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LEUROFLOP andata buca. Non darei la colpa alla sfortuna, per.

. Leurovertice fallito per molti validi motivi, di cui nessuno, a mio avviso, attribuibile alla responsabilit del semestre italiano. Siccome mi accorgo che sono molti in giro a raccontare storielle, vediamo di mettere i dovuti puntini sulle i. Da dove cominciamo? Ad esempio, dallallargamento ad Est dellUnione Europea (UE), decretato a furor di popolo, sullonda emotiva irresistibile del crollo della Cortina di Ferro. Ma le operazioni politiche-politiche, si sa, portano con s un difetto macroscopico: si dimenticano che la realt molto diversa dallidealit. I fatti di un gruppo di Stati economicamente interdipendenti parlano per numeri, bilanci, tassi di crescita, adeguamento delle istituzioni e legislazioni nazionali al sistema del libero mercato. Tutti i Paesi dellEst, candidati ad entrare come membri di diritto in Europa, sono ben lontani dallaver colmato il divario che, mediamente, li separa dal resto delle democrazie europee, sorte alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Questo, facendosi i conti in tasca, significa che, per molto tempo ancora, i Paesi dellEuropa dellEst si pongono come beneficiari netti della contribuzione comunitaria, per il rilancio ed il risanamento delle rispettive economie depresse e dei loro sistemi produttivi fortemente obsoleti. I sacrifici necessari per ricongiungersi con i Fratelli Separati potevano passare relativamente sotto silenzio, in tempi di vacche grasse. Ma oggi che perfino due Paesi fondatori della Comunit, del calibro di Francia e Germania (riunificata, non dimentichiamolo!) sono costretti a forzare il Patto di Stabilit, che loro stessi avevano fortissimamente voluto, per chiare difficolt di bilancio, nessuno e, tanto meno, Paesi in lista di attesa, possono pensare di porre veti ad un principio di buon senso, che riguarda il meccanismo di voto per le decisioni a maggioranza qualificata. Contributori netti come la Germania non si lasceranno certo sfilare sotto il naso, senza reagire, il loro potere decisionale da una Polonia che ha disperatamente bisogno proprio di quelle risorse, senza le quali la sua economia non decollerebbe. chiaro che, finora, nessuno ha posto il problema di pesare i voti, proporzionalmente alle risorse finanziarie che ciascun Paese dellUE trasferisce annualmente al bilancio dellUnione, grazie al fatto che i pi grandi contributori hanno anche una popolazione molto maggiore, rispetto ai piccoli. Ma il problema resta quello di sempre: quando mancano i soldi per mandare avanti casa propria, come si fa a giustificare un sacrificio finanziario per agevolare soggetti terzi? LEuropa delle idealit, stavolta, ha peccato di ingenuit, facendo precipitare gli eventi e generando aspettative negli ex Paesi comunisti che, oggi, molto difficile deludere. In questo Washington stata perfidamente maestra. La sua generosit verso di Noi finita con i fondi del Piano Marshall. Anche loro, stretti nella morsa della competitivit planetaria, non nuotano certo nelloro e, in fondo, avendo anche vinto la Guerra Fredda, si sono detti che lEuropa (tutta! Est ed Ovest compresi) era affar Nostro. Come dar loro torto? Soltanto che il recupero degli ex satelliti sovietici per Noi, oggettivamente, unepocale palla al piede, che ci vedr drenare enormi risorse, sottraendole al Nostro sviluppo interno, sulla falsariga di quanto successo alla Germania Ovest, a seguito della caduta del Muro di Berlino. LInghilterra, poi, rappresenta a tutti gli effetti la Quinta Colonna del potere e dellinfluenza statunitense sul Vecchio Continente. Londra si prima dissociata dallEuro, annacquando poi qualunque tentativo di Francia e Germania (Noi, come al solito, non contiamo un bel

niente!) di affrancarsi dalla tutela americana, in seno alla NATO, per costituire un primo embrione di Difesa Europea. Idem, per quanto riguarda la creazione della figura di un Ministro europeo per gli Affari Esteri. Sono proprio questi veti inglesi a far capire che non vi sono grandi speranze di creare unEuropa politicamente unita, di qui ai prossimi venti anni. Del resto, la sciagurata divisione degli europei sullintervento in Irak ha reso il compito facile a Blair e Bush. LAmerica non si fida di Noi, sotto due aspetti fondamentali. Da un lato, se mai riuscissimo a mettere a fattor comune i nostri Prodotti Interni Lordi, per quanto riguarda la ricerca, le tecnologie avanzate (satelliti, comunicazioni, etc.) ed il welfare, la forza economica dellEuropa sarebbe pari o, addirittura, superiore a quella degli Stati Uniti, con tutte le conseguenti complicazioni per i mercati e la bilancia dei pagamenti di Oltre Atlantico. Secondariamente, poter contare su unimportante Forza di Azione rapida europea, vorrebbe dire, al giorno di oggi, acquisire uninfluenza determinante, sulle decisioni che riguardano la politica internazionale. E, tutto ci - il rischio cio di creare una seconda iperpotenza (una volta inclusa la Russia allinterno dei Nostri confini comuni!), oltre a quella Usa - dispiace fortemente a Washington e pi ancora lInghilterra, che perderebbe il suo ruolo di pesce-pilota degli interessi americani nel mondo. Il Presidente Ciampi, che di queste cose se ne intende, aveva mangiato tempestivamente la foglia, invitando il Nostro Governo ad assecondare lidea di unEuropa a due velocit, ipotizzata dallasse franco-tedesco. Berlusconi, per, ha cercato di mediare fino allultimo, sperando di trovare ununit che, semplicemente, non esiste. Dice il proverbio: Chi fa da s fa per tre. E se ricominciassimo veramente da capo, in base al detto: pochi ma buoni?.

Roma, dicembre 2003 Maurizio Bonanni

Roma, 18 dicembre 2003 Caro Direttore, il contributo allegato lo avevo gi pronto subito prima della cattura di Saddam. Avendo privilegiato quest'ultima, mi trovo in leggero dcalage, rispetto all'attualit. Tuttavia, penso che certi argomenti siano destinati a non perdere d'interesse, almeno nei prossimi cinque anni. Dunque: Europa "a due velocit"? S e poi fortissimamente s, a mio parere. Per tirare dentro il treno comunitario l'Europa dell'Est, occorrerebbe aspettare ancora un po', non appena anche la Russia sar pronta ed avr migliorato i suoi parametri macro-economici ed istituzionali. Mi dispiace per il Cavaliere, ma penso che Ciampi, in questo caso, abbia proprio ragione. Vivissimi saluti. Maurizio Bonanni

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