Você está na página 1de 38

IL DOLORE

La Scuola Internazionale Biodinamico Craniosacrale

IL DOLORE
per la gioia e non per il dolore la terra fu creata Sri Aurobindo

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni Tesi finale del triennio di formazione 2004/2006

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

1/38

IL DOLORE

La perfetta salute e il pieno risveglio sono in realt la stessa cosa Tarthang Tulku

Ai nostri figli e nipoti con laugurio che dalle nostre esperienze formative, divenute per noi un percorso evolutivo, possano trarre stimoli e sostegno nella loro crescita personale

Un ringraziamento particolare a Carlotta e Maurizio Per lattenzione, lascolto, la presenza e laccompagnamento, non solo didattico, durante il percorso formativo.

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

2/38

IL DOLORE

INTRODUZIONE
Lidea di fare la tesi sul dolore nata dalla considerazione che spesso le persone si rivolgono a un terapeuta solo quando soffrono di qualcosa o hanno una dolore specifico. Di rado succede che si rivolgano ad uno specialista solo per migliorare la loro situazione di benessere! Noi ci siamo sentite interrogate in modo particolare da questa aspettativa ed proprio per questo motivo che abbiamo deciso di approfondire il tema del dolore; forse questa scelta stata un modo per dare, prima di tutto, chiarezza e sicurezza a noi stesse che continuavamo a considerarci inadeguate a fornire risposte su questo tema. Sapevamo che largomento era molto vasto e infatti abbiamo trovato molti libri, articoli e anche siti internet che parlano ampiamente dellargomento e danno risposte, soluzioni e proposte di tutti i tipi per risolvere o mitigare il dolore. A questo punto abbiamo scelto di approfondire la parte anatomica e fisiologica considerandola una base importante per la nostra formazione, tralasciando tutte le informazioni sulle varie terapie in uso, che ognuno pu ricercare personalmente a seconda delle proprie esigenze. Abbiamo di seguito preso in considerazione le attuali correnti sulla relazione sempre pi evidente tra soma e mente, considerando cos luomo nella sua interezza, come abbiamo imparato e sperimentato in questi tre anni di formazione Cranio Sacrale Biodinamica. La descrizione della metodologia di intervento con il Cranio Sacrale, confortata da alcune esperienze, ha messo in evidenza quanto si possa trasformare e migliorare una situazione dolorosa. Ci parso naturale, infine, inserire idee rivoluzionarie e provocatrici, come quelle di Sri Aurobindo e Mere, precursori di una evoluzione del genere umano senza uguali, considerandole un possibile obiettivo di sviluppo nella terapia Cranio Sacrale.

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

3/38

IL DOLORE

ANATOMIA, FISIOLOGIA E SINTOMATOLOGIA DEL DOLORE

Il dolore una percezione sensoriale cosciente, come lolfatto e ludito, complessa e differenziata (di fatto pu risultare pungente, tirante, bruciante). Esso dipende da elementi somatici, psichici e socio culturali a partire dagli stimoli interni ed esterni rispetto allorganismo. La fisiologia del dolore correlata con la fisiologia dei sensi. Il dolore, pertanto, un sintomo vitale/esistenziale, un sistema di difesa nelle sue forme acute che pu diventare malattia nei dolori cronici. Sul piano fisiologico, il dolore non controllato solo dal sistema nervoso ma anche dalla matrice tessutale (normale/fisiologico) e dai sistemi ormonali ed immunitari a livello somatico, nonch da aspetti psichici e sociali, come si descrive nel grafico seguente:

Fig. Immagine della fisiologia del dolore

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

4/38

IL DOLORE

1.1 Trasmissione del dolore I Nocicettori sono neuroni recettori che danno limpulso al sistema nervoso, con terminali liberi. I terminali si trovano ovunque nel tessuto connettivo lasso, in particolare nei tessuti connettivi dermici, mucotici, viscerali, vasali e di cute ossea (periostio). E sbagliato pensare che le sensazioni dolorose siano create esclusivamente dai nocicettori; questultimi infatti esistono in stretta vicinanza con altri neuroni sensoriali di tatto, di temperatura e vibrazione e sono raggruppati negli stessi nervi e gangli; nel loro percorso, dalla periferia al midollo fino alla corteccia cerebrale, sono concatenati tra di loro per produrre, alla fine di tantissimi stimoli, una sensazione pi o meno chiara. Non si pu seguire razionalmente un percorso di segnali nettamente nocicettivi poich i nocicettori forniscono segnali dovuti a stimoli fisici (pressione, trazione, temperatura) e a stimoli chimici (acidit, alcalinicit) esagerati. Dei neuroni nocicettivi si distinguono due tipi diversi ? ? Neuroni C Neuroni Adelta

I neuroni A-delta sono ben mielinizzati (isolati) e a conduzione rapida, mentre i Neuroni C, non mielinizzati, sono a conduzione lenta. Si riesce a distinguere coscientemente il tipo di fibra dal tipo di dolore; dopo uno stimolo doloroso, la prima sensazione chiara, pungente,acuta, superficiale mentre la seconda (pi tardi) ottusa, duratura e profonda. La regolazione spinale di un segnale dolorifico abbastanza viziosa; un segnale di riflesso torna immediatamente agli organi vicino alla fonte del segnale, che possono essere ghiandole, muscoli vasali, viscerali e locomotori; allo stesso tempo il segnale, attraverso il midollo (neurone afferente), raggiunge il cervello dove viene integrato, controllato ed elaborato; il risultato torna indietro lungo un neurone afferente sul relativo interneurone; questo, in base alla decisione del cervello, amplifica o smorza la risposta nel neurone attivante gi in atto per riflesso spinale. Come conclusione risulta che: ? ? il primo riflesso una risposta pronta ed incondizionata la seconda risposta viene corretta a seconda della decisione del cervello e pu essere accelerata fino al panico o ammortizzata fino alla letargia.

Gli stimoli dolorosi, come le altre sensazioni crude e protopatiche della temperatura e tatto, passano per il Talamo dove vengono integrate e smistate.
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 5/38

IL DOLORE

Dal Talamo gli stimoli raggiungono la corteccia: una parte giunge alla corteccia cingolare anteriore dove si crea la base della sensazione, cio il dolore puro, laltra parte giunge alla corteccia cerebrale prefrontale, dopo essere passata dal Sistema Limbico, dove vengono aggiunte le sfumature emotive della sensazione e del comportamento a livello cosciente. E quindi importante ricordare che nella sensazione di dolore sono fondamentali due strutture: ? ? la corteccia cerebrale per la percezione cosciente il Sistema Limbico per la percezione emotiva incosciente.

Il Sistema Limbico un insieme di strutture complesse che circondano il tronco cerebellare. Le strutture pi importanti per lelaborazione dei segnali dolorosi sono: ? ? ? lipocampo, che ha un ruolo centrale nella formazione e nellelaborazione dei ricordi lipotalamo, che controlla fra laltro lipofisi e quindi lo stato ormonale dellorganismo lamigdala, che stabilizza comportamento sociale lumore e regola laggressivit ed il

La proiezione di segnali nocicettivi nel Sistema Limbico la base per leffetto che ha il dolore sullo stato danimo (il dolore rende irrequieti e tristi); tuttavia il sistema Limbico determina anche la modalit individuale della percezione emotiva: chi euforico o sotto shock non sente dolore, mentre chi ipocondriaco o ansioso, sente in modo accentuato anche i minimi dolori.

Fig. Alterazione del dolore nel sistema limbico


Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 6/38

IL DOLORE

1.2 Differenze fra i dolori Nella normale classificazione del dolore si parla prevalentemente di dolore acuto e di dolore cronico, ignorando spesso il cosiddetto dolore persistente che viene considerato sinonimo di dolore cronico. Dolore acuto E il dolore nocicettivo di breve durata nel quale di solito ben evidente il rapporto causa/effetto. Ha una funzione difensiva: evita nuovi stimoli su una parte lesa. Il dolore acuto un sintomo di una ferita, di una lesione o di una degenerazione organica. Questo dolore cessa quando si cessa lapplicazione dello stimolo o si ripara il danno che lo ha prodotto. Dolore persistente E il dolore dovuto alla permanenza dello stimolo nocicettivo e della disnocicezione. Esso conserva le caratteristiche del dolore acuto e va distinto dal dolore cronico in quanto permane la lesione anatomica che giustifica il ripresentarsi del dolore (come ad esempio nella coxartrosi dove ad ogni movimento dellarticolazione dellanca si ripresenta il dolore fino a tanto che non venga risolta la lesione anatomica). Dolore cronico E dolore cronico quando persiste per un lungo tempo dopo che si risolta la causa. La cronicit del dolore in rapporto con le modificazioni plastiche del Sistema Nervoso Centrale indotte dalla nocicezione e/o dallassociazione con le profonde modificazioni della personalit e dello stile di vita della persona, che costituiscono fattore di mantenimento indipendenti dalla nocicezione. Il dolore cronico una malattia, non un sintomo!

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

7/38

IL DOLORE

Fig. Cronificazione del dolore Nasce spontanea una considerazione: se riteniamo che il dolore sia una malattia e che la malattia sia una assenza di salute, consideriamo il dolore una condizione di non salute; diventa naturale quindi considerare il dolore e la salute come due dimensioni di vita indipendenti e disgiunte; questa concezione per pu essere troppo rigida e limitativa. Se infatti definiamo SALUTE come quella condizione nella quale lindividuo pu fare ed essere ci che vuole, tale prospettiva non esclude la coesistenza di gradi differenti di malattia/dolore con lo stato di salute. Si pu, per esempio, considerare comunque in salute un diabetico ben controllato, oppure una persona con dolore cronico che possa partecipare totalmente alla propria vita. E importante quindi mettere in atto azioni e strategie volte a controllare, se non diminuire ed eliminare il dolore cronico; la persona con dolore cronico, pu infatti essere limitata non solo dal dolore stesso ma anche dalla sofferenza psicologica; questultima comporta una minacciosa disgregazione dellio e la perdita del controllo e dellautonomia, per la necessit di dipendere dai farmaci e dagli altri. E stato osservato come un trattamento multidisciplinare del dolore, che comprenda approcci psicosociali e comportamentali, aumenti la vitalit, diminuisca la necessit di farmaci e, riprendendo in mano il controllo della propria salute, riduca la depressione e langoscia.
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 8/38

IL DOLORE

Reazioni ai segnali nervosi dolorifici Si capisce che il dolore, sia acuto (nocicettivo, sintomatico) che cronico (limbico, patologico) da evitare. Le conseguenze somatiche, psichiche e sociali possono infatti essere gravi. Ci si pu quindi difendere con lideologia o con una sorta di eroismo, ma sopportare in questo modo (o con gli analgesici) il dolore ha un unico effetto: farlo diventare cronico. Come illustra il grafico seguente, le reazioni ai segnali algogeni sono molteplici e comprendono riflessi motori, reazioni neurovegetative, ormonali e immunitarie, fino alle reazioni di carattere psichico e sociale. Tutte queste reazioni fanno parte di circuiti di regolazione sistemica.

Fig. Reazioni ai segnali algogeni


Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 9/38

IL DOLORE

1.3 Cronicizzazione Fisiologicamente il dolore cronico si basa su diversi aspetti noti e forse su altri ancora ignoti: ? ? ? ? sensibilizzazione percettiva cronicizzazione periferica cronicizzazione spinale cronicizzazione limbica

La cronicizzazione del dolore un grande problema terapeutico. Si parla di "dolori cronici" o di "malattia del dolore" quando il dolore persiste per pi di 6 mesi (altri autori parlano di sei settimane). In realt il fattore temporale pu assumere importanza diversa e personale.

Fig. Tipi di cronicizzazione del dolore


Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 10/38

IL DOLORE

Fino a oggi si conoscono diversi meccanismi che sono coinvolti nella patogenesi del dolore cronico: ? i neuroni nocicettivi dopo un certo periodo di stimolo nocivo persistente modificano la conformazione ed il numero dei propri recettori (sensibilizzazione percettiva); la persistenza degli stimoli nei primi neuroni afferenti causa delle variazioni metaboliche, che tengono aperti i canali di trasmissione nei neuroni spinali; nel sistema libico i neuroni coinvolti formano nuovi dendriti (sprouting): dove c'era un sentiero di trasmissione, si crea per cos dire un'autostrada o anche ingorghi caotici; infine, i filtri tra sistema libico e sistema corticale si aprono per lasciar passare le sensazioni di dolore, finch le altre sensazioni non passano quasi pi; il processo fisiologico sembra essere simile a quello della cronicizzazione spinale e si parla quindi di sensibilizzazione percettiva.

Cronicizzazione periferica Nella cronicizzazione periferica l'infiammazione viene mantenuta poich lazione continua dei nocicettori crea un circolo vizioso, a partire dalla produzione di mediatori immunitari (es. sostanza P), che provoca la produzione di sostanze algostimolanti da parte del sistema immunitario (es. istamina), in quantit costante o addirittura via via crescente. Per interrompere questo circolo occorrono antinfiammatori, come il Cortisone oppure Enzimi proteolitici. L'istamina (un ormone tessutale liberato dalle cellule immunitarie) induce la produzione e secrezione di "sostanza P", la quale il messaggero che spinge i vasi capillari a dilatarsi e ad aumentare la duttilit (edemi).

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

11/38

IL DOLORE

Fig. Mediatori immunitari e sostanze algostimolanti Cronicizzazione Spinale Normalmente i segnali nocicettivi arrivano tramite fibre Ad e C nel bottone sinaptico e liberano glutammato. Il glutammato apre dei recettori AMPA e NMDA. Tramite i recettori AMPA entra sodio Na+ nel neurone del corno dorsale e lo depolarizza. I ricettori NMDA rimangono "bloccati" per la presenza di magnesio Mg+. Se dei dolori persistono a lungo, il potenziale elettrico medio del neurone si abbassa. Questo toglie il blocco di Mg nei recettori NMDA e lascia entrare calcio Ca2+ nel neurone, il che induce una serie di processi: ? ? ? attiva la proteinkinasi (enzima) che lega fosforo P ai ricettori AMPA: facilita il passaggio di Na favorisce l'espressione di alcuni geni e la produzione di proteine (CREB, IEG), le cui funzioni non sono ancora chiarite in casi estremi induce la morte cellulare per apoptosi o necrosi.
12/38

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

IL DOLORE

Se ci sono abbastanza recettori AMPA fosforilizzati e le modifiche cellulari sono rilevanti, il dolore diventa cronico anche senza la presenza di stimoli dai neuroni nocicettivi. Cronicizzazione Limbica Gli stessi meccanismi della cronicizzazione spinale possono espletarsi nella corteccia emotiva (archi e paleo cortex): ? il passaggio continuo di molti segnali stimola la crescita di nuovi dendriti (plasticit dei dendriti); il sentiero man mano diventa un'autostrada; il soggetto diventa fisiologicamente ipersensibile ai segnali dolorifici e iposensibile a tutti gli altri. sempre di pi il soggetto percepisce tutti segnali in arrivo (di diverso tipo) e prevalentemente quelli dolorifici; sembra che il processo sia simile alla cronicizzazione spinale.

Questo meccanismo diventa fatale quando altri stimoli frustranti sul piano psicosociale si aggiungono a quelli dolorifici o quando carente la presenza di stimoli appaganti.

Fig. Cronicizzazione limbica: crescita dei dendriti


Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 13/38

IL DOLORE

1.4 Classificazione patogenetica del dolore


Nocicettivo Dolore Tessutale Superficiale Profondo Cutaneo Mucoso Viscerale Somatico Muscoscheletrico Nerve trunk pain N E U Non Nocicettivo Dolore neuropatico Periferico Da sensibilizzazione dei nocicettori Da neuroma Da dismielinosi Perifericocentrale Centrale Dolore psicogeno Da tensione muscolare Allucinatorio Da Conversione Dolore da ipereccitabilit centrale (dolore libico) Di origine patogenetica sconosciuta o incerta Diagnosi patogenetiche aggiuntive Rinforzo del dolore da efferenza simpatica (SMP) Rinforzo psicologico del dolore Da deafferentazione Da deafferentazione R

O G E N O

Tabella La classificazione patogenetica del dolore (Orlandini 1996)

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

14/38

IL DOLORE

Dolore Nocicettivo (acuto) Si classifica come dolore tessutale superficiale quando ha origine dalla cute e dalle mucose, accuratamente localizzato ed identificato, ha dei segni locali del danno (ustioni, ematomi, focolai purulento, infiltrato infiammatorio o trasformazione neoplastica), ha carattere urente puntorio e lancinante, pu associarsi ad aumento della sensibilit (iperestesia tattile, iperalgesia) o distorsione della sensibilit (allodinia). Si classifica come dolore tessutale profondo quando ha origine dai tessuti profondi e pu essere viscerale o somatico. Quello viscerale trasportato dalle fibre nervose che originano nei visceri. E mal localizzato per il sovrapporsi dei campi recettori delle radici, ha un carattere sordo, pesante e pu essere accompagnato da malesseri generali (sudorazione, nausea, variazione pressione arteriosa e frequenza cardiaca). Quello somatico localizzato pi precisamente di quello viscerale e meno di quello superficiale, con distorsione della sensibilit. Esso comprende dolore muscoloscheletrico con diverse localizzazioni, quali: ossa (dolore osteogeno), muscoli (dolori miogeno), articolazioni e tessuti periarticolari (dolore articolare e piriarticolare) o strutture di rivestimento, quali le sierose parietali e la dura madre (dolore durale), o tessuto connettivo interstiziale dei tronchi nervosi (nerve trunk pain). Dolore non nocicettivo (dolore cronico) Si classifica come dolore neuropatico e dolore psicogeno e dolore da ipereccitabilit centrale. Il dolore neuropatico il dolore prodotto dalle lesioni o dalle disfunzioni neurali, cio un dolore che origina allinterno del sistema nervoso per una sua anomalia anatomica o funzionale che pu persistere per mesi o anni dopo levento scatenante. Nel dolore neuropatico periferico il danno nel sistema nervoso periferico e i meccanismi di produzione del dolore sono sia nellassone periferico leso sia nel SNC e pu evolversi a secondo della sede e del tipo di lesione in: ? ? ? dolore da sensibilizzazione dei nocicettori dolore da smielinosi dolore da neuroma

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

15/38

IL DOLORE

Nel dolore neuropatico periferico-centrale e da deafferentazione la lesione anatomica pu risiedere nei neuroni periferici configurando una situazione in cui la lesione periferica e la patogenesi legata alla disfunzione dei neuroni centrali deafferantati. Un aspetto caratteristico del dolore da deafferentazione la cosidetta anestesia dolorosa dove presente un deficit sensitivo parziale o completo e/o la percezione distorta degli stimoli applicata nellarea anestetica o nelle sue vicinanze oltre al normale protrarsi del dolore provocato dagli stimoli nonch dalla sua anormale estensione dellirradiazione. Nel dolore neuropatico centrale la lesione ha origine nellanomala attivit dei neuroni centrali per un loro danno anatomico primario. La lesione pu essere localizzata a qualsiasi livello dellasse cerebrospinale dal cono dorsale del midollo alla corteccia cerebrale. Nel dolore psicogeno la lesione ha origine nellinterpretazione anomala dei messaggi percettivi normalmente avviati e condotti dovuti a problemi psicologici o psichiatrici della persona. Il dolore psicogeno comprende il dolore da tensione muscolare (dolore a patogenesi psicosomatica) il dolore da conversione (isterico o ipocondriaco) e quello allucinatorio o da delirio. Nel dolore da ipereccitabilit centrale il meccanismo patogenetico potrebbe essere dovuto alla presenza di una microscopica trasformazione anatomica in qualche parte del SNC indotta dalla nocicezione e in grado di mantenere il dolore anche quando non vi pi lo stimolo nocicettivo iniziale. Tale ipotesi pu essere accettata solo ammettendo che il SNC non sia unentit anatomica stabile ma bens qualcosa di dinamico che si modifica continuamente anche strutturalmente in risposta agli stimoli che gli giungono. La definizione di dolore di origine sconosciuta o incerta necessaria come diagnosi patogenetica definitiva quando non nota la patogenesi di una patologia individuata sul piano nosologico (esempio: emicrania), o come una diagnosi patogenetica provvisoria quando non si ancora giunti allesatta definizione del meccanismo di produzione del dolore. ( e qui il Cranio Sacrale v alla grande !.)

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

16/38

IL DOLORE

DOLORE PSICOLOGICO

Una esperienza emotiva molto forte pu generare il dolore psicologico. Esempio: perdita o separazione da una realt (persona, lavoro, salute, ambiente), pu causare una emozione cos elevata da segnare un canale sensibile che si riattiva in ogni occasione di esperienze di identica natura. Come gi evidenziato nel dolore fisico, le emozioni coinvolgono il sistema limbico del cervello che ci consentono di esperimentare diversi tipi di emozioni, per esempio: rabbia, paura, desiderio sessuale, piacere e dolore. Per causare le normali espressioni delle emozioni devono funzionare anche altre parti della corteccia senza linfluenza delle quali possono esserci delle reazioni anormali ed incontrollabili. Nel dolore psicologico acuto presente una reazione fisiologica di tipo sia simpatico che parasimpatico: aumento ritmo cardiaco, svenimenti, sudorazione, pianto, contrazioni muscolari, variazione veglia sonno, fame inappetenza, etc Qualora il dolore psicologico resti a livello non cosciente e quindi non elaborato, ci possono essere delle sovrapposizioni a livello psicosomatico, che nel tempo lasciano segni evidenti nella struttura fisica e comportamentale della persona come ad esempio: dolori alla schiena, pesantezza alle gambe, problema nella deglutizione (nodo alla gola), dolori di testa, etc. spossatezza, irrequietezza, insonnia, isolamento, etc. In questa situazione si rischia spesso di dimenticare il dolore psicologico tanto da viverlo ad un livello secondario, prendendo in considerazione esclusivamente il dolore fisico, che potrebbe avere il sopravvento e diventare un dolore cronico patologico fino alla vera e propria malattia. Le emozioni troppo dolorose ed escluse dalla consapevolezza con qualche modalit difensiva, sono nella vita come dei debiti non pagati da cui le persone si scollegano cercando di non sentire il dolore o stando male in modo superficiale ed irrazionale (depressione, senso di colpa, senso di oppressione, reazioni psicosomatiche etc.). Il dolore, pur costituendo uno dei colori fondamentali dellesperienza umana una emozione scomoda che non si impara ad affrontare fin dallinfanzia e si continua ad evitare anche da adulti. Lesperienza e lespressione autentica del dolore psicologico non rientra nel modo in cui normalmente le persone affrontano la loro esistenza. Il dolore la risposta emozionale ad una circostanza in cui si riscontra una mancanza o una perdita, come gi riferito. Il dolore nella sua espressione immediata, semplice e non difensiva riconducibile allespressione vorrei, ma
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 17/38

IL DOLORE

non possibile (stare con la persona amata, vivere una certa realt etc.). Nel dolore non c tensione come nella rabbia, o allarme come nella paura, ma una semplice adesione morbida, limpida alla realt che si traduce in uno stato fisiologico e psicologico di resa. Sul piano interiore la tristezza una emozione adattiva perch permette allindividuo di abituarsi ad una situazione non voluta, ma immodificabile. Se il dolore intenso si esprime nel pianto e il pianto aiuta la persona a sentire e a manifestare il senso di mancanza per ci che desiderato o sentito come necessario. Nel dolore come nel piacere non c attivazione fisiologica o psicologica perch non c n timore n speranza. Nella gioia non speriamo perch abbiamo ci che vogliamo, nel dolore non speriamo perch disperatamente accettiamo una mancanza. Perch le persone si creano sofferenze atroci e anche stupide per evitare una sofferenza autentica che costituisce una componente della esistenza umana? La risposta ragionevole che le persone sviluppano gradualmente lautocoscienza e le varie risorse psicologiche adulte: fino a quando la maturazione individuale non completa, i cuccioli umani non sanno elaborare il dolore. E attraverso lappoggio psicologico dato dai genitori durante il periodo di crescita che la persona ha modo di fare lesperienza del dolore psicologico vissuto in modo naturale. Ad esempio, fra le braccia della mamma che conferma che la nonna morta, che era tanto cara, che manca tanto, che non c pi, ma stata tanto amorevole e che dolorosamente e definitivamente assente, il bambino pu sciogliersi nel pianto come necessit fisica dellespressione emotiva, lasciarsi attraversare dai singhiozzo, sentire il dolore e gradualmente superare quel dolore, scoprendo che quella lacuna nel suo mondo lascia comunque integro, significativo e apprezzabile ci che resta. Cos si abitua a riconoscere la sua esistenza come SUA e SIGNIFICATIVA nonostante lassenza della persona ritenuta integrante nella sua vita. Un dolore per ci che perso o non pu essere ottenuto, resta tale ma viene percepito con minore intensit perch divenuto sfondo anzich figura. Se lasciati soli invece i bambini (come anche gli adulti) sfiorano il dolore e lo classificano come intollerabile prima di prenderne le distanze difensitivamente. Le difese attuate rispetto al dolore restano come dei macigni posati in mezzo alla strada della vita, che possono essere rimossi nel momento in cui si attua un cambiamento consapevole che porta a favorire la scoperta di risorse gi disponibili, ma non utilizzate, per consentire la gestione del dolore .

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

18/38

IL DOLORE

UNITA CORPO-MENTE

In questo contesto, non possiamo escludere il concetto di polarit che rappresenta il problema centrale della nostra esistenza. La nostra attuale coscienza divide e spacca tutto in coppie di opposti. La nostra intelligenza non fa altro che dividere costantemente la realt in unit sempre pi piccole e distinguere tra queste unit. Diciamo s a uno e contemporaneamente no al suo opposto. Per con ogni no inevitabilmente cementiamo il nostro malessere, perch per stare bene non dovremmo mancare di nulla. La nostra visione polare, ci oscura la visione dellunit che abbraccia tutti gli opposti ancora non separati. La polarit fa s che siamo incapaci di considerare contemporaneamente i due aspetti di ununit e costringe la nostra conoscenza a muoversi seguendo una successione da cui nascono i fenomeni del ritmo, del tempo e dello spazio. Per esempio, nel respiro, linspirazione deriva dallespirazione e senza il suo opposto non potrebbe esistere; se uno si rifiuta di espirare non potr poi nemmeno inspirare. Un polo non pu esistere senza il suo opposto. Dietro alla polarit sta lunit quelluno che racchiude tutti gli opposti non separati. Questa dimensione viene chiamata anche Universo che per definizione comprende tutto per cui nulla pu esistere senza questa unit. Nellunit non c mutamento, trasformazione, evoluzione perch lunit non soggiace al tempo e allo spazio. Lunit/universo in eterna pace puro ESSERE, e si esprime senza tempo, senza spazio, senza mutamento, senza confini. Dal punto di vista della nostra coscienza polare lunit appare quindi come nulla. LEgo delluomo vuole avere sempre qualcosa che al di fuori di lui e non gli fa piacere venire a sapere che deve semplicemente perdersi per poter essere una cosa sola con il tutto . Nellunit TUTTO e NULLA diventano una cosa sola il nulla rinuncia ad ogni manifestazione e sfugge quindi alla polarit. LOrigine prima di tutto ci che , il Nulla. E lunica cosa che esiste, senza inizio e senza fine di eternit in eternit. Nellunit cessa ogni nostalgia, ogni volont, ogni tensione, finisce ogni movimento perch non esiste pi qualcosa di esterno verso cui si possa tendere. E un vecchio paradosso: soltanto nel nulla si pu trovare la pienezza. Il tema malattia/guarigione rappresenta anchesso un aspetto della polarit e scopo di questa conoscenza quello di superare questa condizione di malessere scandita dal tempo e far diventare la propria vita di nuovo SANA cio INTERA. Ogni via di guarigione porta dalla polarit allunit; attraverso questa nuova conoscenza si pu sviluppare una nuova coscienza che cominci a
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 19/38

IL DOLORE

modificare le piccole azioni nella vita quotidiana fino a raggiungere una pienezza di vita. Non di meno possiamo considerare la psiche e il corpo aspetti differenti della stessa realt; un corpo ammalato innescher sempre anche disturbi psicologici e una mente perturbata alla fine dar sempre anche qualche disturbo fisico. Pure il dolore e la sofferenza sono espressioni della stessa realt; il dolore ci che ci capita addosso allimprovviso, la sofferenza lopera di riflessione e di ascolto di quello che il dolore compie dentro di noi, momento dopo momento. Mentre il dolore riguarda listante presente, la sofferenza proprio perch riflessiva, si espande sul passato e sul futuro unificando in un solo atto lintera nostra esistenza. Da tali presupposti, appare evidente che, in qualsiasi situazione di malessere, occorre considerare luomo nella sua interezza; non possibile risolvere le sofferenze o guarire i dolori solo somministrando farmaci o rimedi, cercando cio di riequilibrare chimicamente uno squilibrio organico o mentale ma, necessariamente, si debbono considerare tutte le dimensioni della persona. Occorre ritornare a curare maggiormente lo stile di vita, la relazione che luomo ha con lambiente in cui vive, e ritornare a risvegliare quella parte profonda di s che conosce i veri bisogni facendo si che si concretizzino Possiamo prendere come esempio, lalimentazione (argomento di interesse quotidiano): la conoscenza e la coscienza di cosa mangiare per trarre da ogni alimento le sostanze necessarie ed indispensabili per un corpo efficiente, sano equilibrato, porterebbe lattuale visione del cibo, visto solo come appetitoso ed appagante, ad una forma pi completa. Questo discorso vale anche per i ritmi, le abitudini, lattivit fisica, la comunicazione interpersonale, i sentimenti, la relazione con la natura, lo sviluppo della propria dimensione creativa e spirituale; occorre affrontarli dando loro una valenza di rispetto, precisione e presenza per migliorare la qualit della vita umana e renderla pi evoluta.

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

20/38

IL DOLORE

DOLORE: SINTOMO O MESSAGGIO ?

Di fronte al dolore ognuno di noi si pone diverse domande : Perch ho questo dolore? La risposta ci sembra di averla data nei capitoli precedenti, prendendo in considerazione laspetto pi prettamente fisico e psicologico. Perch devo soffrire cos per una determinata cosa? Quando appare un dolore, cerchiamo spesso di risolverlo con una terapia che faccia prima di tutto scomparire il sintomo, (terapia farmacologica) e poi prendiamo in considerazione la causa fisica della sintomatologia attuando di seguito terapie (fisiche, psicologiche, etc.) pi adatte al problema. Non detto che il far scomparire il dolore significhi necessariamente guarigione; il dolore, infatti pu ripresentarsi dopo un certo tempo, in modo pi ampio o sotto una nuova forma. Diventa necessario cercare nuovamente la causa del dolore che si ripresentato e considerarla da un altro punto di vista. Se abbiamo asserito che il dolore un sintomo vitale/esistenziale di difesa, possiamo pensare che la causa sia originata da un mancato equilibrio e armonia non solo del corpo ma anche di un livello pi profondo di noi stessi. Non avremo disturbi casuali senza perch, ma saranno espressione in ultima analisi di aspetti repressi, temuti o accantonati della propria vita: non dobbiamo quindi limitarci a combatterli ma occorre prima di tutto capirli. Il concetto base che il corpo in s non ammalato o sano ma in lui si esprimono semplicemente le informazioni della coscienza, della psiche le quali vogliono far notare una loro necessit, un loro bisogno, e lo rivelano attraverso di esso che diviene cos il modo e il livello di espressione della coscienza e della psiche (la medicina psicosomatica lavora gi da tempo su queste basi!). Attraverso queste considerazioni possiamo sostenere che per guarire bisogna prima di tutto trasformare la coscienza, integrare ci che manca, capire le carenze e colmarle. Con questo non vogliamo sminuire lefficacia della medicina tradizionale o naturale che ha i suoi benefici in molte patologie, bens stimolarla a considerare luomo nella sua interezza per una guarigione completa. Questo diverso modo di interpretare la guarigione lunica possibilit che abbiamo di crescere, di risolvere i nostri veri problemi a livello esistenziale, per capire pi profondamente noi stessi e favorire il proprio cammino evolutivo. E cos che ognuno di noi coinvolto in prima persona nel suo processo di guarigione, diventandone partecipe e responsabile; infatti questo processo
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 21/38

IL DOLORE

inizia solo dentro di noi e solo noi siamo gli unici e autentici artefici della nostra terapia (autoguarigione). Tale considerazione viene avvallata da diverse correnti scientifiche, letterarie, filosofiche, spirituali, che considerano il dolore e la malattia come alleati e non come nemici e aiutano con il loro simbolismo a smascherare il problema centrale di ognuno di noi. Questo pensiero, rafforzato da diverse esperienze, da una risposta, a nostro avviso, completa alla domanda che luomo da sempre si fa: Perch soffro?

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

22/38

IL DOLORE

COME CI PUO AIUTARE CRANIO SACRALE ?

Dalle precedenti considerazioni sul dolore, appare evidente che lindividuo spesso tende ad identificarsi con esso, tanto da condizionare in parte o per intero, la sua vita comportamentale e relazionale. Da questo punto di vista occorre sottolineare alcuni concetti fondamentali sul dolore per i quali la parola dolore possa essere interpretata in maniera non sempre negativa, punitiva o costrittiva. Se non esistesse il dolore, lorganismo non sarebbe in grado, per mancanza di segnali e di meccanismi, di compensare e rimediare alla lesione. Il dolore di una ferita richiama sulla causa che lha provocata, il dolore di uninfezione provoca uninfiammazione e quindi una difesa antibatterica, etc.. Il dolore quindi si presenta come unesperienza biologicamente utile che favorisce lattivazione o il recupero e lutilizzazione di una serie di funzioni difensive e adattative in modo pi consono allorganismo nel suo insieme. Questo approccio alla problematica del dolore, soprattutto quello fisico, ne da sicuramente una visione per certi aspetti positiva che induce a vedere il dolore non solo come un nemico da combattere, ma come un momento necessario di passaggio verso uno stato di salute riconquistato. Lapproccio Cranio Sacrale sicuramente il mezzo pi esplicito in cui si applica lesperienza biologica che favorisce il recupero. Il dr. Becker chiam la biologia del benessere la forza pi potente del mondo, cio la forza corporea intrinseca di cui ci si pu sempre fidare per avere il pi appropriato aiuto di cui si ha bisogno; ma imparare a fidarsi di questa saggezza non sempre facile ed importante spiegare questo alla persona che si presenta a noi con un dolore quando, invitati dal sistema, prendiamo contatto con una zona non direttamente interessata. Non dobbiamo per dimenticare che il dolore di per s unespressione di richiesta di attenzione, perci, almeno le prime volte, opportuno prender in considerazione direttamente la parte interessata. Fluidi Considerato che il nostro corpo composto da circa 70/80% di liquidi, che ogni cellula vi immersa e che tutto il metabolismo richiede lapporto di fluidi, possiamo affermare che essi sono lelemento principale per trasmettere e trasportare informazioni, vitalit e benessere. Pertanto il primo contatto servir per stimolare il sistema a dirigere nella zona dolente un maggior apporto di fluidi in modo da lenire, disinfiammare, depurare e consentire alla parte di usufruire delle endorfine presenti nel Liquor, di eliminare le tossine e di apportare liquidi e sostanze rigeneranti.
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 23/38

IL DOLORE

Lefficacia del cranio sacrale nel dolore si realizza per soprattutto affrontando lorigine di un problema, cio il suo fulcro e non solo i sintomi e le conseguenze. Al centro di ogni fulcro di inerzia c una concentrazione di potenza imprigionata che si esprime trattenendo schemi di compressione, torsione e pressione nei tessuti. Per risolvere tale contrazione occorre riportare in uno stato di equilibrio le forze sottostanti bloccate nel fulcro. Se ci non avviene lo schema si presenter in un'altra struttura o forma. Tali schemi possono essere lespressione sia di un disturbo di origine prettamente fisica sia di un trauma emotivo o psicologico che si concretizzato in un dolore fisico. Tali considerazioni valgono prevalentemente per i dolori acuti e per quelli psicologici; diverse invece sono le considerazioni per i dolori persistenti e cronici. Non possiamo considerare il dolore cronico come messaggio positivo in quanto questo tipo di dolore provoca unalterazione organica, scientificamente dimostrata, con una crescita dei DENDRITI a livello limbico e un ipersensibilizzazione ai segnali dolorifici a discapito di altri segnali sensoriali. Tutto ci porta a una carenza di stimoli soprattutto positivi che, uniti ai problemi di autonomia, possono portare la persona a vari gradi di depressione e isolamento. Con Cranio sacrale possiamo operare attraverso diverse fasi : ? ? ? ? ? ? stimolazioni positive tattili stimolazioni positive profonde Principio dOrdine e Guarigione (POG) individualizzazioni di eventuali fulcri ricorso alle Risorse trasformazione

Stimolazioni positive tattili Con il primo approccio si porta la persona ad ascoltare le parti del proprio corpo non interessate al dolore attraverso il contatto della mano delloperatore, il quale la guider ad esprimere le sensazioni che tale contatto fa emergere: caldo, freddo, pesante, leggero, morbido, ruvido, duro etc.
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 24/38

IL DOLORE

Sensazioni che possono riguardare non solo il corpo della persona, ma anche solo le mani delloperatore di cranio sacrale; infatti in presenza di dolori molto forti nel corpo, la sola attenzione al contatto delle mani pu creare una risposta diversiva alla sensazione diffusa di dolore nel corpo. Si induce la persona a sentire stimoli positivi diversi che permetteranno di segnare una linea sensitiva parallela o in contrasto con quella nocicettiva in modo tale che il canale afferente guadagni nuovamente consistenza e valenza. Questo tipo di esperienza utile anche nei momenti in cui si pu manifestare un dolore pi forte per il quale la persona tende a dissociare. La dissociazione pu essere considerata non sempre negativa in quanto, in situazioni di particolare gravit, rappresenta una risorsa a disposizione della persona, uno spazio di assenza di dolore; tutto questo per importante che sia sostenuto ed accompagnato dalloperatore affinch la dissociazione sia mantenuta nella sua efficace conduzione alle risorse e non trasbordi nei limiti della inconsapevolezza. Stimolazioni positive profonde Partendo dalla sensazione tattile si da alla persona la possibilit, piano piano, di staccare la propria attenzione dal dolore e di entrare in contatto con delle sensazioni positive. Spesso molti non desiderano sentire le sensazioni fisiche per paura che si renda evidente solo la sensazione dolorosa; daltra parte dimostrato che, per elaborare una situazione difficile (trauma), necessario passare attraverso le sensazioni. E fondamentale coinvolgere la persona nellascolto delle vibrazioni emotive che le sensazioni tattili, uditive, olfattive, visive, gustative sviluppano nel corpo come reazioni fisiche. Questa naturale facolt umana detta Felt Sense ed parte integrante delle nostre esperienze, tanto che lo diamo per scontato e non ci rendiamo conto della sua esistenza fino a quando non le prestiamo deliberatamente attenzione. Il meccanismo potrebbe essere potenziato non limitandoci solo allascolto del contatto con la mano delloperatore, ma prendendo in considerazione luso di oggetti morbidi lisci, caldi e piacevoli al tatto come pure musiche, profumi, sapori scelti dalla persona stessa in quanto possono essere stimoli per lei del Felt Sense. Ci si rende necessario in quanto non tutti gli oggetti o le musiche, etc., possono essere motivo di rievocazioni emozionali positive per quella data persona. Il Felt sense aiuta le persone ad essere pi naturali, con i piedi per terra, pi a proprio agio nel corpo, ad aumentare il senso di equilibrio, la coordinazione, la creativit, ed grazie al felt sense che proviamo benessere, pace e connessione. In poche parole il modo in cui facciamo lesperienza del s.
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 25/38

IL DOLORE

Questo permette di imparare ad ascoltarsi e a vivere le proprie sensazioni nella loro totalit, sia sul piano fisico che su quello emozionale. Tanto pi la persona diventa cosciente di questa facolt, tanto pi in grado di imparare ad utilizzare e a fare ricorso ad esperienze positive fisiche, emotive, psicologiche, spirituali o ambientali come risorsa sorgente, fonte di ricarica nei momenti di difficolt. Rivivere (richiamarsi) cos tali esperienze, crea delle reazioni fisiologiche nel corpo dando un senso di benessere, espansione, leggerezza che aiutano la persona a trasformare e recuperare la situazione di disagio. Il percorso cos tracciato permette alla persona da una parte di segnare una linea sensitiva parallela (e/o in contrasto con quella nocicettiva), ancora pi in profondit, dallaltra di acquisire pian piano la consapevolezza di avere un dolore e NON di essere il dolore; si riprende i mano, in questo modo, la propria esistenza, dando consistenza al SE e non all IO. Principio dOrdine e Guarigione (POG) Per dar modo al sistema della persona di affrontare nel miglior modo possibile la situazione dolorosa presente fondamentale prendere contatto con il Principio dOrdine e Guarigione che il principale strumento per conoscere le risorse a disposizione della persona stessa. Il POG dato dal Respiro Vitale che si fa materia e porta con s la sua potenza originaria; valutare la qualit di tale potenza permette alloperatore di conoscere in quale situazione si trova la persona ed eventualmente attivare gli adeguati stimoli di potenziamento (CV4- EV4), in quanto linadeguatezza dellenergia non permetterebbe il cambiamento. Il POG si esprime principalmente nella Marea Media per cui quando siamo in contatto con esso non sono presenti schemi e quindi non ci sono n sintomi n dolori. Se la persona sente ancora il dolore vuol dire che non ha ancora contattato questo livello, ma ancora in quello del sintomo. Il lavoro del Cranio Sacrale non quello di focalizzarsi sul sintomo, ma quello di risvegliare, ricordare che sotto sotto ci sono le Risorse, fonti originarie di autoguarigione. Il POG fondamentale perch limita e circoscrive la situazione di dolore e di stress, consentendo al sistema di recuperare, respirare e affrontare meglio la situazione generale. In effetti il POG presente sempre e in ogni cellula e, domandando al sistema come esprime il suo POG proprio in quella parte dolente, facile che la sensazione non sia pi quella del dolore, perch nel POG c solo salute e benessere, in quanto espressione di un livello pi profondo di coscienza.

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

26/38

IL DOLORE

Individualizzazioni di eventuali fulcri Come abbiamo gi evidenziato, per portare equilibrio in una situazione di disagio, determinante mettersi in contatto con il Fulcro che mantiene bloccata lenergia. Nellapproccio con il sistema della persona per la sua individuazione, possibile che si evidenzino sia degli schemi (apparentemente) non pertinenti (come gi visto nel dolore acuto) sia degli schemi legati direttamente alla sintomatologia espressa dalla persona. Ogni volta che si formano fulcri dinerzia, altre aree del corpo possono avere bisogno di adattarsi alla loro presenza. Questo causa reazioni secondarie o compensatorie per cui, un fulcro primario pu dare origine a fulcri secondari di compensazione; attraverso lunit del corpo, i vari fulcri dinerzia possono essere considerati in rapporto reciproco. Con la risoluzione dei fulcri dinerzia secondari si hanno a disposizione pi risorse vitali che permetteranno lo scioglimento di quelli primari. Ricorso alle Risorse Per poter sciogliere il fulcro e dar modo alle forze di guarigione di attivarsi e aiutare il sistema a trovare il suo equilibrio globale e mantenerlo, necessario ricorrere alle Risorse intrinseche. Se troviamo le risorse in una capacit interiore, in un oggetto, in unesperienza o in una sensazione, possiamo attingere al loro aiuto nei momenti di necessit. E attraverso questo percorso alternativo di interiorizzazione che possiamo riscoprire la nostra innata forza guaritrice che sempre presente in noi ma che si manifesta e si concretizza solo nel silenzio e nellattenzione. Sar per mezzo delloperatore che la persona sperimenta i vari tipi di Still point: li possiamo considerare come una scala di esperienza che permette di entrare lentamente e gradualmente nella profondit di stati di riposo, consapevolezza ed integrazione; dal pi immediato rilassamento fisico e mentale fino al contatto con lo spazio da cui emerge il Respiro della vita. Si crea cos unoccasione di legame pi radicato con la fonte perenne della nostra salute intrinseca e della nostra creativit e si consolidano le riserve vitali del corpo ricaricando la potenza del liquido cranio sacrale. Trasformazione Lobiettivo che vogliamo raggiungere attraverso lesperienza Cranio Sacrale Biodinamica quello di: ? Essere presenti per riuscire a mantenere il contatto con le sensazioni senza esserne sopraffatti .
27/38

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

IL DOLORE

? ? ?

Vivere le situazioni dolorose avvicinandoci ad esse a poco a poco per evitare la perdita di controllo. Porsi in una condizione di osservazione, dellesperienze, senza coinvolgimento emotivo. diventare testimone

Ripristinare larmonia con lordine prestabilito delle cose prendendo coscienza della frattura iniziale.

Allora possiamo muoverci e vivere nella situazione dolorosa in modo diverso da quello abituale e possiamo trovare uno stile e una qualit di vita pi completo.

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

28/38

IL DOLORE

5.1 ESPERIENZE

5.1.1 Laura Lesperienza con Laura risale alla primavera del 2006, e forse stato dopo i trattamenti con lei che ho sentito la necessit di approfondire il tema del dolore. Mi racconta che ad Agosto 2005 aveva subito un forte stiramento al braccio sinistro, cercando di prender al volo una forma di formaggio che stava cadendo da uno scaffale. Dopo questo episodio aveva fatto visite mediche, esami radiografici (compresa una risonanza magnetica), terapie farmacologiche e fisioterapiche, ma senza alcun risultato. I dolori persistevano, limitandola molto anche nei movimenti pi semplici, e impedendole di dormire la notte. Non conosceva il Craniosacrale ma era disposta a provare. Devo dire che la sua disponibilit ed apertura sono state di estrema importanza. E stata unesperienza molto forte per entrambe, in quanto, fino dalle prime sedute, i dolori al braccio aumentavano durante le varie fasi del trattamento; a ben poco giovava linvio di liquidi sulla parte dolente, mentre molto pi efficace era contattare la Marea Media e lo Still Point per accedere alle risorse, vera fonte di autoguarigione. Laura dimostrava la volont e la capacit di comprendere che, come si dimostrato alla fine del ciclo, il dolore fisico era un mezzo, seppur drastico, per scaricare ed eliminare tensioni e sofferenze forse pi profonde. La stanchezza, i brividi, la sensazione di svuotamento che provava al termine del trattamento erano la migliore conferma di questa realt. I tempi di recupero e di ri-equilibrio fisico e psicologico dopo le prime due sedute, erano molto lunghi (24-36 ore), ma sempre pi brevi nelle seguenti, fino a scomparire negli ultimi due incontri. Il primo e pi significativo riscontro positivo era che Laura, gi dopo la prima impegnativa seduta ed altrettanto impegnativo recupero, era riuscita a dormire tutta la notte senza alcun fastidio, dopo sette mesi insonni; il dolore, inoltre, continuava a presentarsi solo durante il movimento e non pi durante limmobilit o il semplice contatto tattile o pressorio alla spalla. Il dolore che si presentava durante la terapia era accentuato da alcuni schemi che si muovevano intorno ai loro fulcri (arti inferiori fulcro lombare, diaframma toracico fulcro dansia, diaframma scapolare fulcro gola, arti
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 29/38

IL DOLORE

superiori fulcro spalla); man mano che i fulcri si scioglievano, mettevano a disposizione del sistema maggiore energia. Questo fatto, assieme a movimenti involontari del braccio sinistro sempre pi ampi, prima in estensione e rotazione interna, poi in abduzione e rotazione esterna, ha permesso a Laura di recuperare anche la mobilit dellarto fino all80%, in misura molto superiore alle sue aspettative. Ci sono stati momenti in cui siamo arrivate al limite con il dolore, ma sempre e comunque in modo consapevole, coscienti che qualcosa dAltro ci stava guidando, entrambe non ci siamo mai sentite sole o in balia della situazione, dando al dolore lo spazio ed il peso adeguato. Con questa esperienza Laura ha, prima di tutto, superato il dolore e recuperato luso della spalla; il fatto, poi, di sottoporsi ai trattamenti ed ai relativi recuperi, le ha insegnato, cosa forse pi importante, a dedicare del tempo a se stessa, ad ascoltare il proprio corpo in una modalit nuova e maggiormente consapevole, a lasciarsi andare nel rilassamento come nel pianto; tutti questi sono stati risultati rilevanti e insperati.

5.1.2 Girolama Un giorno riflettevo sulla mia formazione in Cranio Sacrale e come avrei potuto farla conoscere e diffonderla. Alla mente mi venne subito limmagine di tutte le persone che conoscevo con tanti dolori e come erono disposte a provare qualsiasi cosa pur di lenire tale situazione. Prima tra tutte era mia madre che ormai da anni soffre di osteoporosi con conseguente artrosi. Cos le chiesi se era disponibile a farmi da cavia e cos abbiamo intrapreso unesperienza che ancora in corso e che certamente ora posso descrivere solo parzialmente. Il dato interessante che in questo momento mi sembra opportuno sottolineare quanto il lavoro sui Fluidi possa contribuire notevolmente quale terapia analgesica. Girolama, una persona di 85 anni, si dimostrata aperta allesperienza con una presenza sempre attiva e cosciente. Ogni volta che mi mettevo in contatto con lei entravo subito nel MCS e successivamente nella Marea Media e qui ho sempre sentito una potenza energetica non indifferente per una persona della sua et. Eravamo consapevoli entrambe che i suoi dolori sono stati diagnosticati come cronici e pertanto la nostra intenzione era solo quella di verificare se attraverso questa nuova esperienza avremmo potuto ottenere qualche miglioramento.
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 30/38

IL DOLORE

Cos abbiamo iniziato il ns. percorso. Girolama si stendeva sul lettino e mi seguiva nella ricerca delle proprio risorse, che per lei era quella di proiettarsi in momenti particolari della sua vita. Con quelle immagini si lasciava andare e si metteva in ascolto del proprio corpo. Da parte mia andavo a contattare il LCS. In una prima visione mi mettevo in ascolto del movimento lungo il sacco durale e subito Girolama percepiva questa onda che scorreva. Devo dire che la sua percezione si mossa gradatamente, ogni volta un pezzetto in pi. Cos siamo arrivati dalle spalle al bacino. Da parte mia sentivo che il liquido scorreva, ma che questo fluire era come di quello di una sostanza abbastanza densa. Sentivo un torpore nelle mani sempre pi crescente. Cos ho utilizzato la prima volta limmagine del pesciolino che andasse a filtrare il liquido Cerebro spinale e poi per un paio di volte la tecnica dell EV4 per alleggerire la consistenza del liquido. Con questi due passaggi mia madre mi ha raccontato di sentirsi come sollevata, e come se il suo corpo rimanesse sospeso, e non percepiva pi alcun dolore; devo dire che mentre me lo diceva mi ci sono sentita anchio. La risonanza delle parole di mia madre, infatti, mi hanno fatta subito sentire trasportata nei liquidi e sentivo tutto il suo corpo galleggiare, mentre io stessa mi sentivo circondata dal liquido, in un abbandono totale come, se ogni peso si fosse dissolto. Questa stata lesperienza pi interessante che mi sia capitata personalmente. Posso dire di aver verificato come lavorare sui fluidi possa effettivamente comportare una notevole azione analgesica su una persona sofferente di dolori cronici. Dal punto di vista dei risultati, Girolama mi ha confermato che a seguito dei trattamenti i dolori sparivano per diverse ore (pi di dodici ore), che la notte riposava sempre di pi e meglio in quanto non si presentavano pi i crampi alle gambe che prima condizionavano la durata e la qualit del riposo. Lesperienza continua e prossimamente su questo schermo ne vedremo di belle!!!!!. NOTA Ci sembra importante tenere presente, e soprattutto mettere al corrente la persona, che spesso in situazioni dolorose e acute, soprattutto dopo i primi trattamenti, si possono manifestare intensificazioni nella sintomatologia
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

31/38

IL DOLORE

dolorosa. Tali acutizzazioni, dovute al riequilibrio delle energie bloccate, sono sempre superate e ridotte nelle fasi successive. Nelle nostre esperienze non abbiamo avuto modo di sperimentare in maniera continuativa e tangibile, la modificazione a livello limbico della crescita dei Dendriti, intervenendo in modo specifico sulle cellule nervose. Resta comunque una proposta, unidea da sviluppare in futuro, soprattutto nelle situazioni di dolore persistente o cronico. Laltra metodologia non sperimentata stata quella del nuovo input di stimolazione alternativa sensitiva tattile, per diminuire il canale sensitivo dolorifico predominante, in quanto non abbiamo avuto modo di fare esperienza per pi tempo con una determinata persona.

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

32/38

IL DOLORE

ANALOGIE E STIMOLI NEL PENSIERO DI SRI AUROBINDO E MERE

Come non prendere in considerazione il pensiero di Sri Aurobindo e Mre nella formazione di Cranio Sacrale? Queste persone hanno dedicato la loro vita alla ricerca della Verit, e alla trasformazione delluomo nella sua stessa parte materiale, attraverso la modifica della memoria cellulare; ci hanno lasciato scritti che indiscutibilmente scoprono una prospettiva futura veramente affascinante per luomo; noi crediamo che questa prospettiva possa essere una strada evolutiva per laccompagnamento di Cranio Sacrale. W.G. Sutherland (1873-1954) sosteneva: dovete vedere questa energia come un liquido nel liquido, una potenza intelligente, pi intelligente della nostra mente umana Mre (1878-1973) si domanda in che momento far cessare la circolazione del sangue e sostituirla con la Forza? Leggere queste due frasi e sentir risuonare una certa connessione un tuttuno, come se dmanda e risposta si scegliessero da sole!! Sri Aurobindo (1872-1950) nel suo poema Savitri cos si esprime sul dolore: ..La sofferenza dellanima non la chiave delleternit, n il riscatto mediante il dolore, ci che il cielo domanda alla vita. ..Un potere in te , che tu non conosci; Tu sei un vaso della scintilla imprigionata. Essa cerca di liberarsi dallinvolucro del Tempo. E finch la rinchiudi, il sigillo il dolore; Ma difficile per la mente umana sentire il bene del Cielo nel crollo della vita e il pugno di ferro del Fato, o tollerare il terribile mistero del dolore, della sofferenza e del male che mascherano Dio
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 33/38

IL DOLORE

Mre dice: nel sistema, nella natura, la sofferenza sia stata inventata quale indicatore; n perch ad esempio se il corpo si disorganizzasse in un modo qualunque senza che ci causasse la minima sofferenza, non si cercherebbe mai di arrestare questa disorganizzazione. Si pensa a curare una malattia solo perch ci fa soffrire: Se non causasse nessun fastidio, non si cercherebbe mai di guarirne. Quindi nelleconomia della natura penso che il primo scopo della sofferenza fisica sia quello di metterci in guardia. non basta dire che non si vuole la sofferenza perch se ne vada! Ma se si capaci . di stabilire dentro di s per esempio a fronte di ogni dolore di tipo nervoso - una sorte di immobilit immobilit della vibrazione interiore - pi completa possibile sul punto doloroso, essa ha leffetto di un anestetico; in realt se c dolore, ci vuol dire che siete in contatto con il nervo che trasmette il dolore, altrimenti non sentireste niente. Ebbene, una volta che sapete che siete in contatto, accumulate in quel punto pi immobilit che potete per arrestare la vibrazione del dolore nel nervo che soffre. Vi accorgerete che agisce e che si addormenta. Occorre essere abituati a fare ci, ma abbiamo loccasione ogni momento di farlo! quando vi accade qualcosa di doloroso nellignoranza questa cosa dolorosa assume un certo carattere. Ma la stessa cosa se la ricevete in uno stato di conoscenza non ha gli stessi effetti. Ma cosa vuol dire conoscenza? Se si ha la conoscenza conoscenza interna delle cellule, della loro esistenza, della loro composizione, e quella dei risultati della cosa dolorosa ossia delleffetto che essa ha avuto sulle cellule - e nello stesso tempo si ha la conoscenza di ci che le cellule devono essere e di come devo reagire alla cosa dolorosa, invece di procedere come la natura fisica, che richiede ore, giorni e mesi per riparare ci che stato danneggiato, si pu farlo istantaneamente, infatti quanto avviene. Perch quando lazione integrale e perfetta, a questa conoscenza puramente materiale se ne aggiunge una interna nonch un potere di fare intervenire forze, come le forze supermentali le quali possono fare istantaneamente ci che nel mondo materiale richiede una durata pi o meno lunga. Ci Vi permette di proiettare sul punto la Forza di Verit in modo che tutto venga posto sotto linfluenza di tale Forza, in modo che le cose, gli elementi, le cellule e, tutto ci che le compone diventino ricettivi a questa Potenza supermentale e che lorganizzazione avvenga secondo una legge di Verit allora ci pu anche rappresentare loccasione non solo di curare la cosa dolorosa, di rimediare allincidente, ma di fare un grande progresso nella coscienza generale e, sul quel punto preciso, un grande progresso di ricettivit alle forze, di adattamento a quelle forze, di risposte al loro influsso. E proprio cos che si pu volgere qualcosa di cattivo in qualcosa di ottimo, quando si ha il potere.
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 34/38

IL DOLORE

Ma come aumentare la ricettivit del corpo? Secondo Mre: .quando arriva una forza e voi non laccogliete, ci produce una contrazione, c qualcosa che si indurisce nel vitale, nella mente e nel fisico. Avete limpressione di un dolore. Allora la prima cosa da fare con un atto di volont allentare quella contrazione una volta allentata la contrazione vedete se limpressione sgradevole cessa, il che dimostra che si tratta di una piccola resistenza momentanea, ma se il dolore continua e se davvero necessario aumentare la vostra ricettivit per poter accogliere ci che aiuta, ci che da accogliere, dopo aver allentato la contrazione, dovete cominciare a impegnarvi ad espanderVi si ha limpressione di espandersi. I procedimenti sono molti. Certe personepossono essere coscienti della propria coscienza, allargare sempre di pi la coscienza fino a che essa diventi illimitata. Quando si fa questo si diventa veramente ricettivi.quando arriva qualcosa di forte e si sente che troppo ..il procedimento esattamente lo stesso: agire sulla contrazione. Si pu agire con il pensiero, con una invocazione alla pace alla tranquillit(il senso della pace diminuisce parecchio la difficolt). Numerosi malesseri, anche fisici, come tutte le contrazioni del plesso solare, ..possono sparire cos. La causa ultima di tutte le malattie fisiche pu essere attribuita ad un disordine mentale. Ogni punto del corpo simbolico di un movimento interiore; un mondo di corrispondenze sottili.. quella parte del corpo colpita dalla malattia indica la natura del disordine interiore che si stabilito, lorigine della malattia; un segno della sua causa. Rivela anche la natura della resistenza che impedisce allessere di avanzare in modo globale e con uguale rapidit e ci indica quali sono il trattamento e la guarigione. Se potessimo perfettamente capire dove sta lerrore, scoprire quale parte non stata ricettiva e aprirla alla forza e alla luce, potremmo ristabilire in un attimo quellarmonia che stata turbata e la malattia sparirebbe completamente. Il dolore per loro la menzogna del mondo. Attraverso gli scritti di Satprem l abbiamo lopportunit di entrare in questo concetto dove la sofferenza viene assimilata al dolore e viene considerata una decomposizione. Infatti le malattie e la vecchiaia le considerano le falsit pi evidenti come potrebbe mai essere c laido, consunto malato vecchio, ci che Vero? Il Vero irradia luce, bellezza, eternit. Il Vero invincibile evidentemente. La morte e la vecchiaia ci possono ghermire soltanto perch manchiamo di Verit. Forse venuto il tempo di ritrovare la Verit completa dello spirito e della materia in una terza posizione che non ne quella dei materialisti n quella degli spiritualisti: La soluzione non sta nellascesa delluomo al cielo, ma L piuttosto nel suo ascendere quaggi nello Spirito, e anche nel discendere dello
Annamaria Biasutti e Silvana Passoni 35/38

IL DOLORE

Spirito nella umanit comune, in una trasformazione della natura terrestre. E questo infatti che lumanit attende: non una qualche salvezza post mortem, ma una autentica nuova nascita che coroner la sua lunga, oscura e dolorosa marcia.

il dolore della terra il riscatto della sua gioia prigioniera. i

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

36/38

IL DOLORE

Bibliografia

www.wikipedia.org www.pforster.ch www.winalgos.com www.craniosacral.it www.salus.it www.risorse-psicoterapia.org

M.Kern - Craniosacrale: la saggezza del corpo -ITCS T.Dethlefsen R.Dahlke - Malattia e destino - Ed.Mediterranee P.Bellavite P.Musso R.Ortolani Il dolore e la medicina Soc.Ed.Fiorentina C.Rainville - Ogni sintomo un messaggio Ed. AMRITA La Madre - Conversazioni 1950-1951 - Ed. Arka Milano La Madre - Conversazioni 1954 - Vol.II - Ed. Arka Milano Satprem - Sri Aurobindo lavventura della coscienza - Ed.Mediterranee Satprem - Agenda di Mre - Ed.Mediterranee ricerche evolutive Sri Aurobindo - Savitri Ed.Mediterranee Latin pen- Auroville

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

37/38

IL DOLORE

INDICE
INTRODUZIONE 1 ANATOMIA, FISIOLOGIA E SINTOMATOLOGIA DEL DOLORE................... 4 1.1 1.2 1.3 1.4 2 3 4 5 Trasmissione del dolore ............................................................. 5 Differenze fra i dolori................................................................. 7 Cronicizzazione........................................................................10 Classificazione patogenetica del dolore ........................................14

DOLORE PSICOLOGICO ..................................................................17 UNITA CORPO-MENTE ...................................................................19 DOLORE: SINTOMO O MESSAGGIO ? ................................................21 COME CI PUO AIUTARE CRANIO SACRALE ? ......................................23 5.1 ESPERIENZE ...........................................................................29

5.1.1 Laura ..................................................................................29 5.1.2 Girolama .............................................................................30 6 ANALOGIE E STIMOLI NEL PENSIERO DI SRI AUROBINDO E MERE .........33

BIBLIOGRAFIA

Annamaria Biasutti e Silvana Passoni

38/38

Você também pode gostar