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4,5 M
7,9 M
internazionale 744, 16 maggio 2008 19
Binyavanga Wainaina uno scrittore e giornalista keniano
che scrive per il giornale sudafricano Mail & Guardian. Ha
vinto il Caine prize for African writing.
Binyavanga Wainaina
emorroidi di morte naturale. Prendi laglio, dice Thabo
Mbeki, il tuo vicino sudafricano (secondo alcuni ministri del
governo sudafricano laglio un rimedio contro laids). No,
non l: con la bocca. Telefoner al tuo medico e gli dir che ti
curo io, dice Mbeki con una voce profonda che
emana rassicurante autorevolezza. Sono un in-
fermiere internazionalista registrato. Un tempo
ero un vero dottore, ma ora uso solo il dialogo e
integratori biologici. Parlami fratello, poggia il
tuo sedere dolorante sulle mie ginocchia.
Ehm, gli dici. Sto un po scomodo. Forse do-
vrei andare dal dottore. Sciocchezze, sono un
infermiere internazionalista registrato, insiste,
ho studiato le emorroidi su internet. Ho un cer-
tificato. Vieni. Siediti. Ah!. Cos, mentre quei
maledetti affari peggiorano, fare qualcosa diven-
ta sempre pi dificile. Il rimedio di Mbeki non
funziona. Vuoi sostanze chimiche, vuoi la cocaina se pu ser-
vire. La tua pelle puzza daglio. Non ne puoi pi dellaglio. Vuoi
dormire. Vai da una dottoressa americana che ti propone
lemorroidolisi. I tuoi occhi si spalancano. Alcuni la chiamano
elettroterapia galvanica, dice, o anche lopzione Kenya. Fac-
ciamo passare una corrente elettrica Ma tu lasci il suo uficio
prima che inisca la frase.
Hai ricominciato a masticare aglio. Bene, dice il vicino
Mbeki con aria di approvazione. E poi comunque dobbiamo
risparmiare elettricit. Non gli dici che stai prendendo degli
antidoloriici e cercando altre soluzioni. Parli con gli altri vici-
ni. Ti dicono che Mbeki straordinario. Mi ha curato le ulce-
re!, Ha organizzato le ronde nel quartiere!. Ben presto i vi-
cini smettono di rispondere alle tue chiamate. Spaventi i loro
bambini. un po imbarazzante. Amico, siamo stui di badare
ai tuoi bambini. Mi dispiace fratello. Sono di turno per la
ronda del quartiere oggi e non ho tempo per parlare.
Trovi dei gruppi di sostegno su internet. I termini usati da
questi compagni sembrano usciti da un ilm dellorrore: crio-
chirurgia, laser, infrarossi, coagulazione bicap, emorroidecto-
mia mediante graffe. Dopo lemorroidectomia non si pu
escludere lincontinenza, dice su Skype uno che ci passato.
I pannoloni per adulti non sono cos tremendi, la tecnologia
veramente migliorata in bocca al lupo. p gc
Wikipedia sostiene che, secondo una rivista medica britannica del
1972, le emorroidi sono frequenti nei paesi economicamente svi-
luppati, rare nei paesi in via di sviluppo e quasi sconosciute nelle
comunit tribali, dove linluenza occidentale scarsa. Non vero.
Robert Mugabe il dittatore dello Zimbabwe unemorroi-
de. Non laids, il cancro, la leucemia o la malaria: queste ti
possono uccidere. Lemorroide uniniammazione delle vene
nel retto e nellano. Sembra una cosa piuttosto innocua. Dopo-
tutto cosa pu fare un vecchio di ottantanni e
passa con i baffetti alla Hitler per danneggiare
un paese che ha pi di dieci milioni di abitanti? Il
problema che le emorroidi ti fanno cos male da
debilitarti completamente. Sono imbarazzanti.
E spesso comiche. Insieme ai tuoi amici ti diverti
a guardare la faccia di quel vecchio che urla su
YouTube dopo un comizio. Ma poi hai la loro so-
lidariet quando gemi di dolore e non puoi anda-
re al lavoro. Gran parte delle crisi provocate da
queste minuscole iniammazioni hanno a che fa-
re con il dolore. Camminare ti fa troppo male, ma
hai bisogno di camminare per dare sollievo a
quel dolore pazzesco. Non puoi lavorare, non puoi ridere, hai
troppa paura per mangiare e quando le cose si aggravano sei
sicuro che stai per morire.
Poi diventano croniche, e alla ine vai dal dottore. Non ci
sei andato prima per paura che ti esaminasse. Il dottore dice
che lunica soluzione operare, e subito. Te la di a gambe e
scappi dallospedale.
Lidea traumatica: per un po di tempo dovresti sentire
ancora pi dolore di questo male gi pazzesco. Cosa meglio?
Lo stomaco che si stringe o i manganelli che ti aspettano nella
cabina elettorale? Sai che centinaia di terminazioni nervose
iniammate e teppiste imperverseranno nel tuo corpo per set-
timane dopo loperazione per rimuovere lemorroide: taglian-
do, picchiando e gridando. Sei terrorizzato.
Dopotutto, il tuo cervello a posto, e anche il cuore, le brac-
cia e le gambe, i muscoli. Com possibile che queste minusco-
le vene rigonie ti sconvolgano tanto? Tutti improvvisamente
hanno unopinione. Vodka e bagni caldi, dice qualcuno. Il
problema lascesso della ghiandola, ti dicono. Hai mangiato
troppi lussuosi cibi stranieri e questo ha danneggiato le tue
ghiandole, dice lomeopata: Mangia verdure tradizionali e
questo ti rimetter in sesto. Digiunare, ecco cosa ci vuole!
Ti far eliminare tutte le tossine. Sei pieno di tossine debi-
litanti. Le emorroidi in realt sono un bene, ti dicono. Sono l
per ricordarti di fare la cosa giusta per tutte le tue tossine. Fa-
sce di gomma! Un parente ti telefona dallestero. C unappo-
sita procedura sperimentata negli ospedali britannici. Fasce di
gomma che riducono il lusso sanguigno e faranno morire le
Emorroidi africane
internazionale.it/irme
Robert
Mugabe, il
dittatore dello
Zimbabwe,
unemorroide.
Debilita il
paese
Attualit
la situazione a beirut e in al-
tre localit del Libano non an-
cora chiara. Da un lato assistiamo a gesti
ispirati a un compromesso politico,
dallaltro continuano gli scontri armati,
che nellultima settimana hanno provo-
cato decine di morti. Tuttavia i fatti degli
ultimi giorni potrebbero portare a uno
sviluppo costruttivo: la nascita di un si-
stema congiunto americano-iraniano di
governance politica nel mondo arabo.
Se il Libano, attraverso un rinnovato
processo di dialogo nazionale, riuscir a
passare dagli scontri di piazza al com-
promesso politico, avr un governo di
unit nazionale composto da due fazioni
che ricevono armi, addestramento, fi-
nanziamenti e appoggi politici dagli Sta-
ti Uniti e dallIran. Nel paese nascerebbe
cos una sorta di condominio politico
statunitense-iraniano, che potrebbe ri-
velarsi la chiave per la condivisione del
potere e per la stabilit di altre zone cal-
de della regione, come la Palestina e
lIraq. Questa tacita spartizione di pote-
re rappresenterebbe per una grave
sconitta per gli Stati Uniti e per la loro
Pi di sessanta morti in una settimana. il bilancio degli scontri tra
gli sciiti di Hezbollah e il governo antisiriano. La crisi libanese
potrebbe cambiare gli equilibri della regione, scrive Rami Khouri
RAMI KHOURI, THE DAILY STAR, LIBANO
Il Libano sullorlo
della guerra civile
20 internazionale 744, 16 maggio 2008
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BEIRUT, 7 MAGGIO 2008.
Una barricata sulla
strada per laeroporto
fallimentare strategia diplomatica:
combattere e schiacciare i nazionalisti-
islamisti in tutta la regione.
Tra il 7 e l11 maggio in Libano ci sono
stati scontri intensi, che hanno rischiato
di provocare unimplosione del paese,
sul modello dellIraq. Lalleanza guidata
da Hezbollah stata sul punto di assu-
mere il controllo a Beirut e in altre zone
chiave del paese.
Il ritmo frenetico dei contatti politici
e degli scontri sembra annunciare quat-
tro sviluppi signiicativi, che potrebbero
avere conseguenze enormi per il resto
del Medio Oriente.
1. Il 6 maggio il governo ha sfidato
Hezbollah: ha annunciato il licenzia-
mento del generale sciita Waik Chou-
chair, responsabile della sicurezza aero-
portuale, e lo smantellamento della rete
clandestina di telecomunicazioni e di
sicurezza gestita da Hezbollah.
Il movimento armato sciita ha visto
in questo gesto il primo serio tentativo
del governo libanese di disarmare
Hezbollah. Ha reagito dissuadendo il
governo dallattuare le sue decisioni e ha
dato una prova di forza proteggendo il
suo sistema di sicurezza e la rete di tele-
comunicazioni.
Dopo gli scontri scoppiati in vari
punti di Beirut, lopposizione, guidata
da Hezbollah e sostenuta dallIran e dal-
la Siria, ha affermato in modo rapido e
netto la sua superiorit sul governo, ap-
poggiato dagli Stati Uniti e dallArabia
Saudita. Per la prima volta i nuovi rap-
porti di forza in Libano si sono manife-
stati sul terreno in meno di ventiquat-
trore.
2. Tutti i partiti libanesi hanno ripe-
tuto che preferiscono un compromesso
politico a una guerra tra comunit di
confessioni diverse. Ma se questa doves-
se rivelarsi inevitabile, hanno anche fat-
to capire di essere pronti a combatterla.
Le trattative condotte attraverso i mezzi
d informazione riguardavano diversi
punti: la nomina a nuovo presidente
della repubblica del comandante delle
forze armate, Michel Suleiman; la ripre-
sa del dialogo; la formazione di un go-
verno di unit nazionale; la revisione
della legge elettorale prima dellelezione
del nuovo parlamento, che si terr nel
2009. Le offerte di negoziato sono arri-
vate da varie igure politiche: il leader
sciita e segretario generale di Hezbollah
Hassan Nasrallah, il leader sunnita e ca-
po del Movimento del futuro Saad Hari-
ri, il primo ministro Fouad Siniora e il
capo del movimento sciita Amal, Nabih
Berri, presidente del parlamento e allea-
to di Hezbollah.
3. Il 10 maggio il governo libanese, di
nuovo vulnerabile, ha fatto marcia in-
dietro. Come aveva chiesto Hezbollah,
ha annullato le sue decisioni su Chou-
cair e sulla rete di telecomunicazione del
Partito di Dio. Il rapporto di forza nelle
piazze si tradotto in una nuova equa-
zione politica nel paese. Hezbollah e i
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suoi alleati hanno conquistato in strada
quello che avevano chiesto sul piano po-
litico: la capacit di mettere il veto alle
decisioni governative considerate ostili
alla sicurezza e alle attivit di resistenza
del partito.
4. Hezbollah e i suoi alleati, cedendo
immediatamente alle forze armate i po-
chi ediici e le installazioni strategiche di
Beirut che avevano occupato, hanno
mandato un segnale chiaro: non voglio-
no governare lintero paese e conidano
nella capacit dellesercito di svolgere il
p Per una settimana il Libano stato di
nuovo sullorlo della guerra civile. Pi di
sessanta persone sono morte negli scon-
tri tra Hezbollah (Partito di Dio, sciita) e i
sostenitori del governo antisiriano guidato
dal Movimento del futuro di Saad Hariri.
p Gli scontri sono scoppiati il 7 maggio, in
occasione di uno sciopero contro il carovi-
ta.
p Il giorno prima il consiglio dei ministri
aveva annunciato di voler smantellare la
rete di telecomunicazioni di Hezbollah e
destituire il responsabile della sicurezza
Le comunit religiose in Libano
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dellaeroporto di Beirut, il generale Waik
Choucair, considerato vicino allorganizza-
zione sciita.
p Hezbollah ha reagito scendendo in piaz-
za e prendendo di fatto il controllo di Bei-
rut ovest. Violenti scontri sono scoppiati
anche a Tripoli.
p Il 10 maggio lesercito ha revocato le de-
cisioni del governo e le milizie sciite si so-
no ritirate dalla capitale. La tensione resta
alta nel paese, che da novembre senza
presidente della repubblica a causa dei di-
saccordi tra Hezbollah e maggioranza.
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Attualit
22 internazionale 744, 16 maggio 2008
ruolo di arbitro neutrale tra le fazioni in
guerra. Anche il premier Siniora ha in-
viato lo stesso messaggio, chiedendo alle
forze armate e al comandante Suleiman
di pronunciarsi sulle due decisioni del
governo che avevano provocato lingres-
so di Hezbollah a Beirut ovest. Le forze
armate si sono ritrovate cos al centro
della scena politica, nel ruolo di potente
arbitro politico e peacekeeper. Lesercito,
di fatto, diventato una quarta branca
del governo, lunica credibile ed eficace
agli occhi della popolazione libanese.
Accordo possibile
Tutte le fazioni che combattono in Liba-
no hanno deciso di togliere dalle strade
gli uomini armati, lasciando a tutela
dellordine pubblico solo lesercito e la
polizia. Adesso il paese si aspetta che
diano seguito a questa decisione, forma-
lizzando la nomina di Suleiman a presi-
dente, raggiungendo un intesa su un
governo di unit nazionale ad interim
composto da tecnici e redigendo una
nuova legge elettorale. Ma sulla sequen-
za esatta di questi passi manca ancora
laccordo. Tutto potrebbe diventare pi
semplice ora che lesercito si affermato
come arbitro e protagonista politico de-
cisivo.
I nuovi equilibri della politica interna
libanese rispecchierebbero cos una tra-
dizione autoctona mediorientale vec-
chia di millenni: partiti diversi e spesso
in lite tra loro vivono insieme paciica-
mente dopo aver negoziato i rapporti di
forza, senza che uno sconigga o umili
laltro. Il Libano potr esistere come
paese unito solo se le varie componenti
della sua popolazione multietnica e
multiconfessionale si spartiranno il po-
tere. In questo momento i leader politici
si trovano a operare in un contesto nuo-
vo. Il gruppo pi forte comprende gli
islamisti sciiti (sostenuti dallIran e dalla
Siria) e i loro soci di minoranza, gli allea-
ti cristiani e musulmani sunniti libanesi.
Questo gruppo, nel quadro di un gover-
no di unit nazionale, si divider il pote-
re con altri libanesi che sono amici, al-
leati, dipendenti e mandatari degli Stati
Uniti e dellArabia Saudita. Se davvero
sta nascendo un nuovo Medio Oriente,
molto probabile che questo nuovo Liba-
no ne sia il vivaio. p ma
RamiKhouriuncolumnistdelDaily
Star,quotidianodiBeirut.
la migliore difesa lattac-
co. Dopo un anno e mezzo di cri-
si, Hezbollah ha applicato questa regola
doro della scienza militare per modii-
care a suo vantaggio la situazione liba-
nese. Ma poich tutto ha un prezzo, ha
dovuto gettare alle ortiche unaltra rego-
la: quella di non puntare mai le sue armi
contro dei libanesi.
Lattacco lanciato dal Partito di Dio
per impadronirsi dei quartieri occiden-
tali della capitale non stato una guerra
preventiva. Lorganizzazione sciita non
era minacciata da nessuna mano che
andava subito mozzata, come ha invece
dichiarato in tv il 7 maggio il suo leader,
Hassan Nasrallah. Lidea di disarmare
Hezbollah con la forza non era mai stata
presa in considerazione, almeno non
dallestablishment politico.
Per il carattere repentino e per le vio-
lenze inaccettabili compiute solo a scopo
intimidatorio, loffensiva di Hezbollah
sembrata un piano studiato nei dettagli
e maturato lentamente in attesa del
giorno giusto per metterlo in opera. Non
si trattato nemmeno di un tentativo di
colpo di stato. Bisognerebbe semmai
parlare di un colpo di non-stato. Hezbol-
lah, infatti, ha perso ogni credibilit: ha
violato la promessa solenne di non spa-
rare in nessuna circostanza contro altri
libanesi e ha trasformato una manife-
stazione a carattere sociale in unaggres-
sione militare. Il partito di Nasrallah
sostiene di voler semplicemente parteci-
pare al governo del paese, ma in realt
punta a ottenere il potere. E questo po-
tere, con i legami esterni che comporta,
non potr mai essere imposto a tutti i
libanesi.
Una svolta del genere porterebbe non
alla nascita di una nuova repubblica, ma
alla distruzione di quella attuale. p nm
Il potere
allesercito
nAbIl chArAfeddIne, elAph,
grAn bretAgnA
oramai per il libano c una
sola soluzione possibile: ricorre-
re allesercito, unica istituzione ancora
in grado di salvare lunit del paese. Se
avessi potuto, dopo lesplosione di vio-
lenza provocata da Hezbollah avrei con-
sigliato al generale Michel Suleiman,
comandante in capo dellesercito libane-
se, di marciare verso il palazzo presiden-
ziale e di decretare lo stato di emergen-
za. E poi di sciogliere il governo e il par-
lamento e di governare il paese con il
Il vero obiettivo
IssA gorAIeb, lorIent-le jour, lIbAno
BEIRUT, 9 MAGGIO 2008. Milizie di
Hezbollah e Amal nel quartiere Mazraa
pugno di ferro, ino a quando la situazio-
ne non fosse tornata alla normalit.
Non fatevi idee sbagliate: sono un li-
berale convinto e mi batto senza riserve
per lo stato di diritto e il pluralismo poli-
tico. Tuttavia, di fronte al progetto di
Hezbollah, non resta altra scelta che
puntare sullesercito libanese. p
Successo
amaro
eliaS harfouSh, al hayat,
gran bretagna
quanto sembra lontano que-
sto maggio 2008 da quello del
2000. Allepoca la vittoria di Hezbollah
su Israele, e il conseguente ritiro dei mi-
litari israeliani, era stata una vittoria di
internazionale 744, 16 maggio 2008 23
tutti i libanesi, accompagnata da un for-
te consenso nazionale e da elogi quasi
unanimi. Quella di adesso una vitto-
ria venata di amarezza, perch i quar-
tieri conquistati da Hezbollah a Beirut e
altrove sono abitati da cittadini libanesi.
Ma anche perch il consenso di allora
stato spazzato via dalla lotta settaria e
politica, che ha trasformato il partito
della resistenza in una delle fazioni in
lotta.
Dopo il 2000 Hezbollah ha esitato a
entrare nellarena politica del paese.
Forse perch sapeva che avrebbe dovuto
rinunciare alla sua immagine di forza
unitaria a vocazione nazionale per ripie-
gare su unidentit settaria, legata allaf-
iliazione sciita dei suoi membri. Molti,
inoltre, temevano le conseguenze del
suo ingresso nella scena politica. Il ri-
schio era che le armi usate contro Israele
prima o poi potessero servire a Hezbol-
lah per imporre il suo punto di vista, co-
me puntualmente successo in questul-
tima vittoria.
Si tratta ora di capire se il Partito di
Dio ancora consapevole dellimpor-
tanza della coesistenza e della necessit
di salvaguardare il Libano dal conlitto
etnico-religioso che minaccia la regio-
ne.
In tal caso non pu non sapere che,
dopo la battaglia, dovr tornare a vivere
fianco a fianco con quelli che oggi ha
sconitto.
Anche in questo senso la sua vitto-
ria terribilmente diversa da quelle del
2000 e del 2006. Hassan Nasrallah non
dovr mai convivere con Ehud Olmert o
Ehud Barak. La vittoria su di loro un
motivo di festa legittimo. Quella su Saad
Hariri, Walid Jumblatt e Samir Geagea,
invece, mette a rischio il futuro del pae-
se. p nm
La prova di forza di Hezbollah in
Libano, che ha portato di nuovo
il paese sullorlo della guerra civile, non
pu pi essere considerata soltanto un
problema interno libanese, come
sostiene la Siria. Anche se il governo di
Beirut usa parole dure contro il Partito di
Dio, deinendo le sue azioni un colpo di
stato e perino ordinando allesercito di
entrare in azione per imporre lordine,
bisogna ammettere la verit: questo
governo non controlla il Libano. Il paese
dipende dai capricci di Hassan
Nasrallah, che guidato da motivi
personali e religiosi, oltre che dal fatto di
essere il referente dellIran in Libano.
Come tale, Nasrallah costituisce una
minaccia particolarmente seria per
Israele. Non una situazione nuova. La
forza di Hezbollah in crescita da anni,
soprattutto dopo la seconda guerra del
Libano, e forse anche a causa di questa.
Lorganizzazione sciita continua a
comprare grandi quantit di missili a
lungo raggio e controlla completamente
il Libano meridionale e parti del Libano
orientale. Tutto questo impedisce
allUniil, la Forza di interposizione in
Libano delle Nazioni Unite, di fare il suo
lavoro. In quanto al disarmo di Hezbollah,
auspicato fortemente sia da Israele sia
dal governo libanese, non vale nemmeno
pi la pena discuterne. Perino il primo
ministro libanese Siniora evita di
affrontare largomento, pur avendo
sempre ribadito il principio che nel
paese dovevano circolare solo le armi
legali.
Il risultato che Israele si ritrova alla
frontiera settentrionale un paese
controllato non dal proprio governo
legittimo ma da unorganizzazione
pericolosa. E Israele pu far poco,
militarmente o diplomaticamente, per
cambiare la situazione in Libano. C
per unalternativa: un rapido e serio
impegno a negoziare con Damasco
potrebbe creare intorno al Libano una
sorta di involucro cuscinetto, che
ridurrebbe in modo signiicativo la
Visto da Israele
lalternativa vincente
haaretz, iSraele
Se Israele vuole evitare un Libano controllato dalle milizie
iloiraniane, deve agire subito. Negoziando con la Siria
capacit di Hezbollah di agire contro
Israele. Certo, non ci si pu aspettare che
la Siria tagli i suoi legami con lIran e con
Hezbollah. Ma sarebbe assurdo non
cogliere loccasione strategica offerta da
un paese che, pur essendo alleato con
Teheran ed Hezbollah, dichiara senza
nessun imbarazzo di voler stringere un
patto di pace e sicurezza con Israele.
Non solo alla frontiera settentrionale
che Israele deve confrontarsi con
unorganizzazione che controlla un intero
stato. A Gaza, Hamas tiene ancora le
redini del potere e decide non solo le sue
risposte militari contro gli israeliani, ma
anche la natura dei rapporti di Israele con
i suoi vicini, soprattutto lEgitto. Ma come
con Hezbollah in Libano, anche a Gaza
Israele ha unopportunit da non perdere
se vuole spezzare il monopolio politico di
Hamas: far avanzare i negoziati con
lAutorit Palestinese e mostrarsi
determinato a soddisfare le condizioni
della road map. Togliere le sanzioni a
Gaza, che inora si sono rivelate ineficaci,
potrebbe essere un passo importante in
questa direzione.
Di fronte alla doppia minaccia da nord
e da sud, Israele non pu pi stare a
guardare n ripiegare sulla solita retorica
militare. Deve esaminare le alternative
diplomatiche e agire immediatamente,
inch ancora in tempo. p nm
24 internazionale 744, 16 maggio 2008
Attualit
internazionale 744, 16 maggio 2008 25
Mazen Kerbaj nato nel 1975 e vive a Beirut. Suona in un gruppo musicale, scrive fumetti e ha un blog (www.kerbaj.com).
Cartoline da Beirut
Italieni
p Non c dubbio che questa
volta Silvio Berlusconi non si
far condizionare dagli alleati.
Sar lui a comandare. In tutti i
posti chiave ha messo dei fede-
lissimi, scrive lIndependent.
Il nuovo governo, osserva il
Clarn, non pu essere in
nessun modo condizionato
dallopposizione, mentre la
Frankfurter Rundschau
aggiunge che Berlusconi svol-
ger anche grazie allet il
ruolo del patriarca onnipoten-
te, sar il padre padrone. Il
premier, commenta la Sd-
deutsche Zeitung, dovrebbe
mettere questo enorme potere
al servizio dellItalia. Le espe-
rienze passate, per, ci fanno
essere scettici. Secondo Le
Monde, per Berlusconi non
sar facile resistere alle pres-
sioni dei populisti della Lega
nord, che hanno raddoppiato i
consensi rispetto al 2006 e
sono decisivi per la maggio-
ranza al senato. Sulla stessa
linea il New York Times, che
ricorda come nel 1994 il pri-
mo governo Berlusconi
caduto proprio per volont di
Umberto Bossi. Questesecu-
tivo, scrive Libration,
lespressione della maggioran-
za di destra uscita dalle elezio-
ni. compatto ma estrema-
mente politico. Secondo il
Times, si tratta del governo
italiano pi a destra dalla ine
della seconda guerra mondia-
le. Alleanza nazionale e Lega
nord, scrive il Los Angeles
Times, hanno preso pubbli-
camente le distanze dal milita-
rismo e dallantisemitismo di
Mussolini, ma continuano a
sostenere posizioni ultranazio-
naliste, combinate con una
difidenza verso gli stranieri
che rasenta la xenofobia. Ora
un duro lavoro aspetta
Berlusconi, che deve ottenere
rapidamente dei risultati,
scrive Le Temps. Tra i primi
provvedimenti ci saranno
labolizione dellIci sulla prima
casa e la detassazione degli
straordinari. Secondo la
Frankfurter Allgemeine
Zeitung, i risultati saranno
lunico metro che gli italiani
useranno per giudicare il
miliardario milanese.
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Un esecutivo forte
ma troppo a destra
Berlusconi guida uno dei governi pi solidi della
storia italiana. Ma deve fare i conti con il populismo
della Lega nord. I commenti della stampa straniera
ROMA, 8 MAGGIO
2008. Silvio
Berlusconi al
giuramento del
governo
POLITICA
I ministri
di Berlusconi
p Le Temps dedica un articolo
a Giulio Tremonti, deinito il
Colbert di Silvio Berlusconi.
Per il premier era lunica per-
sona indispensabile. Lunica
personalit della destra italia-
na, insieme al sottosegretario
Gianni Letta, con un posto
assicurato nel governo.
Tremonti, specialista di diritto
iscale, luomo forte del quar-
to governo Berlusconi. Ha la
iducia assoluta del capo e il
sostegno della Lega nord. Ma
non chiaro quale sar la sua
politica economica. Tremonti
cambiato: oggi critica il mer-
cato, vuole laccordo con i sin-
dacati, parla di sacriici e
sostiene la lotta allevasione
iscale. Le Monde si occupa
invece di Gianni Letta, noto
in Italia come il Gran Visir. Ex
giornalista, 73 anni, da venti
leminenza grigia di Silvio
Berlusconi, il suo uomo di
iducia, quasi il suo angelo
custode. Lavoratore infatica-
bile, cortese e disponibile, a
lui che vengono afidati i pro-
blemi delicati. Con solidi lega-
mi nel mondo imprenditoria-
le, questuomo elegante, che si
comporta come un prete laico,
ha anche le sue entrature in
Vaticano. I giornali stranieri
hanno dedicato una particola-
re attenzione a Mara Carfagna,
ministra delle pari opportuni-
t. Nel febbraio del 2006,
scrive El Pas, Berlusconi ha
detto che se non fosse stato gi
ammogliato lavrebbe sposata
di corsa. Cos, non potendo
sposarla, ha deciso di farla
ministra. La Frankfurter
Rundschau, inine, si occupa
di Roberto Calderoli. Doveva
diventare vicepresidente del
consiglio, scrive il quotidiano
tedesco, e invece ha ricevuto
un ministero creato apposta
per lui: quello della semplii-
cazione. Un compito non faci-
le, visto che dovr addentrarsi
nella giungla legislativa italia-
na. Ma forse Calderoli luo-
mo giusto. stato sempre un
sempliicatore. Una volta, per
esempio, parlando di pedoilia
ha detto: Ci vuole la castrazio-
ne, un taglio e via.
IMMIGRAZIONE
Riformare
Schengen
p Uno dei principali obiettivi
dellesecutivo di Silvio
Berlusconi la lotta allimmi-
grazione clandestina, osserva
il Financial Times. Il mini-
stro degli esteri Franco Fratti-
ni, in particolare, si dichiara-
to a favore di un aggiornamen-
to degli accordi di Schengen e
di altre leggi che regolano la
circolazione delle persone
nellUnione europea. Secondo
El Pas, Berlusconi ha fretta
di agire contro i clandestini
per tenere fede a una delle
promesse alla base del suo
trionfo elettorale. Ma questa
politica, continua il quotidia-
no spagnolo, stata criticata
duramente dalla Romania,
profondamente irritata dalle
misure ideate espressamente
contro i cittadini rumeni.
SOCIET
Disamorati
dellItalia
p Oggi i tedeschi hanno molti
motivi per disamorarsi
dellItalia, scrive la Sddeut-
sche Zeitung. Per esempio il
fatto che una citt come Roma
sia governata da un postfasci-
sta pi a destra del populista
austriaco Jrg Haider. O il fat-
to che Berlusconi sia tornato al
governo nonostante gli insuc-
cessi dei suoi precedenti ese-
cutivi, le promesse non mante-
nute e il conlitto dinteressi.
Anche in Italia molti si chiedo-
no cosa stia succedendo alla
tradizionale amicizia tra i due
paesi. La risposta semplice:
secondo i tedeschi mancano le
basi per continuarla.
CINEMA
A Cannes
con due ilm
p Due anni dopo Il caimano
di Nanni Moretti (2006), il
cinema italiano torna sulla
Croisette con due ilm politici
in competizione, scrive Le
Monde commentando il ritor-
no a Cannes dellItalia. Uno
Gomorra di Matteo Garrone,
che si occupa della camorra
napoletana ed tratto dal best
seller di Roberto Saviano, e
laltro Il Divo, di Paolo Sor-
rentino, ispirato al democri-
stiano Giulio Andreotti. un
caso o si tratta della rinascita
di una tradizione cinemato-
graica tipicamente italiana?
La stampa sottolinea come
lItalia sia contenta di essere
rappresentata da due ilm in
corsa per la palma doro, ma
sia anche preoccupata dellim-
magine del paese. In particola-
re nel caso di Gomorra. Ma si
tratta di cinema politico non
militante, osserva Le Monde, e
Matteo Garrone spiega: Non
volevo fare un ilm a tesi per
dire che la camorra cattiva,
ma raccontare la vita delle
persone, spesso di una grande
umanit, prese da un ingra-
naggio in cui il nemico non
ben identiicato. Mi sono avvi-
cinato a questa realt senza
pregiudizi. Laltro ilm in
gara, Il Divo, si concentra su
Giulio Andreotti, un mito
vivente della politica italiana,
un personaggio misterioso e
luciferino, ancora seduto in
parlamento a 89 anni dopo
una vita nei corridoi del pote-
re. N Matteo Garrone n Pao-
lo Sorrentino pretendono di
avere il realismo documenta-
rio dei grandi registi italiani
del passato. Lartista vince sul
testimone. Non a caso, con-
clude Le Monde, tra le opere
che l hanno ispirato Garrone
cita Pais, il ilm del 1946 di
Roberto Rossellini sulla libe-
razione, e non i ilm realisti
sulla maia.
internazionale 744, 16 maggio 2008 27
Un dibattito poco utile
Lettera dallItalia
Frederika Randall una freelance statunitense che si occupa di cultura. Collabora con The
Nation. Per scrivere ai giornalisti stranieri: corrispondente@internazionale.it
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non sono molti i
programmi della Rai
che si occupano di at-
tualit in modo critico
e interessante. Tra i
pochi che lo fanno c
spesso Anno zero. Po-
co tempo fa ho visto la
puntata che si occupava della libert di
stampa. Gli invitati discutevano dei tre refe-
rendum lanciati da Beppe Grillo per farla
inita con i giornali sovvenzionati dallo sta-
to, abolire lordine dei giornalisti e revocare
la legge Gasparri. La discussione suonava
strana. In una trasmissione della tv pubblica
italiana nessuno parlava della legge Gasparri
e del colossale convitato di pietra presente in
studio, cio Berlusconi, il proprietario di
Mediaset, che controlla praticamente tutta
lemittenza italiana. Daccordo, il problema
non nuovo: ma si tratta pur sempre di una
minaccia mortale. E invece si discusso del-
la necessit di un albo che certiichi la pro-
fessionalit dei giornalisti italiani!
Be, secondo me il problema abbastan-
za irrilevante, in unera in cui gli italiani che
leggono un blog come quello di Beppe Grillo
e quelli che comprano i quotidiani nazionali
sono pi o meno lo stesso numero. La
blogosfera gi aperta a tutti: abbiamo dav-
vero bisogno di un referendum? Poi il dibat-
tito si spostato sulle sovvenzioni alla stam-
pa. Perch, dice Grillo, i soldi dei contribuenti
devono essere spesi per inanziare dei gior-
nali che non legge nessuno?
Se ha un senso laccusa di eccesso dinfor-
mazione e di punti di vista con tutta la
gamma che va da Libero a Liberazione al-
lora s, lItalia colpevole. Ma io che vengo
da un paese che ha una popolazione cinque
volte pi numerosa di quella italiana e dove
ci sono solo tre quotidiani nazionali con
posizioni politiche molto simili penso che
gli italiani farebbero bene a rilettere: il mer-
cato basta a garantire uninformazione ade-
guata? Nei mesi che hanno preceduto linva-
sione dellIraq, quasi tutti i grandi giornali
americani e le principali reti televisive han-
no accettato docilmente la tesi di George W.
Bush secondo cui Saddam Hussein dispone-
va di armi di distruzione di massa.
I tanto osannati giornalisti americani si
sono rivelati una massa di babbei: facendo
buona informazione avrebbero forse potuto
impedire la guerra. I giornali che vivono di
inserzioni pubblicitarie possono anche esse-
re dei mattoni come il New York Times della
domenica, ma le notizie che contengono so-
no per lo pi leggere: cronaca nera, gossip,
stili di vita. Pochi inserzionisti comprano gli
spazi pubblicitari che i giornali mettono ac-
canto ai commenti, alle analisi politiche o
allattualit internazionale. Linformazione
seria costa, e gli inserzionisti preferiscono la
fuffa.
Quanto poi alla domanda se possiamo
vivere senza giornali, visto che tutte le infor-
mazioni le troviamo in rete, credo che sia
ancora prematuro. Fare informazione signi-
ica seguire una notizia ogni giorno e non si
capisce chi potrebbe fare una cosa del genere
senza essere pagato. Invece la maggior parte
dei blogger sono volontari: ma molti danno
informazioni parziali, e per tirarne fuori
qualcosa che si possa deinire informazio-
ne occorre raccogliere, selezionare e mon-
tare le notizie. Il che ci riporta ai giornali,
magari nella versione online.
C molto di vero nel monito di Beppe
Grillo contro i giornali di propriet dei gran-
di gruppi economici. Il controllo sullinfor-
mazione il nuovo fascismo, dice. E ha ra-
gione. Ma anzich attaccare lordine dei
giornalisti e le sovvenzioni alla stampa, gli
italiani farebbero bene a occuparsi della fon-
te di quasi tutta linformazione che hanno,
cio la televisione. Finch lItalia avr un
premier che proprietario di tre tv private e
controlla le tre reti pubbliche, come far lin-
formazione a essere libera? p ma
La campagna di Beppe Grillo contro giornali e tg oscura il
problema principale dellinformazione italiana: il monopolio
di Berlusconi sulle televisioni, scrive Frederika Randall
NOVIT IN TUTTE LE LIBRERIE
IL NUOVO DIARIO-REPORTAGE A FUMETTI
DELLAUTORE DI PYONGYANG E SHENZHEN
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elle persone che vivevano l
non resta pi nulla. Ora c solo
qualche grosso topo. Ma per alcuni
mesi, tra il 2007 e il 2008, questo spiazzo
di terra ospitava quasi 700 persone.
Rom? Forse. Comunque immigrati, an-
che se non pi extracomunitari. Era co-
me una citt. Cerano case, strade, elet-
tricit, una sorta di parcheggio e perino
qualche antenna satellitare. Ma non cera
lacqua. Era anche un posto pericoloso
(per chi ci viveva): era stato costruito do-
ve prima cera unindustria chimica, la
Montecatini. Il terreno sottostante non
mai stato decontaminato: pieno di so-
stanze tossiche. Non certo un posto idea-
le per i bambini. Anzi, per nessuno.
Il campo era una baraccopoli. Con il
passare dei mesi, man mano che a Mila-
no venivano fatti sgombrare altri campi,
diventava sempre pi grande. Lo si pote-
va vedere anche dalla strada, il famoso
Malpensa Express ci passava vicino e la
stazione della Bovisa era a due passi.
Ogni giorno migliaia di persone ci passa-
vano davanti, tra cui molti architetti e
studenti di architettura del vicino Poli-
tecnico. Nessuno si fermava. La zona,
diceva la gente, era piena di zingari. Ma
la vita continuava (in modo quasi nor-
male). Alcuni volontari andavano a con-
trollare che i suoi abitanti stessero bene.
Qualcuno cercava di far iscrivere i bam-
bini alle scuole del quartiere. Un neonato
era morto. Ma la stampa locale ne parla-
va pochissimo.
Poi per cominciata la campagna
elettorale. E la Bovisa si riempita di po-
litici. Sono arrivati Matteo Salvini della
Lega nord e Daniela Santanch. Sono
arrivati anche i giornalisti e il campo
inito sui quotidiani nazionali. Alla Bovi-
sa si tenuta una riunione in cui si di-
scusso il futuro del campo. Alleanza na-
zionale, la Lega e La Destra hanno chie-
sto al prefetto di sgombrarlo. Ma il pre-
fetto ha risposto che non sapeva dove
mettere la gente che ci abitava.
Per dodici giorni prima delle elezio-
ni, il 1 aprile, lo sgombero c stato. Le
baracche sono state abbattute. E i 700
rom ? Stavolta, a differenza di quanto
successo in occasione di altri sgomberi,
non stato offerto un tetto neanche ai
bambini. Sono stati sfollati tutti. Qualcu-
no rimasto semplicemente seduto al
sole dallaltra parte della strada. Il vice-
sindaco di Milano, De Corato, ha dichia-
rato che agli abitanti del campo sono
state offerte delle alternative, ma le han-
no riiutate. Comunque, il campo non c
pi, e le persone che ci vivevano se ne so-
no andate. Qualcuno si trasferito a
Rozzano, a sud di Milano, altri hanno co-
struito nuove baracche l vicino, sotto il
ponte della Ghisolfa, dove Visconti gir
Rocco e i suoi fratelli, il ilm sullimmi-
grazione dal sud dItalia. Altri sono sem-
plicemente scomparsi nella giungla ur-
bana di Milano e nel suo vasto hinter-
land.
Un posto orribile
Dagli anni settanta a oggi sono arrivati in
Italia pi di tre milioni e mezzo di immi-
grati. Questo lusso non mai stato gesti-
to n organizzato dalle autorit italiane.
stato considerato come una successio-
ne di emergenze: prima i senegalesi, poi
i marocchini, gli albanesi, gli slavi e ora i
rumeni, i rom, gli zingari. E natural-
mente, stampa e tv hanno ingigantito
ogni volta lemergenza.
La citt pi ricca dItalia, che ha una
lunga tradizione di ospitalit, non riu-
scita a gestire qualche centinaio di rume-
ni. Una ricca citt europea non stata in
grado di offrire un tetto, neanche per un
giorno, ai pochi bambini di una baracco-
poli. Il campo della Bovisa non c pi.
Presto sar dimenticato. Era comunque
un posto orribile in cui vivere.
Da allora non abbiamo pi visto i po-
litici che ci avevano onorato della loro
presenza in campagna elettorale. Adesso
alla Bovisa stiamo benissimo. Ci siamo
liberati dei rom. Ora il problema di
qualcun altro. p
Milano, il campo rom
che non c pi
Nel quartiere della Bovisa cera una baraccopoli. In
campagna elettorale stata sgombrata. Per i politici
italiani limmigrazione sempre unemergenza
JOHN FOOT insegna storia contemporanea
al dipartimento di italiano dellUniversity
college di Londra. Ha scritto Milano dopo il
miracolo. Biografia di una citt (Feltrinelli
2003).
Lautore
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JOHN FOOT per INTerNAZIONALe
MILANO. Protesta contro
lo sgombero del campo,
marzo 2008
Italieni
Italieni Fiera del libro 2008
STORIA
Gioco
di specchi
MUIN MASRI
non date mai, a certa gen-
te, la soddisfazione di giustiica-
re il loro odio. Non ho ancora capito
cosa volesse dire il nostro insegnante di
storia delle elementari. Ogni volta che a
Nablus cera una manifestazione contro
loccupazione israeliana, Darwish, il
nostro maestro, ci pregava di non uscire
dalla classe. Calma, ragazzi, siete anco-
ra piccoli, avete tempo per imparare e
morire intelligenti. Se proprio volete
sfogare la vostra rabbia innocente,
bene, prendete carta e penna e scrivete
quello che vi pare. A ine lezione potrete
andare al primo checkpoint e lanciare i
vostri pensieri sui soldati. Lo so, forse
non risolve niente, ma aiuta. Anche
questa non l ho mai capita, ma mi sono
adeguato. Con rabbia, chiaro.
Ne passato di tempo, e di quei tren-
tanove scolari indisciplinati ne sono so-
pravvissuti una manciata, insegnante
compreso. Oggi, dopo una settimana di
esitazioni, mi sono deciso ad andare
alla iera del libro di Torino, dedicata
alla letteratura ebraica sotto la bandiera
di Israele.
Sono partito con il cuore a farfalla,
balbettante dallemozione. Non stato
facile, ma era giusto cos: i libri sono di
tutti, non bisogna mai boicottarli n
calpestarli.
Un proverbio africano dice: Un
uomo che non sa dire dove la pioggia lo
ha colpito non sa neppure dove il suo
corpo si asciugato. Da noi, in Palesti-
na, sono sessantanni che piovono lacri-
me e sangue. Gli unici che hanno detto
qualcosa di sensato sotto questa pioggia
sporca sono stati proprio loro, gli scrit-
tori, che meritano il giusto omaggio. Al
diavolo, dunque, vado. Di buonora,
come i vecchi viaggiatori. Per conqui-
stare un po di coraggio, scrivo su un fo-
glietto lennesimo pensiero.
Lappuntamento alle sette e mezza
del mattino, un collegamento speciale
con RaiNews24, gente in gamba, pre-
parata. Ritrovo lo scrittore Vittorio Dan
Segre, luomo che avrei voluto incontra-
re in battaglia, un anziano combattente
che rispetta ancora il codice donore: Il
nemico va vinto, mai umiliato.
Mentre aspetto di andare in onda
prendo il primo libro che mi capita. In
copertina c un paesaggio familiare.
Trovo un pezzo della mia storia scritto
da qualcun altro, ma con lo stesso amo-
re, e la lettura diventa una sorta di ver-
tiginoso gioco di specchi.
Tra rumori, parole e profumi fami-
liari, in quelle pagine mi rivedo bambi-
no, sento lodore materno ovunque.
Ogni pagina come un sogno in bianco
e nero, le parole si muovono silenziose
ed eleganti, alcune sincere e altre di cir-
costanza, come nella vita reale, alcune
urlate da spettinare i capelli e altre che
prendono il cuore.
Chiudo il libro con lentezza per non
sentire quel rumore cos simile alla por-
ta di una cella. Dopo il collegamento
lamico Dan Segre mi saluta dicendo:
Sei stato coraggioso. Non so, ma pren-
do il mio foglio e lo lancio in aria, strap-
pato in mille pezzi. Forse arrivato il
momento di parlare a quattrocchi con i
vecchi soldati. Il mio insegnante di sto-
ria ne sarebbe contento. p
BANDIERE
Come bruciare
unoccasione
MIHAI MIRCEA BUTCOVAN
un vizio ancora frequen-
te: affrontare ogni questione in
chiave emergenziale, rilettere soltanto
quando siamo sollecitati dallurgenza.
Ho gi parlato altre volte delle occasio-
ni mancate: quei momenti perduti in
cui avremmo potuto dar vita a incontri,
strumenti di pace per evitare possibili
scontri.
Anche se alla iera del libro di Torino
qualcuno non ha perso loccasione per
bruciare delle bandiere, non parler
della questione israelo-palestinese. Nei
giorni scorsi molti giornalisti mi hanno
fatto notare che questanno a Torino ero
lunico rumeno a rappresentare il mio
paese. Non so chi rappresenti cosa alle
iere del libro. Io sono andato a presen-
tare il mio romanzo Allunaggio di un
immigrato innamorato, pubblicato
dalla casa editrice Besa. il libro di un
rumeno che scrive in italiano. Un libro
in cui si narra della tormentata passio-
ne di un uomo e di una donna e dellin-
quieto amore di un rumeno per la terra
dove abita, lItalia.
vero: alla iera di Torino siamo sta-
ti in pochi a parlare della Romania. Ep-
pure ci tengo a precisare che non ero
solo. Cera con me Andrea Bajani, lita-
liano che ha scritto brillantemente di
Romania e di rumeni perch ha saputo
guardare nel profondo delle anime ru-
mene e italiane. Cera Viorica Nechifor,
una giornalista rumena, a moderare
una tavola rotonda sugli scrittori mi-
granti. E lemigrante italiano Raphael
dAbdon, organizzatore a Udine di un G
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TORINO,
8 MAGGIO 2008
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il diario di yocci
festival che questanno sar dedicato
alla Romania. Cera anche lalgerino
Karim Metref, che nelle sue cronache
torinesi scrive spesso di rumeni. E sugli
scaffali, negli stand della iera, si trova-
vano i libri di Cartarescu, Eliade, Cio-
ran, Istrati, Manea.
La iera di Torino poteva essere
unoccasione per approfondire la cono-
scenza della Romania, un paese i cui
cittadini sono sempre pi numerosi sul
territorio italiano. Ma anche la Roma-
nia avrebbe potuto farsi pi pubblicit.
Ci sta provando attraverso le associazio-
ni di rumeni presenti in Italia. Dovreb-
be farlo anche attraverso i libri. Per dif-
fondere la cultura rumena, perch gli
italiani possano scoprire e ammirare i
suoi autori e i loro libri.
Ultimamente le bandiere generano
molti conlitti. Invece dovremmo guar-
darle con la stessa curiosit di un lettore
che si avvicina a un libro e decide di
aprirlo. Spalancando il cuore e la mente
ai loro messaggi.
Spero solo che lappuntamento tori-
nese di questanno sia stato anche
unoccasione per confrontarsi e dialoga-
re, al di l dei pregiudizi, delle ideologie
o delle bandiere. Ricordando, prima
della prossima emergenza, le parole di
Heinrich Heine: Dove si bruciano i li-
bri, si inisce per bruciare anche gli uo-
mini. p
CORTEO
Passeggiata
di ine primavera
KARIM METREF
alla fine andata bene
per tutti, tranne che per la
stampa! Si erano preparati. Erano l
come avvoltoi intorno a un animale mo-
ribondo. Si aggiravano cercando in an-
ticipo la posizione giusta per riprendere
lo scontro inale. Armati ino ai denti:
videocamere, macchine fotograiche
con zoom in grado di riprendere i picnic
dei marziani sul pianeta rosso, microfo-
ni e registratori. Era tutto pronto.
Avevano annunciato larrivo delle
frange pi estreme del terrorismo
anarco-comuno-islamo-insurreziona-
lista. Sembrava che stessero per sbar-
care le Brigate rosse a braccetto con le
Brigate Al Aqsa. Le locandine davanti
alle edicole parlavano di agenti del
Mossad venuti in aiuto alle forze
dellordine italiane. Lambiente era
surriscaldato dal sole cocente di ine
primavera, ma anche dal terrorismo
mediatico di chi si augurava un G8 bis:
una nuova mattanza contro quei ragaz-
zacci che osano sidare lordine stabilito
dai potenti, osano bruciare, in pubblico
e davanti alle telecamere, le bandiere
delle brave nazioni colonialiste, invece
di andare in giro, come la crema dei
loro coetanei, a spaccare la testa a chi
non veste e non pensa come loro.
I negozi sono quasi tutti chiusi. Le
strade laterali vicino a via Genova, quel-
le che portano verso il Lingotto, sono
imbottite di forze dellordine in tenuta
antisommossa. Un centinaio di agenti
in ogni viuzza. Il corteo che parte da
corso Marconi modesto. Gli organiz-
zatori hanno annunciato diecimila par-
tecipanti, allinizio saranno due o tre-
mila, non di pi. La campagna di terro-
re ha dato i suoi frutti. Man mano che si
avvicina al Lingotto, per, il corteo di-
venta sempre pi lungo e pi folto.
Giovannin ha manifestato da solo.
Non si portato nessuno dei suoi amici.
La maggior parte non era interessata.
Solo Raiq bruciava dalla voglia di veni-
re, ma Giovannin gliel ha proibito.
Non ti avvicinare nemmeno a un chilo-
metro dal Lingotto, capito? Vuoi inire
nel Cpt di via Brunelleschi? Lo sai che i
capi delle associazioni e gli imam han-
no fatto i bravi invitando i fedeli a non
manifestare. Sarai lunico marocchino
l, visibile da cento metri. Se scappa
ununica manganellata sar per te!.
Alla ine del corteo, che si concluso
a piazza Fabio Filzi, Giovannin scop-
piato a ridere. Si pentiva di aver impe-
dito a Raiq di venire. Avremmo riso
insieme guardando le facce deluse dei
giornalisti, ha pensato. Si erano pre-
parati a ilmare una guerriglia urbana e
invece hanno seguito una paciica pas-
seggiata di ine primavera. p
LItalia vista dai nuovi italiani
Gli autori
p MUIN MASRI nato nel 1962 a Nablus,
in Palestina, e vive in Italia dal 1985. Ha
scritto Io sono di l (Michele Di Salvo
Traccediverse 2005) e Pronto ci sei ancora?
(Lochness Libri 2006). Un suo racconto
uscito in Amori bicolori (Laterza 2008).
p MIHAI MIRCEA BUTCOVAN nato nel
1969 in Romania e vive in Italia dal 1991.
Lavora a Milano come educatore per il
recupero dei tossicodipendenti. Ha
pubblicato Allunaggio di un immigrato
innamorato (Besa 2006).
p KARIM METREF nato in Algeria nel
1967 ed in Italia dal 1998. Giornalista e
scrittore, cura il sito letterranza.org. La sua
email karim.metref@gmail.com
internazionale 744, 16 maggio 2008 31
Ethical living
I consigli di Leo Hickman. Se comprate il televisore digitale veriicate che
non consumi pi di 5 watt in stand by e non pi di 250 quando acceso.
La cosa migliore, ovviamente, guardare meno la tv.
Lavare a trenta gradi
non sufficiente
T
renta il nuovo 40. Lo
dicono anche le grandi
marche di detersivi e i
giganti dellabbigliamento,
che da qualche tempo sban-
dierano i vantaggi ecologici
del bucato a basse temperatu-
re. Gli inglesi tendono a lavare
a qualche grado in pi rispetto
al resto degli europei e ogni
anno sprecano 1,6 miliardi di
chilowattora di energia.
La proposta di abbassare le
temperature di lavaggio ha un
senso. In base agli esperimenti
fatti con un paio di jeans, una
camicetta in ibra sintetica e
una maglietta in cotone, i vari
lavaggi rappresentano tra il 60
e l80 per cento dellimpronta
ecologica di ogni capo. Per
dietro i buoni propositi della
pubblicit si nasconde anche
una mossa propagandistica
dei produttori di detersivi: in
questo modo le aziende mi-
gliorano la loro immagine di
amiche dellambiente, senza
dover modiicare i componen-
ti dei loro prodotti come fosfa-
ti e sbiancanti ottici che inqui-
nano i corsi dacqua e i bacini
idrici.
In teoria riducendo la tem-
peratura di lavaggio riducete
anche la vostra impronta eco-
logica e in pi non rischiate di
far restringere i capi messi in
lavatrice. Vantaggi non indif-
ferenti, considerato che oggi
laviamo a pi non posso. Un
tempo il carico medio era di
4,5 chili a bucato, oggi intor-
no agli otto chili.
LUCY SIEGLE, THE OBSERVER, GRAN BRETAGNA
DOMANDE E RISPOSTE
MARCO MOROSINI
Si pu produrre il freddo
con il sole?
Circa un sesto della
produzione elettrica
mondiale usato per
frigoriferi e condizionatori e
tre quarti di questa energia
provengono da fonti non
rinnovabili. Eppure anche la
produzione di freddo
potrebbe essere ottenuta
usando energie rinnovabili,
per esempio geotermiche o
solari. Lingegnere turco-
tedesco Ahmet Lokurlu ha
inventato e produce dei
sistemi ad alta eficienza
che non generano elettricit
ma direttamente calore e
freddo per condizionatori e
frigoriferi (solitem.de). In
specchi solari parabolici
lacqua si trasforma in
vapore a 200 gradi.
Alimentando scambiatori o
condensatori, il vapore pu
essere usato per raffredda-
re frigoriferi e ambienti, per
riscaldare lacqua e gli
ediici o per alimentare
processi industriali. La
Solitem ha vinto dei premi
internazionali e inora ha
avuto come clienti alberghi,
supermercati e ufici. Ora
sta sviluppando il sistema
per ambienti pi piccoli.
MARCO MOROSINI ANALISTA SOCIO-
AMBIENTALE. HA INSEGNATO AL
POLITECNICO FEDERALE DI ZURIGO E IN
ALCUNE UNIVERSIT ITALIANE
ogni anno da Asda fossero la-
vati a 30 gradi, lenergia ri-
sparmiata servirebbe a far
funzionare 5.300 televisori.
Ma unottica un po limi-
tata, perch non tiene conto
della quantit di energia e di
risorse che si potrebbero ri-
sparmiare se smettessimo di
riempire armadi e cassetti con
montagne di indumenti. Nei
nostri guardaroba ci sono 2,4
miliardi di capi che non indos-
siamo mai o quasi mai. Per
produrre, trasportare, distri-
buire questi indumenti super-
lui sono state usate quantit
enormi di risorse. Nel libro
Sustainable fashion and texti-
les, Kate Fletcher cita uno stu-
dio olandese illuminante. I
ricercatori hanno dimostrato
che ogni indumento indossa-
to in totale per 44 giorni, e tra
un lavaggio e laltro passano
appena due o tre giorni. Pi
capi compriamo, pi questi
tempi si accorciano e aumenta
il numero dei lavaggi. Quindi,
se volete comportarvi in modo
pi sostenibile, imparate a
pensare che una macchiolina
di uovo o di burro non ha mai
ucciso nessuno.
Va bene abbassare la tem-
peratura di lavaggio, ma sa-
rebbe ancora meglio comprare
meno indumenti e indossarli
pi a lungo tra un lavaggio e
laltro. Girare la manopola dei
comandi su lavaggio ecologi-
co gi qualcosa, ma non ab-
bastanza per contribuire a sal-
vare lambiente. p gb
Ma un vantaggio solo teo-
rico. Perch considerando il
processo produttivo dei capi
dabbigliamento e la sua tossi-
cit, nemmeno il cotone pi
pulito ne esce immacolato. La
coltivazione del cotone infatti
assorbe il 25 per cento di tutti
gli agenti chimici usati in agri-
coltura. Quindi, anche lavan-
do a 30 gradi non si risolve
molto.
Questo, per, non ha impe-
dito ai supermercati britannici
Asda di votarsi alle basse tem-
perature. Da marzo, tutti i capi
venduti da una sua catena
hanno sulletichetta la scritta
lavare a 30 gradi. Se tutti i
237 milioni di capi venduti
Sono 2,4 miliardi
i capi che
indossiamo solo
raramente o mai
FA LA COSA GIUSTA
IL FATTORE U
Quando scegliete i materiali
isolanti per la casa
controllate il fattore U e
scegliete quelli con il numero
pi basso: per esempio 5,4
per i vetri singoli, 2,6 per
quelli doppi. www.foe.co.uk
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D
urante la campagna elet-
torale per le presidenziali del
2000, i repubblicani che vo-
levano fermare la corsa di
John McCain cominciarono
a dire in giro che era mezzo
matto. Sostenevano che quandera stato
prigioniero in Vietnam aveva passato
troppo tempo in gabbia: cinque anni e
mezzo nel famigerato Hanoi Hilton, la
prigione di Hanoi. Per smentire queste
voci gli strateghi della campagna eletto-
rale decisero di rendere pubbliche le car-
telle cliniche del capitano (oggi senatore)
McCain, dove si diceva che aveva la pro-
stata ingrossata e problemi a sollevare le
braccia (fratturate pi volte durante la
prigionia), ma era stato giudicato perfet-
tamente sano di mente dagli psichiatri
della marina, che lo avevano tenuto sotto
controllo per anni dopo la liberazione
dalla prigionia.
Leggendo questi referti, in effetti, vie-
ne da chiedersi come mai McCain non
sia completamente pazzo. I vietnamiti lo
torturarono per estorcergli una confes-
sione, e lui per non cedere cerc di im-
piccarsi due volte, dice il rapporto di uno
psichiatra del Jacksonville naval hospi-
tal, in Florida, che lo visit nel 1973. Un
altro aggiunge: Tre denti rotti per la
presenza di pietre nel cibo. Lo scorso
gennaio, quando ho incontrato McCain e
gli ho letto alcuni brani di questi vecchi
documenti, mi ha interrotto per precisa-
re: E anche un paio di pugni in faccia. Il
senatore dellArizona si stava prendendo
una pausa in una suite di lusso dellhotel
Beverly Hilton, a Los Angeles.
Aveva appena ricevuto il sostegno uf-
iciale alla sua candidatura dal governa-
tore della California Arnold Schwarze-
negger. McCain racconta che gli anni di
prigionia furono terribili, ma dopo un
po la sua voce si scalda e aggiunge: Per
certi aspetti stato il periodo pi bello
della mia vita, per il coraggio e il valore
delle persone con cui ho avuto il privile-
gio di prestare servizio. Sembra quasi
che si morda la lingua, poi aggiunge: I
veterani in realt odiano la guerra. Spero
che non ci sia nessuna esaltazione della
guerra in niente di quello che ho scritto o
detto.
E invece c. Del resto era dificile non
esaltare la guerra in un libro di memorie
intitolato Faith of my fathers, in cui parla
di suo nonno, che comand una lotta di
portaerei contro il Giappone durante la
seconda guerra mondiale, e di suo padre,
che fu uno straordinario comandante di
sottomarini nella seconda guerra mon-
Attenti
a McCain
Viene da una famiglia di militari ed
stato prigioniero in Vietnam. Si arrabbia
facilmente, non accetta le critiche, ma
racconta bene le barzellette. A 71 anni il
candidato repubblicano alla presidenza
degli Stati Uniti sempre in trincea
EVAN THOMAS, NEWSWEEK, STATI UNITI
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JOHN
McCAIN
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diale e comandante in capo delle forze
del Pacifico nella guerra del Vietnam.
Quello che McCain rifiuta, in realt,
lautocelebrazione. La lezione che ha
imparato dalla guerra, la vera fede dei
suoi padri, che ci sono cause pi grandi
di se stessi per cui vale la pena morire. Il
paese e la libert, per esempio.
I McCain non sono come la maggior
parte degli americani. Appartengono a
una casta di militari che ha combattuto
le guerre dellAmerica per oltre due seco-
li. Il retaggio e lesperienza della guerra
per certi aspetti hanno reso John S. Mc-
Cain iii un uomo veramente umile, ca-
pace di perdonare, perino i carcerieri di
Hanoi. Ma la sua benevolenza stata una
conquista faticosa, in un certo senso
ancora in corso, un esercizio di equili-
brio e una lotta combattuta giorno dopo
giorno.
Il ribelle che sognava Princeton
McCain spesso divertente, perfino
sprezzante, e allo stesso tempo un po tri-
ste. La collera sempre in agguato: con-
trollata, ma non del tutto. Si dice che i
suoi consiglieri devono continuamente
ricordargli di non perdere le staffe du-
rante i dibattiti con gli altri candidati.
Non vero, ribatte, mi dicono solo di
apparire presidenziale. Di tanto in tanto
lancia un sorriso che somiglia a un ghi-
gno: un meccanismo di difesa, am-
mette. Sorridere, per non sembrare ar-
rabbiato o frustrato. McCain sinfuria
con chiunque metta in dubbio il suo ono-
re, la pi sacra delle virt militari. Nei
momenti di debolezza appare suscettibi-
le, impulsivo, vendicativo, il genere di
militare rigido che bisognerebbe tenere
lontano dalla stanza dei bottoni.
Eppure conosce bene se stesso e
una sua dignit un po schiva.
Sono una persona piena di di-
fetti. Non esito ad ammetterlo.
per questo che credo molto
nella redenzione. Ho fatto tante cose
sbagliate nella mia vita. La chiave cer-
care di migliorare. I biglietti di scuse che
McCain ha inviato a molti colleghi sena-
tori possono testimoniarlo.
Se a novembre conquister la Casa
Bianca, John McCain sar il pi anziano
presidente mai eletto. Ha fatto un viag-
gio lungo e dificile: da ribelle senza cau-
sa, come si dein parlando con uno di
quegli psichiatri della marina negli anni
settanta, diventato un politico che aspi-
ra a guidare gli Stati Uniti e il mondo. Da
bambino, quando si arrabbiava trattene-
va il respiro ino a svenire (il metodo dei
genitori consisteva nel gettarlo in una
vasca di acqua gelata con tutti i vestiti).
Ha trovato la serenit, se non proprio la
pace, attraverso il dovere e una sofferen-
za che pochi conoscono.
Nel suo libro c una frase rivelatrice:
Durante una licenza dalla marina fre-
quentai il liceo. LEpiscopal high school
di Alexandria, Virginia, era una scuola
per i igli dellaristocrazia del sud. A quel-
lepoca McCain sognava di an-
dare alluniversit di Princeton.
Era rimasto affascinato dalla pi-
gra bellezza di Princeton e vole-
va frequentare i circoli di stu-
denti insieme ad altri giovani
gentiluomini. Ma era stato destinato in
dalla nascita allaccademia navale. Reag
ribellandosi. Nel suo libro The nightin-
gales song, Robert Timberg, storico e
biografo del senatore, racconta che Mc-
Cain al liceo era soprannominato punk,
teppista, nasty, cattivo, o McNasty. Un
compagno di scuola lo ha descritto come
un duro, lurido, piccolo stronzo. Al-
lEpiscopal high school, come negli isti-
tuti militari statali, i ragazzi del primo
anno tartassati dal nonnismo dei grandi
venivano chiamati rats, ratti. Il mio ri-
sentimento, insieme alle mie manifesta-
zioni di disprezzo verso le regole e le au- S
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PHOENIX, ARIZONA.
In albergo con la moglie
Cindy, dopo la vittoria
del supermarted
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IN COPERTINA
torit scolastiche, mi fece guadagnare
presto il titolo di ratto peggiore, scrive
McCain.
Ad Annapolis, allaccademia navale,
lo chiamavano slob, zoticone. Aveva pre-
so di mira un prepotente guardiamarina
del secondo anno, che lui e i suoi amici
avevano ribattezzato shitty witty the
middy, merdoso mar spiritoso. Resero
la vita impossibile a un capitano che
avrebbe dovuto insegnargli la disciplina.
Mi comportavo come un idiota, scrive
McCain. Rischi lespulsione, ma sem-
brava sapere esattamente ino a che pun-
to poteva spingersi.
Prese la laurea piazzandosi al quintul-
timo posto nel suo corso. Aveva scelto
laviazione navale, ed era a dir tanto un
pilota di medio livello, un incosciente,
che pensava solo a fare lo spaccone. Inve-
ce di fare pratica in volo passava il tempo
al bar O Club.
Voleva combattere in Vietnam e ci
riusc. Durante la sua ventitreesima mis-
sione nel Vietnam del Nord, il 26 ottobre
1967, stava volando attraverso un fitto
fuoco dellantiaerea sopra Hanoi schi-
vando i missili terra-aria quando sent
un bip: un missile aveva inquadrato il
suo aereo, proprio quando lui stava per
sganciare una bomba sul bersaglio.
Avrebbe dovuto virare per evitare il mis-
sile, racconta, ma per ostinazione, o per
una sorta di folle coraggio, vol dritto e
attiv il dispositivo della bomba. Nello
stesso momento il missile colp lala de-
stra del suo aereo. Fu espulso dallappa-
recchio in avvitamento con una tale forza
che si ruppe la gamba destra e le brac-
cia.
Il paracadute lo port su un lago al
centro di Hanoi dove una guardia nord-
vietnamita gli ruppe la spalla con il calcio
del fucile e lo colp con la baionetta a una
caviglia e allinguine. McCain riusc a so-
pravvivere in un campo di prigionia per
pura testardaggine. Lo stesso spirito
combattivo che lo aveva iccato nei guai a
scuola serv a tenergli alto il morale ma-
ledicendo e prendendo in giro le guardie
che lo tenevano segregato. Eppure scopr
che da solo non poteva farcela. Cominci
a perdersi in fantasticherie pericolose.
Mi capit diverse volte di arrabbiarmi
moltissimo perch una guardia era en-
trata nella mia cella per scortarmi al ba-
gno o per portarmi da mangiare inter-
rompendo qualche volo della fantasia,
scrive. Le guardie lo picchiavano regolar-
mente. Cercavano di sottometterlo e di
fargli confessare i suoi peccati di pira-
ta dellaria. Disperato, temendo che si
avvicinasse il momento del mio disono-
re, sal sul secchio dei riiuti e cerc di
impiccarsi legando una camicia alla per-
siana della inestra e avvolgendosela in-
torno al collo. Le guardie lo fermarono
prima che riuscisse a dare un calcio al
secchio (ci prov una seconda volta, con
meno convinzione: Forse non volevo
morire davvero, ha scritto).
A salvare McCain furono i suoi com-
pagni di prigione. Comunicavano bat-
tendo colpi sul muro o sui tubi, e col tem-
po, quando la brutalit delle guardie di-
minu, riuscirono a celebrare delle fun-
zioni religiose e organizzare dei piccoli
spettacoli. McCain era contemporanea-
mente cappellano e organizzatore dei
divertimenti: recitava i ilm che vedeva
nella sua testa. Per continuare a credere
nellamore e nellonore avevo bisogno di
sentirmi parte di una comunit molto
unita, scrive. Non ero luomo forte che
un tempo avevo creduto di essere.
Le stellette di famiglia
In effetti McCain rivel ai vietnamiti dei
dettagli irrilevanti sulla sua pirateria ae-
rea, ma era ossessionato dal pensiero
che suo padre lavrebbe scoperto. Mentre
era prigioniero, suo padre era stato pro-
mosso Cincpac, comandante in capo del-
le forze statunitensi nel Paciico, e Mc-
Cain era diventato, senza saperlo, quello
che i suoi carcerieri chiamavano un
principe della corona. Dopo circa un an-
no di prigionia gli fu offerto il rilascio.
Era una manovra propagandistica, e lui
riiut di uscire senza i suoi compagni.
Rimase in prigione per altri quattro anni.
McCain sentiva che le guardie gli riserva-
vano maggiori attenzioni (cio gli da-
vano pi botte), ma al tempo stesso non
volevano che morisse o che tornasse a
casa gravemente menomato. Lui era os-
sessionato dalla paura di disonorare la
sua famiglia. Voleva uscire dallombra di
suo padre e affermare la propria identit
agli occhi degli altri, dice una valutazio-
ne psichiatrica allegata alle cartelle clini-
che di McCain. Ora sente che la sua
esperienza e il suo comportamento come
prigioniero di guerra lo hanno inalmen-
te reso possibile. Rilasciato dopo gli ac-
cordi di pace del 1973, McCain torn
negli Stati Uniti da eroe. Quando, a una
cena, suo padre venne presentato come
il padre del comandante McCain, si sen-
t realizzato. Ce laveva fatta, ha scritto
uno psichiatra nel 1974.
Come suo padre e suo nonno, McCain
voleva diventare un ammiraglio, ma sa-
peva che, a causa dei suoi handicap isici,
non avrebbe mai comandato il gruppo da
battaglia di una portaerei, un prerequisi-
to necessario per ottenere le quattro stel-
lette come i due McCain pi anziani.
Quando lavorava come uficiale di colle-
gamento della marina presso il congres-
so, alla ine degli anni settanta, McCain
scopr di avere talento per la politica. De-
cise di candidarsi alla camera dei rappre-
sentanti. Dopo essersi risposato con la
iglia di un industriale della birra (il pri-
mo matrimonio non era sopravvissuto
alla tensione del rimpatrio), us le cono-
scenze della nuova moglie per ottenere
un seggio sicuro in Arizona. Poi eredit il
seggio di Barry Goldwater al senato nel
1987.
Secondo McCain, tra i militari ci sono
McCain sa superare le divisioni di partito. Nel
2004, durante un viaggio in Estonia, fece a
gara con Hillary Clinton a chi beveva pi vodka
Biograia
29 AGOSTO 1936. Nasce a Coco Solo nella
zona del Canale di Panama controllata dagli
Stati Uniti.
1954. Entra allaccademia navale di
Annapolis.
1958. Si laurea e viene trasferito alla base
aerea della marina di Pensacola, in Florida,
per laddestramento da pilota navale.
1965. Sposa la modella Carol Shepp, da cui
avr una iglia dopo aver adottato i suoi due
bambini.
1967. Durante la guerra in Vietnam viene
catturato, torturato e tenuto prigioniero per
cinque anni ad Hanoi.
1980. Divorzia e si risposa con Cindy Lou
Hensley, da cui avr tre igli.
1981. Lascia lesercito e si trasferisce
in Arizona, dove lavora nellazienda del
suocero.
1986. Dopo due mandati al congresso,
eletto al senato.
2000. Corre alle primarie per le presidenziali
ma viene sconitto da George W. Bush.
25 APRILE 2007. Annuncia la sua
candidatura per le elezioni del 2008.
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U
n conservatore in senso
lato, che ogni tanto si com-
porta da cane sciolto ma
di una sincerit irriducibi-
le: questo che la maggior parte degli
americani pensa di John McCain. In
realt si tratta di una valutazione quasi
completamente infondata. McCain ha
pi volte espresso punti di vista lontani
anni luce dallortodossia conservatrice,
ma si anche reinventato da cima a
fondo. A tal punto che diventato quasi
impossibile capire cosa pensi davvero.
Le conversioni in politica non sono
certo una novit, e tanto meno uno
scandalo. Ma la metamorfosi ideologi-
ca di John McCain straordinaria per
due motivi. Innanzitutto perch Mc-
Cain non ha attraversato lo spettro po-
litico soltanto una volta, ma due. Se-
condo, perch si riiuta di ammetterlo.
Nel 1987 McCain si guadagnato il
suo seggio al senato presentandosi co-
me lerede ideologico di Barry Goldwa-
ter, il padre della destra conservatrice
statunitense. Per un po ha mantenuto
la promessa, con leccezione di un paio
di episodi in cui si comportato da ir-
regolare: la sua crociata contro i gran-
di produttori di sigarette e quella per la
riforma dei inanziamenti elettorali.
Poi per, durante e dopo la sua cam-
pagna per le presidenziali del 2000, si
veriicato un cambiamento spettacola-
re. I conservatori accusano continua-
mente McCain di infedelt, ma lopi-
nione pubblica non si rende conto dav-
vero delle reali dimensioni del fenome-
no. I giornali, del resto, non parlano
quasi pi di come ha votato McCain du-
rante il primo mandato presidenziale di
Bush. In realt il candidato repubblica-
no alla presidenza ha una storia segreta
semplicemente stupefacente. Non
esagerato affermare che dal 2001 al
2004 McCain stato il membro del
congresso che ha portato avanti pi ef-
icacemente il programma dei demo-
cratici.
Nel 2002 il senatore dellArizona
aveva compiuto unaltra metamorfosi
che lo ha reso quasi irriconoscibile. Non
si pu dire che fosse diventato un libe-
ral nel senso convenzionale del termi-
ne: era ancora contrario allaborto (ma
largomento non sembrava appassio-
narlo granch) e continuava a essere un
falco in politica estera. Ma anche ri-
spetto a tanti democratici moderati, e
perino a tanti democratici progressisti,
era pi disposto a battersi contro la lob-
by degli affaristi. In questa fase, la dei-
nizione pi calzante per McCain era
quella di progressista alla Theodore
Roosevelt, cio uno che tende a vedere
la politica come una contesa tra gli inte-
ressi nazionali da una parte e gli inte-
ressi privati ed egoistici dallaltra, e
pensa che il governo debba attivarsi per
bilanciare gli eccessi del sistema capita-
listico. Roosevelt, come McCain sapeva
benissimo, abbandon il partito repub-
blicano perch lo considerava asservito
al grande capitale. McCain non uscito
dal suo partito, ma ci andato vicino. Il
Washington Post e The Hill hanno rife-
rito che nel 2001 si incontrato con al-
cuni dirigenti democratici per discutere
un eventuale cambio di partito. McCain
e i suoi alleati smentiscono questa noti-
zia, e i giornalisti che seguono la sua
campagna elettorale non ne parlano
quasi mai. Citano di rado anche il fatto
che nel 2004 John Kerry lo ha corteg-
giato, nella speranza che accettasse di
entrare nel suo ticket candidandosi alla
vicepresidenza. I cinque o sei incontri
che i due avrebbero avuto non sono
compatibili con limmagine di un con-
servatore al cento per cento.
Il falco
Terminato il lirt con Kerry, McCain ha
deciso che lunica via plausibile per
conquistare la presidenza nel 2008 era
candidarsi per il Partito repubblicano.
E cos ha fatto il possibile per ingraziar-
si lestablishment del Grand old party,
senza tuttavia intaccare la sua reputa-
zione di uomo di incrollabili princpi.
La priorit assoluta era rendersi accet-
tabile alla destra sulla politica iscale. Il
primo passo verso la redenzione Mc-
Cain lha fatto nel 2005, smettendo di
ostacolare in aula labrogazione del-
Da quando diventato senatore, John McCain
ha votato tutto e il contrario di tutto. Eppure
considerato un uomo dai solidi princpi
JONATHAN CHAIT, THE NEW REPUBLIC, STATI UNITI
Professione
dissidente
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FLORIDA,
AGOSTO 2004.
Con George
W. Bush
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IN COPERTINA
due tipi di leader: il tipo che pianiica la
vittoria, come il generale George Mar-
shall o il generale Dwight Eisenhower, e
il tipo che sa ispirare, come suo padre o
suo nonno, uomini che forse non sono
particolarmente organizzati ma hanno il
dono di sapere guidare gli uomini in bat-
taglia. Analogamente, sostiene McCain,
ci sono diversi tipi di senatori. Uno
quello che si occupa dei dettagli, come
per esempio gli stanziamenti per la co-
struzione della strada o della tangenzia-
le. il tipo di legislatore attento alle mi-
nuzie che aiutano un politico a farsi
rieleggere, spiega. E aggiunge senza en-
tusiasmo: Io rispetto questo tipo di se-
natori. Poi ci sono i senatori che decido-
no, e chiaramente sono questi il modello
di McCain. Se ne ricordava ogni giorno,
andando al lavoro, quando passava ac-
canto alla statua di Richard Russell, se-
natore della Georgia, saggio conidente
di Lyndon Johnson e potente presidente
del comitato per i servizi armati del sena-
to.
McCain ha molti ammiratori tra i suoi
colleghi. Lo considero un leader, affer-
ma la senatrice Susan Collins, repubbli-
cana del Maine e membro del comitato
sui servizi armati. In senato ha creato
alleanze bipartisan su molte questioni,
tra cui il riscaldamento globale, il inan-
ziamento delle campagne elettorali, la
carta dei diritti del malato e le emissioni
di gas serra. un vero protagonista. Ha
un impatto tremendo, anche quando
non siamo dalla stessa parte. Di solito
tra i primi a individuare un problema, e
ha sempre ragione.
McCain ha davvero la capacit di su-
perare le divisioni di partito. Nel 2004,
durante un viaggio uficiale in Estonia,
fece una gara con Hillary Clinton a chi
beveva pi vodka. Lex leader della mag-
gioranza democratica Tom Daschle ha
raccontato di aver parlato seriamente
con lui, nel 2001, per convincerlo a pas-
sare al Partito democratico. Non avrei
mai lasciato il mio partito, chiunque pu
testimoniarlo, sono stato uno dei mili-
tanti repubblicani pi convinti, insiste
ora McCain. Non un tipo solitario, ma
dimostra indipendenza di giudizio. Le
persone che lavorano con lui gli sono de-
vote e si deiniscono McCainiaci.
Ma ci sono alcuni senatori ed ex parla-
mentari che ancora si leccano le ferite dei
loro scontri con McCain. John sa rac-
contare una barzelletta e farti ridere, e io
mi sono divertito parecchio con lui, dice
lex senatore del New Hampshire Bob
lestate tax, limposta di successione
sulle propriet immobiliari. Il passo
successivo stato rassicurare i conser-
vatori, dicendosi favorevole a rendere
permanenti gli sgravi iscali contenuti
nel provvedimento promosso da Bush.
Per un politico che vuol apparire since-
ro e coerente stata una mossa alquan-
to problematica, visto che in preceden-
za aveva votato contro lo stesso provve-
dimento.
Tuttavia McCain si servito anche di
tecniche pi rafinate, in primo luogo
quella di spostare semplicemente lac-
cento da un problema allaltro. Dopo
essersi tenuto a distanza dal presidente
Bush per anni, nellestate del 2004 ha
cominciato a tesserne le lodi sperticate,
ha smesso di votare con i democratici a
favore di leggi che non piacevano ai re-
pubblicani e ai lobbisti di Washington,
e ha posto al centro dellattenzione uno
dei pochi punti su cui concorda al cento
per cento con la destra repubblicana: il
voto a favore della guerra in Iraq.
Paradossalmente, questa mossa si
dimostrata vincente proprio perch la
guerra era sempre pi contestata.
Schierandosi con i falchi, il senatore
McCain ha dimostrato ai conservatori
di essere pronto a contrastare lopinio-
ne pubblica. Stranamente, per, la
stampa ha interpretato questa presa di
posizione come unulteriore prova della
rettitudine di McCain: i giornali hanno
cominciato a dipingerlo come un uomo
disposto a perdere la presidenza pur di
tener fede alle sue convinzioni. In real-
t, le sue convinzioni sulla guerra erano
perfettamente allineate con il suo inte-
resse personale, visto che i conservatori
pi tenaci, cio quel pezzo di elettorato
che McCain voleva corteggiare, erano
tutti con Bush.
Ma spostare laccento sulla guerra
ha portato anche un altro vantaggio a
McCain: ha spinto i mezzi dinforma-
zione a osservare la sua campagna elet-
torale quasi soltanto attraverso la lente
dellIraq, chiudendo un occhio sul com-
portamento opportunistico del senato-
re. Nel 2005 McCain stato tra i soste-
nitori della legge di Bush sullimmigra-
zione che prevedeva la legalizzazione
dei clandestini che lavoravano negli
Stati Uniti. Allepoca erano pochi gli
elettori che prestavano attenzione al
provvedimento, e per McCain votare a
favore stata una buona occasione per
conquistarsi la benevolenza dellammi-
nistrazione e di alcuni lobbisti. Quando
per esplosa lopposizione dei mili-
tanti di base, McCain si visto costretto
a dichiarare in pubblico che aveva rice-
vuto il messaggio e non avrebbe pi
fatto pressioni sullargomento. Non
molto tempo fa, in occasione di un di-
battito elettorale, ha dichiarato che se il
congresso avesse approvato la legge
sullimmigrazione da lui stesso presen-
tata, non lavrebbe pi irmata. Una for-
mula perfetta per dare un colpo al cer-
chio e uno alla botte: agli occhi della
stampa si presentato come un candi-
dato iloimmigrati, ma al tempo stesso
ha promesso ai conservatori che si sa-
rebbe schierato al loro ianco.
Larma vincente
Per tutti questi motivi, cercare di capire
quale sarebbe la linea politica di Mc-
Cain se diventasse il presidente degli
Stati Uniti diventato un esercizio raf-
inatissimo: si tratta di prevedere chi
inganna di volta in volta e perch. Mc-
Cain un candidato in cui quasi tutti
riescono a trovare qualcosa di apprez-
zabile. I liberal possono ammirare il
suo essere progressista in modo istinti-
vo e sperare che stia solo ingendo di
compiacere la destra. I conservatori
possono credere che seguir la rotta che
gli tracceranno i suoi consiglieri e si ri-
terr vincolato da tutte le promesse che
ha fatto. Ma perino le sue posizioni in
politica estera, con cui attualmente vie-
ne pi spesso identiicato, sono una no-
vit. Inizialmente McCain era contrario
allintervento in Bosnia e non era pro-
penso a condurre, ai tempi della prima
guerra del Golfo, una sanguinosa cam-
pagna sul terreno.
La cosa sorprendente di McCain
che la sua reputazione di uomo coeren-
te con i suoi princpi sia rimasta assolu-
tamente intatta. Ed larma politica pi
eficace di cui dispone contro i suoi av-
versari.
Ogni volta che cambia idea e posi-
zione riesce a convincere i suoi nuovi
alleati che la sua una conversione sin-
cera, rafforzando cos limmagine di uo-
mo dai princpi incrollabili. Ma chi
davvero John McCain? p ma
Jonathan Chait un commentatore sta-
tunitense. Scrive su The New Republic e
sul Los Angeles Times.
I repubblicani sono stati abili a nominare un
candidato che gli americani rispettano.
Ma McCain ha poche speranze di vincere
ANDREW SULLIVAN, THE SUNDAY TIMES, GRAN BRETAGNA
M
olti sono convinti
che oggi luomo da batte-
re sia John McCain.
Lidea che lo scontro tra
Hillary Clinton e Barack Obama sta fa-
vorendo il senatore dellArizona.
McCain appare sereno. Con il tem-
po ha acquisito una compostezza e una
professionalit da uomo politico navi-
gato. La storia ha avuto un occhio di ri-
guardo nei suoi confronti: con il senno
di poi, se potessimo tornare al 2000
chi sceglieremmo tra lui e George W.
Bush?
Il suo discorso del 26 marzo sulla
politica estera stato unimportante ed
elegante affermazione di un nuovo im-
pegno. Gli europei, e i britannici in
particolare, dovrebbero sapere che il
candidato repubblicano alla presiden-
za crede ancora nellindispensabile
ruolo di guida degli Stati Uniti nel
mondo, ma sa anche che lunilaterali-
smo arrogante si paga a caro prezzo.
Dobbiamo tenere in considerazione il
punto di vista dei nostri alleati e rispet-
tare la loro volont, ha detto. Quando
riterremo necessaria unazione inter-
nazionale, sia militare sia economica e
diplomatica, cercheremo di convincere
i nostri amici delle nostre ragioni. Ma
dovremo anche essere disponibili a la-
sciarci convincere dalle loro.
McCain sa perfettamente che non
pu e non deve vincere queste elezioni
puntando a essere un nuovo George W.
Bush. un combattente, un repubbli-
cano romantico e sanguigno, alla Ted-
dy Roosevelt, ma anche un realista
che riconosce i danni subiti dalla credi-
bilit degli Stati Uniti negli ultimi sette
anni. stato uno dei pochi senatori a
capire che la Casa Bianca aveva com-
pletamente perso la bussola morale au-
torizzando la tortura e i metodi di in-
terrogatorio che molto tempo fa lui
stesso ha subto. Gli americani lo con-
siderano, in base agli standard politici,
onesto e rispettabile. La sua et e il suo
stato di salute saranno ostacoli insupe-
rabili?
Alla ine del primo mandato Mc-
Cain avrebbe 76 anni. Il suo isico se-
gnato dalla tortura e il suo viso da un
melanoma che ha avuto di recente. In
tv i comici lo chiamano Nonno Simp-
son. Ma la verit che basta stargli a
ianco qualche minuto per rendersi
conto di quanta energia, dinamismo e
gusto per la vita lo sostengono. Aven-
doli visti entrambi in azione, direi che
Obama si stanca prima di McCain.
Passato contro futuro
Tuttavia le possibilit che McCain vin-
ca a novembre sono scarse. La sua stra-
da in salita. Non a causa dellet, ma
per alcune ragioni di fondo.
Innanzitutto i soldi. A novembre
McCain dovr molto probabilmente
affrontare Barack Obama, cio un can-
didato che nei primi tre mesi del 2008
ha raccolto 131 milioni di dollari. Tra
gennaio e febbraio, McCain ha raccolto
appena 23 milioni. E la macchina elet-
torale di Bush non si ancora mossa
per sostenerlo. La destra religiosa, da
parte sua, non pu e non vuole appog-
giarlo. McCain non uno di loro: an-
tiabortista e contrario al matrimonio
gay, ma non sono i temi centrali della
sua campagna. McCain sempre stato
un sostenitore delloccupazione in Iraq
e in questi mesi si lasciato andare ad
alcune rovinose dichiarazioni sulla
possibilit di bombardare lIran e re-
stare in Iraq per cento anni, se neces-
sario. In un paese siancato da una
guerra che non sembra dare frutti,
queste prese di posizione sono partico-
larmente infelici. Ed dificile immagi-
nare che linvio di nuove truppe in Iraq
possa aiutarlo a novembre. McCain
un candidato di guerra e la guerra oggi
estremamente impopolare. I sondag-
gi, inoltre, indicano che il tema domi-
nante della campagna elettorale sar
leconomia, un argomento verso il qua-
le lo stesso McCain non esita ad am-
mettere il suo disinteresse. Il vecchio
senatore per contrario a usare le tas-
se dei contribuenti per dare una mano
alle vittime della bolla immobiliare.
Una posizione decisamente poco ap-
prezzata dal cuore povero della nazio-
ne.
Sono due i temi che giocano a sfavo-
re di McCain nello scontro con Obama.
Il primo lIraq: Obama ha votato con-
tro una guerra impopolare, McCain ha
sostenuto sia linvasione sia linvio di
nuove truppe. Laltro let: Obama a
novembre avr 47 anni, McCain 72.
Sono il futuro contro il passato, e gli
americani sono persone orientate al fu-
turo. Inoltre queste elezioni hanno
smentito la tendenza allastensione
delle giovani generazioni: se Obama
sar il candidato dei democratici, i gio-
vani e i neri voteranno in massa, come
non succede pi dagli anni sessanta.
Inine, pi semplicemente, conter
il fatto che in tempo di guerra e reces-
sione il partito del presidente in grave
dificolt. I repubblicani sono stati abi-
li a nominare il meno repubblicano dei
loro candidati. Ma le probabilit che a
vincere sia un democratico sono eleva-
te. Ecco perch Hillary Clinton per ora
non si ritira. Sa che lo scontro di questa
primavera potrebbe rivelarsi pi im-
portante di quello del prossimo autun-
no. Anche McCain lo sa, ma nella sua
lunga carriera ha imparato che tutto
pu succedere. lunica speranza della
Clinton. E anche di McCain. p sv
Andrew Sullivan un giornalista sta-
tunitense. stato direttore del settima-
nale New Republic. Ha un blog:
andrewsullivan.theatlantic.com.
Missione
impossibile
40 internazionale 744, 16 maggio 2008
IN COPERTINA
Smith. Questo il lato di McCain che ve-
de la stampa. Ma dietro le quinte si na-
sconde un uomo meno affabile. Si pu
dissentire senza essere sgradevoli, con-
tinua Smith. E John non capace di far-
lo. Se non daccordo con te, diventa
molto spiacevole.
Lira del senatore
Sul senator hothead, il senatore testacal-
da, come lo hanno ribattezzato, circolano
molte leggende. Si dice che abbia inveito
contro i suoi colleghi senatori e ne abbia
addirittura spintonato qualcuno, com-
preso il defunto Strom Thurmond, che
allepoca del presunto incidente era un
petulante novantenne. Nel 1992 insult
il senatore repubblicano Chuck Grassley,
che per pi di un anno non gli rivolse la
parola. A quanto si dice McCain ha im-
parato a controllare i suoi scatti dira,
eppure ci sono dei momenti in cui non ci
riesce. Nella primavera del 2007, in un
incontro a porte chiuse dei senatori e dei
loro staff, il senatore del Texas John Cor-
nyn cerc di emendare il progetto di leg-
ge sullimmigrazione per escludere i con-
dannati per reati gravi, i terroristi e i
membri di bande criminali. Temendo
che qualunque tentativo di emendare il
progetto di legge potesse comprometter-
Jimmy Carter. Ma lui. La sua voce si
afievolisce. Uno simmagina che il pre-
sidente sia freddo, calmo e composto. il
comandante in capo.
McCain ammette di aver avuto qual-
che volta forti dissensi con chi decide i
inanziamenti: Certo che s. Ma snoc-
ciola un elenco di illustri repubblicani
che lo stimano, tra cui il senatore John
Warner della Virginia e lex senatore
Trent Lott del Mississippi. Non ottieni il
sostegno di queste persone se non ti sti-
mano, dice. cos che funziona il sena-
to, non questione di amicizia. Quanto
alle sue arrabbiature, replica spazientito:
Vuole sapere se mi sono arrabbiato
quando ho visto gli abusi commessi da
Jack Abramoff (il lobbista condannato
per uno scandalo di corruzione) e dai
suoi amici e membri del congresso? Cer-
to che s.
McCain in rapporti piuttosto freddi
con i conservatori di Washington, com-
preso Grover Norquist, leader di un mo-
vimento contro le tasse e uomo vicino a
molti lobbisti di destra. McCain reagi-
sce male quando lo criticano, sostiene
Norquist. Quando la National rile asso-
ciation (Nra, lassociazione nazionale per
le armi) e i gruppi per il diritto alla vita lo
hanno criticato, ha reagito come se fosse-
ne lapprovazione (il progetto non pas-
sato), McCain scatt: Queste sono caz-
zate. Cornyn gli rispose bruscamente
che non poteva paracadutarsi l allulti-
mo momento per motivi elettorali e met-
tersi ad avanzare pretese. Vaffanculo,
replic McCain davanti a trenta testimo-
ni. Anche il senatore Thad Cochran, re-
pubblicano del Mississippi, ha avuto la
sua dose di scontri con McCain, quasi
sempre per qualche stanziamento che
McCain considerava una spesa elettora-
listica. Si scalda, racconta Cochran.
Diventa rosso in faccia e alza la voce.
Secondo Cochran, che non considera
chiusa lamicizia con McCain (almeno
da parte mia), al senato negli ultimi
tempi circolano parecchie storie sul se-
natore testacalda, rinfocolate dalla re-
cente ondata di interesse della stampa.
Sono rimasto sorpreso quando ho sco-
perto che moltissimi senatori avevano
sperimentato di persona le sfuriate di
McCain, dice Cochran. Ma il carattere di
McCain in qualche modo negativo o
inopportuno per un candidato alla presi-
denza? Non saprei, risponde Cochran.
Sicuramente da quando sono qui non
ho conosciuto nessun presidente con un
carattere come il suo. Qualcuno si arrab-
biava, certo. Ronald Reagan, e anche
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NEW HAMPSHIRE,
NOVEMBRE 1999.
Durante le primarie
del 2000
internazionale 744, 16 maggio 2008 41
IN COPERTINA
ro attacchi personali. Poi, per vendicarsi
della Nra, ha sostenuto dei progetti di
legge sul controllo delle armi. Norquist
nega di aver mai litigato con McCain, an-
che se stato citato in giudizio come te-
stimone quando il comitato per gli affari
dei popoli nativi presieduto da McCain
ha esaminato la posizione di Abramoff
(amico ed ex socio daffari di Norquist),
accusato di derubare i gruppi di nativi
americani che chiedevano licenze per il
gioco dazzardo. Certa gente del suo staff
mi ha fatto passare un brutto quarto
dora, racconta Norquist. Ma tutto be-
ne quel che inisce bene.
Testardo e vendicativo
Se McCain non sopporta gli sciocchi
perch fanno tante sciocchezze che nuoc-
ciono allinteresse nazionale, dice la se-
natrice Susan Collins. Non l ho mai vi-
sto perdere il controllo. Quello che ho
visto un McCain giustamente arrabbia-
to, anche molto arrabbiato, per un caso
di corruzione per una spesa assurda.
John una persona piuttosto disciplina-
ta, anche a livello emotivo, conferma il
senatore Joe Lieberman. Se l ho visto
reagire con foga? Certo. Ma non il ge-
nere di arrabbiatura che ti fa perdere il
controllo: passione per le cose. Richard
Shelby, senatore repubblicano dellAla-
bama, ricorda di aver assistito a una tipi-
ca esplosione di McCain quando, nel
2001, cerc di far passare uno stanzia-
mento di un milione e mezzo di dollari
per il restauro di unenorme statua in
ghisa di Vulcano, il dio del fuoco, che si
trova a Birmingham.Una volta che ha
sentito puzza di corruzione, McCain non
molla la presa. Quando cominci a inda-
gare sulla Boeing per quello che secondo
lui era un contratto troppo vantaggioso
con laeronautica per il leasing dei tanker
da trasporto, si scopr che la Boeing ave-
va violato la legge ingaggiando un ex uf-
ficiale. McCain torment il Pentagono
bloccando le promozioni nellaeronauti-
ca ino a quando il dipartimento per la
difesa produsse delle presunte email in-
criminanti. Il Pentagono fece quadrato e
McCain piomb urlando nelluficio del-
lallora segretario alla difesa Donald Ru-
msfeld, raccontano un funzionario del
Pentagono e un consigliere di Rumsfeld
che hanno voluto restare anonimi. Mc-
Cain pensava che Rumsfeld avesse messo
in dubbio il suo patriottismo, un affronto
intollerabile per la sua concezione del
mondo. Mark Salter, consulente di lunga
data, nega che lepisodio sia mai avvenu-
to. McCain sa essere vendicativo. Ha
una lista di nemici pi lunga di quella di
Nixon, sostiene un ex funzionario del
Pentagono che non vuole inire nellelen-
co. E, a differenza di Nixon, McCain cer-
ca davvero di renderti la vita impossibi-
le. Dopo lo scandalo della Boeing, tre
funzionari dellaeronautica che si erano
dimessi scoprirono che uno dei principa-
li collaboratori di McCain aveva sparso la
voce negli ambienti della difesa che
chiunque li avesse assunti avrebbe ri-
schiato la disapprovazione del senatore.
McCain ha unirruenza che fa inner-
vosire chi esperto di politica estera.
Uno di loro, un ex alto funzionario in di-
verse amministrazioni repubblicane che
qualche volta d consigli McCain e
vuole continuare a farlo preoccupato
per i giudizi bizzarri e per la sua ostina-
zione a non cambiare mai idea.
Politicamente McCain potr aggiu-
stare il tiro alloccorrenza, ma evidente-
mente tutto quello che somiglia a uno
scambio di favori lo deprime. Un anno fa
era in testa alla corsa, aspirava al ricono-
scimento dellestablishment repubblica-
no e contava di ereditare la macchina per
raccogliere fondi di Bush. Ma quando la
sua raccolta di fondi si bloccata, ha sca-
ricato alcuni degli organizzatori della
campagna elettorale e si ritrovato anco-
ra una volta a fare il cane sciolto. McCain
sostiene che i rimpasti dello staff non so-
no una novit nelle elezioni presidenzia-
li, ed vero. E spiega che ha perso con-
sensi tra i conservatori perch era favore-
vole a un compromesso sullimmigrazio-
ne. Allinizio del 2007, racconta un ex
assistente che preferisce evitare lira di
McCain restando anonimo, quando al-
cuni dei suoi consulenti cercarono di am-
morbidire le sue posizioni sullimmigra-
zione e sullIraq, lui scatt: Non cercate
di farmi cambiare idea.
Era una delle sue tipiche posizioni di
principio. Eppure le qualit di leader di
McCain sono state messe in questione
dal disastro inanziario della sua campa-
gna. Nessuno sapeva chi era il capo, di-
ce un suo vecchio amico e consigliere che
non vuole essere citato. Non riuscivi a
fare in modo che la gente ti ritelefonasse.
Era una pessima situazione. Ed era an-
cora pi inquietante, prosegue, che Mc-
Cain ignorasse il problema: Non sem-
brava che volesse affrontarlo davvero.
Lestate scorsa McCain ha detto a
Newsweek che non si era mai sentito
troppo a suo agio a correre come capoli-
sta. Qualche mese dopo, era di nuovo in
prima linea. Oops! Guai in arrivo!, mi
ha detto ridacchiando a gennaio, dopo
che i soldi erano ricominciati ad arrivare.
Dando scherzosamente laddio ai motel
da due soldi lui e i suoi collaboratori si
godevano la suite allhotel Beverly Hills.
McCain, che non ha mai ottenuto le stel-
lette e i gradi esibiti dal padre e dal non-
no, ha davvero lopportunit di diventare
il comandante in capo. Far sicuramente
tutto quello che in suo potere per con-
servare la fede dei suoi padri. Lotter. Lo
ha sempre fatto. p gc
Certa gente del suo staff mi ha fatto passare
un brutto quarto dora, racconta Norquist.
Ma tutto bene quel che inisce bene
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NORTH CAROLINA,
SETTEMBRE 2007. Prima
di unintervista in tv
42 internazionale 744, 16 maggio 2008
RIVISTA INTERNAZIONALE
DI ECONOMIA, POLITICA E CULTURA
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Baldini Castoldi Dalai editore
east
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da due
convinzioni.
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sul terreno delle idee, riscoprendo
e valorizzando le radici comuni
e non nascondendosi le differenze
a volte molto grandi che
permangono fra i suoi partner
allinizio del Terzo Millennio
e in una fase ormai avanzata
del processo di globalizzazione,
necessario analizzare senza
pregiudizi e confrontarsi
apertamente con lemergente
leadership asiatica.
oltre spese di spedizione secondo peso e tariffe postali per lestero
L
a mattina del 2 giugno 2006,
Ahmad Mudakir, un operaio di 33
anni di Porong, un tranquillo di-
stretto di Java Orientale, era nel
giardino di casa sua e stava traficando
con la moto. Poco dopo le otto ha sentito
un boato sotterraneo: un fatto preoccu-
pante, ma non insolito in questa zona ad
alto rischio sismico nel cuore dellIndo-
nesia. Quello che successo un attimo
dopo, invece, era davvero insolito. Un
suo vicino, che stava facendo colazione
in casa, stato proiettato fuori, sulla
strada. C stata unesplosione, ricorda
Mudakir, poi cominciato a scorrere il
fango. Un getto di melma rovente alto
cinque metri ha sfondato il tetto della
casa del suo vicino. Mudakir rientrato
subito in casa a prendere la madre e i
due fratelli. Il paese era nel panico. Tut-
ti scappavano. Mudakir non si ferma-
to a prendere le sue cose. Non pensava
che non avrebbe mai rivisto la sua casa.
Oggi, il villaggio di Mudakir non c
pi. sommerso da un lago di fango co-
lor grigio cenere, cos come gran parte di
Porong. La citt inita sotto cento mi-
lioni di metri cubi di melma che hanno
ricoperto dodici villaggi, costringendo
alla fuga circa 16mila persone. Dove un
tempo cera la casa di Mudakir ora si ve-
de una distesa gorgogliante, da cui spun-
tano rami dalbero e tetti di case.
La melma tossica continua a emerge-
re al ritmo di 150mila metri cubi al gior-
no: abbastanza da riempire cinquanta
piscine olimpioniche. Gli abitanti la
chiamano Lusi, un neologismo formato
da una contrazione di lumpur, fango in
indonesiano, e Sidoarjo, il nome della
citt pi vicina. Lusi un vulcano di fan-
go, anche se il fango somiglia pi ad ac-
qua salmastra. E a differenza dei norma-
Il vulcano
di fango
Un intero distretto sotto la melma da due
anni. Leruzione non si ferma. Gli sfollati
sono migliaia. Evento naturale, come dice
il governo, o disastro industriale?
PETER RITTER, TIME, STATI UNITI
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JAVA ORIENTALE. Un villaggio sommerso
nei pressi di un pozzo di gas della
societ Lapindo
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INDONESIA
internazionale 744, 16 maggio 2008 45
INDONESIA
li vulcani che costellano il territorio, non
si capisce cosa lo alimenti. Non ho mai
visto nulla del genere, spiega Richard
Davies, un geologo delluniversit bri-
tannica Durham esperto di vulcani di
fango. una di quelle scene che ti fanno
dire Oddio, che casino appena le vedi.
Forze di terra
Dallepicentro delleruzione nota ai la-
voratori del sito come il grande buco
si alza un pennacchio di fumo bianco
alto 30 metri, che oscura il sole e diffon-
de nellaria un odore sulfureo di uova
marce. Decine di camion stanno fermi
in ila sulla vicina strada lastricata che
porta alla caldera. Aspettano di scarica-
re terriccio nella diga gigantesca che do-
vrebbe arginare il fango.
Sono gi stati trasportati due milioni
e mezzo di metri cubi di terra per co-
struire tredici chilometri di argini intor-
no alla zona. Decine di gru lavorano tut-
to il giorno su terrapieni alti quasi venti
metri. Pi il fango sale, pi devono rial-
zare gli argini. Lusi, per, pi veloce
dellingegneria. Le dighe si sono aperte
due volte lultima il 4 gennaio e il fan-
go ha travolto altre abitazioni.
Il 22 novembre 2006, una conduttu-
ra di gas naturale ha ceduto sotto il peso
della terra, provocando una gigantesca
esplosione che ha carbonizzato 13 ope-
rai. Secondo il Fondo monetario inter-
nazionale, Lusi gi costato allIndone-
sia 3,7 miliardi di dollari tra danni e
prevenzione. E la situazione destinata
a peggiorare. Mano a mano che sgorga il
fango, larea intorno allepicentro
delleruzione continua ad affondare.
LIndonesia ha una conformazione
geologica che allo stesso tempo una be-
nedizione e una sfortuna. La cenere vul-
canica contribuisce a rendere fertile il
terreno dellarcipelago, ma le eruzioni
uccidono regolarmente migliaia di per-
sone. Il paese, inoltre, ricco di minera-
li e petrolio: esporta quasi mezzo milio-
ne di barili al giorno e nel complesso le
ricchezze del suo sottosuolo costituisco-
no circa il 30 per cento delle esportazio-
ni. Ma gli stessi processi geologici che
formano questa ricchezza provocano ca-
tastroi come il terremoto e lo tsunami
che nel 2004 uccisero pi di 160mila
persone a Sumatra.
Lusi, per, non ha molto in comune
con i fenomeni precedenti. Gli sfollati
attribuiscono la responsabilit del disa-
stro alla Pt Lapindo Brantas, societ mi-
neraria indonesiana che estrae gas natu-
rale nella zona. La Lapindo parzial-
mente controllata dalla famiglia di Abu-
rizal Bakrie, ministro per il welfare, uno
degli uomini pi ricchi dellIndonesia e
braccio destro del presidente Susilo
Bambang Yudhoyono. Secondo le vitti-
me della catastrofe la risposta delle au-
torit sarebbe rallentata dallincompe-
tenza e da una rete di inluenze politiche.
C molta difidenza, dice Mas Achmad
Santosa, uno dei pi importanti avvoca-
ti indonesiani ed esperto di questioni
ambientali. Politicamente una patata
bollente.
Alcuni geologi indipendenti, tra cui
Richard Davies, sono convinti che la La-
pindo abbia stuzzicato il sot-
tosuolo indonesiano mettendo
in moto gli elementi naturali:
Sono sicuro che la colpa tutta
delle trivellazioni, spiega. Do-
po aver visitato e studiato a fon-
do leruzione di Porong nel 2007, Davies
pensa di sapere cosa successo. Il 27
maggio 2006 il pozzo Banjar Panji-1, di
propriet della Lapindo, era stato aper-
to in un terreno non lontano dal villag-
gio di Ahmad Mudakir. Lobiettivo era
raggiungere uno strato calcareo a circa
tremila metri di profondit. Le trivelle
della Lapindo cercavano depositi di gas
naturale, ma il Banjar Panji-1 era un
pozzo esplorativo: nessuno conosceva
esattamente le condizioni del sottosuolo
di Porong. Le trivelle erano gi arrivate a
2.800 metri di profondit quando qual-
cuno ha notato un calo di pressione
allinterno del pozzo.
Il calo, definito in gergo perdita di
circolazione, non raro nellestrazione
del gas. Di solito signiica che le spacca-
ture naturali allinterno dellapertura
del pozzo provocano una perdita di li-
quido. Gli ingegneri della Lapindo han-
no pensato di risolvere il problema pom-
pando fango allinterno del pozzo per
chiudere le crepe e ripristinare il livello
di pressione. Poi hanno cominciato a
estrarre la trivella. Secondo Davies la ri-
mozione della trivella ha causato una
forte scossa che invece di espellere lac-
qua e il gas ad alta pressione provenienti
dalla roccia circostante li ha risucchiati.
Per impedire unesplosione potenzial-
mente pericolosa, gli operai hanno atti-
vato dei ventilatori in supericie, cos da
imbottigliare la pressione allinterno
del pozzo. Ma era gi troppo tardi. Lac-
qua proveniente da una falda a centinaia
di metri di profondit schizzata verso
lalto, portando con s i detriti di uno
strato di roccia. Le trivellazioni della La-
pindo, sostiene Davies, hanno creato
una sorta di pompa naturale. Non po-
tendo uscire dal pozzo chiuso, lacqua ha
cercato altre strade. Intorno alle 5 del
mattino successivo c stata la prima
eruzione in una risaia a circa 150 metri
dallimpianto Banjar Panji-1.
Strutture mancanti
Tutto questo non sarebbe dovuto succe-
dere, osserva Richard Swarbrick, esper-
to britannico di pressione geologica e
consulente di compagnie petrolifere. Di
solito, quando si estrae in aree geologi-
camente instabili, le aziende installano
dei rivestimenti in acciaio negli
strati pi profondi, dove la bas-
sa densit della roccia potrebbe
causare una fuoriuscita di liqui-
do. Nel caso di una scossa, la
struttura in acciaio assicura
lintegrit del pozzo. Swarbrick, che ha
esaminato il piano di estrazione della
Lapindo, sostiene che la compagnia ini-
zialmente voleva installare le strutture
di supporto a 1.000, 1.400 e 2.600 me-
tri. La progettazione convenzionale in
quel tipo di condizioni di pressione im-
pone linstallazione di rivestimenti di
acciaio, spiega Swarbrick. Tuttavia, la
Lapindo non ha rivestito il pozzo alla
profondit stabilita. Quale che sia la ra-
gione, non hanno seguito il progetto,
lasciando scoperti 1.500 metri. Un ri-
I processi geologici che formano la ricchezza
mineraria dellIndonesia sono gli stessi che
provocano catastroi come lo tsunami
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INDONESIA
schio enorme. La Lapindo assicura che
il progetto era stato approvato dal go-
verno. Il processo di estrazione rispet-
tava i parametri e gli obblighi di legge,
spiega il vicepresidente dellazienda, Yu-
niwati Teryana. Secondo lui, i motivi
delleruzione sono altri: due giorni pri-
ma, un terremoto di magnitudo 6,3 ha
colpito la citt di Yogyakarta, circa tre-
cento chilometri a est di Porong. La La-
pindo convinta che la scossa abbia
aperto delle crepe naturali, permetten-
do al fango di uscire. Leruzione di fan-
go stata causata da un fenomeno natu-
rale, spiega Teryana.
Davies, per, convinto che se fosse
stata provocata dalla scossa, leruzione si
sarebbe veriicata subito dopo: alcune
ricerche dimostrerebbero che Porong
era troppo lontana dallepicentro per es-
sere inluenzata dal terremoto.
Dato che nessuno sa spiegare il fun-
zionamento del motore sotterraneo che
alimenta Lusi, non sorprende che i ten-
tativi di fermarlo si siano dimostrati
inefficaci. I due pozzi di soccorso co-
struiti per abbassare la pressione allin-
terno del pozzo originale non hanno
avuto effetto. Allinizio del 2007, alcuni
scienziati dellistituto di tecnologia di
Bandung hanno proposto di scaricare
migliaia di palle di cemento, legate tra
loro come un ilo di perle, allinterno del
grande buco, in modo da attenuare
gradualmente la pressione allinterno
del vulcano.
Segui la corrente
Satria Bijaksana, uno degli autori della
proposta, sostiene che le palle sono riu-
scite a ridurre temporaneamente il lus-
so di fango. Nel marzo del 2007, per, il
progetto stato abbandonato perch
una nuova squadra, nominata dal gover-
no, ha preso in mano la gestione del sito.
Pi di recente, un team giapponese ha
proposto la costruzione di una diga di
40 metri per contenere il fango. Gli
scienziati che studiano Lusi, per, han-
no respinto lidea: il terreno sotto la cal-
dera sta ancora affondando e una diga di
cemento cos pesante con ogni probabi-
lit cederebbe.
Mano a mano che il fango occlude
limpianto interno del vulcano, Lusi alla
fine potrebbe soffocare da solo. Ma se
lasciato morire, continuerebbe a erutta-
re per anni, forse anche per decenni, os-
serva Davies. Hardi Prasetyo, capo della
nuova squadra nominata dal governo
per affrontare la catastrofe, spiega che
gli operai si stanno concentrando su co-
me contenere il fango, pi che su come
arrestarlo: la melma incanalata nel iu-
me Porong, nella speranza che scorra
verso il mare. Ma il iume trabocca gi di
fango. una guerra, dice Prasetyo, in-
dicando una ila di camion che rombano
lungo uno degli argini. Non promettia-
mo niente. Dobbiamo solo pregare.
Gli abitanti del posto hanno scelto
metodi meno ortodossi per affrontare la
situazione. Secondo una credenza popo-
lare, le trivelle della Lapindo avrebbero
risvegliato la collera di uno spirito che
vive in un albero vicino al luogo delleru-
zione. In questa parte dellIndonesia,
dove la religione un misto di islamismo
e di animismo, convinzioni del genere
sono molto diffuse. Lusi ha attirato mi-
stici provenienti da Bali e dal Borneo,
che hanno offerto in sacriicio
polli, scimmie e anche una vac-
ca per placare lo spirito adirato.
Perino la squadra di ingegneri
nominata dal governo avrebbe
provato ad applicare soluzioni
simili: un portavoce dice che il gruppo si
rivolto a dei rabdomanti per evocare la
pioggia e lavare via il fango.
Insieme ai mistici sono arrivati anche
gli opportunisti. Per attirare i curiosi, un
intraprendente albergo locale ha cam-
biato il nome in Kuala lumpur, cio Lago
di fango. Nelle strade intorno a Lusi,
venditori ambulanti a torso nudo offro-
no noccioline tostate e frutta secca. Al-
cuni si sono sistemati nei punti pi traf-
ficati e chiedono un piccolo pedaggio
per far passare le auto. In cima a uno de-
gli argini, possibile comprare i cd con il
ilmato della catastrofe. Alcuni vendito-
ri di cd sono abitanti sfollati dei villaggi,
altri sono solo persone che cercano di
guadagnare qualche soldo. Un uomo
ammette di essere un borseggiatore. C
chi, come Purwanto, offre visite guidate
del sito per diecimila rupie, circa un eu-
ro. Purwanto faceva il contadino prima
che il fango inghiottisse i suoi campi di
riso. Adesso arrotonda portando i turisti
a visitare le rovine della sua casa, situata
allombra degli argini. Il suo villaggio
stato travolto dal fango lanno scorso,
quando sono crollati gli argini. Anche se
non stato completamente inondato,
quasi tutti gli abitanti hanno smantella-
to le case e se ne sono andati. Oggi sem-
bra un villaggio bombardato a tappeto,
con cumuli di macerie che spuntano qua
e l dallacqua limacciosa. Sono nato in
questa casa, dice aspirando una sigaret-
ta aromatizzata ai chiodi di garofano.
Da una moschea vicina echeggia il ri-
chiamo del muezzin. La tomba dei miei
genitori coperta dal fango.
La gestione della rabbia
Gli abitanti non hanno dubbi su chi sia-
no i responsabili delle loro sofferenze. In
un campo profughi allestito in un mer-
cato allaperto, le scritte sui muri parla-
no chiaro Lapindo terroristi. Qui vivo-
no pi di duemila persone in stalle rico-
perte di tela catramata dove le capre
pascolano beate tra mucchi di spazzatu-
ra. Lazienda fornisce cibo e altri servizi
ai rifugiati, ma gli sfollati hanno molti
motivi di lamentarsi, dalla qualit delle
razioni agli effetti dannosi del fango. Se-
condo la squadra nominata dal governo,
i gas emessi da Lusi non sono dannosi.
Molti abitanti del posto, per,
soffrono di dermatiti e dificolt
respiratorie. Il loro problema
principale, tuttavia, sono i ri-
sarcimenti. Lapindo ha accet-
tato di dare agli sfollati 5.500
miliardi di rupie (265 milioni di euro),
versando il 20 per cento subito e il saldo
tra due anni. Non abbastanza, dice
Riati, una donna di 45 anni seduta fuori
del cubicolo di cinque metri dove vive
con il marito e la sorella. Riati ha riiuta-
to unofferta della Lapindo di 40 milioni
di rupie, con un anticipo iniziale di otto
milioni, perch anche limporto intero
non basterebbe per comprare una nuova
casa. Teryana, il vicepresidente della La-
pindo, spiega che lazienda spera di con-
vincere gli sfollati pi ostinati ad accet-
tare il piano di risarcimento.
Mentre le trattative proseguono, i ri-
fugiati si organizzano. In un angolo del
campo hanno ammassato delle canne di
bamb appuntite per difendersi da un
possibile sfratto coatto. Inoltre, hanno
cominciato a rivolgere la loro rabbia
contro le autorit locali, che considera-
no alleate della Lapindo. Qualche tempo
fa, duecento persone hanno occupato
La societ che ha compiuto gli scavi in parte
controllata dalla famiglia di Aburizal Bakrie,
ricchissimo ministro indonesiano
unarea del governo per chiedere le di-
missioni di un capo villaggio.
La dimostrazione cominciata quasi
per caso. Gli animi, per, si sono scalda-
ti quando una squadra di poliziotti ar-
mati di mitra arrivata e ha preso posi-
zione di fronte ai dimostranti. Per favo-
re rispettate il nostro dolore, ha gridato
un uomo al megafono. A quel punto
scoppiato uno scontro tra i dimostranti
e la polizia, che ha preso a calci e spinto-
ni i manifestanti. Uno dei leader della
protesta dice che la polizia ha gi usato
la forza contro di loro. Noi protestiamo
in modo paciico, spiega. Non c anar-
chia. anche vero, per, che il 19 feb-
braio i manifestanti hanno bloccato una
delle strade principali nella zona di Si-
doarjo: protestavano contro un rappor-
to del parlamento che attribuiva leru-
zione di Lusi a cause naturali.
I rifugiati temono inoltre che la La-
pindo non mantenga le promesse. A set-
tembre, la Pt Energi Mega Persada, una
societ che controlla il 50 per cento del
progetto di estrazione della Lapindo ed
legata al ministro per il welfare Bakrie,
ha cercato di vendere la Lapindo per due
miliardi di dollari a unazienda con sede
nellisola di Jersey, ma collegata alla hol-
ding di propriet della famiglia di
Bakrie. Quando le autorit inanziarie
indonesiane hanno bloccato la vendita,
la Energi Mega ha provato a vendere la
met di Lapindo al Freehold Group, so-
ciet registrata nelle Isole Vergini bri-
tanniche. Anche questa trattativa, per,
sfumata tra le polemiche. I vari tenta-
tivi di cambiamento societario hanno
alimentato il sospetto che la Lapindo
stesse per dichiarare bancarotta, per-
mettendo cos allafiliata Energi Mega
Persada di scaricarsi di ogni responsabi-
lit legata a Lusi. La Lapindo assicura
per che risarcir comunque le vittime
del disastro.
Pulizia complicata
Secondo i critici, anche la risposta
dellesecutivo stata ambigua. Il gover-
no non ha gestito seriamente n la que-
stione del fango n quella dei problemi
sociali causati dal disastro, sostiene
Sonny Keraf, ex ministro indonesiano
dellambiente e capo di una commissio-
ne parlamentare d inchiesta su Lusi.
Lascia che le persone trattino da sole
con lazienda mentre dovrebbe mediare
tra le parti. Secondo Keraf la Lapindo
in buona fede. Limmobilismo del gover-
no, invece, fa passare in secondo piano le
misure pi urgenti.
Unindagine della polizia sulleruzio-
ne, cominciata un anno fa, si conclusa
senza incriminazioni n spiegazioni
chiare. tutta una questione politica,
sostiene Ivan Valentina Ageung, respon-
sabile degli affari legali del gruppo am-
bientalista Walhi. La Walhi ha fatto cau-
sa alla Lapindo, giudicandola responsa-
bile per Lusi; ma la sentenza, sia in que-
sto sia in un altro procedimento, stata
favorevole allazienda. Un portavoce del
presidente Yudhoyono nega che i colle-
gamenti tra Bakrie e lamministrazione
abbiano inluenzato lazione del gover-
no. Anzi, stato proprio Yudhoyono a
ordinare alla Lapindo di risarcire i resi-
denti sfollati.
Non sar facile fare pulizia. Allinizio
di gennaio, una forte pioggia ha provo-
cato una crepa negli argini, costringen-
do pi di mille famiglie ad abbandonare
le loro abitazioni. Mentre i tentativi del
governo di arrestare o incanalare il fan-
go si dimostrano ineficaci, la marea si
alza ogni giorno e la melma che ha in-
ghiottito Porong minaccia altre 250mila
case. Il grande buco dellIndonesia
continua ad allargarsi. p fs E
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internazionale 744, 16 maggio 2008 47
INDONESIA
JAVA ORIENTALE. Preghiera per
le vittime delleruzione
48 internazionale 744, 16 maggio 2008
COMORE
G
li alberi si sono sollevati
da terra con tutte le radici. E
anche i tetti delle casette di
lamiera sulle colline fangose
non hanno resistito alluraga-
no Fame. Gli abitanti dellisola di Mayot-
te, nelloceano Indiano, l hanno ribat-
tezzato Fame fatale, che in francese si
pronuncia come femme fatale. Allini-
zio di febbraio il ciclone si abbattuto
alla velocit di pi di cento chilometri
allora sulle coste laviche dellisola. Per-
fino le imbarcazioni della guardia co-
stiera hanno ricevuto lordine di rimane-
re ferme. Eppure lo stesso giorno arri-
vata una barca piena di profughi: nean-
che Fame era riuscito a fermarli.
Ora luragano si calmato. Sotto un
cielo grigio, tipico dei tropici, gli agenti
della polizia francese di frontiera rim-
balzano con la loro lancia sulle onde al-
tissime, lungo il perimetro delle dodici
miglia intorno alle Comore. L Africa,
qui Europa. Controllano questa linea
di demarcazione giorno e notte, se il
tempo glielo consente. Quello che fac-
ciamo non ha nessun senso, sostiene il
comandante Jrme Mallerault. Parla
con la risolutezza di un legionario fran-
cese. Prima di essere distaccato a Mayot-
te, stato due anni nella periferia di Pa-
rigi. Riusciamo a prendere al massimo
un quarto delle persone che tentano la
traversata. Bloccarli impossibile.
Le frontiere dellUnione europea ar-
rivano ino al canale del Mozambico, a
nord del Madagascar. Insieme a un paio
di altri puntini sulla carta geografica,
lisola di Mayotte rappresenta una delle
ultime colonie dAfrica, anche se le auto-
rit francesi non amano questa deini-
zione. Il colonialismo associato a una
volont di sfruttamento, qui invece non
c niente da sfruttare, spiega il prefetto
dellisola francese, Vincent Bouvier, nel
suo uficio con vista sulloceano turche-
se. Colonialismo signiica oppressione.
Ma la popolazione di Mayotte ha deciso
in modo autonomo di rimanere parte
della Francia. Noi abbiamo solo rispet-
tato questo desiderio.
Il 22 dicembre 1974 le isole dellarci-
pelago delle Comore hanno votato per
lindipendenza dalla Francia. Solo gli
abitanti di Mayotte, i mahori, hanno
osato sfidare il corso della storia. Due
anni dopo, infatti, la maggioranza della
popolazione ha deciso di restare unita
alla Francia. Secondo alcuni analisti, i
mahori non hanno voluto affrancarsi da
Parigi per paura dei contrasti con i gene-
rali arroganti e assetati di potere
dellisola di Grande Comore. I mahori
non si sentivano a casa loro nellarcipe-
lago. Molti li chiamavano i bambini vi-
ziati della repubblica: erano dei finti
africani.
Pi di trentanni dopo, quella decisio-
ne sta provocando una gravissima emer-
genza profughi. In confronto i problemi
delle Canarie, dove sbarcano gli immi-
grati che arrivano dallAfrica occidenta-
le, sono quasi inesistenti. Mai come nel
2007 tanti africani hanno cercato di
raggiungere Mayotte. La maggior parte
dei profughi viene dalle Comore, a set-
tanta chilometri di distanza. Ma anche i
mozambicani provano a raggiungere
lEuropa attraverso questa porta. Profu-
ghi dal Madagascar, dalla Tanzania, dal
Burundi e perino dallAfrica occidenta-
le si aggiungono alle folle sempre pi
numerose che compiono la traversata su
pescherecci sgangherati.
Nel 2007 la polizia di frontiera fran-
cese ha espulso 16mila clandestini: il
doppio di cinque anni prima, il triplo di
quelli allontanati da Tenerife e circa lo
stesso numero di quelli arrivati in Fran-
cia. Un terzo dei 200mila abitanti di
Mayotte clandestino.
A dicembre, allinizio della stagione
delle piogge, le imbarcazioni della guar-
dia costiera si sono scontrate con una
kwassa kwassa delle Comore. Cos ven-
gono chiamate le barche da pesca in le-
gno, dal nome della danza congolese in
cui si ondeggiano le anche tenendo le
mani sui ianchi. Le kwassa kwassa so-
no molto pi piccole delle barche su cui
arrivano i profughi a Tenerife.
Una commissione parlamentare ar-
rivata da Parigi per ricostruire la dina-
mica dellincidente, in cui sono morte
quindici persone. Adesso ci danno la
colpa, ma sono loro che scappano, di-
chiara il comandante Mallerault scuo-
tendo la testa. Corrono dei rischi da in-
coscienti. A volte caricano sulle barche
pi di quaranta persone, con lacqua che
arriva quasi al bordo dello scafo. Quan-
do li troviamo, spesso sono in acqua gi
da ore. Il nostro compito salvare vite
umane. una buona azione.
Cittadini di serie B
Da quando le Comore hanno raggiunto
lindipendenza ci sono stati almeno ven-
ti colpi di stato. In molti casi il cervello
delle operazioni era il mercenario fran-
cese Bob Denard, morto nellottobre del
2007. I comoresi sono convinti che gli ex
colonizzatori stiano cercando di desta-
Noi siamo
francesi
Ogni anno migliaia di africani cercano di
raggiungere Mayotte, lunica isola francese
dellarcipelago delle Comore. Per potersi
curare e dare un passaporto europeo ai igli
BRAM VERMEULEN, NRC HANDELSBLAD, PAESI BASSI
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internazionale 744, 16 maggio 2008 49
COMORE
bilizzare il paese. Leconomia dellarci-
pelago agli ultimi posti nellelenco del-
le Nazioni Unite dei paesi pi poveri. Le
elezioni del 2007 hanno portato a una
grave crisi politica, che si conclusa con
loccupazione militare dell isola di
Anjouan nel marzo di questanno. Per i
comoresi lunica speranza una barca
diretta a Mayotte.
Il governo di douard Balladur aveva
interrotto la concessione dei visti ai co-
moresi gi nel 1995, nella speranza di
fermare il lusso di clandestini. Da allora
i comoresi vivono illegalmente nel terri-
torio che considerano ancora la loro ter-
ra. Lanno scorso, nellacqua turchese
che copre una delle barriere coralline
pi grandi del mondo, sono annegati
cinquecento immigrati.
Farid Sad, ventunanni, si salvato. Il
giorno in cui ha provato a fare la traver-
sata da Anjouan a Mayotte il mare era
calmissimo. Ha pagato trecento euro ai
passeurs, i traficanti di uomini. tutta
una questione di organizzazione, spiega
saltellando disinvolto da uno scoglio
allaltro. Le lance della polizia di fron-
tiera si sentono arrivare da lontano.
Adesso Sad si nasconde nella foresta
vergine. Per sopravvivere trasporta radi-
ci di banani da una riva allaltra del iu-
me. Le radici sono per le mucche dei
mahori, che storcono il naso di fronte a
questo tipo di lavoro. Quelli che trentan-
ni fa erano connazionali, ora sono citta-
dini di serie B: lavorano nelle piantagio-
ni di zucchero, riempiono le buche sulle
strade, dipingono le case della costa di
rosso acceso, verde o giallo.
Sad guadagna 75 euro alla settima-
na. Se vivesse nelle Comore, gli ci vor-
rebbero mesi per arrivare a quella cifra.
A Mayotte pi facile. Sono venuto per
potermi curare, perch gli ospedali
dellarcipelago non funzionano
pi. Almeno qui ti aiutano. An-
che le future mamme sono dac-
cordo. Decidono di affrontare
la pericolosa traversata per
Mayotte anche agli ultimi mesi
di gravidanza. La clinica ostetrica della
capitale, Mamoudzou, ha il reparto ma-
ternit pi affollato dellintera repubbli-
ca francese. Solo nel 2007 ci sono state
ottomila nascite. Un record, sostiene il
burbero direttore Alain Daniel.
Chi nasce a Mayotte sicuro di rice-
vere, al compimento dei diciotto anni, il
passaporto di un paese europeo. In que-
sto modo la vita in occidente a portata
di mano. Daniel, per, non affatto con-
tento.
Abbiamo provato di tutto per ferma-
re laflusso di persone. Siamo in contat-
to con le Comore. Abbiamo formato
ostetriche, costruito cliniche, ma stato
tutto inutile. I soldi iniscono nelle ta-
sche di funzionari corrotti e le sale ope-
ratorie vengono saccheggiate. Noi an-
diamo avanti e loro rimangono sempre
pi indietro. E i pazienti continuano a
venire qui.
Il direttore orgoglioso del suo ospe-
dale. Centocinquanta medici e cinque-
cento letti in un ediicio nuovo di zecca
con vista sulloceano. Lospeda-
le svetta sulla bidonville, cre-
sciuta intorno a Mamoudzou
come nelle periferie di ogni cit-
t africana. A Mayotte lAfrica e
lEuropa si trovano fianco a
ianco in un territorio di 376 chilometri
quadrati. La Francia rappresentata
dalla prefettura, dallospedale, dai pains
au chocolat e dai croissant nel bar
dell hotel Caribou, dalla libreria Maison
des Livres e da qualche ristorante dove si
pu pagare in euro. Tutto intorno si
stende lAfrica con le sue capanne di la-
miera, la disoccupazione al trenta per
cento, lanalfabetismo, la dengue e la
malaria.
In questo mondo nessuno d niente
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ANJOUAN, COMORE.
Una barca di clandestini
in viaggio verso Mayotte
50 internazionale 744, 16 maggio 2008
COMORE
per niente. diventato lo slogan
dellospedale, spiega Daniel, mentre
cammina lungo i corridoi tirati a lucido.
La chiama la moralizzazione del siste-
ma. Tutti i pazienti devono pagare al-
meno dieci euro, cos im-
parano che anche curarsi
ha un prezzo. Quasi la me-
t dei pazienti dellospeda-
le sono immigrati clande-
stini. E il 40 per cento di
loro non pu permettersi le
cure. Per darci una dimo-
strazione concreta, Daniel
si mette accanto allo spor-
tello dove i malati stanno
facendo la fila. Quando
l impiegata cerca di far
passare una paziente che
non ha soldi, il direttore in-
terviene: Senza i dieci euro non pu
entrare, dice, e con un gesto della mano
invita la donna ad allontanarsi. Poi si gi-
ra verso di noi e commenta: Bisogna
proprio insegnargli tutto.
Niente da nascondere
Un laboratorio per il mondo: cos i fran-
cesi amano definire il loro progetto a
Mayotte. Ogni anno lEliseo manda
allisola inanziamenti per quasi un mi-
liardo di euro. Qui si sperimentano tutti
i modelli di sviluppo per lAfrica. Le ac-
que francesi sono controllate da una ba-
se militare con delle gigantesche anten-
ne satellitari e una nave da guerra nel
porto. Su Petite Terre, una delle due iso-
le che formano Mayotte, si vedono pi
gendarmi e militari della Legione stra-
niera che francesi in borghese.
Le Nazioni Unite, lUnione africana e
la Lega araba hanno criticato a pi ri-
prese lamministrazione francese del-
lisola. Ma quando chiediamo al prefetto
Vincent Bouvier quali sono gli interessi
della Francia a Mayotte, risponde: Non
credo che si possa parlare di interessi. La
Francia qui per difendere la volont
della popolazione.
Nel suo libro Comores-Mayotte, une
histoire nocoloniale (Agone 2004), lo
scrittore Pierre Caminade l ha deinita
la democrazia del cuculo. Come il cu-
culo, che occupa tutto il nido con la sua
ingombrante coda, anche Parigi non ha
lasciato ai mahori altra scelta se non ri-
manere uniti alla Francia, che non ha
nessuna intenzione di rinunciare alliso-
la: i due terzi del petrolio del Medio
Oriente passano per il canale del Mo-
zambico. Per Parigi, Mayotte ha la stessa
importanza strategica che Diego Garcia,
un isola nelloceano Indiano, ha per
Londra. Alla fine degli anni sessanta i
britannici allontanarono la popolazione
locale e concessero luso dellisola agli
Stati Uniti, che la trasfor-
marono in una base milita-
re: da l partono molti degli
aerei che compiono mis-
sioni in Medio Oriente.
Mayotte non diventata
un modello di sviluppo per
lAfrica. E non neanche
un esperimento in grado di
resistere alle pressioni del-
le potenze mondiali, come
non lo lEuropa. Secondo
il prefetto, Mayotte una
situazione dificile da ge-
stire: e lo per lui almeno
quanto lo per i mahori e i comoresi. Il
60 per cento degli abitanti dellisola ha
parenti nelle Comore. Lindipendenza e
il problema dei visti li hanno separati,
ma i legami rimangono vivi.
La Francia cerca di mantenere la
massima segretezza sulle misure adotta-
te contro limmigrazione clandestina.
Non abbiamo niente da nascondere,
questa una democrazia, sostiene un
agente, invitando i giornalisti nella cen-
trale della polizia di frontiera. I
controlli e le espulsioni di deci-
ne di clandestini avvengono
sotto gli occhi di tutti, ma le
porte degli spazi di detenzione
dei clandestini restano chiuse.
Nel maggio del 2007 un collaboratore
della guardia costiera ha rivelato che la
polizia interroga gli arrestati tenendoli
in catene. Sulla tangenziale intorno alla
capitale la polizia ferma le auto casual-
mente. Gli agenti cercano dei clandesti-
ni. Quando si accorgono di essere osser-
vati, gli agenti vanno su tutte le furie:
contro la legge, esclamano.
Secondo Sad Ahamadi, sindaco so-
cialista di Koungou, nel nord dellisola,
la verit che a Mayotte nessuno si pu
sentire a casa a parte i mzungu, i bian-
chi. Se fossimo in Francia, questo non
succederebbe. Qui invece diverso: non
uno stato di diritto n una democrazia.
I poliziotti piombano in casa nel cuore
della notte e circondano le moschee in
cerca di clandestini. un continuo gio-
care al gatto e al topo, una sconitta po-
stcoloniale.
Prima della ine dellanno gli abitanti
di Mayotte dovranno andare alle urne
per decidere se vogliono rimanere una
regione di oltremare o diventare un di-
partimento della Francia. Nel secondo
caso, i mahori otterrebbero gli stessi di-
ritti sociali dei cittadini francesi. Oggi
chi nato sullisola non pu usufruire
della maggior parte dei vantaggi assi-
stenziali, come il sussidio di disoccupa-
zione.
Per quanto riguarda il codice penale,
le leggi sono uguali per i mahori e per i
francesi. Ma ci vengono negati i diritti
sociali. Io lo chiamo schiavismo moder-
no. Gli schiavi si possono punire, ma
non li devi pagare. La lancia della guar-
dia costiera rientra nel porto. Non han-
no trovato clandestini. Ma dopo la tem-
pesta dei giorni scorsi, spiega il coman-
dante Jrme Mallerault, era comunque
il caso di riprendere i controlli.
Trovare il sole
Ogni giorno, quando escono in mare, gli
agenti discutono di una possibile solu-
zione per Mayotte. Oggi le facce dei co-
moresi spediti indietro dal porto erano
le stesse di quelli deportati la settimana
scorsa. una battaglia inutile. Noi sia-
mo solo una soluzione tecnica.
Il prefetto si china in avanti sulla sua
scrivania di legno di noce. Sul muro die-
tro di lui campeggiano la bandiera euro-
pea e quella francese, e il ritrat-
to uficiale di Nicolas Sarkozy.
Ora che si parla della soluzione
complessa di una problematica
dificile, il presidente sembra
tendere lorecchio. Il prefetto
commenta la richiesta del presidente,
poco dopo il suo insediamento, di rag-
giungere le dodicimila espulsioni allan-
no. una risposta repressiva. Lunica
soluzione reale sarebbe una collabora-
zione stabile con lUnione delle Comore.
l che dobbiamo sviluppare lecono-
mia. Ma a chi rivolgersi se perfino
lUnione africana ha congelato i conti in
banca dei leader accusati di corruzione e
di frode elettorale?
Il sindaco socialista di Koungou sa
che la storia non pu tornare indietro.
Dal 1841, quando il sultano vendette
lisola ai francesi, la mentalit delle per-
sone cambiata e le culture si sono or-
mai mescolate. Saremo legati per sem-
pre alla Francia. E lo saranno anche i
comoresi. Ma anche noi siamo comore-
si. Se nessuno pu farci nulla, scegliamo
almeno una soluzione umana e resti-
tuiamo a quella gente il suo visto. In fon-
do vengono qui nella speranza di trovare
il sole, non una tempesta tropicale. p ft
La polizia
piomba
in casa di
notte e
circonda
le moschee
in cerca di
clandestini
In Islanda puoi passeggiare in riva all'oceano lungo
sconfinate spiagge di sabbia nera... e partire in
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C
erti pranzi finiscono
con un caff in salotto, altri
con un brandy sul terrazzo.
Il mio pranzo con Mikheil
Saakashvili si conclude su
un elicottero Dolphin diret-
to a una base militare della Georgia. In
volo, il presidente molto affabile du-
rante il pranzo in un ristorante di Tbilisi
diventa irrequieto. Appena ci siste-
miamo nei sedili di pelle nera, mette a
tutto volume un cd di Charles Aznavour
che canta Non, je nai rien oubli. Vengo
cos a scoprire che il presidente parla an-
che il francese e che Aznavour, ci tiene a
precisare, ha origini georgiane.
Indicando la campagna alla nostra
destra Saakashvili mi mostra lOssezia
del Sud, un territorio georgiano control-
lato dai separatisti appoggiati dalla Rus-
sia. Meglio non volare troppo vicino,
mi dice ridendo. Lultima volta hanno
lanciato un missile contro il mio elicot-
tero.
Guardi gi, continua. Stiamo sor-
volando i terreni del miliardario Boris
Ivanishvili. matto, ha portato qui gi-
raffe e zebre, forse riusciamo a vederle.
Mentre prendo qualche chicco duva, gli
chiedo se ci sono molti miliardari geor-
giani. Una decina, risponde il presi-
dente.
E sono tutti dalla sua parte?
Uno era contro di me ma morto un
paio di mesi fa a Londra. Il presidente
sorride imbarazzato, forse immaginan-
do che io abbia sentito parlare del suo
possibile coinvolgimento nella morte
delloppositore. La polizia britannica
sembra essere arrivata alla conclusione
che il miliardario Badri Patarkatsishvili
sia morto per cause naturali. Ma, visto
che abbiamo toccato largomento, ne ap-
profitto per fare la domanda a cui ho
pensato per tutto il pranzo: la Georgia fa
parte delloccidente o una specie di far
west? Lobiettivo di Saakashvili assicu-
rare che il suo paese faccia parte delloc-
cidente e che diventi un membro afida-
bile della comunit euroatlantica.
La Georgia, che ha ottenuto la sua in-
dipendenza nel 1991, dopo la dissoluzio-
ne dellUnione Sovietica, ha una storia
antica. Questo paese di 4,7 milioni di
abitanti si affaccia sul mar Nero e coni-
na con Turchia, Armenia e Azerbaigian.
Ma sono state soprattutto le relazioni
con la Russia a condizionare la sua sto-
ria. Il problema principale di Saakashvi-
li che i russi sostengono i separatisti
dellOssezia del Sud e dellAbkhazia. I
georgiani accusano Mosca di voler an-
nettere in modo subdolo parti del loro
territorio.
Come nei Paesi Bassi
Misha Saakashvili un uomo grande e
carismatico, alto un metro e ottanta.
nato in una famiglia di dissidenti con
una forte tradizione nazionalistica (il
bisnonno pass 15 anni in un gulag so-
vietico). Nel 1991, quando la cortina di
ferro caduta, aveva 23 anni e ha deciso
di andare a studiare in occidente. Il suo
MIKHEIL
SAAKASHVILI
Il presidente inarrestabile
Nel ristorante pi chic di Tbilisi il leader georgiano parla
del suo rapporto con lopposizione, dellamicizia con George
W. Bush e dei progetti per il futuro del paese
GIDEON RACHMAN, FINANCIAL TIMES, GRAN BRETAGNA. FOTO DI RENA EFFENDI
Biograia
21 DICEMBRE 1967. Nasce a Tbilisi.
1995. Si laurea in legge alla Columbia
university, a New York, specializzandosi in
diritti umani. Torna in Georgia e viene eletto
in parlamento.
SETTEMBRE 2001. Si dimette dallincarico
di ministro della giustizia nel governo di
Eduard Shevardnadze. Fonda un nuovo
partito, il Movimento nazionale unito.
25 GENNAIO 2004. Vince le elezioni
presidenziali con il 97 per cento dei voti.
5 GENNAIO 2008. Viene rieletto presidente.
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52 internazionale 744, 16 maggio 2008
RITRATTI
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primo viaggio allestero stato nei Paesi
Bassi, dove ha incontrato la moglie San-
dra (la coppia ha due figli, Eduard e
Nikoloz). Dal nostro elicottero il presi-
dente indica con orgoglio i campi ben
curati: Proprio come in Olanda: non
avrei mai pensato che la Georgia potesse
diventare cos.
Saakashvili ha studiato a Strasburgo,
in Francia, e alla Columbia university di
New York, specializzandosi in diritti
umani. Nel 1995 tornato in Georgia e
nel 2000 diventato lastro nascente del
governo di Eduard Shevardnadze, ex
ministro degli esteri dellUnione Sovie-
tica. Dopo un anno come ministro della
giustizia, si dimesso: la corruzione in
Georgia era cos diffusa che il paese ri-
schiava di inire nelle mani della crimi-
nalit. Questa mossa ha rafforzato la sua
reputazione nel paese e allestero, e gli
ha permesso, nel 2003, di arrivare al po-
tere grazie a una rivolta popolare, la ri-
voluzione delle rose.
Qualche mese dopo, a 36 anni,
Saakashvili stato eletto presidente con
il 97 per cento dei voti. Di fronte al mio
stupore, alza le spalle e dice: Lo so, que-
sto risultato mi fa somigliare allegiziano
Mubarak, ma a quei tempi non cera una
vera opposizione.
Oggi, invece, lopposizione pi atti-
va che mai. Nel novembre del 2007
internazionale 744, 16 maggio 2008 53
RITRATTI
54 internazionale 744, 16 maggio 2008
RITRATTI
Saakashvili, lex leader di una rivolta po-
polare, ha dovuto affrontare unondata
di manifestazioni contro il suo governo.
Con grande imbarazzo dei suoi ammira-
tori a Washington e a Bruxelles, ha fatto
chiudere una televisione privata. Ma ha
riacquistato una certa popolarit ripri-
stinando la libert di stampa prima di
indire delle elezioni presidenziali antici-
pate, che ha vinto con il 53 per cento dei
voti. Lopposizione ha parlato di brogli
elettorali ma gli osservatori internazio-
nali hanno confermato la regolarit del-
lo scrutinio.
Quella di Saakashvili rimane comun-
que una igura ambigua. Non ci siamo
incontrati al ristorante, ma nel palazzo
presidenziale, un ediicio ancora in co-
struzione sulla cima di una collina nel
centro di Tbilisi. La sua cupola di vetro
lo fa somigliare al Reichstag di Berlino.
Con la massima disinvoltura possibile,
chiedo al presidente se non gli sembra
strano spendere tanti soldi per la sua re-
sidenza quando il paese, nonostante la
rapida crescita economica, rimane mol-
to povero. Sarebbe strano se non avessi
fatto nientaltro, replica Saakashvili,
ma stiamo costruendo anche scuole e
ospedali. La gente si rende conto che le
condizioni di vita migliorano.
Cibo senza sosta
Saliamo in macchina e ci dirigiamo (con
un corteo di nove auto) allalbergo Kopa-
la per il pranzo. Vista la giornata prima-
verile mangiamo sulla terrazza, da cui si
vedono il iume Mtkvari, gli antichi forti
e le chiese in pietra gialla di Tbilisi. Ci
fanno sedere a un tavolo gi stracolmo di
cibo: insalate, olive e due tipi di caviale,
uno nero e laltro di un arancione vivo.
Per tutto il pranzo le portate si sus-
seguono senza sosta: pesce, spiedi-
ni di agnello e una salsa piccante che
Saakashvili mi invita ad assaggiare. Il
presidente un ospite premuroso, mi
spinge a provare sia il vino rosso sia
quello bianco. In Georgia berlo quasi
un gesto politico: nel 2006 la Russia ha
vietato limportazione di vino georgiano
per mettere sotto pressione il governo di
Saakashvili, che Putin considera troppo
filoamericano. Per la Georgia inevita-
bile vivere allombra della Russia. Ma
lobiettivo di Saakashvili aprire il pae-
se a nuovi orizzonti: oltre il mar Nero,
guarda al resto dellEuropa e agli Stati
Uniti. I georgiani, afferma, sono sem-
pre stati orgogliosi di far parte dellEu-
ropa in senso lato: i crociati, le grandi vie
commerciali, la lotta per Costantinopo-
li. A quei tempi non eravamo un paese
isolato.
Il problema che, mentre i georgiani
sono certi di far parte dellEuropa, gli
altri europei non ne sono altrettanto
convinti. Nel corso della nostra storia,
dice Saakashvili, molti re hanno scritto
lettere ai sovrani europei per chiedere
aiuto o collaborazione. Ma spesso non
ricevevano risposta.
Saakashvili un grande amico del re
pi potente di tutto loccidente, George
W. Bush. Ma i buoni rapporti con il pre-
sidente degli Stati Uniti non gli sono
bastati a raggiungere il primo obiettivo
della sua politica estera: allultimo verti-
ce Nato di Bucarest la Georgia non riu-
scita a farsi accettare come futuro mem-
bro. Tuttavia, afferma Saakashvili, Bush
ha fatto del suo meglio. Si davvero
battuto per noi: dopo il dibattito, sem-
brava appena tornato dal duello allOk
Corral. Era rosso in volto ed esausto.
Mentre arrivano in tavola nuove por-
tate, chiedo al presidente cosa succeder
dopo che Bush se ne sar andato.
Saakashvili non preoccupato: anche
John McCain un suo amico personale.
Nel 2003 mi ha regalato un giubbotto
antiproiettile. Laveva portato apposta
per me, mi dice. E se vince un democra-
tico? Il presidente mi fa notare che Ba-
rack Obama stato uno dei due promo-
tori della risoluzione del senato statuni-
tense a favore dellentrata della Georgia
nella Nato, e che Richard Holbrooke
(che potrebbe diventare segretario di
stato se vincesse Hillary Clinton) un
suo amico di lunga data.
I rapporti con i leader europei sono
pi dificili. Ma Saakashvili ammette di
provare simpatia per Nicolas Sarkozy.
Ho pranzato con lui a Bucarest ed una
persona notevole. diverso dagli altri: si
appassiona e sinteressa a dettagli che ai
politici spesso non importano. In un
certo senso, abbiamo lo stesso caratte-
re.
Saakashvili bravo a farsi degli amici
e a inluenzare gli altri. Ma il suo proget-
to di occidentalizzare la Georgia va
ben oltre la creazione di nuove alleanze.
Durante il pranzo ha affermato pi volte
di voler trasformare il paese dal punto di
vista culturale, facendolo passare dalla
mentalit sovietica a quella occidentale.
Avevamo una societ oppressiva e senza
leggi. Ma abbiamo scelto di diventare
una societ libera, che rispetta la legge.
Sono cambiamenti complessi. Il suo go-
verno incontra molte dificolt quando
chiede alla gente di pagare le tasse. Al-
cuni la considerano uningiustizia per-
ch non sono ancora abituati a pagare.
La libert, insiste, una trasformazione
molto pi profonda della semplice pro-
clamazione delle elezioni.
Un invito inatteso
Al momento della frutta ricevo un in-
vito inatteso. Il presidente deve andare
a ispezionare alcuni reparti scelti del-
lesercito, che hanno inito un anno di
corso intensivo tenuto da militari israe-
liani, e mi chiede se voglio andare con
lui. Si porti un po di acqua minerale e
della frutta, mi suggerisce.
La strada verso laeroporto piena di
poliziotti che sorvegliano il corteo presi-
denziale. Dopo 45 minuti di elicottero,
arriviamo a una base militare sulle mon-
tagne. Ci accompagnano in un bunker
sotterraneo dove degli uficiali israeliani
ci mostrano un video sulladdestramen-
to. Nel breve ilmato i soldati rotolano
nella neve, gridano e sparano. Quando
inisce, Saakashvili ringrazia in ebraico
e va a passare in rassegna i suoi soldati.
Dopo i saluti, gli inni e i discorsi, tornia-
mo sullelicottero.
Il presidente georgiano incredibile:
energico, intelligente e ha idee liberali.
Mi chiedo per quanto tempo potr vive-
re in questo modo senza cedere alla me-
galomania. E, soprattutto, se un giorno
sar capace di rinunciare a quello che ha
ottenuto. Saakashvili ha solo 40 anni. Di
ritorno in elicottero, gli chiedo da quan-
to tempo presidente. Cinque anni e
due mesi, risponde con grande precisio-
ne. Cosa far quando non sar pi presi-
dente? Il vulcanico Saakashvili sembra
calmarsi un po: Non lo so, forse andr
in giro a tenere conferenze. Alla Colum-
bia university, perch no?. p adr
Il presidente georgiano incredibile:
energico, intelligente e ha idee liberali. Mi
chiedo per quanto tempo potr vivere in
questo modo senza cedere alla megalomania
Unione Chiese cristiane avventiste del 7giorno
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La capitale
della cabala
ANDREAS KILB, FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG, GERMANIA
A Tzfat, nel nord dIsraele, molti aspettano il messia. Nei vicoli
della citt vecchia i turisti hippy alla ricerca della verit
convivono con ebrei ortodossi e studiosi del misticismo ebraico
J
ohn wooten sapeva che il
suo amico malato sarebbe mor-
to durante hanukkah, una delle
pi importanti feste ebraiche.
Conosceva anche il giorno pre-
ciso in cui sarebbe arrivato lo tsunami
che nel 2004 costato la vita a centinaia
di migliaia di persone. John deinisce lo
tsunami un castigo di Dio e pensa che le
persone dovrebbero dedicarsi di pi al-
lattivit spirituale, come fa lui. Da quan-
do sua moglie gli ha chiesto il divorzio
ha lasciato gli Stati Uniti e si trasferito
a Tzfat, una delle quattro citt sante di
Israele, roccaforte della cabala, la misti-
ca ebraica. Da allora il suo nome Yo-
chanan (Grazia di Dio). Ha una lunga
barba bianca, parla in ebraico ed evoca
spesso misteriosi messaggi. Il suo visto
d ingresso scaduto, ma molto pi
preoccupato dei segnali che ha letto nel
cielo stellato. Nel giro di tre giorni suc-
ceder sicuramente qualcosa con lIran,
dichiara.
Neriya Ariel Sclarsky batte su una
pietra, poi su un pezzo di legno. Afferma
che tutto luce: sia la pietra sia il legno.
Sclarsky un maestro di cabala. Anni fa
il suo rabbi gli ha suggerito di trasferirsi
dal deserto del Negev a Tzfat, tra le mon-
TZFAT, ISRAELE.
Preghiera dei fedeli
sulla tomba del rabbi
Isaac Luria
56 internazionale 744, 16 maggio 2008
VIAGGI
ARRIVARE E MUOVERSI. Per andare in
Israele il visto non necessario.
Sul passaporto meglio non avere il visto
di uno stato arabo per evitare ininiti
controlli degli addetti alla sicurezza. Il
prezzo di un volo dallItalia a Tel Aviv
(El Al, Alitalia) parte da 612 euro a/r.
Da Tel Aviv c ogni giorno un pullman
(www.egged.co.il/eng) per Tzfat. Si pu
anche cambiare ad Haifa (a unora e mezza
da Tzfat).
CLIMA. In primavera e in autunno, quando
la temperatura pi mite.
DORMIRE. Le camere del Carmel hotel
(00972 4 692 0053) affacciano tutte su
una bellissima terrazza panoramica. Una
doppia costa 38 euro a notte.
CORSI. LAscent institute organizza delle
lezioni (00972 4 692 1364) sulla Torah,
sulla cabala e in generale sul misticismo
ebraico.
LEGGERE. Giulio Busi, La Qabbalah,
Laterza 2006, 10 euro.
LA PROSSIMA SETTIMANA. Viaggio a
Kampala, in Uganda. Ci siete stati e avete
suggerimenti su tariffe vantaggiose, posti
dove mangiare o dormire, libri? Scrivete a
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tagne avvolte dalla nebbia. Uno dei no-
mi di Dio signiica luce senza ine. Tutto
quello che ha creato luce. La cabala (la
Torah interiore) la porta che va alla lu-
ce, perch nella sacra scrittura ci sono
messaggi nascosti. Da sempre i cabalisti
cercano la verit deinitiva, le risposte
ai quesiti fondamentali. Il loro obiettivo
migliorare il mondo, essere redenti e
raggiungere la pace eterna. Ma questo
pu succedere solo se un numero inini-
to di persone viene a conoscenza della
dottrina, che prima era segreta e non si
tramandava quasi mai a voce. Sclarsky si
sente una specie di missionario, impe-
gnato a studiare la Torah, come se fosse
un antico manuale distruzioni.
Tzfat il posto giusto. La citt una
vera e propria calamita per chi alla ri-
cerca di qualcosa: per i mistici, per chi
ha mollato tutto, per i semplici religiosi.
Un tempo era una citt tranquilla, ma
ora diventata la principale meta di pel-
legrinaggio dellalta Galilea. Soprattutto
da quando alcune star di Hollywood so-
no venute qui e si sono fatte fotografare
in pubblico. A Tzfat e nelle montagne
vicine sono sepolti i pi importanti ca-
balisti dei secoli scorsi, tra cui rabbi Shi-
mon Bar Yochai, autore dello Zohar, lo
scritto principale della cabala. In molti
sostengono che la presenza di Dio aleg-
gia sopra Tzfat in dai tempi della distru-
zione del secondo tempio di Gerusa-
lemme, nel 70 dC. Una presenza che
alegger sulla citt ino a quando non ne
sar ricostruito un terzo. Nel 1492,
quando la Spagna cattolica cacci gli
ebrei, molti rabbi si trasferirono a Tzfat
invece che a Gerusalemme, proprio per
la presenza di Dio.
Le star di Hollywood
Cinquecento anni dopo sono arrivati i
turisti. Secondo lufficio regionale del
turismo, le presenze nella citt vecchia,
con i suoi vicoli stretti e la sinagoga me-
dievale, sono in aumento: solo nel 2007
sono state pi di 400mila. Hippy con i
capelli rasta passeggiano accanto agli
ebrei ortodossi vestiti di nero, con il cap-
pello, le peot (le ciocche di capelli ai lati
del viso) e lo zizit (le nappe di stoffa at-
taccate ai mantelli). Nelle strade della
citt vecchia lesoterismo incontra lor-
todossia.
Tra le celebrit che seguono la moda
cabalistica e hanno visitato Tzfat, Ma-
donna la pi nota. E c chi sostiene che
la rockstar vuole costruirsi una casa nei
pressi della citt. Tutta questa pubblicit
attira molti turisti in una citt con poche
strutture, dove lunica industria una
fabbrica di cioccolato e caff. Certo, non
tutti sono felici della passione di Ma-
donna per la cabala, ma nessuno ne par-
la male, perch i cabalisti credono fer-
mamente che in ognuno di noi ci sia una
parte buona. Hollywood scandalosa.
La cabala esige riserbo, sia nel modo di
vestirsi sia nel rapporto tra uomo e don-
na. La sessualit dovrebbe essere qual-
cosa di sacro. Chi non lo accetta non avr
accesso alla saggezza della cabala, so-
stiene Baruch Emanuel Erdstein, che
accompagna i turisti in un giro mistico
della citt, tra le sinagoghe e le antiche
tombe degli eruditi.
Ci sono molti tipi di cabala: ebraica,
cristiana, esoterica. A Tzfat sono orgo-
gliosi di insegnare la forma originaria,
pi afine allebraismo ortodosso che al-
lo stile di vita di Madonna. Nei luoghi di
pellegrinaggio uomini e donne sono ri-
gorosamente separati, e le donne devo-
no coprire il pi possibile le loro nudit.
La citt talmente ortodossa che una
guida turistica sconsiglia di visitarla il
sabato, quando anche gli uccelli si ripo-
sano.
Secondo Eyal Riess, 42 anni, diretto-
re del Centro internazionale per la caba-
la, laumento dei turisti non dipende da
Madonna n dalla citt vecchia con le
vetrate colorate, e neanche dal panora-
ma sul lago di Tiberiade. La redenzione
vicina, dice Riess. Il messia arriver
molto presto, e i testi dicono che arriver
prima a Tzfat. La gente lo sente. Da po-
co pi di un anno il centro insegna i fon-
damenti della cabala a pi di diecimila
turisti.
Segnali della venuta del messia ce ne
sono abbastanza, molti si manifestano
con il numero sette: sette sono le cande-
le della menorah, sette i frutti dIsraele.
Lo shabbat, il settimo giorno della setti-
mana, sacro. E secondo il calcolo ebrai-
co del tempo, ci stiamo avvicinando al
settimo millennio. Riess sicuro che il
messia arriver in questo millennio
sabbatico. Intanto, per, sta program-
mando la costruzione di un centro mon-
diale per la cabala, con sale moderne per
seminari e studi. In questa citt la reli-
gione onnipresente. Sui muri spiccano
antichi versi, in cima ai tetti sventolano
bandiere con i ritratti di rabbi famosi.
C perino chi disegna il proprio rabbi
preferito sul cofano dellauto. Tzfat rap-
presenta un ponte tra turismo e religio-
ne, tra kitsch e arte. Accanto a candele
profumate con la stella di David, cion-
doli a poco prezzo e maglioni con la
scritta Israeli defense force si vendono
dipinti costosi con motivi di cabala. An-
che Baruch Emanuel Erdstein, nato ne-
gli Stati Uniti e oggi guida turistica della
citt, ha cercato a lungo la verit: dopo
gli studi di antropologia ha viaggiato per
anni in tutto il mondo, inch giunto a
Tzfat. Oggi, a 37 anni e con cinque igli
da mantenere, vive raccontando storie
della citt.
Molti dei suoi racconti di miracoli so-
internazionale 744, 16 maggio 2008 57
VIAGGI
no collegati alle disgrazie e ai conlitti
che hanno colpito Tzfat. La citt stata
distrutta per ben due volte da un forte
terremoto, ma le sinagoghe importanti
si sono sempre salvate, soprattutto la
parte delledificio dovera custodita la
Torah. Durante il conlitto arabo-israe-
liano del 1948, le persone riunite per
pregare nella sinagoga Ashkenazi Ari
avrebbero abbassato la testa tutte insie-
me, schivando cos i proiettili arabi che
proprio in quel momento sibilavano so-
pra di loro. Ancora oggi si pu vedere il
foro di un proiettile, che considerato
un portafortuna.
Nel 1972, poco prima dellinizio delle
Olimpiadi di Monaco, in cui morirono
undici atleti israeliani, un allenatore di
Tzfat avrebbe ritirato i suoi atleti perch
in sogno un rabbi lo aveva avvisato del
pericolo. Anche durante la guerra in Li-
bano del 2006 gli abitanti di Tzfat han-
no parlato di miracolo: centinaia di razzi
erano stati lanciati contro la citt cau-
sando una sola vittima. Quasi nessuno
ha pensato che fosse stata levacuazione
della citt a limitare i danni.
In altre cittadine la gente chiacchiera
di moda o commenta i ilm visti in tv. A
Tzfat, invece, si discute appassionata-
mente sul perch gli ebrei abbiano do-
vuto soffrire cos tanto. Si tratta di un
castigo di Dio? E come ci si deve com-
portare per fare in modo che il messia
arrivi al pi presto? A che punto ci tro-
viamo nella Sephirah (albero della vita)?
La Sephirah e un concetto centrale della
cabala, risale al rabbi Isaac Luria (1534-
1572), che con rispetto tutti chiamano
Ari. Un gioco di parole, perch il signi-
icato dellacronimo non soltanto divi-
no rabbi Isaac ma anche leone. Due si-
nagoghe portano ancora oggi il nome di
Ari, di cui un contemporaneo scrisse che
conosceva i segreti della creazione e
della divinit, la lingua degli alberi, degli
uccelli e degli angeli. I pellegrini posso-
no andare anche di notte nel bagno ri-
tuale di Ari e visitare la sua tomba nel-
lantico cimitero. Come tutte le tombe
dei cabalisti importanti di Tzfat, dipin-
ta dazzurro, il colore del cielo. Un colore
dominante anche nella citt vecchia,
nelle sinagoghe, nelle vetrine dei negozi,
sui portoni e sui muri.
Lapidi azzurre
Quando al mattino i primi turisti stra-
nieri passeggiano nel quartiere degli ar-
tisti, molti ebrei ortodossi si dirigono
verso le tombe dellantico cimitero, una
selva di puntini bianchi e azzurri nel
pendio a valle della citt vecchia. Mentre
lass si mercanteggia il prezzo di un
souvenir, poche centinaia di metri pi
gi i pellegrini premono la fronte sulle
lapidi azzurre o appoggiano il busto sul-
le tombe e chiudono gli occhi. Yochanan
Wooten non sa dove mettere le mani.
Sposta da una parte la spremuta di limo-
ne e menta, si rimette a posto la kippah e
guarda attraverso la finestra dellArt
Caf, il ristorante con il pi bel panora-
ma sulla citt vecchia. Non mi era mai
successo, ammette. Le sue previsioni
non si sono avverate: con lIran non
successo nulla.
Il rischio che tutto questo mistici-
smo faccia perdere il senso della realt.
Per me non un problema, credo anche
alla scienza, non solo alla spiritualit,
dice. E sulla sua previsione sbagliata
avanza una nuova spiegazione: a quanto
pare centra la scoperta recente di un bu-
co nero nelluniverso e di raggi cosmici
mortali. p vc
p Sono convinto che alcuni governi
abbiano due ministeri con inalit dia-
metralmente opposte. Uno attira i turi-
sti, mentre laltro fa di tutto per tenerli
lontani. Lesempio migliore lIndia. Il
suo uficio del turismo spende molti
soldi, spesso in modo fantasioso, per
attirare i turisti. Intanto, per, le autori-
t che concedono i visti fanno del loro
meglio per scoraggiare gli stranieri ad
andare in India.
Lanno scorso ho passato una setti-
mana in un albergo di Londra che si tro-
va proprio di fronte allambasciata
indiana. La mattina, quando guardavo
dalla inestra, vedevo una lunga coda
in dalle prime ore del mattino. Molte di
quelle persone erano in ila per chiede-
re il visto. Ogni giorno parlavo con qual-
cuno di loro e tutti mi confermavano
che, se si era fortunati, si riusciva ad
avere il visto dopo qualche ora di atte-
sa. Altre volte, invece, bisognava stare
in coda tutta la mattina, con il rischio di
arrivare alla porta proprio mentre lufi-
cio stava per chiudere.
Io per fortuna non ho mai avuto
grandi problemi a ottenere i visti per
lIndia. Solo una volta, in quello stesso
uficio di Londra, mi hanno detto di tor-
nare in Australia e di chiedere il visto
dal mio paese. Ma dato che ho la dop-
pia cittadinanza, ho potuto cambiare
rapidamente nazionalit, diventando
per loccasione cittadino inglese. La
storia dei visti un buon indicatore di
come funziona la burocrazia in India.
Chiunque voglia andarci deve avviare la
pratica con molto anticipo e armarsi di
molta pazienza.
Naturalmente lIndia non lunico
paese che scoraggia i turisti con la sua
burocrazia. E chi alla ine riesce a
entrare, capisce di essere arrivato in
un paese meraviglioso. Ho sempre
pensato che lIndia fosse un po come
Londra. Un posto di cui ti stanchi solo
quando sei stanco della vita.
Le lunghe code
per il visto
TONY WHEELER HA CREATO CON LA MOGLIE MAUREEN
LE GUIDE LONELY PLANET, PUBBLICATE IN ITALIA DA
EDT. SCRIVE QUESTA RUBRICA PER INTERNAZIONALE
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58 internazionale 744, 16 maggio 2008
TZFAT, ISRAELE.
Bagno purificatore
MR. LONELY PLANET
TONY WHEELER
A Robert Frank mando questo messaggio: tu sai vedere.
Jack Kerouac
Gli Americani contiene molte delle
pi importanti innovazioni visive
della fotograia del XX secolo.
The New York Times
Robert Frank stato l, e quel
che ha visto lo ha registrato con
grande sottigliezza. A noi non
resta che osservare commossi,
con i nostri cuori che battono al
ritmo del ricordo per gli amici e le
canzoni perdute. Lou Reed
Prima edizione italiana con il testo originale di Kerouac
180 pagine, 83 fotograe, 39 - in libreria dal 15 maggio
60 internazionale 744, 16 maggio 2008
SCIENZA
un concerto di Mozart e il silenzio. Poi gli
ha somministrato una scarica di rumori
dissonanti per vedere come reagivano.
Dal punto di vista evolutivo le scim-
mie non sono molto diverse da noi ma, se
pensate che abbiano i nostri stessi gusti
musicali, resterete sorpresi dalle scoper-
te di McDermott, che ora lavora alluni-
versit del Minnesota a Minneapolis, e
del suo collega di Harvard Marc Hauser.
Come la maggior parte di noi, anche le
scimmie preferiscono una ninnananna
alla techno tedesca, ma le loro scelte
allinterno di una serie di musiche pi
dolci sono decisamente differenti dalle
nostre. Le scimmie preferiscono sempre
il silenzio a qualsiasi tipo di musica. La
cosa pi sorprendente, per, che non
fanno nessuna distinzione tra i brani me-
lodici e il chiasso della techno.
Questi esperi menti , spi egano
McDermott e Hauser, dimostrano che gli
esseri umani creano musica per dei mo-
tivi totalmente assenti nelle scimmie.
Isabelle Peretz, una neuropsicologa
delluniversit canadese di Montral,
giunta alla conclusione che evidente-
mente solo gli esseri umani hanno
uninclinazione naturale, o innata, per la
musica. Ma davvero cos?
Lopinione di Peretz si basa su una
lunga tradizione che considera unico tut-
to quello che riguarda la musica umana:
i nostri gusti musicali, ma anche il suono,
il modo in cui la percepiamo, come la
eseguiamo e perch la suoniamo. Secon-
do i sostenitori di questa tesi gli strumen-
ti musicali umani non hanno equivalenti
in natura e lenorme variet di modi in
cui noi ci esprimiamo musicalmente non
ha nessun equivalente tra le altre specie.
Usiamo la musica per vendere, per pre-
gare, come stimolo o come piacere puro.
Anche luccello canoro pi virtuoso, in-
vece, canta solo a scopo sessuale o per
marcare il suo territorio. Da questo pun-
to di vista la musica di altri animali, an-
che se per caso somiglia alla nostra, non
altro che un suono con una semplice
funzione biologica.
Anche se le scoperte di McDermott
sembrano confermare questa teoria, og-
gi alcuni esperti la mettono in discussio-
ne. Molte nuove scoperte fanno pensare
che la musicalit umana non sia unica.
Anche le specie che hanno sviluppato la
loro musicalit indipendentemente dai
primati sono caratterizzate da una vita
musicale ricca. Ed entrando in sintonia
con loro possiamo imparare molto sulla
natura e sulle origini della musica.
Uno dei primi pilastri a crollare nella
teoria ortodossa stata lidea che solo gli
esseri umani apprezzano la melodia. La
maggior parte della nostra musica si ba-
sa su un numero inito di note comprese
in unottava. Qualunque sia la scala, le
note vengono combinate e ricombinate
per formare schemi che chiamiamo me-
lodie. Quando ascoltiamo un brano, per
noi pi importante la sequenza delle
note allinterno della melodia che non la
loro tonalit. Ogni volta che ascoltiamo
una canzone molto famosa, la ricono-
sciamo sia che la canti un uomo sia un
bambino.
Scimmie cappuccine
I ricercatori hanno sempre pensato che
questa fosse una capacit esclusiva degli
esseri umani, e molti esperimenti sem-
bravano confermarlo. Avevano scoperto,
per esempio, che se facevano ascoltare
una melodia a uno storno, a un tordo o a
un piccione e poi la ripetevano scenden-
do o salendo di unottava, gli uccelli non
la riconoscevano. Sembrava che sentis-
sero due serie di suoni diversi. Neanche
le scimmie cappuccine, che avevano im-
parato a reagire a un motivo musicale
per avere qualcosa da mangiare, ricono-
scevano la musica legata al cibo se veniva
spostata di unottava.
Ma nel 2001 uno studio condotto da
Anthony Wright e dai suoi colleghi della
facolt di medicina delluniversit del
Le radici
della musica
Solo gli esseri umani amano la musica? I suoni che percepiamo
sono illusioni create dal cervello? Perch alcune persone sono
stonate? New Scientist esplora i misteri delle sette note
CHRISTINE KENNEALLY, NEW SCIENTIST, GRAN BRETAGNA. ILLUSTRAZIONI DI FRANCESCA GHERMANDI
che musica piace alle scimmie? se vi siete mai posti
questa domanda, allora vi incuriosiranno le ricerche di Josh
McDermott, ex dj, collezionista di dischi e studioso di scien-
ze cognitive. McDermott ha passato quindici mesi a cercare
una risposta. Ha sottoposto delle scimmie a una serie di test
per capire se preferiscono una ninnananna russa o la techno
tedesca. Ha anche dato agli animali la possibilit di scegliere
tra una ninnananna strumentale, una ninnananna cantata,
internazionale 744, 16 maggio 2008 61
SCIENZA
Texas a Houston mise in discussione
questa teoria. I ricercatori scoprirono
che le scimmie rhesus erano in grado di
trasporre i motivi di intere ottave senza
grande dificolt. Ma solo se erano molto
semplici, come Tanti auguri a te, e carat-
terizzati da passaggi tonali decisi. Quan-
do mise alla prova le scimmie con motivi
che avevano una melodia debole, Wright
scopr che non solo non riuscivano a tra-
sporli, ma neanche a ricordarli.
Negli esperimenti precedenti, osserva
lo studioso, era stata usata musica atona-
le o delle sequenze di note che non costi-
tuivano una melodia. Un fatto che po-
trebbe spiegare i risultati contraddittori.
Ma almeno da questo punto di vista sem-
bra che la nostra abilit musicale non sia
poi cos diversa da quella degli altri pri-
mati, perch anche noi abbiamo dificol-
t a riconoscere la musica atonale se
cambia posizione nellottava. E non sia-
mo neanche i soli a distinguere i vari stili
musicali.
Ava Chase, del Rowland institute
delluniversit di Harvard a Cambridge,
Massachusetts, ha dimostrato che le car-
pe sono in grado di distinguere tra un
brano di musica barocca e uno di John
Lee Hooker, premendo un bottone con il
muso per indicarlo. Le carpe non usano i
suoni per comunicare, ma sono famose
per il loro udito molto fine. Shigeru
Watanabe, delluniversit Keio di Tokyo,
ha scoperto che i passeri di Java non solo
distinguono la musica di Bach da quella
di Schnberg, ma sono anche in grado di
applicare quello che hanno imparato sul-
le differenze tra musica classica e musica
moderna per distinguere le splendide
melodie di Antonio Vivaldi dal-
la musica atonale di Elliot Car-
ter. Diversamente dalle scimmie
di McDermott, i passeri di
Watanabe sembravano anche
attratti dalla musica: mostrava-
no una chiara predilezione per i brani
pi dolci e armoniosi e preferivano ascol-
tarli invece di restare in silenzio.
Gli studi sulle specie che producono
suoni musicali hanno portato anche ad
altre conclusioni: stata esclusa deiniti-
vamente lipotesi che esista poca creati-
vit musicale al di fuori della nostra spe-
cie. Gli uccelli canori, per esempio, ri-
combinano continuamente una speciica
serie di note in frasi e temi pi lunghi si-
mili alle nostre melodie. Alcuni variano
addirittura il ritmo e il tono, esattamente
come noi. Anche i canti delle balene
sfruttano alcuni dei princpi strutturali
usati dagli esseri umani. Combinano fra-
si della durata di una quindicina di se-
condi in temi di circa due minuti. Tra le
parti inali delle frasi ci pu essere una
corrispondenza ritmica simile alle nostre
rime. I diversi temi, inoltre, formano una
canzone di una decina di minuti che pu
essere ripetuta. Il pi lungo ciclo di canti
delle balene mai registrato du-
rava ventuno ore.
I suoni prodotti dalle foche
sono i pi estranei allorecchio
umano, ma secondo Tecumseh
Fitch, un esperto di bioacustica
delluniversit di St Andrews a Fife, in
Gran Bretagna, possono essere deiniti
canti. Lo scienziato sostiene che la voca-
lizzazione complessa e strutturata delle
foche e dei trichechi comprende trilli,
schiocchi, stridii, grugniti e uno straor-
dinario suono che somiglia a quello di
una campana.
Uccelli, balene, foche ed esseri umani
non condividono solo la capacit di pro-
durre motivi complessi, ma anche quella
di impararli. Al contrario di altri animali,
62 internazionale 744, 16 maggio 2008
SCIENZA
non sono geneticamente programmati
per emettere suoni musicali solo in de-
terminati momenti. Questo gli conferi-
sce unulteriore creativit. Hanno tradi-
zioni musicali differenti: gruppi di bale-
ne diversi hanno dialetti diversi, e uno
pu inluenzare i gusti dellaltro. stato
dimostrato pi volte che un branco di ba-
lene pu abbandonare il suo canto per
adottare quello di un altro gruppo.
Contesti speciici
Tutto questo comunque non spiega a co-
sa serve la musica. Chi convinto
dellunicit della musica umana sostiene
che la creiamo per una variet ininita di
motivi, mentre gli animali cantano solo
in alcuni contesti speciici. Tra gli uccelli
canori cantano solo i maschi e lo fanno
esclusivamente per corteggiare una fem-
mina e per difendere il loro territorio.
Anche le balene cantano solo nelle zone
di riproduzione e in un particolare perio-
do dellanno. Inoltre gli animali cantano
solo in compagnia, mentre gli esseri
umani possono starsene da soli a cantic-
chiare, suonare una batteria o strimpel-
lare una chitarra.
Altri studiosi, invece, sostengono che
non c nessuna differenza tra gli uomini
e gli altri animali, ma che solo una que-
stione di prospettiva. Secondo Fitch, le
limitazioni della musica umana sono
sottovalutate e quelle della musica ani-
male sopravvalutate. Forse le inalit ses-
suali, di socializzazione e di competizio-
ne non sono suficienti a spiegare tutta la
musica umana, ma chiaramente ne sono
spesso alla base. Inoltre una notevole
quantit dei prodotti musicali umani ha
unapplicazione limitata. Pensate alle
marce nuziali, ai canti funebri o a quelli
dei tifosi di calcio.
Per quanto riguarda il mondo anima-
le, a volte le balene cantano anche fuori
dalle zone di riproduzione e gli uccelli
cantano da soli. E non vero, inoltre, che
solo i maschi degli uccelli canori canta-
no: in alcune specie i maschi duettano
con le femmine. Non c dubbio che in
genere sono segnali lanciati a potenziali
partner o rivali, ma i canti degli uccelli
svolgono altre funzioni, per esempio
quelle di parola dordine o di collante per
un gruppo . Anche allinterno della stes-
sa specie i canti svolgono funzioni diver-
se, osserva Fitch.
Allora perch si pensa che solo gli es-
seri umani si godano la musica? Nono-
stante il piacere perverso che proviamo
nellascoltare i brani malinconici, proba-
bilmente il motivo principale per cui sia-
mo attratti dalla musica che ci fa sentire
bene. Con le scansioni cerebrali stato
dimostrato che la sensazione di euforia
derivante dallascolto della musica cau-
sata dallattivazione delle stesse zone del
cervello che reagiscono al cibo, al sesso e
alluso di farmaci psicoattivi.
E poi c laspetto sociale. Robin
Dunbar, delluniversit di Oxford, ha
studiato le sensazioni provocate dal can-
tare o battere il tempo in gruppo. Sem-
bra proprio che lattivit musicale produ-
ca un aumento dei livelli di endorina, ed
probabilmente per questo che unattivi-
t per altri versi banale ci rende euforici,
spiega Dunbar. Naturalmente non pos-
siamo chiedere a un animale quello che
prova, ma alcuni ricercatori sostengono
che gli uccelli cantano solo quando i loro
livelli ormonali sono alti. Questa ipotesi,
per, non convince Fitch. Probabilmen-
te gli uccelli cantano perch li fa sentire
bene, come di solito succede quando si
d sfogo a un impulso biologico, spiega.
Lo studioso traccia anche un parallelo
con il sesso e i motivi per cui lo facciamo.
Lo scopo evolutivo ultimo la riprodu-
zione, e questa sicuramente una com-
ponente, dice. Ma un motivo molto va-
lido il fatto che ci d piacere. Lo faccia-
mo di pi quando i nostri livelli ormona-
li sono alti, e di meno quando sono bassi.
Questo un altro buon motivo.
Lidea che gli uccelli provino piacere a
cantare confermata da uno studio pub-
blicato nel 2006 da Erich Jarvis e dai
suoi colleghi del Duke university medical
center di Durham, nella Carolina del
Nord. Il gruppo di studiosi ha scoperto
che il livello di dopamina nel sangue de-
gli uccelli canori maschi sale quando
cantano e diventa particolarmente alto
quando lo fanno per una femmina. La
dopamina, il neurotrasmettitore che ci fa
sentire bene, importante per lappren-
dimento. Non ancora chiaro quale ruo-
lo svolga nel canto, dice Jarvis. Il ricerca-
internazionale 744, 16 maggio 2008 63
SCIENZA
tore sospetta che la sua funzione princi-
pale sia rafforzare lapprendimento e,
quella secondaria, indurre un senso di
euforia.
Le improvvisazioni dei bonobo
Bill Fields, del Great ape trust di Des
Moines, nellIowa, daccordo nel soste-
nere che la musica non fa sentire bene
solo le persone. Con Sue Savage-Rum-
baugh e altri colleghi impegnato in un
progetto ideato per studiare i gusti e le
capacit musicali dei bonobo addestrati
a gesti, tra cui un maschio, Kanzi, e una
femmina, Panbanisha.
Di solito il Great ape trust organizza
delle jam session con musicisti locali,
ma gli animali hanno anche suonato con
personaggi famosi come Peter Gabriel e
Paul McCartney. I bonobo possono cam-
biare strumento, scegliendo tra xilofono,
tamburello, armonica a bocca e mara-
cas, ma spesso si concentrano su un solo
strumento per tutta la sessione. A
Panbanisha piace la tastiera, mentre
Kanzi preferisce la batteria, anche se si
diverte a suonare il piano come uno
strumento a percussione. Il risultato
una collaborazione tra esseri umani e
bonobo. Il coinvolgimento emotivo
molto forte. Dopo che le scimmie hanno
partecipato a una jam session, racconta
Fields, si comportano in modo diverso
per giorni. Sembra che la musica le ri-
lassi. Forse le somiglianze tra noi e que-
ste scimmie acculturate non sono cos
sorprendenti.
Dopotutto i bonobo e gli scimpanz
sono i nostri parenti pi stretti. Gli
scimpanz non cantano come notoria-
mente fanno i loro cugini gibboni, ma
Fitch convinto che le origini degli stru-
menti musicali vadano cercate nel modo
in cui si comportano quando sono nel
loro ambiente naturale, dove battono re-
golarmente sulle cose che rimandano un
suono, come i tronchi degli alberi. Alcuni
ricercatori pensano addirittura che, co-
me le balene, anche i gruppi di scimpanz
abbiano pratiche culturali di tamburel-
lamento e di vocalizzazione ben distinte.
La tesi tradizionale della limitata musi-
calit degli animali ancora dominante,
e molti esperti restano convinti che la
musica umana sia un fenomeno unico.
Ma sembra che qualcosa stia cambiando.
Secondo McDermott, Hauser e Fitch le
varie componenti della musica si sono
sviluppate in modi e tempi diversi, anche
se non sono daccordo su quando e dove.
I tre studiosi, inoltre, sostengono che ab-
biamo ancora molto da scoprire sulle
somiglianze e sulle differenze tra noi e gli
altri animali. Pu darsi, per esempio, che
i pesci siano in grado di distinguere la
musica barocca dal blues, ma fanno le
stesse nostre distinzioni? E se cos, co-
m possibile?
Per quanto riguarda le scimmie di
McDermott, stato svelato almeno un
mistero. Visto che sono indifferenti alla
musica, perch preferiscono una ninna-
nanna a un brano di techno? McDermott
e Hauser sospettavano che il ritmo fosse
pi decisivo dello stile. Cos gli hanno
fatto scegliere tra un brano di sessanta
battute al minuto e uno di quattrocento.
Le scimmie hanno preferito il ritmo pi
lento senza mostrare nessuna esitazione.
Nel mondo naturale, osservano i ricerca-
tori, una sequenza di suoni pi rapida
spesso associata a situazioni negative,
come una lotta o un temporale, o forse
evoca semplicemente il battito accelera-
to del cuore. p bt
T
utti possono imparare a cantare?
Steven Mithen, ricercatore
delluniversit di Reading, in Gran
Bretagna, convinto che la musicalit
sia innata in tutti gli esseri umani,
anche in quelli particolarmente negati
per la musica. Lo stesso Mithen non
mai riuscito ad azzeccare una nota, ma
pensava di poter imparare a cantare
esercitandosi. Cos ha ideato un
esperimento insieme al collega Larry
Parsons, delluniversit di Sheffield.
Nel giugno del 2006 Mithen si
sottoposto alla scansione di alcune
aree del suo cervello mentre cantava.
Poi ha preso lezioni di canto per un anno
e nel luglio del 2007 ha ripetuto la
scansione. Quindi Parsons ha
confrontato le immagini per capire
cosera cambiato nel cervello di Mithen.
Lesame ha evidenziato dei cambiamenti
significativi nellattivit cerebrale. Per
esempio cerano stati degli sviluppi
evidenti nellarea di Brodmann,
collegata alla creazione delle melodie e
ad alcuni aspetti del ritmo. Lattivit si
era intensificata anche in altre due zone
legate alla tonalit e alla melodia.
Secondo Parsons, questi
cambiamenti riflettevano i progressi di
Mithen nelluso della voce e
nellesecuzione dei fraseggi musicali.
Inoltre confermavano lipotesi che
lemisfero destro del cervello sia
fondamentale nello sviluppo iniziale
delle capacit musicali, mentre a livelli
pi evoluti diventano decisivi entrambi
gli emisferi. Altre immagini mostravano
un calo dellattivit in parti del cervello
associate allelaborazione di
informazioni orali e allattenzione spazio-
temporale. Probabilmente perch col
tempo Mithen ha cominciato a fare
meno affidamento sul pensiero conscio
mentre leggeva la musica e cantava.
Insomma, scrive Mithen, vero
che chiunque pu imparare a cantare?
Non ne sono ancora sicuro. Ma
prendendo lezioni ho imparato sul canto
pi cose di quelle apprese leggendo dei
libri. Ora, per, ho perfino le idee meno
chiare sul perch gli esseri umani
hanno sviluppato questa straordinaria
attivit. NEW SCIENTIST
Esperimenti
Il cantante
che in noi
64 internazionale 744, 16 maggio 2008
SCIENZA
I
mmaginate che limboccatura di
un secchio venga coperta con un pez-
zo di stoffa e che diverse persone ci
lancino sopra delle palline da ping
pong da distanze diverse. Osservando i
movimenti della stoffa, dovete calcolare
quante persone ci sono, chi sono e se si
allontanano, se si avvicinano o rimango-
no ferme. In pratica questo il problema
che deve affrontare il nostro sistema udi-
tivo quando percepisce i suoni attraverso
il timpano.
I suoni vengono trasmessi nellaria da
molecole che vibrano a certe frequenze e
bombardano il timpano facendolo oscil-
lare in base alla forza con cui lo colpisco-
no (il volume, o ampiezza, del suono) e
alla velocit delle vibrazioni (il tono). Ma
nelle molecole non c niente che possa
indicare al timpano da dove provengono
o a quale oggetto sono associate. Le voci
possono essere mescolate ad altre voci o
al rumore di macchine, di passi o del ven-
to. Nella maggior parte dei casi il mes-
saggio incompleto o ambiguo. Allora
come fa il cervello a capire quello che
succede nel mondo partendo da questo
miscuglio caotico di molecole?
La maggior parte delle persone pensa
che il mondo sia esattamente come lo
percepisce. Ma alcuni esperimenti han-
no costretto i ricercatori a riconoscere
che le cose non stanno cos. In realt
quello che sentiamo lultimo anello di
una lunga catena di eventi mentali che
creano unimpressione unimmagine
mentale del mondo isico. Un esempio
evidente lillusione percettiva che con-
sente al nostro cervello di imporre un
ordine a una sequenza di suoni per crea-
re quella che chiamiamo musica.
La catena di eventi mentali parte da
un processo chiamato estrazione delle
caratteristiche. Il cervello estrae le carat-
realmente ascoltando sia sulle nostre
aspettative. Ci sono ottime spiegazioni
evolutive per questo: un sistema percet-
tivo in grado di integrare le informazioni
mancanti pu aiutarci a prendere deci-
sioni rapide in situazioni di pericolo. Ma
ci sono anche degli aspetti negativi. Le
aspettative che creiamo possono farci
percepire le cose in modo sbagliato. Si
spiegano cos alcune illusioni percettive
come quella dimostrata dallo psicologo
cognitivo Richard Warren, delluniversi-
t del Wisconsin. Lo studioso ha regi-
strato una frase: La legge stata appro-
vata da entrambe le camere. Quindi ne
ha tagliato una parte e ha sostituito i suo-
ni mancanti con uninterferenza della
stessa durata. Quasi tutte le persone che
ascoltavano la registrazione modiicata
dicevano di aver sentito sia la frase sia
linterferenza. Ma molte non erano in
grado di dire a che punto cera stata lin-
terferenza, perch il loro sistema uditivo
aveva riempito il vuoto integrando le in-
formazioni mancanti e la frase
gli era sembrata senza interru-
zioni.
Questo fenomeno del riem-
pimento non solo una curiosi-
t da laboratorio. I compositori
sfruttano lo stesso principio, sapendo
che continueremo a percepire una linea
melodica anche se parzialmente coper-
ta dal suono di altri strumenti. Succede
anche quando sentiamo le note pi basse
di un piano o di un contrabbasso. In real-
t non percepiamo le frequenze a 27,5 o a
35 hertz, perch quegli strumenti non
sono in grado di produrre suoni udibili a
frequenze cos basse, ma le nostre orec-
chie integrano le informazioni e ci danno
lillusione che il tono sia cos basso.
Oggi la maggior parte delle registra-
zioni contiene un altro tipo di illusione
uditiva. Il nostro cervello sfrutta gli indi-
zi forniti dallo spettro dei suoni e dal tipo
di eco per informarci sul mondo sonoro
intorno a noi come un topo usa i bafi per
conoscere lo spazio isico che lo circonda.
I tecnici del suono hanno imparato a
imitare quegli indizi per far apparire rea-
teristiche basilari della musica usando
alcune reti neurali specializzate, che
scompongono il segnale in una serie di
informazioni sul tono, il timbro, la collo-
cazione nello spazio, laltezza, il riverbero
ambientale, la durata e il momento dini-
zio delle note e delle diverse componenti
dei toni. Questa elaborazione degli ele-
menti fondamentali avviene nelle regio-
ni periferiche e filogeneticamente pi
antiche del nostro cervello. Poi intervie-
ne il cosiddetto processo dintegrazione.
Alcune zone della parte alta del cervello,
situate soprattutto nella corteccia fron-
tale, ricevono le caratteristiche basilari
dalle regioni pi basse e lavorano dallal-
to in basso per integrarle in un unico
blocco dal punto di vista percettivo.
Informazioni ambigue
Per estrarre e integrare le caratteristiche
il cervello incontra tre dificolt. In pri-
mo luogo, le informazioni che arrivano ai
recettori sensoriali sono indifferenziate
in termini di localizzazione, fon-
te e identit. In secondo luogo,
queste informazioni sono ambi-
gue: suoni diversi possono dare
origine a schemi di attivazione
del timpano identici. Terzo: le
informazioni sono spesso incomplete.
Una parte del suono pu essere coperta
da altri suoni o perdersi. La percezione
uditiva, quindi, un processo inferenzia-
le: il cervello, cio, deve calcolare cosa c
davvero l fuori. E quando lo stimolo
sensoriale la musica, questi calcoli di-
pendono da diversi fattori che vanno ol-
tre i suoni stessi: da quello che venuto
prima nel brano che stiamo ascoltando;
da cosa verr dopo se la musica ci fami-
liare; da cosa ci aspettiamo che succeda
se il genere o lo stile ci sono familiari; e
da qualsiasi altra informazione di cui di-
sponiamo, come una recensione del bra-
no, un movimento improvviso di uno dei
musicisti o la gomitata della persona se-
duta accanto a noi.
Cos il cervello si costruisce una rap-
presentazione della realt basata sia sul-
le caratteristiche di quello che stiamo
Lillusione dei suoni
Il nostro udito ci d la sensazione di percepire il mondo esattamente com. Ma parte di
quello che sentiamo in realt il frutto di complesse elaborazioni del cervello
DANIEL LEVITIN, NEW SCIENTIST, GRAN BRETAGNA
DANIEL LEVITIN un musicista e docente
di psicologia cognitiva della McGill
university di Montral, in Canada.
Lautore
internazionale 744, 16 maggio 2008 65
SCIENZA
listiche le registrazioni anche quando
vengono eseguite in studi insonorizzati.
Il riverbero artiiciale d limpressione
che il canto e il suono delle chitarre pro-
vengano dal fondo di una sala da concer-
to anche quando li ascoltiamo in cufia e
la musica a due centimetri dal nostro
orecchio. In base allo stesso principio si
possono creare anche trucchi uditivi, co-
me dare limpressione che una chitarra
sia enorme e che le nostre orecchie siano
al centro della cassa.
Effetti speciali
Il cervello capace di calcolare le dimen-
sioni di uno spazio chiuso sulla base del
riverbero e delleco presenti nel segnale
che colpisce le nostre orecchie. Anche se
pochi di noi comprendono le equazioni
necessarie per descrivere la differenza
tra due stanze, siamo tutti in grado di di-
re se ci troviamo in un piccolo bagno pia-
strellato, in una sala da concerto di me-
die dimensioni o in una grande chiesa
dal sofitto alto. E quando sentiamo una
voce registrata intuiamo le dimensioni
della stanza in cui si trova chi canta o chi
parla. I tecnici del suono sfruttano que-
sta capacit per creare quelle che io chia-
mo iper-realt.
Unaltra illusione riguarda il tempo. Il
nostro cervello molto sensibile a questo
tipo di informazioni. Siamo in grado di
localizzare gli oggetti in base alla diffe-
renza di pochi millisecondi tra il mo-
mento in cui un suono arriva a una delle
nostre orecchie e quello in cui arriva
allaltra. Molti degli effetti speciali che ci
piace ascoltare nella musica registrata
sfruttano questa sensibilit. Le registra-
zioni del chitarrista jazz Pat Metheny o di
David Gilmour dei Pink Floyd usano vari
ritardi del segnale per creare un effetto
ultraterreno, che attiva alcune aree del
L
a storia piena di personaggi
famosi che erano totalmente privi
di musicalit. Ulysses Grant, il di-
ciottesimo presidente degli Stati Uniti,
non aveva orecchio e trovava la musica
profondamente irritante. Molti sanno
che Che Guevara non era in grado di di-
stinguere un motivo dallaltro. Un tempo
queste persone sarebbero state deinite
semplicemente stonate, oggi abbiamo
scoperto che sono qualcosa di molto
pi interessante.
Da qualche anno ormai chiaro che
lincapacit di riconoscere un motivo
pu essere causata da un disturbo
neurologico. Si tratta dellamusia con-
genita, che priva totalmente le persone
della capacit istintiva di apprezzare la
musica. comprensibile, quindi, che
questo disturbo sia diventato un impor-
tante argomento di ricerca per chi vuole
comprendere il misterioso rapporto tra il
cervello e la musica.
La letteratura specialistica piena di
aneddoti di persone che per tutta la vita
non sono riuscite ad apprezzare la mu-
sica. dal 1878 che vengono segnalati
casi di sordit musicale, ma il primo
vero studio sullamusia congenita sta-
to pubblicato solo nel 2002. Un gruppo
di ricercatori guidato da Isabelle Peretz,
delluniversit canadese di Montral, ha
studiato il caso di Monica, una donna di
quarantanni che non aveva mai avuto
la minima capacit musicale. Peretz era
giunta alla conclusione che il problema
di Monica fosse lincapacit di individua-
re i cambiamenti di tono in una melodia.
Se ascoltava due note una dopo laltra,
raramente era in grado di dire quale
delle due fosse pi alta o se avevano
lo stesso tono. La maggior parte delle
persone distingue facilmente un piccolo
cambiamento di tono, ma chi soffre di
amusia non percepisce neanche il salto
di unottava. I toni e i semitoni sono
gli elementi costituenti della melodia,
quindi non c da sorprendersi che gli
amusici trovino la musica monotona
nel vero senso della parola. Da allora
Peretz e i suoi colleghi hanno documen-
tato decine di casi simili. Tutte queste
persone hanno un udito, unintelligenza
e una memoria normali, ma non riesco-
Ricerca
Che Guevara era stonato
GRAHAM LAWTON, NEW SCIENTIST, GRAN BRETAGNA
Molte persone non sono in grado di riconoscere un motivo
musicale. Spesso si tratta di un disturbo neurologico
no a distinguere una melodia. Per loro
tutti i motivi sono uguali: senza parole le
canzoni familiari diventano irriconosci-
bili, e gli accordi dissonanti che fanno
sobbalzare la maggior parte di noi non li
disturbano affatto. Gli amusici non sanno
cantare, anche se spesso non vogliono
ammetterlo. un disturbo strano ma non
particolarmente raro sembra che ne
soffra il 4 per cento della popolazione e
sembrerebbe ereditario.
Lquipe di Peretz e altri studiosi stan-
no provando a scansionare il cervello
degli amusici alla ricerca di anomalie
anatomiche che possano aiutarli a capire
il problema alla base del disturbo. Finora
hanno scoperto alcune piccole differenze
nello spessore della materia bianca di
una regione del cervello chiamata giro
frontale inferiore destro, la zona legata
alla percezione dei toni musicali e alla
memoria melodica. Stanno anche cercan-
do i geni che rendono lamusia ereditaria
nella speranza di capire meglio da quale
anomalia del cervello provocata.
La speranza che con una migliore
comprensione dellamusia sia possibile
aiutare le persone escluse dal piacere
della musica. Peretz ritiene che interve-
nendo per tempo sia possibile sfruttare la
naturale plasticit del cervello e ridurre i
danni. Non possibile aiutare gli adulti,
aggiunge la studiosa. Ci abbiamo pro-
vato. Ma forse con i bambini c qualche
possibilit. p bt
cervello. Simulano il suono che produr-
rebbe una serie di echi in una caverna,
cosa che nel mondo reale non succede
mai. Sono lequivalente uditivo di quegli
specchi che rilettono la nostra immagi-
ne allininito.
Forse, tuttavia, l illusione estrema
prodotta dalla musica quella della
struttura e della forma. In una sequenza
di note non c niente che crei le associa-
zioni emotive prodotte dalla musica. La
nostra capacit di darle un senso dipen-
de dallesperienza e dalle strutture neura-
li che imparano e si modificano a ogni
nuova canzone e ai pezzi che ci sono gi
familiari. Il cervello impara una specie di
grammatica musicale speciica della mu-
sica che appartiene alla nostra cultura.
Proprio come impara la lingua. Questo ci
permette di comprendere la musica. E in
fondo il motivo per cui la musica ci pia-
ce e ci commuove. p bt
66 internazionale 744, 16 maggio 2008
PORTFOLIO
Schegge pachistane
C
on una faccia rivolta al
boom economico del continen-
te asiatico e laltra alle spinte
islamiste e antioccidentali del
Medio Oriente, il Pakistan si trova sulla
linea di confine tra due mondi sempre
pi lontani. Nellultimo decennio, il regi-
me militare di Pervez Musharraf ha cer-
cato di forzare la transizione verso la mo-
dernit e lo sviluppo. Il risultato stato
per linasprimento delle tensioni tra le
due identit del paese. La crescita econo-
mica non ha coinvolto le regioni periferi-
che e le fasce pi basse della popolazione,
nelle aree tribali alla frontiera occidenta-
le riesplosa la guerriglia pashtun e, in
tutto il Pakistan, secolarismo e fonda-
mentalismo sono di nuovo al centro di un
confronto dagli esiti imprevedibili.
A met strada tra Asia e Medio Oriente, il secondo paese al mondo
per numero di musulmani non riesce a superare il proprio passato.
E il futuro appare sempre pi incerto. Foto di Bertrand Meunier
PORTFOLIO
internazionale 744, 16 maggio 2008 67
68 internazionale 744, 16 maggio 2008
PORTFOLIO
Nelle pagine precedenti, da sinistra in alto e in
senso antiorario: un Corano gigante esposto a
Karachi per il sessantesimo anniversario
dellindipendenza; domenica sulla spiaggia
vicino a Karachi; un cinema nella citt vecchia di
Peshawar. Sopra, una donna sfigurata con lacido
da un ex pretendente a Rawalpindi. Nella pagina
accanto, dallalto in senso orario: raffiche di mitra
sul muro di una moschea sciita di Karachi; la
spiaggia di Clifton Beach, sempre a Karachi; un
cane nella bottega di un imbalsamatore a Lahore.
Foto Tendance Floue/Grazia Neri
internazionale 744, 16 maggio 2008 69
PORTFOLIO
internazionale 744, 16 maggio 2008 71
IDEE
avuto un ruolo importante nella storia
di Haiti. uno dei pilastri su cui si basa
lidentit del paese, costituito come en-
tit culturale a partire da diaspore di-
verse. Per questo lapproccio identitario
ad Haiti non si basa solo sul fenotipo i-
sico. Quando Cristoforo Colombo sbar-
c sullisola nel dicembre del 1492, que-
sta terra si chiamava gi Ayti (che in lin-
gua arawak signiica terra di monta-
gna) ed era abitata dai taino, una popo-
lazione nata da un primo incrocio tra gli
arawak e i siboney.
Trentanni dopo il 90 per cento della
popolazione locale era stata decimata. I
futuri haitiani sarebbero stati i discen-
denti delle diaspore africane ed euro-
pee, rafforzate, un secolo dopo lindi-
pendenza, dallarrivo dei siriano-libane-
si (per citare solo le componenti e le on-
date principali dei lussi migratori
allorigine della popolazione dellisola).
A tutto questo si sono aggiunte altre mi-
grazioni dallesterno verso linterno, pi
o meno regolari, che hanno continuato
a irrigare lidentit culturale degli hai-
tiani.
importante distinguere il me-
ticciato culturale dal meticciato biologi-
co. Se questultimo evidente, il primo
non certo meno forte. A volte si tende
a trascurare questo aspetto, che invece
determina in larga parte il modo di es-
sere al mondo di un individuo o di una
comunit. Uno sguardo esteriore, ridut-
tivo, spesso considera Haiti una sempli-
ce appendice dellAfrica trapiantata in
terra americana. Ma se da un lato lAfri-
ca vasta e quindi plurale, dallaltro il
territorio haitiano, come abbiamo visto,
raggruppa uomini e donne di origini di-
verse. Eppure capita che lassimilazione
di questo sguardo esteriore spinga gli
U
na ventina danni
fa mi trovavo a Jac-
mel, una piccola citt
turistica nel sudovest
di Haiti. Ero insieme
a un belga e a un at-
tore guineano, venuto a girare un ilm,
quando si avvicinato un venditore am-
bulante di oggetti dartigianato. Prima
ha provato a vendere qualcosa a me,
senza successo. Il belga se l cavata con
qualche parola di creolo maccheronico.
Poi arrivato il turno del guineano.
Sfoggiava una larga tunica immacolata
che contrastava con la sua carnagione di
ngre bleu, come i creoli chiamano i neri
dalla pelle scurissima. Era appena sbar-
cato ad Haiti e non conosceva una paro-
la di creolo. Non aveva altra scelta che
chiederci aiuto. A quel punto il vendito-
re ambulante ha sgranato gli occhi,
esclamando: Ma questo negro un
bianco!.
Potrebbe sembrare un giudizio af-
frettato, come se il venditore avesse con-
siderato il guineano un alienato, troppo
vicino ai valori culturali dellantico pa-
drone europeo. Ma non cos. Per capi-
re questo passaggio dal nero al bianco
bisogna tener presente che in creolo
haitiano la parola negro indica luomo
che hai davanti e bianco lo straniero di
qualsiasi razza. Perci ad Haiti capita
che durante una partita di calcio Italia-
Germania Maldini o Ballack siano chia-
mati negri, proprio come un bianco be-
nestante o apparentemente benestante
chiamato un gran negro. Invece a chi
parte in viaggio per lAfrica subsaharia-
na si dir, senza nessuna ironia, vai nel
paese dei bianchi, in altre parole vai
allestero.
La migrazione e questo vale per
tutte le isole caraibiche ha sempre
louis-philippe dalembert
haitiani stessi, e gli africani con loro, a
vedere in questo paese nientaltro che
un ramo trapiantato dallAfrica.
Ricordo un incontro a cui ho parteci-
pato nel novembre del 1995, nel nord
della Francia. Eravamo una decina di
autori riuniti per scrivere una lettera
aperta contro la condanna a morte dello
scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa.
Qualcuno ha proposto di cominciare la
lettera con: Noi scrittori africani. Io
ho chiesto di correggere linizio, soste-
nendo che, se volevamo identiicarci a
partire da una connotazione geograica,
sarebbe stato meglio scrivere: Noi
scrittori africani e caraibici....
La mia osservazione ha scatenato
lira di un senegalese. Capivo il suo pun-
to di vista ma non lo condividevo. Per lui
era come se riiutassi di riconoscermi
nella madre Africa: peggio, come se mi
tirassi fuori dalla lotta comune. In realt
questo fratello non solo negava la mia
americanit, ma con la sua reazione
esprimeva probabilmente senza ren-
dersene conto unimmagine negativa
di s. Questa immagine il frutto
dellinteriorizzazione del discorso del-
lAltro, che riunisce tutti i negri sotto
ununica etichetta negativa. Lo scrittore
martinicano Frantz Fanon vedeva in
questo complesso poich proprio di
un complesso si tratta il risultato di un
doppio processo: Economico, innanzi-
tutto, e, in un secondo tempo, di interio-
rizzazione o meglio epidermizzazione di
questa inferiorit.
il contrario altrettanto vero.
Quante volte ho sentito dire da un bian-
co: Tu non sei nero. Ma se gli chiedo:
E che sono, allora?, non sa rispondere.
Qualcuno osa timidamente dirmi: Sei
come noi, senza arrivare al punto di
chiamarmi bianco. Il giudizio tu non
sei nero, infatti, rinvia a unimmagine
del nero intrisa di pregiudizi ereditati
dalla propria educazione e dalla propria
cultura. Senza volerlo, questo giudizio
solleva unaltra questione essenziale:
quella del meticciato, culturale o biolo-
gico, che viene riiutato, spesso in modo
istintivo, dai gruppi etnici puri.
Prendiamo per esempio il meticciato
bianco-nero nei paesi occidentali. L i
meticci spesso sono percepiti dai bian-
chi in funzione della loro riuscita o del
loro fallimento nella societ. Meticci di
successo sono guardati con simpatia e
sollievo, come dei sottoprodotti della ci-
vilt bianca, occidentale, dei igli di cui
scomodi
meticci
Quante volte ho sentito dire da un bianco: Tu
non sei nero. Ma se gli chiedo: E che sono,
allora?, non sa rispondere
72 internazionale 744, 16 maggio 2008
IDEE
Louis-Philippe Dalembert uno
scrittore haitiano di lingua francese e
creola. Nato a Port-au-Prince nel 1962,
autore di poesie, romanzi e racconti.
In Italia ha pubblicato La matita del
buon Dio non ha la gomma (Edizioni
Lavoro 1997). Vive a Parigi.
tutto sommato essere ieri. Lex giocato-
re di tennis Yannick Noah, di padre ca-
merunese e madre francese, faceva no-
tare che la stampa lo considerava fran-
cese quando vinceva e franco-cameru-
nese quando perdeva. Insomma, tutto
quello che positivo avvicina i meticci al
campo dei bianchi, mentre tutto ci che
negativo li allontana, spingendoli nel
campo dei neri.
Da parte loro i neri, abituati a fare i
conti con il razzismo e a interiorizzare il
discorso dellAltro, attribuiscono spesso
ai meticci ma non sempre a ragione
un complesso di superiorit. Oppure li
considerano il risultato di unevidente
alienazione, umanoidi con la pelle inde-
cisa e la maschera bianca (per parafra-
sare Pelle nera maschere bianche di Fa-
non), degli alienati, sradicati cultural-
mente, abituati da troppo tempo a fre-
quentare la scuola dei bianchi.
a causa di questo rifiuto i meticci
iniscono per identiicarsi con un campo
o con laltro, per lo pi con quello delle
vittime e dei perdenti della storia recen-
te. Come hanno fatto Malcolm X e Bob
Marley. La rabbia da neoiti e lintransi-
genza nascono dalla delusione per non
essere riusciti a incarnare quel punto di
equilibrio, quel ponte di collegamento
che sarebbero dovuti diventare per na-
tura. Com prevedibile, la loro risposta
sar molto pi complessa e si collocher
tra questi due estremi. Nelle loro ferite
segrete, ma anche nelle loro gioie. Oltre
il riiuto e laccettazione, oltre lidealiz-
zazione di quello che dovrebbero simbo-
leggiare agli occhi dellAltro.
Barack Obama, in lizza per la candi-
datura del Partito democratico alle pre-
sidenziali statunitensi, ha vissuto molto
presto sulla sua pelle questa condizione
di inclassiicabilit. Fino a quarantan-
ni fa negli Stati Uniti sarebbe stato in-
cluso nella categoria coloured in base al
sistema dellapartheid. A lungo stato
afroamericano per la stampa statuni-
tense e nero per la stampa europea.
Come si deve interpretare una simile
deinizione rispetto a un individuo bio-
logicamente meticcio, che ino alluni-
versit ha frequentato solo il ramo bian-
co della sua famiglia? Cosa lo rende pi
nero che bianco se lo sguardo dellAltro,
in questo caso il bianco, che ha dificolt
a riconoscersi nella sua immagine? An-
che i neri statunitensi difidavano di
Obama, prima di passare dalla sua parte
in assenza di un candidato pi nero e
puro.
Gli scrittori migranti, originari del
sud del mondo, spesso condividono la
condizione dei meticci perch vivono a
lungo a volte da sempre lontano dal-
la loro terra natale. Sono sbattuti da una
riva allaltra dalle stesse onde meschine,
e poco importano le cause dei loro spo-
stamenti (lesilio, le dificolt economi-
che, lebbrezza del vagabondaggio). Tut-
to questo in nome dellautenticit: cul-
turale, linguistica, cio dellimmagina-
rio. Da un lato la riva meridionale serve
a escludere, dallaltro la riva settentrio-
nale serve a lavarsi la coscienza. Ed co-
me se ci fosse la necessit inderogabile
di collocare limmaginario e la lingua di
questi scrittori sotto una bandiera che
non sia letteraria. Come se unopera,
questa parte visibile dellinteriorit, non
bastasse a se stessa e soprattutto non
bastasse a deinire il solo luogo di cui
parla il suo autore: il proprio s.
da john donne in poi questo s
non pu pi essere considerato unisola.
un s fatto di piste sottomarine colle-
gate in modo permanente con linfan-
zia, la terra che nutre ogni opera; un s
fatto di una sensibilit e di una lingua
che non hanno consistenza se non sono
radicate nella realt. come se lessen-
ziale non fosse lopera stessa. Come se
per gli scrittori della migrazione ogni
opera potesse avere valore solo in virt
del contesto extraletterario. Tanto che
alcuni arrivano a confondere lopera con
il contorno extraletterario.
Il problema che questo sguardo si
estende allinsieme della letteratura del
sud del mondo vista da nord. Negli anni
si affermata una lettura compassione-
vole di queste opere: una critica con-
traddittoria, in base a cui il loro valore
spesso dato solo dalla compassione
che suscitano in relazione a un contesto
non letterario. Compassione per la real-
t, ma anche per gli autori, che lAltro,
ormai incapace di lottare, abituato a vi-
vere in un nord troppo privilegiato, si
compiace a considerare povero e im-
pegnato. Mentre gli scrittori, migranti
o meno, hanno una sola preoccupazio-
ne: tornare alla letteratura. p jm
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Centre of International
Cultural Exchange
MINISTRY
OF CULTURE
OF PEOPLES
REPUBLIC OF
CHINA
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E ANCORA MOSTRE,
ARTIGIANATO, GASTRONOMIA.
F E S T I V A L
2 3 M A G G I O 8 G I U G N O
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SHANGHAI OPERA
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23, 24, 25, 31 maggio,
1 e 2 giugno
TRADIZIONE
DONGGUAN SHIPAI
LION DANCING TROUPE
Danza del leone
24 e 25 maggio
TEATRO
BEIJING PEOPLES ART
THEATRE
I Love Peach Blossoms
28 e 29 maggio
OPERA
HENAN OPERA HOUSE
Cheng Ying salva
lorfano degli Zhao
31 maggio e 1 giugno
DANZA
GUANGDONG MODERN
DANCE COMPANY
Sticks/Upon Calligraphy
31 maggio e 1 giugno
TEATRO
SHANGHAI DRAMATIC
ARTS CENTRE
The Salty Taste
of Cappuccino
1 e 2 giugno
TRADIZIONE
MONACI SHAOLIN
Kung Fu
2 giugno
MUSICA
LIU SOLA & FRIENDS
Concert Series -
Soul Sisters Concert
3 e 4 giugno
DANZA
BEIJING MODERN
DANCE COMPANY
Beijing vision
5 e 6 giugno
DANZA
CITY CONTEMPORARY
DANCE COMPANY,
HONG KONG
Silver Rain
6, 7, 8 giugno
TRADIZIONE
TEATRO DELLE OMBRE
DI HUAZHOU
7, 8 giugno
MUSICA
THE INNER MONGOLIA
YOUTH CHORUS,
BUTTERFLY GIRLS BAND
8 giugno
MUSICA
Concerto Finale
LA GRANDE
ORCHESTRA
diretta da TAN LI HUA
6, 7, 8 giugno
TRADIZIONE
CHONGQING ACROBATIC
TROUPE
Spettacolo di Acrobati
8 giugno
FUOCHI DARTIFICIO
Programma completo su www.auditorium.com
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Info 06.80.241.281
Biglietteria e prevendita:
tel. 199.109.783 (servizio a pagamento)
Cultura
IMPALPABILE/MAMUSCA
p Due mostre del FotoGraia festival di
Roma: la fotoinstallazione in progress per
camera-phone di Claudia Ferri e la
giornata di una madre vista da Claudia
Blu attraverso gli occhi di una matrioska.
Impalpabile, ino al 24 maggio, impalpablephotos.net;
Mamusca, 19-31 maggio, fotograiafestival.it
MINIMONDI IN SICILIA
p Secondo appuntamento con il festival
del libro e dellillustrazione per ragazzi.
Catania, Enna, Palermo, 16-24 maggio, minimondi.com
CULTURA GNAWA
p Suoni, riti e ritmi della cultura gnawa
dellAfrica occidentale. Conservatorio, Latina,
17-19 maggio, conservatorio.latina.it
DONNE IN CONFLITTO
p Giornaliste provenienti da importanti
testate di paesi mediterranei si
incontrano in una tavola rotonda sul tema
Avere ventanni nel Mediterraneo. Stampa
estera, Roma, 20 maggio, info@babelmed.net
cinema libri musica tv per segnalazioni: cultura@internazionale.it
internazionale 744, 16 maggio 2008 75 internazionale.it/agenda
BIENNALE DEI GIOVANI ARTISTI DEL MEDITERRANEO
p Musica, arti visive, teatro, video, arti applicate, letteratura e addirittura gastronomia.
Questa la proposta dei settecento artisti tra i 18 e i 30 anni invitati alla Biennale.
Provenienti da 46 paesi dellarea del Mediterraneo, dai Balcani al Nordafrica, daranno
vita a un villaggio dove la parola dordine : contaminazione senza barriere.
Fiera del Levante, Bari, 22-31 maggio, www.biennalepuglia2008.org
Martin Grandits,
Austria
A
ppena ho cominciato a ricevere le
prime notizie sulla catastrofe
naturale che ha colpito la
Birmania, un paese che amo
profondamente, mi subito venuta
voglia di reagire. Ma non lho fatto
perch il governo di Rangoon parlava di
ottomila morti e non volevo essere
male interpretato. Il mio atteggiamento
prudente si rivelato una scelta giusta:
i morti sono diventati rapidamente
100mila e si parla di un milione e
mezzo di vittime.
La giunta che governa il paese ha
preso una posizione criminale: ha
riiutato lintervento delle ong, non ha
rinviato il referendum che dovrebbe
assicurargli, se possibile, poteri ancora
maggiori e si sta accaparrando tutti gli
aiuti internazionali. Non si poteva
immaginare niente di peggio.
Del resto, questa cricca militare
invecchiata, che sida le codarde
democrazie del mondo intero, segue
una sua logica. La determinazione con
cui ha riiutato lentrata dei volontari
delle organizzazioni umanitarie la
stessa con cui ha controllato le
immagini che potevano uscire dal
paese. Durante lultima settimana, i
mezzi di informazione di tutto il mondo
(compreso Internazionale, pagine 6-7
del numero 743) hanno avuto accesso
soltanto alle immagini uficiali, messe a
disposizione dalla Myanmar News
Agency.
Come nel recente caso delle rivolte
in Tibet, il controllo delle immagini da
parte del potere ci pone di fronte a una
domanda molto seria. possibile
informare usando le immagini della
propaganda senza far sapere al
pubblico da dove vengono?
ANDERSEN FESTIVAL
p Capossela, Del Bono, Maggiani e altri
animano alcuni luoghi pubblici sul tema
La memoria dellacqua. Sestri Levante (Ge),
22-25 maggio, andersenfestival.it
ELEVEN MINUTES
p Rassegna di corti sul calcio realizzati in
occasione degli Europei. Istituto Austriaco di
Cultura, Roma, 20 maggio, 06 3608 371
MOSAICOSCIENZE 2008
p In nove comuni intorno al Garda, nove
conferenze su ambiente, energia e
sviluppo. 22-25 maggio, mosaicoscienze.com
MUOZ A BOLOGNA
p Il maestro argentino del fumetto Jos
Muoz incontra il pubblico. Feltrinelli
International, via Zamboni, Bologna, 22 maggio
KUNSTART 08
p Ottanta gallerie riunite in una iera
dellarte moderna e contemporanea.
Museion, Bolzano, 22-25 maggio, kunstart.it, museion.it
CHRISTIAN CAUJOLLE STATO PHOTO EDITOR DEL
QUOTIDIANO LIBRATION E HA FONDATO LAGENZIA VU.
SCRIVE QUESTA RUBRICA PER INTERNAZIONALE
IMMAGINI
CHRISTIAN
CAUJOLLE
IN USCITA
IN BRUGES
Di Martin McDonagh. Con Colin
Farrell, Brendan Gleeson, Ralph
Fiennes. Gran Bretagna, 2008, 107
1111!
Ci sono quattro parole che non
avrei mai pensato di scrivere.
Non dopo che la sua carriera
sembrava affondata sotto i
capelli biondi e il gonnellino
di Alexander di Oliver Stone:
Colin Farrell tornato.
Nonostante ilm con autori di
un certo calibro (Malick,
Allen, Mann) il destino di Far-
rell sembrava segnato, come
quello di Napoleone al ritorno
dalla Russia. E invece lattore
ha tirato fuori un jolly in que-
sta piccola black comedy di
Martin McDonagh. Lunatico e
divertente, a tratti sexy, in cer-
ti momenti triste e vulnerabile
come un bambino. Lui e Bren-
dan Gleeson, altrettanto con-
vincente, interpretano Ray e
Ken, una coppia di killer a cui
il boss ordina di andare a Bru-
ges, in Belgio, e attendere
istruzioni. Lambientazione
insolita (anche se una spiega-
zione c), lottima intesa tra i
due attori protagonisti, gag
estremamente divertenti, e
dialoghi che fanno pensare a
Beckett e a Tarantino, sono gli
ingredienti di un ilm che pro-
pone McDonagh (Oscar con il
corto Six shooter) come uno
dei registi pi interessanti in
circolazione.Peter Bradshaw,
The Guardian
AllA ScopERtA
dI chARlIE
Di Mike Cahill. Con Michael
Douglas, Evan Rachel Wood. Stati
Uniti, 2007, 90
111!!
Protagonisti di questa elabo-
razione sorprendentemente
fresca delle stranezze tipiche
del cinema indipendente sono
un musicista jazz, mental-
mente disturbato (Michael
Douglas) e la iglia adolescen-
te (Evan Rachel Wood), anche
lei con qualche sofferenza alle
spalle a causa di una famiglia
che l ha praticamente abban-
donata. Il padre cerca di coin-
volgere la iglia nella ricerca di
un tesoro spagnolo sepolto
sotto il negozio di una catena
di discount di ferramenta.
Gran parte della vivacit del
ilm, debutto del regista sce-
neggiatore Mike Cahill, che
viaggia sulla sottile linea tra il
California dreamin e la malat-
tia mentale, viene da un
Michael Douglas che sembra
inalmente libero di esprimer-
si grazie a questa trama don-
chisciottesca. come se il
grande attore fosse inalmente
riuscito a integrare tutti i vari
personaggi che ha interpreta-
to sullo schermo in un unico
ruolo.Lisa Schwarzbaum,
Entertainment Weekly
cERtAMENtE, FoRSE
Di Adam Brooks. Con Ryan
Reynolds, Rachel Weisz, Abigail
Breslin. Stati Uniti, 2008, 105
111!!
Forse Ryan Reynolds, con il
suo sguardo dolce, troppo
titubante per un ruolo da pro-
tagonista. In questa comme-
dia romantica interpreta il
ruolo di un giovane che non
riesce a scegliere la sua com-
pagna. Un personaggio che
dovrebbe sembrare un po
sperduto, in cui Reynolds non
si trova molto a suo agio. Ma
Certamente, forse, scritto e
diretto da Adam Brooks, ha
fascino e spirito. Ambientato
tra la prima campagna presi-
denziale di Bill Clinton e gli
anni successivi, il ilm segue
in parallelo i problemi senti-
mentali del protagonista e la
crescente disillusione nei
confronti del presidente
democratico. Tra le attrici,
Rachel Weisz ci regala una
delle sue migliori interpreta-
zioni da molto tempo a questa
parte.David Denby, The
New Yorker
Cinema
dieci ilm nelle sale italiane giudicati dai critici di tutto il mondo
MEdIA
Massa critica
Legenda:
1!!!!
PESSIMO
11!!!
MEDIOCRE
111!!
DISCRETO
1111!
BUONO
11111
OTTIMO
LA BANDA 111!! 11111 1111! 111!! 111!! 1111! 11111 1111! 1111! 1111! 1111!
IL CACCIATORE DI 11!!! 1111! 111!! 111!! 111!! 11!!! 11!!! 1111! 111!!
IN BRUGES 1111! 111!! 1111! 1111! 1111! 11!!! 1111!
IN AMORE NIENTE 111!! 111!! 11!!! 11!!! 111!! 11!!! 11!!! 11!!!
IRON MAN 111!! 1111! 1111! 11!!! 111!! 111!! 11!!! 1111! 11!!! 111!!
JUNO 1111! 11111 111!! 1!!!! 1111! 1111! 1111! 111!! 111!!
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76 internazionale 744, 16 maggio 2008
In Bruges
LALTRA DONNA DEL RE 11!!! 111!! 11!!! 111!! 11!!! 111!! 11!!! 111!! 11!!! 11!!! 11!!!
IL TRENO PER 11!!! 1!!!! 1111! 11!!! 111!! 11111 1111! 1!!!! 111!! 1111! 111!!
ONORA IL PADRE E LA 11!!! 1111! 111!! 1111!1111!1111!1111!1111!111!!
iCERTAMENTE, FORSE 11!!! 111!! 111!! 111!! 111!! 11!!! 111!!
1. Il tRENo pER Il dARJEElING
di Wes Anderson. Stati Uniti, 91
2. Sotto lE BoMBE
di philippe Aractingi.
Francia/Libano, 98
3. lA ZoNA
di Rodrigo pl. Messico, 95
I consigli della redazione
internazionale 744, 16 maggio 2008 77
I ilm italiani visti da un
corrispondente straniero. Questa
settimana Gerhard Mumelter,
del quotidiano austriaco
Der Standard.
NAZIROCK
Di Claudio Lazzaro. Italia 2008,
75
111!!
La minaccia di azioni legali
da parte di Forza Nuova ha
impedito per ora luscita
nelle sale di questo ilm di
Claudio Lazzaro, che pre-
senta il suo secondo docu-
mentario dopo Camicie ver-
di, opera convincente sulla
Lega nord premiata al festi-
val di Locarno. Questa volta
Lazzaro si occupa del conta-
gio fascista tra i giovani ita-
liani, partendo dal campo
dazione di Forza Nuova in
provincia di Viterbo, una
specie di Miniwoodstock
agreste dellestrema destra,
ravvivata dal rock identita-
rio di complessi come gli
Hobbit. Ho il cuore nero e
sputo in faccia al mondo in-
tero, recita una delle canzo-
ni, accompagnata dai giova-
ni con il saluto romano. So-
no circa trenta i complessi
che producono questo rock
intriso di razzismo e xenofo-
bia, spesso con riferimenti
alle curve degli stadi, dove
Forza Nuova arruola i suoi
adepti: Frana, la curva fra-
na, sulla polizia italiana.
lestrema destra vista dal-
linterno: la musica, le facce,
i capi, i libri, gli ospiti stra-
nieri, i rituali. Laspetto po-
sitivo del documentario
che presenta i fatti senza
commentarli. Ma dal mate-
riale raccolto da Lazzaro si
potrebbe ricavare un con-
vincente documentario di
35-40 minuti. Nazirock sof-
fre di ripetitivit e si deve
appoggiare a materiale dar-
chivio su Hitler e Mussolini.
ITALIENI
sono troppo lunghi e troppo
costosi. Superhero fa quindi
rilettere sul fatto che anche i
ilm di cui si prende gioco
potrebbero essere pi brevi e
costare meno. Ma una consi-
derazione che non far nessu-
no degli spettatori che affolle-
ranno i cinema per questo ilm
e per il prossimo kolossal trat-
to dai fumetti.A.O. Scott, The
New York Times
UNdeRdOG
Di Frederik Du Chau. Stati Uniti,
2007, 81
1!!!!
Qualche lezione melensa
sullunit della famiglia e
qualche orribile scena di lirt
tra cani: tutto qui questo
cartoon trasformato in ilm
semianimato. Il cane supere-
roe degli anni sessanta irri-
conoscibile grazie al tocco
Disney e allanimazione digi-
tale. Paladino controvoglia, il
cagnolino deve salvare il mon-
do dalla minaccia di uno
scienziato pazzo. La buona
notizia per gli adulti che por-
teranno al cinema i igli che
il ilm dura mezzora di meno
dellultimo Asterix. In entram-
bi i casi il pubblico rimarr
con il rimpianto per la vera
magia di penne e inchiostro.
Cath Clarke, The Guardian
ANCORA IN SALA
CACCIA SPIeTATA
Di David Von Ancken. Con Liam
Neeson, Pierce Brosnan, Anjelica
Huston. Stati Uniti, 2006, 115
1111!
Il regista e sceneggiatore
David Von Ancken fa un eccel-
lente debutto con un western
brutale e appassionante,
ambientato immediatamente
dopo la ine della guerra di
secessione. Pierce Brosnan
regala una delle sue migliori
interpretazioni di sempre e i
paesaggi classici del western
sono splendidamente fotogra-
fati dal due volte premio Oscar
John Toll.Peter Bradshaw,
The Guardian
Allarme ai Cahiers
Preoccupazioni e speranze sul futuro della
storica rivista di critica cinematograica
DALLA FRANCIA
D
alla met di aprile la redazione dei Cahiers du cinma
in agitazione. Lannuncio del gruppo Le Monde di un pia-
no che prevede la soppressione di 130 posti di lavoro e
la cessione di alcune riviste, ha messo in allarme redattori e
impiegati dello storico giornale della critica cinematograica
francese fondato nel 1951 dalla banda Bazin.
Ricordando che il magazine un patrimonio che include
una casa editrice senza rivali nel settore dedicato al cinema,
una fototeca di 3.500 immagini e unenorme collezione di
dvd, i redattori sono entrati in sciopero chiedendo di essere
informati in tempo reale di qualsiasi decisione dovesse
prendere il gruppo Le Monde. Gli amministratori, dal canto
loro, sembrano irremovibili. Dal 2001 a oggi, le perdite delle
ditions de ltoile, che pubblicano il mensile, si sono accu-
mulate, aggravandosi dal 2006 in poi. Ma potrebbero esserci
delle novit positive. Una cinquantina di personalit di grande
spicco della cultura e del cinema hanno dato il loro sostegno
a un progetto interno della rivista che intende assicurare la
continuit dellimpresa in tutte le sue componenti, adattan-
dola alle side presenti e future. Il progetto concepito da
Emmanuel Burdeau e Thierry Lounas ha tre obiettivi: rimette-
re a posto i conti e reinventare i Cahiers mantenendo una
continuit editoriale, che il valore aggiunto della storica rivi-
sta.Laure Croiset, ToutLeCine
PARIGI, APRILE 2008.
Assemblea degli
impiegati del gruppo
Le Monde
SUPeRheRO
Di Craig Mazin. Con Drake Bell,
Leslie Nielsen, Christopher
McDonald. Stati Uniti, 2008, 85
1!!!!
Deinire Superhero una satira,
o anche una parodia, sarebbe
fuorviante, perch entrambi i
termini implicano almeno un
tentativo di sembrare vaga-
mente intelligenti. Ma questa
inutile e stupida accozzaglia di
gag ampiamente scontate o
gi viste, che si prende gioco di
un genere relativamente nuo-
vo con trite formule di umori-
smo infantile (inclusi deiezio-
ni, vomito e gas intestinali)
non richiede un briciolo di iro-
nia. Lunica forma di satira
che gli riesce involontaria. Il
ilm infatti dura 85 minuti:
viene da pensare che in effetti
molti ilm tratti dai fumetti
J
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S
A
G
E
T
(
A
F
P
)
Libri
NARRATIVA
STELLA DEL MATTINO
Wu Ming 4, Einaudi, 401 pagine,
16,80 euro
1111!
Oxford, 1919. La
prima guerra mon-
diale appena ter-
minata. Tra i tanti
reduci dei campi di
battaglia ci sono
anche tre giovani destinati a un
brillante futuro da scrittori:
Robert Graves, J.R.R. Tolkien e
C.S. Lewis, tutti alle prese con
gli incubi e i traumi psicologici
causati dai combattimenti. Ma
il personaggio pi ambiguo e
tormentato il protagonista
T.E. Lawrence, il leggendario
Lawrence dArabia, che con il
suo arrivo risveglia la curiosit
degli abitanti della cittadina.
Perch tornato a Oxford?
davvero un eroe? Chi c dietro
la misteriosa sigla S.A. a cui
dedicato il libro di memorie
che Lawrence sta scrivendo?
Stella del mattino conferma
che i romanzi del collettivo Wu
Ming riescono bene sia quando
i suoi membri lavorano in
gruppo sia quando scrivono da
soli. Ancora una volta, lintrec-
cio di verit storiche ed emo-
zioni inventate funziona per-
fettamente e ci regala un rac-
conto appassionante e profon-
do, che si snoda tra le bibliote-
che inglesi e le sabbie dei
deserti arabi. ( fsi)
uN pOLLASTrO
A hOLLywOOD
David Henry Sterry, Adelphi, 220
pagine, 18,00 euro
111!!
Un pollastro a Hol-
lywood il trasci-
nante racconto-
confessione di
David Henry Ster-
ry, sbarcato nella
citt del cinema a met degli
anni settanta, ad appena
diciassette anni. Per un anno si
guadagn da vivere come gigo-
l dalto bordo, pronto a soddi-
sfare le richieste pi capriccio-
P
er Nicolas Sarkozy arrivato il tempo delle critiche, dei
rimpianti, del iele e del vetriolo. Fanno sensazione i pen-
timenti di Jean-Marie Rouart e di Thierry Desjardins, vete-
rano di Le Figaro, che lhanno entrambi votato. Il primo trop-
po affascinato dalla igura di Sarkozy per demolirlo, ma nel suo
Devoir dinsolence non tralascia nulla: il divorzio, il matrimonio,
il Rolex, lanello di idanzamento. Il secondo al ioretto preferi-
sce il lanciaiamme: Galipettes et cabrioles llyse lascia
dietro di s solo un mucchietto di cenere.
Di fronte a questi due volumi, Le liquidateur di Pierre
Moscovici sembra la tesina di uno studente. Niente pettego-
lezzi, ma un approccio da congresso socialista a notte fonda.
Il migliore dei libri in circolazione su Sarkozy senzaltro Eh
bien, dansez maintenaint, di Marc Lambron, che senza fare
politica e senza indignarsi, paragona il presidente a un attore
di avanspettacolo e la sua epoca a unopera comica italiana
sul genere dellElisir damore.Philippe Alexandre, Lire
Dedicato a Sarkozy
Nessun predecessore aveva ispirato tanti
libri quanti lattuale presidente francese
78 internazionale 744, 16 maggio 2008
DALLA FRANCIA
Stefano Liberti, A sud di Lampedusa,
Minimum Fax, 200 pagine, 14,00 euro
Q
uesto libro ripercorre le rotte degli exo-
dants, i migranti che si spostano dal
Niger e altre zone dellAfrica nera, e
attraversano il deserto della Libia per raggiun-
gere lEuropa. Storia nota, si dir, ma che qui
viene raccontata in modi decisamente nuovi e
autentici, sfatando i luoghi comuni e scopren-
do quel che c dietro, secondo il saggio
modello di san Tommaso, oggi trascurato ad
arte dal giornalismo di successo.
Stefano Liberti, una delle poche irme signi-
icative del Manifesto, vuole capire, veriicare,
e per di pi sa individuare e mettere in luce
personaggi nuovi e vivaci, nuove igure e pro-
fessioni prodotte dallirrequietezza di oggi.
Quel che vogliono la babele delle leggi e la
politica dellEuropa e dei suoi giornali detta-
to da precisi interessi economici, dice assai
bene uno dei migranti: LEuropa chiude le
frontiere non perch non vuole gli immigrati,
ma perch vuole che arrivi gente docile, senza
diritti e quindi incapace di avanzare rivendica-
zioni. Cento le storie e i luoghi raccontati da
Liberti, con la curiosit e la passione dei gran-
di giornalisti di una volta, ridando dignit a un
mestiere ormai marcio, con la capacit di ren-
der vera e grande la vita delle vittime: che la
sola e vera epica del nostro tempo.
IL LIBRO GOFFREDO FOFI Direttore della rivista Lo straniero
Sulle rotte dei migranti
se e teatrali delle sue clienti.
Sempre in bilico tra uno
humour paradossale e la trage-
dia pi nera, Sterry alterna in
contrappunto il racconto sur-
reale delle sue marchette con
donne ricche e disperate e la
rievocazione di uninfanzia ter-
ribile, unagghiacciante
sequenza di quadretti familia-
ri che sembrano altrettante
stazioni di una via crucis. (gv)
SAGGISTICA
CODICE OvvIO
Bruno Munari, Einaudi, 205
pagine, 46,00 euro
1111!
Bruno Munari
stato uno dei pi
poliedrici artisti
italiani delle arti
visive, della grai-
ca e del design.
Questo libro, edito la prima
volta nel 1971, un modo per
conoscere il genio dellautore
1. INGrID DE KOK.
Mappe del corpo (Donzelli)
2. A CurA DI pAOLA DCINA
LOMbArDI. La donna, la libert,
lamore (Mondadori)
3. rEbECCA SOLNIT.
Speranza nel buio (Fandango)
I consigli della redazione
SUDAFRICA.
Febbraio 2008
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SPAGNA. Carlos Ruiz Zafn, El juego del ngel (Planeta).
Lautore dellOmbra del vento ritorna al Cimitero dei libri
dimenticati con una nuova grande avventura di intrighi,
amore, amicizia e tragedia nellaffascinante Barcellona degli
anni venti.
ARGENTINA. Andrs Rivera, Estaqueados (Seix Barral).
Rilessione sul recente passato in sei racconti, in cui si
mescolano eventi e personaggi reali e ittizi. Andrs Rivera
nato a Buenos Aires nel 1928.
FRANCIA. Dominique Damamme, Boris Gobille, Frdrique
Matonti e Bernard Pudal, Mai-Juin 68 (Ed. de lAtelier);
Philippe Artires, Michelle Zancarini-Fournel, 68: une histoire
collective (1962-1981) (La Dcouverte). Due opere collettive
sul maggio 1968.
GRAN BRETAGNA. Will Self, The butt (Bloomsbury). Satira della
coscienza liberale occidentale post-Iraq: un uomo in vacanza
con la famiglia in un paese non identiicato getta dal balcone
un mozzicone di sigaretta e brucia il signore che sta di sotto. Il
giorno dopo viene arrestato.
MAROCCO. Anouar Majid, A call for heresy. Why dissent is
vital to islam and America (University of Minnesota Press).
Majid sostiene che il mondo islamico e gli Stati Uniti sono
entrambi in declino perch le ortodossie religiose, politiche ed
economiche di entrambi i paesi hanno messo a tacere le loro
voci pi creative. Anouar Majid nato in Marocco, ma ora vive
negli Stati Uniti dove insegna alla University of New England e
ha fondato Tingis, la prima rivista marocchino-americana.
STATI uNITI. William Styron, Havanas in Camelot. Personal
essays (Random House). In questa raccolta postuma di saggi
lo scrittore ripercorre alcuni importanti eventi della sua vita,
segnati da libri importanti. Styron morto nel 2006.
STATI uNITI. Paula J. Giddings, Ida. A sword among lions
(Amistad). Biograia di Ida B.Wells (1862-1931) giornalista che
si batt contro i linciaggi dei neri nel sud degli Stati Uniti.
STATI uNITI. Xujun Eberlein, Apologies forthcoming (Livingston
Press). Raccolta di racconti di sapore autobiograico che
parlano della rivoluzione culturale cinese.
delle macchine inutili, dei fos-
sili del 2000 e dei libri illeggi-
bili. Ma anche uninteressan-
te galleria di esperienze perso-
nali grazie ai laboratori per
bambini realizzati in tutto il
mondo. Lo spirito di Munari
vivace e infantile, perch solo
se conserviamo lo spirito del-
linfanzia conserviamo la
curiosit di conoscere, il piace-
re di capire, la voglia di comu-
nicare. (pc)
berlino-mosca.
un viaggio a piedi
Wolfgang Buscher, Voland,
217 pagine, 14,00 euro
111!!
Da Berlino a
Mosca, seguendo
le orme di Napo-
leone e delle trup-
pe di Hitler. Verso
est, nelle pianure
della Polonia e della Bielorus-
sia, ino alla Piazza rossa, attra-
verso quel pulviscolo di aned-
doti, ricordi, leggende che la
storia ha depositato nella
memoria della gente di queste
regioni. il viaggio che rac-
conta Buscher, unimpresa
solitaria e folle degna di un
altro tedesco eccentrico e
avventuroso, Werner Herzog.
Lei va a caccia di fantasie, un
illuso, gli grida un soldato
polacco. Buscher non se ne
cura. Camminando, continua a
guardare a oriente, mentre le
persone che incontra hanno
sempre lo sguardo rivolto nella
direzione opposta, verso occi-
dente. Molto pi di un libro di
viaggio, Berlino-Mosca lo
stralunato resoconto di unav-
ventura affrontata con una
curiosit allo stesso tempo col-
ta e aperta allo stupore. (ap)
FuMETTO
de luca. il disegno
pensiero
Autori vari, Black Velvet, 344 pagine,
24,00 euro
11111
Le azioni corro-
no, la pagina resta
ferma: cos il
maestro Gianni
De Luca esprime-
va il paradosso del
fumetto. Allopposto del cine-
ma, che crea il movimento con
il succedersi di un lusso dim-
percettibili immagini isse, nel
fumetto il lettore percepisce la
staticit. Non c lusso. De
Luca, partendo da questa con-
sapevolezza del lettore, allin-
terno di una sola gigantesca
vignetta poteva proporre
lazione di Amleto spadaccino
scomposta in tanti Amleti,
come se fossero dei cloni. In
questo modo suscitava un
effetto di vertigine visiva che
appartiene solo al fumetto,
fondato sulla contemplazione
dellazione nel suo insieme, a
differenza del cinema dove si
costretti a procedere fotogram-
ma per fotogramma. Il dise-
gnatore del commissario Spa-
da riuscito a fondere alta spe-
rimentazione e fumetto popo-
lare su giornali per ragazzi. Un
miracolo analizzato dagli otti-
mi saggi pubblicati in questo
bel volume. ( fb)
internazionale 744, 16 maggio 2008 79
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)
DAL MONDO
Le novit editoriali, a cura di Maria Sepa
Carlos Ruiz Zafn
Francia
LExpress, 7 maggio 2008
FicTion
1. guillaume musso, Je reviens te
chercher. Ventiquattro ore decisive
nella vita di un uomo, viste da tre
prospettive diverse.
2. anna gavalda, la consolante.
La morte di una vecchia conoscenza
costringe un architetto parigino a
riaffrontare il suo passato.
3. stieg larsson, uomini che
odiano le donne. Un giornalista
indaga sulla scomparsa di una donna
avvenuta molti anni prima.
non FicTion
1. pierre desproges, Tout
desproges. Antologia di invettive
dellumorista francese.
2. marie-monique robin, le
monde selon monsanto. La genesi
di un impero industriale senza
scrupoli.
3. aldo naouri, duquer ses
enfants. I consigli di un famoso
pediatra su cosa fare quando i figli
diventano troppo capricciosi.
La classiica
centro autogestito pieno di
vegani idealisti si conquista-
to un pubblico di tutto rispetto
e ha partorito band notevoli, la
pi nota delle quali il duo
chitarra/batteria No Age.
Dopo aver aiutato a scavare i
solchi per le tubature del
bagno dello Smell e aver rice-
vuto ottime recensioni per il
loro debutto Weirdo rippers,
ora i No Age possono guardare
oltre i conini cittadini e nazio-
nali. Un disco cacofonico, fer-
tile e ricco di suono, meno
ruvido ma non pi facile del
precedente.Amanda
Petrusich, Pitchforkmedia
FOLK
RICHIE HAVENS
NOBODY LEFT TO CROWN
(Universal)
1111!
Qualcuno lo ricor-
der nel ilm
Woodstock ( luo-
mo barbuto con
labito africano che compare
allinizio del ilm). In apertura
del pi grande concerto della
storia cantava Freedom,
accompagnandosi con la chi-
tarra che suonava in modo
molto originale. Quarantanni
dopo Richie Havens prosegue,
pi discretamente ma senza
deragliare, il suo cammino
nelle terre del folk profetico,
oggi ripopolate da Devendra
Banhart e qualche altro segua-
ce con i capelli lunghi e il caf-
fettano. Come ai tempi del suo
primo album (Mixed bag,
1967), al centro di tutto c lui,
Richie, con la sua chitarra e le
sue canzoni vagamente malin-
80 internazionale 744, 16 maggio 2008
rOcK
ELLIOTT SMITH
NEW MOON (Domino)
1111!
Quando si ascol-
tano gli album
postumi di artisti
che si sono suici-
dati in giovane et, sempre
forte la tentazione di calarsi
nel ruolo del poliziotto, setac-
ciando ogni traccia in cerca di
un indizio su cosa possa essere
andato storto. Ma una tenta-
zione a cui sempre meglio
resistere, e in questo caso pi
che mai: affrontare New moon
come fosse una partita di
Cluedo non renderebbe giusti-
zia a quello che, pur essendo
solo una raccolta di demo rie-
laborate, indubbiamente un
capolavoro. I 24 pezzi sono
stati registrati tra il 1995 e il
1997, lo stesso periodo in cui
hanno visto la luce Elliott Smi-
th e Either/or. Alcune tracce
sono migliori di quelle uscite
negli album, cosa che si spiega
con la nota riluttanza del can-
tautore a mettersi in mostra.
Con Elliott Smith abbiamo
perso un artista incommensu-
rabile, ma quello che ha lascia-
to stupefacente, e New moon
ne un esempio particolar-
mente spettacolare.
Andrew Mueller, Uncut
CHUCK BERRY
jOHNNY B. gOODE: HIS COMpLETE
50S CHESS RECORDINgS
(Universal)
1111!
Chuck Berry non
ha inventato il
rock and roll, ma
avrebbe potuto
farlo benissimo. Le sue canzo-
ni hanno ispirato gente come
Buddy Holly, i Beach Boys, i
Beatles, gli Who, Bob Dylan,
Bruce Springsteen, i Rolling
Stones e chiunque altro si sia
messo a suonare la chitarra
elettrica. Un modo per capire
la sua importanza ripercor-
rere la musica che ha prodotto
negli anni cinquanta, in parti-
colare nella seconda met del
decennio. Le canzoni di Berry
sono ormai un pilastro del lin-
guaggio pop. Basti ascoltare
Maybellene, Sweet little six-
teen, Johnny B. Goode, Carol o
Brown eyed handsome man,
tutte presenti nei quattro cd
del cofanetto. Provate a met-
tervi nei panni di un ragazzo
che le ascolta per la prima vol-
ta: vi verr subito voglia di
comprarvi una chitarra.
Joshua Klein,
Pitchforkmedia
POP
NO AgE
NOUNS (Sub Pop)
1111!
da un pezzo che
negli Stati Uniti
non si vedeva
qualcosa di simile
allo Smell di Los Angeles. Nel-
lera di internet, parlare di
locale in qualsiasi campo che
non sia lagricoltura biologica
pu sembrare terribilmente
provinciale. Eppure questo
Musica
1. MARTHA WAINWRIgHT
I know youre married but ive got
feelings too (Drowned In Sound)
2. LE LUCI DELLA CENTRALE
ELETTRICA. Canzoni da spiaggia
deturpata (La Tempesta)
3. jORDI SAVALL
purcell: Fantasias for the viols
(Alia Vox)
I consigli della redazione
1
Psikotic, The Economist. For everything that matters/
they got a journalist: ovvio, lEconomist. Se togliamo le
parti pallose sulle politiche regionali britanniche, le imperscru-
tabili radiograie di fusioni e acquisizioni e la pornograia dei
futures sul germoglio di soia, resta un grande settimanale di
corrispondenze interessanti da tutto il mondo, con un solido
apparato di commenti e analisi (senza dimenticare lironia bri-
tish), che non insulta mai lintelligenza del lettore. Per questo
bello trovare questi due secchioncelli militanti tendenza hip-
hop, capaci di campionare i podcast dellEconomist online
(con i loro arguti commenti sulla latulenza bovina) e un rudi-
mentale beat alla Beastie Boys, per poi lanciare le proprie rime
nerdcore sulla bellezza di tenersi informati. Cercasi rapper ita-
liani di talento capaci di fare altrettanto con Internazionale
(che in fondo lEconomist un po come un Internazionale con
i traduttori in sciopero). Il modello cui ispirarsi si trova su
www.bellicosestudio.com/psikotic/psikotic.html.
2
Mc Frontalot, Bizarro genius baby. Anche il nerdcore il
rap dei secchioncelli militanti ha il suo padrino: Mc
Frontalot, alias Damian Hess di San Francisco. Nel suo secon-
do album (Nerdcore rising, 2007) celebra il proliferare del codi-
ce genetico nerd, ipotizzando una creaturina che tra poppate
e pannolini, trovi il tempo per aggiustare lultimo teorema di
Fermat e quisquilie simili. Download da frontalot.com.
3
Ali Dee and the Deekompressors, Go speed racer go.
Nella frangia estrema dei nerd, poi, si collocano i geek:
quelli che spalmano il talento studioso su cose come i video-
game, i manga, il cinema e la cultura pop in generale (compre-
so chi si occupa di playlist, o Playlist 2.0 di Luca Sofri). Ecco, il
nuovo della premiata ditta Matrix f.lli Wachowski, Speed racer,
un vero kolossal geek: storia a livello fase orale, ma effetti
digitali visionari, una palette di colori mai vista, migliaia di cita-
zioni e allusioni dai cartoni giapponesi alla storia dellarte tut-
ta. Cos questo pezzo, che scorre sui titoli di coda: sigletta di
anime giapponese anni settanta, ritmo reggaethon, vocine gia-
maicane e giapponesi, synth a cascata, big beat a bomba.
Trionfale e ossessivo, come il folle volo del vero geek.
PLAYLIST PIER ANDREA CANEI Giornalista
Nerdcore now
THE FUTUREHEADS
New Age Club, Roncade (Tv), 16
maggio, newageclub.it; Il Covo,
Bologna, 17 maggio,
covoclub.it; The Rocket, Milano,
18 maggio, therocket.it
FUCK BUTTONS
Circolo Arci Unwound, Padova,
18 maggio, unwound.it; Circolo
degli Artisti, Roma, 19 maggio,
circoloartisti.it; Circolo Magnolia,
Segrate (Mi), 20 maggio,
circolomagnolia.it
CASTANETS
Hana Bi, Marina di Ravenna
(Ra), 17 maggio,
bronsonproduzioni.com;
Tetris, Trieste, 18 maggio,
myspace.com/gruppotetris
THE FlESHTONES
Music Drome, Milano,
18 maggio, musicdrome.it
MORCHEEBA
Teatro Sociale, Mantova, 17
maggio, teatrosocialemantova.it;
Auditorium, Roma, 18 maggio,
auditorium.com; Smeraldo,
Milano, 19 maggio, smeraldo.it
BIG JOHN BATES & THE VOODOO
DOllZ
Legend 54, Milano, 18 maggio,
legend54.com
THAO NGUyEN AND GET DOwN
STAy DOwN
TreESessanta, Gambettola (Fc),
19 maggio, myspace.com/
treesessanta; Casa 139, Milano,
20 maggio, lacasa139.com
ORCHESTRA DI VIA PADOVA
Alcatraz, Milano, 23 maggio,
alcatrazmilano.com
THESE NEw PURITANS
Micca Club, Roma, 20 maggio,
miccaclub.com; Il Covo, Bologna
22 maggio, covoclub.it; Plastic,
Milano, 23 maggio, 02 733 996
coniche. Cosciente del disin-
canto che afligge il mondo,
ma anche delle possibilit,
intatte malgrado tutto, di
riprendere in mano il proprio
destino. Francis Dordor, Les
Inrockuptibles
ELETTRONICA
AKIKO KIyAMA
7 yEARS (District of Corruption)
1111!
Lincursione di
Akiko Kiyama nel-
la techno minima-
le sembra uno stu-
dio sistematico dei contrasti.
Questa musicista di Tokyo,
uno dei talenti pi interessanti
in circolazione, ha cominciato
a comporre per combattere la
depressione. Nella vera bel-
lezza c tristezza scrive sulla
sua pagina di MySpace. E in
effetti unaria di vaga malinco-
nia pervade tutto il suo disco.
Ma il suo album 7 years non
n un tranquillante n un anti-
depressivo. Kiyama molto
brava a trasformare la sua
astratta tristezza in una musi-
ca tirata e movimentata. Ed
incredibile come in alcuni bra-
ni la tensione riesca a scio-
gliersi in accattivanti melodie.
Alex MacPherson, The
Guardian
JAZZ
BRIAN BlADE & THE
FEllOwSHIP BAND
SEASON OF CHANGES
(Verve/Universal)
111!!
Tra il 1998 e il
2000, la Blue
Note ha pubblica-
to due cd della Fel-
lowship di Brian Blade. Eppu-
re questo gruppo non ha avuto
il seguito che merita. Sicura-
mente perch incide poco,
ma la cosa non stupisce visto
che Blade uno dei batteristi
pi richiesti al mondo. Non
solo Wayne Shorter, ma anche
Bob Dylan, Emmylou Harris,
Joni Mitchell e Herbie Han-
cock hanno richiesto pi volte
i suoi servigi. Possiamo solo
essere contenti, quindi, che
abbia trovato il tempo per
distillare poco meno di cin-
quanta minuti di nuova musi-
ca con i suoi compagni di sem-
pre. E come se non bastasse
Season of changes supera
ampiamente ogni aspettati-
va.Frdric Goaty, Jazz
Magazine
OpERA
RUGGERO lEONCAVAllO
PAGlIACCI. GIOVANNI MARTINEllI,
lAwRENCE TIBBETT, QUEENA
MARIO, GEORGE CEHANOVSKy,
direttore: VINCENZO BEllEZZA
(Walhall)
1111!
Questa matine
newyorchese del
1934 con Marti-
nelli e Tibbett
almeno al livello del loro leg-
gendario Otello. Attenti a non
partire troppo forte, dice un
adagio teatrale, perch alla
ine il pubblico vuole il san-
gue. Ecco una performance
che fa a pezzi la regola, restan-
do sempre al cento per cento
della tensione drammatica.
Mike Ashman, Gramophone
T
utti conoscono limpegno di Bono nei confronti dellAfri-
ca. E in qualche modo In the name of love: Africa celebra-
tes U2 pu essere visto come un ringraziamento. Grandi
voci delle musiche africane il plurale dobbligo quando si
parla della ricchezza musicale del continente nero si sono
riunite per rendere un tributo al gruppo irlandese: 12 canzoni
senza grandi sorprese (la met prese da The Joshua tree e
Achtung baby), eseguite per con grande passione.
Angelique Kidjo, dal Benin, apre il disco con un tocco rilas-
sato nella multilingue Mysterious ways. Poi il maliano Vieux,
iglio di Ali Farka Tour, converte Bullet the blue sky in un ipno-
tico blues del Sahel, il senegalese Cheikh L si serve del tama
per creare una versione personale di I still havent found what
Im looking for, Keziah Jones spinge One sui territori del funk e
della samba, mentre Les Nubians trascinano With or without
you sulla pista da ballo. C anche Sunday bloody sunday, che
la kora del guineano Ba Cissoko riempie di sentimento.
Parte dei ricavi andranno al Global fund, che combatte
aids, tbc e malaria in 136 paesi. Ma il disco anche un modo
per far scoprire al grande pubblico la musica di alcuni tra i
migliori artisti africani.C. Galilea, Babelia, El Pas
Un abbraccio agli U2
Alcuni tra i pi grandi artisti africani
celebrano la musica del gruppo irlandese
DALLAFRICA
DAL VIVO
Cheikh L
internazionale 744, 16 maggio 2008 81
82 internazionale 744, 16 maggio 2008
IL RAGAZZO PI
INTELLIGENTE
DEL MONDO
Domenica 18 maggio, ore 16.00
Cult
Akrit Jaswal, nato in un picco-
lo villaggio indiano, ha il quo-
ziente dintelligenza pi alto
mai registrato in un bambino
della sua et (12 anni). un
genio della medicina.
OBIETTIVO MUSSOLINI
Luned 19 maggio, ore 23.00
History Channel
Ultima puntata della docuic-
tion su Mussolini: dalla cadu-
ta della repubblica di Sal a
piazzale Loreto.
FIGLI DELLA PROVETTA
Marted 20 maggio, ore 22.00
National Geographic Channel
Dopo aver avuto un iglio con
una rara malattia genetica,
una coppia australiana ha
concepito un embrione in pro-
vetta per usarlo come donato-
re. Un documentario che ha
fatto discutere molto.
CARNE DA MACELLO
Marted 20 maggio, ore 23.00
History Channel
Secondo episodio della Storia
proibita delle guerre italiane.
Lo stato maggiore italiano
convinto che la prima guerra
mondiale durer pochissimo.
Un errore di valutazione che
sar pagato a caro prezzo.
LA VERA STORIA
DI RAIN MAN
Mercoled 21 maggio, ore 23.00
Cult
La storia di Kim Peek, luomo
che ha ispirato il ilm con
Dustin Hoffman, dotato di un
cervello fuori dallordinario.
LA RAGAZZA DEI ROSPI
Gioved 22 maggio, ore 21.00
Sky Cinema 1
Primo episodio della serie tv
tratta dal ilm Quo vadis,
baby?, di Gabriele Salvatores.
Protagonista la detective pri-
vata Giorgia, interpretata da
Angela Baraldi. La regia della
serie di Guido Chiesa.
LA LEGGENDA
DI NICOLINO MATERA
Gioved 22 maggio, ore 23.00
Cult
In due puntate (la seconda il
29 maggio) la storia di Nicoli-
no Matera, ex manager di
Claudio Villa e produttore di
ilm hard, che a settantanni
tenta la carriera di cantante.
UNA VITA DA GAY
Venerd 23 maggio, ore 21.00
Cult
Quarantanni fa essere omo-
sessuali in Gran Bretagna era
contro la legge. Le testimo-
nianze di alcuni ragazzi di
allora.
N
icki Taylor una giornalista britannica
molto particolare. Per i suoi reportage
sperimenta tutto in prima persona. Lan-
no scorso ha realizzato uninchiesta sugli
effetti dellalcol. Ha passato un mese a bere
come una spugna mentre la troupe ilmava
tutto, gli effetti su di lei, sul suo corpo, Nicki
ubriaca che vomitava nel water. Poi, per un
altro reportage, ha passato sei mesi senza
lavarsi. Questa volta, per un reportage su Bbc
3, Nicki ha deciso di occuparsi della canna-
bis, dalla produzione al consumo.
Taylor spiega che i suoi servizi hanno sem-
pre un valore pedagogico. Alla ine la giorna-
lista passa la parola a medici ed esperti che
spiegano perch assumere droga pericolo-
so. Una giovane specialista illustra tutti i rischi
che si corrono a fumare lerba. Per Nicki,
mostrare gli effetti che droghe e alcol hanno
sul suo corpo suficiente a dissuadere i gio-
vani dal seguire il suo esempio.
Si scatenata unenorme polemica. In
molti sostengono che vedere Nicki, giornalista
e madre di tre igli, consumare droga un
modo per legittimare i giovani a fare come lei.
Di fronte al vespaio suscitato dalla trasmissio-
ne, molte associazioni che si battono contro
luso degli stupefacenti hanno fatto pressione
sulla Bbc per impedire le repliche. Per ora il
canale non ha cambiato i suoi programmi.
REALITY PASCAL PETIT Giornalista
In prima persona
Coney Island et dmnagent
les manges
sabato 17 maggio, 18.05
Il parco di divertimenti di New York
rischia di chiudere i battenti.
Ernest Hemingway
domenica 18 maggio, 20.45
Dopo il ilm Per chi suona la
campana, in onda il documentario La
maldiction des Hemingway (22.55)
sulla tendenza al suicidio nella
famiglia dello scrittore.
Ombres au paradis
luned 19 maggio, 20.15
Brecht, Schnberg, Mann e altri.
Negli anni trenta a Los Angeles
trovano rifugio dal nazismo molti
intellettuali tedeschi e austriaci.
Les voyageurs de lespace
marted 20 maggio, 20.15
La vita quotidiana sulla Mir.
Le dernier combat dAriel
Sharon
mercoled 21 maggio, 21.00
Nel 2004 Sharon si pronuncia per il
ritiro dei coloni israeliani da Gaza.
Les 24 heures du cinma
gioved 22 maggio, dalle 5.00
Seconda maratona di cinema, in
occasione del festival di Cannes, con
ilm di Hawks, Sakamoto e Fellini.
Tracks
venerd 23 maggio, 22.20
Speciale dedicato al regista di Hong
Kong Johnny To.
Tv
1. LA COMMEDIA DEL POTERE
di Claude Chabrol (Sky cinema
mania, 17 maggio, 00.20). Giudici
dassalto e industriali vicini alla
politica: sul piano delle motivazioni
psicologiche difficile dire chi
peggio. Una grande Isabelle Huppert.
2. LA SPOSA TURCA di Fatih Akin
(Cult, 17 maggio, 02.00). Turchi in
Germania: sofferenza, solitudine e
contraddizioni culturali. Potente.
3. FRAGOLE E SANGUE di Stuart
Hagmann (Raisat cinema, 20
maggio, 21.00). Loccupazione
delluniversit statunitense nel 68:
film di maniera, ma non la scena della
carica di polizia, del tutto attuale.
Film da non perdere
Sette giorni su Arte
Quo vadis, baby?
6-8/6
Cl audi o Pal mi sano
Fot ogr af i a di gi t al e
20-22/6
Cl audi o Pal mi sano
Phot oshop avanzat o
24-29/6
Samant ha Appl et on
Conf l i ct phot ogr aphy
30/6-4/7
St ef ano De Lui gi
I classici e gli outsiders
St ampa f i ne ar t
I mage edi t i ng
Mul t i medi a
8/5-5/6
At t r aver so l o specchi o
Omaggi o ad
Al exandr a Boul at
mar t ed - sabat o
10. 00 / 13. 30- 15. 00/ 18. 00
vener d aper t o f i no
al l e 20. 00
6-11/7
Jan Gr ar up
Focus on a f eat ur e: Dar f ur
13-18/7
Pep Bonet
The evol ut i on of a
phot ogr aphi c l anguage
19-24/7
Yur i Kozyr ev
War phot ogr aphy
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Brindisi 10b (Garbatella)
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10 B PHOTOGRAPHY
LABORATORY
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10 B PHOTOGRAPHY
WORKSHOPS
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GALLERY
10B GALLERY PRESENTA
Attraverso lo specchio
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N
e
r
i
Omaggio a Alexandra Boulat, a cura di Deanna Richardson e Francesco Zizola
Il rebus
esistenziale
Il conformista di Bernardo Bertolucci, distribuito
nelle sale britanniche dal British ilm institute,
unopera sullidentit dellintellettuale moderno
TIM PARKS, THE GUARDIAN, GRAN BRETAGNA
V
edendo il conformista si ri-
mane affascinati e sconcertati. Sot-
to questo aspetto, Bernardo Berto-
lucci si dimostra meravigliosamente fe-
dele non solo al romanzo di Alberto Mo-
ravia, da cui tratto il ilm, ma anche allo
spirito di tutta lopera dello scrittore, do-
ve gli eventi pi vengono descritti con
precisione e lucidit, pi appaiono in-
comprensibili.
Marcello Clerici, agente segreto del
fascismo, va a Parigi per iniltrarsi in un
movimento dissidente guidato dal suo
vecchio professore di ilosoia, Luca Qua-
dri. Ma durante il viaggio riceve nuovi
ordini: dovr uccidere il professore. E
poich la bella moglie di Quadri, Anna,
sempre accanto al marito, ecco che an-
che lei rischia la vita. La scena pronta
per un doppio omicidio.
Eppure le nostre reazioni non sono
mai quelle che ci si aspetterebbe da un
simile intreccio. Non c nessun tentativo
di evocare la minaccia fascista. Non ci
preoccupiamo mai del destino del pro-
fessor Quadri, n siamo invitati a versare
lacrime per i due amanti in pericolo: An-
na sembra legata al marito, ma anche
pronta a lirtare con Marcello e sua mo-
glie Giulia. Accanto o, meglio, sovrappo-
sta alla trama del thriller politico si svol-
ge una commedia sentimentale alla fran-
cese. Marcello ha sposato la frivola Giulia
e ha intenzione di portare a termine la
sua missione durante la luna di miele. La
follia onirica di questo abbinamento non
enfatizzata, come se assassinare i dissi-
denti durante la luna di miele fosse la
cosa pi naturale al mondo: Parigi, dopo
tutto, la citt dellesilio politico e
dellamore romantico.
Durante il viaggio in treno da Roma
Giulia confessa al marito una lunga rela-
zione con un uomo di sessantanni amico
di famiglia. Poi usa tutte le sue arti sedut-
tive per attirare il marito a letto e, dopo
aver conosciuto Quadri, sembra attratta
dalle carezze lesbiche di Anna, che a sua
volta reagisce in modo ambiguo alle ag-
gressive avance di Marcello. E tutto que-
sto il primo giorno a Parigi.
Ma anche in questo caso, lo spettatore
non reagisce con i sorrisi e le trepidazioni
tipiche delle commedie sentimentali. Il
mondo che Bertolucci crea per i suoi per-
sonaggi splendido e lussuoso, ma anche
minaccioso e oppressivo. Gli scambi pi
futili sono gravidi di premonizioni. Viene
da chiedersi a ogni istante in che tipo di
storia siamo capitati.
Una falsa pista
Come molti romanzi italiani scritti subi-
to dopo la seconda guerra mondiale, Il
conformista di Moravia mostra, per cos
dire, documenti falsi. Sia nel titolo sia
nelle rilessioni laceranti che si dipanano
per trecento pagine, il romanzo si propo-
ne di offrire unanalisi socio-psicologica
delle radici del fascismo. Vessato dai
compagni di scuola perch effeminato, il
giovane Marcello viene salvato da Lino,
un autista omosessuale, che poi cerca di
violentarlo. Ma il ragazzo riesce a impos-
sessarsi della pistola di Lino, comincia a
sparare allimpazzata e, intenzionalmen-
te o accidentalmente, colpisce luomo.
Da quel momento in poi, Marcello co-
mincia a sentirsi profondamente aliena-
to ed il suo desiderio di normalit che lo
porta alladesione al fascismo e a un ordi-
nario matrimonio borghese: alla base del
fascismo, dunque, c il timore della di-
versit.
Per quanto convincente possa sem-
brare, questinterpretazione ci impedisce
di capire a fondo il romanzo di Moravia o
il ilm di Bertolucci. La critica ha riempi-
to unininit di pagine nel tentativo di
identiicare con chiarezza la normalit a
cui aspira Marcello. Moravia e Bertolucci
vogliono forse dirci che il fascismo rap-
presenta la normalit? Oppure lironia
della storia sta nel fatto che Marcello cer-
chi la normalit in un movimento che
rappresenta il culmine dellanormalit e
che gli chieder di ripetere proprio lazio-
ne a cui tenta di sottrarsi, lomicidio?
Quanto normale poi una giovane mo-
glie che non sembra sconvolta di essere
stata stuprata a quindici anni n sorpre-
sa che il marito in luna di miele non ab-
bia voglia di fare lamore n infastidita
quando una donna quasi sconosciuta le
infila una mano tra le cosce? Stefania
Sandrelli, nella parte di Giulia, cos af-
fascinante nel suo ruolo di ragazza su-
periciale che, normalit o no, non pos-
siamo che restarne soggiogati. Accanto a
lei Jean-Louis Trintignant, Marcello, ap-
pare splendidamente truce, il viso teso, la
mascella contratta. Si guarda intorno
con espressione infelice, senza riuscire a
godersi n la moglie n la pistola che por-
ta con s. Presto cominciamo a preoccu-
parci pi per lui che per le sue potenziali
vittime.
Un personaggio misterioso ci fornisce
un indizio per capire dove si nasconde la
vera tensione della storia. Dovunque va-
da, Marcello pedinato da un altro agen-
te, Manganiello (Gastone Moschin), in-
feriore per rango e cultura, ma con molta
84 internazionale 744, 16 maggio 2008
Cultura
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C
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o
Jean-Louis Trintignant
e Stefania Sandrelli
nel Conformista
pi esperienza su come spiare e uccidere.
Fa da autista per lapatico Marcello, gli
trasmette gli ordini, registra i suoi pro-
gressi, lo sollecita a smettere di perder
tempo e a passare allazione. Lazione
deve essere rapida e decisiva, afferma a
un certo punto, anche se sembra rasse-
gnato al fatto che Marcello non far pro-
prio nulla.
qui il nucleo della storia. Malgrado
tutti i suoi piani, Marcello come spia un
incapace: si limita a osservare e a rilette-
re. Se la luna di miele e un omicidio han-
no qualcosa in comune che sia lo sposo
sia lassassino sono profondamente coin-
volti. Marcello ha scelto proprio per que-
sto entrambi i ruoli, ma non riesce a svol-
gerli. Perch?
Moravia crea la sua atmosfera di per-
plessit paralizzata ricorrendo a un per-
sonaggio iperconsapevole che medita
ossessivamente su tutte le situazioni che
poi, immancabilmente, si sottraggono a
ogni spiegazione. Trasferendo la storia
sul grande schermo, Bertolucci ha dovu-
to trasmettere le elucubrazioni sofferte
di Marcello in pochi intensi dialoghi. Ma
ci che rende Il conformista un vero ca-
polavoro luso del colore, della cinepre-
sa e della sceneggiatura per ottenere un
senso di meraviglia e di perplessit che si
lascia alle spalle, a grande distanza, ledi-
icio letterario di Moravia.
Quasi ogni scena ripresa su sfondi
ricchi di colore o di chiaroscuri, strana-
mente claustrofobici nella loro simme-
tria squadrata. Spesso linquadratura
leggermente inclinata, storta, e anche se
i movimenti della cinepresa restano ag-
graziati e il montaggio luido, insinuano
costantemente nello spettatore un senso
di insicurezza. Eretto e rigido in questo
mondo sconcertante, Marcello si ritrova
a spiare le persone attraverso vetri sme-
rigliati o cancellate liberty. Pi gli altri
sono separati da lui, pi Marcello li issa.
Anche Dominique Sanda, teneramente
femminile nei panni di Anna, eppure ca-
pace di fumare e camminare come un
uomo, offre uninterpretazione profon-
damente enigmatica. La narrativa di so-
lito ci ricorda che lidentit nasce dallin-
terazione: ciascun personaggio scopre se
stesso, man mano che viene coinvolto
dagli altri nel dramma. Questo ilm ci fa
capire quanto sia dificile essere se stessi
quando tutti quelli che ci circondano so-
no cos imprevedibili. Spesso, i volti sono
illuminati di blu profondo, rosso o giallo,
quasi a suggerire intensi cambiamenti di
umore. Privo di una luce naturale, Mar-
cello, teso com verso lobiettivit, si sen-
te perso. Il culmine visivo di Bertolucci e
del direttore della fotografia, Vittorio
Storaro, viene raggiunto in una sala da
ballo con inestre colorate di blu incorni-
ciate da brillanti inissi rossi e bianchi.
Qui Giulia e Anna prima si abbandona-
no a un tango deliziosamente lento, poi
conducono la folla in una catena dioni-
siaca che circonda Marcello, pi che mai
sconvolto.
Azione o sogno dazione?
Senza mai cedere al surreale o al ridicolo,
alla Buuel, la trasposizione di Bertoluc-
ci sottolinea con forza gli elementi esi-
stenzialisti e assurdi del romanzo di Mo-
ravia. Non il tuo paese o le tue idee che
tradisci, se rinunci alla missione, avverte
Manganiello, ma te stesso. Come a dire:
convinzioni a parte, se non agisci, non
puoi avere unidentit. E combinando
casualmente sesso e politica, riassume:
Chi non fotte fottuto.
Cosa dobbiamo farcene di questo con-
siglio? Molti romanzi italiani che rac-
contano il periodo fascista hanno dei
protagonisti la cui inerzia nella lotta po-
litica oscuramente rispecchiata dal-
lesclusione dalla vita sessuale. il desti-
no dellimpotente BellAntonio di Bran-
cati (portato al cinema da Bolognini con
Mastroianni), delleroe di Pavese in La
casa in collina, del narratore del Giardi-
no dei Finzi-Contini di Bassani (Lino
Capolicchio nel ilm di De Sica) e ancor
di pi di Giovanni Drogo nel Deserto dei
tartari di Buzzati (Jacques Perrin nel
film di Zurlini con Vittorio Gassman).
Tutte queste storie scavano sotto il con-
litto politico per arrivare a una divisione
pi essenziale tra quelli che si gettano
nellazione, non importa da che parte, e
quelli che ne restano ai margini, perples-
si e paralizzati. Ma questi personaggi so-
no semplicemente degli intellettuali in-
decisi? Sono incarnazioni di quello che
sosteneva Dostoevskij in Memorie dal
sottosuolo, cio che pi un uomo con-
sapevole, pi rischia di essere un topo?
Sono forse dei fobici, attirati ma anche
intimoriti dallazione? Oppure degli ar-
chetipi del paciista moderno? Certo, il
loro riiuto istintivo delle brutali esigen-
ze del conflitto quello che accende la
nostra simpatia nei loro confronti.
Bertolucci ha girato Il conformista nel
1970, poco dopo le discussioni avute con
Godard sul movimento del 68: il nume-
ro di telefono che Marcello compone per
contattare Quadri a Parigi quello di Go-
dard, quasi che Bertolucci abbia voluto
piazzare il suo maestro allinterno del
conlitto, riservandosi una posizione de-
filata e contemplativa. In realt, tutta
lopera di Bertolucci incentrata sul rap-
porto spesso torbido tra vita privata e
impegno politico.
Ma forse proprio quando Il confor-
mista prova a esplorare le tematiche esi-
stenziali che riesce a dire qualcosa di in-
teressante sul fascismo: per esempio, che
la vita talmente sorprendente che ci sa-
r sempre chi disposto a ricorrere alla
violenza per ricondurla allordine. Oppu-
re che il fascismo, a differenza del nazi-
smo, stato pi spesso un sogno dazio-
ne, invece che azione vera e propria. In
ogni caso con la sua densit visiva, te-
stuale e simbolica, la sua musica che pas-
sa dai toni pi sinistri al vaudeville, e il
suo intreccio sempre pi impenetrabile
man mano che si spinge verso il finale
violento, Il conformista rimane un enig-
ma affascinante. E a un ilm non si pu
chiedere niente di meglio. p rb
Tim Parks uno scrittore britannico.
Vive a Verona. Il suo ultimo libro Bont
(Il Saggiatore 2007).
internazionale 744, 16 maggio 2008 85
86 internazionale 744, 16 maggio 2008
ECONOMIA E LAVORO
I
l piccolo tempio di mahadev che
domina il villaggio di Chakan, a tren-
ta chilometri dalla citt di Pune, nello
stato indiano del Maharashtra, sempre
pi fuori posto. Fino a pochi anni fa la
sua cupola dominava un altopiano vuo-
to. Oggi su questa distesa lavorano pi di
2.500 persone: qui, infatti, entrer in
funzione nel 2009 una fabbrica della
Volkswagen che produrr 110mila auto-
mobili allanno. Un terreno vicino ospi-
ter uno stabilimento dellindiana Bajaj
e della francese Renault, che fabbriche-
ranno auto economiche. E a dieci chilo-
metri di distanza, a Talegaon, sorger un
impianto della General Motors in grado
di produrre 120mila automobili allan-
no.
La zona di Pune una delle regioni a
pi rapida industrializzazione del mon-
do. Gli impianti annunciati ino a oggi
rientrano in un piano di investimenti di
tre miliardi di euro e garantiranno una
produzione annua di 1,8 milioni di auto-
mobili. Accanto alla fabbrica della Bajaj
e della Reanult, la Daimler ha aperto un
impianto di assemblaggio per la Merce-
des. Il costruttore di jeep indiano Mahin-
dra & Mahindra ha speso 630 milioni di
euro per una nuova fabbrica .
Non eravamo pronti a un boom di
queste dimensioni, spiega Chetan Patil,
dirigente della Maharashtra industrial
development corporation (Midc),
unagenzia governativa per lo sviluppo
delle infrastrutture. In due anni abbia-
mo ceduto 770 ettari di terra alle case
automobilistiche. Entro il 2010 il setto-
re delle auto nella regione dar lavoro a
25mila persone. Tutti i 112 lotti di terre-
no creati dallMidc sono stati venduti e
ora lagenzia vuole comprare altri cin-
quemila ettari.
Ville sfarzose
Lacquisizione della Jaguar e della Land
Rover da parte della Tata Motors ha fatto
aumentare le quotazione dellindustria
automobilistica indiana. A gennaio,
inoltre, il lancio della Tata Nano, la ge-
niale auto da 1.650 euro, ha reso famosi
gli ingegneri del subcontinente. Il cam-
biamento nella zona gi evidente. I tra-
dizionali villaggi del Maharashtra stan-
no lasciando il posto a ville sfarzose in
cemento. Ma Ganesh Yelwande, un agri-
coltore locale, sostiene di averci guada-
gnato poco. La gente non ama vendere
al governo. sotto pressione e cede i ter-
reni a un prezzo molto basso. Ci guada-
gnano solo i mediatori. Anche Yelwande,
tuttavia, ammette che nella zona le infra-
strutture stanno migliorando. E Thomas
Dalhem, il responsabile della futura fab-
brica Volkswagen, prevede un grande
sviluppo. Tutto il nostro staff si trasferir
qui. Sorgeranno scuole e supermercati.
La principale attrattiva esercitata
dallIndia sulle case automobilistiche
la dimensione del suo mercato potenzia-
le. La Volkswagen e la General Motors
ritengono che il paese superer la Cina
come mercato automobilistico a pi ra-
pida espansione del mondo. A marzo,
infatti, la vendita di vetture per passeg-
geri aumentata del 12,7 per cento ri-
spett o al l anno precedent e. La
Volkswagen prevede che entro il 2010
lIndia diventer il sesto mercato auto-
mobilistico a livello globale. E sullonda
della Nano, Volkswagen, Renault-Bajaj,
Honda e Toyota stanno progettando il
lancio di piccole utilitarie adatte al red-
dito dei consumatori indiani.
Tra i vantaggi offerti dalla regione c
la posizione di Pune, che si trova a met
strada tra le principali citt dellIndia
New Delhi, Bombay, Bangalore e Ma-
dras e ha un grosso bacino di manodo-
pera qualiicata a basso costo. Ogni anno
la Bajaj assume 120 persone, in gran
parte ingegneri, che ricevono 190 euro al
mese. Anche i costi per la realizzazione
di una fabbrica sono tra i pi bassi al
mondo. La Volkswagen, per esempio,
sborser 593 milioni di euro per mettere
in piedi il suo impianto. I risparmi mag-
giori derivano dalla manodopera: un
operaio edile indiano costa 1,60 euro
allora. per questo che la General Mo-
tors vuole fare di questo paese il centro
di produzione delle sue auto di piccole e
medie dimensioni destinate ai mercati
emergenti, mentre la Hyundai aprir qui
lunica fabbrica del suo nuovo modello
120 anche se questauto in India non sa-
r in vendita. p sv
D
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HOSKOTE, INDIA. Limpianto della casa
automobilistica svedese Volvo
Anche lIndia ha la sua Motor city
Nello stato del Maharashtra lindustria dellauto in rapida crescita. Finora i maggiori
marchi del settore hanno investito tre miliardi di euro
RICHARD ORANGE, THE INDEPENDENT, GRAN BRETAGNA
russia
Paradosso
russo
the economist
Gran Bretagna 15 maggio 2008
N
onostante la domanda
di petrolio sia in continuo
aumento e il prezzo del
greggio abbia raggiunto cifre
senza precedenti, lindustria
petrolifera russa, la seconda al
mondo, in dificolt. Petrolio
e gas sono le risorse su cui il
presidente uscente Vladimir
Putin ha basato la stabilit del
suo potere e su cui punta
anche il nuovo capo di stato,
Dmitrij Medvedev, che cerche-
r di dare continuit alla
politica del Cremlino. Larrivo
dei petrodollari a Mosca,
scrive lEconomist, ha creato
un senso di sicurezza nella
popolazione. servito a
dimenticare i problemi econo-
mici del paese e ha restituito
alla Russia un ruolo di primo
piano sulla scena internazio-
nale. I giacimenti di greggio
russi sono molto ricchi: secon-
do lazienda petrolifera britan-
nica British Petroleum si
tratta della settima riserva
mondiale per grandezza. Il
problema nel sistema iscale
imposto dal governo alle
compagnie che estraggono il
greggio. Le tasse altissime, che
Mosca non vuole ridurre se
non in misura marginale,
scoraggiano lattivit estratti-
va e produttiva. Oggi i ricavi
della vendita di petrolio e gas
rappresentano il 30 per cento
del pil russo, ma con questo
atteggiamento Mosca rischia
di strozzare la sua gallina dalle
uova doro.
croazia
Lobby
dannose
feral tribune
Croazia 8 maggio 2008
I
n croazia la lobby dei
commercianti e delle
banche esercita sul governo
uninluenza troppo forte. Al
punto che, sottolinea il setti-
manale indipendente Feral
Tribune, il governo si sta
orientando sempre pi verso
uneconomia basata sui servi-
zi. Una delle conseguenze
peggiori di questa scelta
lenorme deicit della bilancia
commerciale, dovuto tra
laltro al fatto che il governo
mantiene alto il cambio della
moneta nazionale, la kuna.
Chi ricava i vantaggi pi grossi
da questa situazione sono i
monopolisti che ricevono
sussidi dallo stato, gli impor-
tatori, gli istituti inanziari e le
iliali locali delle multinazio-
nali straniere. Grazie alla
politica economica di
Zagabria le importazioni sono
particolarmente redditizie. Ne
fanno le spese le esportazioni
e quindi la produzione nazio-
nale. Questo contesto, inoltre,
tiene lontano dal paese gli
investitori stranieri che hanno
progetti industriali seri. La
situazione della Croazia
potrebbe peggiorare nei
prossimi anni, perch le
economie dei paesi vicini,
come la Serbia e la Bosnia,
sono sempre pi competitive.
Lunica via di uscita ladozio-
ne di una politica iscale e
monetaria che stimoli la
produzione locale e freni le
importazioni e la speculazione
inanziaria.
grecia
Atene
si espande
express
Grecia 8 maggio 2008
T
ra grecia e Russia
tempo di feeling politico,
suggellato dalla visita di
Kostas Karamanls al presi-
dente uscente Vladimir Putin
a marzo. Ma si sono intensii-
cati anche i legami inanziari
tra i due paesi. Il viceministro
degli esteri greco Petros
Dukas andr in missione a
Mosca con un gruppo di
imprenditori. Nellintervista
al quotidiano economico
Express, Dukas dichiara che le
imprese russe investiranno
molto nellarea balcanica. Nel
settore dellenergia, per
esempio, la Syntez far trivel-
lazioni in Macedonia per
lestrazione di petrolio. Inoltre
il ministro ha reso noto che la
Corf Garden, unazienda con
capitale russo che investe nel
turismo, ha comprato il Club
Med di Corf. Nel campo
dellalta inanza, invece, una
societ del gruppo Russian
Gate vuole costituire dei fondi
per investire sul mercato
greco. Da parte sua la Grecia
presente in Russia nel settore
edilizio: i capitali greci, infatti,
inanzieranno i lavori a Sochi,
sede delle Olimpiadi invernali
del 2010, e le opere di collega-
mento tra il mar Nero e il
porto del Pireo. I prossimi
obiettivi del governo, conclude
Dukas, saranno gli investi-
menti in Angola, Ghana e
Nigeria. Dopo la campagna di
Russia, per la Grecia comince-
r quella dAfrica.
internazionale.it/cartoline
G
li immigrati usciti dalle carceri italiane grazie allindulto
del 2006 sono ottomila. Lindulto stato un
provvedimento generalizzato, in cui non si tenuto
conto del grado di recidivit delle persone scarcerate. Inoltre
lItalia ha mandato allesterno un segnale di lassismo proprio
mentre aumentavano i lussi di immigrati verso il nostro
paese. Questo atteggiamento potrebbe aver aumentato il
numero di immigrati in arrivo legati alla criminalit.
I dati disponibili mostrano che dopo lindulto una serie di
reati ha registrato una vera e propria impennata. Per esempio
sono aumentate del 70 per cento le rapine in banca. Lo
stesso discorso vale per diverse tipologie di reati. Oggi gli
immigrati sono sovrarappresentati nella popolazione di
persone denunciate o arrestate per reati di vario tipo: per i
furti generici costituiscono il 70 per cento dei denunciati, per i
furti in abitazione sono il 50 per cento, per le violenze
sessuali il 40 per cento.
Oggi senza lindulto ci sarebbe probabilmente pi
tolleranza verso gli immigrati. Battersi perch ci siano pi
carceri, perch i processi siano pi brevi
e perch arrivino degli immigrati che si
possono inserire pi facilmente nel
nostro tessuto sociale, signiica
proteggere gli italiani pi poveri e gli
stessi cittadini stranieri che vivono gi in
Italia. Sono loro le prime vittime di questa
criminalit importata. (con lavoce.info)
IL NUMERO TITO BOERI Economista
8.000
internazionale 744, 16 maggio 2008 87
ECONOMIA E LAVORO
88 internazionale 744, 16 maggio 2008
SCIENZA E TECNOLOGIA
C
harles moore conserva le sue
scoperte pi belle in un armadio
in fondo al suo giardino davanti
alloceano Paciico, a Long Beach, in Ca
lifornia. da dieci anni che a bordo di
Alguita, il suo catamarano, d ostinata
mente la caccia a una preda molto parti
colare, la plastica inita nelloceano. E ne
trova di tutti i tipi: Gli oggetti di plasti
ca che preferisco sono i manici di om
brello, dice sorridendo. Ha anche una
gran quantit di spazzolini da denti,
penne, recipienti deformati dai morsi
degli squali. Un pallone a forma di cuo
re. Dei caschi.
Ma gli oggetti identiicabili sono po
chi, perch nessun oggetto rimane intat
to a lungo. Il grosso della collezione
meno spettacolare, ma pi preoccupan
te. Sono particelle pi piccole di un gra
nello di sabbia, i resti del deterioramen
to degli oggetti. Ci sono anche tonnellate
di granulati plastici, che servono da ma
teria prima allindustria.
Moore ha appena scaricato dallAl
guita 50 campioni di zuppa di plastica
pescati al largo. Questo suo interesse
nato per caso. Nel 1997, tornando da una
regata tra Los Angeles e Honolulu, deci
se di prendere una rotta normalmente
evitata dai marinai perch attraversa
una zona di alta pressione, senza vento,
dove le correnti si avvolgono in senso
orario: il vortice del nord Paciico. Pas
savano i giorni e non vedevo un delino,
una balena, un pesce. Vedevo solo plasti
ca, ricorda. Cos si prese a cuore questo
luogo sperduto. Cre una fondazione e,
con laiuto di scienziati specializzati
nellinquinamento marino, mise a pun
to un metodo di quantiicazione dei ri
iuti, prima di tornare nella zona.
I primi risultati sono stati pubblicati
sul Marine Pollution Bulletin nel 2001.
L quipe ha contato mediamente
334.271 frammenti di plastica per chilo
metro quadrato (ino a un massimo di
969.777 per chilometro quadrato), per
un peso medio di cinque chili per chilo
metro quadrato. La massa di plastica era
sei volte pi elevata della massa di planc
ton raccolta. Il vortice intrappola i fram
menti. Il sito dove vengono effettuati i
prelievi, grande quanto il Texas, chia
mato Eastern garbage patch, la discari
ca dellest del Paciico. Qual la super
ficie totale della discarica? Non lo
sappiamo, spiega Moore. Lacqua
sempre in movimento, linquinamento
difficile da misurare. Ho percorso
150mila chilometri a bordo dellAlguita
nel nord del Pacifico e non ho trovato
altro che plastica, ovunque.
Un materiale indistruttibile
I frammenti prelevati durante lultimo
viaggio dellAlguita saranno selezionati
e classiicati in 128 categorie, in funzio
ne del tipo (ilo, pellicola, spuma, fram
mento, granulato), della dimensione e
del colore. Moore non ha una formazio
ne da scienziato, ma il suo lavoro molto
apprezzato dagli esperti, perch si spin
ge dove nessun altro va, nel bel mezzo
delloceano. Ha dimostrato che questo
inquinamento esiste, un pioniere,
commenta Anthony Andrady, esperto in
polimeri del Research triangle institute.
Secondo Andrady, limpatto di questo
tipo dinquinamento sottostimato.
Nel 2006 nel mondo sono state pro
dotte circa 245 milioni di tonnellate di
plastica. Una parte, dificile da quantii
care, raggiunge il mare, soprattutto tra
mite i iumi e i sistemi di scarico delle
acque urbane. Senza dimenticare i riiu
ti abbandonati sulle spiagge. Circa l80
per cento della plastica trovata in mare
viene dalla terraferma. Solo il 20 per
cento dalle imbarcazioni.
La plastica ha tante qualit. Costa po
co ed molto resistente. Troppo, quando
sfugge ai circuiti di raccolta e smalti
mento dei riiuti. In natura sembra indi
struttibile. Nessuno sa quanto tempo ci
mette a scomparire del tutto, spiega
Andrady. Pu frammentarsi al punto da
trasformarsi in polvere, ma rimane l.
Nessun microrganismo in grado di de
gradarla completamente. Tutta la plasti
ca che si dispersa nellambiente da
quando si cominciato a produrla c
ancora. Pulire loceano impossibile.
Sarebbe come passare al setaccio il
Sahara, sostiene Moore. Lunica solu
zione, afferma, sviluppare la plastica
riciclabile, biodegradabile, attualmente
poco diffusa, e cambiare le nostre abitu
dini: Dovremmo usare la plastica solo
per gli oggetti che davvero vogliamo far
durare. p oda
CANADA
STATI
UNITI
PAPUA
NUOVA GUINEA
Isole Hawaii
(STATI UNITI)
RUSSIA
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approssimativa
della
discarica
Area
approssimativa
della discarica
GIAPPONE
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Vortice del nord Pacifico
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La pattumiera
delloceano Pacifico
Da anni il capitano Moore e un gruppo di ricercatori
solcano i mari a caccia di plastica: penne, bidoni, palloni.
E tonnellate di minuscoli frammenti inquinanti
GALLE DUPONT, LE MONDE, FRANCIA
SCIENZA E TECNOLOGIA
genetica
Lornitorinco
a confronto
nature
Gran Bretagna 8 maggio 2008
peloso, ha il becco,
depone le uova e allatta,
anche se non ha delle vere
mammelle. omeotermo, cio
ha una temperatura costante
come i mammiferi, e ha il
veleno come i rettili. lorni-
torinco, Ornithorhynchus
anatinus, un animale acquati-
co australiano, che ha pochi
fratelli nellalbero evolutivo,
ma tanti cugini lontani. Ora
che il suo genoma stato in
parte decifrato, e la bozza
della sequenza stata pubbli-
cata sul settimanale britanni-
co Nature, i legami con gli altri
mammiferi sono pi chiari. Il
suo dna stato confrontato
con quello di altri animali:
mammiferi placentati e
marsupiali, uccelli e rettili.
Sembra che i monotremi (che
hanno ununica cloaca in cui
sboccano sia lintestino sia i
condotti urinari e genitali), di
cui lornitorinco uno dei
pochi rappresentanti, si siano
separati dagli altri mammiferi
circa 166 milioni di anni fa. A
quellepoca sulla Terra regna-
vano i dinosauri, e i mammife-
ri primitivi avevano gi svilup-
pato i geni delle proteine del
latte e lomeotermia, ma non
ancora la capacit di partorire
i piccoli. Dallanalisi del dna
risulta inoltre che la capacit
di produrre veleno si sia invece
sviluppata nellornitorinco
nel corso dellevoluzione in
modo del tutto indipendente
dai serpenti.
salute
Migrazione
e maternit
Bmj
Gran Bretagna 10 maggio 2008
L
e donne che emigrano
tendono ad adottare le
cattive abitudini diffuse nei
paesi ricchi che le ospitano.
Da un ampio studio condotto
in Inghilterra sulle abitudini
di vita delle donne incinte
emersa una pi alta percen-
tuale di fumatrici tra le
immigrate di prima e seconda
generazione rispetto a quelle
arrivate da poco. Per ogni
cinque anni di permanenza, il
fumo in gravidanza aumenta
del 31 per cento. E la probabi-
lit di allattamento al seno si
riduce del 5 per cento. I dati,
commenta Krista Perreira,
esperta di politiche pubbliche,
sono in linea con altre ricerche
condotte in Europa e negli
Stati Uniti. Raggiungendo
una condizione socioeconomi-
ca migliore, spiega la studiosa
sul British Medical Journal,
anche le minoranze riescono a
permettersi alcol e tabacco. A
questo si aggiunge linluenza
della pubblicit che ne
incoraggia luso. Inoltre, il
consumo di alcol e tabacco tra
gli uomini potrebbe spingere
le donne che vogliono
dimostrare la loro emancipa-
zione a fare altrettanto. Il
risultato una deriva graduale
delle culture delle minoranze
verso quella dominante. Un
fenomeno di cui bisognerebbe
tenere conto nei programmi
per la salute delle donne e
dei bambini immigrati,
conclude Krista Perreira.
neuroscienze
Il senso
morale
science
Stati Uniti 9 maggio 2008
F
alsiicare il proprio
curriculum per ottenere
un lavoro, quanto immorale?
La risposta dipende dalle
condizioni in cui si trova chi
giudica: se seduto a una
scrivania molto sporca o se
nellaria aleggia un pessimo
odore, sar pi severo. Le
emozioni come il disgusto
inluenzano il nostro giudizio
morale, anche quando sono
scatenate da situazioni che
non hanno legami con la
questione da giudicare. uno
dei risultati riportati da Scien-
ce in un articolo sulle origini
neurobiologiche della morale
umana. La ricerca si a lungo
concentrata sulle aree
cerebrali coinvolte nelle scelte,
sul loro legame con le emozio-
ni da un lato e con la funzione
cognitiva dallaltro. Negli
ultimi anni si cercato di
superare questa dicotomia,
per affrontare le radici del
senso morale. Il bene e il male
sono innati negli esseri
umani? Possono superare le
barriere culturali e temporali?
Sembra di s. Ci sarebbe un
senso morale universale,
basato su cinque aspetti: non
nuocere agli altri, essere
giusti, essere leali, rispettare
lautorit e avere uno spirito
puro, con gli ultimi tre
elementi predominanti nelle
societ conservatrici e i primi
due in quelle moderne. La
moralit potrebbe rendere pi
compatte le societ umane e
fornire un vantaggio evoluti-
vo. Ma ancora presto per
trarre conclusioni deinitive.
internazionale.it/cartoline
Le Mauritius in gran forma
the Lancet
Gran Bretagna 8 maggio 2008
M
edaglia doro alla repubblica di Mauritius. Non
tanto per le sue bellezze naturali quanto per il suo stato
di buona salute, raggiunto quarantanni dopo lindipendenza.
La malaria, la polio, il morbillo e altre malattie fanno ormai
parte del passato. Dal 1968 a oggi la speranza media di vita
cresciuta da 59 a 69 anni per gli uomini
e a 76 per le donne; la mortalit infan-
tile scesa da 70 a 14 morti per mille
nati vivi. Ci sono centinaia di ospedali e
ambulatori ben distribuiti in tutto il
paese, che ogni anno ricevono 3,5
milioni di pazienti. Il sistema sanitario
pubblico gratuito. Nessuno avrebbe
scommesso sulla possibilit dellisola
di uscire dallo stato di povert e malattia in cui versava nel
1968, commenta The Lancet, ma le cose sono cambiate
grazie alle politiche che considerano la salute un diritto
umano fondamentale e una priorit nel budget nazionale.
Dal 1968 a oggi la spesa sanitaria cresciuta del 12mila per
cento, raggiungendo 4,4 miliardi di rupie (106 milioni di
euro). I mauriziani ne vanno ieri e ora si concentrano sulle
nuove side: le malattie croniche come il diabete, che colpisce
il 30 per cento della popolazione, e la diffusione dellaids. Il
governo, inoltre, vuole investire in centri di chirurgia estetica
e di fecondazione in vitro rivolti ai turisti.
salute
internazionale 744, 16 maggio 2008 89
90 internazionale 744, 16 maggio 2008
AFRICA E MEDIO ORIENTE
D
a johannesburg a londra, gli
zimbabwiani della diaspora si inge-
gnano per aiutare i parenti rimasti
in patria, che soffrono a causa dellipe-
rinlazione. E riescono a inviargli un po
di tutto. Ogni giorno, da una stazione nel
quartiere degli affari di Johannesburg,
partono autobus pieni di beni di prima
necessit. Le persone caricano nei baga-
gliai grandi sacchi di alimenti e prodotti
per il bagno. Trasportano anche buste
piene di soldi: rand sudafricani, natural-
mente, non dollari zimbabwiani.
Una cena rafinata
Per gli internauti che possono permet-
tersi merci in sterline, il commercio onli-
ne decollato. Siti britannici come
Mukuru, Zimcargo e Yeszim permettono
agli zimbabwiani di inviare valuta, gene-
ri alimentari e perino carburante, pro-
ponendo una vasta gamma di prodotti e
servizi, dai pi rudimentali ai pi strava-
ganti. Su Yeszim, per esempio, i clienti
possono pagare in anticipo una cena per
i loro amici in un ristorante di Harare. Al
Sitar, famoso per la sua rafinata cucina
indiana, una cena costa poco pi di dieci
euro a persona. Al momento di pagare il
conto, un sms trasmette il codice dac-
quisto sul cellulare del cliente, che lo co-
munica al cameriere.
Mukuru, un sito creato da quattro
giovani zimbabwiani che vivono in Gran
Bretagna, permette di inviare benzina ai
compatrioti che sono rimasti senza car-
burante: basta selezionare il numero di
litri da comprare, cliccare su calcola il
costo e aggiungere la somma al proprio
carrello. Con un clic anche possibile
trasferire in sole ventiquattrore denaro
ad Harare e Bulawayo.
Forse il vecchio metodo del trasporto
per corriera non cos automatizzato,
ma per i prodotti di base ancora efica-
ce. Alla stazione di Johannesburg, un
paio di settimane fa, sotto la pioggia, era
difficile trovare qualche zimbabwiano
disposto a parlare con un giornalista.
Anche se il Sudafrica offre al loro paese
una relativa protezione, si rifiutano di
parlare: temono che le autorit di Hara-
re se la prendano con i loro familiari. Alla
ine, con laiuto di un amico che mi fa da
interprete, incontro una persona dispo-
sta a parlare a patto di restare anonima.
Autisti di iducia
John lo chiamer cos ha 23 anni.
Vive a Johannesburg da un anno e fa il
venditore ambulante di gelati per Nestl.
Come tanti altri zimbabwiani, spedisce
dei generi alimentari a casa, una volta al
mese. Nel suo immenso sacco di plastica
John stipa zucchero, farina di granturco,
sale, latte in polvere e prodotti in scatola.
Cos la mia famiglia pu variare la dieta:
sono stui di mangiare solo legumi, spie-
ga. John paga tra i sei e gli otto euro per
inviare il suo sacco in Zimbabwe. Per
ogni cento rand di prodotti che spedia-
mo, le corriere ce ne fanno pagare venti.
soddisfatto del servizio: Gli autisti
non rubano e mi ido di loro. La benzina
una delle rare merci che non si traspor-
ta per corriera, perch troppo perico-
loso. Nel sacco di John, per, c anche
della parafina, perch ad Harare lelet-
tricit va e viene. Gli autisti delle corriere
trasportano passeggeri e merci da Johan-
nesburg ad Harare attraverso Musina,
passando la frontiera a Beitbridge. Alcu-
ni raggiungono Bulawayo, Masvingo e
Kwe Kwe. Harry (non il suo vero nome)
ha 42 anni e guida una delle tante corrie-
re che partono da Park station per lo
Zimbabwe. Ci spiega che il viaggio ino
ad Harare pu durare ino a diciotto ore.
Spesso il percorso rallentato dalle soste
alla frontiera, i problemi di
passaporto dei passeggeri e i
controlli dei documenti dei
veicoli. In compenso, assicura
Harry, nessuno si aspetta di
dover versare bustarelle lun-
go il tragitto e nessuno ne
chiede. Certo, inviare in Zim-
babwe soldi e generi alimen-
tari solo una risposta a breve
termine alle dificolt che sta
vivendo il paese. Molti, infat-
ti, sperano che la situazione
migliori.
Nel frattempo ci hanno
raggiunto alcuni amici di
John. Tutti vorrebbero torna-
re in Zimbabwe. Amo il mio
paese. Sono venuto qui solo
perch ho bisogno di soldi.
Ma se lavori sodo, ottieni
quello che vuoi. p nm G
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Lo Zimbabwe in crisi
aiutato dalla diaspora
Gli zimbabwiani che vivono allestero fanno il possibile
per sostenere i parenti rimasti nel paese. Ogni mese
inviano soldi, benzina e generi alimentari
ZAHIRA KHARSANY, MAIL & GUARDIAN, SUDAFRICA
HARARE, ZIMBABWE
AFRICA E MEDIO ORIENTE
libano
Festa
della follia
al kifah al arabi
Libano 12 maggio 2008
I
l settimanale libanese Al
Kifah al Arabi prova ad
analizzare la follia che ha
travolto Beirut, soffermando-
si sulle ragioni degli scontri
politici e militari esplosi nel
paese nellultima settimana.
Leditoriale di Al Kifah al
Arabi pone una domanda
condivisa dalla maggior parte
degli osservatori politici:
Siamo davanti alla ine dello
status quo o allinizio di una
nuova guerra civile?. La presa
di Beirut ovest e il conlitto
dichiarato tra sunniti ilogo-
vernativi e sciiti ha conferma-
to la spaccatura del paese. Ma
la crisi estremamente seria
se si pensa che, per la prima
volta, il partito sciita Hezbol-
lah ha usato le sue armi per un
conlitto interno e non contro
il nemico israeliano. Si tratta
anche della prima volta che il
Libano, il paese dei compro-
messi e degli accomodamenti
vari, si trova davanti un
orizzonte completamente
chiuso alla possibilit di una
mediazione. Invece sono state
spalancate le porte di un
futuro in cui saranno le milizie
politiche e confessionali a
dettare legge. Davanti a
questa festa della follia
lavvenire del paese appare
molto buio. Secondo il setti-
manale, il Libano uscito
dello status quo per precipita-
re verso una situazione confu-
sa che non sar facile risolvere
in futuro.
riguardo per la volont
popolare e per le elezioni. A
nulla sono servite le esperien-
ze del Kenya e dello Zimbabwe
di Mugabe: Tra costituzioni
burla ed elezioni truccate,
lAfrica democratica sta inven-
tando le sue cattive regole.
camerun
Il potere
di Biya
journal du jeudi
Burkina Faso 8 maggio 2008
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Strisce
che coincidenza incontrarti,
stavo pensando a te
giusto ieri sera.
La smetti di
tamburellare?
mi di sui nervi!
Mamma! La giacca che mi hai comprato
non mi piace per niente. Mi sembra
troppo grande e la fodera pizzica!
davvero?
ma che
carino!
s, mi stavo
masturbando!
questo
non molto
carino.
e non ero
neanche solo.
MR. WIGGLES
presenta
UNA BELLA
COINCIDENZA
Mi dispiace per te. Qui nel mondo dello
specchio le giacche troppo grandi sono
di moda e la fodera della mia liscia
come la seta.
Wow. Vuoi fare a cambio?
Stai scherzando, ragazzino?
Forse non ti ho detto che la
mia giacca aveva un pacchetto
di Camel omaggio in tasca.
I dvd di InLornazionaIo n. ,6]2uu8
SuorLo inLograLivo a InLornazionaIo
in vondiLa quosLa soLLimana.
ghgo^g]b[be^l^iZkZmZf^gm^
DiroLLoro rosonsaliIo Giovanni Do Mauro
Rog. Tril. di Roma, n. 433 doI 4.1u.13
I0v00II0ter0ztI00zIe
0r0 9,00
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J,00=
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I dvd di InLornazionaIo si ossono
comraro ancho onIino:
www.inLornazionaIo.iL]sho
DaII`OLLoconLo a oggi, Ia sLoria doIIo
grandi aziondo ha ullidiLo a una
soIa Ioggo: quoIIa doI rofiLLo a LuLLi
i cosLi. II documonLario riorcorro Ia
soLLacoIaro crosciLa doI oLoro doIIo
cororaLion o doIIa Ioro infIuonza
suIIo nosLro viLo, ma ancho Io laLLagIio
vinLo conLro quosLi giganLi aaronLo-
monLo inarrosLaliIi.
Una ricorca osomIaro, arricchiLa da
inLorvisLo a inLoIIoLLuaIi como Noam
Chomsky, MichaoI Mooro, Naomi
KIoin, Vandana Shiva o moILi aILri.
BasaLo suI Iilro di JooI Bakan
Ma^<hkihkZmbhg%eZiZmheh`b\Z
kb\^k\Z]^eikh_bmmh^]^eihm^k^
ullIicaLo in ILaIia da Iandango Iilri.
Ma^<hkihkZmbhg
Canada, 2uu3; 14 min.
K^`bZ]b Mark Achlar ^ Jonnifor
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Ikh]hmmh]Z Mark Achlar ^ BarL
Simson FhgmZ``bh Jonnifor AlloL
L\kbmmh]Z JooI Bakan
GZkkZsbhg^l\kbmmZ]Z HaroId Crooks
^ Mark Achlar
Oh\^gZkkZgm^ MikoIa J. MikaoI
Ikh]n\^kl Cari Groon,
NaLhan Noumor, Tom ShandoI
>]bmhkMoh Rudy BuLLignoI
Ikh]nmmhkb:llh\bZmb JooI Bakan
^Dawn BroLL
Kb\^k\Z]Zk\abobh PauIa Sawadsky
Lnhgh^lni^koblbhg^fnlb\a^
VoIcrow Rior
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Good Comany CommunicaLions Inc.
K^ZebssZmh]Z Mark Achlar
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Ikh]nmmhk^^l^\nmboh Mark Achlar
PullIicaLo o disLriluiLo su Iiconza
Iandango srI
QuosLo dvd uo ossoro vonduLo ai rivaLi oscIusivamonLo or
uso domosLico. ^lik^llZf^gm^ob^mZmhbeghe^``bh.
La roioziono di quosLo dvd o risorvaLa aI soIo uLiIizzo ri-
vaLo. Sono assoIuLamonLo vioLaLo o sono uniliIi a norma di
Ioggo Ia duIicaziono o I`uLiIizzo or Ia visiono in ullIico o
Ia diffusiono via cavo]oLoro in quanLo cosLiLuiscono vioIa-
ziono doi diriLLi di coyrighL.
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li^\b_b\a^m^\gb\a^
IormaLo vidoo: aI 16], aroa 2
Tio dvd: doio sLraLo
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SoLLoLiLoIi: iLaIiano su immagini
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D o m e n i c o P r o c a c c i presenta
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6-05-2008 11:04:12
IN EDICOLA
www.espressonline.it
Toro
Negli Stati Uniti la soap opera Febbre damore stata il programma pi se-
guito della fascia pomeridiana per oltre mille settimane consecutive. Co-
minciata nel 1973, la serie ha raggiunto il primo posto nel 1988 e non si
pi mossa da l. Sono lieto di annunciarti, Toro, che nel 2008 avrai la possibilit di
raggiungere un successo simile. Ma riuscirai a sfruttare questa opportunit solo se
nelle prossime settimane ti preparerai in modo adeguato.
tallo dopo ben due anni di ricerche, lo sfortu-
nato rinuncia: Addio alloro / che non ho mai
trovato. / Addio alle pepite / che da qualche
parte abbondano. / Perch solo nei sogni /
che le vedo brillare / laggi nella terra scura.
Se leggo bene i presagi astrali, Sagittario, an-
che per te ora di dire addio a una ricerca che
non ha ingranato. Lo so, triste. Ma prevedo
un lieto ine: entro un mese da quando ti sa-
rai arreso, comincerai una nuova ricerca con
maggiori probabilit di successo.
Capricorno
In tutta la tua vita non sei mai stato
cos libero dal bisogno di essere sal-
vato da qualcuno. Non devi essere
salvato dalle tue fantasie pi cupe perch, al-
meno per ora, sono oscurate dai tuoi pensieri
pi brillanti. Non devi essere liberato dallop-
pressione o dalla schiavit perch puoi benis-
simo farlo da solo. Non hai neanche bisogno
che ti liberino dal male: grazie al duro lavoro
che hai fatto negli ultimi tempi, il male di-
ventato allergico a te.
Acquario
La complessit dei tuoi aspetti astro-
logici di questo periodo mi ha quasi
sopraffatto. Come potevo scrivere un
oroscopo sensato davanti a una gamma cos
ampia di prospettive ricche e sconcertanti?
In preda allimbarazzo, ho deciso di scappare.
Sono uscito dal mio studio e ho vagato ino al-
la spiaggia, dove ho passeggiato senza meta e
mi sono svuotato la mente. A un certo punto
ho visto una cosa assurda: un biscotto della
fortuna cinese in bilico sul palo di uno stecca-
to. Quando l ho aperto e ho letto il biglietto al
suo interno, ho capito di aver trovato il mes-
saggio per te: Se hai un compito dificile, af-
idalo a un pigro. Trover il modo pi facile
per svolgerlo.
Pesci
Per dimostrare che Dio non esiste,
gli atei citano spesso lesistenza del
dolore. Quale divinit, mi ha chie-
sto uno di loro, permetterebbe che un bam-
bino del Darfur muoia di fame dopo aver vi-
sto dei soldati uccidere sua madre?. Non pre-
tendo di avere la risposta giusta a questa do-
manda, ma penso che dovremmo considera-
re una possibilit: la sofferenza potrebbe es-
sere un dono di Dio per spingerci a cambiare.
Sul piano individuale, il desiderio di sfuggire
al dolore ci rende pi intelligenti. Su quello
collettivo, niente ci rende pi nobili del desi-
derio di impedire che gli altri soffrano. Per
ogni bambino morto in Darfur ci sono cento
persone in altri posti del pianeta che si impe-
gnano a creare un mondo in cui non ci siano
pi Darfur. Medita su questo fatto nelle pros-
sime settimane: avrai lincredibile capacit di
trasformare delle vecchie ferite in ottime op-
portunit.
compiti per tutti
Qual la cosa pi importante
che non hai mai fatto?
internazionale.it/oroscopo
Ariete
Spero che tu abbia cercato di raffor-
zare la tua testardaggine, Ariete. Hai
allenato la tua determinazione e la
tua volont di andare ino in fondo? Se non ti
sei impegnato abbastanza, ti consiglio di ri-
mediare. Il test inale il 24 maggio. Ti anti-
cipo una delle domande desame. Cosa fai se
a un tuo compagno di squadra cade la palla?
a) Abbandoni la partita; b) gli lanci la palla in
faccia; c) raccogli la palla e cominci a correre
nella direzione in cui stava andando lui.
Gemelli
Il dolore la debolezza che abban-
dona il corpo, afferma lesperto di
itness Mark Duval. Se quello che di-
ce vero, nelle ultime settimane sei diventato
pi forte. Hai scontato mesi di tensione emo-
tiva, ti sei liberato di anni di frustrazioni e hai
esorcizzato un paio di vite piene di sogni con-
fusi. Congratulazioni per la vitalit raggiunta
grazie alle tue perdite costruttive.
Cancro
Prima che nascessi, la tua anima ha
fatto un accordo: nella tua vita do-
vrai compiere cinque miracoli. Il
senso di tre di questi, per, non ti ancora
chiaro. Perch? Tanto per cominciare, quan-
do eri piccolo i tuoi genitori e i tuoi insegnan-
ti non ti hanno mai parlato del tuo dono. Poi,
hai troppa paura di immaginare quello di cui
sei veramente capace. Questa la cattiva no-
tizia, Cancerino. La buona che sei vicino al
luogo misterioso dove si annida uno dei tuoi
cinque sogni nascosti.
Leone
Il motto di ogni storia damore, ha
scritto Charles Williams, gioca e
prega, ma non pregare mentre gio-
chi e non giocare mentre preghi. Non siamo
ancora capaci di fare le due cose contempora-
neamente. Non sono daccordo con Wil-
liams, in particolare per quanto riguarda il
tuo destino nelle prossime settimane. Secon-
do la mia analisi dei presagi astrali, puoi be-
nissimo (anzi devi) giocare mentre preghi e
pregare mentre giochi. Ti consiglio di mesco-
lare riverenza e irriverenza in tutti i modi pos-
sibili. E di esplorare il concetto rivoluzionario
di sacro divertimento.
Vergine
A quanto pare stai cercando di im-
parare tutto il possibile da luoghi e
idee di cui ino a pochi mesi fa igno-
ravi perfino lesistenza. I tuoi esperimenti
continuano a fornirti lezioni cos preziose che
ti consiglio di non interromperli. Va bene co-
s, non c fretta, fa le cose con calma. Noi del-
la Noiosa routine saremo sempre pronti ad
accoglierti con gioia non appena avrai voglia
di tornare. Capiamo anche che per il momen-
to hai voglia di startene da solo. Almeno in-
ch non sarai assolutamente sicuro che la far-
falla non cercher pi di ritrasformarsi in
bruco.
Bilancia
Caro Rob, sono Bilancia da una vita
e rimango sempre sconcertato quan-
do sento dire che le Bilance non san-
no prendere decisioni. Secondo la mia espe-
rienza personale, invece, siamo esperti di
completezza. Ci sforziamo sempre di rispet-
tare il punto di vista degli altri e quando pren-
diamo una decisione cerchiamo di tenere
conto di tutte le informazioni disponibili, an-
che se sono in contrasto con la nostra visione
delle cose. So bene che la fretta e la velocit
dominano la nostra cultura: la maggior parte
delle persone stata contagiata dallidea che
se una cosa non si pu fare subito, non inte-
ressante. Da questo punto di vista le Bilance
possono sembrare esitanti e incerte. In realt
siamo rilessive e giudiziose. Ti prego, aiuta-
mi a sfatare questo luogo comune.Bilancia
Oculata
Cara Oculata, le tue osservazioni sono giu-
ste. Le riferir ai lettori della Bilancia, perch
fondamentale che nei prossimi giorni non
siano fraintesi.
Scorpione
Un giornalista che era andato a casa
del premio Nobel per la isica Niels
Bohr rimase sorpreso vedendo un
ferro di cavallo appeso al muro. Proprio lei
crede che un ferro di cavallo possa portarle
fortuna?, chiese. Naturalmente no, rispose
Bohr, ma so che porta fortuna a prescindere
dal fatto che io ci creda o no. Ti consiglio di
adottare lo stesso atteggiamento nelle prossi-
me settimane, Scorpione. Non rinunciare al-
la tua logica, ma considera lipotesi di poter
trarre vantaggio da forze che vanno oltre la
tua immaginazione o che non rientrano nel
tuo sistema di credenze.
Sagittario
In Farewell to the gold il cantante
folk Nic Jones racconta la storia di
un cercatore doro deluso. Avendo
trovato solo pochi granelli del prezioso me-
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realizzata in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete, Legambiente.
In collaborazione con Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Firenze Fiera SpA, Ufficio del Parlamento europeo per lItalia, Rappresentanza in Italia della
Commissione europea, AGICES-Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale, AIAB-Associazione Italiana per lAgricoltura Biologica, Alleanza per il Clima,
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Generale, AIEL-Associazione Italiana Energia dal Legno, ANAB-Associazione Nazionale Architettura Bioecologica, ANCI-Associazione Nazionale Comuni Italiani,
APER-Associazione Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, CGIL Nazionale - Dipartimento Welfare e Nuovi Diritti, CIA-Confederazione italiana agricoltori, Federazione
Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali, Forum Permanente del Terzo Settore, GIFI-Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, Lega delle Autonomie Locali, Touring Club
Italiano, UNCEM-Unione Nazionale Comuni Comunit Enti montani, UNDP-United Nations Development Programme, UNEP-United Nations Environment Programme,
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Nasrallah: Nonostante le ripetute provocazioni del governo
ristabiliremo lordine in Libano.
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