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2010 with funding from


University of Toronto

http://www.archive.org/details/epistoladisgirolOOjero

PERIODICO BIMESTRALE

SCELTA
m

CURIOSIT LETTERARIE
INEDITE O RARE
DAI SECOLO
In

XIII AL XYII.

Appendice alla

Collezione

di

Opere inedile o rare.

"M--

Dispensa CX.
PREZZO
L.

7.

Di qucsla
niclli

SCELTA usciiaimo
la

olio o

di,'ci

volu-

all'anno

(iratuia
di

di

essi

verr eseguita in

numero non
spensa

maggiore

esemplari
di

202

il

prezzo

sar uniformaJo al
,

num.

dei fogli

ciascheduna difii-ati
:

p alla quantil degli esemplari


,

sesto

caria e caratteri

uguali al presente fascicolo.

Gaetano Romagnoli.

OPUSCOLI GI PUBBLICAT

1.

2. 3.
4.

Novelle d' incerti autori. Lezione o vero Cioalamento di ^1. Sartolino. Martirio d'una Fanciulla Faentina.

L.

3.
^.

Due novelle

Inorali.

5. Vita di
6.

messer Francesco Petrarca

Storia d' una Fanciulla tradita da un suo amante 1. Commento di ser Agresto da Ficaruolo. 8. La Mula, la Chiave e Madrigali. 9. Dodici Conti Morali.
10. La Lusignacca. 11. Dottrina dello Schiavo di Bari. 12. li Passio o Vangelo di Nicodemo. 13. Sermone di S. Bernardino da Siena.

1.
j

1
T-

1.
-i.
'2

in

V
T

una crudel matrigna. 15. Il Lamento delia B. V. Maria e le Allegrezze 16. l Libro della vita contemplativa. 17. Brieve Meditazione sui bencfcii di Dio.
i4. Storia d'

rima

18.
19.

La Vita di Romolo. Il Marchese di Saluzzo e

la

Griselda.

V
1 >

20. Novella di Pier

21. 22.
2^3.

Geronimo Gentile Savonese. Vi unito: Un'avventura amorosa di Ferdinando D'Aragona. Vi pure unito Le Compagnie ,de' Battuti in Roma. Due Epistole d' Ovidio. Novelle di Marco Mantova scrittore del sec. XVI. Dell'Illustra et famosa historia di Lancillotto dal Lago.
: '

24. 2. 26. 27. 28. 29. 30.

Saggio del Volgarizzamento antico. Novella del Cerbino in ottava rima. Trattatene delle virt. Negoziazione di Giulio Ottonelli alla Corte di Spagna. Tancredi Principe di Salerno. Le Vite di Numa e T. Ostilio. La Epistola di S. Iacopo e capitoli terzo e quarto del Vangelo di S. Giovanni. 31. Storia di S. Clemente Papa. 32. Il Libro delle Lamentazioni di leremia e il Cantico de' Cantici di Salamene.
i

Jerome, S^int

^EPISTOLA
GIROLAMO AD EUSTOCHIO
VOLGAHIZZAMEMO ANTICO
SECONDO LA LEZIONE
DI

S.

UN CODICE
DI

DELLA BIBLIOTECA MUNICIPALE

GENOVA

BOLOGNA
PRESSO GAETANO ROMAGNOLI
1869

Edizione

di

soli

202 esemplari

ordinatamente numerati.

isriso

Kegia Tipogratia.

ALL ECCELLENZA KEVERESUISSISIA


DI

MONSIGNOR ENRICO BINDI


VESCOVO
CON
III

PISTOIA E PUATO

AMMO

OSSEQUIOSO E UICONOSCEME
I.

a.

ISOLA
il.

D. U.

AVVERTENZA

La Biblioteca Municipale di (xenova possiede un Codice membranaceo


conservatissimo del secolo

XV,

con-

tenente contundici Epistole di S.

Gi-

rolamo tradotte nella nostra lingua.

La

scrittura

assai

bella e regolare,

disposta in due colonne per ciascuna

pagina,
le

tutta

di

ultime due facce.

una mano, salvo Il Codice cominRustico nel


entro
vei'so

cia,

come qui
prima

sotto trascrivo, col ti-

tolo dell' Epistola a

della

carta, in lettere maiuscole

dorate, e

chiuse

per

ad

una

6
cornice pur dorata, e colorata

vaga-

mente

INCOMINCIALAPISTO

LADELGLOR IO S I S S I MO MESSERE SANC


TO

lERONIMO DOC TORE DELLA GHIE


SA MANDATA ARRV

STICO

MONACO

XORTATORIA DEL LA VITA MONASTICA

Di contro

la seconda pag-ina recto

tutta abbellita di un fregio riccaritratti, in

mente miniato, dove son

alcuni piccioli spartimenti, graziosis-

simi puttini scherzanti fra loro, e con animali di varie specie, e quattro testine di divoti
,

una

la lettera iniziale.
figurato

delle quali adorna Sopra essa lettera

con egregia maestria S. Girolamo a mani giunte, in abito monastico col leone a' piedi seduto con
, ,

un

libro aperto in

grembo,

e gli ocelli

rivolti

al

Signore,

che gli

appare.
il

Xella parte del fregio, che guarda

margine esteriore, vedesi il santo medesimo nel deserto in atto di adorare


il

Crocifisso.

L' Epistola cos


e

comincia: nessvna cosa


chel christiano
erearni delcielo.

fin

felice

alquale sono promessi

- In
la
sie

fine si

legge

Qui finisce
ronjmo

vita de sancto
epistole.

Hie~

cum

le

cura de morti de Angustino.


ohsercatione dtl culto de
ligione
la

Et de la Et deh
vera redel

extracta

da

scripti

heato

sancto Hieronyrno.
opuscoli, comecli

Ma

tutti questi

ivi

nominati, pi
stati

non

vi

compariscono, essendo
i

strappati

fogli ne' quali erano scritti,


il

insieme colla pagina che conteneva


fine

delle

Epistole, sostituendovene

un'altra, che,

come ho

detto, di

mano

diversa.

Tolto ad esaminare questo Codice,


e letti alquanti brani delle Epistole,

sapore

non penai molto a sentirvi un cotal di buon dettato; tanto che

8
subito

m'

invog-liai

continuare

s'i

piacevole lettura, ed anzi

dubitando
volli

potesse orig'inalmente provenire quel

volgarizzamento dal Buon Secolo,


confrontare la celebre Epistola ad
stochio colla versione fattane dal
valca
;

EuCa-

non tanto perch mi paresse

dessa,

ma

per accertarmi se vinta ne

rimanea in g-razia ed eleg-anza. Fatto il paragone, non ebbi in minor pregio di prima il Codice genovese. Non
tenendo conto della fedelt
che
vi
al

testo,

grandissima
al

si

che
il

non

cede in

nulla

Cavalca,

quale,

per tacer d'altro,

si piacque di aggiungere frequentemente le sue para-

frasi, certo

che

la propriet, la

semsole

plicit, e quel

nale,

d'

non so che ingenuo, che


que' tompi
s'

di verginelle

scritture

di

incontra,

non

vi

fanno

gran

difetto.

per

continuai ad attribuire quell' opera al

beato Trecento, bench per avventura

non potesse collocarsi prima met.

tra' ci

mei j della

9
M;i cbeV Ricordando che
tari nella
il

Bot

sua Prefazione
(1),

al

Dialoga)

di S. Greg-orio
il

mette a confronto principio della versione del Cavalcon


quello

ca,

che

si

legge
,

nella

stampa di Ferrara del 1497 rilessi r uno e r altro, e con non poca maraviglia m' avvidi che quello di essa
edizione rispondeva tanto all'altro del

da non poter metdubbio essere tutt' uno. -- E allora mi confermai in questo giudiCodice genovese
tere in
,

zio

che potei

vedere

quel

volume.
le

Sotto la ruvida scorza, onde fu rivestito dall'editore, e

nonostante

molte
detta

scorrezioni, e

solecismi, che lo sfi-

gurano

riconobbi

appieno

la

Parvemi fosse un bel guadag'no l'aver alle mani un Codice, che meglio assai della stampa, conservasse V antica forma del volrispondenza.

gare in che furono traslatate


di S.

le

Pistole

Girolamo.

Confortavami semXXVI.

(1)

Roma,

Pagliarini, 1"64 pao;.

10
pre pi nel mo concetto che
si

trat-

tasse di scrittura della fine del

Tre,

cento

il il

vedere

che

il

Bottari

fa-

cendo

riferito confronto,

conclude:
nell'

la traduzione, che si

legge

edi-

zione di Ferrara, essere assolutamente

diversa da quella del Cavalca


agevole persuadersene
altri le consideri;
,

come

per poco che

ma

appoggia quella
differenze deri-

conclusione alle sole


vanti

da due diverse penne, e non fiata punto di differenza di tempo. Comunque sia ecco una breve descrizione della rarissima stampa
,

ferrarese.
teri

Il
,

frontespizio

in carat-

gotici
:

ed espresso precisamente

cosi

nomo
Vita
Vita:
fjare.

- Vita Epistole de sancto Hierovidgare. - Seconda pagina recio^


de

sancto

Hieronymo. Dopo
de

la

- Epistole

San Hieronymo vulQui Hieronymo


la

L'Epistola ad Eustochio a carte

xeni. finisse la

In fine delle Epistole:


Vita
de

sancto

cum
de

le

sue Epistole.
de

Et

de

cura
la

morti

Angustino.

Et

de

11

ohservatione del
ligione extracia

Cilto

de

la

l'era

re-

da

scripti

del
la

beato

sancto

Hieronymo. - Notisi
di trascritte

con-

formit
test

queste parole con quelle


del Codice genovese.

L'opuscolo

De

la observatione del cv.lto,

bench nominato come


invece appresso. In fine
:

finito, viene

Finis.

sta soprascripta regv.a de sancto

QueHie-

ronymo

fu, finita di scrivere et di tuI-

garigiar da

me /rat re Matheo da Ferme


o

rara povero iesuato. Prego voi divoti


lectori che

pregate idio per


sia.

vivo

morto che
vi

Ft

se

alchuna cosa
veduta

trovati

non bene posta, prego voi


diligentemente

docti che prir/ia

ed exarainata cun migliore exemplo che


io

non hehbi

la coregiate.

Vede
sto libro

il

discreto lettore che in

que-

lasciato ignoto

il

nome
degli

del traduttore

delle Pistole, e

Opuscoli, ove se ne tragga l'ultimo

De

la

ohservatione

del

cullo

che

detto chiaramente essere stato volgarizzato

da

frate

Matteo da Ferrara,

12
povero
il

o-esuato.

Di

questo

s'

avvide

Bottari stesso, che riconosceva

non

essere del Cavalca la traduzione delle

Pistole

ma

non
e'

1'

assegnava a

frate

Matteo. Ond'

reca non poco stupore

Paitoni, il Gamba, e con loro Morini,(l) abbiano creduto il povero frate Matteo traduttore, e non

che
il

il

P.

semplice copiatore, salvo la detta Ohservatione.

- Segno questo che non


letto
le

hanno ben
rapportate.

parole qui sopra

ci bassi a tenere per


,

cosa che poco rilevi

perocch

il

P.

Morini, argomentando a suo

modo,

non
frate

si

perita di dare del plagiario al

nominato verso ser Niccol di Berto di Martino Gentiluzzi da San Gemignano, del quale si hanno carte rogate dal 1410 al 1461 ed il volgarizzamento delle Pistole di S. Girolamo, che conservasi in un Codice
,

(1)

Paltoni, Biblioteca ecc.


Serie

Tom.

II p

124.

Gamba,
da G. F.

dei

Testi di
,

Lingua, N. 1436.

Epistole di S. Girolamo
Zeffi.

volgarizzate nel sec.

XVI

Firenze, 1861 pag.

XIV

e segg.

13
della Riecardiana regnato n.
111

1681, ed

un
elle
si

altro

della

Biblioteca

riale di Parigi.

_ Egli
il

fuor di

Impedub,

bio

un

solo

volgarizzamento

che

legge in quei

nella

stampa

di Ferrara,

due Codici e secondo che

dimostra

lo stesso P.

Morini, trascri-

una non breve Epistola da quelli e da questa; ma pur vero che a frate Matteo non venne mai il
vendo
ticchio di

dir opera
il

sua

1'

altrui.

per basti

poter

raccogliere

che

autore del volgarizzamento stampato


senz' altro ser Niccol,

il

cui nouie
il

notato nel Codice riccardiano, ed

quale scrisse

poco

dopo

tempi di

Filippo Villani, e a quelli del


dolfini
,

Pan-

e del Belcari

poco pi tardi
bellezza della

insomma

di quello che io aveva, sen-

L altro indizio

che

la

lingua, reputato.

E
t'

poich ho affermato essere tutil

uno
e

volgarizzamento della stamCodice

pa

del

genovese

ri

man

chiaro

eziandio

quest' ultimo

essere

14

una copia del lavoro di ser Niccol; onde tre sono ogg'imai Codici, che si conoscono di quella versione. Piacemi altres, ora che ho nominato ser Niccoi

\,

che

il

lettore possa vedere la verit

dell' altra

mia affermazione,

il

Codice

genovese conservar in miglior forma, che non fanno la edizione ferrarese


e lo stesso

Codice riccardiano,

il

det-

tato originale.

Non
,

fo

il

confronto col-

r Epistola ad Eustochio, perch, come


dir pi innanzi
nel Codice riccardi

diano
stola

il

volgarizzamento
dell'

quell'Epi-

non di vece un brano

ser Niccol.

Reco in-

Epistola a
,

Maranche

cellino

ed Anapsichio

riferito

dal P. Morini, dilungandomi per da


lui in ci

che

io

ho stimato ben fatto

di conservare tal quale l'antica grafia.

Edizione

di

Ferrara.

Du'o

ILcroujm

Jlarcco
e

et

AnapsicMa del me referendo


:

origine de
le

ani-

sentcntie

de

eatolici

et

heretici.

Epistola

XXXV111.
Ali signori veruuiente sancti
uerandi di tutti gli
ojfcii
et

re-

de la carit

Anapsgchia Hieronymo in Finalmente io ho ricevute da Africa littere de la vostra unanimit. Et non mi pento de la mia imMarcello
et

Xpto

salute.

pronptitudine per
frequenternente
epistole.

la

quale

io

offersi
le

a
io

vni

tacenti

mie

S che

meritasse che vui mi


io

riscrivesti.

Et
et

che
salvi

cognoscesse vui

essere sani
tione altrui,

non per notijicael

ma

solamente ver
(sic)

vostro

sermone. Io mi sonto
la

ricordalo de

vostra

questiuncida.
de
la

Ancho maxi-

rnariiente

questione ecclesiastica
de lan'ma. cio se essa
ciclo.

sopra
sia

lo

stato

venuta dal

Come Phitagora

16
et

Philo

et tutti li platonici, et

Origene
de
dio
el

pensano

si

de la suhstantia
stoici et
et li

come crcdeno gli


le

manichei,

heresie de hispania
se

priscilliaui.

per

el

passato sono riposte nel

thesanro de dio. come certi ecclesiastici

con stulta persuasione


vero se ogni
d sono

si

conjdano.
et

facte da dio

siano messe

neh

corpi.

Sccundo quello

che

scripto

nel evangelio.

El padre
adopero.

mio insino ad hora adopera

et io

Codice rccordiano.

Quadragesima quinta epistola di sanato Girolamo nuudata a Marcellino e Aliasi chi

rescovi in afri-

cha.

Sopra

fatti delle

anime.
e

Ai

signiori veramente sancti

ve-

nerandi di tutti gli

nfici della charita.

Marcello
cha

Anasichio. lerolimo in

Xpto

salute finalmente. Io o ricevute dafrilettere della vostra

umanit.

Enomi

17
peito della

quale

io

mia improntitudine per la offersi cio mandai frequentele

mente a voi tacenti


che io meritassi che

mie

epistole.

Si
e

voi

mi

scrivessi.

che

io

conoscessi voi essere sani

salvi.

Non

per notif catione altrui


lo

ma
Io

solamente per

vostro

sermone.

mi sono
cella

ricordato della vostra quistiondella qui-

anche massimamente

stione ecresiasticha sopra lo stato dell

anime. Cio se essa sia venuta gi dal


cielo

come pitaghora

et filo etiicti

pla-

tonici.

E or igiene si pensano.
di

Ossi della
li

sustanzia di Dio chome credono


elli

stoici
et

manichei, elleresie

spangnia

pristiliani. Osse pe la dirieta sono ri-

poste nel tesoro di dio. come certi

Ecrecon-

siastichi chonsistolta persuasione si

fidano.
daddio.

Overo

se

ongni di

sono factte

sieno

messe nechorppi. Se-

chondo quello che escripto nel vangelio.

El padre mio
io

insien a

ora adopera

adopero.

18
Codice genovese.

Geronimo amar Cellino


Ai
iera/iidi

et anesicJiio.

similori vera.mente santi

et

ve-

ditucti gliuffiti

della

carit,

raarcello et anesichio,
sto salute.

geronimo in chriio o

Jinalmente

ricevute

da-

frica lettere della vostra umanit et none rnfento 'punto della mia improitltudine,

perlaquale

io

mandai frertiie

qiienteriiente avoi tacenti le

epistole^

siche io riieritassi che


et

voi miscriveste.
et

che io cognoscessi voi essere sani

non pernotifcatione altrui^ ma solamente per lo vostro sermone. Io mi


salvi

sono
cella
,

ricordato della

vostra question-

anche

maxiraamente della que,

stione ecclesiastica

sopra lostato della

anima, cio:
cielo
,

se

sia

venuta gi dalet

corde

pithagora
et

/ilo

et

tucti
osi li-

eplatonici

Origene

si

pensano,

della siostantia didio


stoici et

come credeno
leresie

maMchei
e

et

dispagna
sono

et prisciliani,

se

per

ladrieto

19
riposte neltesoro
(lidio,

come

certi ecsi

clesiastici con stolta

persuasione

con-

fidano,

affermano, overo se ognid son


,

facte

doio

et

sieno

messe

necorpi.

secondo quello che


cio:
et io

e scritto

neh ang elio,

Elpadre mio insino daora aopera,


aopero.

Questo
stole,

paragone, chi

lo

conti-

Epinon tornerebbe che di sempre mag-gior vantaggio pel Codice genovese. Oltrech esso ha questo preg'io
nuasse, e ripetesse per pi altre

ancora
che
il

che contiene pi tre Epistole

Codice parigino,

pi cin-

quantadue che il riccardiano, contandosene nel genovese come ho gi


,

avvertito, centundici, nell' altro centotto


,

neir ultimo

sole

cinquan-

tanove.

E
il

qui

ancora

debbo correggere
asserisce
d'

un' altra inesattezza in che inciamp

P. Morini.

Egli

aver

confrontate dieci delle cinquantanove

Epistole riccardiane colla edizione di

20
Ferrara,
e

d'aver trovato
1'

clie

due

sole disguag-liavano, e furono quella

a Demetriade, e
le

altra
le

quali vanno tra

ad Bustochio, prime otto del


il

Codice

riccardiano, che

Gaetani
di
sia chi

copiatore, not essere traduzione

Niccol di Berto.

Or non

dubiti, leggendo queste


solo le otto

parole, che

prime Epistole siano traduzione di ser Niccol, e non le altre cinquantuna, perocch lo stesso Gaetani non fa questa distinzione, conforme si legge nella prima carta: Chomincia la tavola o rubriche di
prime otto pi1 e vanno

questo Ulrofacciendo chiaro acciaschediuio chello legiera chelle


stole

chominciano a charte
a charte
in

insino
tate di

latino

150 furono traslatolghare per lo va-

lentissimo Imoriio Scr Nicolaio di herto

martini da sangiminiano notaio fiorentino e tute lautre che seghuitano chomiticiando a


stole

charte 150 che sono pi-

cinguantanore perinsino a charte

400.

21

Non nego

che

si

poteva dire con

miglior costrutto che Ser Niccol tra-

dusse in volgare
e le

le

prime otto Pistole

altre che
le

seguitano, o meglio,
;

tutte

cinquantanove

ma

certo

che cosi devesi intendere,


tese lo stesso P.

e cos

in-

Morini a pag.
,

XXIV

della sua Prefazione dove scrive chiaramente Ser Nicol avere volgarizzate tutte le Pistole del Codice ric-

cardiano

e tutte le

108 del
trovato

Codice
il

parigino. -

dunque

nome

del traduttore di tutte le Pistole, che


si

leggono ne' due Codici, nella stampa di Ferrara, e nel pregevole Codice di Genova.
Tutte, dico, parlando per le geperocch abbi ani veduto che
:

nerali
il

P. Morini ne not due su dieci da

lui
e a

esaminate, quelle

ad Fustochio

Deraetriade , che sono versione al

tutto differente nel Codice riccardiano,


dall' altra della stampa di Ferrara. Noi so del Codice parigino perch non ho avuto modo di farlo esaminare;
,

22

ma

certo

che

il

genovese in esse

due Epistole ancora conforme alla stampa. Onde si vuol arguire che realmente Ser Niccol le tradusse colle
altre,

perch ninno potrebbe rinvenire

nel dettato di queste e di quelle al-

cuna discrepanza, mentre che chiaro come il sole che le due Epistole del Codice riccardiano pertengono ad altri
volgarizzatori.

Quella

ad

Eustochio
del
s'

non

che
il

la

nota versione

Ca-

valca, ed

P. Morini, che pur


il

corse del disguaglio fra

acCodice ric-

cardiano

r edizione ferrarese, non


del celebre frate.
i

vide punto che nel Codice fu da altri


ficcata la scrittura

Ne abbiano un saggio

lettori

Edizione Bottari.

Audi,
et

filia, et

obliviscere
,

inclina aurem tuam, populum, et domum

patris tui

et

concupiscet rex
le

deco-

rem tuum. Per

dette parole, le quali

23
sono iscritte nel quadragesimo quarto

salmo

farla Iddio

all'

anima,

e e

dicele

dolcemente: Odi,Jgliv.ola mia,


cio considera, e inchina lo

vedi,

tuo

orec-

chio a questo
ti

mio

consiglio, lo quale io
lo

do, cio che tu dimentichi


e
:

popolo
e

tuo dire

la

casa

del tuo

padre;

vuol

per forte amore di Dio tratti del

cuore l'amore d' ogni creatura, quan-

tunque a
farai,
della
lo

te

propinqua
celestiale

sia.
s'

se cos

re

innamorer

tua bellezza.

Codice riccardiano.

Aude
tuam,

filia,

et

vide

incrina aure
et

obliviscit re

populum tuura
per
le

domum

patris tui et choncupiscet rex


ecetera
decte

decorem tuum
tesirao

role le quali sono iscripte nel

paquaran-

salmo di davit parla Iddio alae

nima

dicele
e

dolcementa Odi figliuola


e

ma
ti

vedi

chonsidera

incrina

le

tue
io

orechie a questo

mio chonsiglio che


il

do cio che dimentichi

popolo tuo
vuole dire

ella

chassa del tuo padre

eie

24
che per
lo amore di Dio abandoni ongnl amore mondano quantunque ti sia pa-

rente
se chosi

cJiongiunto secondo la cliarne

farai

lo

Re celestiale sinamoattribuire

rera della tua bellezza..

chi

dunque

il

volga-

rizzamento dell'Epistola ad Eustochio^


secondo
e al
si

leg*ge nel Codice g-enovese,


di

neir edizione

Ferrara
,

se

traduttore delle altre

a ser

non Nic-

col ?
Il

volgarizzamento poi

dell'

Epi-

stola B,Demetriade, intruso

similmente
Codice di

nel Codice riccardiano, quello stesso

pubblicato sopra un altro


assai

men buona lezione, dal Fabricatore (1). Abbiamo dunque ragione


,

Vita Spirituale (1) Dei fondamenti della Epistola attribuita a S. Girolamo e volgarizzata da Maestro Zanobi. Napoli Iride 1863 in 8" Fin dalle prime linee si vede di quanto pi sicura lezione sia il Codice riccardiano.
,

EDIZIONE NAPOLITANA.
fZ' eccellentissimo ingegno, e di perfetta scienza, per la quale mi credessi potere agevolmente adempiere V ufficio delio scrivere il quale

Se io fussi

a sostenere che ser


tutte
le

Niccol tradusse
si

centundici Epistole, che

cosi malagevole cosa non senza grande paura e timore. Imperocch io devo scrivere a Demetriade , vergine
io

prendo a fare, nondimeno

potrei incominciare

di Cristo, vergine nohile, vergine ricca,


,

e,
,

che

piii,

maggiore cosa che la predetta vergine per V ardore della sua fede, la nobilt terrena e le ricchezze del mondo ha in dispregio. Cosi per esempio la quale d' operazione malagevole a insegnare d' altissimo sangue nata, in grandissime ricchezze e
delicatezze nutricata,

da tanti

e tanti varii

lusin-

gamenti di questa vita.... avviluppata.... abbandonando insiememente tutti i beni corporali per quelli
pigliando
giovanile
le

virt, spirituali?

Lagnale
,

il

fiore della

etade....

volontariamente ha
e

tagliato, e,
s

mortificando con Cristo la sua carne


ostia viva e santa

medesima
per amore

ha offerta a Dio, della cirginitade ha spregiato ecc.

CODICE RICCARDIANO.
Se io fussi decellentissimo ingegno
gitante iscientia per la quale io
e

di simi

mi credessi potere

quale

agievolmente adempiere V uficio delle scripture il io prendo a fare nondimeno chosi malagievole

chosa non potrei inchominciare sanza grande paura


otimore. In pero che io debbo iscrivere a demetriadale

vergine di Cristo vergine nobile vergine richa


vie

che

magiore chosa chella predpcta vergine la quale per lo ardore della sua fede la nobilt terrena elle
richeze del

mondo
la

chome per

ae indispregio la quale chosa simaraviglia delle nobili virtudi a tue ti e

26
leg-goDO nel Codice genovese; alcuni
copiatori,

come

ro di dare lo

mento

delle

il Gaetani, si piacquescambio al volgarizzadue Epistole fatto da ser

Niccol con

quello di altri.
i

- Nella
copiatori

stessa guisa adoperarono


circa gli Opuscoli
di
,

che nella stampa


le

Ferrara accompagnano

Pistole,

riman ricordo nel Codice genovese una volta messe le mani nello scegliere, e nello aggiungere,
e de' quali
:

si

reput

acconcio

di far

seguitare

alle

Epistole la Vita di S. Girolamo,


de'

la

Cura

morti di S. Agostino,

e]a.

Osservazione del culto della Vera


ligione^ che il

Realtri

buon frate Matteo volle


capo.

volgarizzare

da

E come

agevile di lodare chosi peresempro doperatione e


lagevole a insengniare.... la quale daltissimo

ma-

nata hi grandissime richeze e dilicateze e da tanti e tanto varij lusingamenti.... ahandonando insiememente tucti i beni chorporali e per quegli pigliando t liete le virtudi e beni spirituali la quale il fiore della giovanile etade.... volontariamente crocifigiendo con Christo la sua carne se medesima ostia viva e sancta ae o/erta addio e per amore
della sancta virginitade ae isprezato ec.

sangue nutrichata

27
aggiunse,
scoli,
altri tolse,

appunto come fu

fatto nel Codice nostro per gli

Opucome Epi-

volendo che

contenesse,
le sole

originalmente conteneva,
stole.

Cos

salvo ser Niccol dal pe-

ricolo che altri

possa

quandochessia

tacciarlo di plagio, quasi avesse

vo-

luto far suo

il

volgarizzamento delle

metriade.

due Epistole ad Eiistochio, e a De- Ma come messo in salvo ser Niccol e frate Matteo, non posso consentire col P. Morini che nella versione data fuori primamente dai
, ,

Giunti nel 1562 col nome


ZeflB,

di

G. F. uni-

non

si

vegga

la plagiaria

formit verso quella


scopertavi dal Paitoni

di ser Niccol
(1).

Leggendo
lo

pi parti dell'uno

dell'altro libro,

son venuto in questo pensiero che


Zeffi tenesse sottocchi
i

Codici, e l'edicoli'

zione

di

Ferrara,

aiuto

del

(1)

Pag.

XIV e XVII
1.

della Prefazione cit.

Paitoni, pag. 125 tom.

28
testo latino racconciasse, a suo

modo,

coir intendimento eziandio di ridurre


lo scritto

antico a forma pi confa-

cente al gusto de' suoi tempi.

vero

che

passi delle due versioni, recati


,

dal P. Morini

svariano fra loro nelle


e

parole, nelle maniere


e clie vi
si

nel costrutto,

scorge ancora una cotal


la

diversit per

sostanza

la

quale

credo

coli'

egregio Editore, provenga


il

dall'essere

volgarizzamento stam-

pato a Ferrara, stato fatto su' Codici,


e

non

sulle edizioni, delle quali per


si

fermo
in

giov
al P.

lo Zeffi. Il

dubbio nato
assai

mente

Morini mostra
ed

di sottig'liezza

confermato dal

fatto; perocch se la traduzione della

stampa
denza

di

Ferrara

tutt'

uno con

quella di ser Niccol

com'

ad eviche

dimostro,
il

certo

altres

ser Niccol,

quale scriveva prima


tipografia, fece

dell'invenzione della
il

suo lavoro su' Codici latini. Indi la diversit notata nella sostanza, avendo avuto ser Niccol alle mani

29

un
l'

testo di lezione assai diversa dal-

edizione

erasmiana,

clie

secondo
lo ZefB,

lo stesso P.
il

Morini, adoper
1'

quale per conformare


all'

antica verla sfigur

sione
di

edizione

medesima
il

molto.
il

ben giudiziosamente
testo usato

nota

P. Morini, che

da ser Niccol
zione d'

dovea essere di leordinaj-io migliore assai che


stampati
,

non quella degli


a questo
l'

non ec-

cettuato r Editore Veronese.

per

riguardo egli
il

concede alZeffi,

antico

primato sullo
1'

come-

ch lodi
st'

a cielo

eleganza di quedi ser Niccol.

ultimo, che, al mio parere, deriva

senz' altro dalla


Il

penna
dell'

P. Morini fa

alcuni branetti

paragone tra una e dell' altra


il

versione

per

concludere

dalle

loro
nello

differenze,
Zeffi.

non

esservi plagio

Ma

che valore ha questa prova


riferire

se io

posso

non pochi
dell'

altri

brani fra loro somigliantissimi"?- Si


considerino
questi

Epistola

ad

Eustochio. Trascrivo dal Codice g-

30
novese perch
che
lo Zeffi
si veg-g-a

come

sia vero

ebbe

ricorso

ai

Codici

forse pi

che alla stampa ferrarese.


di questa le

Le varianti
parentesi:

chiudo fra

Edizione genovese.

Jglinola, odi, et vedi, et inclina

orecchie tue (la orecchia tua), et diel

mentica

popolo (popiilo) tuo,

et

la
et

casa del padre tuo (del tuo padre),


desiderer
el

re la tua

bellezza.

Nel
,

quadragesimo quarto sahio Iddio (psal-

mo Dio) parla
(Habraam)
et
,

alla

secondo (secundo)

anima humana che V exeriiflo d' Ahraam


sua
cale
(li)

uscendo della terra

del parentado suo, lassa

dei, che

sono interpretati quasi come


et

demonii,

abiti nella regione

de vi-

venti; la quale altrove el profeta (pro-

pheta) sospira, dicendo: Io


dere e
(li)

credo ve-

beni del Signore nella terra

de viventi.

Ma
j,

non basta che tu escha


non dimentichi
el

della patria

se tu

a ,

31
popolo (popido tuo),
dre tuo
tu sia
dello
,

et

la

casa del pa-

che disprezzata la
agli

carne

congiunta
sposo
tuo.

abbracciamenti

(tu sia congiunta col

tuo sposo).

Zeff.

Odi, figliuola.,
i

et

attendi.,

et

piega
e

tuoi

orecchi
il

miei ricordi,
e

sdi-

mentica

popol tuo,
il

la casa di tuo

padre,
lezza.

desiderer

Re

la

tua bel-

Nel qioadragesirtio quarto salmo parla Dio air anima dell' huomo, eh'
imitatione
d'

Abraam

uscendo

della

terra sua, et del


e

suo parentado lasci

Caldei,

quali sono interpretati coed habti nella regione dei


il

me demonii,

viventi; la quale in altro luogo

pro-

feta desiderando co' sospiri, dice: Io credo vedere e beni del Signore in la
terra
de
viventi.

Ma

non
la

ti

basta

uscire della tua terra, se tu non sdi-

mentichi

il

popol tuo,

et

casa di

tuo padre, oxcioch disprezzata la carne,

32
ti

ricongiunga agli abbracciamenti dello

sposo.

Chi
prove

fosse

vago

d'

andar innanzi
uniformit
le

in questo confronto, troverebbe altre

della

grandissima

scoperta dal Paitoni; perch


sit rinvenute dal P. Morini,

diver-

non pro-

vano se non maggior licenza presasi


dallo Zeffi nel ritoccare
1'

antico vol-

garizzamento. Altri passi


perch a
basta
voci
il

dimostrare

il

non reco, mio asserto


io

poco rapportato, essendo imstesse


frasi

possibile convenir per caso nelle stesse


,

nelle

nello

stesso

costrutto, negli stessi

modi insomma,
si

che provengono, non dal testo che

traduce,
scrive.

ma

dall'

ingegno

di

chi

al

vero ancora che lo Zeffi

oltre

discordare dalla

lezione stampata

a Ferrara, nella

misura indicata dal

P. Morini, nell' Epistola a Demetriade


si

da essa stampa,

dilunga grandemente da' Codici, e dalla napoletana

33
pubblicata dal Fabrieatore. Ci
facilmente
il

che

ponendo che Codice adoperato dallo ZeflB, consi

chiarisce

tenesse la traslazione di ser Niccol,

salvo

queir Epistola,
manifesto che
altrui; di

come

accade

appunto del riccardiano.

Ma

rimane
si

sempre

egli

servi

dell'opera
giore

che lo stesso
osservazione

P. Morini porge

un argomento magsua
in
:

con

una
,

nello ZefB

egli dice, si riscontrano

rarissime

mende ed
le

numero
il

assai

minore di quel che ne porti


che in tutte
simo. Ora
buire
io

latino,

edizioni scorrettis-

chieggo, a che attricorrezione


dello
Zeffi

questa
che
?

mag-g-iore

non

nel testo da lui

adoperato
e

Alla sua fina discrezione,


all'

non anzi
di

aver attinto alla veril

sione
detto

ser

Niccol? Dopo
i

gi

veggano lettori se quella osservazione non calza appuntino per


confortare la nostra tesi.

vese, poich,

Ma, per tornare al Codice genocome ho dapprincipio

34
narrato,

mi and grandemente

a'

versi

quel volgarizzamento, che, nonostante


sia de' primi del quattrocento
,

per

graziosa

ed

elegante
,

scrittura
,

da

non cedere a' Villani al Belcari a Mariano da Siena, a Gio. Dassaminiato, ai Morelli, al Pandolfini, o Alberti, che dir si
altri

debba,

a quanti

sono migliori di quel secolo, mi

son deliberato di pubblicarne un saggio.

Avrei potuto eleggere un' altra


,

Epistola

ma

volli
,

appigliarmi
si

quella ad Eustochio

perch grasi

vissima, eziandio per la materia,


ser Niccol nel Codice riccardiano,

perch non trovandosi volgarizzata da

ma

solo

nella edizione di Ferrara, e in


Zeffi,

quella de' Giunti, racconcia dallo

mi piacque che
le

corresse

ancora per

stampe secondo

la lezione del

Co-

dice genovese,

che reputo assai pi

genuina.

Ho
sima,
e

detto che Epistola gravisso che


i

saggi concorderanno

meco. L' et presente non comporta

35
la lettura di libri

non ornati che di

austera dottrina, essendo anzi assuefatta a delirare per le operette senti-

mentali, dove

il

turpe materialismo
e vivi

ravvolto per

entro ad

un velo tutto
colori, e
solletico

brillante di svariati

dove

un

ben

manegg-iato
le

commove

a volutt

rompenti passioni.

cieche, ed

ir-

Ma,

viva Dio,

quando si riavr tanto senno, e tanto animo da confessare schietto non esser
questo
alla
il

modo

di

porre salde basi

comune,

e privata felicit, si di

tutte schiantarle, e di ripiombarci in-

fallantemente in una schifosa corruttela,

d'ogni barbarie peggiore? Leg-

gano questa Epistola del gran Santo anzi tutti le donne delle quali non poche incaute lasciansi menare al, ,

l'

andazzo volubile,
,

e superficiale del

nostro secolo
tarsi in

esse che possono

mu-

uno

de'

maggiori nostri beni,


Dio, come alla fafamiglia; che
,

cos votandosi a

miglia. Si, alla


consigli

se

dati

ad Eustochio

pi

si

36
acconciano alle monache, che
alle altre,

non
fare

per

a dubitare

non siano per

gran
a

pr

a tutte, mettendovisi
certe guaste costusi

insieme

nudo

manze, che ad ogni breve spazio


rinnovano, e son
se
le

pi volte tollerate,

non lodate. Per rendere pi grata la lettura dell'Epistola, non ho conservato in

tutto la grafia del Codice,

ma

ne ho

mutato, con grande sobriet per, certe forme oggimai troppo anticate come la et congiunzione, sostituen;

dovi la ed;
dole

le
,

lettere

doppie

ove

cosi

scempie facenvoleva 1' uso


il

odierno, tanto pi che


di

Codice non

rado

conforme alT uso stesso; ho


dei verbi

tolto la h in certe persone

dov'era
rico;

del

tutto

venglia, e in certi
la t,

come in nomi, come chainutile,

scrivendo la z, in alcune
in oratione , veneratione,

parole,

come
parole

pudicitia, e

simili, e gli
colla z
ne' pi

esempi

di

queste

non son

rari
e

specialmente

antichi; la

37
hi

p, ponendo invece una

t,

comesi

mo' d' esempio nelle parole captivo , volwpta. Del rimanente, salvo le lettere maiuscole, e la puntatura, non ho fatto
scrisse per antico altres, a
altre mutazioni, tanto clie questa edi-

zione conserva esattamente certe antiche


ziali

desinenze, e
del Codice.
i

certe

forme speche
1'

Ricorderanno

lettori

Epi-

stola stessa nella versione del Cavalca,


leg-gesi divisa in Capitoli
;

io

ho stidi ser

mato ben

fatto d' introdurre la stessa

divisione nel volgarizzamento

Niccol, che, secondo

Codici, pro-

segue invece continuatamente.

Ho

messo poi a pie


ch
si

di

pagina

le

varianti

che offre la stampa di Ferrara, affinpossa giudicare se veramente,


a

come

me

pare,

il

sia pi pregevole.

Codice genovese Perch infine nulla

mancasse ad ornamento di questo liuno spoglio delle Voci e dei Modi pi notevoli, che non si trovano nel Vocabolario della
bretto, ho aggiunto

38
Crusca, o che vi lianno esempi
belli, e spiccati.

men
,

Fa buon
questa

viso

benigno lettore
fatica, e

mia novella
felice.

voglia

Iddio renderti

Genova, 51 Gennaio 1S69.

I.

G. Isola.

GERONIMO A EUSTOCHIO

DELLA MISERIA DELLA VITA E DELLA SOLITUDINE

Capitolo

I.

Come

la

induce a rinunziare al mondo,


ed al parentado.

figliuola, odi, vedi, et inclina


1'

orechie tue

(1),

dimentica

el

po-

polo tuo, e la casa del tuo padre, e

desiderer

el

re la

tua bellezza. Nel

quadragesimo quarto salmo Iddio (2) parla alla anima umana, che secondo
l'esemplo d'Abraam, uscendo
terra sua
e caldei
,

della

del parentado suo, lassa

che sono interpretati quasi


,

come demonij
(1)

ed abiti nella regione


tua.

La orecchia

(2) Dio.

42
de'

viventi: la quale altrove

el

pro-

feta sospira, dicendo: Io credo vedere


e beni del

Signore nella terra

de' vi-

venti.

Ma

patria, se

non basta che tu esca della tu non dimentichi el pocasa del padre tuo,
s

polo (1), e la

che disprezzata la carne, tu sia con-

tuo

giunta agli abbracciamenti dello sposa ti ragguardare, disse, (2). Non


dirieto (3)
,

none starai

intorno a

tutta la regione

Salvati nel
sia

che

tu
si

forse

non
,

monte, compresa (4),


l'

Non

conviene

preso
,

arato

(5)

ragguardarsi
ritornare

drieto

n dal

campo
vesti-

a casa, n

dopo

el

mento

di Christo discendere

gi del

tetto per torre altro vestimento.

Gran(6)

de maravigliai El padre costrigne


(1)

(2)

Tu

El populo tuo. sia congiunta col tuo sposo.

Il

testo:

Sponsi jtingnris ampexibus.

ris.

Drieto, et non starai. Compressa. Il \at.: ne forte comprehendaVedi Genesi XIX, 17.
(3)
(4) (5)

Pigliato lo arato.

(6)

Costringe.

43
ia figliuola a

non ricordarsi del pa-

dre; del quale detto: Voi sete del

padre diavolo (1), e volete fare e desiderij del padre vostro. Et altrove
detto
a'

giudei

Chi

fa

el

peccato

del diavolo.

Noi, generati di tale

primo padre, siamo neri. E dopo la penitenzia, non salita ancora l'altezza della virt, diciamo: Io sono
nera
e bella (2), o figliuole

di

Gerupadre
:

salem. Io sono uscita della casa della

mia

infanzia,

dimenticato

el

rinasco in Christo.

per questo"?

Che merc ricevo -Seguita: Ecco che "1 re (3)


tua bellezza. Adunque

desiderer la

questo
padre,

quello

magno sacramento,
l'uomo
el

cio: per questo lascier (4)


e la

madre,
e

et accosterassi alla

sposa sua,

saranno due in una carne,


in

gi non

come quivi
(5).

una carne

ma

s
(Ij
(2J (3)

nello spirito
Sathaua. Nera, ma

El tuo sposo

bella.

Et

el re.

(4)
(5)

Lassar.

Ma in uno

spirit'j.

il

lat. in

uno spiritn.

44
non arrogante n superbo menata per moglie una etiopissa. Incontanente (1) ebe tu vorrai udire la
,

sapienzia del vero Salomone, et a lui


verrai
,

ti

confesser
e

ci
el

cbe

co-

gnosciuto,

merratti

re (2| nella

camera sua, et in maraviglioso modo mutato el tuo colore, ti si converr quella parola: Chi questa, la quale salita imbiancata? (3)
Queste cose perci dette, o mia

madonna Eustochio,( madonna

certa-

mente debbo chiamare la sposa del mio Signore Ges Christo ), acci che
tu cognoscessi per questo principio (4) della lezione, che io none intendo di
dire
al

presente

(5)

della

verginit,

la quale tu i
et ia

provata essere ottima,


(6).

seguitata

none intendo

al

(1) Subito.
(2)
ti

Ti confessara
el re, ce.

co

che egli conosciuto;

condurr (3) Chi


(4)

Da

questa, che salita dealbata? epso principio.

(5)

(6)

La laude. La quale tu ha conseguita.

45
presente d' annoverare
delle nozze,
e
(1) le

molestie
(2),

come
la

el

ventre gonfi

come
la

el

fanciullino nella culla (3)

pianga, come

concubina tormenti,
e
si

come come
bene

cura della casa soUiciti,

tutto ci (4) che


la

stima esser
le

morte

ricida.

Certamente

maritate anno l'ordine loro, nozze onorevoli, eletto

immaculato: 5 ;ma acci

che tu intendessi, che uscendo diSod-

doma
mio

(6),

debbi temere d'essere esem,

plo della moglie di Loth


libello

in questo
'.

nessuna adulazione sar:7

L'adulatore certamente uno lusinghevole nemico (8).

Nessuna pompa sar

(1)

(2)
(3)
(4)

Di numerare. Accresca. Fanciullo nella cuna pianga.

[)

Tutto quello. La morte precide. Hanno certamente

li

mariti el loro ordine, nozze onorevoli et


lato lecto.
(6)

immacu-

Uscendo te di Soddoma. 0) In questo mio libreto nulla adulatione


(8)

.sar.

Blando

iniroic

>.

46
qui di rettorico parlare, la quale lievi
te

gi su tra gli angeli


el

la

quale

sottometta
ginit.

mondo

a'

tuo' piedi

dichiarata la beatitudine della ver-

Capitolo

II.

Come
e

la

conduce a iimilt

a timore,

confortala nelle tentazioni.

Io

non voglio
del

clie

ti

veng-a

suti-

perbia

tuo proposito,

ma

more. Vai tu carica d'oro? Debbesi

da te schifare el ladro. Questa vita un corso (1), a' mortali. Qui conten-

diamo

per

essere

altrove

coronati.

Nessuno entra sicuro tra' serpenti, e tra' gli scorpioni (2). El Signore disse:
inebbriato
e tu
el
(3)

mio

coltello

in

cielo,

giudichi

essere pace nella ter-

(1) Il (2)
(3)

testo: Stadium. Sicuro tra' serpenti, et scorpioni

Arbitri.

48
ra, la

quale germolla
el

(Ij

triboli, e

spine; la quale
L' Apostolo
:

serpente mang-ia.
a noi

None

battaglia
al e

contro alla carne, e contro

sangue,
princi-

ma
pati

SI

contro alle podest,


di

questo

mondo,

e di

queste

tenebre; contro alle nequizie spiritali


nelle

cose

celestiali.

Noi siamo ciri2).

condati da grandi schiere di nemici.

Ogni cosa

di

nemici ripiena

La

dopo da ritornar cenere (3), sola combatte con molti;


fragile carne, e poco

ma quando
venuto
e
el

sar dissoluta (4), e sar

prenci pe di questo

mondo,

non tro verr

in lei peccato (5), allora


lo

sicura udirai per

profeta:

Non

te-

merai dalla notturna paura, n dalla


saetta
l'

(6), la

quale

el d

vola, n dal-

opera camminante nelle tenebre, non


(1)
(2) (3)

Germina.

E
In

piena di nemici. da ritornar in cenere insino a puoco.


dissolata.
lei

(4)

Quando epsa sar

(5)
(6)

nulla di peccato.

Non

temerai de la notturna paura, n de

la sar'itta.

49
dal trascorso, (1) e dal

dimonio
dalla tua
s'

melato

ridiano

(2).

Caderanno dal tuo


milia
te la

mille, e dieci
dritta;

man
ti

ranno.

ma a E se
e

non

approssimead affannare
cogitazione:
Eliseo

loro multi tudine

turber,

comincierai

per qualunque (3) incitamento di vizii,

e dir a te la

tua

che farem noi? risponderatti


profeta:

Xon
noi

temere, perci che pi

sono con

che con

loro.

farai

orazione, e

dirai:

Signore apri gli

occhi della tua fanciulla, sicch ella

veggia

(4).

aperti gli occhi, vede-

rai el carro del fuoco, el

quale

ti

sci-

ti)

Nel

Cod.
il

si

legge

questa variante: o

incorso, secondo

tali,

ha ab incursu. {2] 11 demonio meridiano presso gli Oriene propriamente presso gli Ebrei, altro non
testo, che
,

una infiammazione del cerebro prodotta dair eccessivo calore del mezzo giorno. Quella suera che
perstiziosa nazione form di tal naturale accidente

un

spirito, e lo
s"

chiam demonio meridiano. Qui


intende sotto quel

per somiglianza

nome

la

con-

cupiscenza.
(3)
(4)

Ciascuno.
.Sicch epsa veda.

50
levi (1) alle stelle, allo

esemplo d'Elia;

et allora lieta canterai: L'

anima mia,
noi

come

la passera, uscita del laccio (2)


:

de' cacciatori

el laccio s' rotto, e

siamo

liberati.

Insino a tanto che noi siamo te-

nuti in questo fragile corpicciuolo


insino a tanto che noi

(3),

abbiamo questo
carne

tesoro ne' vasi di terra (4), e desidera


lo spirito contro alla carne, e la

contro

allo

spirito,

nessuna

certa

vittoria.

El nostro avversario

dialione,

volo

(5),

come uno rugliiante


(6)

va attorno
alcuno
(7;.

cercando

di

divorare

David disse: Tu, Iddio,


;

i poste le tenebre, e fatta la notte

in quella (8) passeranno tutte le belioncini (9j vanno stie delle selve.

(1)

Te

sublevi.

(2)

scampata dal
fictili.

laccio.

(3)
(4)

Corpo.
In vasi

(5)
(6)
("7)

Sathana. D'intorno.

Qualunque.
In epsa.

(8)

(9]

Li leonini.

51

nighiando
cerca
e
e
el

(1),

per cercare, e per pren1'

dere per loro (2)

esca da Dio.

Non

diavolo gli uomini infedeli,


di fuori,

non cerca coloro che sono


le

carne de' quali

el re assirio

nella

pentola accende; esso diavolo sollicita


di predare della Chiesa di Christo
(3).

Le sue
tir

esche, secondo che disse

Aba-

cuch, sono elette. Desidera di sovver-

lob

(4)

e
(5)

divorato Giuda, cerca


a crivellare gli
el

la

podest
(6).

Apos

stoli

Non venne

Salvatore a

metter pace sopra


coltello.

la terra;
,

ma
,

el

Casc Lucifero

el

quale apel

pariva la mattina:

e colui

quale

nudrito nel paradiso delle delizie


d'

merit

udire

Se tu sia portato in
trarr (7).

alto, cornei' aquila, indi ti

(1)

Muggendo.

(2)
(3)

A
El

loro.
1"'

di rapire
(4)

re Assyrio coque ne de la Chiesa di Christo.

olla, s' affretta

Di subvertir lob.
Auctorit. Tribulare. Il

(5)
(6)
stolos.

testo: ad crihrandos Apo-

0] De qui

te far descendere.

52
Dice
el

Signore,
le

perci

che aveva

detto nel suo cuore: Io porr per la

mia sedia

stelle del cielo

(1), e

sar simile allo Altissimo.

Onde ogni

d parla el Signore a coloro, e quali

salgono
te (3)

(2)

per la scala del sognandissi

lacob: Io

che

voi

sete

Iddio, e tutti sete figliuoli dello Altissimo


rete, e
:

ma

voi,

come uomini, morde' prencipi, cadrete


el
:

come uno

perci f4) che cadde

primo diavolo. E stando Iddio nella sinagoga degli Iddi, discerne nel mezzo g' Iddii.
L' Apostolo scrive a

coloro, e quali
(5),

mancano

d'essere Iddio
le

dicendo:

Ma
e

ove in voi sono

discordie, et

invidie

(6), non sete voi allora uomini, camminate secondo l' uomo. Se Pa-

(1)

(2)

(3)
(4) (5)

Sopra le stelle del cielo poner la sede mia. Descendono.- (Giusta il latino). Somniante. Per che.
Dii.

(6)

Dopo che

in voi

sono

le

discordie

e le

invidie.

53
golo
(1) apostolo, vaso d'elezione, et
\2) di

apparecchiato nelVangelio
sto, per le
e per le

Cri-

punture

(3)

della

carne,

commozioni

de' vizii, ristri-

gne

(4) el

corpo suo, e sottomettelo

alla servit, acci

agli altri
e

non

sia

che predicando (5) reprobo trovato

niente

ne'

meno !6) vede un' altra legge membri suoi ripugnante alla legge
mente sua,
dopo
e
e

della

tenendolo oppres-

so

7)

nella legge del peccato,

dopo

(8)

la nudit,

digiuni, dopo la fae fragelli, e

me,

dopo

le prigioni,

tormenti, tornato

(9) in s

medesimo,
chi liberer

grida: infelice

io

uomo,
questa

me

del

corpo

di

morte? tu

(1) Paulo.
(2)

(3)
(4)
(5j (6)

Neir Evangelio. Per li stimoli.


Ripreme.

Epso predicando.
NientedimeiiO. E captivante se oppresso.

(")
(8)

Et

se dopo.

(9)

Tornano.

54
ti ii

credi (1) dovere esser sicura?


(2), priego,

Guardi
te

che

giammai

non dica Iddio: La vergine d'Israel cadde, e non chi la risuciti. Arditamente dir
la vergine
:

Con
la

ci sia cosa che

tutto possa Iddio, suscitare non

dopo

tamente liberarla non pu coronare

pu mina. Pu cerdella pena (3), ma

la corrotta.

Temiamo

quella profezia, che an-

cora in noi non sia compiuta, cio:

le

vergini

buone verranno meno


el

perci che sono ancora le cattive ver-

gini
la

(4).

Chi veder, disse


a
nel
la

Signore,

femmina

desiderarla, gi

adulterata

suo

cuore.
colla

Perisce

adunque

verginit
le

mente.

Queste sono

cattive vergini, ver-

gini di carne, non di spirito, vergini


Pensi.

(1) (2)

Guardati. - Sincupi

siffatte

non sono rare

negli antichi.

Dalla pena. Attendi quello che dice: et le vergine buone mancheranno, perch sono ancora captive
(3)
(4)

vergine.

55
stolte (1), le quali

non avendo

olio,

sono schiuse

(2)

dallo sposo.

Ma
gini
,

e se quelle, le quali

son ver-

nientemeno per
si
,

.altre colpe (3)

non
corpi

salvano per la verginit dei


che
si

far a quelle, le

quali
di

per prezzo sottomisero le


Christo, e tramutarono
el

membra

tempio del

Santo Spirito nel luogo publico? In-

mantanente udiranno (4) el profeta, che dice: Discende, siede in terra,


figliuola di Babilonia,siede(5) in ter-

non sedia alla figliuola de' Calnon sarai oggimai (6) chiamata tenera, e delicata: prendi la macina (7), e macina la farina. Scuopre el tuo velo, dinuda le gambe tue, passa e
ra,

dei;

(1) (2)

Pace. - Cio: pazze.

Escluse dal sposo.


Altri peccati.

(3) (4)

Subito vederanno.
Pi.

(5) Siedi. (6) (1)

Molle, - Cio: mole

mola.

56
fiumi
;

rivelerassi la tua bruttura (1;,


e

appariranno

tuoi obbrobii.
(2)

E
,

questo
e dello

drieto al letto

del figliuolo di Dio,


fratello

dopo
sposo

g-li
,

osculi

del

e drieto a quella
el

della quale

per lo passato

sermone del profe-

ta (3) cantava, dicendo:


stette dalla

La

reina (4)

tua

man
(6),

dritta (5), nel

circumdata di nudata, e le sue parti dirieto saranno poste nella facvestimento indorato
variet. Sar, dico,
cia sua. Seder
all'

acque della solivaso, scopirr


(7)

tudine,
e sar

posto
a

el

e suoi piedi

ognuno, che passer,


(8)

vituperata

insino alla testa.


stato
(9)

Pi
all'

dirittamente

sarebbe

uomo
(1)

essersi sottomesso al

matri-

Ignominia.

(2)
(3)

Dopo

li

lecti.

Prophetico.

(4)
(5)

Regina. Dextra.

(6)
(~j (8)

Aurato.
Scuoprir.

(9)

Contaminata. Meglio sarebbe stato.

57

monio
piane,

essere
clie

camminato per

le

vie

dirizzandosi alle pi alte

cose, cadere nel profondo dello inferno. Io


trice

la

po

l'I)

lino e

meredol'albergo della Trinit non baldemonii (2) e le serene non


ti

prieg'o,

non

si

facci

fedele citt

di Sion, e

vi faccino el nidio negli spinosi (3).

Non

si

sciolga la tua fascia pettorale,


(4)

ma immantanente
commover
che
el

clie la

libidine
si

el

tuo senso, e
(5)

tosto

lusinghevole
ti

incendio della
,

volutt

mescoler col dolce caldo


la

El Signore mio aiutatore, non temer che |7) mi faccia la carne. E quando r uomo di dentro comincer un pochettinofS) a ondeggiare intra e vizii,
voce
(6),

rompiamo

e diesiamo

CI)

(1)
(3) (4)
(5) (6)

Cio dietro. Quivi no saltino li demonij. Negli ricci. - Il testo hericii.


.

Subito.

Blandio.
In voce.Il

testo:

erumpamus

in vocem.

Checch. - Lat. Quid. (8j Avverbio grazioso usato da ser Niccol in questa Pistola.
(1)

quattro volte

58
e le virt, dirai
se'
:

anima mia,

percla

tu

trista, e

perch mi conturbi?

fesser che

Spera in Dio, perci che (1) io gli conegli Iddio mio, salute
Io

del volto mio.

non voglio che


,

tu
:

lasci cre-

scere le tue cogitazioni

niente cresca

in te di Babilonia
sione. Uccidi el

(2)

niente di confu-

nemico

mentre che

piccolo

spengasi la nequizia
el

nel seme.

Odi
ti

Salmista, che dice:

Figliuola misera di Babilonia, beato


quello che
ritribuir la ritribuzion

tua, beato colui che terr, e spezzer (3) e

suoi parvoli

(4)

alla pietra.

Ma

perci che gli impossibile, che

nel senso dell'

uomo non
delle

trascorra el

mosso caldo
laldato
(5),

medolle, colui

colui predicato beato, el

(1)

Perch.
Gli
.

(2)
(3)

Romper.
Cavalca
:

(4) Piccoli. - Il

mali pensieri, mentre


qui
tenehit et allidet
8.

che son piccoli. Lat. Beatiis

parvulos svos ad petram. - Psal. 136,


(5;

Laudato.

59
quale inraantanente come comincer
a
e
(1)

pensare, uccide

perquotele
(3).

cogitazioni (2) alla pietra la quale


le
,

Christo

(1)
(2) (3)

Subito comincer. Li pensieri.

Ma

la pietra Cristo.

Capitolo

III.

Come

le poyie

esemplo di s

di molte

battaglie, eh' egli ehhe.


all'

indicela
il

astinetiza,

biasima

vizio

della gola.

Quante
nello

volte io
,

medesimo, posto
grande sodagli
a'

eremo
del

et in quella

litudine, la quale, abbruciata

monaci aspro (1) abitacolo, mi pensavo d'essere presente alle dilicatezze romane! Io solo sapevo di quale amaritudine ero ripieno (2). Le difforme membra
ardori
sole,

presta

(1)

(2) Io solo

dine

Horrido. sedeva per che era de amarituripieno. - Il testo a stampa <So?w sedebam
:

qtiia ecc.

61

mie erano inasprite


la

mia

(1) per lo sacco; pallida cotenna era ridotta a


(2).

similitudine della etiopica carne

Tutto

el

d (3) lagrime, tutto el d

pianti; e se alcuna voltaci soprave-

gnente sonno avesse gravato resistente, appena ponevo gi


io taccio de' cibi e

(4)
le

me
mie

ossa ignude accostate alla terra.


,

Ma

del bere

quando
qualche

ancoragli infermi monaci usano l'ac-

qua fredda
colui
dello

(5)

prendere
(6).

cosa cotta sia lussuria

Io adunque,

el quale per paura dannato m' ero in tal prigione, compagno solamente degli

medesimo
inferno

scorpioni

e delle fiere

spesse

volte

(1)

In horrore.

(2)

E
ess.

la

forma, d pi
(4)

ecc. -

Di cutenna per PelU la Crusca.

mia squallida cute aveva preso la de.lV uomo, ne

(3)

Giorno

Oppresso. (5) Frigida. (6) Sia a lussuria riputato. - Lussuria' yer lusso, superfluit, comune, ed il Vocabolario^ne

ha

ess. parecchi.

62
ero presente alle danze (1) delle fanciulle.

Impallidiva la faccia mia pei

digiuni, e la mente s'infiammava di


desiderii nel freddo corpo, e dinanzi al

gi morto uomo, nella sua carne bollivano gli incendii soli della libidine.

Adunque
giacevo a

io, privato
pie' di

d'ogni aiuto, Ges, colle lagrime

li bagnavo, co' capegli gli asciugavo, e la contastante (2) carne colla fame delle settimane io suggiugavo. Non mi vergogno confessare (3) la

tosto

ma pi piango , che io ora non sono quello, che gi sono stato. Io mi rimiseria della mia infelicit,

cordo che spesse volte, gridando, congiunsi


restai
el di

colla notte, n

prima mi

dalle battiture

del petto, che

in

me

tornasse la tranquillit dal ri-

prendente Signore. Ancora la mia celluzza (4) temevo, come che se sapesse
(1)
(2)

Abballi.

(3)
(4)

Ripugnante. Di confessare.
Cellula.

63
le

mie cogitazioni,

meco

stesso

aspro et irato, solo passavo e diserti (1).

se in alcun
valli,

luogo vedevo
el

le
(2),

profonde
rottura
della

asprezza di monti

di

ripe, quivi era

luogo

mia orazione, quivi era la rustica prigione della mia misera (3) carne. E come m' testimonio el
,

Signore
che
verso
io
el

dopo
cos

le molte lagrime, poi avevo tenuti gli ocelli

cielo, spesse volte

mi pareva
cantavo,

essere nella presenzia di schiere d'angeli, e lieto e

gaudente
te
(5).

(4)

dicendo: Dopo
de' tuoi

corriamo nello odore

unguenti
se

Ma

coloro
(6),
li

sostengono queste
quali,

tentazioni

consumato

el

(1)

irato a
serti. (2)
(3) (4)

Come se epsa sapesse me stesso, et crudele,


Concave
Rustica.
valli,

li

miei pensieri, et
li

solo passavo

de-

asperit di monti.

(5)

Godendo. Tutto questo passo mi sembra commoTentazioni


di libidine.

ventissimo.
(6)

64
corpo, dalle sole cogitazioni (1) sono combattuti che cose sostiene la fan,

ciulla (2), la quale in dilicatezze vi-

dice l'Apostolo, cio:


ta.

ve? Certamente sostiene quello, che Vivendo mor-

essere

Se adunque alcuna cosa in me pu di consiglio; se a me, che


pruova,
si

n' fatta la

crede, questo

prima ammonisco, questo testifico, che la sposa di Christo fugga el vino, come el veleno (3). Queste sono le prime armi de' dimonii contro alla giovanezza. L' avarizia non cosi commuove (4), non cos enfia la superbia (5), n diletta 1' ambizione (6), Agevolmente (7) manchiamo di questi (8) vizii. Questo nemico(9) dentro
in
(1)
(2)

Da
La

soli pensieri.

vergine.

(3) (4)
(5)

Veneno.

Commune.
Gonfia
di superbia.

(6)

Segue nel Codice questa variante: V apFacilmente.


- Il lat. aliis
vitiis.
il

petito del signoreggiare.


(1)

(8) Tali.

(9)

Intendi:

Ma

questo nemico, cio

vizio del

vino, dentro

noi, ecc.

65
a noi rinchiuso;

dovunque noi an-

diamo
la

lo

giovanezza

portiamo (1). El vino, e (2) sono doppio incen-

dio di volutt. Perch agg-iug-namo (3)

fiamma? Perch apparecchiamo noi allo ardente nostro corpicciolo (4) nutricamenti di fuoco?
noi l'olio alla

Pag-olo scrive cos a Timoteo Gi non volere acqua bere, ma usa un poco di vino per lo stomaco tuo, e per le continue tue infermit. Vedi perch
:

cagioni

el

bere del vino


al dolore

si

concede!

Appena che
et alla
si

dello stomaco,

continua infermit questo vino

conceda.

Et

acci
ci

che noi delle


(6),

infermit (5) non

lusingassimo
se

comand che poco


usando consiglio
di

ne prendesse,

medico pi tosto

(1)

(2)
(3)
(4)

Lo portiamo cura Et la juventute.

nui.

(5)
(6)

Aggiungerne. Corpusculo. Nel Codice: degli infermati. Non si blandiamo.


5

66
che
sia
d'

Apostolo

(1)

bencli l'Apostolo

medico spirituale, et acci che Timoteo, forse vinto per debilit, non forse potesse adempiere e discorsi suo per predicare el Yangelio; altrement
r Apostolo si ricordava aver detto Et el vino in che lussuria (2). E Buono all' uomo di non ber vino,
e di
el

non mangiar carne. - No bevve


(3); e

vino, et inebbri, in quello ancora

rozzo secolo del diluvio


allora

perch

dapprima era piantatala vigna, forse che non sapeva che s'inebbriasse di vino. Et acci che tu intenda in
tutte le cose
el

sacramento della Scrit

tura, certamente la margherita (4


il

sermone di Dio, e da ogni parte si pu forare. - Seguit di quella ebriet


(1) Per el coasiglio pi presto del medico che deir Apostolo. - Meglio il nostro Codice, che il senso : Consigliando come medico piuttosto che come Apostolo. Il Testo: medici patina Consilio, quam
,

Apostoli.
(2)
(3^

Nel quale

la lussuria.
il

il

Inebriosse dopo seculo rude.


(4)

diluvio, essendo

ancora

Certo una margherita.

67
di

No

la scopritura della onest,

se-

guit la disonest congiunta alla lussuria


(1).

Dapprima s'empie
inmantanente seguitano
Ascolta
ra:
ci,

el

ventre, et

l'altre cose (2).

che di coloro dice laScrit-

El popolo
di

mangi,

bevve, e
(3).

levaronsi

su a sollazzare

Loth

Dio, salvato nel monte, e di tante migliaia del popolo, solo

amico

giusto trovato, fu dalle figliuole sue


inebbriato
la
(4).

E bench credesseno che


umana
tal

generazione
,

fusse

venuta
che

meno

che

cosa facesseno pi
di
figliuoli
,

tosto per desiderio


di libidine,

nientemeno sapevano che r uomo giusto non doveva ci fare se non briaco (5). Finalmente Lotto
,

(1)

Puoi

di

quella ebriet di

No seguit

la

scopritura de

obscene: la libidine fu congiunta alla lussuria. - Il Testo: Nudatio femorum. (2) Dapprima se estende el ventre, et cosi
le parti

sono conciate V altre membra. (3) Giocare. (4) E fra tante migliara de popoli solo giusto
trovato, inebriato fu dalle figliuole sue.
(5)

Non

farebbe ci, se non ebriato.

68
non seppe quello che fece. E bench la volont (1) non fusse nel peccato, r errore fu nella colpa (2). Indi (3)
nacquero quelle generazioni di
biti, et
e quali

Moa-

Ammoniti, nemici
insino
(4)
,

d'Israel,
e

alla

quarta
di

schiatta

et infino

in eterno

decima non
Elia

entrano nella

Chiesa

Dio.

quando da lesabel
l'angelo a
lui,

(5) fug-giva, e sotto

la quercia stanco giaceva, et

mandato
Sta
et
(6),

gli

detto:

su, e mangia.-

puose mente

uno pane d' orzo, et uno vaso d' acqua. Nel vero Iddio non poteva mandargli buon vino, e cibi
ecco al capo suo conditi con l'olio, e le carni elette,
et ascelte? (7) Eliseo invita a
(1)

cena

(8)

Nel Codice,

e neirEdiz. ferrarese: volutt.

Ma

chiaro volersi

leggere: volont^ conforme ul

Testo.
(2)
(3)
(4)
(5j
((5)

L' errore uella colpa.

De

qui nacqueno.
lesabel fuggiva. o

Progenie.

Quando

Risguard.
Cibi electi
,

(~)

le

carne pi delicate

et

per

lo

pistare

mutate?

(8)

desinare.

69
e fig-liuoli de' profeti
,

nutricandoli

con erbe

(1) agreste,

ode un grido si(2),

mile
di

a'

festeggianti

cio:

,'

uomo
morte.

Dio, nella pentola


s'

la

Non
Ma"
erbe

adir

co'

cuochi

non

aveva

consuetudine di pi splendida mensa.


la farina, gittata di

sopra a quelle
1'

agreste

iindolc

amaritudine
la

con quella medesima virt di spirito,


colla

quale Mois

aveva mutata

mirra in dolcezza
rimente

(3).

coloro, e quali

erano venuti a pigliarlo, accecati pa(4)

degli occhi, e della mente,

avendoli condotti in

Sanmaria

non

sapendo ove si fosseno (5), ascolta di che vivande comand che fosseno cibati.
et

Disse

acqua,

Pone loro innanzi pane mangino e beino (6), e

(1)

(2)

(3)

in dolci.

Pascendogli de herbe. Conveniente a coloro che mangiano. Il Cavalca. L'acque de' diserti amare mut -l Testo: qua Moyses mutaverat Maram
Similmente. Essi non sapendo dove Bevano.

in dulcedinem.
(4)

(5)
(6)

si

fussenu,

70
sieno rimandati al loro Signore.

Et a

Daniello

si

pot mandare

(1)

pi abbon-

dante mensa delle vivande del re. Ma Abacuc porta, come io credo (2), uno mangiare rusticano di mietitori e
,

perci

(3)

cliiamato

uomo

di desi-

derii; perch pane di desiderio non mangi, e vino di concupiscenzia non bevve (4).

(1) (2) (3)

Potevasi mandare a Daniello.


Io mi credo.

Di metitori
Bevette.

per

ecc.

(4j

Capitolo IV.

Come biasima
cadono in

la lussuria, e le

sue ca-

gioni, ponendo esempio di molti, che


ci.

Gli esempli, che dannano la gola,


e

concedeno

semplici cibi, sono senza


Scrittura
divina.

numero
sito

nella

Ma

perci che (1) ora none

mio proposuo

disputare
ci

de'

digiuni, e volere
richiede

di

tutto

trattare,
(2),

titolo, e
d' assai

volume

basta aver detto


(3).

queste poche cose

Altre-

Perch. Cio: tutto trattare, che richiede ecc. Nella stampa: richiederm el titulo ecc. (3) Cio Basti aver detto di cose assai questi
(1)

(2)

lioche.

72
menti
(1)

per lo loro esemplo tu

me-

desima potrai raccogliere, come el primo uomo pi obbediente al ventre che a Dio, fu cacciato (2) in questa
valle
di

lagrime,
el

come

Satanas
al

tent di fame
e

Signore nel diserto,


all'

come l'Apostolo gridi: L' esca


'1

ventre, et

ventre

esche, e questo

ventre

(3;, e

quelle esche distrugger.

de' lussuriosi detto:


(4) il

quali

ventre. Ciascheduno

Lo Iddio de com(5),

menda

quello che egli

ama

ond'
quali
se tu

soUicitamente da provvedere, che la

fame riduca a paradiso coloro


la

saturit n' cacciati

(6).

vorrai

rispondere

che tu sia gene(7),

rata di nobile schiatta


delizie,

sempre in piume,

sempre in non potere

(1)

Altramente.

(2)

Fu

cacciato dal paradiso in questa valle

di lagrime.
(3)

Ma

Dio questo ventre.


lui

(4) Deli quali.


(oj

Ciascuno onora quello che

ama.

(6)
(7)

Cacci del paradiso. Rispondere te generata di nobile stirpe.

73
astenerti dal vino, n dagli eletti cibi,
e

non potere vivere pi strettamente


colla tua legge, la quale
di

sotto queste legg-i, risponderotti: Vivi

adunque

non

puoi vivere con quella


signore
dell'

Dio. -

Non
,

dico questo percli Iddio creatore

universo,

si

diletti

della
(1)

vacuit del ventre, o del ruggito


dello

delle nostje intestine, o che si diletti

ardore

de' nostri

polmoni;
se

ma

dico cos perci che la pudicizia

pu altrementi esser sicura


per la astinenzia
et
(2).

non none

lob caro a Dio,

inmaculato,

semplice, per lo te-

stimonio d'esso Iddio, ascolta come


sospetto (3) del diavolo, e dice:

La sua
genitali

virt ne' lombi suoi, e la sua po-

tenzia

nel

bellico

(4).

dell'uomo, e della donna sono appellati


(1) Cosi anche intestinorum
il

Cavalca;

il

Testo: rngitus

(2)

Dico cos perci che altrameate la pudisicura.

citia

noQ pu esser
(3)

Dio, per testimoaio d^ epso Iddio immaculato et semplice, ascolta come lui a sospetto ecc.
lob caro a
(4)

La sua

possantia

neir umbelico.

74
onestamente, mutati
di
e

nomi

(1).

Onde

fatta promessione che sopra la sedia

Davit seder

clii

uscir de' suoi

lombi.

settantacinque anime entrale

rono in Eg-itto,
fianco d' Jacob.

quali uscirono del


poi
lato

che, combatdel

tendo Iddio,

el

fianco

(2)

suo immarc
la

cess dall' opera de' fiel

gliuoli.- Et a colui

quale de' fare


la facci

pasqua,

comandato cbe
et accinti

con mortificati,
a lacob
(3)

lombi. Et
:

come uomo
si

dice el Signore Cigne lombi tuoi.- E Giovanni cigne colla coreggia di pelle. Et
e
si

comanda che, cinti e mano le lucerne dello Evangelio. Et a Gerusalem,la quale trovata rispersa di sangue nel campo dello errore, detto (4) in
agli Apostoli
loro lombi, abbino in

Ezechiel:
(1)
(2)

Non

riciso el

tuo bellico

(5).

Permutati

pui che

li nomi. combattente Iddio con

lui, la

latitudine del suo fianco ecc.


(3) lob.

(4)
(5)

Gli

ditto.

Non

preciso el

tuo umbellico.

75

Adunque ogni

forza

del

diavolo

contro gli uomini ne' lombi, et ogni

sua fortezza contro


nel bellico.
cos

alle femmine Vuoi tu sapere eh' egli

come noi diciamo? Piglia l'esemSansone pi


el

plo:

forte

eh' el

lione,

pi duro eh'
et

sasso,
(1)

et el

quale solo,

ignudo cacci

mille armati, di-

viene (2) fragile negli abbracciamenti


di Dalide (3).
el

David

eletto
e lo

secondo

cuore del Signore,

quale spesse

volte aveva profetato colla santa bocca

Christo dover venire

poi che

andan-

do

(4)

per la altezza della sua casa,

fu preso dalla nudit di Bersabe (5),


allo adulterio

congiunse

1'

omicidio.

Ove
che

(6) e

quello brievemente attendi,

ancora in casa nessuno sguar(7)

do

sia

sicuro

per

la

qual cosa

Perseguit. Divsnta. (3; Di Dalida. (4) Poi che esso Davide andando. (5) Dalla nuda Bersabee.
(1)

(2)

(6)
(li)

Onde.

Niuno guardo.

76
pentendosi
te solo io
,

parla a Dio, dicendo:


peccato, et
'1

male di-

nanzi a te fatto: perci che era re, e nessuno altro temeva.- Salomone, per
lo

quale parl essa sapienzia,

el

quale

disput del

cedro del Libano insino


la parete, si

all'isopo, clie esce per parti dal Signore


:

perch? Perci che

amatore delle femmine (1). Et a non si confidasse della propinquit (2) del sangue, lo inlicito
fu
ci che alcuno

incendio arse

Amon,
(3).

fratello di

Ta-

mar, sua

sorella

A me
no
(4),

rincresce

di

dire quante

vergini a Dio sacrate ogni di ruina-

quante ne perda
del

la

madre Ece

clesia

suo
el

grembo

(5j,

sopra

quali stelle

superbo nemico ponga

(1)
(2)

Perch? Fu amatore de le femine. Nel Codice si legge d' altra mano fra
parentado.
fratello

le

linee

cio

(3)

El

Amon
,

arse in non licito

in-

cendio della sorellaThamar. lettore comincia una viva pittura (4) Qui,
di

perpetuo mal costume.


(5)

Greraio.

77
el

suo trono

(1):

quante pietre scavi,


(2)

a ci

che' ne' loro fori

abitino

serpenti, e vederai assai

prima madri
solamente di-

che maritate, mentite colla loro infelice

conscienzia

(3), e

fendersi colla scura (4) veste.


se la grossezza del corpo, et

Le quali
'1

pianto
si

degli infanti non ara manifestate,

gloriano d'esser caste


alta
,

(5), e colla testa


(6)

co'

piedi sollazzanti

pro-

cedeno. Altre dimostrano d'essere sterili,

fanno omicidio del

none an,

cora

nato

uomo.

molte sono

le

quali sentendosi

avere

conceputo di
,

peccato, pensano, per isconciarsi


veleni
(1) (2) (3)

(7)

et

ancora spesse volte

(8)

La sua

sede.

Foramini.

Nel testo: infelicem conscien tiara mentita


veste protcgere.

tantum
tae ecc.
(4)

Ser Niccol lesse: menti-

Obscura.

(5)
d'

Non

avesse

manifestate

si

gloriavano

esser sante et caste.


(6) (Ij

Festigianti.
li

Per disperdere, venena meditantur.


(8)

veneni.-

Il

Testo: aborti

Et ancora spesse

volte esse

ancora

mo-

rendo ecc.

78

morendo con
peccati
cio
,

loro, colpevoli

di

tre
:

sono

condotte
di

l'

inferno

omicidiali

loro

adultere di Cristo, e del

medesime, none ancora


(1).

nato figliuolo omicidiali

Queste sono
glion dire
a'
:

quelle
le

le

quali so-

Tutte

cose son

mondi: basta a

me

la

monde mia con-

scienzia: Iddio desidera el cuore


do.

mon-

Perch m' asterrei

(2|

io

da' cibi

e quali Iddio creati a usare"?

se

alcuna volta vogliono parere attrattabili et

umane,

sarannosi empiute
alla ebriet el
:

di vino

raccozzando
,

sacrilegio (3) sia (4) che io


di Christo.

Questo non m' astenga dal sangue


dicono

se

vederanno alcuna

(1) Parricide.
(*2]

Nel Codice: m'

astenessi.

Nella

stampa

me

ahstegner.

(3) Vogliono parere gratiose, et jucunde, et saranno piene di vino, congiungendo alla ebriet al sacrilegio. -Sopra attrattabili nel Codice si legge

d' altra

mano
Sar.

o liberali. Il testo

lepidae et fe-

stivae.
(4)

79
pallida, et malenconica
(li,

la cliia-

mano misera, e manichea (2), e conseguentemente con tal proposito dicono


el

digiuno esser

resia.

Queste sono

quelle le quali in pubblico notabile-

mente vanno (3) e con furtivi accennamenti (4) d' occhi si tiran drieto le
,

greggi (5j de' giovani. Le quali odeno sempre per lo profeta: A te fatta

una

faccia di meretrice

tu

se'

senza
di

vergogna.
legano
el

Et

vestite

solamente

porpora, con involture deboli, e sottili

capo, acci che caschino e

crini (6): la calzatura


e

non men

vile,

per gli omeri forse la

capellatura

(1)

Trista.

(2)

Nel Codice d'faltra mano


Il

al

solito

eretica.
(3)

Cavalca: vanno volontieri, che nou


:

il

senso del latino (4) Cenni.


(5)

notabiliter incedere.

Moltitudine.

et el
le

La sutile purpura solamente si fa in veste, capo molto largo legato a ci che caschino Il Testo: Purpura tantum in veste crine.
(6)

tennis,

et

laxius

ut

crines

decidant

ligatum.

caput.

80

maniche strette a' bracci, uno andar rotto colle dissolute g-ambe (2). Questa appresso
volante;i):le

accostate, et

a quelle tutta la loro verginit.


e

Ab-

binsi queste tali e loro laldatori (3),


sotto el

nome verginale, con pi


volontieri periscano
(4).

guadagno
queste
Io
tali

noi non piacciamo.

mi

verg'oofno di dire cosa trista

da non dire,
nelle Chiese
delle

ma
^6)

vero

(5);

onde
essere

entrata la pestilenzia

agapetane?

Onde pu

(1)

La calzatura non men ornata,

per

le

spalle el volante velo hiacintino. - Il Testo: soccus

super httmeros hyacinthina laena Maforte volitans. Si vede, spezialmente da quel /orse nel nostro che la voce Maforte mise in impaccio i traduttori. Era la parte del manto che si gittava
vilior, et

dopo

le spalle

credesi

venga

tal

nome

dalla

lingua araba.
alla libera.
(2)

Il

Cavalca se ne spedisce traducendo

(3) (4)
(5)

Ginocchio. Laudatori.

Con pi guadagno periscano


Io

al tutto.
,

mi vergogno
.

di dire

oim

cosa tri-

sta,

ma

vero

si legge nel (6) Sopra la voce: agapetane Codice votate di maritarsi a Cliristo. Agapetane, da

"AyaTrvjTai, dicevansi le vergini, che, professato

iJ

81
senza nozze altro

nome di maritata?

(1)

Anche, onde proceduta questa si nova generazione di concubine ? Pi dir Onde (2) proceduto che queste meretrici vivano in una medesima
:

casa

in

una medesima camera,

spesse volte sono tenute in uno

me-

desimo letticciuolo? E chiamanci sospettosi se noi alcuna cosa ne stimiamo! - El fratello, el quale spirituale, abbandona la vergine sorella; la verg-ine disprezza el suo casto
,

fratello

(3),

fingendosi

d' essere in

un medesimo proposito, cercano degli stranieri (4) spiritai sollazzo, per

avere a casa una carnai compagnia


monaci

(5).

celibato co"

dimoravano, non senza offesa

della disciplina ecclesiastica, nelle stesse case di


quelli. Il

Cavalca traduce Devote. Nel testo aga2J'^siis.

petariim
(1)
(2)

Moglie.

Onde sono procedute queste meretrici da uno huomo, le quali in una medesima casa, ecc.
(3)

Cercha

el fratello

estraneo, e simulandosi

d' essere ecc.


(4)
(5)

De

alieni.

Compagna.
6

82
Questi COSI
fatti

ne' proverbi

di

uomini riprende Iddio Salomone, dicendo:

Sar alcuno el quale leghi el fuoco nel suo seno, e li suoi vestimenti non ander sopra e carboni s' ardano? del fuoco, e non arderanno e suoi
piedi?

Capitolo Y.
Conie
e

l'

ammoiisce a ben considerare,

deliamente tenere l'eccellenza del

suo stato.

Gittate
quelle
le

(1), et

esterminate adunque

quali

non vogliono essere


parere, ora dirizzer

vergini,

ma
tutta

s
1'

a te

(2)

orazione
i

la quale (3)

quanto prima tu
tanto

cominciato a es-

sere nobile vergine della citt

romana,
acci
,

pi

ti

debbi

affaticare

che tu non perda e beni presenti e futuri. E certamente tu i cognosciuto

(1) Rejecte.
(2) (3)

Ora

ti

si

dirizzer da me.
,

Cio: a

te

la quale.

84
con

domestico

esemplo
le

le

molestie

non certe cose del matrimonio, quando la tua sorella Blesilla, d' et tua maggiore, ma di proposito minore, dopo el ricevuto marito, rimase vedova el settimo mese.
delle nozze, e
infelice condizione

umana,
e la

del

futuro ignorante, et insieme perde la

corona della verginit,


nozze!

volutt delle

bench la viduit tenga el secondo grado della pudicizia, niente

meno
che

(1)

che

cruciamenti

ti
,

pensi

alcuna

volta sostenga

quando
che con

vede ogni giorno essere nella sorella


quello che ella
*

perduto?

pi

difficolt
,

le

manchi

la

provata

volutt

sappia

che essa minor

merito di continenzia, bench sia al,

sicura, che

il

centesimo,

sessagesimo frutto sono d' un seme


di castit?

Io non voglio che tu abbi compagnia di matrone non voglio che


:

fi]

Nientedimeno.

85
a casa delle nobili tu vada;

non voesser

glio che tu spesse volte veggio, quello,

che

tu

disprezzando, vergine

volesti.

Se

le

femminelle

si

soglio-

no

(1) gloriare de' loro

mariti giudici,

e posti in

alcuna degnit, se alla don1'

na dello imperatore concorre


zione
de' salutanti, e

ambi-

tu perch fai

ingiuria al tuo

marito?
?

sposa di
in

Dio, perch

t'

avacci (2) d' andare alla

donna
sta

dell'

uomo
la

Appara
di

(3)

quenon
(4)

parte

santa

superbia.
loro.

Sappi

che

tu

se'

migliore

solamente desidero

che

tu schifi
le

r andare insieme con quelle


le

quali

sono enfiate per gli onori de' mariti,


quali
degli
delle

circundano le greggi (5) eunuchi nelle vestimenta e


,

quali

si

tesseno e

metalli del
le

filato oro,

ma

ancora fuggi quelle

(1]

Allegrare, e gloriare.

(2) (3)

Te

festini.

Impara.
Multitndine.

(4) Schivi.
(5)

86

non la volont, ma si la necessit non che dovessero desiderare la morte de' mariti, ma doquali,

fatte vedove;

verono volentieri ricevere gione della pudicizia.

la

data ca-

Ma

ora, sola,

non mente mutato el vestimento mutata 1' ambizione di prima. Passa


loro

innanzi
di

l'

ordine

delle carrette
,

ornate

preziosi

panni

vederle

mezzi uomini, e colle gote rosse, la crespa cotenna distesa s che tu non ti stimerai che abbino perduti e mariti, ma s cercarli (1). Piena la lor
,

casa d'adulatori,

piena
,

di

conviti.
si

Li medesimi cherici

a'

quali

con,

veniva

d' essere

loro magisterio

loro timore (2), baciano e capi delle

matrone,

distendendo la mano, pen-

seresti che benedicesseno (3), se tu

non

(1) L'' ordine de li eunuchi , et co lo gotte vermiglie, la piena cute si distende, si che non estimi ecc. - Segue la gi notata pittura. Clerici ipsi, quos in magisterio (2j Nel Testo
:

esse

oportuerat doctrinae pariter


(3)

et

timoris.

Benedire volesseno.

87
sapessi che riceveno el prezzo del salutarle.

Esse,

le

quali

infrattanto

aranno

veduto

che'

sacerdoti
si

anno

bisogno del loro aiuto,

lievano in

superbia; e perci che anno provata


la signoria del marito, la libert della

veduit preferiscono, e caste

si

chiagli

mano,

e di

nome

Apostoli dopo la
Sienti
e

sognano dubbiosa cena.


(1),

et

compagne

quelle, le quali
le

digiuni assottigliano,

quali anno
1'

pallida la faccia, le

quali e
le
,

et

provate, e la vita;

quali

ogni d
:

cantano ne' lor cuori dicendo Ove passi tu, ove giaci nel mezzo giorno?

Le quali

collo affetto dicono: Io

de-

sidero d' esser disciolta, e d' esser con

Christo.Siasuggetta a'parenti, seguita


el

tuo sposo, sia

a te rado

laudare

in publico,
tiri (2)

da

te sieno cercati e

nel tuo letto.

Giammai

ti

Mrman,

car

la

cagione

d'

andar fuori

se

(1)
(2)

Et

caste sono chiamate.


(!)

Li mariti

- Lat.

martyre

88
sempre, quando
di

bisogno, anderai.
cibi
,

Cerca

temperati
el le

giammai

non riempiere
sono certamente
col vino
,

ventre. Assaissime

quali sono sobrie

sono ebbre per la larg-hezza

de' cibi (1).

Quando tu
non
ti

ti

lievi la notte
el

all'orazione,

faccia far rutto

non avere patito, ma s 1' esser voto lo stomaco (2). Spesso leggi, et appara pi cose. Mentre che tu tieni el libro in mano, leggendo sopravenga el sonno, e la Santa Scrittura riceva la cascante faccia. Digiuna ogni d, la refezione tua sia a vespro fuggendo la saziet. Niente giova a portare el ventre voto due o tre d se
,
,

parimente
Se
el

si

rompa per
si

lo cibo

(3).

digiuno

ristora colla saziet,

incontanente la mente ripiena annegliettisce (4), e la terra

bagnata ge-

(1)

Et per r abondanza
Digesto,

de' cibi.
Il

(2)

ma

esser voto lo stomaco. -

testo:

non indigestio ructum faciat, sed inanitas. voto passati due o tre d, se (3) El ventre immediate si rompa. f4) Ripiena di senso, manda, e la terra ecc.

89
nera spine
di libidini
1'

Se tu alcuna
(1)

volta sentirai

uomo

tuo di fuori

sospirare al fiore della giovanezza, e

ricevuto
ticciuolo della
lo

el

cibo, essendo tu nel let(2),

composta
ti

la dolce

pompa
spen-

libidine

commover, prende
si

scudo della Fede, nel quale

gano r

affocate saette del diavolo.

cuori di tutti gli adulanti sono

come
suoi

un forno
sermoni
apriva
,

ma
dirai

tu accompagnata colle
,

vestigie di Christo
:

et

intenta

a'

Or non era el cuor nostro ardente nella via, quando ci


le

Scritture?

quello

altro

detto della Scrittura: El tuo sermone

acceso

(3)

lo (4)

tuo servo

1'

amato.

Malagevole

che l'anima

umana
tratta a

non ami alcuna cosa, et che la mente nostra (5)


qualche
affetto, e

necessario

sia

che V amore della

(l)

Exteriore.

|2)
(3) (4)
^5)

Nel lectulo tuo imposta. Acceso graHcieiiiente.

Ma

difficile .

Che ad alcuni

affecti la

mene

nostra, ecc

90
carne sia vinto
spirito, e elle
'1

(1)

dallo

amore

dello

desiderio della carne

sia spento (2) dal desiderio dello spirito, e ci

che se scema
cresce.

(3) d'

alcuno

air altro

Che pi? Sempre


:

multiplicando dirai

mio

cercai quello che

Sopra il letto ha amato l'ani,

ma
stolo

mia.
,

Mortificate

disse
,

1'

Apo-

le

membra

vostre

che sono

sopra la terra. Onde esso

(4)

Apostolo

fidatamente diceva: Io vivo,

ma
sue

gi
e

non
el

io,

ma

in

me

vive Christo. Colui


le

quale mortifica
nella
di di

membra

cammina
non teme uno sacco

imagine della morte, dire Io sono fatto come


:

cuoio alla brinata

(5)

perci che quello che in

me

fu

d'umomie gi-

re (6) di libidine, cotto, e

sono in-

fermate
(1)

(7)

nel

digiuno

le

Sia superato.
Ristretto.

(2)

(3)
(4) (5)

Se minuisce.

Dove

epso.

Come uno
Di uomo,
Indebilite.

utre alla pruina.

(6)
(li

91

nocchia,

sommi

(1;

dimenticata di

mangiare el mio pane. Dalla voce del mio pianto s' accostato 1' osso mio alla mia carne. Sia tu una cicala delle notti, lava
ogni notte el tuo letto, bagna colle lagrime el tuo letto, veghia (2), e doventa come passera nella solitudine,
lievati su in spirito
,

salta nel senso.


el

Bened, o anima mia,


e

Signore
le

(3),

non

ti

dimenticare di tutte
el

sue

retribuzioni,

quale

si

porta beni-

gnamente con
el e

tutte le tue iniquit (4),


le

quale sana tutte

tue infirmit

ritrarr (5) la tua vita dalla corru,

zione. Chi colui di noi

che possa

dire (6): Io

mangiata

la cenere

come

(1)
(2)

Ho

dimenticato.

El stracto tuo: vigila .... ^3) Cauta col spirito, canta con la mente, et di: Benedisi, o anima mia, ecc.- Il testo: Psalle spiritu, psalle et sensu : Benedic, anima mea, Dominum. (4) El quale propitio a tutte, ecc.
(5)
^t)

Redimer. Dire da cuore.

92
el

pane, et mescolato col pianto

el

mio bere? (1) Or non da piangere, e da gemere quando el serpente una


altra volta

convita agli

illiciti

cibi?

Quando m'
gonnelle

cacciato

del

paradiso
vestire
di

della verginit,

mi vuole

(2) di pelli, le

quali Elia, ri-

tornando

al

paradiso, gitt in terra"?

Che
fare

io a fare colla volutt, la

quale
io a

in brieve

tempo perisce? Che


dolce
(3)
,

con questo

mortifero

canto delle Serene?

Io

non voglio

che tu

ti

sottometta a quella sencio

tenzia, la quale data contro all'uo-

mo damnato
turirai
et

donna, tu pare nelle

ne' dolori,

angoscie,
(4).

all'uomo sar la tua conversione

Questa legge none


Dio.
Sia
al la

mia,
la

ma

s di

conversione di

quella

donna

marito,

quale non

Et el mio bere mescolato al pianto? Vestimente. - Gonncla ha nella nostra lingua il senso generico di veste, tonaca.
(1)

(2)

(3)

Sirene.

(4)

Conversazione. Lat. conversio.

93
Christo per
detto
:

Tu

el fine

marito. Et allo stremo morrai di morte. Questo del matrimonio. El mio pro-

posito

senza sesso
el

(1).
,

Abbinsi
e
'1

le

maritate

tempo

loro

titolo

perci che la verginit

in

Maria a

Christo consecrata

(2).

fine toglien(1) Male r ediz. di Ferrara dolo forse al Cavalca, ma il latino ha, sine sexu, come vuole il contesto.
:

(2)

consecrata. -

Virginit da me in Maria et in Christo Nel Codice: Ahhinsi le maritate


to
:

el tempo loro, perci che el titolo della ver^finit in

Maria a Chris
et

consacrato.

Ho

corretto col-

r aiuto del latino


Christo

Habeant nuptae suum tempus

titulum. Mihi virginitas in Maria, dedicatur et

Capitolo VI.

Come

si

scusa
,

che

non detragge

al

matrimonio
virginit.

ma

innanzi pone la

Dir forse qualcuno: A' tu ardire (1), le quali sono benedette dal Signore? Non a dir
di biasimare le nozze

male
no

innanzi posta

quando a quelle Nessucbe assimigli el male al bene (3).


delle nozze
(2)

la virginit.

gloriinsi

le

maritate

(4),

essendo

seconde dopo
(1)

le verg'ini.

Disse Iddio:

Di detraherG a
Antiposta.

le

nozze.
facci

(2)
(3)

Nessuno

che

comparatione del
maritate.

male

al bene.
(4)

Se hanno a gloriare

le

95
Crescete, e multiplicate
,

riempiete

la terra. Cresca, e multiplicliisi colui,

che debhe riempiere la terra: la schiera tua ne' cieli


tiplicatevi.
la cacciata
(1).

Crescete, e
effetto
e

mul-

Questa legg-e
del

paradiso,

dopo dopo la

nudit,

gnificanti

dopo le foglie del fico, sila rogna delle nozze (2).


,

Maritisi colei
el

et

ammoglisi
al
al

(3)

colui

quale nel sudore della faccia quale


(4).

man1'

gia

el suo pane, germoglia triboli,

quale la terra
erbe

sono affogate dalle spine

El seme

mio abbonda

di

grano perl'un cento.

Non
Dio
:

ciascuno capace del verbo di


s

ma
la

coloro a chi dato. Quello

fa essere la necessit

eunuco,

me fa
e

(5)

essere
dice:

volont,

come

la Scrittura

Tempo

da abbracciare,

tempo

(1) (2)

Lo tuo exercito in cielo. La nudit del paradiso, e dopo


Sia maritato.

le foglie

del fico, che significano la prurigine delle nozze.


(3)
(4)

Al quale
1"

la

terra germini

triboli,

et

dalle spini
(5)

erbe sono suffocate.


fa.

A me

96

da astenere le mani da abbracciare, tempo di gittare le pietre, e tempo da raccogliere. Da poi in qua che

delle durezze (1) delle

nazioni

sono

generati

figliuoli

d'Abraam, cole

minciarono a esser volte


tre sopra la terra.

sante piele

Passano via
e

tem-

peste di questo
1

mondo,

sono volti

con celerit 2) di ruote nel carro di Dio. Cucino le gonnelle coloro che

anno perduta
senza costura

la g'onnella (3) di
(4):

sopra

e quali

diletta el

pianto degl' infanti, e

quali

pian-

gono

in quel principio della luce, nel

quale nati sono.


paradiso, dopo
el le

Eva

fu

vergine in
la

gonnelle di pelli fu
:

principio delle nozze

el

tua racol

gione

paradiso, se tu conservi
tu
se'

quello perch

nata, e

di'

profeta: Ritorna,

anima mia,

colla tua

requie
(1)
(2)

(5).

Dalla durezza. Sopra celerit si legge nel codice


Veste.

o pre-

stezza.
(3) (4)

Saaza cositura. Lat. inconsutam.


tua requie.

(5) Nella

97

Et
el

acci

che tu

sappi essere la

verginit prima, e le nozze poi dopo

delle nozze,

peccato (1), la vergine carne nasce rendendo nel frutto quello

che aveva nella radice perduto. Uscir


la

verga della radice


la

di lesse, e
(2).

sa-

lir el fiore della

sua radice

verga

madre

del Signore,

La sem-

plice, pura,

sincera, non

accostan-

dosi a lei nessuno


e

per

1'

unione

di

seme dal di fuori, Dio feconda (3) lo


:

fiore della

verga

Christo, fiore del

campo, e giglio delle valli.- Che pi? Et in altro luogo predicato (4): Pietra tagliata del monte senza mani
:

significando

la

profezia

che
di

'1

ver-

gine

doveva
La

nascere

vergine.

(1)

verginit di
el fiore

natura,

e le

nozze poi

dopo

el delieto. (2)

Et

della sua radice ascender.

(3)

Accostandosi

extrinseco.

a lei nessuno germello a similitudine per unione di Dio


el

feconda.
(4)

Christo,

quale dico

io fiore del

cam-

po, et giglio de le valle; el quale in altro luogo


predicato, ecc.

98
Le mani
certamente
s'

intendeno
clie

l'opere delle nozze, secondo


trove detto:
sotto
el

al-

La sua mano
e

sinistra

mio capo,

la

sua

mano

destra m'abbraccer. Nella volont (1) del qual senso, si conforma ancora
quello, che gli animali, e quali a

due

No nell' arca sono inmondi e '1 numero disuguale (2) mondo. Onde a Mois, et a Ges (3) si comanda, che co' piedi
a due sono messi da
;

discepoli sono

ignudi vadano nella santa terra; e li mandati alla predicazione del santo (4) Evangelio senza
(5), e

peso di calzari
di pelli.
si (6) e

senza

le

gonne

Onde

che' cavalieri divi-

vestimenti di Ges per sorte,


(7) le

non ebbero a torre

calze

perci

(1)

Lat. In hujus sensus voluntatem.


Dispari.

(2)
(3)
'

(4)

Leggi Giosu. Novo.


Calceamenti.

(5)

(6)

Onde

che

li

soldati che divisene

li

ve-

stimenti.
{!]

Cogliere.

99
che non poteva avere
el

Signore quello

che
le

a'

servi aveva vietato. Io laido (1)

nozze,
li
,

laido

el

maritaggio,

ma

perci

laido perch
e perci
1'

mi generano

vergini
delle

che io tolgo la rosa


della terra, della

spine,

oro

Or arer tutto el di colui che ara e non si rallegher del frutto della fatica sua? Ma forse dice la tua madre Pi sono onorate le nozze quando la vergine che ne nasce pi amata (3). madre, perch i tu invidia alla
conca
la perla (2).
,
:

tua figliuola, la quale


tuo latte, nudrita
cresciuta
(4)

nudrita del
tuo
corpo,

nel

nel

tuo seno"?
(5)

Tu

la

conservasti vergine

tinua
(1)

et ora

ti

con piet consdegni perch non

(2)

Laudo. Matrimonio
io

vergini;
latino.
(ij)

tetra, della

perch a me generano le colgo la rosa delle spine, 1" oro della conchiglia la perla. - Conca dal
,

Quando
Epsa

quello, che da

quelle nasce,

pi amato.
(4)
(5)

cresciuta.
lei

Tu

conservasti

vergine.

100
voluto esser moglie del cavaliere^

Grande beneficio t' quando tu cominciasti a essere suocera di Dio. - L' Apostolo disse: Io non delle vergini comandamento dal Signore (1). Perch? Perci clie non ebbe comandamento a esser vergine, ma fu di propria volont. E non si vogliono udir coloro e quali vanno fingendo che avesse moglie (2); quando dicendo, e persuadendo della continenzia, inferi (3) la
s

ma

del re?

prestato,

castit per la

sua sequela
che tutti

(4),

dicen-

do
io

Io voglio

sieno

come

medesimo. E pi gi: Ma io dico alle non maritate (5), et alle vedove, bene a loro se cos staranno come io. Et in altro luogo dice: Non ab-

biamo noi
(1)

forse podest

come

gli altri

Ma
Che

ne do consiglio.
Il

(2)
(3)

egli avesse moglie. Incontinentia, inferisce. -

testo: in-

tulerit.
(4)

Imitazione.

(5)

Nel

codice; alle maritate;


il

ma

per errore,

che contro

contesto.

il

latino: innupti.

101
Apostoli di menare attorno
le

mogli?

Perch adunque non della verginit comandamento del Signore? (1). Perci che di maggiore merito quello,
che none
necessitato,
:

ma

volon-

tariamente offerto
reva

perci che se la

verginit fusse stata comandata, pa(2)

levate via.
tro a la

le nozze fusseno state durissima cosa era connatura costrignere, e richie-

che

dere dagli uomini la vita degli agnoli,


e

damnare per un
antica
colui,

eotal

modo
si

(3)

quello che creato. Altra felicit fu


nella

legge. Quivi

dice:

Beato

che in Sion seme, e

domestici in Gerusalem. E: Maladetta


la sterile, la

quale non parturir. E:

Li tuoi figliuoli sono come una messa

nuova degli

ulivi (4) nel circuito della

(1)
<i'l

Nella stampa non


Periria.

si

leggono

le

parole:

Signore.
(2)

(3)
(4)

Per

tal

modo.

Come

piante novelle delle olive. - Lat.:

novfUae oivaruvi.

102
tua mensa,
ricchezze
e nella retribuzione delle

(1), e

non sar infermo


si

nelle

schiatte tue (2). Al presente

dice

degli eunuchi

Non

ti

pensare d'es-

sere legno arido; tu i in luogo dei


figliuoli, e delle figliuole tue,

sempi-

terno luogo in cielo [3\ Ora sono benedetti e poveri


,

sono posti innanzi


(4).

a Lazzero ricco nella porpora


chi infermo pi forte. El

Ora

mondo

era voto, e tacendo delle cose figurate,

quella sola era la benedizione de' fi-

E perci Abraam gi veccongiugne a Cetura; et lacob acquistato colle mandragore; e la bella e sterile Rachel in figura della
gliuoli
(5).

chio

si

(1)
(2)

la repromissione.

Nelle tue trib.

(3)

Non

ti

pensare
per

d" es.sere

legno arido; tu
tue sempiterno

per

li

figliuoli, e

le figliuole

luogo

in cielo.

(4)

Ora sono
al

benedicti

li

poveri, et perfecto

Lazaro
(5)
cictin

purpurato. Et ut de typicis taceam

^la

erat bene-

Hherortivi.

103
Chiesa

si

lamenta

(1).

Ma
,

a poco

poco crescendo la biada

el

mietitore

mandato. Vergine fu Elia; vergine

Eliseo; vergini furono molti figliuoli


de' profeti.

Geremia

detto:

tu,

santificato nel ventre,

non prenderai
la

moglie. Essendo
de'

presso
a

cattivit

Geremia di prender moglie. Quel medesimo parla


giudei
,

vietato

l'Apostolo con altre parole, dicendo:


Io

mi stimo questo

esser bene per la

instante necessitade: perci che bene


all'

uomo

cosi essere.
(2),

- Che

que

sta
la

necessit
letizia

la

quale tolle via

delle

nozze? El tempo

abbreviato, acci che coloro, che anno

donne sieno cos, come se nonl'avesseno.Nabuchodonosor dappresso, mossosi (3) quasi che come uno lione del giaccio suo (4). Insino a dove (5)

(1)

Per la sterilit

si

lamenta.

(2)

(3) (4) (5)

Questa instante necessit, Promosso.


Del suo cubile. A quanto.

104
aranno a servire e matrimonii al re (1) superbissimo? Et insino a ove

anno a servire e piccolini e quali el profeta pianga, dicendo: La lingua del lattante si congiunse alla mascella sua per la sete (2). E parvoli (3) domandarono el pane e non era chi
,

lo spezzasse loro.

biam

Trovavasi adunque, come noi abdetto, solamente negli uomini (4)

questo bene della continenzia, e negli smisurati dolori

Eva continuapoi che la

mente parturiva.
gine concepette
fanciullo, el
,

Ma

Vernegli

et a noi partur el

cui principato

omeri suoi
zione
la

Iddio forte
sciolta

padre del
la

futuro secolo,
:

maladi-

morte per Eva, la vita per Maria. Et el dono di questa verginit, pertanto, transcorso nelle

fem-

(1)
(2) (3)

A me

re.

Si accostata al pa.ato.

(4)

Li piccoli. Intendi huoni uomini, come nel Ca:

valca.

105

mine,

perci

clie

incominci dalla

femmina. Subito che '1 figliuolo di Dio entr sopra la terra, ordin a
s

nuova

famig-lia, acci che essendo

adorato dagli angeli in cielo, avesse

ancora gli angeli in terra. Allora la


contenente ludit tagli
ferne; allora
el

capo a Olo inter-

Aman,

el

quale

pretato iniquit, arso col suo

menaab-

desimo fuoco; allora lacob,

Giovanni,

abbandonato

el

padre

la rete, la

vicella, seguitarono el Salvadore,

bandonando parimente 1' affetto del sangue, e legami del seculo, e la cura della casa; allora primieramente

udito Chi vuole venire dopo anneghi s medesimo (2), e tolga la croce sua, e seguiti me. Perci
(1) s'
:

me

che nessuno cavalieri (3) va colla sua moglie alla battaglia. None permesso al discepolo, bench lo desideri,
(1)
(2)

Primamente.
Lat.: abneget semetipsum.
es.
Il

Vocabolario

reca

un
(3)

del Belcari,che in tutto questo stesso.

Soldato.

106
d'andare alla sepoltura del padre
(1).

Le

volpi anno la fossa, e gli uccegli

del cielo anno e nidi,


dello

ma

el

figliuolo

uomo non
,

ove reclini el capo

suo

acci che tu
se

non

forse

ti

con-

tristi

Chi

angosciosamente (2) starai. senza moglie sollicito di

quelle cose, che sono del Signore, e co-

me

piaccia a Dio

ma chi

colla
,

moche

glie

sollicito di

quelle cose

sono del mondo, e come piaccia alla moglie.- Divisa la donna (3), e la
vergine. Quella che non maritata,
la quale pensa

quelle

cose

le

quali

sono del Signore, acci che sia santa


del corpo, e dello

spirito: quella

che
che
al

maritata
del

pensa quelle cose,


e

sono

mondo,

come piaccia

marito.
colui che promette che (1) Del padre. seguito arebbe el Signore dovunque andasse, decto: Le volpe anno ecc. - (Le parole qui aggiunte non sono nel testo).
(2)
(3J

Secretamente. - Lat. anguste. Sopra: la donna si legge nel codice: cio

maritata.

107

Quante molestie abbino le marie di quante soUicitudini sien tate legate mi penso che brevemente sia
, ,

chiarito in quel libro,

el

quale

com-

ponemmo

(1)

contro a Elvidio, Della

perpetua virgiiiit della Beata Maria.

Al presente replicare quello medesimo cosa lung-a, e se ad alcun piace, pu attignere (2) di quella fontanella. Ma, acci che in tutto non paia che
io
ci

abbia lasciato indrieto, l'Apostolo

noi sempre oriamo, matrimonio (3) paga el denoi bito non pu (4) sempre orare. oriamo sempre, e siamo vergini: ovveramente cessiamo d' orare per servire al matrimonio. E disse Se la vergine si mariter non pecca; nientedimeno (5) queste tali aranno trie chi nel
:

comanda che

(1^
(2)

Componessemo.
Pigliare.

(3]

cosa che V Apostolo


Possi.

Lasciato indrieto, ora dir che concio sia ci comandi nui dover orare

senza intermissione, ecc.


(4)
(5)

Nientedimeno non del codice, aggiunto togliendolo dalla stampa.

ma

1"

ho

108
bulazione di carne.

E
al

nel

princpio

del libello (1) io predetto che delle

angustie delle nozze


sente
quelle

tutto niente
al

son per dire, o poche cose. Et

pre-

medesime cose
ti

ammoa

nisco; che se

piace sapere di quante


sia

molestie

la

vergine

libera,

quante
gli

la

maritata sia astretta, leggi


libelli

altri

di Tertulliano,

che

scrive al suo amico filosofo Della Ver-

ginit, e lo egregio

Cipriano, e

volume di beato papa Damaso sopra questa cosa, quello che compuose in
di

prosa, et in versi; e del nostro

Am-

bruogio r operette,

le

quali novella-

naente (2) scritte alla sorella, nelle

quali tanto eloquio sparse, che ci, che

a laide

(3) delle

vergini

s'

appartiene
(4),

abbi cerco, trovato, investigato

et a noi abbi dichiarato per quale di-

verso sentiero

si

cammina. Noi non

(1) (2)

Libretto.

(3)
(4^

Novamente. Laude.
Ordinato. - Lat.

109
offeriamo la verginit, ma conserviamo.

Non
se

basta sapere quello, che


si

bene,

pi attentamente non
questo

guardi

quello, che eletto; perci che quello


di giudicio,
di fatica, e
(1),

quello

commune

con pi

questo
costui

con pochi, dicendo la Scrittura: Chi


perseverer insino nella fine
,

sar salvo. E: Molti sono chiamati,

ma

pochi

eletti.

(1)

Con

multi.

Capitolo VII.

Come

le

mostra

la

sua dignit,

e itie

ducela ad aversi in riverenza,

ben

guardarsi.

Adunque
Dio
ai
,

io

testifico

dinanzi
,

et a

Christo

Ges

dinanzi

suoi

angeli

eletti,

che tu abbi

guardia

di quelle cose clie tu i co(1)

minciate, acci

eh' el sacrario di

Dio alcuno profano non risguardi. Ozia toccando 1' arca del testamento, la quale non era licito di toccare, di
(1) Li vasi del tempio, li quali conceduto a vedere a soli sacerdoti, tu non producili facilmente in publico, a ci che "1 sacrario, ecc. - (E cos pi simile al testo].

Ili

subitana

morte

g'ittato

per terra.

N certamente vaso
gento
fu
el
(1)

d'

oro

d'

ar-

tanto fu caro a Dio, quanto

tempio del corpo virginale. (2,, ora la

L'

ombra and innanzi

verit.
plicit,

Tu certamente
e
li

parli con

sem-

tu piacevole
incogniti
(3;.

non dispregi

ancora

Ma

altrementi

veggiono gli occhi impudici, e quali non sanno considerare la bellezza dell'anima, ma s de' corpi. Ezechia mostra el tesoro di Dio agli Assirii: ma
gli Assirii videno (4) quello che poi

desiderarono d'avere. Finalmente percossa la


glie,

Giudea da frequenti battatolti

primieramente
e

sono, e tratra
le

portati

vasi

del

Signore

(1)

Ariento.

Precedette. Cos la stampa ferrarese, e ne abbiamo preferito la lezione, a quella confusa del codice: con semplicit, ogni scognonciiito, et le lusinghevoli
(2)
(3)

cose.-

Il

testo:

Tu quidem

sempliciier loqueris, et

ignotos quosque blanda non despicis.


(4)

Non

dovettero vedere quello che deside-

ravano.

112
vivande,
e tra le

greggi

delle

con-

cubine (1). Baldassar bevve nelle guastade perci che la palma dei vi,

zii (2)

di corrompere
el
(3).

1'

oneste cose.

Non
e

declinare

tuo oreccliio nelle


Spesse volte coloro
1'

cattive parole

quali parlano alcuna cosa sconve,

nevole (4)

tentano

arbitrio

della

mente.
ascolti
risolvi a

vergine, se
quello
clie si

volentieri

tu
ti

dice, se

tu

qualunque cose da ridere,


(5)

loderanno

ci che tu dirai; ci che

tunegherai, negheranno; chiamerannoti santa, et innocente, e nella


le

qua-

nessuno inganno sia


(l)

(6),

dicendo:
li

Prima
le

tolti sono, e

tranportati

vasi del
di

Signore tra
cubine.
(2j

vivande, e

le

moltitudine

con-

Bavette nelli vasi

valca in luogo di palma


vittoria.
(3)

<fe'

perch ecc. - Il Cavizi, traduce grande

Le tue orecchie
:

nelle malitiose parole. -

Il

testo
(4)

in verba malitiae.

Coloro che parlano alcuna cosa che non

se conviene.
(5)

LaUdaranno.

(6) Ci che tu negherai, negano. Chiamanti gancta, et innocente, ne la quale, ecc.

113

Ecco

la

vera aDcilla di Christo, ecco

tutta semplicit (l\ non

come quella
(2;,

aspra, sozza, rusiicana, terribile


e la

quale perci forse marito non

trovare. xSoi siamo condotti da uno naturale male. Ag-li adulatori nostri noi favoreggiamo volentieri e bench noi rispondiamo essere in-

potuto

degni, et

'1

caldo rossore

(3)
1'

apparisca

nel volto, nientemeno

(4)

anima

si

rallegra dentro della sua lode (5).

La

sposa di Christo

arca

del Testa-

mento
dentro
,

del Signore
e

indorata

dal di

di fuori.

guardiana della
',

legge
leggi

del

Signore

rallegrati

sopra

queste cose, et osserva quelle, che tu


(6).

Come
none
in

in quell'arca niente
le

altro fu se

tavole del Testa-

mento,
(1)
(2)

cos

te

non

sia

alcuno

Tutta
Lat.
:

la semplicit.

TerrihiUs.

(3)

(4)
(5)
(6)

Rubore. Nientedimeno. De la sua laude. Sopra queste cose te alegra


Il

et serva

quello che tu lejxi.-

testo: cusfos egis Domini. R

114
estrinseco
(1)

pensamento. Sopra questo

propiziatorio (2', quasi che

come soel

pra cherubini
gnore.
acci che
nel

vuole sedere

Si-

Manda Ges

e suoi discepoli,
ti

pollerino dell' asina

sciolga dalle

cure secolari
e

(3),
,

acci
e
le

che
nello

abbandonando
d'

mattoni
seguiti

pag-lie

Egitto
,

(4),

Mois
di
ti

eremo

et

entri

nella terra

promissione. Nessuno sia che


tradica,

con-

non

la

madre, non
(5).

la sorella,
se'

cognata, n fratello
saria al Signore

Tu
se
ti

necesdi

(6).

vorranno

impedire, temano e fragelli

(7)

Fa-

raone

el

quale non volendo lasciare

(1)

Cos

la

stampa. - Nel codice: alcimo

altro dal di dentro pensamento.


(2)

oratorio nel cod. sopra la voce pro:

piziatorio. - Lat.
(3}

Propitiatorium.
te

ci

che in

seda come sopra


te

pulo

(sic)

de Vasina, et sogliano
le pietre

el poda pensieri se-

culari,
(4)

Abbandonando
ecc.

le

paglie di

Egypto,
(5)

Non

la

cognata, non

el fratello.

(6)

El Signore ha
flagello.

di te bisogno.

0) El

115
el

popolo di Dio ad adorarlo, sostenne

quelle cose, che sono scritte.

Ges en(1).

trato nel tempio, gett via tutte le cose,

che non erano del tempio

Iddio

certamente
la casa del

geloso, e

non vuole che


spilonca di

padre

si facci

ladri.

Altrementi quivi, ove s'annove(2)


,

rano monete
ro (3)

ove sono

le

colombe
s'

racchiuse, et morta la simplicit lo,

ove nel petto verginale


(4) la

af-

fanna

cura
si

de' fatti

secolari,
el

inmantanente (5) tempio; lo sposo


e dice
:

rompe

velo del

si

lieva su adirato,

La

vostra casa vi sar lasciata


,

Leggi lo Evangelio e vedi come Maria sedendo a pie del Signodiserta.


re, sia

posta innanzi

(6) allo

studio

(7)

di Marta.

certamente Marta appa-

(1)

(2)

(3)

Tempio. Dove se numera moneta, dove .... Dove sono le gabie de le colombe,
Affanna. Subito.
Preferita.

implicita morta.
(4)
(5)

(6)
(7)

Cio air affaticarsi.

116
reccliiava el convito al Signore, et a'discepoli, con ufficio (1) continuo d' ospitalit.

Alla quale disse Ges: Marta,


se' sollicita

Marta, tu
ria.

circa assaissime

cose (2), finalmente

una cosa

necessa-

Maria eletta ottima parte (3), la quale non le sar tolta. E tu sia Maria (4), e metti innanzi (5) la dottrina
a'

cibi

le

tue sorelle vadano correnin che

do, e cerchino

r ospite
siedi
a'

(6)

allo

albergo loro.
el

modo abbino Tu una

volta gittate via

peso del secolo,

piedi del Sig*nore, e di': Io


el

trovato colui,

quale cercava l'ani-

ma mia

terrollo, e

non

lo lascer.

La mia colomba una, una la mia perfetta, et una eletta alla sua madre genitrice cio alla celecolui risponda:
,

(1) Offltio.
(2)

Et

ti

turbi circha molte cose.

(3)

Ma

puoclie cose sono necessarie, cio

una

cosa.

Maria buona parte elesse. (4; Sii anche tu Maria.


(5)
(6)

Preponi.

Abbino

1"

hospite.

Tu,

ecc.

117
stiale

Gerusalem

(1).
ti

seg*reti

della

cantera tua sempre

guardino, semteco.

pre lo sposo giuochi

Adori

(2)

tu dentro? Allora tu parli allo sposo.

Leggi tu ? Colui parla teco. E quando el sonno t' ara oppressata verr dopo la parete (3) e metter la sua
,
,

mano
el

per lo pertugio,

toccher

(4),

ventre tuo, cio la mente; e tu inti

paurita

leverai

su

dirai

Io

sono
udirai

dalla

Carit
lui
:

da

da capo Orto conchiuso (5) la


ferita.

mia

sorella

sposa,

orto

conchiuso,

fonte segnata.

Guarda che tu non


e vogli

esca di casa,

vedere

le

figliuole della re-

gione altrui, come fece Dina, figliuola


di lacob
,

bench essa avesse


,

e fra-

tegli patriarchi

che

si

ralleg'rasse

(1)
(2)
(5) (4)

Hierusalem.
Ori.

Pariete.

, et toccar ecc. concluso. - Il testo 'conc1ust(s, fons signatns.

Per

lo

buco
e

(5)

Horto

Hortuf^

118
del suo padre Israel (1).

Dina uscita
sposo: non

fuori

corrotta.

Non

voglio che tu

cerchi

per

le

piazze lo

voglio che tu vada girando (2) e cantoni della citt (3). Bench tu dica (4):
io

mi

lever

su

circumder

la

corte, e le piazze (5), e cercher colui,


el

quale

amato

l'

anima mia.

dimandi, dicendo: Or areste voi veduto colui, lo quale amato l'anima

degner di risponsi pu trovare nelle piazze. Stretta, et angosciosa (6)


si

mia"? Nessuno

derti.

Lo sposo non

la via, la quale conduce alla vita. Finalmente seguita Io 1' cercato


:

non lo trovato, lio chiamato, e non m' risposto.- E volesse Iddio (7), che non basti non averlo trovato! Tu
e
(1

Della regione altrui, bench tu habii

li

fratelli patriarchi: et alegriti del


(2)

padre israhel.
ti

Circuendo. Cavalca Non voglio che volgendo per li cantoni della citt.
(3) Il
:

vadi rav-

(4)
(5)

Dichi.

(6)
C'

Circuir la cita, Angusta. - Lat.

el foro, et le piace.
:

reta et angusta.

Et

voglia Dio.

119
sarai ferita
,

spogliata, e lamentan-

doti

dirai

Me

anno trovata

guar-

diani, e quali circundanola citt, et

nnomi
tolto el

percossa, e fedita, et

vestimento mio
colei

il).

Ma

se

nnomi que,

sto

patisce

uscendo

fuori
et
'1

la

quale avea detto: Io dormo,

mio

cuor veghia, et
sina, el

fastellino (2) di re-

mio altro fratello (3) abiter nel mezzo del mio petto. Che si far le quali siamo ancora giodi noi
,

vanette? Intrando
geloso
sia

la

sposa collo spo-

so, rimarremo noi di fuori.,

Ges

non vuole che


altri,

la

tua faccia
ti

veduta dagli

scusi, e che tu

bench tu un cotal modo

ti

ricuopra, dicendo: Io

celata

allo

sposo l'anima mia, nascosi la faccia,


cercai te, e dissiti
colui, el quale

x\nnunzia a me l'anima mia amato;


:

ove pasce, ove giace nel mezzo d?

Acci che
(1)
(2)

non

forse

alcuna

volta

Et hanno

tolto el

mio vestimento.
il

Fascicu'o. - Cos anche

Cavalc<ii

/3)

Consobriuo.

120
coperto sopra
tuoi
,

le
,

greggi
e

de'
:

si

sdegni

dica

Se

compagni tu non

cognoscerai te medesima, o ldia tra


le

donne, esce fuori nelle pedate delle


,

greggi

pasce

tuoi
(1).

cavretti ne'
Sia, disse,

tabernacoli de' pastori

bella (2), et intra tutte le


la

tua bellezza dallo

femmine sia sposo amata; se


,

non ti cognoscerai e con ogni guardia serverai el tuo cuore, se gli occhi de' giovani non fuggirai, uscirai della camera mia, e pascerai e cavretti (3), e quali anno a stare dalla
tu

mano

sinistra.

(1) Et truovi cagione dicendo al sposo, sopra posto el velo: Io copersi la facia, cerchai te et dissi a te: annuuciame colai el quale l'anima mia ha amato dove pascie, dove giacie nel mezzo adci che non forse sia facta come coperta d sopra lo grege dei tuoi compagni; esso si sdegner, enfier, et dir: Se tu non conoscerai te me; ,

desima
li

o bella fra le

donne

escie
li

fuori

ne

le

vestigie de le grege, et pasci

tuoi capretti in

tabernacoli de

li

pastori. - (Fra

Matteo ha reso

questo passo pi fedele al testo). disse bella. (2) Se tu sii (3) Pascerai li capretti tuoi.
,
,

121

mia Eustocliio, figliuola, madonna, conserva, sorella, {V uno nome d'et, l'altro di merito,
x\dunque
,

altro di re!ig-ione,

1'

altro di ca-

dice: Popolo camere, chiude r uscio tuo, nascondeti (1) un pocliettino insino che alquanto passi l'ira
rit),

odi

Esaia, che
nelle tue

mio, entra

di Dio.-Fuori

vadano vagando
ti

le stolte

vergini, tu dentro

starai collo spo1'

so; perci che se tu chiuderai


e,

uscio,

secondo
,

el

comandamento
(2)

del
el
:

Yanpadre

gelio

orerai
,

in occulto
(3), e

tuo verr che


chio
e io sto

picchier

dir
,

Ecco
pic(5),

innanzi alla porta

(4): se

mi

sar aperto interr

cener con lui, et esso meco.


(6) sollicita

tu

inmantanente

risponderai:

Ecco

la voce del fratel mio, che pie-

(1)
(2]
(3)

Nascondi. Farai oratione.


Percoter. Percuoto.

(4)
(5)
(6)

Enterer. Subito.

122
chia
(1),

dice: Aprimi, sorella mia,

prossima mia, colomba mia, perfetta


mia. Necessario

che

tu

dica
(3)

(2)

Io m' spogliata la cioppa

mia,

come me

la

rimetter? Io lavati e
g'

miei piedi, come

imbratter?

(4)

Inmantanente ti lieva (5), et apri, acci che, indugiando tu, non passi
via, e poi
al fratel
ti

lamenti, dicendo
e lo fratel di

Io aprii

mio,
che

mio pass

via

(6).

Ma

bisogno che gli


Christo, sieno

usci del tuo cuore sieno chiusi al tuo


sposo'? Sieno aperti a

chiusi al diavolo, secondo quel detto:

Se lo spirito, che podest, salir sopra te, non gli dar luogo.- Daniello
stava nello alto suo cenacolo
,

perci

che non poteva


le finestre

stare a basso.

Ebbe
;

aperte

Gerusalem

e tu

(1)

La

voce del mio consobrino che jiercuotc.

(2) Dichi.
(3)
(4)

Veste.

(5)
(6)

Maculer. Subito ti leva. Al mio consobriao,

et

pass via

lo

fra-

tel

mio.

123
abbi
le

finestre

aperte, onde entri


(1)

el

lume, onde tu veggia


di Dio.

la

citt

Non
quali
si

aprire quelle finestre, delle

dice

La morte

entr per le

finestre nostre.

,1)

Vedi

Capitolo Vili.

Come r ammonisce
titade
e

gloria, ed appetito di
,

vanasanparlando contra vari modi


contro
la

fama

di

difetti delle

persone spirituali.

Quello ancora pi caltela


errore
di
(1),

a schifare con

che tu non sia presa da


g-loria.

vana

Disse Ges:

Come

potete

voi

credere ricevendo

gloria dag-li

male questo pu credere!


che tu
se' la

sia

uomini? - Vedi quanto che chi V ara, non


,

Ma

noi diciamo: Perci


si

gloria mia, e chi

gloria,

gloriisi nel Signore.

se ancora io

piacessi agli uomini,


di Christo.

non

sarei servo

non

sia in

me

gloriar-

(l)

Cauteli

125

mi
el

(1),

se
(2)

none nella croce del mio

Signore

Ges

Christo, per lo quale

mondo

crocefisso

me

et io al

mondo. Et altrove detto: In te saremo laldati (3) tutto giorno e nel Signore sar laldata 1' anima mia.
,

Quando tu

fai la

limosina, solo Id-

dio la veggia(4).
sia lieta la faccia

Quando tu
(5).

digiuni,

El vestimento

non sia molto mondo, n molto brutto, e non sia notata per alcuna variet, acci elle la turba di coloro, che passano, non ti si fermi a riscontro, e sia mostrata a dito(6). El fratello morto,
et el corpicciolo della sorella si de'

portu

tare alla sepoltura. Guardati,' die fa-

cendo
(1)
(2)
(3)

(7)

tu questo spesse volte

Gloriar me. Nostro Signore.


Laudati. Solo Dio la veda.

(4)
|5)

La

faccia tua.

si fermi a risguardare te, e sia monstrata a dito. - Altra ammonizione non poco utile

(6)

Non

a' di nostri.
(1)

El corpuscolo de

la

sorella

isc

haverh a

P'rtare.

Guarda che

facei.do.

126

medesima non muoia

(1).

Non

volere

parere molto religiosa, n pi umile

che sia di bisogno, acci che tu non


cerchi la gloria fuggendola (2): perci

che molti fuo-o-endo testimonii della

povert loro,
del

della

misericordia,
per

digiuno, cercano
,

questo di
di

piacere
piacere.
s'

cio perch

disprezzano

Et

in
la

maraviglioso
laide
(3)
,

modo
si

appetisce

quando

schifa.

Io truovo assai

(4)

essere

da lungi

dall'altre perturbazioni (5), per le quali


la

mente
di

dell'

uomo

si

rallegra, e di-

letta, contristasi, spera, e

teme

(6).

Ma

questo vizio pochi ne sono, che


;

oggimai ne manchino e quello ottimo, el quale, quasi che nel bel corpo (7), risperso di rada (8) macchia
(1)
(2)
(3)
(4)

Mori.

Fugendo
:

la gloria

non

la cerchi.

(5)

(6)
("7)

Laude. Cio molti. Assai estranei da 1" altre perturbazioni. Se alegri, spera, et tema, et contristasi.

Come
Rara

nel bello corpo.

(H)

127
di nei.

Ma
ti

io

non t'ammonisco,
delle ricchezze
,

clie

tu

non

ti

g-lorii

n che

tu non

millanti (1) della nobilita


(2).

della tua g-enerazione


la

Io

cognosco

tua umilit,
;

e so
,

che tu

di' collo (3j

affetto

Signore

el

mio cuore non


li

esaltato,

non ne sono insuperbiti


el

oc-

chi miei (4). Io cognosciuto che la

superbia, per la quale


al

diavolo cadde,

tutto non luogo appresso a te, n

appresso alla tua madre.

Onde sopra
Cer-

ci di soperchio a te scrivere.

tamente stoltissima (5) cosa a insegnare quello, che cognoscer colui


a chi io vog-lio insegnare.

Ma
mo

non

ti

generi questo medesi(6),

giattanzia

cio che tu i di-

fi)
(2)

Extolli.

De

la

tua prole, n che tu proponi agli

altri.
(3)
(4)

>s

Con. sono
li

li

miei ochi elati. -

Ho

supplito

le

parole:

occhi miei, che


si

mancano

nel codice.

Sopra insuperbiti
(5)

legge

o levati in alto.

Stolida.

(H)

lactantia.

128
sprezzato
acci
la

giattanzia

del

secolo,

non ti muova uno tuo cheto (1) pensamento, teco stessa dicendo Poi che tu non piaci ne' vestimenti (2)
:

indorati, sforzati di piacere ne' brutti.

ancora

ti

generi giattanzia se alde' fra-

cuna volta verrai nel convito


tegli, e

delle suore, e

segghi in terra
tu non sia

diene cagione

perch
quasi

degna

di banchetta; e con
,

industriamente

una boce come macera


vada
,

pe' digiuni, indebilita, estenuata,

appoggiata agli omeri altrui {3 Sono certamente alcune, le quali esterminano la faccia loro per parere (4) agli uomini digiunare (5): le
(1)
(2)

Quieto.

Ne

li

vestimenti.

nel convento da'' fratelli, o de tu humile sedi in terra, acci che te indichi essere indigna di sede. - La voce industria(3)
,

Tu

verrai

sorelle

mente, quasi come macerata per li digiuiii, indebilita, et manchante, et mutato lo andare, apoggiata a
in
le

spale altrui.di omeri

Ho

corretto
- Il

il

codice che
:

luogo
(4)
'o

ha uomini.

lat

liumeris

invitaris alterius.

Apparire.
Dig'iunanti.

120
quali inmantanente
(1)

che vederanno
(2),

alcuno, abbassano

el

ciglio

e
1'

co-

perta la faccia, appena apreno


occ-liio (3)

uno
e

per vedere.
cintola

- El vestimento
di

nero

la

(4)

sacco
:

vanno
el

colle

mani

co pie' (5)
si

solo

ventre, perch non


cibo.

pu vedere,
queste
tali

ribolle (6) del

Da

ogni d

cantato quel

salmo: Iddio

distrug-o^er l'ossa deo-l uomini, che


si

piacciono
dell'

(7).

Altre sono, che collo


,

mutato el vestimento si vergognano d' esser femmine, come son nate; tagliano e caabito
,

uomo

pegli

(8),

sfacciatamente

(9)

levano

(1)
(2) (3)

Subito.

Ingemiscono, abbassano

el ciglio.

(4)

(5)

Apreno uno ochio El cingolo. Con le mane e con


,

piedi.

(6)
(1)

Ebulisce.
agli

piacere

Piaceno. - Il Cavalca Che si studiavo di nomini. - Ecco il passo latino del


.

salmo 52,6: Dominus dissipahif ossa Jiominum


placeitium.
(8)
(0)

sihi

Li capilli.

Arditamente.

130
su
le

faccie degli

eunuclii

(1).

Sono
e

altre,

che

si

vesteno

(2) di ciliccio,

di cocolle (3) artificiosamente lavorate:

e per tornare
e cuculi, e

alla
li

infanzia

se(4),

guitano

barbagianni

Ma

acci che

sputi pi delle

non paia che io difemmine, fuggi ane quali

cora gli uomini


catenati
(5), e li

tu vederai

quali, contro al dire

dello Apostolo, portano e crini, e la

barba di becchi (6) la gonnella nera e vanno co' piedi scalzi (7), con impa, ,

zienziadi freddo(8). Tutti questi sono

(1) le

La

faccia de gli eunuchi. - Ricominciano


a''

sferzate, che hen

attagliano^ come

le

precedenti,

alle odierne
(2)

costumanze. Le quali si vestono.


Cucolle.

(3)
(4)

Le noctue
et

et buboni. - Il testo: imitan-

tur hoctuas

buhones.

(5) Incatenati, cosi anche il Cavalca. Ma di Catenato ha pi ess. la Crusca.- Il testo: catenatos. (6) Li feniinei capilli, la barba de' becchi. (1) Lo mantella nero, et con li piedi vanno

schalci.
(8)
Il

testo
.

ha invece

et

nudi in patientia

frigoris pedes Il Cavalca lasci fuori queste parole.

131

argomenti del

diavolo

(1).

Novella-

mente (2) Roma pianse d' avere Antimo (3r cos fatto: tale Sofronio, e
quali
,

poi

che

entrarono nelle case


le

de' nobili, et

ingannarono

dounic-

ciuole

(4)

cariche di peccati, sempre

apparando (5), e giammai non pervenendo alla scienzia della verit: e


li

quali fingendo d' essere tristi (6),


e

prolungano

lunghi

(7)

digiuni con

furtivi, e notturni cibi. Io

mi ver-

gogno
io

a dire l'altre cose, acci che

non paia volere vituperare, pi ammonire. Altri sono, (parlo degli uomini dell'ordine mio), e quali, per ci con ambizione vengono al
tosto che

presbiterato, et

al

diaconato, acci

Ed

Di Sathana, Nuovamente. invero il lat. ha


(1)
(2)

- Il
:

olim. Indi

Cavalca: Anticamente. nuper Sophro:

nium.
(3i

(4)
(5) (6)
{1\

Antino. Donne. Imparando.

Fingendo

tristitia.

Proluncrano lung-hi dio-iuni.

132
che con pi licenzia veggiano
(1)

le

femmine.
che
la
il

questi

tali

ogni lor
per
crini

cura delle lor veste, se bene olezzino,


pie loro

non

sia gonfiato
(2).

non

tirata pelle

loro

sono inanellati su la forma del rizzacrino,


e le lor

dita razzano d'anel-

la (3), et acci che la via pi

umida

non bagni

le

piante, appena
de' piedi.
(4),

pongono

in terra la punta

Quando
(5).

tu vederai questi cotali


In questo certi
studio
,

stimergli

pi tosto sposi, che cherici


(6)

pongono ogni
cognoscere e

ogni

vita

per

nomi,
arte

le cose, e li

costumi delle
descriver

ma-

trone: de' quali uno, che di questa

prencipe,

brieve-

(1) (2)

chel pede loro non sia largo ne la pelle. - hai.: Si pes , laxa pelle, non
,

Vedano. Se bene oleno

folleat.

Li capilli sono inanellati su la forma del lor dita risplendono de anelli. - Il lat.: calamistri vestigio rotantur.
(3)

ferro.

Le

(4)
(5)
(<)

Questi
Clerici.

tali.

Alcuni.

133

mente,

et

accortamente
el

(1),

onde con

pi facilit tu ricog-nosca

e discepoli,

cognosciuto
stareccio
(3)

maestro ^2). Lievasi fe:

col sole

disposto a lui

l'ordine del salutare; sono ritrovati

da

lui e crocicchi delle vie (4), e quasi


a' letti

insino

di chi

dorme entra

lo

importuno vecchio. Se veder un guancialetto (5), un bel mantile, o qualche cosa di dimestica masserizia
vienla lodando; risguardala
(6), e

toc-

cala, e dolendosi (7) che di tali cose

di bisogno,
d' averle
,

non solamente ottiene


ancora
le

ma

rapisce

(8)

perci che tutti

temeno

di

non offencitt.

dere

lo scorridore (9)

della

(Ij

Strettamente.- Lat.: Strictim.


Bellissimo
il

(2)

ritratto che segue.

(3) Festino.
(4)
(5)
(6)

(Ti (8) (9)

Li compositi de Guanzaletto. Procurala. Lamentandosi.

le vie.

Ma

rapiscele, perci che tutti temeno, ecc.


e nella

Nel nostro codice,

stampa

di

Feril

rara fu copiato lo strafalcione di ser Niccol,

134
questo tale
la castit

nemica, sono
suo mang-iare

nemici

e dig-iuni (1): el

et el suo si pruova cog"li odori mangiare quello uccello, el quale dal vulgo si chiama pippio (2). La sua bocca importuna, e barbara, e sem,

pre alla infamia armata.


ti

Ovunque tu
primo, che

volgi

questo tale
vedi.

il

innanzi
di

ti

Di ci che apparisce
tale n' l'altore, alla

nuovo, o questo
molto aggiugne
d'

fama

(3)

mutandosi
fierisce,

ora
tu

in ora,

tanto

in-

che

crederesti
(4).

che fusse

del re Tracio

germano

quale, leggendo nel latino viridarium per veredarium, traslat giardino anzi che scorridore , pa,

rola da noi tolta allo Zefti.- V. anche il P. Morini a pag. XIV. - Il Cavalca se ne spacci traducen-

do

per non venire con lui a scandalo. (1) Inimica. Sono li digiuni inimici.
(2)

Pipione. et aitili

prohat

11 testo: pranditim nidoribus geranopepa, quae vulgo pipizo no-

minai ur.
Co)

E E

lo auctore, o

veramente aggiungitore
lui

a la fama.
(4)

tanto splendidamente ferocisce,

essere, ecc.

135

El malvagio nemico con varie insidie ci combatte. El serpente era pi


savio di tutte
el
le

bestie
(1)

le

quali cre
terra.

Signore Iddio

sopra la
:

Noi non siamo ignoranti delle sue astuzie. - Al cristiano non si convengono le desiderate brutture, n le mondizie esquisite. Se qualche cosa tu none intendi,
disse
se

Onde r Apostolo

d'alcuna cosa dubiti delle Scrit(2),

ture
vita

domandane colui, el quale la commenda, 1' et scusa non ri,

pruova
lo
v'

la

fama:

el

quale possa dire:

sposate a uno

uomo

vergine,

e casto, per darvi

a Cliristo (3).

Osi

veramente

non clii ti possi dichiarare, meglio che tu sicura qualche cosa (4) non sappi che appara,

se

(1)
(2)

Cre Dio.

Della Scriptura. Io ve ho sposate per darvi a uno huoino Christo vergine casto. - Veramente il testo di san Paolo ha. Despondi enim vos uni viro, lirgincm raslam exhibere Ch risto. Ad Cor. 2'^ XI. 2.
(3)
,

(4)

Una

cosa.

136
re (1) con pericolo. Ricorditi

che tu

cammini per
perderono
(2)

lo

mezzo

de' lacci.

molte veterane verg-ini


la

nello

stremo
corona

indubitata

della castit.

(1)
'2)

Imparare. Nel extremo de

la

morte perdetene,

ecc.

Capitolo IX.

Come

la

induce a portarsi dolcemente


le

con

sue ancile

di

non mo-

strarsi troppo saria, o letterata.

Se tu
del

alcune ancille compagne


ti

tuo proposito, non


a loro (1)

levar tu

contro

avete cominciato a

come signora. Voi avere uno sposo (2).


i

Voi insieme cantate que

3),

insieme pren-

deteci corpo di Christo; perch

adunSieno
delle

separata
1'

la

mensa?
:

(4)

provocate
li

altre (5)

1'

onore

(2)
(3)
i4i

Contra di loro. Cominciato havetc ad bavere Cantate li psalmi.


11

ecc.

Cavalca:

m<'ntc. -

invero nel

MS.

si

trova Mensa e Mens. ^5) Cio: provocate aJ hene.

138
verg-ini (1) sia
altre. lo

invitamento
falle

delle

se

tu

sentirai

alcuna pi

inferma nella fede, ricevila,


solazione
(2|,

con-

confortala, e mette a con^

to, che la sua pudicizia (3) sia tuo guadagno. Se alcuna s' infinge (4) fuggendo la servit leggi a questa
,

tale

apertamente l'Apostolo, dicendo

Meglio maritarsi, die incendersi (5). Fuggi, come certe pestilenzie, quelle vergini, o vedove oziose, e curiose, le quali s' aggirano (6) intorno alle case delle matrone; le quali posto gi
el

rossore (7

della fronte, vincono e


delle

cambiatori

monete.
e

pessimi

ciarlamenti corrompano

buon costu-

(li

Cio: l'onore, die fai ad alcune vergini,


Ricevila, consolala. Cosi

sia, ecc.
(2j
(3i
il

Et

fu

ragione

che

la

Cavalca. sua pudicizia

sia

ecc.
(4)
(5)

Il

Se finge. Cavalca: Ardere d^

illecito

desiderio.

Nota

bellezza di ellissi nel nostro.


(6) Ci)

Circui.scono.

Rubore.

139

mi
se
al tali

(1)

Queste

tali

nessuna cura anno,


di quello
(2j.

non

del ventre, e

che

ventre

pressi mano

Queste
Cae

sogliono confortare, e dire:

tella

mia
a'

(3),

usa

le

tue cose,

vive

insino
forse

che tu

vivi.

Or
ti

serbi (4) tu

tuoi figliuoli? Esse avvinaz-

zate, e con lascivia

mettono inet

nanti

(5)

ogni cag-ione di male,

an-

cora ammolliscono alle dilicatezze le

menti
suria

di ferro.
si

dopo

la loro lus-

vogliono maritare in Christo,


la
loi'o
(6) la

avendo

dannazione, perch

invanirono

prima

fede.

Non
stareceia

volere
e

essere

tenuta

molto
sillabe

eloquente,

non volere solazzare femisure delle

colle

li

(1) Le pessime confabulazioni, corrompono buoni costumi. - 11 Cavalca: le male i^i^role, e

ancive.
(2)

(3) Il
frla.

Prossimo. Cavalca cattivila;

ma

il

testo

ha ca-

(4) Servi. (5)

Epse

vinose, et lascive

ti

metteno innanti.

(O;

Hanno

facto van;i.

140
ne' versi

variati

(1).

Tu

dilicata

non
delle

seguitare la dilombata

saliva

matrone,

le

quali ora con denti stretti,


le

ora dissolute

labbra, colla lingua

balbeticante

temperano le ammezzate parole. Ci che non si sa si sti(2) (3)

mano
piace

che sia cosa rustica, tanto


1'

loro

adulterio della lingua.


(4) dalla

Ma
alle

che commutazione

luce

tenebre? Che consentimento a


(5)

Christo col diavolo?


col salterio?

Che

fa Orazio

Che

fa Virgilio co'

VanOr

geli (6), coir Apostolo Cicerone?

non

si

scandalizza

el

fratello, se ti
(7).

veder giacere nella idolatria

bench

a'

mondi

tutte

le cose sien

monde,
(1)

niente sia da gittare, che


volere

Et non

cum

versi l^^rici

cantare

poetici versi.
(2)

Balbutiente.

Ci che non si stimano. Comunicatione. E similmente nel testo: Coramunicatio. Ma la voce commutazione non sem(3)
(4)

brami errata.
(5)

a Christo con Belial

(6)
(1)

Che fa Marone con li Evangeli ? Munzare de la carne de la ydolatria?

141

prenda con rendimento di grazie, nientemeno (1) noi non dobbiamo insi

sieme bere
Io
licit

el

calice di Cliristo, et

'1

calice de' dimonii.


ti

riferir la storia della infe-

mia

(2

pe' regni (3)

del cielo, io

Quando gk pi anni, mi separai


dalk consuetudine
che

dalla casa de' parenti, dalla sorella,


da' cognati, e

di

pi dilicato
quest' altre
in

^4) cibo, el

pi cbe
e

cose malagevole,

fui

cammino

per andare

a Gerosoli-

raa (5),

non potevo

stare senza l'ar-

mario
con

de'libri (6),

che a

Roma m'avevo
'7).

sommo
io

studio fatto, e fatica

Adunque,

misero, per legg-ere Tullio


le

digiunavo. Dopo

continue vigilie

(I)
(2j

Nientedimeno. Noti il lettore bellezza

di

racconto che

segue.
(3) (4) (O)
(6)
(II)

Per lo regno. Abondante.


Hierosolima.

La mia

libraria.
c'on

Me

haveva facta

snmmo

.studio

ei

l'aticha.

142

dopo le lagrime, le quali lamemoria(l)de' peccati passati rompevano dall' intime interiori (2), Plaudella notte,
to prendevo nelle mani.

Se alcuna
tornato,

volta poi in

me medesimo
(3)

avessi cominciato a leggere


feta, el

non ornato

in orrore, e

el prosermone m'era perci che io non vedevo

lume
devo

cogli occhi ciechi,


(4)

non mi cre-

che fusse colpa degli occhi,

Et infrattanto (5) che mi scherniva, quasi nel mezzo della quaresima (6), una febre infusa nelle medoUe dell' ossa mie, assal el consumato corpo,
SI

ma

del sole.

cosi r antico serpente

e senz'

alcuna requie,
(7),

il

che a dire che quasi

incredibile
le

in tal

modo consum

mie membra
(1)
(2) (3)

infelici (8\

per la memorici, Medulle.

Polito.

(4)
(5)
(6)
(~)

Pensava. Mentre. Quadragesima.


Si fa incredibile.

(8)

Le

infelice

membra.

143
sole r ossa

mi rimasero

(l.

lutrat-

tanto (2) s'apparecchiavano V essequie, e raffreddando (3j gi el corpo, el


solo vitale calore dell'anima tremolava

solamente nel tiepido petticciuolo (4). Quando io subitamente in spirito ratto


,

sono tirato
(5),

al

tribunale del
e

Giutanto

dice

ove era tanto lume,

splendore per la clarit de' circustanti,

che

io

gettatomi in terra, non avevo

ardire di risg*uardare disopra.

Doman-

dato della
che
tu
presidente,
se'

niia

condizione, rispuosi

io ero cristiano; e colui,

mi

disse, che io

che era mentivo:


cristia-

ciceroniano, e non

se'

no. (6).
el

Ove

el

tuo tesoro, quivi

et intra
(1)
(2) (3)

tuo cuore. Subito ammutolai (7) le battiture, perch aveva


Rimaseno.
lufratanto.

Rafredato.

vitale de V animo solamente palpitava nel solo tepido pecticciuolo. (5) ludica, dove, ecc.
(4)
(6)

El calore

Tu menti,
Fact(.i

tu

se'

ciceroniano et non se'

christiauo.
(li)

muto.

144
coQiandato che
io fussi

battuto, pi

ero tormentato dal fuoco della con-

scienzia, ripetendo
sicciuolo (1), cio:
chi
ti

meco quello ver-

Ma

nello inferno

confesser? Nientemeno (2) cominciai a gridare, et urlando (3), a


dire:

Abbi
(4),

di

me,
le

o Iddio,

miseri-

cordia

abbi misericordia di

me

Questa voce tra

mie fragella risonava (5). Finalmente coloro, e quali s' erano gittati gi a pie del presidente, pregavano che perdonasse alla
adolescenzia
(6; e

che desse

(7)

allo

errore luogo di penitenzia,e che pren-

desse contro a

me

per lo innanti ogni


io

tormento, se alcuna volta pi


gessi e libri delle lettere

leg(8).

pagane

(1)
(il

Quel versiculo.
Nientedimeno. Ejulandc.

3)
(4)
'5)

Habbi misericordia di me, Fra li miei fragelli, ecc.


Giovineza.
Prestasse.

o Dio.

(6)
{~i]

(8)

Pi legesse de gentili,

145
Io, el

quale costretto da tanto peri-

colo,

ancora maggior cose arei voluto

promettere, cominciai a giurare per


Iddio, et a chiamare el suo
a dire(l): Signore, se

Nome, et giammai io
li

ar e libri secolari, se io
io
t'

legger,

negato. In queste

parole del
:

sacramento lasciato, ritorno di sopra e meravigliandosi tutti, apro gli ocelli bagnati di tanta abbondanzia di lagrime (2), che ancora agli increduli
fecero

fede

del dolore.

non

era stato quel sonno vano, o e sogni

vani

(3)

dai quali spesse volte noi


(4).

siamo scherniti
el

Testimonio
el

n'

tribunale, dinanzi al quale io gia:

cetti

testimonio n'
io

giudicio

el

quale

temetti

cos

non m' addiquestione.

venga

(5) cascare in tale

(1)

Et
....

el

suo nome a chiamare in testimonio,

et dire
(2)

LactirN'me.

(3)
(4)
(.5)

somnio vano

dalli quali, ecc.

Delusi.

M' advenga mai cascare.


10

146

come confesso avere avute


livide (1),

le spalle

avere

sentite

le

piaghe

dopo
dio

el

sonno, e di poi con tanto stulette


le

avere

cose divine, con


letto le cose

quanto prima non avevo


mortali.

(I)

Piene

di livore, et

avere, ve.

Capitolo X.

Come r ammonisce
avara
,

eh' ella
li

non

sia
,

mostrale

veri beni

inducela a pazienza.

Ancora debbi
della avarizia.

schifare

el

Non

dico che tu

male non

appetisca

le

cose altrui, perci che

ancora
legg-i
le

questo

puniscono
le

le

divine

(l);ma perci che


la Scrittura: fedeli
,

cose tue,
(2).

quali sono d'altrui, tu non serbi

Dice
che
pesi
(1)

Se nello altrui voi


noi'^sono d' altrui e
,

non fuste

chi dar a voi quel

vostro ?

dello

argento

dell' oro.

La

Perci che questo punischono


Servi.

le

pubbli-

che lege.
(2)

148
nostra possessione

spiritale, della

quale altrove

si

dice

Le proprie

ric-

chezze sono la redenzione dell'uomo. Nessuno puote (1) a due signori servire; perci che (2
o_

si

1'

in

odio, e
,

1'

altro

amer, o

uno ara 1' uno

sosterr

1'

altro disprezzer.

potete a Dio servire, et al

Non mammo-

ne (3), cio alle ricchezze, perci che appresso a' gentili in lingua siria,

mammone sono chiamate


ze (4).

le

ricchez-

La cogitazione

di

mangiare, di
(5j,

bere

e vestire,

sono spine di fede

radice d'avarizia, cura di pagani.

Ma

tu di': lo sono fanciulla di-

licata, e la quale (6)

non posso

colle

mie mani lavorare:


se
io

se io invecchier,
,

incomincer a infermare
Pu.
Perch.

chi

(1)

(2)

(3|^A
(4)

mammona.
il

Vedi sulla \ocq Mammone, o Mammona

Vocabolario.
(5)

La cogitazione

del

vivere sono spine di

fede.
(6)

Io son quella dilicata

la

quale, ecc.

149
ara di

me

misericordia? - Odi Ges,


:

che parla agli Apostoli, dicendo


voi

Non

pensate nel vostro cuore quello, che

mangiate

[).
"1

None

che r esca,
stimento"?
del cielo,

et

corpo pi che
gli

l'anima pi '1 veuccelli

Risguardate

che non seminano, e non ragunano(2)ne'granai,et il nostro (3)

Padre
el

celestiale gli pasce. Se


(4),

manca

sono proposti e gigli. Se tu arai fame udirai Beati e poveri, e gli affamati. Se alcuno do-

vestimento

lore

t'

affrigger, leggerai:

Per questo

mi: compiaccio nelle infermit. E: Dato


a
1'

me

lo

stimolo della carne mia,


(5),

angelo di Satanas

lo

quale

mi

combatta (6\ acci che

io

non mi

lievi

(1) Ne" cuori vostri quello che voi mangiate, ne quello di che vestiate el vostro corpo.
(2)

Congregano.
Vostro. Veste. Sathano.

(3) (4)
(5)

(6)

Mi
:

batta. - Sopra mi combatta nel codice

scritto

o perguote. - Il testo calaphizet.

150
in alto. Rallegrati in tutti e giudicii
di

Dio

perci

che

le

figliuole

di

Giuda
ti

fecen festa, o Signore, in tutti

e tuoi giudicii.

- Quella voce sempre


:

sia (l)in bocca

del ventre

della

Io uscii ignudo (2) madre mia; ignu-

do

(2)

ritorner alla terra.


(3)

niente

abbiamo recato

in questo

mondo,
(4).

n alcuna cosa ne possiamo portare

Ma

nel presente

tu

vederai

alcune

vedove armarsi, et ornarsi di vestimenta (5), ogni di mutar veste, e nientemeno (6) non potere vincere le
tignuole
ara
di
(7).

se sar pi religiosa,
e

un vestimento,
panni
,

piene

1'

arche

strascicheragli

(8).

Im-

(1)
(2)
(3)

Ti suoni.

Nudo.
Portato.

(4)
(5)

Riportare.

Vederai alcune impire gli armari de vestimenta. - Assai meglio e conforme al testo At nnnc plerasque rideas armarla vestibus stipare.
,
:

(6)

Nientedimeno.
le

Tarme. Trahe li panni; se tingono colore di purpura Toro....


(1)
(8)
,

carte di

151
brattansi
le

carte di colore
si fa

di

puret

pura
e

1'

oro
si

liquido nelle lettere:


di

libri

vesten

gemme:
lo

in-

nanzi agli usci loro


sto si
la

muore
al

(1).

ignudo ChriQuando porgeranno


cantano
colla
lo

mano

povero,

tromba. Quando

chiameranno a

mangiare
Io

el banditore si conduce. (2 veduto nuovamente, (el nome


)

taccio, che tu
tira) (3), vidi,
le

non pensi che

io facci sa-

dico,una nobilissima deldel beato

donne romane nella chiesa


mezzi uomini

Pietro apostolo, andandole innanzi cotali

(4):per essere tenuta


a'

pi religiosa, distribuire

poveri e

denari a uno a uno. Intrattanto, co-

me

a vedere

a noi

^5)

facile,

una

vecchia, tutta di panni coperta (6),


(1) (2)

Christo nudo

si

muore.
codice scritto
:

(3)

Elymosina. Sopra facci satira nel

cio incolga e vizii per riprendergli. - Il lat.

ne

satyram putes. (4) Andandoli innanci mezi huomini.


(5) (6)

Tutta de anni

Infratanto come a nostro %edere. et de panni coperta.

152
corse innanzi per avere

un

altro

dein

naio

alla quale
le

per

ordine

perve-

nendo,
el

fu
del

porto

un pugno

iscambio
sangue.

denaio,

e sparsesi (1)

Cagione
tutti
i

di tanto peccato, radice di


l'avarizia; e perci

mali

appellata dall'Apostolo l'avarizia ser-

vit degl' idoli. Cercate (2) prima el regno di Dio, e tutte queste cose vi sa-

ranno date (3). Io sono stato pi giovane, e sono invecchiato, e non

veduto

el

giusto abbandonato, n

il

seme

(4)

suo cercare
dagli

el

pane. Elia

pasciuto

amministranti corvi.
(5)

La vedova Saraptena
co' figliuoli

la

quale

doveva

la

notte morire,

pasce

el

profeta affamato, et in

macolui

raviglioso

modo

vot lo scrigno

(1)

(2)

Spargesse. Cercha.

(3)

Non
-

del iusto.

uccide el Signore per fame l'anima Queste parole mancano nel codice,

ma

sono del testo latino. (4) Non el suo seme.


(5)

Il

testo

Sareptana.

153
che venne per esser
Pietro apostolo disse
:

pasciuto, pasce.
Io

non
clie

oro
io

argento;
ti

ma

quello

Nel nome di Ges Cliri-Ma ora, a non dir troppo e sacerdoti del nostro tempo mi pare clie dicano (1): lo non miquello
do.

sto, sta su, e va.


,

sericordia, n
et

fede,

ma

quello

oro,

non tei voglio dare.- Avendo noi adunque el vitto, e da coprirci, contenti di queste cose siamo. Odi lacolj quello, che domandi nella sua orazione Se el mio Signore sar meco e conserverammi in queargento, che
io ,
:

sta via, per la quale io

cammino,
e

dar a
avere

me
le

el

pane a mangiare,
a

ve-

stimento a vestire. - Solamente preg


d'

cose

lui necessarie

dopo venti anni torna ricco e signore, e pi ricco ritorna che '1 padre alla
terra di
(1)

Canaam
bora
:

(2).

mone, con

bench molti taciano col seropere parlano, et dicono, ecc. Cos secondo il testo: notisi quello che mise di suo ser Niccol, o il suo copista. et (2) E da poi vinti anni richo el Signore
le
,

Ma

154
Infiniti

esempli
le

seguitano

delle

Scritture

quali inseg-nano doversi

fuggire r avarizia.

Ma

perci che (1)

al presente in parte se

ne dice,

e,

se

Christo vorr, a uno volume proprio


della avarizia si riserva, riferer ora
quello, che gi pi anni in Nitria
(2)

fu fatto.
saio
eh' el
(3)

Uno

de' frategli
e

pi

mas-

che avaro,

non sapendo

Signore fu venduto trenta ded'

nari

argento, morendo lasci cento

panni lini, aveva guadagnati (4). Fatto '1 consiglio tra' monaci quello, che sopra ci si dovesse fare. Abitavano in quel luosoldi, e quali, tessendo e

go

(5)

in diverse cellette circa cinque

milia monaci. Altri dicevano


distribuisseno
pi richo
II testo
:

che

si

a'

poveri. Altri che si

padre ritorna ala terra di Chanaam.dominua et ditior pater, ad terram reveriitur Chanaan.
el
et

post annos viginti dives

(1)

(2)
(3) (4)

|5)

Perch. Pi anni innanzi in Nitria. Parco. Li paoni del maistro, haveva guadagnato. Perci che habitavano in quello luoco.

155
desseno alia Chiesa. Alcuni dicevano

che

si rimandasseno Macario, e Paniizio,

a'

parenti.

Ma

Isidero, egli
,

altri

e quali

chiamano Padri

par-

lando in loro lo Spirito Santo, feceno


decreto che questi denari fosseno seppelliti col loro signore, e

che

si

di-

cesse:

La tua pecunia

sia teco in per-

dizione.

non
(1)

si

pensi alcuno, cos


:

esser fatto

crudelmente

tanto

ter-

rore assal

per tutto Egitto cia-

scuno

che di poi avere lasciato un


i,2).

soldo fosse peccato

(1)

Perch tanto terrore assalite

per tutte

Egypto.
(2)

Fusse reputato peccato.

Capitolo XI.

Come

le

descrive
e

tre

generazioni

di

monaci,

le

loro usanze, e condi-

zioni, e indiacelo, a molto orare.

perch noi abbiam fatto


sante

menun

zione de' monaci, et io so che tu odi


volentieri
le

cose,
(1).

presta

pochettino l'orecchie
zioni di
nohio, el quale in

Tre genera-

monaci sono in Egitto: Celingua pagana chia(2);

mano Sanchi
chiamare
venti in
(3)

noi

gli

possiamo
e quali

in

nostra

lingua Vi-

comune.- Anacoriti,

(1)

Presta alquanto V orechie.


Zenobiti
,

(2)

li

quali chiamano Sanches in

gentile.
(3)

Appellare.

157
abitano soli pe' diserti, e sono
cosi
si

chiamati

perci che

(1)

da lungi

sono partiti dagli uomini.


generazione
rdebotz,
,

La

terza

la qiial dicono

(2)

Ree

generazione oscurissima,
;

disprezz-ata

la

quale generazione
s

nella nostra provincia o

sola (3],

prima. Questi
a due a

tali

abitano insieme
tre a
tre,

due

(4),

o a

ne
e

molti pi, vivendo a loro arbitrio,


signoria.

perci

(5)

di

quello che
tra
loro le

lavorano
parti
,

contribuiscono

acci che abbino gli alimenti

comuni.

Ma
,

el

pi delle volte abitano


castella.
e

nelle citt

e nelle

E come
la

che l'arte sia santa,


ci

non
di

vita,

che venderanno
che

maggior
contese,

prezzo,
altri.

quello che

venden gli

Fra costoro sono spesse

perci che vivendo a loro arbitrio, non


(1)

Perch.

(2)

E
O

(3) (4|

quella che dicono. sola. - Lat. aut solum, aut primum. dui a dui.
:

(5) E di quello che lavorano conferiscono, ecc. Lat.: conferunt in vxpdium partes.

158
patiscono d' essere
g'etti
(1).

ad alcuno sugNel vero costoro sogliono combattere co' digiuni e quello clie
,

pi segretamente fanno,
ria.

loro vitto-

Appresso a
le calze
el

costoro
(2)
:

sono tutte
le

le

cose
,

in desiderio

grandi
ci
(3)
,

modo

di

maniche manta,

vestimento pi grosso

spessi sospiri, visitazioni delle vergini, detrazione de' cherici.

quando

sar

(4) el

d della festa si satollano (5)

insino al vomito.

Adunque
come

questi tali

esterminati

veniamo a coloro, e quali pi abitano in comune, e quali abbiam detto, che si chiamano Cenobio (6). El primo patto apcerte pestilenzie,

presso a loro d' ubbidire

(7) a'

mag-

(1) Perci che vivendo del loro cibo non patiscono essere suggetti ad alcuno (2] Il testo: Affectata sunt omnia. Ed il Ca-

valca

hanno ogni cosa singolare


latino
:

notabili.

(3) Il
(-1)

caligae follicantes.

E\
Se satiano.
Cenobiti.

(5)

(6)
[l

Di obedire.

159
giori, e di fare ci che diranno.

Sono

divisi per decine


s

(1), e

per centinaia,

elle a nove uomini uno decimo signoreggia (2) et uno centesimo sotto se dieci proposti (3). Stanno se;

parati nelle spartite cellette


a ora di
e

(4j.

Insino
,

nona

all'

ordinato

el

digiuno

nessuno va
quali

altro, eccetti coloro

abbiam detto decani; acci


(5), sia

che se forse alcuno avesse ansiet di


sue cogitazioni
consolato dai
1'

sermoni di quello decano. Dopo

ora

nona Risuonano
della

si

ragunano
usato.

(6)

in

comune.
(7)

salmi, recitansi

le

Scritture
zioni,

all'

E
di
el

nel

mezzo

a disputare colui,
el

compiute l'oraloro, comincia quale chiamano


parlando
,

Padre. El quale

tanto

(1)
(2)
(3)

Desene. Sia preposto.

Habbi sotto
Il

di s

li

dieci preposti.
celle.

(4) (5)

Cavalca: Dispartiti in diverse


testo: ut
si

Il

cogitationibus

forte

quis

fluctuat.
(6)
[1]

Vengono.
Li psalmi, recitano, ecc.

160
silenzio
fatto
,

che

nessuno abbia
(1)
all'
;

ardire

di

riguardare

altro

nessuno ardisca di spurgarsi


tori.

conloro

veniente laude nel pianto degli udi-

Tacitamente
per
le

si

voltano

le

lagrime

faccie, e

certamente

el dolore non rompe e singhiozzi. Ma quando cominceranno a annunziare

le cose

future del regno di Christo, e


,

della futura gloria

e della

beatitu-

dine, vederai tutti con

uno temperato

sospiro, e cogli occhi al cielo levati,


dire

intra loro
e

(2)

penne,
cilio,

voler, e
cose
si

Chi mi dar le riposerommi? dissolve


el

Dopo queste
e

con-

ciascheduna decina va col


alle

suo Padre
delle quali

mense,

al

servigio
si

ogni settimana

scam-

(1)
(2)

guardare.
del dicente nel pianto
si

La laude

degli

auditori. Tacitamente

voltano le loro lachryme

per la facia et el dolore. Certamente non rompe singulti, ma quando comincian a nuntiare le cose future del regno di Christo et de la futura gloria vederai tutti con uno temperato sospiro et con
gli occhi levati al cielo dire intra loro.

161

biano

Nessuno strepito si sente nel cibo nessuno favella mangiando vivesi di legumi (2), e d' erbe eotte condite col sale, e collo olio (3). Solamente e veccbi prendeno el vino, e
(1).
,
;

quali

spesse volte
acci
si

co'

parvoli

manet

giano,

che

la

stanca
,

di

que' vecchi

sostenti

che la co-

pa.

minciante et de' parvoli non si romDi poi parimente (4) si lievan su,
e detto

r inno

ritornano

a'

loro pro-

pri

luoghi, ove insino

a vespro coi

suoi parla

ciascuno, e dice: Ai tu
e quello quanta graquanto silenzio, quanta
,

veduto colui,
zia sia in lui,

temperata andatura?
lo

(5)

Se vederanno
(6).

infermo,

lo

confortano

Se vesi

li) Col suo decano a la mensa, li quali servono insieme ciascuno per septimane. Nullo, (2) Di pane.
(3)
(4)

ec.

Con

solo sale.

Insieme.

(5)

Albertano

come

allo savio

huomo

si

conviene andatura temperata, cosi parlare posato, e non ardito. - Tratt. Firenze, Giunti, 1610, pag.
7 inf.
(6)

L'infermo,

el

consolano.
11

162
deranno chi sia fervente nello amore di Dio, lo confortano allo studio. E perci che (1) la notte ciascheduno

vegghia nella sua


le celle di

celletta

oltra

alla

publica orazione, vanno circundando


ciascuno, e posto
l'orec-

chie, ascoltano diligentemente quello

che fanno. E chi comprendesseno esser pi tardo, non lo riprendeno, ma infingonsi di non averlo veduto, e visita-

no questo tale pi spesso, e, prima essi cominciando, li provocano pi tosto che non li costringono a adorare.
L' opera del di ordinata
,

la

quale

Fenduta

al

decano,

si

porta allo ico-

nomo,
tutti
si

el

quale ogni mese con grande


al

timore, rende la ragione


(2)
;

padre di

dal

quale iconomo ancora


e cibi,

dispensano a ciascuno
fatti.

quan-

do son

perch

non

licito

(1)
(2)

Perch.

fatto. -

D tutti E queste
i

de quello che da ciascuno sia parole sono una gJossa, che nel
le

testo non
le vuole.

si

leggono

rispondenti, ed

il

senso non

163
a

ciascuno
di

di

dire
(5),

(1)

Io

none

cioppa, e sag-o
tessuta

n in terra stuoia
(3)
;

vinchi

quello icono-

mo

in tal
elle

modo

tutto regg'e, e

go-

verna,

a nessun manca, nessuno

abbia a chiedere. Ma se alcuno comincer a infermare (4), portato a

un luogo
pi largo
,

(5)

separato

dagli altri

et

agiato

(6), e

quivi con-

fortato da tanto servigio de' vecchi

che non cercherebbe altre dilicatezze


di citt, ne altro
affetto

di

madre.
el

Nel d della domenica, solamente vacano alla orazione


che
(7) d'
,

et alle lezioni

ogni tempo fanno, compiute

le loro operette.

Ogni

di

s'

appara

(8)

qualche

cosa delle Scritture. El di-

giuno

eguale per tutto

1'

anno, ec-

si

(1) Di dire, noQ nel Codice, dove invece legge con ripetizione, a alcuno. (2) Io non ho veste, n sago.
(3)
(4)

Vinci. D' infermare.

(5)
(6)
Ci)
.>>

Uno

luoco.

Comodo. Et le leetione
Se
i

il

che, ecc.

mpara.

164
cetta la
la (2) si

quaresima

(1), nella quale soconcede di vivere pi stret-

tamente. Dalla

Pentecoste

(3)

sono

mutate

le

cene in desinare, acci che

COSI satisfaccia alla ecclesiastica tra-

dizione, e

non ag'gravino

il

ventre

con doppio cibo. Tali


esser

riferisce

che noi
del

dobbiamo Filone, imitatore


,

platonico parlare
lio (4)

tali

Giosefo, e Li-

greco nella seconda Istoria della


perci che io scrivendo al pre-

cattivit giudaica.

Ma

sente delle vergini, quasi di soperchio

disputai

de'

monaci,

vegnamo
(5)

alla

terza generazione, la quale

chiamano

Anachoritii e la quale

uscendo dei

cenobii, nessuna cosa portano a' diserti

eccetto che pane, e sale.

Di questa fu

(1)

giusta il testo. , nostro copista per distrazione avea scritto, nella qual cosa.
(2)
Il
(3)

Quadrigesima. Cos r ediz. ferrarese

Da

la

Pasqua insino a Pentecoste.


Il

Ma

il

testo conferma la nostra lezione.


(1)

Livio.-

testo: Livius graecus.

')]

Li quali.

165

Pagolo autore, funne illustratore Antonio (1), e, salendo pi su, ne fu prencipe Giovanni Battista (2). Tale uomo
descrive Geremia profeta, dicendo: Bene all' uomo quando ara portato el giogo (3) dalla sua adolescenzia;

seder solitario, e
portato
el

tacer, perch

ger

la

giogo (3) sopra di s, porgota a chi el percuote, sar


improperii
lo gitter
(4),

saziato

di

perch

el

Signore non
piterno.

da s in sem-

La

fatica, e la conversazione

di costoro, in carne, se

tu vorrai, in

altro

non di carne, tempo ti di-

chiarir.

Ora torner
che
,

al

proposito, perci
avarizia
ero veproponendo
,

dicendo
a'

dell'
,

nuto

monaci
e

de' quali
,

a te gli esempli

non dico dispreze

zando l'oro,
(1)

l'argento,

l'altre

Di questa vita fu auctore Paulo, sumnio


loaunebattista.

illustratore.
(2)
(3)

El jugo. preferito la (4) Nel codice: rimproverii; ho lezione della stampa ferrarese. -Il testo: opprohriis.

166
(1), ma ancora tu accompagnata a Christo, disprezzando el cielo,

brutture

La parte mia Dopo queste cose bench r Apostolo ci comandi clie noi seme la terra
el
,

canterai

Signore.

pre oriamo
el

e cbe ancora a' santi sia sonno orazione nientemeno (2) noi
, ,

dobbiamo avere

certe ore

da adorare,

acci che se forse noi saremo occupati

da alcuna opera, esso tempo ci ammonisca all' uficio. Terza, sesta, nona,
ancora alla aurora, et
al

vespro nes-

suno che non sappia. E non si pigli prima el cibo se prima non e non si ritorni da fatta 1' orazione mensa, se prima non si riferisce gra,

zia al Salvadore

(3).

La

notte

si

vuole

levare

due volte, o tre, rivolgendo


memoria. La orazione armi noi

delle Scritture quello, che noi tenia-

mo

(1)

Et rarieato,
Cavalca. Creatore.
Il

et

1"'

altre richeze. - Cos


:

anche

il

testo

opes.

(2)
(3)

Nientedimeno.

167

quando noi usciamo

dello ospizio

(1).

Quando noi torniamo

dalla piazza, ri-

corriamo alla orazione, innanzi che ci poniamo a sedere, acci che prima

non

si riposi el si

corpicciuolo, che l'ani-

ma

pasca.
la

ogni

atto

ogni

movimento,

mano dipinga

la croce.

(3)

Dal

hospitio.

Capitolo XII.

Come V ammonisce a non giudicare,


n dire male
a sepiitare
d' altrui, e
la

inducela

fur

Vergine Maria.

Non
della

ditraere

(1)

ad alcuno,
al

non

ponere scandalo contro


diclii

figliuolo

madre tua. Chi se' tu, clie giur altrui servo? Esso sta, o cade al suo Signore; ma esso star, perci che el Signore potente a fermarlo. Se tu digiunerai due giorni non ti
,

pensare

d'esser migliore che

colui,

che non digiuna.


riti
:

Tu
,
,

digiuni et adi-

colui

mangia

e forse sta

man,

sueto.

Tu

smaltisci

questionando

(1)

Detraherc.

160
la

noia

(1) della

del ventre. Colui pi


si

mente, e la fame temperatamente


grazie
a
:

nutrica,

rende

Dio.

Esaia (2) Ora forse eletto el Signore questo digiuno? (3) Et un' altra volta dice: Ne' d de' vostri digiuni si trovano (4) le volutt vostre: voi stimolate tutti coloro, e quali sono sotto la vostra podest, voi digiunate a' giudicii, et
d grida
alle liti
,

Onde ogni

e percotete.

E
del

perch
quale

cos

me digiunate? Quale pu
digiuno,
(5)
1'

essere

quel
dir

1'

ira

non

che

la

notte

l'occupi,

ma

ancora
d?
(6)

ombra

della luna riserba al

Considerando

te

volere gloriare nella altrui

medesima, non ti mina, ma

(1)

Vexatione.
Isaia.
io forse eletto dice el
tale

(2j
(3)

II

Or ho testo: Non
(4)

Signore, ecc-

jejunium
li

elegi, dicit

Dominus.
si

Ne

li

d de

vostri

digiuni

truova-

rono.
(5)

Dico.

(6)

Relascia

al di.

170
s

nella tua opera.

non

ti

pone-

re (1) innanzi gli esempli di quelle,


le quali

facendo la cura della carne,


delle rendite delle

tengono conto
casa.

pos-

sessioni, e delle cotidiane spese della

Certamente

e dodici (2)

Apostoli

non son rotti dal malo esemplo di Giuda traditore, n di Fileto, n d'Alessandro (3),
dire
et
e

quali pericolarono, gli altri

si

sottrasseno dal corso della Fede.


:

non
(4)

colei, e

quella usa le sue cose,


,

onorata da tutti
lei
,

frategli

vengono a
c
(5)

e le sorelle; or
d' esser

man-

ella

perci

vergine ?

El primo dubio se questa tale vergine: l'uomo vede nella faccia, ma


(1)

Porre.
Dodeci, cosi

il Codice; ma certo va scritto undici com^ nella stampa, e nel testo latino. (3) Intendi: n pel malo esemplo di Fileto, ecc. - La stampa: N per Phigeloet, per Alexandre, - 11 testo. Neque enim tmdecim Apostoli, ludae proditione sunt fracti : nec Phygelo, et Alecaeteri a cursu aoandro facientibus naufragiuvi

(2)

fidei suistitertmt.
(4)
^5)

Fratelli.

Mancha.

171
Iddio vede nel cuore. Appresso
so se essa s' verg-ine
dello spirito.
fini (1) la

io

non

del

corpo, o

Ma

l'Apostolo cos di(2)

vergine, cio che sia santa

del corpo, e dello spirito.

Finalmente
viva:

abbisi la gloria sua, vinca la sentenzia di

Pagolo, usi

le

dilizie, e

noi

seguitiamo gli esempli de' migliori. Ponti innanzi la beata Maria,


la

quale fu

di

tanta purit, che

me-

madre del Signore. Alla quale quando 1' angelo Gabriello


ritasse
d' esser

in spezie

d'uomo
teco
;

discese

dicendo:
gi, e

Dio
el

ti

salvi. Maria, piena di grazia,

Signore

cascata

(3)

sbigottita, non pot rispondere.


era

Non

mai

stata salutata da

uomo. Fi-

nalmente disse che era angelo, e parla, et essa, la quale aveva avuta

paura

(4)

dell'

uomo

parlava senza

(1)

Diffinisce.

(2)
(3)

Che essa

sia sancta.

Stupefacta.

^4)

Aveva avuto timore.

172

paura
sere
libro

collo

angelo
del
e

(1).

tu puoi es-

madre

Signore; prendi un

grande,

nuovo,
(2).

scrivi

in

esso velocemente collo stilo dell'uomo:


toglie via le spoglie

quando tu

sarai pervenuta alla profetessa, et arai

conceputo nel ventre, et arai parturito el figliuolo, dirai:

Signore, del
e

tuo timore abbiamo conceputo,


lemoci
,

do(3)

parturimo

lo

spirito

della tua salvazione, el quale tu pren-

desti sopra la terra. Allora el figliuolo

tuo

ti

risponder, e dir: Ecco la


li

main

dre mia, e

miei

frategli.

Et

maraviglioso
nella

modo

colui

el

quale

larghezza del tuo

petto
el

poco
quale
(4)

innanzi tu avevi descritto,


avevi segnato

nella novit del cuore col volente


stilo
,

poi che ara tolte

(1)

Con r angelo.
in eo stilo hominis
se
:

(2) Il testo: Scribe

velo-

citer spoia detrahe.


(2)

Habiamo coneepto
Volante.

habiamo doluto,

et parturito el spirito.
(4)

173
spoglie da' nemici (1), poi che ara dinudati principati, e le podest, ed
le

aralle conftte

alla

croce, conceputo

cresce, e doventato mag*giore,

comin
il

cia a avere te di

madre

sposa.

Grande

fatica,

ma

grande,

premio, a essere quello eh'


Christo.

e ^lartiri,

quello che gli Apostoli, e quello che

Le quali

tutte

cose

certa-

mente
si

allora fanno

fanno nella
nell'

quando Chiesa; quando in una


pr' (2),
(3) la

casa osserviamo

Pasqua;

se noi

entriamo
ci

arca con

do perisce Gerico, la contiene (4). L" altre vergini, quali appresso a diverse resie, e quali ap-

quangiustificata Raab
;

No

se

presso al vizioso Manicheo (5) si di-

cono essere, sono da stimare meretrici,

(1

Da r

inimici.

(2)
(3)

Giovano. Celebriamo.
Hierico, la iustificata meretrice

(4)

Raab

ce

contiene.
(5)

Heresie, et appresso ul vitiosissimo

Ma-

nicheo.

174

non vergini. Se
del corpo loro

'1

diavolo

(1)

altere

(2),

come possono ono(3)

rare la formazione del loro nemico?

Ma perch sanno eli' el nome verginale


glorioso, sotto el

nome

delle pecore

di Cliristo

si

mentisce Antichristo,
bruttura della vita

e convertiscono la

col falso onore del

nome

(4).

Rallegrati

sorella,

gode figliuola, rallegrati, o vergine mia perci che quello che l'altre fingono tu veramente i co,

minciato a essere. Queste cose, che noi abbiamo sposte


,

parranno dare a coloro,

quali

non aman Christo.


ogni pompa del

Ma

chi

reputer

secolo per spazza-

(1) (2)
(3)

Vergine. Se Sathana. Auctore da'" corpi loro. Nascimento.- Il testo: Plasmationem

lio-

stis sui.

coprino li lupi con le pelle (4) glorioso de le pecore et Antichristo mentisce Christo et vestisono la turpitudine de la vita con falso honore del nome. - 11 testo: Sed quia sciunt virginale
,

rocahulum gloriosum,

siih

ovium pellibus lupos

te-

gunf. Christum mentitur Antichristus, et turpitii(Hnem vifae falso vomiiiis honore convKfiunt.

175
tura, e riputer

vane tutte
per

le

cose,

che sono sotto


Christo,
el

el sole

guadagnar
li

quale

insieme morto col


quali
e

suo Signore,

e risuciter, e

anno

crocifissa

la

carne

co' vizii,

colla concupiscenzia, liberamente chia-

meranno
zione,

(1),

dicendo: Chi

ci

separer

dalla carit di Christo*?

La

tribula-

l'angoscia, o la persecuzioil

ne, o la fame, o la nudit, o


ricolo,
il

pe(2),

coltello?

N r angelo
le
,

e principati,
le

cose presenti,

n
lo

future, n la fortezza
,

n ancora

eccelso (3
ci

il

profondo, n altra

creatura
di

potr separare dalla carit

Dio,

la

quale
(4).

in

Christo Ges,

Signor nostro

(1)

Et

resusciter, et
li

la

carne sua con

liVjeramente

el quale ha crocifixa con leconcupiscentie, cridar: Chi, ecc. - Sopra chiamevitii, et


:

ranno nel codice


(2)

grideranno.
:

Ma certo sono che ne la morte, ne la vita, ne gli angeli, ne li prinEd


un' altra volta.
cipati, ecc.
(3)
(4)

Sopra lo eccelso: Yhesu.

o Valter.za.

Capitolo XIII.

Come

le

descrive

lo

henejcio dell'

In,

carnazione del Figliuolo di Dio


inducela a pensare della
gloria di vita eterna.

celestiale

El figliuolo
salute

(I)
,

di

Dio per

la nostra

fatto

figliuolo

dell'

uomo.

Diece

mesi aspetta nel ventre per


sostiene e fastidii
,

nascere

esce san-

guinoso, et inviluppato ne' panni, con

lusinghe
cui
e

vezzeggiato

'1

(2).

Colui nel
(3),
(4).

pugno

mondo,

conchiuso

tenuto nella stretta mangiatoia


(1) (2)

Dieci.

Cou lusinghe dolcemente


Concluso. - Nel testo

nutrichato, et

colui, ecc.
(3)
.sepin

solamente

prae-

continetur angustiis.
(4)

Nel angusto presepe.

Io taccio che insino al trigesimo anno


egli contento della vile povert de'

parenti; battuto, e tace, crocifisso, e

tace,

prega
le

pe'

crocifig-

genti.

Che adunque
(1)

retribuir io al
cose, le quali

Signore per tutte

me
lice

retribuisce?

Io prender el ca-

della salute, et invocher el


del Signore.

no-

me

La morte

de' santi

suoi preziosa nel conspetto del Si-

gnore. Questa sola retribuzione

del

compensa col sangue, e noi ricomprati del sangue di Christo, volontieri moriamo per lo nostro Redentore (3). Quale quello de' santi,
sangue
(2)

si

el

quale

coronato senza battaglia?

Abel giusto (4) uccisj. Abraam si consumava perdendo la moglie (5), et acci che io non distenda smisurato
(1)
(2)

Ha

retribuite a

me?

Questa sola degna de retributione quando el sangue si ricompensa, ecc. (3) Redemptore.
(4)
(5)

lusto.

Abraam

patisce

periculo

di

perdere
12

la

moglie.

178

volume

(1),

cerca e troverai che tutti


cose. Solo

anno sostenute diverse

Salo-

mone fu

in delizie,e forse per ci ruin:


,

perci che colui

el

quale

el

Signore
ogni
fi-

ama, corregge

(2), flagella

gliuolo, el quale riceve.

Non

assai

meglio a brievemente combattere (3), prender 1' arme, allassarsi sotto 1' arme (4), e poi godere
sostener pericolo
,

vincitore,che,per impazienzia d'un'ora,

avere a servire in perpetuo? Nessuna


cosa dura agli amanti. Nessuna fatica

malagevole (5) a chi desidera. Risguarda quante cose lacob sostenne


,

per Rachel

fatta sua donna.

serv

lacob, dice la Scrittura, sette anni


per Rachel.

Et erano

sette anni

nel

cospetto di lacob quasi pochi d, per-

ii)

Et adci non mi exteuda

in

grande vo-

lume.
(2)
(3)

(4)

Castit (sic). Breve tempo combattere. Stracharse sotto Tarme. si

Il

Cavalca

affaticarsi. Di allassarsi

hanno molti esempi


a chi desidera.

antichi.
(5)

Nulla cosa

difficile

179
ci

che r amava. Onde


e

esso

poi

se

ne ricorda,
ciavo
(1)

dice: El di

m'abbru,

di caldo, e

la notte di gielo.

noi

amiamo sempre

Cbristo

gli

abbracciamenti suoi sempre cerchiaagevole ogni cosa maTutte le cose che son lunghe stimerem brievi. Noi dal suo dardo feriti, per ogni momento d'ora diciamo: Guai a me, che la mia peregrinazione prolungata f3). Certamente non sono condegne le passioni

mo,

e parracci
(2).

lagevole

di

questo tempo alla futura gloria


(4)

la quale sar rivelata in noi: perci

che la tribolazione adopera pazienzia, la pazienzia adopera probazione, e la

probazione la speranza,

e la

speranza

non confonde, perci che


Dio

la carit di

diffusa ne' nostri cuori.

il)
(2|

M'abrusava.

difricile ci parer facile. Nel codice per distrazione fu scritto prorogazione. - Il Cavalca: stallo. (4) Per che, e cosi sempre.
i')

Ogni cosa

180

Quando ti parr
che tu sostieni
stola di
,

esser

grave quello

leggi la seconda epi-

Pagolo a quegli di Corinto,

cio (1): In moltissime fatiche, nelle

prigioni pi abbondantemente, nelle


piag-be

sopra
,

modo
,

frequentemente
(2)

nelle morti

cinque volte

quaranta

battiture
volte fui

una meno. Tre battuto colle verghe (3), una


ricevetti
,

volta fui lapidato


in

tre volte pericolai

mare, nel profondo del mare

fui

notte e d, spesse volte ne' cammini,


ne' pericoli de' fiumi, ne' pericoli dei

ladroni

ne' pericoli della

mia gene-

razione

pericoli delle genti, pericoli

nella citt, pericoli in solitudine, pericoli ne' falsi frategli (4), in fatiche,

e calamit, in

molte miserie, in molti

digiuni
(1)
si

(5)

in freddo e nudit.
di

Chi

Paulo a quelli

Corintho ne la quale

dice: la molte fatiche, ecc.


(2)
(3)

De" ludei cinque volte, ecc.

Virghe.
Pericoli nel diserto, ne pericoli fra falsi

(4j

frategli.
(5)

In fame et sete et vigilie molte, in molti

digiuni.

181
<^uello di noi,

che almeno

la

minima

parte della

somma

di queste virt si

possi attribuire?

Onde

esso Apostolo
:

di poi fidatamente diceva

Io

con-

sumato
zia
la

el

mio

corso, conservata la

fede, restami la
,

corona della giusti-

quale

mi

retribuir
el

el

Si-

gnore. Se noi aremo


co
,

cibo pi scioc-

ci

contristiamo, e

pensiamci di
1)
(2),

prestare a Dio alcuno beneficio?

Quando beiamo
el si

el

vino inacquato
(3), le

bicchieri

si

spezza

battiture

senteno,

vendica col

acqua si sangue. El reame de' cieli


e la

troppa

(4)

sostiene violenzia, e coloro e quali gli

fanno

forza

lo

rapiscono

(5).

Se tu

non

farai forza,
de' cieli

mi

non prenderai de' rea(6). Se tu non picchierai

(1) Se noi havemo el cibo insipido ci contristiamo, et pensiamo far beneficio a Dio"? (2) Quando beviamo la acqua, e quando be-

vemo

el
(3)
(4)

vino ecc.

El

calice
la

si

rompe

la

mensa

si

roversa
vio-

Et

pi tepida acqua.
de' cieli patisce t'orza, et
li

lo)

El reame

lenti lo rapiscono.
l6,i

Li reami del cielo.

182

importunamente

non prenderai el pane del sacramento. Ma non ti parr (1) die sia violenzia, quando, la
,

carne desidera

d' essere quello,

che

Dio?

desidera salir a giudicargli

angeli, onde gli angeli

Priegoti, esci fuori del corpo


cliettino (3), e

minarono? (2) un poagli occhi

in

luogo delle presenti


dinanzi

fatiche, dipigni

tuoi la merc, la quale alcuno occhio

non veduta, n orecchie udita,


ne in cuor
d'

uomo

salita (4).

Come

sar fatto quel d quando Maria,


verg'ini ti verr rincontro ? (5)

ma-

dre del Signore, colle compagnie delle

Quando

dopo el Mar Rosso (6), e dopo el summerso Faraone collo esercito suo, terr
(1)

(2)

Or non ti pare. Et essa per dovere judicare

gli angeli,

ascende l dove gli angeli ruinorono? (3) Fuoco. (4) Et dipingi dinanci da tuoi ochi la mercede de la presente faticha la quale ne alcuno ochio ha veduta ne urechie ha udita ne in cuore d' huorao venuta.
(5)
(6)

ricontro.

El transito del Mar Rosso.

183
el

suono

(1) in

mano,

canter in(2):

nanzi a queg-li, che risponderanno

Cantiamo
perci che

al
(3)

Sig-nore gloriosamente,
egli magnificato; el

cavallo, e chi vi

tato nel

monta (4) su, gitmare? Allora la tua sorella


(5)

Tecla verr
tro (6)

volando a abbracciarti:
ti

allora esso tuo sposo


,

verr riscon-

e dir

Sta su, vieni, pros(7^,

sima mia, bellezza mia


mia, imperci che
andata.
,8)

ecco che la
(9)
si

colomba temse ne

pesta passata, e la piova

Allora gli angeli


:

mara-

viglieranno, e diranno

Chi

costei,

quasi come la luce

mattutina (10),

tyrano, ecc. - Il (1) Tenendo quel tympanum tenens Maria soror Aaron, ecc.
(2)

testo:

Doverano rispondere.
Perch.

(3)
(4) (5)

Et

chi gli era sopra.

Tecla lieta verr.

(6)
{1}'

riscontro.

Sposa mia.
Perch. Piogia.

(8)
(9)

(IO)

Risguardante da
di.

la

lunga, quasi come la

luce del principio del

184
bella

come luna,
ti

eletta

come
e

el sole"?

Le
no,

figliuole
le

vederanno,
e le

lalderanti

reine

(1)
(2).

concubine
ti

pre-

dicheranno
scontro

Et

allora

verr ri-

un

altro coro di castit;

Sara

verr colle maritate;


di

Anna

figliuola

Samuel

in diverse
spirito le

(3j colle vedove. Saranno greggi colla carne, e collo tue madri (4). Ralleghert'

rassi quella perch

generata

(5);
(6)

far festa quest' altra, perch se'

uscita degli affanni

del

mondo

(7).

Allora veramente

el

Signore salir

sopra l'asina, et interr nella celestiale

voli, de' quali

Gerusalem. Allora quegli par(8) in Esaia parla el Signore (9), dicendo: Io, e li fanciulli,
(1)
(2)

Lauderanno,

et le regine.

Predicheranno.

(3)
(4)
(^)

Phamuel (sic). Le tue madre de

la carne, et del spirito.

Se alegrer quella che ta generata. (6) Nel codice si legge la variante: . (1) Che te ha insegnata. - Il lat. stampato: Laetabitur illa quod genuit exultahit ista qvod
,

docuit.
(8)

Picoli

de

li

quali.

^9)

Salvatore.

185
e quali

m' dati el Signore, sollevando le palme della vittoria (1), canteranno d' accordo con una medesima voce: Laude a te in cielo (2): benedetto colui che viene
nel

nome

del

Signore: laude,
Allora
e

gloria a te in cielo.

cento

quaranta quattro
(3)

migliaia nel
e de'

cospetto

del trono,
e

pi antichi terranno
el

suoni

(4),

canteranno

nuovo

cantico, e nes-

suno potr sapere (5) quel cantico, se none el numero difinito. Questi sono quegli, e quali 6) non
f

si

sono imbrattati
e

colle

femmine
1'

(7),

perch vergini stetteno


quegli,
quali
(6)

(8).

Questi sono
agnello

seguitano

(1)

dato

el
(2)

Ecco io, et li puti mei, li quali lue ha Signore, sublevati le palme, ecc. Nel codice scritto anche: o salva noi,
Nel latino: Osanna

come

nel!" edizione ferrarese.-

in excelsis.
(ij)

Migliara, nel conspecto, ecc.

(4)
(5)

Le cythare.
Dire.

(6)

Quelli

li

quali.

0) Inquinati con temine.


(8)

Fumo.

186

dovunque va

(1).

Quante
ti

volte la

vana

quante volte tu vederai nel mondo alcuna cosa gloriosa, lievati su eoliamente

ambizione del secolo

diletta,

al

paradiso (2),
sposo tuo

comincia a
(3),

essere

quello, che tu sarai


lo
:

e udirai

da

Pon me come segnaculo


uno segna-

nel tuo cuore (4), ccwne

rello di gioie nel braccio tuo, e for-

tificata nella

canterai:

mente e coli' opera (5), Le molte acque non potranno spegnere la carit e non sar
,

coperta da' fiumi

(6).

(1) (2)
(3)
(4)

(5)

Dove lui va. Ascendi con la mente, ecc. Tu hai ad essere. Ponimi come signacolo. Et corroborata con la mente,

et

con l'opela

ra, ecc.
(6)

charit, et

Molte acque non potranno estinguere li fiumi non la copriranno.

INDICE DEI CAPITOLI

Gap.

I.

Come

la induce

a.

ri-

nunziare al mondo ed
al parentado.

II.
. . .

pag. 41
a
,

Come
umilt
,

la
e

conduce
a timore

confortala nelle
tazioni

ten

47

III.

Come

le

pone l'eseme

plo di se,

di molte

battaglie, cA' egli ebbe,

ed inducela
nenza,
zio
e

all'

astiil

biasima

ri-

della gola

...

60

IV. Come biasima la lussuria ^


ni;
e le

sue cagio-

ponendo

esemplo

188
di molti, che

cadono

in ci

pag. 71

Gap.

V. Come V ammonisce al ben considerare, e de-

gnamente tenere r eccellenza del suo stato

83

VI.

Cortie

si

scusa
al

che

non detragge
monio,

matri'po.

ma

innanzi
.

ne la verginit

94

VII. Come

le
,

mostra
e

la

sua

dignit

indiicela

ad

aversi in riverenza, e

ben gtiardarsi

...

110

Vili. Come

r ammonisce

contro alla vana gloria, e appetito di fa-

ma
e

di santitade,

par-

lando centra vari modi


difetti delle persone

spirituali

124

IX. Come

la induce a

porle

tarsi dolcemente con

sue ancille

di

non

189
mostrarsi troppo
.

sa-

Cap.

via, e letterata pag\ 137 X. Come l'ammonisce che ella non sia avara, e

mostrale

li

veri beni,

inducela a pazienza 147

XI. Come

le

descrive

tre

generazioni di monaci,
e le loro

usanze,
e

con-

dizioni

inducela a
.

molto orare

...
a

156

XII. Come

V ammonisce
d' altrui,
e

non giudicare, ne dire


male
inducela
vergine

a seguitare la

Maria
le

lo

168

XIII. Come

descrive

beneficio delV Incarna-

zione del Figliuolo di

Dio,
sare

inducela a pendella
celestiale

gloria di vita eterna 176

TAVOLA
di alcune Voci e Maniere, che non
si

leggono
o

nel

Vocaholario

della

Crusca^

che per

altra cagione

son degne di nota.

(Nel compilare questa Tavola mi son giovato, per le lettere A e B, della quinta impressione del Vocabolario. Non ho potuto esaminare i fogli della C, gi stampati. Dei numeri a ciascuna voce o modo, il romano indica la pagina, l'arabico la linea dove leggonsi gli esempi
.

Accecato degli occhi, LXIX, 13. La Crusca ne reca un solo es. della Secchia
Rapila.

Accennamento d'occhio, LXXIX, Oculi nntis. Il Cavalca Cenno.


cabolario cita

1. Il

Lat.

Vo-

un solo es. Accortamente, CXXXIII, 1. Cortamente, Brevemente, come scrive il Cavalca.

192
Lat. Strictim.
protesi.

Manca

es. di

questa

Adoperare,

CLXXIX,

15.

Cagionare,

Produrre. Lat.
Fare^ Operare

O^emn. Il Vocabolario

registra questo verbo nel senso di


;

ma non
Anche

nel partico-

lare iProdu're.
strarli,

negli

Ammae-

degli Ant. si

V astinenzia adopera
135 dell' ne sono altri ess.
scandaloso,
l

come Pag. Ediz. di Firenze 1840. E ve


legge:
sanit.

Adulterio della lingua,

CXL,8.

Parlare

Cavalca traduce egualmente. Manca.


twrharsi,

Affannare,

XLIX, 6. Neutr. Pass. Concome ha il Cavalca. Es. de-

gno di essere aggiunto.


Affannarsi,
Il

Detto degli affetti. il Lat. Aestuare. Manca in questo senso. Agapetana, LXXX, 12. Dice vasi della vergine, che professato il celibato coi monaci, dimorava, non senza offesa
11.

CXV,

Cavalca

Bollire, ed

della disciplina ecclesiastica, nelle

stesse

case

Kyunvxo^i^.

quelli. Dal greco di Vedi H. Stephani, Thes.

Graecae Linguae.

Lat. Agapetae.


193
Air usato. V. Usato.

Ammezzate parole, CXL,

6.

Rotte,

Pro-

ferite a mezzo. Lat. Diriiidiata verba.

Ecco un altro es. di questo modo, die non certo nato, com'altri disse, dal caso, o dall'errore, ma dal latino. Veggasi quello che ne scrive il
Glierardini, Voci e

mentando

il

Man. II, 418, comVarchi nell' Ercolano


,

pag. 74 dell' Ediz. di Firenze 1730. Si hanno ess. di Amniezza'z, Ammezzamento, e Ammezzatore nel Crescenzi, tqW Avventuroso Ciciiano , e nella
Storia di Ajolfo del Barlicone.

Amministrante, CLII,
Ministrans.
corvi. Il
corhi.

Per gli amrninistranti Cavalca: Pel ministero dei

15.

Ministrante^ lat.

Manca.
alle delicatezze.

Ammollire

CXXXIX, 10.

Snervare, Infiacchire. W Cavalca: .1?/^mollare, senz' altro. Nel Vocabol. non


ce n' es. che del senso neut. pass. Andare notabilmente, 'L'YLSllL^Q. Andare
vestito sfarzosamente. Lat. Notahiliter

incedere. Bel

modo da aggiungere.
Andarnento non

Andar

rotto,

LXXX, 2.

194
composto come traduce Il lat. Fractus incessus.
,

il

Cavalca.

Angosciosa
stiosa,

CXVIII, 14. Forse Angolegge in Fra GuittoManca in questo ne. Lat. Angusta.
via,

come

si

senso.
Attrattabile,
Trattabile,

LXXVIII, 13. Protesi di ed ha nel nostro un senso

alquanto diverso da quello di Benigno, Mansueto^ che, assegna la Crusca.


Il lat. Le])idus, cio,

Grazioso, Pia-

cecoJe.

usare,

LXXVIII,

12.

Perch

si

usi.

Manca. 11 Cavalca meno elegantemente: Per uso.


Avere ansiet
di
...

CLIX,

10,

Sentir
....

tarharnento, od inquietudine di

Fluctuare, nel lat.


sere tentato.

Cavalca: EsManca in questo senso.


Il
6. Il

Avere

in

desiderio, CLVIII,

testo

ha: Affectata sunt Oinnia,Qi Cavalca

traduce,

come abbiam veduto: Avere


e notabile.

ogni cosa singolare^


nersi,

Le due

versioni possono egualmente soste-

avendo

la T^?Lro\?L Affectata,

anil

che

il

senso di Desiderate.

poi

195
nostro un bel modo, che non trovo nel Vocabolario. Avere l'ospite all'albergo, CXVl, 11. Il Cavalca: Riceverlo dal lat. Hosjntem
s usci}) ere.

Manca.
di ,..,

Aver3 sospetto
n'

LXXIII,

16.

Avere

timore rfz...Nel Vocabolario

non

ce

che un solo
,

es. di
5.

G. Villani.

Balbetioante
alla

CXL,

Frequentativo

di Balhettante. Lat. Balbutiens.

Manca

Crusca, la quale d nota di anticato al verbo da cui proviene questo participio. Mi par degno di essere rimesso in uso.
Banchetta,

CXXVIII,

10. Sgabello, Sedia.

Lat. Scabellitni.

La Crusca ne

reca

un
il

solo es.

Bruttura,

Ignominia, Cornelia nostro es. notevole. CLXXIV, 7. Turpitudine, lat. Tnrpitndo. Altro es. degno di nota. CLXVI, 1. Cosi ser Niccol tradusse la voce latina Opes, e ben fece per dare pi di evidenza al concetto. Xel Vocabolario manca in
I.

testo.

LVI, Agg.

il

senso sitfatto.

196
Che, LVII
,

16.

Checche^ lat. Quid.

Il

un solo es. Ciarlamento, CXXXVllI, 16. Loquacit


S'ocabolario ne reca
Ciarla. Lat. Confahdatio.

Manca.

Coppa CXXII,-1-CLXIII,2.I1 Cavalca, Tonica, ed infatti il testo ha: Tunica. S'aggiunga l'es. del secondo luogo, perch nel Vocabolario non se ne legge nel senso di Tonaca di
frate.

Circondare

CXVIII
5.
,

6.

- CXIX,

3 lat.-

CLXII,

Andare attorno, dal


quasi
Circa andare.

Circumire

Il

Cavalca Cercare. Manca. Clarit, CXLIII, 9. Dal lat. Claritas. Il Cavalca: Chiarit. IS'el Vocabolario non ne veggo ess. che del senso traslato.

Combattere, CXLIX,
vagliare. Il

11. Percuotere,

Tra-

Cavalca, Affiigere. Lat. Colaphizo. Il Vocabolario ne ha un


,

solo es.

Commutazione, CXL 9. Convenienza, come ha il Cavalca. Lat. Communicatio. In questo significato manca
n mi pare strafalcione. V. Consentimento.

197 Compreso, XLIT, 12. Preso e Colto, bianca cos usato. Leggesene un altro es. negli Ammaestr. degli Ant. pag. 249,
edizione citata. Conchiuso, CXYII, 12 CLXXYI, 12. Chiuso, dal lat. Condusus. Il Cavalca traduce anche Rinchiuso. Manca. Di Co<?///?^^^/'^ pel semplice Chiudere se ne ha es. negli Ammaestr.

degli Ant. Ediz. cit.

Congiunto agli abbracciamenti. XLII, 8 Ahhmcciare, come traduce il Cavalca, ed modo da registrare. Consentimento, CXL , 10. Lat. Consensus,

nel

significato

medesimo

di

Convenienza , notato alla voce Commutazione: manca. Consolazione Fare ]. V. Fare consolazione.

Contendere, XLVII,
glia,

9.

Essere in battail

Cavalca. Xon trovo es. nella Crusca di quest' uso metaf. Contribuire CLVII 12. Mettere in cor/lune. Il Cavalca: Partire. Lat. Con/erre partes in medium. Manca. Costura (Senza) LXLVI, 12. Senza cu-

come

traslat

citura. Lat.

Pnconsutns.

La Crusca

198 non ne reca che un


viene
tratto
in

es. Ad ognuno mente quello stupendo della Dh\ Comm. Purg. C. XIII.
le

devote

Ombre, che per V orribile costura Premevau s, che bagnavan le gote.


Crivellare.
Cribrare.

LI, 11. Manca.

Tribolare.

Il

Lat.

Crocifggente.

CLXXVII, 5.

Lat. Cruci5.

fgens. Manca. Declinare l' orecchio.


gere orecchio.

Manca. V. Inclinare.
legge

CXII

Por-

Di Dicinarsi
per umilt, V Tmitaz. di
l'

in senso di Abbassarsi
si

un

es.

nel-

Cristo, pag.
,

112, delspiega:

Ediz. di

Dichiarire,CI^XV,

Modena 1847. 15. La Crusca

Chiarire, Cavar di dubbio.


fusar/iente
lat.

Nel no-

stro significa Dire 2nen amente,


,

come ha
2.

il

e difCavalca. Il

Explicare.

Dilombato, notevole
Dissoluto,

CXL.
,

Fiacco.

Agg.

es.

ed antico.

XLVIII, 13. Detto del corpo dopo morte disfatto. Lat. Caro disIl Cavalca nel Dialogo soluta.

di S. Gregorio

Se questa nostra casa

199
terrestre di questa abitazione sia

soluta
16

disfatta.

disLib. lY, Gap.

- Torino,

1851,

LXXX, 3. Detto delle gambe mosse non compostamente nel camminare.


Lat. Solutis gemihus.

%%

CXL,

4.

Detto

delle

labbra
parlare.

mosse sguaiatamente nel

Lat. Dissoluta lahia. Nel Trattato di Dottrina Cristiana, Bologna, 1859,

pag. 32: ...


soluti
,

in fare ci atti

ridendo o

motteggiando

discon

muovere altrui a cose somiglianti. Mancano tutti questi modi.


Dtraere,

CLX

III, 5.

Detrarre.

Manca

cosi scritto.

Dolcezza,

LXIX,

l.Sajore che hanno in

s le cose dolci.

Cos

il

Vocabolario,

senza recar
Eccelso,

ess.
14. Sost. ^^qv Altezza.

CLXXV,

Lat. Excelsiini.

La Crusca ha

solo

ess. dell' addiettivo.

Esterminare,
:

Economo, V. Iconomo. CXXVIII,

15. Guastare. Il

Cavalca Sterminare. La Crusca reca un es. somigliante tolto dalla Medicina del Cuore; si potrebbe aggiun-

, .

200
gere questi dei due volgarizzamenti dell' Epistola ad Eustochio.

CLYIII
gere, metaf.

13. Cacciare

Non

nel

Distrugy Cavalca, n
4.

nel Vocabolario. Fare consolazione, CXXXVIII,


solare
,

Con-

dal Lat. Consolari. La Crusca ne ha un solo es. del Cavalca,


Speccliio di Croce.
11.

Fare satira, CLI


derli.

Nel Codice la

postilla: incogliere e vizi per ripren-

Lat.

Fastellino,

Ne satyrarn, putes. Manca. CXIX, 8. Fascicolo, come

ha il Cavalca. Agg. es. Favoreggiare, CXI1I,7. Avere ingrazia alcuno. Il Cavalca: Piacere a .. che non rende esattamente il. senso dell' originale. - Tra i vari ess. recati nel Vocabolario non ne trovo
,

uno nel preciso


stro.

significato del

no-

Fermarsi

riscontro. V. Riscontro.

Festareccio,

CXXXIII,

4.

11

Cavalca:

Per

(ey/ijjo,

dal Lat. Festinus; e per

avventura ser Xiccol tradusse festareccio tratto

per distrazione in indi

ganno dalla somiglianza

suono

201

non perch
stra lingua

tal voce
il

abbia nella no-

significato della latina.


16.
il

CXXXIX,

a significare

lat

Meglio qui usato Festicv.s. Merita


4.

di essere registrato.

Fidatamente

CLXXXI,

Con ferina
:

fidanza , lat. Confidenter. Il Cavalca Arditamente. Agg. es. all'unico re-

cato dal Vocabolario. Finalmente, CXVI, 5.


Lat. Antern. Manca.

Ej'ijtv.re

Ma.

Giaccio,

CITI, 20. Covile.


18.
Il

Lat

Cubile.

Manca. Iconomo, CLXIl,

Cavalca: Sin-

daco, e Dispensatore maggiore. Si agg.


il nostro es. ai meno antichi del Borghini e del Segneri. Imbiancato, XLIV, 10. Bianco, candido.
,

Lat. Dealhatus.
solo es.

La Crusca ne ha un

impazienza
13.

di freddo (Con; CXXX, Xon soffrire pazientemente ilfreddo. Modo notevole e non registrato. vero che il Lat. ha invece: Pa,

tientia frigoris, e

che

il

modo

liano dice

il

contrario;

ma

itaper

frase per s bella.

^202

Incendersi, CXXXVIIT,9..4r(/.(?r^ di deside-

come spiega il Cavalca. TI lat. Uri, Vocabolario reca un solo es. somigliante del Cavalca, ma nel significato di Ardere d'ira. Inclinare l'orecchio, XLT, 5, Prestar r orecchio, Lat. Inclinare aurcrti.
rio,
TI

Manca.
Indolcire,

LXTX,

8.

Fare divenir

dolce.

Manca es. antico. Industriamente, CXXVTTT, 11- IngegnoLat. Dnlcoro.re.


sameite, Artificiosaniente. Il

Cavalca.
industria.

Per

industria.

Lat.

Ex

Manca.
Inebriare,
es.

LXVI, lO.Xeutr. Pass. Manca


nella
Collazione
dell'

Cos

Ah.

Isaac,

Roma, 4843,

pag.

62: Sic-

come coloro , che inebriano del vino. Cio s' inebriano. Infamia, CXXXIV, 7. Ingiuria, Vil:

come volgarizza il Cavalca voce latina del testo: Conriciv/m. TI Vocabolario non registra Infamia che nel significato comune di Catlania,
la
tiva

fama.

Infelice,

LXXVTT, 5. Detto della coscienza lorda di peccato. Cos anche il (^a-

203

valca

dal

lat.

Lifelix,

Manca

ai

Vocabolario es. simile di cosi bello aggiunto. Infermo nella Fede, CXXXVIII, 8. Lat.
Infirmior in
fide.

Traduce

allo stesso

modo
porge
Instante,
stans.

il

es.

Cavalca. La Crusca non che del senso proprio.


12.

CHI,

Urgente.

Lat.
la

Invoce

La Crusca
es.
,

registra
Plur.

senza porre
Intestine
.

LXXIII, Agg. d' Intesi in


,

9.

fera

min.

es.

Invanire

CXXXIX,

14.

Usato

attiv.

Far

vano , come si legge nelF Ediz. di Ferrara. Il Cavalca men bene Far contro. l.Sit. Irrititm facere. Il ^'ocabolario ne ha un solo es. Involtura, LXXIX, 12. Veli, o Bende av:

volte intorno al capo.

Libello,

Manca. CVIII,9. Opera, Libro, Trattato : cosi il Cavalca. Il Vocabolario non registra ess. che di Dante. -

Nella Collezione di Opere Inedite o Rai e, Torino, Pornba , 1861, pag. 295, leggo: Et voglio che tu sapjn che noi ave mo grande recreazione leggiendo
lo

tuo libello.

204
Lusingarsi,

LXV ,IQ. Blandirsi,


,

Careg-

giarsi. Lat.

Blandiri sili. Uso noteignoto agli vole di questo verbo

Accademici.
Maritile,

tagUetta.

CXXXIII, 9. Il Cavalca: ToN qui Mantile ha il si,

gnificato attribuitogli dalla Crusca di Tovaglia grossa dozzinale. Il lat.


infatti: Mantile elegans. Si

corregga

adunque

la definizione

e si

con-

forti col nostro es.

Messa, CI, \S. Pollone , Germoglio delle piante. Agg. es. all'unico del Da-

vanzati. Obbrobri, LYI, 2. Es. del plurale da agg. al solo, che la Crusca ha tolto al Serdonati. Anche il Cavalca usa tal voce al plurale.

Palma

de' vizi,
il

CXII
es.
si

4.

Vittoria

dei

vizi, COSI

Cavalca. Lat. Palma vi-

tioriim.

Questo

voce Palma non


gnificato di
ben operare.

mostra che la usa solo nel si,

Vittoria

guadagnata in

Pensare

procacciarsi

16. Pensar di Nel Vocabolario non trovo che un es. somigliante:


i

veleni

LXXVII,

i veleni.

205
Pensar villania
villania.
,

per
9.

Pensar di fare
Xeutr.
Assol.

Pericolare, CL-XX,

Apostatare, com' tradotto dal

Ca-

Facere naufragiuni. Significato notevole e degno d' esser accolto nel Vocabolario. Piedi sollazzanti, V. Sollazzante. Pippio, CXXXIV, 5. Pipinone. Il Vocabolario non registra Pi2)j)io che nella significazione di Beccuccio.

valca

il

modo

lat. fig.

Pollerin) dell'asina,

CXIV,
;

5.
il

Asinella.

Lat. Pv.llus asinae

ed

Cavalca:

Asina. Manca.
Preposto,

CLIX,

5.

Nel qual luogo per


la dignit

errore tipografico. fu stampato in-

vece Proposto. - Chi gode


della prepositura.
11

Cavalca egualmente Preposto^ usato sost. Ma la Crusca non reca ess. che di Propo-

sto.

Preposto si trova eziandio nel Dilogo di S. Gregorio, e pi volte Preposito, che pur manca alla Crusca.
CXLIII,14-CXLIV,11.
Cavalca:
Giiodice

Presidente,

ha

il

ma

il

Lat. Prae-

sidens.

Agg.

es. antico.

Propiziatorio,

CXIV,

2.

Usato Sost. per

Mediatore di propiziazione, manca.

206
Provocare,

CX^XWU,V2. Eccitare, Com-

muovere. Usato assolut. sottintesovi al bene, o simile, non notato.

Puntura della carne, LUI, 3, Figiir. Stimolo, ComYiioi'iiiiento sensnah. anche


nel

Cavalca

ma

fu

dimenticato

dagli Accademici.

Raccozzare ad una cosa un'altra, LXXVIII, 14. Con ginn gerle. Il Cavalca Aggiungere ed il testo: Copulare. Il Vocabolario non ha es. di questo
:

modo.
Ragguardarsi dietro, XLII, 14. - Il Cavalca: Porsi mente dietro, e Volgersi indietro. Onde Rag guardare non si-

sempre, come vuole la CruMinutamente Distintamente Diligentemente considerare, ma anche Guardare. il semplice
gnitica
irca
,

Rapire,

CXXXIII,

14. Pigliare, o,

come

Cavalca: Togliere 2^er. amore, per forza, ma non, giusta il contesto, con assoluta violenza. Non e' es. puntuale di questo signifi-

ha

il

cato.

Razzare,

CXXXII,

7.

Raggiare.

Il

Vo-

207
il

nostro assai pi chiaro


il

proprio,

e antico.

Reclinare
.

4. Posare, Cavalca: Riposare il capto; ed un Cod. citato dal Bottari, ha: RicUnare. Lat. Recli,

capo,

CVI

Adagiare

il

capo. Il

Rendere conto

nare caput. Agg. es. la ragione, CLXII, 17. Render lat. Reddere rationem. 11 Vocabolario non nota che: Render ragione.
;

Ricidere,

XLV

7.

Ridurre al nulla.
15.

Bello

es.

da agg.

Rincontro (Andare),
dare incoiiiro,

CLXXXII,
scrive
il

An-

come

Cavalca.
Latini.
13. Il

Agg. questo

es. all'unico di B.

Riscontro (Fermarsi a),

CXXV,

Cavalca spiega invece Ristare. Lat. Consistere. Manca.


Riscontro (Veni e)

CLXXXIII

CLXXXIV,
ha
il

5.

Venire incontro,

8 come

Cavalca. Manca.

Risperso,
care

LXXIV,
LUI,
il

18. Asperso, ^d^nc^.

Ristrignere,
;

4.

Gastigarc, Mortifi,

cos

Calvalca

ed

il

testo
4 e
,

Reprimere. Manca.
Risucitare,
e Suscitare,

LIV

6.

Lat.

Suscitare ,

cio

Rilevare

nel

20S
senso
e
tg.

di Tornar

altrui
:

da mala

vita a virtuosa. 11

Cavalca Rilevare. Manca.


la

Suscitare,

Ritribuire

ritribuzione

LVIII
,

13.

Modo notevole da

registrare

che

ricorda gli altri composti coi verbi neutri rssoI. Cenar carne , Viver vita, Dormir sonno ec.
Rizzacrino,
strnra.

CXXXII,
da

7.

Lat.

Calamii capelli.

Ferro

arricciare

Manca. Rogna delle

nozze,

XCV,

8.

Prurito,

Vivo desiderio di contrarile nozze. Si

potrebbe far luogo nel Vocabolario

modo. Rompere la voce, LVII, 14. Alzarla^ Lat. Erumpere in vocem. Manca. Ruggito, LXXIII, 8. Lat. Rugitus. Detto per metaf. del ventre tormentato
a questo

dalla fame. Il Cavalca usa la voce

medesima, che manca


lario.

al

Vocabo-

Ruinare,
lat.

CLXXVIII,3. Cadere in 2)eccato, Cadere. Uso bellissimo di questo verbo non


Corruere. Il Cavalca
: ,

notato dalla Crusca.

209
Sago, CLXIII,
2.

pretta traduzione

di Safjim. Il Cavalca: Sacco; ma nel Dialogo di S. Gregorio us egli an-

cora Sago. Lib. II Gap.


Salvarsi
in

Xili.

Manca.
Cavalca:

un luogo, XLII, 11.


l.Vit.

Il

Ricoverare, dal
cio Scampare.
Satira. V.

Salvv/ni sefacere,

Il

Vocabolario non

ha che un es. del Redi. Fare Satira. Saturit, LXXII,I5. Saziet. Il Cavalca: SatoUiiade. Agg. es. antico.
Schiuso,

LY,

2.

Escluso, dal Lat.


:

Exes.

clusus. Il

Cavalca

Cacciato.

Agg.

ben chiaro. Scopritura, LXVII, I. Lo scoprire: Niidatio. La Crusca non reca che un es.
del Crescenzi.

Secolare,
libro.

CXLV,

6.

Profano, detto di

Agg. es. Segnarello,CLXXXVI,9.Yezz.di Segno,


Segnacolo, che si legge nel Cavalca, ed eziandio neW Esposizione de' Van-

Lat. Signaculurn. Tra gli altri diminutivi accolti nel Vocabolario, questo terrebbe un bel luogo. ^Sequela, C, 13. linitazione. Non nel Cavalca che in questo luogo si
geli.
,

14

210
tiene, contro
al testo.

Manca

sua usanza, pi stretto poi in questo sico'

gnificato al Vocabolario.
Sollazzanti

(Procedere
per:

piedi),

LXXVIl,
il

10. Zudentihits x>edibis,

che

Cavalca volta

Andare laldanIl

zoso.

modo

ignoto alla Crusca.

Sollazzare,

LXVII,8. Neutr. Pass.

Cavalca: Studiare, similmente neutr. pass. Lat. Liulere. Es. degno di essere agg. o scambiato con alcun altro gi registrato. Sollicitare, LI, 6. Neutr. Pass. Procacciare. 11 Cavalca: Cercare, dal Lat.
Festiuare.
Sovvertire, LI,
il

traduce ed nel senso fig. di Corroriipere, Indurre al male. Il Vocabolario non ha es. chiaro in questo significato.
,

Manca. 9. Far cadere


il

Cavalca

Lat. Suhvertere,

Spezie

d'

uomj

(In),

CLXXI,

l^.In viri

In sembianza d'womo. All'unico es. della Crusca non sarebbe soverchio agg. il nostro, o quello del Cavalca, che tutt' uno.
specie;

211
Studio,

CXV,

17.

SoUecitudine

U ojda

faticarsi. Es. di

notevole costrutto
,

da registrare. Suono, CLXXXIH

1.

Strumento

suonare. Tjmjaniim, Cithara, e

con-

formemente
Cetera.

il

Cavalca:

Cembalo,

uso non
,

avvertito.

Suscitare
Terribile,

V. Risucitare.

CXIII, 3. Spiacevole. Anche non in il Cavalca ha Terribile questo luogo, ma nelF altro a pag. CLVII 5, dove il Nostro traduce Oscurissitio. Agg. es. notevole. Timone, LXXXVI,17, dove per per errore tipografico fu stampato Timore. Guida. La Crusca reca un solo es. dell' Alamanni. Abbiamo veduto che il Testo ha Timor, onde quella
, ,

parola uno svarione, se la rifeal contesto latino; ma considerata per se, e come intese la frase Ser Niccol, porge un buon es. di quella significazione. Usato (All') CLTX, 15. Giista l'uso. Lat. Ex Tiiore. Il Cavalca, Per usanza. Il Vocabolario non cita che il Firenzuola.

riamo

212
Venire riscontro, V. Riscontro.
Veterana,

CXXXVI, 3. Detto per somiglianza delle monache attempate. Il Cavalca: Antica. La Crusca ha scio es. nel senso proprio. Volont di un senso, XCVIII, 5. Intendimento , Significato di j^arole. Lat.
Vountas.

Manca.

Errori

Correzioni

Pag.
^

16

lin.

23
41

>>

12 riccordiauo 20 dolcementa l3demonij,ed


abiti

riccardiano

dolcemente
demonii, et abiti
dimenticato

43
4~

12
11

dimengli

ticato
>>

tra'

scorpioni

tra gli scori>iuui

86 149
159 193

l"?

timore 14 mi com:

timone
mi compiaccio
preposti

piaccio
\>

5 proposti
11 amraezzarz

ammazzare

Gibeilo Novella inedita in ottava rima. Commento a una Canzone di Francesco Petrarca. Vita e frammenti di Saffo da Mitilene. Rime di Stefano Vai rimatore pratese Capitoli delle monache di Pontetetto presso Lucca. Il libro della Cucina del sec. XIV. Kistoria della Reina D' Oriente. .42, La Fisiognomia trattatene. 43. Storia della Reina Ester. 44. Sei Odi inedite di Francesco Rdi. 45. La Istoria di Maria per Ravenna. 46. Trattatello della verginit. 47. Lamento di Fiorenza. 48. Un viaggio a Perugia. 49. il Tesoro canto carnascialesco. 50. Storia di Fra Michele Minorit. 51. Dell'Arte del vetro per musaico. 52-53. Leggende di alcuni Santi e Beati 54. Regola dei Frati di S. Iacopo. 55. Lettera de' Fraticelli a tutti cristiani. 56. Giacoppo novella e la Ginevra novella incominciata
i

33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41.

Epistola di Alberto degli Albizzi a Martino V.


I

L. 2.

Saltarelli del

Bronzino Pittore.

2.
3.

50
50

2.

3. 2.
2. 6. 3. 2.
1.

50 50

2. 2.

2.
2.


50

2.

1. 50 6. 6. 10. 50

"

5.
1.

57
58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67.

La leggenda

di

Sant'Albano.

Sonetti giocosi. Fiori di Medicina.

Cronachetta

di

Gemignano.

Trattato di Virt morali. Proverbii di messer Antonio CornazanoFiore di Filosofi e di molti savi. di Roma. Il libro dei Sette Savi Del libero arbitrio trattato di S. Bernardo. Delle Azioni e sentenze di Alessandro De' Medici. Pronostichi d' Ippocrate. Vi unito: Della scelta di curiosit letterarie. 68. Lo stimolo d'Amore attribuito a S. Bernardo. Vi unito: La Epistola di S. Bernardo e Raimondo. 6^. Ricordi sulla vita di messer Francesco Petrarca e di Madonna Laura. 70. Tractato del Diavolo co' Monaci, 71. Due Novelle. 72. Vbbie Ciancioni e Ciarpe. 73. Specchio dei peccatori attribuito a S. Agostino. 74. Consiglio contro a pistolenza. 75-76. Il volgarizzamento delle favole di Galfredo. 77. Poesie minori del sec. XIV. ,
78.

50

3. 4.


50

2.
3.
2.

6.

8. 3.

50

60

3.
8, 6.

50

3. 3.

50 50

1.

2.

3.
3.

2.

2.

14.
4.
2.

^ 50 50
50

50

Due Sermoni
losef.

di

Santo

Efrem

la

Laudazione

di

79. Cantare del Bel Gherardino. 80. Fioretti dell' una e dell'altra fortuna di 81.

L.

2.

Messer Fran8.

82. 83. 84. 85.

861
89.

cesco Petrarca. Cecchi Gio. Maria. Compendio di pi ritratti. Rime di Bindo Bonichi da Siena edite ed inedite. La istoria di Ottinelio e Giulia. Pistoia di S. Bernardo a' Frati del monte di Dio. Tre Novelle Rarissime del Secolo XIV. 862 87-88. Il Paradiso degli Alberti, ritrovi e ragionamenti del 1389.

50 50

3.
7.

2.
7. 5.

40. 50
inedito del secolo XIV agdel Pecorone. Vi unito:

Madonna Lionessa, cantare

90.

91.

^.
93. 94. 95. 96. 97.
98. 99. 100. 101. 102. 103. 104.

giuntovi una Novella Libro degli ordinamenti de la compagnia di S. Maria del Carmino scritto nel 1250. Alcune Lettere famigliari del Sec. XlV. Profezia della Guerra di Siena. Vi unito: Delle Favole di Gaifredo pubblicate da Gaetano Ghjvizzani. Vi pure unito: Due Opuscoli Rarissimi del Secolo XVI. Lettere di Diomede Borghesi. Vi unito: Quattro Lettere inedite di Daniello Bartoli. Libro di Novelle Antiche. Poesie Musicali dei secoli XlV, XV, XVI. L' Orlandino. Canti due. La Contenzione di Mona Costanza e Biagio. Novellette ed esempi morali Apologhi d S Bernardino. Un Viaggio di Clarice Orsini.

4. 2.

50

5.
3.

50

x>

7.
3.
1.
1.

50 50

50 50

La Leggenda

di

Vergogna.

105. 106. 107.


108. 109.

Sentenziato. Lettere inedite di B. Cavalcanti. Libro Segreto di G. Dati. Lettere di Bernardo Tasso. Del Tesoro volgarizzato di B. Latini Libro I. Gidino Trattato dei Ritmi Volgari. Leggenda di Adamo ed Eva Novellino Provenzale ossia Volgarizzamento delle an^> tiche Vitarelle dei Trovatori. Lettere di Bernardo Cappello. Petrarca. Parma Liberata. Canzone
(II)

Femia

3. 50 1. 7. 50 7. 8. 50 3. 80 7. 7. 10. 50 1. 50

8.

_
50

4.
6.

DI

PROSSIMA PUBBLICAZIONE

Sercambi Giov. Novelle.


Lettere inedite dei secoli XIII e XlV. Cosimo de' Medici scritta da G. B. Adriani non mai qui stampata? Novellette di Curzio Marignolli.
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fin

Rime

di

Leonardo

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J5M16
1^69

Hieronymus, 3aint Epistola de 3. airolajao ad Eustochic

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