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Il presepe attraverso i secoli

Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Nativit. Nei loro brani c' gi tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prender il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Ges come riporta Luca "in una mangiatoia perch non c'era per essi posto nell'albergo" (Ev., 2,7) dell'annunzio dato ai pastori, dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano gi re. Questo avvenimento cos famigliare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall'altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinit dell'infante e la verginit di Maria. Cos si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Nativit e l'adorazione dei Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l'originale iconografia: il bue e l'asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre et dell'uomo: giovent, maturit e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l'umanit, la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanit da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalit del nascituro. Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di Ges e alla sua regalit: l'incenso, per la sua Divinit, la mirra, per il suo essere uomo, l'oro perch dono riservato ai re. A partire dal IV secolo la Nativit diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la nativit e l'adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinit o, in antitesi, come soggetti secondari quasi estranei all'evento rappresentato. Dal secolo XIV la Nativit affidata all'estro figurativo degli artisti pi famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobilt o di facoltosi committenti dell'intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Drer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri. Il presepio come lo vediamo rappresentare ancor oggi nasce secondo la tradizione dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme coinvolgendo il popolo nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223, episodio rappresentato poi magistralmente da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di presepe inanimato invece quello che Arnolfo di Carnbio scolpir nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla met del 1400 gli artisti producono statue di legno o terracotta che sistemano davanti a una pittura riproducente un paesaggio come sfondo alla scena della Nativit, il tutto collocato all'interno delle chiese. Culla di tale attivit artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. Nel '600 e '700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Nativit nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobill, della borghesia e del popolo clti nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago, nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. Ulteriore novit la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare movimento, abbigliati con vesti di stoffe pi o meno ricche, adornati con monili e muniti degli strumenti di lavoro tipici dei mestieri dell'epoca e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. A tali fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle stesse corti regie o la nobilt, come attestano gli splendidi abiti ricamati che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli opifici reali di S. Lencio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti di Genova e quelli siciliani che, fatta eccezione per i siracusani che usano la cera, si ispirano sia per i materiali che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana. Sempre nel '700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia.

La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel secolo scorso quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe riproducendo la Nativit secondo i canoni tradizionali con materiali statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel costruire i presepi pi imponenti, ambientati nella stessa citt o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posti sulla sommit della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De' Genovesi riproducente Greccio e la caverna usata da S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle citt di Gerusalemme e Betlemme. Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con associazioni come quella degli amici del presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine vicino Bergamo, Mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma, una tra le prime in Italia, rappresentazioni dal vivo come quelle di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto gli artigiani napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze d'Italia la Nativit e tutti i personaggi della simbologia cristiana.

PRESEPE
(LA) (IT)

Maria peperit filium suum primogenitum, et pannis eum involvit, et reclinavit eum in praesepio: quia non erat eis locus in diversorio. (Vangelo di Luca, II, 7)

Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perch non c'era posto per loro nell'albergo.

Il presepe (o presepio) una rappresentazione della nascita di Ges, derivata da tradizioni medievali. Il termine deriva dal latino praesaepe, cio greppia, mangiatoia, composto da prae = innanzi e saepes = recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto.

Il presepe moderno indica una ricostruzione tradizionale della nativit di Ges Cristo durante il periodo natalizio: si riproducono quindi tutti i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori, dal bue e l'asinello agli agnelli, e cos via. La rappresentazione pu essere sia vivente che iconografica.

Origine ed evoluzione [modifica]


La tradizione, prevalentemente italiana, risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizz a Greccio la prima rappresentazione vivente della Nativit. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni della nascita del Cristo, queste non erano altro che "sacre rappresentazioni" delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale. Il primo presepe scolpito a tutto tondo di cui si ha notizia quello realizzato da Arnolfo di Cambio fra il 1290 e il 1292. Le statue rimanenti si trovano nel Museo Liberiano della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L'iconografia del presepio ebbe un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura: il Botticelli nell'Adorazione dei Magi (Firenze,Galleria degli Uffizi) raffigur personaggi della famiglia Medici. Nel Quattrocento anche Luca e Andrea Della Robbia si cimentarono con le loro terrecotte in scene della

Nativit: per tutte valga quella del convento della Verna. Un'altra terracotta robbiana, con sfondo affrescato da Benozzo Gozzoli, si trova nel duomo di Volterra e rappresenta i pastori e il corteo dei Magi. Ben presto questo tipo di simbolismo fu ampiamente recepito a tutti i livelli, soprattutto all'interno delle famiglie, per le quali la rappresentazione della nascita di Ges, con le statuine ed elementi tratti dall'ambiente naturale, divent un rito irrinunciabile. Nel XV secolo si diffuse l'usanza di collocare nelle chiese grandi statue permanenti, tradizione che si diffuse anche per tutto il XVI secolo. Uno dei pi antichi, tuttora esistenti, il presepe monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna, che viene allestito ogni anno per Natale. Dal XVII secolo il presepe inizi a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di "soprammobili" o di vere e proprie cappelle in miniatura anche grazie all'invito del papa durante ilConcilio di Trento poich ammirava la sua capacit di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire popolare. Nel XVIII secolo, addirittura, a Napoli si scaten una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe pi bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione intere camere dei loro appartamenti ricoprendo le statue di capi finissimi di tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Nello stesso secolo a Bologna, altra citt italiana che vanta un'antica tradizione presepistica, venne istituita la Fiera di Santa Lucia quale mercato annuale delle statuine prodotte dagli artigiani locali, che viene ripetuta ogni anno, ancora oggi, dopo oltre due secoli. Con i secoli successivi il presepe occup anche gli appartamenti dei borghesi e del popolino, ovviamente in maniera meno appariscente, resistendo fino ai giorni nostri. Attualmente, si vanno diffondendo anche i presepi meccanici, con movimento sincronizzato dei personaggi. Ecco alcuni esempi: Presepe meccanizzato di Castellazzo Bormida(Alessandria) allestito nella chiesa della SS. Piet,

Rione Ponte Borgonuovo, www.ponteborgonuovo.org Presepe meccanico di San Pietro del Gallo (Cuneo) Presepe meccanico di Tarantasca (Tarantasca). Presepe meccanico di Vecchiazzano (Forl) Presepe meccanico di Pallerone (Aulla). Presepe meccanizzato di Campo Ligure (Genova) Presepe meccanizzato e con effetti di luci a Nervi presso la Confraternita del Rosario (Nervi)

(Genova) Presepe meccanico di Manerba del Garda.[1] Presepe nel Pozzo: presepio meccanico a grandezza naturale del Pozzo della

Cava ad Orvieto (Terni). Presepe Artistico di Ferentillo: presepio poliscenico meccanico con narrazione dei passi del Vangelo

secondo Luca aFerentillo (Terni). Presepe tradizionale ligure meccanizzato di Loano. Presepe artistico meccanizzato nell'Oratorio di S. Giovanni Battista in via Boragine in (Loano) Presepe meccanizzato di (Cumiana) Presso la confraternita della Chiesa

Presepe Terrarossa Colombo (Moconesi) Presso la cappella San Giuseppe

Simbologia e origine delle ambientazioni [modifica]


Il presepe una rappresentazione ricca di simboli. Alcuni di questi provengono direttamente dal racconto evangelico. Sono riconducibili al racconto di Luca la mangiatoia, l'adorazione dei pastori e la presenza di angeli nel cielo. Altri elementi appartengono ad una iconografia propria dell'arte sacra: Maria ha un manto azzurro che simboleggia il cielo, San Giuseppe ha in genere un manto dai toni dimessi a rappresentare l'umilt. Molti particolari scenografici nei personaggi e nelle ambientazioni del presepe traggono inoltre ispirazione dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni.Tanto per citarne alcuni, il bue a l'asinello, simboli immancabili di ogni presepe, derivano dal cosiddetto protovangelo di Giacomo, oppure da un'antica profezia di Isaia che scrive "Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone". Sebbene Isaia non si riferisse alla nascita del Cristo, l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolo degli ebrei (rappresentati dal bue) e dei pagani (rappresentati dall'asino). Anche la stalla o la grotta in cui Maria e Giuseppe avrebbero dato alla luce il Messia non compare nei Vangeli canonici: sebbene Luca citi i pastori e la mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla esplicitamente di una grotta o di una stalla. In ogni caso a Betlemme la Basilica della Nativit sorge intorno a quella che indicata dalla tradizione come la grotta ove nacque Cristo e anche quest'informazione si trova nei Vangeli apocrifi. Tuttavia, l'immagine della grotta un ricorrente simbolo mistico e religioso per molti popoli soprattutto del settore mediorientale: del resto si credeva che anche Mitra, una divinit persiana venerata anche tra i soldati romani, fosse nato da una pietra. I Magi invece derivano dal Vangelo di Matteo e dal Vangelo armeno dell'infanzia. In particolare, quest'ultimo fornisce informazioni sul numero e il nome di questi sapienti orientali: il vangelo in questione fa i nomi di tre sacerdoti persiani (Melkon, Gaspar e Balthasar), anche se non manca chi vede in essi un persiano (recante in dono oro), un arabo meridionale (recante l'incenso) e un etiope (recante la mirra). Cos i re magi entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche sia come simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto, ovvero Europa, Asia e Africa. Anche il numero dei Magi fu piuttosto controverso. Fu definitivamente stabilito in tre, come i doni da loro offerti, da un decreto papale di Leone I Magno[senza fonte], mentre prima di allora oscillava fra due e dodici. Tuttavia, alcuni aspetti derivano da tradizioni molto pi recenti. Il presepe napoletano, per esempio, aggiunge alla scena molti personaggi popolari, osterie, commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente anacronistici. Questa comunque una caratteristica di tutta l'arte sacra, che, almeno fino al XX secolo, ha sempre rappresentato gli episodi della vita di Cristo con costumi ed ambientazioni contemporanee all'epoca di realizzazione dell'opera. Anche questi personaggi sono spesso funzionali alla simbologia. Ad esempio il male rappresentato nell'osteria e nei suoi avventori, mentre il personaggio di Ciccibacco, che porta il vino in un carretto con le botti, impersona il Diavolo.

Nel presepe bolognese, invece, vengono aggiunti alcuni personaggi tipici, la Meraviglia, il Dormiglione e, di recente, la Curiosa. Il presepio Trentino infine imparentato con le sculture lignee del Tirolo e trova una tipica ambientazione in alcune produzioni caratteristiche e originali, soprattutto nelle valli laterali dell'Adige come testimoniano tra gli altri i presepi di Tesero, in valle di Fiemme.

Il presepe nel mondo [modifica]

Essendo un prodotto culturale, il presepe si diffonde nelle diverse culture con significative varianti. Anche se l'idea di base, quella cio di ricreare la fatidica scena della nascita del Cristo, resta invariata; lo stesso non si pu dire per i materiali usati e gli stili di costruzione dei diversi presepi. Per quanto concerne la diffusione del presepe nel mondo, possiamo suddividere tutte le varianti presepiali in due grandi macroaree: quella europea e quella comprendente il resto del mondo. Pi in specifico appartengono all'area europea, con diverse varianti: il presepe spagnolo, quello provenzale, il presepe nei paesi di lingua tedesca e i presepi nei paesi dell'est europeo. Fanno parte, invece, della macroarea del resto del mondo maggiormente i presepi dei paesi dell'America Latina e quelli di origine orientale ed etnica.

Il presepe catalano [modifica]


Le origini del presepe in Spagna sono da rintracciare all'epoca della dominazione borbonica a Napoli. Infatti, gli scambi e i traffici che si attuarono tra Napoli e la Spagna, influenzarono quest'ultima sulla tradizione della costruzione del presepe durante il periodo natalizio. In Spagna, il presepe si diffuse maggiormente nella regione della Catalogna, grazie anche alla passione di Ramon Amadeu (1745-1821) il pi famoso scultore dell'epoca che si dilettava nella costruzione dei pastori in creta. da ricordare che la prima associazione di appassionati del presepe nacque proprio in Spagna intorno al 1860, anche se quest'ultima ebbe vita assai breve. Si diffuse allora la pi importante "Asociaion de Pesebristas", che dal 1921 influenz anche le successive scuole. Tra i vari appassionati del presepe, si distaccarono alcuni abili artigiani che diedero vita alla "scuola del gesso catalana", che stravolsero l'idea del presepe allora in voga. Essi diedero vita al cosiddetto presepe "storico", ossia quello che pi riproduce fedelmente paesaggi, costumi e costruzioni della Palestina ai tempi della nascita di Ges.

Il presepe provenzale [modifica]


La tradizione provenzale vuole che la nascita del presepe sia da attribuirsi alla Madre Pica che gi nel 1200 costruiva rappresentazioni di scene di vita religiosa in Provenza e inLinguadoca. Alcuni studiosi infatti, ritengono che la tradizione del presepe nacque proprio in Francia e che S. Francesco d'Assisi (a cui, per molti, si fa risalire le origini della tradizione del presepe) non fece altro che replicare questa tradizione con alcune significative varianti. Il presepe provenzale comunque influenzato dai tratti del barocco italiano e non si svilupp prima del settecento. Per ricreare i pastori si utilizzavano manichini lignei con mani, teste e piedi in terracotta o cera: segno evidente di una influenza dell'artigianato italiano. A livello storico la Rivoluzione Francese spezz la tradizione del presepe. Tradizione che riaffior prepotentemente ai tempi

del concordato tra Pio VII e Napoleone Bonaparte. Il presepe entr nelle case pi umili anche grazie all'azione del figurinaio Jean Louis Lagnel, che produceva pastori di argilla, prodotti in stampi, a basso costo. Oggi queste statuine d'argilla, dettesantons si trovano numerose in vendita, in tutti i mesi dell'anno nei negozi di souvenir per turisti.

Il presepio nei paesi di lingua tedesca [modifica]


La tradizione del presepe nei paesi di lingua tedesca molto sentita, anche perch leggenda vuole che nel Duomo di Colonia, in Germania, si trovino le spoglie dei Re Magi, qui trasportate da Costantinopoli all'epoca della IV crociata (1204). In molte citt come Monaco, Augusta, Norimberga si allestiscono nelle piazze dei veri e propri mercati di Ges Bambino (letteralmente Christkindlemarket). In questo rustico e caratteristico mercatino si vendono molti pastori e presepi veri e propri, oltre a dolciumi e decorazioni tipicamente natalizie.

Il presepio nei paesi dell'est europeo [modifica]


Ai paesi dell'est europeo sono riconducibili quattro tradizioni diverse, rappresentate da quattro nazioni diverse: Ungheria, Russia, Polonia e Slovacchia. La tradizione ungherese vuole che il presepe, o Betlemme, si costruisca in un cassa a forma di chiesa o stalla e che sia trasportabile a mano. I personaggi che animano il presepe invece sono fatti di legno o carta o tutt'al pi di ovatta e davanti a questa rappresentazione arde costantemente una candela votiva. Il presepe russo costruito su due piani. Sul lato superiore vengono riprodotti i classici episodi della nascita del Cristo in una grotta; sul lato inferiore, invece, vengono riprodotte scene umoristiche di vita quotidiana e popolare. In Polonia, invece, tradizione vuole che il presepe abbia forma di una cattedrale ricoperta di carta stagnola colorata. Si compone di tre parti: una superiore dove angeli annunciano il tanto atteso evento della nascita del bambino Ges, in quella centrale viene raffigurata la grotta con il bue e l'asinello, e infine la parte inferiore costituita da rappresentazioni di contadini polacchi insieme ai Re Magi. Per quanto riguarda laSlovenia, infine, in ogni casa contadina si costruisce un presepio che adorner un lato della casa definito per questo "sacro".

Il presepe nel resto del mondo [modifica]


Il presepio nei paesi dell'America Latina pu essere definito un presepe folkloristico a cui si da risalto il sole splendente e l'azzurro dei cieli, in quanto in questi Paesi il Natale ricade in piena estate. In questi luoghi il presepe si diffuse a causa dell'evangelizzazione degli "indigeni" da parte di gesuiti e sacerdoti portoghesi, spagnoli e francesi. In Africa invece, i primi presepi che si costruirono erano fatti di gesso e furono portati dai missionari. Fu difficile riuscire a convincere le popolazioni locali che Dio, avesse sembianze di un neonato bianco. Col passare del tempo il presepe africano si arricchito di scenografie e materiali maggiormente di origine africana. Nei lontani paesi d'oriente il presepe si afferm soprattutto nelle varie oasi cristiane. Si narra che l'imperatore delle Indie Akbar (1556-1605), nonostante non si convert al Cristianesimo, prov sempre grande simpatia per questa arte che lasci diffondere nel suo vasto impero.

Il presepe in Italia [modifica]


Anche in Italia il presepe si differenzia, nelle varie regioni, per ovvi motivi culturali. Per lo pi, quando si parla dei presepi italiani non si effettua una vera e propria distinzione dal punto di vista culturale, bens in Italia i

diversi presepi si differenziano per i diversi prodotti e materiali utilizzati per ricreare la scena della nascita del bambino Ges. Possiamo ricordare a tal proposito il presepe genovese che si realizza con pastori in legno, il presepe pugliese che utilizza la carta pesta per realizzare il prodotto finito, il presepe siciliano realizzato con l'aggiunto di prodotti tipici siciliani come rami d'arancio e di mandarino e sul quale si utilizzano diversi materiali come corallo, madreperla ed alabastro, tutti prodotti tipici della Sicilia; ed infine non poteva mancare il famoso presepe napoletano, o partenopeo, che si caratterizza per la costruzione di pastori in terracotta.Il pastore in terracotta quasi scomparve a seguito del travolgente successo del pastore in plastica che garantiva grosse quantit e quindi prezzi bassi. Intorno al 1969 quando il pastore in terracotta sembrava esser scomparso, fu riproposto con enorme successo da un "pastoraro", Nicola De Francesco. Egli seppe recuperare le tecniche d' esecuzione e riconsegnare al popolo napoletano ci che stava per morire completamente.

Concorsi [modifica]
Ogni anno, dal 2004, si svolge a Colle di Val d'Elsa, citt che ha dato i natali ad Arnolfo di Cambio, autore della prima rappresentazione del presepe, il Concorso Nazionale denominatoPrimo Presepe di Arnolfo di Cambio,[2] a cui possono partecipare singoli, associazioni, scuole, enti, artigiani, aziende, fondazioni e parrocchie con rappresentazioni e materiali a scelta dei partecipanti.

Aspetti commerciali e turistici [modifica]

Da anni, ormai, vengono costruite ogni sorta di statuette per la rappresentazione della nascita di Ges: angeli, pastori, Re Magi ed altri personaggi, creando cos un vero e proprio business, un mercato a livello mondiale. Di statuette se ne possono trovare di diversi tipi, per dimensione, artista, materiale e prezzo. Particolarmente celebre dal punto di vista turistico per le botteghe artigiane di presepi via San Gregorio Armeno, un'antica strada nel centro storico di Napoli. Nella Provincia di Crotone vengono messi in mostra presepi provenienti da tutta Italia nello scenario dei castelli medievali [3]. Di presepi viventi, invece, se ne possono trovare rappresentazioni in tutta Italia. Tra i pi noti e visitati, quello di Massa Lubrense (NA), quello di Assisi, quello di Custonaci in (TP) quello di Crispiano (TA) e quello di Pezze di Greco (BR). A Jesolo (Provincia di Venezia) dal 2002 ogni anno si svolge la manifestazione "Jesolo Sand Nativity", in cui artisti famosi scolpiscono presepi di sabbia. In Val Gardena ad Ortisei ogni anno in casette di legno sono esposte diversi presepi di laboratori locali.

La tradizione dei larii [modifica]


Per comprendere la tradizione e la genesi del moderno presepe, pu essere utile ricordare la figura del lari (lares familiares), profondamente radicata nella cultura etrusca e latina.

I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum = segno, effigie, immagine). Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l'accensione di una fiammella. In prossimit del solstizio d'inverno si svolgeva la festa dettaSigillaria (20 dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l'anno. In attesa della festa, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura. Nella vigilia della festa, dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, "portati" dai loro trapassati nonni e bisnonni[senza fonte]. Dopo l'assunzione del potere nell'impero (IV secolo), i cristiani tramutarono alcune feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone parte dei riti e delle date, ma mutando i nomi e i significati religiosi. Essendo una tradizione molto antica e particolarmente sentita (perch rivolta al ricordo dei familiari defunti), la rappresentazione dei larii sopravvisse nella cultura rurale con parte del significato originario almeno fino al XV secolo e, in alcune regioni italiane, anche oltre.

IL PRESEPE BAROCCO NAPOLETANO


Il presepe barocco napoletano diede notevole impulso al presepe ligure per lattivit svolta a Genova dal napoletano Giacomo Colombo che vi si era trasferito. E ci avvenne anche per l'arte presipiale pugliese e l'arte presepiale siciliana dove il presepedivent mobile con statue di misura ridotta, in terracotta, cartapesta, cretacartapesta, o , addirittura, in materiali preziosi (in Sicilia: corallo, oro ). Verso la fine del XVII secolo lartista napoletano Michele Perrone, spinto dalla necessit di soddisfare una richiesta via via pi numerosa ed estesa, ide un manichino di altezza inferiore a quelli a snodo, con lanima in filo di ferro dolce e ricoperto di stoppa e per il quale erano scolpiti in legno soltanto la testa e gli arti. Fu una innovazione importantissima perch , consentendo estrema mobilit e duttilit di atteggiamenti a ciascuna figura, conferiva veridicit, naturalezza alla scena di cui faceva parte e creava lavvio al presepe rococ. Furono le istanze rococ, il teatro, in particolare lopera buffa, il realismo ed anche la moda e le spinte culturali del tempo, le molte componenti del presepe napoletano del '700. La teatralit, gi elemento essenziale del presepe barocco, divent massima per lestrema flessuosit del manichino di ferro e stoppa, per la tendenza a riprodurre nella scenografia e nelle scene, Napoli con le sue piazze, il suo mercato, i suoi concertini allaperto, le sue taverne. Il 700 fu il secolo doro dellarte del presepe. Napoli , ridivenuta capitale di un Regno, in quello che fu il secolo dei lumi per il fiorire delle arti, della filosofia, delleconomia, del diritto, della cultura, fu una delle citt europee pi brillanti e proprio mentre lilluminismo cercava di abbattere tutti i principi cristiani, fior larte del presepe, che, per , si completamente laicizzato , essendosi arricchito di personaggi ed elementi che nulla o quasi hanno in comune con la sacra scena.

Storia del presepio


In tutto il mondo durante il periodo natalizio, laddove i cristiani festeggiano l'incarnazione di Dio, esiste l'usanza di erigere presepi nelle case e nelle chiese. I presepi sono rappresentazioni artisticofigurative della nascita di Ges nella mangiatoia di una stalla a Betlemme. Nella capanna vediamo la Sacra Famiglia e i pastori, sullo sfondo l'asino e il bue. L'adorazione dei saggi d'Oriente, i tre Re Magi, viene inclusa nel paesaggio il 6 gennaio. Gli evangelisti Luca e Matteo furono i primi a descrivere la storia dell'incarnazione di Cristo. famoso il Vangelo di Natale di Luca, apparso nel secondo secolo dopo Cristo e poi divulgato nelle prime comunit cristiane. Gi nel Quarto secolo troviamo a Roma (nelle catacombe) immagini della nativit. L'origine esatta del presepio difficile da definire, in quanto il prodotto di un lungo processo. storicamente documentato che gi in tempo paleocristiano, il giorno di Natale nelle chiese venivano esposte immagini religiose, che dal decimo secolo assunsero un carattere sempre pi popolare, estendendosi poi in tutta l'Europa. Comunemente il "padre del presepio" viene considerato San Francesco d'Assisi , poich a Natale del 1223 fece il primo presepio in un bosco. Allora, Papa Onorio III, gli permise di uscire dal convento di Greggio, cos egli eresse una mangiatoia all'interno di una caverna in un bosco, vi port un asino ed un bue viventi, ma senza la Sacra Famiglia. Poi tenne la sua famosa predica di Natale davanti ad una grande folla di persone, rendendo cos accessibile e comprensibile la storia di Natale a tutti coloro che non sapevano leggere. Nella Cappella Sistina della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma, si pu ammirare uno dei pi antichi presepi natalizi. Fu realizzato in alabastro nel 1289 da Arnolfo da Cambio e donato a questa chiesa. Il presepio ha la forma di una casetta, in cui rappresentata l'adorazione dei Re Magi. Si considerano precursori del presepio anche gli altari gotici intagliati con immagini della nativit, che non fu possibile rimuovere. Uno di questi altari con il gruppo dei tre Re Magi si trova in Austria nella chiesa di S. Wolfgang nella regione di Salzkammergut. Questo altare venne realizzato dall'artista brunicense Michael Pacher. Un periodo fiorente di presepi fu il Barrocco. Prime notizie certe di presepi di chiese si rilevano dalla Germania meridionale quando, dopo la Riforma i Gesuiti riconobbero per primi il grande valore del presepio come oggetto di preghiera e di raccoglimento, nonch mezzo di informazione religiosa. I Gesuiti fecero costruire preziosi e fastosi presepi, tanto che quest'usanza si estese velocemente nelle chiese di tutta Europa cattolica, finch ogni comune volle un presepio in ogni chiesa. Baluardi delle costruzioni dei presepi in Europa divennero l'Italia, la Spagna, il Portogallo e il Sud della Francia. Nell'Europa dell'Est la Polonia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, in centro Europa soprattutto l'Austria ed il Sud della Germania.

L'arte dei Presepi visse un periodo aureo nel 18osecolo, quando si cominci ad ampliare e completare la storia di Natale con stazioni ed episodi, sia nei presepi delle chiese e dei castelli, sia nelle case della gente comune. Nel museo di Bressanone possibile ammirare il pi famoso di questi "presepi annuali" composto da pi di 4000 figure, realizzato da Augustin Propst e dal suo fratellastro Josef, di Vipiteno. Nel Museo Diocesano di Bressanone troviamo anche l'altrettanto famoso Presepio Nil,composto da 500 figure e realizzato dal figlio contadino-scultore Franz Xaver Nil (1731-1804) originario della Zillertal. Le figure, estremamente espressive, sono esposte in sedici grandi vetrine; sette mostrano scene di Natale con i tre Re Magi, nove il ciclo della Quaresima. Questo presepio, unico e di altissimo valore, oggi propriet della chiesa parrocchiale di San Giovanni in Valle Aurina. La fine del 18osecolo fu contrassegnata dall' Illuminismo e dalla Secolarizzazione. In alcuni luoghi vennero vietati i presepi: soprattutto in Baviera si dovettero eliminare tutti i presepi dalle chiese, e furono portati nelle case contadine per evitarne la distruzione. La conseguenza fu che nei contadini crebbe l'interesse per l'arte raffinata dei presepi, cos che essi stessi cominciarono ad intagliare le figure. Fino alla met del 19o secolo preferivano sfondi con paesaggi di montagna; dalla seconda met del secolo invece acquist sempre di pi interesse il presepio orientale. A cavallo dei due secoli diminu sensibilmente l'interesse per i presepi, ma ci furono dei collezionisti che impedirono che molte rappresentazioni andassero irrimediabilmente perdute. Ne fu un esempio Max Schmederer, consigliere di commercio di Monaco, che raccolse presepi di tutto il mondo e lasci in eredit ai suoi posteri una delle pi grandi collezioni di presepi del mondo, che oggi possibile ammirare al Museo Nazionale di Monaco di Baviera. Ai nostri giorni cresciuto notevolmente l'interesse per i presepi, come dimostrano le societ dei presepi, fondate un p ovunque. La storia del Presepe back

L'origine del Presepe legata a San Francesco, il quale - tornato dalla Terra Santa, dove si era recato pellegrino a Betlemme - volle riproporre l'iconografia della Nativit. Inser l'asino, il bue, la mangiatoia e il fieno nella sua ricostruzione, realizzata a Greccio nel 1223, dopo aver ottenuto il permesso di Papa Onorio III. Prima i Francescani, poi i Domenicani, propagarono l'uso di rappresentare nelle chiese l'evento della Santa Notte, con statue di pietra, legno o terracotta. Il termine utilizzato, "presepe", deriva dal latino praesepe (mangiatoia), in riferimento a quella ricordata dal Vangelo. In seguito, il pi antico presepe di cui abbiamo traccia venne realizzato da Arnolfo di Cambio intorno al 1289. Nel '500 si diffusero nelle chiese le ricostruzioni dell'iconografia presepiale, mediante statuette e scenografie che venivano poi rimosse (famoso fu l'allestimento realizzato dai Gesuiti nella Cattedrale di Praga per il Natale del 1562). E a partire dalla met di quel secolo l'uso cominci a propagarsi anche nelle case private, in particolare a Napoli: tra i maggiori ispiratori ci fu San Gaetano da Thiene, che nella citt partenopea visse per un decennio, fino al 1543. L'utilizzo di materiali come la terracotta e la cartapesta, permise a molti figurinai di realizzare presepi a prezzi accessibili, almeno per le famiglie della nobilt e dell'alta borghesia. Napoli fu, tra il '600 e l'800, uno dei centri principali dello sviluppo dell'arte presepiale : decine di artisti scolpirono le figure con volto e busto di terracotta, mentre mani e piedi erano di

legno. Una delle pi belle composizioni del periodoo settecentesco quella appartenente alla collezione Cuciniello, tuttora esposta nel Museo Napoletano di San Martino. Ma anche in altre zone di Italia si sono manifestate grandi scuole di presepisti: la Puglia, per esempio; ma anche la Sicilia, l'Emilia, la Liguria. Senza dimenticare i molteplici intagliatori del Val Gardena e della Valle d'Aosta.

L'inizio... Era il Natale del 1223... San Francesco, nel suo continuo peregrinare, raggiunge Greccio e con l'aiuto della popolazione locale e di Giovanni Velta, signore dei luoghi, realizza un presepe vivente con l'intento di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme, per vedere con i propri occhi dove nacque Ges. Tutto fu approntato e, con l'autorizzazione di Papa Onorio III, in quella notte si realizz il primo presepio vivente nel mondo. I personaggi che nella notte del 1223 animarono il "Presepio di San Francesco" sono quelli tramandati dalla tradizione e dalle fonti storiche, gli scritti di Tommaso da Celano e San Bonaventura: Giovanni Velta: Signore di Greccio, discendente dai conti di Celano e della famiglia Berardi, che divenne grande amico del Santo e con lui collabora al progetto; Alticama: figlia di Guido Castelli, Signore di Stroncone, sposa di Giovanni Velta. Ella partecipa attivamente all'evento, costruendo con le sue mani il simulacro del Bambino Ges; Araldi: guardie e servi fedeli del nobile Velta che lo assistono in ogni sua attivit e si recano in tutta la valle a convocare le genti per il Natale di Greccio; Nobili: cortigiani testimoni degli avvenimenti di quella mistica notte, vissuta al seguito del loro signore; Frati: compagni di Francesco, che lo seguivano fedelmente dovunque come Fr Leone, Rugino, Angelo, tre seguaci che in futuro, da Greccio, diedero testimonianza scritta della vita di San Francesco nella "Leggenda dei tre Compagni"; Popolo: persone che accorrono in massa al richiamo degli araldi portando ceri e fiaccole per rischiarare quella notte speciale, risalendo la selva con canti e preghiere animato da una fede profonda risvegliata in loro dal poverello di Assisi.In questi luoghi nacque e si svilupp il santuario del Presepe di Greccio, ove dal 1973 ogni anno, come da tradizione, viene rievocato fedelmente l'Evento.

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