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i

'COLLEZJONE DI

^MONOGRAFIE

LUIGI LANZI

TERNI

^^^.

Collezione

di

Monografie

illustrate

Serie

ITALIA ARTISTICA
CORRADO
RICCI.

DIRETTA DA

1.

RAVENNA
FERRARA
con 138

di e

Cokkauo

Ricci. VII Edizione, con 156


di

illus.

2.

POMPOSA

Giuseppe Agnelli.
Ili

Ili

Ediz.,

illustrazioni.
Ediz.,

3. 4.

VENEZIA di Pompeo Mol.menpi. GIRGENTI di Serafino Rocco;

con 140
a

illus.

da

SEGESTA
di

SELIRicci,

NUNTE
5.
II

di

Enrico Mauceri.
DI

Il

Edizione, con

101 illustr.

LA REPUBBLICA

SAN MARINO
Il

Corrado
116
II

Edizione, con 96 illustrazioni.


illus.

6.
7.

URBINO di Giuseppe Lipparini. Ediz., con LA CAMPAGNA ROMANA di Ugo Fleres.


con 112 illustrazioni

Edizione,

8.

LE ISOLE DELLA

LAGUNA VENETA
di

di

P.

Molmenti

D. Mantovani, con 119 illustrazioni.


9.
III Ed., con 153 illustrazioni. Giuseppe Solitro, con 128 illus. SAN GIMIGNANO di R. Pntini. II Ediz., con 153 illus. PRATO di Enrico CoRRADiNi; MONTEMURLO e CAMPI di G. A. Borgese, con 122 illustrazioni. GUBBIO di Arduino Colasanti, con 114 illustrazioni. COMACCHIO, ARGENTA E LE BOCCHE DEL PO di Antonio Beltramelli, con 134 illustrazioni. PERUGIA di R. A. Gallenga Stuart. II Ed., con 168 ili. PISA di I. B. Supino, con 147 illustrazioni. VICENZA di Giuseppe Pettina, con 147 illustrazioni. VOLTERRA di Corrado Ricci, con 166 illustrazioni.

SIENA
IL

d'ART. Jahn Rusconi.

10.
11.
12.

LAGO

DI

GARDA

13.
14.

15.

16. 17.

IS.
19.

20

PARMA di Laudedeo Testi, con 130 illustrazioni. IL VALDARNO DA FIRENZE AL MARE di Guido
rocci, con
138 illustrazioni.

Ca-

21.

22.
23.
24.

L'ANIENE di Arduino Colasanti, con 105 illustrazioni. TRIESTE di Giulio Caprin, con 139 illustrazioni.

CIVIDALE DEL FRIULI di Gino Focolari, VENOSA E LA REGIONE DEL VULTURE


De Lorenzo, con MILANO, Parte MILANO. Parte II.
I.

con 143 ili. di Giuseppe


155 140
ili.
ili.

121
di

illustrazioni.
F.

25.
26. 27.
28.

di F.

Malaguzzi Valeri, con Malaguzzi Valeri, con

CATANIA
IL

di F.
di

De Roberto, con
di A.

152 illustrazioni.

TAORMINA

29.

GARGANO
161

Enrico Mauceri, con 108 illustrazioni. Beltramelli. con 156 illustrazioni.


di

30.

IMOLA E LA VALLE DEL SANTERNO


con
illustrazioni.

Luigi Orsini.

31.

MONTEPULCIANO, CHIUSI E LA VAL DI CHIANA NESE di F. Bargaoli-Petrucci. con 166 illu.strj/.ioni.

SE-

Collezione
32.

di

Monografie
Salvafuk-i-: di
cii

illustrate

NAPOLI,

l'arte

I.

eli

aconu), con

l't'i

ili.

33
34.

CADORE

35. 36.
37. 3S. 3Q.
40. 41.
42. 43. 44.

Antonio Lokkn/om. con 122 illustra/ioni. NICOSIA. SPERLINGA. CIFRAMI. TR01NA. ADKK'NO' di Giovanni Paterno Castkli.o. con 12.=. illusirazioni. illustra/. FOLIUNO di Michele Faloci I'ulignani, con
di
1(>."t

L'E:TNA

di Giusi-

rPE

De Lorenzo, con

l."i.^

illustra/ioni.

ROMA.

Parte L di
di

L'OSSOLA

Diego Angeli, con 12S illustra/ioni. Carlo Errer, con 151 illustrazioni

IL FUCINO di Emidio Agostinoni, con 1.5.5 illustrazioni. ROMA, Parte li. di Diego Angeli, con IbO illustrazioni. AREZZO di Giannina Franciosi, con 199 illustrazioni. PESARO di Giulio V'accaj, con 17 illustrazioni.

TIVOLI

di

Attilio Rossi, con

16f)

illustrazioni.

45.
46. 47.

BENEVENTO di Almerico Meomartini, con 144 illusiraz VERONA di Giuseppe Bi.Xdego. con 174 illustrazioni. CORTONA di Girolamo Mancini, con 185 illustrazioni. SIRACUSA E LA VALLE DELL'ANAPO di I'NRICO MauCERi.

con ISO

illustrazioni.
di

4S.

ETRURIA MERIDIONALE
illustrazioni.

Sante Hakgellim, con


di
F'.

16S

49.

RANDAZZO
BRESCIA
BARI
I

E LA Roberto, con 148


di

VALLE DELL'ALCANTARA
illustrazioni.

de

50. 51. 52.

di Antonio Ugoletti. con 160 illustrazioni. Francesco Carabellese. con 173 illustrazioni.
di

CAMPI FLEGREl
illu.strazioni.

Giuseppe De Lorenzo,

con

152

53.

VALLE TIBERINA. Da Montauto


genti DEL Teveke.
illustrazioni.
di

alle Balze. Le sor152

Pier

Ludovico Occhini, con


129 illustrazioni.

54.
55.

LORETO
TERNI
di

di

Arduino Colasanti. con

Luigi Lanzi, con 173 illustrazioni e 4 tavole.

TRADUZIONE

IN

LINGUA INGLESE
Italy

Serie Artistic

RAVENNA

by Corrado Ricci. VENICE by Pompeo Molmenti.

Translated by Alethea Wiel.

TRADUZIONE

IN

LINGUA TEDESCA
Italien
I.

Das Kunstland
VENEDIG von Pompeo Molmenti

Deutsch von F. TRIEST von G. Caprin. Deutsch von F. I. Brauer. DER GARDASEE von Giuseppe Solitro. Deutsch
Bruer.

Bruer.

von

F.

I.

COLLEZIONE

MONOGRAFIE ILLUSTRATE
ITALIA ARTISTICA
55.

Serie

1'^

TERN

LUI CI LANZI

TERNI
/,\'

CON

173

ILLUSTRAZIONI E

TAVOLE

ir
R
(;

ij

1-:

A M
-

ISTITUTO ITALIANO D'ARTI (.KAIKTIK


1910

FDITORE

TUTTI

DIR

II

TI

RISERVATI

d'Arti Grafiche

indici:

del testo

Acquasparta Arrone
Carsulae
Cesi
.

150

Piediluco

....
. .

128

^^

Rocca

di

Colleluna

59 SS

UM
S5
142
I,i4

Cascata delle Mai

....

Angelo S. Zenone Sangemini


S.

8
144
141

CoUescipoli

Stroncone
Terni

Ferentino

112
127

22

Papigno

INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI

Terni

Chiesa

di
ri

S.

Francesco

Cappella Paradisi
40
..

Anfiteatro

Romano

Resti

2,,

24 56

Paradiso

Arco Casa

e torre dei Castelli

dei Giani

Porta, ora

al

AIusco

67
bl

^11 Purgatorio Isaia e Giona


La Gloria La liberazione gatorio 11 Limbo
:

41

38

Giocosi

Porta Porta

40
delle

Pierfelici

b7 55
.

anime

del Piu-3^1

Case

dei Castelli

Cattedrale, da un affresco nel X'escovato

74
74
77

Chiostro
il

37
4

da una recente fotografia


Altare maggiore
Calice del sec.

- Cofanetto involato - Porta

luglio

P'0<)

42

XIV

35
75

maggiore Reliquiario in rame argentato


Torciere in ferro

37
e

dorato

43

Cantoria ed organo
Cripta

43
.

30
astile
(?)
.
.

Vlta della cappella della Croce Santa

73
7-

Croce

...
(terracotta policroma)

34
30 35
35
5'(

Episodio di Liberotto

- Vlta e parete dellacappella di Chiesa di S. Lorenzo Abside

S. .Antonio
.
.

33
f.b
'>!

La Vergine
Pastorale in

rame

(sec.

XVI)

Martirio
Porta
di S.

di S.

Biagio

Porta dell'antico Battistero

Chiesa

Pietro

Chiostro

....
. .

Porta maggiore

29
31
13

Porta maggiore

Particolare ... Veduta della citt (affresco)


\eduta
Facciata
di
S.

Scivoler di Stefano Manassei


di S. Salvatore
di

Chiesa
Chiesa

della

Porta
-

Romana

(affrescoi

\b
.^2

S.

Valentino

Paliotto

.......
in

mctall
7'

Cliiesa di S. Al

.Abside e fianco

...

dorato

33

Veduta della
(dipinto)

citt ilalla jiarte del

Cassero
21

Chiesa

Francesco

.....

IXM'F
V

''

l.K

ll.l.rsiKA/.K'Xl
Teatro

ale degli Alberici

Comunale

(.Xrch.

l'oU-ili)

Cortiletto in via Tre

Ardi
\

Tomba
ilei
.

preistorica,

ricostruita m'I

l;

Giardini pubblici
Lavarulaje

....
.

Collegio
dei

Toi le

Barbarasa nel coiso

\'.

Fin
.

Monte

di

Piet

Cortile.

51

N'aliierina (La) presso Papij;iio

Mura urbano

dell'epoca

romana

...

-T
^
>''

N'escovato

l'iaiil.i

di-lla

citta (atlie

P)

alla barriera

Cornelio Tacito

alla

Porta dei tre monumenti

.... ....
ilei


\'ia

N'eiluta

ilflla
ili

alleili ale

(attirsool
.

74
1

N'cduta
dei

i'if.liliu-o
ila

(alt'ii-sco)

15

.Museo

Capitelli romanici
di

^1

Tre Archi,
ili

uno

sch;//..> del

Frammento
secolo XIII
Il

colonnetta

innestata

Lui-i
'^1

Ricci (1S5.S)
S.

Nicolo

Lorenzo
:

tiro,

stemma

della citt

-'^ l'T

Porta della casa Giani


Resti di una

Dinlorni
Act[iiaspaila

tomba

dell'epoca imperiale

2^
--'^

Palazzo Cesi

119

Torso in marmo Veduta del Portico Statua togata Palazzo Manassei Cortile Mazzancolle (Monte di Piet) Municipale Parte posteriore (Arch.

Cortile

\M)
di

Arrone
sepio

- Chies.i

S.

Maria

Il

Pre102 U)2
101
10.^

...

-7
51

Faustini)

!^t)

Rosei, ora Hianchini-Kiccardi


della citt,

....

b8

Panorama

da un

affresco nella
1-'^

Cattedrale
dal colle delle Grazie

15

Transito Interno Terrecotte Vlta dell'abside L'Incoronazione Chiesa di S. Giovanni Abside ^ Affreschi votivi Municipio Trittico
Il

103
.

100 100

dalla parte del

Cassero,

da

un dipinto
21
.

Carsulac

Pronao

della

chiesa di S. Da148
147
S
(ta
),

nella chiesa di S. \'alentino e degli opifici industriali in \'alnerina

miano

^1
17

Rovine
da recente fotografia da stampa del 1779 da
stani]-)a

I4K
'X)

Pianta della citt del 1662


delineata dal Piccolpasso (1559-1570).
.

Cascata delle Marniore

17 19

vola) vola)

da un affresco nel Vescovato

....
...

(ta

Piazza Vittorio Emanuele

Pinacoteca Comunale
dello

Crocifissione (Scuola
6.t

...

80

del

1781

(ta

vola)

Spagna)

Crocifisso in legno (Giovanni Teutonico)


11

64
hi

Crocifsso (Nicol da Foligno)


e
i

...
S. Ber-

dalla strada della Valnerina


Il

85

cavo curiano presso


il

il

salto

....
le

93
t)5

La Nera presso
Resti di un
crostazioni del

ponte naturale
discoperti sotto
in-

j-onte

La Vergine

santi

Pietro e Gregorio 03
e

\'elino
il

^tavola del sec.

XIV)

La

\'ergine tra S. Francesco

nardino (affresco)
Polittico francescano

84
62

Sposalizio della Vergine (A.

Fiammingo

?J

b5

Sposalizio di S. Caterina (Benozzo Gozzoli)

....
()9,

63
70

Ultima cateratta del \'elino (tavola) Cesi Antica via tagliata sulle rupi 136 Chiesa di S. Erasmo 134 Affresco di RafChiesa di S. Maria 139 faello da Cortona

.......
Velino
. .

97 87

Sfuggita i)rcBso

salto del
di
l'io

Taglio diagonale

VI

96

....
.

Ponti sulla Nera

Resti di affresco

139
.

Porta Romana, da un affresco nella Cattedrale


18

Tavola

della scuola del Cavallini


. .

137
134

Cinta dell'arce poligonale

133,

Raccolta Lanzi

Armi,

monili e vasi

fittili
.

16

Mura umbre
S.
<

133

provenienti dalla Necropoli preistorica

Antonio vecchio
di

Particolare

del
.

Rocca Rocca

CoUeluna 48 Zenone Panorama 44, 45 - e Papigno. da un affresco nel Vescovato 114 Le mura 47
di
.

Calvario >

Giovannello da Narni

13iS

S.

....

Torre pentagona
Torrioni della rocca

135

Collescipoli

Chiesa
S.

.......
Maria
Croce

136
127 124

di S.

Interno

Una

torre

46
79

Porta

Sti-ada Cornelio Tacito

Chiesa

di

Nicol

astile

123

IXDICE
Collesoipoli
del

l)l-:iXK
Porta
122
121

ILLUSTRA/IOXI
Piediluco
di S.

S.
-

Chiesa

di S.

Nicol

di

Campanile
S.

della chiesa

diruta
117

campanile
Stefano
Panoi-ania

Maria
{-"rancesco

C-liiesa di

Chiesa

121

Ferentino

10

Una

porta
est e

120

- dalla rocca della Matterclla .... Abazia S. Pietro Abside della cappella di destra
di
.

103

La rocca da

da ovest

119
118 117 143
14.t

109

110
Ili

Min-a delia rocca

Panorama
Chiesa
di

lago

Affreschi biblici

Sangemini

Chiostro

109
11.^

Chiesa di S. Carlo .Affresco S. Francesco Porta


.

La crociera
Paliotto d'Ilderico

Chiesa

di

S.

Nicol

Ul
142
14.=^

112

Interno


in

Particolare

dell'
*

Ingresso

di

(ies
Ili


107 lOj

Porta

Gerusalemme
di S.

Palazzo Vecchio

U^

Chiesa dei Dottrinari

Gonfalone

Municipio
legno del

S.

Sebastiano (scultur.i

in

Chiesa Maria Crocifsso in lei^no Le \'ergini Chiesa di Stefano Presepio Mura e rocca del Precetto
S.
11
. .

scc.

XV)

144

108 108 104 lOb


114

Stroncone

di

Avanzi della rocca

....
.

I2r>

Rocca della ISIatterella Papigno e la rocca S. Angelo e Rocca S. Zenone, da un affresco

Chiesa S. 1-^rancesco Affresco Affresco di Tiberio d'Assisi Chiesa di S. Giovanni \'lta - Chiesa di S. Nicol Porta principale
.
. . . .

130
131
131
12.S

nel

Tavola
114

di

Rinaldo da Calvi.

129
12')

\'escovato
Piediluco, da un affresco nel Vescovato
.

Municipio

Pagina

di

un corale

ll.i

Porta Reatina

132

TERNI

VEDUTA DELLA CLITA - DA IN

AI TRESCO

NELLA CATTEDRALE.
(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

LA CITTA.

UASl

al

cominciare della valle operosa che la Nera solca


si

coi suoi
la

cento

canali, entro la cerchia grigia delle sue torri merlate,


citt,

adagia

vecchia
uber-

e d'ogni intorno, sul piano verde,

lungo

le

pendici dei

colli

tosi,

sono sparse migliaia

di

casucce modeste e ridenti, come un pugno


di velluto.
colli

di

gemme,

scagliate confusamente sopra

un immenso drappo

La

notte dei tempi avvolge tuttora nel mistero la comparsa delFuomo sui
la

che cinsero

conca ternana

qua e

difficilmente incontriamo

resti della primi-

tiva industria
di

umana

qualche freccia
fittili,

di silice,

un martello,

un'ascia, alcuni
le

frammenti
il

ossa lavorate e di rozzissimi

reliquie rare e disperse sopra

quali

caso

soltanto ha richiamata la nostra attenzione.

Pi per

tardi,

quando

le

moderne

industrie squarciarono

il

seno dei campi fecondi


traccie della
si

erigere le grandiose

officine delle Acciaierie,

rinvenimmo notevoli
il

trib che, nelle primavere sacre, era discesa lungo

corso del fiume, e

era sovrapal silenzio

posta agli autoctoni, compiendo


delle sue
11

la

bonifica del piano paludoso ed affidando

tombe

la

narrazione della sua storia.

.suolo

sul quale vi.sse

questo popolo forte e operoso, fu anclie esso sommerso


la

da una

grande

alluvione, sotto la quale appunto noi ora troviamo

.sua

vasta ne-

M
crepoli,

MALIA ARllslkA
ove
gli
st in
i<

^n

periodo pi antico q-iacoioiio


..

s<ntt^ t^r.mili niucclii di ])i(4r(\

a forma di cupola
'

elittica.

deposti sulla nuda sabbia ed

ritmati da lr\.iiitc.i
di

pmu ntc
il

Pi tardi questi cutnuli sono compresi da un cinoio


quattro
ai

i^randi

massi,
si

cui dia-

metro varia dai

dodici nitori e lalcra da codfsii citcIim


]irdi,

diparti^

una

cresta di cinque pietre, conficcate in


I,a cresta

ndla direzione
ui.'rto.

rituale del
]i,

eada\(re.
tumuli che ne

lapidea par che accenni al sesso dil


selieleiri

eli,
e.. Ha

nei

erano muniti, riconoscemmo ctistanteinente

maseliili.

lancia all'oDcro

TOMBA PREISTORICA, RICOSTKL'MA NEL GIARDINO DEL COLLEdlO.


(l'ot.
I.

Arti Graficlie).

destro,

colla
i

fibula

che

chiudeva

il

mantello

sullo sterno e col

vaso che contenne

presso

piedi gli avanzi del funebre convivio.


scheletri
di

Le tombe che racchiudevano invece


Raccogliamo da questi
forme, sempre di bronzo,

donne, contenevano armille,


monili.
?),

fi-

bule, orecchini, agganciature di cinte, pettini

ed

altri

sepolcri spade, lancie, rasoi

amuleti di svariatissime

ma non
i

troviamo traccia

di

elmo o copricapo e non incon-

triamo che raramente indizio del ferro e pi raramente ancora quello dell'oro.

E
bronzo

mentre rinveniamo tra


il

vasi

fittili

l'idria

villanoviana e tra gli amuleti


latebre del
fro,

di

piccolo paalstab dei Celti,

Rr.ma,

dalle

vengono

alla

RACCOLTA LANZI

ARMI E MONILI PKOVENIFNM OALLA NF.CROI'OLI PREISTORICA.


(Fot.
I. I.

(l'Arti Grafiche).

^-\CCOLiA LANZI

\ASI riTTILI Pl<0\ i:NIL>

>M-\.\ .NtU<(Jl'OLI

RITSIORICA.
(Fot.
1.

I.

d'Arti Grafiche).

Iftp-Af/

PIANTA DELLA

CM L

DELINEATA DAL PICCOLPASSO

(1559-1570).

(^bot. i^anzi;.

TERNI

lANIA DII

A (11

1)1

""-

ilwl,

I.

1.

l'Alti Craliflii-)-

i8

ITALIA
i

AKllSriCA
\x\x

luce
letri

sepolcri

j>rer.>iiiulei

ohe contengono

stessi

vasi,

s^li

stessi

aniuh

li.

^li

s(-lie-

della stes&i razza che troviamo nella nostra necro]).

li.

Sono queste
a ritrovare tutta
Cos siamo

le

anella di quella ijTande catena che ^radatanieiiie dovr CMiKhirci

la storia di
all'all-ia

nostra l'ente

di

Roma;

a (|Uesto ]ninto sulla

eoiifhieii/a del torrente ScMra.

VEDUTA DELLA PORTA ROMANA

DA UN AFFRESCO NELLA CATTEDRALE.


(Fot.
I

I.

d'Arti Grafiche).

nel fiume Nera,

si

raccoglie un gruppo della forte progenie destinata a difendere e

a far prosperare questa plaga deirUmbria, e l'epigrafe magnifica che era infissa sulla
fronte dell' anfiteatro consacrato da Fausto Tizio Liberale al Genio del iininicifio
al

ed

nome

di Tiberio Cesare

Augtisto nato per


di

Hniinortalit,

ci

dice che qui sorse la

romana Interamna nell'anno ottantunesimo


Varie furono
le

Roma.
si

Interamncc d'Italia

la

nostra

distinse coll'appellativ^o

di

Ka-

hars o Nahartiuiii, perch posta appunto sulle rive della Nera.

mm

T E R XI
Oggi
nali la topoiK amasti ca giustificata nel

senso lato della parola, per


s'incrociarono,
si

molti ca-

che dall'evo romano

fino

a noi

s'inseguirono,

moltiplicjirono

su tutta la valle, prima a scopo agricolo, poi industriale;

ma
le

nell'epoca in cui fu fon-

data

la

citt,

K-

condizioni

erano

assolutamente diverse e
ci,

sue

mura

si

elevarono

senza alcun dubbio fra due corsi di acqua. Di

oltrech nel n<me,

abbiamo traccio

non dispregevoli

nella leggenda, nel suolo e nei resti di antichissime costruzioni.

-m

VFDLTA DFLLA GHIA DAI

'ARIi:

DEL CASSFRO

DA UN DIPINTO NELLA CHIESA

DI

S.
I.

VALENTINO.
d'Arti Grafiche).

(l'ot. I.

Infatti,

quasi

incastonato presso

le

fondamenta
il

delle

mura medioevali,
di

sotto la

Porta dei tre monumenti, apparisce ancora


larghezza, pressoch totalmente

breve segmento
il

un ponte

di n( tev(le

sommerso

nel terreno, sotto

quale dovette defluire


di-

un abbondante corso
mostrato

di acqua,

che cingeva Interamii;i da nord ad ovest, ccime

anche dalla depressione del pomerio esterno dell'urbe, nel punto ove poi

corsero la fossa medioevale, che ancora lambiscale


industriali,

mura

e le torri, e poscia

canali

che

si

perdono

tra le file dei pioppi.


la

Le

actiue di questo

primo corso scomparso impaludav^ano presso

conlluenza

del fiume e a questo punto la leggenda viene a soccorrere la nostra ipotesi, narran3

22

IIAIIA
come
in

AKTIsrK
la
ini

doci

quel luogi>, appiattato tra


l'aria

riyotrliosa vegcta/iom- \ives.s(>

un mostra
.

che coU'alito pestifero avvelenava

urcidcwi
lihcr.'.rc

t;li

aliitanti

del

]ia( st

Un
e,

j^ierriero di nobile
(iorv;"io,

lig:nav;;iiio

volle

il

patrio suo],, da

i.mto

llai^t

Un

novello S.

scese a

terribili*
il

ttiizonc

col

(Ir.ii^o.
i

ruccisc r

la

ciu rit-ono-

scento don

al

valoroso campioni'

trrrnio liberato dalla

lunicra, chr poscia,


\ita.

verde

ed adusta,

fu effig^iata sullo stemiiia del

Comune

ridonalo a uuo\a

LE

MURA

IRBANi: DELI. EPOCA ROMANA.


P'ot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

Ben chiaro quindi apparisce


il

il

vQ.ro clic

s'

asconde sotto

il

vela lir de

li

versi strani

drago appestatore era


si

il

miasma

il

com.batti mento fu la bonifica della palude, per


forse
il

la quale

devi

il

corso del torrente

Serra)

che,

come dicemmo, doveva


quando
la

cingere

le

mura

sui lati opposti a quelli bagnati dal fium.e Nera,

citt sorse

e appunto per questo fu denominata Literavina.

Che

Terni, cinta di

mura

e di torri,

sia

stata

ben presto annoverata


ce ne danno

tra i pi
i

splendidi municipi, oltre l'affermazione di Lucio Floro

certezza

resti

TERNI
dei
suoi

23

monumenti,

clic

dcvettero essere notevoli quale per grandiosit, quale per

bellezza di esecuzione.

La

via Flaminia, che

da

Nanna

volgeva direttamente a Carsnlae, ebbe una im-

portante diramazione che attraversava

anche

la

nostra

citt,

questo

fatto,

come

^-,im^-

RESTI DELL' ANniEAlKO

KOMANO

era stato cagione di floridezza e di gloria


loro
lutto

quando

le

legioni trionfatrici recavano sul


di

cammino
quando
le

le

ricchezze e

lauri del trionfo,

divenne cagione

decadenza

e di

vie consolari furono invase dai barbari, che

scendevano furiosamente
il

alla ricerca di

Roma

quindi,
al

])i

che

la

edacit dei secoli, furono


scom])arirc
i

ferro e

il

fuoco
la

degl'invasori che raser

suolo e fecero

manufatti che decoravano

Terni romana.

24

ii'Ai

!.\

AK

risri(-.\
stessa cinta
i

Le mura

urbiche. che segiiavano ipiasi


in

la

siili.

(|uaU" sorsen. poi

le

medioevali, toniant

luce di tanti^ in tanto ^rr ^H scax

iKIlo

miow

costruzioni e

RESTI DELL ANFITEATRO ROMANO(Fot.


I. I.

d'Arti Grafiche).

una parte considerevole


dei pubblici giardini.
Ivi presso,

se ne

vede ancora, quasi intatta verso ponente,

al

disotto

e precisamente sulla vasta area occupata dal palazzo e dal giardino

dell'episcopio, sorgeva l'anfiteatro.

20

HAI
Questo
edifizio.

I.\

AKIISriCA
spt
it.it.'ii.

capace

di

contenere diecimila

cblic cortina iitirt>lata,

interrotta da pilastri listati, o le p<che vostiiiia rluri.rridoi


<

stan. (KlKi

sua ain])ic/za e dei


>sa

sostenenti

la

lorrd, ci dicono

vh*.-

fu \(

ranunte opera grandi'

])cr

\asiit

iir

tecnica di ccstruzionc.
il

Pel teatro resta appena


Dissi.)

ricordo nellr
il

la])i(ii

onorario che
il

narrano

coiiic

Caio

Massimo

vi

facesse com])icrc

porticM ed

scttcri-aiiro,

e c.inic Tito

All)io,

)LTA DEL PORTICO.

I.

I.

>r.\rti Grafiche.)

quatrumvnro, pontefice e giudice, e Caio Albio

.suo figlio,

quatrumviro augustale, ador-

nassero l'edificio di fregi di bronzo e di figure muliebri.

Altro testimonio dell'antica nostra magnificenza la bellissima tomba dell'epoca

augustea
L'ara in

venuta in luce

nel

1886, a breve distanza dalla citt sulla via Flaminia.


dalle

marmo

bianco, che

come apparisce

candeliere e dai fregi

era

opera

della pi squisita fattura,

sorgeva sopra un ampio stilobate a gradi

di pietra, di cui

rinvenimmo poderosi

resti.

Nulla sappiamo circa la storia


raccolse
titolo

di

questo insigne

sepolcro, dappoich non vi


alla

si

epigrafico,

n avvi notizia che accenni

gente o

al

personaggio

28
al

ITAl lA AK'llsriCA
i

quale apparteneva; mentre per quelli d\ cui rinviMiiniinc i-(^itiitim(ntr


'

grandi

!iu-

clei prp:-^

la n.^rta

<1>no'nMata appuiU'>

(/'"/

/rr

lioiunt'iili.

\\\v

si-\\\\wv

una tradizinm'

CHIESA DI

S.

SALVATORE.

Arti Grafiche).

pi volte secolare che crede di ricrmoscere in essi

mausolei di C. Cornelio Tacito,

Marco Claudio ed Annio

Floriano.

K R X

2g
eretti

Vopisco parla

infatti

dei cenotafi dei

due imperatori
i

presso Interamna,

S7/l

proprio suolo, e afferma

che

fin
al

da' sim tempi,


suolo.

simulacri

marmorei

colpiti dal ful-

mine, o-iacevano abbandonati

Un

d'essi ritrovasi prol)abilmente nella statua

CAIIEDKALE

l'OKIA MAfiCilOUE.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Craficlu-

togata, che fu poi rinvenuta negli orti dei Alanassei e che ora adorna l'atrio
vito palazzo.

dell'a-

Quando

l'incendio della ribc-llione divam])a jur

le

provincie

dell' im]iero.
la

anche

Terni teatro dei tragici avvenimenti che scgutjno

ed accompagnano

rovina del

mondo romano.
4

CAliLDKALL

CKll'lA.

(Fot.

I.

I.

d'Arti (Jrafclie).

CATTEDRALE

l.'EI'ISODIO DI

LIBEROFTO

{':)

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

32

ITALIA
Tacito narra che un
Wiri; vi
t>

AKlIsrkA
iil

passa a
Galizia

di

spaila

quattn)ccn(()

ciwilicri
capiiaii
.

\it(l-

liani posti a

presidio della citt.


Kniiliano,

\i

fi so-ozzaro

DolaLtlla

di

Hle-

tone

ed allorch

trionfaii^ri>

dei barbari,

.iccl.iiiial'i
-

inijn-iMiMi-c
ila
(i,ill>i
<

(l.illr

gioni,

marcia

alla

volta di

Roma,

pressi^

Interamn.a

iiHMiiirai.i
u(<
ivi.

da XD-

lusiani-,

che
la

in

breve e fiero comh.ittinicnti

V(>ns^iin<>

Ma
campo

clamiile, sjiruzzata dal


Spi^leto,

sangair della -guerra


l'aiiiliaiii'.

cixilf.

d'iji"

(pi,

diro mesi, sul


!

di

a\volgvva

il

c.ula\-erc di

tiairid.iid

dai suoi stessi soldati

CHIESA DI

S.

ALO
(bot.
I.

I.

d'Arti

Pi tardi

gli

uccisori di Pertinace
alla

vendono l'impero a Giuliano


e,

Settimio Severo
la P'iaminia

muove

dalla

Pannonia

testa delle sue legioni

rapidamente, per

entra nell'Umbria. Giunto a Terni, annunzia a

Roma

esser suo intendimento di ven-

dicare l'uccisione di Pertinace e di restaurare la forza e la maest dell'impero.

Eravamo

in

un giorno della primavera


di lauro e di mirto,

del

193: la via

decumana

della vecchia
;

Interamna, cosparsa

rigurgitava di popolo e di legionari

quando
la-

preceduti da un drappello di pretoriani, cento senatori, drappeggiati nei


ticlavi,

candidi

giungono a

salutare, in

nome

di

Roma, Settimio Severo imperatore!


della storia d'Italia. Terni ancora

In uno dei

momenti pi culminanti

una volta

ire
-j>
'

_.

i*<i.-

^^*

4
n.

^fe.-.f;^^vy

36
teatro di un grande episodio
g-l'iconoclasti
i
: :

ITAl lA

AK
di

ISI

ICA
la fiiM-a

dairimpero

Orienti' era jiartita

niinaciMa doi

gfitaliani,

facendo eco

alle protoste del iiapa, insorM,>ii.)

contro
ssi,

i^rei-i

longfobardi intervenu^ono nel conflitto r \" un ni"nuMUo


la

mi

(|\i;I('

<

sentendo pi
Ioim'^I uniil

che mai viva nell'anima


ficatori
dell'Italia,
si

i^otenz.i

del

y-rande sogno

clu'

potex.i
il

t'.ir

di

a]>parecchiano ad assalire decis;nnei)le

ii.ipatn:

ma

re l.uil-

prando, pensoso pi della salvezza dell'anima che della

^Ic^ria

del

regno,

al

cospello

CHIESA ni

S.

IRANCESCO.
(Fot.
I.

I.

d'Arti

(Jruficlie).

di

Gregorio
Pietro.

II,

da assediatore

di

Roma,

si

converte

in

pio pellegrino alla

tomba

di

San

L'atto della regia devozione per era stato compiuto soltanto a

met poich

egli

ancora deteneva Ameria, Orte, Polimarzo e Bleda. e forse da un


ricomparire in armi sotto le

d all'altro

poteva

mura

di

Roma.
il

^Mentre con questo dubbio, al finire del 741


cattedra di S. Pietro,
al re

greco
i

Zaccaria

ascendeva
di

sulla

Luitprando ribellavansi
l'ora

duchi di Benevento e
.sicuri
i

Spoleto;

parve

al

sagace pontefice propizia


e,

per rendere pi

vincoli della tiepida

alleanza col re,

senza indugio, spontaneamente, gl'invio in aiuto l'esercito romano.

Al cospetto

delle forze rilevanti del re,

Trasamondo

di

Spoleto

si

prostr atter-

38
rito ai piedi di
lui.

ITAl
che
oli

l.\

.\i<

ISriCA

tVcc grazia della vita,

ma
i

1-.

rinchiuse

in

un chiostro

;( .n

delasco di Ik-nevento tuo-i.

ma mentre

s'imbarcava

rr Costantinoioli lu riconos.iut-

ed

ucciso.

CHIESA DI

S.

FRANCESCO

CAPPELLA PARADISI

ISAIA E GIONA. (Fot.

I.

I.

d"Arti Ciafiche).

Luitprando, ricondotti cos aU'obbedienza

ducati, se

ne tornava a Pavia, quando

Zaccaria, che mostr di esa Terni, con magnifico corteggio fu incontrato dal papa comuni avevan conseguita sersi mosso per felicitarsi con lui della vittoria che le armi

ILSA DI

S.

IKANCLSCO

CAI l'LLLA l'AKAI

(il

OKIA.
(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

CHIESA DI

S.

FRANCESCO

CAPPELLA PARADISI

IL

PARADISO.
(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

4J

HAI

lA

AKllSncA
;il

sui ribelli; e re e pontefice s'intrattenner(> pi tiion.

tcrniiiir
il

dri

(|uali,
al

iitH". ara])a|)a
(

torio di S. Salvatore,

veniva
ijli

firmato
i

il

tli])l(>nia

col

(juali'

re

niidcva

le

quattro

citt

proilette,

cedeva
o

j)atriin<>iii

crclt\>siasti(i

di

Sabina.
di

Xanii.

siiiio,

Ancona, Numana e X'alK-niayna.


Y.

i^li

]>i-.>nirtu\ a

una pace
le l)asi

(niaraiit'anni.
]ii

cosi

il

conveg'iio di

Tomi,

niriitn-

con^olidaNa

del

.iitilicati

>

roiiiaiK.

ritardava di circa undici secoli ruiiificazlone dilla

])atria.

COFANETTO

IN OSSO,

DALLA CHIESA DI

S.

LRANCESCO INVOLATO

IL i

LUGLIO

900.

Nei giorni

in

cui

il

Barbaro.ssa, reduce dalla incoronazione di

Roma,

si

dirigeva

a punire l'audacia dei

ribelli spoktini,

pare che a Terni ave.sse festose accoglienze non


i

tanto per espressione del sentimento ghibellino, quanto perch

ternani vollero pren-

dere ancora una volta,


il

di fronte all'odiata rivale,


gli

quell'atteggiamento di inimicizia che

tristo spirito dei

tempi comportava, e

storici nostri
le

ricordano che allora furono


striate

rizzate

ad adulazione dell'imperatore alemanno


il

due colonne

donde

la

piazza

maggiore trasse

nome

di

platea cchinmanivi.

Federico, a sua volta, o che credesse alla sincerit dell'attaccamento dei ternani,

o che mirasse a fissare, a qualunque costo, un feudo imperiale nel cuore deirUmbria.

RX
il

43
di

e precisamente
seconda volta
il in

fra q-H
Italia,

stati
e

della

Chiesa e

ducato

Spoleto,

quando

cal per la

n diploma del
la

li.sv

dato nella dcvastarJoiir di Milano, prisso


f.uel

'ricino,

eresse in feudo

nostra

citt,

investendone

cardinale

)ttaviano dei

CHIESA DI

S.

ARGENTATO

FRANCESCO RELIQUIA: E DORATO.


(Fot.
r.

CHIESA DI 3 IN EEKRO.
Arti Grafiche).

FRANCESCO

Monticelli, che fu

uno

dei pi

abili
il

mestatori

del

suo

tempo

che.

astutamente

barcamenandosi
Alessandro

fra l'imperatore e

pontefice, fini per sorgere antipapa di fronte

ad

III col

nome

di
i

Mttore IW
ternani abbian rifiutato obbedienza al j^iuni^crc del mes-

Noi non sappiamo se


saggio imperiale o se
il

Monticelli abbia preso possesso dt^ll'investitura e poi ne sia

44
stato cMcciat.-.
,"

lAI lA
la

AKllsl ITA
ilrl

certo poi che


ei^li
(li

volont

l'.arban>ss.i.

ormai

lontano, n.^n tu

ri-

spettata, ond' clie

ci

S(.(\iifnato,

s\vd\

contro Terni l'arcivescovo (ristiano


1171
ofi-u]) la
citt

di

Mav-(mza a capo di forte soldatesca, che nel


V.

eia

distrus-^c

Xarni e Spoleto, spinte


si

(la_i;li

antichi implacaii rancori, |iioinl>aroiio sulle ro\iiic

fumanti e

divisero
il

il

campo

scellerato;

ma

Terni risorse |Hr \in

<li

un ardito pole

polano, l.iberotto.

quale affn^it un gabelliere che veniva

a riscuotere

durissime

ROCCA

S.

ZENONE

PANORAMA.

(Fot.

I.

I.

d'Arti (Jrafichc).

taglie degli avversari e l'uccise,

dando

cos

il

segnale della feroce, disperata ribellione,

che fece rivivere

la citt.

Un

tardo

marmo

che decorava

l'altare dell'antico

patrono S. Anastasio, ricorda

nella cattedrale questo epico momento, del quale purtroppo non sopravvivono notizie

pi autentiche n pi certe.

Fra

il

VI

il

\ll secolo, presso

l'anfiteatro di

Fausto Tizio Liberale e forse sulle


il

rovine del tempio sacro a Giove fulminatore, era sorto

primo oratorio

cristiano, che, di-

!:

K X

45
secolo,

strutto in breve e riedificato fra

il

la

l'Xl
noi

rest poi dimenticato


la

e som-

merso
al

sott.

la chiesa
stc ria

cattedrale, e che

avemmo

grande ventura
quale
il

di

ridonare

culto della

v della fede.
:

bellissima cripta, alla

nostro

poeta

volge l'apostrofe alata

>.

/.i:NONE

VEDUTA.

.t.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

<

Non t"aile.i(rar (icirarle dolci fascini Nudo ipo,^eo di martiri e di .santi, Uso a temprarti nei peri(,di. a pascerti
<
i

<

Non

.sai

se eanto, se preghiera o xeniit.


i

Aleggi ancor per le diserte na\ C' q\i;iU-ln' i-osa ihe n<tn umor; che
:
I

pal|)it;
>

Sol fl'a^onie speranti

>i

note alte e soavi

46
Il

ir.\l

l.\

AKlIsTICA
roU'uhimo
dri suoi ra-^oi iicllr ol)Iun^l
s.

solo che scendeva airoccaso penetrava

tinestrine

che

si

aprivano a

fior di

terra sull'absiiK- d,!

.urrraiir.

>.

niciitrr (lalTalti

UNA TORRK.

parte della

citt,

risorgendo

al

mattino, inondava della sua luce festosa la chiesa del

Salvatore, penetrandovi dagli otto fornici


fioriti

che

si

aprivano in giro tra

melograni
si

e gli allori odoranti. Ora, per provvida cura della Direzione delle Antichit,

restituiscono a questo singolare edificio le

antiche linee, ond'esso sar presto meri-

TERX
tamente annoverato tra
nostra.
i

47

])i

rari

caratteristici

manufatti cristiani

della

regione

Pi

tardi,

sopra

la cripta dei

primitivi evangelizzati,

si

eleva

la

nuova cattedrale,
innanzi tutto, la

e che fosse edifici<

romanico

di

molta importanza
viticci, quali si

lo attcsta ancora,

bellissima porta a

fiori,

mostri e

vedono appunto

nelle

maggiori chiese

dell'Umbria.

ROCCA

s.

zinom;

(Fot.

J'Arti Grafiche

Nei prossimi
fra
i

orti

abbiamo

raccolti,

inoltre,

notevoli resti di

quc-ll'arte superba,

quali ricordiamo

una transenna da

finestra, alcuni pilastrini che ap])artennero a


di

chiusure presbiterali, un capitello,


ciate e finalmente

un cordone
ionico,

portale decorati da aquile intrecfoglie


di vite e di
fico

un

altro capitello

con

vagamente

disposte nelle volute dell'ordine.


Altri frammenti, verso
il

cadere del XII

.secolo,

furono disposati a

leoni,

clipei,

metope,

cornici, provenienti
di
di

da monumenti pagani, e se ne decorarono


S. Al,

la

fronte e la

abside della bella chiesa


convertita all'umile uso

che, sotto gli ausi)ici del

.s(

-vrano

)rdine di Malta,

carbonaia!

4S
l.a

ir
parrocchia di S.

MIA ARllSlliA
...rha

1.

..

.....

appena

mll'absidi"

<

nd

Ikiiico

le

lime

d.-l

grazioso gioiello che


ina su le rovine di

doveva essere

i|uand.) circa .Uio scoli

fa

app.irNc nitida e pie-

un tempio papano.
ricomparsa
fra
il

Dt^ll'arte pittorica,

XII e

il

XIII

s(m-(>1.>,

abhi.mi

forse

il

jinnio

ROCCA

DI

COLLELUNA.
(Fot.
I.

d'Arti Grafiche;.

ricordo nei resti di alcuni affreschi provenienti dalla chiesa

frammentaria

di

S.

Anpiena

gelo de flumine^ fra

quali notevole

una

testa

di

vescovo,

munita della piccola

antichissima mitra latina, trattata con arte infantile per non dire barbarica,
di vita e di

ma

maest, e la figura di S. Paolo,

discoperta

test sotto T intonaco nella

chiesa

di

S. Salvatore.

s9^

IP^

^jj,,.

rORRE DEI BARBARASA NEL CORSO VITTORIO EMANUELE.


Fot.
I. I.

(i-Ani Gruadie).

R X

Al.AZ/U .MA/.ZANCOLI.i:

MONI

(l-"..t.

I.

I.

.r.\rti <;r.Uc

Il

secolo

Xlll

si

chiude per l'Umbria coir apoteosi

di

San l'Yanccsco

di Assisi.

L'umile

a])ostolo

delle

povere genti

visita,

perejjrinando. anche la nostra citt: sul


fazioni
la

famoso cippo
residente,

di S.

Cristoforo
sia

predica alle
la

pace, e

da papa Onorio, qui


quasi

ottiene

ripristinata

cattedra

episcopale,

da

cinque

secoli

soppressa.

52

Al lA

ARIISIK A
ttMiipio
ci

Alla morto

ili

lui

aiielu'

l'iTui

s<M\yT \in

consarralo
il

al

su.

nome,
dill.i

forse

delineato da quel frate Filippo da C'anipello, elio


tiva

lasci

tijio

rituali-

primie
elio

chiesa

francescana, archiacuta, orientata verso Assisi,


torro

s('m])li(\-

r sc\ira.

Antonio da Orvieto complet della bella

campanaria

noi

1.145.

11

pi g-rando avMMi'miMUo

<lol

studilo

\1\'

tu al

ocrio

la

morte

drll' Ali-liicri, aV'

I
CORTILE DEGLI ALBERICI.
(Fot.
I. 1.

(l'Arti (;raficlie).

3,

nWIIA AKTlSriCA
in

venuta

Ravenna
il

nel

\},2\

hil

i3.v>

al

1335,

'>

lireii/f.

i>\r

itL;iii

<ll

]>i si jii.m-

geva estinto
Paol(^

gjande che
di

in vita

a\t\an iMccialo

in esilio, fuituio (-a|iiaiii

dd
umh

inipMlo

od Anijelo nipoti
eositoro

Giovanni Paradisi da

Terni.
(\iin>) L'iiinse

certamente dovui.- se un eco

dell'. ilti>^siiii.>

iiiv.nio
(Id-

in questo

lembo dell'Umbria,
la

iinieh essi, che delle uier.ixi-^re del


offrire
t^-

]i(e]n.i
ilei

s,ici-.>

vevano aver piena


<lelle

mente.

]ier

;i]K'

turbe dex.ue
il

1.

speli. icfln

ire ieL;ni

anime, eressero una cappell.i

vollero che

])iHi>re \i

steuisse

in j^raii

parte della

VIA DEI TRE ARCHI

DA UNO SCHIZZO DEL PITTORE

l'Idi

Rlcei

IS.iSl

composizione
francescana,
il

il

concetto dantesco, eleggendo a sede di questa opera


quella in cui meglio che altrove potevano fondersi
lui

la

nostra chiesa

come

armonicamente
stesso eternata.
:

pensiero del poeta ghibellino e la gloria del santo degli umili da

Le

pareti

laterali

di

questa cappella sono scompartite

in

tre quadri

quello di

destra rappresenta l'inferno, diviso a bolgie, nel cui centro campeggia grande e spa-

ventosa

la figura di Lucifero,

intento,

come

negli affreschi di Toscanella e della cap-

pella fiorentina degli Strozzi, a maciullare anime di dannati.

A
fra le

sinistra

sono dipinte,
al

in alto, la liberazione delle

anime

del purgatorio e la diin

scesa di Ges

limbo.

Il

risorto, sostenuto

da una nube, scende

posa maestosa

ombre

dei patriarchi, con segno di vittoria incoronato.

TERNI
Il

55
i

disco-no

del

q-ruppo largo e sicuro,

il

colorito forte e iin<inato,


la

panneg-giatutto

menti morbidi e
il

ricchi,

fanno

di

questo

quadro

parte

forse

pi

bella di

dipinti

Nel rettangolo inferiore rappresentato

il

purgatorio, diviso in sette gironi, a cia-

scuno dei quali sovrasta l'angelo vigilante come appunto descritto nel poema. Talora al castigo

dantesco
la

non corrisponde
cappella
fu

il

titolo della colpa,

ma

se ci

facciamo a

considerare

die

nostra

dipinta

quando

la

Covicdia non era ancora

DEI CASTELLI.

(Fot.

l'Arti ;ralchf'l.

stampata, potremo facilmente comprendere e scusare


tazione murale.

le

inesattezze

della rappresen-

Nella parete centrale dipinto


angeli e di
santi,

il

paradiso. In mezzo ad un

numeroso gruppo
assai

di

siede

Iddio,

effigiato

dentro
di
lui

l'ogiva

in

proporzioni

mag-

giori di quelle delie altre figure.

Ai piedi

sono notevoli

tre grujipetti

che rap-

presentano

le allegorie

dantesche delle gerarchie.


di

L'arcangelo che scorgesi a destra, munito

armatura argentea, St>rreggente con


piccoli

ambo

le

mani
lui.

lo scettro

circondato
la

da

altri

angeli che recano gli stessi


\

attributi di

rappresenta

gerarchia

delle

dominaziom

l'altro

che emerge

al

56
centro, vestito
piccoli ang-eli
ili

IlAIIA
lorica dorata, clu-

ARTISTICA
la

imbrandisce

s])ada e clu> r (-inondato


il

da tre

gfuerrieri.

simboley-ii-ia quella

delle fodcsf:
lui

terzo, tunicato di
loiaiia
il

hiamo
.si-

ed inerme,
nistra,

clic
la

insieme a due angvli minori, come


oerandiia delle
7'ir/n.

xcstiti.

'^luppo di

denota

ARCO

TORRE DEI CASTELLI.


(Fot.
I.

I.

d'Ani Grafiche).

Xel piano inferiore sono


giori e in centro

dipinti a cori paralleli, sopra,

quattordici apo.stoli

mag-

ad
del

essi S.

Pietro, che

appoggia

la

mano

sinistra alla chiave infissa


i

sull'aurea

porta
altri,

paradiso; sotto, a destra le vergini, a sinistra

santi

e,

fra le

une e

gli

sta eretto, colla


cieli.

spada nel pugno, l'arcangelo ;Michele a guardia del

passo pel regno dei

T
I.a
teristici,

K X

.S7

cappella
nei
(

di

Terni

uno dei

monunicnti

publilici

pi

sing-olari

e carati

inali

l'influsso dell'opera

dantesca evidente.

se noi pensiarrK^ che

CHIESA DI

S.

l'ItTKO

ClllOSn<()
.

l'Dt. I.

I.

d'Arti Uraliche).

primi imitatori di Dante

(il

Moscoli ed
si

il

Frezzi)

l'inrironn
(

nella nastra ri'i^ione

che

uno

dei pi antichi ritratti del poeta

effigi
in

da

iotto
;

nt-i

freschi di Assisi; che la


ci

prima edizione della

Comedia vide

la luce

h'(jlii>fno

se tutto questo, dice;, noi

5
u-rlanio a considerare,
li"

ITA!

l.\

AKIIsnCA
diiinstrat.' di

mi sembra a

sui" ile: en za

Tniliria

fu

la

\)

urr

Italia

che sent l'influenza del ]n>ema

iinniori; le

Airan>a del Xl\'

si'i-olo

la

cill

n.'sUa ila

-a

-nani, .la dalle sue

r.>C(

he

e CO-

CHIESA

DI

S.

PlEiUO

SF.['OLCKO DI

STFaANO MANASStl
ot.
I.
I.

d'Arti Grafiche)

fonata di trecento

torri.

Delle prime
il

ricordiamo

quella

di

S.

Zenone, che trasse


burroni

il

nome

dal patrono del luogo,


il

giovinetto legionario, che fra


;

quei
si

sostenne

impavido
su per le
ardite, e

martirio per la fede del Nazareno

le

sue rovine

arrampicano ancora'
profili delle balze
le

rocce del monte, drizzandosi colle salde torri sopra

pi

scendono poi a precipizio fino


il

al

torrente, abbracciando
valle.

casupole cadenti

e sbarrando

passo alla imboccatura orientale della

TKRX
Quella
di

59

G^lleliina

domina

la

conca ternana verso ponente. Vi sost Braccio

da Montone ed notevole
breve spazio della torre
si

pei particolari della sua costruzione interna, dappoich! nel

cavarono prigioni, casematte, cisterne, camere


l'r.rte

di

comando,

ascensore e quant'altro reclamava


"Della

militare dei tonpi.


])art('

cinta

medioevale
in

si

conserva ancora una

notevole, munita di

torri

quadrate, praticaliili

due

])iam',

sostenuti da solidi archi ogivali.

)K1A

DV.IA.

ANTIC
(l'ot.
I.

I.

.IWrti (iratchc

Se Andrea Tomacelli non

a\'esse troncata la bella selva delle torri

che

si

eleva:

vano

nell'interno della citt,

Terni oggi presenterebbe

un

aspett<

assai caratteristico
;

ogni casa patrizia era guardata da uno o pi


drivio uno di essi sbarrava
<:he proietta
le strade,
il

di codesti

propugnacoli

ad ogni quaBarbarasa.
a tra\er.so

passo elevandosi minaccioso come


al

la torre dei
tetti e

ancora

la

sua ombra bieca e minacciosa

disopra dei

nel cuore della citt.


ci

Queste opere

dicono che

il

jxiese

.si

avviava

al

proprio risorgimento

e,

come

ispiravano Tindole dei tempi e la natura del luogo e degli abitanti,


<]{

assumeva

ras])etto

citt

gTjerriera,

dove

si

preparava quella

.schiera di

ardiniento.si soldati clu-, ])i

6o
tardi,

Al lA

AK

ISI

ITA
l^niiai^-. -sta.

su tutti

campi

di

Europa, da W-iu-zia
1

da

innzc
torneo

a N'icuna,
di

da

KoTua

a Stri;^(Miia. dallo l'iandro al


allibi al

'.'rl.\uall.>.

l'ino

al

i^lorinso

harlctla.

dovtn-a recare nuovi

vah^re latino.
le abitazioni
al)b( lliio

Con questo secolo sorgono

da

j^ra/.iosi

coriilclii, di cui tro-

CHIESA DI

S.

PIETRO

PORTA MAGGIORE.
l'Arti Grafiche).

viamo qua

e l qualche pittoresco ricordo

ma

sopra

tutti

primeggia quello della bella


i

magione dei MazzancoUe, dove, quando

nelle ore pi miti l'ombra avvolge

loggiati e le

scale, tu tendi istintiv^amente l'orecchio e cerchi

ancora

l'eco degli accordi''de]la sirventa!

Due
periodo
:

belle porte, finalmente,


la

chiudono

il

gruppo

delle

opere

notevoli

di

questo

prima quella archiacuta

della cattedrale,

ora richiusa, e che

io

credo

62
fosse l'ingfresso dv battistero

ITAl
;

l.\

AK USI

ICA

oliera alquanto r('//a,


la

ma

li.i

un (aiattcrc sinnolare
,

specinlmente per rornamento che dcrora


di

fronlr lUH'arco.
\

lorsr allo stesso piMiotlo


st>-

tempo

aiioiiil>ile

l'altra

suiraiij^olo ilclla

ia

("a\-our,

che l'ormava l'ingresso

condario del palazzo cUi

(iiocosi.

Il

stT

>lo

W,

colla

rinascenza di o<'ni

>>(.iitil(

llura,

molliti

lori'Z/a a

(K d(

INACOIECA COMUNALE

l'OLlITlCO IRANCLSLA.NO
([or.
I.

r.

d'Arti Grafiche).

66
costumi
nii'di.H'vali
la
ilei

IIAIIA
;

AK'nsruA
lusso
e le

mc^llezza
nostri
Ir

il

subentrarono
e.>mli/ioni d.
di oi^ui
1

-^radataiucnif
]i..])..lo

all'auslcnt

Sfinplicit

dflla

vita

(.'oiniiiii.

si

fecero

sempre

pi

trist'

e pi oravi pi r

earestii' e

K-

ealamil

i^cncri".

CHItSA DI

S.

LORENZO

IL

.MARTIRIO DI

S.

UIAGIQ.
-ot. 1.
1.

<rArti (Irafichc).

I frati

minori, col sorgere di questo secolo, iniziano quindi

quel movimento es-

senzialmente democratico che, per costante opera dei propagandisti dell'ordine, giunge
alla

fondazione dei Monti di Fiei,

quali,

dopo mezzo millennio, fioriscono ancora


di civile assistenza e di

onusti di ricchezze e di benemerenze,

monumento

economica

redenzione, che spesso non pur le private

ma

le

pubbliche sciagure largamente soccorse.

68
I-Va
stoli
ilflla

IIAI.IA
laniaha Manassei e fra

AKl ISTK A
ck''
('<>])p(>li

l-"or lunato

sciio tra
S.

])i

f(

r\iiiti

apo-

nuova crociata e dal

per,Q*anio dt-ila chiesi


ci\ilc.

di

l'raiicc

sco

ii

ne pronunMonte

ciata la

prillili

parola della beneficenza


i

colla

lettura

de!

/'>i,itit:n/ii ilei

delle prestanze, elio fra

primissimi d'Italia sori^e ap]innio nella nostra


nella
lotta

citt.
la

E come
vazione e
la

minori

si

i-rano costituiti ca])it,ini

]io])olare

contro

depra-

miseria, cos essi ili\-ennero neirrniliria una coorte di esteti, clic chiese

PALAZZO ROSCl, OKA BIANCHINI-RICCARDI


(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

all'arte,

giunta ormai

al

suo apogeo, tutte

le

pi vive espressioni di dolore e

di

gaudio,

tutti

lenocinli, tutte le emozioni, tutte le glorie

che

potevano estasiare

lo spirito e

sollevarlo ad aure pi spirabili e pi pure.

Le poche ma
dell' arte

mirabili opere che noi

ereditammo da quella splendida primavera


silenzio e nella

rinata,
!

le

raccogliemmo appunto nel

modestia del chiostro

francescano

Benozzo Gozzoli nel 1466 dipinge per


ancora
si

gli

altari

della chiesina dei Riformati,

che

erge silenziosa e modesta tra

gli

oliveti

del

Colle dell'Oro, lo Sfosalizio di


di colore,

Santa Caterina, un gruppetto meraviglioso, pieno


la

di vita e

che formerebbe

gemma

pi preziosa di qualsiasi nostra galleria.

TKRX Un
dono poi
valoroso

69

alunno

dt-l

l'intoricchio,

forse da

un cartone dello stesso maestro,


artisti

effigia nel

14S5 la 'crgii/r col diviiio infantr, che

altrettanto valenti
il

compren-

nel grandioso polittico francescano, che rappresenta

cammino

dell'arte pi

bella e fiorente per circa

un

secolo, perch,

pur conservando una

mirabile armonia

d'assieme, un pittore vi aggiunge nei due archi laterali S. Bonaventura e S. (Giovanni,


S.

Francesco e

S.

Lodovico

un altro

la

predella col presepe, l'epifania,

il

Calvario,

PONTE ROMANO.
(Fi.t.
I.
1.

d'Arti Grafiche).

la resurrezione e la discesa di

Cristo

al

limbo

le

due lesene
;

coi

santi

Rernar-

dino,

Sebastiano e Monica, Antonio, \"alentino ed


viene eseguito
il

Anna
fra
ci

e finalmente, da un' altra


in adorazione. I.o

mano

timpano con Dio benedicente

due angeli

stesso intaglio del fregio trabeato e del sesto terminale

dicono che dalla esecuzione


?<

del soggetto principale a cjuella di queste ultime parti trascorso quel hin-" pel quale dai maggiori splendori
ci

'!<>

siamo avvicinati

al

tramonto.
di S.

Nel 1497 Nicol Fulginate dipingeva pel convento

Valentino uno stendardo

recante la Crocifissioie coi santi Francesco e Bernardino. L'opera forse non in lutto
fra le pi belle dell'insigne

maestro

per egli conferma a s stesso

in

questo dipinto

riwi

AK

risi

|(

PONTE^SULLA NUUA.
(Fot.
I.

1.

d'Alti Gr:ifichc;.

la

fama

di pittore del

dolore,

poich rare volte


si

si

videro figure nelle quali la foga


11

del sentimento e della compunzione


S.

manifestasse pi potente e pi viva.


le

viso di

Francesco ha contrazioni spasmodiche,


e teste e

sue mani stringono

la

croce

come due

raffi,

mani

e piedi

sono

in

questa tempera disegnati con tale finezza e con

tanta forza da gareggiare colle cose pi belle uscite dalla

mano

del .Mantegna.

Ad

aumentare

il

carattere tetro del soggetto,


il

il

pittore distese dietro la croce


sottili

un panno

nero, cui accresce espressione di lutto

contrasto dei due

sfondi del paesaggio

umbro, calmo

e luminoso.

Un

valentissimo maestro,
Crocifisso^ quasi

(iovanni
a naturai

Teutonico,

scolpisce
di

per

la

chiesa di San
galileo,
le

Francesco un

grandezza

uomo.

]. 'aitante

emabrac-

ciato dalle atroci sofferenze del martirio,


cia
;

spalanca sulla croce solennemente


di

il

capo reclinato serba ancora una espressione


respiri e
il

maest

la

bocca semiaperta

par che lievemente


l'agonia,

petto sembra ancora sollevarsi nell'ansia ultima delil

ma

la

palpebra dice che


pi.

martire spento

non

chiusa, caduta per

non

rialzarsi

mai

TERNI
XM,

Pi
frati

tardi,

all'inizio del
ii

secolo
:

uno scolaro

di

Giovanni S])ai;na

dijjini^e pei

delle Grazie
;

Calvario

Ges

crocifisso, scolpito in legno,


il

campeggia

nel centro

della tela
lui
;

due angeli raccolgono nelle ampolle


la

sangue che sgorga

dalle

mani

di

la

Vergine,

Maddalena, S. Giovanni
prece
;

e S.

Francesco fiancheggiano
si

la croce in

atteggiamento
di Assisi.

di dolore e di

sullo sfondo del paesaggio

vede

il

sacro convento

Chi condusse t|uesta tempera sicuramente aveva vista la tavola dipinta dal
di S. I-"rancesco al

Vannucci pel convento


fisso

Monte presso Perugia,


il

e chi scolp

il

Croci-

ebbe evidentemente innanzi


Quasi coevo a costui fu

agli occhi

capolavoro che abbiamo sopra descritto.

l'altro pittore

che la chiesa istessa decor della simpatica


fiancheggiata dai santi Pernardino e

lunetta

nella

quale

si

vede Maria

col hanibiio,

P'rancesco.

La

testa della \^ergine soppannata di bianco


dell'

veramente

assai

bella

il

putto e nella posa vivace e nell'accentuato difetto

anca protesa, par tolto dalla


i

tavola che

il

Pintoricchio dipinse a Spello nella cappella dei Baglioni;


dal pennello di Tiberio d'Assisi.

due santi

sembrano

usciti

^ry^^-

/^^_

Um.<.

1.

.fiche).

ITALIA

AKUSncA

E
nate,
si

cos dalla bottega di Bernardino di Betto, di Pier \'annucci. di Nicol Fulgi-

disseminavano per
infuriavano
le

la

regione nostra centinaia


delle
all'

di pellegrini dell'arte; e

mentre

nelle

citt

lotte

fazioni,

essi

cercavano sicuro

asilo di

pace nei

chiostri francescani e lasciavano

ammirazione nostra questi

tesori di

gentilezza e

di grazia che, al pari della lingua, valsero a tener salda la

compagine

della nostra razza,


\-irt,

anche a traverso
parso
il

tempi nefasti nei


d' Italia.

quali,

ad onta delle sopravviventi

era scom-

nome

santo

Mentre

il

secolo

XV

si

chiude colla scoltura del portale dei Giani, dalla distrutta


i

lor casa trasportato

ad abbellire

giardini del convitto comunale, la porta della casa

TKRX

73

CHIFSA DI

S.

FRANCESCO

VOLTA DELLA CAPPELLA DELLA CROCE SANL\.


(l'ot. I. 1. .l'Arti (".rafichc).

Pierfelici, diremmo quasi, forma l'ingresso del secolo XVI. L'artista cjuattrocentesco
sente l'influenza del secolo che
si

avanza ricco e fastoso

abbandona

la linea

ogivale

o l'architrave sorretto dalle robuste mensole, e cerca un motivo grandioso e simpatico

anche

nella porta di

una modesta abitazione


al

civile.

Al

Pjramante

da

alcuni,
il

Sangallo da

altri

r attribuit<i

il

palazzo dei

Rosei

(oggi Bianchini-Riccardi),

maggiore ornamento

della

piazza del

]^uomo, decorato
gigli

da un magnifico cornicione e da una elegante

fascia caricata dei

angioini, che

formavano

la

pezza onorevole nel blasone degli antichi

j)roprictari.

..

1.

!':*

ti >

ii>

,' JM((|

j^'^^

^,

'W^

iiyuteiBadH
\EDL1A DELLA CAITEDKALU

DA UN AFFRESCO NEL VESCOVATO.


fFot.
I.

I.

li-Arti flrafichc).

Ili i
CATTEDRALE

DA UNA RECENTE FOTOGRAFLA.


(Fot.
r.

I.

d'Alti Grafiche).

CAITKUKALI-;

C.W lUKIA EU OKGANO.


il'ot.
I l

.l-A.li

76
AiUtUlio
Michflafigelo

MALIA AKIlSlirA
da
Sangalli'
Lim.
riniprcviita
(K
1

iiodcrcsn

sii.

Icilio
l.i

m'I

]ki1;iz/.o

vhv
v

Spada

fa orig-en- in teni])i

|u miriosi iter

sovvenire

lui'^cri.i

(itladina

piT lei^are
il

ai posteri

un monunivnt"

df<^ni'

dello splciul.MT dell.i sua casa.


!

Ma, ahim,
a

triste

ricordo che a questa bill'oiura rest dispo.saio


(e

Il

Sanuallo ehiiidex

per

sempre
])iuta
la

forse travi-icainente
i

l'i

.gii

.n-clii

nella nostra citt, (|uando

aveva ap]H
dir( dio.

iia

com-

bella nK^le e

lavori

alle

Marmore,

dei (piali

suo temi)o

CIIIISA DI

S.

\\irNllNO PALIOTIO

IN

MiaAILO DORATO.
(Fot.
1.
I.

d'Arti Grafiche).

Il

secolo
la

secondare
stil
le

XVII moda
si

reca

danni maggiori
luce

al

nostro patrimonici artistico, perch per

della

e del bianco e

per affermare l'orrore pel cos detto

gotico

cancellano

le pitture murali,

s'infrangono bifore e rosoni, .spalancando


delle nostre chiese
i
;

pi grottesche finestre sulle antiche


i

mura

si

atterrano j^erch

ingombranti
diere

sepolcri degli antichi capitani e con essi


i

trofei delle

armi e delle bansi

che abbellivano
la

templi
e

di
si

S.

Francesco e

di

S. Pietro, e

finalmente

tra-

sforma
nostri

chiesa

cattedrale

disperde ogni traccia della veneranda venust dei

monumenti.
e l

Di quella nuova arte farneticante restano tuttavia qua


chiesa di S. Francesco possiamo
di ricchi stucchi apponibili

buoni saggi e nella

ammirare

la cappella

di S. Antonio da Padova, adorna,


di pitture

a Cristoforo Grimani da Stroncone e

condotte

dal Sermei.

Tra

le

rovine del convento di S. Martino, che, cinto dagli

orti

fioriti, si

elevava

T
sopra un piccolo
colle
d-, 1

"E

R X

77

suburbii),
efiig-iato

rimane
il

in piedi la
filiale,

vecchia e spaziosa sacrestia,

nella cui parete di

fondo

Giudizio

opera compiuta da fra Paolo

CAI TEDRALE

ALTARE MAGlilOKf.
d'Arti Grafiche).

Piazza nel i(u6.


raccolte tutte
le

Il

vecchio cappuccino da Casteirraneo, presso a morire,


in

jiar
i

che abbia

sue forze per far rivivere


il

questo o-randios.. dipinto

ricordi della

sua balda sriovinczza,

mai^MStero del colorito veneziano, l'ardimento del pens'ero di

7
Michelaiij4'elt e

nWI.IA
la

AKlIsrUA
Sorridenti di
ciclo,
s^ioia iiicir.ihiK,

terribile visione lieirAlii^liirri.


di\y"li

procaci

nullit neirain]")less(>
l)ite

anj^eli

si

sollcwino

al

iiunti'c

sulle

iiiur.i

infuocate di

danzano

demoni.

TEATRO COMUNALE. (ARCH. POLETTI).


(Fot.
I.

I. (l'Arti

Xeirarchitettura di questo periodo ricordiamo

il

palazzo degli Sciaiiiamia, di cui


il

specialmente notevole la gran porta, dalla cornice che sorregge

balcone e che
convergenti

non saprei

dire se interrotta o sorretta

da due enormi

staffe

di

pietra,

verso l'armlla centrale.

OIARDINI PUBBLICI.

(Fot.

r.

I.

d'Arti Grafiche).

SIUADA COKNILU) TACI

IO.

PIAZZA VITTORIO EMANUELE.

(Fot.

I.

I.

dWrd

f;rafichc).

ML.\ZZO MU.NICIPALE

PAKIE POSTEKIOKE (ARCH- FAUSTINi;.

(Fot.

I.

I.

(i'Arti Grafiche).

84
l/approssimarsi
dell'arte e della vita,

ITALIA
del
17011

AK
il

risi

HA
in

calma

lU'liri.

sriceiitivsco

tuitc

li'

niariifcstazioni
d.ii

e sotto questo influsso

ni.nliratcnw sulla \ia vhr


il

ponte

di

Sesto

Pompeo ebbe nome,


mentre
si

spiegfa la sua fronte


la

]),da//.o

dei

/'/7r///,/. o<^^i

Montani.

apparecchia
leja

rinasciMiza
alla

dcH' impero

co^^li

ordinamenti del ])rimo


li.
ll.i

Napoleone, quel secolo

finalmente

nostra citt Toj^era pi


:

]ii

ricci

che noi possediamo

in

tutta la sua

maestosa interezza

/'d/a
al

///(/ss////a

della nostra
;

cattedrale, sormontata

da un ricco tabernacolo, do^uta


la

\alore del IMinelli

opera
la

veramente
chezza e
la

classica

perla i^andiosit e

bellezza delle si:e linee,


cIk^ la

fastosa jur

ric-

copia dei

mamii

e dei bronzi

decorano.

PINACOTECA COMUN/^LE

LA VEKOINE TRA

S-

FRANCESCO E

S.

BERNARDINO -

Al

FRESCO.

LA CASCATA DELLt MARMORE.

Ma

il

riconlo

pi

grande e pi

dt-i^iio

drll'fvo r()m;ui(\ clic iion pur di


mag-,ui"ri,

'Vvt

ma

dell'Europa forma una delle meravigiie

r la

('(isca/d
le

lirllr

Marinoir.
\alli. soirgio-

Le

leg-ioni

fortunate e gioriose che dal Tevere risalivain


trib in

auliche
sul

il'ando le
III

prisclie

nome

di

Roma

dillo

inci\iliiii( iUm,

[iriiici])i(>

del

secolo avanti Cristo


delle

occupavano

ralii])iano di

Kii'li.

(Jui\i

il

\'cliiic>,

lraU( nulo

dal cerchio

sue

stesse incrostazioni, allargava le sue ac(|uc in mcl'itici stagni,


nella valle sottoposta.

donde

poi.

da ogni parte del grande anello debordando, cadevano

L'aspetto della Cascata doveva a quei tempi essere veramente


incrostazioni a

mera\iglioso

le

panneggiamenti

e le stalattiti che a

mo'

di
ci

frangia colossale decorano

ancora tanta parte del ciglione orientale delle Marmore.

dicono che

le

acque della
di

grande palude discendevano


scintillante
i

in

larghissimo velo, avvolgendo e ri(^oprendo

un manto

larghi fianchi del monte.


volle bonificare la bellissima plaga

Manio Curio Dentato con sapiente ardimento


e.

raccolte in un canale le acque


l'aere,

della

palude,

le

costrinse a cader nella Nera, ren-

dendo puro

ubertoso

il

terreno, e

donando

salute e ricchezza al popolo

forte

e operoso che quell'altipiano convert ben presto nella

Tempe

d' Italia.
:

il

segnato per festeggiare la grande opra compiuta


si

migliaia

migliaia
sulle

di spettatori, convenuti dalle citt e dai vichi dell'Umbria,

sono dati convegno

rupi e sui
inabissarsi
;

colli

che circondano
vai,
il

la pittoresca stretta di

dove

le

acque

veline

dovranno

un via
l

un formicolo

gente, le cui vesti dai pi vivaci colori


le rupi del

spiccano qua e
del fiume.

tra

verde dei boschi, che rivestono

monte

e le

sponde

Ecco fumano
doti

le

are sull'alto profilo del ciglione


si

mentre
al

vittimari e

saceral

compiono

il

sacro rito propiziatore, l'augure

avvicina

gran cavo, solleva

cielo le braccia e lo
l'iiltima

sguardo cercando
la

gli auspici

le

trombe squillano vigorosamente,


di

diga distrutta e
si

massa acquosa, salutata da un formidabile grido

am-

mirazione e di gioia,

precipita bianca e
la lenta
i

spumosa

nel baratro

e,

a spire, a vortici,

mugghiando raggiunge
dell'angusto

onda
il

della Nera, che da secoli attendeva nell'ombra

varco fra

due monti

bacio eterno del Velino, mentre sopra questo


cristallo, propiziatore delle

inferno d'acque, appare terso


dell' iride.

come un

nozze solenni, l'arco

BONARUM ARTIUM

PIO SLXKJ IHjNT'OPr-MAXAUSPICI ET PATRONO

fRAXCrSCUS CARRABA BEROO>fAS S- CONGRE^^TIONIS CONCILU A SECRETIS D- n- n-

CASCATA

[)KLI.I-:

MAKMf

1779.
(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

KRX

87

Sembra che
coli api:>resso

la

grande (ipera

si

compiesse allora senza controversie:

troviamo

le traccie delle

prime discordie, che

gli storici di

ma due seRoma lianno

registrate due volte nei loro annali.

Varrone e Cicerone
nell'anno
.S4

ci

narrano
il

la

prima

contesa avvenuta fra ternani e reatini

avanti Cristo, sotto

consolato di

Gneo Domizio Enobarbo

e di

Appio

Claudio Fulcro.

La cagione

della lite

non

ricordata,

ma

ternani pretesero

si

chiudesse

il

CASCATA DFLLE MAKMOKE

SFUGGITA PRESSO

IL

SALTO DEL VELINO.


(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

cavo curiano, o

reatini

tentarono
il

invece

di

abbassarlo

maggiormente

])er

rendere
i

pi facile e pi abbondante
del

deflusso delle acque veline.

Ed

ecco a Terni

legati

Senato,

presieduti

dal

console

Appio

ecco Cicerone che assume

le difese dei

reatini,

mentre per Terni sorge Aulo Pompeo,


che Cicerone istesso menziona fra
inflitti

padre

di

quel Ouintilio

Pompeo
museo

Bi-

tinico,

gli
il

oratori suoi contemporanei.


titolo epigrafico del nostro

Deve

riferirsi

a questo episodio

lapi-

dario che ricorda come, per testamento di Lucio Licinio, fosse eretta ad Aulo la statua

che doveva ricordare


lui

ai

posteri la riconoscenza del municipio di


e

Tc-rni.

per opera di

liberato da

sommi

pericoli

da gravi

difficolt.

8S
Tacito
berio,
di
il

IIAI.IA
ci

ARriSlUA
socomlo
rpis.uli.i,

trainamla

il

ricordo

cU-l

ii.inMiid.xi

cnnic soUo Tie faci sso stratte


si

Tt>vere. inoTossato da straordiiiarir jMooj^r. inondiissc


t'

Roma,
de

uomini

di
i

Cose.
libri

Asiiiivt

(i.dl(\

nell'ora traii'ic.inii-ntc soicniif,

;i\cva lroiiosto
nel
,i

i-onsultassero
r.oniini
cln>
ili

sibillini,

ma

1'

im])eratore

ebbe

nuii^i^ior

li

rcsjDii.so
1

dcoli

in

cjiiello

degli oraixili e coiiiniisr ad Aliio Caititoiic e


ai

u(-i(>

Aniiicio

l'incarico

avvisare

rimedi jur alhMitanarc


clu-

siffaii.i
la

]iiil)Mic;i

cil.iniii.

Atei e Lucio
i

proposero
j^li

distnioyere
il

(ml^ohc drl pericolo,


inji^rossa
;

oct^irreva
legali
le

tliveri^ere

fiumi e

emissari dei laghi onde


degl' interannati,
assistiti

Tevere

ma

dei

fiorentini, dei reatini

da Pisone.
lor^

alto

gridando

loro
i

]iroteste

al

cospetto

del

Senato, dimostrarono che dai


il

fiumi

non derivavano

ilanni

di

Roiua. e ottennero che

corso dat<^ dalla natura alle loro a((]ue restasse

immutato.

Per quattordici secoli


antichissimi diverticoli che

le

cronaelie non rt'gislrano


le

altri

(-.inflitti;

ina

gli a\an/,i di

dovevano (^indurre

ac(|ut'
ci

sovrabbondanti nelle grandi


dicono che
.se

conche

che

si

spalancano sul piano delle Marmore,


citi

cotesto non fu

periodo di

lotta,

devesi all'attivit di quelle voragini.


])iano della
i

Queste caverne s'incontrano ad ogni pi sospinto dal


del \'elino.

Nera a quello
ornielli

Alcune

si

aprono sotto una frangia


si

di alabastro tra

rami degli

tralci

dell'edera, e

avanzano poi oscure e paurose verso

le viscere

del monte,

intlisturbato rifugio di pipistrelli e di donnole.

Altre, spaziose

come un tempio,

fantastiche
i

come un

asilo di

fate,

s'internano,

girani\

si

restringono quasi serrando


in alto

fasci delle loro

colonne

colossali, indi
in

tornano

ad allargarsi, curvandosi
ratro inaccessibile.

a mo' di cupola, restringendosi

basso

in

un ba-

Quando
veline,
glio,
al
i

e pel trasporto delle materie alluvionali e per le incrostazioni delle acque


si

profondi meati di coteste grotte


principio del secolo

chiusero,

reatini,

non potendo

di

me-

XV cercarono
Angelo, che

con un nuovo approfondimento del canale

curiano la salvezza della loro ubertosa vallata.


Dall'alto della rocca S.

ancora

si

profila bieca e minacciosa sulla

vetta del monte,

il

presidio dei ternani spiava

gli
i

eventi e

chiamava

al

soccorso

le

sue lance e le sue cavalcate, per tenere a bada


e impedir loro ogni

reatini sulla riva

opposta del fiume,

nuova opera

sul canale

romano.

Un

bel giorno per gli avversari


la fitta
il

guadagnarono

la

sponda

sinistra e, arrampicati

con feroce ardimento su per

boscaglia, superarono le asprissime rupi ed espugnarono la rocca, cacciandone


stellano di Terni e
i

ca-

suoi soldati.

Era

il

ig agosto del 14 17,

quando

nostri frementi di vendetta

erano

raccolti

neir arringo. In

mezzo

alla trepidazione,
:

al silenzio,

sorge Giovanni di Martalo di Vi-

talone e con voce tonante grida

Oiines Interaimaises

vadavi ad fortitni Man)?o-

film

ad moriejidmn

>

Tutti

ternani corrano a morire sul porto delle

Marmore

ASI

l>l

III

\1

\K\Ii

(Fot,

I.

I.

d'Arti Graliclic).

90

NANA
il

ARTISriCA
la
<

cancelliere del Connine che ha raeeolia


j^li

frase

tli

Marialo nciratiimo

in cui

scendeva a commuovere

animi
!

ileq-li

astanti.

l'ha

consanaia

ntllr xeiuiaiulc pa-

gine delle patrie rifornan/e

Tanto era grave


al

e solenne l'ora che per Uitii


lumey-t;'ian'
le

\-ol^(-\-a.

elu-

s])ronan'

ternani
le

cimento non sembr necessario


le

ilhisioni

di-Ila

\iiloria,

susciiart-

spavalderie onie

tnrhe armate attinL;ono anlinuntu e \alirel


s.

Un
p^rta

bisbigliar cup.
di

immesso, segui a quelle parole ed un fiume

di po|)ol..,

per

la

che dal ponte


il

Sesto

Pompeo aveva nome,


ilei

si

diresse
k>

verso
le

V .iliura

delle

Marmore. Tra

verde dei camji e


ilella

colli

lu(xnea\-ano
fanciulli

picche e

spadf. e dagli vivissima

spaldi e dalle torri


gli eventi.

citt,

vecchi, ilonm'.

s])ia\aiio

con ansia

La

rupe

inaccessibile fu in

poco d'ora guadagnata:

fu

cin-ondata la rocca forfi-

tissima con scale ed approcci, e a colpi d'azza e di spada, dai brevi pertugi, dalle

nestre

nostri riuscirono a penetrare nel forte e a ricacciarne gl'invasori.


di a])]M-ofon(lire la

Questi per persistevano o^n disperata minaccia nel pro])osito


cava, e da una parte e dall'altra
l turbe di
si

addensavano,

oltre

il

presidio delle genti annate.

uomini pronte a scavare, qua

altre turbe decise

ad impedirlo.

Braccio da Montone intanto aveva invasa buona parte delle terre della Chiesa, e

Temi aveva

fatto

omaggio

alla

sua signoria
coi

parve

lui

^^mtorit designata a dirimere

le controversie,

ed eccolo, a cavallo,
il

suoi armigeri e coi suoi notari,

insieme

ai

delegati delle due parti, percorrere

piano delle IMarmore e sentenziare esser


dalla
il

diritto

dei reatini di veder liberate le loro terre

rinnovata palude,

ma non

poter essi
il

compiere nuovi lavori su quel distretto senza

consentimento dei ternani, ai quali

luogo apparteneva.
Si designa quindi l'apertura
di

un nuovo emissario che fu appunto detto


il

readi

tino e da taluni anche gregoriano perch compiuto sotto


tal

pontificato del

XII

nome.
Questo canale, raccogliendo
le

acque da uno dei prossimi


al

laghi,

veniva ad imil

metterle sulla

met del curiano, poco


torre architettata

disotto

del

luogo dove sorse poi

Ponte

Regolatore.

Una

da Aristotile

Fioravanti e presidiata dai ternani,

doveva sorgere su quel punto per regolare

la quantit delle

acque onde evitar danni


tutti

d'inondazioni alle sottoposte campagne, e nel 1422 pare


sero felicemente compiuti.

che

cotesti lavori fos-

Poco

di poi, per,

il

Tevere invade nuovamente


si

le

vie e le piazze di
il

Roma

l si grida al

tradimento di Braccio, perch

dubita che

grande condottiero abbia

voluto trarre vendetta della citt che lo aveva

cacciato, colla rovina derivante dalle

novit da

lui

compiute

alle

^larmore

ma

l'ingiusto sospetto
allo

ben presto dissipato

perch risulta che l'opera


paludose.

di lui insufficiente

stesso

smaltimento delle acque

IIAIIA

AKllSIkA

E
di

cos

iMitriaino

nel scooio

X\"l.

l'anio

|||.

un po' per sedare


yrintcrossi
di

le

ir<'

delli^

due

pofKilazioni.

un po' per secondare

le previhierc

la\()riri'

ik

poti, s^mit
iuli<isi

Cantalice e Cittaducale, eomnii'lte ad Antonio da Sani^all" iniuxic disp(


il

la-

vori, e

j9

settembre dell'anno

134(1.

e,ili

stesso. acctinijiaL^iiatn da

una

(<

irle

fastosa

di pi^rporati e

uomini

d"arme, viene

'alle

Marmortalla

[)i

\i^it.trr

laxori
(iella
la

della
(|ualc

niiowa
riinau-

cava da
jifono

lui

detta pa>^lina. (]uasi

parallela

reaiina-i^re^ciriana,
l.i

notevoli avanzi spei-ialmenle nel trailo tra

\ia

ferrala e

strada ])ro\ineiale

per Piediluco. che passa appunto sopra un bel ponte del ea\-o
Prisso l'officina elettrica
pit la Cascata paolina
:

farnesiano.
la

ili

Rieti
di

]ioi

si

vede

la

roccia luni^o

(|uale

si

])reci-

ha raspett<^

un

(-(glossale

lenzuolo Li'alloqnolo che scende

dall'alto, incorniciato dalla veg-etazione

che sboccia

d'oL;ir.

interno

vii^^orosamente,

adorna

di

allegra giovinezza quella specie di scheletro della


al

montagna.
di

CoU'optra dell'insigne architetto arrise

pontefice

la

sjxranza

aver finalmente

sedata la interminabile controversia e fu coniata infatti una medaglia di modulo mez-

zano che nel

diritto reca l'effigie di lui e nel rovescio


:

il

Velino che

si

precipita dal-

l'altissima rupe colla epigrafe

vi;i.ixo

i;.\usso .

Ad
nali e

onta che l'altipiano delle Marmore fosse oramai solcato da ogni parte da cafosse,

da

pure

le

condizioni della valle reatina non erano migliorate

e,

appena

mezzo secolo dopo

la visita di

Paolo

III, si

riaccesero

le

voglie,

si

agitarono nuove
si

discordie, e fu invocata la munifica provvidenza di

Clemente Vili perch, se


Rieti
dalle

voleva

porre fine

alle

controversie e liberare per sempre l'agro di


il

inondazioni,

assolutamente occorreva approfondire

canale curiano.
i

Un

collegio del quale fecero parte, fra gli altri


il

famosi architetti Giovanni P^on-

tana e Carlo Maderno, esort

pontefice ad accogliere le istanze dei reatini.

Domelavori,

nico Fontana fu l'imprenditore

dell'opera e nel 1598 Clemente Vili visit

soggiornando
11

sulle riv'e di Piediluco.


il

Fontana approfond
i

canale curiano,

riducendolo
ide
il

come attualmente

si

trova

e per calmare

timori di Terni e di

Roma
il

f'07ite

regolatore che, in difesa delle

valli sottostanti,

non avrebbe permesso

deflusso delle forti piene.


di assicurare quei reali
si

Questo monumento famoso pel suo genere, invece


fici

bene-

pei quali

con

tanto

dispendio era stato costrutto, non

prest che ad un du-

plice inganno.
11

primo che ad onta

dei calcoli compiuti dal celebre architetto,

non rispose in
il

alcun

modo

al

suo concetto moderatore e lasci sempre passare tutta l'acqua che


il

Verno
i

spinse sotto

suo arco
i

l'altro fu di effetti pi limitati,


i

ma

grazioso ed

ameno:

barcaiuoli che ritraevano

loro guadagni traghettando

viandanti dall'una all'altra


risorsa, fecero ere-

riva del fiume,

avendo per

la costruzione del

ponte perduta ogni loro

:ASCArA

IM.l.Ll

MAKMOkI

l>\

U'I

r| \

o (KiKAIIA.
|

(roi.

I.

I.

.l'Ani Grurichi).

04
ilere

11

ALIA AKllSrii A
siali
ilclLi
l'iiirs.i
i

che da esso penetr.ixano


di Xap.>li
si

nes^li

in.il.indriiii

i)im\ ciiiciih

dal
d(
I

reame
qu;ile

per compiere
aiic ra
ijli

le

loro rapina, ed
!ie

l'rlaiio \'lll, r.Mi

un torte muro

vedono

avanzi,

sharr

il

jiasso salla testa orieiilaU'


([nell'adito
I'

app

wieiidovi

una lapide che sulenneniente ricordava come


per reprimere l'audacia del fiume inondante
'osi rest eternata la burla

>s-;e

slato chiuso non t.mi,)


iiomini invadenti, e

(?)

quanto

(|uell,i dei^ii

che
|

v;li

umili barcaiuoli del N'ejino int'lii^ei.vano all'augusta

autorit del pontefice

romano

Siamo
pi
i

al

cadere del secolo XX'Ill.


i

Il

teina delle secolari controversie noti a^ita


la

reatini e

ternani; sona

le

popolazioni della N'alnerina che per

i)rima \olta
si

insorijono contro la Cascata, e ternani e reatini, per la


^oiio sulle
dift'Se.

prima volta

collegati,

jjon-

Erano ormai frequenti


di

e indomabili le inondazioni che

avvenivano dallo
i

stretto

Pemiarossa per tutta


il

la valle superiore della

Nera, ond' che, e per


le

^^ravi
arg'i

danni
nature

che

fiume arrecava

alla coltura dei

campi, e per

enormi spese delle

e degli accessi dei periti, quelle popolazioni erano rese esauste di pazienza e di mezzi.

Pio

VI.

allarmato

dal

progresso delle idee giansenistiche, erasi

in quel

tempo

recato a Vienna per conferire personalinente coU'imperatore (nuseppe II e l'ii giugn<^


17S:!

tornavasene a Roma, transitando per Terni.


In
tale

occasione

gli

uomini

di

CoUestatte, Torre

Orsina e Castel

di

Lago
le

si

presentarono

al pontefice,

esponendo, suH'autorit degl'idraulici del tempo, che

loro

calamit derivavano dal rigurgito delle acque della Nera, determinato dall'urto di quelle
del Velino che vi
si

gettavano ad angolo
il

retto.

Doversi quindi rimuovere

la

Cascata

curiana-clementina, ripristinando

cavo paolino.
stesso parere,

Autorevoli

ingegneri

erano

dello

ma

fortunatamente prevalse
questo
pii^i,

il

concetto di deviare diagonalmente una parte dell'ultima cateratta e dopo


voro, affidato all'architetto

la-

Andrea

\"ici,

la

Cascata ebbe una bellezza

di

e per

un secolo

rest solennemente tranquilla,

ammirata

e celebrata dai pittori e dai poeti

pi famosi di Europa.

Come

nelle antiche controversie scorrevano sulle


(i

sponde del fiume

rivi di

s^mgue,

cos in queste

tempi ormai eran cambiati

I)

scorsero addirittura fiumi d' inchiostro.

L'ingegneria

idraulica,

povera ancora

di mezzi, risentiva,

come

le

altre scienze,

un

p" del delirio del secolo precedente, e

non far quindi meraviglia

se

il

Corelli,

uno
^

dei pi autorevoli tecnici chiamati a dirimere le controversie, ritenendo

non

potersi

compiere

il

canale designato dal Vici per cagione dell'impeto del fiume che avrebbe

travolti nella

Nera
!

gli operai,

proponesse

di

forare

il

monte

detto

della

specola

colpi di

cannone

LA NERA

l'KF.SSO

IL

l'ONTE NATURAI
^ll.t.
I.
I.

d'Arti Oraticlic).

q6

ITALIA AKllsncA

CAsCJilA IJhLLi;

MAKMOKE

lAOl.lO DIAGONALI; DI IMO VI(l'ot.


1.

I.

d'Arti Grafiche).

In ricordo di quest'opera, che sedava ancora una volta


fu dedicata a Pio
tatore, nel

le

discordie della regione,

VI una marmorea

iscrizione che, per

offuscare la

mente

del visi-

iSrg, dalla base della Cascata,


il

dove era

il

vero suo posto, fu trasportata


di-

sull'altipiano presso
ritto
il

ponte regolatore. Fu coniata inoltre una medaglia avente nel


i

ritratto del

papa e nel rovescio


sopra ad
ultimi
essi

due fiumi adagiati, che uniscono nello stesso


:

letto le loro acque, e

s'incurva la iscrizione

vi-i.ixo in
si

nare tert. emesso.

Al gruppo
specola che
il

degli

lavori
di

compiuti in

questo tempo
il

deve ascrivere

la

magistrato sevirale

Terni fece erigere perche


il

viandante potesse da

vicino ed in sicuro luogo contemplare


^

meraviglioso spettacolo.

Ad

essa
il

si

accede, oltrech dal piano delle Alarmore, anche da un sentiero che,


s'inerpica su per le rupi,
.si

valicando

ponte naturale,

svolge sotto

il

fitto

rameg-

giare delle nocchie selvatiche e dei lecci, fiancheggiato nella bella stagione da cicla-

mini e da mammole, fino a che, a

giri,

a ripiani, a gradini, raggiunge piacevolmente

r altura.

La

cascata del Velino, vista nella pienezza del giorno, per

la

maest

delle sue

cateratte che

cadono

dall'altezza di centosessanta metri, colla larghezza e coll'accordo

l'

]:

1<

XI

97
delle

di

una colossale

sinfonia, per la grandiosit dello scenario, per le infinite tinte


la

sue roccia e dei suoi verdi, che

(^urva fascia dell'iride scintillando attraversa,


raj isce e

un
si

vero trionfo delle acque.


sente piccino quanto
il

<"

uno spettacolo che


umile deg-l'infusori.

innanzi al quale

1'

uomo

])i

Se

la

contempliamo

all'avvicinarsi della sera, parla lien altre voci all'anima nostra!


vertici

Le tenebre che aira])parir dell'aurora erano discese dai


nel

delle

montagne

scomiiarse

piano,

all'ai^pressarsi

della sera lentamente risalgono dalle gole anle

guste
col(ri
fili

alle

cime, e mentre tra la folta vegetazione che guarnisce

rive del fiume,


i

e le

ombre incominciano
che

a ^elarsi ed a fondersi, in alto brillano ancora


.'=ul

pro-

delle roccie, e l'onda

sfugge

ciglione d. nel rapido risvolto." ancora un


di

guizzo d'argento, baciata dall'ultimo raggio dell'astro


Il

fuoco.
trilla,

rosignuolo, appiattato nella frescura dei


di ineffabile
il

folli

rami, gorgheggia e
di

portando

una nota

armonia

al

disopra del
le

rombo

cui piena la valle.


oltre

E quando

sole
si

scomparso e
in

tenebre sono

risalite

levette; quando^le
la

mille tinte vivaci

sono spente

un grande quadro

monocromatico,

Cascata

si

RESn

ni

CN PONTE DISCOI'EKII SO ITO

II'

INCKOS AZIONI DEL VELINO.


1

(Fot.

I.

I.

aWiti

r.raliclu).

gS

HAI

I.\

AKTlsrii A
ni.iss.i
lit
\

disegna sempre biancheg-gianlL', spumosa, lontana, sulla


luna illumina
le \v

bruna del
i

nicuiti'.

eia

nebbie cho
i

si

Irvano attorno ad

css.i

come

.s]uUri v.iL;;inii.
xcli e

Sono

Xaiaili

tiri

la

ohe per
le

la

eheta sera enuri^on luni^hc uri


1

l'Iucnii

ihi.unan

alto le sorelle

brvme da

montagmili

Bene a ragione l'impressione


stata sem]>rf grandissima.

guanti visitarono (juesto

kinho

drll'

Tnibria

Lo
zera;
niva
il il

Stolberg- scrive entusiasmato che tutta tjuesta regione una

litllissima Sviz-

Mever. che

jiassa in rassegn.i

Ir

pi

famose Cascate, dice


contorni

<

he

in'ssuiia

riu-

pri>gio dell'altezza, della copia di ac(]ue. diM


il

ititlorcsclii
il

conn' ([ucsta

che egli chiama <


giante,
recarsi

Niagara d'Italia;

il

Kotzebue sentenzia che


Cascata
di

X'esuvio liammeg.se

Pompei
in

risorta, l'arcobaleno della


di

Terni meritano di per

soli di

Italia e poi

tornarvi ancora da qualunc|uc parte del


i

mondo

lord Pjyron

finalmente, dopo di avere affermato che tutte le cascate e


raccolti insieme

torrenti

della
:

Sxi/zcra

non valgono

la nostra,

prorompe

in

quei versi immortali

Ella

s'avanza

come

un'eternit per ingoiare

tutto che incontra, di spavento rocchio

beando, impareggiabil cateratta,


orribilmente bella
I

DINTORNI.
Pennarossa chiudono a levante
la

Il

monte

delle

Marmore

e le rupi di
si

conca

di

Terni, e al di l di questo stretto

allarga ancora la X'alle Xerina, attraversata da

una strada spaziosa


stelli,

e pianeggiante, fiancheggiata

da antichi

ma

floridi e

operosi caspeciale

alcuni dei quali, oltre che per l'amenit del soggiorno,


le

meritano

qui

menzione per

preziose opere d'arte di cui sono adorni.


il

Tra questi primeggia Arrone, ove

ig

marzo

del

1240,

accompagnato da

forte

fastoso corteggio, soggiorn Federico II diretto da Viterbo ad Antrodoco.

Poco

al

disopra del

moderno ponte

pel quale

si

accede

al

paese,

si

vedono

resti

CHirSA ni

S.

GIOVANNI

AKKONE

MUNICIPIO

TKIl llCu

ARRONE

CHIESA DI

S.

GIOVANNI

AFFRESCHI VOIIVI.

(Fc.t. I.

I.

d'Arti .lalichej.

RX

dell'antico.

l?ercivalle
di

Doria di

l fu Inalzato nel

fiume dal cavallo imbizzito, quando,


e di tedeschi,
si

nel 1264, a capo

un

esercito di

musulmani

accinj^eva

ad

inva-

dere

gli stati della

Chiesa per re Manfredi, nipote di Costanza iiipcradricc.


.

L'antico paese, detto anche oggi la terra

occupava

la

vetta del colle con la

sua rocca e

le

sue

mura

la chiesa

parrocchiale primitiva consacrata a S. Giovanni,


ci

era compresa nella cinta fortificata ed alcuni particolari della porta d'ingresso
a

fauna

ragione ritenere che fu costrutta tra

il

XIII e

il

XIV

secolo.

ARRONE

CHIESA DI

S.

MARIA

VOLTA DELI.'AHSIDE

L INCORONAZIONE.
(Fot.
I.
I.

d'Arti

Gr.ificlic;.

K(JNh;

CHIESA DI

S.

MAKIA

TEKKECOIIE.

vFot.

I.

I.

JArti

(,ral"nl

IhKtNllLLO

--

MURA

ROCCA

Oli. l'RFClMIO.

(l'ot.

I.

I.

li'Aiti Gralchf).

FERENTILLO

PANORAMA.

-l-'ot.

I.

I.

Arti (Trallche)

io6

V.W
iLiiioto

\.\

AK
tu

TISI ICA
piscia dciiUMta
in
in affrosco. 1. 'altari-, o^i^i

Da un
vedovo
dei

artista dol secoI<*

X\'

sacri

arredi,

ebbo un

triitiro

L-unla. clic a

noi

smiln- uscito

d.illa

scut>la di Carli Cri\elli,

:;CA

DELLA MATTERELLA.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Graficlie).

Pi tardi

al

vecchio castello

si

addossarono altre fabbriche


sorse
S.
la

sui fianchi del

monte
di
af-

e gi gi fino al piano della valle, e fu allora che

moderna parrocchia

Santa Maria che Giovanni da Spoleto


frescarono.

Vincenzo da

Geminiano mirabilmente

iC\

FERENTILLO

ABAZIA DI

S.

PIETRO.

ilot.

I.

I.

d"Arti Grafiche)

il.KtMll.HJ

Lniu,-,1KU iJllLAl.A/

MAllA ARIIsiU

Lkl.

MILLO

AllA/JA

AliSIDE

DELLA CAPPELLA DI DES

KA.

(Fot.

I.

I.

d'Arti (;r;ifichc).

Il

Presepe ed
;

il

Traisito

che Filippo Lippi ha

effio-iato

superbamente nella

cat-

tedrale di Spoleto
di S.

V Incoronazione che Giovanni Spagna ha dipinta nella famosa abside


colle pitture murali di

Giacomo, hanno

Arrone

il

pi evndente e fedele riscontro.

Per
torri,

la bellissima strada,

che fiancheggiata da una non interrotta successione

di

disposte

come

colossali termini miliari

ad ogni sbocco

di sentiero e di torrente,

r
'^
;

4M

FERENTILLO - ABAZIA

PARTICOLARE DELL

INGRESSO DI GES IN GERUSALEMME


CFf.t.
r. r.

>.

<1-Artt Crafir-h.

IlAl.lA

AKIISIKA
iallc
,

giunjifiamo all'aspra chiusa di Ffrentillo. toi-ttMiiemc i^uamit.i

due rocclic

e dalh

mura merlate
Il

clu\ dille sponde del fiume,


ci
si

salinoli.,

tino

all.i

im,i

della incniai^na.

i>rimo edificio che


inferiori

olfre alla vista r la bella (-hicsa di S.


rl(\oantissiiiH' nircliie.
(K-l

Maria.

le

cu
de
|

navale

sono scomi>artite ad

dtCMratr dal
.M.anui
<

])(iiii(ll.)

mig-liori artistiche attinsero alla scuola

\'aniiueci.
in

drl

dello .Sp.n^n.i.

notevole in questa parrocchia un Crocifisso

tavola .sas^dinala.

a]i)onil>ilc

ad uu

|)ii

tore ritardatario dello scorcio del .spelo Xl\'.

>^i>-s;;;

FERENTILLO

ABAZIA

PALIOTTO D ILDERICO.
(Fot.
I.

I.

d'Arti

(;r.-ificlie^.

Ma
remo a
Al
dalla

ci che

rende tristamente celebre

il

paese

il

cimitero delle

mummie,
ci

nella

cripta di S. Stefano.

Lo

spettacolo cos tetro e macabro, che noi non


il

sofferme-

parlarne, paghi di aver semplicemente additato

luogo a chi volesse

emu-

lare le strane fanta.sie di Salvator


di l di

Rosa.
e^

Ferentino

si

erge un monte che forse dalla grandiosit della mole


il

maest della linea ebbe


le

nome

di ]\lonte .Solenne e la tradizione ci

dipinge an-

cora
t

caccie che

Duchi

di Spoleto, colla loro corte

longobarda, qui convenivano

dare alla selvaggina che allora lo popolava.

FERENTILLO

ABAZIA

LA CUOCIEUA.

(Fot.

I.

I.

J-Arti (Iraliclie).

lEUENIILI-O

AUA/IA

iO.MllA DI

lAKU

KOCCA

S.

/ENONE E

PAI'IUN'O

DA UN AFFRESCO NEL VESCOVA

l'APlGNO E LA KOCCA

S.

ANGELO-

ut.

I.

I.

ilArti

(,

ranche;.

irniLL'CO

CAMI'ANILE DELLA CHIESA DIRLTA DI

S.

MARIA.

(Fot.

I.

I.

d'Arti (Jr.ifichc).

ii8
111

ITALIA AKllSIR-A
una
delle yrotto
in
(.-he

si

aprono noi suoi


il

t'ianclii,

chr intani r circoniiata


si

da

anticht'

opere

pietra sijuadrata e rossastra,

duca

l-aroald.>

rprcndc

i^li

cnniiii
si

].azzaro e (iovanni. L'un d'essi giace freddo iMila\trc. nniitrt

l.ilii"
(

piaiiL^c
si

af-

fanna accanto alla spi^plia del fratello


vita di noltissinii anacoreti,

diletto.

il

solito

onipp.'

lir

ripete

mila

come

nostri sor])resi

mila deserta

sjiel.inea.

LE ML'K.A DELLA ROCCACJrafiche).

Comunque,
Tiobita e l'altro

la

tradizione questa
sollecita

Faroaldo d
qua.si

pieto.sa

sepoltura
in

al

morto

ce-

con

cura soccorre,

presago che,
si

breve, quando Tra-

samondo
cos ricco

gli

strapper crudelmente spada e corona, egli

rifugier su questo monte,


il

d'ombre

e di pace, e nell'eremita soccorso trover


le

fratello

che lenir

il

suo pianto e conforter


Cos a\^^enne di

sue angoscie.
e Faroaldo,

fatti

abbandonato

il

fasto ducale, veste

l'abito bela

nedettino, fonda la badia e nell'austero silenzio di quel chiostro trova finalmente

pace e

la

tomba.

Ilderico ed altri duchi

ampliano e completano l'opera

di

lui.

qui trasportando

da

PIEDILUCO

LA ROCCA DA EST.

PIEDILUCO

LA ROCCA DA OVEST.

IIAIIA
ogni parte del lineato
eippi.

AKlIStlCA
;

fregi

e coltmiu"

([Viivi
si

pi

.iiiiichi

ni.icsin liclla ])iilur,i


tUi
i>i

convengono ad

effigiare istorie

ed ornati, e
la

(^istituisci'

cos

ini.

inipoiuiili

monumenti

cristiani

che vanti

nostra regione.

ItDlLLCO

CHILSA IH

S.

hKANCESCO

LNA PORTA(Fct.
I.

I.

d-Ai

La enorme

torre delle

campane che

innanzi tutto colpisce

l'attenzione del vian-

dante reca qua e

l delle belle scolture la

pagane e

cristiane

a quattro

loggie, at-

tualmente quasi tutte richiuse, e

decorano fregi ottenuti con mattoni

in terracotta,

ingenuamente combinati

e disposti,
la

ma non

privi di

un

grazioso

effetto

per quella

breve nota calda, rossastra, che

continuit della

massa grigia interrompe.

(Fot.

I.

1.

a-Arli (irarcUe).

COLLESCIPOLI

ClllLSA Ul

s.

^^.1A^
>t.
I.

I.

d'Arti

"irafiflic).

22

MALIA AKIlSncA
ili

Oltrepassata una ]^rima cinta

mura

si

accede

al

rliiostr".

cinto

])tT

ire lati

da

un portico tozzo e robusto, che mentre a

sinistra

r sonni.nt.it.> da

un

bel

li>L;^iat.>

quattrocentes<", a destra. p r un'ampia scila, d acccssi al i^^iobio e alla chiesa.


\.c

jiareti

del tempio, da

cima

.i

tondo

er.in<>

eoiierle da

alTrcsclii.

attribuiti

al

L^u. 'IT

TE
in

RXI
caduto
]a

123
vetusta opera frammentaria

,^Tan parte,

lia

scoperto

sotto

V intonaco

della costruzi.me. ha data alla chiesa, ora


di

nuda

e deserta,

una strana impronta, piena

mistero e di paura.
Sulle due pareti
si

succedono, a sinistra

le

istorie della genesi,

a destra quelle

COLLESCIPOLI

ClIirSA DI

S.

NICOLO

CUOCI ASM
(l<"ot.
l.
I.

d'Arti Grafiche).

del
al

nuovo testamento, che finiscono con una singolare rappresentazione dell'andata


Calvario,

Manca
si

il

tragico epilogo del Golgota, che


priiicij^ale

doveva certamente occujjare

la

parete su cui
il

apre la porta
e
il

della basilica, perchr questa jiarte fu rico-

strutta tra

XIV

X\'

secoli.

Sulla crociera, a pie del destro ])ilastro che. coronato da un bel fregio romano.

1-4
sostiene l'arco trionfale, ijiaco
attribuirsi a

IIAI.IA
il

AKIISIKA
II,

<lura

l-'.iro.iltl.

raccliiuso in un sart-ofaoo che

pu
>

i^tcco scalpollo. serrato ilalla

rozza Ciiiuriura di uni tonil)a (trusra

ro-

mana,

(li

affreschi

bizantini
l'af!"
'i

ed
'

iinibri
-^'

ihr ri\f^t"n.>
si

la

iiarclc

coniiiKlano

(|U('sta

magnifica japina, dove

vMt"

\ni

bel

ca|titolo della

sua storia!

COLLESCIPOLI

PORTA DI

S.

MARIA.

(Fot.

I. I.

d'Alti Grafiche).

Tra
volissimi

frammenti
sono
i

preziosi di cui

sono sparse
il

la loggia,

l'atrio

e la chiesa,

note-

resti

del

ciborio

che

duca Ilderico fece scolpire da quel famoso


re

lapicida Urso, che dal veronese


al

venne con

Luitprando nell'Umbria, e che, insieme

duca committente, volle essere


formato da tre

effigiato suU'antependio dell'altare in

una specie

di

dittico,

flabelli crucigeri

che decorano l'interessante scultura.

J^

TERNI

Ripiegando
volto
di cui

nostri passi verso Terni, attrae la nostra attenzione


colossali
la

Pafigno, ravcostruzioni

nel
si

fumo

dei

opifici

che

gli sorsero accanto.

Le nuove

va popolando

china del monte formano uno stridente contrasto colle case


sulla

vecchie e annerite,

raggruppate

vetta,

che

circondano

ancora

l'

antico feudo

della Signoria di Terni, acquistato nel secolo XIII, ribellatosi nel

1550, assediato nel

COLLESCtPOLI

CHIESA DI

S.

MARI/'

(Fot.

I. I.

d'Arti Grafiche).

'72,

ricondotto all'obbedienza nel

'74,

salvato dal saccheggio e dalle

fiamme

dei re-

pubblicani francesi nel 1798.

Ora
si

la cinta dei fortilizi merlati,

rovinata

dal

tempo e

dal terremoto del


e tranquilla
:

1785.

convertita in ridenti orticelli, coltivati da

mano amorosa

il

vetusto
alla

castello ha obliate le lotte cruente e va

scendendo lungo
la

la costa

per avvicinarsi
della

feconda corrente del fiume, dove ha trovato

espressione caratteristica

vita

moderna

il

lavoro.

ITALIA

AK USI

ICA

La

bella strada della S^^irgola. che al disopra di


ci

Papiano
X'elino

tag-Iia

il

monte San-

t'Angelo,

ct>nduce

al

piano nrlle Marniore,


si

dove

il

scorre

]>lncidain(^nte,

fino a che.

inalveato nel cavo curiano.

iirccipila
al

furioso dairallissinia rupe.


di

Dairaltura delle
di cielo

Mannore siamo

in

breve

lago

Picdiltco

quanto
al

sorriso

azzurro: quanta delizia di acque placidamentr increspautisi


ili

lembo estremo

dei boschi

lauro e di mortella

In vetta al

monte ancora
la

si

profila

biecamente

la

r.

u-ca

dove Diego

Garcia

di

Belviso trovarono

morte, dove Corrado Trinci sub!

la

dura prigionia.

STRONCONE

CHIESA DI

S.

MCOl U

l'UKIA l'KINCII' ALF.

(Fot.

I. I.

d'Arti Grafiche).

I30
11

IIAI lA
castello fu invero ojurci grandiosa

AKlIslUW
i'

("ud.

ai.

on ottima

t(H-nica.

rome

ci

di-

cono
1

specialnierte gii avanzi ilell'abitazonc del lastrll.iiio.


.a

veduta

ilell'ingTiSSo j^rinrijialr,

rlu-

a"

suoi

ttin|M

r,i

munito

di

s.uMciiicsca.

STRONCONE

CHIESA DI

S.

FRAMI

Si

Al

II

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

colle salde

mura, colle serraglie

dell'

arco

fortemente connesse da farlo


il

sembrare

monolitico,

dimostra specialmente

con quanta perfezione

bello edificio sia stato

compiuto.
Airarchitetto della rocca pu apporsi anche la costruzione della
chiale,

chiesa

parroc-

che soltanto nel lato

visibile

ha conservata
per

la

semplicit austera delle sue linee.

Sopra

una

estesa

gradinata,

difenderla

da

qualsiasi

sorpresa

del

lago,

IKUiNCUNL

(..liil

l,\.

..

1.

1.

d'Arti Grafiche).

STRONCONF.

CM'I'II.I A l'KI

SSO

S.

KANCKSCO

AI

KI S( <)

I>l

(l'ot.

I.

I.

d'Arti Grafiche),

132
si

ITALIA AK'l'lsrUA
il

ammira

fianco

in

travertino, e

colle

finestre

arcuato.

L'antica

jiorta

tu

nei

successivi

adattamenti

richiuda,

questa r veramente ojera inlcrcssaTitr, fatta co-

Ir^v

il'

ci. 1.

l.

d'Alti Grafiche).

strurre dalla universit del

Comune
si

e da ^Matteo Castelli signore


scolpiti
fin
gli antichi

di

Luco

nel 1290.

Nell'ornato dell'arco ogivale

vedono

strumenti di pesca e tutte


il

le variet dei pesci e dei molluschi

che

da quei tempi popolavano

lago.

INTA DEI L AKCt

pi

)1.I00NAI.F:.

iFou

I.

I.

aw.t;

<,r..f5che).

V?'i^.

CESI

CHIESA

ni

S.

ERASMO.

ll'ot.

1.

I.

.l'Arti Craficl-c).

IMA

DELL' AKCE POLIGONALE.

(Fot.

1.

I.

d'Arti Grafiche).

ouu-

i'i:\r\(i(,\

l.e).

CtSI

AMICA

VIA TAGLIAI A SULLE

RL'I

(Fot.

1.

I.

il". \ iti

(il

aliene).

CESI

TORRIONI DELLA ROCCA.

rFot.

I.

(l'Arti Grafiche).

I"

ERX

139

Volgendosi
lescipflli,

al

sud

di

Terni, per la via Flaminia, dirigiamo


Colle di Scipione

n(jstri
si

passi a Col-

che non fu mai


le

come generalmente

va ripetendo,
^.

ma

che

antiche carte registrano soltanto col


costa,

nome

di

Turritulum

mezza

compresa

nella

modesta

cinta del luogo destinato alla pietosa di-

S.

ANTONIO VECCHIO

AKIO

>

DI GIOVANNELI.O

DA NARNI.
Grafi

(^Fot. I. I. (l'Arti

mora

dei morti, nella elegante semplicit della sua architettura, tra


si

cespugli

delle

rose e le cime nereggianti dei cipressi,


tire

mostra

la

chiesuola

dedicata al protomarnel

Stefano, che Liutulfo, Berardo, Pietro e


si

Ademulfo eressero

1093 e donarono

a prete Lupone, come sua fronte.

legge nella lunga epigrafe scolpita

in tutta la

lunghezza della

Quando
liete di

Tarte risorta, anche nei piccoli

Comuni

abbellisce le piazze e

le

chiese,

candidi marmi, di fiori e di sole, uno scolaro di


5

Rocco da

V^icenza scolpisce

nel

151

la

porta

di

S.

Maria, mentre di fronte ad essa era gi sorta una costruzione

TERNI

141

SANGEMINI

CHIF.SA DI

S.

NICOLO.

(Fot.

I.

I.

.l'Arti Crafichc).

civile,

che chiameremmo volentieri

di stile viterbese,

perch

la scaletta

che

le

d accesso
di

ricorda abbastanza la loggia dei Gatti, tanto ammirata fra


quella citt.

le artistiche

meraviglie

La parrocchia

di

S.

Nicol possiede una bella croce

astile

di arte abruzzese.

Pei colli ubertosi, popolati di case e di

oliveti,
ai

ascendiamo a Sf roncone, che ospit

Pio

li,

e che dai

paterini del sccclo Xlli

legionari francesi del XVIII, tenne fede

costante alla causa guelfa.


L'archivio
del

Comune, come

il

modesto patriimmio chf

il

genio <

la

f^dt-

In-

sciarono a quest'umile terra possono interessare lo studioso e l'artista.

La

chiesa di S. Nicol ha un portale del

ed una tavola

di

Rinaldo da Calvi,
dipinto

glorioso artista, uscito dalla bella scuola dello Spagna, noto ]Hr quist'unio

che reca

il

suo nome.
residenza

Nella
gevoli
;

comunale

si

conservano
i

perganitne,
dei
castelli

bronci e miniature
medioevali,

pre-

sulla piccola piazza, che ricorda

cortili

ha

la

sua
Zuc-

sede la confraternita della misericordia,


cari
;

vagamente
si

affre.^cata alla scuola


])ittura.

degli
c\\v

presso

il

convento

di

.S.

Francesco

ammira una grande

pu an-

4-

Al

l.\

AK riMUA

ih.MIM

CHIESA

DI

S-

NICOLO

INTERNO.

Ani

Grafiche).

noverarsi fra
ispecial

le migliori di
i

Tiberio d'Assisi

ma

l'opera che
il

maggiormente interessa
di

in

modo

cultori della iconografia francescana,

frammento

una antica composi-

zione murale, sulla quale sono effigiati Maria in trono col divino infante e S. Francesco.

Al disopra
sebbene

del preteso ritratto di vSubiaco e di quelli di Ln,

.:a

e di Assisi, che,

l'un dall'altro
di S.

assolutamente difformi, furono proclamati


;

li

vera ed autentica

protome

Francesco
la

al

disopra di coleste immagini e di qualsiasi altra fino ad


alla descrizione

ora conosciuta,

sola di Stroncone risponde perfettamente


ci

che fra

Tommaso da Celano

lasci del venerato

Maestn^
di

in quella

pagina che agiografi

e critici accettarono unanimi

come termine

confronto.
di

Xoi abbiamo qui dunque un monumento pittorico

singolare

importanza,

che

vale da solo la pena di una escursione sul colle aprico che. coronato dagli
cipressi del convento, spicca

elei e dai

perennemente verdeggiante

in

mezzo

alle

pallide frappe

degli

oh vi che

lo circondano.

Un gruppo
non diremo

di

opere meravigliose
traccie
delle

ci

attrae verso le balze di

Cesi.

Sono notevoli

pi antiche opere

umane che

si

possano ammirare,

nella nostra regione,

ma

addirittura in Italia.

TKKN

143
ci
si

mezza

costa,

prima

di

giuni^ere al paese,

presenta

la

costruzione di un
in

grandioso edificio

angolare, a pietra non

ancora squadrata,
;

che

una delle sue


alla

bugne reca ben

visibile

una scoltura

phallica

met

del paese e

normalmente
sulla

sua estensione longitudinale, troviamo una cinta anche pi antica,

quale

sono

saldamente erette
S')struzioni
si

le

attuali

moderne

abitazioni

sull'eremo di S.

)nofrio altre grandi

succedono parallele
il

alle prime,

e altre ancora sulla vetta di S,

Erasmo,

dove

si

stende

campo
di

trincerato per un'area di circa seimila metri quadrati, difeso

da una doppia cinta


Verso
la

mura

a grandi blocchi
la

non squadrati.
gli

vetta che
la

guarda

valle di Terni,

avanzi dell'arce poligonale


di

fini-

scono e sorge

rocca medioevale, che non solo fu meta


in

sanguinosi

conflitti,

ma
di

che nel 1323 Guitto Farnese aveva convertita


Anc(r pi
alto,

fabbrica di monete
, si

false.
i

sulla

cima del monte

Torre maggiore

riconoscon(j

resti

un grande
avrebbe

edificio,
il

che fu forse un tempio consacrato


di

al dio

Marte, donde

la

regione

tratto
le

nome

Martana.
si

Oltre

belhssime Grotte Eolie che

aprono

nelle viscere della

montagna, vanta

SANGF.MINI

CHIESA

DI

S.

CARIO

AfTRrSCO.

(I"t.

I.

I.

d'Arti Cra

144

MAI

I.\

AK ISncA
I

Cesi alcune opere d'arte di non lieve


tanti
1

pri-i^ix.

ma

uni

ci
(

sot'f.riiifrciiio
"a\alliiii.

.1

riconliire sol1

la

bellissima tavella, apponihilc ad un

s-v^-uai-c (U-l

datata coiranno

;oS.

SANGEMINI

MUNICIPIO

S.

SEBASIIANO

SCOLTUSA

IN

LEGNO DEL

SEC. XV.

Ecco Saiigemni che


chiamano
il

si

adagia

sul colle

verdeggiante e

fiorito.

GF

igienisti

Io

paese delle
!

fresche e saluberrime

acque

noi

lo

diremmo anche

delle

magnifiche porte

146

ITALIA
clu'

AKIISIUA
fila

La prima
Publica
ili

rj^-e

tra

la

il.i]>pia

disilo

acacie

t'i.>riU"

([Urlla

clic Sc]i<mic
tlu-

SatUaoroce fece erigere nel

i7-\

c che.

mi

su" asprit" t'.isiosanitnic

SANGEMIM

PALAZZO VECCHIO.
Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

cale,

appare

al

viandante come una espressione di larga e gentile ospitalit.


fa

Sulla piazza

bella

mostra

di

s,

colle sue

imposte originali,

la

porta archia-

cuta di S. Francesco decorata da un caratteristico fregio a fogliami, che sostituendo

abilmente

capitelli,

separa l'arco dai

pilastri.

'A(>

1)1-,1,LA

l.Mlh^A

L)l

S.

DAMIANO.
ot.
r.
I.

a-Arti Grafiche).

CARSULAE

ROVINE PRESSO I.ANI ITATRO.


I

il'ot.

l.

I.

il'Arti (irafiche).

148

TAl.lA
di

AKIlSriTA
ixTta di
l'usvi /i/ni/!,
\v
il

Quasi

fronte a c|iifstn eccn l'aiitiiM


l-'lamiiiia.

\iro

romaiiM eh
]r(

era attraversato dalla

e che

mostra ancora

traefii-

tlil

luoco ikIK'

(Fot. I.

I.

dWrti

Grafic-lK-).

fonde screpolature dei suoi massi squadrati. Pi innanzi


di

notevole

la porta

romanica

S. Giovanni, costrutta nel

1199.
altra,

Ma
stile,

al di

sopra di ogni

e per ricchezza di ornamenti e per orig-inalit

di

ammirabile questa della distrutta abazia di S. Nicol.

Ira

nostri

monumenti

TEKX
non ve n'ha
bello,

149

forse alcun altro che


di

possa

vantare

un portale pi interessante e pi

per finezza
L'antico

tecnica e per singolarit di decorazione.


risiedeva nella caratteristica casa, detta anche al presente
il

Comune

Palazzo

e sotto al

grande arco che protegge

la scala si
ai quali

succedono e
la

si

sovrapponre-

gono ancora una


cati,

ricca serie di

stemmi

di

podest
l'ala

mano

dell'uomo ha

purtroppo, maggiori oltraggi che non

del tempo.

ACgrASPARTA

PALAZZO CESI.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Graficlu).

Nella moderna sede (-omunale


quiari ed

si

conservano alcune pregevoli

stoffe,

alcuni

reli-

una bellissima scoltura

in legno,

rappresentante S. Sebastiano, opera v<Ta-

mente

di squisita

fattura piena di verit, di sentimento e di grazia.

\'ia

per

la bella strada,

fiancheggiata dalle siepi

fiorite,

volgiamo

ncstri passi

all'altura di

Carmlac.
si

11

piano incolto cosparso di rottami, e tra le colonne infrante

cippi rovesciati,

erge, unico edificio

scampato o risorto dalla grande rovina,

la

antichissima chiesa di S. Damiano.

E
e

il

grido
!

Chrishis inipn-at

>

che ancora risu^na p.r

l.i

landa abbandonata

deserta

L'antica Elaminia, che attraversava la citt, mostra nel .selciato

.solchi delle

ruote

romane

verso nord, sul ciglio dove termina

la

spianata,

si

disegna

maestosamente

IIAIIA ARTISTICA

ACQL-ASI'ARTA

PALAZZO CESI

CORTILE.
Grafiche),

la

massa grigia

di

un grandioso
le

arco, e la via consolare rapida sfugge sott'esso. al-

lungandosi e perdendosi per

ondulazioni delle sottostanti colline.


:

sinistra,

sopra una dolce altura adagiata Acqiiasparia


ci

ecco

la

vetusta chie-

suola francescana che

ricorda quel

frate

Alatteo che fu poi cardinal portuense e


;

che Dante e Giotto variamente e degnamente eternarono

ecco

la bella

magione

vi-

gnolesca del cardinale Angelo Cesi, dove Federico ospit Galileo e dove riun a glorioso cenacolo Francesco Stelluti, Giovanni datori dell'Accademia dei Lincei,

Eckio e

il

nostro Anastasio de

Filiis,

fon-

Nel

1630

il

principe

Federico, sopraffatto, pi che dagli anni, dalle affannose

persecuzioni, qui esalava lo spirito, e un'umile pietra segna

appena
frale.

sul piancito della

deserta chiesa parrocchiale

il

luogo ove fu composto

il

suo

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