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IL MESSAGGERO SARDO

GENNAIO 2003

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ra pugili che hanno intenzione di tornare a combattere e quelli che non ci sono pi. La crisi del pugilato sardo vive delusioni e contraddizioni e poche speranze di rilancio. Lultimo grido dallarme lo ha lanciato recentemente Tore Fanni, ex campione deuropa dei pesi mosca, che ha lasciato il ring, tre anni fa. Ora con un contratto di lavoro precario, al Comune di Cagliari, in scadenza, ha deciso che vuole indossare nuovamente i guantoni per guadagnarsi da vivere. Un gesto da disperato a trentotto anni, per salvare la barca di famiglia composta da moglie e due figlie. Non mi sento vecchio, sono ancora in peso forma, 52 chili, credo di poter combattere di nuovo. Salvatore Fanni rilancia la sfida a se stesso e a quel mondo della boxe che lo ha visto protagonista per diversi anni, undici dei quali vissuti da professionista, dal 1988 al 1999. Ho preso questa decisione commenta Fanni perch non saprei come andare avanti. Limminente scadenza del contratto come operaio al Comune, mi obbliga a tornare sui miei passi, anche contro la volont della mia famiglia e riprendere ad allenarmi. In Italia si pu fare il pugile fino a 40 anni, quindi me ne restano ancora due per svolgere lattivit. Il caso di Fanni sicuramente pi unico che raro in Italia e lui stesso puntualizza: In pi di dieci anni di attivit pugilistica ad alto livello, ho dato molto alla Sardegna sportiva, eppure nessuno si degnato di farsi avanti per propormi un lavoro, un impiego anche piccolo. Cre-

SPORT Tore Fanni ex campione d'Europa vuole riprendere a combattere per mantenere la famiglia. Fallito l'assalto di Sarritzu alla corona iridata dei mosca

IL PUGILATO SARDO TRA DELUSIONI E SPERANZE DI RILANCIO


di Andrea Porcu
do di meritare una riconoscenza ideale e concreta, senza favoritismi o vie preferenziali rispetto ad altri disoccupati. Lex campione dEuropa amareggiato per quanto sta attraversando nella sua vita, ma uomo tenace e coraggioso, perch ha combattuto tante battaglie. Non lo spaventa lidea di rimettersi in discussione come uomo e atleta, per una scelta che tre anni fa sembrava definitiva: appendere i guantoni al chiodo. Si dato una tabella di marcia per ritrovare la condizione ideale: footing, figure e poi palestra. Una via da percorrere contro la disperazione della disoccupazione. Dovevo fare questa scelta prima della scadenza del contratto di operaio. Con la scuderia Boxing Cotena e Oliva Group ho firmato un accordo fino al primo luglio 2005. Se le visite mediche a Roma andranno bene a marzo dovrei essere pronto per tornare sul ring. Fanni scommette su altri due anni pieni da pugile con tanta voglia di far bene e dare ancora qualche cazzotto ad avversari e sconfiggere il momento no della sua esistenza. Da Fanni ad Andrea Sarritzu, lallievo di Marco Scano che a met dicembre a Quartu non riuscito nellimpresa di conquistare il mondiale dei mosca versione Wbo contro largentino Andrei Narvaez. Peccato il pugile quartese avrebbe voluto centrare lobiettivo iridato come era accaduto in passato a Salvatore Burroni e Franco Udella. Ma non detto che limpresa non possa essere realizzata anche tra non molto tempo. Sarritzu, infatti, per come ha combattuto, ha perso ai punti, meriterebbe indubbiamente la rivincita. Il suo curriculum abbastanza significativo: Campio-

ne italiano terza serie nel 93 ad Enna, oro al torneo Atlanta 96 nel 94, medaglia doro al torneo Italia Jr di Alghero, argento ai campionati mondiali juniores del 94 a Istanbul, campione italiano prima serie nel 96 a Roma. Sarritzu professionista dal 29 maggio del 1998 con il successo ottenuto a Pesaro per ko tecnico al secondo round su Giuseppe Lagan. Il ventiseienne pugile quartese ha disputato finora 19 incontri, registrando 17 successi, 7 per ko, i pari e una sconfitta, proprio contro Lagan. un atleta con una buona tecnica e rapido nei colpi. Sarritzu ha dimostrato nel match con largentino Narvaez che pu tranquillamente avere altre chance a livello internazionale. Sconfitto ai punti, ma non dominato, il pugile campidanese appare particolarmente determinato nel cercare a tutti i costi le soddisfazioni che merita. E poi con un maestro come Marco Scano ,il progetto mondiale non sembra impossibile. Due storie di pugili, diverse, per et e stati danimo, ma uguali nella volont di raggiungere importanti traguardi nello sport come nella vita. estini che si incrociano su un ring, come i guantoni che coprono quelle mani pronte a suggellare la rivincita di uomini duri che quando il gioco si fa duro, entrano in scena da veri combattenti. Un esempio che dovrebbe essere seguito da altri giovani pugili isolani a cui, comunque, va data la possibilit anche con interventi economici, di tentare di rifare grande la boxe sarda. Burroni, Udella, Puddu, Scano, che bei nomi e bei tempi! A volte ritornano. campionato al suo connazionale Felipe Massa, questanno brillante protagonista in Formula 1 al volante della Sauber. La gara invece stata vinta da Jaroslav Janis: partito in pole position il pilota della Repubblica Ceca ha dominato dal primo allultimo giro la corsa cagliaritana, diventando il primo vincitore di un gran premio che a detta degli stessi organizzatori far ancora parlare di s. Vetture tutte uguali (potenti Lola-Zytek da 480 cavalli), tra rettilinei veloci, curve e chicanes, i ventuno piloti protagonisti hanno dato spettacolo davanti a centomila spettatori entusiasti che, sulle tribune o assiepati ai bordi della pista, hanno seguito tutta la gara, riversandosi poi sotto il podio dopo il passaggio dellultima vettura per il tradizionale saluto al vincitore. Pubblico delle grandi occasioni, tifosi dalle quattro province e persino dalla penisola, televisioni, personalit: per una settimana Cagliari ha vissuto unemozione unica, un evento da ricordare. Dal nulla ecco finalmente il primo tassello, dopo anni di buio uninnovazione di cui si sentiva il bisogno. Ma ledizione 2002 non sar lunica e lanno prossimo la Sardegna avr ancora il suo Gran Premio. Unoccasione per aggiustare i piccoli inconvenienti - dovuti allinesperienza - visti questanno e per riportare, ancora una volta, almeno per tre giorni, la citt di Cagliari al centro dellattenzione di tutti gli appassionati mondiali delle quattro ruote.

n gran premio di automobilismo a Cagliari: se qualcuno ci avesse pensato qualche anno fa sarebbe stato preso per pazzo. Eppure il sogno dei tanti appassionati isolani diventato realt e la mattina dellotto novembre 2002, prima giornata dellEuro 3000 series, gli abitanti della citt si sono svegliati con il rombo dei motori nelle orecchie. Un avvenimento-evento voluto dal tempiese Pasquale Lattuneddu, braccio destro di Bernie Ecclestone, e organizzato dalla Event Group in pochi mesi, l dove spesso intercorrono anni di discussioni e lungaggini per arrivare dallidea alla pratica. Cagliari in un colpo solo riuscita laddove altri hanno fallito. Campionato europeo di formula 3000: tre giorni di gare e competizioni minori che hanno riportato una corsa riservata alle auto con ruote scoperte in un circuito cittadino italiano dopo quasi quarantanni. Una grande novit per la Sardegna dove, a parte unesibizione con vetture di Formula 1 in Costa Smeralda, lultima uscita di un certo livello, disputata sul percorso stradale di Platamona, risaliva addirittura agli anni 50. E Cagliari ha risposto alla grande, prima timidamente, poi con curiosit e incredibile partecipazione. Un circuito ideato lungo le vie di scorrimento costruite per i mondiali di calcio del 1990, un serpente di asfalto - primo ed unico percorso cittadino in Italia - attorno allo stadio San-

AUTO / Il circuito ralizzato davanti allo stadio S. Elia

CENTOMILA A CAGLIARI PER IL GRAN PREMIO DI FORMULA 3000


di Federico Fonnesu
Cagliari come Montecarlo, Pau, Macao. Un circuito cittadino tra i palazzi, la gioia di correre e gareggiare proprio l dove sembrava impossibile. Lautomobilismo che va tra la gente recuperando significati che in Italia sembravano ormai persi. Due chilometri e quattrocento metri di passione e un duello finale per uno dei campionati pi appassionanti degli ultimi anni. LEuro 3000, una categoria salita prepotentemente alla ribalta e ormai vera e propria anticamera della Formula 1. Il destino ha voluto che proprio Cagliari fosse la gara decisiva per lattribuzione del titolo e cos lattesa per la novit del circuito si unita allindecisione degli addetti ai lavori e degli appassionati per la vittoria finale. Un duello, quello tra il brasiliano Jaime Melo e il francese Romain Dumas, che ha entusiasmato sino allultimo giro. Divisi da appena tre punti, i due si sono dati battaglia, ma alla fine lha spuntata il brasiliano, portacolori del Great Wall Racing, che piazzandosi secondo andato a succedere nellalbo doro del

tElia, il tempio calcistico di tutti i tifosi sardi. Un simbolo nel simbolo, per un appuntamento che ha segnato una svolta, proprio in una citt e in unisola dove il grande automobilismo si era visto solamente in televisione o al mas-

simo lungo gli sterrati della Gallura, per il rally della Costa Smeralda. Poi, dopo tanto parlare, il circuito, i piloti e le macchine si sono materializzati veramente e per tre giorni il quartiere di SantElia ha vissuto unatmosfera da Formula 1.

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