrOTrattauabc ne ctiadio li Latini, &: quelli, ch'erano della fedecatholica Romana} no oftanteche vna voltai perfuafione di Rogofna fua moglie cheli chiam ctiandioHeIcna*donnapcruerfa,cheodiaua molto icatholici/pogliaffcdi tutti gli ori> elargenti con altrecofeprecio ic,leChiefe,&: Moaallcrij,ch'cranodc*LatininelIcdueZcntc. Del cheiiPontcficcRomano,chcqucltcmpo.era, fi refi (lenti molte; egli fcceintendcrc pcrmezadc'luoiLegati,chedue volte maitd
per tal efTcttOachc (e non reftituiua li beni tolti alle dette Chicfe,& Monaftcrij, egliLcuarebbela cruciata con tra di lui,&con ruttili Chriftiani vcrebbe trouarlo nelfuo Reguo.Oude.Stcfano impau
ri toje
Tontefice Ro-
mano minaci
eia al
Ste-
fano*
ConliRau.
K Stefano x~
ttico di
Tempre vide in amicitiaj & conferm lorola donationc, che il feti* gli conferBano Stefano haueua Ior fatta di Stagno, &Ponta. I quali luoghi ma Staglio eoa la Tonta. efloNemagnapretendcuajchcfuiTero fuoi, per ragione, che haucua in Chdmo /& nel Regno di Bofna La qual confirmationeegli TiicoU Site* prin cipalmen te fece ad in ianza di Nicolo Bucchia Ca carino chi* Trotouetuo Protoueftario , ilqualempereiammefTodaiRaufeialli loro Hario del t& nobili. Nel tempo di quello R la Citt di Raufa crebbe in gran rie Stefano ammefloaUa nochezze, & il publico contiuuameri tel'ho noraua con doni,& a biltX di R* bafeiarie. Et cos il Regno di RalTia,cV IcCi tt di Dalmatia fletter fa. meglio.ncl iuo tempo$che mai per adictro, maxime la citta di Rati f a,& Cara ro. Viueua in pace ancor con Alelfandro Re dc'BuIgarij e nelfuo tempo i Turchi non ofauano venire a' fuoi conrtni;anzi Turchijpeffo molte voi te furo no rotti dalli fuoi Capitanaci mallmc da Vgglic ftironorotti da feia fuo Barone, il quale teneua contili u mente con tra di loro alle R Stefano fronticredi Maccdonia,& di Romania. Teneua ctiandio alquan- Vggliefcia ba roncai Rste ti de gL'iftefsi Turchi al foldo , i quali faceua ha bitare in Zenta apfono. preso Dagno. ScriueNicef0r0Greg0raal7.lib.chc cieco Tur co fatto eh rifilano con mille,c cinquecento delliluoi, fu asoldato ltico Turco da RStefano,& erano mille caualli & cinquecento pedoni. Et con tut Ufitoi fcbrinia* perche mi pare che gi s' detto fulficinza dellevirtu, &qualir fi lodeuoli di quello R, palliamo hora pi ol tre vederc quello egli fece per dila tare il fuo Imperio Coflui adunque la prima cofa cominci attendere alla conquida delle parti di Romania* nel chenon hebbe molta difficult.Im pcroche fendo quella per li tempi andati Hata in Ioga pace,cra quali lenza armc,nc haucua h uomini guerricrijchcla poreffero diffen de
fei
.
Ran*
&
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R Uefa** w*
/or patte
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&
continuamene guuiloal-Kio
feptro*
Occup l'Albani a, & fi fecepadronedi tunele parti d'Epiro jioafcn aH'Arta,nardiu alcuno diiefiit.ergli, ribeilareda lui. 'Ondi Tanno 1 340. eliciutoli molto l'animo per fan teproiperevittbriej
aduque venire invnlugtf il Parriarchaji Vefeoui, Abbati, preti, & mbnaci del fuo&tgno {
dclibci4'intitolarflmperadore. Fatti
nobili,
&
Stefano prende
titolo
Baroni del paefe,interuenendo ancora twAhiba feiadori Ratini, che furono Giorgi di Ghetaldi-, Marin diBoma* Stefano di Gozzc,i quali gli furono mari d ari conmoltiprcfcnti| 00*1 gran con^nfo di tutti preferitolo d elfi mperadbre> dando il
ewuti
i
&
delClMt
peradore.
Huoui*flcii\
creati
da$lnr
Rklfo figliai olo VwJl^qaruiqucrtti qucbtcmpfUfl* moko giouanc:& cre nuui vffic!j,chefg3i<5nofore gii alni Ira peradon, ci^ Cefare,Defpo{o,Pin c^rna^^Uri^dc quali /iferuon<on*ve del
peradore Stefa
tic
no gPlmperadori.
fca
& m&gnificcii-
y credeuache niun Principe dei mondo fuffe pi grande ,.&pi4 potenrc diiuu Ma pretto fi chiar quantoin tal ct>fa pie ndcui* erKe
rore Jmpcrochchauedohauutarelatione^heLodoarc^
Lodouico
garia face u gran eifercito, per venire con tra di lui 4 l'accotfe
& egli
peradore
Stefano Imp.fi
perde d'animo.
gcn ti il pi che por,& s'i n ui vedo il -Da n ubio, per refilUre Lodovico. Venuto adunque alla nuade detto fi urne, accra^iui tutto Tcflercito :& dall'altra riua liogi il cainpo'di Lodutb. Il cui eflercitohauendo Stefano Imperadofe con diligenza coti fide ratof&vedcndochcgli Vngarv con infinita mohnuditfoii'ipadb' glioni,tendc;cVinnumerabilgente,haueuano occupa togeanipu odi terra,fi perle d*animo,& cominci te me re dell e, coic lue ^atto
adunque il configlioconli
fuoi Capitani
fileucol confenfo
l'eilcrcito
nclfuo pacicper
Bofco di
vna graugiornatajol tre vn gran bofco, molto folto di griidi filmi, & groflisimi'lberijchiamato Lomniza, &: RudniK. De* quali alberi
WT^a,
vnapanc
Vngannon
poteflero
DE
il
GLISLAV L
**
RLo-
potcffcropaiTarcpcraiTalirlo:
douico,6Vdi Stefano Impcradore, che veniflera parlare infieme con pochi de'iuoiin vn lugoaffegnato da loro, per trattare per^ fonalmcnte {bpraJcdirTerenzc,chehaueuano fra laro .Onde l'i mperadurc con alcuni pochi gentilhuomind vennecauallo alla ri-
u del Danubio a & il R fi poiein vii a galeo ta, & s'accoll alla riua, Mia nonfmontin terra. Et ialurandolVn l'altro, cominciarono Lodouko, & parlare infieme: ma non potendo accordarli , fi parti l'vn dall'ai- Stefano vengo m Paramet0 tro$& cominciarono negotiare pervia de' Ambafciadori,perac* commodatlac,ofa$ mane a quello modo li venne ad alcuna con^ chiufioneJmperoeheiiRLodouicodomandauadairimperado- J^'at roc^e j reo uattrocofe:vna,chcabbracciafrclafcdeCatholica,&fuflevbi meoda stefa* l
dienteallaChicfaRomana$rahra,chegIi
lafciafle le rerrc,chefuro
nodel R Stefano,
le
vbi
grande animo, che ha ueua, non volle confentire adalcuna di queiie dima ride. Onde gli Vngari tragettando oltre con tutro re(lercito,fcorfero depredando tutto il pae-J
il
.
iediRaiTranifinalfudettoBofcodiLomniza,&Rudnich Ma vn d non eflendo molto cauri, fidandoti troppo delle proprie for te, J'Imperadore Stefano mandando alcuni de' fuoivalewth uomini, diede adfTodVna parte deirelTerci to, che s'era sbandata da gli altri,<& haucndoli dato rotta, gli tolfe pi di 500. caualli, con molti arncfijma di huotnini pochi fece prigioni. Gli Vngari conoicjiguati tefi do adunque, che quelli dell'Imperadore etano molto fluidi della s* Fg*ri d* preda, fi nafeofro in vn bofeo, dando molti de fuoi caualli in cura d'alcuni pallori. Allettati li Rafsiani dalla prima preda, vennero con buon numero a leuare detti caualli. Il che hauendo fatto, tornando nell'eiTercito,gli Vngari fileuarono dali'imboicatajeno folo che gli priuaronodclUpreda,ma ancora ammazzarono mot ri di loro,con grandigia cere dell'Irti peradoreStcfanosperche qui vngm tendoni perirono molti perfonaggi nobili. Etcosgli Vngari fi vendica ' f>^'gj,ia -i,
latth ronodeiringiuricriceuuteda gli Slaui.I quali cnofeiuto l'ardire, fyD &raftutia de gli Vngari, non s'arrifchiauno dop quello venire nel piano , ma ftauano dietro- il bofi:o Il R Lodouico Vedendo che all'hora non potcua fare altro, fi rifolu di cornare con rutt'
,
.
l'elterci-
2<?4
l'efferato in
REGNO
Vngaria. Et acci chegliSlaui non p re fi ero faide
:
Mirata cdifi-
Regno, fabricallariua del Danubio dalla parte di Rafsia,dou'il Danubio fi congionge con la faua, vn Cartello, V: lochiamo Belgradi 3 lafciando in quello vn Cartellano con molti foldati perlaguardia. Et quello fu Panno i343.Etdalducanni
Venne vn'aitra volta con groflilsimoeffcrcito eontra Tlmperadorc Stefano ma non fece cofa alcuna di momento. Imperochecominciandohfuoi morire in gran numero perla corro ttiooe dell'aria, cablata dalli pantani perii qualife ne paffaua, fu afforzato di ritirarli nel iuopaele. Nelqual tempo s'amalo Stefano fratello minore dei R Lodouico,-& giorno che fu in Vngaria, da quella i n fermi ti pafs da quella vita. Nel detto tempo tencua IcProuinciedi Boina Stefano Bano, ch'era figliuolo del Conte Stefano, huomo molto fauio , cme qui appreffo diremo Coftui fendo
, .
afdaUm
huomini tuttauia guaftauanoi confini dell'Imperadore Stefano, &fpccialmeme faesuano gran danno nelle Contradi di Trebine .Canali , Gazko Rudinc,& altri luoghi final Golfo di Cataro. Et perche effo Imperadore era occupato nella conquida delle parti di Romania no
fatto Signore del
Contado di Chelmoji
fuoi
poteua attendere
Ma
finalmentehauendo conquiftato gran parte di Romania, Racchetate tutte lecofe di quelle bande, volt l'animo far vendetta
dell'ingiurie, cVinfulti, fattigli dal predetto Stefano
li
Bw
di Bofna.
con l'Imperatrice nel confini diBofna, predo il fiume Drina con cinquanta milla caualli , e trenta milla pedoni. Del che fendo auifato SrefanoBano , fece, oc egli vn buon apparecchio di gente. Ma alla fine conofeenfuoi vaffalli. Et portoli
do
di
non
21 Bano ti Ber-
na traditi dai
funi.
molti alberi grandi , co'quali fatto trauerfare paffi , egli ftaua ritirato ne' bofchi,& monti, com'in tante fortezze; &con molta gcnteguardaua tutti i pafl ,per li quali fi poteua, penetrare con l'efferato in Bofna. Et tal volta, s perle prouifioni dette, come per li palli, che di fua natura erano forti, hauerebbe proibito alle gcn ti dell'Impera dor entra re in Bofnajfci Baroni glifuffero ilati fedeli, e non hauefferohauuta fecreta intelligenza con l'Im peradore. La onde prefe parti to di ritirarli con pochi de* fuoi ne' monti,! quali ancor a ndaua tuttauiamutando,acci che non fuffe tradito da alcuno di loro. Il che vedendo l'Impcradore, entr in Bofna
DEGLI
lila
SLAVI.
&
orImperadore en
tra in Bojru
,
con
,
comiuci guae
non perdonando ctiandio i Palazzi 'ciYoBano. La qualcofa nel principio l'Impcradore nonvoleua farejmapoilofcce perfuafone della fua moglie, donna veradare
&c
brufciareognicofa,
arde il tutto.
inente difpofta fare ogni male Si pofejancor aH'efpugnatione del Caftello di Bobouaz , nel quale s'era faluata Elilabeta figliuola vnica di Stefano Bano , che all'hora eradonzclla, & poi fu moglie
.
Lodouico R di Vngaria,& madre di Maria moglie di Sigifm^ doImperadorc.Sendoftato adunque Stefano moltigiorni comdi
il
Caftello d'I-
xnota,& Nouijafci ineilvn buonprefidio de'fuoi.Nelqualt* p molti nobili di Bofna, & di Chelmo vennero lui, facendofi. Tuoi fudditij molti ancor andarono con lui in Rafsia 5 & particolarmente BoghifTa , & Vuladiflau Nicolich, nipoti di Stefano Bano ,& figliuoli di Catalena forella d'effo Bano , i quali erano della
fchiattadel
& 7{*ui.
Conte Andrea
mentionedi
fopra,& fi farancornelPauenire,&confequentcmte parenti d'effo Imperadore Stefano. Queft a revolution e cos fatta fecero coftoro,hauendo creduto al fermo, che darebbe loro il Ctado di Chel mo, ch'era lor patrimonio, & di ragione ad efsiattennea: ma alla fine non giou loro punto, perch'eranohuomini di niun valore. Etmentrc l'Impcradore fi trattencua in Bofna, la Signoria di Ve- Haufei attende netia,&iRau(i gli mandarono folcnniAmbafciadori,pertratta no di far pace frClmp.&tl iefeco,eaccommodarledifferenzefrlui,&Bano Stefano; ma no Band' puoterofarcofa alcuna. Perciochevoleuarimpcradore,ch*il Bailo defTc per moglie Elifabetta fua figliuola al fuo figliuolo R Vro fc, & fu (Tel a fua dote il Contado diChelmo,comecofa>chcatteneua ciTb Imperadore pervia di Ncmagna , & fuoi fratelli , che gi furono Signori di Chelmo 5& dalli quali cfTo Imperadore defeendeua. Mail detto Bano hauendofperanzajdi poterla meglio locare (come poi fuccefTc)non volle mai aflen tire darli, non pure
il
Contado
di
Chelmo, ma n 'anche la
Li
che
i6
REGNO
.
Bii%c Campa-
gna tra
Blagai,
chefehaueffe voluto dar folamentc la figliuola Ci farebbe conchiufala pace, la quale non cflfendo feguita,con ti imamente furo* no indiicordia qucfti due Principi L'Imperadore Stefano volendo tornare in Ra(sia,& pattando per Chclmo, venne in Bifze , ch'vna campagna grande tra Blagai, &Moiaroj e trouquiui
gli
Ambafciadori di Raufa,
che defidcraua di fruirlo , & houorarlo. Stette nel principio alquanto renitente $ ma finaU mente hauendo prodotto lacofanel fuo co nfgl io, & elca dogli detto da tutti iiuoi pi intimi consiglieri , & fpccialmente da Nicolo Bucchia nobile Catarino , camico di Raufci, & fuo ProtoueTrotouefario itario, che andalle liberameli te, & fen za dubitare di cofa alcuna granTe tra qucllaCitt, che reftarebbe molto contento. Liceutiato adunforiere que Peflercito, egli con l'I m pera tri ce fua moglie, & con trecento pedone, delle qualimaggior parte crano'Baroni,& gcntilhuomini del fuo Regno, venne per la Contrada di Canale a Raufa vecchia-. , doue entrato nelle galco le quali erano fotto GiuStefano lmp> gno di Sorgo, &Gioanni di Mcnzc, che daRaufei gli erano ma? yiewek %auja. date per leuarlo, venne Raufa $ doue fu nceuuto con grande honore, & alloggiato nel Palazzo de Rettori, Fu ctiandio l'Imperatrice, & altri della fua compagnia, accommodati dicafamenti alberghi conueneuoli Et eflendofi quiui tra tennuto per tre d continoui in bagordi, balli, & felle, fu infieme con l'Imperatrice, Baroni, & altri nobili honorato,& prefentato regiamentedi molti pretiofi drappi di feta,& di panno. Poi con le dette galee E ctndttto nel fu condotto Cataro fua Citt doue ancor fu honora tamen te rile galee f\auccuuto. Et da Cataro torn poi in Radia per Zcnta. La (u venuta fee Cataro, Raufa fu nel milc trecto e cinquanta-EtTanno feguente mand U50. in Francia il fudetto Nicolo Bucchia fuo Pro toueftario, per dima n dare la figliuola di quel R per moglie al fuo figliuolo Vrofc. Ma dalFranccfegli fu rifpofto,chc ci haucrebbe fatto pi cht Tiicolo Bue* volentieri, fc elfo Stefano, & fuo figliuolo fuflfcro del rito Rochia Amba mano . OueTAmbafciadorc Bucchia huomo veramente chiaJciadcre di Ste fanoImp.alRj rore per valore, & per ornamento d'ogni virt, tanta fatisfat di Francia. ti one diede in quella ambaicieria al R di Francia , che da lui Ricette dalK di Francia > riccuette in dono vn giglio , per metterfelo nella fua arma^ . refeOnde da quel tempo quelli di Bucchia tengono vn giglio iopra
fulfe coti ten to di Venire alla loro Citt
il
&
vna
.DEGLI SLAVL
,
i6j
vna sbara,hauendo prima hauuto neilalorarma vn'Anguria con vna fogazza. Ritornato che fu dunqueilBucchiacafa,&efpolo al fuo Signore quanto haueua negotiatoco'lFrancefe, Stefano fi burl della rifpolta del R di Francia poi mand dimadare la fi
gliuoladel Principe di Valachia nomeHelena jl.t quale fubito gli fu data . Dop queito fi volt alla conquida delle parti di Ror
"'^
e
marna con He
lena
'/;
maniajne'quah luoghi,anzi in molti altri, quante imprefcilluitri egli habbia fatto,& vittorie honoiate riporta to.lmmmmatSm^mmm ^ftittUmkmmmmdmmmm^ftfm^m La Citt di Scopi e fu Se de regia di Stefano Nemagna. Onde ei partito, & accompagnato da riuomini valorofi,& efperti in guerra, con vn fortecflcrcitoentr ne' luoghi vicini Caftorea, de' quali tutti fi fece padrone. Et leuando poil'etlercitocontra Macedonia, foggiog ognicofain fuordi Salonicchio,&pafs fin'al fiume Saua.Eteflcndofi portato valorofamtc attorno il Danubio, occup tutta qucllaprouincia Di poi ponendo algouerno de'fuoiluoghi in Europa huominida lui conoiciuti per molto federerebbe in gran potenza. A (Tali ancora li Greci per dcftrug*^ere l'Imperio loro : & entradocon lacauallaria ne' luoghi vicini Collantinopoli, quelli guad del tutto. Li Greci erano per ci molto isbogottiti , & dubitauano di no ndarein vltimaruina pofciachcvedeuanol'Imperiolororidottoin gran pericolo, per la pocacura,edepocagined'AndronicoIm
:
^a ^ ca
Scopic refiden
di
Stefano
lw ? m
udii Stefani-
Non trouauano per tanto modo d'opporfi,vfcirgli incontra con TeiTercico: ma tutta la lor fperaza,c falute era polta nella difefa delle mura delle Citt. Inuiatofipoi verfo Etolia,aggioniea
perioIoannia,oueroIoanninaCitt,cheprima fi pe.La Macedonia, che confinauaco'l fiume Aflo,diede ingouernoZarco, huomo di bontlodato,jlqualeappdi lui teneuail primo luogo. Quella parte del paefe,che da Ferri fiftende,fin'alfiu
fuolmdimandCaflo
couernatori
delle
proumae
'^M9m
sogdan.
fiume Danubio, perniile aChralc,&Vnghlefa fratelli, de'qualiChrale era il fuo Coppiere, &Vnglefa Arcimariicalco. La regio ne, ch'era pofta cito del Danubio, lafci in goucrno Bulco figliuolo di Pranco. Tricca,eCa ftorcahebbcNicoIoZupano; EtoliafudataPrialupo. Ochrida enti il paefe dimandato Prilisbea, diede in goucrno a Pladica,huo LI 2 mo
Ferri, al
da
Cbrale,&rn
%Jipg rcbrait
wdi Kv*
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j^icol zittno.
Tntlupi
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*'
REGNO
.
monobile. Quelli adunque.chehabbiamo raccontati, furono p Il quile fi al goucrno delle prouincie d'Europa dal R Stefano morto che fu,cia(cuno di loro fi ri tenne per se quelle prouincie,che gli furono dateingouerno. Etfinoqu parlaLaonicodell'Imperador Stefano Nemagna. llquaJe(come dicono gl'Autori,che di lui fecero mentione) fu il miglior foldato di quei tempi, & Capitano
eccellente,che in fin dafanciullofuvagodellagloria.il cui
animo
Stefano imp.
more.
jjj^.
Vrofc impera
dor*
miriua,&afpiraua molto alte, &honorateimprefe.Ma trouandefi Diauolopota in Romania, faflalico da febre,a cui non ptripararecon tutti i nmedij, che fece. Onderanno 13 54.0 di fua eta45. pafs migliorvi ta Il fuo corpo fu leuato con gran pompa funerale da quel luogo; & portato nel Monaftcro di Santo Archagelo prelibo Prifrina 5 il quale egli haueua fatto edificare Regn! comeR.ecomelmperadorein tutto venticinqueanni . Altri vogliono, che egli pafialfe da quefta vira trouandofi inNcrodimie. Li fuoi primi configlieri fuorono Gregorio Cefr , & Voihna Celar>Braico,Raofau,& Branco Ra(Ifaglich,Thoma , & fuo fratello Voislau di Voino, Milofc con fuo fratello Raolau Ledenich, Con te Bratcho,ObradCeo ni k,VucafcinCeonik,& fuo fratello Vgglie fcia,& Branco Mladienouich,& Voieuoda Mircho Quelli quafi fempre ftauano apprendo il detto Imperadorejil quale hebbecon la ^uamo ^ levn f figliuolo.chiamato, com' detto, Vrofc.Coftui fi fece & egli chiamare Im peraf uccedendo nell'Imperio al padre dor; nel che non gli furono punto renitenti li Principi, Scaltri Si.
. .
gnori del fuo Regno. Imperoch'era di belliisimo afpetto,& fi prometteuarto ogni benedel fatto fuo &quan runque pena arriuaffc aventi anni ; moftraua nondimeno nel principio gran pruden. za,&fennoin tutte lcfueattionijtm con procefsodi tempo fi mo ftrdipocovalore.OndeperlafuameleniagineperferimperiojCo me qui appretto diremo. Erano in quel tempo alcuni Baroni di Rafsia, i quali per la mor
:
te
Vucafiino, cr
tiCbuomm
di
Chelmo.
crano j ra q Ua lj fu Vucafcin Defpot, & Vgglieleia fuq fratello, che erano gentiPhuomini diChelmo,eiiConte Voifauo figliuolo di Voino 5 ciafeuno de'quali era prepofto al gouerno delle principali
parti del
fuoi h uomini,
DE GLI SLAVI.
no gran fuperbia,& erano oltre modo
altieri;
269
&relTortauano, che
lcProuincie,chedaqueiti erano goucrnate, delle in gouerno di pouerigentilhuomini,cheramauano, & che gli erano fedeli:moflrandoii con ragione, chele tal cofaei non faceua nel principio, quando chei fudetti , non bauendo ancor prefo alcun lbfpctto di lui,veniuauoliheramentealla fua Corte; che poi cfirmatichefof fcro,& fatti foni,non lo potrebbe fare,fe non con grande dirfcuU t,& pericolo. Quclti con figli non iolo cheVrofc non volle alcol tarej ma palpandoli, fece elfi accorti a Ilare con buona euardia at N U#-> r 111 torno, de di raro vemuano alia Corte, h perci quelli, che tiaua 3 no i buoni configli a. Vrofc,vedendofi lcoperti,nell auenire di ci s'aftennerojper non procurar fic|uaIchemaleuoleuza , cV odio de' Baroni. Perocheegli, non ballandogli quello, promoueuamag
1
t
jfofc
giorhonore,egradogliaccufati.LaondehaudoaggiontoY u- D molo del cafcinDefpotmolte Prouincic, gli diede etiandio titolo del K. n0m Con laqual occafione Vucafcin cominci opprimere molti perfo naggidiquelRegno inoltrando, checi faceua dicommiilonc deli'Imperadore,per afsicurare maggiormcnteil fuo Imperio. fzafcalaprU falt ancora a maggior dignit il Con te Voifauo di Voino,togli ma moglie* & a yna " do vna fua figliuola per moglie, &: repudiando la prima moglie, fi- ^' gliuola di Vulaico Vceuoda di Valachia Quella ingiuria bench ellafntiiTcamanmente.nondimcno perno haucrecontinuam,
.
telariualedinnanzi gli occhi ,fi parti volentieri dalla Corte, cV and cafa del fuo padre Era perci gran confufione nel Regno
.
cominci attendere, e fi sforz difalirei maggior grandezza, e tenere ogni modo di non fotto. metterli fuoipari.Fr quali fu principale il Conte Lazaro,chcvfurp tutta la terra polla a 'confini di Vngaria, che fi chiamaua,co> me detto, terra del R Stefano. Nicolo Altomanno parimente oc cupo ilpacfe,che tcneuain gouernoVoifauofuoZio,chepocoin anzi era morto. Et per assicurare meglio le iuecofe, incarcer!^ moglie deli'iffefTo Conte Voijauo, con due figliuoli , chea lui erano Cugini germani, licjuali poi fece morir di veleno. Dietro le pcd'Vrofc.Ondeciaicuno
d.e'nobtli
?
il
conte Ls^a-
rorfurpaleter
confini
dVa-
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*..
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Jl(0 ;
andando ifigliuolidiBalfa,cioStra(cimir, Gioigi, ma nnoaudena Juoi cugini. &Balfa,gcmilhuominidi Zenta,mapoueri ,occuparonoambeduelc Zente.Et VoihnaCclarcon Vggliefcia fuo genero fi fece pa y ol h m Cefar.
datede'quali
ll
dronedi tutto il paefe ch'era a' confini di Romania. Et tutto ci fa ceuano,comelcrimperadoreniaue(lelorocomandaLo5ma inef
fcio
27<>
R E G
se
NO.
Tri/lina reftde
vadcl^v*-
Luoghi occupa
jcia
medefimi: talch in manco di dicci anni tutto il Regno di Radia fu dmifo fra quattro Baroni fopradetti, &c ogn'vno,edendoancora viuol'Impcradore,daua vbidicnzaloro, Se riconoiccuali per padroni .Il R Vucafcinofaceua la iua refideza inPridina,e hauea tutto il pacfc vicino :EtVggIiefciafuo fratello teneua tuttala Romania fi n' Salo ni echio, &Laueria, & altre Cic t . Quei di Ballala Zentafuperiore, &infcriorefin a l'Albania, &
fcttolofaceuanoper
^ a * confini di Bofna,
&
Balla.
Vuk
uub
del
Branco-*
genero
Come La-
*
ro
distefanoimp.
firfortaoceupareti ^cgno.
Ducai&stef*
figliuoli di
^Angelica loro
'
pf *'
genero VukBracouich haueuala terra del RStefano,e tutto quelj ' checonfinauaco'l Danubio. De'qualiquattroBaroniquapr r a predo diremo la vita,& il hnc, che fecero Erano re Ita ti dop la morte del R Vrofc cieco due figliuoli, vno (come riabbiamo detto) Stefano Dulcian , che poi fi fece chiamare Imperatore; l'altro Snuda, al quale il fuo fratello Stefano si per l'amor grande , che gli portaua ; si ancora perche vedeu, che lafua moglie cercaua d'auelenaj(o,liaueuadato,efTendo ancorgiouanetco,la Citt d'Iagnina in Romania, co tutto il paefefin'rArta,& molti altri ca{uelli,& citt, ch'erano in quei color ni; & l'haueua auertko,che tenede cura'.dclla fu a vira, V fi guardaf fclpctialmentedall'infdiedeirimptratrice. Coftui vedendoadun que,ch'ognVno de'Baroni occupa u li paefi del detto fuo fratello, fatto alquanto d'efferato di Greci & Albanefi venne con edo in ^enta, & cominci dare aflalto alla fortezza di Scutari:Ma non p t fare cofa alcu na 5 si perche il detto ca dello era ben forte perii fuo fto naturale j & guardato da h uomini prodi in arme; s ancora, perche niunoBaronedi Zenta,&diRa(sia,vedendolo debile, edi poco valore, lo volle ieguire. Onde tornando cafa, fra breuepaf da queda vitaj laiciando due figlilioli,& vna figliuola I maichi fi chiamauano Duca, & Stefano, & la figliuola fudetta.Angelina. De'quali Duca, ef.sedo peruenuto all'et di poter maneggiare il ferro.in tutte imprcie,allc quali egli fi metteaa,raceuagran riulett3>& f p ra tutto era da bene. Clapcn, ch'era vn potente Barone nelle pallidi Grecia >hauendogli dato per moglie vnafua figliuola., oc vedendo, cheera molto amato da ogn'vno , cominci peniate d leuarfelo in qualche modo dinnanzi. Perochedubitaua,chefacen dofi fignore di Radia (com'era opinione di tutti*) non .gli leiuafTe dalle mani quanto haueua. Del che fendofiaueduto Duca,comiu ci diffidare del fuoccroj&schifaua gn'occadone di venirgli neU
\ .
le
D'E
GLI SLAVI.
:
271
lema^i.MaClapenofch'crahuomoaftuto^'inganpcrmezod'a! cuni Vefcouij& monaci del paefe a quali hauendp Clapcno gixato,chc no gli farebbe alcun male, lo coduffe con mezoloroin
Caftorca:douc contro la fede datagli, mefloli Jc mani adoflb,
rafie fuori gli
gli
ri
daifuofkocer
occhi $ & lo
fpodcuano alla Morea , & Negropon te,doue ftaua Stefano fuo fra
telio. Ilqualeperucnutoall'et
&cffendoriufcitobelliflmogio- cupew*
uanctolfc perniagliela figliuola di Francefco Signor di MeiTara, FrMCtr /j_ M te di molte altre Cm,& luoghi, ch'erano trai confini di Roma- gmrdiMejkttiadi lda Negropon te alla marina. Et Angelina loro Torcila ef. ra
'
fendo diucnutagratiofifsima donna, la tolfepcr moglieToma fi- jingeUnaftmx gliuolodi Prilup Dcfpoto,&fignor d'Iagnina,& d'altre contrade * con To iTrtHP* Vicine. La quale egli tratta u male,s pergclofia, che haucua preio dilessi ancora perch'era huoraomaluagio.il quale haucua gi preio nella guerra Inico di Daulo , & alleuato in fua Corto doue egli ftando, prefearaift con Angelina moglie di Tom 35 & per p terfela meglio goder, nonfenzafraudc d'elfo Angelina, Toma fu morto da Inico. Il figliuolo di Toma vedendo quella cofa, fc rmdain!c9 cericorfo al Turco 5 dal quale aiutato, prete Inico, & l'accec. Ma perchequefto figliuolo non fi vcdcuaancoratto al goucrno Angelina per configlio dc'fuoi gcntilhuomini prefe vn'altro marito, che fu iflai da Napoli di Romania, che alPhora era Signore di Ce:
falonia.
glie
Il
mo- m^"g
fi miri*.
mole u coniflain*
haucua afTegnato vn piccol paefe per nutrimento , poi lo ftarc con lui , and dal ConteLazaro llqualefimilmentc trat landolo male,vn'altra volta torn dal R Vucafcino Ma finalmte vedendoli trattare al (olitogli rifolu di fuggire Raufa. Delche fendo auifato R Vucafcino da vnicruitore,gli diede co vna maz %z di ferro lui capoj delqual colpo egli fubito cade morto,- e involtolo in vn tapeto , lo fece fepelirc in Scairenik terra dello Stato diScopic. Quello fignorcviflevcramentcpcrvnoeiTempio mani
.
Vrf '*? c
cmo. vS&
dolo cotanta altezza ancora giouanc, fano,e honoratifsimo , 6c fenzafudori , fublimandolo in tale manicraj che di ricchezza, di p-
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potcntia,
dofi ad vn tratto
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depreffe s fattameli
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ogni anno gli mandauano feicento ducati, comehaueuano conuenuto con li fuoi maggiori, mentre furono in vi ta,e con quefti egli fi mantene u. La u madre Helena dop la morte del marito vifTc molto mai contenta; perche non lafciandofi vedere dalli Baroni del Regno\ ma praticando con li monaci com'vna monaca, ftaua in continua triftezza. Oodeli Baroni non potendo hauercipcditionede'lorQ negotij alfuo tpo( perche ella gouernaua in quei principi) le colf del Regno) entrarono in gran fdegnoi Laqualcofafupotif* f lima caula della deftruttione, & ruina dclllmperio del fu figliuolo. II quale vedendo cos opprelToda tante tribulationi ,eaucrfi t, mor quali diiperata, facendo vita monadica in vna villa, tro anviiTc
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DE GLI SLAVI:
tre figliuoli, c
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due figliuole. Li
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(cia,& Goico
Quelli fratelli,
pi potenti, &pielTercitati in arme degli altri Baroni mamme Vgglicfcia,chehaueua la guerra con la citt di Salonicchio. La qua \c haueuatal tcrminecondotta,che fsforzata farfegli tributaria 5& Tela morte non lo prcueniua, fi farebbe fatto aflolutopatrosiedi quella. EraapprelTo in continua guerra con li Turchi,ch'era no i confini del fuo paefe; e ogni volta che fi azzuff con loio,rcft femp* e vincitore. LiTurchi perci haucuano perfo tutto il vigo ie,eranimo,che mollrauano hauerenelliarmi. Erano de' proprij fucceffi di cofloro impartenti ilConteLazaro,cV il Giupan Nicolo <PAltomanno,primi Baroni dop di loro in RalTia. Onde haudo
fra di loro deliberato d'abballarli, e rintuzzare la
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vgglieftiafpcf
gran fuperbialor ro, andaronodall'Jmperadore Vrofc, fpronandolo a tutto potere contrai detti fratelli; E alla fine lo perfuafero a entrare feco in lega
de' predetti,-
i danni, &ruine
promettendo che
,
tutto quello
dell'
rebbono
tolto dalle
mani loro
farebbe flato
haueImperadore
Vrofc , il quale efli fi sforzarebbono di rinueflirc del Regno paterno. Fatto adunqucvnpotenteelTcrcito, con quello veri nero ad affalireilRVucafcino,& Vggliefcia. Iquali polla in ordinelaloro gente,incontrarono gli inimici in Coliouopoglierdoue appiccaca la battagliaci Conte Lazaro fi ritir con tutti li fuoi,& f ne fug g. MaNicoIo d'Altomanno volendo combattere fu rotto , lefue gcntiammazzatc,&egli pena pot fcapare. L'Imperadorc Vrofc fu prefoviuo con alquanti eentilhuomini della (u Corte, &?li altn furono ammazzati, tia quali fu Nicolo Bucchia Protoueitario di Stefano Dufcian Imperadore; il quale difendendo ilfuo Signore, cade co mol ta gloria Et lafci vn figliuolo Pietro,daI quale fono difeefii nobili dicafa Bucchia, che fiora fonoRaufa; e tre figliuole, vna delle quali nome Biocia ,f mari tata Marino di Gozzc,I altra in cala di Gondola; e la terza bebbe per moglie Luca di Bona. Ma per tornare al propoli to, rotto che fu l'imperadore. Vrofc, &prcfo nella giornata, R Vucafcino lo men inRafsia; l
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dm cade in co
f uoPogie.
douehebbe fine alli fuoi giorni nel fopradetto modo. In quella guerra non interuennela cala di Balla,- perche GiorgioBalfi era gc nero del R Vucafcino; Et mentreli detti Signori gucrreggiauano frloro,Balfaattendeuafare il fittoluo , occupando turtauia il
paefe* ch'era fuoi confini. Vn'akra figliuola del
Mm
R Vucafcino
chiamata
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Xufnafeliao}*
REGNO
.
moglie
tufino.
di
MatteoCtnt*
chiamata Rufna il Tuo Padre marit Matteo figliuolo di GioanniCantacufino Imperadoredi Coftantinopoji. Il quale fendo in guerra con Gioanni Paleologo iuogcneroj&vagoda fermare vie megliolo itato Imperiale, &lefuecofe tutte, mand dimandare p er mo gij e a l fuo figliuolo la detta Rufna,la quale il luo padre Vuc cafri no ambitamente gli la diedejcV per conto della dote gli aifegn tutti i paci] , che polfedeua in Albania Quello Imperadore- guerreggi con Paleologo perifpatio di venti anni il che caus chectiandioi Vcnetiani intrallcro in grandilima guerra con li Genoueli.I quali fa uoriuano le cofe del Cantacufno 3 & li Venctia ni quelle del Paleologo. Accade allhora,cheandando le cofe de'Vc
:
nctiani
al
mancamento d'vn
loro Capitano
Giorgio Def-
pot> fampote
furono abbatuti da' Genoueil,la fortuna fancor contraria al Calacufino.Percioche quiui fi mor il fuofigliuoloMatrco. Il quale lalci vn figliuolo, chiamatoGiorgio, e due fgIiuoIe,vna fu detta Hclena,& fu Imperatrice di Trabifonda; d'altra fi chiam Irene, che fu maritata Giorgio DefpotdiSeruia. Irene adunque,****
1
*[** VUaja
ll'i
il
iemecolfuo
fratello
dominio il Conte Lazaro,e Nicolo d'Alto ma nno,& eltinguerli to talmcntejacci che non p teder impedire loro l'altre imprefe.che
nell'animo dilegnate haueuano.-maperairhora nonvolfero farai trojimperoche li Turchi, che confinauano con loro,con occafio-
yrucaftino*
*rdenodpafc ie'TurcbineU
Tracia.
Vucafcino>&
tfdsultna'-
nedi quella guerra, haueuano infettato il paef Joro,& fatto di molti danni. Voleuano per tanto vendicarli prima de' Turchi, e poi venire con tuttolo sforzo contra il Giupano Nicolo, & il Con teLazaro. Fatto adunque vn'elfercito di venti mila combattenti, andarono cercare! Turchi fi n' Tracia, che da loro era in gra par te occupata: E non trouandoli, la echeggiatole*: arfo ilpacleloro, tornarono in Raila>non feruando perla Itrada alcuno ordine del la militia.Queftacofa vededoiTurchi,i quali ftauano ritirati nelle montagne, &andauanoconfiderandocondiligenza gli andamenti loro , fatrafccltaditrcmilapeifone,pivaloro{efrdiloro, venero alla coda dellaretroguardia deirellercito inimico, nel qual erano legen ci d'VggIiefciaj& all'aitandoli con gran furia li ruppero ScriueUii^, cheSulimano terzo e primo di quefto nome,
,
quali ali'hora
fi
trouauano alquanto
diicofti
DE GLI SLAVI.
dell'eiTcrcito.
277
gente vennero Tubi to per foccorrc ' reliloro,- i quali briglia fciolta fuggiuano dinnanzi Ji Turchi y fenza metterti in ordine, com'il doucre lo volcua & vrtauano ne i Turchi* i quali hauendoli villi da lontano venire con tra di loro,gli afpectarono,& di nuouo s'erano riftretti i n fi em e. S'oppone no adilcjue con grande animo,& combattendo valorolameiatc,fi fece gra confusone nell'esercito de'Raffianij i quali nel combatterei on teneuano alcun ordinc,nfapcuano che modo,n con chi haue nano d combattere. Di quella occafone valendoli molto pi i Turchi,fiftringeuano loroadoffoj il che facendo con gran impe* to, ruppero ceiandio quelite gli miferoinfuga,non oftan te ch'il R Vucafcino,& Vggliefcia fa ceflero ogni sforzo perriuocarelilo ro dalla fuga . Ma non potendo fare altro, & eli per faluar la vita fipoferofuggirc. I quali fendo leguitati da' Turchi >peruenuti chefrono al fiume Hebro,hora Mariza, per non venirein mano de'inimici, fi buttarono in quelloinfiemec'caualli. La qual cola feonft*ncora molti altri nobili perfonaggi , de' quali la maggior parte s'anneg nel detto fiume infieme conJ^ggJiclcia , & Goico Vgglefca,& filo fratello, il qualehaueuailgoucrnodeglieilcrciti.IlRVuca Coico fanne feino hauendo palTato il fiume , e trouandofi molto acetato, cos me^Tuzal' aflentato cauallo,come Ci trouaua,fi pofe bere vn fon te.L dove Nicolo Harfoeuich fuo paggio vedendo vna collana, che gli pc Re Vucaftino aKzat0 deua dal collo, l'ammazz appretto lavilladiCaramanli, doucli fj^ Raflani con li Turchi fecero la giornata, vicino al Calvello di Ciar TiicdoH^rf110 man in Tracia. Onde poi fu trafportatoin San Demetrio in Su euicb * fciza,chein Ralsia.U corpo d' Vggliefcia, & Goico, non fi trou mai.Gli altri pcrfonaggi,che nella battaglia non restarono morti, furono prefi viui,& menati in catiuit. Ilchc auenne l'anno 1 37 1. 1371.
tutta la
>
Onde con
alli
26. di Settembre^.
Rvcafcino
iu/.
EtqucftofinehebbeilR Vucafcino.llqualein tutta lafua vimoltro grandcanuco de Raufei,eccctto che anno 1 3 69.i1 rifent con tra di loroper rifpetto deiriraperadore Vrofc credendo
I
ch'eglino
gli deflfero
animo
Onde f
UquantunquehauelTero tentato ogni via, cmodoper placarlojno dimeno egli non s'attenne da quella imprefa, fino che venne da luiBJagiodi Volzo Bobali, mandato AmbafciadoredaU'Rauiei Uqualcftettc nel la fua Corte pi d'vn mefe, che non pot haucro
.
BUgodivoU*
V**?f1
Kcrucafcmo.
audienza.
278
a
REGNO
,
udienza. Mafinalmentefeppe far tanto con lafua folitapiudcn.ajCh'ilRe Vucafcino,quai vinto dal Tuo valore, ditte in prefenza
clic
non conueniua far male quella terra , cheproduceuahmilperfonaggi , adorni d'ogni virt, ebont. E fatto quanto haueua dimandato elio Bobali,lolicenti, donando gli vn cauallodi nobihfsima razza, dua para di falconi, & dua ald'alcuni iuoi Baroni
tri
di veltri,
il
che tutto
egli
rapprefent,fcondocoftumede'Am
donarono
falconi
con
ilcaualload vn nobile perfonaggio Tedefco, cheveniua da terra fama. Ora dunquc,per tornare alpropofito,morto che fu il R Vucafcino,i
liTunhiperla
rucafcinopiifilano for^e in
diminu moltolapotenzade'Signori di Ra(sia,&crebbequella de* Turchi. Peroche coftoro infuperbitiper quella vittocominciarono fenza oilaculoalcunopcnetrarein tutte leparti r a
*
>
di Rafsia,& taccheggiarle.
Ri/w.
potendo
refifter
Dragata co*
damino figlino Uiizarco.
Quattro
cofano.
figli-
uolidel&v
Dacbi foccu
patoloiiatodel
yucai cm *
con tra i Chrilliani. Fra quali furono Dragas,& Cottati tno,tigliuoli di Zarco Deanouich,& molti altri nobili, quali fuconogi fudditidel ReVucafcino,&fuo fratello Vggliefcia. De* quali C ottan ti no ^mm^mmmktmmmmm>t^mkm. nel'ar te militare (uperaua tutti, e nella prudenza era te nuto de' primi. Colt ui a Ilali li Bulgari, e gli Albanefi, i quali tolfc molti luoghi; e morto che hi il fuo fratello Dragas, gli fuccelle nello flato e fu coitretto anch'egji frequen tare fpetfo la Corte del Turco. Dop la morte del RVucafcino recarono quattro fuoi figliuoli, che furono Mar* co,Iuanifc,Andriafc,&Mitrafc.I quali con tutto che comincialTerogouernareillorltatocongrafatisfationedc'fudditijli nimicila ro nondimeno non gli laiciarono godere molto tempo. ImperocheilConteLazaroprefeloroPrittina , & Nouobardo,con molti altriluogbi vicini Et dall'altra parte Nicolo d'Altomannooccut p tutto il paefe, checonfinaua con le fue terre. I figliuoli di Balla, quantunque fulTero loro parenti,leuaronopurloro dalle maniPrif rie, con molte al tre regioni vicine. Non iettarono ancorai Tur-: chi d'impadroniri di gran parte del paefe,che teneuano in Roma nia.Laon de ifudetti fratelli, per ri tcnerequalchecola,f fecero tri-> butarij de* Turchi, i quali feruiuano ancora nelle guerre-Ma Iuanifenon pot Ha r molto lotto la tirannideloro ,e fi ritir con p* chi de'fuoi in Zenta dalli figliuoli di Balia; i quali gli riceuerono volentieri, dando loro tanto del paefe, che poteuano campare la
nelle guerre
1
(
vita
DE GLI SLAVI.
vita L'altro Tuo fratello
*99
Marco,chiamato da alcuni Craglieuich,ef fendo andatocoPafacte primo di qucftonomelmperadoreTurco, contra Mircc Principe di Valachia,& azzuffa tofi nella battaglia appreffo Ch raglicuo g citt di Vilachia; j fu rotto 3 de fuggendo in vna felua , fiui colto nella gola ,da vnafrczpa, che tir vn Valaco, credendoch'egli fuflevna fiera. Ilfuo corpo fu fepelito nel Monafteriodi BlacianiapprclTo Schopie.Mitrafc parimente cadinvn fatto d'arme contra iTurchi^lafci alcun fgliuoIo.DiAndriafc lor quarto fratello nacque Domir*icoMonfcilo,chefp)dre di Cosa Principe de' Mufa chi, & d'Helena moglie di Stefano CafTacia Duca di Santo Saba , ne pi reft alcun altro di cafa dej R Vucafeino : Il quale infeme co'fuoi ttardli hebbecos jniferabil finejnon fenza pfcrmifsionc della
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DE rGLI SLAVI.
28f
-~~4T
E G V E hora moflrare l'efsi to di Nicolo d'Alternano, che fu vn'altrovfurpato re del Regno di Rafsiaj
che s'entri, haucrannoda laperci Lettori, che al tempo del R Vrofc decorra gli altri fuoi Baroni, n'era vno.che fi chiamaua Voino.Coftui rudi grande a u tori tpreflo quello R ;&haueua hauuto daluiingouerno,anziin pattimoniotutto il Contadodi Chclmo,chedaogni parte confnauaconliRaulei; i quali invitaiuafotto diuerf p re telline ce di molti danni. Di Voino nacque-,
nella quale narrationcauanti
Voino Barone
del
Vrofc.
lece molti
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rotre figliuoli
quali
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dopala mrte-ckl ^Mfai{S^fKj^CiHadc>dJfcft*ho ; Venne a Voifau quel pacie checonfinaua con Raufci ; co* quali mentre ville, hebbe continua guerra, nella qualeruin, &brugi
,
tutto
il
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P er commiiiionc del Reiuo padrone.Nondimeno,& egli alle volte riceu la pariglia da' Raufci. Et morto che fu egli, Nicolo fuo
Altomanno,chemorin vitadi Voifau, fupcrando in ogni fortedi male>& l'auo,eil zio, non contento della
nipote, &figliuolod
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portione,peruenuta al fuo padre nella diuifione, occup con l'armi anche la parte di Voifau fuozio. Et perche non haueifenelauenrcContraIfo, guerra alina per qtiefto, prefiDobroUO,cV Ste^ u c .. V \.T r j * ano figliuoli di Voiiau-,iniieme con la loro madreggi incarcero; doue fndo flati fette anni continoui,miferabilmen te finirono la vita. Altri vogliono (com' detto di fopra) che fiano ftatidalui auc lenati fra breue tempo, & di Toma non retto alcun figliuolo. QueftoNicolociTcndogiouane,eragranvalenthuomo,e teneua quella prouincia di Chelmo , cheil fuo padre Al toma nno haueua tenuto in vita di Stefano Imperadore$& poi morendo il fuo zio, di cui il dominio fi (rcndeua dalla marina di Raufa, fino Vfciz, occup ancor (come dicemmo) le fue terre 5 Vacquift alcune al tre parti infina li termini di Sriemo, & dominaua fino alli cfini delia Bofna alla Drina Era huomo valenti Aimo in arme,& follecitoj ma temerario, incollante in tutte le fueattioni,& diflcale,- & facilmente fi moueua pigliare l'armi, elaguerra con tutti i Principi fuoivicini. Onde non credendo egli che fuffe al mondo il pi
f
.
valente,
Seneca Mike
jjjWP*
Ttfifcifenct.
cominci far guerra, & guaitare li confini di Bofna verfo la Drina , & ne faceua gran danni Tuartco Bano di Bofna Et fra Tal tre , vna volta con perfuafione , & fauore di Senco figliuolo di Milteno , venne in terra di Chelmo, faccheggiando,& gualcando la detta Prouincia 1 combatt in Bifzc lo Torno dipodgradie$elo prcfejcpoi and fin* Loporin e alle fue ville Il detto Senco era (tato Barone del Bano Tuartco Il quale ceneua dalla marina tutta la terra di CheL mo, fino Chogniz,&Ncuefigne con tutte leVlachie. La onde il fudetto Bano vedendofi cos asfaltato, s'arm con tra di lui, &cacciolo ,& egli and da Nicolo d'Altomanno, col quale veniu depredando il paefe diChelmo Queflo
&
pi potente di lui,
DE GLI SLAVI.
283
Guerra
lo
QueftoNicolo(come difoprahabbiamodetto}fece guerra ancor al laCittdi Rauia.Ondel'anno 1 37i.prefalcunimercanti,enobili Raufei,gli tormento cauando loro fuora li denti:da' quali R nalm tehebbe fofza quattromila fiorini. Et nel detto anno venendo con buon numero digenteaguaftareiluoghidiBreno,finctra todaPafqualdiMartinufc fiTrebigne, e Dreno 5 doucappicata
la battaglia, reft rotto,
fra
t{aufei,e T^ico
d'jiltman*
no.
confini diVngaria, non retta u didanneggiare cjueiluoghi.Epcr non lafciarealcuna fceleragginc, ch'ei non facciTe,deliber nel iuo
animod'ammazzareil Conte Lazaro,eoccupare le fueprouincie. Lo mand pertantoinuitarevenirc,parlarfeco. IlConteLazaro,chcconofccua beniiimoIafuamalitia,non (1 fidauamoltodi lui. Et quantunque non haueflero fra loro guerra aperta, portaua nondimeno l'odio vn'aHalcro, Ma con tutto ci reftarono d'accor do di venirein vn luogo deputato , & iui parlare fra loro . Il co nte luazarovennecon cinque h uomini iolamentc,eNicolo con altrettanti, e niun di lf>ro port fccol'armi . Ma Nicolo, ch'era venuto %icolo^Alu non peraltro effetto , che per moria vira al GonteLazaro , mand mano cerca am
prima, che furono inhcme>alcuni de'iuoi rrdelinafcondercTai* miiotto adoni tronchi de gl'ai beri, e (otto Ja-neuc ch'era in quel luogo. Elfendoaduncjuevenutiambidue, e finito quanto haueoanod* trattare al/hora , Nicolo cau Tarmi nfcolcjCTn dclli iuoi feti nel petto il Conte Laza rosela botta fu tale,cheper effa cafe iti
mainar tradimento il Con
te Lunare
morto 3 ma la ferita non fu in efYetcjnortalej Imperochcil ferro non and dcncrOielfcndobela fua punta s'incontr in vna Ctncc d'oro,che pendeua dal colloal Conte Lazaro .iNicoterra qua.fi
credendo eh e LazaFo lenza al tro fuiTmof tOifi voi tasonoperammaziaregti altri, che erano venuti co nlui.Oc all'ho fa fu ammazzato Miche) Jt>auidoiHch,& Zarco Werefcich gentilKuomind di Rafiia, Etcrefcendo il rumote in gran maiiteia^ ilpa^ gio,chc leneaaiJca.ualio di Lazaro,corfcldoue giaeeua il luoparone,- iiquale Vedendoli caoail;o,fubcO'filccu3,& mondato lopra f ne fuggi. Di quella cola noniiauidnNicolo, nalcuodc* fooi: perche, com' detto rC rodendo al fermo, che egli ruffe morto, attendevano per ammazzare gli altri: & poi quando s aioideio,n 6 tfa-fono andarli dietro. Irnperoche la gente del Conte Lazaro era apprciTb.e veni u foccorrerlo Onde Nicolo fu afforzato di fugr gire,cV:ilConte Lazaro per la ferita ftettemolti d in letto. MaeU fendo Nn z
k>,e gli fuoi
,
l
284.
Lazdro manie
gii Jirnbafeiadori al I{ Lodo
REGNO
del tutto
lindo
meo
guaria?,madl\AmbafciadoreLodouiccRdVtt garia, applicandolo che nel vendicare l'ingiuria riceuuta dal perfido Nicolo,Iovole(Te aiutare ; promettendo di darli dicci mila li*
t
Tratancora con TuartcoBano di Bofna,ch'cra inimico d'efioNicoi? lo, pregandolo che in quella imprcla l'aiutaile. Il Rd'Vngaria
fubito gli
re d'argentOi&eiTcrgliapprefl'ovbidientea&fedelieruitore.
mand fottoIacondottadiNicolodiGarajcheairho
racraBano diSriemo,millelanze:ErilBanoTuartco venne in per fona col Ino ciTercito. Et cos vniti tutti interne, col Conte LazaVcolo d'Mto
marmo
aflalito
daBoJnefii
Tkatfiani*
&
Tiicolo (fritto
marmo prefo
dal Conte La
zarOfjMcec*
4(0.
roentrarono nel paeledi Nicolo, cpofero ogni cofa a ferrose fuoco. Nicolo vedendo di non poter loro reiil:erc,n ilareparo,comiuciretirarl vcrlola marina. Et venendo primaalcallellodiClobuch , chchaueua dato in guardia d'alcuni gentilhuomini, detti Sorche, i quali egli haueua fatto molti benefici j, non fu riceuuto dentro al caftello. Veddoli adunque cos tradito,and verlo Trebine, & canali. Ma ne anche iui fu riceuuto voIcntieri;del che egli auedutoll, (lette alquanto penlarcdoue haueua da voltare perli uarl; A Raufa non volle andare perochediffidaua di quella Citt per la crudel guerra, che haueua fatto loro, quantunque all'hora fuflero in pace Ma tornando in dietro , entr nel fuo caftello di Vfiz Delchefendo auifato il Conte Lazaro , vi corie Ambitamente con tutto re(Tercito,&aflcdiollo.Ethaucndo combattuto il Cartel lo in diucrli modi, &fpccialmen te co'i fuoco,- n quelli di dentro potendo pi rcliliere^'arrefero. Et cos il maluagio Nicolo fu prc foxron tutto il fuo hauere;& fatto prigione, fi dato in guardia di alcuni gentilhuomini fuoi nimici capitali 5 de'quali era capo Stefano Mollsich. Ilquale hauuta la licenza in fecretodalConteLaza fo , gli fece trarfuora gli occhi ; cVcos accecato ftcttevn pezzo iru vn Monaltero; poi andando di luogo in luogo.vltimamen te fi ri* dulTcinZentada i figliuoli di Balfa,acciche gli dellro modo d
.
Douenel 1374. hebbe finca fuoi giorni. E iru quello modo Nicolo d'Altomanno.che mai non volle haucrepa* ce>n amill con alcuno,f punito del fuo mal oprare. Delle tcrrc,e paefi,ch'egh haueua tenuto, ciafeuno de collegati pre(quello,chc era alli fuoi confini in fuor di Trebine, Canali, oc Draceuiza Le quali furono occupate da figliuoli di Balfa , con tutto che non
camparla
vita*
,
.
Al-
DE GLI
LA V
I.
zZf
tALlSET^O
Giorgio
fatale* moglie di
Carlo Tobia .
'rBal/i'
Strdfcimir
I
&iara
^Angelica moglie
( luanif figliuolo e
>
diRVucafno*
Gioanni
Goico
)
moglie di
Rddic Sancott.
viRMA
i%6
REGNO
AKM\4 DI BAISI.
r
Quello Kslfa
nella linguaSla
u chiamato
hora diremo, fgentilhuomodi B>AOSCia ZentaafTaipoucrojeinvicadell'ImperadoreStefanoce ZECHljl" neua folamente vna villa. Ma morto chef effo Impera doie,& VroCc (no figliuolo non e (Tendo Principe di valore,cominctcon alcuni pochi de fuoi amici , & con Strafcimir, Giorgio, & Balfa Tuoi figh uoliconquiftare la Zenta inferiore De* quali figIiuoli,Strafcimir era in bont, &fedemigliore de gl'altri. Giorgio era fauio, molto accorto, &efperto in armi . Balfa era da bene, & Valente Caualiere, ma non di gran (en no Il lor padre la puma c_ofahebbe il Caftellodi Scutari,chcgn fu dato da alcuni che
del quale
.
.
ALSA,
DE GLI SLAVI.
t
ttj
Zenta occupata da Balfa.
che tfauano alila (u guidia< e poi conquido tutta la Zentafina Cataro. O.aJt voicAioficokiuagiiencc>fecci*iimpK;ra della Zefn ta>
fupi*C0a qualeftciciia Q utfafcllli^cji , e fuoi pareri ti ; iiq ual t> Gjmjafcfy ammazzai** dai .figliuoli d Balfaj alcuni de' fooipa rcnfor&ncj prefitte at %ooifr barlo ilpaefcE cos ifigliuolidi Baifas'imp^dronfrito a ncor stellai ejitamperiore, Htfimilmentq vcncrolaro nelicmaniDucagifli,che:hiaueuano raoltepoiTcilioni inZenca: dc'qualialcuniicceromorir^&klcriimprigionorno, E
Giura/c lllijcb
&
ndrconqiwftare querltc>&aUiepi:ouincieK ( valfepidolf aftutia, 6i inganni, chi della forza dell'armi ConilR Vucafcino ftauano
Giorgio Balfa
lafcia la
prima
n pact. Jmp^rOche Giorgio haucua Milizafua figliuola per moglie La quale* morto che fu il R VucafcinoylafcipcrhaucrcTeo doxa>ehe fu moglie di.Zarco Merefsich,& forella di Dragas>& Co
moglie
Deano, don nafaggia,e bella Venne all'hora inqudtapauii Zejmvn'huomo, chiamato Nicolo Zapina, di molto vi conditione, che nellafua giouent era ftaro icruitore di alcuniiiaulci^ era voce,che fuilc nato in Zenta da vn pouer huo jno,& fino ad yta ceno tempo iui nudato; Ma poi riufeito molto fcalrrito*e4iellrKcominci dar ad incedere, ch'egli era Scifmano,
ItarttinQifigliuoli di
.
;
Tricot* Zapi,
na.
tfgliuelodiMieheklmperadore di Bulgaria*
glia fu
il
marco ,.& (come'diccmmo di fopra) ammazzato da Rafsiani, &che, fendo morto il fo 'padre, era reftato di creanni con la
fua madrejepej: alcuni fegni>chediceua,alcuniglicredcuano,e altri non f lafciauano perfuadere . Hauendo raccolto adunque alai
nihuomini,pafsconelsiinhabitodiloldatonclRcamediNapa li,che all'hora era poiTeduto dal R Roberto, com 'altri vogliono da Lodouico,che fu prima Principe di Tarato. Imperoche,come icriue Scipione Ammirato, hauendo Gioanna t .Regina di Napoli facto morire Andreafofuo marito, di nuouo fi marit con quello Lodoaicoairhora PrincipediTa/anto ,giouanc belli fimo, fi. gliuolo gi di Filippo,che fu fratello di Roberto .Et facendoli Za pina chiamare Imperadorc di Bulgaria * s accommod con quel Si chiamare Imperadore de' R meglio che pot Et hauendo hauuto da qucfto R molti cari- Bulgari chi, ma d me a prendere alcuni huomin fuoi ribelli,fi port tanto Si marita con bcne,ch!ettrato ingrati del R, egli gli diedeper moglie vnafua la forella del forella baftardavedoua, ch'era madre di Carlo Tobia Barone di RtdiTW* ** Albania.Il quale da altri chiamato Carlo Tochia;Tofia,cTopia. Carlo Topi* Coftui( come volc Marino Barletio)nacqucBeneuenco. Et cf- edific Croia
fa.
.
fen-
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la
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7RA B 2G iU CO a a
dabR^P^^oii^ e cc p pritiTa/prC&
,
R 17ibledeli^^cip.cbag^^d^iki-iteiifncptf a.CPrefeftieii
Occup Tifole
deli'
AropcU-
Muiachio^aokiico, e l'ammazz cmmmmmm Wiiiwi Occu p etianido i^ba^ri^rwa^LwKfv Cohl Stlli pae& d'Achelo^infieme con fc&r^icdifai^i ciih^Cfoiff/Mtf^tfi-iiot
al
nare
Za pina,
mand in
Siciliano ue&Uen^trfto
ta in tutte quelle
"
ed fobtgi faro nocini nie^le? il Rnbe*:tf\Stf ram , &1ionr moT*<*ndoiiita to e ohueto e uoleuv wjwpiro; Ma morEQchefu il R Lbdouico,Za>pina T vedendoli hduene molti
;
fa.fq*jello cott-qua-nti
foldjatiLEtvefv
do D urazzo
.
fu
da crucili cUfadtni
?
!
o'ioVJt
che ptomctteua loro di VoJergl^co'taueza dell'armi fflS ignoii di Zcnt,& d'Alba nia ihe^ll jtt etra in ifanO'de' figliuli- di: Bali la. I quali preieo tendo <^dlaQ&i)>ifienii'ii?6ti ttiifram^aflri mata fo tt Dirazzo &. Ctttftg riand d irgli affai to , Zajbfta vc#
Zaffo* combat
fi' le con Bai
vno de'ifuoijnon cnfcendoGiotgitt Balfa ,rhaneiTe buttato da cauailoj vedendo nondimeno [agrari: moltitudine de'nimiei (perche contra vno combat teuano venti )
que
fi
Entra
in
Bulga
ve dendo come paflWakcofa^ettronolepone^d Zarina in pi non lafciar no entrare alcuno nella citt Onde parecchi vennero in potere de*inLmici i & altri furo no am mazza; tto Del chehuendo ZapiriapTefogfanfdegno, li parti da Durazzo/'& ifagA*\<lo in ha* bito del foldat per diuerfe parti de! mondi cercandola fuaven tu ra,aila fine fi riduflein Bulgaria: Etquiuiparimcedandoad intedcrejch'eglieraScifmanr figliuolo di Michele ImperadorCjComin ci con aiuto d'alcuni Turchi , & Bulgari conquiitareil paele ,"& occuparci caftelli di quelRegno Quella cola veden do Scifmano figliuolo d* A leflandro, chealPhoradominauain Bulgaria , co-i mincipenfaredilcuarielo in qualche modo dinnanzi Et eifenfjforzatoconli fuoi
ritirarli fotto la citt
.
Ma
quelli di dentro,
doIidctto,chccoitui
fi
tratteneua
convna
bella
donna Bulgara,ad
dimandata D unaua,eominciolc promettere gran Cofe$e oper fatiche per mezofuo lo fece morire di veleno. 1 quello fine hebbe ilmefchinoZapina.Chefnel i373.<enclPiilcflorempotn<M ancoraStraicimir figliuolo magggiore di Balfa, lanciando dop di se vii figliuolo piccolo,chiamat.o Giorgio.Dopqucfto venne iti Pu
glia
DEGLI
glia
(V
I.
28?
vno
de'Reai di
prode in armi.lqualchado prefo p rivagliela DuchciTa. ch'era di lingue Reale, diffcgnandare perfonalmente in derta^ Mfi dix** c citta, e da l conquida re poi non folamcnt* il Contado di Zen ea, Harra &-il pacfe-d'Albania i chcdiccua a ttenerealla fua moglie ma an- ll^RaJIU* cora,rauorcndolola fortuna^ occupare ii Regno di Raflia. Mand adunque innanzi di se in Durazzo feicenro foldati valentiflimi, che feco haucua eondottida Guascogna & trouaiidoii ancor in Puglia, fu oppreflfo da gra u inferni ir, e venne morire. Lifole/petto,e
niu uino loro potcua ftar' paro. Impcrochecent di queftivalcuano pi di mille Albancf, quelli di Zen ta.Qucftacofa vedendo Gior giodi Balfa, mcnfotto Durzz contra diloroli miglior ioldati che fi trouauanoin Zcnta, & in Albania, credendo fupcrargli forgio Balfi in queftomodo:ma non eli reufela cofa. Perche pi volte fndofi te "a lutato ^ rr rv t t J J azzurrato con loro , non mai peroni vincitore Hauendo adun- da'/oldmfran <&* c| u Giorgio vifto il valore loro, &confiderato , che non accommodandoficon cfl in qualche modo, potriano mettergli in pericolo tutti gli fta ti, che haucua in quelle parti,- non volle pi trauagliarlicon rarmc,ma deliber i tentare, (e per via di da nari gli p ceffe far partire da Durazzo Hauendo per tanto offerto loro fi mila fiorini,perchefipartiiTero,quclli accettarono fubitamcntcil par tito,-& imbarcandoli nei nauigli,andarono verfolepar.ti di Roma nia ,-doueacquiftaronocon armi pi cartelli, e prouincic, e quello lungo tempo porTederono.Ora fendo morto (come s'detto) il R Vucafcino,Giorgio,& Balfa fratelli, occuparono vna parte del fuo paef,* n di ci co stentando fi, moflerogUerra Biagio MatarangoSignorde'Mufacch5enon hauendolo potuto fuperare pervia go*fgmr di M*faccb$. d'armi , fatta fecola pace, cominciarono fingere d'eiTergli amici
,
,
..
Ethauendolovn dinuitato,echiamtofotto lafede,lo feceropri gionecon vn figliuolo, che haucua piccolo; & cos lo tennero in prigione infi ir ia morteli fuo figliuolo Mette prigione dicifette anni, in finede'quali, morendo Balfa, fu lafciato Prefo adunque nel modo fudecto il Ma tarando, li Balfi occuparono quali tutta-
.
EfimopriM:
nedaBalfi.
fi
6V:
di pi
Belgrado, Haueriano
If
.1
N O
io,(g non haucfi'eio bau uro rifpetto alla loro fbrella Catalcnai ch'era moglie d'eflo-Carlo ,co'l^ualc , Te bene non guerreggiauano non era per fraloto iWei# amore. Ira perochetal'hota erano amiei,e talvolta inimici. E t cos viflero mentre Callo prefo Gior,
gio fosto la fede,k> fece pi igione.Doueftando,tjattt^^ pace perpetuarla cjualeleguitando, Giorgio fu liberato, con patto peto di viuerc neM'auenireiemprein amici ria d'effo Carlo Ilquak igretaraen te ricerc Ka-ufti , che fi mecteftero .jdi mezo ccludet R4i/ frmo c| Ue { ta pace. Qndc a tal efiew^fy mandato da Raufa Matteo \ fco crQml* Tot daza, l'anno i iy6tjlq\}d<i$ificQ&$imiicmc Ecosi poi fenv
.
bia.
Marcttradito da Helen*
fiumtut.
JaglfiJ
moglie , & rifiutare la figliuola del Deipoto di Belgradi, fu a prima moglie} fepcrclTa glidauala citt in mano .Dei che reftando ella con ten taJ'introdufTc dentro con tutti li fuoi a e lo fece padrone della Citt. Qucfta cofa intendendo Marco , fubita mente venne congtan
d'ingannarla , cominci trattare con
lei
aui-
m
t0
'
^!
mrfidiCtta*
con cita verfo Caftorea , per loccorrere il fratello . Vcdcndoadunque Marco, che con quella pocag^ntc, chcall'horahaueuafcco non li poteua ilare paro Jeua tof dall'a flcdio,fe n'and via e co* s fu liberato Balfa, menando fecola nuoua moglie in Zenta. Do- u non potendo comportare Ja fua vita dishonefta, prima Vimprigion,&poi lalafci andare con gran vitupero. Confinauano i detti ^ofi cotl k citt & Cataro, & defidcrando molto d'tmpa* troniri diquella; npotendociottenere, pereflere forte, & ben guardata , ogni d dauano guafto al fuo territorio ,& faceuano ogni
:
DEGLI SLAVI.
ogni fune
di llratij
alli
2?i
con tutto ci mai non poter venire al finedel loro intento ImperocheiCacarini,chcsprehaueuanomoiratograndeanimocuadio nell'imprcfc malageuolilTime,haucuano deliberato patire prima ogni difaggio,chc metterli fotto il dominio loro, riconofcerli in conto alcuno per fuperiori Ondecrano quali Tempre conloro in continuagucrras&lebenetai'horain alcune coles'accordauano, ropcuano nondimeno da l pocoipatti,eveniuanopeggior ter mini di prima. Ora dunque itado in quella ctinua inimici eia fra loro,auenne,chc Nicolo d'Altomno fu (com' detto) tolto dalli fuoi nimici tutto il paefc,chc haueua. Nel qualefndo comprefe
mani,
Ma
catarima^u^
mmu
Tuarrco Bano di Bofna , che haueua occupato l'altre prouincie, le quali haueua tenuto Nicolo, Percioche dependendo tutte quefte Prouinciedal Regno di Raflia , diceuano che con pi ragione atccncuano loro, ch'erano Baroni di quel Regno, sparenti de'R, che haueuano pofleduto quel Regno , che a Tuartco , il qualecon elfo non haueua attinenza alcuna. A i quali Tuarco rifpondeua che lui e le dette Prouincic, etutto il Regno apparteneua,- pofeiachecglipcrlinea feminilc era difcefodaqueiR. Ma non potendoti accordare , d contentarono d'elfere infieme in vn luogo ficaio con pochi de' fuoi , per trouarqualche modo d'acchetarela cofa , e non intrare in guerra, ElcfTeroadunquela citt di Raufa, per decidere auan ti quelli Signori le d inerenze, che paflauano fra loro. Giorgio Balli s'imbarc fottoDolcigno nella galea,qual fece bene armare, tenendouidentro molta genteafeofa, con dileguo dipoter hauercin mano Tuartco Bano. Imperochefapeua,che doucuanoclTerc infieme fu
cittdi
i
.
?0 dadi/finirli
Lacroma ,chc(tdi rimpetto alla Raufa Ma queftofuo intento non hebbe effetto Perche
l'Ifola di
;
Signori Raufeijpcreilcrcitati di ciauifaii, forf dubitando di fimil caio,&ciIi armarono bcnifsimovna loro galea, che
:ondulTe Tuartco quell'Itola. Nel cui Monaftero in prefnza
meo
trattarono
le
col loro.
Ma
non.
>otendo in alcun modo accordarli perle ragioni dette di fopra , >gn'vno torn a cafiu Et da l poco Trenino, Canali, raccuiza nbcilorno da i Balli , & ti mifero (otto il dominio
.
& ^w^'
Oo
del
l9 l
del
G N O
Tuartco Mano
fifa chiamare
Bano Tuaueo. lquale vedendo chela cafadi Nemagna era ma eata nel Regno di Raisi2,& chea lui quel Regno apparteneua,s'tn titoletiandio Rdi Rafs3,comecjuappreiTo,quandoparlaremo
de'Principi di Bofna,fi tiattar pi particolarmente. Quefta ribel-
RdtRaffla.
huomi
Giorgio
Balft
more.
Confini fra ze-
li
& Rafia.
con Carlo Tobia paflarono per Onogoftc,& il condufferofn' Neuefigue,- mettendo a ferro, e fuoco tutto il paefe diTuartcoj & poi carichi di preda tornarono in Zenta.Etda l tremefiGiorgio BalfimorScutari,alli ij.diGcnaio nel 1 375^. & con la Tua morte appongranruinaalla ZentA Li cui confini anticamte furono li monti dell'Alpi grandi . Morto adunque che fu Strafcimr,c Giorgio, Balia lor fratello minore en ti nel dominio 5 ilqualc no era di gran fenfto, ma con la prodezza delta Tua pedona , & con la pratica de'fuoi fra celli, fi mantenne nel dominio per alcun tempo; alcune volte (tana in Zen ta ,&tal'hora nelle parti di Romania di
.
il
Regno di Puglia
il
Ducad'AngidiFrancia,
Duralo
pre-
de
morto
dettoDuca
foi*al/a.
Carlo ammazzato in Vngaria, il detto rtelli di Durazzo Nel qual tempo venne all'i confini di Belgrado, in verfo Romania vn grandmerei to de'Turehi fopra il pack di Balfa,& Saccheggi alcuna parte d'elfo. Il chefndo venuto no- titiadi Balia, fi part fubito da Durazzo non aipcttdod imenei in ordine mol ta gen te ; & con mille huomi ni cauallo and tra* uarei Turhi, de'quali fendo gran numero rifpettoli pochi di Zen
.
numero di gente. Ma egli, per il grandeanimo,chehaueua,nonvolleafcoltareil buon con fi gito # che gli dauano , tic con fider rea cheperkolo fi mctteua. Onde fi rifolfedar dcntroli nimici. A ttacata adunque la zuffa preffo il fiume Voiufcia nella Prouincia,detra Grecot,e nel campo diPopoua, ch'nelladettaprouinciajf rotto dalli Turchi,& ammazzato neltanto,chehauele fatto maggior
rag Cberua*~
icb,
nife
&iua-s
figliuolo
infemecon alcuni iuoi, fi port valentiffimamCnte^&pervn pezzo folfen ne l'impeto de'nemici,chc arriuauano cinque mila 5 et di quelli vi caderono molti. Diquelli di Balfa parimente morirono in gran numero,c alcunifurono prefi, E* fra gl'altri, fu ammazzato Giurag Cheruaucich fuoVoiuoda , huomo prode in armo, &Iuanifc figliuolo del R Vucafcino. A Balfa i Turchi tagliarono il capo, e lo portarono Chariatila battaglia* nella quale,
no
DEGLI SLAVI.
1
;
2<?j
noTttrco, che tcncua quelle parti di Macedonia, & di Romania per conto d'Amuratc Principe de*I*urchi. Il che auenne Tanno 1*83. Quelli Balia col Tuo fratello Strafcim ir furono ammeisida' ****' Rauteiy pei moiri benefici j da oro riccu uri fra li nobili della lo Bafa&s*** cm ro Repubhca e dai Raufa fi mandato Marino di Zrieua Amba- f r / a . iciadorc,per darli di ci la noua,& congrarularfi (co La moglie J'j^wJ! di Balia,chiamata Canina, che fi trouaua inBelgradi, dop la mot J tcdelfuo marito s'accom modo conliTurci,-i quali presenta u co tinuamentc. Qucfta morte di Balfa caus, che Giorgio figliuolo di Strafcimir,chertaua ritenuto nel cairello di Durazzo per alcune fue difubidienze,che haucua fatte in Zen ta,e per pa ura , che haueuano,che fendo libero, non occupane Io flato di Zen ta perch'era giouanedigranfpirito,c molto bizzarojfuiTeairhoralafciato. Et andando inZenta,friccuuto per Signore; quantunquealcuni di GiorgiodStr* cimr Zentafuperiorc,edi Zamoeuichinongli prcftalTerovbidiza, fin f ,*n* gendodiriconofccrcperluoluperiore TuarccoRediBolna. Gior gnordt zetitagioalThora non volle di ci far gran conto. Ma hauendoprefen* rito, che Nicolo,& Andrea Sachct nobili di Zen ta,c huomini moi
i .
'
egli
neeotio con Ducaeini.per coniglio loro gli fuoriloroghocchi, dopo poco venne in diiparereancoraconeiu Ducagini,deiquali temendo molto, prete per mogliela figliuola di Lazaro Conte di Rafsia,chiamata Dcfpina,che primaf moglie di Sciimano Principcdi Moldauiaj cper ci diuenne pi potente
communiprete; E tratti
7iicolo,&^n
ceCAti
^ Gior
gi.
Ma con tutto questo non ardiua di ftare fronte de* Turchi.Imperocheiendovenuticinquemiladiquefti,&confumado tuttal'At bania, &li Mufachi, infin aDurazzo: & (tendendoli ancorper la Zen ta,e per lo territorio di Budua, di Annuari, & di Scutari i & alcuni d'cfsifendo iti infin a Vftrogh, alli confini di Angafto nella Zcntafuperorc, con depredamenti guadarono il paeieidouepre- zenu facbeg d Tw' fero gran moltitudine degli Albancfj,& Slaui,dcllVn, coltro Cc &*l fo;i quali menarono perichiaui,&quelli,che non poterono mena
re,fcceromorirecrudelmeiHqnone(l'endoitato alcuno, che ardiifedi farfcloro incontra.
ria
fu-
loro, vedendodi
fuoicall%6t
ftelli
Dolcigno* dal quallugo con Ipt fife ambaiciaric,e con molti doni, plac li Turchi, e fecepace con loro, llche auenne l'anno 1386. N molto dodi fotdati,& d'altre cofe ncceiTarie, fugg in
*9 4
More
Giorgio
di Strafcinur.
R E G
N O
pqucftofecc paflfaggio da quella vita etiandio Giorgio .Dopla cui morte,domin in Zenta il Tuo figliuolo Bal/ajimpcrochc Goi
KWaBalft,
co, &Iuanifcfuoi fratelli erano morti ancora in vita del padre/. Quefto Balia a capo dVn an no prefe Scutari , per lenza la Rocca ;
e
occup tutto il paeie di Zenra, in fuor di detto Cartello, chcreft per con co de Venetiani ; i quali il i uo padre haueua datola detta
?
citt di Scutari
,&vna
pili
co'quali
li
Venetiani hebbero pi
per tempre reitarono vincitori. Hauendo adunque Balia in quefto modo occupato la Zenta la Signoria di Venetia mand alcune galee con Marino Carauelo.Ilquale parte
ma
"Zalfa co
U fua
madrefugge da
Zenta
Zenta
inferio*
re occupata da
Venetiani.
con denari, parte ancor con larghe promeflejaccommod il nego tio de* Venetiani in maniera , che Bala con la fua madre pena hebbe tempovn d per fuggirtene da Zenta. Etcosi Venetiani s'impatronironodi tuttala Zenta inferioiecon tutte lefueCitt. Poi nel 1413. Balla ricuper la maggior partedi Zenta, chete^ neuano 1Venet1ani.il che tutto glrauen ne perpoca prudenza d'vn loro Capitano, il quale teneuano in Scutari, che fBenedettoCon tarini, huomo temerario , quale haueua fatto morire alcuni di Zenta fenza lor colpa Nientedimeno la Signoriadi Vcnetia s'accord conBalfa, tornandogli tuttoquel paefe ,chc prima tenuto haueua il fuo padre. Ma dinuouo l'anno 1419. del meledi Marzo,Balfa ipronato da vn (uo parente Stefano Maramote di Puglia
,
.
Ilquale
dop
li
feceSignoredi
Monte
ginequcllidi cafadiZarnocuichi,venecon
Scutari.
.
uanodaRaiiajla qualcofa,&: dipoi egli nrelldifare,ognivolta, che Toccafione di qualche Raufeofe gli porgeua Li Venetiani co
Bai/amore,
Stefano Def-
fot entra co cf
JcrcnoinZeta,
continueguerredi modorhaueuano indebolito, cos nclleforze dell'arme, come deiriftefia fua pedona 5 che nel 1*21. fccetriegua con loro. E t partendo da Zenta, and in Rafsia dal fuo zio Defpot, lafciando in fuo luogo il prefato Stefano Maramonte. Ma fendo partito da Zenta con febrc,comcf in Rafsia, pafs da quella vita nel detto anno del mete d'Aprile. Stefano Maramteintefa la fua morte, fubitam ente fi trasfer in Puglia. Etcon quefta oc cafionei Venetiani incontanente occuparono tutta la Zenta * ma poco tepo ltcttei mano loro. Imperoche Stefano Dcfpo t figliuolo del Cote Lazaro Tifteffo no,chc mor Bai fa,entr co molta gte in Zenta y
le
DB GLI SLAVI.
Zctita; li quale Cubito ricuper
l
*9T
con tUttclcfucattinenzc. Naltro diitret jcit in poccredeVenctianuchc la citt di Scutari lenza Tuo to,cVDolcigna con ftodua. Maalla fincegli fece trdegua cq'Vc&c tianuLaqualeicndopoi fpiratand fine dell'anno 1422 dinuouo tornarono guerreggiare Perlo che Stefano Deipot mand condotta di Mafarach Voieuod^ il fuo eflercieoinZcntaibctola *" quelli di Scutati.Ma li /c il qualcgi haucua condotto aUcltremo nctianiaccommodaronoqucftc difficult pcrmezo del dc r4ia
.
UafMcbPieuodadistefii
no De/fot.
co'l quale
>4
a detti
L'anno poifegucn te del mefe di maggiorando Giorgio col Tuo clTcrcito,.&: quello del fuo zio Dcfpotin Zcnta ; e fi ferm ir Scu tari , eSan Saugio. Li Venetiani riandate alcune lor galee, sbarca-
rono lago rarerin Zso'ctj la quafe fatte alcune baftic & ripari, s accampSaiii Sergio, & viftetteper alcun tempo fenza far cofa di momento, il che vedendo il Senato Veneto, fnfoludi farpace con Dcipot,& con Giorgio fuo nipote,- nonoftantc cherPaftrotf
,
tiicchi,
pedirla. Poi
Dcfpot rcn un ti tuttala Zcnta, ch'era fortori fuo dominio, il nipoic Giorgio, ilqualc mand TAmbafciatlorealla Signoriadi Vcnctiajlaqualerannofegucccpcrmezode iuoi Ambafciadori fermarono hi pace con Giorgio, promettendogli dare ogni anno mille ducati per la cirt di Scutari . L'i fteuVa htra del mele d'Ago ito Giorgio parti diRafacnlafua moglfe , e figliuoli,& venne in Zenta, nella qualccra vcnutocriahdto Stefano Maramonre.fendo (taro chiamato da alcuni di Zcnta, per farloSignorc di quella. EreiTendo venuto da Puglia con vn vafccllo Raufco, sbarc forto Paitrouicchi Onde con occafibhcdfqucfta fiiavcnotaalcunidcYuoi ftgUa<,maflrnci Raffi a ni, fa cenano p 00 buonrfficioperli Rau tei appretto Giorgio. Ilquak* fi corruccio contradiloro. Ma tuttavia liRtufei non ccfTau ho di placarlo^ vincerlo con afFetuone,& lerqit 5 pofeiache mcrtau che da r lorofuu c t &benvifto,& lettorato. Imperoch'egli con fuo padre fempre furono amici della cittdiRaufa, li cui mercanti d'ogni tep trattarono bene nel fuopaefe Et molto tpo cos elio Giorgio, coraeliRauieidefiderarono,ch/eglivniileRaufa.Scndoadun~ que
.
.
Venetim mtn
dati
Amh. 4
Giorgio Vhsonieb.
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REGNO
Marame torello
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^'*Xrt.
dominio di Raisia,&iucceiiore del Deipot,gIi-Rau(ei hmandarono FAmbafciadori,chefMarino di Simon de Refli, & Mari no di Giacomo Gondola. I quaJi egli volentieri vide, & diede loro grata audienza. Etquantunqueprima fuifeflato turbato per lavenutadi detto Stefano Maramonte,& per la relationcd'alcuni Raffiani,& altri inimici de'Raufci,i quali diccuano, che quelli co vna
nel
rut-
poco affettionatidi Raufei gli hauelfero raccontati molti pericoli, n iqualicgli (volendo andarRaufa)doueua,o poteua incorrere. La fignoria di Raufa lubitogli mand vna galea con vna fulla,&: alcune barche, dellequali fu Capitano Giorgio di Palrnota,accopagnato da molti altri nobili , mandati per cruigio di Giorgio. Il quale innanzi la venuta della galea, diede foluo cdotto Stefano
Maramonte
Giorgio
Et cifendo arri u ta
la
galea
in quella,Giorgio entr
mene
*fyj**
con la fua moglie,e figliuoli* n reft alcuno della fua cafa, cheali* hora non fuflevenuto conlui Arriuato che fu adunque Raufa-, loriceuerocon grandehonore,coslui,comelafuamoglie5a qua lef incontrata da moltegcntildonne,dallcquali mentre (lette
.
preuofllfr
sentavi hit
Raufa,ruetiandiofempreaccompagnata. Giorgio vifit le principali Chicfe di quella citt, & fu prefen tato di molti ricchi doni , si dal publico^omcda'particolari. Et tutto quel tempo chevi flette, furono fattegranfefte.Poi fu rimenato da Raufei in Zentaj&fmo tato in terra fopra Dolcigno appretto Oghiran, fece vn regio donatiuo tuttiquelli, chePhaueuano accompagnato da Raufa. Da Zenta torn in Ralfia; ldoue men feco alcuni di Drieuoft , che fu il Vefcouo con certi altri, iqualiardirono di ollcuari contro dilui.Vltimamcntc l'anno 1442, Zcnta con Annuari fu tplta Ve netiani da Stefano Voieuoda; ma non flette pi dVn anno (otto ilfuodominio,chcdinuouolaricoueraronoli Venetiani I quali furono potifsima caufa della ruina di cafa di Halfi. La quale fendo del tutto eflinta la citt di Cataro venne liberarfi da molte opprcisioni,che tuttauia haueua patito da detti Balfija' quali quanti! que pi volte molti , e ricchi doni i Catarini haueficro prefentati & fatti loro moltifcruiggii mai per non poteiono far tanto , che quelli s'allcneffero del continuo danneggiarcjchefaccuano alialo
.
ro
DEGLI
A V
I.
*97
ro citt. Della quale, per edere molto antica, & da noi pi volte n aninata, ho voluto dirqubrcucmenteroriginc&ilprogrcflb. La prima dunque citt di Cataro, detta Afcriuio, le cui ruinc ho iafi vedono non guari lon tano da quella altra, che da quelle heb>e principio, fu polla in capo del Golfo Rifconico,hora detto di
.Ca taro- Etfecdo Plinio fu ci et de' Romani antichifsima, la quale (come fcriucBaldaiarSpalatino) li Romani chiamauano Aferi-
Origine di Cataro*
\l{omi
iiuerfi
Gurdouo. Mario Nigro al 6.lib. <kllaGcog per autorit di Plinio, la chiama Degurto. Credo che -quello nome traefle da vn fiume lei molto vici no 3 ilquale a ncor lio^gi chiama to Gutdich. Dell'origine di quefta citt n fi ha co
uio,&h
Mttatar,
.;.
fondara da i popoli li SiriiU>chiamati Afcri5 (com'altri vogliono)davn popolo, che fuggi d'Alia il furore de'Grec^che dauano il guaflo a Troia,douc dop molti pericoli del mare fermarono la loro danza. Quella ci ttnel tempo di Michele figliuolo di Teodoro ImpcradorcCoftatinopolitano l'anno 8 60. fu eipugnata, e in gr parte brufeiata da gliAgarcni diCartagine. I quali creando Capitani Soldano,Saba, c CaTfufb,huomini nell'arte militare eilercitatiilmi di tutti;&en era ti nel mare Adriatico con l'armata ditrentalei naui groiTe,vipre fero alcune citt, & fra raltrc( come ferine Giorgio Cedreno nelFEpitomedcllefueHiilorie) cfpugnarono Budua, Rola, ch'era vn Caftello nel Golfo di Cataro, & quello buttarono terra da fonda menti,& Afcriuio , il quale faccheggiando partirono alla volta di fUufa. In quel tempo alcuni de' primi di Afcriuio, i quali non fi trouarono prefenti alla ruina della loro patria, ritirandoli pi verfo l'occidente, fabricarono vn caflcHofopra alcune ripedi naturai fila molto fbrtiy-per ricouerarfi ini dalla furi a de' Barbati; peroche Afcriuio nonera forte; Etconfucceffo di tempo vi vennero per ha birarcancor di altre famiglie.Npafs molto tempo, che quelli di Afcriuia intendendo* che vn potente esercito era entratonel Regno di Boiia, facendo ui molti danni;, &checalaua gi i luoghi mari timi, isbigotritb quelli che p terono capire detro al nuo uo cartelloni fi laluarono; gli altri (comcdiceBaldafar Spalatino) entrati ntllo Loro naui^l decollarono alquanto da terra, afpettan do divedere quello farebbe il detto efferato. Il quale trouando Afcriuio abbandonato, e priuod'ogni guardia, vi pofe fuoco denfa certa;
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fia fiata
^Afcriuio bru-
feiato da Sara*
cini.
<%ofacaeU*
ruinatQ daSara
ani.
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.Afermo di
motti brttja-'
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Pp
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11,
2? 8
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N O
CattrodiBof*
opinione fi rifolicrodifrcvn aU tra nuoua,e pi forte cit.Er pardo loro che quel fi to , due Ji iuoi haueuano facto il nuouocaftello,fuiTc perci molto atto, cominciando dal mare,infinoalfudetto caftellojabbracciarono vna par te delle radici del mon te Clouco,hora detto Loftin.Auenncchein quel tepo gli Voga ri facefferi) fpeffe feorraric nel Regno di Bofna, & hauendopi uohe guadato il territorio di Cataro Citt di Bofna,la quale GcrrardoRudinger ala. hb. della fua Geografia chiama Vefecatro,& appretto Bagnaluca,Nedor,MirosIauo,& Vuchfano con alcuni altri nobili di quclluogo,in tendendo che fi fabri caua quefta nuouaCitt, filcuaronocon tutto il Jorhauere,ch era digran valuta nel metallo d'oro, & argento, ch'il Regno di Boina copiofodiqucfteminere: Et venendo Rizano(comefcriue Mi
fuor di pochi, di
chel Salonita no nella deferitionc d ella
common
erano venuti,per far iui vn caftellojdoue fecuramte potenzer habitare Quefta cofa intendendo quelli d'Afcnuio,gli mandarono inuitare,e pregare, che quella fpefa>qual penfauano farc,inpiegafcro pi tolto nell'edificio della loro gi cominciata citt , &vuiu fcojVueflcro da veri amici, e cittadini. Li JBbfncfi, che altro non defiderauano; di fubito non accettarono q ueito parti rojma dop
.
ma per volcuano,che la nuoua citt fi eh iamaiTecot nome della loro patria Cataro Quefta cofa non accettarono ^H ma poi (dice Saionitano)pei*luafioncdel lor Yot. Aferi uicn
no ricerca
cij.
,
fi,-
il
eouos
fe
*AJcth9 muta Unome.eficbM Ut* Cataro
fi
douef-
chiamare^ e verinela torte in fauorede'Cararini Bofnefiu Onde da quel tempo fu chiamatoCataro^afeia*oilnarr*c aadDd5Afcri uio,& Gurdouo. E con occafionexleilcfacult di quegli Bofncfkfor
rificarono
te
con
grolle
mura quelra-nuoaa^ittJSR^qaalcdal^Oiien
Gurdich, da mezori dal imre, e da Tramo tana dal fiume Parilo. SamuclaBulgarorannoosjo; in circa >ici tempo di Bdio Porfirogenito Imperatore di Coftaiitihopoli ,
bagnata-dai fiume
fcoifehoftilmente tutta
'^fermio
9
hri$*
fciaf da Bui*
gari,
DalniatiaiOuejfrgH al miniali cheade$ tnufci come dice il Docleate Cataro , cio Aifctuio/alfojfko 91 qualeallhora cai habitato olisco tid<chxif$Gai Midiel Sabini ri*
la
( j
STcHCd
1(e%m
di&almatia*
ancfchiisgnVwtttf ^uafcjTcucaMcgiba di Dalmatia fuggendo da Romani,fi ora ricbuerbsa, l'annimnranzi Quelli ChtiAonato^ij,
,
me con Riza&o
citt
DE GLI SLAVI.
25??
che fi fa! u ro no dalle fue mine, vennero ad habitarc nella nuoua cittdiCataroJaqualepcrlaruinadiRizano crebc molto. Et con ., Cdtaro crebhe tutto etici Catarini nel principio 11 srorxailero alitare da perse in dalle mine di libert, nondimeno le continue infeilationi de'R di Kafsia gli %!K*m conftrinfero di ftarc loro diuotione fin a l'anno 1 178. Nel qual tempo vedendoli i Catari ni quaf del tutto fottomelsi da'Rafsia- Catarini t'acx , ti accordarono con l'Imperio Greco, dal quale poi furono gan^pTrioorien .gliardamcntedifef.Ondc fendo venuto oppreiToBudua Simeone tale. Ncmacna, RdiRafsia,chedaeli Storici Greci chiamato Stefa- Simeone Hec magna cere* \ j. Jv 1, no,artorno lamio 1 175*. cercando a tutti 1 modi d impatromr- tmpatronrfidi iidcllacittdiCataro;HmperadorcdiCoftantinopoli,cnefMa- cataro. jiuelo Comneo , fped fubitamen te come fcriuc Niceta Coniato al /. lib.) Teodoro Padiata con vn groflo eli erri to reprimercl'audacia di Nemagna.il quale prefentitala venuta de* Greci, incontanente fi ritir da queh"imprcfa,& dimand perdono dall'Imperatore dc'Greci. L'Imperio de' quali fendo flato occupato da Baldo^ uino Conte di Fiandra l'anno 1 2 5. in circa, Stefano R di Rafsia, e figliuolodi Simeone Nemagna,dc(iderofo oltra modo di hauere alla fua diuotione la citt di Cataro , per efler quella polla alla riua del ma re,mad ricercarci Catarini,chcvolefTero accollarli iRaffani 5 promettendo Ioto di mantenerli nella loro libert, & difenderli da tutti i loro inimici Qucfti larghi paniti de'Rafsiani mofiiro i Catarini ad acconfentir loro . Et cosi fletter fn' l'anno QatarofirC [1360. fin' i tempi d'Vrofcvltimo R, elmperadorc di cafaNc- ebetempofteu co magna, e figliuolo di Stefano Imperadorc,di cui ancor hoggi i y ^ Catarini tengono mcmoria,clochiamanonclla propria lingua ZAR STIEPAN. Quello R Vrofchaucndo perfo (come dice- z^stie
Lr-i
re
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>j-o V quattro v Baroni > lacittadi Cataro venneametterli nlcgacongh Vngari I quali nel tempo di Lodouico Martelli R di Vngaria, ffen do in guerra co'Vctietiani per conto di Dalmatia (fecondo riferirono il Biondo al x. lib. della Dee. 2. &il Sabellicoalp. lib. dell'Eneo.) Vettor Pelano generale dell'armata Veneta, hauendo cfpugnato Cataro, lo fa-echeggio , & abbruggi; che fu l'anno
cquelloeiTendodiuifo
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.
cio t lmperad9
r e Stefano.
Cataropref da venetuau.
1368.
Ma
Imperocneali. lib. dell'HilLVencte cos parla -.VettorPefano andato con Venti feig<4cc lotto la citt di Cataro, che all'horaerafotto Lodoegli l'habbia
brufciato,nmcno
Pp
uico
300
uico
G N O
grotto guarnigione,
cominci tentare gli animi di quelli terrazzanti quali iuperbam te, e con villanie, e minaccieglinfpofero.Egli adirato sbarcando l'esercito in terra, diede loro vn grande affatto pi volte, alla fine
la prefe ,c in parte
Taccheggio
meco la citt guarnita di gente, and verfo Calabria.Queilo fleffo fcriucGiulioFaroldo ne* gli annali Veneti, AU'horai Raufei
ad
ilanza di
li
tro-
uaua ancor la citt loro, mandarono fegrctamentc Frate Pietro Ghifda Minori tano,e natiuo di Cataro, acci cffortaffeli Catarini a tornare alla fedelt della corona di Vngaria 5 prometrdoogn* vno de'Catarinijche vorr venire Raufa ilanti*rc,ogni libertyc
franchigia, echefarin tutte
.
le
cole trattato
Idtttonio
fa*
tadino A quello rifpoferoi Catari ni non h a u fiero ri fpe tto, e paura de'Venctiani.Onde ogni volta che ci fuffe loro leuato, fi sforzarebbono di fodisfare al R Lodouico. Il quale hauuta quella rifpoila , l'anno 1 3 69 fece venire nel Golfo di Cataro Antonio Fiafchi con quattro galee Genoel , cariche di gente, altra munitionc) credendo ai ficuro, che i Catarini attenderebbonoquantohaueuano prometto. Ma quelli, perche non. Vcdeuano fumcinteaiuto,fbrfeimpediti daqualehcaltralcgitimacaufa,non s'arrefero altrimente.Ondcl r iitcffoannoli Raufei mandarono di nuouovn loro ci ttadinoCataro,per ordine di Ni colo Sceez , all'horaBano di Dalmatia, &Croatia; cui i Catarini tormentato refero llorpio delle braccia. Del elici Raufei Tettarono
&
molto ofFefi; e mandate alcune Iorgalee,guaflarono tutto il territo rio de* Catarini. A* quali non giouarono punto le minaccie,che fi faceuano alli Raufei dalli VenctianJ. I quali fatta la pace con l'Vn di Cataro. Cataro di mo* garo,gli reftituironola citt di Cataro. La quale fi confa u in qoic uo fi mette in Ilo flato con gli Vngarifin'al X584.Imperochefendo periamone libert. del R Lodouico il Regno di Vngaria in molta cfufionc, Tuartco primo Rdi Bofna troppo defidcrofo di hauere Cataro alla fua diuotione , oper tanto in torno la Regina Elifabetta, & fua figli*' uola Maria, & herede di quel Regno, che finalmente hebbe il fuo
Hanfci guafito no il territorio
in ten tojma per col fauore,& confenfo d'efh Catarini; i quali egli
haueua a sprima tratti con molti doni,e maggiori promeile. Ca taroftettc adunque fottolaCorona di Bofna fin'alROfloia. Il qualeicndo in guerra con Haruoic Vukcich Duca di Spalato , e
delle
DEGLI SLAVI.
delle tre lfolc,cioc
}<>i
Braiza,Lefina,& Corzulaji Catarini fi moflra rono fauorircpi toflo Haruoie. Onde Oftoia reit di ci, e ffeloj e cerc d'impatronirfi di quella Citt. Et per cfsendo egli in lega conadi(lao,da altrichiamatoLanzilago Rdi Puglia, contra Si gifmundo,e Haruoie, vennero alcune galee di Ladiiao Raula vec chiaper abboccarli iui con Sandagi Hranich Capitano del R Oftoia. mperoche quelli dueR haucuanodcliberato d'andare^ airc(pugnationediCataro,ilBofnelc per terra, & Ladiflaopermair.Haruoieauifatodi quello loro tramare, entr con relTercitonel paefe d'Oftoia. Il quale fendo sforzato di riuocare il luo Capitano Sandagi, fvanoogniloro dilegno, che haueuano fatto (opra la elmg citt di Cataro. La qualehebbeiunga guerra con Balli Signori di J?' f molto maggiore, & pi graue ru quella, che li rece fi* Zenta,- ma mperoche quantunquene' tempi antichi conia citt diRaufa Raufa,Cataro,Antiuari,&:Dolcignofufl'croinlcgainieme,emaf fimamentc Cataro, e Raula;nondimenoTanno 1 36T. queltedue Citt vennero in gran difparerc,non o dante i molti parenti, che (I trouauano ne lVna,c ne l'ai tra Ci tt:percioche apparenta uano fra di loro, come fufTe (lata tutt'vna Citt. Anzi Raufa furono, &al
.
hanno hauuto
origine
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da Cataro, che da niun altro luogo; &fo no quelle. Ben ella, BueI
?*/^'\ d *
chia,Bafegli,Bafcha,Bilicch!,Cacena,Cerua,CaIi(ti,Dabio,Darfa,
f4y chcbannl
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Gulcnico,Goliebo,Giorgi,Mechicia,Pefagna, Pozza, Sorete, Voi- baumo origine daCatar ' pcli,&Zricua Delie quali hoggi fi rrouanoRauf,BenelTa, Buechi,Ba(egli,Cerua,Giorgi,& Pozza. Bificchi,&Darfafono caduti liei popolo per la difobedienza de'Ioro maggiori Ma tutte quefte cofc,(comcdicemmo)pocogiouarono, nin conto alcuno rimof feroqueflc due Citt da tante guerre, che fecero inficme, cominciando da Tanno 15 61. Rna 1420. quando Cataro venne fotto il dominio Vcncto.La caufa , & origine delle loro inimicitie fa Voi- Caufa delCinifau VoinouichConted'Vfiz,che fignoreggiauail paefe attorno *"<'*&'!{** Raufa;il quale oltre ch'era fcifmatico,fetiandiohuomoperucrlb. w Coftui Tanno 13 (So. per vnalcggicrcofa molle guerra Raufei'5 e non reftando di trauagliarli tutto fuo potere, cll s'armarono, e apparecchiarono di far' lui il fimile. Onde Tanno feguen te mandarono pregareiCatarini,chcgliaiutalferocontra quello nimi.
.
*.
non lafcialTero portar (ale nel fuo paefe. Ma Catarini s'ifcufijonodinonpoterci fare, fc non con gran pregiudicio loro. Alco,c
i
l'ho
, .
3*
Ksu'ei guafta
no
le fatine di
R
i
G N
OJ
Phora Raufei
(auro
Vcnetiani cer-
collarono Voi(au,& poi Nicolo d'AItomanno iuo nipote. Ai quali fatta prouifionedellVmid'ItaliajinfeilauanoilpaeldiRau. lei. I quali toilof vendicarono di quella ingiuria. Imperochcman darono pregare Strafcimir, & Balia , cheper vendetta di tante loro ingiurie voleflTero (correre, e Taccheggiare il territorio di Cataro, Nel che 1 Balli loro Tubi tamen te compiacquero.Qucfli difpareri^c
inimicitieloro vedendoi Vcnetiani,ricercaronoi Balli, &c Nicolo
de Raufei,
Catarini.
&
promettendo a'Balfi,fe la cola rcufciuju dare la citt di Cataro, e Dura zzo $& Nicolo Stagno con la PenQuella cola intendendo! ila ufei,(ubitamente fecero auifato ta Lodouico R d' Vngaria Il qualamand direa'Balfi,&Nicolo chefevoranno trauagiiareJefue.Citt, egli verrebbe in perfona co la fua gen tea trauaghareefli in caia loro. Quelle minacele di Lodo uico fecero ritirare detti Signori da quella imprefa, & fu vano ogni tramare de* Venetiani & li Rauiei fecero pace con Catarini
perniarci
.
.
no con l'armata
Malanno
dcuano
371. di nuouo entrarono in guerra,la quale fi riiufeitata (come auennealtre volte )pcrrifpctto del falc.chei Catarini v1
tAmbafeiadori
Catarini van-
no
al tj Tuar-
tco.
JU
Tuartco
fi
tnojra ingrato
nerfo Raufei
paefcdiNicolo d'Itomanoloronimico.Ondei Rauiei fpeffo manda rono a guadare le loro (aline, & vi l fecero di mi te veci fionijpcroche dur quella guerra parecchi anni; cheli Caca rini,come gente naturalmente difpotla alla vendettaj'anno 1379. mandarono Tnfontdi Bucchia, e Nicolo di Drago Tuartco R di Bofna, fupplicandolo che aiutalfeloro contra i Raufei promct* tendogli darlaloro Cittcon la rocca in (uo potere. Il Bofnefehauendo perii parlato pi voi te quella co fa tentato appretto i Catarini,airhora pollo daparteogni rifguardo,c ri(petto,che doueua ha uereallaferuit fattagli da Raufei , viet lotto pene grandillme, che da niun luogo del iuo Regno fuflc portato Raufa alcuna for
nei
,
te di
Territorio di
ra,chc fubitamente
ni loro.
il
popolo
di
Ca
il
quale venuto con la fua gente, polca ferro,e fuoco tutto, paefe de* Catarini. Il popolo di Cataro fu di ci molto in partenIl
taro /caccia
te
magiftratodaU
la fitta.
:& vedendo che tutte quelle loro ruinc veniuano per ilmalgouerno del iuo magi Arato , follcuandoii (cacci dalla Citt detto.
il
magiftrato
DE GLI SLAVI.
.
305
magistrato con la maggior parte dc'nobili I quali non fapcndo che far alrrOjfeccroricorfoalliRaufci, pregandoli, che in tanto lor bifogno non gliubbandonafTcro; promettendo nePauenireeilerc
loro buoni amici. La cola fu propofta,& trattata nel Senato:ouc fu
detcrminato d'aiutarli tutto potere. lmpcrochci Raufeidubitaua no, che per ellcm pio del popolo Cararino, non fi delle animo alli
Joro iudditi di fare fimil inlulti a'ioro magiltrati.La onde trouandofialPhora (com' pi volte detto )quc(ta cirr in lega co PC010-
nadi Vngaria , mandarono fupplicarc Nicolo Scccz, che dal R /^"/ foccorJLodouico haucua hauuto il Banato di Dalmatia, eCroatia, acci m K^llt con la fuaautorit reprimere l'infolcnza de' Catarina i quali egli fciiffc alcune lettere piene di minacciejelcdiedeinmanode'Raufci.Iqualiinuitarono RaufaMcdoie, e Matteo Catarini capi di McdoceMu quel tumulto , co'quali trattarono in maniera, che finalmente/ teo capi delle
ll
perfuaferolorodi riconciliarfi col fuo magiltrato, & altri nobili , c quelli riceuerc nella Citt.Et perche p reitero meglio accommo
euatt * 1
dare queftonegotio,madaronoCataro co lettere dclBano vn loro .Ambafciadorc,chcf Matteo diGiorgi,huomo eloquente, & prde in arme $ & in fua compagnia and Medoic fudetto, & Matteo. Il quale arri u to che fu Cataro , fece ogni sforzo, per rafie ttare, acchetare quei tumulti del popolo. Il quale dop alcuni cotrafti, li content di fare quatoeraftato ricercato dall'Ambafciadore Raufco,- quando per venefleaucurato, che perci nclPauenirengli
&
di forte
alcuna.Oue
il
detto Ambafciadofi
uaje cos l'acchet. Di quella pace li Pcrattini tien t i,e tu ttauia tumultua uano, dicendo, ch'ciTi per la fuperbia de'
nobili di Cataro erano primi, che patiuano
cucci
gPincommodi,c
furono accheta ti da effo Wcdoie.ll q nate quel cpo fu molto potete, & di gran -riputa ci ne Mclla citt d} Cataro,- nella quale no fi trouaua npurevnalcrodcl
efli
popolo,ma ninno ctiandio nobile, che lui parcggialTe di riccheznacque Fra co,& Clara, che fu poi maritata a Matteo diLuccari-gentiPhuomo RaufcojcBanoidi DalmadajcCroaciajdelqualeilBonfinioin pi luoghi fa molto honoratamentionc. Ora dunque rccanciliari in
fce.Coftui hebbc,tr gli altri>Nichfcia figliuolo,, di cui
jucfto
cUra
caurm
moglie del**.
at
&*crmu.
modo
crudele dclPajlcirqla
ni,
30-4
TtufeUinuo'
no entrano
R.
N O
tmai.
ni,non auertendo,chel'ineminciarlagucrra cofafpeflb teme*ram c x iinirla, non iolamcntedi fortuna, ma ancora di valore legno, per cola leggiera iuicitarono. Impctocneera venutoaRaula caio vngtiFhuomoCatatinosche haueua da dare buona Tom made'dcnaiivnRaufeo^l q uale lo fece iui incarcerare. Li Catari ni man darono pregare li Raufi acci lo lafciaiTcro 5 affermando ch'era lato mandato in Italia perferui rio della loro Citt, il quala f haueua da dare niente ad alcunojil fuo creditore fi poteua preua lercdellifuoi ben illabili, che molti ne haueua nel territorio di Ca\
taro.
Macon tutto ci
li
Raulei
le
-,
dtno
r
le gaiee
J\V!' */.
.
ri '
n<w
quale veniua da Leuante carica di mercatie,& era feorfa pet fortuna nel porto delle Rofe. Il che dop pochi d fecero etiandio
dVn*aItra,che veniua da Bari diPuglia, nella quale era gran facuK
mandarono l'Ambafciadore Cataro refrituir loro, & liberare le dette naui. Ma non volendo ci fare iCa taratde'Raufei
.
quali
rli , li
tre galee, le
quali per
poca diligenzadel Capitano furono atlante di notte da nimicivi quali trouandolc fenfca guardiane prclero vna,e l'altre fuggirono* e in quel tumulto reft morto il Capitano della galea prci Scriue Lodouico Tuberone , che quella galea fu pi tofto tradita dalH fuorch prcla col valore de'nimici.ImperocheBoxidar di Narente fendo comito della detta galea , non faceua altro , che tu tto il di gridare, e fuperbamen te minacciare a oguVno; non recando apprefTo di dir male quafi d tutti Delcheindo horrnaiinfaftidito il Capitano della galea, vn d lo chiam a s, e Io dimand oue era
.
.
natOj&qualmeftierofilprimOiCheciTercitafle. Egli riipol, che nacque in Naren te d'vn calafato ; & che la prima fua arte fu quel-
da dotter non poteua ciler altamente, le non che voi fuiliofcurroente nato, e altres vii* mente ailfcuato. Ne io damo auanti me ncandar maratigliando vdcndouirgtidare^edirmaledc gli altri. Imperochehaucndo voi
la dei fuo padre.
Il
Capitano all'hora
dille
voflri
compagni .
Il
Comito volendoli
,
infame lingua
rifpofei
che
D
ti te
G L
A V
,
jof
buomwvitia*
fiquaft npof*
dirmalcdc'vitiofi.
cotello,e voi
men-
fendo la vita voftra piena de' vitij, e fcclcrar.czzc > com*polhbilechei manigoldi, e pari voftri da voi
traditole. Pcrciochc
come
ITvMuofi.**
fianoodiati, eli buoni ama ti, &priuato]iubiiodcirvrrcio delco- mitojofccccifcrciurcla prima luaviliilma arte dclcalafato.On-
calafato trad*
t0 e
\
deanennc^hccoLluieffendopoftovnanotteafarlcfcntinelIenel la galea, e tutto eh e lenti d e veni re li nemici, non per fece auilato il Capitano, e li Catarinifopraucnuti prefero la galea. Del che tendo venuta lanuaua Raufa , apporr gran difpiacere quel Senarr j * ti ir j co. il- quale lenza mcttcrui tempo di mezo, armatcaltre due galee, mand tutre cinque all'allodio di Cataro lotto laguidadi MichekdiVolzoBobali,huomo veramente erande,& per valore, te per * j r j ir gciituczzadi ianguccper ornamento u ogni virtujacui nel Senaco il Rettore della citt cos parl. Lailngolar prudenza voftra, l'animo inurttoi&- ecnerolbja grandezza delle voftre a ttioni,e fiaIm*n*elamorgrandc, cncperadictroruin voiconoiciutover> quella voftra patria, in cui leruitio pi volreefpolla hauere al pc licololavitavoltra^hora'nchidatoanimo in quelli tempi cotani i
**'&**
Galea^aufe
prefa da Caia*
Jfo
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>
U galee
&* m
i^-
m>s
to chfritofidi fatui Generale de* no Uri vaiceli i armati con li quali hota andando, ricdrdatiue di quella ileurt , &fpcranza, che noi, a li tuttala citt , e volita patria hi prefo di voi Partico adunque, il Bobaji da RaulaiC venuto nel Golfo di Cataro, barc molta gente nel fcoglio di Santo GabrieIo,per fare indi {correrie nel pae^c^e' Catari ni; dai quali non guari lontano dal 1M? riatto* r M#W **$** iiettoicoglio^ fincon tra to y e attaccati nella battaglia redo vincitofe. Potando per a,bboccaT col Signor di Zen t,dal quale riebbe in kiutotremila'Valorofi combattendo^ fediodi Cataro. Ma vedendo che il nimico poco di ci le ne cura- cataro affidi* ua,<] rifoIdiklaiJ>-vn alfalto allaCitt.Ondefatt vn baltionre da to,& combat. KaM^ paricditrknontanajla cominci cbattereiAll'horai Catarinive^ *j
:
.
oettdojchd^laidifefa^clefecci^anojtuttauiicadeuano molti di ioro > congregarindlcoin.(glio r di c'ommun parere deliberarono ba (eia dorc,prorn e tten man $rt al Bobali Giroila m o Dragli i
Am
cheapp
di loro
rttrouaua^^Raufei.VenutoduqueilDraghij&efpollo l'ordine
Hffeauifa(Hl.Senato/Ruufcowtlqualcihauucadiciolaiiuoua,de-
Q^q
termino,
W
306
RE
K
i
termin, ch'cffo Bob ali nondebbiatparrireda quel luogo >lnfinGfc che non (arrefo a'Rauiei quantoeraftatoloro tolto da' Cacumi. I quali' ha uendo fa tto quello haucuano d mata d:a coi Raulei >ven' nero farla pace. Inquedaguenranon interuennerjQPemltin>i.>i quali prima che fu cominciata, e(IorKirona y e p reggono i Catajrini che p tendo aceommodar la cofa arnareuolmcoDc,UQneratraffero in guerra co'loro vicinisene al trimtme fa cendo^rarcftaH uanodi non accoftaifi nallVna parte, ne all'alba..Onde floro rifpolo da Catari ni , che del confi g io? aiuto loto, npnne haud? uano bifogno. Mauiquefto Catarini moiraronoipoca pruTeraftmtefre Jcnza . Imperoche nelle fomiglianti occaliani ogniaiuto ,coc^ fiume gu me c0rfo buono, maflimedi cos fatta gente, come fonai Peraftip nifi quali furono fempre guerrieri, &valenc'h uomini in arme, cifpeffo nchanno dato, eturtauia danno ma mfeftb fggio il che fi vede non folamen tencgli huomini , ma ahcoranellcidon* Dtnne TeraRi ne oro> [ c q Ua Ji ( ltra che nell'honelt portano il Yanto>i n ii* qucfto cedono punto alle pi honoracc,matrone , nall*Lfl;eflXufr beneflc . crctiaHomana (ingoiare e {Tempio di Caftit) in mrtcklQjrjOAXbr ni paiono altre Arnazone. Iopi volte ho vedutoidiieiQitrftiii!q^r ftc andare di giorno,edi notte in vnabarca,^incontr3dafe' Tuj>.
1
&
cjvi
di Caiei
nuouo non
,
face
alcuna ftima
di
loroj^nzi pccQfr
rendo,.che alcuno d'elfi diccfTe'vna pacoh ihen cbsliopc^^iJ chcrari fsime voi teaiuiene) elleno fatto. yh coraggio guiiijar&fca'al.
Teraffim p ru
mafuionodeu
Marpefia , Pantafilea Amazon e , gli affali u gavoni j^uoic* fpaucntcuoli,epienc d'ingiuria.* QuelfiPraftiliif.rj|rima;fujwi chiamati Pertani ,& fono anticbifsimi -h a b calori.' liioqittciJ ti^g
tra
i
'
mmo
miti
daff
fnmlegi
doucal prefentehabitano,c9m fortifica BaMafaaSpAWin^ % lo^'5 pcrochc vihabitarono nel tempJaiaLRCr icHeRiiaiio/inififftr^l per la cui difefabauendoiRomatii fatto.vhfQ?tefop3ra;l)&AgHo4 hora detto S< Giorg'io.queHo.dideroiiii^ttard^aa'fiferfluiJlHlh Vf\*& li per ciTcrfi portati bcnertclladifefa, che fecero contruiJcLibfcciW? fai , hebbero dall'lmpcradore-Diocletiano tutti i patfiJBgi*fcM3rf> munita , le quali haucuano le iitt d'Italia , fottopp^rafe^n&psj
,
&Qcletiao>
rio
a&iktffcfla^rfiytft
ben vero , chei-'icpnbfccuanoper^ignu Itlob pcradoie di Ralsia, iJ'R di BoiDai&nfLmilc-irec^k^tiirf^VfaC* tm tro,clscd amorto PQUtefcojge^tilihutawp Rabfep*c SirtittiJ3u ttibuomo fa feo fignor a duaqualecgli haucua copict^Q^tpimcc altri vogliono)haittfti^dfl
fero liberi
egli
p^
no
DE GLI SLAVI.
no
da'Balfi,per alcuni feruicij fattiloro,
v>7
LiRaufei mandarono vna loro galea per Icuarc la famiglia di Poureico, e condurla ,Rau fi , dando a pprefl'o ordine al Capirano della galea,che (e i Carari ni vo leder occupare quel luogo, impacronirll della galea, che tenuto haueua Poureico,cgli attendeiTe dar il fuogo, e nella galea, e nella
fortezzidiBiidua. I Cararini perall'hora non fecero al rra commo cione,- e i Raufci leuata la famiglia di Poureico, & falciando la guar
dia inBudua^tornarono cala.
Onde
li
ccri,hauucigidaPourefco, improuifamtediedero aifaltodi not teBudua , & quelli prc fero. Ma fatto poiaccordo co'SignoriBal
diedero loro:Etli detti fignori,oltra l'allegratici obligarono ? rapini ?im* dt defendere liPeraftini conrra tutti i loronimki Etper mentre ^uiua.
fi,la
dur il dominio de'Balfi nelle Zente,fette in gran quiete Perafto. QuenacqueOitoia,il quale itadonelLConediRaoiuPaulouihc Signor di Canali, di Popouo, & d'altriluoghi vicini, haueua fatto buonilTima reufcita.OndelendoeiToRaoiau in guerra con IRau {ei per conto diCanali, Oiloiaf mandato da lui per Ambafciador nella Corte del Turco; douedimorandoftiede molto che fare alli Raulei, Rapport gran difpiacerealli fuopPeraftini. Liquali vedendo , che alla fine non potrebbono lungo rempo mantenerli da perse, perrilpettodeTurchi, fi fottomifero a' Venetiani. I quali conofeendo il gran valore, & fedcltdi queita gente, gli conceder molte gra tic, e immunit; e in particolare di p ter ci egereigouer& capi diloro medefmi Etcosi al presente fi troua Capitano li da loro detto Stefano Giurifcin fuccedbredi Stefano Rafcou tutti due huomini di valore,c di botlodati. Ma hormai torniamo al ragionamento de* Catarini I quali vedendo,che le forze del Turco andauano tutta uiaprofperando in Europa & perii contrario
,
.
oHoia Verani
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Taulou ' ch f*
icemarequcllede'ChriltianijCprincipalmtede'PrincipijeSigno
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ntrouadomododi
poter lungo
tempo
(tare
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Vene
caurni fpon-
Dal quale fu mandato Pietro Lorcdano Generale della loro ar. mataefpugnare Spalato, e Trau. Dellcquali egli fibreuefi feco patrone 5 Impcroche quel tempo era il morbo Spalato; & quelli
untamente
damo
^ ene *
fi
diTraupcrlalorodifunioneperdcronola libert. Quefti furono spalato,errau potiffima caufa,chequefte due citt all'horaveniflero in potere de' y^ulni,
Venetiani. Percioche vno dc'nobili di Trau,addimandato Mi-
il
mare,efpoeliar o
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ccr/ro.
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REGNO
Cataroproduf'
raTfoggeui!'
u ivafcellide'Venetiani. Dai quali efpugnato che fu nel detto tuo do Spalato,cTrau,ilLoredano venne con detta armata (otto Ca tarojdonevfcitigrincontraiCatarini, gli prefentaronofopravru bacile d'argento le chiaui della Citt. La quale ne'tempi andati fi di molti honoratifoggeti, chcco'lvalorelorol'il p atr a veramente lullrarono ; trquali furono i due fratelli nati dVn parto dell'ordi nede predicatori, Vincenzo, & Domenico Bucchi, i quali co'loro
j
fcritti
hanno dato lume molti fecreti. Mafopra tutti la refe chiara Montignor Alberto Duimi Vefcouo di Veglia, prelato vera mte degno d'eterna memoria. La cui gran letteratura ammirando Pio 4, Pontefice Romano pivoltcdiceua,che non era s alto grado nella ChiefadiDio,ch'ci perii fuo valore, edottrina non merita (le.
ProdufTe
altres
quella
ci tt
per mezo delle quali fecero chiaro il loro nome : tra quali fu Pietro Bolizza, & Giorgio Bifanti,ambidue huominiaccorti, aueduti
&
nell'arte militare.
VrolcNemagnaj&Capitarfi delle {quadre RafliancDop quali nel tempo di Tuartco primo di quello nome R di Bofna, fu Nicolo di Drago
perfona riputata, e moltopratica ne'fatti della Rcpublica
Seguitarono dop di lui nel tepo di Sclim,e fuo figliuolo Solimano, Cor cutBafTa,&Muflaffa Bafla,vno de'qualifgouernatoredi Damafco,efpefTo ruppe li gran efferati degli Arabirl'altro fu BafTadiCai
.
&di quelli fanno mentione KyriacoSpangeberg. EtHerma noScholdel ne gli Annali de* Turchi. Coftantino Spandugino do
ro,
u fa mentione di MuflafTa, cos parla MuflafTa BafTa( diceegh) mandato da Solimano pergoucrno diCairo, nacque Cataro 5 il quale anchor ch'egli perfanguefufTc di balla conditione, fu per ornato d'ogni forte di virtu,& bellilTmo di corpoj hebbepcr mo* glielaforclla di Solimano, chefprima moglie di Bollanti BafTa, cui Sehmo fece tagliarla tclla. Vltimamente f immortale il fuo nome, & quello della fua patria Girolamo Bifanti, ilquale fendo Souracomito della Galea Catarina, e trouandofi con altri chriftianinellagiornata, che fu fatta con li Turchi nel 1571. di maniera men bene,e Valentemente le ma ni con tutti ifuoi, ch'elendoaffalito pi che da quattro galee Turchelche,l'inimico mai per no fipotimpatroniredcilaluagaleafinchcvnof trouviuode'Ca:
tanni
DE GLI SLAVI.
urini.
I
W
clic fettc,e ot
to di quelli
haucuano accompagnato vn Catarina mllav morte/, cadcrono tutti non_ lenza- loro perpetua, gloria^, cl della. Citt di
Cataro
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REGNO
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E DI S ERVitA* rPRl'ZiAZ.
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Deffin a moglie di
3 al/a.
ZJffcofiuxMoglediMiloskMck
Giorgio Defpot
enfisi
Gregorio
Stefano
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Labaro
Giorgio
i
Gionanni
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7
Gioitavi
Maria moglie
di 'Bonifatie
Marcbe/e di
Monferato
diaria moglie
di
Milita moglie di
Stefano
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Galatina
'AR.-
DE GLI SLAVI.
ARMU DEL CONTE
LAZ+iRO.
311
MfttaU^P
M
1
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""**
I,
tempo deU ;l'Unperade re Stefano. Cpftwinitre cfagiouanef cpnigiapo del detto Io^pciadorci & poi (coppie diceI
.oip)urrjpat?pr> della,terranei
RSwfanp
fin'alpa.
nubioifpt^onaert^ndol^aiskuich, 64 al fri nobil^chc tcflfcv*anqlc dette PcQk}iiK# alcuni dloftoiimprigionando , altri fcaeciajidoj
&
altri
fteflendo morr il R
Rrjftiaa,
Sottoponendo
al
tv^/*,*^
tato.FeccinoIueccjr^degriftdi-mcmorianelvendjcarril^omehab biarno
^
p
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'
^-E
W
.
biamodetto) diNicoiod'Altomaniio,huomoinquieto. Hebbc iiUeHfaUuo vn figliuolojcli'amtb Stefano,- & ci liquefigli ubl',%ioc,Maf a,leUdel Coteu lina, vero Hclcna, Dcfpina, & Vucoiaua . Milieua vmmmimmr
(
K*
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s!"
tt*iP^Biiip)fmoeliecliPaiaficprimoInripcradorede*Tur(lii,chc
4t Turchi*
fupreiainncmecoimantto dal Tamerlane Mara tu manitataa Vuk figliuolo di Branco di Mladien gcn til'h uomo di Rafla, de molto valente nell'arme, fa ggio,& mlro vbidicnteal Tuo fuocera Lazaro. Il quale con cjtieftoiuo genero viueua pacificamente eoo tutti i fuoi vicini, cio co'l R di Bofna,& con quelli di BalfajcoatcntandofipolTedereilfuo , fenza cercare con guerra quello degli altri Jlcheingranpartceglifaceua perpaura, che fi haueua prefo de'Turchi. Sapeua anco trattennerfi bhifsimo con Lodouico R
.
diVngariapmoftrandoIieil'erfuoferuitorc^ybidiente^prerenu dolo pi volre con gran doni d'orojx: argenta ,-il che faceua ancor alli fuoi Baroni, ein particolare Nicolo di Gara, che prima fiBa.
nodiSriemo, &poiContePalatindiVngaria$
al
figliuolo del
Bilgradttiene
do/m*
del
onteuzaro.
udo R Lodouico pi voice madato gente armata alli fuoi confini, egli femprein tal modo fi port, che non gli fu fatto mai danno. Et nel trattare quelle cofenon rcftauadi prcientarci miniali Regij, portandofi con gran modeftia,&humilt con loro. Ma morto RLodouico,fubito fecepadronc del Caftello di Belgradi, fabricato dal detto Rfu'l Danubio nel tempo dcll'Imperadore Stefano, e lo ruin fin' i fondamenti* & occup ctiandio Ma*
tutto il paefe confi a ante co'l iouajCh'craiconfinidiVngaria, fiume Saua,& con San Demetrio inSriemo. Era in quel tempo venuto da Natlia Soltan Amura te Impcradore de'Turchi in Maccdhiaj&hauendoictrenta mila combatrcnti,e^a peetrato nel le proujtcie lottopit kftConte Lazr;# Vukfufrgenero. I qua
;
&
ipafime^tcc^ngregarbhom^
porfegli;
Ma confideranno j&i di
noa
campagna* ma camin 4uan^Mifla clell'eitcrcito nimico perluoghi m'ontuoii,& fotti. Vedendo ad u-qnb A mu^ rtedinon poterli vincere, Venne fottoPriftina,e^it potendoli!
ofauanfchictterfi in
pigliar per forza,fi trattenne in qucllobaridevtl teefdiiveirca'^n-
za farifrl t danno
al
rannoi^5.del mcred'ApnJeiDpMqual tempo Lazaroi& Vuk fuo genero s'accommodarbno<;on Ambrate per mezode'A o*ba*
feiadori
DE GLI SLAVI.
fciadori, contentandoli di dargli vnccrto tributo,
313
v f* ^*?
3
quali,
tributarti
<*U-
"*"**
ne.EraLazaro Signor molto ricco nel fuohaucrejperoche tutte le minere d'argen to.ch'crano in Raia, lui le teneua,& cauaua d'effe gran teforoj co'l quale reprimeua fempre le furie de gli Vngari & pagaua il tributo a'Turclii,cV fi mateneua nel dominiojil qualeattendeuaconferuare pi tolto in queito,modo,chepermezo d'armi . Et per alhcurarfi da tutte le bande,& fard pi poten te,appart con Giorgio figliuolo di Strafcim ir di Balia, che dop la morte didcttoBalfa,ammazzatto( come dicemmo) dalli Turchi fuccef fonel dominio di ambedueleZente, dandogli per moglie Decina terza fua figliuola, che fu prima moglie di Scifmano Principe di Moldauia .EtelTendo dalli Turchi in luogo d'Orchana fuftitu. toSolimanefuofig!iuolo,egli fatta la pace con li fuoi vicini in Ala, con tutto l'cflercito, che pot fare, paflol'HelefpontOjhoeei 1 c J r- Jl C s> lri detto Stretto diCaliipoli, per rareguerra a Greci; con li quali ben chclungo tempo con varia fortuna haucfTc combattuto, pi volte
,
1
sono amici de
&**/*
Solimano afa
iu
Europa.
lecontinuefcorre-
e Traci,-
ne alcuno de'
popoli vicini gli poteuaftare paro nell'armi Ondegiudicando egliefTere ben fatto molcftare , e tutta via dare adoflo alli vicini chriftiani,che hormaidel tutto erano coniumati jaiTcdio la citt d'Andrianopoli,einbreucs'impatron di quella. Il cui ameno (ito, &paefemoltofertile,cVch'frilfiumeHebro,&Melante,fendoli
spugnala dt
oltre
Te-
^
t
MdmM
dia.
v il fuo fratello Amuratc di quello , Tradotta U r sforza prolungare in Europa iterC e nome primo. Il quale mentre li fu a/tdiadtBur mini dell'Imperio, traghettando il fiumefrefco,pafsinfinoStri fa,
monejhaucndo in animo d'aflfalire le terre del Conte Lazaro, per haueregli (emmmmma*mmmm4mwmmtmmm)fa uo ri togli Vnga -rij&quellifpronato mouer Tarmi contrai Turchi. Quella col
intendendo Eazaro,e altri Principi,e Signori di Radia, e di Bofna, fenza alcun indugio p fero le loro genti in ordine e andarono ad
Rr
in-
3J4
immeneda
Slaui chiama*
REGNO
Il
fiStrumma,
& s'accanarono non lungi da loro. _ /^.ni i^inMara Campo Chi itiano. Coituihaueua man rata com e detto) \a fua figliuola a VuKBraucouich, & Vucofaua a Milofc Chobilich,
>
quale nacque in TientifcteapprefToNouipafar,&fualleuato ne4 la Corte di Lazaro. Quefte due forelle vennero in vn tpo in difpail
Vucofaua lodando, & preferendo il valore nel Tuo delConte u* marito Milofc VuK Brancouich,Marareftdi ci molto offefa, &diedevnaguanciataallafua forellaj laqualeefponcndo quefto W*> cafo al fuo marito, egli fubitamente and a trouare VuK,incariJlaciHe in Tientijtle* candolo di molte ingiurie Se piouocadolo ad entrare feco in (leccato, per vedere s'egli era vero quello haucua detto la fua moglie Vucolaua. Et quantunque Lazaro fi mettete di mezo per far pace fri loro,non pot per mai far tanto,cheefunoveniffcroaIlc maMlofccbo.
rcre ,Imperoche
Zmrsinflecea
VuK but-
fcofHKBr*
Buoni ,
no, non lafciaronofargli altro male. Dop quefto Lazaro con altri Baroni gli pacificarono infieme; ma pi tolto fu vna cofa finta, chedi cuore. Onde non reftaua VuK con ogni occafionedi met-
douendofi all'hora azzufare coirti Tuichi^fairerfflRP3a VuK fuogenero , che ten effe guardia, fopra Milofc, doucndfapcrejcnc egli fegrenmentehaueua tratta to col Turco per tradirlo. Del che volendo Lazaro farla prona, jnuitccna alcuni Baroni, & capitani dell'efferato 5 douendo mentre/i cenaua rinfacciare elio Milofc di quefto tradimcnto,acterlo in difgratia dei f uocero. Ilqualc
c e
,
n*.
/greti.
ciochefendoconuintodellaicelcraegine,lo poteffepunirefimpe-r r i- ci J_J roche gli Slam loglionocol vino , non altamente che per mezo de'tormenticauarfuorai fecreti, o veramente trouandolo inno*
l
che gihaucua prefo di lui Cenando adunqucil conte Lazaro, fivoltverfo Miofc,& tenendo nella dcftra mano la tazza piena di vino, diffe, voi Milofc dono quefto vino infieme con la tazza, con tutto cheappdi me fete incolpato del tradimen to. Milofc non moftr all'hora nel volto alcun fegno d'effere fapeuolcdi tal errore, & il vafo riccuuto beu. Poileuatofi impiedi cominci in queftafentenza dire. None hfafhttU k Qra tem P Conte, & SignoremjoLazaro, da contendere con le parole, fendo l'inimico gi pofto in ordinanza .-domattiH*w na
centc , liberare
f ftefso
del fofpetto
DE GLI SLAVI.
111
315-
giardo, &
al
bumiopatrone.Lazaro no
falfo ,&:
f
fi
quella notte
non
non cheda capo lo fece federe. Ma Milofc tutta pofe mai dormire; & come fu la mattina nel
lapefle,
montaioprailcaMilofc fugg*
nel
punta della lancia ( il cheappreifo gli SlauicfegnodclfuggitiuoJ venne nel campo de' Turchi, apprelio iquahera molto celebre il fuo nome. Onde fubitamentefintrodotto nel padiglione dell'Imperadore Turco, cheper la fua venuta ftaua tutto allegro$& iui(comecoflumano iTurchi) buttatoli a ter rafa riuerenza airimperadorei& mentre ftcolcapo inchinato bafeiare la fua mano,cauandoiegretamenteil pugnai e,che nel fcnohaueuaportatonafcollo, Io cacci nel ventre d'Amuratc. Et in quclch'ei fi sforza vfcirfuora del padiglione, da quelli, che ftauano alla guardia del corpo del Turco,f malamen te ferito, & iui alla flncmorto.Qu fi moffcra Laonico al quanto d ubi tare, che mo doMilofchaueuaprefo l'hafta per ferire Amurate, & che non fofc
uallo,& Voltata in dietro
la
edmpode
'"
Turc
junoratemm
toda Milo/c
f ritenuto
da lanizari.
cia, per ferire con quella ilTurco,ma per moftrare, ch'egli era
bellato dalli Chriflianijn
con la lancia (comealcuni credono) feti il Barbaro, ma col pugnalo. Onde da quel tempo ( fmum* 4mmm*mmtokmmm~*wfmkkmmmbmmi i Turchi hanno per lcgge.chcquando vnovienebafeiar lamanolor Principe, due di quelli, chegliftanno alla guardia, gli tengonolemani, perche
nella
fuaperfona,
fi
comcMilofc
d'Amurate.Eflendoadunquc nel modo predetto fug gitoMilofc,&diuulgatalacofa nel campo de'Chriftianbnefapdo ancora ci ch'era f uccello ai Turco,cominciaroro alcuni Capitani molto temere cole loro, dicendo, che non trouauanomodo dafaluarfi,-&eilbrtauano gli altri, che meglio farebbe fchiffa re la
battaglia, e polle gi l'armi
,
dammo
ftarfenediferetione dell'inimico
i
Quella cola vedendo il Conte Lazaro , chiam f tutti fuoi , i Orat'me del quali parl in quella fentenza.Doue,douefono fueeitcalprefenConte Lararo ^ > F n_ J tevaloroii compagni miei, quelle volere rare virt, ferocit, e auda ^ fnot/oldm. eia, col difpreggio fleffo della morte le quali fino al giorno prefen tecon fomma gloria di tutta Slauonia,vihanno alzatifopra le liei le? Che polliamo fare? polliamo morire > ma come huomini polliamo perdetela vita, ma con honorc aoftro ,&con danno de gU Kr 2 *
ir
11
&
p4
gli auerfarij:
REGNO
Quando mai l pumegho morire,cheauanti al brama
pofsiamo anticipare queli'vl rimo fine,doue tuwiin* tiperuengono,macon vantaggio noftro, e con perdi ta dell'i ni mi co. Non egli molto megho morire gloriofamen te, cheviuereco
vituperio?
rela
morte ?Ditemi,fevoividatecoftoroperichiaui, non morrete voi come gli altri , poi chea tutti proprio il morire ? Morrete certamente, ma coniltxatij infiniti, con biafimo, con vergognale
mori-
/imte fine di
MtiivMli.
rearmato,& da valenrliuomo;chcmorire,&nudo,&: in catena, fcannatocomelc befte Se voi Ila-te certi , che vi bifogna morire al tuttoch femplicit ia voitra, temere vita cofa, che non fi pu fuggire da perfona ? Non fi fuggela morte con l'allungarla, ma bc nefidiminuiicemolto la gloria, col cercare di voler fuggirla. E c gH per altro la morte che vna fine, e termine di tutti 1 mali ? la quale pcrquantola ragione ce ne rooira, non pueflcregraue,con fftendo tutta in vn punto: non accrba,flnendo in ella tutti idifagi^etutte le doglie, & non miferacerto,noioia, noneflendopi che vna volta. Ora le la morte dunque s fa ita, perche ne habbtamo tanta paura ? perche per fuggire vna fola morte,pcnfiamofa* re mile per hora ? Fugga, fugga da penfieri voftri, & dalla inukta, virtSlaua,rimaginaredidarfi prigioni. Sepioltrenon li pu viuerej moriamo tra' rumici noftn, & moriamo armati contro gli armati. Muoiono l'altre genti fuperlepiumeconquaflaredaglian ni, cfumatedal temp,tormentate dalle febri,& da mille diucrf
t
i
affanni
Sia ui foli.
muoiono col ferro: col ferro muoiono gli Ma amazzando parte de' ninnici, sfacendo diserai ven
piangbinoiempre
lalotmorte. Etchi s,che rifluendoci noi d'efTere Slaui, cio gioriofi,evincitorifinoqucftahoradituttii luoghi danoi,&da no ftri maggiori calcati 5 al manco purdieiTere huomini da poter
Portma
aiut*
^audaci,
comeefTereda loro vecifi ?La fortuna aiutagli audaci 5 &il numero non d lavittoria,mala virt de' ibldati conia prudenza del Capitano. Noi riabbiamo dalla banda noftra vna fom ma ragione, poi che l'inimico cintrato nel noftropacfe,& ha occupato molti luoghi riabbiamo la necefsit, che fuol fare audaci ivilifsiftoro
,
:
mi,
DE GLI SLAVI.
mi, habbiamo tanto
ci far
V7
gli
ferro, chcfe
ci
dar
compagnia
grande,che
nimi
ciileisi,non chealtri,piangerannola
cvaloroiamentearalirerinimicojvederetecomeiliaperediiperar ficauifemprel'huomoda trauagli$& conduca il pi delie volte quel fornirlo grado di contenterza,ch 'ci non lapeua a pena fognar
fi.Nonlafciarono feguirpi oltre^nafpcttarono piargomcnto ^ripigliare il furore vfato:Ma tutti vgualmente, &da ogni banda
iifcaldatidaJlarahbiaanticadegliSlaui,gridarono all'arme aliar
me.
Signore fufTcro molto turbati ; n ullo. di meno non fi poferopiagnere: ma con molta prudenza tennero celata la. iua morte, s gli imicijcomealli Turchi,a'quali ancor non era noto il calo. Impe roche quella natione molto collante nel tacere, etenerfegretoil
npertema,iperanza gli le pu cauar parola dalla bocca, con la quale venga palefarf quello, che vogliono i Principi loro tcnerelecrero. Per tanto innanzi che laco faiiadiuolgatacgran pericolo delli(uoi,i Capitani Turchi mettono in ordinanza reflercito;& quello fi doueua fare per la gloria del Tuo Signore, ciafcunolofaceuaper propria falutc Onde con gran fpirito asfaltano l'inimico,- ne con meno animo refiflono loro iChrifliani.Si combatte adunque da ogni parte gagliardamte,& cadono da per tutto, di qua i Chi iiliani, & di l 1 Turchi :i quali pena foiteneuano la furia de'Rafsiani,& altri Slaui;cV alcucalo dellifuoi, pocoventurofo
: .
ri tira ti
indietro fldoatt
Li Turchi
flati
cominciarono gran vocegridare. Duue fuggitehuomini Machometani/* da dietro il fiupcrfuggire.AIl'horai Capitani Turchi
no per fuggire,
me Stri mone, dalla delira l'inimico, & dalla fniflra marEgeo n'impcdiilelafuga. Non egli viepi ho nello morire nella battail
da huomini che fuggendo dall'inimico , fommergeril nell'ondc guifa delle bcflie ? Doue ito quel fpirito, & quel valore, huomini Turchi, co'l quale pafando l'Hellefponto defideratoha uete l'Imperio d'Europa ?forl'c tal effetto (ino quarriuati fete, cheperla noftra infamia venga rifultarc maggior gloria, eriputaglia
,
rioneallagentc Slaua
della propria
Non
purequefleeflortationi
eparole de'
V8
REGNO
del fole,
maggior vigore cominciano di nuouocombattere$&' con gridi,ellrepiti danno dentro all'ini mico. Quella cofa vedendo il Con te Lazaro, che combatteua frati camente,& auueggendofi, chcil cauallo era nomai llraccG, impcripigliando lo fpirito, eie forze, con
rochedurla zuftadalleuare
infino pidiottohore del d,lafci quello, emontlopra vn'altrofreicoj efuoi,che lo vedeuan combattere arditamente fra le prime fchiere, e tutto lordo di
fangue fuo,e di nimici, perdendolo di villa in cjuel poco di Ipatio, che pofe fcbiare cauailo, crederono che fu (Te caduto terra morto e tutti turbati cominciarono piegare , cdifordinarf etutto che Lazaro facendoli vedere,cercaiTc di rannodargli,e rimetter* gli inficine, turrauia non pot mai ci fare. Onde egli ancora fu
,
sforzato fegui tarla piena, e metterli in fuga, perlaluarlafuaperfondi e fchiuando la via maeitra, per non intoppare negl'inimici, ca
de infiemeco'l cauallo in vna buca cieca coperta di terra, & di frafche, fatta da villani, per pigliare alcuna fiera $&fopra giunto da nimici jchetcneuan dietro le lue orme, fu da ell quiuiammazzaVarie opinioni
to
\
fopalamortc
del Conte La*-
zaro.
ne padiglioni dell inimico. Fupoiiepelito in Rauaniza,in vna La^ro giace Chiefa molto bella, fatta tutta di marmo mifchio, l doue ancora fi vede iliuo corpo inuolto in vn lenzuolo ricamato d'oro, quai diconoelTere flato fatto di mano di fua moglie Miliza Il luogo campo Coflo*Jouc quella giornata fi fece, fu il campo Colouo,che( come feriueilBonfinio) alli colini della Rallia,& Bulgaria,- gli Vngari lo chiamano Rigomezeu , e i Latini campo Merulo. Francefco Sanfouinolo chiama, ma corrottamente, campo Ca (To ui no: per mezogli corre il fiume Scithniza, il quale feorrendo dai monti Illirici, mette nel Danubio. In quello luogo fu aperto il corpo d'Amura, Seplture di \4tnnrate, te, e gl'interiori cauati, furono iui fcpelitL Oade ancor hoggi vi fi vedevna torre, la quale chiamano lepolcro,ePiramided'AmUr rate.Ilcorpo del qualefpoitrarportatononin Sofia (com'alcuni di fiero) ma in Burfa, & pollo nelmonument de' fuoi maggiori, Mano d Mi- ch' appretto i Bagni di Burla 5 & per memoria vi fu appefa la malo/cappefa^ al no di Milolcguarnita d'argento. Caderono in quella giornata A ~ molti perfonaggi di RafTa,& di Bofna. ImperocheTuartco Rdi murile. VulatKo Vu* Bofna era in quella lega col Conte Lazaro, cuihaueua mandato c* Ml h 'a na ' in aiuto il ino effercito col Voicuoda Vulatko Vucouich , il quale f Z r fuggi
.
tim^m^m^Si^fm^^mmmmim^mfym^comc & t Qt n\i Annali de' Turchi , Lazaro fu prefo vi uo,& decollato o o& r \
.
Ma
rriflr-
DEGLI SLAVI.
fuggi poi con pochi
delli fuoi dalla detta
I
31?
Giugno. Ma Vuk Brancouich genero del Co ntelazarofifalu qua fi con tuttala fua gente. Impero- Lazanfktra* cheegli (comealcunidicono) haucua trattato fegrctamente con dit0 da Vu * ili0 ^ encro .Amurare,per tradire (comegi fece) il fuofuocero,pcrhaucreilfuo ftato.Ondedoplafua morte relt Signore dVna parte di Rafsiaj l'altra hebbeMiliza moglie di Lazaro con due fuoi figliuoli di te riera et,chef Stcfano>& Vuk. Ne pals molto tcmpo,chc occorfro frloro molti ,&graui di/pareri La onde Miiiza fece ricorlo *j Turchi faa^Turco, il quale tolto il paefe Vuk Brancouich, lo diede alli uorifeono Miti fuoi cognati figliuoli del Conte Lazaro,ruinando lecitt,&Ca- Ywnc'Ltra alla cui moglieMara ,& alli fuo genera itelli, cheteneuacifo VuK in Rafsia
Coilouoncl 1389. alli
5.
di
"
&
Gregorio,Giorgio,&Lazaro,frifruato tanto VhK * di paefe, che poteuano campar la vita. Li Turchi ri tenero perse due Caftclli. Et Vuk Brancouich eflcndopofto in carcere dall'Im peradorc Turco, fu poilafciato,& quafi incontanente p fs da quefta vita, per non lenza fofpetto di veleno, che diceuano offerii (tato dato dalla fua fuo cera. Altri dicono, ch'egli fendo incarcerato in farie opinioni tHt ra u mo Filipopoli da Mufe figliuolo di Paiafir, il quale ammazz poi il fuo S co dcnaio guardiani dello cwub. iiguuolo Lazaro,& nauendo corrotti carcere, fugg di quel luogo e tornandocafa, Venne nel paefedi Giorgio di Balta, vn'altro genero del Con te Lazaro 5 il quale fattolo venire alla fua prefenza, gli rimprouer il tradimento fatto al fuo fuocero, e poi gli fece (piccar* il capo dal bufto : ne la fua fuoceraMiliza fidi ci punto confapeuole. La quale, per accommodar meglio le fue cofe con li Turchi , diede per moglie Paiaft primo
fuoi
figliuoli, cio
I 1
,-
Imperadorede'Turchi Milieua fua figliuola, immmJmmw^^frmm' iaM0aUiifl^MUUiUMMUifiiHMM.La quale fu poi prefa inficmcco'l fuo marito da Tarmcrlane. Ilquale tornato che fu in Scithia,fece vn funtuofo con uito tutti i Signori,& Principi della Sci thia & quiui fu condotta la gabbia , nella quale Paiailt racchiufo jftaua.Fcccetiandio menarla moglie di Paiailt, alla quale fece tagliar i panni infin'al bellico, per modo ch'ella mortraua le parti vergognofe* & volle ch'ella poi taffe ieviuandc i conuita ti. Quefta cola vedendo Paiafi t fuo marito, oltre modo ftaua dolente della fua mala fortuna Perilchc egli fi mife in cuore d'ammazzare f lcito, ma non hauendomezocon che potette ci fare, tante voi te percoffe nella Ganga della gabbia, che finalmente, fuo mal gra,
.
v'fit Tur^
^^^^^
do,
}2o
REGNO
)
.
doj&miferamence s'ammazz . La fua moglie Milieua il fecondo giorno dop la fua morte pafs daqucilavita.Diuiloadunque(co medicemmo loflatodiLazaro in tante parti, non pafs molto tempo, che Mara moglie di Vuk infieme con lifigliuoli ricuper
le terre del
Suecian,&ie
fruK
fuo marito, in fuordiquelli due Gattelli, cheteneuano i Turchi,cioSuecian,&Ielec Li Raufei in quel tempo Ci moflraro
no molto
grati,
il
& fedeli
Brancouch.
fua moglie
zffedelfverh
^K
*ici>'
Branco*-
naucua '& del refto,che appo gli altri Ci trouaua, fu del rurto priuaca. Quello Vuk Brancouch fihuomo molto retto neli'amminiflrare la giufli ria, &alli Raufei femp re firn olir grande amico 5 e tratt con moltahumaniti loro mercanti nel fuo pacfe,doue pi Volte honor alcuni nobili Raufei. La fua mogheMara hauend (com' detto) ricuperato il ilio flato, cominci mandarci fuoi figli uoh con l'efl'erci to al ferui tio del Turco,nleruando fempre appreffo disilpigioUane pergouerno dello flato. La ohdeStefano,& Vuk figliuoli del Conte Lazaro elsendofi ritrouati con dueloro ni poti figliuoli di Vuk Brancouch, cio Gregorio, & Giorgio co Pa
iafit,
zij,5terano,cV
VuKjimperoci
nimici,& dubita uanoquefti due fratelli, checoflui nandaiTeiri Romania da MuftromanZalapia figliuolo dell'Imperadore Turco, &cheprima di loro
Stefano figlino
lo di
loroprouincia.Eteflen-
De
Labaro se
doCojiantino
Giorgio
MI**
tato. er prefen
$atodalTurco.
qualcinfiemc col fuo fratello entr in vna palea di McteliJ p r^ino > & venncpnma lotro Dolcigno,poi sbarco appreilo Annuari 3 &fiaecommod co'l fuo cognato Giorgio di StrafcimirBalfi Signordi Zenta,ilqualegli diede molta gente,conla qualevenneirt Raflia. Fra queflo mezo Giorgio lor nipote fi trouauaincarceratd Coflanrinopoli,doueilDepot gli haueua lafciato vn fuo gcn* til*huomo,il quale indotto forf da qualchegranpromeiTa,trouan ^ ^ cn i au i dello carcere , lo li ber . Il quale venne all'Imperadore Turco , chelo riceu gratiofamente,- &fubitamcntc feceloveftire ^ela fila porpora, facendoli donodi molte cofe digran valuta Et
.
-L^/Tm
DEGLI
haqeuain
te
SLAVI.
511
Giorgio,e l'aler tneuano i Capitani Turchi. Ma dall'altro *cjto nSttfiinaDdpotfrtcgligjntq punto in farvnbu apparecchio <ligcnce,laqualexiiuifeinciucpflra > v.nahcbbee^Ii J &raUrailiuo fratello VuK.ll quale venucoallc mani con Giorgio, l port ben if
:
frrio,&daucroCapitanoirtondimenoifurottOj&con pochi ( ialu. Il che fui anno i4oz.alli 25. di Noucbrc.il i'uo fratello Stefano azzuffato fi co'Capitani Turchi , gli ruppe, & hebbe la vittoria piiitoftoc5fratagma,chec prodezza delli luoi.Im perbene era vn gentil huomo,addirnandatoVgg'icfciza ) va(lallo,& cfcderaro de'Turchi, il quale tiouadofi.aH'hra nell'efferato Turcheico,co me fu in procinto la bittaglia,perfuafQalJi Turchi, che il alien nei,
^uK &r#f ^
r
Stefano
rottaalii
cl}1,
dU
Tur-
npotrcbbono
.
follen
.
reilprimoimpcto,& aiialtode'ChniUani Onde incominciata che fu la battagliagli Turchi quali di lubito li diedero fuggire. Il che caus che moiri di lororellallero morti da quelli dei Deipox.ll qualctorn vedo Tripoli, credendo al fermo di trouare vittriofo il fuo fratello VuK;mag.Liaucnne tutto Toppo (ito. Percioche l'incontr par la ilradaaccpagnaoo no pi che da venti caualliintor
HO.ndeStcfanomltoisbigottito,fu.bitamente.voltverfoNouobardo,& indi and poi al fuopae.Dlquale,n pals molto te p, cheGiorgio glioccup gran parte. Ma tuttauia non rell che il Dcfpot non facefle di ci in parte la vendetta. Imperoche entrato cogli Vugarinelpaefedi Giorgio, fecegrandanni in queiluoghi.Etcos la Ralfia (lette per vntpoioccopolta molte mine. Fi nalmcntcilDcipotfcce tricgua con li Turchia quel modo,che lo ropiacque,&: VuK fuo fratello vedendo, che il Deipot nolo tratta* u da vero fratello, ne gli daua lama portionedello flato paterno, fi part con molti nobili ^chc flauano al fuo feruigio,& venne nelr la Corte dell'Imperadore Turco;d<d quale fu molto honorato, gli diede vn buon pezzo del pacle in Romania,ondepote(Te comodamete viucre co' detti luoi nobili .-Et paflato che fu alcun tepo.VuK
cerc,
"**
K*$g<>0aiM aru ** 1
Iccgliniun patto
cedere.
LaondcVuK hauedohauuto
Auranofc,vncin RaiTia,acc6pagnato da Giorgio VuKouich Fan no 1409. del mefe di iVlarzo; & per cotinoui fci meli flette io.-R.affa,guaflando,&{acchcggiado quei luoghi, chclui nfi voleuano Sf
itM
/
v
REGNO
i
detti
Sign
il Defpot diede la parte dello fta co al luo fratels'accordarono, lo; reftdo -egli Signore del paeicpofto verfo il Danubio, &Nouo
&
bardo; delle cui rendite daua ancor la met ai fuo fratello VuK; ri quale rimale Signore dell'aLtra parte diMuraua di qudaPoncn> te. Et guerreggiando inicme Muf,& Mufloman figliuoli di Paia ft,ilDefpotadher. Mufenoucllo;lmperadore, &anddalui in Romania col fuo fra tei lo Vuk.Innazi la venuta de'quah venne in poteredi MufeLazaronipotedi VuK,ilquareftrouato inCallipolijV poi flafeiato. Onde lVltima fera innanzi cheli doueua fare la giornata, tutti li Signori Slaui furono alla prefenza di Mnfe,& luigiuraronofedelt.Mandimenoauantichef cominciata la b arta gta>VuK,&fuo nipote Lazarofuggdoda Mu(e,andarono Uurerttod l da Muflom.EtazzufTandoll quefti ducfratelli nella giornata, Mu fuo fratello tiuslonutt. flomanreftvincitore,&Peflercitodi Mufefrotto,&fcon ftto. Il chevededo il Delpot, faggi Coftatinopli (peroche quella gior> nata fu fatta appresola detta Citt, l'anno 141 o.)& indi poi and almarmaggiorc;eintrado nel Danubioypafsla Valachia,pervetrenelJa l'u prouincia. VuK col filo nipote Lazaro tolfe co m rato da Muflomaper tornare cala, & preuenire la venuta del Deipari la cui Prouincia uflom^ffegn loro, Eflfendo adunque quefti ancor per la ftrada,s'incotrarono ne'Turchi ch'erano della fattio* ne di uie,& effe ndoprefi,&cdotti^ffoMu&, egli cornai Grufa* m>o** bitamtc,che VuK fufTe decollato in vnafelua,& che Lazaro foflc Wveftotmor r if crU ato.Il che egli fccc,fpcrado queito modo tiraredalla fua par te Giorgio fratello di Lazaro, che airiora li trouaua preflo Mufloman: ma Giorgio mai non volle fare tal cofa La onde fendo nel detto anno vn'altra battaglia feguita fra quelli due fratelli innanzi la Cittd'Adrianopoli, Mufloman di nuouo diede rotta Mu*. le, il quale comand, chefenza altro indugio ancora Laz.iro folle lM
pitato de
Mu-
f*
Romania Mufeflo Signore dc Turch5 il quale hauendo a fTed iato Sei euri a citt di Romania,
mille quattrocento vndcci,reit in
Giorgio,che feco fi era riconcilia to, & ftaua preflo di lui con la (u gente, fu auilato ch'il Turco lo farebbe morire con prima occafione. Onde egli linfe di voler n 11 eme con li Turchi d<i raffililo dettaCitt$& hauendo prima trattato con quelli didentro, v'en>*
i
ti
DE GLI'SLAVL
ir nella Citt co tutta Iafuagente,&cosfaIulafua vita
1
\
325
.Quelle cofe caufarono, che Giorgio s'accordale col Dcfpot,& che viueffe J -J r r> r ropoida amici,portado nipetto Giorgio al zio,comeicgli n pa tulle , dre.Oraduqjsdo reftato Mufc(com dctto)neirimp.dc Turchi, l'anno 141/. vene co leflercito in Raiia5oueprefcalcuniCailelli,&: moftrgran crudelt nel paefedel Delpor, cui venne di Bofna in aiuto SandaglHranich,& Pietro Voicuoda con molta gente Di Vngariapanmcntcgli venne, foccorfo con Ban IuanifcMorouic* chio. Maquantunque il Defpot haueffefeco tanta gente, tutta voi
,
.
.
Giorgi* ft ptC e co'ifuo tjo
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VuUdislaugo
^matcre
di
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Jhoi
morte
di detto Vuladislau.
gli
Il
perche
l'Ambafciador PafqualdeRclli.il quale con tutto eh e fu (Te flato fauoritoda Giorgio nipote del Defpor,& hauefle raccontato Vrimprouerato eflo Defpotli molti benefici jiiceuuti dalli Raufci,ein particolala
mand
Stefano
De-
lmoHr* #? f
uer
Rau-
re le fa tiche,ch'efsi
durarono
A'-
xa,quadfoppugnatadaTuarco RdiBofna:nulladimenomai n pot far taro che il Defpot l rifolueiTcdi liberarci detti Rauiei. Ondepergiu'logiuditio di Dio troudof egli vn d cauallo ap~ pitffo Sf a
,
324
*
REGNO
gocciarvi cadmorto.Etff
.
prcfToSrebarniza^attalito dalla
Morcdifubt* morte.
Gli fuc cede nel
^..-
loftatodorofMonip$tci
P e ^ to n Rauaniza. l'anno 142 1 Giorgio (uo nipote intendendo iafua morte,incontancnte pals con pochi de'iuoi vcrfoBdgrad, facendo fubitamente liberare tutti i Raufei ch'erano in carcere. Et 1. ;.. .. ,j a. tx dalli Ralsiani funceuuto per Signore.Ondel anno i42b.liRauiei gli mandarono due Ambaiciadori, Marino de Retti, &Gioanm
s
.
egli fecelorgra*-
L'imperadore de' Turchi intefa la mortedi Stefano Defpot,ven ne con Tenerci to nel detto anno in Rafsia (otto Crufceuaz. Venne parimente il R d'Vngariain Belgradi,- la cui venuta giou tanto, chefecgli airhoranon foccorreualaRaisia, tutta quella Prouu> cia,checraioggetta al Defpor, farebbe ila. ta occupata dal Turco. Il quale cipugnata che hebbela citt di Crufceuaz con alcune trufeemm^pre altre tene, venne (otto Nouobardo con grotto efferato Do-* [dal Tnno U einnanzidilui adi 3. di Settembre, era arnuatolfaac Batta j col qua le hauendo accopiato la Tua gen ce,cominci con tutto Tederei lodar adatto Nouobardo;& cos flette 48, d tuttauia occupato dell'oppugnano ne del detto luogo,le cui mura battcua eoo grof. fiisimi pezzi d'artigliarla Alla fine non taendola potuto cipu*gnare, part con tutto Tetterei toTmperochc, tra glialtri, che all'ho radefendeuano,quefta Citt $ fi trottarono molti Raufei, fra quali
.
.
era
Vclj? Babali. mfieme e alcu
altri
Raufei
tlQ di
defendono
"ilTurco.'
yo
"*
compatrioti
alla difefa di
,
i
quella Citt
quali
fi
&diceualoro,chefiricor>fidelifiiixn ai
aL
inoltrarono fempre
proprio Signore.
per
la fo la fola
volte
Giorgio ft fa
tributario
Turco , cui fi fece vafallo e fegty oblig dar tributo,&gcnteperguerra quando rebbe riatti di mS dato, come gi fu nel tempo di Stefano Defpotjma per tantomcnocrao ^ n g al dare del tributo, quto gli era ita to tolto del pa,e uoZTrfoHcoComt dia feda Turchi. Ora fatto quefro,Giorgiomaritlafua figliuola Cjuii4 tharinaVldarico2.Conte di Cilia,il quale poi fu ammazzato dai Vuladislauo,e Mattia figliuoli di GioanniHuniadc.Ma quantun
del
'
que nel iudetto modo fudefeguita la pace fra li Turchi, & Giorgio
de-
DE GLI SLAVI.
defpor,-
}2j-
Amurate nondimeno vedendo, che Giorgio non attdeua alla promclTi, l'anno 143 5 .di nuouogli molle guerra, & man
-
d lelTercito ruinargli il
egli
vorrcbbe,& fue tutto ci gli farebbe ftato da luiimpofto.On de Amurate mid Giorgio SarazrtBalTa della fuaCort^dimandd do il tributo conlucto,& per moglie la Tua figliuola Maria. Del che Giorgio redo mohocontriflatojchepaganl tributo fi contentau,
d
moZ lle*
*J
glt *
gioDerpot per
dalle pa-
moglie Ierina, (come altri la chiamano) Irene,gli la co n celle 5 fperan do con quefta affinit conciliare sedei tutto elfo
role della (u
puto degli annLImperochMaumettenacquerahno Maumeta110 8 3 $. e Amura te fi marit con Defpina cinque anni dop (fi come fcriueGioanniLeunclauio) ciolanno MaumctanoS^S. Di ffaJ* ifbJmodo che Maumctte non pot ciTercfuo figliuolo. Ol tre a ci s'ei Giorgio non fr fullcnato da Maria, quando intr nell'Imperio non hauerebbe cemaifiglmoii * r con ^mitrate -^ /n , ihauutoaltrocnei5.anni. e pur e cola chiara, eh egli comincio /u9rn umo
.
,
4^%bii
mano Irene,
imperare fendo
hUl*&mm^Um*i**ti*mmmi .EnlSpldu IT'ij111 ^ gino con cfficacilsimi argomenti inoltra, che Amurate mai non
.
in et di 21. anno
Antonio Geufreo, feguitato ancora da Reinecio t il quale la chumalrencpercognomeCantacazinai ma s'ingannano quefti. PerochefcriiTe bene Teodoro Spandugino, ch'ella fi chiam Maria, nata non da Cantatuzino,mada Giorgio Delpotfuopadre,e dimadre Irene Canta tuzina, laqualef lorella di Giorgio Canta tuzino EcGiorgio{quclche tralafci il Spandugino) fu nipote di GioanniCantacuzinoImpcradore, nato del fifra quali v'
.
gliuolo
32I
REGNO
nipote del detto ImpcradorcGioanni. Con la quale A mura te fuo marito (tette cheto folamtc trcanni,fenza infettar il paefe diGior
%a/Ja
ajfalit
dajimurate.
Giwgio fugge
in fugarti.
gioDefpotluo Cuocer. Ma Tanno i -#3 p. vedendo Amuratc, che Alberto Rdi Vngaria ftaua occupato nella guerra di Polonia, prc f gran ardire; et facendo poco conto dell'affi nit,fi rifalle aiTalirc il Regno di Giorgio, (pera n do d'impatronirfi di quello in poco te p. Giorgio vedendo, che le fue forze non erano battami pcrrefittere al genero, ben guarnita la citt di Samdria,&lafciatoui dea tro alla guardia vn fuo figli uolo,pais a gli Vngari co Lazaro vn*altro fuo figliuolo minore, & con tutta la famiglia,menando fecd appretto gran numero di Sacerdoti. Gli Vngari i ntendendo , che il Turco era gi ardua to confini della Panonia inferiore , & che Solamente il fiume Saualo fcperaua da loro,- mdarono fpeffe Ami
il
Ti-
bifeo,
ti,
Danubio fiumi,
fui
che gli erano (tate promcife. Li Turchi intendendo lafua venu ta,tantopiinftauanoneiroppugnarionedi$amdria,noncefs3 do giorno, e notte di tra uagliarequei didentro con li continui affala.
lerina moglie
di Giorgio
tfi
vedendo di non p ter pi refi ftere(pcroche quella cit trouaua malamente fornita di vettouaglie per l'auamia d'IeI
quali
fa di
diti
*
Saman
,
frumenti deliberarono arrenderli al Turco di fpontanea volont. Quella co fa vedendo Gregorio figliuolo del Dcipot,n potendo fare al tro, 6i egli acconfent al parere de gli al
fatto vendere rutti
i
)
rri.
rio
Amuiate impatronitofi adunque di Samandria,don Grego maggior parte del paefe, qnalpoffcdutohaueua Vuk Branco-
Terqualcaufa
uich iuoauo:con taleperpatto,cheeifoiTefuo Vaffallo,& chefteffeaiua diuotione. Macon tutto ci lo tenneappdiscon vn'altro fuo fratello Stefano.
II
Smurate *c*
teci figliuoli
di Giorgio
.
fi
cgionfe in
matrimonioco
i
la
foiIcognato,Amurarefauifatodcgliapparari, chef) ccua Giorgio^ che iuoi figliuoli fa uifauanofegretamtedi tutto qucllofacc
uaiiTurch'i
bacile aftocatoj
(eii
za
DB GLI SLAVI.
gno
haucua. Impcrochehaueua cambiata
co'I
V7
fenza che ci fapefle il lor padre Giorgio. Ilqualefcndo andato in Vngaria, fi trattenne per vn pezzo nelle Tue terre, che in quel Re-
R Alberto lacitt ili Belgradi per alcuneaJcrc terre nel Regno di Vngaria,- fi come ri. fenice Laonico, il quale cos dice rHaueua Giorgio nel Regno di
Vngaria vna Prouincia di qualche conto con moltericchccittjc <juali Eleazaro facendo permutatone con Sig;ilmudo,haueuahau Belgrado qua* to per la Ci tea di Belgradi. Perochequdta Citt piaceua oltre mo- dovemempo doalR,perlacommoditdel porto, ch'ella haue^ef'endo bagnata sar da due fi um i; da vn lato corre U Danubio & dall'altro la Saua,che quiuifi fcaricanel Danubio.Quifi deue intendere Giorgio in luo go d'Eleazaro, & Alberto, & non Sigifmondo,fecondo che riferifconoVolfango Lazzio, &Thoma Ebendorfo Hafclbuchio,che
j.
non fu fatta
trSigifrnondo,
Alberto iLd*Auftria,&Giorgio Principe diSeruia:lIquaIeegli co ofceuanellaCortcdiFiderico4.Ccfare,doueellendo egli efule dcllapatria, erahonoratamente trattateli Bonfinioetiandio raccontai luoghi, eheGiorgiohaueua hauuto in cambio di BelgraLuogbtpoffedi, chcfonoquclh,cio il cartello diZalonkemenjch'poftofopra duti da Qwr* ,-v r |..ii". li ti ** i-Tr Belgradi allarma del Danubio ali incontro della foce del Tibiico, gh Despot net chequiui mette nelDanubio,- &Bechicn,Kelpen,da Vngarichia regnodiVngM
i
matoKerpen,&Vilagoluaro.LecittfonoZarhmaro,Bezermen, Dcbrczen,Thuro, Varcano, con al tre:& dentro di Buda gli furono dati alcuni cafamcntitantomagnifichi,chcpotcuano ftareparo de'palazzi Regij.Quiui adunqueGiorgiofi tratenne per vn pezzo; poiandin Sagabria. Ldouedimorando,vcdeuacheperla mor
te del
tumultiin quclRegno.On-
dc quali difpcradofi
sl
&
e vtOTvto Tiene
.
. .
in Annuari.
mando trattar
fegretamentc con
tejimnratetrau tacon^u.dnti
u *"
in
dod'offcrtejEtfri'altreprometicualorolafciarlacittliberajC
ncrlafotto lafua protettionc
,
"
'
Co
mano.
328
tito
.1
V R
G N O
g^tife
focecr*
rtn9 Giorgi.
proporlo da Amurate, f ne ftauano con animo fofpco, & irrclolutordavna banda inumandogli al s le grandi offerte fatteloK>5& dall'altra fuadendoiial contrario la fedelt, eh e al proprioSignore do ucuano*.,Ma Giorgio fatto da alcuni ami ci confapeuolc delcafo,( tifolu, per miglire partito di no n alpe ttarcla dubbia, rifolutionc de gli Antiuanni. Ondemand fubitamente Rauia vn meffaggiero, pregando, quei Scnato,che voieffe in ranto.per^ colo foccorrerl.Perloche fatta armare bene vriagalea,Iamdaro no i Raufei l'iitcfla notte lotto Antiuari.Altridicono,cheiRaufei molto prima ad inftanza del Dcfporhaucuanmandatovna Loro galea lotto la condotta di Pafquai di .Sorgo, tal quale face u no dimorare in quell'acque d'Annuari per ogni bumlfpetto. Giorgia adunque fottoipecie di voler andare caccia, vfcitp la mattina di buona horacon tutti i iuoi , &con tutto il fuohauere fuori della Citt,e{ccnddoallamarinais'imbarc fopra detta galea, & f n'ari
d Buduajdoue ritiratoli
Giorgio vient
Kaufa .
dimadatod*
Smunte.
gliauenne tutto l'oppofi do. Imperochc quelli di caf di Zarnoeuic chiauezzigiuocaredi doppi tradimenti, gii erano per prenderlo, s'egli vedendoli aU'cftremo pericolo, non fulTcftato cos pretto entrare in vn vafcello de'Raufei. I quali prefentito il calo , iubita* mente fpedirono vna loro galea con Giorgio di Gozze, il quale feo tra tolo per la via, lo conduile Raufa l'anno 1 441 del mefe d'Aprile^ vi flette quali per tutto Luglio. Et f bene Amurate, di cui tutta l'Europa in quel tempo tremaua, mand pi niintij f pi offerte promettendo fra l'altre dareloro molti cartelli in Bofna , e tutta la Prouincia,ch*appreiTo Raufa con tutto il tef oro, che Giorgio te*, neua indepofitoappdiloro, cminaccipi volte il Senato dj Raufa, accio lafciaielaprotettionc del Defpot, elodelTeinmno
:
fua
Smurate ammirala coflan*
Non
per
mai vollono
.
al
In maniera , che
Amurato
Bonflnio
^ de&aufei.
verniamo
no, poichcinquellaffaccua tanto conto della fede, e digiouarc altrui .E vedendo iRauli,che Giorgio, vdito che hebbe quanto Amuratc cercato haueua, s'era perduto d'animo,chiamatol'fubir tamente nel Scnato,lo confortarono ftare di buona voglia, e n temere punto :refTortarono appretto di ricorrere gli Vngaii, OC cercate col mezo del teforo , che lencua appreflb i Raufei , di ncu
pcurc
D
effe
G L V
LAVI.
glie qi
32?
dop
co
co
fare.La quale 'efTrtaua
li.MaGiorgio deliber di ricorrerepi toitoagliVngari, della fede decisali gi ne haueua fatta efpcrinza. Li Rauieiper tanto impoftolo nelle propfieloro galee, capitanatedaNicolo deGiorgi , rv b ,. ~ \ J-fT C ^c J h locondiiilcfoinhnoaScardona cura dr Ddmatia.Ondecghpoi n'andin Vngaria , nelle terre, che come dicemmo) haueua in <jucl Regno. Et ma odo l* Ambaleiadore per congratularf con Vu ladiflauo della fua promotion e al Regno d'Vngaria; offerendoli appreffo la fua amici tia^eferuix. Vuladislauad i ci molto il com piacque. c dopo alquanti giorni quando Giorgio venne Buda, Io riceugratioirnente,e vi fecero iniicmelega perpetua.Onde in breueper opera di Gioannit-tunniadepadre del RMattia, Imo.. ano nell'arme riputato quel tempo de'priini Capitani d'Europa; il quale fpeflb haueua dato dcllerotteiSangiachi,& altri Capitani Turchi* & per mez del teforo, fedelmtc coiruatogli da Raufei, Giorgio fu rinueitito della maggior parte del fuo Srato 5 perche Gioani non gli reftitu il nittoj poich parte ne don fuoi Ca p ita ni, & parte egli fi ritenne perse: parendoli ci molto ragioneUole,poiciacheco la tua virtu,e valore haueua ricupera tojoltrache conofecua beniflimo la poca fede delDeipot,huomo che poco pi teneua conto della religione chriftiana, chedella Maumettana Il quale ftan do inmezo fra.rVngaro.eil Turcho,voltando(i con l'animo hor^nohorl^iltro,fpeiTo haueua ingannato ambeduejdi maniera che ncgliVngari,nmenoi Turchi haueua fatisfatto. Giorgio nondimeno airhora finie non curarli diqueftacofaj ne fu mai (co rdeuole degenerici j riceuuti daRautei. Anzi femprefi ftudi,&iadoperdiriconofcere>ediricompenfare tanta loro concila: Ondc(trl'altregratie, che loro concede )ordin,chein lutto lo Stato fuo,qua!queRaufeo haueflehauuto debitore alcuno con tumace,fenza altramen te ricorrere alla corte, e giuititia pu blica,potelTe egli fteflo farlo incarcerare nella fua propria cafa:& cjuiui tenerlo tanto, che fodisfattoThauelTe. Et perci molti Raulei ne diuennero ricchi, e la citt loro grandemente fu aumentata
>
Kaufei mento
no Giorgio i
tardona.
chrgioperme
Zodl G'o,Fiun
todelloRat,
firfemprma
toi{aufe,
il
Te
cuni
W
mmanode
quaFde sono
onfigHeri
di
R E G N O
:
Giorgio.
Topica dona*
orgo.
cuni particolari gentil'huomi ni Raufei I quali partendo egli da Raufa, continuamente gli haueuanio tenuta compagnia; fra qua^ furono Damiano de Giorgi,&Pafqual Giugno dcSorgo,cogno minato Bieglia.A' quali Giorgio diede vfHtij hnora ti nel fuo Sta to> mailme al Sorgo, il qualeapp diluirebbe vffuio del primo configlierc Onde ancora fi vedenella Rocca di Sa mandria l'arma de Sorgo, laqualc Giorgio fece iui porre pcrmoflrare la gra
.
le terre
di Topliza,
chiamata an,icamente(comevolc Giacomo Gallaldo) Tricorncfij. I quali luoghi volendo il Sorgo tornare poi alla iua patriarca de per gran fomma di danari vii Barone di Rafa .Il che vedendo Damiano,lo riprefe, dicendo, che in quello ne m offra u poca
Rispofladegnad'vn vero
Turco di breue doueuaarfaJircla citt di Rat* Ma egli (comevero cittadino, epa trio to) rifpofe,cheairhora ja principalmente conueniua aiutare la lua patria, quando ella ftaua
prudza,pofciache
.
il
per minare;
fi
tene-
uafommohonore. Ondcprcfo commiato dalluo Signore, ven* ne Raula, portando feco gran teforo: et Damiano rcll in Rafsia
apprefloilDefpot. Ilqualc fendo in lega con gli Vngari, Caffan Bafla Beglcrbego di Romania, e Turahane Bego furono aflaliti
nella valle di
Rotta dattaal
/*
Turchi nel
Afnu
wnteim.
rate.ImperocheilCaramano intefa quella rotta^iubitamcntelcu l'armi ctra Pto,e Bi thinia Prouincie,che teneua ilTurco in Afia* Il che diede gra terrorcad Amurate,-il qualedefidcraua molto di fac pace cl'Vngaro. Di quella occafione Giorgio Dcfpot fi valfej&s gli mddire, ch'egli hauerebbe ci fatto,& datoli ancoradi tributo la mit dellintrate del fuo Regno, con efTerli apprelTo perpe* tuo amico,e cfederato,ogni volta ch'elfo Amurate fi rifolueffedi redimirgli tuttclc terre,chc gli haucua occupato, & i figliuoli che appo di ui teneua prigioni. L'Ambafciadore di Giorgio hauendo quello cfpolloin presza d'Amuratc,egli lubitamte accett il par tito; & promif di far quatoera flato ricercato da Giorgio. Ilquale hauuta di cila noua,pa(s inctantcinVngariaje pollo auati di Giorgio fpa* VuIadislauo,gli parl in quella stezaL'ImpcndoreAmuratetief ^orca ( ScreniflimoR)c ti priega farefeco trieguajche fatto qfto, 7ari &umH0
I
rate*
egli
uoii.Ondcfemevoraiafcoltare,ndubioalcuno,chefaraiqua
DEGLI
to
il
.
SLAVI.
Barbaro cerca Imperochc quello modolecofetue faranno meglio ordinate perla guerra. Etlepoi lo voraidi nuouohollilm mente affa lire, con maggior facilitala vitto ria reftar appo di te . Vuladiflauo intefe che hebbe quelle parole di Giorgio, gli proniifdi farlo volentieri;&perfuo configlio mand chiamare l'Amba feiadorc del Turco, in preienza del quale fi doueua fare quella tricgua,e relhtutioncdel paeie di Giorgio. Amuratefpcd per tanto fu bitamentcl'Ambafciadoreconautoritdifareqella triegua^'altto, che hauelTerofrloro capitolato. Onde (tra l'ai tre cofe) fi vietauachegh Vngari nonpoteflerinfeilareil paefede'Turchijneme
noqueiti patTare il Danubio per Taccheggiare il Regno di Vngaxa. li che fu fermato dall'vna, e l'altra parte, & a Giorgio furono leftituiti i fuoifgliuoli . I quali com'egli vide accecati fu oppreflb di dolorein maniera, che (come fi legge ne gii Annali de Turchi )
,
^T/SLo/T
Giorgio.
r
re0
,
dunque da
rifiutare
Cureo
Chroniche diSlefia,
il
quale fcriue,che Giorgio dop la giornata fatta Varno reconciliatol con Amurate,ricuperaflelo flato, cio il terzo anno dop la
Vittoria di Vuladiflauo con tra Carta n baia.Imperoche cofa chia ra, che nel 1443. hauendo il R Vuladiflauo per beneficio della
Chriftianitrotta
la
lui
Chriitiani:
&
ch'egli
mai
volle ci
fare,adducendo molte apparenti ragionicene da quello lo retraheuano; {perando di fatisfarc alla fine co'l denaio Vuladiflauo, per jioneltere andato feco quell'i mprefa mandandoli fpeflo adire, chevedeffe bene quello fimetteuafarc, ne fulfe facile muouer Farmi contra il Turco, lecui forze erano quafiinfuperabili. Ma vedendo che con tutto ci Vuladiflauo perfeueraua nella iua opinio ne,eglifivoltfauorirelecofedelTurco,-s peramoredella figliuola,sancoraperrodio,chcportauaGioanniHunniade.Impeiochcnonpoteuahauerepatientia,ch'egli fi hauefle ri tenuti quelli fuoiCaftelli in Seruia.Intefo adunqucl'apparato,chefaceuano gli Vngari,ela venuta di Scandcrbego,qualveniua in aiuto del Re Vuladiflauo,li ferr i paifi per tutte le bande, per impedirgli viaggio.E indarno Scanderbego fi sforz di auifarlo per Am bafeiado:
Giorgio spe*!? al
Turco
S'
>..'
ri,
gli difpiacere,
che egli
Volcffc farfi
se l'armi
teta ii pa fr ^ scanderbego.'
Te
di
w
di tutta
G
&
;N
efTerc per
O
hauer turnici per fcm*
rVngaria,& Y Albania,
pre,& da vanti, & da dietro, feal preferite non lo laida (Te liberameli te pa (fare con le fuefquadrc, per andati! congiugnere conl'cif^r* cito di Vuladiflauo: tchc non lolafeiaffepatirqualchcgrauedno, la qual cofa fuile poi di danno lr>c tutto ilfuo Regno. Etef-
fendocgliinamcitiadi Amurate folo pcramordella figliuola, & che haucua ben aliai efpcrimcntatala perfdia del gencro,& no vo leffefcordariirle'bencficijriceuundagli Vngari. Non effendoque ile cofe di vtilit alcuna appreiTo Gtorgio$n il Caftrioto vedendo hauerefperanza alcuna, f non ncll'aimijbcn cheglidifpiaceua,& parcuagli cofa pcricoloia, che di lcaminciaffero le fatiche dclli gucrra,percheferuaualcfrefcheforzedi fuoi con tra il regio eflej cito. Pur gli parnecofahonorata tentarefcpoteuaaprirlaviaconrar mi, Ma meuttechcfAlbancle per moltiincmodi ri tardato ne li confini di Mcfia,& il Defpotcpi tofto tardailviaggiodiScander bego, nonchel'impediica(imperochcla virt pertinace del Capitano hauerebbe finalmente pailato,ancora lenza fanguedi foldaVuladiflauo parte inanimato perlelctteredi Scanderbega,parte menato dclfuo dettino (checo-
ti,&hauerebbe vinte
traheua) pallata
tutte le cote)
s Io
Valachia,& fuperato il Danubio, con legti Chriftiane era pcruenuto a Varna, acciochc di lpcrluoghi piani > & per viaggio pi facilccon le bandiere militari andafle nella^
la
Romania.QuelloluogocampcttrcnegliconflnidcllaMeiiapo
fio dall'altra parte, nobilegi
VuladislaMom
tempo affai
fava*.
d'Amuratc, retto miferabilmenterotco,&ruinato.Qucfta col intendendo Scanderbego,che ancor era ne'conflni di Me(ja,ne liceucttegrandiflimo dolore; purda poi chel'hebbe ben penfato, deliber di ritornarienedictroconlefuc bandiere. Etacci
il
d< loie
non fuffeal
T*efeiiGior+
Z'o rumato da
Scanderbeg>
Giorgio diman
da4mtd*lc
neror
Dcfpo traccheggi largamente ogni cofa; il che (esultarono r & & .9 .^, b .^. rarancorgh altri Cnriltianiiuoi vicini. Giorgio per tanto trouandofi in grande calamit , mand al genero Amurate dimandar aiuto,dicendo , ch'egli non haucua mai mancato d'aiutar liTurchi etiandio nelle coiedi(perate,& co*l proprio pericolo haucua foccorfo iloro bi(cgtu,& co'] proprio fangue nei tcmpi>chc i Dei
c
,
.
foli
D
fol
i
Ef
GLI SLAVI.
,
33}
haucrebbono potuto a iutarc:& co il corpo del fuo Regno egli haueua copertala futura ruma delTOttomano,cV con grandilimi incommodide'iuoi prouinciali haueua lungo tempo tra tten liuto le (quadre Albanefi
non
t
fi
fuflerocongiontecon gli Vngari, 1 quali erano dall'altra parte di Mefia,& con grandiiiimodeiidenora(pcttauano -& haueua mel;
ili corpi dc'luoiperbaltioniin contra Scanderbcgoj&cheAmu rate donerebbe penfarc, indie modo fi trouarcbbonolefuecofe,
fecon diligenza egli non haueise impeditigli aiuti Albanefi , che non fi co ngiongellero con Peflcrcito Vngaro, hauendo hauutala vittoria cos fanguinofa dall citerei tofolo di Vuladiilauo. Diceua ancora Giorgio , che per hau^r hauu ta comnafsione la Tua fortuna, egli haueua concitaticontra s gli odij e gliVngari, &levecchienimiciticdi Scandcrbego,& Tarmi di tutti i vicini, &cheper merito di quello hora egli patiua la pena , & ci era per hauergli fatto beneficio. Et che non pareua Scanderbcgo che Amuratc fufTc fiato vincitore ne la giornata contragli Vngari, cos con le fuefquadreordinatcandauahora nelifuoi confini, hora nelicon fini de Tuoi amici di modo che d'ogni intorno fi vedeua circondato da Thoftil'armi. Da vna parte da Vngari, & dall'altra da'Albancfi,& chehoramai no li poteua fopportare ellendo di forze ineguale,fe il genero non togliellela cura delia fua protezione, al qua lecgli nelliluoi bifognihaueua fatti tanti beneficij .Quelli lamenti, &maisimamcnte il frelco merito del Deiporo,moifcro Amuratc, il quale era inchina to fare la guerra; & (ubi tohauerebbe fatto fcriuer le genti, cV apparecchiar l'armi, (e non fule fiato, che nella guerra de gli Vngari era mancata grandifsima partedi foldati & la rotta nuouamen te accaduta per la ruina egli Albanefi, gli haueua tolti ancora molti al tri, & poi per eiTerhoramai vecchio, egli de fidcraua Viucrilrcftan te della luavitain pace. Tutta volta non rcft di confortare Giorgio, promettendo di venir in perfona,efar vendetta dell'onte riceuure da (uoi ninnici. Ma finalmente non fece altro. Et volendo Gioanni Hunniade fare vendetta de' Turchi perla rotta hauuta da loro Vania, fenile nuouegenti,con le quaVi peruennefino la Citta di Seuerino:& dop elTerfi fermato neilariuadel Danubio, mand li fuoi Ambafciadori a Giorgio,ellortandolo,cV predandolo (come pi volte haueua fatto) volcr'vnir fi (eco qucil. honoiata, e fan taimprefa, ricordandogli qua ti be:
cio.uunn'tade
fi
mette
afa
furebu
neficij
m
neficij egli
RE
G N O
haucua riceuuti da gli Vngarijverfo i quali moftrarfi in grato, era cofa molto empia. Etchedellaguerranon fi poteua f non bene fperare,poi che non vi mancauano denari, ngente; hauendo nel Aio esercito venti due mila foldati, oltre gli aiuti de'Valachi. Di modo chea quella efpeditionc non fi chiedeua,n li mancaua altro, eccetto lui, ch'era Principe di Rafsiaj col cui configlio,c portanza f quella imprefa era aiutata , non fi poteua defiderare altro; Onde ftrettamentelopregaua,.chepofteinordinelecoropa
gnicdellifuoicaualli leggieri, venirle feguitarlo
.
Ma egli fenleu-
& peggio
modi, e vie fi
Adducendo,
la
gli Vngarir
Va inuidia alla
virt delUun*
mode
niun modo, per non cadere di nuouo nella prima miferia. Quelle, & molte altre ragioni adduceua Giorgio per non en trarein Lega con Gioanni ; al qua le in effetto haueua grande inuidia. Peroche non poteua (offerire, cheGioannifoffeprcferitoluinelgouerno del Regno di VngariajV Ci vergognaua ancora,ch egli,cheera il Defpoto,& Principe
con Amurate, a
cui difguftarenonvoleua
mh
miccia a Gior-
gio
Ciorgio mari'
da ani/are cinturate
delle
cof de'Gbri'
fiiani.
nacciandolo , che, Te Dio lo faceua vincitore in quella guerra, egli conlelue proprie mani (com' coftumedegl'Indiani) hauerebbe troncato il capo al perfido,&ingratoDefpot5 & dato il Regno ad vn'altro,che farebbe pi degno di quello. Si mette adunque fubita mente nel viaggio pervenire in Bulgaria ; & pacando per iaRaf(a,quella guaft,come s'ella fu (le (tata il paefe dc'nimici. \4aGior giotofto che s'inuil'Hunniade,confpcfsinuntij mdauifare Amuratc della venuta degli Vngari, & del numero di gente: il che egli faceua parte per inuidia, che (com'detto) haueua Gioanni, e parte perfare cola grata ad Amurate,fperando in quefto modo co (ruarfi lungo tempo in pace con lui. l/auisappreffo.che Gioanni haueua paflato il Danubio con poca gente, e che da lui non temeffe in conto alcuno, malafciandoloandarinnanzi,gIi lcrraffc poi da dietro pafsi; che fatto quefto,niun diloro hauerebbe potu to fuggire. Quefto configlio del Dcfpot Amurate vd volentieri , e per non and fubito incontrare il nimicojmala(ciandolo pana re pi oltre,egli lo feguitdue,e tre giornate dadictro,& dalle ipalle
i
gli (err
pafsi,acci
dietro. Etgiambeduc
DE GLI SLAVI.
fa to,lo sforz
W
Rotta data
glieQerciticranoperuenuti nel campo Coflouo.che (come diccrn jno) e pofto x confini di Raisia,& Bulgaria :oueftaua l'Hunniadc aipectandolegenti di Scanderbego.Etil Turco, chedi ci craaui-
ad affrontarli {eco battaglia, nella quale quantun aliceli Vneari fi fodero portato bene, & menato valentemente le *? j n r li C xnanii nondimeno iuperatiallahne non dal valore, ma pi tolto da gra numero di nimici,rcftaronorotti.Douecaderonode'Chri ftianifolamcntcottomila,& de'Turchi trenta quattro mila Ma yedendo l'Hunniade,cheGioanni Zechcrfigliuolo d'vna fu a iorella,era morto nella battaglia, molteinfegne militari preic,l'eflercito poftoin fuga,- lafciando ogni cofa,& egli fipofe fuggi re, &c
t
I
Humladeinci
pocoflouo.
andare folo a cauallo peri luoghi deferti non hauendo mangiato u beuuto coia alcuna Et vedendo ch'il fuocauallohormai veni- ^uTfuvJir u a mancare,!o lafci andare, & egli caminando cosi folo, arriu job per i tuo* ad vn colle ; e vedendo che vn Turco corrcua iui appretto con vna & hl ^fat*
,
.
lancia in
vnapalude.Ondepoi vfeito entr nel paef di Giorgio Defpot,oue fu incontrato da due Rak Cani, i quali cominci egli prometterecofe grandi perche lo
fugg
,
mano,
critiros in
co nducefTcro a Belgradi. Al quale efl prima diedero da mangiare, poi promettendoli di condurlo dou'eglivoleua, fi metter feco in viaggio, hauendo per fempre mira di ammazzarlo perlaftra da. Onde non hauendo ancora fatto molto viaggio, gli pofero ^jj[allt0da man adotto, per vedere s'egli ne haueua coia alcuna. E trouando vna Croce d'oro, quale gli pendeua dal collo, gli la lcuarono f-& mentre iranno contendere infiemeperquelIa,Gioannivcdendofi appreflo vna fpada loro,con gran preftezza la piglio; e ferito vno di loro alla morte , l'altro fi falu con la fuga Ma Giorgio Defpot %SjS??
&
banditore per tutto il fuo paefe; cfcriffealli Gouernatori della fue terre, acci niuno degli Vngari laiciattero pattare per il fuopaefe f prima non Io domanil
mand
iemmam.
dauero chi egli era,e donde veniua* lafciando andare liberamente tutti gli altri, che iaranno d'altra natione; Etfperauentura tro* uafTeroGioanniHunniade, che lo facclTero venire alla fua prefen-
adunque delle prouincie fecero vn'editto tutti li lor ludditi,chc qualunque Vngaro lari trouato,fubitamente fla condotto auanti di loro e chiuuque haueiTe trafgredito quello ordiner faccua no moriremolto crudelmente. Ora dunque trouando
za.Li Prefetti
:
fi
fare:
E vendo iu
vn
ftt
G N O
vn luogo di Radia, douc alcuni villani flauanolauorarilcam* po,prelc volta di loro,dimandando perche glideflcovn poco di pane. I quali vedendo che egli era Vngaro,e che dimandaua di pa ne, rifpofero IIpanehabbiamo( amico noflro evi far dato al Voftropiacerej ma cosi vole l'ordine, ecos ne sforza il comanda* mento dei Principe, chetuttii modi ve dobbiamo prefentareal magistrato della Citt, per conofeere chi fete .Il quale quando hr uerci fatto ambitamente vi lakiarandare al voilropatie, ne vi far difpiaccre di forte alcunaJmperoche cercano (comecredema) Gioanni Hunniade, e non altri. E detto quella, quelli villa rumori
:
?T?^r
**
lolafchuano
maligandaloilretamente, l'afforzerno dir,econreiiarcal pi vecchio di loro, come egli era lHu.nnia.r de.llqualegliprometteuagran cole, felo guidauano Belgradi i fenza menarlo al magi (Irato, Quello adunque, ch'era il pi vecchio frloro , Io conobbe &promife di condurlo iilefo cala & pales alli iuoi fratelli, chelui era l'Hunniade, comandando t.u*~
partire das
:
e alla
tardalo
menarono
in vna
il
ilari -
za,doue teneuano
(parere
i
il
fieno,
giamo
Ma
il
Eeondetto
de'qualifdegnatofivno,andriuclarei cofa al magistrato , il quale mandata la fua Corte, prefe l'Hunnia* de,&legatolo,il mand al De(pot>auifandolodou'era flato trouato .Giorgio hauutolo nelle mani, lo tenneprigione per alcun temi, p nella Rocca. Doueegli ftando,perfuafcal Capitano della Rocca , & ad altri , che ftauano alla fua guardia , di vnirf (eco ; e fatto
l'impeto nella perfona del Defpot,far( patroni di quellaCitt Ma la cofa finalmente non reufej perche vno de' cogturati feopr que
.
He in lidie Giorgio,- il quale fatto morite tutti' quelli congiurati * dopalquantid lafci l'Hunniade, con patto eh' il fuo figliuolo Mattia doueffepigliare per moglie vna iua nipote figliuola di Vldrico
li
Caflelli,
qua-
Giorgio lajcia
TtimnUde?
Et perche Giorgio furie fecuro di qutohaueua pattuito co PHunniade, volle che egli li dclTe per ila tico il fuo figli uolo Ladiilao. Il chehaudo hauuto,l'Hunniade fu lafciato andare in Vngaria.Doue dop hauer alquto ripofato,eri ft r 3tofi di tate fatiche, fi volt far vedetta contra il Dcfpot,la cui
Tur
DE GLI SLAVI.
337
-pAe e d goyf
fattorc(tcrcito,aQ'aIlctcrrcdiGiorgio,brurcilcvi]Ic,guaft!eca
pagne,efpugn le Citt;efinalmtc occup in breucquacopoiTede g* 'fatuo HHm *de u Giorgio mqucl Regno. EtvoldopaflTarcpiu oltre aita ruinadi Rafsia.gl'Ambafciadon di Giorgio l'i n co crarono^eip canea me te glircfticuirono Ladiflao fuorghuolo,preientato da Giorgio regia inte,fupplicado appretto a voler ceflarc da tate ruine,e rimetter Pi
*
da
rifoluerfi quel-
Tuoi Baroni
Z. Giorgio, fanno
pace.
Vngari.che r riconciliarlo col Delpot fi erano pofiidi mczo,s'ac b s J r per r> ^-xt i> cheto, & fece buonapace con Giorgio, e torno in Vagarla* l anno
IMf,,
'!
rf
I448.&quartodclgouerno del Hunniade. Ma Tanno fegute Amurate di nuouoprele l'armi con tra Giorgio Defpoc. Imperoclle haudointcfo,ch'egli haueuahauuto inmanol'Hunniade, e che Thaucualafciato andare, fi crucciaua molto. La onde deliber di ci punirlo. Et mandato Frigibego con lederci to di quaranta fette mila cbatteti co ni di Raflia,gli convid che quato primacer1
^murate mo
ne l'armi con.
traCl9r&10 '
fi
palla to
fu deftrutta. EtchepoiquindiaiTaltaiTeil
fuoco. Frigibegoclfequ quato gliera ordinato. Et primieramte fece cdurre da' luoghi vici ni gra numero di murator>& ^Itri arto fici t perrifare,efortificareChryfonico,vietdo che ninno dellUuoi frqueftomczo ardifca difaralcuu infulto crra li vicini,accioche li RalTiani non venilTeroguaitarei Tuoi difegni.Ethauendo fatti quefta citt argini* folli, & baltioni,di modo che pofta dentro la guardi a, faciline te poteua refiltcrc a qual fi voglia a (l'alto de' nimi ci,fivoltdeprcdare,eIargamcntefcofrereilpaefedcl Defpoto. tf quale molto perci isbigottito,nonfapcua quel che fi fare, Recon ailiaresilTurco non po,teua,fenoncongrTceIcratezze*emagv
Gtn<$*['
ioda j$pfc4 s *
.
refi ltergli, fi
uorcdclHunhiadeiilqu^lejfpeua bcnrfeimoj di hau.erspftUcvN vedeua altri chi poteua ricorrere. Tutta volta fi con tel pi tolto patire tutti icUfagijChelatt^wialla feru.uu.crudelifsjma del Tur co. Onde fiwaJmre ricotte all'aiuto de) Hunniads, tutto cheto faceflecongrdcrifpeito'. All'hora Gioani s'offer di a intarlo molto volcticri ^ Irapcrochs vedeua che s'il Barbaro s'im padroniua della Rafsia,gli V ngari lo vederebbono del continuo feorrere in fino a le cafe Vu
M
mnniadefaccorrela
' lth
R E G N O
adunque fubitamcntc vn buo apparato di gente*
feruitio della
$*
RepublicaChri {liana ogn'ingiuria,e offefa,non mad altri Capitani, ma egli ven ne in pedona (occorrere l'ingrato Dcfpot. Tragett il Danubio appretto Samadria; & entrato nella Raisia, accopi le Tue genti co quelle di Giorgio ; & marchiaua gra giornate, per aflalire all'i mprouifo l'inimico.Ondc il quarto d s'approfsimarono i Turchi; &entrdo nel territorio drChryfonico,fubitamenteappar il gior no. Oue tra lVno, d'altro efferato nacquero(comcfuoleaucnirc) alcune nuuolc, che proibiuano la vilt dell'vno l'altro. Ma finalmce fendo quelle disfatte da railolari rifpldcrono le fquadre armate alla prefenza dell'inimico, eda lotano fi con obero l'in fegne delHunniade. Li Turchi per quella improuifa venuta de' Chriili ni, fi perderono d'animo in maniera, chegi pinopfarono d'ar
Ekordata, e rimetta 1
rrgbcgo rot*
to,&prefvi
mico:maciafcunoattdeuadifaluarfic5lafuga.LcuatofubitamS te adunque il tumulto, tutti fi pofero a fuggirei quali furono fegui tati dalli caualli leggieri, chevi ammazzarono molti, e prefero non pochi. Ma (oprauenendo la notte iChriftiani tornarono indietro^ &liTurchis'afcofcro perle fel u. Frigi bego co molti altri perfonag gif^prefoviuoEd'Hunniadehauuta quella vittoria,vennc Vii
quale egli arfe come quella , che pi volte era (lata cagione di molte guerre. Etincontanen te tornato in Ralla, edonatt i fchiaui al Delpot , venne trion-
vidmo hugia
dino
citt di
Bulgaria
polla al
Danubio,
la
tqdaHkmia-
fando in Belgradi. Stette Giorgio fottok protettioncdcgli Vnga ri molto cheto, ne li Turchi oluanoaiTalirlo cos fpelTo ; fino che Maumette, che fueceilea-d Amurate fuo padre, hauendo eipugna
T
h^afhltiod*
ta ' a citt di
il
Regno di
Raisia*
Maumetc*
Mododidifferare l'artiglia-
&poftofi prima all'aiTedio di Nouobardo , il quale cbattutoch hebbecgrofsi pezzi d'artigliariajqual faceua diierrare rn su veiifo^ Cielo acci le palle cadetfero gi fopra quelli della Citt, il quaf
,
d*
jkTalwrtft*
dentro,fcgliarreiero5lchcf)of
,
Tiouobardo,
che fu l'anno 14/4 come fcriueBonfnio al 8. libro della 3. Decade; Maumetcfacta lecita delle col pi prctiolc, & dc'pinobili di quei terrazzani lafci gli altri habirarc in quel luogo , per cauare le mincre de
metalli
DEGLI
metalliche iui
Ci
SLAVI.
,
w
ckamca*
tfr^FJ-
trouano in gran copia, & delle qualiliaucua hauu to gran rendite Giorgio Dcipot. Il quale intefi gli apparati, chefa ceua il Turco, dubitando dello Statofuo,e della itcia (u pedona, guarnite le lue terre, pafs di nuouo in Vngaria per dimandare aiuto . Et non Vi cflendo il R Ladislao, andtrouarloaViena. ldouefi trouauaetiandio Frate GioannidaCapeftrano dell'or-
&
<
".
J^Unoinhc-
mand dire,chequado non gli fulTemolefto volentieri s'abboccarebbe feco ; & riipondendo il Dcfpot , di volerti trouare vn glorilo inficme,egli quando furono ragionamento, con efficaciargo menti glicominci prouarc, chel'opinionc della Chicfa Romafu circa la religione, era fantasima, nle gli poteua dire incontra vna parola. OndeciTortaua,e prcgauacnoDelpot.acciche conia fila gente tivolese vni re con la ChiefaCatholica Romana. Acni ^r r * r rr n 4Giorgiorilpole:Iolon valuto nouanta anni in queltaopinione> chedalli mei maggiori da fanciullo nell'animo mi fu impresta ; appretto dc'mei popoli (bench mal fortunato) fono femprc flato
mt
'
tt Giorgia fatta
^.^y ^
tCapiftrano.
&
riputato la uio,al prefentetu vorrefti,chevedutomiciTi mutato.credelle ro che io aggra u to dagli anni haueiT perduto l'intellettoj&
(comeda volgari fi dice) fuiUribambito & io ferrei prima per abbandonare la vi ta,che partirmi dalle traditioni de mei predeceffo
:
ConlcqualiparoleipiccatofidalCapiftranOinhauendopotu to impetrar cofa alcuna dal RLadislao,pereiTergrandcmentccotra dilui adirato veduta tanta perfidia; prcla licemia,mal fa tisfatto torn inRafsia: dando manifefto documento, QVANTOpericolofa cofa a (Tue farti, e o*l far den tro l'habi to,alle opinioni falle. Ri tornato Giorgiodunquccafa,intendendochcMichel Zilugo,la forclla del quale haucua per moglie PHunniade, & che all'hora era deputato alla guardia della terra d'Alba , che per nome moderno detta Belgradi, montatoinficme con Ladislao fuo fratello in fu le
ri.
Ladislao zilu-
alla volta
loro ccr
&
*ff*Hto,
&
to
j-
i-
^lanu
morto da Raf x J
Vedutoti Michel ailaltarc da Rafsiani, gittatofi fubito della Carretta, ciTcndoli apparecchiato il cauallo, montatoti s,&aprendotila via con l'armc,con la fuga ti falu,- & Ladislao fuo fratello trouatoda Rafliani in fu la Carretta, riceuute molte feri te, vi rclt
viui.
Vu
ria
w
?iariceuuta,&: la
R E G N O
i
morte del fra telIojmefTo dietro al Defpoto molte Ipie ,andauacon diligenza eflrema inueiligando progreffi Tuoi i
Ethauendohauutoinditio,comeandando Giorgio nuedendo le fortezze, doucua paflarein breucfperlariuadel Danubio; mck lofi fui camino, onde voleuapaflarc,con buon numero di armatiy fubito che fi fcondotto a quel luogo,fcopertofegli a fronte, & co erande impeto affamatolo, hauendo^li neldefenderfi tagliate due 5 r
dita della
ckeUzilugo.
Trapafa
qucJUvtta*
di
mati deltra, alla Irne lo rece prigione. Dalqual nicatato{] con grolla fomma di danari,& riduttof a cala, non haudo mai potuto riilagnar il fangue,che dalla mano tagliata al coti mio Ver- iaua, in breuc tempo mor, l'anno 1457. Etqueflofil fine di Giorgio Defpo t di Rafia. Il quale fu h uomo di bella fla tura di co
ir
ir
p, &haucualaprefenzad'vna
inconHantc
ri,
nelle fitetQ
macft,dieloquza,&digr* uit del parlarc,quanto mai fuiTe vn'altro, di nobile famiglia&art tichifsima. Ma poco collante nell'anioni fuc. Dop la cui mone Lazaro fuo figliuolo, il quale ad infiali za della fua madre, v iucnd# ancora Giorgio fuo padre,prcfo haueua per moglie la figliuola di
bella
oftantechela fua
ma
cedcnclrcgno*
simarita cola
maj
go*
7>aleol$'
s fa tributario
del
na fa uonfse Gregorio fuo fratello maggiore. Il quale vederi j-j jlo L r doli ngiultamentepriuare del Regno,con buonalomma didana r j ncorie infieme co'l fratello Stefano Maumettc. Il quale gli a kg no vna piccol parte del paefeper poter campare honeflamente la vita. Et fece pace con Lazaro, il quale f gli oblig a pagare venti nula feudi del tributo ogn'anno. Giorgio haucualafciato nel fuo
ceilamento per gouernatrice dello flato dc'fgliuoli Terina fua moglie. Ma Lazaro non contentandoli di quello, perfarfipadronc
Turco.
Urina Defan*
auclenata
dal
La
*zaro."*
^Lazaro more
ie
rSo
piene*'
timor di Dio, aueren la madrein vna! Lattuca. Diuulgata chef quella fceleragginc, la quale Lazaro ha^ ueua commetta , vennein tanto odio appretto de' fuoi vallali , &'a gli altri vicinijchc Maumetteprefeanimo d'occupatela Rafla. La qual cofa intendendo Lazaro,e temendo dell'etterato di Maumei laida t e,s'amal di dolore,& toflo fi mor fnza figliuoli maiebi do iolamente tre figliuole femine, Maria, Erigni,&Miliza Dclfe quali Maria ancorinvita del padre fu maritata con Stefanovlti mo R di Bofnu. Et laltrcduc vennero Raufainfiemecon lama ^ rc > dop efTere Hata fcacciata del fuo Regno . La quale marit
bacchetta.metto da parte
il
: .
Raufacondne
fatmole.
Engni Gioanni Duca di San Pietro in Galatina,& Tal tra Mililadiedcper moglie Lionardo Dcipoto di Larta, Quclbunogltti
di
DB GLI
di L'azaro
il
L
di
AVI.
941
la
chiam Helcna ,
la
Giorgio cercola cacciare gUy^lnc** li quello Stato.Maleiracedoncorfoa gli Vngari,f difeia gagliar traGregorio. damentc. Li Railianifpron a ti forfe dall'odio, che le porta uano , crearono per loro Principe Mechmotte fratello di MicheleTurco, il quale per vn pezzo fi era trattenuto nellaCorte del DelpotdiRaf fi a,- al quale diedero etiandio il goucrnodellacitt di Samandria; Mtch**etc?r
"p* Wd**'
cfiglio,con
egli
il
nopcnfandopuntoagPingaai,vennevolentieri.
vide dentro, lo fece ligare,&poicosligato lo
Ma ella, co-
.^
ne da
me
il
mand in Vn-
Helm
garia,&iui fu incarcerato. All'horaMaumettelmperadore Turco, vedendo in che termine fi trouauano lecofe di Ra(lia,e Seruia,veu
Ile
^avSamandriapre
{*
con
l'efferato
contraSamdria. IlchcintenVendolifuoi
citt, l'incontrarono perla via,egli
citta-
prefen
**
hiMm*
rarono le chiaui della Citt. Ai quali egli don molte cole, chi danari 9 cachi molti poderi; & la moglie di Lazaro lafci andare
n'and in Vngaria. Al tri vogliono, che querta Citt fiaftata da ta al Turco da Stefano Rdi Boina, il quale come genero di Lazaro,&fuc ccfforencl Regno di Rafiagouernaua dop la morte del fuocero ogni cofa in quel Regno- Gregorio fratello di Lazaro veddo che Amuratcccrcaua occupare d; tutto laRafsia ,fpauentato forfe fi fugg in Vngaria,ldoue fi mor fenza figliuoli legittimi $ lafci Gregorio ebbene Gioanni con alcuni ajtri fuoi fratelli baftardi Cos Stefano fugg in Albania, doue effortato dalli fuoi, prefe per moglie Ange lina, comealtri vogliono, Teodora,donna virtuofa, figliuola di Arianito fuocero di Scandcrbego,- affine chelacafanon redatte sza heredfS Onde egli lafci dop la fua morte tre figliuoli mafehi che furono Vuk, Giorgio, & GioSnni, & vna figliuola, chiamata Maria , la quale fu poi maritata Bonifatio Paleologo. V. Marche VuK mP*tedi fedi Monrcrato.Vukreulc>-huomo prode neirarm,&diciipef- pJdcmarme. fo ne diede ottimo faggio. Et trl'altre l'anno 1 484. elTcndo entrari fetta mila Turchi nella Croatia, Carinthia, & Carniora, per faccheggiareiui alcuni luogi, doue fi faccua il mercato, e fatto vn
tutto
;
iHuo
tcforo.
La quale
le
compagnia
di
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di
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R E G N
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Bernardino Frangipano , & Gcrct Bano, afTaltatigli al fiume Onuuyzc , cauloro dalle mani tuttala preda, eli tagli tutti pezzi. EtelTendo R Mattia in guerra con Boemi, quello VuK(
r
9fi in dtno i*
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*
porto in quella guerra tanto bene,chc daR Mattia hebbe ir donovn nobil Cartello, chiamatoFeiczco. Gioanni non lafcialwm)fi
nando Frangipano, &madrediStefanoContediModrufa,& di Catarina moglie di Nicolo Bano di Sdria. Entrato adunque (co*
M/*^iV
fata d
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ropofTeduto haucua. Impcrochc alcune di quelle terre s'arrefero d'accordo,& altreegh prefe perforza efsdo flati vani tutti gli sfor %\ de gliVngari.chepi volte tentarono di proibire il palio in Raffi a Maum ette. Onde Carafagio Cardinale di San t'Angelo,che in quel tempo trouauaf ncll'Allemagna , ftatoui mandato da Pap Califto,pcr fauorire le cofcdegliVngari,pcr conforti diquefticrt trcon buon numero di gente in Rafsia, per vedere f con l'autori ti fua p tcua ridurre quelle genti alla diuotione de gli Vngariietr uato che Turchi di gi f n'erano infgnoriti,fcndofi Rafiiani( com' detto) dati loro parte volontariamente, e parte perforza , dato volta dietro, manc poco, che novi reftafe prigione,- &hauendo hauuto gran ftifnculta, nondimeno fi condufTc faluo Buda. Et di Rafsia
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Ludouico 7?? ctVngaria
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TV%ARTCO primo Re incoronato di Tofna fua moglie JE LZJl, DA^lSClA ,fuamoglieZVlETlZA. OSTQiAy pxiwabebbe per moglie GRVBsA &poi prefe 1ELIZA, /ugidiHARVOIE.
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REGNO
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Mo/hefi vengo
quihabbiamotratrato lecofde'SfgHoriy& R, che dominarono anticamente nel Regn di Raffila, & nelle Zentc,conhaucr tocco ancona ramigli*
poli
di
Tbra-
parlaremo de pignori, Baili, &tR ^i Bofna.Ma prima che palliamo pi oltre far ttcccffarioftdtrel'C? r ig me de'Bofnefi. Iquali((econdo cheriferifee Carlo della Vvagria
al 3.
da
vengono da Befsi popoli della Tracia 5 & qfti (come feri uono Solino, &Herodoto)habi tarono al fiume Nello chiamato da Turchi(comevuolePietro Bellonio)Charafou, &daGreciMeftro. Liuio,&Strabone metteno gli Beisi prciloil
de
gli
Heneti
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mon-
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ti;*deBej[u
(lcriueEutropio)f
Vfcudama,da Ar-
rianodetta AndiianopoIi.EticcdoOuidiolchabitationidique-
Danubio,
1
uano
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tuttauia trauagliarecon
armi non
,
nonieflapureli V)cini,maancora
Onde
venneroa battaglia Romani fl>ef9 cquclli.ScriuonoEutropioalz.lib.deirHilt.Rom.EtGiorna- f u *"j* do Alano, che Lucullo primo combattin Tracia con li Befsi.chc portauano il vanto nelle forze, nel valorc,& nella famaj& con gra guerra gli fupernel monte Emo, e prefeJalorCitt Vfcudama. Narra SuctonioTranquilIo nella vira di Ottauiano,che quello Im peradore combatt con li Belli, & con quelli ne fece molteguene
pi lontani .Li
frglialrri
Romani,
fptflo
JtDioneal45.1fb. fcriue,cheBruttoeiiendofattoPrefdentedclla
Macedonia
con animo
&
di punirgli di molti errori per loro commeili,&peracquillar(i (ac ci pi facilmente potelleguerrcggiarecon Celare,
&con Anto-
nio
)I1
Rafcipohde,che in ci fecero ogni sforzoloro gli vne beniflima fatto. Etal 5 1.& 54 lib. dice. Li Beisi furoao in Tracia, eli trauaglieon l'armi M.Craflo,&dopdilui C. Luccio l'anno dcll'edifcarionedi Roma.739. gli aliali etiandio Marco Lucullo, cheiuc cefle Curionein Maccdonia,&M,Lollio. Da queltatanto adunque valorofanatione riebbero origine liBofnei, fecondo allcriieo no LodouicoCeruino nell'Origine de'Turchi,& ScbaltianoMflero,il quale nella fuaCofmografa al 4. lib. dice: Li Befsi viudoin difeordiaconi Bulgari in Tracia, & indi da loro fcacciati, vennero nella Mena tupcriore,coccuparonoquei pali,cnegiacionotra ilfumcSaUo>Valdano,Drino,&il mar Adriatico. Etauuennein proecllo di tempo, che nel nome della gentel'E.ll mut in O. Et de' Beisi fece Bofsi,& quindi Bolna.Onde s'ingannano quelli, che Vogliono, che Bofnefi tirallero quello nome dal fiume Bofna.Im L n. t perochequeito nume prefe nome pi tolto da quelta gente La <^ualc hebbe molto che fare prima che foggiogaie la Mefia. Impeiocheli mefi furono guerrieri, fieri, eoi uamodo fuperbi, come l rr ir pu vedere appreflo domando Alanojilqualc dice, che lendo venuto Martio Capitano de'Romani nel tempo di Celare Augulo,
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nefi gucrreg-*
che auenneetiandioad altri Siaui)Lettcrc, nperfonclct tcratc,chcfapefero metterein cartate cofe lro.Quefto Regno di Bofna,&quello altro diRafsia, iIContadodiChclmo,&lcZcnte,furono alle voltedominate da vn folo Sienorc , e tal hora furono fottopoftediuerfi patroni. Onde fendo, com' s' detto, Signor inCroatia,& nBofnaRCrefcimir, figliuolo delR Tieicimir* & nipote del R Belo,cgencro diZudomir, ZelemirBano di Cr^ atia,ilquale( fecondo che riferifee Paolo Scaligero) fu del 1509.& domin non folamente inCroatia,ma ftendeuaancorfopraDalmatia il fuo dominio. Dop la (u morte Trebellio figliuola di Bothodclla Scala prefe per moglie Mada fua figliuola,con la quale hebbeancor il dominio di Craatia,&Dalmatia: li fuceffe nel Re* gno Stefano fuo figliuolo. La citt di Raufa nel tempo del prefato RCrefcimirl'annoioj 5. intorno hebbe continuamente guerra quaf perifpatio di tre anni con quelli di Bofna,-nelqual tpo queita citt perde molti fudditi,& fuoi nobili cittadini, eflendo man* cateall'hora dei tutto alcune cafate,ches'eftinfero in quefta guerra
molte
Pja,
cafate
de nobili di&*
con Bofnefi.Fr quali regnando (come dicemmo) R Stefano, no pafs molto tempo, che egli ( ne mori , & li f uccefTe Vuchmir fuo figli uo!o,dop il quale regn il fuo fratello minore,chiamatoCre fcimir,del quale Vuchmir,&Crefcimir non lcriuolcvite.-Impcroche io no ho potuto fpcrle, n per fcritture antiche, ne p relatioac d'alcuno, folo queffco, ch'elfo R Crefcimir fecondo non hebbe altri figliuoli,che vna fcmina,la quale diede per moglie al R diVitgaria,chc fece figliuoli,& poi furono R d' Vngaria. Et fuor di lei,
1
&
R
fuoi figliuoli
di
Bofna
Breno,diOmbla ,& Malfi 5 fc bene altri dicano, che qucfti luoghi pi tolto da lui comperarono, & morcn-
quefto R Crefcimir
D EOG L
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I.
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Margarita
gin*
di
Re
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more * &auf*.
Stefano
di ci dura la
memoria Oradurquo
irti
<]Kcfti
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li
Croati,
& fofnrl
,
Banipcriorgoaerno.Ecallevlrcgouea nauatrutta:Bdinar vn;fola Signora, e tafuolta il fuo dominio era diuifo in mqlti'Sigriorit^c* Craviansr m, c|ualiciaicuo fi gouern a u da perse. OLCoife^tiandi mqiialcho na* .IAI.M tempo,chc venne ad vniril la Bofna col Regno di R jfla , & ed stia Croatia,& con il Contado di Chelmo.Nelqual tpofurano Tuarr* Queflo Culien harto f dei co Bano,CulicnBano,B,irich Bctno,c^ molti alrriMccofc&i fatti U99. -de quali non fono perueuutia' tempi n o ftri: eccetto eh e Bari eh h*a nclfendofi impatronitodel Contado di Chclmo,fcce guerra alla* Citt di Raufa,peralcune differenze, che erano -tri il Verconodi Territori* de*
Bofna,&rArciVefcouodiRaufa. Onderanno
rcfl*ercito,guaft
il
Kaufei guafla
to da Barichi
no.
contentandoti di ci, s'apparicchiaua di venire ancor Tanno (e* juentCjCredendoal fermadi poter cf pugnare laCittadrRaufa5&:
caccllare del tutto
il
non reftarono&ei di fargtcperreiiitergli.OndclaCitt.di DjoI cigno gli mand in aiuto 200. foldati con Nicolo Chcruich. Da Ca taro venne Pietro Bolizza con 400. pcrlonej& de* l'eraftiniven
ero i5o.huominivalorofi lotto la condottadi MilofcSceftochri
lich. All'hora i Rauli
&
1
Tcraflm
t
f c'
Cartono la cit-
con aiuto
di quelli
dt^ufa.
malfa di lei mila combattenti, gente tutta fcelt.Laqualeil Senato Rauieo diedein gouerno di Michele di Dorninico Bobali,huom Vcramenteincuifupari ilzelodel ben publico,Ja carit verta la pa tria,la fortezza dclTanimo,&: la cognitro ne delle cofe milita ri. Co ftui hauuto adunque quello carico , e presentendo che Barich Banohoramaifiapproflmaua a' confini di Raufa, le u Tenerci t, & l'incontr nel Contado di Trebine Oue ambedue gli cflerciti s'accamparono: & douendofi il di fegucnteeombatterCjiLBorbaji
poftofi in
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chele Bobaii al
li/uot foldati.
pagnivalorofiivoflriniraicYfcitiiacapagna, douonfoilcjn
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iftcccati,
hon argini,mala fola virt ha iuogo.Eceo che ( voi ficw quali io, egli altri vi tengo no^oc naonc SLaua,agcuolmctc pof. hamovfirire.ditaiititrauagh,6copprcisioni .Combattete animo.
{amcntcfaieconofcercconL'rmijchevoi fiate da pi di loro- R.U cordatiui,chc la robba,lc donne, i figliuoli, e -finalmente la liberti pendono xial valore voftro,^ che ncllavkt delie vollre buccia co fiftela feruit,& vergogna ctcTna, la gloria, & hon or perpetuo della voftra patria di Raufa.Con queftcj& co molte altr^ foni gliati parole il faggio,& vaJorodoBobaii and|*ua inanirnaijdo li iuoi:cc la mattinagueteprtpo fece metter in ordine le fucgenti.il corno finiftrohauena da to aGioa n ni di Matteo Zrieuaftio ljuogotcn te,doueha<iua pofto Nicolo Dolcignano,e Milofc Sceltoci) ri lieti con li fuor Pera ili ni* & cglijenne il deliro corno, & pr^ie ieco Pietro Boltzza. Il Bano, che fi trouaua non Jongi dalli Raufi,leuil
*-:
cadeZuaiir
ruta,
ldi Lauiza moglie del Ba no, h uomo di ila tura grande, &eflcrci tato nelle guerre. Coltui s'incontr cobattene co ilZrieua,ilqualeinauedutmcnte fi era feoftato alquanto dalli fuoi; &hauendo vecifo molti de'nimici^feritoriAciToTomafc.cad morto. A cui Volendo l'occorrere Nicolo Dolcignano,da vnBofnefef ferito di vnafreiza,& ci lo faceua ritirare in dietro. Quella cola vedendo Sccftochrilich ( fpinfe con tra detto Tomaie , cui parendo efiere
givincitorejVolcnrieril'afpettajdoueliPeraitiniacccfidi rabbia,
coche molti di loro vi cadelTcro , non per reit no di Combattere infino tanto, che non hanno buttatodacau allo elio Vukmirich, acu tagliatorilcapo,lorapprefentano alBobali Il quale al l'ho ra fi trouauaingrandinicult; pcrochc ilBano,chefecoilaua combattere nel deliro corno, haueua appretto di se ritenuto quali tutto il fiore delle lue genti, mailmei caualli,fr quali erano molti
.
nondimeno prefentaf e il
capo
da pe# tuttoattor no li Tuoi, e quelli inanimando diceua ,hora horail tempo da cobacterc fra celli Jiaufci y che voi riferuata la vi ctoria p mezp dell* cjualcvcniamoalibcrare la patria noflta, & noi ilefli di tante opficffioniia'azi di perpetua fogge edotte , e i'cruitdVn si fieioiamicci.
DE GLI SLAVI.
.
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,
syb B*w>
u alpcftrc, e non atto per lacauallaria. Onde fu aftretto di ritirari, pi tolto fuggire fottovn monteiui vicino, con quelli pochi, che s'era no fai u ti leco Ma non trouando modo da poter quiui lungo tempo iecura me n te fcarc, facilmente tornarci cafa,il terzo d mand il fuo Ambafciadorc, chefil Vcfcouo diTrebine,per
.
*
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ui&toiiSenatoRaufcoidaiqualelacofaf rimefla nelpotere,carbi trio d'effo Bobali. Coitui co tanta fua riputationc tratria cola co
s^* 10 *'*"
&
ilBanot chepoco meno lo fece tributario de' Raufciji quali s'obli g di pagare tutte le fpefeedani riccuuti in quella guerra,& mentre viueua mandar loro ogn'anno due chincedinobiliflima razza,& arna coppia di veltri bianchi Et cosi fin cheofferu inuiolabilxnentc,cV:fupoi gride amico della citcdi Raufa. La quale Ci pu fer tna mente credere, che ali noia full e fa u ta qua fi per lo folo valore, prudenza del Bobali. IlScnato Raufco,pcr moftrarfi erato verfo quelli, che ne tempi cosi calami toh lhaueua no aiutato, rece molti donatiui Nicolo Dolcignano, Pietro Bolizza, & i Milofc Sccftochrilich inficine con Icloro genti. Lequali tornando cafa,nopafj molto tem p, cheilScefrochrilichtrouandofivnalolcnnit
.
K>*ufasr*t*
fattori.
Cataro,
rini,
& preferendo
il
riceupichevn fchiafo da Pietro Bolizza. Quella cofa fu cagionedi tumulti, e dannigrauiflmi Jmperochcfubitamcntcfiiol leuarono tutti i Peraftini,cV prefoil fratello del Bolizza, che per auc tura iquei tempo fi trouaua fuor della ci tt vn fuo podere, derer-
minarono di tagliare gl'ilnafo, e l'orecchie: ma di ci fu liberato permezo d'vno daRizano, al quale egli in vn tempo haueua fai u to lavita.Fu nondimeno legato ad vn albero,& iui malamente fru
flato. Dop quello tagliarono tuttcJevigned'efToBolizzaj in te del quale
fi
fauo
to-
Verapiai fan-
leu tutta
la
mandato-
"***&*
co
ma
ftodi cifipentirono.ImpcrocheliPeraiiinihauendo
alla
loro di-
DuegalecCa
tarine bruftia*
uotione tuni
a tarine,
Rizano ,venncro*di notte, carfero due galee che ihuatio pretto le mura della citta, facendo fai tar in acqua
quelli di
'**Tcr4U.
} fo
G N O
acqua tuttiquelli.chcfrauanoallaloroguardia.Qucftt tumulti fin tendo URaufei, fi poierodi mezo per acchetarli. Onde per tal effetto mandarono Nicolo Bodazza Am baiciadore,iI quale ludo mo feto per pacificarli,alla RneCi ricciliarono infieme.il che tutto aune nel tempo del fudetto BarichBano.llqualemortochef ftteed fc Culmo Bano ; & regn in Bofna 3 6. an ni. Nel cui tempo ( dico*
Kel tempo
h no fu tata abbdanza di tutte le cole neceflarie per il vitto humano C ^ C a co ^a an<^ n prouerbio a pprellb quel volgo , quale vebb(mi**Tadi dendoallevoltefimilabbondanzc,fuoledire,- Sono tornati iremliffc/r */*.
) ^
il
pi di
CuUenBano buomopioma1
huomo pio,& molto religiofo>cVaf> fetionato al Pontefice Romano.Onde Tanno 1 171. veriedoRau
Culien Bano.
Il
quale fu
a ,f
^TRomano
Pontefice. H*dogcft v*y*
Radogofl: Vefcouo diBofna,per confecrarfi in quel luogo, por*cco molti doni .mandati dal detto Bano al Papa 5 cui PiftefTo r f
annofurono prefentaci da Bernardo ArciucfcouodiRaula.il quae dop nel 1 194. ad inllanzad'IurcaGiupano, andato nella pr
uincia di Zaculmie,chedaSlaui chiamata Zahliunie,confecr la
zaculmie da
siautitMZah
baria&chcl' mo.
Chiefa di San Cofma,& Damiano: e tornando perii RegnodiBo fna , finuitato daCulino Bano , al quale parimeli te con fecr due Chiefe, & dailut prefentatoregiam te, torn cafa Ora morto che fu quello Culino Bano,il R, che a quel tempo fi trouaua in Vnga^
.
m*
fna.
Occup* ilRe*
IMiiBofn*.
perche mand con reifercitovno de Tuoi Baroni addimandato Cotromanno Tedefco, huomo famofo nell'armi Il quale venendo in Bofna, e trouatola lenza Signore, l'occup facilmente. Onde il R,per rimunerarlo di quefto,lo fece BanodiBofnaj& voi e cKeetiandioifuoipolleri perpetua Aero in quel dominio. I quali
Il
. ]
fendo con procedo di tempo in gran numero multiplicati , chiamaronfi tutti col nomedella famiglia Cotromanni ; Et quali femprc era i n cafaloro il dominio di Boina: facdofi alcuna volta chia marecol nome de' Ba ni, e talora con quello de* Con ti. Nel gouer-
buono,che mameneuano in Bolnalalibert,c le vfanze antiche.Impcroche fendo queftoRegno ail'hora pieno di molti Signori nobiliiTimi,queiti n permetteuanoad alcuno di quelli, ch'erano nel dominio, di vfar tirannide niunoj Se
di
voleuanocheciafcunofuffc man tenuto nello ftato, 8c patrimonio fuo.Naltracofa trouofcritta di quelli Cotromanni,chc regnarono anticamente in Bofna* fino ch'il dominio peruenne in mano di Stefano Bano di quefta cafa. Il quale goucrnaua la Bofna nel
modo
DE GLI SLAVI.
lettore, ch'il confine fra
3fi
nelgoucrno di Bofna, fi leuarono tutti i primi Baroni di quel Regno eontra <lilui,enonrammeiTcro.NaltracofaqueftogrindurTc, f non , perche vedendo eh egli, & i (uoifratelli era no mol to fauij & vniti inficine, dubitarono molto,chc in qualche modo non occupaflero la libert, & a nnullaflero leleggidi Bofna.llche vedendo Stefajio,gliparueairhora cedere alla furia de'iuoij&accommodarfi col tempo, infino che Iddio gli mandarle qualche occafione di ricuperare lo itato paterno. Si ritir adunque a Raufa, co la fua madre Elifabctta. Douc fendo dato per alcun tempo, fu molto honorato, &dal publico di quella Citt,& dai particolari$& nelle* u neceilJ J C tacra r iouenuto da ogn vno a concorrenza. r>l altri d u r uoirratcU Gli li f cioNinoilau,(comealtri lo chiamano Miro(lau)& Vuladiflauandaronoin Cioatia , & vna lorforella, chiamata Daniza,fc ne and Homa perdiuotione:doueafalita da febre,pafs mide' Tuoi fratelli entrare
,
-.,
na,
&&*$*.
ritta l{aufa.
glior vita
lo (com'ancor
vede)
no
ricupera'
Boina. E t per eflcre Stefano tenuto pifauio degli altri, fu col cofenfo di turti Baroni ammeiTo al goucrno di quel Re gno,&glifdato titolo del Bano.Entrato StefanoadGquc nel domnio, la prima cofa volle riconolccre tutti iconfini di Bofna, di Vfora,& di Chelmo,& poi viuerecon tutti vicini in pace.c in particolare con Carlo R di Vngaria Et con quefto modo di procedere fi fece molto fofte,e tremendo tutri i fuoi fudditi . Fra quali erano quattro figliuoli di Braniuoi, gentilhuomo diChelmo, che haueuano occupatoquel Contado,- & vi faceuano di molte tirannie Il che non potendo fopportareilBano Stefano, fatto l'efiercitopref due di loro, egli ammazz E casi pervia dell'armi conquido quel
li
con
fratelli
in
re i tat0
Stefano
prm-
de molo del b*
in vita fua 5
Quefto
Stefano
H
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t
2
era
R
.
G N O
molto affct-
tionato
/ti.
&au
molto affetionatoverfo la citt di Raufa, li cui mercanti, che molti erano nelluopaelc, negotiauauo liberamenEt la detta Citt Thonoraua con rpeflfe te per tutto il Tuo Regno Arnbafciarie,&doni. Ondeeglis perquello^om'ancorper mol-
StefanoBano
ti
Stefano Batto
yend flagno
con
Uponta
Kgufei.
vendloro Stagno con la Ponta, il che diceuaappartenerclui| comcai-Cou te di Chelmo & cfli s'obligoi no dargli ogn'a nno ceto , e cinquanta ducati .Mal'annofeguente, per mala informano* ned'alcuni nimici de'Rauli , quali dicevano che quelli nonpo r debbono mantenere, ne difendere quei luoghi, mand Rania. perrihauerli. OndeliRaufei menando gli AmbafciadoriBomcft invna lorogaleaStagno inoltrarono loro la fortezza, e le musa fatte da loro Tornando adunque li detti Ambafciadori in Bofnaj efpofero al Sano qua ntohaueua no vifto. li quale dop mand alti
,
1
Rauiei cento libre d'oro, & altro tanto d'argento in aiuto di detta fabrica. Nel tempo di quefto Bano^odouicoRd'Vngaria'ifaUa in gran guerra con Venctia ni, per conto di Zara; la quale fendo
Zara afjedata da Vtneanu
fua,efi gli
haueuanopofto attedio attorno per eipugnarla. Onde Lodouico venne in perfonafoccotrerlav menando feco il Bano Stefano, l'anno mille trecento e quarantasei Mapercheli Vejictianil'haucuano circondata con fortifsimibaftioni,&con molta gente, che haueuano per terra, & per mare, il R non pot foc,
.
N da quel tem-
Quado prjmie
tornente i frati minori -ven-
ter in Bofna.
po in poi il Bano Stefano ofaua di venire alla prefenza di Lodouico; perche conofceua,che in {occorrere quella Citt non fiera portato bene,e fua fa tisfa rione: forle(come altri vogliono) perhaueregliad inftanza de' Vcnetiani congiurato inftme con alcuni Baroni Vngari, e Croati contro la perfona di Lodouico: Il quale non l vedeua poi molto afTetionato al detto Bano. Nel cui tempo erano in Bofna molti herctici,& ipetialmente li Patarini Onde il Pontefice Romano , che fu Clemente fefto Tanno mille trecento e quaranta nouc,mand nel Regno di Bofna alcuni fra ti Minori, huomini di fanta vita, frquali fu frate Pellegrino, & ftateGioannidelRegnod'Aragonajpereftirparecolmczodiquc.
Regno , non
far f
non
proposto dir-
lo in queii luogo
luogo
D E
SLAVI.
ottavini bere*
tici
luogo ( come fcriuc Pietro Liuio Vcroncfe) Paterno Romano: il quale fu (cacciato da Roma con tutti i fuoi feguaci , & iuccefsiua mente da tutta Italia. Et cos (cacciati non trouando luogo, n ricetto, pacarono per Friuli in quelle parti di Boina ouealcuni di loro ( fermarono,- e altri penetrando pi oltre nellaTracia ,la loro danza fermarono attorno l'Ulto , non lungi da Nicopoli I
:
.
bebbero o-
nginc da P*-.
trno.
.Alcuni di lorofi
&
fenza facer1
fermano Bo/na.
in
.Altri
paffano
dotio pure fi chiamauano Chnlliani$ digiunauano venero ,of(cruauanoi giorni di Dominica,con tutte lefolennit Chnftiane, fpecialmcnte l'Afcenfa del nollro Signore non h battezzia:
inTracia
licbiani.
&fi
chiamane "Pan
chiamauano
PA VLICHI AN
I.
1 quali hanno perfeuerato in queftiloro cuori iniino ai principio di quella vltima guerra frrimpcradoie,ilTranluano,eiI Turco ina vedendoli aulire da Chriltiani , &: menare in cattiuitcome fulTero Turchi, (i ion riiolu ti abbracciare il vero colto de' Chriltiani. Erano in quei luoghi da quattordici villaggi habitati da quelli Paulichiani. alcuni de* Greci credono, che quelli fieno itati li feguacidi Paolo Samofetano, gabbati da quello nomo; ma fono inerrore. Perche coiloro fono flati lontani da gli errori del Samofetano. Etcredo,checomcquelli di Bofna chiamaronfl Palarmi >alludendo al nome di San Pietro, .cos quelli a San Pao* lo tutu due Apoftoli,& patroni di Roma. Ora dunque, per tornare al nollro ragionamento di Boina Venuti che furono iiu:
Deucntano catbolici
Eirorr d'alcun
nkGrecj, circi
l'origine de.
|;
Tanticbani he
retici.
Frati
fninoii;,,
predicano con
trai Vatarn
di Bofna.
Minori in quel Regno, reulc la cola centra U lorelpetlationc.Imperochedubitauano , chcilBano Stefano, il quale teneua rito Greco , e per non prellaua vbidienza al Papa, non b'op
detti Frati
fu di
to
'-'
ponelTeloro:
ma
Toppo/Ito
Perche riceuendogli
di predicare
pubicamen-
Romana; parendo-
che meglio era hauere nel fuo Regno huomini della fedeCatho fica Romana, che in poche cole difcrcpaiia dal rito Greco, chegli Heretici ,i quali erano con tra rij, e alli Greci, e Latini Nel che Domagnd Do- detti Frati furono molto aiutati daDomagna di VolzoBobalica bob.incretorio nonico Raufeo , huomo ietteratillimo , ft di vita molto eltempla- maggiore del
i
.
ie.Il
il
detto
Bano
Bano Stefano,
lo maggiore,
bracciane
il
che
iiroRorttr.no
Yy
Ne magna
m
Simo/ira fede
lijJmoalfuoSt
.
NO
alla
inagaahaucrilBano nelle mani, tratt fcgretamente la cofa co Dai magna, econalcuaialtri Biconi di Bolna;>qiialipromerreuada^
nan,& (lati nel Tuo Rcgno,& quello di Boina,ie in quello lo iruU uano Ma il Damagnarifi ut (ubi tatnen.te ogni offerta, dicendo*
chcl'obligo,qual
to
te ne u al filo
%wre>
Signore, e i*amore,cheportaua
n*
da
Uttedeadeflir
se,
affermando fpeilo
come
ilvedf
in detti pnuilegi) ch'il Reguo>anziril:cffa vita gli era Hata con Ter iuta da lui. Ficoftui (come dicemmo) in gran parte cagione, die nel Regno di Bolna hauedero adito i predetti Frati ,1 quali co
di Bofna.
gran feruoredifpiritodifputando con quelli heretici,&coauine| dogli tuttaiua, tirarono se tuttala Bolna nella quale, con aiuto
:
Mq
Minon
ridato
fio*
Vicaria di Bof-
M.
nalmenteStagao,coripermifloneper,evolocde Rauieiaiqu*r s' detto) erano diuenuti patroni di quel luogo.Eteucr ve li (come do battezzauano mo^ci diquei heretici.La ode di tu-ttequclle pai ti alla fama della bota loro-, Se delle opere* che |ac;etuoo,cdco^rrcuanjopgnidmolfeperfoncdifantavitaallaVicarkdiBofnajChecos fichiamauailprincipalluogo, doucftauanoairhoraJlfudcrtQ
Frate Pellegrino fu fatto
Vcfcouo
riferii
di
BoCoadGphauercauuertitu
cono il Volaeerrano,
& ilSabeUit
fiipakOr
C lorobabita
iitne.
matrone, che di qualcheinfermiiguarriuanojfole^arvo andare come per voto a icruirc vn certo tepo prefitto. Et cos ftauano co detti Monaci, per dir meglio herctici. Il chedurfin' l'an,-ouc le
quelli Monafteri,
.
&
il
Priore
T R OI N K
J
Il
facerdote
Chicfa pigliando in
vn pane, e volta tofi al popolo, diceva adaltavocejlo benedir, e ilpopolo gli rifpondeua , beneditela! poi raggiungendo diceua, lo fpezzar , & il popolo rifpondeua Et fatto ci ~"njjwii~ mmrnwir/i mg! popolo fpezzatilo Ma eiTcndo veourp a notiti* di Stefano Nemagna Injpaado* ic .di Raflia quella counerfione dc'Bofnefi , che fuffe cos ipronato
.
mano
...
DEGLI
SLAVI.
3ff
aro dall'Imperatrice Tua moglic,chc molto odiaua li Catholici; forf perche Nemagna pretedeuad'hiuer ragionefopra il Binato di Bofna, fatto vn molto potente esercito di huominipic, & <auallo,venne inBofnaj&n haucndopotutohaucrenelle mani
n meno espugnare le pnncipalfortezzedi Bofna, torn in dietro, co ine gi nella fua vitahabbiamo detto.Onde il Bano Stefano libera to della paura, che prefo haueua,reft Signor in Bofna. Et p la pru<lza, che moftrrqueftaguerra,acquiftgra riputa rione apprelTo
c(To Bano,pere(Terfi egli ritirato nelle
fortij
montagne,eluoghi
lifuoi;&caftigmolti,cheinquefti iuoirrauagh haueuano fauorito il nimico. E infetta ndo i Taira ri la Tranfiluaniaegli diedegra
Stefano Bano
de aiuto(*ia^pi4rfi*)al R Lodouico, per reprimerei^ n iblza loro,&rfcacciarli da quei luoghijdel che reft molto fa tisfat-
/occorre glifn
gdri cantra
li
toRLodouico. LamadredeIqualentcndendo,chequeir.o Bano Stefano haueuavna figliuola donzella, chiamata Elite betta, d'et
d'anni quindici, giouanc molto bella, & accorta
,
Tartari
ri
Ma
Lodouico
<T
nozze. Mamenrre il Bano limette in ordinepcr andare, e farequto conueni u, fualTalito da vnagraue infermit, della quale finalmente mor l'jnno i3/7.&ffepelito nella Chicfa di Frari Minori>ch' Sa n Nicolo di Milefceuo in Bofna, ilquale egli inui-
Yy
taiua
^6
tafuahaucua fatto
renoTuaruo
.
N O
figliuolo
Ne haucndolafciato alcun
mafehio,
nipoti, e figliuo
fw
nipote.
Vuladislauofuo fratello,* perche Ninoslau l'altro fuo fratello mai non haueua potuto hauercalcun figliuolo legittimo, &cra morto infieme con Vuchich ancoriti vita di Stefano. Etin quella fucceilonc i figliuoli di Vuladislauo non hebbero alcuna diftcult. Imperoche il detto loro zio fmpre gli haueua tenuti appretto dii, &alleuati nobilmente. Onde furono tenuti degni da tutta Bofna di (ucccderc in quelRegnoj Et cos Tuartco fu pollo nel do minio, giouane di venti due anni, di gran fpirito, emaggior cfpct
tatione.
T nulo
culi-*
sich ribella da
Etquantunquenel principio non fufle molto vbidito per edere giouane, poi nondimeno ogn'vno , vedendolo fauio , & di buona natura, rhonoraua, e sforzauafi di contentarlo in ogni coia.Lafua madre era donna di granfenno, & il figliuolo molto la riueriua,&faccuaogni cofaco'l luo configlio. Onde da alcuni Ba xonl era ma voluta, & fpecialmente da Paolo Culifich, ch'era dell"
|
iftetta
famiglia di
Moreincarce*
*
Tuartc
pa a
potendofopportared'ederc foggettoad vn giouane inefperto,&ef fere gouernato da vna donna jandatofenein Viora, l'occup, 6c $ a(Tun(: il nome del Bano: dichiarandoli, &moflrandofenza alcun rifpetto contrario Tuartco. Il quale fatto alquan to d'ederc'uo and per opprimcredetto Paolo ; & riufcitagli la cola, lo prefe vi* uo, & factif prima render da lui li caftelli di V (ora, poi l'incarcer, ccosfinilafua vita. Quelle cofe ha uen do in telo LodouicoRdi Vngaria,in uitTuarco venire in Vngaria. Ldouc lndo egli ardua to, fu accolto gratiofamentc dal R , & dalla Regina fua cueina,&da tutti i Signori ,& baroni di quel Reeno. Douc fendo (la to molti giorni con gran iuo con tento, fece metter in ordine lecolefue per tornare in Bofna. MaLodouico Io ritenne contro la fua
cfpcttatione*. facendogli intendetecene
re fin tanto,chc
Tuartco adun-
modJiJJn
ganda Tuaru
''
que perhbcrare se, & quei Signori, ch'erano venuti in fua compagnia da Bofna, conuenne co'l R di darli in Chelmo U mercato di Narcn te,e tutto quel tratto di pacie, che fra il fiume di Narente,& quell'altro di Zetina,con li Caftelli d'Imo ta, &: No ui. Il chehauen do eiTequi to, il Rlo lafci andarcin Bofna,hauendolo prima prefer tato regiamcntc,& cfermatoperfcrittura nel Regno di Bofna. Quella
DE GLI SLAVI.
Queft cofa caulo che Baroni, &
i
3f7
Bofna gli fuffero ncirauenire vbidientifumi,& chclo rem eiTero,e molto pi honoiaiTero.Npafs molto tempo,chedinuouo and in Vngaria, lanciando in iuoluogo la f u madre. Del che fendo oler modo impa
alcri'Signori di
licnti Vuladislau,l*urchia,&
VuK figliuoli di
& Senco
che fdiZagone,ereneua tuttoil paefedi Cneimo, cominciando dalla marina, infin Neuefigne^eCogniz, con li Vulacchi; & Dabiicia figliuolo baikrdodi Ninoslau fratello del Ba no Stefano, ch'era Signore di Narente: gridarono per Signore di Bofna Vuchich fratello minore delBano Tuartco* la cui madre cacciarono di Bofna, confinandola in vnavilhdiNar eftarciui con pocafuanputatione. Queftafolleuatione de' Baroni efsen do per u nuta in Vngaria all'orecchie di Tuartco Bario, egli fiibitameu te mon tato cauallo, venne con gran preftezzairL Vfora: doue fatto l'elTercito , and co n mol ti Signori , & Baroni ,
ch'erano della fua fattione^contra Vuchichfuo fratello. Il quale no hauendo forze {ufficienti da poter refftergli,cefs al tempo,&fug
.
fi4u lodtMU
dien.
g in Vngaria Doue cominci trattenerli nella Corte del R Lo- Baron di Bof* douico, & fcruirlo. Onde pi voi te Lodouico ricerc Tuartco, che nafileuanoca riconciliaffe co'l fratello,c gli delTc vna parte del paefc.Ma Tuar 2JcS/*Ji teo mai volle queftoconfen tire. OndereiTcrcito degli Vngari ve madre di Wfjcpi voltci confini d'Vfora,&ui fece molti danni. Macon tur ** tociTuartcofidefendeuavalorofamcnte,enon gli lafciaua pene trare dentro al paefe perrifpetto de'forti paffi , che confcruauano tutti i luoghi di Bofna. Fece ritornare ancor la fua madre alla Cor te,laqualehonorauamolto 3 efaceua ogni cofa co'l fuo configlio. Etdalpocoprefcilfudctto VuladislauDabifcich,&fuo fratello Vuk: Vuladiilaufece trarfuora gli occhi, & Vuk incarcer, con VuUdnUu tu molti fuoifcguaci.Purchia fugg in Vngaria. Poi fa tCo lederci to, ^" cb accec* andcontraDabiiciafigliuolonaturaleldom'dcttOjdiNinosIau fuo zio,-cVlofcaccida quei luoghi,chepoLTe4eua.EtpalTandqnel Contado di Chclmo, ruin,& guaft tutto il paefe di Senco,& de* iuoifeguaci. Onde non potendo Senco ftarJi fronte, &dubitan S*nc fi fifa
i
do molto di non venirli nelle mani, fugg Raufa. Il chehauendo inteio Tuartco, and co relTercito verf quella citt, per hauerlo nelle mani.
^*W4
Senco hauendo ci prefen rito, fcam p prima ertegli arri uaife,& and dal Giupan Nicolo d'Akomanno infic:
Ma
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r e G N O
meco'lquaIe(come riabbiamo detto di fopra)andaua poi guaitado il Contado di Chclmo. Eflendo venuto adunqueTuarco con l'ciTercito nel territorio de Raufeijf da loro (come amico) inuitato venire nella loroCitt Dou: lendoegli venutolo riceucrono con gran liberalit,magnficenza,& honorc.Chc fu ne gli an ni del ruAtHQ KtT Signore i $63 a Raufa flette dieci giorni,& tornato chefinBok na , SGnco,lafciando Tamilta del Altomanno, fi pacifico con lui, & glidimandpcrdono.Etegli mandatolo nel Contado di Che! mo,gli diedeperfuo vito vn poco di paefe appretto Neucfigne,chc il relto di quei Contado fpart fra gcntiPh uomini di Bofna, & di Chelmo Ethauendo dop alcun tempo Tua rteo ridi iella del Conte Lazaro mandato la fila gente contra Nicolo d'Altoman no mand con ella, & con quella, che iRaufei mandauanoin aiuto Raufei vanno iotto la condotta di Giorgio di Martinufc, Sencoj il qualedando inamtoelco guaito al paele di Nicolo , & venuto Trcbine, fu in vn palio da quelli terrazzani, per il fuo mal gouerno,& poca cura, che haueu Sencoamma^ della fua vita, ammazzato. Nicolo hauendo perquelta guerra perioda 7>d>/* fo \ Q ftato,relt(comehabbiamo detto prigione delConteLaza roj & tutto il fuo paefe, checonfinaua con Bofna, hebbeTuartco. Ilquale dop la morte di Giorgio, & Balfa, occupetiandio molti luoghi attenenti al Regno di Radia, dalla marina diRaufa,&Ca taro, infin Milefceuo,'& prel li Vulachi de' quali erano pi di cento Catuni. Ora eflendo Tuartco perla conquilta di tanti paefi ialitoingran luperbia 3 gli venne capriccio d'incoronarli, e intitoTuartcomco l ar (R di Raflia. La qualcofacommunicandocon Lodouico R de molo del n* aiVngana,chedi ci relto molto contento, & tu del I376.incorodti{afja~ nato dal Metropolitano del Monafterio di Milcfceuo, & dalli Cuoi monaci nella Chiefa di detto luogo & fi fece chiamar Stefano chiamare Mirce. llquale dop quello regnaua in gran pace,& profperitjcV: f f Stefano Mtrce. cuno cielli fuoi Baroni , &gentilhuomini gli preltaua grande c af
.
.
vbidienza; nofauaincofaalcunacontradirgli.ndeeifaccuaiti
Bofna
tornea Buha
>
g nore
m.
^ che era del tutto contra gl'inltituti , &vfanzedi Borna, & della fua libert. Prefe per moglie, innanzi che aflunfc il nome regio, Doro tea figliuola di Strafcimir Impcradorc di Vidino , che ftaua conia Regina di Vnga ria, & era Tua damigella. Il che egli fece pernione del R Lodouico, il qualeinfiemeconla madre ha ueua cura di lei ; & l'amaua molto, pcroche era giouane mol co ve*
tuo-
D
tuofa.
G L
SLAVI.
,
}f?
La quale fendo vilTuta poco tempo co'l fuo marito fenza haucrmai fatto figliuoli, moti quafi ncll'irtcQo tempo, che mor Il quale prel vn'al tra moglie , chiama ta la raadredel Re T uarteo
.
lcllizamatrona nobile di Bofna. Et ad infanzia, cprcghicrc,della iua madie riuoc di Vngaria Vuccfiich luo fratello, ch'era (tato li. molto tempo, & haueua patitomolti difaggi. Uguale mentre vide
tiaU/Uo^rSel
loYuchich.
fa lenutodal fuo fratello con honore , tutto ch'ei non lo mcritaiTe, perch'era da poco. Eteifcudocirca quei tempi morto R Lodouico,&gouernando il Regno di Vngaria Elilabctta fua moglie in (ic mecon Maria fua figliuola, Tuartco tratt con loro perche gli def 'a]J*''e* 1* fero la citta di Cataro, che attcneuaal Regno di Vngana,& in quel
tempo fi
picommoda-
mentclapotrebbcguardareda Signori Slaui, quali tutta uia Ti niidiauano. Nel che haucndoliauuto in fauorc li cittadini di Catar ro,i quali con molti doni,& maggiori prom effe haueua tratto dal la fua parte ; la hebbe finalmente Ne ci gli fu ba ila nza; perche vedendocgli ch'il Regnodi Vngaria perla mortedi Lodouico, fi cominciaua turbare molto,f valle di quella occafione.Ondeoccu ptuttoilContadodiChclmo infinoal fiume Zctinajeprefcica^ ilcllijchc v'era ruinando il mercato d'i Narcntc,ch'cra prelloNo linojcictantichifsima di quel etorno,& edific vncaftello al fiu jne di Narctc,in luogo molto opportuno,&k> chiam Barfctanik, llqualdopoi,non pafs molto tcmpo,adinftanziade'Rau(ei but.
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Vnganajfi pofcroperfeguitarcdetti ribelli, s perliftrarij ehefeccro a Maria come anco perla morte, che diedero a Elifabetta fua madre. Onde vedendo luanifc che nonpotcua tlarloro a fronte, fuggin Bofna da R Tuartco, & per ciTerepcrfona molto delira, ieppe far tanto appreflo di lui, che promettendogli di farlo Signore di Vngaria,egli lo prefein fua cortei mandollo con vn p
tentecflerci to in Cioatia
fin'
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J|*/^
Bofiiefi.
Il
R Tuartco per
que-
0tt
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03 H
R Tuart
quello prete amove, &: gli diede alquanti luoghi in Vfora, acci li tratteneiseiui, infino chegli veniitc vnaltraoccafione, da poterli
preualere della fua perfona. che fu nei 13 87. Dop quello
colo
giiVngm.
j/ Morte crudele
data imniss
Bmq.
Vngari,chellauanoalla guardia di Sriemo,& di Volcoa, &haue* uano hauuto per ipia nuona della f u venuta , reft iui rotto , & il fuoeflercito (confitto 5 doue gli Vngari fecero molti prigionidi quelli di Vfora. Et Iuanifc a pena con pochi fugg, & vne in Bof* na. Tanno i388.delmeledi Marzo. MaSigilmondo prefo il gouernodel Regno di Vngaria, fi volt darlacacciapcr tutto ilRe Sno al traditore Iuanifci& finalmente hauendolo fatto prieionei b e a C J erattoio kgarca coda di cauallo,e IrraicinatoJo intorno, di poirat* tolo tanagliare, & finalmente fquartatolofeceappiccarelulequac
vii
.
hauendoglipocogiouato tutt'il fauore del RTuartco Il quale iendo in lega conCarlo R di Napoli con tra Maria Regina di Vngaria la Dalmatia riceugrandiist
tro porte dellaCittdiPelenger:
fi
pollo
fedelt!
il
auenncperlagran
SpaUtki
mihr
ehemoftraua alla corona di Vngaria. ImpcrochegliSpalatini fur no fempre fidelillimi al lor Principe , & quella terra produffe gi
dal principio mo!ti,per
tere,e nell'armi.
to fedeli al
non
farri ol
nelle lec
pmape.
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\\
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KTuartco.
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SuriwKdi
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.xxvapric-
wczaTuu.
diiorteaIcuna,Sibencio,& Spalato, fi fecero tributarie Tuartco. Quella citt di Sibenico , da Latini chiamara Sico,f fondata(feco rido che rifcrifce Corrado Svuencfeldio al 2.1ib.del Teatro delle citt)da Salonitanidi Dalmatia, negli anni delmondo4649. Et innanzi il naicimentodi Chrifto in terra 550. Nel qualtempoappari Sibilla Cumana,chepredi(Te molte cole del nafeimto di Chri fio. S arreie parimente , nonpaf$ molto tempo-Tuartco etidio la citt di Trau. La quale fu edificata (comefcriueil Sabellieoali. hb.delTEn.p.)da quei di Liffa. Et Plinio la chiama Citt dc'Roma ni/amofa per il marmo. Quella negli annidella Ialine 991. nccu congrfedeltilfuoSignorc,chcfu SuringoRediCroatia.il qua le fendo fiato fcacciatodelregnodaIluofratelloMurcimtro,egli in q UG || a f, ricouerj& fatta amicitiaco'Vcnetiani, diede per moglie al Tuo figliuolo Stefano Hicela figliuola di Pietro Oileoio Doge
di Venetia.Pcrloch e
GLI SLAVI.
}r
n, diefpugnarela detta cittdi Tra u. La quale in fieni e crvn Sibenico,& Spalato di nuouo venne (otto l'Imperio degli Vngari, nel tempo di Sigismondo Imperadorc, & Rdi Vngaiia,regndo appretto iBofncfi Dabifciafuccefforc di Tuartco. Nel tpo di quefto
Tur chi rotti da
Vulatco p'ucouieb.
&
Tuartco Sciain capitano de'Turchi en trato in Bofna con diciotto mila dcTuoi , eardendo tutto ilpaefej Vulatco Vucouich , & Radio Sencouich Voieuodi, diremo Capitani di Tuartco , andaronoincontrarlo$& venuti afa codiarmela prima voltaRudine, poi in Bilechia, li Turchi furono rotti, fconfitti,e tagliati pezzi e de'tofnefi,che erano incirca fette mila, vi caderono pochi. Quella rotta de'Turchi caul,chefli nell'auenirefuffcropiauertiti di
non entrare cos facilmente in quel Regno, altro paefefottopofto al R Tuartco. Jlqualc hauendoprelb(com'detto )lafeconda
moglie Icliza Bofnefe,non hebbe macocon lei alcun figliuolo,eccctto vn folo naturale, che hebbe con Vucqfaua gentildonna di Bofna. Il qualemedefimamente fi chiam Tuartco, di cuialfuo luogo il far mentione. Ora dunque effendoTuarco gi confuma to da molti anni, pafs miglior vita, nel 1391. Et nel medefimo
R Titano m
re.
no giBano di
Bofna.
Il
Raufa pervia di tradimenti Ondeper tal effetto rnandRaufa Sandagl Hranich,dandoli ordinedi tro Uar modo, che quello fuointcntovenifle ad hauereeffetto.il quale venuto Raufa,c vedendo che ci era imponibile farc,(enza tentar altro torn in Bofna, & con la fua venuta diede molto difgufto al fuo R.Ilqualc haueua prefo permoglie Zuictiza Croata della nobil famiglia de'Con ti di Nelipez. Eteifendolifuoi cognati perfeguitatidaGregorio,& VuladisIauoChiriachi^nimici antichi di
Birfietian dio della Citt di
Da Re-
gno.
Dabifcia cer-
ca hauer la cit
t di Haufa,
Si marita con
Zniet'^aQroa
ta.
ricouerarono in Bofna. Et il Re Dabifcia perfuafione della fua moglie^fatta vna poderofa hofte, pafs n Croanon trouando alcuno dc'nimici di fuoi cognati, Ima 11 tela ti tia; alcuni loro Cartelli , torn in Bofna amala to di febre & fra pochi
cala Nclipez, cfsi
fi
i
&
figli-
uolo la fua mgliequafi incontanente dop la morte del marito fi ritir in vn monaiterio delle monacherei iui fin la fua vita . Nel tempo diquefto R Dabifcia li primi Baroni, &c configliari del Re More , cr la gno di Bofna furono VulatkoPaulouich Voieuoda delle parti fu- fua moglie fifa,
Zz
periori
monaca .
i,6i
REGNO
.
perioridcllaBoinajcHaruoicVukcichdcirinfcriorijVularKoTuart kouik Voieuoda di Vfora,&: VuK Voicuoda, Pauao Radicnouich, Bano di Dalmatia , eCroatia, Mirco Radocuich , Braico Vucota
Radofau Pribinich,HcrpeHornatinich,&PribazMafnouich. Di
tuttiiqualicffoDabilciafamentionein vnpriuilegio,ch'cifcccal Ilpopolo di Spalato , regnando la famiglia de Giupranouicchi in Bofna Dabifcia,fauorito da alcuni Baroni Bofnefi , fcaccili nobili della cittj& li Rauli mandate alcune loro galee in aiuto della nobilt, quella refero laRcpublica.chcf Tanno 1 3 88.in 89. Ora dunque morto che fu R Dabifcia,rcgn Tuartco Scuro,figli uolo naturale del primo RTuartco. Ma poi fra breue fu fcacciato daOftoiaChrilichjilqualediceua, ch'egli non era altamente figliuolo del R Tuartco, ma pi tolto vn parto luppoli ti tio.Ondc Tuartco fece ricorioairimpcradorcTurco,dal quale fu aiuta to,& rinueititodVna parte del Regno. ImpcrocheOftoiahauetiaoccu paro quali tutte le citt, e in quelle polio li Tuoi loldati . I quali con grande i Iran za domandauano da lui i debiti vecchi* n egli ha uendo con che pagarli, conforti di Borouina Vucalcinouich Mihailo Milafceuich,Vuladislauo,Stcfano,&VolKoSlatonofcw uich ,huomini, che dependeuano dal Senato Raufco,fece vendita
di Primoriealli Raufei,
I
Hobili di Spalato
fcacciati
della citt.
Raufei glifoccorreno.
Tuartco fcuro
[neccie Dahlfeia
.
JL Jcacsiato
da
Ofioiacbrifiicb
Regna
Ojoia,
Trtutorie.
&
cauare dalle
Guerra fra 0
jioia,&Kau[et.
chiamati Gentilotti,fr i quali erano Dobroslau Contedi Luca di SJano,&diGiupadiPrimorie,MiglKo Contedi CepicuchieRadicContediTarnouo, Stanislau.cGredegl Conti di Maglcoui,& di Vulatcouicchi , ButKoPaulouich,eTuartco Conti di Siano, li Raufei gli negarono di volergli dare. La onde ci preie guerra contradi loro. Et il territorio di Raula pi volte rum, & guaito fieramen te . Perlochc i Raufei ricorfero da Sigifmondo Impera*
Vngaria: co'l quale R Oftoia (come feri u Giaco* mo Meyero al decimoquarto libro)in quel tempo era in Lega. Ma tutto fu in daino. Impcrochc coftuil'anno 1405. mand otto mila de'fuoi foldati fotto la condotta dei Voicuoda Radic Sencou. Il quale venuto prclfo Raufa in vn luogo detto Bargar,li sforzava di minare lo flato de'Raufei.l qualigli madarono Ambalciadore,a pregarlo,che ci no volelfe fare,ricorddogli, ch'egli col fuofracello BielaK , e padre Senco erano itati fatti gentilhuomini Raufei ; i
dor,
quali
&Rdi
DEGLI
vftcio
SLAVI.
3^5
quali etto Bielak col fuo padre fcmpre furono afTetionati,& fecero
da veti cittadin5&: li Raufci fcambieuolmen re non recarono di aiutare effi in tutti i loro bifogni 5 e in particolare detto Radic,quando ch'egli fu incarcerato dal R di Bofna, e che tutti i Ba-
roni di quelregnoprocurauano, elicgli foiTero tratti fu ora g/i occhi , foli Raufci l'aiutarono , e in tutto quel tempo, ch'ei fu pi igiore,foccorfero lafua moglie Mara.figliuola di Giorgio Balfa.Etpoi Vedendo ch'ilRdi Bofnaera del tutto ri doluto d'accecarlo, mandarono PAmbafciadore,per mezo del qualelo liberarono,e di prigione^ d'ogni altro trauaglio.Ma l'ingrato Radic rifpondeua lo* to, che non poteua far dimeno, poi ch'il fuo R cos gli commandaua. Queftacofaintcndendoil Senato Raufeo,fecefubitamete armare lafua gente, che per tal effetto gi haueua ammaliato . La quale diede a Ili fuoi Capi tani,che furono Marino de'Gozze,& Gi
configlio.I quali
Jiaucndo hauutoauifo, che l'inimico fi ftaua troppo aflcurato, sza tenere attornoguardia di fotte alcuna,leuaronoPeiTercito me %z notte^eraflalirloall'improuifo . Mario non venneloro bfat" to.Impcrochcvn certo RafcodiPrimorie, fuggito dal campo Rau ieo,auis del tutto il Bofneie: Il quale fubitamente fecefonar le tr be,perchc ogni vno fi metteffein ordine per combattere. LiCapitaniRaufei vedendoli fcoperti,deliberarono di non far altro itifimola mattina feguente:& accampati lontano non piche vn miglio dall'inimico, fletter cheti. Ma nel far del giorno attaccarono
alcunefcaramucie,nellequalif tratennero
fi
n'
chi caderonodairvna,craltra parte. Radic Voieuoda vedendo all'horadinon poter fare quello era il fuo difegno, fatto il configlio
modero
/"**
punto feguitarlojfapcndo beni (fimo, CHE all'i nimico, che fugge , fi dcucfarilpon te d'oro. Il Senato Raufeo nondimeno mad con cinque galee Volzo di BiagioBobali.il quale brufei il mercatodiNarentcconturti gli altri luoghi, ch'erano alla marina del R Oftoia 5 mandata fecia 11 dio vna galea con vnafufta nel Golfo di Cataro, proibire, perche niuno poteife portar fale nel Regno tl'Oftoia. Et lifudctti Gozze,& Gondola Capitani co quattro mila fanti andarono dentro al Regno di Bofna; & pattando oltre Rama, fecero grnuiiTimi danni inqueiluoghi.il ROftoiaperfa *cdici la vendetta, fece fcriuerenoue genti pervenir inperfona
y
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guaflaUmerca
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^4
REGNO
Sono in lega co
roehchaueua-nonuoua > chccgligihaueuapoi:oinoidinequin'dicimilafolda) roandaronocongran inftantia ricercare l'aiuto di Haruoie Vukcich Signor d'Iarzeafortezza principale del Regno dt Bofna,& Duca di Spalatocene all'horaera inguerra con R Qftoia. Tirarono in Tuo fauorectiandiogli Vngarijl quali da vna parte 3 & dall'ai traHaruoie fi moller con tra Qftoia. Onde Sigifmu doRd'Vngariancl 1406. del mete di Agofto entr con i'ciTercvtoinBofna$& lenza mouerl'armi &'impacron di molti Caftelliij quali glifurono dati daHaruoic; & fra gli altri hebbcSrebarniz , et efpugnvn molto forte Caftello^biama co Chliiceuaz,ncl qua
lctrou molti pezzi di artigliarla. Poi ttleflo anno di nuouo entrarono gli Vngari in Bofna, condotti daGifmundoLofanaz,i)[
quale appiccata
la
gh
angari.
con Sandagl Hranich Capitano de' Bofncfi,relt vincitore^ vi morirono molti nobili di Bofna.ll R con gli Vuga* Oftoia vedendo tanta ruina nel fuo Regno,!! pacific con li Rauri. Kaufei fanno iei,& per mezo loro poi con gli Vngari;macon Haruoie reit in pace con Oflo- guerra. Quefto Haruoie nacque(come fi vede ne' priuilegi concciia. fi da R Tuarcco Catarini) di Vucaz Chcrua tnich , & d'vna gcnOrigine del Du
Sandagl Hramcb combatte
battaglia
ca Harnoic
tildonna Rau(ea,di cafade'Luccari: fProtogera diBofna, & Signor d'Iaizejhebbel a terra d'Qlmiia per mezo della fua moglie Iclizza.Eteflendo quelli di Spalato indifunione fra loro, fecero gui
fa del cauallo;
il
Spalato viene
fotta Harnoic
fi
fece feruo.
jno ftraniero. Imperoche fendo in guerra Ladiilaojdaaltri chiama toLanzilagoRdi Napoli,con Sigifmondolmperadoreper conto del
Regno di Vngana
,
gli
nui tumulti
guerre loro
tutta la
ciuiIj,
diedero a Ladiflao.
Il
quale pre-
Origine del?
di immutile Marnate co Sigifmondo Imp.
Dalmatia futTe fuo patrimonio, vende Spalato con quattro Ifole, cio Brazza,Lcfina,CorzuU,& LiflaHarUoie.ll qualehauuto ci, fi kcc chiamar Herzego , ouero Duca. E in detti luoghi mandaua li luoi gouerni Et dop alcun tempo cf* fenda egli in amici tia con Sigifmondo, per vna lcggier cofa venne fartelo nemico. Percioche egli era (come rifenice DauidChy r treo al 3 lib.) huomo,e d*afpetto,e di coftumi limile al toro, e trouandofi vna volta nella Cortcdi Sigifmondo fper (ch'erzo fatata co col mugghito da Paulo Gvvpor Bano Vngaro. Il che fenda
tendendo, che
.
.
(come
DE GLI SLAVI.
(comeauicne)diuQgatoin quella
ci
V?f
Sigitoido di ci fr piglia u (paflbic^ deliber di ribellare da gli Vn gari.Onde per farfi pi forte prcie in fuo aiuto l'eflercitode'Turchi,
in compagnia dc'qual fece molale graui dannia'Bofnefi,chehaUC^ano in tcUigcnz,a con gli Vngan. Et preie gran ardirepcr la loli-
Bofna rumata
d,t
Kc,chc in quel tem p fi troua u al Concilio Coftanta cnlejattenddoadeitirparclahereladcgliHuiliti.I Baroniad quc,&ahriSignori Vngari, che haueuanocura del Regno, intendendo queift danni, chefaceuaHaruoie,mandaronQContra di lui in Bofna il fiore della m-ilitiaVngarefca lotto la feorta di Gioanni ^UQara,diQioannidcMaro;h,di Paolo CU por deMonozlo,& di molti altri huornini valorofi Ouc Haruoie armata beniflmo la fuagcn te,& quella de Turchi, s'azzuff nella giornata con gli Vngari,la quale fu molto fiera,elagrimeuole.LiBoinefi ch'erano nel' reiTcrci rodi Haruoie vedendof gi inferiori, fi voltarono alla loro antica aftutia Imperoche (come fi legge nella Cronica di Vngar iU)cu cndo la vittoria gi inchinata gli Vngari, alcuni Bofncii fu bitamcnteialirono fopra vn monte, gridando ad alta voce,chcgli Vngari gi fimetteuanoinfuga.il che caus gran confufionef gli Vngari Iquali tutto checombattpiTero vigorofamente, vdenio nondimeno quella voce,e credendo checi fuflfe vero,gra parte di loro fi pofe fuggire. Il perche li nimici fecero gran vecifionediloro,e tornarono cafa carichi di fpoglie. QuiuigriilelTi Capitani non furono lontano dal pericolo ;de'quali alcuni furono preficV fatti ichiaui del Turco,tr quali fu Martin Bano,& Lazlou, & Gioan ni de Gara,il quale dop eflfer (tato vn pezzo in ferri, fi liber, sporto per voto nel Monaltero di Bathai detti ferri, che pcfauano molto Gioanni de Maroth fi rifeatt con gran fomma de danari . Etil puca Haruoie fi ri tennepers Gioanni fratello di Mi^chleufc Nadcrpfan,& Paolo C^por: Il qualcfece cufire in vna pelle bouina,&infiilt$do gli diccua Voi,chcin forma humana imita uatelavocebouina, horacoriitefla voce veftiteueancordellafua forma, e pcllcj e coslegatojo fece annegare nel fiume. Et quella fu la prima voi ta,che li Turchi hebbero adito (MMiniii^M) nel Regno di Bofna Jmpcrocheall'hora primieramente Maumeticcqii quelU occaiion^pofclfuo Sangiaco in Bofna fuperiorc, che
a (lenza del
.
.
Haruoie.
yn^ari rotti da
Bofncfi*
Quando
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WcolosUko ammazz i/a-acBego
.
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G N O
C^ e
MoreHaruoie.
ofioU
fi
mari-
tacU
moglie
daNicoloSlauo, quel Regno ilettein potere de Chriiliani fina R Stefano, g nero di Lazzaro Defpotdi Ralia. Et il Duca Haruoie , vedendoli tradito daiii Turchi, qunfidifperato fra breucpafs da quella vita. Onde il ROiloia,per far vendetta di morto, lafciata la propria moglie, addirnandata Gruba, prefe Iellza moglie di Haruoie. Nel qual tpo gli Spalatini fi pofero in
fendo
^
in
di Harnoie.
libcrt,fcacciando della Ci tt
li
Rau
Corona di Vngaria,hebbero
tenuto hauc
ua Haruoie, cio Brazza,Lelna,& Corzula. EtpertorilpoiTelTod quelle mandarono con alcune galee Marino de Relli. Ma quelle
P er
^
ro^g^
Raufei;
piche tre anni. Imperoche il detto Iachfcia,cheera Signor d'alcu acbfcia H** niluoghidi Narente,& nimico de' Raufei, andato in Vngaria da Tie'IU^W' Barbara moglie di Sigifmondo, dalla quale (apeua ch'era molto amato (Imperoche, & egli era Vno di quella Corte,e giouane bcliflmoj ne la Regina quantunquefufie haramai vecchia )haueua la
(
feiatiivitij delle
donne)permezodi
leiaccus
i
li
Raufei apprefTo
m^auano,
gouerni> quali elfi in dette erano perfone atte pi tolto perla rapina, che per
II
& che
amminiflrar
la giuftitia.
& erano ricorfi quella Corte.Sigifmondo vdedo quelle cofe,fcrifSenato Raulo,cheneirauenire non l douelTc trauagliarenel gouerno di dette Kole Le qualiper fuo ordine furono confignate Vuladiflauo Arofal fuoCauallierc per mano di GioanniMen*
fe al
.
tio,&
7.
1
nc
ca d'impatro*
mrfidi sibenh
-Paolo Radieno
uith amma^zatoatraime
* I/# cennc g modo,evia d'impatronirfi diSibcnico citt di Dalmatia: ma tutto il fuo sforzo fu vanojche quella citta in quel tempo li trouaua alla diuotio ne degli Vngari;& pcrauaritia de'mi nillri, che in quella veniuano da Vngari ribell, e venne fotto Venetiani.EtnePillelTo anno fu adunato in Bolna il configlio deipri Baroni di quel Regno , oue fu ammazzato tradimento Paolo Radienouich da Vukmir Slatonolouich , & Vukmir Hranich Il infieme con Pietro Paulouich fugg,&l falu nella fortezza di Bobouaz,abbandonandolifuoi amici. Jl eh e egli fece per accom^
modare
DE GLI SLAVI.
folleuarfi
,
tfi
mocUre le fuc cofe per mezo d'elfo Pietro apprefTo il Turco .Impero che cominciando egli viuere troppolicentiofamcnte,non hauendo rifpctto di far violenza alle nobili matronali popolo cominci
in fuo luogo
R Stefano Iablanouich 5
.
quale hebbequefto
ofloiai
mezode'Rauici Imperoche vedendo colloro, chcnellacreatione fatato dei li queftonuouo R erano molti difparerifr^ Baroni di Bofna, ma to^T Stefani jiaroaolorol'Ambaiciadorc Volzo d'Andrea Bobali,oratore do- iablanouich. jnentifsimo.il qualcpartc con iprefeuti,& parte col fuoornato di ^"^jf xc, ratio da fua parte vn buon numero di quei Baroni, quafi tutti i eloquente.
voti fece concorrere in fauore di detto Iablanouich; il quale di ci Tempre fi moflr grato alli Raufei.Ondc dop ad inftanza loro in
carcer Radic Sencouich gi Capitano del ROitoia3a cui Sadagl Hranich mozz il capo,per far cofa grata alli Raufeiji quali perci
gli donarono
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R*** /w
gratoRadic.il quale (fecondo vogliono al tri) fu accecato (otto R Tuartco Scuro.Ma il R Olioia vedendoli priuato del Regno , ricorfe al Turco, cui hauendopromeffo di dar veti mila feudi di tri fcuto all'anno , & per ortaggio il fuo figliuolo Radiuoi , hebbe da
buon efferato de' Turchi; & venuto in Bofna,trou in cam Pagna l'efferato delRStcfano, & di Tuartco Scuro quali eralui vn
:
^emude9
infie~
'
combatte per gufano vn pezzo con tanta oflinatione d'animijchcvicadeuanodalVna, me d'altra partefenza numero; n hauendo la vittoria inchinato ad
di lui
.
no in lega coner
Et appiccata
la
battaglia,
li
alcuna parte,finalmcn te fi diftoliero dalla battaglia.Ondei Baroni Bofncfi per ri para rea tante ruincdel Regno, fi pofero di mezo per accommodarc quelli Signori infiemc.PerlocheTuartcojOfloia, &Rc Stefano s'accordarono di participarcvgualmente il Regno di Bofna, chiamando ( ciafeun di loro R,chc fu l'anno mille quat trocento e vintidue. Ma Stefano poi fra breuepafi da quella i miglior vita, non hauendo mai prefo moglie. Acu feguitR
More^eStef*
Oftoianelmillcquattrocento trenta cinquejilquale mor di febre* rocacciatada luiperfotisfareal fuo li bidinolo appetito. Onde adiuoi fuo figliuolo trouandofiall'hora nella Corte del Turco, hebbe da lui vna podcrofa holte de' Turchi,co'quali venne in Bofna, azzuffatoci nella battaglia con la gente di Tuartco, reitaro-
&
uoV"del
f
o iTurchi rotti, & Radiuoi fuggiRauia, doue fu fatto gentil'huomo*cV pi volte foccorfo ne i bifogni da quei Signori. Ma alla due
o/lot*
azx*t
fa Jc
^" TMart9
3 8
fuzzekKau*
fa.
R E G N O
febre terzana, acquiftata col bcue
^ ne ^
le
Bofna,& venne all'obedizadel RTuartco, ri qui lo riccu per amico, & perBarone 3 & gli afiegn molti campi in
rii' in
Chili elauoda.
re
Mor giouanedi
troppo vino co ghiaccio.RcgndoadunqueTuartcofoloinBo Taefe di fan- fna,ipefle fiate veniua indiiparere cSdagl Hranich, cui allcvol dagl guadato teguallil paef: ne meno ltaua bene con li Raufei,& con Stefano aTuarteo? Defpot,il cui elTercito eipugn,& prefe la circa di Suonik, polla ir Vibra. La quale all'hora^chc fu l'anno 1*36. fiaccheggiatadadet San dagl Hr*' ta gte del Defpot.Et nell'i ileflo anno fece traino da quella vita Sa re dagl Hranich. Il quale no haudo hauuto figliuoli,lafciilfuofta to aStefanoCoiTacciafuonipote.il quale fendo all'hora trauaglia .. cLr'fucclde todal R Tuartco,& da alcuni altri Signori Raillani,li Raufci mai neUofato. noni abbdonaronoj anzi quafi per mezo loro reil Signore. Ma simoflroinimt na metue fft acto feruio Vn'ingrato; ilqualemcntre viflefu ,& iimoitro quali tempre loro nimico Il che gi prima pi volte haucua loro detto RTuartco. Il quale fndo hormaattpato lima* rito co Iellina di cafa d'lablanouicchi;la quale n hauendomai fac TuartcoR to alcun figli uolo>Tuartco pafsfenza herede da quefta vita, Pan* mre no 1445. Eth Baroni di Bofna libicamente nel fu o luogo crearo* Regna Tomfc no Re Tomafc , figliuolo di Paolo Chriitich, Barone diBofna Il
.
'
Cbnjltck.
neiraltrecofcleguitaflc il
ritoChriftianojlungotponodimenos'ailennediriceuer'ilfmto
battefimojv pare ch'egli fufle (lato infetto dcll'herefia Manichea; ImperocheeiTendo gi fatto R(comc fcriue il Volaterano) fu battezzato da GioanniCaruaialla Cardinale di S. Angelo. Oltre ci
fi
al 6. lib.
AMO
marito co Camarilla figliuola di Stefano CalTaccia Duca di S. Sabba. E tenne (Irettaamicitia con liRaufeh i quali facendo guerra il fuo fuocero Stefano, egli i'cflort,& preg pi volte, che di quella imprefa volellc celiare: Et per-^ luaiione del fudetto Gioanni Cardinale and in Vngaria, dofaCatholica
.
quale
il
Turco
al
ma
poi
Mania Jmha
fnadotialvon
tifice
Pontefice
Rom* no j[ Vcfcouo
no
mand fuoiAmbafciadori, che furodi Cenad , & quello altro di Segna, &con quelli era *
-
r>
Stefano
DE GLI SLAVI.
amento della Chieff & vn
dottore Trcuigiano
*9
Sm Q rei0l ine
Stefano Contedi Croatia di cafa Frangipana, la quale anticamente produ (Te il gran Gregorio primo Pontefice Romano, or, che poi da Pio fu fattoVeicouoin Dalmatia. Qucfti Ambafciadori trouarono ull'hora il Pontefice Mantua,il quale gli vd volentieri, & con gran loro fa tisfattionc furono liccnriatidaluije partirono d'Italia prima che vernitela nuoua del tradimento, che faceua alli Chri ilianieio Re Tomaie. Il quale da Scrittori Latini e chiamato col i\om: di Stefano. Pcrciochc, fi comcpcril pattato li Romani chiaanauano iloroPrincipiCefari ,ouero Augufti,cgli Egitij Faraoni, Tolomei; cosili Bofncfi(diceGioanni Gobellino ne'Comj- n -i n'* /L t*_> anentarij di Pio 2. al?, no. ) chiamauanoiioroRe Stefani. Fra
ri*
qucdicafkFra
an**
Bofnefi chiama
uavo
tutti ilo*
roB^
Stefani.
quali
Tomafc
Il
fu
huomo
attuto
volubile, e
quale nel mille quattrocento cinquanta noue, per inoltrarli Catholi co , & per dar fuora faggio della fua religione,
ducattioni.
forie^qucl che molti crederono ) (pronato da auaritia, fece vn ban-
'
Manichei, de' quali era gran numcro.in Bofna, quali non voleuano abbracciare il batte/imo, e la fedo Camolica Romana ,douciTerofgom brare il paefe, & i loro beni fuflero applicati al fifeo. All'hora furono battezzati di quefti hevetici in circa due mila ; ma quaran ta di loro, poco pi , peni n acemente errando qua, e l, fi condulicro finalmente da Stefano Duca di Santo Sabba, & fautore (come alcuni vogliono) di quella fetta. Li tre principali di qucfti here ti ci, ch'era no molto potenti nellaCorte del Rdi Bofna,il Vclcouo di Nona men legati Romani quali il Papa Pio 2.fece rinchiuder ne' Monafterij ,& da Gioanni Cardinale di San Sifto, furono ammaeltrati nella fede Catholica,&perfuafi,che lafciando l'errore de gl'impij Manichei , abbracciando i documenti dellaChiefa Romana, laquale ne pu ingannare, ne cfTer ingannata^. Etcos hauendogli riconciliati, gli mand al lor R. Due de' quali perfeuerarono nella fede Catholica* mail tcrzo,guifadel cane, torn al vomito Onde trovandoti ancor perla ftrada, fugg dal iudecto Duca ne ven nealla
lo che tutti gli herctici
i
. :
Scacciagli
Ma
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et
Il
quattuordiciin
la
di Mclcda, che
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Figliuolo del
,i
ei as
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:
j{Toma/cmo
nmU*.
morte & fu fepelito aella eletta^ chiefa^onvn'Epitafia^che^iceua. H1C IACET HLIVS SCI RE GIS. BQSNAE. Onde faeiloiemcmi difpongo credere, che coluiia flato figl iuolo naturale 'd ci R To
Tn pochi giorni lo conduffe
TOMA
mafc,&
fratello di
,
Stefano,
i.l
qualeegli
hebbecon Voiaccia
fua
concubina
lmperetu Catha-
fece fgliuoli$ilchepremeuav
moJtoalRTomafc. llqualemofrauadi
liChriftiani,-maineJrTetrofauoriua pi
fuoraeflerein Icgacom
Turchi. La quale ola finalmente lo priu, e di vita, e di Regno, Impercuhe fendo Venuto incognito Maumettc z. Imperatore de* Turchi, per vedere^ efpiare le fortezze di Bofna, e trouandofi in Iaizc, fconofeiut^ Mwmcte Tur da R Tomafc*- il quale fatta fcco certa fratellanza ( come vfauaco pepo da no quelle genti.) lo lafci andare libero ^ Il che fendo poi perc uenutoalPorrecchiedi Mattia Rdi Vngaria, egli cercaua tutti, modi dihauere eiTo Tomfc nelle mani 5 ma vedendo che coltui fi guardaua molto bene, mand fegretamente ad eflortare Stefano luo figliuolo, & Radi uoi fratello diTomafcj acci che per beneficio della Repubhca Chrilliana fi JeualTero dinnanzi quello perfido R promettendo loro, f ci faranno , col fiio aiuto fargli padroni di quel Regno. Quelle parole, c^ofTerte del* l'Vugaro accefero l'animo del giouane, che naturalmente era ambitiofo,in maniera, ch'egli fubitamente accetr il partito. Onde lendo andato il R Tomafc in Croatia combattere la terr di KtTomafc Bielay ,e ilando in letto al quanto indifpollo, Stefano fuo figliIlMm^Uhq* u l con Radiuoi TalTaltarono di notte, & arrangolatolo diedero voce, che era flato fufTocato da vn fuo male antico. Il che fu h. creduto per vn pezzo, fino che vn paggio di Radiuoi {copertela cofa Catharina moglie del R morto. La quale in contamente
'
:
auifatoMaumete,elopreg,cheperqueiramore,eheha ueua portato al fuo marito, volelTe venire con l'eflcrcito, & Scacciando del Regno il patricida, quello dare lei folamentein vita Maumette di quella nuoua n lenti gran difpiacere$& per elfcre airhora impedito nelle cole molto importanti ,le rifpofe , che la morte ingiuila, & empia data al fuo marito lo premeua aliai Ma perche airhoraeraimpedito,leprometteuaconlaprima commodit
fece di ci
DE GLI SLAVI.
modi t far quanto era
ricercato da
lei.
571
Maumcttc per tantoquado fi vide libcro,cntr con l'efferato in Bofna,e n fece altro per quelJi^^l^i lavolta,cheicorrere'l pacfe,menando incattiuit gran numero di mete.
fentcQucftacofa vedcndoCatharina,& auucggendofi della frau e del Babaro, degnata fi parti di Bofna,& prima venne Stagno, Catbarimregi ioucftette pochid,chefen'and Roma,-&iui fnalmeniemo- mr *cne Su gm l. Fu fepcUta nella Cbiefa d'Araceli, douc( come fi legge nella Chronica di Fra ti Minori) venendo quefta Regina ailamorte,volIec(Ter(cpelita5& ordin il Papa,chem Siilo 4. che fuflepofta aliaMore a ^ ti la grada dell'altare maggiore, 6V fececoprirelafepoltura con vna pietra di marmo, doue {colpita Iafuaimaginecon vnacoronare galein capo,& con vn'Epitarlo nella pietra,facto in lingua latini,
'
IENI. TOMASCIA CHRAGLIA BOSANSCOGA SCENI COLICO SCIVI GODINI LIV. I PRIMINV V RIMI NALITA GOSPODINA. M. CCCCLXXI V. NA XXV. DNI OCTOBRA. SPOMINAK
CATHARINI CHRAGLIZI BOSANSCOI HERZEGA SVETOGA SA VE, SPORODA IELLINE, I CVCCHIE ZARA STIEPANA RO
SABBIE, EXGEHEHE HELE{AEj ET DOMO "PRIJICITIS STETH^X 1 ^M a TJLE* THOMjiE HJEGIS BOSSI^E fXOl{I QVjlWJVM PIXERJT AT^O^ firM LU IL ET OBIIT ROMjtE Ati *{0 DOMICI M. CCCC* LXXIV. XXf. DIE CCTOBHJS. M01{VME \7TM ITSlfS SCBJVTIS TOSITI M.
4^ DVCIS SA^Tt
Ora dunque vedendo il R Stefano le icorrcrie,cheMaumette hancua fa ttc nel fuoRegno, con forti di Nicolo Veicouo di Modrufa,chcall'hora era Legato del Papa nel Regno di Boina, rotta la pace con Mauinette,gli neg il tributo conlueto. Perloche venne da
luifubitorAmbafciadoredelTurcojilqualcnomedelfuo Signo
xcgli
//
r c StefaM
negati tributo
dimand il
tributo folito.Oue
il
ma tuttauia non mipaiecofaragioneuolc di priuarmidi tanta fomma de danari, & darla al voltro Sigtributo apparecchiato j
nore; dal quale f per auen tura mi far fatta guerra, hauendoquefto denaro appreflo di me, vie pi commodo potr refilcrgli,& ri-
ancora far afforzato di andare, eri tirarmi nell'altrui paefijconfidatomi in tante ricchezze, con maggior Aaa 2
affai ti.Et (e
^4
^fbofla
REGNO
ftf
dall' ambafeia-
dre Turco al
gioragio potr campar la vita. Il che in tendendo I'Ambafciadocc Turco, inquellafcntenzaglirifpcfe.Non dubbio alcuno, ch'era cola molto bella,& honelta , che co teito danaro reftaie appo di voi; quando per non fi veniffero romper' i patti, ratificati, & da Voi continuati con giuramento. Male tirato dalla cupidigia di quello , perfeuerarai a violare i detti patti, promcttendoui da quello qualche felici tj dubito certamente, che non t'a uenga il con trarlo.
:
Imperochenoncreder mai,chefia mal fatto polfederecotefti denari, quado Iddio lo vole ne meno ptiuarfi di quelli , poich cos lui piace. Anzi giudico, che molto pi honcilo ,& lodeuolc per lo cuimezofi. fiati priuarfi di quelli, che fare ingiuria colui fono acquiflati Et detto quello , fi part dal R & tornatocali efpofeal fuo Signore quanto haueua nego ita toco'i BofnelOndc Maumette fi rifolfe di fargli guerra fubito alla primauera Delchc fendo auiito R Stefano, (pedi i fuoi Ambaiciadori verfo Roma Oratmedeir Pio 2. eh erano due vecchi di datura molto alta, &d*vn afpctto idmbafciadore venerando, vno de* quali cos parl al Papa. Stefano Re di Bofna Bofne/ealTon vollro figliuolo ( Bea ti Aimo padre) ne ha madati qui da voi, che tefice Komano nome fuo vi efponiamo quello. Ho certa nuoua (dicecgli )chc Maumctte quella (late mi ha da far guerra pel paefe & per tal eftej to ha pollo in ordine tutte Iccofe quello rteceflarie Le mie forze non fono fufficien ti per rcfiflergli. Ho pregato gli Vngari,i Venetiani,& Giorgio Albancfc,acci in quello biibgno voglianofgccorrermi: la qual cola hora etiandio da voi dimando. Non cerco ne defidero i monti d'oro,folamente che lo nimico,& il mioludditocono(ca,cheda voi non mimancarl'aiuto Imperochcfct
,
. ;
.
chi
le
ha molto malagcuoii palli , & fortezze in molti luoghi quafi inelpugnabili, chenonlaiciano con facilit entrare dentro al mio
Eugenio offerfe al mio padre di dargli la co rona 9 & rizzare in Bofna le Chicle Cathediali.Ilche egli rifiut all'hora,pcr non prouocarc contra di se l'odio del Turco j pcrochc ancora era nouell chriltiano nhauea fcacciato del fuo Regno gli Heretici Manichei. Io mi fono battezzato da purto,& hauendo imparato le lettere latine/ermamente tengo la fede catholica,nc temo quel ch'il mio padre isbigottiua Per oltra modo defidero
paefe.
Il
voftro predeceflore
>
rice-
DE GLI SLAVI.
rccuer da voi Ja corona,
}f
Vefcoui Santi. Perche qucfto far vru manifeftoindio, che voi non fiate per abbandonarmi ne* mici bifogni.Ilmiofuddito voddomida voi aiutato, fi rizzarin mag gioripcranza,& al nimico fi dar pi gran terrore. Qucfto ad un. que dimando da voi ; JEtchequan to prima mandiate il voftro Legztoagli Vogari,raccofnan dando lorolccofcmie^/Tortandoli voJcr congiungere le loro gen ti con q uellc di Bolha che cosi co n
li
:
&
Regno di Bofna 5 e al trimcnte facendola xler del tutto. I Turchi hanno fatto nel mio Regno.alcune fortez ze,&va*moadulandoi villani, moftrandofi loro molto piaceuo
facilit
fi
potr faluarc il
lij&bcnignij&promcttooograndelibertchjunquevcrdalo^ io. L'ingegno d ci villani e moltoba(lo,e per non in tende Tane e gl'inganni del Turcoj credendo che la liber<($-qual vien loro pr tncfTa,fia per durare perpetuamente Ondei plebei tirati da quefte yroraeffe facilmente dame ribellaranno,- & nobili, vedendoli ab bandonati dalli lorovalalli , non potrannoluago tempo per/ucfare nelle loro fortezze. Se Maumcttefuflc con tento del mio Rer
i
,
gno,foIonandaiTepioltrccercdo j farebbe forf da fopportare queftamia fcjagura;nconuenij:ebbepcilamiadifefa trauagliareraJtraChaftiaiiit.Malacupidigia infatiabile de) regnare non ha prefiffa alcuna mera. Laondcdop chchauer yintorae,voltallciuc armi contragli VngarijcDalmatinj.fudditidiVenctiani, &pcril paefe di Carni, fidihiani cercata pallarc in Italia, il cui imperio egli tanto ambifee; & di Roma fpeflo ne ragiona, & verfo quella ha volto ilfuo pender. Etfperaucntura { cosi volendo i Chriftiani)slmpatronir del mio Regno, trouar certamente Prouincia molto atta^&luogo molto accommodato,pcr confeguirc il fuo intento. Io tprimoafpcttandoquefta tempefta , dop di me gli Vngari,Vcnetiani,Sc altre nationi prouarno la loro forte. N meno ilcahaftari molto cheta che cosi l'inimico ha deliberato nel
fuoanimo.Queftecofeaduqucco$certc,emanifeftehoravimdo idire.accinon polliate poi direnoneireruiftatcauifatc&ripren derme pernegligente Il mio padre difTc molto innanzi al voftro predeceflorc Nicolo, & a' Vcncciani le calamit , che doueuano ingombrare lacitt di Coftantinopolijc non glifcrcduto.Ondc la Chriftianira per fc con gran iuo danno lacitt Regia, fede Patriar cale, &foftegno della Grecia, Hora iofteflb di me dicochc fe( credendo )mi porgere te l'aiuto, mi preferirne dal nimico al trim ente
.
-,
perit,
374
perir,
G N O
Kirpfla del
&[neft\
que 3 chc da Stefano nefimpoilo diruj. Et voi, che fete padre del la religione Chrilliana,porgetinel'aiuto,&cfiglio. Ora vditeque c ft c co ( jj Pontefice cos rifpofe. Noi credemo quanto per parte del RStefano ne vie horadetto,efscndo che quello illcilo da altri hab biamointefo.Maumette cerca l'Imperio Occidentale,haucdogi occupa to quello dell'Oritc , e quefto Tuo ditegno molro atto il Regno di Bofna. Onde veri limile ch'ei il sforzar romper prima
quelle porte.
gli
il
R vor
i
refifter-
con animo generofo,& muttto. Sono molto difficili pai en trarein Bofna,& con poca gente fi potranno defenderc. Gli Vnga ri,& Venetiani accoppiata n no Jc loro gen ti quelle di Bofna,- chea tareffettomandaremoinoftri Lega ti ad ambid u li Principiai qua livnitamcntedefendcrannole cofediBolna. Noi quauto ci (ara
poflbileaiutaremo,& daremo ordine, chele chicle cathedrah
fia
no
ui.
rizzate in
pregiuditio del
diVngaria, cuiaipe'ta d'incoronarci R di Bofna. PerilareJ mofcorgere,e vedere l'animo fuo 5 &c f conofeeremo, ch'egli eli ci non rcllaroffefoja coronagli e in pron-to,mandarcmopen| nollro Legato: che controia volont di detto R diVngaria non
femo per fare cofa alcuna. Non efifendo il douere didiipiaccre co*
J
luijdal quale
d/fenno,at
R di Vnga
Mau-
mettefuperato. Et cos detto quello, furono icentiatiiBofi ned. Mail Turco alla primauera vici con l'erTcrcito, pafs il fiume Do robiza.chefepara la Bofna dallaBulgaria & indi partito venne al fiume llliriu'o,ch'c nauigabile,& nelle naui,qualivifecefabricare f trafport all'ai tra riua legenda pie, facendo fermare nel fiume la
&
cauallariamen tre pafTaua il reftante dell'efferato 5 nel quale(come alcuni vogliono) oltre le genti forefliere,maf!i me gli Afapi, ch'era nolo sforzo della fan taria, qualiin quefla guerra lo feguitauano,
citt polla
fopra
vn'altomontej&permolto
forte per
il
Ma
il
Turco
E
del
G t
A V
I.
|7f
grati fpa.
Baboiun> citt
Turco facendo
uento quelidi dentro. Onde Radi^chcprima fu Manicheo, & poifinfedeiferecacholico, trouandofiaJ gouerno di quefta citt; oc ciTendo corrono col denaro dal Turco, ei ghia diede in mano. Poi cominci eiTortarequelli , che ftauanoin guardiadella rocca , acci non tard affer a rendei fi a vn s potente Signore. Acu final meo te fu data quella tanto importante fortezza la quale per eflcr irata tornita dentro di ruttelecofenecciTaric, ageuolmentcpoteua dueannimantenerfi,&rcfiilereal nimico. Della gente, chef] trou dentro > Maumettedon vna parte alti iuoi Capitani, l'ai rra lafci iuihabitarc,&il retto trafpon Coftantinopoli. Dop quello comand a Mcchmet Bada , che fatta lecita dell'esercito d'Eujopa > attendefle marchiarcquropiima verfo quel luogo , douc intendeua che il R di Bofuali trouaua MechmeteiFequendoco gran preftezzai commandamenti del fuo Signore, pafso il fiume; venuto prefTo a lai zc,hcbbe a uifo, ch'il R tragettando il fiume, fi ritiraua nella foltezza di Chgliuc, nonhauendo ardire dimet:
.
^Mani^
&
terli in
fuga,epa(TarepioItre.>per
non
cominci elTortarci fuoi volerlo allegramen;te paffare, & prendendo il Rdi Bofna, far cola tanto grata al fuo Signore. Ma vedendo , che li fuoi fi ritirauano d'entrare nell'acqua, cominci dire. Hora il tempo, huomini Turchi, che ciafeuno di voi jnoftri il iuo valore,&r che fi sforzi di paflarequefro fiume, lmperochenon dubbio alcuno,che colui, chefar primo a paiTa rio, riceuer dal fuo Signore gran premi j.AH'hora Omar figliuolo di Tura hane, &gouernatorediTefaglia,f butt con li fuoi in acqua,
cominciarono fubitamentcldar guaito al paefe vicino. E trouadofi il RStefa noafTcdiatoin Chgliuc, i Turchi portarono gran quantit dican nuccie, chchaueuano trouatene'paludi vicini rifeccati , & mettendoleattorno con altra materia d'^bbrufciare,diedero fuoco in-, quelle, perfpauentarequellidi dentro. Iquali hauendo paura di
cuifeguitilreftantedell'eilercitoj&vfcendofuora
,
l'aledio;
5
mandarono
Mechn mtotere'del
voleri! arrendere
li
ma per
cheancoregli
berta,
giuramento dilafciar liberoilRdiBofna; ilquale contai patto era rifioluto darfeglinellemani.Mechmetairhora fubita-
Turco infieme
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V&
.tttiodeluTo
vtafe
R E G N O
I
partito;
na. IlqualevfcitochefudiChgliucMechmets'impatron
quel
mono dal
Maria Regina
di Bofna fatta
Tatto
Batic
luogo,& della gente che vi trou,fu fatto l'i ilcflfo, che fecero di quel li di Bobouaz. Venne parimente nel potere di MaumeteRadiuoi fratello del R Tomafc,il qualelottola terra di Chgliuc fu decpitato t Maria moglie di Stefano, ohe fu figliuoli di Lazaro fecondo Defpo e di Seruia, porta n do leco molto teforo, fi ritir in Dalmatia,doue perla ftrada fu prela da Paolo Bino di Slauoniajilqua l cnon fenza nota di perfidia la fece prigioncfpoghandoladi qui t portaua feco; &era in penfiero di darla effo Maumette. Il quale pergiuro giuditio di Dio mand la lua gente faccheggia.
re
ilpaefediPaoloj ilquale fu per ci art retto vfcirfuora in campagna con li fuoi.Etcon quella occaione Maria fugg da prigio-
%aufei foceor
f9m la
regma,
ne,& venne alla marina, onde da vn^nauiglio che dal Senato Raug CO gjj era ft ato mandaro , fi fcccpaiTarin Iftria, &quindiand dallaluamadrein Vngaria. L'ImperadorcTurco eraadiratofuor di modo contraMechmet Balla, che cos temerariamentehauclTe
giurato
,
Il
quale
,
Meni
faccua
do Mechmet
Regno
fi
padronedi quclle.Et in quello mezo haueUadatoordine Omar figliuolo di Turahane,cheandafTepi dentro di Bofna; e vedetta defpugnare l*altrecitt,che furono fottopofte al RcStefano.Ilqua leeifendo condono Maumette Imperatore, egli lo fecevna mattina s chiamare,ma Stefano aueggdofi che effetto era dimada to ,prelein mano la lettera,ch'il Balla co giuramento gli haueua fatta,- beftemmiando, ^maledicendola perfidia loro. Ma il Bar'1
baro fidi ffendcua col di re, che Mechmet Balfa, ch'era fuofchiauo,non haueua potuto obligare lui. Ondelo diede al filo maestro, che fu vnPcrfiano, acci lo facefle morire. Eteos trouandofi R Stefano fotto la terra di Blagai, fu decapitato. Gli altri dicono (fra quqliv' <a*mmmmm*m*mm**yik il Bon fin io) che lo fece feorticareviuo MattiaMieccouita, cuilguita Giouanni Boter al primo libro, ieri u, che fattolo legare ad vn palo, lo fece bcrfagli de i Gettatori. Il Turco dop quello fcorl faccheggiando il pacStefano\mov fedi Stefano ColTaccia ,& vi fece di gran danni Ma ne quelli del ac ^e r'ellarono denncggiareil nimico. Imperoche dando ritirafMBia^a? P ti al!emonrigne>ad vn tratto viciuanofuora, aflfaltado quelli, che vedeuano andare alla sfila ca.Maumettetrouadofi ancora in Bofna
.
fece
DE (GLI
fecepublica grida, che
tuttii
i
L A V
I.
177
Strage de'Batoni di
fatta da
iauanu hauere lelor terre, e poderi, doueflcro prefen tarfi lui. Ottdcalcuni,ch erano poco accorti, ne intendeuano l'artedel Turco,
Bofna
Man*
mette.
Vcn nero lua prefen za; quali egli fece futuramente morire. Faccn
doaell'auenircauertitiglialrri, di nonfidarfi nelle parole del Bar
baro. Il quale in fpatioquafi di otto ds'impatroni di pidi fettan tacitt,ccaitxUi molto forti per artc,& perii lorfito naturale,- V di
mularono
in vira loro.
gini ftuprate,lechieie butta te per terra, le perfonereligiofeeipoitc a ogni forte di vilipendio, &quaf la maggior parte della nobilt jnenatain Afia incattiuit. llchehauennc, fecondo il computo de'Chriftiani,ncl 1463. & fecondo iTurchi,nel 64. Impcroche li Chriitiani ( ammmkmtm^fhmmm^mmm fogliono contare gli anni dal principio della guerra, & li Turchi dal fi ne d'elTa. Dicono alcufii^che T Agadc'Ianizzan , dop che fu occupato quello Regno da Turchi, trouandofi alla prefenza di Maumctte , & celebrado il valore , qual haueuanomoftratolifuoi Ianizzariinquell'imprefa; ci gli rifpofe, CHE il Regno di Bofna non era per cadere cos facilinentc,ie li Baroni di quello fufTero flati vniti,& concordeuoli insieme; ma che dalla difunionc, & dalli di/pareri di coftoro, proue)
Qual
cofa mi-
n U Regw di Bofna .
tiiuaiafua mina.
Quello ifteffo hanno affermato ancora molti Scrittori Chriftia ni ; Imperocheli Bofnefi furono guerrieri, ma inquieti frdi loro.
E fra tuttii popoli della lingua Slaua coftoro hanno la pi terfa,& lapielcgantelingua & gloriano, ch'elfi foli hoggid manTei5
fi
CU
dell'
elettori
gono la
Imperio
R di
(
Boemia,il Con
Sono tenuti
inftgnare li lo*
re figliuoli la
icPalatinodiRenOjilDucadi Salfonia, &il MarchefediBrandeburg che fono elettori dell'Imperio, fono tenuti come fi vede nel la Bollad'oro, fatta da Carlo4.Imperadore)d ini}ruireli loro figli uoli, arriuati che faranno al fettimo anno dellalor et, nella Latiu, Slaua, & Italiana lingua, di manierarne nel decimo quarto an no di tal lingua parlare, reftino ammaendati copiofamte Oue fi conofee ben la grandezzate la maeft della fauella Slaua , chehfeiando da canto tutte l'altre lingue del mondo, quefla fola da gli antichi Imperadori fu vguagliata alle dueprincipalilingue, che hoggid tien in prezzo il mondo. L'iftcflo Carlo Imperadorc(fi
, .
lingua Slatta*
Carlo q.lmp
fece fcriuer co
lettere d'oro
il
Triuilegio
JLlefJandro
di
M.
Bbb
come
conceffo
Slatti
gli
378
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DE GLI SLAVI.
79
VVK Hrana.
VvUtco
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Sndali
V<vK
Vrvc*Z.
Vruchhh
Stefano Herzeg.
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VvLdisU*
fatarina moglie
di Toma/c
di
V^latco
Stefano, poi Ab
mat 'Zaffa.
T o/ha.
fibb
tA\MA
3o
REGNO
DE* *DVCHl DI SANTO
U%MA
SU22U
&
'
~5^/;\
Ducato diSancoSabbanelRcgnodiBofna, hcbbcoriginc(comc volc Lodouico Tuberone da Vuk, cognominato Hrana* il quale nacque d'vn Conte di Rudinc l'anil
)
no
1 3
modo dato
alla
cac-
Onde
vna
fiera in
Branco RafTKaglich, vtio dc'fruitori di Branco ruppe il caPvnovdtrodi VuK.Ilqualepercivcnneprimaalleparolecon Branco, e poi alle mani . JEteffendo Branco feritomorte nell'in.
guinaglia,
DE GLI SLAVI.
581
po; poiaccommodando Ja cola con li patenti di Branco morto a Venne alla Corte di Stefano Nemagna Imperadoiedi Seruia; dal quale fendo conosciuto per huomo di valore, hebbe in quella Cor tevfficij honorati,& fece buoniilimareufcita nellecoiedi guerra. Et hauendo fatto molti feruigij quella corona, l'Imperadore gli aggionfegran paeic al Contado di Rudine. Douecllcndo andato, vn d fu morto tradimento da vno di Raflifaglicchi l'anno I 35P.EtIafcivn figliuolo, addimandato Vulatkojil qualealtrcs reufe huomo prode in armi.- & fu Voieuoda,ouer Capitano di Tuartco primo R incoronato di Bofna Il quale Pan no 1 35)8. lo madcon TelTercito in aiuto del Conte Lazaro, quando che egli s'azzuff nella giornata con li Turchi nel campo Coflouo. Eteflcn do itato rotto l'efferato de* Chriiliani, VulatKo con pochi Bofne
, .
VnK'ammaz
^ato
didli
p**
tenti di Branco
R Tuartco,
falu,&ven ne cafa.Oue rifa ttolV:ifercito,quafi incontanente pafsa'conhnidcgh Vngariji quali infettando ilpaefediTuaitco,in due fattid'arme furono da lui rotti. Poi fi volt dnide'Bal fi Signori di Zenta>& ni mici del R di Bofna. Il quale vedendo, che li Turchi fotto la feorta di Scia in Capitano erano entrati nel Regno di Bofna,facchcggiando,& ardendo il paeie, egli fubitame te fatta mafia di fette mila Bofnefi,gh mand con VulatKo & RadicSancouich. I quali la prima volta Rudine, &poi Bilecchia diedero rotto alli Turchi, che arriuauano a diciotto mila de'quali la maggior parte mor nella giornata , altri furono prefi viui , & pochifuggirono.OndeilRdi Bofna, volendo riconofeerdi tanti fcruitij quefto fuo fedele Voieuoda VulatKo,gli don quafi tutto quel paefe,chepoi fi chiam Ducato di Santo Sabba Oueegli andato per riftorarfi da tante fuiche,e trauagli,e lafciado allaCortedel BolnefcSandaglfuo figliuolo, ftbreuepafsdi quella vita dvna piaga antica. Calci dop di s quattro figliuoli ciocSandagl, VuKaz,VuK, & Vuchich; de'quali Sandaglfece buona^ reufeita nelle cofe militari; & i Rdi Bofna fi feruirono molto della perfona fua nelleloro imprefe, dandogli titolo delprimo Voieuoda Il quale nel 141 5.venne(comcdicemmo) con l'efferato de' Bofncfi in aiuto di Stefano Defpot di Seruia con tra Mule, figliuolo diPaiafitRdc'Turchi.Eteifendo in guerra Sigifmondo R di Vngaria con Oftcia Rdi Bofna, Sandagl and con li fuoi Bofncfi contraGifmondoLofanazconduttoredellegentiVngare, & apfi
: .
Turchi rotti da
Bofnefi.
il
Re Bofna do
il
na
Ducato di
S Sabba
Vu.
laiKo llrana
VulatKo more.
Sandagl figlino
lo di VulatKo primo capitano
di Bofna.
piccata
}8*
E rotto da gli
Vngari.
REGNO
Kcfla vincita*
re.
Fa femprc ami
co dei KaHJci*
caderono , che fui anno 1410. Poi Tanno feguente and alti confini diM.izoua contri Socholi luan Capitano Vngaro , col quale venuto fatto d'arme,loruppe,&: fece prigioni molti nobili Vnga ri. Il chefcaufa principale, ch'egli s^ccpiilaiTe gran nome nel Re gnodi Boina,cVhaue(ie ancorili dono non pco paefe. Nel che fu aiutatomoltodal RO(loia,edaTuartco. Il quale hauendo poi prcio no so chcfo(petto,en tr co lui in guerra, e pi voi te gli ruin il paeie dopla cui morte Sondagls'acche[,&ntirofi dentro dd fuo (la to.Et Tempre fi moflramico de'Raule^adiflanzade'quali mozz il capo Radic Sancouich Capitano gi del ReOftoiaj p^r lo che Raufei (come s' detto) gii dona ro no vna cala Rauj, che prima haueuano donato elTo Radic.Et nel 1* ip.vcndalli Rau(eilamctdi Canali. EtquadoRaofauPaulouich nel 1^30. mof~
:
i
fua,&Ihaueuaven
web,
Cafiello di So*
ebo di Canali
fu prima
di
R*
ofau
Taulo-*
data loro nel 1427. Sandagl foccorfe iRaufei , & venuto Canali conl'elTercito^ipreflc i tumulti d'alcuni nobili.chcnon voleuano ricoEiofcer per patroni Rau(ei.All'horae(pugnetiandioilCaflel lo di Socho, ch'era (lato di RaofauPauiouich, &lo diede alliRaulei. Quello Calvello con altra met di Canali fu prima di PetarPaa louich , & dop la Tua morte peruenne Raolau fuo fratello Sani
.
mch i
Sandagl morti
dagl quattroanni dop quello trapais di quella vita, non fenza fi> fpecto di velcno.La (u moglie,che fi chiam Maria, nipotediCo-
Glifucccde nel
lo flato Stefano
/ho nipote.
ftantinoMa(rech,qua(difubitolofeguit .Nhauendolafciato alcun fgliuolo,il fuollato pcruenneStefanofuonipotc, figliuolo di Vukaz. Imperachegli altri fuoiduefra3clli,VuK,&Vuchich morirono prima dilui,eflfendo (lati ammazzati da quelli, chefauo riuanoPauao Radienouich nobile perfon aggio di Bofna 5 il quale
HranichinColTacia: ne di ci fislacaufa, f benealcuni dicano, che fi fece cos chiamare, perelTercnatoin vna terra detta Coffac.
nuouonome,chiamando
gli
Io
Quduerga fi chiam prima
ti
Ducato
habi ta tori
di quelli
luo-
ghi
(j^m^mm^mmtmmmLi
aucato
di S,
&
Sabba'
non (ue
Stefano
Raufei,hauerebbe perfo lo
Raujet foccor
rono
lojjacia.
flato, inficme
con
la vita.
Ma con
Impero-
D
Impcrchcncl
la fuga della Tua
E?
GLI SLAVI.
ft
38)
14.ro,
moglie Ampc:ochQkmmmmt^imiimmm^im
u udo fi nel paeledi Stefano ( *pmfmgkmmmmmfmtaQk) alcuni mercanti Firenni>con quelli era venuta ancor' vna donnamen chefa.anefta. La quale fendo fiata molto lodata di bellezza in prcfenza di Stefano , egli la
fece s venire, e
tanto s'ceefedilebcheiula
moglie di Stefano > pi volte l'admom, chela mandalVe fuor di cala; ne egli Doue, volcndacifare>Ulaconvn (uo figliuolo fugg Raufa^ Stefano mand pregarla , che volefle tornare a caia , e non andaffe cosinfammandolopcr li paeflftrauien . Ma ella riipofe, che non lo farebbe mai, lino tanto che non vedeua la concubina fuor di
bito
palazzo
.
Del chefdcgnata.
non
originedelU
nimicme fra
coftumeiRaufeirmoitepUiSandagldapalcarelefcalediNarenta> e di Drieuoil, e fornirle del fole,-dando al fi feo 33. e vno terzo per cento di gabella. Mi Stefano entrato nel dominio, leu la gabella a cinquanta per cento .Del che Raufei fi dolfero molto, de gli mandarono Nicolo di Gondola, e Marino Reili Ambafciadoximitigarlo.Coftoronconprcfcnti,ncon preghiere hauendolo potato pcrluadere> tornarono cafa. Et Stefano mand rumai
gfr$^
jet.
le le ville di Canali
io. Ma li Raufei
Camll ruimi
}aCotfaci*.
Marino Cerua con al quanta gcntejla quale fendo tolta in mezodal nimico,frotta.Del che hauendo hauutola noua Raufei, mudarono guardare paf* fi ftretti,e proibirgli di poter calare in Brenoj& armare in vn Albi*
gli
mandarono
i
in contra
che era Raufciaffalt*TcfTo Stefano, & appoggiatele(caIe,preferoiICaftellano infieme f^i/h^e] conlaRocca.Etlafciatouiingouetno Nicolo Gozze,fi voltarono glia, & Foca** combattere la terra d'Almiia.Ma effen do quella beniflmo difefa ^no latt t dalli fbldati , dhelaguardauano, & dall'altra banda fortificata dal tcntd'Mmifa. fiume Zetina, che (corre da i monti di Croatia, non la poterono cfpugnare, Onde fi pofero poi all'efpug natio ne delle Cali ella*di OEfpttgmno U fign polle controia bocca di Narona. Le quali poi che ruinaro- Qyfffl a"v* & Nar0m tto,prefcro patti BaifctaniK CaftelloA s'impatropjrono di Naro ff
to molte galee, g un fero alPimprouilo
all'Itola di
Veglia
na
38 4
REGNO
1
Bkg*y
detto
hacoloma.Queflo iegu Tanno 14 50. nel qual tempo Stefano cn* trin guerra etiandio con Vuladiflauoluo figliuolo; il quale fuggendo l'infoienzadcl padre, fi fece forte nella Rocca di Blagay, la qual firuara lopra vna pietra molto ufficiente, cinta picdidalTacque. Et perche dentro iPrincipiSlauilruauanoitefori, i quali nella lor lingua chiamano Blago, gli nacque il nome di Blagay
da piago.
froflar edifica
qual ter-
to da
&adwy
\ulacftslauO
CoJJacia fugge
dal padre
,
r?
fiume diBuna, Brcgama,& Krupa,andin Stagno, e finalmente venne Raufa. Doueauantidel Senato accus il padre,cbefendogli Ulta apparecchiat3,& gi menata da VulatKo figliuolo d'Iuan Cam- nai di Ciauaglina (quella terra in Popouo)per moglie la figliuo
gior
ladi
faccufanel f* nato
di
I^auftO
incotante(percio>
federate^
%a.
Rafano*
U fpo~
fadfigUMlo,
J{aufei
promet
tono aiuto
ladislauo
,
Vu
e lo
fio
che era molto bella) vi ncendota;lufluria ogni vergognargli l'ha u u toltaiScvoltatofi coloro, chelo'riprendeuanodifimil federi t, haueua loro rifpofto, come Gioanni Paleologo Impcradoredi Co ftantinopolifimile vfficio haueua fatto alla figliuola dcll'Impcradore di Trabifonda,mogliediEmanueloiuo figliuolo. Dopque fio Vuladiflauo diffe tanto mal di coftumi del padrc,che fece ftupi re quel Senato. Et fatto ci,fi volt pregare quel Senato, che haue do fpeflfo dato l'aiuto con tra Titflni, volefTeroancorluiin vn tempo tanto calami tofo foccorrere, e raccomandarlo nella Corte del Turco, pcrlo cui mezo voleua far vendetta contra il padre. Li
i
diffuadonodi
dal
d'oro,
& quaranta
i
Stefano infefl*
il
territorio
Kzuja.&per*
dona al /io p
dere di Giore
Trotouejlario
ddUDalfifl*.
care
in
Tomafc&
Y>rfnaf miglia di
di
di
fa-
di
Taw
delCoflaccia.
mand
il
Vo*
loHiuhi
ieuo-
DE-tJLI
.Sii
AV
I.
}8f
ieuoda fcadiuoy fuo fratello in Sabor dal Tuo fuocero , pregandolo che poftegi l'armi, ri me terfle tutte le Tue prctenfoni,in lui; acci clieegliycome figliuolo del Voicuoda Paolo ,& nipote di Pietro lablanouich Conte di Trcbinc,i quali nel 1423. erano diari accettati da Rauieiper gentii'h uomini della lorRepublica , & come marito di Catharinaluafigiiuola , le deci defle, e fi niffe. Ma jimmeffo u man pot fa reo fa alcuna,- impciochcdiceuaStefano,chc il R To- nobilt di R **' jivaic j come gentil'h uomo diRaula, pi toflofauorirebbelaparte con traria.Onde il R fi rilolle d'andare in perfona dal fuo fuocexo, mainqucfto mezo fu aflalito dalla febre, nata dal continuo cacciare inVifoKo. Et il Cottacela ffaua tutto inchinato alli danni %tefauo Coffaie'Raufei. Etvedendochc i fuoi Proioueflarij non gli faceuano amadaUca prouedimcnto del denaro per la guerra > egli mand a Venetia il ^T^rt/l* fcaftellanodiVrabazjepcrfuaiecjuel Senatoentrarc fcoinlega m contrattati controia citt diRaufaj&ccsnuenne, che efpugnandofi quella /** citt,Iapreda fuflefua.elacittrimaneiTc all'Imperio Veneto. Que $a^ofa come prima feppero f Rauiei , ipedirono Roma Papa
"Nicolo
Bafilio,
il
Ino &
da lui in quella caufa fatto , fecero Vefcouo di T rebine creare : fi querelarono appreflfo di fua Beatitudinc,chei Venetianidifegnauano prendere l'armi co tra di loro,& in fauorc di Stefano Coffacia , il quale era feifmatico . Ci vdi to , indirizz il Papa lettere al Senato Vcncto,comandandogh (otto pena d'interdetto, che fubito defilteflcro dallalega,econfederationccol CoiTacia. Etcosi i Ve netiani obedirono Et li Raufei mandarono Vuladiflauo Coflacia trauagliarcPocitegl,Vargoraz, e Gli ubuska* & hauuto cinquecento lanzefotto il Capitano Marufcho^Marulchi, che la Republica d'Annuari haueua loro mandato in aiuto, aiTalfcro il pae 4cdell*inimico,& vi fecero di molti danni. Et men tre Marufcho fi trouaua in Raufa,vn Conte della Corte di StcfanoColTacciaJosfi jd duello; & egli fu b ito accett l'in uitoj&vfcito della citt,auan%\ le porte chiamate Plozze, s'attaci lco,& quali i lubito lo prill di vita. Ondedal Senato Raufco fu perci molto honorato, prefentato. Quella famiglia de Marufchi giciintain Antiuaii,in modo, che hoggid no reftaalcuno di quella calata, in fuor di Vettore Befalio, il quale pervia di madredefcendcda'Marufchi,
.
Mavufcbo
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&
Raufa con vfhcio del Cancelliere di quella Repubblica La quale vdendo , che la guerra non faceua pun to per
Cee
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1i
ES 83 !hC
ti
DO
co n qlK
Mandano
la*
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di lui
cotta
Mschwet Turco,
contro laperfona di Stefano, pranKtroiidochilpef auentura porcarebbe illuocapo Rau la da ido;fuo nobile ondargli dicci mila duca ti, &vna pollcflondi valuta di tremila duda ti nel teiv ritorio de Raufei. I quali vedendo, che ci non reufei ^trattarono poi la co/a fegretamenreep* figliuoli diiVabtcb/figlJUQD/diiGiorgi Signordi Hum, ch^ranoIuanifciZ^rco^Taidia, Agoftino,JBar-. colo, Marco, & Radi uoi,& con Pietro di Paolo loro flugirt gei> mano,- macjueftolor tramare fu (coperto. Fecero nondimcnoin tendete Mechmct R de Turchi i danni, che patiuano da Stefano Tuo vaiarlo. Onde nel 1452; fimandato dalia Cor/e del Turco vn Araldo, il quale teucramente comand S tetano, chc;n oli nquietafTe i Raulei,e tornaflcloro le ville di Canali 5 rifaceffe i danni
glia
Stefano isbi~
dalle potuto minacele del
fei*
f^e
glia* Stefano.
Stefano con
li
Juoi figliuoli fu
mnouerato
la
al-
nobilt
di
Rettore i
ufa.
Ra
lafcialdfuaar
ma
l'i-
alli
Ran-m
faleNa rente, e Drieuoft. Quello ifterto fece enandio Vuladiflauo Re d'Vngaria, a cuifpettando di mantenir la pace in Siauonia, pi volte minacci a Stefano. Il quale vedendo ci, fece pace eoo Raufei ,-&eiTequ quanto gli eraordinato inferuitioloro. I Raufei dop quello annoucrorno fra i loro nobili ifudett fratelli Vulatcouicchi , come fi vede nel libro delle parti di pregadi del mille quattrocento cinquanta due. Et Stefano fi condurle Raui, dou fu gratiofamentc accolco,& gli fu reltituita Titola di Veglia, Se egli riceuin gratiailfuo figliuolo Vuladillauo.il quale fatta la pa cecolpadre^ecevenir'Rauia VpraudaCatunar di Dabarfuoan tico feruitore, col quale and cafajV: il padre gli diedein gouer110 lidogni Vulafije poco dop gli aggionf ctiandio liPolim zi.Stcfano eiTcndofatto,comedicemmo,nobiledi Raufa,pi volte, fece in iHza, che almeno vnafola volta fuffe fatto Rettoredi quel la Republica.Etmcntrericercauai particolari nobili di quella Citt, ciaicunogli prometteua di farlo volentieri. Ma poi chela cola non reulciua, & che i detti nobili s'ilcufauano, che da canto loro non era reit to, perche quella dignit non gli folte Ita ta con* celta,- egli rifpondeua Vno per vno Dio v'aiuti, ma quando vi ragunateinfieme, ch'il diauolo vi porti tutti. Finalmente volendo partire caia, lafci al Senato Raufeola sua arma, che fi depingea con vna Croce Criitallma mefTa in mezo d'vna trauo roffa con tre sbarre bianche in campo vermiglio. Lafci appretto Stefano suo figliuolo putto di dodici anni in goucrno d'Andrea .
fatti
il.
:
DEGLI
d'Andrea
di
SLAVI.
387
Di
il
Sorgo, acciochc attendente a gli ftudij di humanit, &fialleuaiTe con i figliuoli de'nobili di Raula . Queftoquel Stefano, ilqualecombattcndo poi McchmetlaHerzcgouina,cio
lo flato del Coflaccia,fu dato dal padre per ortaggio del
fuo figli*
uoloStefano in
gouemo
d'
An-
drea di Sorgo.
nuouo
:
triStefano figliuo
lo del
buto al Turco, e poi rineg la fede, & l chiam Achmat hebbe per moglie Fati figliuola diPaiafitRcde'Turchi, conia qualegener
Qoffacia
rtnega ta fede,
Machumer,& Acmet,ealtrcttantefigIiuole,
ledile
Huma& Kame
Paolo Giouio,&LodouicoTuberojie,cio,chc Vuladislauo, per far vendetta dellon ta ticcuuta dal pa dre,fia flato quel!o,che rineg la fedechriftiana.Oradunquerccciliatofi nel predetto modo StefanoconRau(ei,femprepoi infino
Tao
loOiouiOyCT di
Lodouico Tuverone
amicitia.Fhuomo poco collante nelle fueattioni, e nell'ira commetteua digrandi errori. Onde nel 1458. fentcndofiliPeralini aggrauati d'alcuni diCailel nuouo, i quali tuttauia faccuano danni in alcuni loro poderi , mandaronoduc Ambafciadori Stefano, che furono Giurag Zqrnich , &Nicola Bogoeuich.Iquali venendo Caitel nuouo,non poterono rnaihauer daluil'audicnzajperlo che cominciarono dir'alcune parole picnedi minaccie$& cos partirono cafa* & mentre fi trouauano
la
in
tAntbafciadori
Tetafltm morti
feria firada^
per la llrada, furono ammazzati. Del che lndo impartenti li Perailini, deliberarono vendicarlalor morte,- laquale fermamente ere deuano,che folle loro data perordinedi Stefano. Ethauendohauu to noua,checglivna mattinadoucuaandarealla caccia, di notte Irafportarono le famiglie allo fcoglio di S, Giorgi j&efli numero di cento pedone ben difpofte, e armate fi me/sero nell'imbofcara^ preflfola villa, chiamata Draceuiza.LdoueperuenutoStefanocon
alquanti fuoi nobili, epochiferuitori
,
emecolui,chenonhaae-
u dubitato punto diimilcafo, fu tolto in mczodaPeraftiniji cjuali (aitando fuori dalle macchie, f gli fecero fronte con animo iiflbluto d ammazzarlo; il che vedendo egli, sbigott finitamente. Onde alcuni genul'huominiRaufei, cheall'horafi trouauano in fua compagnia, cominciarono pregare, e fupplicare i Peraftini, che s'acchetta Aero vn poco, & diceflerola caufa di quella lorofolIcuatione.'AlPhora iPeraitini tutti con vna voce cominciarono gridare dicendo, femo venuti per ammazzare cotefto traditore, il quale con tra ogni legge, cdouerehfattomorirei noftri Ambakiadori. Stefano in tendendo quefto,fmon t da cauallo ,& volta to fi in ver di loro, cominci dire. Acci non creda alcuno di voi PeraCcc 2
Tendini
tono
CoJ/acia.
affai
Stefano
388
R E G M O
Ma vi giuro perla Verginc,e madre di Dio,cheio nonioti
morte di voftri Ambafciadori* anzi di
difpiacere, che niiTuno di voi
altri.
Pcraftmi, ch'io mi fia perduto d'animo, che habbia paura della morte, ecco che mi trouo q ui lenza canaUo^e priao d'arme tra voi
armati.
ci ne
pimandanoper dono e fanno
face
ho
ientito
maggior
El
no direl'ifte(To,c col giuramto affermare. Da quelle aduque paro * ji_ J r a.j j Ic,egiurameti acchetati del tutto iPeraitini, dimandarono pdono da Stefano,& egli abbracci vno per vno rutti. Et mentre Itam
sttfano Coffa
JVT!
ea Dra
molto crudele tagliaalli micidiali de gli Ambafciadori Peraftinijealla moglie del Zarnich,che no hau$ u figliuoli,mand due mila ducati; & a ciafeuna delle figliuole di Nicola Bogoeuichdiedein dote mille ducati, maritandoleinalcu ni nobili della Tua corte. Dop quello trouandofi egli amalato Draceuiza, mand per li medici Raufa, ma non gli giouarono punto, che in pochi d pafs di quella vita, che fu Tanno i466.Ra figoi: monaco di S.Bafilio,econfeiTore d'elio Stcfano,pon il Tuo teltamen to a Raufa , clic cosi diccua etiergli Itaro ordinato da lui & fu letto poblicamen te nella fala del configlio grande. Lafci do* p la fua morte tre figliuoli , Vuladislauo, Vulatko & Stefano, &
cafa, Tubi to fece
,
do Stefano
VuUdislauo,et
^
da
ia
fn^nL aonolojtaiopa
terno.
Sono
[cacciati
Hiflbego
fangiaco.
m0re
l^rt
yuiajtshuo
paffliinVug*-
vnafigliuoIaCatharina,chcancorin vita Ina marit TmaTc Re di Bolua. Quelli figliuoli egli hebbe con la primamoglic, chefi Anna figliuola diGiorgio Cantacufeno, dop la cui morte prefe Helena,comaltri vogliono Barbara di nationeTedefca,& vitimamente fi marit conCelia. Alcuni dicono, che eglihabbia hauuto per moglie Voi fifa u figliuola di Giorgio Callrioto, ma s'ingannano. Impei-oche quella Voifsaua n on fu moglie di Stefano Cos'accia , madiStefmo Duca di Montenegro, conlaqUale C g|i hebbe Gioani e Giorgio figliuoli,& VoilTaua figliuola, che fu Poi moglie di Leca Ducaono Vuladislauo, e Vulatko figliuoli di ir o ^y a Stefano Coflaccia dopo la morte del padre diuilero lo irato patcr-r no: Vuladislauo tocc la parte de"Vulafiiuperiori,eVulatkogIi , T ^ ,, ^v j o r r Inferiori con Caitellonouo Ondepoi nel 1405. furono icacciau da Heflbego Sangiacodi Paiafitfccondo Rde'Twcbi& fwgg do vennero Raufa,&poi fi ritirarono aJl'Kola d'Albe in cafa^dc' Zarnoticchij doue Vulatkoalla fine mor; & Vuladislauo pafi in Vngaria,porrando feco le ragionici titoli di HcrzegQttiaa,ou&. ro
.
-
11-ri
i
D E rG V
-S t
A V
I.
rodcl Ducato di S. Sabba,chcfinifconoii\qvcftcp.arnlcqo.Duca Primorschi, Signor di Hum,& guardiano del fcpolcro del beato Sa u. Qucfto Ducato fu molto grande} imperoche dall'oriente confinaua con Noui palar, dall'occidente col
Onde in
deuaattorno4.
giornate*
%47^
ARMA
T>EL
CONTUDO Df [HELMO.
/fl
<f
dire
anticamen te hebbe molti Signorijcin vn tempo vne in mano del Conte Andrea, figliuolo di Miroslau* & nipote diNemagna che fu vn Signore molto benigno equieto, hauendo caro di (bue con tutti in pace. Onde quelli,che al fuo tempo dominarono in Bofna occuparono tutte le Contrade, ch'erano fott'i monti, cioNeuefignc, Debar, GrccKa,&altre. Il Conte Pietro tennein vita fua & dop di lui Signori di Croatia,tutta quella parte di Chelmo, ch'era di l dal fiume Narcn te, & diquinfinoal fiume Zennaj&in oltre Bifzc, & Luca con altri luoghi vicini,- in maniera, che non reit u in
,
potere
DEGLI
la citt i
.
SLAVI.
la
}?i
Stagno La quale hebbe origine da Steo, & quello crebbc da quelle di Marficitt molto antica. Quello Cote Andrea viucuabencconliRaulei, & diede per moglie Barbi di Croce,nobile Raufeo, Vucofaua fua nipote,nata dVn Tuo figliuolo,cui alignindotcalcuni terreni iMalfo, in vn luogo detto Obrouo. Hebbe coftui pi figliuolijche non erano di molto valore, in fuor dVnoichiamato Vulatco, giouanevalentifsimo,&digranafpet catione. U qualc,morro che fu ilConte Andrea (uo padre, & fepelito nella-Chiefa di S.Maria del Monaflero di Stagno, fra breue pafl daquella vita. Gli altri fuoi fratelli, & nipoti, efendo di poco vaio ie,non tcneuinoaltroinChelmo,chePopouocon la Marina. Ve ncinquel tempo da Croatia Iginio fratello delContcNelipez,& Prefe Bifzc,&Luca,conquellVltrevidnccontrade:occupetiadio ir i-rr ii Stagno con la iuaPonta. Et eliendo morto il detto Iginio, il ContadodiChelmorimafefenzaSignorej &ciafcuno de'gentilhuoi
rf
Conte Mdre*,
Stagno occupi
to
da
Iginio
Croato*
mini (de quali molti n'erano in Chclmo) era fgnore del fuo patri monicEttal'horailpi potente ofrendeuailpi debile. In quel tempoera vnpouergentil'hnomoin BcrgatdiChelmo,addimadato Braniuoi,il quale haucua quattro figliuoli, Michele. Dobrouoi, Branco, &Braico.I quali cflendo gi adulti,reu(cirono
Bergatdichel
mo '
huomi
niprodiinarme,&di grande animo;& deliberarono di farli Signo ridi tutto quello potcuano occupare per via d'arme. Onde in breue tepo foggiogarono,partc perforza, e parte pcramore quali tutto il Contado di Chelmo.Et dominauano dal fiume Zetina,infl-
Figliuoli di
no al Golfo di Cataro. Per lche Con te Pietro, figliuolo del Co te Andrea con li fuoi figliuoli, Nicolo, e Tollen ,cheteneua Popouo
il
p^nl'u'cbei-
mo,
raccuanoin Stagno, e teneuanolaloro den^a stailo di San Michelepiedel monte predo l'acqua 5 l doueflauaeti & no ? diolaloromadrc,donnadingranfpirito. Et quindi moueuano guerra ,.eandauanoiaccheggiandoPaItruipaeie. Era al tempo di quelli in Trcbine,GazKo,& in Rudi ne vn Giupano, chiamato S'UlVTJl' * ^ ammazza* rtZrcp,huornovalorolo$&erainqueiIuoghicome Vicer di Ralliaj nozrepGtupn a con tra alqualc fendo andati quelli fratelli, & hauendolotrouato a hodl Trebine,Io ruppero nella giornata, & ammazzarono 5 occupando tutto quello, ch'egli haueua hauuto in gouerno , (enza hauerc alcun rifpetro al R diRalIa, nalBano di Bofn a, perch'era no huo".
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huomini molto altieri. I quali moleftaronoli Raufei ctiaridio,6 tutto cnc non falcifero loro guerra aperta nondimeno oltrache
fempre trattarono male li mercanti Raufei, che capi tauano nelpae* fcloro guadarono pi voltci confini & il territorio diRaufa. Signorcggiandqadunquein quello modo, & facendomoltcingiu)
llitie
cini;
Chelmo,& portandoli maleconjtucti li Signori vi. Stefano Bano di Bofna, non pocendo lungo andare compor
i popoli di
Kepofnmvnr
"
dadffSofnefi
tando l'infoi e nzeloro,farxo l'eflercito, lo diuile in due parti, vna dicdeal Voieuoda Repofnan Purchich,& lo mad ad occupare SagoNeuefigne; l'altra era fotto la condotta del VoienodaNighier* Iie a cui ordin,chedouc(fe andar, e trouareidettifratelliinqu.il fi vo Andato adunglia parte di Chelmo , & con efl fare la giornata que Nighiercon reiTercito,trou Michele, & Dobrouiin L hclmo, in vn luogo detto Brieft con pocagente,che icco haucuano; & qua* tunquccoitorohauefTero poruto ichirTare la battaglia; non dimeno
perch'erano
Michely&Do
-N^bicrroi*" noia.
huomini corraggiofi, n fecero itimadcllnimico, ma combatterono co luivalorolamente; ma pure furono rotti,& mor" ella zuffa Nighicr Voieda cominci pertanto impatronirfi di
.
non
venire in
Rafladal
R Stefano Cicco,cui hauendo fatto fapere, com'il Bano di Bofna haueua ammazzato due fuoi fratelli,& che andaua occupando il Chelmo, lo cominci pregare, che gli dette lercino per ricuperare detto Chelmo, che di ragione ipcttaua al Regno di Raf,
fia;
promettcndoli.che lo tenirebbe per conto fuo* & gli farebbe sempre fedelcj&vbbidiente. A cui il R(come foggio Signore )ri(po(e :
Voi men tre erauate quattro fratelli, &chclecofevoltre andauano conprofperita,(aIitiin fuperbia, non curauate venire da me;& eh e
pi, ammazzaftiilmiofedcleGiupanoZrep,6i occuparti tiranni-
camente lemiecontradc,fenzahaueralcunrifguardoaliamiapcrfona horaaftrettidaneceflid vi humiliate,& dimandate l'aiuto, ilquale certamente non hauerctemai.Ondcfubitamente lo fece li:
gare
L'altro fuo
fratello
Braicovedendofirimafofolo fi ritir Stagno a douevenne l'eflercito del Bano per pigliarlo; &egli non fapendo eh? fi far altro, fugg infieme con la moglie,ch'era figliuola di Voino, allo feogho di Olipa non guari lontano da Stagno. Itcndendo quelro i Raufei, mandarono a quel luogo vna lorp galea, per prenderlo la quale
lo
EOGfc Ir;S3L A
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1
I.
3?)
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a (atar0
lo n-.enfcRifa,&iiJ ffitco prigi8nc"-.h fu.r.rcWglre lafciarono > r r i r r andare da iuoi natelli.hgliuoliai Voino. te quando il Redi Raisia
1
CT
araicoi\au/a
-feceammazzareBrancoCataroJi Raufci parimeli te fecero molile di fame Braico in carcere. Etquefto fu il fine,che hebberoi figliuoli di Braniuoi, per le loro opere inique; ne reit alcuno di loro icg Jiaggio.Ondci iBano diBolna tennein pacc,&fcnza alcun contra ito ilContado di Chelmo $ eccetto che Pietro Tllenouich pronepoteddConte Andrea, huomo digrande animo, &eiTercirato in armi,ilqualeteneua Popouoconla marina, nonrvbbidiua,nfi contentauahaure fopra di s il dominio di Bofna .Per la qual cola Stefano
Bano mand Tederei to ad opprimerlo; ctellendo (tato lottOj&prelo nella battaglia* la gcn re del Bano lo menaua ligato
acauallocon ferri piedi lotto'l ventre d'elio cauallo. Ma per ord nedelBanoauantichevcniiTeallaluapielenzajfprecipitatoinfie ineco'l caiiallodavnaripadel fiume, & rotolando per quella s'incontr in vn albero, per li rami del quale tenendoli co le mani,ftec te cos vn'hora buona, fomentato per forza delle braccia:infieme co'lcauallo.Ondegl furono buttate adolTo le pietre, & cos morco cade nel fiume. Dop quello il Bano Stefano diede per moglie lafua forellaCatalcna, Nicolo Zio di detto Pietro, & nipote del (Conte Andrea, per eflfer di nobillangue,con tuttoch non fufledt
smolto valore; a cui diedeetiandio il luo patrimonio,ciola villa di Popouo. Nicolocon quella "moglie hebbe due figliuoli , Boghiicia, &Vuladislauo;iquali
Tttalaga-gUardiadiVie
Ulcbt
IlConfineyChelmoj&ZentalaCittdi Raufa;& poil evn Cofinetrichel m>&Zenta Croce fa tra in vna pietra grdeinOmbla ioj>raPrieuor;& vn luo go appretto il fiume di Trebine,dettoHoncilas, l doue vna gran pietracan il legno; & poivaverfoRudine,& in Gazca,&fin'Sujieicha.Dalcuantc rimanila iTia, ch'eia gentedi Trcbinc,Rudini &Gazca. Da-ponenterefta l ragione di Chelmo,cio Popouo,Lu
-
kine,Gliubomir, Vetnizi,& Neuefigne. Il Confine tra Chelmo, & Bofiia fecondo nafee il jncdiNarentcinVilTeua, cV: come corre il detto fiume inverfo
.
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DI C%0UTIA.
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all'altro
Crefcimirfuo genero
^lfucceflbre.
R Stefano,
dietro lui
VuKmir,
&
R Crcfcimir fecondo
Quando
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di quello
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K
to*
(C/Sugaria
tnmciarono in*
titolarf figno-
ndi
Croatia-
E mordo il RCrefcimir fenza herede ma fchio.vnafua figliuola fu maritata alRdiVngaria.Qndcpcrragio ne di quello matrimonio gUVngaricominciaroBo doppretde re,che la Croa tia fulTe loro Ma li Croati non volcuano Bani>& go
i
n Croatia,
& Raflia
uernidegliVngari,&eleggcuanoligouernatoridiIoromedcfimi.
Onde
DEGLI
SLAVI.
tff
fra loro pili
Signori fin'Paolo Bano. Il quale fendo huomo molto (uio,& valorofo, fi fottomife tutta laCroatia: &poi deliber far conquida del Contado di Chclmo , & del Regno di Rafla ctiandio . Venen-
^Td^St
Bano.
do adunquecon grotto cdercito in Chelmo,roccuptutto,per n hauerc all'hora il proprio Signoic. Paiandatofene in Onogoftc
per paflarc in Zcnca > & quindi in Radia, ch'era in gran confusone per la difcordia,edifnionc,ch era tra fratelli, e figli uoli del R Vroic il San to,cio Stefano Cieco,Vuladiflauo,& Co (tantino, mand daOnogoftel'Ambafciadorea'Raufei ,pregdohvolcrentrarfeco in lega. Et perche meglio li potelfe tira rea s,cominci ad cil ra-
Taolo Bano
n*ador?*R.a*
y&.
memorarcene edendo la Citt loro vicina R di Radia ,queft.i fempre gli haueuano fatto guerra, e n particolare il R Vrolc il Sato.' Onde gh auertiua; che, s'il Regno di Radia perucnir in mano deli i
medetimoloro allenirebbe, nmatftarebbono inpacecnloro .Jtio(diceuajegli) intendo d'edere il voitro amico^ mantenerui in libert,farui ogni honorr,& dilatarui ildomi nio#(c per voretc congiungerui meco, & andare voi per marecon
li
(uoi figliuoli
il
l'armatalo ftra\ che io vero per terra alfcfpugnatione di Cataro; della quale-Citta fattici patroni con facilit c'im patron iremo ancora della Zcn ta,& poi di tutt'il Regno di Radia, ch' aperto, & no ha luoghi forti. Quefta Ambafcianapiacquemohijcne noncolderarono i pericoli, ne* quali pteuano incorrere, & per tutti modi volcuano ch'ella fudc propofta nel Sena to de'Padri. Oue len do difeorfa, quelli, chchaueuano pi maturo giuditio,s*oppofcro * gagliardamente, dicendo,- che del tutto no nera vtile alla Citt imf potente, cojnxra la loro, entrare in lega con Signori p tenti, & maflime con e (lo -Bano Paolo,il quale fendo venuto dal pacfemoL to lontano, peroccupareil Regno di Raisia; non fondandoli fopra altro, che nella diicordia di tre fratelli^ potrebbe edere chela col non gli reufeide.- credendo egli sforzato tornare in dietro, noi reftaremo in perpetuo odio de' R di Rafsia: & egli per edere da noi .molto lontano, n potr, n ci vor defendere. Onde dal Senato fu determinato di non trauagliarfi inquell'imprela. Laqualcofapoi gli reufe benifsimo . Imperoche vedendo Paolo Bano, che Stefano Cieco, faccua malta di molta gente, pervenire contradi lui;& che pereffer affai ben voluto dal popolo, lecofelueandauano priperamente: non hebbe ardire di padarpi oltre; ma torn in dietra Ddd 2 h
,
:
..
R E G N O
^
l croatia.
che fu Tanno i % 1 5 dBuctop la morte di queft Paolo tali o, il dominio di Croatia peruenrte ili mano del Bano Wladicnno dop di luiluronaaliutaefamigliic dinobili,dc' quali laCratia eri
tro
,
:
&
pienairfiertggfiuanOlcloalProairiie
irConteNelipex con li fuoi frateHijquelri di Chliaco, & li Zoprianouicchi con mi ti altri ,J cole de' quali nonfcriuo, per notreiTcre tate notabili . E
,
tra quali fu
in quel
tempo
detti
Signori
inCroatfa-gli
Vngari,n haucre
aleuti
dominio in quella.
Ma cofuccclYo di tpd
Vngariaperueuutoin manodcl R Lodouico, volle elfo Rfaifipa dronedi quella. Ondefattore{rercito,&andatofencinCrofia r prck falcuni della famigliade'ChriachijCV gli altri di detta famiglia fug girono Prefe etiandio Gioanni figliuolo di Nelipcz, Signore al gran valore} & hauendolo nelprincipid pofto in carcere, poi vede** doli prometter, e giurare da lui fedch r &: vbbidienza,lo jafei. fit detto Gioanni con altri nobili retto con tenro /ch'il R Lodouica
.
Wcolo Jceer
Vngaro
Bano
di Croati*
mandane loro per Bano quello Signore ,chelui piaceua* Ondcia mandato NicoloSceczBano,il quale rencua per con fo Regia
tutrii Gattelli
Dalmatia vie
nefouogUra*
<**<:
padrone etiandio di Dalmatia,piglian dola dalle mani de'Vcnetiani. La ondela Dalmatia>& Croatia
fu all'hora vni ta>& p
ita
j-r\
fotrovn Bano.
Confnetrkcv
*tta>
& cbel-9
tno
Chelmo, &c da
ti^,
ponente la Croa-
AVRBTI"
D O GHL
tf>
S&
A*
I.
fyf
viVERT IMENTO
CCORRET{A
Greci
.
ETTORE.
T ruttato
de' Bulgari fi
fpcffi**
che in quello
far mentione del nome de* Romani. Oue auertir il Lettore, che queflinonfi doneranno infendere per li Romani Latini ma
.
mani f
cifinalmente lo fece
%
tributario .
ie
ne tempi 'vegnenti .
nt ilTiondoJl S abellico ,& il T latina differo^che quefla ra la pi f offente natione* rompere lefor^e de Tutfbi. Gli Amri , de' quali fifino ctuatelecofe del prefinte Trattato yfono flati maggior patte Grecii co i qutli (com' aietto) i 'Bulgari fpeffo furono alle mani y dando guaflo da per utt$ quel*
v
fImperio.
Si che facile da conofcere r jhe detti tA uteri con ptca (inceriti hanno fcritto le cof de' Bulgari, e che hanno tacciuto molte nobili ,
htreiebe imprefe, che quefti in tanti anni fecero contra quegtlmpcradora
&
*%
x^rv travia
01 UVIOARIA
**.
.:._
I
rn
j%t
4* Zittitene,
il
.*.'''
5*
I
Bulgari nalio^
ne Situa
condo che rirerifeono Mcthodio Marcire , Giornando Alano,& Franccfco Irenico al 6. lib.cap.? 2.) & fermatibagnato dal mar Pomcrico , altrimcntc chiamato Baltico, vi fi pofaronoper al* cun tempo. Indi partiti poi taccheggiando, e ardendo il tutto, occuparono le fpatiofe campagne attorno il gran fiume Volga , dal quale tra tto'l nome,chiamaronf Vulgari, e poi Bulgari. DcJliqua li con (uccello di tempo vna parte fi leu da Volga, & venneat Da. nubio,e quindi finalmente penetr nella Tracia. Et del tepo quando ci occorfe fono varie opinioni de gli Scrittori alcuni de'quafi
in qucll'cftremo dell'Alamagna
ch'
Da
Volga fon$
detti Bulgari,
livo-
DE GLI SLAVI.
3??
h vogliono, chequeftagentecalale al Danubio, e occupa (Tele sue riuc primieramente nel tempo d'Agathone Papa, che fu Siciliano ? Tanno 679. Altri ci afTegnano all'anno 700. Ma in quelto prendono errore. Impcrochcfciiue Marco Aurelio Caflodoro, che li Bulgari combatterono con li Romani quando Teodofio primo di quefto nome teneua quell'Imperio; & dop lunga guerra
li
j^^*tranne
nell*
Traaa*
Goffredo Viterbienfe lidia 17. parte, Alberto Cran do al 8.lib.alcap.8.& Paolo Emilio fcriuouo, cheli Bulgari, quali all'hora habitauano prelTo al Danubio , affalirono Agel mundo R de' Longobardi cV am- ^tgelmundonj inalzatolo nella battaglia , nportaiono vittoria de' Longobardi , de Lo Hb*rdi chetimelo. Narranoil Zonara,&il Cedieno nellavittaa Ana. magato da ftafo Dicoro Imperadore, che quella genteal principio del Pon- **&. tificato di Simmaco Papa, che fu del 49/. affali non purela Tracia, ma ancora penetr dentro all'Illirico 5 il che torn fare pi illirico nfedal
i
,
'.
no
Volte. Impcrochc
il
Zonara
nel detto
luogo
t0 **
BHk arU
di
nuouo asfaltarono
l'illirico,
loro fi oppoiero 5 & rcltarono vitupcrofamente vinti e tutti in fuor di pochi, tagliati pezzi Quella rotta de'Romani fu fiJrnificatada vna cometa, & d'alcuni corui, che innanzi , e fopra-
.
trombe, che in vece di fuono,chcfi vfa fentir nelle battaglie, rendeuano, e formauano vn'altro trillo, e molto lugubre. Et di poi al quanto. L'anno dodici dell'Impelio di Giuftiniano primo feor fero (dice egli) li Bulgari l'Illirico, &hauendo ruinato laprouincia,vccilerolifoldati. Acumo R dell'Illirico intendendo quefto, vfeito in campagna accopi le suegentiquellede*Romani,enefecegranvcciione de' Bulgari. Ma gli altri foldati Bulgari vedendo , che Acumo s'era al quanto
oro volauano,
dalle
&
Bulgaria/fatta
afsicurato
l'allaltarono,
& ammazzando
ti
1
molti
Illirici
prefero
4^^
lo fanno febia-
viuol'ifteflo
t-,.
Acumo, e tornarono cala. Onde l'anno feguente parimente fi congionfc a' Romani Mundo Gcpido figliuolo di
Gielmo Principe di Sirmio.
uerno
l'Illirico, con
< r c li quale iniieme con vn suo figliuolo dairimpcradore fu humanifsimamente accolto & datogl'in go-
uo.
k,
S.
*.
Mundo Gepido
linQr ^ f
mio.
Il
s iYi .
molta sua
latisfattione lo licen ti
Onde menSuperaliBul--
tre coftui
lene tornaua in
i
Illirico, fu all'alito
dagramoltitudinede
fpartiti
Bulgari,
quali
hauendo
egli vinti> la
Sm-
40
REGNO
al ere Protri ncie,
Teodorico
R*
degl'Oflrogothi
trauagliato da
Ne'quali luoghi grati tempo (I trouauanoi Bulgari. I quali (fecondo che rifenfcc il Bonfinioal terzo libro della Dee.) analtarono Teodorico R de gli Oftrogothi, mentre egli f n'andauain Italia, & fu molto trauagliaper l'Armenia, Lazica,&
bulgari.
Bunsc Re de
Bulgari
.
da loro. Quefti ali'horahabitaua no al Danubio, aerano guidati da Burifc loro R il quale alcuni Scrittori Latini chiamano Buto
Annoniomonaco
Pannonia infieme
con gli Auari, che tutt'era vna medefima natione Slaua , effen do morto loro il R j & mentre ciafeuno di quefti attende di creavennero infieme alle mani doue fendo li re vn'altro delli luoi
,
:
Bulgari, nari fu
& .A'
me
vna
numero de
dtfirna natione
Bulgari am*
diPannonia; iqualinumerodi nouemilainfiemeconlcmoi. gli i e figliuoli andaronoda DagobertoRdi Francia Rimandando vn luogo nel suo Regno da porerui habitare. Il quale ordin
ti
magati
geberto
tra'
Heimondo,c
gli fece
nella Baioaria
&
far*
dimento da
Da
di
Re
vna notte
Il
Francia,
jilffco Duca
de' bulgari
paf
fa conti[noi in
Italia.
che auenne (fecondo che ri fenice Annoniomonaco al quarto libro degli Annali di Francia) Tanno tredici del Regno di Dagoberto Il quale da gli Scrittori di ci molto biasimato. Et fi come coftui fi port tanto male contra quella gente, che non gli haueua dato difguft di forte' alcuna 5 cos per il corrano fi port bene Grimoaldo R de'Longqbardi.Im peroche fcriue Paolo Diacono al 4. lib.29. dell'Hill:, de* Lo ngo* bardi, cheTanno 650. in circa Alzeco vno de' Duchi de Bulgari efsendo no so perche partito dall'altra sua gente, & entrato padri* camentecon tutto Peffercito in Italia, venne da Grimoaldo, pro-
con
megli,
figliuoli.
mettendo di feruirlo con tutti i luoi, e habitare nelsuo Regno Il R mandatolo al suo figliuolo Romoaldoin Bencucnto,g!i ordin chedeile ad Alzeco, eallasuagentcluoghi commodi per habi.
tare.
li
con liloro territori j. E ordin chceflo Alzeco in luogo di Duca fulfe chiamato Gaftaldo. Etqucfti Bulgari (come fcriue l'ifteflo Diacono habitarono quei luoghi etiandio nel fuo tempo j& quantunque parlaffero con la lingua Latina, con per haueua no
)
DEGLI
haueuano
SLAVI.
401
Quella gente forro !afcortadiVuchich,&Draghichriqualiil Diacono nella vita diGiii ftinianb Imperadore ali 6. lib. chiama con nomi di V*olgere,& Dra gone,aflalHa Scrihia,&laMefia nel tempo, ch'era MueitroinMeila Giuftino,& di ScithiaBlandarioji quali vfcendo fuori allacam* pagna, venneroad azzurrarli con li Bulgari, oucGiuftino prefato
iuvcciib,-neleuiluogoentratoCo(tantinodcFlorc-prio,chedali'Im
&
^tull*
uglUt
peradore fu tenuto al batte(Imo5& azzurratoli nella ba taglia con loro, relt vincitore con grande vccifione de gli nimic; a* quali cau dalle mani tuttala preda, che haueua no fatto, & vi caderono nella
ba ttaglia li predetti Vuchich,& Draghi, h Capitani Bulgari, facendo per prima, che cadelero me Ita vecifio ne de nimici Da quefte adunque autorit di tanti graui autori fi vede chiaro fatto che molto prima di Agathone Papa, & lotto diuerfi Capitani, pai tendo dalla Volga li Bulgari, evenuti al Danubio, aflahrono la TraJ cia. Dell'antichit 'de- quali patlando I *olo Diacono al 12. libro
.
cosferi u.
Onogudurenfi Bulgari i&Contragenf. Pcrchenellepartidi Set origine de' Bui tentrione del mare Euilno.cheh polla praticare, & in la palude Sa "' gditrenfi. _, r inio Mcotideentravnhume grandiilimo, correndo per la Sarmatia, e
1
1
chiamali Atei, cui f'gionge il Tanaij&eiTovfcendo ancora dalle parti Iberee, quali (fecondo ( dice) fono ne' monriCaucafij,& cor-
lendo gi entra
nel
la
palude Meotidc,
quando fi
palude Meotide , e il Promontorio, detto Criometopon, cio fronte di Montone., Dalle perdette palude effe vn fiume fimilcalmare, Varriuaalma reEufsino per ilpaeiedel Bosforo Cimmerio, dal quale fi urne fi pigliaquel che fi chiama Murzilin,& altre cole limili Et nelle parti vi cincverfoleuanteinfinodaFagoria,ouerIbeii, chefonpurquiui, fitrouano molulsimenationi; Madallemedefimein finoal fiume Cufi,douefipiHiail Xifto, che fi chiama pefceBukarico, latrali
chiama E udis nella ritorna nel mar Pontico preflo Necropela , &
i; >
de,eanticaBulgaria,&qui lonoqueijChclJ chiamano contranj del lamedefimatnbujche fon eisi. Ma nel tempo diColrantino,chc re gn in ponen te, Orbato Signor della regio n, detta Bulgai ia,oucr di
0r f, Jt0 nzmr
de'Buigan, det
Ctragi,mor,c lalci cinque figliuoli, º loro nel iuo tettamento, che in modo alcuno non fi dilcoftafleroda l'habitat infiemcj&cheefinonlruiirecomaiadaltra nationc. Ma poco rem-'
wConrragi.
Eee
402
REGNO
figliuoli in diuifione,{L f-
dominio
Ma
il
bato
il
dimono
Butaia,oderuando
in fino
to
al
il
comandamento
regno fater
no,
Contargo, palpandola Tana, habitla prima volta all'incontro delfup fratello Ma il quinto paflando il Danubio, fi ferm cleiue. forze nellaPan nenia dell'A uaria,facendofi (uggetto del Cacano,-5i Contargo l'altro non molto da Rauenna venendo in Pcntapoli,f fuggetto. Bulgari babita airimperadorcde'Chrilbani, Dipoi il terzo dicoitoro,dctto Alpanrtpreflo K4 ruch pais Danapin,& Danaiirij&andando in Honglone habit henna tra laTana,& il Danubio,vedendo quatto luogo edere iicuro,e difjLfyarmb' ficile accoitaruifi da ogni banda, perche egli e pofto tra paludi, &C cintodiqujcVdilda'tumijc^faceuajChelagentesua fulTeingra didmaquieteperlasuahumilticonciofiache fi teneua , &parte* giauacon nimici .Cos adunquediuifi coltoroin cinque pai ci, &c venuti effermolto pochi, vfc vna grangtnredi Gaza ri dallo pan te pi remota di Barzilia, prima Sarmarh,& domin quanto pac iecaminaua in fino al mare E uisi no, & fece Bataupn modelli cin* q u fratelli Principe della Bulgaria.poftogli vn tri buto,qual paga:
Pittata.
.
infino alprcfente.Mal'Imperadorciritefoche di Triplo vna nana ne lorda haucua pii n ta te le sue capati ne di l dal Danubio predo i
Honglon,&auicinandofia!Danubio,diicw_^_ .lpaelc,qualho ra occupato da quelli, chea quel tempo era de'Cbriltiani, quali vi
habitauano; prele gran difpiacere,&. command che paflafle tutto rclTercito suo in Tracia, oc fabricando Tarmata per mare, and contra e d per acqua, e per terra per far loro guerra, econtra Hongion , e Danubio, mandando gente per l'Albania in campo, approdi mandofilitoordin , chele nauiquiui fulTero preienti Ma Bulgari vedutifihauer alle fpalle vna fimilmoltitudinec tan-
&
decorrono al fopradettoprefidio,
giorni
non
li
Romani facendo
veruno, per rifpetto di paludi quiui vicini, la narione Bulgara (i auide de'Romani , che eran cos inuiliti , & perduti d'animo, cfsi pigliarono ani mo,&feron fi moltopiallgri. EcI'Impcradore hauendo grandiisimo dolore delle gotte,& eiscndo sforzato,
tornare
al
DE GLI SLAVI.
litcnelTeroaflcdiati, &c liferraflcroconle trincere,
fortificare.
405
gantinijcconla famigliajafcigli vfficiali, &il popolo commadando che fi eflerci tallero maneggiare le picche, &fare tuttauia l'impeto contra di loro, fc per forte volefierofilir fuori, f non che
che niunolifcguit.Eth Bulgari veduto qucfto gli lguitan dop le lpalle,& molti ne mandaron fildi lpada,e molti ne ferirono, (cguitatiliinfinoal Danubio. IlqualepalTato venendo infino alla Borna nelli confini d'Odillo, & veduto iui il Mediterraneo, cribra mo|tofecuro,&didrietoperifpetto del Danubio,&da vantiper ipafsi ben ferrati, e chiufi per il mar Euilino, mallimamentelendo Signoredellcnationi degliSlauini,qualidiceuanocom'erano fet ce; li Seueri locarono dalla banda d'auanti,ou' il chiufo palio delliVeregabi nelle parti di Leuante. Ma da mezogiorno,&poncn le infino alI'Auaria^'al tre fette genera rioni, ch'era no fotto patti. Elsdofiadunque allargati in quelli luoghi,s'infupcrbirono molto,
dam*
sme
nationt
^^lanmi.
seueri stani
l'Imperadore far pace per forza con loro, con piomiflionedi dar
loro tanto di tributo ogn'anno in granveigogna,&confofion de*
ftr-
tutorio
deul
**"'
* a tmafki\pri
X/f?"/T&*
Tracia* e fece
#*? Co
Jt animo
Imp.
R
ri,
ornavi cedo
^ffi^Ztul/a
Cmlimono
,
buio a Bulgari
404
imprcfa
de'l
REGNO
/
(
uoghi occidcn tai,command che la cauallaria paflafie in Tracia, volendo Taccheggiare eciandio i Bulgari, & Slaui. La onde il terzo annodel Tuo Imperio come vole il Cedreno ) and conl'clVercitocontrala Slauonia,& Bulgaria; e feorrcndo infino Salonicchio,immazz gran numerode gli Slaui,fottomcttendof molti di loro parte per forza,e parte volon tariamen tcjil che non gli farebbe auenuto,fc non fuftero (lati alTaliti all'i mprouifb. Ma nel ritorno fu impedito da'Bulgari nc'pafsi ftretti , e pena pot ripagare con gran occiioncdelli Tuoi. Ethauendo in quclto mo-
do Taccheggia to il
ra
*-...
/c<=/m4i
trentamila gio
rio fciiflenuoucgenti, facendo lecita di trentamila fortifsim Plo1-ri t l UI U'1 uainSlaui.I qualico iparticolar nome chiamo popolo accettabile;
HantsUm.
adducendo percagione,ch'ildenaiodcl tributodi quell'anno non con teneua l'impronto de'Romani,ma vn'altro nuouo de gli Arabi. Imperoche non era lecito loro imprimer nella moneta d'oro,
chefi daua per tributo altra effigicene quella delTlmperadore Ro-
mano. Mofife adunque loro guerra, non tato cfidandofi nelle Legioni Romane, quanto in quelalcelta degli Slaui Gli Arabi fo.
Gtuflmiano.
butt giudalmonteLeucatio *
.
slaui in
cempa
mare ne'confini di Nicomedia Ma Moamede Princi pc de gli Arabi hauendo conofeiuto il gran valore degliSlaui , l'i^cffo anno,accompagnato da quefti entr nclpacfede* Romani,
ch' fopra
il
gmade gU atabi
i*fe/lano
'
JZJ
DE GLI SLAVI.
4ojr
Bulgaria
affali
tadaQwflmU
no *
attendendo per molti giorni ad altro, che condurre in ialuolcloro mogli, figliuoli, e quello (eco portare poteuano-.lafciando in preda al furibondo Imperadore le cut,caitelh, Scaltri luoghi. Ma vede do dop, eh e Tenerci to di Giuft miano quafi assicurato da ogni par
e,andaua lenza alcun ordine della mili tia ,
fai
Ci
to5& ripigliando l'animo, e le forze, la prima cola fi sforzarono _. -. t di ierrargli tutu 1 paisi , per li quali egli doueua tornare in Tracia e tQ mme^oda inCoLtantinopoli.llchehauendointeioil poco fa uio Imperadore, Bulgari doman mand a' Bulgari chieder la pace. La quale finalmente gli fu con - a * *""' cella con tal patto, e conditionc, che egli laiciando tutti ifchiaui, e la preda, ve niflc confirmarc col giuramento la pacc,la quale con molte preghiere , & fuppliche haucua ottenuto & che l'ideilo facefTero li Capitani, & altri perfonaggi, ch'erano appretto dilui. Et fatto quello, li Bulgari fubitamentc fi conduiTcro fortificare le cit Batata K et ti>ctaltriluoghi,dcflxuttida'Romani.EtBataia Rloro dopha- Bulgarimwe* uer fatto immortale per mezo dell'arme ilfuo nome, aisalito da fcbre pafs da quella vira: pi volteefclamandojcincolpandola for tuna,chenonrhaueualaiciato morire pi tolto con la fpada in ma no,comc fi chiedeua vn paro fuo . Nel Regno gli fucceffe Tareli /accede T* rbal l < bagl, da Grcci,e Latini chiamato Terbcle, Capitano eccellente, et huomo di grande Ipirito; delqualc Suida nella dittionc Bulgari in quella fentenza parla. Li Bulgari perii pattato feorfero la terra
,
i
tempo renematiL'BdT*
ri,
furono
tributarli
mandauadaprigini la cagione
A
naicgliAua*
ri,
cuigli Auari rifpofcro, che ci era auuenuto loro, parte per l'accu-
fe>chcvnairaltrfidaua, &pcrledifcordicloro ciuili, parte anco ra per hauer ammazzato li pi iauij & valorofi huomi ni, che fi tro
uauanofrloro,&datoilgouerno,&giuditij in
mano
diladri,-&
haueuano
telo gli
agguati rvn'ali'ahrojattcnd
do
40
R
,
G N O
dotuttauiaall'imbriacheiza.Terbele inredendo ali'hora quefto, conuoc li Tuoi Bulgari, & promulg vna legge, che fendo alcuno
fubitamentc gli folle formata i'inquifi rione i&eifendo conuinto di furto, altro malcficio,che incontanente fofle decapi tato.Etqueilaflaprimalegge,chealli luoi Bulgari proti unti Ter bele. Il quale regnando, Giuliniano terzo di qutflo nomelmpcradore fu fcaccato da l'Imperio da A fsimaro^& venne Ttrbele, a cui,fr l'altre cofe, don vna regia ma laiiria, promettendoli appref
accufato
fo di pigliarper mogi ie la fua figliuola
,
il
poieflo
dclpacl,chiamatoZagorie,ognivohachefoiTeda
cuperarc
Bulgari
re/li
aiutato ari-
il
gi perd uto
tmfcono GiuSli
mano
perio.
nell'im-
Gi (lini ano
fi
tnojlra ingrato,
& me
mi
gari.
ut Car-*
conti a tBul-
JLefia vinto da
loro
ferrite^ and inperfona daraifalto alla Citt di Coflantinopo li; & pofto'l campo pretto le mura, tent l'animo de' cittadini, co lororauellando,chcriguardaronda medi delle muraglie,ma eglino nonlololui noniuitauano, ma gli diceuano di gran villanie. Onde egli la notte entr p via divno acqucdotto,e s'impadrnldel la Citt. Ma Giuliniano pi che ingrato (cordatoli delli benefici) riceuuti dalBulgaro,gli moffeguerra, andando con efferato di ca ualli, e di fanti, e con armata ad Anchiilo. E prima i Bulgari fp auenrati fi ritirarono a' monti *& di poi e&ndofi i Romani accampati fenza ordine alcuno,e vedendoli a ndarcTparf confufamente far bottini, ri prefero an imo, & a (lai tan dogli ne vecifero molti, a minorquantit fecero prigionijhaudoanco gnadagnatodimoU ti caualli.L'imperadorecon le reliquie dell'efferato l rin chi afe in vncailcllo.Dipoi tagliando i neruidi caualli,accioche non fuflcrodi vtile a' nimici, montando foprale uaui,ri torn con gran ver gogna Collari ti nopoli Et regnando dop quello Leone Ifuro, Tanno rprrmffi^eHu Imperio MalaldaPHncipedegii Arabi panando con vn potnte efferato da Abidoin Tracia taccheggio tutta q^laprouinckt. Onde dop fi volt contro la Citt di Colla ntinopoli; ^&neudofi accampato appreifole fue mura da terra ferma, laffedi grauemen te. Vi venne etiandio Solimano Generale dVnajmalto-pdtehtc'M mata,- co (lui da altri vie-n chiamato Zulemone. Il qualccon vn!al* tro efferato della medefma nationepaisd'Ailain Tracia; han^ do,(comealcuniautori vogliono) tre mila na'ui;&(ccor io gli ai tri,non piche trecento Et in queileloroforzcconfidadiBarbaru
,
ranon
DE GLI SLAVI.
la inani, lmperochcpartcndofi dall'effcreitogran
407
and feorrendo per Tracia,& gualcando le campagne,penetr nei confini di Bulgaria. Ali noraTerbele R de'Bulga ri fpronato alla
vendetta parte dall'affetto chriitiano, e parte dall'amore deiL fua patria,prclc Tarmi, & affali l'i nimico intento a far preda j & di quel lo fece tanta vcciione,ch e dentro Bulgari a cadcrono incirca tr
TrentamiU
due mila Arabi,comefcriueGioanniCulpiniano nclia vita del ludetto Leone. Sono d'opinione dcuniauton,chc quello Tei belciulratoilprimoRdeYu!gari, che haueffe abbracciata la fede Chriltiana. Etnon contento al bateciitnu lolo, lalciado il Regno alfuo primogenito fottoconditiotu di douerc man renere Bulga
la
1
jj^'j
garo.
]^5
ri nella
feti
fedc,che
haueuano preia,
(1
veiti
volontario
monaco Ma mZcl'
.
Regno:
& ridotto
il
ucramente. Appreffo,incarceratoqu<-itoin eltremo diiaggio, det'HptaUgran teli Regno al fecondo genito con la medeiimaconditione: ammo a riendolo,ch'egli imparaffedaTeffcmpio del ilio fratello. Et tosri- i e[ Tornato alThabito^fantamentefinla fua vita, llchc se fi vero, egli cofa chiara , cheiBuIgaridinuouoerano ricaduti nelpnganeiimo.ImperocheilZonara nella vita di Michele Balbo Imperadorc djceichedaaltriciedeilcommuncmente,chciBulgarifotto Marti * / * no R A il quale da'Scrittori Greci chiamato Murtago^^gfcfawtaw <&&**&*# >v*-
A%9l*&&rtk
lo
mortoche fu Terbele,quafiincoutanen telo ftguit il fuo figli uolo,chegouernaua il Regno Ondeh Bulgari cleffero per loro R la
icn
R e ?na iafen
magno
Arabi,
Da
r tta
* *"
ma,&: Media airimperio,mcrithauereda Leone Impcradore nome di R.A'IafcnlucceffcDobre,il quale diede nome di Dobrucia al paefe,ch' di qua dal Danubjo;Et fpciso combatt con li Roma ni con varia fortuna. Onde l'anno terzo decimo dell'Imperio di Coitanrino di queftonomequinto Imperadorc, mand dimandaredaliimperadore nuoui patti, e conucntioni per alcuni cartellidaluifabncati, Ethauendol'Imperadorc trattato con poco honorc
pe^u
20.
mUlero.
C4.
w0
L^o-
brucia pronti
408
S eotre
ci*.
G N O
la
Tra*
D rotta iRo
mani
ggari
noie PAtnbafciadore del Bulgaro, vennero fard nemici inficme/ Onde Dobre feorfe infino Longhi muri , & fattoui gran bottino corn cafa. Colan tino inrendendo quefto,l tioffc contea la Bui garia$& venendo inVcrbagna alleChiufure,Dobrcon li fuoi Bulgari le gli fece incontra,&vccifemolti de' Romani, & altri feceprt gioni, tra quali fu Leo ne parricio,& Pretore di Tracia, & Leone Te forieri di quel corfo, & prefe l'arme loro,& arnefi$& cos vituperolamn te fi ri tirarono Romani. Ma dop quello, perche Dobf fivedeuaafcofamente trattare qualche codi tinc di pace con iRo
i
efin.
$ttono tutta la
Jiirpe regia.
rrrani ,'cheralcofa
fufledalliluoiemulibclloftudiodiuulgata,
li
fuoijche di
tal
gari,comefcriucil Zonara,folIeuatiammazzaronoquahcificrua
Regna. Teletta
7-ta.
uano appo di loro della flirpe regia; & pofero in gouerho del Re gno Tcleuzia,Tele(e,giouane di trenta an ni. AiThora molti Slaui
fi
diedero llmperadorc,quaIi
egli
vno.MaTelcuzia
,
fece forre,&
non
uigionro, pianto gli alloggiamenti nel piano d*Anchialo$&all*vl cimo diGiugnoTcieu7Ja fi (copr cori gran molti tudinc*,& venuti
amendui
HpttodaUpma
rifugge
p:
Bulgaro voltando le fpallefugg; & dur il conflirto da Cinque horede! giorno infino notte. Oue morirono de'Bulgariin nmeroirifinito,& molti ne furono prefi, & molci
ma finalmente il
Il
quale gonfiatoli
la Citt, effen
moirrare acuita
do
Bulgari am-
iritraco
i\ eflfa
& decantato
magano
tr^ia,
I eie
Ke\ m
fufli
conlaudiefquifitiilime dal p polo, mena rido fecoi Bulgari liga ti in carrettai q uali comma n d che fuffero deca pi tati fuor dellapor
ta a
(no luogo
tui/cono Sabi-
no
ilquale efj
chiavano $k.
botiti.
pofero in luogo fuo Sabino genero di Comerfio gi loro Signore. Quello Sabino hauendo poi mandato alKlmperadore per di man"
darli p.ace,raunati infiemeliBulgari,iiferonrefiftzagagliardam
te,
dicendoli:
la
Bulgari, Slh
ui impartenti,
fi
ri-
Ai
(erme ai
duce inferuitde'Romani , cofachenon pu la nationeSlaua, Bulgara patire. All'hora Sabino vedendoli hauercom molto odio
delii
altri.
G L
A V
I.
40?
dclK Tuoi popoli contra di s, fugg nel cartello di Mefembria,&an dofenc^rouarl'Impcradore.ScriueGioanniCuipiniano nella vira
di Coitantino V.Imperadore, che Sabino fu (cacciato dalli Tuoi, per hauer egli aderito all'impiet d'elfo Colla n tino, leuando il cultodell'imgini .Li Bulgari per ci crearono vn'alrro Signore det toPaganOjilqualemandall'Imperadorericercaredi voler parlare con cito faccia faccia5& dar la parola, ven ne con lui parla fnentoco'(uoiBoiari,(comeli chiama il Zonara)Boialdi.Etfed dol'Imperadorcin copagniadiSabinoriceuilBuJgaro; co'fuoi , kquelirimproueril difordine,& Podio, chehaueuanoprefo <orto contra Sabino, & fero n pace come 11 credeua. Mal'Impera1
j^g na Ta ~^
no *
dor manda ndoafeofamen te in Bulgaiia,pigli il principale de'Sc tieri, ch'era Slauino ,& che in Tracia haueua fatto molti mali Ma
.
il
pri-
mo delliScauri^alqualcappreio San Tomafo tagliatele mani & piedi, fecero venir de' medici che lo tagliaflero & ficelTcro di
li
,
lui
notomia cos viuo dal petto infino alle parti pudende, perconofcere com' fatta la perfona di dentro, &r cos al fine il buttarono
lfuoco.Eti'Imperadoreiubitamenrevfcendo della citr\&hauen do trouatala Bulgaria fenza guardia perla pacefraudolentemente fatta, perleChkifurccntrn Bulgaria infino alle Zite, & buttato fuoco perii luoghi, ritornolfc fenza farcola di valore.Li Bulgari per Bulgari fracc\anovagano y tal cagione folIcuati,icacciano Pagano, & danno il RegnoTelefico huomo militare. Il quale fenza alcun indugio fi po(c a relitte- gm Teleria rcagl'infulti dell'Imperadore; & gli reuic la col Imperochevc- c0 dcndol'Impcradorc tanto ardiredel Bulgaro,and con grandear Te erico nome IHataad Anchialojmavnagran procella facendogliele naui sdru Gotho.
>
.
nell'altra, per
vnaeranmolQj*e(aarm'.arma
ta fecondo
J-
de
to alcuno torn l'Impciadore/H quale dop quello l'anno 30.de! fuolmpero del mefcdiMarzo molte la fua armata per mare deduo jnilaChelandieCcom'direPalandreej&TrauateJper condurre caualli,& huomini contra la Bulgaria; & elfo entr nelle Chelandicroffe,
fl>'iano,fin-
arcadi duerni
ia nani
&andvcrfo il Danubio per n trami (ufo, lafciatii Capi tani delle bande di caualliai palli, f per forte potelTero entrare in
1
voltafua intenti.
Ma
4io
nofacrzig*
torte
-
REGNO
fi
\
rallei>& flapacc,datoiel'vn l'altroil M r> ITLi U giuramento,come che 1 Bulgari non aiialircbben piulaRomania*
xi
\
ci'entraie.in la Bulgaria-;
fatti
torn Tlmperadore alla citt. Ma il mefedi Ottobre hebbe nuoua de'Bulgari da certi fuoi amici fegrcti, che il R di Bulgaria manda* u dodici mila huom ini del luo popolo^ il Boiarq 4 pigliar Berzu
tia,& menar prigione tutte le genti luein Bulgaria;, aerano gii andatiluigli Ambafciadori del Bulgaro. IquaUfcndo ancor iti Coitantinopoli, efl'ofn(e d'andare con tra gli Arabi con rcileici8<>
in ordinci&paflaronoslWcgnejComeFaltrecof, ^apparecchi
Mutgariaflaliti
nir imprmfo
cyrottia* Ivo
mori,
delR hauendo gi mandati medi hi diuerfi luoghi, &perleipiedi coloro intefo come quegli erano Viciti in ca pagna,ordinatoi'elereito>iubito femifein camino, Vragunatii Tai'ati,&:iTiacefani,&LVnite che furon l'ordinanze de'gcntilhu^ mini fecero la limma di ottanta mila combattenti; ^marchiando auantiin vn luo^o detto Lu(toria,fenzafuono di trombe, diede* ,., r n r \r 111 i* n io iopra di loro; & fatagli ruggire, hepoc di quelli vna gran virtoria,& ritorncon molti prigioni, &fpoglie infinite OndeiiBuU
neceflarij ferui'gio
:
meno Co danti
l'anno $4. del fuo Imperio ruppe lenza al-.una caufa>& miie in ordine di nuouo l'armata da mare ben grandei&
ti 'o
ed
timore no volle andare, erettoli co la cauallaria. Eteflendogi giti inilno Melmbria, entrati ui d-ccro a quella leua.t.vtagti
,
Tramtana.jOgnicofaquali ri m ale fraca fiata, & rotta da' ru-rju>4. vento, ene morirono molti, & ri torno lenza veruna vtilit* Ma Te lerico Rxie'Bulgari comprendendocene di tutto quello ci peilj.au a di fare,(ubita mente era auifatorimperadorcdafuoifamigiiati Bui gari,lifcijueitiquel:a(cntenza. Vorrei fuggire, & venirmene da voi,madatemiadqueillaluac6dotto 9 edatimiin nota' gli amici, cheq.hauete,acciocheioli poisafecurametefcoprirelVpimotW-P Mai'Imperadore fu troppoeggierofcriudoglj chi errino quegli amici.OndeTtlericoquadoieppe tal cola,gli fece taglArepliez^, clquartargli. Il che fendo poi venuto a noutia delllmiperadorej, fe ne pel vn pezzo la barba* & vn'aitra volta, che fu l'vltitna^ molle
ctta
i
DEGLI
jglicj
L A V
I.
4u
$j relerko fogge ali'imfe
vita.N molto dopalcuni Baroni Bulgari concitando laplebc coti tra Telerico, lo conitnnlro fuggire alrlmpcradore Leone Copro-
nimo, figliuolo di Coftantino/ilqualcraccoirhumanamentCjclo fece Patri tio, dandoli ancorpcrmoghelrenecuginadella suamoZc fattolo battezza re egli lo tenne
al
jS*
nacque dima
dre B "lg' ra 1*
'
ore regia mentcA amoll di cuore. Li Bulgariin luogo suo eleflc xo Cardamo#huomo hormai vecchio 5 il quale polle in ordinele 'sue gen ri, fubito pafs in Tracia i danni de* Romani. All'hora- fmpcradorc, ch'era Co danti no 6. figliuolo d'lrcne,fc gli fece incontra^ Venne vn Cartello, detto Dclprobarful riuo di San Gregorio^ incontratoli con Carda mo, fecero vedo la fera vn a piccola fcaram uccia} & quei ch'erano con Romani temendo, fuggirono
la notte >& fenza gloria alcuna tornarono a dietro. Et cos ancora- per paura li Bulgari diedero la volta vcrlocafa. Etpoi nel efedi
**
u'clfyilu" no,fdinamot
topta
'
Bulgarie fabric il Calte Ilo di Ivi arcelli.Ma il Cardamo venti vn idei detto mele ven ne in campagna co tutte lesue forze Et PJm peraIdorc cofidatofi nella sua troppa a udacia,& indutto dalli falli indojuini,quali gli prometteuano che lavittorialrcbbesua^fenza alcuna cfdcratinc,& ordine andoadjaiTlire il nimic. Onde fu ri butta tovalorofamerite, & fatto fuggire>mornCollantinopoli,c per dita di molti, non folamentede* priuati fanti, ma ancora delli prismi gentirhuomini fuei,trquli furono Michel MaeftroJLachana drago nc,& Barda patri tio,&: Stefano Protofpatario; Niccta ancora, cTtgnofto,fattigi Preterii altri huomini della Corte Imperia* le nti pochi $ & di pi Pancrato falio profeta, & Astrologo, quale
i
.
^Cartamo,
ultimo imp.
rotto
daBHlg*
ru
predille, cfcel'Impcradoreiarebbe-vittoriofo.
Li Bulgari in quella
tutto l'apparato deli'Imperadore. EtiHeitoanno dell'Imperio di Coftah tino Cardamo mand dimandar dalui il tributo lol ito, mi-
nacciandogli , chefe ci non facefiei divenir in p crlona, e fcorrere tittlfei'TraciafinoalUpocta Aurea^A cui mandando J'Impcradorc
ftcrcodicanallo,gh rifpofcieha per efler egli hormai decrepito, non ccorreua , che fi pgiiarTc tatitofallidio di venire a Goftantinopo.
lijnifretahcoluiigo yiag-gJiojjpcndiQche pitoftofui ilcrTo verrcb*
bei
trouarlo
irt
c|UeiraAmbafciariadclBulg4iro,nondicc,chcl Impcradoreglihab
feia mandato di ftJenc,fe
hi
412
gato per
il
R B G N O
patto, gi gli
haeua dato
.
il
tutto.
V C*rdam$
mort.
fregne Crunno
gran apparecchio di gente, vennero gii efTcr citi aviita Tvno dell'altro Ma il Bulgaro vedendo, che era afiretto di combattere in vn luogo molto diiauantaggiofo, (i aitennedi farla giornata* ma ritiratoci in dictro,fecc di molti danni a' Roma ni. Et peruenuto a caia, fu aliali to da febre,che fra pochi d lo man
d l'altra vitatAcuiiucceiTc Crunno,huOmocoiaggioio,il quanta (come lcriue Paolo Emilio al $ Jib.)nella guerra ci'uije ch'era fra
Cadalo, & Liudcuito Slauo,& governatori delle Pannonic,s'acc<>ftLiudeuito;iIquajehatiutoinsuofaUortCrunno,arlalilBor^ nadegnoCapitanodell'fmperadore Occidentale in Dalmada,cl#
fauorifce *
liudcuito Slave.
maggior partedi quella pruincia Li Bulgari dop quello moller lite (opra 1 confini delle Paimonie Francefij&clai principio cominciarono negoriarc per mezo de gli Oratori lto
fcacci dalla
. 1
poivennero alleminaceie Ma veggendofi in vece ai parole rifpondere dalKlmperadorccon vngagliardo esercito* fe cero pace Onde Crunno non reitaua al lolita de' fuoi anceceffori
quietamente
,
Romani
L Imperadore,chefuK iceforo,~iircttimoannodelsuo Impcriofacendo dar le paghe alii foldati Romani predo al fiume Strumizza
Captimi Ko* mani rotti ,
lari.
&
morti da Bui*
venendo Bulgari gli Solfer mile,c ceto libre d'oro,& vecifero molati Romani inficine con ior Capita no Generale, & al tri peribnag* gi, che fi trouaronopcefencit ouc i Bulgari pitter tiandiotuttifrjfc
i
annoiarmi Isjfcr
PafcaCrunno vfeito cotiMue^quadre prefe Sardita intoni a zzou i di 1 old a ti Ro m ani t rmk^oi tra la g ra n mpl fi hid n e d $1
i
treperfone.Niccforb perci s'adir fum di modo*ar'zidwettrtfcqu* fi furibondo Onderete mencriifcbrti ne le cbf neaafijaiite peri*
.
guerra con tra i Bulgari it fi erti e. con Staurariokuo figltqok>fc&j|Paf tendo del mefe di Luglio da Coftan tinapoli,meri fecofoldafirt'
folo di Tracia, ma
fecontra
moti, i quali eo_h4uiBulgari deccnoue giorni del detto mefe.,. Mia ^rira*
cri
audio d
alfcripiefi
pi
ri
che egli cn traile in Bulgaria, Bizan rio suo diletto ier'uicorcfi foggi a Crunno da Marcelle,e poi tofi ieco la vefte Iro.^ri al c.eccntQ libre d'oro. Et moiciferoM giuditio,cliDquo%iuga,^^^cjrftf^j(fl^aH cefo r o percrrcJtst g orn idi j*o ifi ipeprh i nVpakfcp#nfa t il al e a
di hauere
ma
non attcfettiatalDib la felice si*aj*iwiHia * andaua predicando la buna ventura v cV il buon cotoilglio-dj
buona
forte
,
Stau ratio
DE GLI SLAVI.
Stauratio folo , e minacciaua i Principi , che gli
l'entrata.
ci ulli #
4i5
haueuano vietato
fatii
cor
pi di quelli della Prouincia sua fufTttofcpel iti, attendendo iolamce ricoglicrclcfpoglie;&faccua molto ben ferrarcchiauelafal-
uarobba
di
propria;
e tagliaua gli orecchi , & altre membra de* poueri Chriltiani, (e gli haucifero pur tocco vna minima eofa di cjuclle fpoglie Vabbrugg la fala ,che la chiamaua Corte di Crun no , ancora ch'etto (e gli fotte molto h umiliateci dettogli Ecco, che hai vin to,togh ad un * jucciche ti piacer,&vattencin pace; ma egli e (Tendo nimico del
:
Sala di
Crun
no bruggiata-
da T^jceforB*
la pace,
non la
tal
crudel-
&
ia,& cflTendofifgomcntatogirando perii pae(c,n5fcppc che fi fare5 a quei ch'erano inicme co lu faceua pronofti chi del futuro ira
poter fcamparc. Ma tali preparamenti erano di duegiorni della fet imana,cioil giouedi,c il venerd, cV la notte d ella b baro fi trou alla volta di Niceforo gran numero,e furia di gente armata,&fenti ticc le (quadre de nim ici, fu bito s'impaurirono marauiglioiamet tutti quclli,chc erano con elio lui,& ammazzanti fenza veruna coni pafsione,- tra quali furono Edo Pietro, e Sifinnio Tri fi le Pa tri tij, e TcodolioSalibara Patri rio, il quale fece dimoJtidifpiaceri,emali ad Irene gi Imperatrice: Eraui ancora rEparchoPatrkio,cgouer* atorcde'Leuantini,& molti Pro toipatarij,& Spatarij,& laguardiadomcftica,cV il Principe de gli ordiui,ouero il Drongario della guardia Imperialc,& ancora il-Prctore di Tracia, e molti Capitani di diuerf bande con gente in fin ita: Ecin quella giornata, che fd fattaapptciTo Slaumir poco lungi da Nicopoli, andaroro male tue tii Romani : fiperderono ancora tutte Tarmi ,e robbadicafadel-
Romani rotti
da Bulgari.
Plmperadorc con
tutta l'argentariasua
mo
ftrauano i Bulgari , che Paolo Diacono raccontando quello fatto d'armc,dicc:Dio guardi che kChriftiani ha bbino pi da vedere si vitupcrofeco{cd'vnafimilgiornata,cheauanza ogni lamento, che fi a mai ftato .Perche Crunno tagliata la tefta Niceforo , la tenne per al qua n to fopra vna forca,per fpcttacolo, & fegno di vi ttoria,& in ionfufio ne di tuttii Greci; ma poi lega toli Toflo del collo, e tolta
uole.
T^jceforo /rap.
morto da Bui"
%ari.
4i4
Crumo
fatta
R
.
N O
?
taz^a deltes\ocon
bcue,
taviaU catena, fece del telchio vna tazza fornita d oroi&meiTauT feri tro dei vino beucttc in quella inieme con li Tuoi Baroni, & aU
W Principi Slaui
mulU
Pq
fi
9<>tM*
mirijhoggi detta Caftcllo de'Rufsi. Vedendo adunque li Romani* chele cole loro andauano tutta uia peggiorando,fcacciato Stauratio figliuolo di Niceforo, che dellagucrra Bulgarica pena co mol te ferite s'era fa u to, fublimarono all'Imperio Michele Curopala* to,ahrimcntc detto Rangabo, il quale vicito in campagna con tra i Bulgari, non fece cola di valore. Imperochehauendo il Bulgaro prefo per attedio Debello, emenato via quelli, che vi tro u dentri infiemecolVcfcouo,l'Imperadorc fu sforzato di tornare in dietro Etil fecondo anno del suo Imperio Crunno dcfiderofooltramoi do dihauere alcuno delli fuoi,cheerano fuggiti a' Romani, man* dl'AmbafciadoreDragomirvnodesuoi Bogliari,cercandolap* cedalPlmpcradorc conquellipatti,chefottoTeodofioAdramiti.* no, & Germano Patriarca era ftata mandata Cormefioall'hora Si gnore de' Bulgari,chc itaua i confini di Ameleon Tracefe,&: che f gli rendettero iveftimen ri, ouer pcliicc di grana in fino al prezzo di'ein quanta libre d'oro; & oler di queftoii doueilerorcit-ituirc, e rimandar quei, che s'eran fuggiti dall'vna parte,elaltrai& cos an* cora quelli , che nelauenircfi moftraranno traditori al lorPrinci* pc. Ecche li mercanti di amendui fieno raccomandati con lettera iugellatecol figlilo del loro Signore & f alcuno di lorofufle tro uato lenza tali patenti, fi polla liberamente fualigiarc,e pigliatiti fifeo tuttciesuerobbc.EtfcriiteTlmperadorefe tu non verrai prc ftamentc alla pace col tuogiuditio , io mi mouei contraMcfem'bria Mal'Impcradorc a'eonforti dicattiui configlieri non accetr tla pace. Imperochefotto pretelto d'vna falla pict,compafsio*
1
:
.
ne,epernon perdere
ti,& faluatifi fotto
lij
1
i
la
lirei
configliene
diccuano,nonconucnirc,renderc,n
le ali
j
I
dLgmgmMm*4t&mmc
1
'
U V
QfoHi
no per tanto
voi cadi
Me
fembria con machine, arieti,& altri inftrumen ti da batterle murai Iqualiegli impar di fare per poca prudenza di Niceforo Imperadote , che fu la deftruttio ne dell'Imperio Roma no Imperoche vii certo Arabo fattoli Chriltiano lotto Niccforo,era mol io ben efpcr co in fu quelle machine. Coftqifupolto da Niceforo in'Adrino;
poli,
DE GLI SLAVI.
ri, e
4if
poli,douc non rendendogli premio alcuno,anzi tutrauiadiminue doglija sua paga( perche l'andaua per quello mormorando ) lo fc
ce ben battere.Ondel'Arabo prefbgran difpiacere,fuggiVBulganfegnoli fare ogni lrte di machine.
coral
EtcosOunno
tuttauia
Mefmbra
P"& na **
ef~
machine, niunoardiuadircfitergli,in tantoch per ilpatio di quel mele la efpugn.I/Imperadore fendo per tal nuo u in gra trauaglio, fubito il primo di Noucmbrcmand chiamare il Patriarca, col quale (e coniglio della pace 5 erano quiui prefenti ancorai Metropolitani, cio il Niceno,& il Ciziceno. ue il Patriarca, ci Metropolitani infemecon l'Imperadore abbracciauanola pace,ma catriui confglieriinfiemc co Teodofio Rettore dello ftui
adoprando
da*
dio,ladiiTuadeuano,diccndo,cheniunoabbracciaualapace buttati do per terra i precetti diuini.Quelte cole fi feron cosi,e nel primo di
figura di
due lunechiariffimc,
difuniuano in diueric forme, a tal che pareua faceflno vna figura dVn huomo lenta capo; E nel giorno seguente venne la cru del nuoua della ruina diMefembria, che diede grandiffimo terrore tutti, per afpettare da qui ogni maggior male. E l tiimicilatrouaron piena di tutte le cofe, che foglio n fare alla comanoditdeglihabitatori , e cittadini de vna fimil Citt,- eteneionla infemecon Debelto. Oetrouaronotrentafei Canoni di bronzo, onde buttaua fuora contra i nimici fuoco corrcn te , artificiale , e gran quantit doro, e d'argto. Di poi appreffo nelnufediFebraio
&
Romani fuggendo da' Bulgari, portaronnuouaairimperadore, come Crun no veniua con gran preftezza faccheggiare la Tracia i&c
li
alli
quindici del detto mefe vfc fuora della Citt l'Imperadore,e rifar effetto
la
torn senza
alcuno.
Mefembria,
l'Imperadorc negata
che tutti Thaucuano per col moleitifsima mafsime quelli di CapMavfccndo l'Imperadore con li suoi del padocia, e gli Armeni jnefedi Maggio, vfcfalftoYa injsua compagnia Procopia suaconfbrteinfino ali acquedotto p tetto di Hera cica. Ma li soldati haucn.
do di quello gran
difpacere, tutti
fi
male di Michele, Dipoi alduodecimo diMaggio s'ofeur il sole *j*lduodccimo grado di Tauro, fecondo l'Horologio nel nafecre del sole, e Crun no hebbe grandifsima paura. L'Imperadore an< <Jaua attorno per la Tracia con li Capitani, e soldati, n andaua
gi
4i 6
REGNO
gi Mcfembria,n facemcofa alcuna, che farfi deuc danneggiare il nimico; ma tanto faccua, quanto l'eiTortauano con vane
Bulgari' danni
rtta all' Imp.
non haueuano alcunajepcrci tuttauiadiccuano,cheil nimico non ofaua venir* gli incontra ; Ma il Bulgaro nel principio del mefedi Giugno vCc in campagna con lcsuegenti> & dubitando che non fulTe gran nu mero de gl'Imperiali, haueua volto l'eflercito contra Verfnicia quali trenta miglia lontano dal campo deirimperadore Et poi venuti farla giornata, li Romani tettano perditori ,& li Bulgari
parole li suoi, configlieri, che cfperienza di guerra
.
Il
Zonarad
la
colpa di quella
orienta-
che fucceffe Michele ne l'Imperio. Imperoche fendo coftui troppo auido dell'Imperio, nel principio della battaglia cominci dir male dell'Imperatore, e infamarlo appretto l'eflercito , afTer-r mando com'era perfona effeminata, & poco pratica dell'arte militare. Etfatto quello, com mand alle sue legioni che lolguU
& abbandonandogli ordini fu cauta della rotta de' Romani, & che llmperadore ruggendo fiialuafle con molto pochi} lafciandoin potere del nimico le trincee, & padiglioni con tutte
tallero,
Romani leuarono per quello l'Imperio Michele, elodiedero Leone Armenio, MaCrunnofi giorni dole
suebagaglie. Li
p che coiluifalTunto all'Imperio, lafciaro il proprio fratello col suo efferato battere Adrinopoli egli fc n'and con la cauallaria
,
jijjeiiano la
Citt
di
Qo>-
Bulgara
aflcdiCoftantinopoli predo
alle
flantmopoli.
ne inlno porta Aurea, inoltrando quiui ogni suo valore. Ma hauendo ben mirato le mura dellaCitt, e le ben ordinate fquadrc dell'lmperadorc, perde la fperanza d'hauerla in quello modo; e venne poi alle conuentioni,e innanzi fi veni (Te alla pace cercaua con buone parole di poter haucrc la citt diCoilantinopoli. Ouc l'Imperadorc prefa l'occafionc tent di far rinidieCrunno.ma non le pot condurre fine, per poca auertenzadi quei , ch'erano deputati cotalmeftiero,i quali lo feriron pure, ma la ferita non fu mortale. Onde Crunno prefe tanta colera , che guiia d'va pazzo mand correre Santa Marna, .& abbruggi vn palazzo, che quiui era, & pollo invi carro il Leone di bronzo, ch'era ne l'Hippodromo indenne con l'Orfo,& il Dragoncello , e pietre, e marmi eletti, torn indietro, & prefe l' a (Tediata Citt d'Adri napoli.
DEGLI
poli.
SLAVI.
417
MaEfpugnanoj.-
Ondcmcn
in
fra quali fu
uutlo Ve(couo,& il padre, eia madre diBaiilio,chcfpoi Imperadore, chiamato Macedone, inficmeconelo Ballio, che all'ilota era fanciullo
dmopoU.
conuertiioSl
no molti no
suo
, il
Bulgari
la
1
fede
diChriito;& da per
.
j-n diileminarono
A L ridottrina ^ nriihaira*
\* Ma morto
ann fca
il
Vangelo
Bulgari.
alli
il
More R crii.
a
*e
fratello
divieti de t 9
tag, vie pi crudele del suo fratello. Coitui vedendo, che li Bui g-ari manomano veniuano aChriitianefnio, s'acccfed'ira ,e >. x -. r x c
Drune.
GUfuccedefito
fratello
teg m
bmanuelo Veicouo e li suoi principali compagni, primieramente cominci e(l< rtrlt con fuaui parole, cbela-
chiamando
Mur--
a se
dc'Bulgan
lit el
ne per minaccio
fendo dop pi volte flato rotto da'Romani,etal termincconfece triegua con loro che pi non poteua loro refiliere ciotto per trenta anni, e refe tutti li (chiaui,-i quali eflendo tagunatiinfiV me per partire alla loro patria, vide fra loro Bafilio fudetto, che giera entrato ncglianni deiradolelcenia, di molto graiioloafpet to, echecon vna grafia ila u in pubhcoridere,e ballare; lo chiam le, eprcibloperlemani lo baici,e gli don vn pomo di ra? ra grandezza il quale egli appoggiatoli su li ginocchi del Bulgaro volentieri riceu. Ora fatta la triegua (come dicemmo) con li Roir u t Ipelio mani, Muitago venne r n poi alle mani con letterato, che Lodouico Imperadore dell'occidente, e figliuolo di Carlo Magno , teneua alli luoi confini Onde per quelle differenze, che pallauano fra loro, Murtago mand li suoi Ambafciadori a LodouU co,- il qualecomc gli vd, e vide le lettere } mandateli dal Bulgaro, gli parue col molto Ltrana,& (come feri u Armonio al quarto libro )reil ammirato. Etpcr chiarirli di quello mand in compagnia d'eisi Ambafciadori al Re Bulgaro vn certo Machelino di Baioaria cui ordin che inueltigafie la cauta di quelfa AmbaMa dop alquanto trouandoii Lodouico in Aquifgrasci eria . na,hebbeauifo,chegli Ambafciadori Bulgari li trouauano in Baoaria,i quali fece iui fermare fino ad altro suo ordine. Ma intendendo ^chc etiandio gli Ambafciadori de gli Abraditi, commun crac h te Ggg
, ,
-
Combatte Jpef
m *'
418
ri
REGNO
a'
ai
Danubio ,ccrcauanoraudcn za da
come furono alla sua pieinza, filameli* tauano, che Bulgari contra ogni ragione non ceiTauano d'infc* Hate il paef loro & dimandando per ci aiuto contra di loro
bito gli
diede. Queiti
1
furono
fatti
tornarecafa,&
de* Bulgari.
iui afpettare
T *mm *fy? e
da'Bufrari.
mele di Maggio diede audienzain Aquifgrana,doue ceiebraua la dieta, per poner i confini fra Bulgari, &: Francefi .Ethauen dogli vditi, gli rimand in Bulgaria al R Murtago con lesue lettere. Jlqualeintcnden do quanto gli eipofero li fuoi Ambafciadon, vn'altra volta fu bica gli fece tornare airimperadore,cpregarlo, chesenza alcun indugio dichiaraife i detti termini, e confini io almeno laiciafle, che ogn'vno li difendette liberamente , & come meglio poteffe; A cui llmperadorc non diede cos prello la riipolta, cflendof diuolgato, ch'elio Murtago era morto. Et per chiarire di quello f mand Bertrico Conte del suo palazzo Baldrico , & Geroldo Conti, &Cuftodi de' confini de gli Auan nella prouinciaCarcn* tana. Il quale cornato che hi, e trouando che non era vero quello fi diceua soprala morte di Murtago , l'Imperadore chiamati a le gl'Airi bafeia dori Bulgari, gli rimand al suo Signore senza darli lettere di forte veruna. Onde il Bulgaro (degnato non reftaua d'infettare tuttauia i con fi ni di Lodouico :& pattando nella Pannoniaiuperiorc,poi ogni cola a ferro ,e fiamma Lodouico reilo per quello molto offefo, e credendo che tutto ci prouenifTc dalla melenfaggine di Baldnco Duca di Friuli IcuatoJo daquella prouincia, li diedeingouernoquattro Conti, huomini cperti
lli quali
. ,
Ambafciadon
dop
Romani
retti
Bulgaro Il quale fendo in pace con l'Imperio Orientalc,venneipontaneamentein aiuto di Michele Balbo Impcradore contra Toma, che cercaua tutti i modi d'occupare quell'Imperio. Et cflendo venuto col fuo elercitoinf noi Cerotto, Tom a retto molto turbato , non parendoli di poter in vniiefTo tempo combattere con IaCkt,e con li Bulgari .Onde fi volt con
netrare dentro
al
paeie
il
4a Romani,
M urtago,
il
nimici,& altri facdopn gionij& cos hBulgari caiichi di fpoglic tornarono a cafa*ol co alglia> rcftvincitore,ammazzadomoltidc
tieri
.
DE GLI SLAVI.
ticti.
415?
moglie gi di Teofilolmperadore, Murtago mandogli dire con minacele di voler romper i patti,ela rricgua,che haueuafatto. A cui l'Imperatrice rifpolc,che tutti modi volcua venirgli incon
la
tra,& fare quella refiftenza,edifefa, che maggior per lei fi potcua. Onde permettendolo Iddio,ch ella reftafle vincitrice , doueua ben
confiderare quanta vergogna indigli ncnafceua;
rifolfe
{comegiface)dirinouareipatti,chepnma haueua con liRomani capitolati. Et fi molTc con vngroffoeiTercito contro gli Slaui,che habitauano nella Pannonia, Centrando in Bulgaria vi faceuano dimoiti danni. Con li quali Murtago venuto farla giornata, per *n pezzo fi combatt fieramente, non volendo cederl'vn all'altro
slauidiTanno
wa lnf(ianoU
u k arta *
puntodi gloria, valore nelle cole militari. Mali Bulgari (fecondo xiferiiceche Annonioal^.l.)haudo condotto vn'infinito nume-
& causilo, & iuccedendotuttauiali ioldatifrefchiin luogo di (tracchi, e morti, gli Slaui furono rotti. Ma la prin
ro di gente a pie,
cipalcaufadicjuelta perdita de gli Slaui fu, che
elsi
nel principio
S"^//'
le
gionei Principi Slaui, vi furono polli al gouernoi Bulgari da Mur cago.Lacui forellainvn tempo ffattalchiaua,& menata Colta
tinopoli.-doueltandoncllla corte dell'Imperadore, fu battezzata,
&inftrutta nelle
Murtago, gli fu reiutu in luogo fuo diede a'Romani Teodoro Cufara, chetenelettere;
modi di tirare il
pi
tut-
comecofe diuine
to potere celebrando. Ma quantunque ancor pcrilpaffatoegli ha nelle quefte cole vditeda Cufara, non per volle partirli dalla iua re iigioneprima,chc non fu aftretto infieme con li luoi farlo per ne
ceflit.
Imperochc fendo
tutto
il
(uo
Regno trauagliato da
,
pefte,e
Onde ri-
enominatodalla
prcCoilSignnrejchefubito feflaudito. Ilche egli vedendo, md dimandai : che gli fulTe mandata qualche perfona atra inftruirlo nelle Ggg 2
420
MuYtago
fi
REGNO
A
cui
fubitamente fu
.
manda
vn Veico jo, ch'eilequi beniilimo queirvffiao Fu etiandio va aitra cola (comeicnueil Cedreno)che (labili quello R nella religione chriihana. Imperochc cotlui fdelcttaua oltra modo della
to
di pigliar dileiipaflo s
quado viciuafuo
come ancora (tandocala, fabric vnnuouo Palazzone ordin che Metodio monaco nato Roma,& eccellente nella pittura,ornafle tutto quel palazzo con la pittura efpnmendo varie ,ediueric
,
forme de gl'animali :e accade perla permifionc diuina^chenon nominafle particolarmen(c,che animali voleua vi fuiTero depintijma lafciando ci in. arbitrio del pntore,djfle iolamente, che gli animali
buon monaco depilile il fecon doauenimentodiChrifto,non fapendo depingere cofapm fpau teuole.Oueil Bulgaro vcdendodavna parte elpreilala moltitudine
fieno ii'aJpettohorri bile.
Onde
il
degli
fi
riiol-
u del tu tto lafciareogni (uperitition e de'fuoi maggiori. Ma li pri mi Baroni del (uo Regno folleuaci perci, il voleuano fcacciare, i quali egli con pocagenteiuper, facendoli portarinnanzi laCroce,ecohini tutti afariiChnifiani. Seri u il Platina nella vita di
Nicoloprimo di quello nomePapa,cheli Bulgari fottoqueito P tefi ce conobbero Ch ri fto,& che da Adriano2.1orofuronomandatirreVelcoui , per ammaeftrarli nella fede Christiana, che furono
Tredicatoride'
SiJiueilro,Leopardo,&
Domenico Treuiiano..
al tri a
Ma
Lupoldo Babc
,
"&*"
'
gl'Annali dc'Bulgari
& a gli
Autori Greci, dice, che nel tempo di Lodouico L Imperadore vennero a'BuIgaridue Vekoui,pet infruirli nelle cofe della religione
Chriftiana.LaStoriadi Fi ancia dice che li Bulgari nel 8S2. conob beroChi ifto. La qnal cola il Biondo al 2. lib. della 2.Dccapei tam
te
niega,
& diccene
li
n^epoidiuenutifcifmaticjjiieJ
tia
abbracciaronola fede cathohea. Quello iitelso afferma niandio rAautorcdelRegiftrodelleChronich^&:dice,che Nicolo I. Ponte
rotino bereti-
confett tire
gno
de' Bulgari
Bulgari
fcac-
eianoi preti La
%
cianT\ wi#
1
^ cc ^ 1Tiano mandalli Bulgari li Vefcoui* & preti, per (cacciare d quel Regno Forino heretico, che con la (u falla dottrinal'haue u infesto. Et che non molto dop effen do cfl Bulgari iuborna& llleuatieon moiri donile maggiori promefle dalli (acerdol ti Collanti no polita ni, {cacciarono i preti latini , & accettarono li Greci. Uchedop caus molti dilparerj 3 c tumulti fra Latini ,& Gre
>
greco
Ci
DEGLI
ci
.
SLAVI.
421
il
Ma
riordinai
quale hauendo ridottole coicde'Bulgari nel predetto modo, fcriffeelPlmpcratrice di Colla u ti nopolipregadolo, che alla fua gente
che era cos nllretta,ecchiufain poco pacfc,fulfc contenta dilatarerhabitationc,edonarliancoracjualchepocodipaefe;checon quello mezo venirebbe congiungere , efarc perpetua pacccon li Bulgari. Pimperacnce in quello l'vdi volentieri, egli conceffe tutto quel tratto, eh era fra la prouincia Ferrea, & che prima feparaua li
Bulgari da'Romani.Queilopaeic li Bulgari chiamarono nella pr pria lingua Zagorie. Il cui Vefeouato Leone filofolo Imperadore
f^
dati'
"^^
imperavi
ibccopofcairArcivefcouo d'Adrinopoli
dimonteEmo.
Et dop
ce '
queftoh Bulgari ftettero lungo tempo inamicitiade'Romani fin* a Simeone La bado, che fuccelTc M imago nel Regno di Bulgaria, ,come i Bulgari vogliono Burilc primo di quello nome R de' Bulgari, & fece PrislauaMaggiore,dctta prima Oggige, polla fotio il monte Emo,che lungo tempo fu tenuta da'Bulgari.I quali fot to quello Si meo ne con occafionedi alcuneingiuftee(Tattioni,chc faccino, i Romani alli mercanti Bulgari, moiTero guerra a' Romani. Etvfcendo tuttiducglieffcrcitiincampagna,vennerofar la giornata in Tracia, douei Romani furono rotri,& il lorCapitanomortojet quelhjchefuronoprefiviui,!! Bulgaro,fatto prima tagliar il nato, gli mand Coftantinopoli. Quella cola tanto infiammo d'iralImpcradore,chefubico mand l'Ambaiciadoreco molti donigliVngarijchehabitauano prelToal Danubio,prega
,
<prislau *mag-
giore fatta d*
ide
g?Z^
Bulgari (uper*
not
6tnant
'
fra
quello meC
zorecegran apparato
aUpaceMl
Bulgaro.
rol'Ambaiciadorepervenireallapace^aqualenonlegualtrimen tc.Imperochcdubitando Simeone che quello A m baici a dor no foflc venuto pi toio a fpiare,e vedere quello egli faceua,lo fece incarcerarci poi fi volt ctraFoca. Nel che fendo occupatogli Vngarientrarononclfuopaefcfacdouidigrauiflmidanni.OndeSi meonef aftretto diabbandonar l'imprela contraFoca,& opporfialli Vngarijconli quali venuto alle mani , fu rotto, & molti del # li luoi furono ammazzati,cV altri prefi ; & egli pena fuggito fi fai "f"J^" uinDoroftolo, ch'Drifta. L'ImpcradojrenfcatdagrVngari iar.
tu ttiiBulgari.ch'enno fatti
m queftaro ita
4%i
tulgarfupeY*
REGNO
Leone filofofo 5 il quale credendo
a
peradorc', ch'era
quefla
la
Amba.
*^<w,w
/oro
.
detta pa-
p*nnorotta*n
cor all'impera
Mail Bulgaro ritenuto Chcrostatto li molle contra gli Vngan; quali hauendo dato rotta,esforza tigli Fuggire , guaito il paefe loro 5 & referifee all'Ini peradore, che mai non era per far feco la pa ce,ie prima non gli rcftituiua tutti Bulgari, cheappdilui fi iroua uano prigioni. Ondel'Imperadores'arm con tra di lui,- & fatto ve nire tutto l'efferato d'Oriente, & Occidente, venne farla giorna
i
ta co* Bulgari.
ta dalli
mani,&vi tettarono vincitori. Etperci non reftauanodel continuo ruina rclcprouincicde'Romani. Ilchenon potendo hor mai fopportare l'Imperadore,- fuattrettodi far la pace con loro 5 la quale poi fempre mantenne (ino che ei vide. Et morto che fu egli, e la feiato l'Imperio
al
mandi'Ambafaado
u *j?*i
te*
con Leone. Maqucftoluo AmbaIciadorenon eiTendoriceuutoda Aleffandro con quel debito honore,checonueniua,di nuouo entr in guerraj&guaftando ilpae f de'Romani,non hebbe oftacolo di fare ci che voleua * e di tot> narfenc ricco caf. Aleffandro in quefto mentre amalatofi,& per
troppa a bbondaza del vino, e del ci borottofegliden trovila vena,' mori > lafciando per ruttori al nipote Coftan tino VII. figliuolo di
/andr fu del
005.
Leone,&
di
, il
tore^ due altri. I quali egli haueua promoffoalla dignit dc'Pa, tri tij. Gouernando adunquecoioro l'Imperio, lecoie dc'Romani andaua no tu ttauia peggiorando per lapocavnionedc'pareri, e ma
U
co ripettojcheportauano ali'Imperadore ancora giouanctto. Il Bulgaro credendo di poterli con quella occafione de* loro difpare ri facilmente impatroniredi Coftan tinopolij li vennefotto le muracon gran numcrodigente,&combattcIapid'vna volta. Ma tro uandola ben fornita di defenfori,difperatou di poterla efpugnare,
leul'eflcrcito f
b ttono
em
di coftan
tmopot.
fi
Onde
DquefloBaU
o fa mentionc
ti
^
con altri tuttori menarono l'Imperadore nelpaazzo di Blachernc, eiui venne ancor Simeone co due fuoi figliuo
il
Patriarca
li,
GembUcefe
nelle croniche
diGentania.
Baiano \\do,J**mmmmmmmmm*^mirMmmmmmm^mbt*', & Pietro , cnc ali fucceffeappreffo nel Regno Et quantunque il Bulgaro vi ^ rr ~ i c ^fi n r r rullehonoratoeccciiiuamcnte con tutte le cole, chclipoteua ,&
.
coni
DE GLI SLAVI.
cond
rcfenti malli
42$
fi
dcrela pace, n* conuenireconTlmperadorc; f nonin quel modo, chegli andana allafanralla.il quale non eflendo punto nono-
rcuole,non fvolutoaccettarcda'Grcci.Bcncdetto dunque dal Patriarca^ patteggiato da Coit,an:ino,dopdcfinare fi torn alle g tifile. Et feorrcndo tutta la Tracia con le rapine, V incendi j grandifimi, s'accamp finalmentealla citt d'Adrianopoli, amicarne'-
Sc
mente
cta -
Tra*
Trimon tio ,& Vftridama , auanti che Adriano Impcrado reampliandola,dal nome iuolachiamalle Adrianopoli,chca'Gre
te detta
Tuona Citta d'Adriano. Quella pola tutta in pianura, macoli molti colli vicini ,&: fituatain (ula rimer dell'fibro, da' moderni detro Marizzajdouelui fi congiunge il Tun?. Vcdefi che ellafi molto grande; perche ne'tempi noftn, chequafila maggior pane della muraglia gualla, edeftrurta,eira ancora 1 5, miglia. Il i a* *o ci^<? baQoaccapatoliquelta, non porcndohauerla per forza, e brammandola fommamenteja occupalla fineco'denari: comperandola legatamente daalcuni de* loldati di dentro, eliclo miiero di notteinpofleiTocon eftrema calamit de'Cittadinimiferabili, che dalavitainpoi vi perder no ogni altra cola. Coita n ti no vedendo cofi andare lecofedel Bulgaro, non fi fid tanto nel valore de'ruto* riicheeglimaggiormente non confdatlenel'amorc di ina madre Zoc,& nella virt, & prudza,che ella haueuamoftrata Tempre. Richiamandola dunque in Palazzo, donde l'haueua cacciata iemale configliato Aleflatidroj&rendutogli tutti gli honori, accomun l'Imperio con ella: il che certo giou non poco Impcroche ritornata Zoe al fuogrado,& menatone feco in palazzo Coitan ti no, & gli altri fra telli,quefti per camerieri, & quello pcrMaefiro diCame ra dellmperadore,mand via il Patriarca Nicolo , Bafilizze Gaci
sito d'Adriano
^ vtm
'o
J M
neBulgaro:
zoc imperatri
j rimesta a
ad
Va
i'" t
brielopole,&
l'ingegno,
nopoli,etornareall'anticogiogo.
to prima trieguain
miche, raccolfcvnoeiTcrcitogroiTo,s di Leuante>&sdi Ponente: e fotto la feorta di Foca Domenico delle Scuole, & peri tifii mo della militiamo mand contra il Bulgaro. Foca peruenuto animici gli ruppe, & gli fupcr con grandissima ftrage loro. Etfuggiuano gi per tutto lenza punto volgere il vifo le fracailatc genti del Bulgaro.
Quando Foca,da
la
424
.IRE
G N O
nulla
j
frefcarf,fi vCc di
&.
Ro mani rotti
da' Bulgari
.
Bulgari rotti
daFoca.
andatene ad vna fontana. Qinui,menrre che egli beueua, (ilauaua la faccia da la poluere, & dal ludore , gli fugg di manoil causilo^ torn correndo airefferciio.il che vedendo molti ioldari ><3c conofeendo il cauallo benifL mo, giudicarono cheilCapitano fuffe morto &: per quefto entrati in ioipetto, non combatterono pi auanti, nieguitaronoclii fi fuggiua. La qualcofa vedendo Stmeo ne da v no monce,oue era fugguo,richia ma ti quei pochi,che e' poquali tette, & rifatto vna tetta grolla fi fofpinfeadofloa'nimici; non hauendo chiglireggeffe,h vollero iubitoin fuga. Et {Bulgari feguitandoli,ne vcciferoquannt grandej&: a pena cheFoca ltef lo conpaconumerohebbetantoditempo,chee'f falualle dentro Mefembria,CittImpenale, ftuatain su'! mare Maggiore. La Impeia!ricevditaqueli:aruina,mandfubttoGioannt Boga rifare nuoue gentij& co elle a Romano LagapenoDrungario, cio Ammiraglio del mare, che in fulenaui lecducefTe Mcicmbna,i n foccorio del Generale, e detn mento de* iuoi minici. Ma na icendo graue difeordia tra il B >ga, & l'Ammiraglio , le nouc gen ti fi nfoluerono, Gl'Ammiraglio l torn Coiiantinopoli,non fenza qualche fofpetto d'occupare rimperiojtornouietiandio il Boga. Etpoiche ciafeuno di quelli duediffe le f u ragioni, fu giudicato, cherAmmiraglio,perhauereabandonato l'effercitOjii doueflk nocauaregliocchi. Ma non hebbe effetto il giuditio perii grande aiuto.che^li fu (arto, da chi poteuaappreflo la Imperatrice. Il Bulgaro iniuperbito della vittoria, f ne venne Coltatinopoli, per fer-* marui PaiTedio attorno. Ma Foca nuouamente venuto contra di lu,& riappiccatanuoua giornata, lo vinfe, lo ruppe, &lomeflein fuga, con vccilone tanto grande, che molti pochi fi faluarono. Ma perche il Bulgaro nonpoteua mai fiat cheto, fin tanto,che non vernile iimpatronirh di Coftantinopoli, &: dell'Imperio Romano ,
:
mm
Mandano Am*
bafetaiori
al
TrmcipediT
nefi.
madi'Ambafciadore,come feri u il Cedreno,Fatlumo Principe <Jj Tunef, esortandolo che con li fuoi Sarracini veniflc per mare /f il r cnecI verrebbe perterra con vn potente eliercito alieipugnatioue
,
1
commune,etornandoiSarracinicala,laCittrefr,arebbencl potere de'Bulgari. Quello partito piacque Fatlumo,c mand alcuni de'iuoi Baroni fermarci patti co Bulgaro. Ma perlaftradadafu
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.^'"^J^IJ
.
molti doni,
&
tenne i Bulgari.
Ma nondimeno
La bailo di mio-
uofcorlc&faccheggila Grecia; &fpogIiato,&guaiaco il paefe fua voglia, no hauendo,chi f gli opponete, corn cafaricchilfimo. Onde l'Imperadorc,che era Roma noLacapeno,fattovnbuo cflcreico, lo mand (ottola icona di Potho Argirocontra ilBul^a io. Eteiscndo Romani accampati TcrmopoIi, Potho mand fpiarclecoicde'Bulgari Michele figliuolo di MoroleoncPatritio , c perfetto d'vna banda di foldati:il quale inaueduramenteintop. pne'nimicijchegli haueuano tei! gli aguati. N p cedo far al rro , voltatoti farla (tra da con l'armiin mano,ammazz molti de'niitiici; maper,&egli vi reft morto. Dop queito il La bailo conduilerEiTercito contro laCittdi Coirantinopoli, ETlmperadoi
ie,
per
non
laici are al
ma
Btg*ri f*pera
dlcfucgentipcropporfceli. Doue azzuffati Bulearico'Romap n. r e J J r> insellarono vittorioli;& vi cadcrono moiri de primi Capitani, faldati Romani: gl'altri che per faluarfi fi buttauano in acqua, per Venire allegatacene v'erano apprc(To,furono parreammazzati, & partcprefiviui.Oradunqucfendoin quello modo trattato molto
1
&
gl'impervi* m* r
ScrmeUzoiu
dl
tp*"*
quefla
&3
fj*
arlero
il
palazzo dell'I
li
tfaffattoap
U<.
trouaua
incontro della Citta. Et di nuouo dandogli affai to. peruen nero {ino al palazzo di Teodora Impcratrice,& p ftoui de-
no in
tto
il
quei
lidi
fuocoJ'abbruggiarono.AirhorailLagapenoImperadoie,fat toapparecchiarevn funtuofo conuitto, quello chiam liCapitani del fuo ciTetcito, frqualif Sa nticio Prefetto della guardia
:
&
xnctreviftannomagiare,occorfdiragionarclbpra il fatto de'Bul gari. Doue hauendo Tini peradorc detto molte parolepcrcommo. wwgli animi delli fuoi,& eccitarli ripigliare il vigore,e le forze p-
dutecon trai Bulgari indifefa della fua patriam vi ( troupurvno kenons'offerifle prontamente di difendere lecofe de'Romani. c il d i (cguen te vfeendo armato San ticio con molta gen te, per an dare dietro li nimici, aucnneches'incontrin alcuni di loro, che rano vfcitiperfaccheggiare,& azzuffatoli con quei pochi,durfa
tica(comcfcriue ilZonara) luperarhj Pcrcicche quelli per no perdere l'antica loro gloria, acquiftata gi dal principio nelle guerre, fi
che venire viui ha potcredtll'uiimico.Et cos quali tutti, hauendo prima fatta gra
co'l ferro in
,
mano
Lihh
ftiage
4*6
ftragede
zuffa,
ii
^drianopoli
di
hhouo vieni
potere de*
in
Bulgari*
imperadore fa
molti
prefenti
al tulgart
La baflo adilato per ci, di nuoiio pofle l'aiTcd io ad Adrian nopoli. Ma con tutto ci non vi hauerebbe fatto cola alcuna, fc i ci ttadini d\ quella affretti da fame non /egli foi?cro refi. N di ci contentandoli ilBulgaro,de(hufle fieramente ancorla Macedoni* claTracia.Poivcnnecon vn potentecliercitovcrioCollatinopo* li, & s'accamp prefso a Blachcrnaj Onde fece in tender all'Imperadore,chevoleuaabboearfic lui. Ilqualevenutoa'lidi di Cornila dio, vi venne ancor Simeone con le fuegenti,equiui parlarono in* fieme vii buon pezzo. Ma lenza conchmdcr cola alcuna torharono calai con tuttoch Tlmpcradoregli hauelTeprcfentato molti cricchi doni .Quefa cola (dice il Zonata lignificarono le due A-*
)
qjilc,che gi
fi
aduqueSimeo.
Kaffa
ni
danno rotta
Simeone Bi af9.
t
*
molTe contro la Ctabatia,da al tri detta Ra fha,che cjuel tempo era in lega con l'Imperio Romano Ma incontrato da' Gro-| ba ti,c ven uto far la giorna ra,f ro tto,& perle l'eflerci to nelle Chm> furedc'Monti.In quello mezo venne vivhuomojC port nuouaal rimpcradore,chclaftatuajqaal fi trouaua in fulasmit della voi.*
ne a caia
fi
.
nella
forma
di
tua
fc
perauentura
fi
Simeone Labaf
fa more fuccede
,
mozza ile il capo dal ilio bullo, fi fentirebbe predo la morte di Si. meone.Etcosi non and molto innanzi chM Bulgaro fu ali alito
davn dolore ccceiluo dello (tomaco,chcio fece panare di quella vi? ta. A cui fucceile Pietro figli uolofuo,qualhaueuahauuto con la le conda moglie; il quale veddo,ch'il fuo Regno era travagliato fuor,
iofpetto,cheiRo mani con altre genti vicine non veniiTero con quella occafione ad aifalire le lue terre: mad gli Ambafciadori aUlniperadorc Roma* no, per trattar fecola pace, e far ancor la parentelafrloro* L'vna* ...; i l'altra^ delle quali cole piacque^ all'Impcradore; PieiiopertantofubiramentevcnneCoilancinopoli> & fer-, maiala pace, fi marit nella nipote dell'Imperadore> figliuola^*
di
e gli
Vien
trofuo figlmtlo.
Tietro Bnlga*
rfi
manta
co
la uipote
deir
Imp.
Chri fiorano figliuolo fuo maggioreE tornadoPietro a cafa,GQ nifuo fratello calcunialtriBaroni di quel Regno, gli haueuatela
gli
aguatij
ma
la
pereti
c5giurati.Gioni
furono;
fu
deca-
DB
decapitati.
'$
'S
LM-fy
I.
4*?
Intendendo qucfro ftmpcradore, mand Gioartnifno naco,chc gi fa RetcoreXottoprcteftb di con firma rei patti col Bui garo^fc gl'im poie, chea tuta unodi vedette di liberare Gioanni, e svenarlo fc Coft&rtHipoli."La quateoia cgltellequ con moliadeftz2aiecauatoldaprigionvl'inbarcspravna galea iru
Klercttbria.chcpoiIoconduflcCoftantinopoli.Inqueltoiftcflo
cmjio Michel MrrfrarcllodtPictr^purc per cupidigia di regna ire, occup in Bulgaria vn forte Cartello ,-douctrou molti della
suar/alt^;Ic|uali^moicr,dofrbrcucMichel)per{chifareriradi
Wetro,affahr0no^uogm de'Romarti jcVfeoreendocon rapine la lda^edoia^tnmWne,cVla Greb^,alJaiHcprelcro, esimpadroni *orw> diNicopok,* cjuiui il ferma io no. Ma con fucceflo di tempo Con-Occaficttlt divari* guerre* che hebBcro co* Romani,quafi tutti
;
morta l m'ogle Pietro, cigli voile rinouarei patti odn^mpefadoTe. La onde mfhdi suoi figliuoli a Corta ntinopoii per'ftatichi, che furono B tir ifc>& Romano. I quali morto Pictrolovo padre, furono lancia n andane in Buigaria e pigliare il pofletoddRcgno'parerno.imperoche Dauid,Moife,Arone,&Sa muclo fratelli, e figliuoli diComitopolo, huornoapp li Bulgari molto illuftre, cerici t u no quella geOre ribellione. Ne pafs molto tempo,chegh Vangali- intani n'Burgariacon molta gente, BurUc land a. Nieeforolmpcradoredimandare l'aiuto contro Attedi suoi nimici.Ma Niccforoppcoftimandoic$ueparole,rifpo
perrroflo, Etetfendo
,
fcjchepet ripntatiotvdellTmprionongliconueniuaci fare. Et dalapcogrjftefl Vngan entrati nella Tracia, vi fi moftrarono molto fieri; onde PJm^radore non fapcndochefi far altro, mandcon moltidoni-l 'Ambafiadore al Bulgaro, pregandolo che co
lisuois'oppOflefTcgliVngan Ma egli rifiutati dni, difle, che non ti toro a u Conto a far ci , per honore,e vtilc della Corona di Bulgaria. Iropcroche ha uendofa ito la pace con gli Vngari,ngli pareua cofagiuftaarottpcHa senza eflere prima d^ loro prouocafo L'impera dor rcft drci otT(oi& mand Calociro, figliuolo ^iCherfoncSfendoflauo Principe di Ru dia, per conci tarlo a'dan ni de Bulgari.OueCaWux>feppe far tanto, che Sfendo ila uoentr in Bulgaria , quella faceheggiado men gran botti no in Ruflia,.
Vugarif>Hall*
a* Uffici**
SfcndosUm
etr*to is
&
principe ai Rjtf
fio,
il
che fece eri and io lannbfgUemre. Et hauendoin quertomodo Soggiogata q "fi tutu la Bulgaria ,iiiiicm e ancor col R Burifc , &
Bulgaria ebeggi.
Ufas
dali'aracnidcicIluogo^pancinuifatodaCaWteji^iMlcgU
premi et tcua( fc par auen tu ra egli
dcrglifubioamcr*C*
ch'eia
"J&Hfitfi
.eli
ce*
lw&\l>\Q4i&u\gWA
Ma ite j>eradorc ,
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4/>rr
^^J twt*
accar*ofi di que* CripfWfliZiroi&iasiiu^e&Kt fio tramare di Calaciror* sf opppfegaglajrdfliiactMe a Sfcndoikao f e dandogli rot,ta nsllarbflt taglialo eoffcrinfefajr ritirata nflsuopa* f^Ejp^^jj Burifc con la ^u^g^n,? 6ir^*^ qin:fiagjaqri^H Seme colRuuV^rirAj^adre'baJu^ ti&jjiihuina* namcnte> laida tolo liberagli diO^che egli do ha,ucua fattoguerra a'Bulgariira^vCa^ Sfeu dofla t*s& il q>#alc vdito qttf ttofeec fu*
no acci non bcftaffetora'Romaiii, f^pndimcnq daji jaocofi liberarono; eilRBurifciu menato dl'na|>eiadojBcaTCc*j(U*mnQ
,
.
Mi**'
rona d'oro, vn berctic:cU ki fto *ele fearpe. 4i fearla to roiTo, l'orno della dignit diMaeffro MaBurifc nfltfl COin>wncafldofi<oique(lo, fi part daCoftandnopoii in ha-bitp dc'Romani Etmentreft
ui co>m(difcejiJ;^driCno:) ani iTia^aio^da vt Bulgaro ^credendo, che egli fiTc dadoueso vaRomano, ; Qufcfta
pattare vnaiclu, fu
J
(
turile
r
chi*.
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uincia , diremo Zagorie * occupo ancora ti pafcfe 4e' Tricoinci 9 no ggi chiamato Toplizra ji&ihebbe etjan dio iSieciica, che i Greci
l??Tn*m
/
& USrldl
bino z ^ alcuna; eccetto chedop la morte (u il Regnjodi^Buligaria fu p co meno eli opprcdo^foggiogato^ia'Rortanij ma. per non fte* te lungo tempo cos. Cirenei tempo di RaliUoPoriko geni cokh
peradorejchefucceffeZimtfciailiBulgariconjinciarQnciWUuai; diedero il gouerno del Regnoloro Dauii^Moifcirofte,^ fi
Guam
noli
figlL
&
dtCotmta
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^ n P e rc 8 ia 8 ia cramancata
cadde mono
Moite ndi.oripugnaiiQnicdi
.
Serra
fi
percofso
da vna pietra ,
e vi
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DE GLI SLAVI.
cJi
42?
Samuel o Tao fratello con tutta la famiglia fua, in fuor dVn folo figliuolo > chiamatocon due nomi Gioanni Sfendoflauo . Il che gli auennc, perche egli ceicauafarh affoluto Signore di Bulgam>ou3ero perche fi moltrauafaUorire le cole de* Komanijchei'vn, d'altro fi diceua. Eflcndo adunque Samuelo folo Signore in Buigariai di mentre li Romani ftanno occupati uclleloia discordie ciuili, egli entrato ncllc-loro
Sa
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ria.
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cheggi, ma ancora
tia, nella
fi
borgo di Raufa,&
la
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ccu P a
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molti
'*
prima citt diCataro,qual poco meno che defolata all'hora fi troua ua.GiorgioiCcdrcno narrando qfte icorreric,che Samuelo all'hora faccua nell'imperio Romano>cos parla: Samuelo Bulgaro fhup $ao guerrierbin mai pot ftar cheto; moleft tutto l'occidente con lefconerie fuq& afelio non purcla Tracia,& Macedonia co i luoi
^/^T
a*,0Mat*4ll
ghiviciniSalonicchio: ma ancora ruinlaTeiTaglia>Grcca,c rumala Te(!*s *' 6r *' Peloponeflojprefe cra dio molte Ciu,&Caltelli, fra quali la prn
cipaicfiuLarmajoc pi volte diede rotta
alli
tit/jo.
^iglicilerckiloro.EtfinoquparlailCedrcno.Marimperadorcvo
lem do reprimere quello tanto ardire di SamueloiConduffcreffercito
in Bulgaria, &lafciando
il
g u efferenti*
*'
alla
guardia
Etmentre
tirannicamente l'Imperio, gi s'era inuiato alla volta di Coftantijiopoli'Quefta colaruppc tutti idileg ni deirimperadore,e lo sforz leuarl'affedio di Sardica,c tornare con tutto TcisercitoCoftan
Mail Bulgaro non ofatido venir* alle mani con rinimico,scraritiratoallcmontagne. Onde vedendo quella (ubita muta
tinopoli,
tionedclllmperadore, e credendo che ci egli facelse pi tofo per paura; Taf sal, ruppe, & fconffse Teserei to Romano, & s'impattomde*padiglioni>& dellWeghc Imperiali. L'Imperadorepena, fuggito fi laluin Filipopoli. Onde il Bulgaro iniupeibito feorfe non folo la Tracia^Macedonia, Grecia, & Morca,ma penetr inll lirico, deptedando, & ardendo il tutto Ma l'Imperadore repreise,
.
i^J^sul^
rtrefjknM*
& acchetatclegucrre,&
tum ul ti
ci uili ,
fi
volt a far
veti
detta ce n-
traiiBulgaro5& mand in Tracia GicgorioTaronitaiuo Prefetto, per opporfialle forze di Samuelo. Il quale mefsof contraSalonicchiojpofevna parte della fua gentencIl'infidic,comaiidando che
do
4}o
NO
do a ui fato Gregorio Prefetto,mand il fuo figliuolo A fore, per vedere il numero de inimici. MaAfote imprudentemente (correndo
agguatatelo prigione. Il suo p*. dre intendendo quello, fi part lubito perioccorrerloj ma &egli fu tolto in mezo da' Bulgari, douccom battendo valorolamente, cade con molto honore. Quella morte del Prefetto cilendo nunciataalfi
tefi gli
Kefla *incif*
we it tom*ni>
l*Impcradorc,fubitamcnteffpedito
te
il
Maeltro Niecforo Vrano .Il quale come arriuSalonicchio, fu auilato, che Samuelo, per hauer ammazzatoi! ludettoGrcgorio,era
diuenuto tutto altiero ,& che hormai haucua paflatoiBagnidiSalonicchio,& il fiumcPcneo,&andaua infettandola Teflaglia>Beotia, & l'Attica; & penctrandoetiandio perl'Iftmo Corintiaco, faceuagrauiflimi danni nella Morea .Niceforo le uato perei PelTercito
&caminando
&
cjuiui la-
rdando i carri con tutte le bagaglie gran giornate feorfe laTeflaglia.Et pacando ancora i campi Farlalici, e il fiume Epidmo, s'ac-
di
Samuelo.
Ma
B*lg*ri
affittiti
elttmprouifo
renetrfgraiitm
tod alcun affaltoimprouifo. Niceforo nondimeno fece cercar di notee, f quel fiume fi poteuapalTarc guazzose trouando vn luogo perci molto atto , fece palla r Peflercito all'ai tra riua & di notte aliali i Bulgari, che quali del tutto aflcurati dormiuano, cV nammazzo molti, non potendo alcunodiloropigharl'armiinmano', tanto era icura la notte. Samuelo col fuo figliuolo Romano fu qui
:
u * gravemente ferito ,
fu (l'ero alcoli fra
w#r#.
& vi farebbe etiandio pref f eglino non corpi morti & la notte leguente fuggirono ne*
,
fi
Samuelo nU uUjuaftliuo
nJu.
giogo dc'quali peruennero al monte Pindo, & indi poi in Bulgaria. Il Vranoinqueftomezo liber liRomani, che erano Itati Ichiauij fpoglii Bulgari mordi & fatto Vn grandiffimo bottino nel campo de' ni mici, torn Salonicchio. MaSamuelo trouandofi cafa , pofe in libert Aforc figliuolo di Taronita, e gli diede per moglie vna sua figliuola, la quale fendo ma mo.
monti di
Etolia, perii
nozze, mand il genero c^>n la figliuola Durazzo, dandogli in gouerno quella prouiii" eia La doue peruenendo Afotc , e tiratala mogli-ralla sua opinio ne.
fa, le
non la marita u in
lui.
Et fatte
le
i -
DEGLI
toc,
s
SI A V
L
la
-
lacondotroCoitantinopoli ,f lionorato della dignit del Mae ro , & la sua moglie con quella di Zoilo. L'Impcradore dop quefto penetr in Bulgaria per Filipopoli,Iafciando cura di quelli Cicca Tcodocrano Patf itioj& poich hebbe buttato per terra mol ti Cartelli di Triadiza , torn Mofinopoli. Et l'anno leguentc. mando Tcodocrano fudetto , & Niceforo ProtofpatarioXifiano con vn potente eflcrcitoairefpugnationede'Cair.clli di "l dal mke Emo. Douc hauendo prefo la maggiore, e minore Priilaua,c Plifcoba, tornarono cala. L'Imperadore da li.vn*an no entr di.nuouo in Bulgaria perSalonicchio doue DobromirfegliarrefcinfcmeconlacitcdiBerrcai &daiPltnperadore hebbe la dignit di Proconsole. Ma Nicoliza,che per edere piccolo di datura era cosi chiamato , trouandoil alla difeia di Serbic , refiite gagliardamente airimperadreneH'aflako,che egli diede al Coltello e il maLe hauendoalla fine pre/o vi pofe guai dia ideili (uoi Romani, e Bulgari trafport in altri paefi iglivennein manoetiandio Nicoli
,
ImpeYadore en
tra inBulgaria,
u ni fa
ti
di
mei
danni
oc
ia,
il
quale
fece Patritio.
Marion-
dimenocgli fuggafcofame^icc,& venneSatnckvjeiubito tutti dueandalonoall'eipugnationediSerbic. Mapercherimperadoit fu trappoprefto a (occorrerla, fi leuarouo da quella imprefaj & fuggendoNicolizadinuouocapitfchiaUode Romni,dalliqua li fu mandato in forze Coftan duopoli, L'Imperadore partito da Serbie, rifece i Cartelli daSamuelo minati 5 & gli altri, che teneuano li nimici, prefe per forza 5 & li Bulgari , che vi trou , mand in Bolci, luogo cos chiamato. Et mefla guardia de'foldati nelllfuoi Cartelli venne a Bodena, eh e vna fortezza polla lopra vna ripa^da ogni attorno tagliata, per la quale fotto terra entra alce* famentela paludcdOftroba, & indi di nuouoefcefuora Et quantunque pi volte Tlmperadore hauefle tentato l'animo di quei di cjentro , ffivoleuano arrendere fpontaneamcntej mai per pot p* rluader loro quefto. Onde licominci travagliare con continui aHalti& vi perdegran parte del sUoeiTercito- ma finalmente l'ciptt gn,& lcuata la guardia de' Bulgaria mandBolera:poimetten Bodena frte^ doni vnaltro. guarniggionedcTuoi Romani , fi trasfer a Salonic- ga e/pugnaia daWlmperado* chio; Qucita fortezza era ftata data in gouernoDraxan, huo* re.
,
4}i
jio militare;
il
R
.
G
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N O
& hebbe con lei due figli
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quale impetr dall'I pera d ore di poter (tare Sai Douegli fu data per mogliela figliuola delpiimoPiipreghiere del luocero
ba cario
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Mik'imp.
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tamentc impalato. LlmperadorcFannofeguentcpofeallcdio Vidino,ecapo di otto meli, s'impatron di quella Citt. Etil Bulgaro in quello mezolimoflfc contra Adrianopoli 5 & dandogli allalto all'improuila neld dell'Afcenla di N. Signore, la prcle, & taccheggio. El'Impe l ra dor fortificato molto bene Vidino,torn cal,&auicinandofc a ^ acltt ^di ScopiejhebbenuouachcSamiielos'eraaccampatodil da l'Allo fumc,hora detto Vardari.Il q uale en do per gra n i n'non Cationi di pioggic crefeiuto molto , i Bulgari non ftauano co quelkguardia, che conueniua;non dubitando che l'inimicoglipotcf* le cogliere all'improuifoj ma fi trouarono ingannati. Impetochc rimperadorc trou modo di valicareil fiume, egli aitali di notte; doue hauendo tagliati pezzi molti Bulgari, Samuelo fugg con al q Uant dcllifuoij eia citt di Scopie fucata all'lmperadorc da Romaf
no,figliuolodi Pietro gi
tuo auo chiamano Simone, & da Samuelo era pollo alla guardia di quel luogo. Per quello l'Imperadore lo fece Patri tio,& Prefetto d'AcrcrMt **(f
tohuvm
bydo.Et partendo daScopic venne Pernico,- alla cui difefa all'howw- ra f tF0 uaoa Cracras,huomo prode, & efpcito x in guerra. Doue hauendo l'Imperadorc confumato gran tempo , & pcrlo molti delii fuoi nell'afledio di quello luogo, nvedendo cheilCaftellofpoteua per forza cip ugnare, ne meno quelli di dentro corroperc col danaro, pals Fi hpopoli, & indi venne Coftantinopoli Ondenorr cclTaua ogn'annocodurre gii efferati in Bulgaria,&iaccheggiare,c
.
con tuttocinons'arrilchiauamaidiafJroii tarli ieco nella giornata', & vedendoli indebolito molto nelle forze,^ preie partito con le folli , & con le rupi proibire Pingreflo all'Impcradorcin Bulgaria Et lapendo, che l'Imperadorc era (olito entrare perCimbalongo, eClcidio, quei palli, ch'erano ilrctti, mun con lelicpi, & con vna buna guardia; & cos fhuaafpettandoi'Imperadore Il quale venuto quel luogo , & sforzandoli entrare, fu ri buttato gagliardamente da quelli, che vi Ila uano alla guardia Ori de
.
DE GLI SLAVI.
4^5
Niceforo Xifio Prefetto di Filipopoli di fermarti in quei luoghi, e non celiare daflalirlijchc egli andarebbealtroue tentare qualche imprcfa.Ora fatto quello, Xifagrangiornatcaggir il monte Ba latiftojoppofro mezod alla guardia dc'BuIgan, e aJh 29. di Luglio fall in cima di quello 5 onde con gran ftrepito diede ado(Ioalii Bulgari, quali vedendoli improuilmente affali re ^fuggirono, e Ti m pera d o retro u n do il luogo abbandonato dalle guardie, rui n quelle fiepi, eand innanzi perfeguttando quelli, chefuggiuano All'hora molti Bulgari furono prel,& molti pi amozzati.Samue impt radure e* lo a pena fi ialu per opera delfuo nV|iuoIo,ilquale^aeliaidamen "*'' *(?* ria da la caccio. L iv L 1 rr o 11 j V te ributtaua quelli, enei aHaliuano :&poitoilpadreiopraiicaual- samuelo. Io, lo conduflfe nel Caftello di Pr;Iapo, Pnlup. Il Zonaia nella vita di quefto Imperadore dice , che S-< muclo hauendo nell'eden. no cinquantamila com ba tten ri. & l'Impera dor nouara quattro, s'azzuffarono nella giornata. L Romani quiui reltarono vincitori & de'Bulgari furono pref incirca quindici mila iquahTlmperado- Quindici mila ul an f ref* re fece trarre fuora^li occhi Jafciandoeeniccenaiovnopcrgui e accecati dati: r. J r J* L B J ioIoocchio e gli comando checosi tutti li doueueroprc imperadore, da con vn TI fcntareSamuelolor Signore, il quale viftoli, cade iubito in terra <juafi morto :Etdoprihauutofi alquanto, dimand che gli fofTe dato da bere un poco d'acqua frelca, fu alTalito dalmate, da Greci chiamato Cardiogmo,che in breue lo fece pattare daquefta vita. A. M0reSamu cuifucccfle nelRegnoRadomiriuofigliuolo,aItrimcntodettoRo e gU (*cced liuol< > mano &Gabrielouie pi robu(to,& torte delfuo padre, ma meno fM rudente. Coftui nacque d'vnafchiaua di LariiTa,ealli quindici di dm detto bmfcttembre entr in goucrno . Ne hauendo regnato un'anno iute- nano. r '" or io,f ammazzatoi tradimento nella caccia da Giouanni Vulidis- o per cttt'd J'T v lauo figliuolo d'Arone, cui egli donla vita, quando gl'altri fuoi del fio cugino yu dl au * }* n fratelli furono morti da Samuclo. Ma primachcci auenilte, Samuclo mando con buon numero di genteNeitonza ,vno de pri- fetiue etundio mi di Bulgaria, con tra Tcofilato Botanciata chedopDauide fu UvocUate. Prefetto diSalonicchio;col quale venuto far la giornata.liBulgaBufati rotti daU'impcmtt. ri furono rtti,& molti prefi.I quali co altra preda Teofilato cduffc all'I mpcradorc, che all'hora ( trouaua alle chiufuredi Chlidio; perdonando l'efferato de' Romani condotto inBulgaria,rimpe radore saiiiciuStrumizzat&elpugnilCaltello di Matzucio,c
i
. 1
l
'
le
collincpoltc
Iii
al
fiume Strumilza,
4W
po>re fiera
REGNO
impedire
il
mitzv ardtdo agni cofa cerca (Te di tor via ruttigli oftacoiijchcgli
ritorno Salonicehio. Quefta cola li Bulgari
prima
Teofilato Boto-
mavolcndo poi
tornare all'lmperadore
notata
morto
li
con tutti
fuoi
da Bulgari .
nuoua, Tenti gran di(piacerc:nc hauefi-do ardire di p&ftaic pi oltrc,ii ritir in dietro io Za gorre, dou'era il Caftelio di Mclenieo molto forte, pofto fopravna pietra e* niinenie , & cimodaogn'attornoco i fbfsi molto profondi^ douc
cito
L'tm peradorehaautadi ci
la
molti di quei vicininomeli) luagofecuro, s'erano ialuari* Ai quali iTlm peradore mand Sergio Eun tico, vno de fuor fecrcti coti ari cri,
Fiume Zarna.
facondo; il quale tauro feppe ben dire, & prono et* rer, che finalmente perfualeloro,.chc polle giurarmeli defiero all'I mpcradorc.Jl quale gli accoliegratio{imte^mcfla buona guar diantlCartcllo,tornMofinopoli:Ldouedimorado bcbbeaui* io della morte di Sam.ucloalli.24. di Ottobre . Ondcfubitopartrda Mofinopoli,.& vene k Salo nicchio, Scindi pais Pciagonia,n facdo alca danoal paefej eccetto che arie il palazzoButelianoRaw domir; & madando dopalquanti foldati,prcfe il v-aftcUodiPrilapo,& di Sci peio. Dop vne al fiume Zarna,it quale pafs con le zar*
huomoiauio,
&
te,
parti toallip. di G-
con kcauallaria
arri-
fin'alle
terrore
tutto l'Imperio
Romano. Quc!tacofaveddol^nipeiadore,edubitandomok:odcj
lecofc(ue,md(egrctamtceffortaieGioani Vuiadiflauo,chcattendeffeavdicar lamortedel iuo padre y che Samudoinfiemcco' vn'alrrofuo frarc!i!ori.aiieua fatto morircrpromectidoltjiccifar^ cedergli tutto il Kegnodi Bulgaria,&apprefialacittdiDarazzo Onde no pals molto ipo,cheVuladiilauo rrouato fi in compagnia
di
cia-
no terrore tut
io l'Imperio
*
Queflo
feri u
ancorati Do-*
chat e
'
KaitmrrR
de" Bulgari
am
tra
fto,rimp. road co
eia di
Diogene>che nella
aiTcdioalla
inaiato
dimenio.
haueua a Botoniato,nellaProuin
Moglena
citt
fa tto deuiare in altra parte il fiumc,chc lo Ci r r,fopra unc l'Imp. corrcua attorno, e minare le mura della Citt r terrazzani veden-
&
D
gliero di
ni,
G L
&
il
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4}f
Gabriele
& non pochi lohlati. Quelli, che erano arti perla guerra, rrafpor
tin Afpracania,- l'altra gente n buonapcrlamilitialafciin preda alli Tuoi Tolda ti$ & il cartello, chiamato Notia vicino alliMogleni arie del tutto. Et il quinto d dop che quiui l'Imperadoreeraarriuato, venne Cheirotmeto Romano , menando feco li (eruitori di Giouani Vuladislauo, figliuolo di Aronc,ilqualcrauifauaua, qualmente haueuapriuato della vita,& del ReguoGabnelo fuo cugino,
quale vide,
gli ni indo
confirmationediquantogli haueua promeflo in carta, (ugillara co'lfuo figlilo. Ma dopaucgendofijche Vuladislauo non attendeu punto allapromciTa, torn in Bulgana,&hauendoUccheggiacoOftrouocon il paefevicinodi Solco, eia campagna di Pelogonia,fecc trarrcgliocchi quanri Bulgari haueua prefo.Etarriu in fnoOhridaledia Reale de'Bulgan$ la quale hauendopreio,&ac commodatetuttclccofefue,deliberd'andare a Durazzo,perlaia Iute,econ(eruationcdel quale era molto necci~iriala (u venuta in quel luogo. Imperoche mentre fiiTiymalia con li luoghi pi vicini di Scruiain potere del R Vuladimii,che fu genero di Samuelo, huomogiulto, & amatore di pace,& d ognivi;t,lecofediDurazlo(comefcriueilCedreno)rtauanoin fommaquiete.Mapofciaehe Vuladislauo ammazz Gabrielo,& poiil fuo cognato. Vuladimiio, il quale co'lfalfo giuramento diDauide Arcivcfcouodi Bulgaria hauuroinmanojfcce decapitare, il territorio di Durazzopivol tef guaiiato: alcuna volta da Vuladislauo,etarhora dafuoiCapi tani. Ma quefta andata deli'Imperadorc Durazzo dall'altro canto fu di qualche danno. Imperoche quandoegli and a Ohrida,Ia (ci dietro a (evna banda dicaualli con Giorgio Goni :zia to,& OicftaProtofpatario,i quali
^/^j^w
gari.
command che
campagna
di
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rrattenneifero nelle
li
(corrane
zo,li
&
Pclagonia. Ma
Bul-
me Row''z*
i H <m\e
?/ !*
mone, torno
in Pclagonia,
& perfeguit-
capiu nodmulgan.
&con
cito
4?
,
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i
G
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NO
quale impanroniiofi di
tutti rea*
eiiotcou
ca>fiailiid3
Tailrza
Il
BMk*r*& 9
no
poi**
fitallMhamUTG neLpiano, efpugir aneora.il ca ilei Loretta Boion. Erriiiefl.an,ii(Div(rttoiltMpcni(lore d a Co frati nopoLi del efedi
dePimp.
Fcfaraio
Pernko. Oucfi tra tenue ottanta octoi giorni ne* conti nuoi aliai ti,chc faceuaqnc ito Caibello.. Ma quelli di dentro face ndoigraroidifeia, lmperadorc hauendo pedo gran numero dcUifuoi,leu il camp<D,& fetm fa
hi" Triadica,
venae
&
ariedi ikCaitclo di
ieco{adimomcnroandoicocMo(n.opoli.Etjiri!UBftauratorcl
ferri to,nel
dio preie
Mand poi Dauid Arianna fic Coltan tino Diogcnenella campag-na d 1M agonia, de rnewara
il
Longo
Il
fudetto calici lo
Longo
rjmperadorefecebruiciaic&quelli^chehaucuaprcfo^diuileintr* parti; vnai diede a'Rall fuoi compagni^l'altra ri Romani, &la cei* za l riferu perse,- fidi ud partito arnuaCaftorea.La qua! citt ha. uendo egli piivoltecercatod'haucrein fuo poterc,& datole piajf- /airi, nondimeno vedendo chela cola non rcuiciua,fi ri tirin dieImperocftef aufaso per lettere da Titzio Prefetto di Do rottoIo, figliuolo di Teudata Ibaro PauMDioyqualmcnreCracras Bialga
tro.
fatava foneelfercito,rhaiucua.accoppiacocon qudlo di Gioam 115 & hauendo tirata in Loro fauoEciPafzanaici., douffisanoaftaltaie;
ro
lo
Prouincie
Romane
t>
L.'Iinperadore in
tedio
,
queftoy Subitamente
&d M
i
Gioanm, vedendoli traditi da' PaTiauci > haucuan.o Lifciara Pimprcia co tra Romani. L'imperadorc per tanxavjieliiiDsno cfpu
cras,&
gn' lai citt di Setena'jdouenaila BLocca^di.Samuelojjrcilla quale ha>
r dl'Jnueh,
ucua<ripoito
giran
lbmma,di
fainfocanit!,.
ilqoak ITIjii|>enKl:owtd;ie~
de
ali
iuoi iold a ti ,
&
li
rclfco
che G-ioan ni fi: trouaua con liiioi non. moJ tm lontano, man d ia~ nanzi le cpafgtiiedc igli' ScholarirQcddentali,e d i Salotti i echio f^
cola condotta di Coltati tino Diogene.
rni no
>.
gli agua>ti$raa
lvnpcramc dubita
iLcamalilo,4fia'ttoii
do mol to circa la
auan ti a
le
iuoi, mont
fopa
Bulgari ,
non
fseen-*
do
DE GLI SLAVI.
4}7
Docleate dice
thefkammA'%"Zjito
da l'an-
re.
Trenta cvrqtte
Caflelli
ri
Bulga-
s'arrendono
all'lmp.
Bulgari nella
propria lingua,
chiamano
atte*
fioCafleUo reniK*
Ve
Strumxxatra
ta da
Drago
mas*
Ondc&egli
fa fatto Patriticv petelTere che gi ancor prima fi era moftrato fauo rirc lecofe dell'Impcradorc,ammazzido pci ilfuo fuocero.L'Im pcradore fatto quello, part da Strumiza,&ando(nc a. Scopie, & afciandouilacittin goucrno di Dauid Ananira Patririo, torn per li cartelli di Stipeio,e Profaco, doue ruttauial'incontrauanoi Tuoi fudditi con plaufi , & canti, congratulandof (eco della vitto*
riariceuuta.Ondcvoltandoman dritta, entr inOhrida,& v'accamp l'efferato. La Citt di Ohrida poftafopra vncollealto vicino vn gran lago , ondefifpargc il fiume Drino rerio Settennio
ne:
Sho d'GbricU.
4}8
ne
:
REGNO
poi facendo volta verfo occidente sbocca nell'Ionio preffo
al cartello Jlliiso.
& qui ui f u-
ronorepoilnloro
vi
& cento ce
Moglie
Ai
Udislauo
v%npe*
^iVarllndealC
imperatore.
Mwt Tuttora:
ud Bulgara
s'arred*naU'
lmt*
donatiuo a'fuoifoldatij&lacitt diede in gouerno ad Euilauo Patri tio Dafnomelo, poftoukncora vn forte prefidio di foldatuDapoi vCc in campagna, &accolfe benignamente la moglie di GioanniVuladisiauo,chcveniua luico tre fgliuoli,c fc figli uolc 5 menando (eco etiandio il figliuolo natu raledi Sa mudo,& due figliuole di Radomir figliuolo di Samuclo, e cinque figli uoli . De'quali vno era flato accecato da Vuladislauo ncltempo,ch'egli ammazz Radomirfuo padre con lamoglie, & Vuladimirfuo genero HaueuaMariaancoraltritrefigliuoli, che haueua hauuto con Vuladislauo; ma quelli erano fuggiti nel mJ ^ \ teTmoro,vnode piiialtimonn Ceraunijno volendo a niun mo do venire alla prefenzadelPlmperadoreJlciualc ordin chea detta Maria ognVnofaceie il debito honcre.IlchefucaufachcvenifTc.. ro i lui etiandio molti altri perfonaggi Bulgari , fra quali furono Neiloriza, Zanzo,&il giouaneDobfomir, ciafeunocon lefucc pagnie di fan ti 5 quali Tlmperadore vide volentieri, & dalui riebbero honoriconueneuoli allo flato loro.Ven ne etiandio Profiano
.
>
dicemmo) s'erano
partire
peni
continuo
che Tlmperadore faceua loro tcnire,dalqual otte liuto il jaluo condottojiberamcntc f gli aneler; & egli confortar
alTedio,
B*filiec*fleU
bfabruMoi*
Ballilo
Impc
buone parole, & conceduto loro quanto dimandauano,part daOhrida,& venuto Lago Prefpa,vifabric due cartelli, V no nel monte, che vi flaua di mezo , ilquale chiam Baflide,-& ,,, ni i^r^i a H" 11 viw r>*I alno nella detta palude ,0 diremo Lago. Da Preipauennea Diaboli, ctquiui rizzato il mbunale,dinuouodicdeaudicnza Profia
dogli con
1
tutti
Maeflro,et
gl'occhi,-
Patritij.Quiui fu
menato
ctia
dioluanze priuodc
quali
come
egli hauelTe
perduto
EfFendo morto adunque vuladislauoja fua moglie Maria infc me con li figliuoli, & altri perfonaggi di Bulgari a,s'arrefcro, come
DEGLI
SLAVI.
4}?
vn monte quaf inacceiTo,& tcneua la rocca regia con li Giardini.e altre dciitie,chc alcuni chiamarono Prochoto,e altri Proniita; & re
fiitcndoall*Impcradore,ccrcauad*impatronirfi del Regno di Bui garia,ilcheruppe,& guaft molti diicgni dcll'Impcfad^rc. Uquale
falciando laftradamaeltra,voltamezod,cvenne a'Oiaboli per
vedere fcpoteua fate, che colini pofte gi l'armi venifle
liarfjO chclofuperaffencllabattaglia.
Tr0Cj, 9t0 ie u fcT^ Bui-
ZarU
ahumi-
po, cerc pervia diletcere persuadere Iuanze,chclafciaflcquclla im prcfa,la quale non gli poteua apportaraltro jchcl'vltiraaruina. A cui egli sdcftramcntrilpofe,chclo tenneioipcfopidi cinquitafei giorni.
hrida.cherimpe-
ladoreerain gran pcnfiero>etrauaglio per rifpettod'Iuanze,accom jnunata la col folod u fcruiton, della cui fedelt era gi kcuro,e
trouandotpoopportuno,in quello modoguidi) negocio.Erail giorno dell'AlTun radi N.Donriaquandochc luanze conuitaua li iuoi(con\ era collumc d quelle genti Slaue)doue vemuano n 10lolivicini,&cono(eenti, maancoradiluoghilonrani>efore{tieri.
f" accecatoA*
&
eflendo
prefodalleguar4ie>chetauanoaipaili,pregcheIuazefuiIedici
aui(ato,&glifu(Tcdetto,cheEufl:atiodelderiuaparlarleco Iuan
.
zcvditoqueftojrcftmoltoammiratOjche egli cos da fua pollale iTcra venuto in mano dc'nimici * & fattolo venire ihiceucallegrajncnte.OndcfendortnitorHinno mattutino, cYognVao andata cafa; Euilano difle luanze , chegli haucua da parlare da lui a lui folo.Oue Iuanzecredendo, che coftui lenza dubio ii foise ribellato da'Romani,&: che hauclTe da parlare fcco col im por fan ti ad am bi due, prcfolo per mano fece.chei ferui tori s allontanando alquato, & cos andarono fpafleggiando in vnluogoopaco f dou'eranomol ti alberi di pomi,e tanto, roltiiohe manco la voce l poteua indi vdircQuiuiadunquc trouandofi folo Iuanzecon Euftatio,huomo di perfona focic>&gaghardo*f lubito prefoda lui , & buttato a terra^ calcando co' genocchfopra il petto fuo,non lo laiciaua quali refpirare. In quello menrredato il legno ad u fuoiferuitori , li fece fubitocorrcrcjlquah tolto che airiuarono,gli turano la bocca con vn man tilc, acci non potette giidare,n chiamar aiutojpoi trattigli fuorjugli
44o
ro fubitamcntc
al
R
di pietre
:
N O
palazzo,- chi
& eh
alcri
armato di fpada,chi di rullai e arcroj H vedeuano porrarc le legna & le fiaccole arde*
ti,gridandojfianoammazzati,(anobruluati,fiano ragliati pezit con le pictrelapidati; ne faalcuno,che voglia perdonare- quelli maluagi, & federati. Quello concorio ,e furore de* Bulgari veden-i
do E ulta
ti
05
fegno
CratonettEu-
fatto* Bulga-
ho hauti: tQ ma a cuna ijmiciiia priuaraco'l voftro principe eflendo che egli Bulgaro, cVio Romano; anzi noft fonoRomanoaltrimentc di Tracia, i Macedonia, ma d'Alia minorer quale quanto di ftante dalla voftra pattiamo fanno 1 doti. Onde tuttiquelli,chehannopuntodifenno, facilmente crederanno, cheio non cos temerai riamen te,maa(fretto da neceffo mi fono pollo quella impiefa ; chcaltrimenteienonfulh itato pi chepagzo,maj non mi lana ti to arri fcli iato con euidente pericolo della vita. Saperete adunque,
ftafcntza.Voi fapete molto bene, gte Bulgara,cheio n
j
|
che tutto quello feci io , l'ho fatto per ordine, & cmandamto nel rmolmpeiadore. Se per tato volete voi veciderne femo in voitra poteita; ma non cos p retto ca deremo, poneremo gi Parrucche no veniamo primafarvendeita della nottra morte; chepercicombatreremoinfinoalla morte. Onde {eveniamo cadere,com'gi verifimile, anzi neceflatio, eflendo noi pochi pollilo mczodVna* s gran m oltitud n e,felici Ili ma riputaremo la noftra mortcjpoiche fiamo certi, che colui far vende rta del fangueuoirro, cui Voi altri dcldcrate contraltare ha ngo tempo Quelle parole, vddo li Bulgari, e vedendoli lenza capo, e l'I m pera dor vici no con PelTcrcito,s ac chetarono f & quelli , che fra loro erano pi vecchi, nlpofcro, che Ci contentauano riconofeere per fi g no re l'Ini pera dor ifcom ano, e lui promettevano ogni fedelt. Euitatiopcrtantofenzaaltraoppo fi rione men IuanzealPlmperadore.il quale per cos generofo atto lodato Euftatiofinal cielo, gli diede laiPrefettura di Durazzo con tutto il mobilcd'f uanze * il quale fece l'impera do re con ir in culto. dia.Nelmedefimo tempo vennectiandioNicoliza, chetante volte ctaltatoprcfo , & lalciato altres. Colt uiellendo afTediato ne'mcui
i
J
o*
ti,
DEGLI
SLAVI.
44r
tancamente s a rrefcro, & egli venendo la notte nel campo,Tlmpctadorenon lo per mefle venire fua prefenza , ma mandandolo
Salonicchio,lo fecciui tencrin guardia. Et fatto quefto l'Imperado
T^icoti^a Bui*
leaccommodbcniilimolccoic della colonia di Durazzo,cVd'Adrianopoh; & fornite le Tue prouinciede'foldat^e capitani, concef ialli fchiaui Romani,chequelli,che voi eua no p teucro iui libera
s aro Mime
"*/.
**
Javccidcrc.Marimperadorcrepre{sc J & mitig la loro ferocit pr mettendo donar loro gran tefbri , & accafarle regiamente. Et ornando Maria della dignit di Zofte, la mand co'fuoi figliuoli Coftantinopoli. Poi per mezo di Xifia butt per terra tutti iCafttlIi,cheranoinSeruia,&inSofco5&vcnnenclCaftelIo,dettoSta go, la douevenne a trouarlo Elemago Principe di Belegradocon al trifuoi compagni habitodi letuo.rimperadore indipartito, & {>auandoilZctunio ipofc contemplare roflade'Bulgar^clie nela giornata morirono quando SamuelofrottodaNiccforo,&di ci nereft molto ammirato: ma molto pi del muro, che inTcrmopoliffabricatoapprefroRupcna, ilquale chiamarono Scclos, per ipauentarei Bulgari. Etcomearriu in Athene, entrato nella Chiefa della Madonna, la rinjgra d publicamente della vi ttoriaot tenuta, e laido quella Chieu molti ricchi doni Indi poi torn Coftantino"poli$doue fu nel trionfointrodotro per laporta Aurea con la corona d'oro in capodi fopra creila taj facendoli andare inanzi Maria,clc figliuole di Samuclo con altri Bulgari. In quello
.
CafleUidiser-
"ia h
f]f}
imperadorem
Bulgari
moni
nella giornata.
adunqucli Romani ioggiogarono il Regno di Bulgaria ; il & jjT xt lo <juaietcnneropcrilpatioditrentacinqucannuNondimcnoIiBulgariin tutrojqueft tempo mai non fletter cheti confiderdo, che mai prima non haueuanoferuitoad altri, ma che iloro maggiori
modo
]
35*
dauano raccontdo l'imprele illuftridella loro natione Slaua,qual fu imprevittoriofa, e anuefatta dominare ad altri. Onde nel rem
podiMichelePaflagoncImpcradoreli Bulgari prel Tarmi con lor P J n J: antico Vigore, icoiseroil giogo de Romani per mezo di vn loro Bulgaro,chiamato Dolianinjil quale fu di vii conditione, ma mol toaueduto nette cofciue^&eiTcndoftatofchiauoCoilantinopQ
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Bulgari dinuo
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442
li,indi
R E G N O
fuggii venc in Bulgari* , doitftowmcw <kriQ.t*nd*re*
che egli era figliuolo naturale d'Aronegi Signore di Bulgaria l non vi ftette molto, che (llc^Q rutta quella gtc^ibdlarcda'Romani , Centrare in Tracia hoiilmen te. L'iippcrado.re ma#d< p& tanto vq tuo Capitano peropppriegli,;! quale trattando male j fe* foldari, fdaloro aflahrQj&icnon hauefle nel fuggire raddoppi*, to i paflUenza dnbio farebbero morto da Jo&o,. Quctfoejforfii&fr trouandofi lenza capoverso per Rio captano vno cViuoi, chiamaTibmr Bulga teTihomir4inationc3ulgara,dichiarandoIoeuadioRdiBwJga90 fatto Caria. Di modo che le cole di quel Regno ljauano in diuifipnc>faucvpitano de ftp rendovna parte Dolianin,& l'altra Tihomir. Ma PoliftinripfrQ Bulgari* uando altro mezo per leuarfi l'aueriario dinanzi , chensttaftswcfr vn d mand -chiamareTihomiridandoli intendere, che Jo piglii. rebbepet compagno nel Regno, & nelle guerre con tra j Roman*. Tihomircredendo quefte Tue parole, vene in Bulgaria^e Poliarn fa tea congregare tutta la gente, e in mezodi quellarizzaitQfiilTrib Crationtdi D* naie, gli parl cos. La fama, eia gradezza dell'Imperio Bulgaro ni
lianin aliihul-
$*ri.
doueuadi ragione permcttcrc^che la gloria, eriputalipnedellagc te Bulgara, laquale ha fottomefli molti Regni, & Imperi) in tane tempo, fufleofcuracajnon dirda'Romaniimada njuaaJ&riopptc tato del modo; nodimenopolciachepcr li peccati noftri cosi iddio vole,non mal fatto di con ten tarfi benignamtc,cabbnccjare tuf
to quello viene
trouamoquafi nella noitra pri ftina li pertjn^ altro c'impedilTc non andare profperado con lecofe noftre,cccctto U difcordja, ch'i trame,&Tihomirrpoichc(comefifuoldire)il Regno no amine*
il regno n ani mette compa-
gno-
compagno 5 per fedefiderate profitto alle cpfcvoftre elegeta vnodenoi ducpcrvoftroR Etfeconofcete,cljicionadilegnag
te
il
.
Salgari folle**
ti
ammajjano
gio di Samuelo,lcuatcmi dinnanzi Tihomir oueroclegendolui % {cacciate me fuora del Regno, All'hora tutti co nyna voce /aiutarono Doglhnin Rdi Bulgaria, $c ammazzarono Tihomir,tiratoIi molti fall adoflo. Et fatto qucfto,DoJianin fubitamete fi motte c5
:
tra
tram
Grecia,
Nicopoli co'l
er efpugna la
citt il J{CQ'
Et
poh.
mtre ft metter in ordine le cofe neceflariep la guerra, vene vno chelo liber di talpeiiileio.TmperocheAluilanofigliuoIod'Aronc Bulgaro, che ffattoPatritio,ftado appretto Ji Romani, fece non so checontrarimpcradore,daiqualegli fu perci vetato, che non potette entrare nel palazzo Imperiale, ne meno andare per Co?
ftan-
DEGLI
flantinopoli;
SLAVI.
ftefTc ritirato cafa.
445
La onde in-
ma
che
Ce
ne
tendendo quella ribellione de' Bulgari, traueftito in habito di .Armeno fi venne in Bulgaria. Doue nel ragionamento, chefaceua famigliare, cominci a bello ftudio far mentionedi Arone, dicendo a'BuIgari: fealcuno de'figliuolilegitim di Arone venificqui pcrauen tura, non vi pare, ch'eidi ragione fi douerebbe anteporre vn baitardo?Oue tutti rifpondendo,chefommamentedeiderauanohauere il vero, & legitimo figliuolo d'Arone per loro R. All'hora Alufiano pales il lgreto ad vno,chehaueua maggior cognitionc de gli altri della famiglia di Arone. Il quale afri iTatofi con gli occhi nel fuo volto , dille, che defidcraua vedere vn altro fegno pi cerco, & di cui non poteua dubitare, cheeravn ncuo negro fopra vn braccio, circondato di molto folti peli. Il che hauen do viftOjConobbe^h'ci era il vero figliuolo di Arone. Ondefub tangente gli
do
butt inginocchioni, abbracciando i fuoi piedi, daauilo adaltrijche vi fi trouaua prefente huomo di ltirperegia; Il
te
&
checauschemoltiabandonaiTero Dolianin, &s'a eco ita fiero ad Alufiano. Ma vedendocene per lalorodiuifione il Regno de'Bulga li non poteua durar in longo,s'accordarono,che di commuti con glio,e pareregouemaflcro quel Regno.Eifendo nondimeno Aluiano vie pi atto,e pronto ne gl'ingni, preoccup I'infidiedi Do lianinj imperoche fattoapparecchiarevn funtuolo conuito, quel lo>frgli altri,inuit Dolianin, & mentre danno mangiare, lo f ceiurligarc,&poi accccare.Et cos efsendodiuenuto folo Signore
diBulgaria, fece intendere airimpcradore,cheeivoIeua dinuouo
tofani* ac*
gna ^ft<mo
figliuolo d'j.*
iottomenere il Regno de'Bulgari all'Imperio Romanojquandope love tra a (si curato, che perci far da lui gratiofamenteaccolto,c\: conforme alli fuoi meriti premiato L'Impcradore gli rifpofe, che tutto quello defidera u ottenere, gli farebbe fatto lenza stcun dubio dall'Imperio Romano. Alufiano venne per tanto Coflan tino poli,douefubicofu fatto Maeitro,-eli Bulgari efsendo a queftomodo traditi, e trouandofi lenza capo, facilmente furono di nuouo foggiogati da' Romani. Tutra.uolta n pafsvn'an no, che Nedie.
rone '
Bulgari trad;
tengono fono
l'imperio;
glco,vnode'BaroniBulgari,folleu quella gente,&ammazzando ? il Prefetto deli Imperadore,vicirono armati in campa<rna,faccndo 1 1 r r t ftn t al ioli to gramisi mi danni a Romani.I quali non potendo rare altro,nc trouar rimedio tanti mali, corrotti con gran fumma de da
1
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Ws*
ammazzare arra di m e n-
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444
ammazzato
R E G N O
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no 1 175
1 1
8 5. R
Romano*
quale quantunque in
mandato li
Regno5 li
Roma/ih
do che quelli , che erano in gouetno pi toftofaccfferomodo de' Bulgari, che de' Tuoi Romana & ogni volta che ci non veniua lor
fatto, tuttifimctreuano
non
con la loro cauallaria Onde mentrequeita gcn teSlaua fu in compagnia de* Romani,le cofedi quell'Irr.pe* rio andauano bene. Ma nel tempo d'Iiaaco Angelo Impcradorc li Bulgari, che Tempre poco {limarono i Romani,con occasione d'aU cune prede fatte ne* loro armenti,& greggi, & delle grauczze,che pa
gari
non
intcruenefsro
Romano. Li
&
/**
r en
eccitano
Bulgari contra
l'imperio
Ro*
Autori diquefta ribellione furono Pietro, cVIafen, da'Grccidetro Afane,duefratelli,& Baroni di Bulgaria. I quali, perche non pareff , che ci hauelTero fenza ragione fitto, andarono Cypfelledall'Imperadore,
di
mano*
alle
legioni Romane,-
qualche poco
podere nel
mormorando, chenoniolo era negato loro quanto dimandauano, ma eziandio erano flati difpreg*
tenuto, andauano afcolamente
giatijlafciandofi fcapare dalla bocca qualche parola,perla quale
fi
poteua comprendercene quelli arriuando cafa doueuano ribella re, fpecialmente Ialcnihuomo audace, & mol to crudele , cui per il
fuolicentiofo parlare
fii
Inuentionedi
Tutto
Jenper
& lai
eccita*
re gli animi di
Bulgari*
che Ci vedonoda loro fatte nelle prouincieRomancEcpcrcheliEul gari non fi poteuanocos facilmenteindurre pigliare Tarmi co^ tra i Romani, confiderando molte difficult,chcveranodimczoj queftidue fratelli per dar loro animo, fabricarono alle loripcfcla Chiefa di San Demetrio Martire5& in quella congregaronogrnu mero de'indcmoniadelTvno,c l'altro ic(fo,-&: fra qucftihaueuano polio
DE GLI SLAVI.
44f
pofto alcuni, che fingendo di haucr quel tnaleadofto, tra l'altre gridando dicendo; che era venuto il tempo da Dio prcfiifo, per fare tornareli Bulgari alla loro antica libert,- & che perciSan Demetrio Marcire di Chriflo,abandonando la Metropoli di Salonicchio ,e il Tuo tempio, era venuto da loroperaiutarh Quella cofa
.
intendendo i Bulgari , come fuiTero flati inifpiratida Dio , prefero Fanimo, e le forze, gridando, che non fidoueua pi induggiare; mapreie l'armi, aiTalireli Romani: & quelli, che nella guerra (rebbonoprcfi,priuarli Cubito di vita, non afcoltando le preghiere; an
jfci
moftrarilin
Tietr* P 9
quello pidurod'vn diamante. Tutte quella dunquenatione de* Bulgari efsendo cosi concitata,/! volt all'armi. Onde Pietro fudet tofi.pofc in capo la corona d*oro,& piedi le fcarpedi grana (come cracollumedi quei Re) permetter! do che ancor il fuo fratello Iafen fufsc chiamato R Et dando afsaltoPreflaua maggiore, vi fi tracenne qualche giorn 05 & vedendo, che no poteuafarcofaveruna, fi leu da quel luogo Et con vna incredibile predezza poilof alla conquida d'alcune terre , e Cartelli Romani , men indi gran pre:
^
1
^rede^dtale terre de
R- oraani -
da, & prete molti perfonaggi Romani. L'Impcradore perci fi mof fccontradiluicon tutto l'elsercito; ma egli con li fuoi Bulgari fi ri.
guardia de* pafsimalageuoli. Ouepervn pezzo valorofainentc refillerono,&ributtaronorimperadore. Mafuora d'ogni afpetcationeauenne,chevicaddinqueiluoghivna nebbia molto
tir alla
folta,
la
alli
l'improuilo li nimici
li
luoghi.lThora Iafen in compagnia del iuofratello,& d'alcuni Baxoni,paflando il Danubio riccorfero all'aiuto de' Valachi vicini.E
in qftomezorimpcradorepotcuafcorrere tutta la Bulgaria,^ metter leguardie nelle Citt,che molte erano ne l'Emo; ma molto pi, anzi quafi tutte fonone le ripe dirupatele lopra i colli alti, e inaceili cglituttauianon fece,nTvn, ne l'altro. Mahaucndofolamentear fo alcune biade, torn indietro, lafciando cos le cofepi tofto ina^ fpritc,cheaccommod^te5 perocheli Bulgari prefero maggior ardile contrali
Romani. TornandoadunquerimperadorcaCoHanti-
nopoli,s'n'andauagloriando,come che egli haueflcoppreflb inimici. Ouevno de* Giudici (chiamato Leone Mona(lerioto)argntamentcdiccua,che l'anima di Bafilio Bulgaroteno fidoleua,ilqua
le hauendo debellato del tutto i Bulgari
,
R E G N O
Edith ii Baft* ho Imp. centra
i Bulgari
por autura mai pi fi mouefTero li Bulgari , che inci egli fi douei* feimitare$& chiunque haucr da combattere con quefti,che fubir tamente veda d'accamparli nel paefeloro,-(accheggiando,& ardendoti tutto
II
& de' Valachi e tornato nella patria quelli trou totalmente libero & vennepiinfolente. Ne contentandoli
ri
$
danneggiarcl'Jmperio Romano, hauendodeftinatoneliuo animo di con giungere etiandio, come fu prima, il Regno di Seruia quello di
di Bulgaria fola,e del fuo cheto dominio,fi volt ancora
Bulgaria.
Macon
tutto ci l'Imperadore
in perfo-
na,peropporfegli,mainluogo luoairhora mand GioanniSeba* ftocratorefuo ziojil quale fi port inolio benccontralinimici.Ma eflendo poi flato acculato, come che e'hauclTe afpirato all'Imperio, fu fatto tornare indietro; e in luogo fuo fu mandato Gioanni Cantacuzeno Celare, il qualeiiaueua per moglie la forella dell'Ini* radorc.Coftuimhuomo di grande ff aiuta, magnanimo,di voce fo nora, e nelle cofe militari molto efpertoj ma perii fuo troppo ardire, fu fempre (come fcriueNiceta al i. lib.) mal fortunato,ennalm Gioanni Ohte fu da Andronico accecato.VcdendoadunqueGioani, cheli Bui Ucu%eno to'* eecato gariftauanori tirati alle montagne, non confider che ci faccfTeroper riftorarfi di tante fatiche, per ftarui pifecuri,maquefto imputa u egli pi preito alla paura ,& vilt dell'animo loro. Onde lenza alcun rifpetto s'accamp nel piano, non curandoli di fortificatele trincerete tenerui a pprefobuoneguardie;Qeftacofa veVLeniani rotti iahulgari* dendo li Bulgari l'affai taro no di notte, dondeegli a pena fugg, OC l'eflercit fuo fu {confitto, Se maliflmamen te trattato Imperochc ad alcuni era iui tagliatala tefta,altriprefi viui,& quelli, che fuggiuanoalpadiglione di Celare, erano pi crudelmente trattati da lui, che dagl'if:efii nimicij&non reftaua d'ingiuriarli, chiamandoli traditori deirimpcrio.Etpcrfcancellarc tanta fua vergogna, e vitti pero , armato mont fopra ilcauallo Arabo , e tenendo Io feuto in mano, fi fpinfe alla volta de' nimici, gridando ad alta Voce feguitatemijnon vcdendo,nmanco fapendo doue s'andaffe. quello fi fa ceiTc nel fuo campo. Onde l'Imperadore vdendo quelli fuoi mali portamenti, loriuoc cafa, & mand in fuo luogo Brana Alefllo, Bratta Alefsio hutme milita huomodibaffaftatura,madi raro ngegno, e pari prudenza, & re. cjuei tempi tenuto de' primiCapitani.il quale leuatoretfennto.ant
. i
daua
D B G L
laua
fcaiaefifcda
A V
I.
447
f
come
all'hora
combattere ; & (opra, tutto miraua alli danni, e alla vetialette del nimJeo>pct fenza percolo dell fuoi.Haucndo adunque JoilenutomoI ti uguagli pei la itrada,& nel paflarei luoghi difficili* finalmente peiucnne iva luogo, chiamato Monticcllo Negro. Do fce accampatoli daua (peranza tutti di qualche honorata imprefa. Macflcndo fempreftato vago d'occupare l'Imperio, all'hora fi mo Uro apertamente, & diede grande aiuto a'Bulgari. Nondimeno fra breuepoi fece pcnjtenza.-ituperoche affrontatoli nella giornata con Corrado Celare Marchelc di Monfetrato,f nella zuffa morto. Eli Bulgari in quello mezo attcndeuanotuttauiadannegiareiRorm fii. Del che lendo molto Impaueutcrimperadore, deliber vn'alr tra volta vfeir imperlo na con tra d loroje tanto pi fi moueua farlo, che hauendo intelo, ch'il nimico hauendofeco molte legioni de'Scithi, gi pi non llaua ritirato alle montagne; ma accampato fi ci territorio Agathopolitano icorrcndo ruinaua quei luoghi . Et perche llmpcradore all'hora non pot fare vngiuftoeiTercito,fi jnofleconpochi,c arriuando Taurocomo, luogo vicino ad Ai
drianopoli,iutafpettauailrcftantcdellegcnti.
Imperochehaueua
dato ordine Corrado Celare, che fenza altro indugiolo leguitak f. La qual cofa egli prima ptomil di fate^mapoi clderando,chc
lefueipcranzc tuttauia reufeiuano vaneapprefTo rimperadorc,mu
co opinione;^ montando fopravnanauenuoua.c ben forte, nauigTiro. Doue da quelli, ch'erano di iua natione, fu riceuuto
comVn'oracolo. Onde poi soppole Sarracini,e ricuper Ioppe,al trimcnte detta Ace, con altre Citt. Ma dalia poco molti, e grandi pcrlonaggi Chrilliani, che alle lor fpefe haueuano feguitato Corra do, perirono, 6c Corrado qua fi non hauendo ancor dato faggio del fuo valore,f ammassato da vno de'Chafij .La qual gen te si fattamente riuerifce,honoVaa e tutta uiafl pronta, per vbbidireilfuo rrincipejchcfc quelli pctauentura viendalui accennato folamc tecon l'occhio* fubitamente fi precipitano dalle ripe, vrtauofopra l'aguzze fpade, fi buttano nell onde,& nelle fiamme cocenti: & volendo ammazzare alcuno de nimici del lor Signore, le gli accollano amkhcuolmcntc, fingono d'edere Ambafciadori,&cos l'affaltaao col ferro^qual portano nafcollo: non hauendo rilguardo, ncconfidcrationeche modo la cola gli polla reufeire , & che pcna, s
,
.
loppe ricupera
da Corrai*
Ce/art,
Chasi)
e lora
prefefiioae.
448
G N
na, qua! tormenti riabbiamo da patire. Ma torno all'Impera dorej il quale vedendoli ridotto quelli termi ni,& che li Bulgari anda-
pd**n
gusfla
uano tuttauia infermando le prouincie Romancia tta icehxdi mille perfone, e dato loro caualli molto veloci part da Turocorn pertrouareilnimico,ordinando,cheicarriaggicon altramente n buona perla guerra andaflero in Adrianopoli In quello menrrfc vengonolcipie,ddoauifo che i Bulgari dauanoguafto i luoghi
i
sw/ lariea.
vicini
di preda voi eua no partirci caia. All'hora Tini peradorc fece fona-
trombe,& mont cauallo ;&arnuando a Ba iterne,n apparendo in alcun luogo il nimico>vn poco ri ftor remerei to.Oidedop
re
nimico il trouauad'appreiojeandauacammandopaf. folento, s perche no dubiraua de gl'inimici, s ancora per cifere ci rcodi preda. OucPlmperadorciubitamente fpart l'eiTercito fra Capi tani,&prefe volta vcrfoqucllaftrada, per douefentiua venire li li nici. I quali come furono alla vilt de' Romani, dando la predi in curad'alcunccompagniede' Bulgari, e Scithi, ordinarono loro, che per Iliade pili corte Ti sforzaflero peruenire i montij & efli in*
il
mente
,4
f "Sfwi
trepidamente afpcttarono la cauallaria Romana. Douc Pietro fra* t ^ ^ ' a * cn volendo dar'animo alli fuoi ad alta voce grida u, dice do:Hora tempo (oldati mei Valorofifsimi, che noi veniamo i ricupcrarela noftra libert, riputatone, e fama perduta:
te
Horadoue-
rotf Ttfercif de
etaHo'm' frg*
Mulgm
tlmf*
ll
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i e \
l
>
B*izm,
moftrarcaIliRomani,chehannoda combattere coii figliuoli e poiieri diquclli,chem vn tempo li fecero tributari j.Onde li Buig ar t con tanto fpirito diedero dentro nimici, chequelli al primo a ^a lto fi pofero a fuggirc.El'lmperadorc vedendofi cos abbandonato, & egli datoli in fuga venne in Adrianopoli. Ma vedendo poi chei Bulgari iaccheggiando, e ardendo ogni cofa andauano tuttauia in nanzi, rifatto vn giudo c(Tcrcito,an< trouar gli Bere; douc attaccata molto fanguinofa battaglia, relt perditore Nondimeno vn altra volta nratto l cuercito con molta preitezza , lo con duceua in Agotopilo contro nimici , che brufeiauanoi luoghi vii
.
i
cini Filipopoli
gli
li
Bulgari ubito
.
furono alle (palle , guadando i luoghionde partiua Il che tutto guidaua (come dice Niccta Coniato) Iaien,huomo coraggioio;
emoltofollecito nelle cofe dubbie .L/Imperadorcftaua perci tut
to
DE GLI SLAVI.
to malinconico, non fapendo quello doucua
fare: prefe
.
44?
nondimeno per miglior partito entrare in Zagonc, e tentare gli animi de'Bulgari,(cglipoteua farribellaredalain; ma vedendo alla fine lamohacoftanza loro, quafi difperatolafci Timprefa In quello tempo (come icriue il Zonara nella vitadi Michele, figliuolo del Duca Imperadore li Crabari, altrimenti chiamati Seruij, a (la)
Sert*'i *ff*lt*-
lirono
fatte
il
Regno
di Bulgaria
,& vi
ma dop ^/LJf
adunque daogni parte, vipiattendeuano ricuperare il reflantc del Regno, & danneggiare quello de'
paefe. Li Bulgari afsicurati
mag-
non haucua
fatto,
&
fi
fi,
non per
fece cola
meglio guarniti, che non erano prima Et volendo tornat indietro, gli ferrarono tutti i pafsi, in maniera, che quafi tuttoilfuoe(Tercitoiuiffconfitto,&egli con pochi filalu,per.dendoin quel alTalto la celata, cheportauaincapo. Queitcvitto*
Caflelli alTai
rie fecero li Bulgari
Bulgari
dam*
'
***** aU ImP'
}U oe)fercuo!
mei toinfuperbire, e
ze de'Romant con ogni forte d'arme. N fu modo di poter poi vietarlorojchenonfaceflero l'incurfionisperoche tcorreuano,c mcttcuano facco licen tiofamente non folo le viile,e borghi; ma ancora cominciarono cfpugnarele grolle, e forti Citt. Dcllcqualivna Anchialo delimiter, Barna occuparono, eia maggior partedi Triadiza, chiamata prima Sardica, buttarono per terra. Da Stumpiofcacciarono gli habitatori,&daNifo menaronoinfinii
Ruwanolctit
tdiKomam
ta preda.
leprouincie
ir
Romane
vi faceua di grauifsimi
tutti
i
danni procurando
,
appreffbd'impatronirfi
il
modi
Cond-
quale l'Impcradorc
mand vn
corno con trenta due mila combattenti Il quale incontratofi col r Giupanoappren oMorauafiume,appiccornolazurTa; oucliRojtani furono rotti , & 11 Giupano torno a cala carico di ipoglie Li Bulgari in quello mezo continuauano danneggiare l'Impcrio, & pi volte faccheggiarono il territorio diFilipopoli, e Berrco. Contro a* quali and Coflantino Angelo* ma tutto lo sforzo che
.
ilGuptnodi
to
lcon i ^o* f
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tttnc *
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fece,
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fece, fu
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.
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1
G.
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Trentafettc mi
Unpmanimor
tinello,
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nimici, reitarono rotti h rattamente, che non diloro. Per tauteadunque e s fattevittorie
,
...
huom ini;
r r
vi
li
Icampo purvno
Bulgari diuenuti
fa
Buigaru
q Ua fj
terli
iruolerabili
Aleisio
qualche
modo
acchetare;
etmand l'AmbafciadotePiepace
.
jmpmadal'jm
Bulgarheccr.
ro
&
i
j*
en fiatclh ,per
Ma turtofindar,
eahpace.
Effcrcito de
1
Hpmam
et
rotte,
?*UM
no P cr la iuperba nlporta e ngiuitecondinoni che domandauano Bulgari dall'lmperadorc. Il quale fu perci alttettodi man^ ar l'esercito in Bulgaria predo Serre Il quale venuto alle mani con li Bulgari fu rotto, e tagliato pezzi ,& fu prefo viuo il Duca A sio Afpiate;& dop qudto quali iubitamentc li Bulgari s'im.
padronirono
di
molti Caltellij
+?.
cafa carichi di preda L'Imperadore defiderando di reprimereai quanto quello loro tanto ardire , mand Itaaco Sebaitocratorev con vn giufto efferato ; il quale trouando tre mila Bulgari, chea n-
dauanoicorrendo per
auifatih Bulgari, che
s
la
Tracia, gli
fi
aial
e ragli
pezzi.
Onde
guardaflcro d
li
facilmenee
alle
mani con
Hagionamento
de/ Bw/g-a,.,,^.
'
*'
che fendopoi riferito da' Bulgaria Ia(en,eglirifpoieal quanto arrogantemente , e dille loro 5 Che non iempre fi douevia credere alla fama; ne di colui , che da lei vien; celebrato per pei fona forte, e valorofa
fi
pan ra. Ne per il contrario s'alcuno infamato per timido, codardo, fi deuefprezzare, e ributtare. Nondimeno la fama non fi deueaffatto fpregiare, come ch'ella fulle del tutto vana, mafsime eisviir do tanto (parfa; ma pi toftoconu.ienc cercare, e far prouaddTattionidi quelli, che fono lodati, vituperaci ; non altrimente,che fifdell'oro nella pietra Lydia,, Spello ancora fi deue lafcjarc al giuditio dell'occhio qualche cofj Impcroche l'orecchie non vendono nulla,maconfcruanoloftrepito dell'altrui, e fouente ni mir
fufle ta!e)hauererilpetto,
.
doueuafubittmente(come s'egli
che lingue Etl'occhio piti certo , & fi ncero giudice delle cofej 8c pi conto fi hda fare d'vngiudicedi veduta(comc dice Comico) chedidiecidivdjta, il quale non s'appoggia fopra l'altrui teftimo,.
.
nio,
ma
Non
D
dor
G L
rs
L A V
I.
4P
tale
con diligenza, no trouaremoco'fa alcuna degna dr.lodc fatta da lui. Imperoche egli non fi troumai prefente nelle gucrre,cgiornatcfatte,per la Repudalla fua gi paflan vita. La quale confidcrando
Romana; n ai ut il ino fra tello ncile fatiche , pericoli della guerra, per quanto mi peffo ricordare io, che continuamene ho inblica
ilpacfede'immic^aggiongendo uitrorie vinone, e trion Nla porpora, ouerocoronalmperialc gli fiata da ifia trionfi ta in premio delle lue fanehc$ ma ci gli auenuto pi tolto per kherzo dellarfortuna.Oudeio non so certamentechemodo,ec cheragione fi ha da temere colui, che fi n'ho ramai non s'veduto farcalcun dsnnoa'Bulgari cola mano, co'I con figlio. Etperche io vi venga (in quanto pollo) defer uerCj&cfprimcr con lafimilitudincqucito huomo,clcluc qualit. Vedete quelle fla,chc pendono dalla mia lancia,come Iorio di vanj colori, quantqueiano d'vnamcdefma tela,- queltifonofattidt vnamedeima materia, & da vn medeiimo teihtore. Ma perche iono iiferepanti ne*colon,ii
fettato
.
l'al-
La onde,fccondo il miogiudicio, manco nelle cofe della militiav' alcuna differenza fra Ioro;&: ci non palTar molto, tu iti conofeeremo effettualmente. Giudico per tanro.chehora dobbiamo feguita re quel modo, e inlituto di guerreggiare,chc prima gi tenemmo: poich habbiamo da mouer l'armi contra queimedefimi , quali pi volte habbiamoallaliti, e nella battaglia fuperati , & hauendo
i
riceuutodanoi molti danni,erottequafiinfnite,hormaiibnodc uentati codardi, & d'animo vile. Appreflb ne d animo, confider
f l'ira
Diojcuado percuimezofu
di
rono libera ri dalla grauctirania d'Andronico. Pei oche quelli, che fi inoltrarono tanto ingrati chi (tato loro caufa della vita > cerumentenel primo alTalto caderno per mano dc'inimici loro,comc perfidile, ngrad. Da quello adunque ragionamento vedendo
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deKomant.
rc>huomo giouane ratto alquato auiero per la gi hauuta vittoria 9 intendendo cheli nemici feorrcuano il territorio di Serre>n fi cur d'intendere il numero,e le forzej oro, ma farro (ubi tamente darei legno nelle trombe, eprimomontandofopra'lcauallo vibr la lanciacontrali nimici, comecheei haueffedavfciTe qualche caccia apparecchia tadi cernir altri animali Onde fndo andato alianti tre miglia e mezo intorno ^llracc la cauallaria ,ei pedoni
',
tempo della battaglia diucnneroinutili 5 & comes'auicinarono al campo nimicoja maggiore la princi pai parin manieracene nel
te dell'efferato d'Iafen llaua
dilpolla ne
gli
u
Romanirotti
teli
*l*n
ftratagemmedel Bulgaro,con vna vana fpcranza,chc della vittoria haueuaconceputo,pazzarnte fi (pinlecontra li nimici. Iqualivfcc do degli aguaii, e tolti in mezoi Romani vecifero molti di loro, &
effo Sebailocratorefu fatto fchiauo.Li Bulgari fatti
0<
/r! ?*L*^
de'Buigari.
perci vie
piti
vi
morirono
nella gior
modi di
tenerlo celato,
lm ma de danari
Ma ef-
fendo diuolgato,che ilCapitano Generale era ih to prclo, fu co di ligenzacercatOj&haacndolotrouatolo cd uffero Iafen. In quella giorn a ta.(ohra gii al tri) fu prelbvn Sacerdote Romano, ilqualc fpeua benimmo la linguaBulgaraj&cffendo menato verfoTmo
llrcttamreprcgaua,c lupplicauaIas,acciocheloliberaffe.Maegli
patto, dicdo,che
il
fa-
morir pi co ilo metili Romaniche conferuarepur vnoin vita. All'hora il pouerolcerdore cominci pregargli ogni male dicendo, ilSignor Iddio non habbia milericordia alli voflri peccati, ma vi faccia morire di mala morte cforme alli voflri misfatti. Laqual cola, non and molto innanzi, chcgl'intrauennclmperochc tor-
nando egli
ji the melo
il
come
R lajen
'
fu
rmm
breuementc Era in Bulgaria vno Barone, addimadato Iuanco molto famigliare d'Iafcn:Coilui haueuahauti to drena amicitia con la forclla di Iafen Ilquale accortoli di ci daua
aucniffe
,
lo dir qui
D E (G L
daua colpa
alla fua
A V
I.
4n
moglie, dicendocene
troncatala tefta.Maclla airincontroincolpaualui,- che fendo pi Volte di quello auilato,l'haueua nondimeno taciuto Tempre fino
quella hora.
qualeienza alcun indugio mandchiamare di notte. Dclchcen tratoegliinfoipetto,s*iicufauadinporervenireinfinlamartina, ma Iafen inftauachc tutti imodi venifle quanto prima. Ouevno di quelli, eh* erano mandati per IuancoJ'auischeefFetto era chia mato . Nondimenoluanco v'and maper voile prima parlare, & configliarficon li parenti,& amici (opra quello haueua da fare,- & gli fu detto,chc fc n'andalTe fenza altro: ma per che vedette di por tariecofotto la veftevna fpadalonga. Etvedendo,cheIaren comin ciaiTcgridare,e finir la cola in minaccicfole,checerca(Teogni modo di placarlo, e dimandargli perdono. Ma le poi Ialen voleua menar le ma ni, che ei fi sforzale a preuenirlo, e ferirlo a mortc.Ora du-
qucvenutochefuluancoalla preienza
trad tore^ma
ammazzare vn
len B<iafet mor*
5
i quali nar
perochefapcua bcne,che li fratelli, & parenti del motto Iafen cercarebbono di ven dicare la fua mone Deliberarono per ta n to ricorrere al braccio , 6c aiutode'Romni. Ilchc tutto fi tratt quella note, quando che tiraribellare:
modo di
da franca u Z* r0 -
altri
-r
Ila nel
m te Emo,
fi
da gro(Te,e foni mura)s'oppofero Pietro fratello di Iafen, la cui morte fatto il d fidiuulglubitamentejnon folo in Tarnouo, ma etia ndio in altri luoghi Ma non potendoPic trohauereinmanoIuanco,nco(tuicosiolo refi itere facilmente a
colli na,ci reo n data
.
ri-
adunque pofto Iuancoalla ptefenzadeirimperadore,re(Tortauachemanda(lerelTercito occuparc,eimpatronirfi di Tarnouo: che fatto quello cglil'aiutarebbc nel conquido del recante di Bulgaria :ilche lenza molta difficili ti haucrebbecerramen te all'hora fatto, f non v'hauefle poito tempo di mezo Ma hauendo alquanto tardato ma nd, poi Man uelo
correre all'aiuto de'Romani. Eflcndo
.
CamyzeProtou;rarorc;iIquale partendo daFilipopoli pena eraar iuatoa'con hindi Bulgiria, quando che fuoiioldati cominciano
met-
4f4
fymanifiguar dano di venir *lie mani ali
*>"&*".'
.
.
.IR
B
ndo che
-G
N O
douc li menaua,& condii haueuanoda combattere, &elclamando a tutto potere di2 v r n r celiano* che torlc non lonoqueito quei monti, che pi volte lenza alcun profittojanzicon vltima noltra ruina, e vitupero entrati hab biamopTornaadunquc^ornajerimcnacicafajchealtrimenteno viuerai molto Onde Manuele fu sforzato di tornare all'Itti perado
folfe detto loro
1
fi
rapprefento
a*
co
Bulgaria.
Macon
tutto ci
no
ma
ni col'inimicojonde torn
Tietro fratello
poco animo de'Romani vedendo luaheo, torn all'Imperadorc, eflendo fuggito nafcolamente daTamouo 5 onde Pietro diuenne quali aflfoluto Signore in quel Regno. Ma & egli non molto do p fu ammazzato da vn Bulgaro tradimento Si che il Regno di Bulgaria peruenne a Gioanni luo fratello , che da' Pietro era flato * tolto per compagno nelle guerre,& nel Regno. Coftui frette vn pcz zo ortaggio Collantinopoli, datolfaaco Angelo; onde poifug
.
or
m/uo fratello.
gi>eveneacala.nt hauuto
v'era
il
Regno
li
Romano. N
alcuno
nell efferato
Romano,
Romani, Scontra
:
rimperadorcjilqualeaccolfchumanamenteluanco 5 & coflui in mo ] tc imprefe dice il Zouara) fu di grande aiuto a'Romani ro fu di grande , 1 in 11 itu nuomo di grande ltatura,d ingegno molto eccellente, & di cor atto a&om*
,
Mala troppa ira >e l'animo fuooftinato fu tale, che fpeflo lo precipit in moki errori 5 & auenga che del continuo conuerfalTc con li Romani mai per non lalci punto della
potatura
alTai
robufta.
l/Imperadoreogni modo volle attenderealia pi omelia, che gli haueua fatto di dargli per moglie la figliuola di Sebeltocratore mortogida' Bulgari. Ma perche quella ancora non eraarriuata gli anni legitimi ,Iuanco rincrefecuaafpettar tanto. Et vedendo, chela fua madre Anna vedoua era donna bclliisima, cominci dire fra se 5 che ho da fare io con vna agnadilattc? Megliocheio mi congiungain matrimonio con Anna fua madre. Ondefattociintendercall'Imperadorc,hebbe i^ uo lntcnro 5 ^ dop continuamte llaua ne* paefi prelToFilipo poli. Oue pi volte valorola mete stappale alli fuoi Bulgari 5 mape. r no potette mai fare s, che quelli noncntraflcio nelle prouincie dell'Imperio. Contro il qualcquantevittotieriportalTero e come fieramente delimiter le fue prouincie, quello come fenue il Zofierezz
,
nata)
DE GLI SLAVI.
nifi)
:
4ff
non pucfpiimcrelalingua human a ma l'ideile ruine tic' paefi vicini all' Emo,laMaccdonia 3 e la Tracia moftra.no ci beniffimo.e forle meglio clic ninna pittura, lingua humana. Stauano adunque lecofe dell'imperio nella Tracia, & in altre prouincie cos mal gouernate, & peggio diifclc; quando che, l'Jmperadore AlciAngelo,(pronaro pi tofto da vergogna, che da ver una (peranza di vittoria,(moiTe contrai Bulgari. Et fatto vn giuftoellercito Cypfella,attendeuaprimieramte a vendicare Tingi urie riceuute
fio
daChryfa Bulgaro,huomo
di
molto batIa.ftatura,maperefperto
dall'
Qj"tt cbryfo
ploprtalL*
Imperadorealla guardia di Strumiza; ma fra. breue ribell etiandio dall'Im.peradore, e cercaua d'occupa re il Regno di Bulgaria . Po(lofi pertanto l'Imperadore fare quella vendetta, lacoia gli reuic canto male, che torn cala con gran luo danno,e maggior vitupe
ro. Et
& UA chiamano
^u^nluo
mooano:
dop alquanto
li
di Tracia vicino
Me
paefi
haueuano fatto vn
gran bottino; co'i quale tornando cafa,in alcunipafliitrettifuroDo aiTaIitida'Romani,&(pogliati di tutta la preda, con morte ancora di molti Bulgari. OndeTlmpcradore rifattol'eflTercitode'Romant Perfianijandall'efpugnatione de'luoghi occupati da
,
&
Imp$
imperatore ce
parecchi d.
MapercheTlmperadorenon
r
afcolraua
buoni configli dellifuoi,leurah edio,che vi haueuapofto.Etbq cheli Perfia ni entrati in Bulgaria, vi hauelTero fatto qualche poco di bot'.ino, egli nondimeno torn con gran perdita dellifuoi. Et Vedendoli qucfti termini ridotto,!] riloludi farpaceconChry(ojcui cedette la Strumiza, Proiaco,eIe vicineprouincie.Etquan
^USnum^
moglie, gli promifendimeno darevn' altra (u parente, e figli noia di Protoitratorcilaqualepoiglifma data perSebaftoCoiantino Radeno Ora eflendo (come dicem mo) Iuanco fattocognato de Ulmperadore, e mandato Prefetto in Filipopolicontra in curilo ni de' Bulgari, fi-ppe egli far tanto, che fi fece afloluto Signore in quei luoghi ribellando da l'Impcradores Ilquale iubiio fi moftr di ci fentiregran dispiacere Ondela pri-
tunque
egli
ne hauefie
la
'*"> ribella
Jjj^ofJn^.
rede'iw
non
(lofi ricorda
de'ieruitij
rieeuutida
'Ppty
&
Af6
te fped
REGNO
co reiterato
li
fuoi parent.Oue
s'il
dtto
Eunuco
fuf'c ita-
dubbio veniua
ali'hora in
teredc'Romanij
rofi ne'monti. Li
Romani a cteflero prima farli padroni delle citta, e fortezze del monte Emo; delle quali maggior parte riebbero con
gra perdita defuoi,perdendo cciandiovn'valorofo capita no,che fu Giorgio Paieologo 5 & dell'altre s'impadronirono fenza mouere l'arme. Iuanco,chci:aua ritirato ne'moti,& era huomo faggio, cfperto nelle cofemilitari, tutto il fuo pensiero haueua volto pervdicarfide'Romani: I quali finalmente ruppe, & con vn ftratagemmapreicviuoilProtoftratore,chef Manuelo Camyze. Imperocch vedendo cgli.chela fortuna andaua tuttauia fauorendo le cofe
de'Rornani,fi rifolu (pofeiache
Mdnuelo Ca-
rotta aUi
Romani
moy^e
fnfo
modo tefca'Romani.Sapefi
da luaneo.
nel pia-
cipedi Zagorie.
no molti animali, accompagnati da alcuni Romani , fatti da lui fchiaui,con villa, ch'ei ci mandaua pcrvn prelente nel monte E* moGioanni Principe di Zagoric,co'l qualeera in lega ctra i Ro maui Iquali vedendo tanto numero di animali, fecero auilatoil
.
tafaltfuoraconlifuoi: E t perche non dubitaua de gl'inganni dei Bulgaro, entr liberameli te in quel piano con vn cauallo, che non
eraper la guerra. Et mtrei
la
Strage f^tada
Romani lanno
il
Proto
l:
rato re
Da quella duque
franco d^'RVtani.
Victoria inluperbiroilBulgaro,
infeftareleprouincicdell'Imperadore.llqualefattavnabuonamaf fa di varie genti,fi molle in perfona contra di lui: & facendo la ralligna dcH'cflercito Cypfela prele la voita d' Adrianopoli. Oue dimorando alcun tempo, ftaua tutto dubbiofo, n lapeuarifoluerfi nelle cofefue.Imperochevedeua,che l'opprimere lo nimico era coiapichc malagcuolc, elTcndo l'clTercitoisbigottito in maniera* che vdendo folamente la venuta dell'inimico eraquafi morto:dal
l'altro
nuo
uofar
G LI
LAVI.
4J7
qualeluanco tutti modi rifiuraua/c per l'Irti imperatore fi ec9nlM *~ peradorecon le patenti chiarenon li veniua a cedere tutte le citt , e P pacfi,chc prima haueua occupato, magandogli appello la fuamo con l'ini'cgne Imperiali- A qucftedimande di luancodif flie Anna quali di fubi to fi volt fare vn ci! mente adenti l'Impera do re 5 altra delibcratione,pococ6ueneuolevn Principe Barbaro, n che airimperadoreChuftiano. Imperoche fermata che fu quella pace, fece intendcrcIuanco,chedcfidera u fommamente parlare leeo: perche il poterle pi ageuolmente perfuadere, gli mand per il fuo genero Aleflo il Vangelo di Chnrlo,faccndoli nome fuogiu
to farpacc feco;la
&
&
Trareiopra quello,che n r l
1
imp.fampri
ilone '
telo fece incarcerare: viando,e allegando male quel detto del Profe
ta,
tris
zal'lmpcradorecon
Malanno Seguente
li
noUrhraci*,
Bulgari entrati in Tracia, v'arfero molti luoghi principali, ccarichi di preda tornaronocafa.Nv' dubbio alcuno, che all'horafareb
de'Bulgaris'oppoiea i Rulli, eattaccati nella giornata,chefu moltofanguinofa,gli ruppe efeacci delfuopaeie. Poi voltatoli ctra
Y*
'
li
11
iriB/^ri.
Romani,con facilit s'impatroni di Coltantia citt molto celebre nel territorio Rodopco 5 & buttando per terra le fuc mura and ver
fo Varna,che fu il fello d della (ettimanafanta
quelli, che ladefendcuano,i quali
.
Gwanni njdc
Bulgari.
Ma vedendo, che
gli
china di legna con quattro rote,chcagguagliaua la iummit delle muraJivcnncfottOjecomincidarlcaiTalto^cilterzodl'efpugn. Ouc tutti <juelli,che prefe fecefotterrarc viui,poiruinando da fonlamentile mura della citt torn a cafariccho di preda Etcflendo ( com' dctto)Manuelo CamyzcProtollratore fatto Ichiauodi Iuanco,npotdocgIi persuadere l'Imperadore,che perfuo rifeatcopagalTeduccnto ducati doro Chryioj qua fi difperato s'accordo co efTo Chryfol quale accpagnato da Camyzeentrne'paefi viciniProiaco,e.fibrcucloggiogla Pelagonia,nco molta dif fcults'imparrondi Prilapo poi per ordine aflaltarono eli altri " te pac(i> & per Tempcpcnctranoin Tellaglia,occupanole capagne,
. : i
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ciolnJ neiu
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gnia t ediYn*
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apo .
Mmm
iol-
tra e aG
alla
m o
folluaa UiGrecia e
ni.
fincfhiia ribellare la
Morea da'Rohu*
jmperadorc
fi
Vmiunllaro.
,.
lmperadorevededoquedo>pcTarchettarchryio glidiedcper moglie Anna^che fu gi dlaaco.BulgarQCon il ch&ncuperotgil la Pvlagoma,e ^nlapajlTcpTagbacauQ pdi dalle mani di Catnyt% a cui pi volte nel fatto d'arme difede rotea. S'irti patroni approdo di Strumiza,doue haucndoquai tradimento prefoChryfo,fecepa. ce con Gioanni R de'Bulgari. Ilquale.do.po' fi volt far vendetta dell'altre nationi * dalle qua li mentre era (tato in guerra co'Roma* ni, fu trauagliaro. Et effendo l'Imperio Romanooocupato daBaldouino,mol ti de'Grcci fuggirono al Bui^arojattcndendo tuttavia &
,.
rn
,y,
pV,
mando minaccia.
,
g a10
'
Bulgari infefht
non Icacciauai Romani del fuopaefe, egli vcrebbcalli iuoi danni,- maGioanni rtitper ci pmadirato. Onde fatta iceica di detti Romani in compagnia d alcuni Vaiachi entr
Bulgaro, chefe
,
a Tracia.
*T"
mettendo facco,
infieme,
molti Vaiachi, cominci bello itudio ritirarli indietro ,c i latini colli in mezo,& lui la maggior parte amBalitwoimp* ipingdoauanti, furono mazzati.L'Imperadore Baldoui no fu prefoviuo,& Doloico Co riw rotto daBulgn fi% tedi Pelea cade nella zuffa &Henrico Dandulo Doge di Veneti DandnloDi* fu gg* con pochidmi del fuoi. Ilqualeper ed'er dato all'hora grafi Pro^M/er* uemen te ferito , fra breuepafidiaquelta vita.Orai3ulgari fatti al U * tieri pi che mai,pofciache guftarono ledclitie,e lertcchezze de'La JJorr tini,eimpatroniron li di alcuni luoghi loro, lubicarnte pattarono i nnanz '* non i c ^cll do alcuno, chele opponclfeloro. Onde quafi. iBulta fenza mouer Tarmi s'irnpadronironod'alcunc citt di Tracia,cial rooccupamotti luoghi dell' trcefpugnandoperforza,lei accheggiaron,&ruinarono da fon* damenti. Etcoshausndo il Bulgaro fcorlo fenza alcuna diftculr Tracia* infino a Salonicchio,e Macedonia dcdrulTe molte ville, cailelli, e citt, in maniera che ogni co fa pareua deferto di Sci thia, come fi Ruppe ncH* {uoldire. Prefeancorlacitt di Serre, facendo vna molto iogaU gunnataiLa* nofa battaglia coni Latini,che in quella erano. Iqualiconfidadofi nella loro aite militare,volentieriandarono inccr irlo, e molti v'ammazzaionoj main finefuronofuperati. Et quelli, che erano
,
I J
fuggiti mtre
attcndono
arriuarono
prima ch'efli poteiTcro ferrarle portedclla citt, e entrarono derroi doue pofa ogni cola ferrose fuoco,buttaronop terra le muradcU
la
DEGLI
la citt. Et indi
ti altri
SLAVI.
la citt di
4? 9
Bcrrca co mol
Efpugni Ber-
partcdoiJBuIgaro,cfpugn
luoghijpoi afl'alFilipopoli,doue taccheggi, butt per terra ogni cola .Et perche in vn tempo era flato oSelo da quelli terraxzani, vi moftrcflrcma crudelt. La qual cofa non refraua di fale ancora per tutta la Tracia 5 nela quale feron li Bulgari tante rui-
&
na, v Fthpopa
li.
DeflrHttitne
fatta da'Jlul-*
ne,quante(comcfcriueNiceta) l'occhio humano non vidde, n l'orecchia vd ImpcrochevcdeuanfileCitt, che prima furono s famofe, e picnedi habi ta tori , li Caflelli forti, pra ti ameni, hoi ti
l i
ZarlncttaTra*
eia
mai mo,& adorni di varie pitturc,le vigne pregne d'vua, e le cam pagne
bcllilsimi inacquati di rufcclli continoui 3 cale,cV palazzi alti di
^
modo
deflrutte,edcfolate,cheparcuano
pi tolto alberghi di ncci,c fierefeluaggie,chchabirationihuma' ne. Etpcrcheniuna cofavi refta ile interra, douequeftanationetantoguerriera
non haueflemoftrato la fuanatiua fierezza, prefalcuniRomani,che haueuano ammazzato non so che loro Bulgari nel
ba ttaglia
,
la
gli
li
tal
l'horaprendendoin guerra qualche perfonaggio, lofotterrauano viuo, e allentato fopra il f uo cauallo, e armato dcllcfue armi . Que fta loro tanta crudclt,tiglialtri,e(perimento nella propria pedona Baldouinolmpcradore.il quale fendo (rato da loro rotto (come dicemmo in vn fatto d'arme, fu tenuto per vn pezzo in carcerci Tarnouo con molto retro piedi. Nelqual tempo fugg Afpicte, cheli trouaua prigione in Bulgaria: della qual cofa Gioanni Bulga ro,ncfent tanto difpiacere, checauatofubitamcntc da prigione Baldoui no, gli fece tagliare con la ma narra le gam be, e le braccia, e poi buttatol'in vna valle, doue fatto cibo de'vcelli, e fiere, il terzo d pafs di qucfla vita. Il che ilcflo poi fece ad alcuni fchia uiRomanij i quali con pari crudelt, non guardando , ne commouendof da i pianti e fupplichc, che faccuano, fece tutti morire Et fra gli altri
) ,
.
Gran crudelt
de''Bulgari
.
Morte cruiete
datai Saldoui
no Imp, da G
anni B(g<'#.
CoftannnoTornicioLogotheta
di
Dromo;
il
fua voglia)Bal
non fi trou prefentc quando fu fatto fchiauo nella giornata: nondimeno prcie ficurt d'andare al Bulgaro, credendo, che appo di lui la Tua autorit farebbe non poco {limata perle molte ambafeiarie, che gihaucua fatto nome de' Romani
douino,
col quale
1
>
in Bulgaria
garo non hebbe al tro f ghi con vn ferro fottile>e poi lo lafcigiacerinfcpolto.Etvcdendo, che 2
che dal Bui I non che prima lo fece paffar in mol ti luo
;
Coflantino
Tot
Mmm
nido
morf
dal Bultaro.
4 6
REGNO
mand chiamar*
adunque li
che Angelo Teodoro,tl quale haueua Occupato gran pacfideH'Im* pcrio Romano in Tracia, e Macedonia con la ttidi Salonicchio*
chelapigrande,epifamofadiquantefanrin Maccdonia,non
reltaua tuttauia d'in feftarei Tuoi paefi etiandio,
untilo Theo*
dora rotto er
inaiutoakuuiValachi ) & venuto farlagiorriatacon Angelo, lo ruppe,eprele viuo, cui facto trarre fuora gli occhialo tenne prigio*
nc> Haucndo
prefodaBul-
dop di lui
iavano dop combattere contra Latini. EtmentrcGioartni Duca ftoccupatoin quefteguerrc,vengonogli Ambafciadori delBulga ulina figlwe* ro,offerendoghla pace,e ricercandolo appreflo>che Teodoro figli* uo ^ uo pigliai P er moglclclliiia fgliuoiadi laicn gi Rdi Bui varo Tmanta con U figliuolo garia. Queitacofa in maniera piacque all'lmperadore, che all'hora deUimp* fi trouaua affali to dapi nimici, che diede iubitolaflenfo alledi* riiandedel Bulgaro; col quale venne parlare aCherfoneflo, l do*, u furono celebratele fpotlfalitiedi Teodoro, e lellmajealThorafd liberato dalla foggettioneil Veicouo di Tarnouo, che fino quel tempo era ffcatofottopofto all'Arci uefeouo di Giuftiniana prima Etdopalcun tempo morto, che fu Gioanni Impcradore, il Bulga?ro intendendo la fua morte, fubico elee in campagna , infettando
con lcctjntinuefcctfrcricleCittjeCait^ll^cheteneuano Romani nc |l a Tracia ih modo, che occup mlte fortezze .r predo Tmo * r e e occupano mot _ e Queitoiiteuoraceua,&il pcrruio Michel nella Tenaglia. con trai* ti luoghi it** vicine f prouiheie, e titt de* Romani. AThora l'imperadorc*
Bulgari feorre
i
noia Thraaa,
'
amo ut*-
mei patticene
Turchi. Ecfarto quello, ailaprimauerapafs rHellefpontoJiauendofccorr nggior numero di genterelle mai il fuo padre hauelTe fatto Jmpetoche ha* ueua Congregato queffca guerra* non purequelli^cheeranoatti per
il
li
la
li
facendo lafciari cani, egli vcelli, fece che in qucftaimprefalo le* guitaffero. Quelli apparati delPlmperadore vdendoil Bulgaro fi perfe d'animo} e vedendo, che non gli poteua itareparojsiperno
haUeretantagencc,ecos bene armata; s ancora per eflerc, che Tini peradorc ali fiora era giouane, 6V in et fiorda, il quale fi vedeua*
DEGLI SLAVI.
vlta
461
haueua cominciato fare 5 prefe per miglior partito di far feto pace, e nnouarei patti antichi} credendo chel'Jmperadorefacilmentc folle per venire a reconciliarfif eco, parte per edere fuo cognato, e parte perche l'Impcradorcdefderaiia andare quanto prima contra Michele TclTalo violatore della fede, auanti che lui hauefTc occupato il tutto. Mandpcr tantol'Ambalciadoreall'lmperadore,& con maggior facilit di quello ei fieredcua,conchiufe,e ferm la pace, rcfluuendo tutti i Cartelli tolti a* R orna ni. Et non molto dop il Bulgaro pafs daquefta vita d'vna ferita, che haueua haUuto nel braccio deftro in vn fatto d'arme. Ht per non hauer
laiciato figliuoli
fSnopacettm
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tempo
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fjCnobilcjchiamatoCoftantino Techo, perfona di grande ingegno*& che di forze di corpo facilmente fuperauagli altri. Coftui ve dendo, che le cofe de' Bulgari andauano tuttauia peggiorando, ti* iati in luofauore alcuni Baroni conia plebe, venne ad clfer gridato R di Bulgaria. Onde la prima cofa^h'ei fece, poleaiTedioTar* noUo^dou'er* U fedia Reale di quei Re .npotcdoglirefiftereMitzc, fu aftretto di partire con la moglie,e figliuoli, e ri tiratfe in Me* fembria* caitcllofortiflmo polio alla riua del mar'Eufsino; & indi poi fi trasfer in Nicea dall Imperadorc,nel cui potere diede Mefembria, &c in ifeambio di quella hebbedalui molti poderi vicino Ttoiacon Scamaudrojoltrel'altremoltecntrateannuali, chcgli diede. Haucndo Coilantino adunque occupato lmperioBulga* ro, mand l'Arn bafeiadore all'Ini perad ore, promettendo che nellaucnire gli farebbe amicone perpetua mcn te feco confederatogli pe fli diiponeua darli pec mglie vna delle fuc figliuole; la quale egli dimandaua,noti -perche ne haueffebifogno della moglie (ha*
J
arn0M r
'^
sigari.
CoflatimTecb
Jc lccu"
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^1**
figliuoli)
ma qucfto fa
che in quel
dilui}
non parere inferiore ad alni (uoi prcdeteiTori > Regno haucuano hauuto qualche pi giuda ragione
per ciTercdifcefi da ftirpe regia, forf per hauereapparen taro co* R,8< Impera don ftranieri.Ethauendoottcmnodall'Impc* tadorequan coiim^ndaua, venne in Mcfembria &iuifpos Teodora
46
si marita col* fighuola
del?
G N O
Sult*n Arati-
dora figlinoladelllmperadore, mandandola prima mglie in Ntcca> ] a qualcdoucua efTere a'Romani ortaggio della Aia verfo loro in terra fede,-& appreflo fegno del fuo coflanreamore Verfo lafccda moglie. Regnando adunquefra Bulgari Coftantino, mor l'Im peradoreRomano,&Gioannifuo figliuolo faccccato da Michele Paleologo,che poi occup cj uelPlm peric. La moglie di Coftantino cforelladi Gioanni non refiaua perci di fpronar* il fuo mari* fo, vendicare l'ingiuria fatta alfuo fratello.Ein quello mentre ft il Bulgaro tutto fofpefo, cercando occafionc di fatisfare alla mo glie>vcngonogliAmbalciadori da Sultano Azatinc, dimandando
,
nemd4 rAm.
tCojlamno.
Romani ; & promettendo appreflo dargli grafommadedannari incomodi quella guerra. Da quella Ambafciaria
aiuto contrai
quali en
Et perche l'Imperado, il
trouaua
altres
n Tracia contro
la TeiTaglia
Bulgaro fpera-
ua con
imperatore
facilit
haucrlo in
ro bene, fu
Bulgari
ne'monti
6*m-
sultm uxatid*
tflJrt**
.
rugg lolo legretamentc ne montivicini a Gani Onde poi icefe al mare,e calo vitrou due galee de* Latini,lequaliand doCoftanrinopoli iui erano venute per prouederfi d'acqua ,-&c quellearriu in dued Coilantinopoli.I Bulgari veddo,che l'Im pcradore era fcampato.gran giornate marchiarono alla volta, di Eneo ,per cauar indi Sultano Avarine, il quale in aflenza dcll'Imperadore v'era ila to confinato .Et 'riebbero lenza mouer i'armida' terrazza ni di q uel luogo } i quali d ubitaua no, chefaccndo qualche jefillenza,non fulTeroinfiemeconla Citt deltrutti. Inqucllaguer
,
1
Cofantinomor
^nmimiluefi mantadtnuo*{Ll\
T'*
ghete imp.
Michel Taleo-
lio /m^.
C
s'ac-
mmorotdox
mi.
taccheggiarono la Trada in maniera, che tall'hora penali poteua vedere vn buc^ vnaratorc in quella Ma morcn^ aon lT^o dop Coflantinola fua moglie Teodora , Michel Paleologo Imperadorc, per conciliarlo fc. gli diede vn'altramogl ie Maria, figliuola d'EuIogiafuaforella. La qualepoi fi morir fdegnata verfo il fuo zio, e folleu coner di lui il marito, i Bizantiw.e Gregorio Patriarca di Adrianorioli.s per non hauerhauuto da ^ u '^ a * ua dote,s ancorapcr ctferccic egli andato al ConciUt* Lugduncrife nel tempo di Gregorio X; Ponti fice Romano, fi era acca* ^* t0 co Latln * ^ n torno x dogmi della, religione. Onde mordo egli
rai Bulgari
.
non
DEGLI
non
gli
SLAVI.
46)
Glie negata
lafepoltura da
ifacerdoti
et.
furono (dice Rafaelo Volatprano) manco fartele debito flequie, n dalla iacerdo ti Greci gli fu conceda la icpultura.il che tutto caus Maria fudetta moglie di coftantino. Il quale regnando in Bulgaria fileu Lahane,il quale(fecondo GiorgioPachimc io) iBuIgari nella proprialingua chiamarono Corducuba.Coftui nacquedi padre pallore, & fu h uomo digrande ingegnojimpcroche congionti in Tua compagnia alcuni ladri, e altra gente di mal fere, andaua con loro viuendodi rapina. Onde in breue fatto padrone di grande ricchezze.fccc vn giudo efferato, col qual a ndaua
infettando
le
Gre
prouincie diCodantino.
Il
quale
non
volle a patco
di ci
niuno
Vcndetta.Fattoadunquemetter inordine cichc bifognaua perla guerra,Vcnne farfecolagiornataiouenon iolo perde il Regno, ma ancorala vita Et hauendo Lahane con tra ogni fuaiperanza, oltre il Regno, hauuto ancorala moglie di Costantino, quella perilfuo troppo dclicatoviueretrattauamale. Poi pafTatoi'inuerno deliber d'allalirconinfidiealcunicadelli Romani; acci che feemdo cos lc forze loro, egli venifife a farli pi poten te. Quefta cofa vddo i'Impcradore ftaua tutto malmconico,non parendoli cola di poco mo meoto.Nchaucua paurajpercheall'hora lo giudicarle degno da ef' (ere temuto:quanto che lo vedeua molto (ollecito, e diligente codurre a finele cole, che nell'a nimo iuo haueua d>fegnate:& diceua, fecoduiperauenturaandarcos crcfcendonc le forze, finalmte non potr efferc ne da'Romanifupcrato. Per conuiene chequelli, che defidcranoviuerefenza pericolo, prcuengano li mali, ched ve.
Lahane Bulgx
ro t rotto t e tnor
to nella giorno,
ta Co(lant ino
occupa
il
ric-
ino.
J^el principio
c'ottiene obttiar
dono
fopraftare;
&fehoracon
facilit
fi
pu
al
male
pian ta, che fi vede crefeere tanto, non fi ha da indugiare; ncconuiencafpettarc vendicar l'ingiuria col proprio pericolo quando nel principio ( pu disfare il diflegno del nimico Laonde fendo Mytze difendente (com' detto) di Iafen R morto Troia per le caute (dctte^rcdatovn figliuolo, chiamato Gioannilafen; llm pcradore fubitofecc chiamare codui, perfcacciarc di Bulgaria il Tiranno Lahane, & pei dar lui quel Regno, cui di ragione attene u. Ethaucndoli primi fpoiato Irene (u figliuoli, lo mand con vn forte esercito in Bulgaria. Lahane vedendo all'hora , che le fue
,
fi
figliuola
Lmp.
forze
ricorfeall*aiuto di
gnor de* Tartari dal quale alla richieda dcllmpcradore finvn cornuto ammazzato EtGioannilafcn hauendocol confenlode*
Bulgari
4^4
KegnaGiM*
miafen.
'*
'
R E G N
il
Regno, fcacci da quello Maria nepotedell'Imperadorecon il fuo figliuolo Michele5& con vna
Bulgari fcnza alcuna fatica hauuto
figJiuola,la quale
,
vcnneCoflantinopoIi. Ma fi come fpeffoauicnc che alle molte, e grandi allegrezze fuccedono paridolori , e tri* (tezzejcosall'hora Iafen intrauenne.Imperochcv'era fra Bulgari vn'hiomo no bile, e per fua prudenza, eingolarvalormoltoce lebre,addimandatoTerter.Ilqualedefidcrando Ialen conciliare, tirarlo fe,perfarfi pi potente,gli diede per moglie vna fua forella, mandando la lua prima moglie con li figliuoli in Nicea$ cV dop quello orn , &eflali Terter, alla dignit del Defpot. Matutt quelle cofe non furono badanti a tenerlo faldoncll'amicitia di la*
icnjpercheaucdutofi cglidellafuaseplicit,egraleggierezza,in bre
u concili afe legatamente gli animi di tutto re(Tercito,& di molti Baroni. Il che tutto faceua,perpoterfi egli faraiTbluto Signore di
di ci auifato,
fi
nfe di volerandarc
$b!n9 ^Bul
%aria
portando fco afeofamente tutti gli ornamenti, E e ricchezze de'RBulgari fin col (uoccro il reflante della vita Ter ter, non hauendochiglcontradiceiTc, occup il Regno di Bui gariaima no and molto innanzi, chef sforzato dilafciar ad altri, quello chcingiuftamenteteneua. Impcroche vedendo Noga Tartaro molto felice fucceflo nelle cof fue,fi volt all'imprefaetiandio del Regno di Bulgaria. All'hora Tcrtcrconfiderando,che non podal fuo luoccro;
,
.
&
per^
che elfo fi vedeua mal voluto dalli fuoi Bulgari;abbandonPimprc fugg in Adtiiiopoli,douc fra pochi d s'amalo difebre,& fa,
&
Move n Mri*
wpoli,
P a ^ da quella vita. Ndimeno li Bulgari fi prepararono d'opporfi con grande animo al Tartaro $ Il quale vdendo quella loro deliberatone, rimofi indietro. Ma fra li Bulgari tuttauia fi fentiua de'tumulti perla morte di Tener. Onde l'Imperadore mand vn fuo Ambafciadorea* Bulgari, ricercandoli, che volefleroelegerper loro R Michele figliuolo di Maria , e Coflantino gi R di Bulgaria: promettendo loro, f ci facc(Tero,nc l'auenire cflcrcvie pi fauoreuolealle cofe loro. Ma Bulgari non poteuano conchiudere cfa veruna; impcroche vna parte aflntiuaall'Impcradoreje l'altra fauoriuaSuetillau primo Barone di quel Regno e perfona-, etTercitanfsima nelle guerre. Alla fine Maria fi rilolfed'adotrare* per figliuola c(ToSuetoflau5&: quello fece pubhcamen te nella Chie i,abbracciando con vna parte del suo manto Suctoflau , & con
i
,
l'altra
DEGLI
l'altra
A V
I.
A6f
r(:
Michele figliuolo di lei. Succhiati hauuto adunque i] regno, Eukm dopa non poteua mai ltarchcro,cheei non peniallequalchc impreia molte conife grande. Etaccichc meglio feriti a fi e le col sue, ( manc con d)fin ^ g>^* Teodora, figliuola di Michele Imperadorc$&diedcvna sua iorclla Suetislau finta per moglie a Tzaca, figliuolo di Noga Tartaro li quale cerca mio ritaclafifUdop occupare il Regno di Bulgaria, Suetiilau gli refe aguati ; e "jtjw/^or prefolo lo fece per opera .de gli Hebrci frangola re in prcgione. In di Tartan mor
.
quel
tempo
li
Romano
in oiiertrj
ef-
todaSu e tisU*
OndeSuctillauad
feorta di Giovanni
&
mila .pedoni, lo
mand
(orco la
Cherobofco Masticato suo Bulgaro .Il quale b m /^ danno afczunSttofi nella giornata con li Pcrfiani, gli ruppe, e nponone lonaTerfta* molto honorata vittona. Ma tornando pei a cafn carico di ipo- m glie, in alcuni parsi malageuoli fu incontrato da nimici doue combattendo valorofamente , e facendo -gran ltrage di loro , cadcon perpetua sua gloria Quella cola come prima fi feppein Bulgaria, fi cominci tumultuare in quel Regno courr SuetisonoMit ilauj col dire, che egli craftatocaufa della mortedi tami huomini npafsiHmu,
*
:
prodi.i quali quali toh erano fufhcienti defendere lecofe de'Bal\r re n a idi -n gari concraqualli voglia aliai rodi (tran ieri. Ali fiora Suetiilau cn1 1
& ^annH
tn
'
mero mar tu
loacbimo va-
tratoin fofpetto di
tare
Ioachmo
Patriarca
trinca preop
daalcune ripe. Ma Iddio, il qualcfemprcnehacuradclli fuoi icrui nonlafciandar tanto in lungo impunita quefta temerit , &fceleratczza diSuetillau. Imperoche vedendo Bulgari, quali a modo d'altri Slaui, haueuano in gran veneratione le pedonerei 1giofe, quella tanta impiecdel suo Re, apertamente cominciano ribellare da lui . All'hora Maria moglie di Coltali nno la quale _ r b Occafioneta.. r r femprchaueua cercato occatione, che (come iuol dirli ).eanima mm* dell' amo delPattioni fiumane, di fubhmarc quel Regno il figliuolo Mi- nl
chele
fece
fi
Onde
fra
breue
,
Contedi Cefalonia che fil etiandio Dcipor d'Etolia,e Acarnania, cugino germano Et fatto quefto Michel figliuolo di Maria col d'elio Suetiflau confenfo de' Bulgari fu dichiaratoRdi Bulgaria. Il quale turro cfochauelTc la moglie in cafa, figliuola diStcfanoNemarjnaRdi Scruia, chiamata Neda cio Dominica, nondimeno delideraua
ammazzare
more ^ ment$*
tra(tt _
clifuccedenel
regm
Michel.
haucrcvn'alrra
che
Laonde
lalciata la
di jf f e an0 t{emag<iamo-
Nnn
prima
gr****
$66
,
RE
*
N O
,
prima moglie prefe Teodora che fu' gii moglie di Suctislau e ibrclla d'Andronico Palcologo il pi giouane , donna molto bella, la quale alFhora habitauainTarnouo. Quello Andronico eflendoimpatiente di canto lungo viuerc del suo zio Andronico vecchio imperoche dciideraua farf quanto prima ailluto Signore di quell'Imperio) mandl'Ambafcjadrc Michele Bulgaro, per tirarlo dalla sua parte, e farfclo perpetuo amico. Etanto pi vo(
lentieri lo faceua,
perche vedeua, che Stefano Ncmagna et moU toamoreuolead Andronico suo zio contra Michele, cui. fauori*
giouane Andronico , la iorella del quale il Bulgaro haueua (come diccmo) per moglie; La quale ciano korfi 23. anni, che la sua madre, & il suo fratello non haueuano villo. Onde pregaronoil suo marito chela menaflein qualche luogo, douelaptefu
il
fcro vedere
glieDydimotico,douc
doni
ichel Bulga*
to' /!" fanno
Oue 6accordarono,&conchiulero, chePfmperadorefoccorrc iTe Michele contra il R di Seruia, & egli l'Imperadorc conAndronico 5 & ogni volta che haueifero del tutto fuperato il nimico , cheal Bulgaro in premio delle sue fatiche fieno datcalcunceittiriRomania. Michel con quella adunquedeliberationc torncafa inficme con lasua moglie. Macon tutto ci non attefe quanto haueua prometto , e capitolato con Andronico. Il quale combattendo del continuo col suo zio, Michea le Spronato forledaqualchegran fperanza, cheli haueua concepii to ne l'animo suo , (gretamentc f intendere ad Andronico
^ suo
Zl
,
tra
tccoifo contra
*jLUdi ser-*
vecchio, che le fi contentaua contrattare seco amill egli venirebbe insuoaiuto. Andronico Ambitamente accett quello partito i che li pareua cofa propriamente venuta dal Ciclo Onde
.
vedeuanogli Ambalciadori andare tra quelli dueSigno iquali veniuano per afpun tare il negotio Et hauendo il li,Bulgaro mandato in aiuto d'Andronico vn buon ciercito ; fu non so che modo feopcrto, che li Bulgari venuti , che foller a Collantinopoli,ccrcarebbonoimpatronirfi di quella Citt. Per non fu permeilo alc di loro n fuor del Capitano folo , entrami dentro j&l'eiTercito s'accamp dieci miglia luntano da Coftantinopoli, Effondo adunque Andronico giouane dmauiiato>inca
tuttauia
fi
i
tanentc
D E GLI SLAVI.
47
tanentefpedvn fuo Ambafciadorc con moiri doni, cmaggiori promefleal Capitanodc'Bulgari,pregandoIoche fi panifTcdaquel luogo, ctornallecafa; Ilchelcnzaaltroindugio il Bulgaro fece. Ondchaucndo Andronico fcacciato il zio,& egli im patron ito fi al tutto dell'I ni per io Romano,nonpafTarono trenta giorni che Michele Bulgaro cntrin Tracia alli danni dc'Romani. Imperochc era rifloluto con aiutod'alcuni ValachipafTarequantoprimacontra Dydimotico,&Adrianopoli.L'Imperadoreintefoqueftofene i. j. in vii* . i\. Aj rn and in Adrunopoli: equinai mando il luo AmbalciacforealBui garo,per domandarlo di ci la caufa. AlqualecgIinfpcfc,chevole u da l'mperadore tutto quello gli tra ftato prometto prima.Impc ioche(diceua)s'eghhaueiTevoluto aiutare il iuozio,Andronicogio uane mai no li farebbe potuto far patronedell'Imperio Romano La madre deil'Imperadore , e dell moglie del Bulgaro veddo que ili loro difpareri,& difTerze,fi polcdimezoperaccordarlijeco vna buona (omnia de danari, che don algeneroaccommod il tutto. L'anno poi legucn te StefanoNemagnaRcdi Seruia poic in ordine lefucgci, per far vendetta dell'ingiuria fatta a fualorella da Miche le Bulgaro; laqualeegli haueualalciata dop hauerhauuto feco fi
cu.
il
Bulgaroauiiato,
madprega
le
iueg-
modo che ilNemagna no farebbe bada nte refi fiere ad ani bidue.
Onde l'mperadore pofe in punto le lue genti con
neceflaricperla guerra; calla primaueravfci in
tutte l'altre cofe
campagna. Ma ve-
dendo poi, ch'il fuo cllcrciro non p teua ftare paro di quello del Rdi Seruia, saccamp nel paefedi Pelagonia; & deliber quiui afpettareper vedere quello farcbbeiiBuIgaro,che haueua maggior numero di gente, che non haueua lui; poich haueua fatto mafia
di dodici mila Bulgarie
tre
mila Valachi
Con
lequa/i gentientr
,
in Seruia perlepartiSettentrionalidel
al
monte Emo
& vennequafi
oppone, atte-
f gli
fc per
quinto giorno, infiemecon raij folari appar il Nemagnaco molta gente, le cui armi rifplendcuano, s fattamte,chcquafi abbaglia uanolavifta,dichi Icmiraua. Gli efferati cfTendo adunque azzuf fati nella battagliaci Ncmagnaaccpagnaro da vna banda de fuoi
Nnn
caua-
4^8
caualieri,e
Multati daser
REGNO
mm
rotti,
da mille trecento Tcdcfchiyh uomini valorofi, &ciscrctta " ** armc primacorkalloiteudardoidi Michele,- e ieuatolo fen~ za molta d ini cui t, fi volt poi verfo k>fqu ad ronc,dGii*e eira Mi chele^ faitaiai gran ftrage de' nimici ^xeic egli viuo,il retio poidcl efferato, quafila maggior parrerireit morto $ e gli altri , chefuggir poterono, tornaronoacala quali nudi. Ma Michel (Tendo (la
to ferito a morte, ftettetred contjinuoilfeazafperdi snullaj c*l
hauutadici lanuoua, tomo cala, non hauendo fauotira ni una parte, nriceuuto danno di forte alcuna. E Tanno feguen te incendendo, che li Bulgari ftauanoin tumulti, volendo leuar dalle mani quel Regnoalla moglie, &alli parenti di Michel egi defluita.,
egli fubko,fatto l efferato
, all'ali
alcune
mo$efenza
la citt di
difficult
fi
UMtchelefue
cede nel regno
jilejjanito.
Meiembria,chcin q ueltpo fi trouaua in potere de'Bulga. ri. I quali ltatado in gran confusione e dispareri frloro, finalmcn te ad ifbnzadi Stefano Nenaagnaquel Regno fu dato ad AlclTaa dco fratello germano di Michele; perciochedop la rotta data alla Bulgari, il Nemagna eradiuennto quafi SignoreinqnelRcguo. Ora dunque prclo che hebbe il r pofeiso del Regno Aleuandro fate e> T r vn buon eilcrcito de Bulgarie Valachi,euitfio neiicwcine terre det Romani 5 &penetrandoanfino ad A ariano poli, (accheggi mola
,
jilejfandvogua
Sia, eoccupai
luoy
e 40.*
preda.GioanniCanracufcno iucccdcndoadAndronico nell'Ini p cr 0jnon p ot to craI e tanta ruiua dellefue terre : ma fatto leflcrci to de'Roma ni, aliali aiTimprouifo il paele dc'Bulgari^per ricuperare i calteli! dell'Emo, che in potere d'Aleilandro fi trouauauo: & co impeto entrato in Bulgaria, poic*in ruina ogni col, cv'eipugn
di
i
|
tZinBulzaria,
eutfdi
molti ca(tclli$& di quelli fcaccii soldati, lafciatidaAleiTaudro.il quale elTendo di ci auilto, cerc per mezodegli Ambalciadoti far pace con Imperadore^dicendoli, che non conueniua allottato
moludamu
ohriftiano moftrare unta crudelt vedo quellijch'erano dcL l'ifteiTa religione, potendo far di man co,cviuer in pace, voltando Tarme con tra il nimico communc. Acu Tlmpicradorerilpofcchc
^, yn
il
doucr vole,che quelle citt, fieno fottopofte a'Romam , le quali daloro maggiori furono fondate. Et conquello licemioTAra*
bafeia-
DE GLI SLAVI.
4^
bafciadorcd'Alefl'indro.llqualccon quella maggior pienezza, che pot, fece l'eflcrcito di otto mila Bulgari, e duemila Valachi,c par-
tendo da Tarnouojil quinto di arriu Rullo Can:io,&quiuis'ac<ump. Pcrochehaucnahauuto noua,che l'Imperadorc ancora fi crolla u. in quelluogo$ Ilqualequantunqucfuflcfpauentato perla venuta delBulgaro chcdi numero di gente fuperaua molto li iuoij non per fi perde al tutto d'animo. Ma fatti venite n vn luogo tut5
Oratiow ciok
"'
c
,l
m" u
/f
ti 1
ti.
dati
nel paefe
non hauemo
iperan-
zache hora ne polla venire foccorfo di forte alcuna .Per combattiamo come f haueilimo da morirefubiramente,& tramontare co
guelfo
latriamo teftimonio <|ueita terra dc'nimici,nella quale hoggi combatteremo, perla vita, e gli occhi degli Itelli nimici,chcreltarannodopdi noi > ren(ole. De'noltri nobili, e gcnerofi fatti
dano teltimonianzaal
moltitudine de'quali no vi dcueisbigottirc.Imperochcfapcmo bene, chcfpefToligrandi efferati fono Itati fuperati da manco numero digente.In queftafpenoftro valore;
la
ranza noi ancor dobbiamo ftarc,enfguardare nella clemenzadiuifia:la quale, fra Tal tre, fecc,che Temiftocle Athcniefccon pocoefiercitoaiFotdaile qua fi tutte leforzede'PerfianiSalaminaiEtdop di lui Epaminonda Tebano con molto poca gen te delTerotta grofI & forti efferati di Lacedemoni j, prima predo ad Alicarto,c poi Leu etra: nel q u 1 tempo Sparta perle etiandioLyfandro,& co gran vergogna riceu quel grande Ageflao, chefuggiua*Daquc taorationeinanimati adunque liRomani con gran (pirico entrarono combattere con li Bulgari. Oue (fra gli al tri) fi port valoro (men te il gra n Domeftico Catacuieno, figliuolo di Ccfare,c nipote del Porfirogcnico. Ma non cedendogli punto di valore li Bulga
t
ri,cominciarono li Romania fuggire,e ritirarli nel Caftello diRufoCallro.NelqualetrouaudofiaflediatijCominciarono patire do gnicofa; e in particolare manc loro biada perii caualli,i quali ve niuano tuttauia a mancare per difagio.L'Imperadore vedendoti alPhoraoppiefTo di tante calamit; fi volt dimandare con prieghi 1 aiuto diui no, poich non trouauaaltro rimedio tatefuemi{cric.
to
mPtra j dsz*ig n *
-
AKr
Perochc Meferabria con molte al tre tcrrc,c cartelli s'era(vedutaquclta rotta dc'Roraani) accoftata a'Bulgari. Ilchccaufaua , che lmpcradore perdere quali ogni fperanza di foccorfo ; nardiua
ccr-
47<>
REGNO
adunque ingombrato da
tati
pe-
,j
Bulgaro,
AleiTandrohauuta compaflio ne arante Tue miferie, gli man d ad offerir pace,c lo permeile andar libero cafa:elfortatolo,che nel'aucnirefuiTe pi moderato nelle lue amoni,ricorddofi conre erano quattro tempi nell'anno, echein vn momento li vedeuano rarhoragranmutationidiftati.L'Impcradore tornato a cafiucerc di flabilire quella pace co'l Bulgaro: onde fu trattato da gli ambaIciatoriche facclTero parentela infiemc, eia figliuola dell'Impera-
Spofala fuafi-
ghuoU al
volo
figli
dUWn
ambiduecrcntij'lmpeiadoremenla figliuola di noueanni in Andrianopoli , eia fpos al detto figliuolo d'Alcflandro, chearitati
illuoRegno. Ei la prima cofa,ch'ei fece, fcacci di Bulgaria Teodora Paleologa moglie di Michele, gi Re di Bulgariainfiemccon vnfuo figliuolo di tre anni,chiamato Salma. La quale vedendo di no poterli refi Iterc, and per terra col fuon> gIiuoioaRaufa$douealquanrodimorato,pafsin Puglia, & indi li trasfer aCoitantinopoli,doue fini il rellante della vita infiemeeol
deoperadi
ftabilire
fuo figliuolo^
TfoioraTaUo
Ioga facciata
il
119
fi
ineZapina. Alellandro liberato adunque delpenfiero,chchaueua ^j Teodora, cluo figliuolo, goaernaua il regno con fomma pruder zac quicte,amminiltrandola giullitiaalli fuoi fuddi ti con molta
figliuolo
foje-
man.
Meffandro
/cacciata la pri
multa 'c'Vyna
ftobrea.
prima mogliedue figliuoli, cioStrafc mir & vn a tro & perche la madre di quelli figliuoli, elfendod r j? j CL u tuo manto , rucaula,cnc na poco prudente,non viueua l beneco \r Aleflandro pigliaflevn altra che fu vna, Hebrea. Laquale fendo vn d venuta innanzi lui,con occafione d'vna lite , tanto piacque al Bulgaro, che vollehaucria per moglie tutti i modi. Onde fattala battezzare, la introduce nel palazzo,mandando via la prima mo* glie in vii luogo da luidifcofto, & iuila tencua con buona guan dia. Et maritatoli con quella leconda moglie, hebbecon lei duefifatisfationelor.Hebbe co
'
la
gliuoli,Scilmano,& AlTcgno,oucroIafcn. Erlaloro madre per asfi curar allifuoi figliuoli il Regno di Bulgaria, deliramente feceauelc mrevnodefuoifigliallri. Quella cofa vedendo Aleflandro fuo pa dre, npotendofapetepercofa certa f lei era ftatacaula della iua morte,perailcut are vn'al no lio fratello, mand Strafalli ir conia
7
/u
madre in Vidno,dadoli
in
goucrno la detta
citta.
Entrato che fa
DEGLI SLAVI.
difubidicnte al Tuo padre;
Il
471
lunma
n da re,compor-
tandoctiandio cheegli s^nti tolaflelmperadoi e. Nel qual tpo,chc fulanno i$5i.LodouicoRd*Vngariapercaltigarealcuni libelli, inandin Bofnacon buon elTercico Nicolo Conte Palarino,& Nicolo ArcivefcouodiStrigonia. I quali durando in quel Regno cobatterono il cattcllo di SrebarmKjilquale non potdoefpaenare, fi partirono con gran danno btdi notte lui fu rubato lligilloallArciucfcouodi Strigonia, ch'era Cancelliere del R Lodouico , & poi venduto certi orefici. Ne pafs molto tempo, che ilRLodomicojCiTendo (lato offefo da elio Stracimir,fece ctra di luivn bu apparato di gente per terra, 6V acqua ;& hauendolo con facilit fuperato,&prefoviuo,lo men fecoin Vngaria &per alcun tempo tcnello prigione nel carrello dcirArciucfcouato di Saabria,chiar> L L j r j t7-j/ jnatoCiomnecnjnauendoiaiciato per gouerno dividino vnluo aronecon alquati foldati Vngari perguardia della detta citt. On de Vulaico Voieuoda di Valachia, perche i detti foldati Vngari infeftauano il iuo pae(e, per qualche altra cagionejVenne co mol tagente fotto Vidino,& hauendolo e(pugnaro(peroche gli Vngari fi erano ritirati dentroad alcuni caftelli, che gli ftauanoattorno)lo brufci: Et mandando nelluopae(e,poftodi l dal Danubio, tutta la gentc,chetrouinVidino,accioche ha bita fiero quei Iuoghi,egli fmifeall'cfpugnarionedidueCaitella, dou'erano gli Vngari. Ma non potcndofarc cofa alcuna,perche erano nel fi to forte, e di f fi da quattrocento foldati , fra i quali erano feflan ta baleitricri Genoefi 5 gli a(rediattorno,&iui flette mentre il RLodouico venne in per fona di Vngaria perdaradofloal Valaco. Ilquak vedendo di non poter refiftere, torn alfuopaefc. Ma poi fecero pace, & Vulaico mandin Vidino tutti quelli, chehaueua daquelluogoleuati.E
.
:
.,
-,
tono tlcafleilo
dl
SrebawK
stracimir fi^U
V'dhobrufcia
reititui
tempo Lodouico liber Stracimir di prigione, & gli ~ e r / Vidino. Ma pnmagli rccegiurare,redelta: & per ogni duo
1
StratimrUbe*
rato.e rejlitnt*
-
>
lifpcttoritenneappdi fquafi perltatichi due fue figliuole, delle quali vna fra breue mori 5 e Tal tra, chiamata Dorothca marit
toa i mo.
^ 0< 0BM
/
Tuartco
Bano di Bofna,che(come dicemmo) poi prefe titoloetiandiodclRdiRaflia. Ora dunque fendo ltato Stralcimi
all'hora
manco di
do
472
paeTc, tratt
G N O
I
firn
ltato,li
toTf enero di
straamir.
spegno cade
nella battaglia.
SciCmano
Ture**!?
fi fi
UmurateTurco
chiamato
ll!
Tempre con moltahumanir. Et poco di poi nel i 363. mor AlclTandroluo padre. Il quale hauendohauuto vnafigliuola belliilima conia iuamoglieBraide, quella haueua dato (come ieriue Laonicoal 2.1ib.) per mogliead AmurateTurco.EtkTci dop di f tic figliuoli, chehaueua hauuti co la moglieHebrea,cio Self* mano, Ailegno^&vn'alriOjConliqualiStracimirloricaccll.keb. be guerra. Nel qual tempo vennero in Bulgaria etiandioi Turchi & con quelli Sciimano, &iuoi fratelli venuti allcmani, Ailegno fello morto nella battaglia, dop la quileSciimanoTccepacecon li _ - j j io j -r Turcni,nono;adoli,& dando loro il tributo. r-\ Ondepiu volte iTus chiandarono facendo icorreneinfin a Vidi no, Taccheggiando & ruinando ilpaeie* ma non poterono eTpugnarela citt; & paflan* do dopoi di ldal D-inubio,penecrarono uellepartidi Valaehia. OndeilVoieuodade'Valachileuatelorolebarche, nelle quali haueuano tragettato quel fiume,diede loro adollo; & gli ruppe nella giornata; &quelli,che non morirono nella battaglia,credendodi poterfi ialuarc nelle barchc,&quellc non trouado, ialtauano nel'ao qua,per non venirein mano dcrnimico; & cos tutti perirono Et itando(com'dctto) in diTcordiai figliuoli d'Aleuandro Strarimir,& Scilmanoper l'heredit paterna, non volendo il minore ce deral maggiore,-& vedendo Sciimano,che non poteua ilare a paro del Tuo Tratello,mandchiamar'inaiuto A murate Signor de'Tur cn * offerendogli gran lomma dedanari . Ilqualccon dodici mila combattenti lubitamen te pais in Grecia,- & bello ftudio andaua
,
.
11
-i
d
f
1 '"
pajfainGrecia
prolongandolaguerraquantopi potcua. Etquandovidde li due & fratelli indeboliti, li teiori paterni conili mati , il paeie minato
,
per
t
non
tUCallpoli.
gocommodoal
marevicino
ftinato ne
alia
bocca dello
tiretto di
Hellelponto
Et hauendo de
Tanimoluo l'Imperio
Trende
napoli-
Mr~
non veddofoizc,che le gli poteflero opporre. S'Impatto in breuectia odio della citt d'Adria no poli con la maggior parte di Romania,lanno 1363. in 64. Quella prouincia parte della Tracia; la quale hebbe il proprio Rbn'a l'annodel S)gnore48. poi Tu log
giogata da
Finanche tem
poTraciahcbbe
Romani &
,
Et appresogli auti
col
proprio
c hihebbe confini
molto
larghi.
DE GLI SLAVI.
terminata dal
la prouincia
475
confini antichi
UTracia.
Scifmawpri-*
^JtdaM
murne.
,.
,
ccua moltefcorreric per tutti i luoghi vicini.Qu veramente fi pu . Rfo i Buinrrr rC \i-r io * vedere belliisimoellempio, quanto poiionolcdiicordicj&gueire u ecH p 4 . ciuiIi.ImperochcliBulgari,iquali((econdocheriferitconoilBion todarmrebi. do, ilSabcllico, & il Platina) furono la pi potente nationc rompere le forze del Turco, mentre fletter in pace, non vn folo nimidjior-
mai affatto fuperarc Ma poiciache, per difparcre de' loro Principi vennero adi uidcrf, cade ai tutto Pimperio loro, che in vn tempo fi vedeua tanto fiorire.
2ta
co ;
ducimi*,,
Amurate impatronitofi adunque di Bulgaria, l'anno 1570. efpugn la citt di Pritur in Romania, ammazzandoci fuo Duca, co Amtte ejp*
dclPlmperadoreStcfanoNcmagna^doplacuimortchaucuaoccu- mt^z fin " pato alcuni luoghi inRomaniicin tuttelefucattionificramoftra f^pj^ to huomo prudente , & prode in acme .& cflendo andato in aiuto dc*Bulgan,da quelli fu finalmente tradito, oc ammazzato da Amu:
valore>.
IL FINE.
QOG
.-
2323
n*
EST OPERA.
le
13 *.
foccoro-
BSIRTIO
foro
hoggi
car.
di
O
i
1
no
Acumo Signor
1,
Sirmio
Gothi nell'imprefe di Tracia 131. fanno molte guerre co' Romani, 13. efpugnano la citt diCoftan tinopoli. 132. luperano Gordiano Imp. & aiTaltano il Regno di Porto-
caarliPrufi. 87.
ammali irrationali
.
gallo.^.
87.
morto
4*
j.
dalli facerdoti
de
gl'Idoli.
.
Adrianopoli prefa
426. 43
2.
da' Bulgari
88 417.
cfpugnata da
Amu-
Albero della genealogia di Balfa Si* gnor di Zenta. 185 del Conte Lazaro.3 (O.diCotromanno. 343. di Nicolo d'Altoman no. 280. di Stefano
ratc, 31?.
Ncmagna.
v
241. del
R Vucafcino.
Agefilao C11 co relegato a Meleda.joi Agilulfo Re de' Longobardi con aiuto de gli Slaui efpugn Padoa, Ro ma,?;. Agria citt fondata da'Agriani, 169. Agriani dell'Illirico famofi. 169 militano folto AJeiTandro Magno. 168. hanno da lui vnpriuilegio 16$. Agrippa Cfolarc da' RuiT morto 89. Agrone R dell'Illirico & della Dal matia 147. ALani lno Slaui. 102. fi diuidono fra loro 130. fono d'vna medei ma lingua coi Gothi. 130. non hanno fcr ma habitatione .130. fono amatori
&
273. di Stefano Coffaccia. 379. Alcida Slaua donna illuftre,& genera^ le d'vna armata. 144. Aleflandro Magno perche vien detto Greco. 170. lupera molti R coi va lorc di gente Slaua 167, gli concede vnpriuilegio. 168. 377. Aldenburg brufeiato da Slaui. 77. Aleflandro R de' Bulgari feorre la Tracia , fi manta con vna hcbrca,4<>8. Aluifi di Nauarra cerca d'occupare il
,
&
Regno di RaiTa.
Alufiano R
fuoi.443.
89.
AlzecoDuca
con
li
fu 01.
Amazone
400* mogli de
delle guerre
13 1.
&
laCiudca
132, fi
Ooo
Amba*
TAVOLA.
Ambafciadori Peraftini ammazzati j>
hftrada,$87-
Artemia-figliuola di Dioclctiano 177. A sbado da gli Slaui rtto, <Sc arfo. \ 9. Afcriuiobrufciatoda'Saracini. 297. arlb da' Bulgari. 19S.
.
Aflegno figliuolo
de' Bulgari
di
morto
da'
& efpugna le Adrianopoli 313. morto da Milofc Cbilich .315. Amurate a. dimanda per moglie lafigliuola di Giorgio Defpor.3 2 5 fa ac
Grecia,
,
citt di Gallipoli
&
cecare i Tuoi cognati. 3 z6. cerca d'ha ucre Giorgio nelle mani, Spio dima dadaRaufei-327. 3 28. rende Gior-
Atinio rotto da' Dalmatini firieoucra Raufa vecchia. 1 64. Auari fono Slaui 103 affollano l'IllirU co. 129. fanno tributario l'Imperio
.
Ramano
130.
129.
129.
chiamano
lor
RCogano.
gio i figliuoli- 3 3
ra. 3 37-
1.
gli
moue la guer-
douehabitarono. 130.
Auentino monte fpianato 118. Augufta citt efpugnata daSlaui.33. Aurelio hnperadoref Illirico.175.
Azatine Sultano manda PAmbafciadore Cofltino Ri de'Bulgari.402.
Angelo appare al R Vuladimir 222. Ami, & Slaui tutt'vna natione. io- rotti
da Germano
22.iuperati da Sla*
ui. 1 7.
Baiufa confine dei brosau. 230. Baldafar Capitano del rotto da' Raufci. 192.
gari 458.
Regno
di
Do
Duca d'Angia
Antiuari deftrutto da Gallo greci,& ri* laurato da Elena Regina di Raffia z% 1. manda aiutoa'Raufci. 385. Antiuarino mette in fcompiglia l'cfTcr
citode'Greci.228.
Antonio Fiafchi viene co le galee nel Golfo di Cataro.500. Apparato di gente fatto da' Romani
ncll'impf efa della Dalmatia.15
2.
il
territorio
de*.
guadano l'Italia.! 5 6.
Arma di Bulgaria .398. dcBalfi. 1S6. di Bofna. 3 44. di Chelmo 3 9odel Con
te Lazaro. 3 1 idi Croatia 3 49 di Nicolo d'Altomano.28i.delRVuca ftino.274..de'DuchidiS.Sabba.3So. di Stefano Remagna. 24.2. Ai'ma antica di Stefano Coflaccia 3 S6. Armata di Miroslau Duca di Raffia
.
Catanni;?o2. Bambalona hoggid Durazzo. 211. Bani magiftrato de gli Slaui ziu Bano di Preualitana cade nella giorna*
ta. 218-
Barbi di Croce genero del Conte Andrea 3 91 Barich Bano di Bofna guada il territorio di Rauf. 34/. rotto da Raufi.
rotta da' Raufei, 247. Armate de gli Slaui potcntiflime 77. Arme de' Rulli. 89.
J49 fi fa lor tributario. 349. Baroni di Bofna fi lcuano corra Tuart* co Bano. 357. Baroni Francefi prefi da' Raufci nelle galee del Duca d'Angi,& menati
Mar figlia
192.
Arteihoggid Archiani.i
l<u
erdoti
Ghri-
T A V
Chriftianrdi Orintja.37.romjmo di nuouoalla religioncChrutiana. 38.
O. L
ta
Al
1.
da'
Rau-
Bodino samimc il nome Imperiale. 23 1. rotto,& nudato prigionc Coftantinopoli. 233. liberato. 232. oc-
Ballidc Cartello fatto da Bafilio Imperatore 3$. Ballilo imperador combatte molto te
p con
441.
cupa U Regno di Rafla.23 3 l gfUr ra alla citt di Raula. 19 1 25 4. ra decapitare i fuoi parenti. 254. regn. 26. armi, 235.
.
ta.
Boemi fono Vandalici, hanno origine da Czecho 49. fono prodi in ar,
defendono l'Imperio
Romano contra Mitridate. 1*3. paffano in Vngaria,& fi fanno Chriftiani.133. Bataia primo Re fra Bnlgati nella Tracia. 403. Battone Capitano de' Daluiatini , <5c
fat-
Peoni.! 61.
429.
Belboch Idolo.
83.
Belgrado edificato dal R Lodouico;, 264* viene in potere del Conte Laza ro.312. torna di nuouo gli Vngari.
3*7-
R Samo, 37.
molto
Bofco
di
Lomniza,
& RudmK
forte,262.
BcllicioBano di Croatia Alba 214. Bello citt fatta da Paulimiro, 217. Bcllifano fi rallegra per la venuta de gli Slam in Italia. 1 .fcaccia gli Oftro gothi da Sicilia. 116.
Benefla 301. 188. Bergat diChelmo.391. Belli di Tracia non fono Greci
lato,365.diui!afrtreR.357.
quan
do primieramente
fu infettata da*
Turchi, 365 depredata da Maumctte,3 7i. foggiogatadalui,377. Bofna fiume, detto da' Bfncfi, 345. Bofneii vengono da' Beili popoli di Tracia,34j.rottidagliVngari, 360.
175.
combattono
fpeflo co'
Romani
no
dan no rotta alli Turchi ,381- fuggo no, 363. danno rotta gliVngari, 365. chiamano i R loro Stefani, 3 69. quando cominciarono haucre
i
R incoronali. 358.
Biagio de' Bobali Ambafciadore al R Vucafcino. 277. Biagio Matarango Signor de'Mufac*
chi.
2S9
Bilingo Slauo dilat molto il fuo Re= gno.tfz. Biloslau principe degli Slaui 67. Bilug primo Re Chriftiano fra Slaui del mal Baldo. 84.
.
VuK
Rau
BificcpagnatrBlagai&Mofiar 2(6 Bizantio edificato da Paufania 18 6 Blagai detto da Blago 3 84. Boas dragone d'cpidauro fi. Bobali. 29.187194. 196. 197. r98. 245. 200. 247. 2S4r. 30'). 3-24* 349- 353
.
. i
Brazza
Ifola
mondo
Buda
Sigis-
Bobouaz
daRadic Manicheo.
prefa da' Pcraftini 307. fondata dagli Egitij, 182; Bulco Rafliano, 267. Bacchia, 261- 266. 275- 301. ?o. Bulgari nationc Slaua efeono di Scandi
inauia,
T AJ VO 07
dinauia,393.
di.
L,
AT
hanno origine da'Sue< of da Volga fono ckmBulgari, 107. 398. in che tempo penetrano
fanno fchiuuo
$
Cedano
Illirico, 399.
Acumo Re dell'Illirico,
>-
allaga-
mettono-in libert , 443-' fono de* ftrutrronc dell' Imperio Romano*, 444. tagliano pezzi, 37. mila ilo-mani, 45 o. occupano molti luoghi dcli Imperio,429 449 4?&.46S.ran* n rotta a' Latini, 4&.'Jcipt>gnaHO Bcrrea,& Filipopoli, 45^ occupano
fi
:
no Teoderico R de gli Oftrogotni, 4.00 fono ammazzati tradimento da Dago bcrto R di Franaa,40o. d no rotta all'Imperadore Romano
no
.naiione
403-lno affalti da Giudinianolin peradore, 405 fanno pace feco, e lo riueftono dell'Impenoi4.05 -di nuouo entrano in guerra con lui,&lo iu>crano.4o>. tagliano pezzi, 30 nu.
Bulgaria amicelo i.' Bulgaria occupata da' Turchi , 473Burgundioni Slaui detti da Brogi, 12-n
Bun(c,&
aflliti
all'improuifo da'
Romani,
R de'Bulga
Courtagi 402.
Cn v
J
Acano R de
,
gli Aliati
li
manda
l'Ambafciadore
5
Principi
Slaui
9 (cacciato del
.
Regno da gli
Siam, 34.
ciano il rito Greco ,420 rotti da gli Vngari, 421 guadano le terre dell'Imperio , 422- inferno la Tracia, Macedonia, Grecia, & Pclopo^ nefl, 429. (corrono l'Illirico, 429. danno rotta a'Pcrfiani, 465 n tanno patroni d'amenduele Me(e>403.infcftano il Regno di Vngaria,422. de. -
Cabota, 192. Cadaloch Duca di Friuli, 42; Caio Imp. fui Illirico, 76.
1
Calafato traditore de' Raufei ,305. Calamota Ifola de* Raufci,203 Caleftre Regina dell'Amazone viene ad Aleflandro M. con 3 00 mila A*
mazone,
143*
predano la Tracia.41 5.45 7.45 3. 4S 9. 460. rotti da Foca Imperadoic, 424. mandano l'Ambafciadorc al Princi pediTune(i,424. aflalrano la Grecia,
425.442. prefentatidalimpera
muo
le
reno
in
gran
numero
43 o. rotti da'
174.
Slaui,
3 2.
daBafiholmp. 43 3. con
Carlo Magno combatte fpelto in perfona con gli Slaui, 68. 69 70-f pace conDragouirPrincipeSlauo,70 du
ui,
no,434.(oggiogatida'Romani.437 dinuouofi mettono in libert, 441. traditi da Alufiano R vgono (ot* to l'Imperio Romano, 443 da capo
.
ioni,^,
, ,
T A V O L
Orlo Tobia lotoiedelh
ia , 1S7. gO, 2*8.
A.
citt di
Cr o
;
Slaui, 76.
occupa
l'I Jole
di Arcipcla*
let
Caufa della ruin.t degli Auari, 40*. Caul perche Mechmerrc Turco ab* bacino li figliuoli di Giorgio De(p t, 3 26.
tcrcd'oroilPriuilcgio,conccdutoda. AlelTandr o Magno alla nationc Sia* u , 3 77 oblig nella Bolla d'oro gli elettori dell'Imperio a mftmire li lor figliuoli nella lingua Slaua, 377.
.
Ccrua, 197. 301-383. Celcdrago Principe degli Slaui, 67. Cerimonia (bienne, che s'v l nella crea
rione del
126.
Duca
di
Cari n ria
175
38. la pace
Cartelli di Bulgaria
s'arrendono all'un
437-
marmi,
io-
peradore
Romano,
Caftelli di Scruia
44* Caftorea citt di Marco ChragUcuich prefa da Balla, zyo Catalogna, detta da Gothi. Alani, ita. Catalogo de* Principi de* Vucrli Sla'
ui,
62.
Chgliuc fortezza
di
'
laconRaufci, 302 mandanolegaiecrctcncre le naui Raufec, 304. prendono vna galea Raufca,3 05 am
Re Tuartcocontra
fione
5
Rau(ei,302 tra
Chitomir Principe Slauo 37Chys Capitano Vngaro morto daTihomil, tis. Ciclade fono Ifolc dell'Arcipelago.
214.
Magliari da' Balli Signori di Zcnra, 302. fin' che tempo (tetter diuo
Ciaslau fcaccia
fuoi, 215. Cilicia,hoggifl
cflerciri, 144.
de R di Rafa, 299 confederati dell Imperio orientale, 299 fpon tancamente li danno a' Venctiani
307.
gli
Cataro hebbediucrfi nomi, 297- creb* bc dalie ruine di Rizano, 199 Spugnato da VettorPifano,299 dmuo110
to,
fi
Cirillo Aportolo de gli Slaui tradurle nella lingua Slaua il nucuo,& il vcq*
fot
toTuartcoRcdiBofna,^9
attedia-
donna Slaua, 144. Citta di Marco Chraglieuich,290. Citt principali di Dalmatiu 164.
Clara Catarina moglie di Matteo de LuccariBano diualmatia ,&Croa*
gno
mo,
84.
de' Catarini
citt
con
tu 303 Claudio Imp fu Dalmatino, 172. Clemente Ragnina, 198. C'iffa, anticamente Andrctrio, 164. Coccia paro morto da' Bolncfi 23 s Cognome antico de gli Slaui oprli
,
Greci,
19.
de gli
Colonie
diuerfe condotte da
Traiano Imp.
,, ,
, .
T A V O L AT
I
dra, SS.
Colonie .degli Siaui condotte nella Da eia, 4 ."in Polonia, & Boemia, 47. Colonie diuerfe condotte nella Dacia
1
ij*.
Concilio fatto in
Dalmna
210.
Crac ras Bulgaro huonro milita re, 43 Crapalo Rdi Radia fupera.gliV'ngari, & occupa gran parte diBulgaria, 251. Crcani refideza dclRVuladimiro 224 Cremona minata da Slam, 34. Grepemir R ruppe iTcdcfchi s iij. Chris Bulgaro. 207. C roana Alba altrimentc detta Dalmatia inferiore, 211.
O
>
Confine frZcnta, & Ralfia, 292. Confine fra Bofna, & Rffia, 551. Confine fra Cheimo, &Zenta, 393. Confine fra Groatia,&Chelmo,396.
Confini antichi di Tracia , 47 1. Congrcgationc Melitenfe,200.
Corcira nigra.hoggi Corzula, 156. Corfu efpugnato da Demetrio Lefi
Croatiarubea.Jn.
Croatia faccheggiata da' Bofnefi
.^
,
3^9..
foggiogata da Padovano, 395. occupata da gli Vngari, 396. Crobati cio Raflani, Serij, danno
rotta a' Bulgari, 42(5.
>
gnano,i52, Corfo Idolo de' Rulli, 90. Corrado 2. Imperadorc rotto da gli Sia -U74
Configlicri del R Dabifcia ,361. Configlieri di Stefano Imp. di Rafiia 26%* Conuiti,&icrificij dc'Samoiedi, s8. Coitantia citt efpugnata da' Bulgari, 457Coftantino Impcradore rotto da' Bulgari, 411.
Croia
^%^i
citt edificata
da Carlo Tobia,
'
Coftantino Techo occupa il Regno di Butearia,& fi marita con la figliuola dclilmp.46 1.462. Coftantino Tornico morto da'Bulgari,
StrumizzadaH'Impcradorc,4S5.
fi
459.
Coftantino NemagnaCrocififib, & fegato per mezo dal fuo fratello Vula
dislauo,2 54.
Culien Bano
fe,347.
conuct ti li Bulgari, & Slaui alla religione Chriftiana 45 209. trou lo,
di Bofna che tempo vif manda molti prelenti al Pon tefice Romano, 3 50.
>
Dobroslauo,2:8. Curzola edificata da'Gnidi popoli d'A fia, 1 5 6. dominata da' Raufei tre an
ni, 366.
fifa
CoiTouoCampo> 318.
Coftantinopoli attediata da* Vifigothi,
1J r.\
Curzolani fuperati da Ottauiano Ini peradorc con gran fatica, 162 aflal ti da Coftantino lo fanno prigione &fi mettono in libert, 247.
.
Czecho
nel
li
Saffonia, 47.
>
morti, 74.
il
Re-
marita
,
,
T A V O L
marita con Zuictiza Croata, 361. paf Croatia con l'cfTcrcito.3 70. DaciSlaui (cacciano li Vcrh dal Danu -bio, 135. tagliano pezzi gli clerciti
fa in
Ita,
A.
gioDcfpot,;3o.
Romani, 13 5 ne" diurni vfHci j,c nelle pubhche fritture adoprano la lingua, e carattere Siauo, 13 0. Pagoberto R di Francia combatte co
gli Slaui ,35
Dardani
gli
manda l'Ambafciadore
dell'Illirico ributtano lpefTo eflrem Romani, 165 fanno nu>l re guerre con Filippo Rdi Maccuo
Samo Re degli Slaui, 35. ffcelra del fuo efferato, fi azzuffa con gli
&
65
Slaui, 35.
Slaui va in aiuto di Dania, 74. Dalmariainfcarada'Bulgari,22 3 minata d' Raffiani ,335 trauagliata da' SafToni, 16 ? occupata da gli Slaui 25-giiaftata da Liudcuito Slauo, deftrutta da' Saracini, 2 cadmila fra due
no affai della unifica, 165 Daui Rcnefo AmbafciadoredclCon te Radoslauo morto per lairada,
24+.
Ded Abbate
Bofha<354i
de'
Manichei Heretici df
.'.
Deca baio R di Dacia, 13 5. Decio Imp fu di Pannonia, 175. morto da' Gorhi 109 Demetrio Lelgnano, perche ribell daTeuca Regina,isa fatroRd'v,
daDalmio,
154.
9.
mai
.
non fono
baftanzalodati,isp fono
na parte
dell'Illirico, 153
s'acquift
reputati fempreguerricnis
il
quan-
celebre per mezo dell'armi, 1S4 rotto da' Romani fugge in Ma=
'
nome
ccdonia,i54> mortoda'MefTcnijjis^ Deruano Principe Siano, 67. Dcfcrurione della Rugia Ifola de gli
'
Slaui, 76.
&
Defcrittioncdel lagodi Mdeda, 199. Defcrittionc di Suatotut Idolo , 77. Defitiati Dalmatini mclpugnabili, 15 6. Deffa figliuolo di Vro(c fi fa chiamar Bano ,2 44 ama li Carolici & dona l'Itola di Mcledaalli monaci, 245.
,
Diana Illirica, 3 51. Dioclea metropoli di Croatia Rubca Jii luogo da incoronarci R , u.
dcfhutta da' Bulgari, 2 1 2. Dioclctiano Imp. fu Dalmatino, 175. Diuifonc della Dalmana, 41. Diuifione del Regno di Dobroslau,
230.
Romani
.
combattono per lor Principe 272. concorrono nBoc^ mia 49- nati alla libert i;i- affolla*
172. volentieri
.
Diuifione del Regnodi Hualimir 210. Diuifonc del Regno di Prclcmir. 19. Diuifione del Regno di Scbcslauo ,
^i2.
Duiifioue del
'-IO
Regno di SueropclcK
no la Turingia,i6 2. nbcllanoda'Gre ci, & mandano gli Ambafciadori Carlo Magno Imp. 1. Pambrouca moglie dei R Miccislauo.54.
DobreR
eia, 40-;.
de
nomea Dobrucia
407.
5,
acre di Gio-
, ,
T A J V O L Ai
2*. fi fa patrone del Regno pa tcrno,226. Dobroslauo 2. R, rotto da Coccia pa*
rlta,
Ducato
di S.
chi, 388.
Due
10235. accecato^*. Dobrouoi > & Stefano figliuoli di Voi no aucknati da Nicolo Altomanno.iji.
x>i.
R de' Bulgari
accecato in-
fetta la Grcaa,442.
Domagna
ftra
Bobaliiecrctario maggiore
3 5 3-
"
mo
Domcnieo Ragnina
fano, 198:
ti/23!.
Caualicrc di S.Stc
loro Faraoni, 369. Elettori dell'Imperio fono tenuti infegnar li lor figliuoli la lingua SiaEgitij
tutti
chiamauano
iR
ua,3
Donne
145.
te
di
Arduba
di gran coraggio,
Donne Boeme
50.
Vngara moglie
del
R Mila
il
tino,2S3.
rofamcnre da loro, 19?. Enrico Ddolo Doge di Venctia morto da' Bulgari^*. Epidauro quando fu edificato,
li rutto,
Donne
il
di Suctia
5c
de-
Donne
Raufcc molto
18.
&
fc di Raufa, 181. Errore d'alcuni Greci intorno l'origine de Paulichiani Hcrctici di Tracia ,
353-
Dragurin (caccia
il
gno
& pentito
fi
monaco,
25 2.
Drafco Principe Slauo morto tradU mento, 71. Dreualiani foggiogati da Olha Ruf.
fa,
Errore di Ccfare Campana, ipo. Errore di Cureo,3 31. Errore del Docleate intorno l'origine diRaufa,2i6. Errore di Lamberto Sa ffnaburggfc.93di Lodoui* Errore di Paolo Giouio j
&
15.
91.
Drieuoft fra Scutari , Modon 296. Due Principe Slauo foccorre Haraldo
&
R di Dania,
,
74.
Duca
ui,tf.
Etimologia del nome di Giafet, 6. Etimologia del nome de' Rufll.88. Etimologia del nome Slauo ,95Etimologia dei nome Vucrlo ioj,
Euboctf
T' A V O L AT
Bulgari 420. Franccfi, 3 2 mila morti da gli Slaui, 6 -7. Fracefi.50. mila morti da gli Slaui, 73. Frctii, 30 mila morti da gli Slaui.j.
trina
i
FAmidia
Sbattuto origine da Cataro,; 01. Fati figliuola di P-iafir Turco & mo,
FranccfcoSignordi Mtttaia, 271. Franci onde prefero qutft nomc,i3 1. Prati minori quando primieramente vennero in Bolina. 3 2. predicano contra Patanni hcretici, 353. rizza no molti monafterij in Bfna, 354. Frigibego rotto, & prefo viuoda Gioani Hunniadc, 338.
> i
FcrdulfoDuca di
Xii 37.
G
GAbriclo di altri
detto
FermiiTmaamiciria tra
Fk*ezzadc
157.
de' Bulgari
;.
mento.43
Glea Rauia prefa da'Catarini, ?o5 Galea Venetia ria Saluata da'Raufei,i95
ricoueranoa
Raufa, 234.
Fightioli di Braniiioi
R dell'Illirico
n legato
prefo
da'Roma
occupano ilChel
mo &
,
fanno refidenza
i
Stagno
ni, 5c
391
39.
Ghctaldi,262.
ecccl-
miou Gioanni Bulgaro fi moftr molto cruRegno di Bulgaria, 428. dele nella prefa di Vuarn, 4$7-f paFigliuolo del Re Orbato diuidono il ce con rimpcradore di Giorgi, 45 8. Regno paterno. 402
Figliuoli di Stefano Coitacela druido* no lottato paterno, 388. Figliuole di Samuclo R aflalrano la
Gioanni battiftaGiorgiohuomo
rato, 200.
lette-
R Vuladislauo^r. Figliuolo di Tomafc R di Bofna more Melcda, 70 Filippo Re di Macedonia fpogliato del
moglie del
laprcdadaTriballi, 166 Finlandia habitata da gente Slana, 4. Finni Slaui ottimi arcieri, 134. attendo*
Gioanni,de Luccari Prior diVurana,& Goucrnatore di Belgradi, 196. Gioni Hunniadc fi mette farvendet ta de'Turchi, 333 minaccia Giorgio Defpot, 334. rotto m Cofsouo
poglie, 3 ? S .fugge lolo 335- aflfahto da'Raffani 3 3 5 fatto prigione da
,
.
mouc
fauordiRaflla,
3 *,
Fionnialfola aflalitadagli Slaui, 73. Firentini chiamano per goucrnolor i Lucchcfi, 190. Foca Imp. cerca la pace da' Bulgari,
421.
Gioanni Papa fu Dalmatino, 176 Giouanni Capiftrano viene i ragionamento con Giorgio Defpot, 39? Gioanni Duca rotto,& prefo dal RStc
fano, 15
Focaccia fatta col motto', 79. Fortuna fugace, 14. aiuta gli audaci
3 16.
la
fua dot-
Cioanni Gozzio oratore facondo,i97 Gioanni Iafcn R di Bulgaria 44. Gioanui Ppp 2
,
,,
T A V 0/L
Gioanni Stoico Cardinale Rau(co97. Gioanni Paleologolcua la fpofaal Tuo figliuolo Emanuele, 384. Giredi Bnofo Protoueftario del R Dabifcia fu il primo,chc fece la cala Grauofa con pietra liteia 3 84. Giorgio Balla lafoa, la prima moglie &n marita con Teodora, 2 3. viene
,
A:
Giuppani, 2U,
405.
Giupano
di Seruia
ruppe
li
Romani,
Rauia,
291.
Giorgio Benigno minorit ,i97Giorgio Bifann viene in aiuto de'Rau246. Giorgi, 196 192 301.303.
fei,
287.
Giorgio Brancouich prigione Coftan tinopoli, 320 fugge, & dal Turco e
prefentato, 320- viene Raufa, 296328.fuccede nel dominio al Defpot fuo zio, 324.fi fa tributano del Turco, 3 2 *. marita vna fua>ngliuola VI l'altra ad Adrico Conte di Ciha, murate Turco, 3 14 3 25 fugge in Vn garia, 226. viene in Annuari, 3 271 aiutato da Raufci, 3 28. fi moftra loro fempre grato, 329 rinueftito deU lo Stato, 329. fa pacefr Vngari,
Giurare proibito a gli Slaui, $3. GUubidiag principe de gli Slaui, 68. Gliubimir, 249. Gliubimircontrada>primafidettaTar
uouo. 249.
Gliubimir Siano diede
ta Citt del
nomea Lubec*
&
mar Pomeranico, 8 i Gliutpmii Giupano di Rafsia ammazzato dalli (1101,217. Gliutouid Signor di Chclmo huomo prode,22 7 entra in fteccato conGoi*
-
&
slauo, 230.
Turchi, 330. fauonfcc li Turchi ctta iChriftiani,3 1. vieta il palio $e darbego, 331. fi moftra ingrato verfo
1
Goico fratello del R Vucafcino s'anneg nei fiume Manza, 77. Goislauo morto tradimento da' Tro*
;
ghVngari,3?+ ha inuidia Gioanni Hunniade, 334. daauil ad Amurate delle cole de'Chriftiani
3 3
binefi,23i,
4. fa pri-
gione Gioanni Hunniadc, 336 alla* lto da Frigibego, 5 37. viene ragion namento con Gioanni Capilrano 3 39' prefoda Michele Zilugo 3 ^o,
trapatsa diqucftavita, 340. Giorgio R di Rafsia rotto da Goisla-
no
uo, >37-
Giorgio Paleologo morto da'Bulgari. Girolamo Dottore fu Slauo, 176 tra-dufse nella lingua Slauail vecchio , & nuouo teftamento, 1 75 trono il ca
.
ratiere Slauo-
112.
foggiogano
.
l'Egitto, 106,
fi
ditti
fin'
Rati
dono
che
106.
fa,& fatto Generale di tutto lo Stato de' Raufci, 195 GiulienfiSlauilono glivltimi ncll'abbracciarilChriftianefimo, 84.
Giuoitij Deidc'Samoiedi, 57.
Giugno
di
Baflano
108.
io.afialtano Caracalla
Dominano.
Imperador%
di Stefa-
&
grue, 196.
Gra.
TAVOLA.
G disiano decapitato dinnanzi la citt
diRaufa, 234.. Greci am mazzatida'Ra(siani,2i8. 2%6. rotti da Dobroslauo, 227.229. Grecia fpauc tata per la prd di Fenice,
H9.
Gregorio Dottore nacque di Cafa Fra
g pana, 369. Grubcfla R cade nella giornata,
IAchobogldolodegli Anti
Iachfcia lei, iC.
Slaui,9.
Guerra dc'Marcomanni fu molto dan* nofa a'Romani, 140. Guerra fra Vcnctiani,& Slaui di Naren te quando cominci, 28. Guerra dcgl'IUirij fu di gran danno a""
Romani,
r
162.
307.
&
no, 2*3.
Guerreggiare non bafta con gli Slaui, Gurcho Idolo de gli Slau di Prufsia.S 7 Gozze, 1*8 262.275*3*8. 363. 383.
1
li,
37.
H
HAruoieProtoger diBofna qudo
prefe titolo del Duca,3<54.cntra in guerra con Sigismondo Imp. inimi-
Idolde'Poloni,53Idoli de'
Rum, 90
92-
Idolo de gli Anti Slaui, 19. Idolo, colto de gli Obgoriaui Sia
&
de*
Finni Slaui 134. degli Hirri, &Sciri, 134.. de'Mefi Illirici, ls-deTriballi,
167
di Rafmoredifperara, 251. Hiccla figliuola di Pietro Orfeolo Doge di Venetia fi marita con Stefano ligi iuolo del R di Croatia. 360 Hoila,& Zigatone Ambafciadori Bulfia
R Iafen fi marita figliuolo dell'I mpcradore, 460. iorgio Delpot fu niIerina moglie di pote del R Vucafcino, 276. caus la perdita diSamandria, 326. aucle nata dal uro figliuolo Lazaro,340.
Iellina figliuola del
con
Igor Principe di RuiTa ammazzato da Malditto Dreualiano 91. Ilion fortezza di Troia brufeiata da'
,
gari, 410.
Stefano
Illirico
due Im pera-
Hunni fudditi de'Rufsi Slaui, 98. Hunni rotti da gli Slaui, 37. {cacciati di
4 Huomini, chcanunaliauano col folo
lor paefe,
1
Romani, 177
Illirij
detti
da
Illirio, 146.
danno rotta
fguardo,67.
all'efferato de g'iEtoiijHS. bellico** (opra tutti gli altri, 166 171. occupa-
in arme,i96.
no la citt di Fenice,
& Achei,
151.
T A V OV
15
r.
UA
a'.
Ma-
gno, 167. (Unno allefronricre di Germania, 172. militano in Italia fotto BeiJifario contrai Gothi, 171. quando cominciarono primieramente guerreggiare co' Romani , 1 <9- fug-
gendo da
fi
riti*
Jjazaro Conte di Rafla occupa le tertento tradirne* redi Vroic Imp.3 to da Nicolo d'Altomanno, 3 8 .ma da gli Ambafciadori al R Lodouico, 284. t prigione Nicolo d'Altornanno. elo fa accecare, 284.. arrVico "de'Raufei,3i3vcaus la rotta de'Chri ftiani Coflouoj. ogie, 1 g. pref,& decoiaro da' Turchi^ 18 giace in Re
"*
IlliriiTo
fiume
374-
VuK Branco*
}
Impcradore
,
Romano
Lazaro,
2.
monti Ca-
da Mufe Turco.
Imprefedc'Gothi,io5.degliOftrogothi,ii4.de*Vifigothi,ii9
Lzaro, 3. figliuolo di Giorgio Defpot fuccede nello fiato al padre, 340 fi marita con la figliuola di Toma Paco,
^
*
in Illirico,
176-
Infegne dd R di Bulgaria , 428 Jnuentionedi Pietro, Iafen, per ecci* tare i Bulgari contrai Romani, 444.
&
Lecho
-
Ioachimo
Patriarca
tislau,465.
177.
Bego morto daNicolo Slauo, 3 66 dimezo, 202. llTaho^g LiiTa combattuta da Teuca Regina di Dalmatia, 153.
ftaac Ifola
Iftria
Lefinaafsahta, &preiada'Romani,i54 dominata da' Raufei tre anni, 366. Leggi de gli Slauc commendate, 83 Leone Imp. fu Beffo, 175.
ini-
combattono co' Gothi, 2*. luanco Bulgaro ammazz il R Iafen, 454. fi marita con la forella dell'Ini* peradore , 454. occupa Filipopoli,
Iftriani
prefede' Gothi. 119. Liburni detto da Liburnia citt , combattono co'Romani, 1 58 in marpugnaci, 159. s'impatronifconodiCor
fu. 159-
'
211.
45 5. d rotta a' Romani, 455. fa pace con l'Imperadore, 456. prefoda lui tradimento 456. Iuanifc Bano di Croatia morr crudelmente daSigifmondoImp. 360. Iuanifc figliuolo dei R Vucafcino cade nella giornata, 292. Juanze Bulgaro fa gran ftragede' Romani , 43 i. prefo tradimento Se
,
Lingua antica de'Vandali, 99. Lingua Macedona fu difercnte dalla Greca 169 Lingua Slaua fu fempre nell'Illirico, 17?. tenuta fempre in gtan conto da'
,
&
di
Pannonia
Lago di Mc'ed,
& occupa
Lattane occupa il Regno diBulgaria, 4.6$ morto da Noga Tartaro, 463. Laufa,&hoggi Raufa,zi6.
molti luoghi dcli'Imperio,42. 43. Liuonia fupcrara da Polonici. Lodouico Pio Imperadore rotto da gli Slaui, 71. combatte due anni peri*
naU
TAVOLA
juTmcntc con loro ikcue gran da' ni,7 1 .manda loro gli Ambafciadori,
!*
&
mano, 141. aiutano Aureliano Imp. contrai Gothi. 4>, Margarita Regina di Bofna more! Rau
fa,
347-
Macia Regina diBo fri a fatta prigione da Paolo Bano, 176 foccoria da'Raufci
176.
Louiza moglie di Legct, 2 9Lubccca citt da Gliubimtr Slauo. 81. Luoghi occupati da AlclTandro M. col
'
Marinari Raufei fieri nel combattere, 203. Marino Drago Catarino viene in aiuto diRaufa,246.
Luoghi poUeduti dalli potei di Giafct 6 Luoghi occupati da gli Slaui, & al pre
fentch abitati, 7-
galee-
Raufce {caccia il Prcfidio diHaruoie Duca di Spalaro,& piglia il pofscl* fo di Brazza,Lcfma,&Corzula,i96. Manno di Giorgi prode in Arme, 196. Marufco vi amichi Ammarino viene in
aiuto di Raufa, 385Marpefia Regina dell' Ammazonc, 14$ Mania barbui Meri) chiamati cnandio
Imp
diRaflia, 167.
di Raufa,i9<5
Giouarij,&Erculiani, 171.
M
MAcedoni fono Slaui, 169.
MacorcBobalihcbbc fpiritopro' fetico a 00 Manichei hcrctici di Bofna 25 4,
Maimino
S.
1.
Imp.afsoldiGothiito.
da' Verli ncl-
Mafsimo Martinzato
rillirico, 118.
Mano di
Matilde di fangue Boemo donna di gri coraggio, 5 2. don alla Chiefa Ro* mana iLpatrimonio di S. Pietro. * *. Matrimonio fra Tedefchi, Slaui fic .ferma pace, 213.
&
Marc Adriatico hi mille fole, 14.1. Marc Vcncdico detto da' Vcncdi Siau i,
i
ma pace, 2 12.
Matteo Bobali duomo, letterato, 197. Matteo de Giorgi fuper iCorfali del Duca d'Angi, 92 ammeflfo alli no bili di Genoa, 192 fa pace fra i nobili,^ id popolo di Cataro, * 03 Matthcodi Luccari Raufeo Bano di
1
60.
ic,
chiamato da'
91
Rum Vvaretzcho-
Madre
ta,
di
272.
Marco Chraglicuich figliuolo di Vucafcino R , tradiro dalla fua moglie *78. morto da va Valaco, 27?. Marcomanni fono Slaui 137. Scaccia-
196.
noli Boi da Boemia, 13 7. fono facdaVandali 98. habitano in diuerfi luoghi, 137 fanno guerra Valcnrc.c Marco Antonio Impcrado
j
ciati
Matteo diZrieua morto da'Bofncli,-^ Maumctte Turco prefo dal R Tornate 3 70- occupa il Regno di Bofna
,
377-
ccccllcn
pri-
200.
.
mano. 40.mnoa(pra guerra Maf fiminolmp. 140. danno tenore all'Italia* 140* tremendi all'Ini v-erio Ro
1
Vucrli
,T
Vucrii, 2.
O L A.
fcrcitodi
Lodouicolmp.417^
rotto dal fuo fratello
fi
ri
Mcdore
lo leu a
i
il
popolo di Cataro
dirimanolo.
Mule T u reo
Vi u.
Mclanchleni
Slaui, 133.
fa
sloman,3 2?..
Mclcco Turco l
tili(uoi,26i
N
donata
alli
Melcda
Ifola
monaci da
NArcntani
28.
Mcfi femprcbcliicofi.345 MelTembria elpugnatada' Bulgari,^. Miioslauo annegato in Balta,. * 20. Mitze Re dc'BuJgari (cacciato del Regno, +60. MladiennoBanodiCroaria, $96.
tro Candiano
di Zara
reVcnetia, 30 guaftanoioonfini a- combattono, 170. anni , 3 co'Venetiani per l'Imperio del ma-
MnogafllaR
Modo
da gli Sia
Modo
tini
re, 27 quando cominciarono guerreggiare co' Vcnetiani,28 fannotributano l'Imperio Vene o, 27 fono con ertiti alla fede di Chrifto da Cii il lo. 3 2. palpano con l'armata in Puglia centra Saracini, 23 tremendi tut1
ti
da Maumette,3
155.
3H.
li
Vardei
Dalma
.
iDalmarini, 28 vedendoli prillare di tnburoda capo s'armano contrai Vcncani,3 1. tengono l'Imperio af-
folli
to del mare Adriatico, 28. per qual cauta aiTahuano linauigk Vene
tiani
,
S
d'
Moglie di Vuladislauo Re di Bulgaria s'arrende aHImpcradore,4g8Moglie, di Lazaro Defpot di Scruia viene a Rauia,3 4o. Moglie di Dabifcia R di Bofna il fa monaca, 6i. Molte genti fortiflme fuperarc dagli
s
Narona
Cartello prefo
111
Raufci $83*
,
Naz atei
glie di
ri
co. 171-
R Vrofc
fu
mo-
Slaui, 60.
"
Monafterio
di
Stefano, i$
Monafterio
de' frati
minori rizzato
Srragno,3S4..
Michele Re de' Bulgari, 257. Ncdieglco R de' Bulgari morto tradimento. 444. Nemagna figliuolo di Deffa occupa il Regna di Ralfia, 246 confermato nello (Uro di Scruia da Federico Imperatore. 240 prende tirolo del Gi pano 246 gaaftailBrenOs 246 s'az zaffato* Imperadorc di. Collanti* nOj.'oii, ^48 Nemagna,!- da altridctto Stefano Cra 11 palo occupa gran parte di Bulgaria,
1
Morte
3o.
Bano>
Morte
6.
-251. fupcragli V^gari, 25 1. Nicetajtfamtio ammiraglio dell'arma ta Imperiale mandato (occorrere lacirtdiRaiifa,i83. Niceforo Imperadore morto da' Bui*
of
gan,4i3
Nicoliza Bulgaro viene in potere dcll'Impcradore. 441.
Mofeil glande quando nacque, 180. Moftar edificato da Radiuoi Coli 3 84. Muijs Principe de' Narentani Slaui, 18. Mundo Gcpido Signor di Sriemo fu pe
r
li
Nicolo d'Altomannoauelena
gjni, 269. 282. rotto dal
110,27*1
fuoi
cu
R Vacaticitradi-
Bulgaria 99.
cerca
d'ammazzare a
prcio
,
& accecato,
dal
T* A"
dal Conte Lazaro,284. Nicolo Bobali Capitano
V O L
fcino,i78-
A.
ftato del
Occupatori dello
delle genti
R Vuca<
H.aufce.196. 246.
(ouo poglie nella giornata, 275 Nicolo Sacchct accecato da' Balfi
293.
Olchinio hora Dulcigno, 221. Olha Ducheila di RuiTa fa vendetta della morte del fuo marito, 9*. Sottomette il paefe de' Dreruel iani ,9 li
fi
batteza,
&mutailnome,9i.
Kicolo
19S.
di
Gozzc 'huomo
letterato,
183.
di
18.
Kicolo Slauo
366.
ammazz
fi
Bcgo,
Opinioni diuerfe intorno l'origine del nomcSlauo, 9V96. Opinioni varie fopra la morte del Con
teLazaro,
3
18.
Kicolo Zapina
fa
chiamare Imperafi
Oppiano Cilico,
Orationcdc
fi
joi.
tore
de'Bulgari, 287.
manra con
,
gli
Ambafciadori Bofne-
Ja Torcila del
ca d'occupare
ta,
a 8 8.
al
Papa, 372.
Zen-
Magno
1 1.
Oratione
a'
di Biloslaii
Capitano Slauo
Re di
Bulgaria, 442. Kicflenbrufciato dagli Slaui, 77Koaro hoggid Saua fiume, 15 7. Kobili di Spalato fcacciati dal popolo da Ila Citt, 362.
Oratione del
Re
gan,4
Oratione
a'
i.
di
Dobroslauo R
Nomi varij del mar Baltico 2. Komi diuerfi de gli Slaui del mar Ve*
,
nedico,6o.
Imp
122.
a'
fuoi fai
i
Re Vuladimir
fuoi,
ori*
no
in Inghilterra, 136
fanno tnegua
fi
armata, 148.
,
con Carlo R
diano
Ordeni
Suctopc-
fanno
leK, 211.
Chnftiani,i37.
Slaua, 89 Koua Zemglia trouata da' Rul,94Nouobardo occupato dal Conte Lazi
xo,
1.
pref da Turchi,
3 31.
57-
dell "muoni465
Ordulfa Duca di Saflbnia combatte, 12 anni con gli Slaui, 4. Origine de' Bulgari OnogudurlMOiOrigine di cafa Ncmagna 248. Origine della citt di Cataro, 297. Origine del Duca Harnoic, 364. Origine dell'ini micitie de' Raufei , & Catanni,30i. Origine dell'inimicitiediHaruoiccon Sigifmondo Imp. 364.
,
Ooo
Ori-
T A V O L
Origine dcH'inimicitic de'Raufci con Stefano Duca di S. Saua, 383.
A.
Defpot 3 30.
Patarini heretici fi fermano in Bofna 351. hanno origine da Paterno, 353
>
353
Origine della citt/di Rauf, 180. Offign Cartello prefo da' Rauici, 583. Oftoia R di Bofna fi marita con la mo glie di Haruoie,36. cerca d'occupa re la citt di Sibcnico , 3156. fa guerra
a'
pafsano in Tracia 3 3 mutano il no me,c fi chiamano Paulichiani, 353. fono conuertiti alla fede Catolica,
<5
353-
Rauici, 361. fcacciato del Regno, 367. ricorre al Turco, 3<57dinuouo rinueftito del Regno 3 68
,
Ofoia ]?eraftinoAmbafciadorcdiRao fau Paul ouich, 307. Oftroillo entra nell Illirico, cade nel Ja giornata, 207. Ottocharo de'Rugiani Slaui fottomette l'Imperio d'talia,iiS. Ottocharo 5 R di Boemia quanto
&
Pelagio Ambafciadore Totila.i 17. Pena fra gli Slaui contra gl'inno! pitali,
83.
paefe dominaua, 49. 50. Oftrogothi, loro imprefe, 1 14. Ottone Imperadore rotto da gli Slaui, 73.
Peoni Popoli dell'Illirico, fieri inimici del nome Romano, 1 5 8.danno rotta a'Romani, 158. Peraft ini prima chiamati Pcrtani, 305.
&
hanno molti priuilegi da Diocletiano Imperadore, 06^ vengono in aia to dc'Raufei, 34.7. ammazzano Tomaie VuKmirich cognato di Barich Bano di Bofna, 348. fanno uendetta
cotra Pietro Bolizza, 349. brufeiano fi fanno pa, troni di Budua , 307 affltano Stefano Coflccia, 3 87. Perfiani rotti da'Bulgari^j. Petrislau R diRafla, 220. Petrislauo figliuolo del R Radollauo nato Roma, 225. Petumo Idolo de Prufsi,87
<;
8.
Paiafitlmpdc'Turchi ammazz
fo, 329-
f fte'f
Palmota, 296. Palude labcate,hora lago di Scurari, 2ri Paolo Bano di Croatia manda l'Ambafciadorea'Raufei. 395. Paolo Culifich ribella dal
35<S-
R Tuartco,
Paolo Cuupor Barone Vngaro morto daHaruoie VuKcich, 365. Paolo Diacono inimico del nome Sia.
uo,3
8.
Pietro
Stcfa
di
Bofna
contra i
Roman 1,444.
di Rafsia
Pietro more a tradimento, 454. Pietro Caudiano Doge di Venetia rotto nell'armata da gli Slaui,& morto, 30. Pietro Gradenico Doge di Venetia fu pcratda'Narentani Slaui, 28 Pietro Soderini confalonicre di Firenze fi ncoucra Raufa,i95.
& Peo*
M, 16 7.
Pinco
,,
T A V O L A;
Pinco figliuolo del R Agronc, 14 J. Pladica Rafsiano,26. Poglize porto de'Raufci. 247. hanno origine da Poloni iono Slaui,
de'Bul-
&
Protoutftario
il
JLccho 41. conftanti nelle promciTc 5,5 .mettono ferro, e fuoco la Vaia chia,5 2tardi conofeono Chrifto,5 2.
5 4-fpezzano gl'Idoli, 54-naturalmcn
.te
ProucDio de
82.
gli Slaui.
Prouincia
d'
Elemano, 231.
dati aU'armc,44.
<;
Prufsi fanno vita dura, 8.6. Prufsia habitata prima da'Gothi,& poi
2.
il
na
la
Pomorie
re
,
fignifica paefe
lungo
1
il
ma-
Q_
QVadi Slaui
manni,i3
7.
61
08.
Popoli vanj di natione Slaua, 97. Popolo Catarino (caccia il magiftrato della Citt, 3 00. Polnia efpugnata da gli Slaui, 33Pourefco Raufco Signor di Budua,
306.
254.301Predicatori de' Bulgari, 420.
&
fi
Quattro figliuoli del R Vuca(cino,28 Quattro R iniqui in Damiana, 208. Quindici mila huomini morti dagli
Slaui, 20.
Pozza,
R
RAdagafo rotto Ficfuli, 1
367.
\
Predicatori degli Slaui di Carintia , 3 8. Prclimir R (i marita con la figliuola del Bano pi Raffia,2i8. Prcpedigna martire, 177. Prcslaua maggiore edificata da Simeone Bulgaro, 421. refidenza de' R Bulgari, 218. Preuaitana parte di Macedonia, 207. Prialup perfonaggio nobile di Rafla, 267. Pribislauo R morto da'Bofneil , 21 j. Prime fedi de* Vandali 98. Principi di Germania attendono adi*
funiregli Slaui, 77.
4.
Radic Principe degli Slaui fece lunga guerra Lodouico Pio Imp.72. RadigaftDiodegliSlauiObotriti,82. Radiuoi figliuolo del R Oftoia rotto da Tuartco fugge Raul,3 67.fi ric
ciliaconlui,3 6s.
Radiuoi fratello del R Tomafc morto da Maumctte, 3 76. Radogoft Vefcouo di Bofna,3 50.
Principi dell'Illirico confpirano coner Do broslauo R, 217. Principi de' Vuarli Slaui, 62. Prifdina refidenza di Vueafcino R, 270. occupata dal Conte Lazaro 311. Prifricn patria di Giuftiniano Imp,68. 175 . pref da'Turchi,3 3 8. Pritur citt cfpugnata da Amuratc.47 3. Priuilcgio conceduto alla natione Slaua, da Alcflandro Magno, 1 6 8. fentto con lettere d'oro da Carlo, 4 lmp.
377-
Radomir R nemico dc'Ch rimani, 208 Radomir Rdi Bulgaria morto tradii
mento,i 13 43 - Radomir Alano R di Gallina, 133. Radoslauo Re (cacciato dal figliuolo del Regno, pafsa in Pbglia, 2 14.. (i ma ritaRoma,2i5. Radoslauo 2.R morcTrcbine,23 ?. Radoslauo Conte fi ricouera Rauf,
245 fauorito dall'Imp.248. Bulgaria Coprala fama, 450. Ragnina, 198.253. Rama di Bo(na,2:9.. Rafco, poi (anto Sabba brufeiato da' Turchi, 249. Rafsia ricuperata dal R Giorgi 237-affalita q 2
.
&
Q^
,,
T A V O L
ilita
A.
gli
32<S.foggiogata daMaumette, 342. Raffiani perche fon coli detti , 89. fanno gran ikagede'Greci,2i8 226* Ratisbona prefa da gliSlaui.33: RatKoR degli Slaui,72.
1 300. Tedefchi al R Vrofc, 25 7. lodati di fedelt,245 .attendono di pacificar Stefano Imp. di RaiTa con Stefano Bano di Bofna 265 foccorrono Vrofc Imp. di Raffia ,272, fono in guerra con Nicolo d'Altomanno, 183. fanno pace fra Balia, e
d'Italia,
Am-
8 3 .s'al
con la corona
00. afsilo de' mortali, i94.foccore molti R,e Signori nau fragijip^.foccorrc molti Re,& figno ri naufragi 19 4-nelle guerre de'Bofnc il perde molti fuoi nobili, 346. ha molti huominifamofi,inarme>ein Ietteremo. 1 97- afsediata da Miroslauo Duca di Rafsia , 347. quanta gcn* te pu armare per terra, quanta ar mata di nauipu fare, 203 quanto grande il fuo territorio 198. Raufei habitano il paefe de'Partini,i84. vifTero sepre Uberi, 1 8 5 .attendono alii traffichi del mare, alla rich ietta del l'Imperadore orientale partano con l'armata in Puglia contra iSaracini fono in lega co' Narentani , 182. per qual caufa mandarono PArciucfcouo con alcuni nobili a* Ventiani i8<5. fedeli al R Tiefcimir, 217. dan*
di
,
Vngaria
Carlo Tobia,290Raufei danno rotta alle galee di Vula* disiano R di Napoli, 193. entrano in guerra con Catarini, guadano loro il territorio. 3 00. ?oa. fanno pace, & foccorrono li nobili di Cataro contra il popolo, 3 03 da capo entrano in guerra con loro combattono la loro Citt, 304. grati VuK Brancouich , 3 20. defendono nouo bando contra i Turchi, 3 24. foccorrono Giorgio Defpot diRafla e lo
&
&
menano con
,
&
galee Scardona, 329. guerreggiano con Bofnefi tre anni s'eftinguono molte calarci Raufa, 346. molto grati verfo li loro benefatroii,3 49aiutano il Conte La zaro contra Nicolo d'Altomanno#
le
&
358- fanno minare BarfctaniK Cartello^ > 9. annoucrano fra i loro no*
biliTomafc, che fu poi fatto R di Bofna. 3 8 j li Bali! Signori di Zcnta* 293. comprano la prouincia di Pri*
.
morie dall'Oftoia R
di
Bofna , 36*.
no rotta alle gti di MiroslauoDuca djRaua,ip2. fono in lega co Roberto Guifcardo, i92-dno rotta al Bano
r
ni,i
&Corzula,
Lagofta
fola di
Duca di Rafla,247.aiutano Stefano Cotromanno pigliar il portello di Bofna, 3 5 h hanno guerra con R Mi
lutino,2S
3 hanno molti priuilegi da Andronico Imp. 192. fono in guerra co li Sig. diStagno, 192. danno rot*
entrano in guerra con lui, fanno lega con gli Vngari, & con Haruoic Duca di Spalato, 3 62. fanno pace co lui,364 fanno morire RadicSencou Barone di Bofna, 367. ammettono alla loro nobilt Stefano Coflaccia Duca di S- Sabba, 382. (occorrono Stefano CofTaccia Duca di Sto Sab* ba, 382. aiutano Stefano Iablano* uich nella promotione al Regno di Bofna, 367- fono in guerra con Narentani, 9 2. (occorrono Maria Regi na di Bofna, 376. combattono eoa Raofau Paulouich 193. 362. entra* no in guerra con Stefano CofTaccia Duca di S. Sabba, 383. li fanno la ta1
&
glia, 386.
ta Baldafar
del Duca
occupano l'Ifoladi Veglia, 383 combattono Almifa,& efpugn* no le Cartella d'Ofign, 3 83. fanno pa ce con Coffaccia,& gli rendono l'Ilo la di Veglia, 38S. combattono eoa Raofu Paulouich per conto di Canali,^. 362. fonoin lega con li Pria
cipi
, ,
T A V O L
cipi di
A.
naui 1 & le mandano in aiuto del R Cacolico, 19$ ributtano valorofamente Enchan Sangiaco, 193. Rdi Dania morto nella giornata da
gliSlani, 66.
paganefimo 77. rizzano il tempo Suatouitldolo.78. n portano la bar ba,78. fanno fcrificio d'un Chriftia 110,79. perfeucrano, 35 oanni nel paganefimo, 7 9 .fono fuperati da Valdc maro R di Dania, da gli altri Prin
&
R di Dania
R
Slam
dc'Marcomanni,i4i.
dalle
cipi Slaui. 79. Rufna figliuola del RcVucafcinof moglie di Matteo Cantacufino, 276.
don*
quanto
fi
ftcndeua
Rulli Slaui naturalmente bellicofi , 44. aiutano Pompeo contra Mitridate , 89* tagliano pezzi le compagnie
44-in che
de'Romani.gp.
ammazzano Agrip
occupato. 45
Gothi guadano l'Europa, 89. con 15. mila vele aflltan l'Imperio orientale^- fanno grandiiTimaftragc de' Tartari 90. chiamano li gouerni de* Vdali,9o. abbracciano la fede Chri,
ftiana ,91. vengono in aiuto de' Ro mani,457. rotti da' Bulgari, 457. han-
Refpofta degna d'vn vero cittadino, 530. Refti, 166 396 asj, Rifpofta del Papa all'Ambafciadore Bofnefc.3 74 Rifpofta di Giorgio Dcfpot Gioanni
Capiftrano, 339^ Rifpofta dcli'Ambafciadore Turco Stefano R diBofna,372. Rifpofta fuperba de'Mcfi dell'Illirico, 34*.
&
fi
negano la fepoltura Michele Imperadore 462. Sala di Crunno brufeiata da Niccforo Imp.4i3 Salonarefidenzade'R di Dalmatia
,
134. zo liberata per mezo delle d6 ne, 145. Metropoli de Croatia Alba, 21 1. deftruttada gliVncrani Slaui,
134.
fu.
Colonia
fi
de'
Romani,
Am
&
Ci
d'azzuffarfi
con Bui*
Romano
gari,454. cedono amenduc lcMefic a'Bulgari rotti da gli Arabi, 404, tengono il regno di Bulgaria, 3 5. anni, 441. rotti da gli Slaui,23 R de'Bulgari rotto da'Ro-
Samo R
de
gli
R de
gli
Slaui fece
mani,428. Rofa Caftello minato da'Saracini,297 Rugiani Slaui di grande autorit, 76. ha no il proprio R, 75 .fonofuperatida Carlo Magno, 77. uengonoalChnftiancfimo, 77. tornano di nuouoal
molte guerre con <l'Imperadori,34. Samoie di Slaui dati a gli Augurij 57 fi fanno Chriftiani, 58. Samuelo R de' Bulgari infcfta la Dalmatia, 222. occupa molti luoghi de*
,
Romani 429- ( corre la Tracia, Macedonia, TeflagIia,Pcloponcfl,&: la Grecia,429. d rotta all'Ini peradore, 429. cipugna la citt d'Adrianopoli, 43 2. rotto da' Romani, 430. marit
,
vna
, ,
T A V OV L
:
A.t'
,
;
&
Selemic
Selcuchia
fottomette
li
T.ncafnelij,&:laSrcdica* 428.
Senco
di
ribella
il
da Tuartco
battaglia
Vngari, 3 64. viene iniurodi Stefano Defpot di Raila 3 23 aflalitodal R Tuartcp,38. vend la mi.t di Canali a' Raulei ,382. Saraca,25iSarca Boema donna aftuta, 50. Sarmati Slaui lemprc bellico!], aiuti-
con
gli
Contado di Chelmo, 2S2. 357. fugge a Rafa, 357. ammazzato da' Trebincli, 3 5 8. Sepoltura di A murate morto da Mi:R.di Bofna.,
lofc.jiS.
& guafta
Serbefto.i&Serbcco
ui,68.
citt dc'Sorabi
SU
no nell'Illirico, io.
Safibni rotti da gli.Slaui 6tfcombatto*
no molto tempo
Saua fiume
frgli
Vngari, &ilRegno
diPauiimir,2i7. Sanino Bobali poeta famofo, 198. Scandarbego guaita il paefe di Giorgio
42S.
nomi
officina delle
genti
fotto
il
R Tuartco, 560.
R Deme-
Sigifmondo Imp. rotto da'Turchifi ri couera Rauf, &i Rettori Raulei fa Gauahcri de' R Vngari, 194. con
dottodallegaleeRaufee,i95. R con la madre fi ricoucra Raufa, 212 chiamato al Regno paterno vend a' Raufei tre Ifolc, 21 2. Simon Fiori huomo prode in armi,
Siliucftro
197.
ScifmanoR
Regno
Seithia
minore ,165-
Simeone Labaflb R
combattono co' Romani, 156 lungo tempo potenfanno guerra a' Roma
Segeftianilllirij
ila
2.
il
Regno
,
di
Raf-
dell'Il-
Scyrri Slaui
"103
fi
fermano
nell'Illirico,
Siponto hoggid Manferdona 214. Sirmiani rocti da Paulimiro Bello, 216. Sirmio Sede de' Gothi , 217. Sifman figliuolo di Michele R de' Bui
gari,a58. Sito d'Adrianopoli , 42 j.
134.
Sebeslauo R d rotta a'.Grcci,2i2. Sebcllo Cratore fatto fchiauo da' Bulgari, 452 Sedi antiche de' Beffi, Bofnefl, 3 45. SedidegliAuari, 130.
Sednichi>2ii,
Sitod'Ohrida.437. Sina Dea degli Slaui, 82. Slauenburg edificato da gli Slaui* 1 1* Slaui non hebbero li loro Scrittori, 5. poderi di Giafet , 6. quando prmic-.
ramentc
, ,
T A V O L
ramcnte apparirono, 5. Tempre gucr in chetcrapo partono di Sca dinauia 7. fottomcttono fa Sarmatia Europea 7. ef cono da Scandinauia Torto nome dc'Gothi 97* hanrieri, 6.
,
,
A,'
al
ta Maurino Imp. 20. lnorotrida Prifco,26. tegono l'Impcradore lni prcannato,2 7. partano coni armata
in Puglia, danno rotta al DucaBio nc,27 aflaliti,&allimprouifo,5c rot
ti
&
diuifi in
mol
la pi
prendono vari; nomi, 7. fono grande natione di tutte Ialite , 7. vengono da' Vcnedi, io. combattono con Aleflandro Magno, 1 1. da no rotta Mcucdemo Capitano di
capi
occupano
,
la
Pannoma
,
Aleflandro, 11. mandano, 20. Amba fciadori ad Aleflandro, 12. non poflb ni ad Alcilandro
,
mandano doSuperano , i R diMedia,&diPerfia, 1.? fcruandola fede giurano 14. padano in Egitto 14.. s'azzuffano con Aleflandro, 1 5, partono di Sarmatia,i5 occupano la riua del mat Baltico is 60. da' Germanismo chiamali Venden. 15. gen
,
no fcruirc ad altri
11.
.
13
Augulta,&Ratisbona,3 5. ornmi arcieri,} 2. occupano il Norico,?? aiutano Agilulfo R de' Longobardi neirimprcla diPadoa, oc di Roma,
3 3* inleftanoil Regno di Francia,^, fuperati da Tcflalonc, 34- rumano
Romancio, milita noin Italia fotto Bcllifario, contra iGothi, 16. molto atti per linfdie,
nir dell'Imperio
tf.acquiftano molti iuoghi per me
zo dell'armici,
Slaui fanno grand iimo danno all'Imperio, 1 7. viuono nella popolare libert 17. non conofeono la forni' na, 17. vanno maggior parte pedoni alla guerra. iS. di lunga ftatura,i8.fan no vita dura, 18: non fono federati, 18. hanno inuenerationc li loro Sacerdoti,^, guadano l'Illirico,^, dan no rotta a' Romani , occupano molti lor prefidij, 19 20. fanno gran* diilima ftrage de* Traci , e Illirij, 20.
,
ncChriltiana,3 8. danno rotta Ferdulfo Duca di Friuli, 37. infettano il paefe del Duca- RatKo, 38. fi fanno patroni d'Ingiitcrra n- fono {rimati giganti ,11. tagliano pezzi le reliquie de gli Auari, 41 potentiilmana
i
none, 69. infettano Mcchelburg, & , 69. continuamente tengono armato Carlo Magno Imp.70. 73. danno rotta al Tuo clfercito, 6$. bellicofi,69 fempre infelh a' Franccla Saflnia
fi
,
&
l'Ingiltcrra, 72.
inoltrano molto fieri ,21. cercano d'impatronir fidi Salonicchio, 21. penetrano in Dalmatia, 22. fubornati da Totila
il fi
paflano
Danubio,
&
&
Otto-
contrai Romani, 22. dcftruttionc d'Europa, 22. s'impatronifconodcll'infcgnedi Coftantino,23. depredano Air ngo, 1 . arriuano con le (correne fina Longhimura,2$. gualrano
l'Illirico, 24..
con Ottone, 3. Imperadore, 73. l'aiutano,7j. nati allaliberr,7?po tentiffima narione.75 ammazzano
.
molta gente dell' Imperadore 7?. danno rotta Corrado, a. Imperado re, 74, foccorrono Haraldo R di
,
Dania,74.
SlauialTaltano laSialandia, 74- ranno molte guerre col R di RoiKildia 74 con millecinquecento nauiaflal tano l'Halandia , 74.. danno rotta alrcilercito di Frederico
empiono la
,
.
terra di cor-
predano la Tracia zs (upcrano gl'Imperiali, 25 occupano la Macedonia 25 depredano la Sicilia, 21 foccorrono gli Hunni,*6. feorreno fin'
.
,.
74. di
T A V O L
Aldenburg,
A*I
T74..
& infettano !a
Dania,&
SlauidiLipnafibatrczano,
IaFrifia,77 confcflano
vn Dio foto,
perche depredauano
il
mare,
85. guadano fieramente il Regno di Francia.?*, tagliano pezzi l'eflerci* to del R Arnolfo 44. occupano la
,
SlauinoRumuncnfe, 10. Slauomir Principe degli Slaui combat tcconLodouico, 3. Imp.72. Slefia onde prete quefto nome, 40. Smeldmgi citt prefa da gli Slaui,7i. Smirno citt fatta dalPAmazone,i4. S0K0 Caflcllp di Raofau Paulouich
1
382.
Morauia,
foni, m5- dicono la meffa nella lor propria linguaio, hanno due forti di Carattere, 4 6- antichiffima natione
di
in Europa, cfpugnala d'Adrianopoli, & trasporta la fualdiadaBurfa,3i?. Sncybrato Idolo de gli Slaui di Pru
citt
Solimano paffa
fia,^7.
Germania,
9. cominciano pigliar
le forzer'
penetrano fina gli vltimi Oceano occidentale^ 9. termini del non fanno che cofa fa ferro nel lor paefe,6o- Superano moke genti fero ciflme 60. da' Safloni/ono chiamati Vandali, & dilatano l'Imperio loro 60. hanno per diporto combattere co' Dani, 65. infettano la Turingia, SafToma,Francia,& la Germania, 5.
1
Sorabi altrimentc detti Seruij infettano la Turingia,c la Saffonia,67. douc prima habitarono , 63- occupano gran parte di Dalmatia,67. hanuo va
nj
nomi
molto
dominato
dal
rAcquitan'XBnran nia, Humbria 01andia,& Sialandia, 65. cominciano pigliar forze ctian* dio nella Germania interiore , 65
65. 75 asfaltano
364 espugnato da* Vcnetiani, 307. S rebarn iza difefa da* Raufei, 322.
Scado,
5 3
{cacciano Alarico R dc'Sueui,6s. la Sieda, 6s. occupano la Lufatia SaSToma, 65. habidanno guafto alla tano nella Tnringia. 65 danno rotta al R di Dania, & lo fanno fchiauo, 74. 95. l'ammazzano, 66; fi' voltano contrai Francefi, 66 danno rotta
con
&
Raul a, 2 50:
Stefano Iablanouich R diBofna.367. Stefano R di Raffia fa venire iTedc* fchi per cauarle mincrc, 25 z. Stefano prcte,249. Stefano cieco R di Raffia fa guerra a* Raulei, 2^5. fi marita conia figliuo-*
Dagoberto R di Francia,
Imp. &
67. entra-
no in Turingia,& fanno gran danni, 67. fanno pace con Carlo Magno
fi
Ma
3
fletta
natione, 1
terra la
fortezza di Hobbuochi, 71 fi fanno patroni dell'Imperio Romano, 115. lotto R Ottocharo dominano, k. anni in Italia,! 15 occupano la Iutia, 95. fcacciano le reliquie de' Ma rco-
manni,
44. in
bi affalrano /'Imperio
d'Andronico Imp. is. Strangola to dal fuo figliuolo, 25 9. Stefano Dufcian R di Raffia conferma alli Raufei la compra di Stagno di Ponta,265 apprezza gli huomi ni prodi in armc.260. combatte fpcf So co' Greci , e da loro rotta, 261 oc* cupa la maggior parte di Romania Albania,& Epiro,22. prende titolo
la
&
mezo del
96,
in Europa, Alia.
deirimpcradorc, 562. affalitoda gli Vngari,26i. fa guerra Stefano Rano diBofna, 264 efpugna il Cartella d Imota,& Noui,265 viene Raufa, 266- parche Si chiam DuScian. 261, StefanQ
,,
TAAJ V 0/ LAA2T
Stefano figliuola dcfCnte Lizaro ha
titolo'del Defpot*3 io. entra con l'efierckin Zenra 194. fi inoltra ingra lo, oc molto e rude e verfoi Rautew
i
..
SttaragemmedcgliSUuzo. jT Strimone fiume, hoggi Strumiza, j 14* SrroifiiK Priore de' Manichei Hcrcuci di
Bofna, 3 54.
3^)/more
Stefano
fa, 3
5 1
di fubita
morte,
fi
14*
Cotromno
ncouera Rau
VuK Brancouich
a'Raufci Sragno con la Ponta, 353. iceorrc'gli Vngari contfa i Tartari 3^5. maritala fua figliuola Lodoui \o Re di Vngana, 3 > S fi defende va4orofamcntc contra Stefano Imp. di
.
prefo da'Turchi,32o. Suedi ,& Bulgari tutt'vnanationc Slaua,i04Sucno Rdi Dania rotto,* fatto fchia
uo da gli
Suctolico
Suctislau
la
Slaui, 74.
-,
iRafla
264- abbraccia
il
rito
Roma-
SuctmirR, 20S.
no, 3 5 4. Stefano fratello di Lodouico R di V n 'gariamorc, 264. Stefano Maramonte Signor di Monte
negro, 294. Stefano CofTaccia fuccede nello (lato. J di Hcrzcgouina al fuo zio Sandagl Hranich, 368- 382. aiutato da' Ratinici, :82 fi moftra loro ingrato, 3c in
fi
marita
, ,
con
fi
t Cini
fetti il territorio loroj 82.3 84.111311darAmbafciadorca'Venetianicontra*i Raufei ,38$ Jeua la fpofa al fuo 'f@iuo!o Vuladislauo, ,84 rapace
jjfei
r-
di Sor-
,g I87. annouerato
"tutti
Raufei con
ifuoi figliuoli fra li loro nobili, ?86, cerca che fia fatto Rettore di Raufa,3S<* lafcia la fua arma a' Raufei^ 86. more Draccuiza>3 8o. .ebbe tre mogli, 388. Stefano figliuolo del Duca diS. Sabba fi fa Turco, 387.
alli
Ruf*
Stefano R di Bofna frangole il fuo pa dre Tomafc, 370 nega il tribnto Maumettc, 371. prefo da lui,cdcea pitatofottoBlagai l 375. 376.
Stiliconc
fi,9(. Tambcrlane rotto da' Poloni, 5 2. Tarbagl R de' Bulgari accec il pr * prio figliuolo per zelo della rcligio ne,407* Ci fa monaco, 407. Tarnouo,hoggidGliubomir. 249. refidenTarnouo citta di monte
Emo
,
dor Romano ingiuftamcntc con^dannato a morte, 1 2 5. Stirado Bomo vecifo da Valafca, 51. Strage fatta da Maumettc de' Baroni -Bofncfi,3 77.Strage fatta 111 Radia de' Greci 226. St*age in gin fra de gli Slaui fatta da Gi ftmianolmp. 404. Strakimir Bulgaro Signor di Vidino menato prigione in Vngaria,47i Scrafcimir di Balfa Signor di Zcntaanv meflb alia nobilt di Rau fa, 293
,
zadc'RBulgan,4^.46i. Tafouaz Principe de' Ruf 69. Tclenco R de' Bulgari fugge a* Romanici Tclcuzia R de* Bulgari morto dalli'
1
fuoi
408.
TcngilloRde'FinniSlaui, 135Teodora figliuola d'Andronico Imp. moglie del R Milutu.Q 2* f. Teodora Paleologa fi ncoucjra a Rau
fa,
470.
la citta di
.
Kri
Teodora
T A V O
Teodoro Imp. fi marita c6 Icllina Buie
gara 450.
LA.
Uuomid al
Traci poftew di Tira, 146. Tracia fpartita in cinquanta efferati piouinciali , 146 fin* che tempo nebbcil proprio R, 146 foggiogata
da' Romani , 146. coperta cu ni morti da gli Slaui, 20.
fi
da'
Vene-
Tema Regina di
Dalmaria 144. fu
ma-
fregna del Re Pinco.i 48. manda l'ar. mata contrai Greci, iso. fa ammazzare gli Ambalciadori Romani 150.
rotta da'
nani, 307. Trebellio notato di adulatore, 1 io Trepcia prei da' Turchi ,33*TribalU dell'Ulrico danno rotta a Fi lippo R di Macedonia, 6c combat-
po,
re
a*
is?. 298.
Cataro, 14?.
TuardoslauoR,n?.
TihomilSJauo,2i5. Tihomir Bulgaro Capitano de' Roma nit& R di Bulgara, 44. lapidato
da' Bulgari.442 Titolo del Duca di S Sabba, 389. Titolo de' Principi di Ruffia, 93. Tmoro monte di Bulgaria, 43,.
,
Tuartco Bano di Bofna pana in Vnga* ria, i 5* vienne Raufa. 291 1 5* ia coronato Re di Bofna & fi fa chia.
(1 manta co Dorotca Bulgara, 3 5 8. riccuc in gra tia il luo fratello Vuchich ,359 ccr
TolimirR
21 1
Tolomeo Aleflandrino primo.pofc in carta il nome Slauo,94. Toma di Pnlup ammazzato da Inico
Tomafc
mefl
S85.fi
ca haucrc la citt di Cataro ,3 59 in grato verfo i Raufci,302. concede al cuni luoghi di Chclmo gli Vngari 3 S <*. occupa tutto il Ctado di Chcl-
mo,
358.
Chriftich
da'
Re
di
Bofna am.
Tuart.co Scuro fnecede Dabifcia nel Regno di Bofna, J6<. {cacciato del Regno da OHoia Chriftich,32.
nobili lcro,
TugcmirR
220.
Papa ,
hcrc-
Turchi quando primieramente aflalironoil Regno di Bofna 36$ piglia* no forze nel Regno di Radia 2?ti
,
fuo
70
pezzi nel mte Emo, 3 )9r% moho coftanti renerei fccrcti>l7 lotti da Vulatco Vucouich, gi- J * .
tagliati a
Tornir Regina >laua, iot. 144. Tomi&lauo R combatte con gliVngari, 212.
17
Topliza anticamente detta Tricornefij, donata a Pafqual Sorgo da Giorgio Dcfpot,} 30 Tonla occupa molti luoghi d'Italia, 117. efpugna Mola di Cipro,c Can
,
niinBocmia,5o. Valdcuino,hoggidi Vinodol, 207. Valente Imperadorc morto da' Vulgo thi,U2 Valcntinianolmp. morto dagli Alani,
Alafca donzella
domin
fette an
152.
dia,
11*.
Totio,
Gotho
206.
hanno vname-
Valentiniano, Valentino, & Valente Imperadori furono Illirici ,17$ Valentino de Giorgi, Senatore. & Capi
TAVOLA;
Slaui tutt'vna nationc , 4 J. Vandali, 97T9Vandali partono di Scandinauia,& (Vano vn'anno nel viaggio per arriuarc Viftula, 120 famofi molto ctian* dio nel rem p di Alcflandro Ma Drugno,i20. afTahti da Tiberio,
&
Vfficio delle fanciulle di Sarmatia, 51. Vgglicfcia fratello del R Vucafcno ipcflb diede rotta alh Turchi, 275. s'anneg nel fiume Manza, 277. Vicaria di Bofna, 354.
&
lo,i2o.cducono
Baltico,
le
Colonicalmar
no.
mania,
40
tengono
Vidino brufeiato da'Valachi,47i.arfo da Hunniade, 33 S. Villa Rabbica 2!4. Vincta citt de gli Slaui del mar Vcncdico molto celebrer.
;
no
gnano Cartagine,
fanno patro-
ni di Sicilia, 121. pattano in Scoria.c nBritanuia, 122 s'impatronifcono di Roma, i2J.fupcratidaGiuftinianolmp. 122. regnano, 200. anni in Africa, 125. Vandalo fiume da chi prefo queito no me, 120. Vandalufia detta da' Vandali, tu.
Virt marauigliofa dcll'orationc del R Vuladimir 2i. Vifigothi,(5c loro imprefe, 114. Vifna donna Slaua (occorre col dena* ro Vuladislauo R di RalTa 2 54Vita Bobali Capitano dell'Armata Narcntana, 29. Vita di Cirillo Apottolo de gli Slaui,
,
+5-
Vatdei
guastatori d'Italia, 156. 'Combattono con Romani, 155. Veri , Vn crani Slaui alTaltano le CoIllirici
li orti
Romane,
153.
ruinano
la citt
Vitale Arciueftouodi Raufa. 247. Vngari rotti dal R Tomisiauo, 1 2.en trano in Bofna 2i4.occnparo molti
.
di Salona, 134.
luoghi di quel Regno, 564. rotti da' Bolnei ,365. infettano la Tracia,
427.
Vnni furono fudditi de gli Slaui ,89. Voce di Cefarc Augufto vdita nel Se*
Volzo
fci
Turchi, 324.
&
fa
molti
mano
bardi
no nudi,
,
128.
VoiiauVoinouich Conte di Vfiz nemico de' Raufci 282. Volgere e Dragone Capitani Bulgari i ^dnno rotta a' Romani; 40 1. Volodomir introduce l'Idolatria in Ruttia, 92. manda diuerfi Ambafcia
,
12S
fi
Verlo citt
de* Vcrli
62.
&
mc,93.
Volzo Bobali
nel intcregno di Bofna fu caufa di creare per R Stefano Iablanouich, 367. Volzo de Bobali Capitano delle galee
Raufccguafta
te, 197. 3*53.
il
mercato
di
Narcn
TAVOLA.
contrai Turchi, 3 24.
(lato paterno con Vulatco fuo fratello > 3 8s. fcacciato dello ftato da
rotta
nella
:
&
fatta
trapalo,
5i
Rauici, i%i. Vtolc figliuolodi Gliubomir, 249. Vrofc Guipanodi Raflia, 23 s. Vrofc Re di Seruiaftrangolato dal Tuo
figliuolo^ 9. Vrolc figliuolo di Stefano Dufcian (I marita con Hciena Valaca,27preii de titolo dell'Imperadore 268. non ammette buoni configli, i6>,d tito lo del R Vucafcino, 269- morto da lui. 271 Vucafcino R diSeruia nacque inChcl mo, 268. combatte con Nicolo d'Ai tomanno, 175 iu compagnia d'Vg*
,
Vuladisiauo Dabifcich accecato da TuartcoR diBofna, 357 Vuladisiauo R di Raffia aiutato da VitadeBobali, 254.. Vuladisiauo gouernatore di Srebarni.za
'
ammazzato dalli
(uoi ,32?.
Vuladisiauo
Polonia rotto da' Turchi,& morto Varna, 532. Vuladisiauo R cade difubita morte
di
Re
212.
'
Vulatco Hrana Capitano di Tuartco RcdiBofna,} 18. j8i. Vulatco Coifacciamorein Arbc j88
,
277.
Slaui di Pruila
de'
Vuchayto Dio de
S?.
ZAculmiedagli
Raufei,
3 1 3.
niC35o;
fa tributario del
319.
Tulco ,
morto da Balfa,
morto da
VuK nipote di Giorgio Dcfpot di Rafhuomo prodef$4i ha In dono da Mattia Re di Vngaria vn Caftello
342.
Vuldan R fa pace co' BuIgari,2o8. VuladimirRc morto tradimento fi miracoli dop la mortc,22i. Vwladiniir, 2. R auclenato dalaquin'
giata da' Turchi, 29J. Zenta inferiore occupata da' Vcnctiani , 254.
ZiemcnntK
Idolo, 5$.
5 j.
ta,2j<5.
Zoe Imperatrice
3
9.
R aufa
ai u tato da'
Rau fei, 3 4.
FINE.
Carta. 6
8
S 23 111
lj?4
Rig a
3
Errri.
defeudi
guertet*
bellico^*
Correctioni.
defendi
Ckcrietn
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I
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