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Sci.Electronics FAQ: Repair: Note sulla ricerca dei guasti e la riparazio...

elettrica, alimentatori, pacchi batterie, ed altre informazioni correlate

Note sulla ricerca dei guasti e la riparazione di adattatori per rete elettrica, alimentatori, pacchi batterie, ed altre informazioni correlate
Indice dei contenuti: q Capitolo 1) Prefazione
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1.1) Notizie sull'Autore & Copyright 1.2) Disclaimer Capitolo 2) Introduzione 2.1) Scopo di questo documento 2.2) Sicurezza

Parte I - Adattatori AC e Power Pack


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Capitolo 3) Informazioni generali sugli adattatori AC 3.1) Principi basilari degli adattatori AC 3.2) A proposito dei dati di targa degli adattatori AC 3.3) Perch gli adattatori AC utilizzano di solito grossi trasformatori? 3.4) Adattatori AC compatti Capitolo 4) Ricerca dei guasti e riparazione degli adattatori AC 4.1) Controllo degli adattatori di rete 4.2) Tester di polarit tascabile per adattatori AC 4.3) Accedere all'interno di un adattatore AC 4.4) Riparazione degli adattatori AC 4.5) Sostituzione degli adattatori e danni agli apparecchi 4.6) Inversione di polarit - meglio iniziare a pregare 4.7) Stabilire la tensione e la polarit degli apparecchi alimentati tramite adattatori AC Capitolo 5) Apportare modifiche o migliorie agli adattatori AC 5.1) Collegare adattatori AC in serie per ottenere pi tensioni 5.2) Collegare adattatori AC in serie per ottenere tensioni maggiori o minori 5.3) Sostituire le batterie con un adattatore AC 5.4) Convertire un adattatore con uscita in corrente alternata in uno a corrente continua 5.5) Aggiungere un regolatore integrato ad un adattatore o batteria

Parte II - Alimentatori montati negli apparecchi elettronici di consumo (inclusi gruppi di continuit)
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Capitolo 6) Alimentatori montati negli apparecchi 6.1) Tipologie di alimentatori Capitolo 7) Ricerca dei guasti negli alimentatori

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7.1) Alimentatore completamente defunto (non del tipo a commutazione) 7.2) Tensioni basse o mancanti in un alimentatore non a commutazione 7.3) Gruppi di continuit (UPS) e inverter di potenza

Parte III - Dispositivi di protezione montati negli apparecchi elettronici di consumo


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Capitolo 8) Dispositivi di protezione 8.1) Fusibili, circuiti integrati di protezione, e disgiuntori 8.2) Analisi Post Mortem dei fusibili bruciati 8.3) Sostituzione dei fusibili o disgiuntori 8.4) Commenti sull'importanza dei fusibili e protettori termici

Parte IV - Trasformatori di alimentazione montati negli apparecchi elettronici di consumo


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Capitolo 9) Trasformatori di alimentazione 9.1) Tipologie comuni di trasformatori 9.2) Diagnosticare i guasti dei trasformatori 9.3) Determinazione delle connessioni sui trasformatori di alimentazione sconosciuti 9.4) Determinazione delle connessioni ignote sui trasformatori di alimentazione internazionali 9.5) Stabilire la potenza (VA) di trasformatori sconosciuti 9.6) Stabilire le potenze di un trasformatore di alimentazione bruciato Capitolo 10) Ricerca dei guasti e riparazione dei trasformatori 10.1) Diagnosi dei guasti nei trasformatori 10.2) Riavvolgere i trasformatori di alimentazione

Parte V - Batterie montate negli apparecchi elettronici di consumo


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Capitolo 11) Batterie e pacchi batterie 11.1) Tecnologia delle batterie 11.2) Principi basilari sulle batterie 11.3) Caricabatterie 11.4) I commenti di Dave sulla costruzione di un caricatore per piccole batterie Piombo-Acido 11.5) Sostituire delle pile Alkaline con delle NiCd 11.6) E' possibile sostituire una batteria al NiCd con un grosso condensatore elettrolitico? 11.7) Determinare la reale capacit di un pacco batterie al NiCd 11.8) Le batterie NiCd e l'infame 'effetto memoria' 11.9) Manutenzione delle batterie NiCd 11.10) Perch questo argomento rester sempre aperto 11.11) Nickel-Cadmio contro Nickel-Metal-Hydride in due parole 11.12) Come identificare la tecnologia di pacchi batterie non contrassegnati 11.13) Alimentare dei LED a batterie Capitolo 12) Ricerca dei problemi e riparazione delle batterie

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12.1) Problemi negli apparecchi alimentati a batterie 12.2) Il pacco batterie NiCd non mantiene alcuna carica 12.3) Cos' questa roba nel mio pacco batterie NiCd? 12.4) Lo zapping per ricondizionare le celle in cortocircuito 12.5) I commenti di Tom per la manutenzione e l'alimentazione delle Nickel-Cadmio 12.6) Succo di batterie e contatti corrosi 12.7) Batterie che esplodono - queste cose avvengono davvero 12.8) Saldare le pagliette sulle batterie Nickel-Cadmio Capitolo 13) Informazioni correlate alle batterie 13.1) Utilizzare l'impianto elettrico dell'automobile 13.2) Come funzionano i prova carica incorporati sulla batteria stessa? 13.3) Eliminazione della batteria per computer laptop o elettrodomestico con batterie Nickel-Cadmio inutilizzabili

[Versione 1.06] [Ultimo aggiornamento 25/05/1998]

Capitolo 1) Prefazione
1.1) Notizie sull'Autore & Copyright
Note sulla ricerca dei guasti e la riparazione di adattatori per rete elettrica, alimentatori, pacchi batterie, ed altre informazioni correlate Autore: Samuel M. Goldwasser Correzioni/suggerimenti: Email Traduzione: Antonio Cristiani Correzioni/suggerimenti: ik7nxq@geocities.com Copyright (c) 1994-2002 Tutti i diritti riservati La riproduzione intera o parziale di questo documento permessa a condizione che siano soddisfatte entrambe le seguenti condizioni: 1. Questa nota venga inclusa per intero all'inizio del documento. 2. Non venga richiesto denaro, fatta eccezione per le spese di riproduzione.

1.2) Disclaimer
Adattatori per rete elettrica trasformatori, e finanche batterie, sono componenti critici per la sicurezza. La sostituzione con un dispositivo incompatibile o con caratteristiche non idonee pu provocare il danno o la distruzione dell'apparecchio da alimentare, come pure il rischio di scossa elettrica o di fulminazione in alcuni casi. Non possiamo essere ritenuti responsabili per eventuali danni agli apparecchi o al vostro ego, componenti bruciati, black out provocati all'intera provincia, piccoli (o grandi) buchi neri generati in modo spontaneo, distruzioni planetarie, o lesioni personali che potrebbero risultare dall'utilizzo di questo materiale.

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Capitolo 2) Introduzione
2.1) Scopo di questo documento
La presente raccolta di informazioni tratta la ricerca dei guasti, riparazione, e gli utilizzi (normali o non convenzionali) degli adattatori per rete elettrica, trasformatori, alimentatori montati negli apparecchi (non del tipo a commutazione), e batterie utilizzate negli utensili elettrici ed apparecchi elettronici portatili.
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Gli adattatori AC (anche chiamati alimentatori, trasformatori, wall adapters, power pack) sono quegli scatolini appesi ad una estremit del cordone di alimentazione di molti moderni apparecchi elettronici di consumo. L'uscita potrebbe essere una singola tensione continua o alternata, o svariate tensioni, con o senza regolazione. La maggior parte degli adattatori che erogano una corrente alternata sono costituiti da semplici trasformatori, con l'aggiunta di un diodo o ponte raddrizzatore e condensatore di filtro per la corrente continua. Spesso, si tende a chiamare 'trasformatori' tutti i tipi di adattatori inclusi quelli che erogano una corrente continua, ma ci non corretto. Altri modelli (quelli molto leggeri e compatti) potrebbero essere sofisticati alimentatori a commutazione. Nell maggior parte dei casi, l'uscita totalmente isolata dalla rete elettrica per ragioni di sicurezza. Ad ogni modo, alcuni modelli progettati per applicazioni tipo caricabatterie potrebbero non essere isolati e non andrebbero pertanto utilizzati per scopi diversi da quello originario. In questo contesto, con il termine 'trasformatori', intendiamo il solo componente magnetico reperibile negli adattatori per rete elettrica e negli alimentatori montati negli apparecchi. Gli alimentatori degli apparecchi sono quelle sezioni dell'apparecchio che forniscono varie tensioni (solitamente continue) necessarie al suo funzionmento. Osservate che in questo documento discuteremo dei modelli non a commutazione. Per maggiori informazioni sugli alimentatori a commutazione, consultate il documento Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di piccoli alimentatori switching. Le batterie sono reperibili in tutti i tipi di apparecchi oggigiorno. Le informazioni contenute in questo documento si riferiscono unicamente alle problematiche ed alla riparazione. Tale trattazione non da intendersi come una completa FAQ sulle batterie.

Nota: questo documento sostituisce i capitoli relativi agli stessi argomenti inseriti nei documenti "Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di piccoli elettrodomestici ed utensili elettrici" e "Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di apparecchi audio ed altra roba di vario tipo". Dove si faccia riferimento ad un altro documento, si assume che sia reperibile su questo stesso sito. Se il link non funziona, cercate il documento con lo stesso nome nella Sci.Electronics.Repair FAQ o presso uno dei mirror.

2.2) Sicurezza
Nel caso dei comuni adattatori AC basati su trasformatori, non esiste alcun pericolo all'interno una volta che il dispositivo scollegato dalla rete elettrica. Per i modelli a commutazione, consultate il documento Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di piccoli alimentatori switching per maggiori informazioni rispetto a quanto riportato nel presente documento. Qualunque fusibile interno contro le sovracorrenti o fusibile termico costituisce una funzione di sicurezza essenziale per un adattatore di rete. Tali componenti non devono essere rimossi fatta eccezione durante il solo tempo necessario alla ricerca del guasto. Se trovate un fusibile bruciato, utilizzate solo un ricambio idoneo. In ogni caso, sconsiglio vivamente di utilizzare un adattatore riparato richiuso alla meno peggio in condizioni di funzionamento non presidiato, visto che anche lo stesso contenitore sigillato fornisce una qualche ulteriore protezione contro il rischio di incendio. Ricambi economici sono generalmente disponibili.

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Per gli alimentatori montati negli appaeecchi si applicano le stesse precauzioni di base, ma l'accesso e la riparazione sono generalmente completati in modo molto pi semplice. L'unico rischio reale di un grosso trasformatore in ferro una volta scollegato dalla rete elettrica se dovesse cadervi sui piedi :(

Capitolo 3) Informazioni generali sugli adattatori AC


3.1) Principi basilari degli adattatori AC
Sembra che oggigiorno il mondo giri attorno agli adattatori di rete o 'Wall Warts' come vengono solitamente chiamati; ce ne sono di svariate concezioni di base. Nonostante il fatto che gli spinotti di alimentazione possano essere identici, QUESTI ALIMENTATORI NON POSSONO GENERALMENTE ESSERE INTERSCAMBIATI. Il tipo (in corrente continua o alternata), la tensione, la corrente massima erogata e la polarit sono tutti fattori critici per il corretto funzionamento dell'apparecchio alimentato. L'utilizzo di un alimentatore non idoneo o la semplice inversione di polarit possono danneggiare permanentemente o finanche distruggere un apparecchio. La maggior parte degli apparecchi protetta contro la stupidit ad un livello pi o meno elevato, ma non contateci. I problemi pi comuni sono dovuti al guasto del cavo di uscita o dall'estremit dell'alimentatore o dall'estremit dell'apparecchio alimentato, a causa delle ripetute flessioni. Per le procedure di riparazione consultate il paragrafo Controllo degli adattatori di rete. Trasformatore. Tutti gli alimentatori sono spesso denominati trasformatori. Ad ogni modo, l'apparecchio costituito da un semplice trasformatore solo se l'uscita in corrente alternata. Questi trasformatori tipicamente erogano delle tensioni comprese tra 3 e 20 V AC o anche oltre, con correnti che vanno da 50 mA a 3 A o oltre; gli intervalli pi comuni sono da 6 a 15 Volt AC per la tensione e da pochi mA a meno di un Ampere per la corrente. Tipicamente la regolazione di tensione molto scadente, per cui un alimentatore venduto per 12 Volt AC potrebbe tipicamente erogare 14 Volt AC in assenza di carico e scendere a meno di 12 Volt AC sotto il carico per cui stato costruito. Per ottenere l'approvazione, questi trasformatori devono essere protetti internamente contro il pericolo di incendio, anche nel caso in cui l'uscita venga messa in cortocircuito; a tale scopo potrebbe esserci un fusibile o disgiuntore termico localizzato all'interno degli avvolgimenti (e quindi inaccessibile). Supponendo di riuscire ad aprire l'alimentatore senza arrivare alla sua totale distruzione, semprech sia chiuso con delle viti e non incollato, e senza che siate necessariamente familiari con gli arnesi da scasso, se la tensione all'uscita degli avvolgimenti del trasformatore misura 0 Volt oppure molto bassa in assenza di carico con il trasformatore collegato ad una presa di corrente sicuramente funzionante, allora o il trasformatore si guastato oppure il fusibile interno si bruciato. In un caso o nell'altro, probabilmente pi semplice acquistare direttamente un nuovo alimentatore, ma alcune volte possibile tentare la riparazione. Occasionalmente, il guasto potrebbe essere semplice come una cattiva connessione all'interno dell'alimentatore. Controllate i sottili fili collegati alla presa di corrente come pure le connessioni di uscita. Potrebbe esserci un fusibile termico nascosto sotto gli strati pi esterni del trasformatore, che potrebbe essersi bruciato. Questi fusibili possono essere sostituiti anche se localizzarli pu rappresentare una sfida. Consultate inoltre il paragrafo Commenti sull'importanza dei fusibili e protettori termici. Power Pack in corrente continua. Oltre ad un trasformatore riduttore, questi apparecchi includono almeno un ponte raddrizzatore ed un condensatore di filtro; potrebbero esserci opzionalmente dei circuiti di regolazione, ma spesso sono assenti. Quindi, sebbene l'uscita sia in corrente continua, nell'apparecchio elettronico da alimentare sar quasi sempre presente una regolazione elettronica della tensione.

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Come nel caso precedente, potreste trovare della cattive connessioni o un fusibile bruciato all'interno dell'alimentatore, anche se i problemi pi comuni sono dovuti al cavo. Alimentatori a commutazione. Si tratta di completi convertitori AC-DC a bassa potenza che utilizzano un inverter ad alta frequenza; sono comunemente utilizzati nei computer laptop e nelle videocamere. La tensione (o le tensioni) in uscita sono abbastanza stabilizzate e spesso possibile il funzionamento a tensione universale, da 90 a 250 Volt in corrente alternata o continua. Ancora una volta i problemi al cavo la fanno da padrone, ma sono possibili anche dei guasti ai componenti dell'alimentatore a commutazione. Se in uscita non c' alcuna tensione ed avete eliminato il cavo come possibile problema, o la tensione in uscita appare e scompare ad intervalli di 1 secondo, allora possibile che alcuni componenti dell'alimentatore a commutazione siano guasti. Se la tensione in uscita assente, potrebbe trattarsi di un fusibile bruciato, di un cattivo resistore di startup, di semiconduttori aperti o in cortocircuito, di un cattivo controller, o di guasti ad altri componenti. Se invece la tensione appare e scompare, potrebbe trattarsi di un diodo o condensatore in cortocircuito, o di un controller guasto. Consultate il documento "Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di piccoli alimentatori switching" per maggiori informazioni, specialmente a riguardo delle precauzioni di sicurezza durante la riparazione di questo tipo di apparecchi. Consultate anche il paragrafo "Alimentatori degli apparecchi" nel documento "Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di apparecchi audio ed altra roba di vario tipo".

3.2) A proposito dei dati di targa degli adattatori AC


Quanto segue si applica principalmente agli adattatori AC che utilizzano normali trasformatori di alimentazione. Quelli basati su alimentatori a commutazione hanno la tendenza ad essere ben progettati a riguardo di una decente regolazione e dati di targa realistici. Naturalmente, risultano generalmente anche molto pi costosi! Non esiste alcuna regola standard per stabilire i dati di targa degli adattatori AC. Quando un particolare adattatore dato per ammettiamo 12 Volt, 1 A max, ci sono buone probabilit che la tensione in uscita possa aggirarsi sui 12 V con un carico di 1 A, ma non dato sapere cosa accadr a minor assorbimento. In effetti, con un carico leggero, la tensione in uscita potrebbe arrivare al doppio di quella nominale! Una situazione del genere potrebbe risultare disastrosa se viene collegato un apparecchio non pu accettare una tensione cos elevata. I dati di targa non danno inoltre indicazioni a riguardo del ripple (per i modelli a corrente continua) - il valore potrebbe essere qualunque. La durata utile di un adattatore AC (particolarmente quelli con uscita in corrente continua) fatto funzionare vicino al limite dei dati di targa potrebbe risultare molto breve. Perch? Perch spesso sono utilizzati componenti economici idonei solo per basse temperature di esercizio, non in grado di sopportare il calore. Per i modelli con uscita in corrente alternata, potrebbe guastarsi lo stesso trasformatore (o almeno il fusibile termico). Per i modelli con uscita in corrente continua, i condensatori elettrolitici potrebbero guastarsi molto velocemente. Il risultato pi probabile la tensione in uscita che sparisce del tutto (per i modelli in corrente alternata) o che scende enormemente con contemporaneo aumento del ripple (per i modelli in corrente continua). Se l'adattatore utilizzato con l'apparecchio per cui era progettato, si presume che il produttore abbia effettuato i controlli richiesti per assicurare la compatibilit ed una durata adeguata (sebbene non sempre sia cos). Ad ogni modo, se l'adattatore viene collegato ad un qualche altro apparecchio, la sua durata e quella dell'apparecchio potrebbero accorciarsi di molto rispetto al previsto, potrebbe persino verificarsi un guasto pressoch immediato.

3.3) Perch gli adattatori AC utilizzano di solito grossi trasformatori?


Le ragioni principali sono la sicurezza ed il costo.

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L'isolamento dalla rete elettrica essenziale per la sicurezza contro i rischi di scossa elettrica, nessuna parte accessibile all'utente deve essere connessa a nessun ramo della rete elettrica. Un normale trasformatore soddisfa automaticamente tale requisito. Sebbene delle combinazioni di componenti passivi possano ridurre il rischio di scosse elettriche, praticamente null'altro in grado di eguagliare la natura virtualmente a prova di guasto di un semplice trasformatore interposto tra la rete elettrica ed il circuito a bassa tensione. Per raggiungere un isolamento similare senza un trasformatore occorrerebbe un alimentatore a commutazione che in effetti contiene comunque un trasformatore ad alta frequenza per fornire l'isolamento. Fino a poco tempo addietro, questi sistemi erano molto pi costosi di un semplice trasformatore ma le cose stanno cambiando e molti apparecchi moderni non utilizzano pi un adattatore AC basato su tale approccio. Gli adattatori di rete a commutazione sono riconoscibili dal loro basso peso, uscita in corrente continua (probabilmente stabilizzata), e la conseguente raccomandazione di NON eliminarli per sostituirli con una normale presa elettrica!

3.4) Adattatori AC compatti


Questi adattatori fanno uso della tecnologia degli alimentatori a commutazione e possono pertanto essere di dimensioni e peso abbastanza ridotti. Oltre alle applicazioni sotto elencate, si stanno diffondendo in una variet di gadget ad alta tecnologia, dai rasoi ai Personal Digital Assistants. Attenzione: non tentate di smontare o riparare uno di questi adattatori a meno che non abbiate familiarit con le informazioni sulla sicurezza e la ricerca dei guasti a riguardo dei grossi alimentatori a commutazione, c' il rischio tutt'altro che improbabile di rimanerci secchi! Consultate il documento Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di piccoli alimentatori switching. Da Mike Schuster (schuster@panix.com) Per una qualche ragione sono stato affascinato dai piccoli adattatori di rete che utilizzano alimentatori a commutazione, visto che sono leggeri e possono fornire pi corrente rispetto ai modelli tradizionali a parit di dimensioni. Un modello che continua a catturare la mia attenzione molto utilizzato come caricabatterie da viaggio per telefoni cellulari. Questi aggeggi si collegano tramite un cavetto nella parte inferiore del telefono, similmente ad un caricabatterie alimentato dalla presa accendisigari per auto, solo che in questo caso sono pilotati dalla rete elettrica domestica. Il modello tipico un piccolo contenitore rettangolare, avente la dimensione di due batterie da 9 Volt collocate una di fianco all'altra, ed prodotto in China o Taiwan. Il lato da collegare alla presa elettrica si distingue per il fatto che i terminali elettrici sono allineati con l'asse maggiore del contenitore, piuttosto che diagonalmente come nella maggior parte degli adattatori di rete. Questo particolare rende possibile collegarne un certo numero uno accanto all'altro su una presa elettrica multipla. La faccia opposta contiene un LED triplo che pu accendersi rosso, verde o arancio sotto determinate condizioni che devo ancora comprendere. Di recente ho notato uno di questi aggeggi nei cataloghi K-Mart come parte di un sistema di alimentazione modulare per telefoni cellulari. Esistono svariati modelli di cordoni di alimentazione, ad ogni modo la spina da collegare alla presa accendisicari a 12 Volt DC interscambiabile ed connessa al cavo utilizzando un connettore telefonico modulare a 4 pin. Ciascun modello fornito con un cavo costruito per interfacciarsi al modello di telefono per cui venduto. Esiste anche una variante dell'adattatore di rete di cui stiamo parlando, che monta un connettore a 4-pin che si collega al telefono; tale adattatore venduto come accessorio ai cordono per corrente continua. Invece di utilizzare la presa accendisigari, si collega il cavo all'adattatore di rete per creare un nuovo dispositivo che utilizza la rete elettrica domestica. Cos ho preso l'adattatore ed ho iniziato ad esaminarlo. Secondo quanto riportato, in grado di erogare una tensione compresa tra 5 e 15 Volt DC a 750 mA. Dei 4 pin di uscita uno la massa, due sono collegati insieme ed erogano 14,35 Volt in corrente continua a circuito aperto, fino ad un massimo di 1,5 A. Sull'altro leggo circa 13 Volt rispetto alla massa. Spegnendo l'adattatore, c' una piccola perdita tra il pin "13 V" e la massa. Guardando all'interno, sul circuito stampato sono montati due circuiti integrati DIP a 8-pin, entrambi con le sigle cancellate. Uno vicino al trasformatore e l'altro vicino all'uscita in corrente continua. Tutte le piste del lato sull'uscita in corrente continua portano, direttamente o indirettamente, al secondo circuito integrato.
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La mia supposizione che il pin "13 Volt" sia in effetti utilizzato per programmare la tensione in uscita tra massa e gli altri due piedini collegati insieme. Il cavo venduto per ciascuno specifico telefono prevede al suo interno alcuni componenti passivi che programmano il secondo circuito integrato per produrre la tensione in uscita richiesta. Sto correndo troppo? Vorrei poter programmare la tensione a piacimento... qualche idea? Resistori?

Capitolo 4) Ricerca dei guasti e riparazione degli adattatori AC


4.1) Controllo degli adattatori di rete
Gli adattatori di rete non del tipo a commutazione (tipi 1 e 2 sopra elencati) possono essere facilmente controllati con un tester analogico o digitale. La tensione che misurate, sia essa in corrente continua che alternata, sar probabilmente maggiore rispetto a quella indicata sull'etichetta di un valore compreso tra il 10 e il 25%. Se invece non leggete alcuna tensione, provate a muovere, stringere, o comunque ad abusare del cavetto di alimentazione sia dall'estremit collegata all'alimentatore che dal'estremit collegata all'apparecchio da alimentare. Potreste riuscire ad ottenere un momentaneo contatto, almeno per avere la conferma che l'alimentatore vero e proprio funzioni. Il problema pi comune causato dall'interruzione interna di uno o entrambi i conduttori, in particolar modo ad una delle estremit, a causa delle ripetute flessioni o stirature. Assicuratevi che la presa di corrente funzioni, provate a collegarvi una semplice lampadina. Assicuratevi che un eventuale selettore di tensione sia regolato nella giusta posizione; con l'alimentatore scollegato dalla rete elettrica, spostatelo avanti e indietro un paio di volte per assicurarvi che i contatti siano puliti. Se la lettura della tensione per il momento corretta, provate a muovere il cavetto di alimentazione come gi fatto in precedenza per assicurarvi dell'integrit del cavetto; il contatto protrebbe essere intermittente. Sebbene sia possibile che l'alimentatore si guasti nei modi pi strani, la presenza della giusta tensione in uscita indica che l'alimentatore funziona correttamente.

4.2) Tester di polarit tascabile per adattatori AC


Questo utile ed economico dispositivo pu essere costruito dentro un involucro per penna a sfera o qualcosa di simile per fornire una conveniente indicazione del tipo, funzionamento, e polarit dell'adattatore di rete:

Sonda(+) o-----/\/\-----+----|>|----+---o Sonda(-) 1K, 1/2 W | LED verde | +----|<|----+ LED rosso Il LED verde si accende se la polarit dell'adattatore con uscita in corrente continua corrisponde alla polarit della sonda. Il LED rosso si accende se la polarit dell'adattatore con uscita in corrente continua l'opposto della polarit della sonda. Si accenderanno entrambi i LED se l'uscita dell'adattatore in corrente alternata piuttosto che continua.

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4.3) Accedere all'interno di un adattatore AC


Sembra che i produttori facciano a gara per creare apparecchi che siano il pi possibile misteriosi da aprire; non sempre cos, ma la tendenza troppo comune per essere una semplice coincidenza. q Alcuni utilizzano ancora delle viti, possibilmente con delle teste pi o meno strane. In questo caso possibile smontare l'apparecchio senza provocare danni, almeno in principio. Ad ogni modo, potreste dover reperire o improvvisare un qualche speciale cacciavite. q Alcuni sono completamente sigillati con resina epossidica ed impossibile aprirli senza ricorrere alla dinamite. Dimenticatevelo, pensate alla salute :) In questo caso l'involucro risulta solido e non ci sar 'gioco' premendo ai lati. Se l'involucro chiuso con della colla: q E' possibile utilizzare un seghetto o una lima sottile per tagliare con cura lungo la linea di colla con profondit sufficiente a seperare le due met dell'involucro. Fate attenzione a non distruggere i componenti interni! Percuotere un grosso coltello con un un martello potrebbe essere un sistema leggermente pi persuasivo. :) q In alternativa, con una morsa si potrebbe provare a premere diagonalmente sugli angoli opposti nella speranza di riuscire ad aprire l'involucro lungo la linea di incollaggio (o da qualche altra parte)! A riparazione avvenuta, le due met (o pezzi!) possono essere reincollari insieme con Duco Cement o sigillante per parabrezza.

4.4) Riparazione degli adattatori AC


Sebbene il costo di un nuovo adattatore sia di solito modesto, la riparazione spesso cos semplice da aver senso in ogni caso. Il problema pi comune (e l'unico che tratteremo in questo paragrafo) quello causato dal cavo di collegamento che tende ad interrompersi, o dal lato dell'alimentatore o dal lato dell'apparecchio da alimentare, a causa di ripetute flessioni del cavo. Di solito il cavetto si interrompe proprio all'estremit del passacavo in gomma. Se flettete il cavo, probabilmente constaterete che in questo punto si piega con pi facilit rispetto agli altri, a causa della rottura del conduttore interno. Se vi ritenete sufficientemente abili, potete tagliare il cavo in questo punto, rimuovere un pezzo di isolante sufficiente a mettere a nudo le due estremit del filo di rame non interrotto, e saldarle insieme. Successivamente isolate i fili di rame utilizzando qualche giro di nastro isolante. Nel caso degli alimentatori in corrente continua, assicuratevi di non invertire i due cavetti! I cavetti sono solitamente contrassegnati in qualche modo, per esempio con una striscia sul rivestimento isolante, un filo di cotone all'interno del rivestimento insieme al cavo di rame, oppure con dei conduttori color rame e color argento. Prima di tagliare il cavetto, annotate per sicurezza il giusto collegamento; al termine della riparazione verificate la corretta polarit con un voltmetro. E' possibile seguire la stessa procedura se l'interruzione sullo spinotto; in questo caso possibile acquistare uno spinotto di ricambio dotato di terminali a vite o a saldare, piuttosto che tentare di salvare il vecchio. Una volta completata la riparazione, controllate che sia presente la giusta tensione e con la giusta polarit prima di collegare l'apparecchio da alimentare. Questa riparazione potrebbe non essere bella da vedersi, ma funzioner bene, sicura, e durer a lungo se effettuata con cura. Se possibile aprire l'adattatore, visto che potrebbe anche essere chiuso con delle viti invece che incollato, allora potete saldare lo spezzone funzionante del cavetto di alimentazione direttamente sui terminali interni. Di nuovo, verificate la giusta polarit prima di collegare i vostri costosi apparecchi. ATTENZIONE: Se si tratta di un alimentatore del tipo a commutazione, all'interno sono presenti delle altre tensioni pericolose oltre alla tensione sui terminali di collegamento alla rete elettrica. Non toccate alcun componente del circuito quando l'apparecchio collegato alla rete, ed assicuratevi che i grossi condensatori di filtro siano scarichi (misurate la tensione con un voltmetro) prima di toccare o effettuare delle operazioni sul circuito stampato. Per maggiori informazioni

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sulla riparazione degli alimentatori a commutazione consultate il documento "Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di piccoli alimentatori switching". Se invece si tratta di un normale adattatore, allora l'unico pericolo quando aperto rappresentato dalle connessioni alla presa di corrente, da cui occorre stare alla larga quando l'apparecchio collegato alla rete elettrica.

4.5) Sostituzione degli adattatori e danni agli apparecchi


I valori di tensione corrente riportati sulle apparecchiature sono l a ragion veduta. Potreste farla franca senza danni permanenti se utilizzate un alimentatore con una tensione o corrente minori rispetto a quelle richieste dall'apparecchio, ma utilizzarne uno che fornisce una tensione maggiore come giocare alla roulette Russa. Anche il semplice utilizzo di un alimentatore appartenente ad un diverso apparecchio potrebbe presentare dei rischi, anche se i valori di tensione e corrente sono similari, visto che non esiste una vera e propria standardizzazione. Un alimentatore da 12 V di un certo produttore potrebbe presentare un'uscita costante a 12 V in tutte le situazioni, mentre un alimentatore di qualche altra ditta potrebbe anche arrivare a 20 V o pi quando non sotto carico. Negli apparecchi alimentati tramite adattatori esterni vengono spesso incorporati vari tipi di protezione, che in alcuni casi possono davvero evitare un disastro. Sfortunatemente, i progettisti non possono prevedere tutte le tecniche creative che la gente utilizza per dimostrare che davvero non consapevole del proprio operato. Il caso peggiore rappresentato dai tentativi di alimentare gli apparecchi portatili utilizzando la tensione dell'impianto elettrico dell'automobile; il risultato sono spesso dei fuochi d'artificio. Consultate il paragrafo "Utilizzare l'impianto elettrico dell'automobile". Se avete tentato di utilizzare un alimentatore non idoneo e anche dopo aver ricollegato l'apparecchio al suo alimentatore originale non riuscite a farlo funzionare, le possibilit sono molteplici (sempre supponendo che l'alimentatore originale sia sopravvissuto e funzionante): Un fusibile o integrato di protezione interno si bruciato. E' il caso pi semplice da riparare. Un diodo di protezione si sacrificato per salvare l'apparecchio. Si tratta di solito di un diodo collegato sull'ingresso in opposizione di polarit, in modo da mandare in cortocircuito l'alimentatore se l'apparecchio viene alimentato con polarit inversa. Ad ogni modo, il diodo potrebbe essere andato in cortocircuito, in modo particolare se avete utilizzato un alimentatore in grado di erogare una elevata corrente, o se avete collegato l'apparecchio alla presa accendisigari della vostra automobile. Si bruciato qualche componente costoso e difficile da reperire. Sfortunatamente, questa eventualit tutt'altro che improbabile. Alcuni dispositivi sono progettati in modo tale da sopravvivere praticamente a tutto. Un diodo in serie protegge contro l'inversione di polarit. Alternativamente, un grosso diodo in parallelo con resistore per la limitazione della corrente inversa o termistore PTC, fusibili, resistori fusibili, o circuiti integrati protettori potrebbero interrompere la corrente prima che il diodo in parallelo o le piste del circuito stampato abbiano il tempo di vaporizzarsi. Un circuito crowbar (diodo zener che innesca un SCR) potrebbe essere utilizzato contro ragionevoli sovratensioni. Ho ereditato un Discman Sony da un tipo che aveva deciso di risparmiare qualche lira costruendosi un cavo di raccordo per alimentare l'apparecchio tramite la presa accendisigari della propria automobile. Non solo i 12-15 Volt della batteria erano troppi, ma anche la polarit di alimentazione era stata invertita! Il tipo riusc a spaccare in due il transistor del converter DC-DC nonostante la protezione contro le inversioni di polarit e bruci il microprocessore. Inutile dirlo, il lettore era da buttare ma il fusibile della presa accendisigari era felice come nuovo! Morale: quei valori di tensione, corrente e polarit riportati sugli apparecchi portatili sono l per una ragione. Non bisognerebbe superare la tensione consigliata, sebbene l'utilizzo di una tensione leggermente minore difficilmente causa dei danni all'apparecchio, anche se le prestazioni ne possono soffrire. La corrente che l'adattatore in grado di fornire dovrebbe essere almeno uguale a quella richiesta dall'apparecchio. La polarit ovviamente deve essere corretta; se le polarit viene

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invertita potrebbe anche non verificarsi alcun danno, a condizione che l'alimentatore sia protetto contro i sovraccarichi di corrente e che l'apparecchio disponga di un qualche circuito di protezione. Questo ovviamente non vi autorizza ad azzardare, controllate pi di una volta che la polarit sia corretta, utilizzando un voltmetro se necessario, prima di collegare l'alimentatore all'apparecchio! Si noti che anche degli alimentatori marchiati con identici valori di tensione e corrente producono in uscita delle tensioni molto diverse in assenza di carico; se la tensione in assenza di carico maggiore di un 25-30% rispetto al valore dichiarato, occorre essere cauti prima di utilizzare l'alimentatore senza la conferma che sia idoneo per un certo apparecchio. Inutile dirlo, se dopo aver collegato un nuovo alimentatore al vostro apparecchio notate un qualunque comportamento strano o inaspettato, se qualche componente si riscalda in modo insolito, o se sentite un odore insolito, scollegate immediatamente l'alimentazione e tentate di identificare la causa del problema. Ancora, un risultato drammatico degli stessi principi: Da: Don Parker (tazman@yournet.com) Qualche decennio addietro un tizio mi port in riparazione un ricetrasmettitore CB Johnson Messenger. All'acquisto, gli era stato detto che l'apparato era in grado di funzionare sia a 12 Volt DC che a 115 Volt AC - e cos il tizio ci aveva provato! Non avevo mai visto cos tanti terminali pendenti dal circuito stampato prima d'ora, una volta dovevano essere stati dei condensatori e transistor. C'era cos tanta lanugine uscita dai condensatori to have the chassis rated at least R-10 :->).

4.6) Inversione di polarit - meglio iniziare a pregare


"Proprio cos, ho invertito positivo e massa di alimentazione su una autoradio Sony XR-6000 AM/FM cassette (12 Volt massa negativa). Dall'apparecchio uscito un fumo puzzolente, quindi suppongo che almeno un componente si sia cotto." Se l'apparecchio non stato ancora riacceso prima di aver scoperto l'errore, probabile che il danno sia limitato al display e qualche condensatore di filtro. Quindi ancora... Il problema che una batteria per automobile presenta una capacit di erogazione di corrente molto elevata e i fusibili rispondono con lentezza per tornare di una qualche utilit in una situazione come questa. Qualunque condensatore e componenti a stato solido presenti sul ramo di alimentazione a 12 V bus al momento in cui l'apparecchio stato alimentato sono probabilmente fritti, complimenti! "C' qualche speranza di riparare l'apparecchio? Devo assumere che possa mostrare maggior abilit rispetto a quando l'ho installato. Quali componenti sono probabilmente danneggiati?" Da Onat Ahmet (onat@turbine.kuee.kyoto-u.ac.jp) Bene, prendiamo per buona la sua assunzione ;-)
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Male: le batterie per auto possono fornire una corrente di svariati Ampere (molto peggio di quanto possa accadere invertendo la polarit di un adattatore per rete elettrica per esempio). Bene: Il cattivo odore potrebbe essere dovuto ad un componente diventato bollente che ha vaporizzato la pasta saldante, polvere, etc., ma che non detto sia realmente passato a miglior vita. Consiglierei di controllare qualunque fusibile o componente direttamente in linea o in parallelo con la linea di alimentazione (tra gli ultimi purtroppo vanno inclusi i circuiti integrati...) Bene: Potrebbe esserci un diodo di protezione da qualche parte (ma perch puzza allora (^_^) Neutro: ha provato a smontare l'autoradio per vedere se ci fossero delle aree o componenti anneriti? E' sufficiente annusare da vicino: spesso riesco a localizzare un componente bruciato anche dopo svariato tempo dal fattaccio.

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In caso negativo, s con la vita, si pu cannibalizzare l'autoradio per recuperarne i componenti!

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4.7) Stabilire la tensione e la polarit degli apparecchi alimentati tramite adattatori AC


Si tratta di informazioni spesso richieste quando l'adattatore originale si perso o non riporta dati di targa, e quindi non si sicuri che un certo ricambio vada bene per il proprio apparecchio. E' sorprendente osservare quanti aggeggi come modem e segreterie telefoniche non indichino tensione e polarit di alimentazione sull'involucro, tanto pi che stampare o incidere a rilievo questi dati non costerebbe nulla! Se state semplicemente sostituendo un adattatore guasto con un tipo universale, controllate i dati riportati sul vecchio, di solito sono fornite le informazioni richieste. Occorre stabilire con certezza: corrente alternata o continua, tensione, e polarit. Sfortunatamente, stabilire sperimentalmente tali requisiti potrebbe essere tutt'altro che banale. Sebbene molti dispositivi incorporino una protezione contro l'inversione di polarit (che probabilmente include anche la protezione contro i tentativi di alimentare in corrente alternata un dispositivo che richiede corrente continua), altri che non prevedono tale tipo di protezione potrebbero danneggiarsi o come minimo bruciare un fusibile interno. Alcuni dispositivi sono in grado di proteggere contro sovratensioni estreme. Se disponete di un multimetro, possibile effettuare dei controlli senza aprire il dispositivo, anche se non si tratta di controlli infallibili. Ecco alcune linee guida: pi punti sar possibile confermare, maggiore la sicurezza di evitare un disastro. 1. Il miglior sistema consiste nel reperire le informazioni senza effettuare alcun controllo vero e proprio, se queste sono facilmente disponibili:
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Esaminate il dispositivo alla ricerca di diciture, incise vicino al connettore di alimentazione o sul retro o nella parte inferiore, del tipo:

DC 5V ---____
r

AC 12 V ~ _

Se indicata una tensione ma senza alcuna indicazione AC/DC, tensioni di 6 V o inferiori sono probabilmente in corrente continua (e potrebbero richiedere una qualche regolazione decente); tensioni superiori potrebbero essere sia continue che alternate (probabilmente filtrate ma non regolate, sebbene le eccezioni siano sempre possibili). In presenza di un connettore di alimentazione simmetrico (non polarizzato) si suppone che il dispositivo debba funzionare in corrente alternata. Se il dispositivo ha un contenitore metallico o possibile raggiungere gli schermi metallici sui connettori, verificate la continuit con il connettore di alimentazione: probabilmente questo l'ingresso negativo (sebbene non ci sia alcuna garanzia al riguardo, alcuni produttori fanno davvero strane cose!). Consultate il vostro manuale di istruzioni! Contattate il produttore o visitate il loro sito web.

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2. Il prossimo passo consiste nell'aprire l'apparecchio e seguire il circuito di alimentazione per identificare i componenti che risportano chiaramente dei valori di tensione e polarit come i condensatori elettrolitici. Potrebbero finanche essere stampigliate delle indicazioni sul circuito stampato.
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Troverete quasi sempre almeno un condensatore elettrolitico montato molto vicino all'ingresso di alimentazione. Se tra il connettore di alimentazione ed il condensatore non c' nessun altro componente, allora la polarit rispecchia quella del condensatore ed avrete anche individuato un limite superiore della tensione, anche se la tensione operativa di sicurezza risulter probabilmente considerevolmente minore. Se trovate un diodo in serie con il condensatore, allora per tensione e polarit vale quanto gi detto (fatta eccezione per la caduta di tensione di 0,7 Volt circa sul diodo) e il dispositivo probabilmente progettato per funzionare in corrente continua (forse anche in alternata ma il filtraggio potrebbe essere insufficiente). Se trovate un ponte raddrizzatore o pi diodi raddrizzatori tra il connettore di alimentazion e qualunque carico in corrente continua, allora l'apparecchio probabilmente progettato per funzionare in corrente alternata.

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Se l'apparecchio prevede anche un vano batterie e le batterie alimentano l'apparecchio allo stesso modo dell'adattatore di rete (possibilmente con una connessione che passa attraverso un diodo o un interruttore sul connettore di alimentazione), allora la polarit e la tensione dell'adattatore di rete saranno le stesse (+/- 0,7 Volt circa) della batteria. Ad ogni modo, alcuni apparecchi utilizzano sistemi di alimentazione totalmente diversi tra batteria e rete!

Se possedete un multimetro per il quale siete a conoscenza della polarit delle sue uscite nelle scale di resistenza (nei tester analogici la polarit potrebbe essere invertita rispetto alle sonde, nei tester digitali di solito la stessa - stabilitelo misurando un diodo o per confronto con un altro tester), allora effettiate una misurazione sulla portata in Ohm pi bassa prima in una direzione e poi nell'altra. E' come applicare una tensione di alimentazione molto bassa e sicura all'apparecchio: 3. Una resistenza infinita in una direzione con un condensatore in carica (la resistenza inizialmente bassa ma tende a crescere con relativa lentezza) indica un diodo in serie (protezione o raddrizzatore). La polarit della sonda dove il condensatore si sta caricando quella corretta. Nota: una volta che il condensatore interno si caricato, effettuando la stessa misurazione con polarit invertita potreste avere come risultato una lettura di resistenza apparentemente infinita). 4. La caduta di tensione di un diodo in una direzione ed un condensatore in carica nella direzione opposta indica un diodi di protezione in parallelo. Di nuovo, la direzione di carica quella corretta. 5. Un comportamento simmetrico potrebbe indicare che la tensione di alimentazione sia alternta. Ad ogni modo, ci potrebbe anche significare che un condensatore di filtro direttamente collegato in parallelo all'ingresso ed quindi richiesta un'alimentazione in corrente continua. Per qualsiasi altro risultato converrebbe procedere come descritto ai punti (1) o (2). E, fatta eccezione per le informazioni fornite dal produttore, anche questi controlli non costituiscono una garanzia assoluta! Una volta stabilito il tipo di corrente (continua o alternata) e la polarit (nel caso della corrente continua), iniziate ad alimentare l'apparecchio con una tensione molto bassa per capire a che punto il funzionamento regolare. Dipendentemente dalla progettazione, la tensione minima richiesta potrebbe risultare molto bassa rispetto alla tensione nominale di ingresso oppure molto vicina, non c' alcun modo di saperlo con certezza. I dispositivi con motori e solenoidi potrebbero dare l'impressione di funzionare ad una tensione relativamente bassa ma non riuscire a svolgere affidabilmente le varie funzioni meccaniche o non riuscirci affatto. Gli apparecchi a radiofrequenza in grado di transmettere potrebbero comportarsi in modo simile allorquando viene attivata la trasmissione. I dispositivi caratterizzati da richieste di alimentazione pi costanti potrebbero funzionare felicemente a queste tensioni ridotte. Ad ogni modo, dipendentemente dal tipo di alimentatori utilizzati, il funzionamento a tensioni ridotte potrebbe anche stressare i componenti, per esempio dove siano coinvolti convertitori DC-DC. Nota: alcuni apparecchi dotati di microcontroller e/o circuiti logici richiedono un ciclo di avvio di alimentazione rapido, quindi potrebbe essere necessario scollegare e ricollegare l'alimentazione per ciascuna tensione di ingresso per assicurare un reset corretto. Di nuovo, l'ideale sarebbe ottenere i dati direttamente dal produttore!

Capitolo 5) Apportare modifiche o migliorie agli adattatori AC


5.1) Collegare adattatori AC in serie per ottenere pi tensioni
Nei casi in cui sia richiesta un'alimentazione duale, possibile creare le condizioni richieste collegando in serie un paio di adattatori con uscita in corrente continua. Ciascuno di essi deve fornire tensione e corrente adeguate alla vostra applicazione. E' possibile aggiungere o meno dei regolatori esterni (consultate il paragrafo Aggiungere un regolatore integrato ad un
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adattatore o batteria. Visto che tali dispositivi sono completamente isolati dalla rete elettrica e tra di essi, possibile collagarli insieme con qualunque polarit e punto comune si desideri. L'unico problema che se uno di essi risulta non alimentato per una qualche ragione (per esempio perch cade dalla presa di corrente), allora la corrente potrebbe fluire attraverso l'altro adattatore nella direzione opposta danneggiando i condensatori elettrolitici o altri componenti. Per prevenire questa possibilit, inserite un diodo raddrizzatore 1N4002 o similare (1 A, utilizzatene uno pi grande se gli adattatori di rete erogano correnti pi elevate) in reverse su ciascun ingresso. In tal modo la corrente sar bypassata con sicurezza dal circuito interno. L'idea di utilizzare pi adattatori pu essere estesa ad un numero ancora maggiore di uscite, ma questo lasciato come esercizio allo studente.

5.2) Collegare adattatori AC in serie per ottenere tensioni maggiori o minori


Gli adattatori AC sono totalmente isolati da tutto (eccetto forse per un resistore di valore molto elevato collegato ad un ramo della rete elettrica che risulta irrilevante per le nostre finalit), e quindi utilizzando una coppia di cavi come comune per il collegamento in serie non brucerete nulla. Ad ogni modo, procurarsi un adattatore AC con la giusta tensione potrebbe essere una buona idea per utilizzo a lungo termine. I casi sono due: 1. Uscita in corrente continua. E' probabilmente sconsigliato ed generalmente possibile solo sommare le tensioni per ottenere in uscita una tensione maggiore (almeno per i soli test) a condizione che non si ecceda la corrente massima di targa e che entrambi gli adattatori siano alimentati. In caso contrario, finirete con applicare una polarit errata sui condensatori elettrolitici di uno degli adattatori. 2. Uscita in corrente alternata. Non ci dovrebbe essere alcun problema a condizione che non si ecceda la corrente massima di nessuno degli adattatori. A meno che non si tratti di unit identiche, dovrete probabilmente sperimentare con la fase per ottenere la somma o la differenza delle tensioni prima di collegare l'apparecchio interessato! Attenzione: se uno degli adattatori non alimentato, sui terminali esposti della spina di rete potrebbe presentarsi una alta tensione (forse anche maggiore rispetto alla tensione di rete) elavata utilizzando lo stesso trasformatore in senso inverso. La tensione e la corrente disponibili potrebbero risultare talmente elevate da costituire un pericolo in alcuni casi. Ancora, per il caso degli adattatori montati in modo da ottenere la differenza di tensioni, se una delle unit non alimentata, all'uscita della combinazione in serie potreste otteneres una tensione superiore a quella prevista, che potrebbe bruciare l'apparecchio alimentato. :(

5.3) Sostituire le batterie con un adattatore AC


Sebbene molti elettrodomestici funzionanti con batterie interne includano anche una presa per alimentazione esterna, non sempre cos. Il fatto che non sia stata prevista una presa non significa per che non se ne possa aggiungere una. Il modello di adattatori citati in questa discussione sono quelli con uscita in corrente continua (non con semplici trasformatori ed uscita in corrente alternata). Tale caratteristica riportata sulla targhetta. La prima considerazione la tensione in uscita, che deve corrispondere alle necessit dell'apparecchio da alimentare. Ad ogni modo, la tensione deve anche essere ben regolata per svariate ragioni visto che il produttore potrebbe aver risparmiato sul costo della circuitazione assumendo il funzionamento a sole batterie:
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La tensione massima fornita da una batteria ben definita. Per esempio, quattro pile AA erogano poco pi di 6 Volt se

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nuove. La progettazione del dispositivo potrebbe assumere che questa tensione non venga mai superata e di conseguenza non prevedere alcun regolatore interno. Utilizzando un adattatore di rete che eroga una tensione superiore a quella di targa (come accade per molti quando non a pieno carico), un surriscaldamento o guasto potrebbero verificarsi immediatamente o lungo il cammino.
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La maggior parte degli adattatori non prevedono un buon filtraggio. Se utilizzati con apparecchi audio, potrebbero presentarsi livelli inaccettabili di rumore sul segnale. Esistono ovviamente delle eccezioni; ad ogni modo, non esiste alcun modo per stabilirlo se non controllando l'adattatore sotto carico. Il carico sulla sorgente di alimentazione (batterie o adattatore) potrebbe variare in modo sostanziale dipendentemente da quanto stia facendo l'apparecchio. Delle batterie nuove potrebbero fornire una corrente sostanziale senza che la tensione scenda di tanto. Nel caso degli adattatori ci non sempre corrisponde a verit, e le prestazioni dell'apparecchio potrebbero soffrirne.

Quindi, il tipico adattatore universale acquistato da Radio Shack potrebbe non funzionare in modo soddisfacente. La tensione a vuoto potrebbe risultare molto superiore rispetto alla tensione a pieno carico, ed anche rispetto alla tensione di targa. L'aggiunta di un regolatore esterno ad un adattatore di rete con tensione di uscita in qualche modo superiore potrebbe costituire la miglior soluzione. Consultate il paragrafo: Aggiungere un regolatore integrato ad un adattatore o batteria. L'altra considerazione principale la corrente massima erogabile dall'adattatore di rete, che deve risultare almeno uguale alla corrente massima (mA o A) assorbita dal dispositivo in qualunque modalit per un tempo superiore ad un frazione di secondo. Il miglior modo per stabilire tale parametro consiste nel misurare la corrente utilizzando delle batterie nuove e provando in tutte le modalit operative. Aggiungete un fattore di sicurezza dal 10 al 25 per cento alla massima lettura ed utilizzate tale risultato nella scelta di un adattatore di rete. Per la sicurezza contro i rischi di scosse elettriche ed incendi, tutti gli adattatori di rete che utilizzere devono essere ben isolati ed approvati.
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Per isolamento si intende la presenza nell'adattatore di un trasformatore in grado di proteggere la vostra persona e l'apparecchio alimentato dalla connessione diretta alla rete elettrica. La maggior parte degli adattatori di rete costituita da nulla di pi che un trasformatore e, per i modelli in corrente continua, un raddrizzatore ed un condensatore di filtro. Ad ogni modo, se l'adattatore in vostro possesso leggero e racchiuso in un contenitore di ridotte dimensioni, potrebbe essere stato realizzato pr uno scopo specifico come caricabatterie o dispositivi ricaricabili, dove il contatto umano non sia possibile, e potrebbe non prevedere nessun isolamento dalla rete elettrica. Ma, se notate un connettore di alimentazione a bassa tensione con contatti esposti e/o l'apparecchio alimentato presenta schermi o altre parti esposte, gli adattatori pi leggeri saranno in effetti degli alimentatori a commutazione funzionalmente equivalenti ai pi grossi adatattori, in grado di fornire il richiesto isolamento dalla rete elettrica. Per approvazione UL (Underwriters Lab) si intende che l'adattatore di rete stato testato per la distruzione ed improbabile che un ragionevole guasto interno come un cortocircuito o esterno come una prolungata condizione di sovraccarico possa generare un incendio.

Per realizzare il cablaggio, procuratevi dal vostro cassetto del materiale di recupero o presso un rivenditore di materiale elettronico un connettore simile a quelli utilizzati negli apparecchi con ingressi per alimentazione esterna. Cercatene uno con interruttore automatico (3 terminali) se possibile; in tal modo, potrete conservare l'utilizzo opzionale della batteria. Tagliate il filo collegato alla batteria dal lato che sar l'anello esterno del connettore di alimentazione e collegatelo in serie con il terminale dell'interruttore (accertatevi che il filo scollegato vada alla batteria e l'altro filo resti collegato all'apparecchio). Il terminale comune (centrale) va collegato all'altro capo della batteria, adattatore di rete, ed apparecchio, come mostrato nell'esempio seguente. In questo schema di cablaggio, si suppone che l'anello sia il polo positivo e il centrale sia il negativo. L'adattatore pu essere cablato indifferentemente in un modo o nell'altro. Attenzione a non invertire la polarit!

+--+ X V | (Inserendo lo spinotto si interrompe la connessione X) Batteria (+) o------- | Adattatore (+) o---------+------------------o Apparecchio (Ring, +) \______
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o===+ Batteria/ | Adattatore (-) o-----------------------+----o Apparecchio (Centro, -) Attenzione: se utilizzate una normale presa senza interruttore automatico, scollegate il portabatteria o altrimenti disabilitatelo, l'utilizzo accidentale dell'adattatore con le batterie installate potrebbe provocare la perdita di liquido dalle batterie o finanche un'esplosione! Un'alternativa possibilmente pi semplice consiste nel modellare un 'modulo' con le stesse dimensioni e forma della batteria o pacco batteria, dotato di contatti a vite nella stessa posizione dei terminali della batteria originaria, e collegarvi un alimentatore esterno. Per esempio, un paio di pezzi di bastoncini di legno lunghi circa 3 centimetri, legati insieme con viti a legno nei punti appropriati possono sostituire un paio di pile AA montate una affianco all'altra. In tal modo non vi occorre modificare affatto il walkman o altro apparecchio preferito (al pi occorre ricavare una semplice fessura per il filo in uscita dal vano batterie).

5.4) Convertire un adattatore con uscita in corrente alternata in uno a corrente continua
Nei casi in cui sia richiesta una modesta fonte di corrente continua per un elettrodomestico o altro apparecchio, potrebbe essere possibile aggiungere un ponte raddrizzatore ed un condensatore di filtro (e possibilmente anche un regolatore) ad un normale adattatore con uscita in corrente alternata. Sebbene molti adattatori forniscano un'uscita in corrente continua, altri, come quelli utilizzati per i modem ed alcune segreterie telefoniche per esempio, sono costituiti semplicemente da trasformatori e forniscono un'uscita in bassa tensione alternata. Per convertire un tale adattatore in corrente continua occorre: q Ponte raddrizzatore - converte la corrente alternata in corrente continua pulsante. q Condensatore di filtro - smussa l'uscita riducendo il ripple. q Regolatore - fornisce una tensione in uscita praticamente costante. Dipendentemente dalle vostre necessit, potreste recuperare un idoneo adattatore nel vostro cestino del materiale surplus (forse quello del vecchio modem a 2400 baud cos in voga un paio di anni addietro!). Il circuito di base mostrato qui di seguito:

Ponte raddrizzatore

Condensatore di filtro

AC o-----+----|>|-------+---------+-----o DC (+) ~| |+ | Ingresso +----|<|----+ | +_|_ Uscita verso l'apparecchio dal | | C ___ alimentato o regolatore trasformatore +----|>|----|--+ - | di tensione | | | AC o-----+----|<|----+------------+-----o DC (-) ~ Alcune considerazioni:
q

Una tensione alternata in ingresso di Vin VRMS produrr in uscita una tensione di picco di approssimativamente (Vin * 1,4) - 1,4. Il primo fattore 1,4 resulta dal fatto che il valore di picco di una sinusoide (la forma d'onda della linea di alimentazione equivale alla radice quadrata di 2 = 1,414 moltiplicata per il valore RMS. Il secondo fattore 1,4 dovuto ai due diodi collegati in serie come parte del ponte raddrizzatore. Il fatto che entrambi i valori equivalgano a 1,4 una

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pura coincidenza. Pertanto, vi occorrer un adattatore di rete in grado di fornire in uscita una tensione vicina a quella richiesta. Ad ogni modo, ci potrebbe risultare pi difficile del previsto visto che i valori di targa di molti adattatori non costituiscono una accurata indicazione della tensione realmente erogata in condizioni di carichi leggeri. Effettuare una misurazione sicuramente preferibile.
q

Selezionate il condensatore di filtro in modo che abbia una capacit di almeno di 10.000 uF per ciascun A di corrente in uscita, e con tensione di lavoro almeno 2 x Vin. Come risultato di questa formula rapida otterrete un ripple minore di 1 Volt p-p, accettabile per molti dispositivi o in quelli dotati di regolatore di tensione, ma non per alcuni apparecchi audio in cui potrete ascoltare un rumore a 100 Hz. In tal caso, utilizzare un condensatore di maggior capacit o un regolatore. E' possibile acquistare dei componenti idonei presso qualunque rivenditore di materiale elettronico. Il ponte raddrizzatore reperibile come componente integrato ma anche possibile realizzarne uno collegando 4 diodi 1N400x (la x nella sigla pu essere un qualunque numero da 1 a 7 per queste applicazioni a bassa tensione). Osservate la polarit del condensatore di filtro!

I seguenti esempi illustrano alcune delle possibilit. q Esempio 1: un tipico alimentatore per modem riporta come dato di targa 12 Volt AC ma in effetti produce circa 14 Volt AC in presenza di un carico modesto (diciamo met della corrente massima di targa). Ci si traduce in una tensione da 17 a 18 Volt DC all'uscita del ponte raddrizzatore e condensatore di filtro. q Esempio 2: un caricabatterie per cordless potrebbe produrre 6 Volt AC. Ci si traduce in una tensione da 6 a 7 Volt DC all'uscita del ponte raddrizzatore e condensatore di filtro. Limitando il carico in modo da non superare la potenza massima erogabile del trasformatore si dovrebbe evitare il surriscaldamento. Il fatto che si riesca o meno ad ottenere in uscita una tensione decentemente livellata dipender dalla quantit di filtraggio e dalla corrente di picco disponibile dal trasformatore per ricaricare i condensatori di filtro su ciascun mezzo-ciclo. Un trasformatore di alta qualit (per esempio acquistato da produttori come Stancor o Thorderson, che progettano dispositivi con una quantit di rame molto maggiore) risulter molto superiore sotto questo aspetto. Un adattatore presenter una corrente di picco limitata ed una caduta di tensione significativa. L'aggiunta di un regolatore integrato a tali alimentatori consentirebbe di ottenere un'uscita in corrente continua del valore massimo di circa 2,5 Volt inferiore rispetto alla tensione continua filtrata.

5.5) Aggiungere un regolatore integrato ad un adattatore o batteria


Per molte applicazioni auspicabile una fonte ben regolata di alimentazione in corrente continua. Potrebbe essere il caso di apparecchi alimentati a batteria o da un adattatore che fornisce una tensione continua o dell'adattatore migliorato descritto nel paragrafo: Convertire un adattatore con uscita in corrente alternata in uno a corrente continua. La seguente costituisce una introduzione basilare alla costruzione di un circuito che, con le dovute modifiche, risulter idoneo per tensioni in uscita da circa 1,25 a 35 Volt, con correnti massime di 1 A. Lo stesso circuito pu anche essere utilizzato come base per un generico alimentatore da utilizzare per la sperimentazione elettronica. Per una tensione arbitraria compresa tra circa 1,2 e 35 V, vi occorre un circuito integrato denominato 'regolatore di tensione variabile': un esempio costituito dal chip LM317, la Radio Shack lo ha in catalogo corredato di uno schema. Il chip LM317 somiglia ad un transistor di potenza ma in effetti un completo regolatore integrato. Nei casi in cui in uscita occorre un valore comune come +5 V o -12 V, sono disponibili dei circuiti integrati regolatori a tensione fissa, preprogrammati allo scopo. I modelli tipici sono denominati 78xx (uscita positiva) e 79xx (uscita negativa). Per esempio:

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Regolatore di tensione positiva ----------------------7805 +5 V 7809 +9 V 7812 +12 V 7815 +15 V

Regolatore di tensione negativa ----------------------7905 -5 V 7909 -9 V 7912 -12 V 7915 -15 V

e cos via. Se le tensioni fornite sono esattamente quelle richieste, possibile semplificare il circuito sotto riportato eliminando i resistori e collegando a massa il terminale di regolazione. Nota: la piedinatura differisce tra i modelli a tensione positiva e negativa - consultate i datasheet! Ecco un esempio di circuito che utilizza un LM317:

I +-------+ O Vin (+) o-----+---| LM317 |---+--------------+-----o Vout (+) | +-------+ | | | | A / | | | \ R1 = 240 | | | / | ___ _|_ C1 | | +_|_ C2 |_0_| ___ 0,01 +-------+ ___ 1 uF | | | uF | - | |___| | \ | ||| | / R2 | 123 | \ | | | | Vin(-) o------+-------+----------------------+-----o Vout (-)

LM317 1 - Regolzione 2 - Uscita 3 - Ingresso

Nota: non tutti i regolatori di tensione utilizzano questa piedinatura. Se non utilizzate un LM317, ricontrollate la piedinatura come pure tutte le altre specifiche. Per il chip LM317: 1. R2 = (192 x Vout) - 240, dove R2 in Ohm, Vout in Volts compresa tra 1,2 e 35 Volt. 2. Vin deve risultare almeno 2,5 V superiore a Vout. Scegliete un adattatore AC con tensione in uscita a pieno carico almeno 2,5 V superiore rispetto alla tensione regolata in uscita. Ad ogni modo, osservate che la tensione di un tipico adattatore pu variare in modo considerevole dipendentemente dal carico e dal produttore. Dovrete sceglierne uno la cui uscita non sia molto superiore alla tensione continua desiderata perch diversamente verr sprecata energia nel dispositivo e sar necessaria una maggior dissipazione di calore. 3. La corrente massima di uscita di 1 A. L'adattatore utilizzato deve essere in grado di erogare la massima corrente con sicurezza e senza che la tensione scenda sotto i requisiti elencati al punto (2). 4. Ulteriori condensatori di filtro (in parallelo a C1) sull'uscita dell'adattatore potrebbero essere di aiuto (o potrebbero essere richiesti) per ridurre il ripple e quindi le oscillazioni della tensione. In tal modo possibile utilizzare un adattatore con minor tensione in uscita e ridurre nel contempo la dissipazione di potenza nel regolatore. Utilizzando 10.000 uF per ciascun Ampere di corrente in uscita il ripple sull'ingresso del regolatore risulter inferiore a 1 V picco-picco. A condizione che la tensione in ingresso sia sempre superiore alla tensione desiderata in uscita pi 2,5 Volt, il regolatore rimuover totalmente il ripple fornendo in uscita una tensione continua costante independentemente dalla tensione di rete e dalle fluttuazioni del carico. Per i puristi, il regolatore non del tutto perfetto ma sufficiente per la maggior parte delle applicazioni.

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Accertatevi di scegliere un condensatore con tensione di lavoro superiore di almeno il 25% rispetto alla tensione di picco in uscita dall'adattatore di rete in assenza di carico, e ponete attenzione alla polarit! Nota: gli adattatori di rete progettati come caricabatterie potrebbero non montare alcun condensatore di filtro, quindi dovrete senza dubbio provvedere in tal senso. Controllo veloce: se la tensione in uscita dall'adattatore scende a zero non appena lo staccate dalla rete elettrica, anche in assenza di carico, segno che non montato alcun condensatore di filtro. 5. L'aletta di raffreddamento del LM317 elettricamente connessa al pin centrale, tenete a mente questo particolare in quanto il chip va necessariamente montato su un'aletta di raffreddamento se si prevede che debba dissipare oltre 1 Watt. P = (Vout - Vin) * Iout. 6. Esistono altre considerazioni, controllate il datasheet del LM317 in modo particolare se viene fatto funzionare vicino ai limiti di 35 V e/o 1 A. E' possibile reperire maggiori informazioni sull'argomento nel documento Vari schemi elettrici.

Capitolo 6) Alimentatori montati negli apparecchi


6.1) Tipologie di alimentatori
Consultate il documento Linee guida per la sicurezza con gli apparecchi ad alta tensione e/o alimentati a tensione di rete prima di affrontare qualunque problema su un alimentatore! Se il vostro apparecchio utilizza un adattatore AC, consultate i paragrafi a riguardo di tali dispositivi. Gli apparecchi elettronici di consumo utilizzano tipicamente una delle seguenti tipologie di alimentatori o una combinazione ibrida degli stessi (senza dubbio ce ne sono anche altri): 1. Trasformatore di alimentazione con regolatori lineari realizzati utilizzando componenti della serie 78/79XX o componenti discreti. Il trasformatore di grandi dimensioni e si trova molto vicino al cavo di alimentazione di rete. 2. Trasformatore di alimentazione con regolatori ibridi tipo STK5481 o qualcuno dei suoi cugini - multiuscita con alcune uscite attivate dall'interruttore dell'apparecchio. Se viene montato un circuito integrato di questa serie, cercatene la piedinatura sui manuali ECG, SK, o NTE, o postate un messaggio sul newsgroup sci.electronics.repair per chiedere a qualcuno di procurarvi la piedinatura. Anche in questo caso il trasformatore di alimentazione di grandi dimensioni e si trova molto vicino al cavo di alimentazione. 3. Piccolo alimentatore switching. I problemi pi comuni: semiconduttori in cortocircuito, condensatori degradati, resistori fusibili aperti. In questo caso di solito non si trova un grande trasformatore vicino al cavo di alimentazione ma piuttosto un trasformatore di piccole dimensioni collocato altrove nell'apparecchio. Si tratta di un caso raro nelle apparecchiature audio, poich il rumore dell'alimentatore switching difficile da tenere alla larga dei circuiti audio. Alimentatori di questo tipo sono pi comuni in alcuni videoregistratori, televisori, monitor, fax e stampanti. Ecco alcuni commenti generali relativi a ciascun tipo di alimentatore: 1. La ricerca del guasto abbastanza immediata poich i componenti sono facilmente identificabili ed facile seguire le tensioni attraverso il trasformatore di alimentazione, raddrizzatori ad onda intera, regolatori di tensione, condensatori, ecc. 2. I guasti di una o pi uscite di questi regolatori ibridi sono molto comuni. Utilizzate i manuali ECG/STK/NTE per indentificare le corrette tensioni di uscita, controllandole con l'interruttore di alimentazione in entrambe le posizioni, poich una significativa discrepanza indica quasi certamente un problema. Sebbene una caduta di tensione con l'apparecchio acceso possa anche dipendere da un eccessivo assorbimento di corrente, il regolatore comunque il
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primo componente da sospettare. Il componente di ricambio di solito costa meno di 10 Euro. 3. I problemi sugli alimentatori switching sono pi difficoltosi da diagnosticare ma di solito possibile scoprire il guasto anche senza documenti di servizio, seguendo il circuito e cercando semiconduttori guasti con un ohmmetro. I problemi comuni sono condensatori essicati, semiconduttori in corto circuito, e saldature fredde. Consultate il documento "Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di piccoli alimentatori switching" per informazioni pi dettagliate. Le corrette tensioni di uscita possono anche essere individuate con un po' di lavoro, seguendo il circuito. Ad ogni modo, spesso sicuro supporre che sia presente almeno una tensione compresa tra 5 e 6 V per i circuiti logici e una o pi altre a 12 V o superiori per i motori e gli altri circuiti elettronici.

Capitolo 7) Ricerca dei guasti negli alimentatori


7.1) Alimentatore completamente defunto (non del tipo a commutazione)
Non sottovalutate la possibilit di una cattiva saldatura o finanche di un cordone di alimentazione interrotto. Forse Fido era affamato e se lo mangiucchiato. Per prima cosa accertatevi che la presa di corrente funzioni regolarmente, provate a collegare una lampadina. Anche un tester con lampadina al neon non rappresenta una garanzia assoluta di funzionamento: la presa potrebbe soffire di una connessione marginale e presentare una elevata resistenza. Controllate la eventuale presenza di fusibili bruciati nelle vicinanze del collegamento del cordone di alimentazione di rete. Con l'apparecchio scollegato, controllate la continuit del collegamento tra la spina di corrente e il fusubile, l'interruttore di accensione ed il trasformatore di alimentazione. Con l'interruttore in posizione di 'acceso', la resistenza tra i due terminali della spina di corrente dovrebbe aggirarsi tra 1 e 100 Ohm dipendentemente dall'assorbimento dell'apparecchio: q Piccoli adattatori di rete - da 100 a 500 Ohm. q Grossi adattatori di rete - da 10 a 100 Ohm. q Videoregistratore - da 15 a 30 Ohm. q Registratore a cassette o lettore CD - da 25 a 100 Ohm. q Amplificatore HiFi - da 0,5 a 10 Ohm. Se il fusibile si bruciato e la lettura della resistenza troppo bassa, allora il primario del trasformatore potrebbe essere parzialmente o del tutto in cortocircuito. Se la resistenza infinita anche misurandola direttamente sul primario del trasformatore di alimentazione, allora il primario potrebbe essere interrotto oppure potrebbe esserci un fusibile termico interrotto sotto lo strato pi esterno degli avvolgimenti di isolamento. Consultate inoltre il paragrafo Commenti sull'importanza dei fusibili e protettori termici. Se il fusibile si bruciato ma la resistenza rientra nei valori normali, provate a sostituirlo con un nuovo fusibile del giusto valore. Se anche questo fusibile si brucia istantaneamente, segno che c' ancora un guasto nella sezione di alimentazione o in uno dei rami di alimentazione. Consultate il paragrafo "Fusibili, circuiti integrati di protezione, e disgiuntori". Se i fusibili sono a posto, allora il problema risiede probabilmente nei circuiti del secondario. La tensione di una o pi uscite potrebbe essere bassa o mancante del tutto a causa di componenti guasti. Un avvolgimento del secondario potrebbe essere interrotto, sebbene si tratti di una evenienza meno comune rispetto al guasto del primario, visto che il filo utilizzato per gli avvolgimenti ha un diametro maggiore (perlomeno negli apparecchi a transistor).

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7.2) Tensioni basse o mancanti in un alimentatore non a commutazione


Una volta che ci si assicurati che i circuiti del primario sono in buone condizioni (o perlomeno che ci sia continuit elettrica e che i valori di resistenza siano ragionevoli), occorre spostare la ricerca del problema sul lato del secondario: fusibili, diodi, condensatori di filtro, componenti di regolazione, cattive connessioni, carico eccessivo dovuto a problemi in qualche altra parte dei circuiti elettronici. Dipendentemente dal tipo di apparecchio, l'alimentatore potrebbe avere in uscita una o pi tensioni. Il guasto di una sola di queste uscite potrebbe essere la causa di problemi multipli di sistema, dipendentemente da quali sezioni dell'apparecchio utilizzano la tensione mancante. Controllate la eventuale presenza di cattivi fusibili nei circuiti del secondario, controllandoli con un Ohmmetro; una volta mi anche capitato un fusibile intermittente! Provate ad installare un nuovo fusibile dello stesso valore; se anche questo fusibile fonde immediatamente, allora c' qualche problema nel circuito di alimentazione o in uno dei suoi carichi. Consultate il paragrafo "Fusibili, circuiti integrati di protezione, e disgiuntori". L'utilizzo di un resistore di limitazione della corrente collegato in serie, una lampadina ad incandescenza di basso Wattaggio per esempio, potrebbe essere utile per consentirvi di effettuare delle misurazioni riducendo il rischio di danni e la quantit di fusibili da sacrificare. Localizzate i grossi condensatori elettrolitici di filtro; questi si troveranno probabilmente vicino alle connessioni del trasformatore di alimentazione con il circuito stampato contenente i componenti dell'alimentatore. Se i condensatori sono montati a coppie, potrebbe trattarsi di un alimentatore duale (tensioni positive e negative rispetto alla massa, molto comune negli apparecchi audio). Alcune volte, due o pi condensatori sono utilizzati semplicemente per raggiungere una maggiore capacit. Se ai terminali di uno di questi condensatori non misurate alcuna tensione, tracciate il circuito verso il trasformatore per determinare se il problema dovuto a un diodo raddrizzatore, una cattiva connessione, o un avvolgimento secondario interrotto sul trasformatore di alimentazione (quest'ultima evenienza abbastanza improbabile visto che il filo utilizzato per l'avvolgimento ha un diametro abbastanza consistente). Dei condensatori elettrolitici essicati provocheranno un eccessivo ripple che a sua volta causa di rumore o headroom ridotto sulle uscite audio e forse anche di problemi di regolazione. Controllate le tensioni di alimentazione con un oscilloscopio o tester sulla scala in tensione alternata, tenendo presente che non tutti i tester montano condensatori di blocco della tensione continua sugli ingressi in alternata e che quindi le letture potrebbero essere falsate dal livello di tensione continua. Se il ripple eccessivo, in linea di massima se il ripple maggiore del 10 o 20% del livello di tensione continua, allora provate a sostituire i condensatori di filtro o a montarne in parallelo altri di capacit similare ed almeno stessa tensione di lavoro. Se trovate delle tensioni minori rispetto a quelle previste, il problema potrebbe dipendere da cattivi condensatori di filtro, da un diodo o una connessione interrotti, (per esempio uno dei diodi di un ponte raddrizzatore ad onda intera), o da un carico eccessivo che potrebbe dipendere o dai regolatori di tensione (se presenti), o dal circuito alimentato. Disconnettete l'uscita dell'alimentatore dal suo carico; se la tensione sale di molto, o se il fusibile ora sopravvive o se la lampadina collegata in serie adesso si spegne o rimane appena illuminata, allora probabile che il mancato funzionamento dipenda da un cortocircuito o un carico eccessivo. Se invece il comportamento non varia in modo sostanziale, allora il problema potrebbe risiedere nel regolatore. I transistor, diodi zener, resistori ed altri componenti discreti, e regolatori integrati come LM317 o 7809 possono essere controllati con un Ohmmetro o semplicemente provando a sostituirli. I guasti pi comuni sono semiconduttori in corto, resistori aperti, e tensione in uscita dai regolatori bassa o del tutto assente. Nei casi in cui l'alimentatore utilizza un regolatore ibrido come un STK5481, per identificare un guasto di solito sufficiente controllare la presenza delle tensioni in ingresso e sulle uscite. Un regolatore ibrido difettoso fornir molto probabilmente una tensione molto bassa o addirittura nulla su una o pi uscite. Assicuratevi che dipenda dal regolatore, provando a sconnettere il carico. Controllate inoltre le tensioni con l'interruttore elettronico di accensione in entrambe le posizioni.

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7.3) Gruppi di continuit (UPS) e inverter di potenza


ATTENZIONE: rileggete le linee guida sulla sicurezza poich alcune sezioni di questi apaprecchi possono essere pericolose. NOTA: i gruppi di continuit e gli inverter economici producono in uscita una tensione ad onda quadra, pertanto non sorprendetevi per come appare la forma d'onda osservata attraverso un oscilloscopio, la cosa perfettamente normale. Gli apparecchi pi sofisticati e costosi potrebbero generare una forma d'onda semi-sinusoidale, costituita da una approssimazione discreta a 3 o 5 livelli (invece di un'onda quadra a 2 livelli). I migliori apparecchi in assoluto generano una vera forma d'onda sinusoidale utilizzando una modulazione del segnale con impulsi ad alta frequenza; non aspettatevi comunque di trovare simili accorgimenti nei gruppi di continuit e negli inverter da 100 Euro. Un gruppo di continuit incorpora un caricabatterie, delle batterie tampone al piombo-acido (di solito), un inverter DC-AC, e della circuitazione di controllo e bypass. Si noti che l'acquisto di un gruppo di continuit che fornisce una protezione contro gli sbalzi di tensione da prendere in seria considerazione; cercatene uno che alimenti gli apparecchi completamente dalla batteria, piuttosto che bypassare l'inverter durante il normale funzionamento. Le batterie infatti agiscono come un filtro pressoch perfetto contro le variazioni a breve termine della tensione di rete, impulsi spuri e rumore. Gli inverter DC-AC utilizzati per alimentare delle apparecchiature a tensione di rete utilizzando l'impianto elettrico di un'automobile o altra sorgente a bassa tensione sono simili agli inverter presenti all'interno dei gruppi di continuit. Nel caso di un apparecchio che appare del tutto defunto, ed in cui l'alimentazione non mancata per un periodo maggiore della sua autonomia e sulla presa di corrente c' tensione, controllate per prima cosa la eventuale presenza di fusibili interrotti, interni o esterni. Forse, qualcuno ha tentato di alimentare il proprio forno a microonde tramite il gruppo di continuit o l'inverter! Consultate il paragrafo "Analisi Post Mortem dei fusibili bruciati" per identificare la probabile causa di guasto. Se trovate un fusibile che si bruciato a causa di un cortocircuito, allora con molta probabilit ci sono altri problemi interni come dei componenti in cortocircuito. Ad ogni modo, se il fusibile si bruciato a causa di un modesto sovraccarico, l'apparecchio alimentato potrebbe semplicemente assorbire eccessiva corrente rispetto a quella che il gruppo di continuit o l'inverter in grado di fornire, o potrebbe essere difettoso. Un gruppo di continuit pu guastarsi per uno dei seguenti motivi: Circuito di ricarica della batteria Se le batterie sembrano non caricarsi anche dopo una prolungata carica, misurate la tensione ai terminali delle batterie sia con l'apparecchio acceso che con l'apparecchio spento. La tensione dovrebbe salire leggermente quando l'apparecchio acceso e si suppone che stia caricando le batterie. Se non riscontrate alcuna variazione, disconnettete le batterie ed effettuate nuovamente le misurazioni: le batterie potrebbero anche essere totalmente in cortocircuito. Controllate la eventuale presenza di fusibili interrotti, componenti bruciacchiati, e cattive connessioni. Batterie Batterie al Piombo-acido deteriorate o maltrattate rappresentano un'evenienza molto comune. Se la batteria non si ricarica o non mantiene una carica, l'evenienza di problemi alla batteria molto probabile. Un gruppo di continuit (o qualunque altro tipo di apparecchio alimentato con una batteria al Piombo-acido) che rimane a riposo per lungo tempo (diciamo un anno o due) senza alimentazione e con le batterie scariche, produrr come risultato una batteria non pi utilizzabile a causa della solfatazione. Il problema si manifesta con uno dei seguenti sintomi: la tensione sulla batteria sale ad oltre 2,5 Volt per cella quando la batteria viene messa per la prima volta sotto carica, ed anche dopo un lungo periodo di carica, la batteria essenzialmente non ha alcuna capacit. Se la tensione della batteria al suo valore nominale, anche quando l'inverter dovrebbe sfruttarla per il suo funzionamento, ma in uscita c' una tensione bassa o nulla, allora c' qualche problema nell'inverter o nelle sue connessioni, oppure il carico eccessivo. Inverter La ricerca del guasto simile a quella richiesta per un alimentatore a commutazione. I problemi pi comuni: semiconduttori di potenza in cortocircuito, resistori fusibili aperti, condensatori elettrolitici essicati, e cattive

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connessioni. Consultate il documento "Note per la ricerca dei guasti e la riparazione di piccoli alimentatori switching". Una ispezione visiva potrebbe rivelare delle parti esplose o bruciacchiate. Circuito di bypass della rete elettrica (se utilizzato) Controllate la eventuale presenza di cattive connessioni o problemi nel circuito di controllo o nel suo alimentatore di standby, e nei componenti di commutazione.

Capitolo 8) Dispositivi di protezione


8.1) Fusibili, circuiti integrati di protezione, e disgiuntori
Lo scopo dei fusibili e dei disgiuntori sia quello di proteggere l'impianto elettrico dal surriscaldamento e probabile incendio a causa di cortocircuiti o eccessivi sovraccarichi, sia quello di impedire danni agli apparecchi a causa di un eccessivo assorbimento di corrente causato da un componente che si guastato o da un uso improprio (per esempio volume eccessivo sugli altoparlanti). I fusibili utilizzano un filo o una fascetta sottile (denominati elementi) realizzati con un metallo dotato di resistenza normalmente maggiore rispetto a quella del rame, sufficiente a riscaldarsi con il flusso di corrente, e che si fonde ad una temperatura relativamente bassa e ben definita. Quando viene raggiunta la massima corrente prevista, questo elemento si riscalda a sufficienza per fondersi o vaporizzarsi. La velocit con cui ci si verifica dipende dall'ammontare del sovraccarico e dal tipo di fusibile. I fusibili utilizzati negli apparecchi elettronici di consumo sono di solito del tipo a cartuccia da 1-1/4" x 1/4" o 20 mm x 5 mm. Alcuni sono dotati di terminali in filo saldati sui terminali e sono saldati direttamente sul circuito stampato, ma la maggior parte si innestano in un portafusibile o clip appositi. Tra i tipi in miniatura annoveriamo: fusibili Pico(tm) che sembrano dei resistori verdi da 1/4 Watt, o altri tipi in miniatura cilindrici o rettangolari, piccoli bottoncini in plastica trasparente, ecc. Sul circuito i fusibili sono di solito marchiati come F o PR. I circuiti integrati di protezione sono nient'altro che dei fusibili in miniatura progettati appositamente per fornire una risposta molto rapida ed impedire danni ai sensibili componenti a stato solido inclusi circuiti integrati e transistor. Questo tipo di fusibili di solito contenuto in contenitori di plastica TO92 provvisti di soli due piedini, o in piccoli contenitori rettangolari di dimensioni approssimative di 0,1" (larghezza) x 0,3" (lunghezza) x 0,2" (altezza). Controllateli come fareste con un normale fusibile. Sul circuito potrebbero essere contrassegnati come ICP, PR, o F. I disgiuntori possono essere termici, magnetici, o una combinazione dei due casi. I piccoli disgiuntori a pulsante utilizzati negli apparecchi elettronici sono di solito del tipo termico, il metallo si riscalda a causa del flusso di corrente ed interrompe il circuito quando la sua temperatura eccede un determinato valore. Il meccanismo spesso basato sull'azione di una striscia o dischetto bimetallico, simile al funzionamento di un termostato. I disgiuntori bistabili sono generalmente magnetici: un elettromagnete mantiene tirata una leva a cui viene impedito di scattare grazie ad una molla calibrata. Questo tipo di disgiuntore non comunemente montato negli apparecchi elettronici di consumo, ma spesso utilizzato nei pannelli di servizio elettrici. Ad un valore di corrente appena superiore a quello per cui il fusibile costruito, occorreranno minuti prima che il circuito si interrompa; ad un valore di corrente dieci volte maggiore, il fusibile si brucia in pochi millisecondi, e lo stesso dicasi per l'attivazione del disgiuntore. Il tempo di risposta di un fusibile o disgiuntore 'normale' o 'rapido' dipende dal valore istantaneo della sovracorrente. Un fusibile o disgiuntore a 'fusione lenta' o 'ritardato' permette un sovraccarico temporaneo (come quello causato dall'avvio di un motore), ma interrompe velocemente il circuito in caso di sovraccarichi di maggior durata o cortocircuiti. Una grande massa termica ritarda l'aumento di temperatura in modo che i sovraccarichi momentanei vengano ignorati. I disgiuntori di tipo magnetico utilizzano un fluido viscoso di smorzamento per rallentare il movimento del meccanismo di scatto.

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8.2) Analisi Post Mortem dei fusibili bruciati


E' possibile ottenere un bel po' di informazioni dall'apparenza di un fusibile bruciato, perlomeno nel caso in cui l'interno sia visibile, come nei fusibili a cartuccia con finestrella in vetro. Un vantaggio nell'utilizzo dei fusibili che questo tipo di informazioni diagnostiche sono spesso disponibili! Un fusibile il cui elemento sembra intatto ma ad un controllo risulta interrotto, potrebbe semplicemente essersi stancato con l'et. Anche se il fusibile non si brucia, le ripetute accensioni provocano dei picchi di corrente vicini alla portata del fusibile, ed i momentanei sovraccarichi sono causa dei ripetuti riscaldamenti e raffreddamenti dell'elemento del fusibile. E' abbastanza comune che un fusibile si interrompa senza che sia presente alcun guasto reale. Un fusibile il cui elemento spezzato in una o pi parti si bruciato a causa di un sovraccarico. La corrente era probabilmente superiore al doppio della portata del fusibile, ma non si trattava di un cortocircuito. Un fusibile il cui vetro presenta una colorazione argentea o annerita, in cui l'intero elemento molto probabilmente vaporizzato, si bruciato a causa di un cortocircuito. Queste informazioni possono essere utilizzate direttamente senza proseguire nella ricerca del guasto.

8.3) Sostituzione dei fusibili o disgiuntori


Come abbiamo gi avuto modo di osservare , alcune volte un fusibile pu interrompersi per nessuna ragione valida; in questo caso basta sostituire il fusibile, ed il problema risolto. In questa situazione, o dopo aver individuato il problema, quali sono le regole per una sicura sostituzione del fusibile? E' scomodo, a dir poco, attendere una settimana per l'arrivo del fusibile idoneo, o far aprire Radio Shack nel cuore della notte. Anche nel caso dei disgiuntori, un cortocircuito potrebbe danneggiare i contatti o fondere totalmente il dispositivo, e rendere necessaria la sostituzione. I fusibili e i disgiuntori sono caratterizzati da quattro parametri: Corrente di lavoro Questo valore non dovrebbe essere superato, nel senso che non si dovrebbe mai installare un fusibile con corrente di lavoro superiore a quella del componente originale (avete sentito di quel tipo che utilizzava delle monetine al posto dei fusibili, vero?). Va fatta eccezione a questa regola solo nel caso in cui tutti gli altri controlli non mettano allo scoperto il componente che ha fatto bruciare il fusibile in primo luogo. In questo caso, e solo in questo caso, il montaggio di un fusibile con maggiore corrente di lavoro o di un ponticello sui terminali del fusibile, SOLO PER IL TEMPO NECESSARIO AL CONTROLLO consentir al componente guasto di mettersi in luce autonomamente, visto che probabilmente uscir del fumo o si brucer la sua superficie esterna! Si potrebbe anche utilizzare con sicurezza un fusibile con corrente di lavoro minore ma, dipendentemente dalla vicinanza o meno della portata rispetto a quella del fusibile originale, un simile ricambio potrebbe bruciarsi immediatamente. Tensione di lavoro Si tratta della massima tensione di lavoro del circuito (inclusi eventuali picchi induttivi) che il dispositivo pu interrompere con sicurezza. E' prudente utilizzare come ricambio un fusibile con tensione di lavoro uguale o superiore. Tipo Normale, rapido, ritardato, ecc. E' possibile sostituire un fusibile o disgiuntore con un tipo avente risposta pi veloce, tenendo per presente che potrebbe bruciarsi spesso o in via occasionale durante l'accensione dell'apparecchio. E' sconsigliabile effettuare l'operazione opposta, si rischierebbero danni all'apparecchio visto che i semiconduttori tendono a guastarsi abbastanza velocmente. Montaggio Di solito abbastanza semplice ottenere un identico sostituto. Ad ogni modo, a condizione che tutte le altre specifiche siano soddisfatte, perfettamente possibile saldare un normale fusibile da 1-1/4" (3AG) su un fusibile da 20 mm, per esempio. Alcune volte il fusibile dispone di terminali e pu essere saldato direttamente sul circuito stampato. Ad ogni
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modo, possibile saldare con cura dei fili ai comuni modelli a cartuccia per creare un idoneo sostituto.

8.4) Commenti sull'importanza dei fusibili e protettori termici


Come un normale fusibile o disgiuntore, un fusibile o protettore termico svolgono una funzione di sicurezza critica. Pertanto, davvero una pazzia ponticellare questi componenti nel caso si guastino. Alcuni progetti rendono tale opzione ancora pi appetibile fornendo una via diretta per bypassare finanche il fusibile avvolto nelle spire di un trasformatore di alimentazione, grazie ad un terminale aggiuntivo normalmente non utilizzato. Per un solo controllo, perfettamente accettabile ponticellare temporaneamente il fusibile per accertarsi che l'apparecchio funzioni regolarmente senza surriscaldarsi. Ad ogni modo, sebbene questi fusibili a volte si guastino da soli, pi probabilmente la causa da ricercare altrove. Se siete a conoscenza della causa, per esempio se avete tentato di caricare un pacco batterie in cortocircuito, utilizzato il vostro ventilatore per miscelare il cemento, o avete messo qualcosa in cortocircuito esternamente, allora il fusibile ha semplicemente svolto la sua funzione protettiva e l'apparecchio dovrebbe essere a posto. Il fusibile o l'intero trasformatore, motore, o qualsiasi altro dispositivo bruciato vanno sostituiti! Quanto detto vale in particolar modo per gli apparecchi che funzionano in modalit non presidiata per i quali, nel caso il sovraccarico si ripresenti o qualcosa si guasti, l'apparecchio potrebbe surriscaldarsi al punto di provocare un incendio - e la vostra compagnia di assicurazioni potrebbe rifiutarsi di coprire i danni se si scopre che sono state apporte modifiche al circuito. E finanche per i dispositivi portatili come asciugacapelli ed utensili elettrici, a parte le considerazioni sulla sicurezza dell'utilizzatore, il protettore termico stato messo l per impedire danni ai dispositivi stessi; quindi, non ponticellatelo!

Capitolo 9) Trasformatori di alimentazione


9.1) Tipologie comuni di trasformatori
Un trasformatore costituito da un nucleo in ferro laminato o ferrite e due o pi avvolgimenti isolati molto spesso non connessi direttamente fra loro. Se un insieme di avvolgimenti utilizzato come ingresso per la tensione di rete o un segnale audio (avvolgimento cosiddetto 'primario'), la tensione che appare su ciascuno degli altri avvolgimenti (avvolgimenti 'secondari') sar correlata al rapporto del numbero di spire su ciascuno degli avvolgimenti. Ad ogni modo, non si ottiene nulla per nulla: la corrente correlata all'inverso di questo rapporto, cosicch la potenza resta invariata (fatta eccezione per le inevitabili perdite). I trasformatori sono utilizzati praticamente in qualunque tipo di apparecchio elettronico, sia per alimentazione che segnali, e nella rete di distribuzione elettrica per ottimizzare la tensione/corrente lungo ciascuna tratta del viaggio dalle centrali elettriche agli utenti. I tipi di trasformatori che ci interessano a riguardo di elettrodomestici, utensili elettrici ed apparecchi elettronici di consumo, sono quasi sempre utilizzati per convertire la tensione alternata di rete in un qualche altro valore, inferiore o superiore: 1. Trasformatori di alimentazione a bassa tensione sono montati negli adatattori di rete ed apparecchi elettronici come parte dell'alimentatore per generare una o pi tensioni continue necessarie al funzionamento dell'apparecchio, alla ricarica delle batterie, ecc. La tensione in uscita tipicamente compresa tra 2 e 48 Volt in alternata, ma sono possibili anche altri valori. 2. Trasformatori di alimentazione ad alta tensione sono montati nei forni a microonde, vecchi televisori ed apparecchi audio a valvole, accensioni per bruciatori ad olio, ed alcune insegne al neon. La tensione in uscita pu raggiungere e superare i 15 kV. 3. Trasformatori di riga, inverter, ed altri trasformatori pi specializzati, pilotati da un oscillatore o chopper ad alta frequenza, sono montati in vari apparecchi come televisori e monitor (alta tensione, bassa tensione, ed altri alimentatori), PC ed alcune periferiche, flash elettronici. Precisiamo che questi trasformatori NON operano
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direttamente dalla rete elettrica e risultano pertanto inutili a meno che non vengano pilotati da una idonea circuitazione elettronica. Esiste un ulteriore paio di comuni modelli di trasformatori di rete elettrica utilizzati nell'assistenza tecnica: 4. I trasformatori di isolamento sono avvolti con rapporto 1:1 in modo che la tensione in uscita sia identica a quella in ingresso. Ad ogni modo, in assenza di connessione diretta fra gli avvolgimenti, possibile testare gli apparecchi riducendo il rischio di scosse elettriche. 5. I trasformatori variabili (o Variac) consentono di regolare la tensione in uscita tra 0 e la tensione di rete in ingresso (o un valore leggermente superiore), sono utili nei casi in cui occorre verificare il comportamento di un apparecchio prima di ricollegarlo alla rete elettrica. Per maggiori informazioni su questo tipo di trasformatori, consultate il documento Ricerca dei guasti e riparazione di apparecchi elettronici di consumo.

9.2) Diagnosticare i guasti dei trasformatori


Ecco alcuni semplici test da effettuare per stabilire se un trasformatore nuovo o usato di caratteristiche note sia realmente efficiente: 1. Osservate la presenza di ovvi segni di dolore. Annusatelo per stabilire se vi una qualche indicazione di precedenti surriscaldamenti, bruciature, ecc. 2. Alimentatelo e verificate che le tensioni in uscita siano ragionevolmente prossime (forse in qualche modo pi elevate) rispetto al previsto. 3. Lasciatelo acceso per un po'. Potrebbe riscaldarsi da appena percettibilmente a moderatamente, ma non cos tanto da non poterlo toccare; non dovrebbe sciogliersi, fumare, o bruciarsi. Inutile dirlo, se succede qualcosa del genere, i test possono considerarsi conclusi! 4. Individuate un carico idoneo in base alla formula R = V/I dalle specifiche ed accertatevi che il trasformatore possa erogare la corrente richiesta senza surriscaldarsi. La tensione non dovrebbe scendere in modo eccessivo tra assenza e presenza di carico (ma tale aspetto dipende dalla progettazione, qualit di costruzione, dal fatto che il trasformatore sia stato o meno acquistato da Radio Shack :-), ecc.

9.3) Determinazione delle connessioni sui trasformatori di alimentazione sconosciuti


Inizite con un buon multimetro digitale sulla scala pi bassa di resistenza o analogico sulla scala di resistenza X1 (dovrete riuscire a misurare fino ad un minimo di 0,1 Ohm in molti casi). In tal modo riuscirete a creare uno schema degli avvolgimenti. Per prima cosa, identificate le connessioni che presentano continuit tra esse. Fatta eccezione per il possibile caso di un trasformatore bagnato fradicio con perdita eccessiva, qualunque lettura inferiore all'infinito sta ad indicare una connessione. I valori tipici risulteranno compresi tra poco pi di 0 Ohm e 100 Ohm. Ciascun gruppo di terminali connessi costituisce un avvolgimento. La lettura pi elevata per ciascun gruppo sar quella tra le estremit dell'avvolgimento, le altre risulteranno inferiori. Con alcune misurazioni e un po' di deduzione logica, sarete in grado di etichettare le estremit e le prese intermedie di ciascun avvolgimento. Quindi, applicando in ingresso una tensione alternata di basso valore (prelevata da un altro trasformatore di alimentazione pilotato da un Variac), sarete in grado di stabilire il rapporto di trasformazione delle tensioni e di conseguenza identificare primario e secondario. Spesso, gli avvolgimenti primari e secondari fuoriescono dai lati opposti del trasformatore. Per i tipici trasformatori di alimentazione troverete due fili in uscita dal primario, ma i trasformatori internazionali potrebbero
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anche prevedere pi prese intermedie come pure un paio di avvolgimenti primari (forse con pi prese) per commutare tra funzionamento a 110/115/120 Volt AC e 220/230/240 Volt AC. I tipici codici dei colori per gli avvolgimenti primari saanno nero o nero con striature in vari colori. Per gli avvolgimenti secondari sono utilizzati qualsivoglia altri colori. Le striature potrebbero indicare le prese centrali, ma non sempre. Per sicurezza, utilizzate allo scopo un Variac ed un altro trasformatore isolato. Ecco un esempio pi specifico: "Recentemente ho acquistato presso un rivenditore di materiale elettronico del luogo un trasformatore da 35 Volt 2 Ampere con presa centrale montato in un alimentatore per ferromodellismo. I fili del secondario sono rosso-rosso/giallo-rosso, e credo di aver capito come collegare il secondario per ottenere due sorgenti a 17,5 Volt. Il mio dilemma costituito dal primario: sono presenti sei fili neri (nero, nero/rosso, nero/blu, nero/verde, nero/giallo, nero/grigio). Due di questi erano gi spellati, quindi ho provato a collegarli alla rete elettrica ma sul secondario non risulta presente alcuna tensione. Avete qualche idea? Non sono a conoscenza del produttore, il trasformatore sigillato in uno scatolo chiuso senza alcuna apertura. Inoltre, non capisco se sia dotato di pi avvolgimenti primari da collegare insieme o di cinque prese per le varie tensioni in ingresso. Qualche idea????" Naturalmente, diamo per scontato che la misura sul secondario sia stata effettuata sulla scala in corrente alternata del multimetro! :-) Mi dispiace, ma dovevo confermare le basi. La mia naturale supposizione sarebbe che i fili richiesti erano quelli con le striature. Ecco un suggerimento: 1. Utilizzate un ohmmetro per stabilire quali siano gli insiemi di terminali del primario connessi. Le resistenze risulteranno molto basse, ma dovreste anche essere in grado di stabilire quali terminali corrispondano a delle semplici prese intermedie, visto che la resistenza tra di essi risulter molto bassa. 2. Visto che siete gi a conoscenza del valore di tensione sul secondario, alimentate il secondario tramite una sorgente di corrente alternata a bassa tensione come ad esempio un altro trasformatore. Quindi, misurate la tensione tra ciascuna coppia di terminali primari. Dovreste essere in grado di individuare con certezza gli avvolgimenti principali e le prese intermedie. Utilizzando una combinazione delle procedure sopra descritte dovreste riuscire a stabilire come stanno le cose. Ritengo che il trasformatore sia dotato di un paio di avvolgimenti primari che possono essere connessi sia in serie (per i 220) che in parallelo (per i 110) ed una presa centrale, ma chi lo sa. Conviene effettuare i necessari controlli. Nel dubbio, non limitatevi a collegarlo ai 110 Volt, potreste finire col fondere il tutto. Fateci sapere cosa avete scoperto.

9.4) Determinazione delle connessioni ignote sui trasformatori di alimentazione internazionali


Molto probabilmente, potrete determinare le connessioni del trasformatore semplicemente identificando le connessioni di ingresso della rete. Ci saranno due avvolgimenti primari (la resistenza fra i due sar infinita). Ciascuno di essi potrebbe anche avere delle prese intermedie onde consentire varie leggere variazioni nella tensione di ingresso. Per esempio, potrebbero esserci delle prese intermedie per 110/220, 115/230, 120/240, ecc. Negli Stati Uniti (tensione di rete 110 Volt AC), i due avvolgimenti primari sono collegati in parallelo. In Europa (tensione di rete 220 Volt AC), i due avvolgimenti saranno collegati in serie. Quando si modifica il cablaggio da una tensione all'altra occorre assicurarsi di mettere in fase i due avvolgimenti, altrimenti provocherete un cortocircuito! E' possibile effettuare tale controllo quando si applica l'alimentazione. E' sufficiente lasciare scollegata una sola estremit di un avvolgimento e misurare la tensione tra questi due punti: dovrebbero essere presenti 0 Volt o poco pi se la fase corretta. Se la tensione significativa, invertite uno degli avvolgimenti e ripetete le misurazioni per confermare. Un tester sulla portata in Ohm pi bassa dovrebbe consentirvi di determinare la disposizione delle prese intermedie sul primario e di quali coppie di terminali del secondario sono connesse a ciascun avvolgimento. Occorrer probabilmente un

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tester digitale in quanto molti modelli analogici non offrono un range di resistenza sufficientemente basso. Con un po' di fortuna, anche probabile che le connessioni del trasformatore siano contrassegnate sul contenitore! E' meglio effettuare una prova preliminare con un Variac in modo tale da alzare la tensione gradualmente ed accorgersi di eventuali errori prima di mandare tutto in fumo. E' finanche possibile alimentare il trasformatore da una sorgente a bassa tensione, ammettiamo 10 Volt prelevati da un Variac o finanche da un adattatore, in modo da operare con sicurezza nelle misurazioni sul secondario. Quindi, sufficiente scalare in modo appropriato tutte le tensioni.

9.5) Stabilire la potenza (VA) di trasformatori sconosciuti


Per un trasformatore con un singolo avvolgimento di uscita, non sarebbe una cattiva idea misurare l'aumento di temperatura. Considerando che non sarete a conoscenza della temperatura accettabile per il trasformatore, un approccio conservativo consiste nell'aumentare gradualmente la corrente fino a che il trasformatore diventa caldo al tatto dopo un periodo di tempo esteso, ammettiamo un'ora. Nei casi in cui sono coinvolti pi avvolgimenti in uscita, il compito risulta pi complesso visto che la corrente massima di ognuno ignota. Da Greg Szekeres (szekeres@pitt.edu) Generalmente, possibile misurare la potenza dei singoli avvolgimenti secondari. Si inizia col misurare la tensione a vuoto, quindi si carica l'avvolgimento fino a che la tensione scende del 10%, e nelle stesse condizioni di carico si procede con la misurazione della corrente. Una caduta di tensione del 10% dovrebbe costituire un valore molto sicuro. In un trasformatore economico la potenza potrebbe essere stata calcolata su una caduta di tensione del 20%. Una caduta del 15% da considerarsi accettabile. Occorrer smanettare un po' col trasformatore per accertarsi che non si surriscaldi, ecc. Da James Meyer (jimbob@acpub.duke.edu) Dalla misura della tensione in uscita a vuoto e della resistenza in corrente continua dei singoli avvolgimenti possibile ricavare con buona approssimazione il valore di potenza disponibile su ciascun avvolgimento. Preparate qualcosa di simile ad un foglio di calcolo e regolate la corrente in uscita per uguagliare le perdite in ciascun secondario. Il fattore principale che stabilisce la massima capacit di erogazione di potenza la sezione del filo dal momento che la tensione per ciascuna spira e quindi la lunghezza dell'avvolgimento fissa per ciascuna particolare tensione in uscita.

9.6) Stabilire le potenze di un trasformatore di alimentazione bruciato


Un trasformatore di alimentazione pu guastarsi in un certo numero di maniere. Ecco le pi comuni:
q

Primario interrotto: di solito il risultato di una sovratensione ma potrebbe anche essere dovuto ad un cortocircuito in uscita che ha prodotto un surriscaldamento. Essendo il primario interrotto, il trasformatore del tutto defunto. Per prima cosa, accertatevi che il trasformatore sia davvero irrecuperabile. Alcuni montano un fusibile termico o normali fusibili sotto lo strato pi superficiale di nastro isolante o carta.

Cortocircuito nel primario o secondario: potrebbe essere il risultato di un surriscaldamento o semplicemente dovuto a produzione scadente ma ad ogni modo, ci sono due fili che si toccano. Una o pi uscite potrebbero essere inutilizzabili e finanche in quelle che forniscono una qualche tensione, quest'ultima potrebbe risultare molto bassa. Il trasformatore potrebbe non bruciare il fusibile dell'apparecchio e finanche se ci dovesse accadere, probabilmente si

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surriscalderebbe molto in fretta. Per prima cosa, accertatevi che non vi siano problemi nell'apparecchio alimentato. Scollegate tutte le uscite del trasformatore ed verificate che i sintomi rimangano pressappoco gli stessi. Esistono svariati approcci per analizzare un trasformatore bruciato e/o identificare le caratteristiche di un ricambio:
q

Se avete tempo e pazienza ed il trasformatore non totalmente ricoperto di sigillante epossidico o vernice, smontarlo e contare il numero di spire per ciascuno degli avvolgimenti potrebbe risultare l'approccio pi sicuro. Non cos tragico come sembra: il tempo richiesto dall'inizio delle operazioni al gettare i resti nelle immondizie potrebbe essere minore di 20 minuti per un piccolo trasformatore di alimentazione. Smontate il contenitore e l'intelaiatura (se ci sono) e mettete da parte il nucleo in ferro. E' quindi possibile rimuovere il nastro adesivo per mettere a nudo ciascuno degli avvolgimenti. I secondari sono gli avvolgimenti pi esterni. Il primario sar l'ultimo, il pi vicino al centro. Man mano che svolgete il filo, contate il numero di spire sul rochhetto. Contando le spire, conoscerete le tensioni precise (a circuito aperto) di ciascuna delle uscite. Anche se il primario ridotto ad una massa carbonizzata, buona parte del filo sar probabilmente intatta tanto da permettere un conteggio sufficientemente preciso. Non preoccupatevi, un errore di poche spire tra amici non ha importanza. La misurazione della sezione del filo servir a stabilire l'ammontare di corrente che ciascuna delle uscite era in grado di fornire. Probabilmente pi affidabile ricavare la potenza complessiva del trasformatore in base ai dati di targa dell'apparecchio alimentato.

Se quanto sopra non risulta fattibile per una qualunque ragione, occorrer ricorrere a qualche supposizione. Ciascuna delle uscite deve pilotare un raddrizzatore a mezz'onda (un diodo), ad onda intera (due diodi se il trasformatore dotato di presa centrale), o a ponte (modulo o quattro diodi). Nel caso del ponte raddrizzatore, potrebbe comunque esserci una presa centrale per fornire una tensione duale (positiva e negativa). q A volte possibile stimare la tensione richiesta osservando i componenti nell'alimentatore, in particolare le tensioni dei condensatori di filtro e dei regolatori. La tensione di lavoro del condensatore serve come riferimento per un limite superiore della tensione, probabilmente risulter superiore dal 25 al 50 per cento della tensione di picco in ingresso. q Nei casi in cui sono presenti dei regolatori, il loro tipo e/o il circuito stesso potrebbe rivelare la tensione prevista in uscita e quindi la tensione richiesta in ingresso ai regolatori. Per esempio, se presente un chip regolatore 7805, saprete che al suo ingresso deve essere presente una tensione superiore a circa 7,5 V (avvallamenti del ripple) per produrre un'uscita stabile a 5 V. q Se non ci sono regolatori, allora i circuiti integrati, rel, motori e altri componenti alimentati potrebbero riportare tensione e corrente di targa a indicare l'alimentazione richiesta (min-max).

Capitolo 10) Ricerca dei guasti e riparazione dei trasformatori


10.1) Diagnosi dei guasti nei trasformatori
Alcuni trasformatori di alimentazione montano un fusibile termico sotto gli strati di isolamento pi esterni. In molti casi, un sovraccarico produrr l'interruzione del fusibile termico: ammesso di riuscire a rintracciarlo, la sostituzione sufficiente a riportare in vita il trasformatore. Consultate inoltre il paragrafo Commenti sull'importanza dei fusibili e protettori termici. Dove il problema non costituito da un fusibile termico, scartata l'eventualit di cattive saldature o connessioni crimpate nei punti in cui il filo saldato o i terminali si collegano agli avvolgimenti del trasformatore, per qualunque altro problema occorrer svolgere tutti gli avvolgimenti per localizzare un interruzione o un cortocircuito. Nel caso il trasformatore si sia sciolto del tutto ed il risultato sia un miscuglio carbonizzato di rame e ferro, saranno richieste misure molto pi drastiche.
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In principio, sarebbe possibile ricostruire totalmente un trasformatore guasto. Tutto quanto necessario stabilire il numero di spire, direzione, distribuzione degli strati e ordine di ciascun avvolgimento. Il filo necessario all'avvolgimento facilmente reperibile in commercio. Ad ogni modo, a meno che non vi sentite effettivamente esperti nel compito e non riuscite a procurarvi il giusto materiale e vernice isolante, non esiste alcuna garanzia sull'affidabilit a lungo termine e sulla sicurezza. Quindi, la mia raccomandazione definitiva di procuravi un idoneo ricambio commerciale ogniqualvolta possibile. Per maggiori dettagli consultate il paragrafo Riavvolgere i trasformatori di alimentazione. Ad ogni modo, l'autocostruzione dei trasformatori non nulla di nuovo: Da Robert Blum (rfblum@worldnet.att.net) Possiedo un libro edito dal Government Printing Office. Il titolo : "Information for the Amateur Designer of Transformers for 25 to 60 cycle circuits" di Herbert B. Brooks. E' uscito il 14 Giugno 1935 quindi non so se sia ancora in stampa. Quando l'ho acuistato costava 0,10 dollari. Da Mark Zenier (mzenier@netcom.com) "Practical Transformer Design Handbook" di Eric Lowdon. Pubblicato sia da Sams che da Tab Professional Books. Il problema che il libro era fuori stampa l'ultima volta che ho controllato. Da Paul Giancaterino (PAULYGS@prodigy.net) Ho scoperto un articolo decente al riguardo sul numero di Maggio 1983 della rivista Radio Electronics. L'articolo illustra le basi dell'argomento, incluso come stabilire quanti Ampere il trasformatore sia in grado di gestire e come dimensionare il filo per gli avvolgimenti.

10.2) Riavvolgere i trasformatori di alimentazione


Ecco alcune informazioni e raccomanzazioni da gente che ha riparato con successo i propri trasformatori di alimentazione che si sono autodistrutti: Da colin@rowec.screaming.net) Attenzione: esistono degli aspetti di sicurezza sui trasformatori di rete. Utilizzate questa informazione interamente a vostro rischio e pericolo. Ho avvolto e riavvolto svariati trasformatori. Quando ho iniziato ad occuparmi di elettronica (avevo circa 12 anni), ho riavvolto un trasformatore di riga di un televisore a colori. Ho riutilizzato il filo ma ho dovuto rifare l'isolamento sospendendo il filo lungo tutto il garage per verniciarlo con una speciale vernice che avevo trovato. Non rifarei mai una cosa del genere e tantomeno suggerirei a nessuno di tentarci, ma il trasformatore durato pi del cinescopio. Da allora come ingegnere elettronico ho avvolto molti trasformatori per alimentatori a commutazione ed ho riavvolto alcuni trasformatori di alimentazione funzionanti per ottenere tensioni diverse. Se decidere di avvolgere un trasformatore vi occorre un sacco di pazienza e dovete essere in grado di tenere il conto del numero di spire (non facile come sembra) oltre a possedere dita robuste. Ad ogni modo, per i trasformatori di rete bruciati che mi sono capitati fra le mani non c'era speranza di riportarli in vita. Questo perch il rocchetto di plastica si era di solito sciolto per via del calore generato dalla corrente provocata dalla perdita di isolamento degli avvolgimenti. Personalmente non tenterei di riavvolgere un piccolo trasformatore di alimentazione senza il proprio rocchetto, in quanto risulterebbe troppo difficile mantenere gli avvolgimenti isolati con sicurezza l'uno dall'altro oltre che procurarsi il filo richiesto per l'avvolgimento. Se gli avvolgimenti sono gravemente cortocircuitati ci sarebbe da supporre che il trasformatore abbia subito questa sorte.
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Dovrete decisamente ricostruire tutti gli avvolgimenti. Esiste ovviamente il problema di scoprire la tensione/corrente degli avvolgimenti originari. Se l'apparecchio utilizzato con una sola tensione di ingresso, potrebbe risultare sufficiente un solo avvolgimento primario anche se precedentemente gli avvolgimenti erano due: una leggera semplificazione ma il filo da utilizzare deve essere leggermente pi spesso - 3 numeri AWG in meno. Oltre a procurarsi un ricambio idoneo, il sistema migliore consiste nel reperire un trasformatore provvisto in grado di fornire in uscita le tensioni e le correnti richieste. Potrebbe non essere un compito facile, e potrebbe non essere possibile montare il trasformatore nell'apparecchio. E' possibile reperire trasformatori nuovi presso molti rivenditori, al limite potrebbero occorrervene un paio per ottenere la giusta combinazione di tensioni. Se avete fortuna potreste reperire quanto richiesto presso un rivenditore di materiale di recupero, o da rottami di un vecchio apparecchio. Ad ogni modo, se siete determinati nel provare ad avvolgere un trasformatore, ci sono svariate possibilit. L'aspetto pi critico nell'avvolgimento di un trasformatore di alimentazione costituito dall'avvolgimento primario, visto che il filo incredibilmente sottile sui piccoli trasformatori e si pu facilmente danneggiare o spezzare, ed un buon isolamento di primaria importanza. Inoltre la quantit di filo enorme ed il lavoro diventa poco praticabile a meno che non siate pronti a ricorrere a qualche sorta di attrezzo. Suggerirei di prendere in considerazioni le alternative ad effettuare l'avvolgimento di persona, e cio:
q

Acquistare un kit. La Maplin nel Regno Unito li commercializza in varie dimensioni. L'avvolgimento primario fornito gi avvolto, occorre semplicemente avvolgere il filo per i secondari. Il trasformatore completo delle informazioni richieste per calcolare il numero di spire e la sezione del filo da utilizzare in base alla tensione e corrente richieste. Riavvolgere un trasformatore in buone condizioni. E' un lavoro che ho affrontato svariate volte. E' imperativo smontare il trasformatore senza danneggiare in alcun modo l'isolamento dell'avvolgimento primario, la parte pi difficile del lavoro. Normalmente le laminature 'E' e 'I' sono ermeticamente impaccate dentro il rocchetto ed il primo ad uscire tende a piegarsi seriamente; improbabile che si riesca nell'intento al primo tentativo. Se il trasformatore sigillato con lacca o ancor peggio con sigillante che indurisce allora l'impresa diventa pressoch impossibile. Una volta rimosse le laminature dovrete raggiungere gli avvolgimenti da sostituire; alcune volte troverete un coperchio di plastica in due pezzi che si aggancia sul rocchetto.

Dovrete naturalmente utilizzare un trasformatore grande a sufficienza e dotato del primario con la giusta tensione. Appurato che l'originale si sia guastato e che i trasformatori autocostruiti non sono mai cos compatti come quelli commerciali, sarebbe meglio utilizzare il trasformatore pi grande che possibile montare. Per ragioni di sicurezza, utilizzate solo un trasformatore di moderna costruzione ed in buone condizioni. Potreste essere in grado di utilizzare uno o pi degli avvolgimenti preeesistenti, ma tenete a mente che ciascun avvolgimento occupa uno spazio proporzionale alla sua corrente moltiplicata per la tensione. Per stabilire il numero di spire e la sezione del filo utilizzato per gli avvolgimenti dovrete calcolare il numero di spire per Volt del nuovo trasformatore: sufficiente contare le spire di uno degli avvolgimenti secondari e dividerlo per la tensione erogata. Il numero di spire che vi occorre questo numero moltiplicato per la tensione desiderata. La sezione del filo stabilita dalla corrente che si desidera prelevare. Utilizzate del filo con la stessa area per Ampere dell'avvolgimento originario. Occorre terminare in modo appropriato le estremit degli avvolgimenti. Utilizzate filo di rame smaltato, potreste dover grattare via lo smalto per effettuare le saldature a meno che si tratti di smalto in grado di fondersi al calore, ma in questo caso vi occorre un saldatore con temperatura davvero elevata. Di solito sono previsti degli ancoraggi dove saldare le estremit. Inoltre, se il trasformatore utilizzato in apparecchi tipo registratori a nastro, molto probabilmente occorrer schermarlo. Dovreste ora assicurarvi che il trasformatore finito sia sicuro. Il sistema migliore per controllare l'isolamento consiste nell'effettuare la verifica utilizzando una alta tensione (alcuni kV) tra primario e secondario, e quindi tra il nucleo e ciascun avvolgimento, controllando che non ci siano correnti di perdita. Con la corrente applicata verificate la presenza delle corrette

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tensioni sulle uscite. Accertatevi che il trasformatore non si riscaldi eccessivamente. Tutti i trasformatori si riscaldano, alcuni cos tanto da non poterli toccare, ma se dopo svariate ore trasformatore diventa cos bollente che la pelle si attacca al trasformatore quando lo toccate sappiate che non durer a lungo!! E' possibile reperire filo EC e trasformatori di recupero da varie fonti, una ricerca su internet costituisce un buon punto di partenza. Da Bill Rothanburg (william.rothanburg@worldnet.att.net) E' una cosa che ho sperimentato di persona. Si trattato pi di una sfida intellettuale che pratica, ma possibile. Alcuni requisiti: q Un trasformatore che si possa facilmente disassemblare. Se il trasformatore impregnato di vernice, preparatevi ai problemi. q Tanta pazienza. q Una eccellente memoria. q Ragionevolmente buona manualit meccanica. Avevo un trasformatore relativamente semplice su cui lavorare - singolo primario, due secondari. Gli avvolgimenti non erano stati inzuppati di vernice, cos stato possibile svolgerli contando le spire. Vi ho gi detto che occorre una buona dose di pazienza? Sono stato in grado di stabilire la sezione del filo dal vecchio avvolgimento. Il trasformatore si surriscaldato al punto che il rocchetto di plastica si ridotto ad una robaccia. Sono riuscito a costruire un ricambio utilizzando carta oleata ed un sacco di vernice. Per assistere nel riavvolgimento ho realizzato un attrezzo - in realt una manovella attraverso un pezzo di legno. Il rocchetto era tenuto al suo posto da un paio di bulloni e rondelle. Il riavvolgimento vero e proprio stata la parte pi semplice del lavoro. Se dovessi riprovare una simile esperienza, utilizzerei senza dubbio un fusibile termico nel trasformatore.

Capitolo 11) Batterie e pacchi batterie


11.1) Tecnologia delle batterie
Il desiderio di alimentazione portatile sembra crescere esponenzialmente con la proliferazione dei computer notebook e palmtop, agendine elettroniche, PDA, telefoni cellulari e fax, cercapersone, macchine fotografiche tascabili, videocamere, registratori audio a cassette, radioregistratori, ecc. la lista non ha termine. Due delle aree pi calde nella ricerca di nuove tecnologie nel settore elettronico riguardano lo sviluppo di tecnologie per ottenere batterie (sistemi elettrochimici) di maggior capacit per gli apparecchi ricaricabili, e l'implementazione di gestione intelligente dell'energia (ricarica ottimale e conversione di energia ad alta efficienza) per gli apparecchi portatili. Litio e Nickel Metal Hydride sono tra le pi recenti aggiunte all'inventario delle tecnologie di batterie pi popolari. Sono ora disponibili una variet di circuiti integrati per implementare delle tecniche di ricarica rapide preservando nel contempo la durata delle batterie. Dei progetti di convertitori DC-DC di basso costo sono in grado di generare qualunque tensione richiesta dall'apparecchio con efficienze maggiori del 90%. Ad ogni modo, la maggioranza degli apparecchi che incontrerete utilizza ancora batterie di tecnologia abbastanza basilare; le batterie pi comuni sono le usa e getta alcaline e al litio, seguite dalla batterie ricaricabili al Nickel Cadmio o Piombo-Acido. I circuiti di ricarica sono spesso molto semplici e non sempre svolgono al meglio il loro compito, anche se tutto sommato sono idonei per la maggioranza delle applicazioni. Per maggiori e pi dettagliate informazioni su tutti gli aspetti della tecnologia delle batterie, consultate i documenti

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Sci.Electronics Battery FAQ Sulle batterie esiste pi letteratura tecnica di quanta abbiate mai sognato di aver bisogno. I paragrafi seguenti rappresentano soltanto una breve introduzione.

11.2) Principi basilari sulle batterie


Una batteria in parole povere costituita da un certo numero di pile, molto spesso collegate in serie per ottenere delle tensioni multiple della tensione base della pila che, dipendentemente dalla tecnologia utilizzata, pu essere di 1,2, 1,5, 2,0, o 3,0 Volt tanto per citare i valori pi comuni. Ad ogni modo, il termine 'batteria' diventato di uso comune anche per indicare una singola pila. Quattro sono i tipi di batterie tipicamente utilizzati negli apparecchi elettronici di consumo: Alcaline Sono costituite da una o pi celle con una tensione nominale ai terminali di 1,5 V. Esempi di pile alcaline sono le batterie AAA, AA, C, D, N, 9V ('transistor'), batterie per lanterne (6 Volt o maggiore), ecc. Sono disponibili anche in molte altre dimensioni, incluse le batterie miniatura a bottone per applicazioni speciali come orologi da parete e da polso, calcolatrici e macchine fotografiche. In genere la ricarica delle batterie alcaline non fattibile, a causa della loro costruzione e composizione chimica; fanno eccezione a questa regola le alcaline ricaricabili, sebbene al momento questa tecnologia non sia ancora ben sperimentata. I vantaggi delle alcaline sono una elevata capacit e la possibilit di tenerle immagazzinate per lungo tempo senza che le prestazioni ne soffrano. Le batterie alcaline giocano attualmente il posto di rilievo nel mercato, dopo aver rimpiazzato le originali Zinco-Carbone e i tipi per carichi pesanti. Si noti che nella maggioranza delle situazioni non necessario conservare le batterie alcaline nel frigorifero per ottenere la massima durata di immagazzinamento. Litio Questo tipo di pile possiede una capacit molto maggiore rispetto alle alcaline; la tensione ai terminali di ciascuna cella di circa 3 Volt. Le pile al Litio sono spesso utilizzate nelle macchine fotografiche dove il loro alto costo controbilanciato dalla convenienza di una lunga vita e dalle ridotte dimensioni. Stanno iniziando ad apparire sul mercato batterie al Litio in dimensioni comuni come le batterie a 9 Volt. In genere, non raccomanderei l'utilizzo delle batterie al Litio nei casi in cui un dispositivo possa essere lasciato acceso accidentalmente, per esempio per i giocattoli da destinare ai bambini; le batterie si scaricheranno nell'arco di una nottata, sia che si tratti di una economica batteria Zinco-Carbone che di una costosa al Litio. Ad ogni modo, per gli allarmi antifumo, le batterie al Litio da 9 Volt (supponendo che reggano effettivamente a lungo come si pensa) rappresentano la soluzione ideale per un servizio ininterrotto di 5-10 anni senza necessit di manutenzione. Nickel Cadmio (NiCd) Si tratta del tipo pi comune di tecnologia per le batterie ricaricabili utilizzata nei piccoli apparecchi elettronici. Questo tipo di batterie disponibile in tutte le dimensioni pi popolari. Ad ogni modo, la tensione ai loro terminali di soli 1,2 Volt per cella, a differenza degli 1,5 Volt per cella delle alcaline (in assenza di carico). D'altro canto per la tensione sui terminali delle NiCd rimane pressoch costante anche sotto carico e per tutta la durata della scarica. I produttori dichiarano che le NiCd possono reggere tra i 500 e i 1000 cicli di carica e scarica, ma aspettatevi di raggiungere queste ottimistiche previsioni solo in determinati tipi di applicazioni. In particolare, solitamente si raccomanda di non scaricare le batterie NiCd a tensioni inferiori a circa 1 Volt per cella, e di non lasciare le batterie scariche per un tempo eccessivo. Anche tenere sotto carica le batterie al NiCd per tempi eccessivi un nemico delle NiCd, e tender a ridurre la loro vita utile. Un rasoio elettrico un esempio di un dispositivo che si avvicina al ciclo ideale di vita, in quanto viene utilizzato fino a che la batteria inizia a scaricarsi e quindi rimesso immediatamente sotto carica. Se un apparecchio viene utilizzato e quindi dimenticato (come ad esempio una calcolatrice con stampante utilizzata di rado), non dovrete poi sorprendervi se la batteria NiCd non si carica o non mantiene la carica al prossimo utilizzo della calcolatrice. Piombo-Acido Simili al tipo utilizzato nelle automobili, ma in genere racchiuse in un contenitore sigillato progettato in modo da non lasciar uscire acido nelle normali condizioni di utilizzo. Questo tipo di batterie reperibile in una vasta gamma di

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capacit, ma non in dimensioni standard come AA o D. Vengono utilizzate in alcune videocamere, flash elettronici, lettori CD, sistemi di sicurezza, luci di emergenza, e molte altre applicazioni. La tensione nominale di 2 V per cella. Queste batterie non vanno assolutamente lasciate scariche per lunghi periodi di tempo, altrimenti diventano del tutto inutilizzabili. Sotto questo aspetto sono ancora peggiori delle NiCd.

11.3) Caricabatterie
La capacit di accumulo di energia C di una batteria misurata in Ampere-Ora o A-h (o mA-h per le batterie di piccole dimensioni). La corrente di ricarica normalmente espressa come frazione di C, per esempio 0,5 C o C/2. Nella maggior parte dei casi, una carica di compensazione lenta, da C/100 a C/20 comporta un minore stess sulle batterie. Dove possibile, con questo approccio si potranno riscontrare migliori prestazioni e maggior durata. Un tale approccio dovrebbe risultare meno costoso a lungo termine anche se comporta avere ulteriori pile o pacchi batterie a disposizione quando gli altri sono sotto carica. La carica veloce rovina le batterie - genera calore e gas e le reazioni chimiche potrebbero risultare meno uniformi. Ciascun tipo di batteria richiede un differente tipo di circuito di ricarica. 1. Le batterie NiCd sono caricate con una corrente controllata (di solito costante). Per i tipi di batterie montati negli utensili portatili e computer portatili possibile effettuare una carica veloce ad una corrente compresa tra 0,5C e 1C, dove C indica la capacit in Ampere-Ora della batteria; per esempio, nel caso di una batteria da 2 Ampere-Ora, per corrente di ricarica uguale a 0,5C si intende caricare la batteria con una corrente di 1 Ampere, per corrente di carica di compensazione si intende 1/20-1/10C. I caricatori pi sofisticati utilizzano una variet di tecniche per rivelare la fine-carica. I caricatori economici (e quei tipi montati in molti economici apparecchi elettronici di consumo) effettuano semplicemente la carica di compensazione ad una corrente costante. I caricatori rapidi utilizzati per gli utensili portatili, computer laptop e videocamere, come minimo sono in grado di rivelare l'aumento di temperatura che una delle indicazioni del raggiungimento della piena carica, anche se questo sistema ben lontano dall'essere totalmente affidabile, ed alcuni danni sono inevitabili visto che alcune celle raggiungono la piena carica prima di altre a causa delle inevitabili lievi differenze nella capacit. Migliori tecniche di ricarica sono basate sulla rivelazione della leggera caduta di tensione che ha luogo quando viene raggiunta la piena carica, ma anche questo sistema pu essere ingannevole. Le migliori tecniche di gestione dell'alimentazione utilizzano una combinazione di rivelazione e preciso controllo della carica per ciascuna cella, conoscenze sulle caratteristiche della batteria, e stato di carica. Sebbene la carica lenta sia la migliore per le Nickel-Cadmio, la ricarica di compensazione a lungo termine risulta generalmente sconsigliabile. I problemi che affliggono i semplici caricatori per batterie al NiCd sono di solito abbastanza semplici da individuare: un cattivo trasformatore, diodi raddrizzatori, condensatori, e forse un regolatore. Nei casi in cui viene utilizzata la rivelazione della temperatura, il sensore montato nel pacco batterie potrebbe essere difettoso, e potrebbero anche esserci dei problemi nei circuiti di controllo. Ad ogni modo, i pi sofisticati sistemi per la gestione dell'alimentazione sono controllati tramite microprocessori o circuiti integrati custom e potrebbe essere impossibile individuare dei guasti che vadano oltre dei componenti evidentemente guasti o delle cattive connessioni. 2. Le batterie al Piombo-acido vengono caricate con una corrente limitata ma con una tecnica di taglio della tensione. Sebbene la tensione ai terminali di una batteria al Piombo-acido sia di 2,00 Volt nominali, potrebbe in realt superare i 2,5 Volt per cella durante la carica. Nel caso delle batterie per automobile, 15 Volt rientrano ancora nel normale intervallo di tensione ai terminali quando il motore e l'alternatore sono in funzione. Un semplice caricatore per una batteria al Piombo-acido costituito semplicemente da un trasformatore riduttore di tensione, un raddrizzatore per trasformare la corrente alternata in corrente continua, e una qualche resistenza per limitare la corrente in uscita. La corrente tender a scendere naturalmente man mano che la tensione della batteria si avvicina ai picchi della forma d'onda di ricarica. I caricabatterie per batterie d'automobile pi economici sono costruiti proprio in questo modo. Per le piccole batterie al piombo-acido sigillate, potrebbe essere utilizzato in circuito integrato regolatore per fornire una tensione di carica costante limitata in corrente. Un caricatore da 1 Ampere (massimo) per
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batterie a 12 Volt potrebbe utilizzare un LM317, 3 resistori e due condensatori, e funzionare da una sorgente di tensione a 15 Volt o pi. I caricatori di compensazione per la batterie Piombo-Acido sono di solito a tensione costante, e la corrente scende man mano che la batteria raggiunge la piena carica. Pertanto, lasciare la batteria costantemente sotto carica accettabile per mantenerla nello stato di carica desiderato. I problemi nei caricatori per batterie al Piombo-acido sono di solito abbastanza semplici da diagnosticare vista la semplicit della maggior parte dei progetti.

11.4) I commenti di Dave sulla costruzione di un caricatore per piccole batterie Piombo-Acido
Quanto segue si applica al tipo di batterie piombo-acido reperibili in alcune videocamere ed altri apparecchi portatili: Da Dave Martindale (davem@cs.ubc.ca) Il sistema pi semplice consiste nel costruirsi un alimentatore con uscita regolata a 13,8 Volt, in grado di fornire una corrente limitata a 0,5 A. E' possibile fornire una tensione di 13,8 Volt alla batteria per un tempo illimitato senza provocare alcun danno - questo processo denominato float charge. La limitazione di corrente a 0,5 A evita che la batteria assorba troppa corrente e si surriscaldi se stata scaricata del tutto o quasi. Questo tipo di caricatore in grado di ripristinare la carica della batteria a 80% della capacit totale entro poche ore, quindi risulta idoneo per la maggior parte degli utilizzi. Ad ogni modo, nella progettazione, accertatevi che il caricatore non possa autodistruggersi se viene a mancare la tensione di alimentazione (per un black-out per esempio) quando la batteria ancora connessa. Con un normale regolatore in serie, se il caricatore dovesse spegnersi, l'intera tensione della batteria viene applicata alla giunzione base-emettitore del transistor di uscita in senso inverso. Molti transistor sono progettati per sopportare solo circa 6 Volt di tensione inversa base-emettitore, quindi con tale progettazione il vostro caricatore si arrostir al primo black-out. Se desiderate costruirvi un caricatore ad alte prestazioni, sono in commercio degli speciali circuiti integrati per il controllo della carica in grado di fornire tre o pi fasi di ricarica: q Carica a corrente costante alla massima corrente di sicurezza (in base alle specifiche del pacco batterie) fino a che la tensione sale a circa 14,5 Volt. q Carica a tensione costante a 14,5 Volt fino a che la corrente scende ad una frazione del limite iniziale di corrente. q Al termine, carica di compensazione a 13,65. Utilizzando 14,5 Volt invece dei 13,8 per la fase iniziale della carica, questo tipo di caricatore rigenera la batteria a circa il 90% della capacit in un tempo considerevolmente minore. Ma se vi interessa una semplice ricarica notturna, la complessit extra semplicemente superflua. D'altro canto, le batterie NiCd possono essere caricate in meno di un'ora con un idoneo circuito elettronico. Le batterie piombo-acido semplicemente non possono essere ricaricate cos velocemente.

11.5) Sostituire delle pile Alkaline con delle NiCd


Per prima cosa osservate che le batterie ricaricabili NON sono idonee per l'utilizzo in applicazioni critiche per la sicurezza, come ad esempio nei rivelatori di fumo, a meno che non vengano utilizzate solo come backup di emergenza in caso di mancanza di tensione di rete (se il rivelatore di fumo anche collegato alla rete elettrica) e siano costantemente sotto carica di compensazione. Le batterie NiCd tendono a scaricarsi (anche senza carico) ad una velocit tale da scendere a tensione zero in un mese o due. Per molti giocattoli, telefoni portatili, lettori CD e riproduttori a cassette, radioregistratori portatili, televisori, computer palmtop, ed altri gadgets mangiabatterie, potrebbe essere possibile sostituire le comuni batterie usa e getta cone delle batterie

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ricaricabili. Ad ogni modo, le batterie NiCd presentano una minor tensione ai terminali, 1,2 Volt contro 1,5 Volt, e per tale motivo alcuni apparecchi potrebbero non funzionare correttamente. In particolare, i riproduttori a cassette potrebbero non riuscire a pilotare il motore per raggiungere una velocit di trascinamento costante e corretta. I produttori potrebbero specificamente mettere in guardia gli utenti contro l'utilizzo di questo tipo di batterie. Le torce elettriche non saranno cos luminose a meno che la lampadina non venga sostituita con un'altra a tensione pi bassa. Altri apparecchi potrebbero funzionare meno che bene o non funzionare affatto se alimentati con pile al NiCd. Nel dubbio, controllate il vostro manuale di istruzioni. E' anche alquanto improbabile, ma non impossibile, che alcuni apparecchi possano danneggiarsi. Ci potrebbe avvenire se la progettazione assume qualcosa a riguardo della resistenza interna delle batterie, che per le NiCd risulta molto minore rispetto alle Alcaline.

11.6) E' possibile sostituire una batteria al NiCd con un grosso condensatore elettrolitico?
La risposta in breve : probabilmente no. Il caricatore con molta probabilit suppone che le NiCd limiteranno la tensione; i circuiti montati in molti caricatori infatti applicano una tensione significativamente maggiore rispetto a quella dei terminali del pacco batterie, attraverso un resistore di limitazione della corrente. Se sostituite le pile al NiCd con un condensatore la tensione potrebbe finire per essere molto maggiore rispetto a quella prevista, con conseguenze ignote. Nei caricatori pi sofisticati, le conseguenze potrebbero essere ancora pi imprevedibili. Inoltre, anche la capacit di un supercondensatore non pu essere paragonata a quella di una piccola batteria NiCd. Un condensatore da 5,5V 1F (un Farad) mantiene circa 15 W-s di energia, che pressoch equivalente ad una batteria da 5V di capacit 3 A-s - meno di 1 mA-h. Un piccolo pacco batterie da 100 mA-h possiede una capacit maggiore di due ordini di grandezza.

11.7) Determinare la reale capacit di un pacco batterie al NiCd


Quando le prestazioni di un pacco batterie sono inferiori a quelle indicate o sul pacco batterie non riportata alcuna informazione a riguardo della capacit, ecco alcuni commenti su come determinare sperimentalmente la corrente erogabile in Ampere-ora. Dovrete stimare la capacit in modo tale da poter approssimare i tassi di carica e scarica. Ad ogni modo, di solito semplice calcolare la capacit in base alla caratteristiche fisiche della batteria; in tal modo, riuscirete ad avvicinarvi alla reale capacit con un fattore compreso tra 0,5 e 2 come tolleranza:

Dimensione delle celle Intervallo di capacit, in A-h --------------------------------------------------------------AAA 0,2 - 0,4 AA 0,4 - 1 C 1 - 2 D 1 - 5 Telefono senza fili 0,1 - 0,3 Videocamera 1 - 3+ Computer portatile 1 - 5+ Per prima cosa, dovreste caricare completamente la batteria; se la batteria sembra non raggiungere la piena capacit, questo potrebbe essere il vostro unico problema. Il vostro caricatore potrebbe interrompere prematuramente la carica a causa di un guasto nel caricatore stesso e non nella batteria. Potrebbe trattarsi di contatti sporchi o corrosi sul caricatore o sulla batteria, di cattive connessioni, di un sensore di temperatura o altro circuito di controllo di fine carica guasto. Sarebbe consigliabile tenere sotto controllo la corrente durante la carica, per stabilire se la batteria riceve una corrente in A-h sufficiente per la sua
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completa ricarica. Di solito occorrono da 1,2 a 1,5 volte gli A-h della capacit della batteria, per ricaricarla completamente. Quindi, scaricate la batteria ad una corrente approssimativa di C/20 - C/10, fino a che la tensione della cella scende a circa 1 Volt (non scaricate completamente la batteria per evitare di danneggiarla). La capacit calcolata come corrente media moltiplicata per il tempo impiegato per la scarica, visto che la corrente di scarica di una pila NiCd abbastanza costante quasi fino alla scarica completa.

11.8) Le batterie NiCd e l'infame 'effetto memoria'


Se l'effetto memoria sia realt o invenzione sembra dipendere dal punto di vista personale e dall'evidenza aneddotica. Ci che molta gente pensa sia causato dall'effetto memoria viene pi accuratamente descritto come depressione della tensione, ridotta tensione e quindi ridotta potenza e capacit durante l'utilizzo della batteria. I paragrafi seguenti sono a cura di Bob Myers (myers@fc.hp.com) e sono basati su una nota tecnica della General Electric sulle batterie al NiCd. Le seguenti sono le cause pi comuni di problemi impropriamente attribuiti all'effetto memoria: Tensione di taglio troppo alta Basilarmente, poich le batterie NiCd sono caratterizzate da una tensione molto costante durante la scarica, utilizzare la tensione per determinare quando la batteria quasi scarica pu essere rischioso; un settaggio improprio, unito ad una leggera depressione della tensione, pu far segnalare da molti apparecchi che la batteria 'a zero' quando in effetti rimane utilizzabile quasi tutta la piena capacit (quantunque ad una tensione leggermente ridotta). Condizioni di alta temperatura Le batterie NiCd soffrono di condizioni di alta temperatura; in tale situazione viene ridotta sia la carica che verr immagazzinata dalle celle durante la carica, e sia la tensione sulla batteria al termine della carica (e quest'ultimo fattore, ovviamente, riporta al problema precedente). Riduzione della tensione causata da una carica eccessivamente prolungata Si spiega da se. La tensione delle batterie NiCd pu scendere di 0,1-0,15 Volt per cella se le batterie vengono sottoposte ad un lungo peiodo di carica (parliamo di mesi). Un tale tipo di trattamento tutt'altro che raro negli apparecchi elettronici di consumo, specialmente se l'utente ha l'abitudine di lasciare le batterie in un caricatore di progettazione semplicistica, studiato per fornire una corrente sufficiente per una carica relativamente rapida. Come precauzione, NON lascerei mai le mie batterie al NiCd sul caricatore per un tempo superiore a quello raccomandato, a meno che il caricatore sia specificamente progettato per una 'carica di compensazione' a lungo termine, ed esplicitamente dichiarato come tale dal produttore. Varie Esistono svariate altre possibili cause elencate nella categoria 'varie', tra cui ricordiamo: r Funzionamento a temperature inferiori a 0 gradi Centigradi. r Scarica a corenti elevate (superiori a 5 volte la capacit) se la batteria non stata progettata appositamente per un tale utilizzo. r Tempo di ricarica non idoneo, o caricatore difettoso. r Una o pi celle difettose o rovinate. Queste pile non durano in eterno. Per concludere con una citazione dalla General Electric: "Per ricapitolare, possiamo affermare che il vero 'effetto memoria' estremamente raro. Quando vediamo attribuire delle cattive prestazioni di una batteria all'effetto memoria, si tratta quasi sempre di un problema correggibile nell'utilizzo, uno di quelli sopra elencati: la riduzione della tensione provocata da una carica eccessivamente prolungata uno dei problemi spesso scambiati per effetto memoria. Queste informazioni dovrebbero dissipare molti dei miti che esagerano l'idea dell'"effetto memoria".

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11.9) Manutenzione delle batterie NiCd


Ecco sei linee guida da seguire, nella speranza di evitare delle riduzioni di tensione dovute all'effetto memoria o ad altri problemi: (Porzioni delle seguenti linee guida sono tratte dalla NiCd FAQ scritta da: Ken A. Nishimura (KO6AF)) 1. NON scaricate deliberatamente le batterie per il solo scopo di evitare l'effetto memoria. Rischiate di caricare una o pi celle con polarit inversa, il che un buon sistema per rovinarle. 2. Lasciate occasionalmente scaricare la pile a circa 1.0 Volt/cella nel corso del normale utilizzo. 3. NON lasciate le pile in carica di compensazione per lunghi periodi di tempo, a meno che la riduzione di tensione provocata da una simile pratica possa essere tollerata. 4. Proteggete le pile dalle alte temperature sia durante la carica che nella conservazione. 5. NON sovraccaricate le pile. Utilizzate una buona tecnica di ricarica. Nella maggioranza degli apparecchi economici, i circuiti di ricarica non sono intelligenti al punto di disattivarsi a carica avvenuta; occorre quindi interrompere la carica non appena superato il tempo raccomandato nel manuale d'uso. 6. Scegliete le pile con giudizio; quelle con piastre di spugna/schiuma non tollerano le alte correnti di carica/scarica allo stesso modo di quelle con piastre sinterizzate. Naturalmente, raro che tali informazioni siano reperibili. Nota dell'Autore: rifiuto di essere coinvolto nelle accese discussioni riguardanti i miti e le leggende delle batterie al NiCd --Sam.

11.10) Perch questo argomento rester sempre aperto


Da Mark Kinsler (kinsler@froggy.frognet.net) Tutte le seguenti argomentazioni tendono a supportare la mia teoria di base sui principi della ricarica delle batterie al Nickel-Cadmio: 1. L'uomo nato nel peccato e deve trovare un qualche modo per salvare la sua anima immortale. 2. Tutte le batteria Nickel-Cadmio devono essere ricaricate. 3. Non esiste il metodo perfetto per svolgere il compito (1) o (2) tale da soddisfare chiunque.

11.11) Nickel-Cadmio contro Nickel-Metal-Hydride in due parole


Le NiCd sono economiche, affidabili, e facili da ricaricare, ma possono soffrire di depressione di tensione (comunemente noto come effetto memoria) a seguito di ripetuti cicli di scarica parziale. Le NiMH presentano una capacit leggermente maggiore e nessun effetto memoria, ma per contro un costo iniziale leggermente superiore e risultano maggiormente sensibili all'overcharging. Devono essere utilizzate con un caricatore compatibile.

11.12) Come identificare la tecnologia di pacchi batterie non contrassegnati


Poich le tensioni nominali (di targa) differiscono in base alla tecnologia impiegata per le comuni batterie, spesso possibile identificare il tipo di batteria montato all'interno di un pacco basandosi solo sulla tensione di uscita totale: q La tensione dei pacchi batterie al NiCd un multiplo di 1,2 Volt.
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q q

La tensione dei pacchi batterie al Piombo-acido un multiplo di 2,0 Volt. La tensione dei pacchi batterie Alcalini un multiplo di 1,5 Volt.

Si noti che le tensioni sopra riportate sono riferite a delle batterie non collegate ad alcun circuito, e che quindi le tensioni potrebbero essere leggermente superiori quando le batterie sono nuove o completamente caricate. Quindi, generalmente semplice stabilire il tipo di tecnologia all'interno di un pacco batterie anche se non indicato, a condizione che sia indicata la tensione totale. Naturalmente, alcuni valori come i 6 Volt possono risultare ambigui: potrebbero essere 5 celle al NiCd, 3 celle al Piombo-acido o 4 celle Alcaline.

11.13) Alimentare dei LED a batterie


I LED sono come dei diodi con una elevata caduta di tensione diretta. Al di sopra di tale tensione, la resistenza incrementale molto bassa e senza prevedere una limitazione di corrente, quest'ultima risulterebbe dipendere in modo critico dalla esatta tensione della sorgente di alimentazione. La maggior parte delle volte viene indicata la massima corrente ed occorre quindi un qualche mezzo per limitare l'assorbimento al valore indicato in base alla tensione in ingresso. Alcuni dispositivi potrebbero dipendere dalla resistenza interna delle batterie per implementare la limitazione di corrente, si tratta di un approccio inaffidabile in quando dipende dal tipo e dalla capacit delle batterie utilizzate. Il sistema pi comune costituito da un resistore, ma tale approccio non fornisce alcuna regolazione oltre ad una scarsa efficienza. I progetti migliori (utilizzati nelle lampade ad intermittenza a LED) utilizzano un inverter regolato da corrente continua ad impulsi, che mantiene un'uscita costante indipendentemente dallo stato di carica della batteria oltre ad essere dotato di alta efficienza. I LED sono solitamente in grado di sopportare brevi impulsi ad alta corrente e ci consente al circuito di essere progettato con basse perdite. Le specifiche dei LED riportate sui cataloghi dei distributori di materiale elettronico potrebbero sembrare identiche a quelle delle lampade ad incandescenza ma cos non . Le lampade ad incandescenza realizzano automaticamente una propria limitazione di corrente, i LED no. Con una buona dose di fortuna possibile riuscire a far funzionare un determinato LED senza alcuna limitazione di corrente con un particolare set di batterie, ma si tratta di un approccio di progettazione molto discutibile. Delle leggere variazioni nei parametri della batteria provocheranno forti variazioni nell'intensit luminosa oltre ad una riduzione della durata utile del LED o ad una sua completa distruzione.

Capitolo 12) Ricerca dei problemi e riparazione delle batterie


12.1) Problemi negli apparecchi alimentati a batterie
Nel caso di batterie usa e getta come le alcaline, provate per prima cosa a sostituirle con delle nuove; nel caso di batterie al NiCd, controllate la tensione sul pacco batterie dopo averlo tenuto sotto carica per una intera notte (o per il tempo raccomandato dal produttore dell'apparecchio). La tensione dovrebbe essere di 1,2 Volt moltiplicata per il numero di celle che costituiscono il pacco batterie; se la tensione molto inferiore, o in particolare inferiore di multipli di 1,2 Volt, allora segno che una o pi celle sono in cortocircuito e vanno quindi sostituite o va tentato lo zapping nel tentativo di ricondizionarle. Consultate il paragrafo "Lo zapping per ricondizionare le celle in cortocircuito". Tentate l'operazione a vostro rischio e pericolo! Se la tensione scende all'accensione dell'apparecchio o alla semplice installazione delle batterie allora, supponendo che le batterie siano in buone condizioni, molto probabile che ci sia dovuto ad un sovraccarico. Supponendo che la tensione erogata dalla batteria sia regolare, ecco allora le cause probabili: 1. Contatti corrosi o cattive connessioni nel portabatterie.

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2. 3. 4. 5. 6.

Cattive connessioni o cavi interrotti all'interno dell'apparecchio. Regolatore guasto nei circuiti interni di alimentazione. Controllate i semiconduttori ed i circuiti integrati regolatori. Componenti guasti nell'inverter DC-DC. Controllate i semiconduttori e gli altri componenti. Interruttore di accensione/spegnimento difettoso (!!) o problema logico nel controllo di alimentazione. Altri problemi nella circuitazione interna.

12.2) Il pacco batterie NiCd non mantiene alcuna carica


Quanto segue si applica se il pacco batterie sembra caricarsi normalmente e la tensione misurata su di esso al termine della carica di almeno 1,2 Volt moltiplicata per li numero delle celle ma, dopo un paio di giorni, la tensione scende drasticamente. Per esempio, un pacco batterie da 12 V eroga solo 6 V a distanza di 48 ore dalla carica, anche senza essere stato utilizzato. La cosa pi probabile che una o pi celle presentino una alta corrente di perdita e pertanto si autoscaricano abbastanza velocemente. Se sono danneggiate oltre un certo livello, allora una sostanziale frazione della stessa corrente di carica viene sprecata al punto che, anche immediatamente al termine della ricarica, la loro capacit minore di quella prevista. Ad ogni modo, in molti casi, il pacco batterie riesce a fornire una capacit vicina a quella di targa se utilizzato immediatemente al termine della ricarica. Se il pacco batterie vecchio ed rimasto per lungo tempo inutilizzato, o stato maltrattato (specialmente, se si tratta di un tipo a ricarica rapida), allora questa evenienza abbastanza probabile. Il problema causato dalla formazione di sottili filamenti metallici denominati dendriti, che tendono a cortocircuitare parzialmente la pila. Se il fenomento si estende oltre un certo livello, si crea in cortocircuito totale e non affatto possibile effettuare alcuna ricarica. Alcune volte possibile porre rimedio almeno temporaneamente effettuando lo 'zapping' cella per cella, utilizzando un grosso condensatore carico per fondere i filamenti o dendriti che sono la causa delle perdite, ma il mio successo in quei tipi di batterie pi grosse o a ricarica rapida come quelle utilizzate nei computer laptop o nelle videocamere non stato troppo entusiasmante. Consultate il paragrafo "Lo zapping per ricondizionare le celle in cortocircuito".

12.3) Cos' questa roba nel mio pacco batterie NiCd?


Oltre alle pile NiCd, nei pacchi batterie sono montati uno o pi piccoli componenti in genere non riconoscibili. Normalmente, non li vedrete fino al momento in cui vi si presenta un problema e, ignorando tutti i messaggi di ammonimento, deciderete di aprire il pacco batterie. Se si tratta di un piccolo scatolino color argento collegato in serie con uno dei terminali positivo o negativo del pacco batterie, probabilmente si tratta di un termostato che serve ad interrompere la carica o la scarica se la temperatura del pacco aumenta in modo eccessivo. Se il termostato risulta interrotto a temperatura ambiente, allora guasto. Potreste provare a sostituirlo con un resistore di basso valore o un piccola lampadina di posizione per automobile per vedere se il problema originale scompare o almeno se cambia il comportamento del pacco batterie. Ad ogni modo, se da qualche parte c' un totale cortocircuito, quel dispositivo potrebbe aver sacrificato la sua vita per proteggere l'apparecchio o il caricatore, e prima di andare oltre (vedi ponticellare interamente il componente) occorerebbe procedere con estrema cautela. Questo tipo di componenti pu essere sia meccanico (striscia/contatto bimetallico) o a stato solido (Polyfuse(tm) - accresce la resistenza in presenza di sovracorrenti). Se il componente ha l'aspetto di un piccolo diodo o resistore, potrebbe trattarsi di un termistore utilizzato per la rivelazione della temperatura, che viene utilizzato dal caricatore per determinare che le celle si stanno riscaldando, la qual cosa nella sua semplice mente segno che le celle si stanno sovraccaricando e pertanto giunto il momento di interrompere la carica. Potete provare ad utilizzare un resistore al posto del termistore per vedere se in questo modo il caricatore coopera; provatene alcuni diversi valori mentre tenete sotto controllo la corrente o gli indicatori di carica. Ad ogni modo, il problema reale potrebbe risiedere nel controller del caricatore e non nel termistore; per tale motivo, il miglior approccio consiste nel provare con un altro pacco batterie.

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Potrebbe anche trattarsi di un gran numero di altri componenti, anche se tutti svolgono una funzione protettiva e/o legata alla carica. Naturalmente, uno di questi componenti potrebbe essersi guastato anche a causa di un caricatore che al momento opportuno non si spento o non ha limitato la corrente.

12.4) Lo zapping per ricondizionare le celle in cortocircuito


Le batterie al Nickel-Cadmio che hanno delle celle in cortocircuito possono a volte essere rimesse in funzione, perlomeno temporaneamente, utilizzando una procedura affettuosamente denominata 'zapping'. Il problema di celle in cortocircuito causato dalla formazione di filamenti conduttivi denominati dendriti, che forano il separatore e mandano in cortocircuito gli elettrodi positivo e negativo della cella. Come risultato si ottiene o una cella che non mantiene alcuna carica o che si autoscarica in un tempo molto breve. Un impulso di corrente ad alta intensit alcune volte riesce a vaporizzare i filamenti ed eliminare il cortocircuito. Il risultato potrebbe essere affidabile particolarmente se la batteria viene tenuta costantemente sotto carica e/o non viene mai scaricata completamente. Poich nel separatore ci sono ancora dei fori, dei ripetuti cortocircuiti rappresentano un'evenienza molto probabile, specialmente se la batteria viene scaricata del tutto, la qual cosa sembra contribuire alla formazione di filamenti. Ho utilizzato lo zapping su pile al NiCd per rasoi, aspirapolvere, telefoni portatili e calcolatrici, ottenendo una affidabilit a lungo termine (con le restrizioni sopra citate). ATTENZIONE: La procedura qui di seguito descritta presenta qualche rischio, visto che viene generata una certa quantit di calore. La cella potrebbe esplodere! Prendete le appropriate precauzioni e non esagerate con il trattamento; se i primi pochi tentativi non hanno esito positivo, gettate via il pacco batterie. TENTATE LO ZAPPING A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO!!!! Avrete bisogno di un alimentatore in corrente continua e di un grosso condensatore, uno di quei mostri da 70.000 microFarad 40 Volt utilizzati per il filtraggio negli amplificatori audio multimegawatt per Hi-Fi car, quegli amplificatori acquistati da chi deve avere a tutti i costi l'impianto pi rumoroso del paese. E' anche possibile tentare l'operazione con un condensatore di minor capacit. Alternativamente, potete utilizzare un alimentatore da 50-100 Ampere 5 Volt che non faccia caso (o sia protetto contro) ai sovraccarichi o cortocircuiti. Alcuni suggeriscono di utilizzare per lo zapping delle NiCd una batteria per automobile. NON siate tentati! La corrente disponibile pressoch illimitata e potreste finire con un disastro, inclusa la possibile distruzione di quella batteria, della pila al NiCd, di danni alla vostra persona e di tutto quanto si trovi nelle vicinanze. OK, dopo avervi ammonito circa i rischi di tale operazione, passiamo all'azione: Smontate il pacco batterie dall'apparecchio. Guadagnate l'accesso alle celle in cortocircuito rimuovendo l'involucro esterno o il contenitore del pacco batterie e controllate le singole celle con un Voltmetro. Poich avrete certamente provato a ricaricare il pacco batterie, le celle funzionanti presenteranno una tensione di circa 1,2 Volt e le celle in cortocircuito esattamente 0 Volt. Per ottenere i migliori risultati, dovrete eseguire lo zapping direttamente su ciascuna delle celle in cortocircuito. Collegate un paio di robusti cavi con pinzette (un cavo del diametro di almeno 2 millimetri dovrebbe andar bene) direttamente sui terminali della prima cella in cortocircuito. Collegate anche il vostro tester sui terminali della cella onde monitorare l'operazione. Regolate il tester su una scala sufficientemente elevata, in modo che la piena tensione dell'alimentatore o condensatore che utilizzate per lo zapping non causi alcun danno al tester. INDOSSATE UNA PROTEZIONE PER GLI OCCHI!!! Utilizzando un grosso condensatore [1] Caricate il condensatore tramite un alimentatore in corrente continua limitato in corrente ad una tensione compresa tra
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12 e 24 V. Fate toccare per un attimo i cavetti collegati al condensatore caricato sulla cella in cortocircuito, positivo al positivo, negativo al negativo. Attenzione: la polarit critica, se invertite la polarit peggiorerete il problema, forse fino a renderlo terminale. Si verificheranno delle forti scintille. La tensione sulla batteria potrebbe salire ad un alto valore, fino alla tensione di carica del condensatore. Quest'ultimo si scaricher pressoch istantaneamente. Utilizzando un alimentatore ad alta corrente [2] Accendete l'alimentatore; fate toccare per un attimo all'alimentatore l'estremit libera dei cavetti collegati all'alimentatore sulla cella in cortocircuito, positivo al positivo, negativo al negativo. Attenzione: la polarit critica, se invertite la polarit peggiorerete il problema, forse fino a renderlo terminale. Vedrete delle forti scintille. NON mantenete il contatto per oltre un paio di secondi. La cella NiCd potrebbe riscaldarsi parecchio! Mentre collegato l'alimentatore, la tensione sulla cella potrebbe salire a qualunque tensione fino a quella erogata dall'alimentatore. Controllate ora la tensione sulla cella (si spera solo precedentemente) in cortocircuito. Se i filamenti si sono fusi, la tensione sulla cella dovrebbe essere salita a valori compresi tra poche centinaia di milliVolt a quelli normali di oltre 1 Volt di una cella NiCd carica. Se non si verifica alcun miglioramento o se la tensione scende a zero pressoch istantaneamente, potete ritentare lo zapping un altro paio di volte, oltre le quali probabilmente non approderete ad alcun risultato. Se la tensione salita e risulta relativamente stabile, continuate immediatamente la carica della cella riparata alla massima corrente di sicurezza indicata sul pacco batterie. NOTA: se le altre celle del pacco batterie sono completamente cariche come probabile, o se avete tentato di caricare il pacco batterie, non mettete l'intero pacco sotto carica ad alta corrente, perch in questo modo danneggereste le altre celle caricandole eccessivamente. Un semplice sistema consiste nell'utilizzare il vostro alimentatore con un resistore per la limitazione della corrente connesso proprio alla cella appena ricondizionata. Una corrente di 1/4 C dovrebbe essere sicura ed efficace, pur evitando di sottoporre la cella ad una carica eccessiva. Quindi effettuate una carica di compensazione ad una corrente di 1/10 C per svariate ore. (La C rappresenta la capacit della cella in Ampere/Ora. Quindi, una corrente di 1/10 C per una cella NiCd da 600 mA equivale a 50 mA.) Questo sistema funziona meglio con le piccole celle come le AA piuttosto che le C o D, visto che la corrente richiesta per lo zapping minore. Inoltre, sembra essere pi difficile ricondizionare affidabilmente i pacchi batterie del tipo a ricarica rapida utilizzati negli utensili portatili e computer laptop che hanno sviluppato delle celle in cortocircuito (sebbene ci siano stati casi in cui l'operazione ha avuto successo). Secondo la mia esperienza, se mantenete il pacco batterie continuamente sotto carica di compensazione e/o vi assicurate che non si scarichi mai del tutto, ci sono buone probabilit che duri a lungo. Ad ogni modo, sufficiente che facciate scaricare le celle ad una tensione vicina a 0 Volt e quei noiosi dendriti si faranno di nuovo strada attraverso il separatore e manderanno in cortocircuito la cella.

12.5) I commenti di Tom per la manutenzione e l'alimentazione delle Nickel-Cadmio


Da Tom Lamb (tlamb@gwe.net)
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Misurazione della capacit delle batterie Nickel-Cadmio: personalmente utilizzo un sistema molto semplice ed efficace. Collego un resistore da 2,5 Ohm sui contatti di un economico orologio da viaggio, che servir a conteggiare la scarica. Il tempo richiesto abbastanza rilevante per le pile in buone condizioni. Una pila AA Nickel-Cadmio pu durare un'ora. Zapping delle pile NiCd - utilizzo un resistore di potenza da 1 Ohm collegato in serie ad una batteria di automobile, sebbene possa andar bene anche una lampadina di posizione posteriore. Carico la batteria per circa 30 secondi o fino a che si riscalda, il che dovrebbe risolvere il problema oltre a fornire una carica sufficiente per vedere se la pila recuperabile.

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12.6) Succo di batterie e contatti corrosi


A meno che non siate appena arrivati dall'estremit opposta della galassia (dove questi problemi non esistono), saprete certamente che anche le cosiddette batterie 'a prova di perdita' a volte perdono liquido. Si tratta di un'evenienza molto meno comune grazie alle moderne tecnologie, rispetto a quanto accadeva con le celle zinco-carbone dei vecchi tempi, ma qualcosa che pu ancora accadere. E' sempre buona norma rimuovere le batterie dagli apparecchi quando non si intende utilizzarli per un lungo periodo di tempo. Le batterie scariche inoltre sembrano essere pi inclini alle perdite rispetto a quelle nuove (in alcuni casi perch il materiale utilizzato per l'involucro viene coinvolto nella reazione chimica che genera l'elettricit e quindi si assottiglia o sviluppa dei veri e propri forellini). Nella maggior parte dei casi, la roba che fuoriesce da una batteria non l'acido della batteria, ma bens un qualche altro composto chimico. Per esempio, le batterie alcaline sono cos chiamate perch il loro elettrolita un materiale alcalino, proprio l'opposto rispetto a un acido. Di solito il composto chimico che fuoriesce non particolarmente reattivo, anche se dubito si tratti di qualcosa che vi piacerebbe mangiare! L'eccezione rappresentata dalle batterie al piombo-acido, dove il liquido contenuto all'interno acido solforico a vari gradi di densit dipendentemente dalla carica. Questo liquido pericoloso e andrebbe neutralizzato con un materiale alcalino come il bicarbonato di sodio prima della pulizia. Fortunatamente, i pacchi batteria al piombo-acido sigillati raramente perdono liquido (sebbene me ne sia capitato uno con un involucro rigonfio da far paura, probabilmente a causa di una carica eccessiva; imperativo sbarazzarsene immediatamente). Raschiate via il succo di batterie essiccatosi dallo scomparto della batteria e dai contatti utilizzando un bastoncino di plastica o di legno e/o prima asciugate eventuale liquido con un tovagliolo di carta asciutto. Utilizzate quindi un tovagliolo di carta inumidito per raccogliere quanti pi residui possibili. Gettate immediatamente via i tovaglioli sporchi. Se i contatti sono corrosi, utilizzate della carta smeriglio molto fine o una piccola lima per rimuovere la corrosione e ravvivare il metallo. Non utilizzate una limetta per unghie o carta smeriglio o lana d'acciaio poich tutti questi lasceranno delle particelle conduttive che sar difficile rimuovere. Se i contatti sono stati completamente mangiati dall'acido, dovrete improvvisare dei contatti alternativi o procurarvi un ricambio. Alcune volte la corrosione si estende anche allo stagno utilizzato per le saldature ed alle tracce del circuito stampato, e quindi potrebbero essere necessari altri interventi di riparazione, che probabilmente richiederanno lo smontaggio dell'apparecchio onde poter guadagnare l'accesso al cablaggio.

12.7) Batterie che esplodono - queste cose avvengono davvero


Da Greg Raines (ghr@ix.netcom.com) Un giorno quando avevo circa 10 anni ero seduto sul passo carrabile in una Plymouth Fury III station wagon del '65 di mio padre, mentre lui stava per scollegare il caricabatterie dalla sua Fiat del '67 in garage. Sentii uno scoppio e vidi mio padre che si buttava le mani sulla faccia, corsi alla porta di servizio ed iniziai a bussare nella speranza che qualcuno venisse in aiuto. Fortunatamente non si era ferito. Ma l'episodio servito ad aprirmi gli occhi: la temperatura era probabilmente intorno ai 30 gradi o meno, non c'erano fiamme libere, e la porta del garage era aperta (questo avveniva nel Connecticut). Inoltre, nella Fiat 850 la batteria era montata nel portabagagli (anteriormente) e quindi non c'era nulla che potesse provocare una scintilla, visto che sia il motore che il serbatoio del carburante erano sul retro. Quindi, deve essersi trattato di una forte scintilla dal caricabatteria quando il terminale stato staccato (mio padre non aveva staccato il caricabatterie dalla corrente).

12.8) Saldare le pagliette sulle batterie Nickel-Cadmio


Nella sostituzione di batterie NiCd in pacchi batterie o utensili portatuli, spesso necessario collegare dei fili alle singole celle. Potrebbe essere possibile acquistare pile NiCd con pagliette gi presaldate (la Radio Shack ne ha in catalogo), ma se quelle in vostro possesso ne sono sprovviste, ecco due sistemi per porvi rimedio. Per entrambi richiesto un saldatore

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istantaneo di alta potenza (Weller). Personalmente utilizzo un saldatore istantaneo Weller da 140 Watt. Utilizzo carta smeriglio fine per pulire accuratamente e rendere ruvida la superficie della pila su entrambe le estremit, oltre a stagnare preventivamente i fili da utilizzare. Sistemo i fili e la pila in modo che si trovino nella loro posizione finale utilizzando una morsa, morsetto o con l'aiuto di un'altra persona. Riscaldo il saldatore istantaneo ma lo metto a contatto con la batteria solo quando davvero bollente, forse dopo una decina di secondi. Quindi, riscaldo l'area di contatto della parte terminale della batteria applicando lo stagno, che dovrebbe sciogliersi e far presa abbastanza velocemente. Non appena lo stagno aderisce alla batteria, allontano il saldatore senza spostare le parti per alcuni secondi. Ispeziono e controllo la giunta. E' anche possibile utilizzare un normale saldatore ad alta potenza. Ecco un nuovo approccio che sembra funzionare: Da Clifford Buttschardt (cbuttsch@slonet.org) Non esiste affatto tanto pericolo nel saldare ad arco le pagliette! Di solito sono realizzate di puro Nickel. Inserisco due fili di rame ben appuntiti in un saldatore istantaneo a pistola (n.d.t. al posto della normle punta ?), li metto a contatto con l'involucro della batteria e premo il grilletto per un breve scoppietto. La batteria rimane fredda. Da Michael Covington mcovingt@ai.uga.edu) Naturalmente! Un saldatore istantaneo a pistola in grado di fornire circa 1,5 V a 100 A RMS, quindi costituisce un buon saldatore ad arco. Dovresti inviare l'idea per la rubrica "Hints and Kinks" di QST o ancor meglio, una lettera all'editore di " Electronics Now" (la rivista per cui scrivo).

Capitolo 13) Informazioni correlate alle batterie


13.1) Utilizzare l'impianto elettrico dell'automobile
Sebbene possa essere allettante utilizzare la tensione della batteria della propria automobile per alimentare piccoli apparecchi portatili, apparecchi audio e computer portatili, attenzione: la potenza disponibile tramite l'impianto elettrico dell'auto non delle pi simpatiche. La tensione pu variare da 9 a 15 Volt in normali condizioni di utilizzo, e sono possibili degli impulsi o escursioni di valori molto maggiori. A meno che l'apparecchio sia espressamente progettato per essere alimentato tramite l'impianto elettrico dell'automobile, rischiate seriamente di danneggiarlo o bruciarlo in modo irreparabile. Inoltre, la corrente disponibile tramite la presa dell'accendisigari virtualmente illimitata (20 Ampere o oltre). Un simile valore di corrente in grado di trasformare istantaneamente il vostro costoso lettore di CD in un fumante arrosto nel caso doveste sbagliare le connessioni; nessun tipo di protezione interna in grado di proteggere un apparecchio da simili follie. Nel caso dei computer portatili la mia raccomandazione quella di utilizzare un inverter commerciale DC-AC a cui collegare l'alimentatore del computer. Non forse la soluzione migliore in termini di efficienza ma senz'altro la pi sicura, e dovrebbe conservare intatta la garanzia del computer anche nel caso in cui qualcosa vada storta. Per i lettori di CD e altri apparecchi audio utilizzate solo degli adattatori per accendino approvati.

13.2) Come funzionano i prova carica incorporati sulla batteria stessa?


C' un elemento resistivo graduato che viene posto a contatto con la batteria premendo i due punti sulla batteria stessa e si riscalda, sostanzialmente. Un qualche tipo di cristallo liquido o altro materiale sensibile al calore varia il proprio aspetto da scuro a chiaro o giallo ad una temperatura ben definita.

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Incidentalmente, visto che la corrente assorbita significativa, 'controlli' ripetuti potrebbero scaricare le batteria, esattamente come accade con qualsiasi controllo che mette la batteria sotto carico! Ci non costituisce un problema per controlli occasionali, ma se i bambini scoprono come funziona il giochino... Personalmente, preferirei utilizzare un tester per batterie da 3 dollari piuttosto che pagare per gadget usa e getta!

13.3) Eliminazione della batteria per computer laptop o elettrodomestico con batterie Nickel-Cadmio inutilizzabili
Anche se disponete dell'adattatore AC, , abbastanza probabile che la semplice rimozione del pacco batterie in cortocircuito non vi consenta di utilizzare l'apparecchio, visto che probabilmente la batteria viene utilizzata come condensatore di filtro. Non possibile limitarsi a sostituire la batteria con un grosso condensatore elettrolitico in quanto la batteria contribuisce anche a limitare la tensione al valore determinato dal numero di pile del pacco batterie. Senza di esso, la tensione risulterebbe troppo elevata, fino al punto di provocare dei danni. Potreste utilizzare un certo numero n di diodi di potenza collegati in serie (n = Vb/0,7) per abbassare la tensione al valore approssimativo del pacco batterie e un grosso condensatore, ma una buona quantit di energia risulter sprecata sotto forma di calore. Un'alternativa consiste nel sostituire un alimentatore stabilizzato con tensione in uscita uguale a quella della batteria e corrente massima calcolata dividendo la potenza del normale adattatore AC con la tensione nominale ai terminali della batteria (questo il caso peggiore, le richieste reali potrebbero risultare inferiori). Collegate l'alimentatore direttamente al posto del pacco batterie originario. A meno che non sia stata prevista una qualche forma di interruttore di sicurezza, l'apparecchio dovrebbe essere felice come una pasqua pensando di essere alimentato dal proprio pacco batterie! Consultate inoltre altre parti di questo documento a proposito di adattatori AC e trasformatori. Scritto da Samuel M. Goldwasser. [Feedback Form] | [mailto]. La pi recente versione in inglese disponibile sul server WWW http://www.repairfaq.org [Copyright] [Disclaimer] Traduzione italiana a cura di Antonio Cristiani email: ik7nxq@geocities.com. La pi recente versione in italiano disponibile alla URL http://www.geocities.com/CapeCanaveral/6369/F_Repair_it.html

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