Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
il manifesto
CULTURA
TEMPI PRESENTI
LA FACCIATA DI UNA CASA A CHELSEA, LONDRA, DECORATA DA TONY COMMON FOTO REUTERS
Sandro Mezzadra
Italia si ormai guadagnata una posizione di rilievo nel panorama internazionale degli studi sul postcolonialismo, sia come oggetto di studio sia per il contributo che molti intellettuali italiani hanno apportato al dibattito teorico postcoloniale (basti segnalare, in questo senso, la recente uscita per la casa editrice Palgrave Macmillan di Postcolonial Italy. Challenging National Homogeneity, a cura di Cristina Lombardi-Diop e Caterina Romeo). Per quanto sia rimasta unimpostazione di frontiera, guardata con sospetto dallinterno del mainstream accademico, quella postcoloniale del resto entrata a far parte della formazione di una nuova generazione di studiose e studiosi in ambito umanistico e nelle scienze sociali. Ne sono derivati effetti di rinnovamento (e di decentramento dello sguardo) che hanno investito numerose discipline, hanno messo in discussione i confini tra di esse e hanno pi in generale interpellato radicalmente il pensiero critico dal postoperaismo al femminismo, per fare soltanto due esempi. Grazie allimpegno di case editrici come Meltemi e ombre corte, i lavori di Dipesh Chakrabarty e Partha Chatterjee, Gayatri Spivak e Chandra Mohanty, nonch di molti altri protagonisti del dibattito postcoloniale, sono disponibili in italiano, circostanza che ha posto le basi per una ricezione relativamente ampia dei temi al centro di quel dibattito.
niali costituiscono un archivio essenziale per la comprensione e la critica del presente. O meglio: per la comprensione e la critica del capitalismo contemporaneo. C qui un ulteriore elemento di originalit del lavoro di Mellino, che facendo interagire le due matrici indicate (mettendo in scena, si potrebbe dire per semplificare, un dialogo a distanza tra Hall e Fanon) propone una lettura materialistica del significante postcoloniale e una definizione del capitalismo contemporaneo come capitalismo postcoloniale.
Se Hall e Fanon ben si prestano a indicare due matrici fondamentali della questione postcoloniale attorno a cui lavora Mellino, il caso di indicarne una terza, che mi pare sia divenuta sempre pi rilevante per lui negli ultimi anni. Mi riferisco a quel composito movimento di studi che si venuto formando attorno allesperienza coloniale in America latina, e che ha assunto non senza una venatura polemica nei confronti degli studi postcoloniali (accusati di assumere la colonizzazione britannica dellIndia come paradigmatica e di trascurare la rilevanza originaria della conquista) la denominazione decoloniale. Si tratta di un movimento radicato in alcune universit statunitensi, che ha per incrociato alcuni degli sviluppi teorici pi interessanti nellAmerica latina degli ultimi due decenni (in particolare attorno alla critica dello sviluppo e alle lotte degli indigeni). Particolarmente importante per Mellino il lavoro dellintellettuale peruviano Anibal Quijano, da cui riprende la tesi di un nesso costitutivo tra capitalismo e razzismo (tra la gerarchizzazione su basi razziali della forza lavoro e quella che Quijano definisce la colonialit del potere capitalistico mondiale). questo il punto davvio dellanalisi svolta nellultimo capitolo di Cittadinanze postcoloniali, un intervento per molti aspetti provocatorio sui temi della razza e del razzismo nel nostro presente (al centro di un recente volume curato dallo stesso Mellino insieme ad Anna Curcio, La razza al lavoro, manifestolibri).
Genealogia critica
Miguel Mellino svolge da oltre dieci anni un ruolo di decisiva importanza allinterno dellopera di traduzione (sia in senso letterale sia e soprattutto in senso metaforico) della teoria postcoloniale in Italia. Autore di quella che rimane una delle migliori introduzioni al tema La critica postcoloniale, Meltemi), ha curato edizioni di testi classici, come The Black Atlantic di Paul Gilroy (Meltemi), ha documentato il dibattito successivo alla pubblicazione nel 1978 di Orientalismo di Edward Said (Post-orientalismo, Meltemi), ha intessuto un fitto dialogo con uno dei padri dei cultural studies britannici, Stuart Hall (La cultura e il potere, Meltemi), e ha lavorato sulle diverse tradizioni dellanti-colonialismo, in particolare su Aim Csaire (di cui ha curato la nuova edizione del Discorso sul colonialismo, ombre corte) e su Frantz Fanon (di cui ha curato i due volumi degli Scritti politici, DeriveApprodi). Il nuovo libro di Mellino, da poco in libreria (Cittadinanze postcoloniali. Appartenen-
Gli studi postcoloniali godono buona salute e costituiscono una ottima cassetta degli attrezzi per la critica del capitalismo. Un sentiero di lettura a partire da un volume di Miguel Mellino
A questa prima matrice della questione e della critica postcoloniale, nel lavoro di Mellino se ne aggiunge una seconda, che lega strettamente postcolonialismo e anticolonialismo. La condizione postcoloniale si presenta cos sotto una duplice valenza: da una parte afferma la persistenza di elementi coloniali (e neocoloniali) nelle strutture di dominio contemporanee (tanto sul piano materiale quanto su quello epistemico, ovvero degli immaginari, delle culture, dellorganizzazione della conoscenza); dallaltra parte essa fa riferimento non tanto a un sistema di rapporti postcoloniali pacificato, quanto a un momento di lotta e di transizione, al cui interno il pensiero e i movimenti anticolo-