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Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 5
Sommario
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La settimana
29 ottobre/4 novembre 2010 Numero 870 Anno 17
Appunti al margine di
unintervista televisiva di
Fabio Fazio a Sergio
Marchionne. sm lavora
diciotto ore al giorno, per
senso del dovere. sm dice di
s che fa il metalmeccanico. sm propone
per gli operai della Fiat tre pause di dieci
minuti, anzich due di venti. sm ha il
passaporto italiano, quello canadese e la
residenza in Svizzera. Fiat potrebbe fare
a meno dellItalia?, una domanda di ff
e non una frase pronunciata da sm, come
invece scritto da alcuni giornali. A quella
domanda sm ha risposto: Io le sto
dicendo che se dovessi togliere la parte
italiana da quei risultati, la Fiat farebbe di
pi. sm laureato in ilosoia. sm dice di
essere un agente di cambiamento.
sm deinisce gli operai della Fiat i nostri
collaboratori. Stipendio mensile di un
operaio della Fiat: 1.200 euro. sm in un
comitato di gestione della Fiat ha citato un
proverbio zulu (Umuntu ngumuntu
ngabantu, che vuol dire Una persona
una persona tramite altre persone). Lo
ha scoperto leggendo la rivista di bordo
delle linee aeree sudafricane.
Giovanni De Mauro
settimana@internazionale.it
Filosoia
AttuAlit
16 La verit di
Wikileaks sulla
guerra in Iraq
Le Monde
europA
20 Il governo
britannico
sceglie il rigore
The Independent
AfricA
e medio orieNte
22 Non c pace
tra gli ulivi della
Cisgiordania
Arab News
Americhe
24 Haiti cerca di
fermare lepidemia
di colera
El Pas
AsiA e pAcifico
26 I tailandesi ancora
lontani dalla
riconciliazione
Bangkok Post
visti dAgli Altri
28 Fine di un regime
Open Democracy
iN copertiNA
36 Il potere del sapere
The Times Literary
Supplement
stAti uNiti
44 La lezione
di Obama
The New York Times
Magazine
ecoNomiA
52 Bianchi e rossi
invadono la Cina
The New Yorker
portfolio
58 Avedon allasta
Le foto di Richard
Avedon, con un testo
di Christian Caujolle
ritrAtti
64 Clay Shirky
Lottimista
della rete
The New York
Observer
viAggi
68 Linfanzia
dei Castro
South China Morning
Post
grAphic
JourNAlism
72 Cartoline
da Bologna
Francesca Ghermandi
libri
74 La citt dei lettori
Die Zeit
pop
90 Lausterit
ci farebbe bene
Tony Judt
92 Dizionario del
futuro prossimo
Douglas Coupland
94 Il posto giusto
per le buone idee
Cory Doctorow
scieNZA e
tecNologiA
96 Il tempo
non ininito
New Scientist
98 Il diario della Terra
ecoNomiA
e lAvoro
100 Una fragile tregua
per le monete
Asia Times
cultura
76 Cinema, libri,
musica, tv, arte
Le opinioni
23 Amira Hass
25 Yoani Snchez
32 Noam Chomsky
34 Ala al Aswani
78 Gofredo Foi
80 Giuliano Milani
84 Pier Andrea Canei
86 Christian Caujolle
97 Anahad OConnor
101 Tito Boeri
le rubriche
15 Editoriali
31 Italieni
104 Strisce
105 Loroscopo
106 Lultima
Le Monde Fondato nel 1944, un autorevole quotidiano francese. Larticolo a pagina 16 uscito il 24 ottobre 2010 con il titolo La guerre dIrak, au jour le jour.
The New Yorker un settimanale newyorchese di attualit e cultura, molto attento alla qualit della scrittura. Larticolo a pagina 52 uscito il 16 novembre
2009 con il titolo Red red wine. The New York Times Magazine il magazine della domenica del New York Times. Larticolo a pagina 44 uscito il 17
ottobre 2010 con il titolo The Education of a president. Open Democracy un sito dinformazione dedicato allattualit internazionale e
allapprofondimento. Larticolo a pagina 28 uscito il 21 ottobre 2010 con il titolo Silvio Berlusconi: the long goodbye. The Times Literary
Supplement un settimanale letterario britannico pubblicato dallo stesso gruppo editoriale del quotidiano The Times. Larticolo a pagina
36 uscito il 30 aprile 2010 con il titolo Skills for life. Internazionale pubblica in esclusiva per lItalia gli articoli dellEconomist.
le principali fonti di questo numero
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)
Non basta essere sicuri di avere ragione
se nessuno daccordo con te
peter bAker, pAgiNA
Immagini
Nuovi arrivi
Catania, Italia
26 ottobre 2010
Alcuni dei 132 migranti sbarcati a Cata-
nia il 26 ottobre. Diciotto di loro, tra cui
molti egiziani e palestinesi, sono stati
arrestati con laccusa di favoreggiamen-
to dellimmigrazione clandestina. Il 26
ottobre stato presentato il rapporto
Immigrazione. Dossier statistico 2010,
realizzato dalla Caritas italiana e dalla
fondazione Migrantes. In Italia vivono
circa cinque milioni di immigrati, il 7 per
cento della popolazione, che contribui-
scono all11,1 per cento del pil nazionale.
Foto di Antonio Parrinello (Reuters/Con-
trasto)
Immagini
Per la libert
Santa Clara, Cuba
21 ottobre 2010
Il giornalista e dissidente cubano Guil-
lermo Farias ha vinto il premio Sakha-
rov, il riconoscimento per la libert di
pensiero promosso dal parlamento eu-
ropeo. la terza volta in dieci anni che il
premio viene assegnato a un rappresen-
tante dellopposizione cubana: nel 2002
a Oswaldo Pay e nel 2005 alle Damas
de blanco. Negli ultimi anni Farias ha
usato lo sciopero della fame come forma
di protesta contro il regime di Fidel e
Ral Castro. Nella foto, Farias sulla
porta della sua casa a Santa Clara. Foto
di Adalberto Roque (Afp/Getty Images)
Immagini
A canestro in tunica
Contea di Jigzhi, Cina
23 ottobre 2010
A due chilometri dal monastero Lonnge
della contea di Jigzhi, nella provincia di
Qinghai, il governo ha costruito un cam-
po da basket. Nella provincia vive una
numerosa comunit tibetana e nei gior-
ni scorsi in diverse citt della zona cen-
tinaia di studenti sono scesi in piazza
contro la decisione del governo di limi-
tare luso della lingua tibetana nelle
scuole. Foto Featurechina/Epa/Ansa
12 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Posta@internazionale.it
Cara Milana, sono uno
scrittore in crisi dispirazio-
ne. Da dove comincio?
Questo autunno ho comincia-
to a scrivere un libro sulla sto-
ria della mitologia mondiale.
Mi sembrava divertente e
istruttivo, ma dopo una venti-
na di pagine ho capito che mi
stavo perdendo nellenorme
quantit del materiale.
Mi ha messo di cattivo
umore, perch continuo a pen-
sare che una storia fatta di di
e di favole sugli eroi, scritta
con un linguaggio semplice,
potrebbe piacere molto ai miei
lettori. Ma che ci vuoi fare? La
situazione croata in questo
momento troppo drammati-
ca per rifugiarmi dentro un mi-
to.
Cos ora sto pensando di
scrivere un romanzo sulla vita
di chi si ritrova senza speranza
e deve fare i conti con il malaf-
fare e la corruzione. Ho gi sei
pagine pronte, ma sincera-
mente non credo che andr ol-
tre la settima. Perch? Perch
a quanto pare sto attraversan-
do una crisi dispirazione, do-
vuta al fatto che le mie giorna-
te sono piene di lavoro e di altri
impegni, tutti nemici mortali
della scrittura, che richiede pa-
ce. Se anche a te successo lo
stesso, non sorprenderti del
tuo blocco.
Se hai abbastanza tempo
per scrivere ma ti mancano
semplicemente le idee, fai pas-
sare un po di tempo. Aspetta il
momento in cui la storia uscir
da sola. Vedrai che prima o poi
succeder. Il blocco una par-
te inevitabile del processo cre-
ativo, per quanto possa essere
indesiderato e sgradevole. it
Milana Runjic risponde alle
domande dei lettori allindirizzo
milana@internazionale.it
Cara Milana
Cercando lidea
Dare i numeri
Nella rubrica Il numero (15
ottobre) Tito Boeri apre il suo
commento citando una cifra,
170.000 posti di lavoro liberi
in Italia, che attribuisce
allIstat. In realt lIstat non dif-
fonde il numero di posti vacan-
ti. Ci che viene reso disponibi-
le a livello trimestrale il tasso
di posti vacanti, ovvero la per-
centuale di posti vacanti in rap-
porto ai posti di lavoro in totale,
sia quelli vacanti sia i posti oc-
cupati. Nellultima rilevazione,
relativa al secondo trimestre
del 2010, il tasso era pari allo
0,7 per cento. Questo tasso
calcolato sulle imprese dellin-
dustria e dei servizi privati
(esclusi quelli sociali e persona-
li) con almeno 10 dipendenti, e
il numero di posti vacanti a cui
esso corrisponde di gran lun-
ga inferiore a quello citato dal
professor Boeri. Una eventuale
stima del numero di posti va-
canti riferiti allintera economia
pu essere costruita utilizzando
ipotesi indirette, ma non pro-
dotta dallIstat.
Patrizia Cacioli
Direttore centrale comunicazione
ed editoria dellIstat
Finale a sorpresa
La recensione di Gorbaciof
(22 ottobre) termina con un cla-
moroso spoiler! Vabb che non
un thriller, ma
Gianluca Chiappini
Viva gli ultimi
Vi leggo tutte le settimane e
spesso il criterio di priorit sulla
lettura degli articoli guidato
dalle foto. Oggi mi ha colpito il
viso di una ragazza che strideva
con la freddezza dellarma che
teneva in mano (Cittadini a
mano armata, 22 ottobre). Ho
letto tutto larticolo, compreso
Da Sapere e l, dopo tanto
tempo, ho riscoperto lorgoglio
di essere ultimi. Una statistica
internazionale, pur mettendoci
allultimo posto, inalmente
evidenzia come nel nostro pae-
se vi siano meno armi possedu-
te da privati che in molti altri
paesi dellEuropa e del mondo.
Per oggi basta leggere, voglio i-
nire la giornata con questa bella
sensazione. Non voglio rovinar-
la scoprendo magari che gran
parte di quelle armi sono made
in Italy.
Marco Alaimo
Limmagine del Cile
Nellultimo numero ho trova-
to lallegato con le prime pagine
dei giornali stranieri sulla libe-
razione dei minatori cileni. Da
Internazionale non me laspet-
tavo. Ovviamente sono molto
contento per i 33 minatori cileni
e per le loro famiglie, ma non
credete che su questo fatto il
governo cileno si sia un po ap-
proittato della situazione? Ma-
gari per dare una buona imma-
gine di s al mondo. Unaltra
cosa insopportabile che non si
praticamente mai parlato del-
le norme di sicurezza dei mina-
tori, e intendo in tutto il mondo.
Undici minatori cinesi sono ri-
masti intrappolati ma nessuno
ne parla.
Mattia Stefanelli
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Telefono 06 441 7301
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Ho comprato una casa da
ristrutturare. Prima di co-
minciare i lavori ho chiesto
dei preventivi. Ho scelto i
pi bassi, ma nessuno li ha
rispettati. Alcuni sono stati
rivisti e altri operai hanno
lasciato il lavoro a met.
Cosa fare? S. M., Bristol
Hai fatto quella che gli econo-
misti chiamano asta a rove-
scio. Invece di vendere al
prezzo pi alto hai comprato
al pi basso. I teorici delle aste
sostengono che quando i con-
correnti stimano il prezzo di
un servizio c sempre chi of-
fre di pi, aggiudicandosi
lasta. I vincitori tendono a es-
sere delusi, un fenomeno det-
to la maledizione del vincito-
re. Il venditore pu anche
sperare che lacquirente ofra
troppo, limportante per ri-
cevere i soldi. Mentre nellasta
a rovescio diicile assicurar-
si che un venditore deluso for-
nisca il servizio promesso. Se
lelettricista scopre di aver of-
ferto il servizio a un costo
troppo basso, probabilmente
non rispetter il preventivo. In
futuro chiedi dei preventivi
vincolanti per fare in modo
che non crescano, prometten-
do i soldi solo alla ine del la-
voro. Ma se non sei un costrut-
tore, potrai avere delle sorpre-
se anche molto tempo dopo la
ine dei lavori. Ti consiglio di
girare la maledizione del vin-
citore a tuo vantaggio: inita la
casa vendila allasta.
Tim Harford risponde alle do-
mande dei lettori del Financial
Times.
Preventivi
non rispettati
Caro
economista
Non mi ascolta!
Movimento cronografico meccanico di manifattura IWC
(foto) | Funzione flyback | Sistema di carica
automatica a doppio cricchetto
IWC | Datario | Vetro zaf firo
antiriflesso | Fondello in vetro
zaf firo | Impermeabile 6 bar | Oro rosso 18 ct
Portoghese Yacht Club Chronograph. Ref. 3902: Appena possibile, invertire la
marcia. Una cosa certa: gli strumenti utilizzati dai veri navigatori, come Vasco da
Gama, sono meno invadenti. Uno di questi gi una leggenda della navigazione:
il Portoghese Yacht Club Chronograph. Il suo movimento meccanico di manifattura
IWC, con funzione flyback e sistema di carica automatica a doppio cricchetto, garan-
tisce la massima precisione nel raggiungimento del proprio personale approdo.
Un silenzioso compagno di viaggio che non avr mai nulla da ridire anche se vi
dovesse capitare di cambiare rotta allimprovviso. IWC. Engineered for men.
Finalmente un sistema di navigazione
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Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 15
Editoriali
Molte persone avranno dormito sonni agitati
nelle ultime notti. Dai militari statunitensi e bri-
tannici ai leader iracheni, per non parlare dei
mercenari che si trovano in Iraq. Erano in molti a
sapere che le rivelazioni di Wikileaks sulle atro-
cit commesse durante il conlitto sarebbero sta-
te devastanti. Le smentite non servono: la mon-
tagna di documenti imbarazzante. E mostra
che la guerra in Iraq non ha conosciuto solo qual-
che deviazione di cui pentirsi come Abu Ghraib
prima di inire in pompa magna con dichiara-
zioni trionfali. La guerra stessa stata un gigan-
tesco errore.
Decine di migliaia di civili iracheni uccisi,
una privatizzazione della guerra che diventata
una ulteriore minaccia per gli abitanti, torture ed
esecuzioni commesse dalle autorit irachene e
nascoste dagli americani. Saccheggi, sequestri,
pulizia etnica e altri crimini terribili. E poi i san-
guinosi attacchi delle forze vicine ad Al Qaeda,
arrivate in Iraq dopo linvasione angloamerica-
na, ma che ino alloccupazione del paese esiste-
vano solo nellimmaginazione e nelle menzogne
dei guerrafondai.
Probabilmente nessuno legger per intero i
circa 400mila documenti pubblicati da Wikilea-
ks. I pi cinici diranno che tutto era gi noto. Ma
queste rivelazioni ofrono argomenti inesauribi-
li a tutti quelli convinti che il bilancio di questa
guerra sia stato chiuso con troppa fretta.
Conti da rendere? Cresce la pressione
sullamministrazione Obama perch prenda le
distanze in modo chiaro da queste azioni terribi-
li. Lezioni da trarre? La certezza che, in futuro, i
militari non potranno pi trincerarsi dietro una
presunta mancanza dinformazioni per evitare
di fornire dettagli, in tempo reale, sulle conse-
guenze dei loro atti. E soprattutto unaltra lezio-
ne che suona come un terribile avvertimento: la
vittoria in Iraq non stata raggiunta grazie alla
strategia militare, ma a causa di un generale si-
nimento per i troppi massacri e per il fatto di vi-
vere a contatto con linferno. una lezione su cui
meditare in Afghanistan. u oda
A contatto con linferno
Sventurata India
Luis Lema, Le Temps, Svizzera
Arundhati Roy, The Hindu, India
Scrivo queste righe da Srinagar, nel Kashmir. Sui
giornali si legge che rischio larresto con laccusa
di sedizione per le mie recenti dichiarazioni sul
Kashmir. Ho detto quello che dicono ogni giorno
milioni di persone in questa regione. Ho detto
quello che scrivo da anni. Chiunque voglia legge-
re il testo dei miei discorsi vedr che si tratta solo
di richieste di giustizia. Ho parlato di giustizia per
il popolo del Kashmir, che vive sotto una delle oc-
cupazioni militari pi brutali del mondo, per i
soldati dalit uccisi in Kashmir e sepolti nella spaz-
zatura, per i poveri dellIndia, che pagano il prez-
zo di questoccupazione e vivono in quello che
sempre pi uno stato di polizia.
Il 25 ottobre sono andata a Shopian, la citt del
Kashmir meridionale che lanno scorso si fer-
mata per 47 giorni per protestare contro il brutale
stupro e assassinio di Asiya e Nilofer. I cadaveri
delle due giovani donne sono stati ritrovati in un
ruscello vicino alle loro case. I loro assassini non
sono stati arrestati. L ho conosciuto il vedovo di
Nilofer, Shakeel, che anche fratello di Asiya. Ci
siamo seduti in cerchio con un gruppo di persone
rese folli dal dolore e dalla rabbia: hanno perso la
speranza di poter ottenere giustizia dallIndia e
sono convinte che oggi la loro unica speranza sia
azadi, la libert. Ho conosciuto giovani che lan-
ciavano sassi a cui hanno sparato negli occhi. Ho
fatto il viaggio insieme a un ragazzo che mi ha
parlato di tre suoi amici, neanche ventenni, arre-
stati nel distretto di Anantnag: per punirli di aver
tirato pietre gli avevano strappato le unghie.
Alcuni giornali mi hanno accusato di aver fat-
to discorsi che istigano allodio, di volere la di-
sgregazione dellIndia. il contrario: le mie paro-
le nascono dallamore e dalla ierezza. Nascono
dal non volere che nessuno sia ucciso, stuprato,
incarcerato, torturato per costringerlo a dirsi in-
diano. Nascono dal voler vivere in una societ
che si sforza di essere giusta. Sventurata la nazio-
ne che deve ridurre al silenzio i suoi scrittori solo
perch dicono ci che pensano. Sventurata la na-
zione che ha bisogno di incarcerare chi chiede
giustizia, mentre chi massacra, chi trufa per fa-
vorire le multinazionali, chi stupra e chi saccheg-
gia i pi poveri dei poveri a piede libero. u ma
Arundhati Roy una scrittrice indiana. Il suo ul-
timo libro pubblicato in Italia Quando arrivano le
cavallette (Guanda 2009).
Vi sono pi cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante se ne sognano nella vostra ilosoia
William Shakespeare, Amleto
Direttore Giovanni De Mauro
Vicedirettori Elena Boille, Chiara Nielsen,
Alberto Notarbartolo, Jacopo Zanchini
Comitatodi direzione Giovanna Chioini (copy
editor), Stefania Mascetti (Internazionale.it),
Martina Recchiuti (Internazionale.it),
Pierfrancesco Romano (copy editor)
Inredazione Liliana Cardile (Cina), Carlo
Ciurlo (viaggi), Camilla Desideri (America
Latina), Simon Dunaway (attualit), Mlissa
Jollivet (photo editor), Alessandro Lubello
(economia), Maysa Moroni, Andrea Pipino
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it), Francesca Sibani (Africa e Medio oriente),
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Impaginazione Pasquale Cavorsi, Valeria
Quadri Segreteria Teresa Censini, Luisa
Cifolilli Correzionedi bozze Sara Esposito
Traduzioni I traduttori sono indicati dalla sigla
alla ine degli articoli. Marina Astrologo, Sara
Bani, Caterina Benincasa, Giuseppina Cavallo,
Diana Corsini, Olga DAmato, Stefania De
Franco, Andrea De Ritis, Nazzareno Mataldi,
Floriana Pagano, Fabrizio Saulini, Francesca
Spinelli, Ivana Telebak, Bruna Tortorella,
Stefano Valenti, Anna Zuliani
Disegni Anna Keen. I ritratti dei columnist sono
di Scott Menchin Progettograico Mark Porter
Hannocollaborato Gian Paolo Accardo,
Isabella Aguilar, Luca Bacchini, Francesco
Boille, Annalisa Camilli, Gabriele Crescente,
Giovanna DAscenzi, Sergio Fant, Andrea
Ferrario, Antonio Frate, Francesca Gnetti, Anita
Joshi, Alessio Marchionna, Jamila Mascat,
Odaira Namihei, Lore Popper, Fabio Pusterla,
Marta Russo, Michael Robinson, Andreana Saint
Amour, Diana Santini, Junko Terao, Laura
Tonon, Pierre Vanrie, Guido Vitiello, Abdelkader
Zemouri
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Consigliodi amministrazione Brunetto Tini
(presidente), Giuseppe Cornetto Bourlot
(vicepresidente), Emanuele Bevilacqua
(amministratore delegato), Alessandro Spaventa
(amministratore delegato), Antonio Abete,
Giovanni De Mauro, Giovanni Lo Storto
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27 ottobre 2010
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Attualit
C
irca 400mila documenti
militari statunitensi sulla
guerra in Iraq, ottenuti da
Wikileaks, sono stati tra-
smessi a quattro giornali
The New York Times,
The Guardian, Der Spiegel e Le Monde
che poi li hanno resi pubblici. I documenti
sono stati trasmessi anche allong londine-
se Bureau of investigative journalism, che
ha decifrato e sintetizzato tutto il materiale.
I rapporti scritti quotidianamente dai mili-
tari dellesercito statunitense coprono sei
anni di conlitto, dal 2004 al 2009. I docu-
menti, redatti dopo ogni incidente o pattu-
gliamento, raccontano gli scontri giorno
per giorno. la guerra vista dai blindati,
dalla strada, dai check point, e raccontata
in modo lapidario, senza emozioni: il reso-
conto della banalit della violenza.
Linformatore di Wikileaks non ha avu-
to accesso ai rapporti del comando n a
quelli delle forze speciali o dei servizi din-
telligence. I documenti, quindi, non con-
tengono rivelazioni inedite sullo svolgi-
mento del conlitto. Non c niente sulla
cattura di Saddam Hussein n sulla morte
del leader di Al Qaeda in Iraq, il giordano
Abu Musab al Zarqawi. Non ci sono notizie
nemmeno sulle due battaglie di Falluja,
roccaforte dellinsurrezione sunnita. N si
parla delle opinioni dei comandanti o delle
loro rilessioni strategiche. In compenso
dai documenti trapelano i timori dei milita-
ri per un intervento iraniano in Iraq, con-
fermati dallarresto di guerriglieri sciiti
addestrati in Iran e dalla scoperta di de-
positi di armi.
I rapporti rivelano una verit frammen-
tata. Innanzitutto perch un soldato, nel
pieno dellazione, pu avere solo una visio-
ne parziale della situazione. Inoltre, se un
militare coinvolto in un incidente, pu
avere interesse a mascherare i fatti per evi-
tare sanzioni. Questi limiti sono evidenti
nel rapporto sul massacro di Haditha, un
villaggio a 260 chilometri da Baghdad, do-
ve nel 2005 furono uccisi 24 civili. Datato
19 novembre, giorno dei fatti, racconta in
quindici righe che un veicolo blindato sta-
tunitense saltato in aria passando su un
ordigno costruito con una bombola di pro-
pano e comandato a distanza. Lautista del
veicolo morto sul colpo. Nello stesso
Civili uccisi a freddo. Torture e abusi sui prigionieri. I rapporti segreti dei militari rivelano
tutta la violenza della guerra in Iraq. E mettono a nudo le bugie del governo statunitense
La verit di Wikileaks
sulla guerra in Iraq
Patrice Claude e Rmy Ourdan, Le Monde, Francia
istante, scrive lautore, la pattuglia colpi-
ta dal fuoco di elementi nemici proveniente
da alcuni ediici residenziali, e risponde.
Dopo le denunce dei testimoni e dei so-
pravvissuti civili, nellagosto del 2007 si
svolto un processo davanti a una corte mar-
ziale negli Stati Uniti. In questo modo si
scoperto che, sconvolti per la morte del
compagno, gli otto marines hanno aperto il
fuoco in tutte le direzioni senza essere stati
attaccati. Poi si sono precipitati nelle case
vicine e hanno ucciso tutte le persone in-
contrate, usando fucili dassalto e granate a
frammentazione. Le vittime del massacro
di Haditha, il pi grave crimine di guerra
del conlitto iracheno, sono state 24, tra cui
dieci tra donne e bambini, tutti uccisi con
un colpo a bruciapelo.
Degli otto marines processati solo uno,
il capo della pattuglia, stato condannato.
Dopo i fatti non era stata ordinata nessuna
inchiesta perch, come ha spiegato lavvo-
cato del tenente Jefrey Chessani, il coman-
dante del battaglione, allepoca non era
prevista nessuna procedura per indagare
sulla morte dei civili in combattimento. Le
cose sono cambiate solo dopo laprile del
16 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Baghdad 2004 2005 2006
Ogni punto indica un incidente con almeno una vittima
2006, in seguito allindignazione provoca-
ta dalla strage.
Il 12 marzo 2006, vicino a Mahmudiyah,
una cittadina a sud di Baghdad, alcuni sol-
dati riferiscono di aver scoperto in una casa
quattro civili uccisi dalle forze anti-irache-
ne (la formula usata dallesercito statuni-
tense per indicare i suoi nemici). Un uomo
e tre donne, i cui corpi mostrano segni di
ferite provocate da Ak47. Alla ine del rap-
porto si legge che i cadaveri sono stati por-
tati allobitorio locale. In realt anche quel-
lo di Mahmudiyah un crimine di guerra.
Grazie ai testimoni iracheni che hanno avu-
to il coraggio di protestare, durante un pro-
cesso davanti a una corte marziale negli
Stati Uniti, si saputo che quattro soldati di
pattuglia nella zona avevano notato una
ragazza di 14 anni. Di notte sono entrati
nella sua casa e hanno rinchiuso il padre, la
madre e la sorella di sette anni in una stan-
za. Da l i tre hanno potuto sentire le grida
di Abir, la iglia, stuprata a turno dai soldati.
Dopo la violenza, i militari hanno ucciso
lintera famiglia. Steven Dale Green, un
militare texano di 24 anni, a quanto pare
lideatore dellaggressione, ha ricevuto cin-
que condanne allergastolo. I suoi complici
hanno avuto 90 e 110 anni di carcere. Nel
giro di sette anni potrebbero ottenere la li-
bert sulla parola. Appartenevano tutti alla
famosa 101
a
divisione aviotrasportata, la
Airborne.
Lescalation della forza
In gran parte dei rapporti consultati, quan-
do i soldati riferiscono di civili uccisi o feriti
sostengono di aver rispettato le procedu-
re, in particolare quelle relative alle esca-
lation della forza, espressione del gergo
militare. Esclusi i casi in cui il capo unit
raccomanda esplicitamente lapertura di
uninchiesta, i rapporti contengono sempre
giustiicazioni che servono a considerare le
azioni militari legittime e regolari.
Lescalation della forza, di cui si parla in
quasi 14mila dei documenti raccolti da Wi-
kileaks, prevede innanzitutto dei segnali di
avviso (gesti, luci o suoni), seguiti da spari
di avvertimento. La maggior parte dei do-
cumenti riporta minuziosamente le varie
tappe delluso della forza, soprattutto
quando vengono uccisi dei civili. In un rap-
porto del 14 giugno 2005, ore 15.30, si legge:
Il posto di blocco Hurricane ha provato a
fermare un veicolo con gesti delle mani e
delle braccia. La Opel ha continuato a pro-
cedere a grande velocit. Il check point
Hurricane ha sparato dei colpi di avverti-
mento. Il veicolo ha accelerato. () Poich
il veicolo non accennava a fermarsi, i solda-
ti hanno sparato contro il cofano della mac-
china, distante circa cento metri. Dato che
il veicolo continuava a procedere, i marines
hanno sparato sul conducente. () Nella
macchina cerano 11 persone. Loperazione
ha provocato la morte di 7 civili (tra cui 2
bambini).
Il resoconto mostra quanto i soldati
avessero paura delle macchine cariche di
esplosivo guidate dai kamikaze e con quale
facilit aprissero il fuoco. Solo nel 2007,
con larrivo del generale David Petraeus a
Baghdad e ladozione di nuove regole
sulluso delle armi da fuoco, il numero di
vittime civili ha cominciato a diminuire.
Non c nessuna prova che questi rap-
porti siano fedeli alla realt. Molti iracheni
hanno raccontato, in particolare nei primi
anni dellintervento militare statunitense,
di essere stati colpiti mentre si avvicinava-
no a un posto di blocco o a un convoglio
senza aver ricevuto nessun segnale di avvi-
so. I documenti di Wikileaks citano anche
diversi casi di automobilisti che non hanno
sentito gli spari di avvertimento. Molte per-
sone sorde, con problemi di vista o ritardi
mentali, sono state uccise perch non ave-
vano reagito ai segnali.
Alcuni soldati, convinti di aver agito
correttamente, non si preoccupano nean-
che di descrivere i casi di escalation della
forza. In un rapporto del 7 settembre 2006,
per esempio, si legge: La pattuglia stava
avanzando quando unauto bianca si uni-
ta alla colonna. Lunit lha ritenuta
unazione ostile e ha aperto il fuoco sparan-
do un numero indeterminato di proiettili
7,62 mm. Il veicolo ha preso fuoco e la pat-
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 17
u Il 22 ottobre quattro giornali The New
York Times, The Guardian, Der Spiegel e Le
Monde e long Bureau of investigative
journalism hanno cominciato a pubblicare
una selezione dei 400mila documenti sulla
guerra in Iraq ottenuti da Wikileaks, il sito
fondato nel 2006 da Julian Assange.
uI rapporti dei soldati statunitensi coprono
sei anni di guerra, dal 2004 al 2009, e
rivelano stragi di civili, morti di innocenti ai
posti di blocco e torture di prigionieri da
parte delle autorit irachene.
uAlcuni documenti riguardano anche
lItalia, in particolare tre episodi: la morte
dellagente del Sismi Nicola Calipari, lo
scontro a fuoco avvenuto nellagosto del
2004 a Nassiriya e la morte del sergente
Salvatore Marracino il 15 marzo 2005.
Tutto il dossier online: wikileaks.org.
Da sapere
Iraq I documenti difusi da Wikileaks rivelano che, tra il 2004 e il 2009, a Baghdad sono morte pi di 32mila persone. Molte delle vitti-
me erano civili iracheni, anche se pi di un terzo dei corpi non stato identiicato. Il picco di violenza si veriicato tra il 2006 e linizio
del 2007. Nel dicembre del 2006 a Baghdad sono morte pi di 2.700 persone, pi che in qualsiasi altro mese dallinizio della guerra.
2007 2008 2009
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tuglia non ha potuto soccorrere gli occu-
panti. () I parenti del morto hanno detto
di capire che non si trattava di un omicidio
intenzionale. Il rapporto conclude: I pa-
renti hanno apprezzato il fatto che i soldati
abbiano sorvegliato i cadaveri.
Questuso indiscriminato della forza ha
effetti ancora pi devastanti quando gli
spari arrivano dal cielo. Se credono di aver
individuato un bersaglio, non sempre gli
elicotteri sparano dei colpi di avvertimen-
to. Un rapporto del 28 febbraio 2008, ore
17.30, redatto dal capo dellunit B/3-69,
descrive un incidente: Lunit ha efet-
tuato una ricognizione per indagare su sei
insorti che stavano piazzando un ordigno
esplosivo improvvisato (scavavano freneti-
camente) su Route Golden. () Alle 11.15,
Carnage 27 (2 elicotteri Apache Ah-64) ha
attaccato gli insorti, riferendo di averne uc-
ciso uno e di averne messi altri cinque in
fuga verso un ediicio vicino. () La forza di
reazione rapida ha identiicato il morto, un
ragazzo di 13 anni, e ha saputo da alcuni ci-
vili presenti sul luogo che le sei persone
erano bambini che cercavano radici per ac-
cendere un fuoco. () Non stata trovata
nessuna traccia di ordigni esplosivi. Un
altro episodio tragicamente banale della
guerra in Iraq.
Paradossalmente, mentre il passaggio
del comando al generale Petraeus e lavvio
della strategia di controinsurrezione hanno
fatto diminuire dal 2007 il numero di civili
uccisi dallesercito statunitense, il bilancio
si invece aggravato per quanto riguarda le
vittime delle forze aeree. Deciso a salvare
vite statunitensi, lo stato maggiore ha ri-
dotto le pattuglie di terra, scegliendo di
usare gli elicotteri da combattimento. Se-
condo il dossier di Wikileaks, l80 per cento
dei missili Hellire stato lanciato negli ul-
timi tre anni. In questi casi non ci sono stati
spari di avvertimento n escalation della
forza.
Nei 14mila rapporti in cui si parla di in-
cidenti legati allescalation della forza, le
vittime civili dellesercito statunitense so-
no state 681 mentre gli insorti uccisi 120.
Altri 103 civili sono stati uccisi dalle forze
aeree. Il dossier di Wikileaks calcola che i
civili uccisi sono stati 66.081 e i feriti
99.163, la grande maggioranza in attentati.
Molti sono morti nei momenti pi duri del-
la guerra civile tra sunniti e sciiti.
I documenti permettono anche di stabi-
lire che, dal 2004 al 2009, 183.991 iracheni
sono stati arrestati e incarcerati dalle forze
della coalizione. Non sono indicate le date
di scarcerazione, a volte immediate, di chi
riusciva a dimostrare la propria innocenza:
per questo impossibile sapere il numero
esatto di persone rimaste in carcere per
lunghi periodi, spesso senza rispettare la
procedura giudiziaria.
In carcere
Dal giugno del 2004, dopo il trasferimento
di parte della sovranit a un governo ad
interim, la polizia e lesercito iracheni han-
no gradualmente ripreso il loro posto nei
commissariati e nei penitenziari del paese.
Dopo lo scandalo della prigione di Abu
Ghraib, scoppiato nellaprile del 2004, nel
2006 gli statunitensi hanno ceduto il con-
trollo del carcere agli iracheni. Ma solo
nellestate del 2010 hanno chiuso deiniti-
vamente due centri di detenzio-
ne aperti allinizio delloccupa-
zione: Camp Bucca, nellestremo
sud del paese, e Camp Cropper
vicino allaeroporto di Baghdad.
Non sappiamo quanti detenu-
ti siano passati per queste due prigioni. Al-
meno centomila, sostiene Amnesty inter-
national. Nellestate del 2007, al culmine
delloccupazione, il primo campo contava
27mila detenuti, il secondo 22mila. Queste
cifre ovviamente non tengono conto delle
decine di migliaia di uomini arrestati e in-
terrogati dagli iracheni e dai cosiddetti ser-
vizi statunitensi speciali, come la Cia,
che avevano i loro centri di detenzione.
Nellagosto del 2009 la Cia ha dovuto
ammettere che il capo delluicio di Bagh-
dad era stato trasferito nel novembre del
2003 in seguito alla morte, nel corso di in-
terrogatori brutali, di due iracheni, tra cui il
generale Abed Hamed Mowhush. Secondo
il gruppo editoriale statunitense Mc-
Clatchy, almeno cinque detenuti sono
morti in circostanze simili e nessuno sa
cosa sia successo a decine di altri detenuti
fantasma della Cia a Baghdad. Grazie alle
rivelazioni di Wikileaks, sappiamo invece
che almeno 303 denunce per tortura o mal-
trattamenti sono state registrate. Secondo
il Bureau of investigative journalism, in una
quarantina di casi si tratta di violenze gravi.
Qualche esempio: il 6 luglio 2006 due de-
tenuti afermano che dei marines li hanno
colpiti e gli hanno inflitto delle scariche
elettriche (forse con un Taser) () Un esa-
me medico del primo detenuto ha rivelato
dei segni sul petto e sulle ginocchia compa-
tibili con una caduta.
Il 1 febbraio 2007: Il tenente colonnel-
lo X si precipitato sul detenuto NKS schi-
vando le guardie e lha colpito in faccia. Il
naso del detenuto sembra rotto. () Anche
se sul momento il soldato ha potuto consi-
derare giustiicato il suo gesto (il suo mi-
gliore amico era stato ucciso qualche gior-
no prima, ma la sua morte non aveva nulla
a che fare con il detenuto in questione),
prendiamo questo incidente molto sul serio
e siamo pronti a discuterne con i soldati. Il
dossier di Wikileaks non parla dei pi gravi
episodi di violenza commessi dai soldati
della coalizione contro i detenuti. Non vie-
ne fatta parola, per esempio, di Ali Mansur,
interrogato a casa sua il 5 maggio 2008 e
ritrovato undici giorni dopo nudo, con un
proiettile in testa e un altro nel petto, sotto
un ponte della citt di Baiji, a nord di Bagh-
dad. Il processo militare che si
svolto nel settembre del 2008 ha
permesso di stabilire che il te-
nente Michael Behenna e il ser-
gente maggiore Hal Warner han-
no ucciso a sangue freddo luo-
mo, che avrebbe dovuto essere liberato
proprio il giorno della sua morte. I due han-
no poi ordinato ai tre soldati che li accom-
pagnavano di scrivere nel loro rapporto che
Ali Mansur era stato rimesso in libert.
Nel dossier non si parla nemmeno
delluccisione di quattro civili, giovani sun-
niti, la cui identit non stata rivelata du-
rante il processo che si svolto nellagosto
del 2008 in Germania. Fermati di notte da
una pattuglia nellaprile del 2007, i quattro
giovani come hanno dichiarato altri mili-
tari testimoni del crimine sono stati porta-
ti sulla riva di un canale a Baghdad e uccisi
a freddo da tre sergenti della 172
a
brigata di
fanteria.
Gli uiciali statunitensi che hanno scrit-
to i rapporti si sono soffermati pi sugli
abusi commessi dagli iracheni che su quelli
dei loro commilitoni. Tra il 2004 e il 2009
hanno registrato 1.354 abusi commessi dal-
le forze irachene sui detenuti. I particolari,
in questi casi, sono ancora pi raccapric-
cianti. 13 novembre 2005: Alle 16, la 2
a
bri-
gata di combattimento segnala la scoperta
Attualit
18 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Con larrivo del
generale Petraeus
il numero dei civili
uccisi diminuito
di 173 detenuti in una prigione del ministe-
ro dellinterno vicino a Karada (un quartie-
re centrale di Baghdad). Numerosi detenu-
ti mostrano segni di tortura, bruciature di
sigarette, lividi che sembrano causati da
percosse e ferite aperte. Molti di loro tossi-
scono. () Circa 95 detenuti erano rinchiusi
nella stessa stanza, seduti a gambe incro-
ciate e con gli occhi bendati, tutti girati nel-
la stessa direzione. Secondo quelli che sono
stati interrogati sul posto, nelle ultime set-
timane dodici di loro sono morti di malat-
tia.
Gli abusi degli iracheni
Lesistenza di unaltra prigione segreta,
con 431 detenuti, tutti sunniti, stata rive-
lata il 18 aprile 2010 dal Los Angeles Times.
Quasi tutti i detenuti, sospettati di attivit
antigovernativa o di complicit con gli in-
sorti jihadisti di Al Qaeda, sono stati arre-
stati nellautunno del 2009 nel nord del
paese da militari iracheni e trasferiti a
Baghdad. Molti dichiarano di essere stati
torturati con bastonate, scariche elettriche
e sofocamento controllato con dei sac-
chetti di plastica in testa. Quanti altri casi
simili saranno successi in tutto il paese?
impossibile saperlo. In genere ed una
delle rivelazioni del dossier Wikileaks
quando i soldati statunitensi scoprono de-
gli abusi evidenti commessi dai loro colle-
ghi iracheni, si limitano a indicarlo nei loro
rapporti con la frase: Poich le forze della
coalizione non sono coinvolte in queste ac-
cuse, uninchiesta pi approfondita non
necessaria.
Il 19 ottobre 2006 una squadra statuni-
tense sta svolgendo unoperazione di rou-
tine in un centro di detenzione della poli-
zia irachena. Scopre un detenuto grave-
mente ferito. Luomo sostiene di essere
stato colpito al viso e alla testa. Aferma an-
che di aver ricevuto delle scariche elettri-
che ai piedi e ai genitali e di essere stato
sodomizzato con una bottiglia. Gli statu-
nitensi hanno isolato il detenuto per efet-
tuare altri esami. Qualche mese prima, il
26 giugno, durante unispezione a sorpresa
in un commissariato di polizia unaltra pat-
tuglia statunitense aveva scoperto evidenti
tracce di tortura. Grandi quantit di san-
gue sul pavimento della cella. Al muro era-
no attaccati un cavo usato per inliggere
scariche elettriche e un tubo di plastica. ()
Ai poliziotti sar data una formazione sui
diritti umani. Il 3 maggio 2005 gli uomini
dellunit 2 dindagine criminale della
polizia statunitense discutono con luicia-
le di collegamento dei loro colleghi irache-
ni. Luiciale statunitense sente delle grida
al piano di sopra. Si precipita nella stanza
da cui provengono le grida, dove scopre un
brigadiere, due ispettori e un uomo in la-
crime. Questultimo, sospettato di rici-
claggio, accusa gli uomini che lo hanno in-
terrogato di averlo colpito sulla pianta di
piedi. Non riesce quasi a reggersi in piedi. Il
brigadiere iracheno ammette i fatti. Lui-
ciale statunitense perquisisce i luoghi e tro-
va due tubi di plastica, un matterello, con
una corda e un generatore a manovella con
due pinze (requisito come corpo del rea-
to).
Gli statunitensi spiegano al brigadiere
iracheno che il suo comportamento
inaccettabile e criminale. I documenti
didentit dei due ispettori sono conisca-
ti. Lunit dindagine va a parlare con il
generale a capo della struttura. Mentre gli
vengono esposti i particolari della vicenda,
il generale mette ine alla riunione e comin-
cia a fare altro. A quanto pare la vicenda
non ha avuto nessun seguito. ufs
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 19
Soldati statunitensi e iracheni arrestano un ribelle sunnita a Khidra, Iraq, il 26 luglio 2007 N
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20 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Europa
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tagli sono arrivati. E sono durissimi.
Con il documento di spesa del 20 ot-
tobre, il ministro delleconomia
George Osborne e quello del tesoro
Danny Alexander hanno continuato il lavo-
ro cominciato con la inanziaria di giugno.
Era chiaro che per ridurre il deicit in una
sola legislatura ci sarebbero voluti i tagli pi
rigorosi del dopoguerra: oggi sappiamo an-
che in cosa consiste il piano dausterit.
Innanzitutto va detto che nella manovra
ci sono anche aspetti positivi. I tagli al bi-
lancio della giustizia, per esempio, porte-
ranno a una necessaria riforma dellinei-
cace e costosa politica attuale, basata sulle
carcerazioni facili. In materia di istruzione
il pupil premium (un bonus per gli studenti
meno ricchi) il giusto riconoscimento del
principio che i ragazzi delle famiglie non
agiate dovrebbero ricevere aiuti per tutta la
durata degli studi. Va apprezzata anche la
decisione di non ridurre gli aiuti allo svilup-
po. E se vero che il bilancio per la ricerca
stato congelato, bisogna anche dire che le
cose potevano andare molto peggio.
Ma questi sono bagliori di luce in un
orizzonte nerissimo. La manovra avr con-
seguenze durissime sui servizi. In quattro
anni il bilancio delle amministrazioni locali
caler del 27 per cento in termini reali. Que-
sto signiicher meno assistenti sociali, me-
no biblioteche, diicolt nella raccolta dei
riiuti. Nonostante la crescente domanda di
alloggi, saranno costruite meno case popo-
lari. La durezza dei tagli rischia di far crolla-
re la iducia dei cittadini nei governi locali.
Malgrado gli investimenti per la riduzione
delle emissioni di CO2, lo sviluppo di im-
pianti eolici e la costituzione di una banca
dinvestimento per le energie alternative,
anche il bilancio per lambiente sar decur-
tato. Inoltre lidea di aumentare le tarife
ferroviarie e ridurre le agevolazioni per il
trasporto pubblico fa capire che il governo
meno attento allecologia di quanto voglia
far credere. Anche i inanziamenti alla cul-
tura saranno ridimensionati. Prendiamo il
caso della Bbc. Sprechi a parte, impossibi-
le pensare che un taglio del 16 per cento non
inluir negativamente sulla qualit delle
trasmissioni della tv pubblica britannica.
La scommessa di Osborne
Osborne ha dichiarato che la manovra
ispirata al principio dellequit. Ma di equit
nella sua inanziaria non ce n abbastanza.
Certo, linnalzamento dellet pensionabile
per i dipendenti pubblici da tempo inevi-
tabile, ed molto gradita la scelta di elimi-
nare la scappatoia grazie a cui i pi ricchi
evitano di pagare le tasse investendo in fon-
di pensione. Ma lo zelo con cui il governo
vuole riformare il sistema sociale per i pi
poveri contrasta con il mantenimento di
alcuni bonus per i pensionati ricchi. Non
bisogna dimenticare che i meno agiati di-
pendono dai servizi sociali molto pi dei
ricchi. E saranno sempre loro a subire le
conseguenze pi gravi dei tagli al gratuito
patrocinio in campo legale.
Con la manovra, inoltre, il governo si
lanciato in una rischiosa scommessa ma-
croeconomica. Anche se la spesa per gli in-
vestimenti sar mantenuta, la riduzione
delle spese ministeriali incider negativa-
mente sulla domanda. Nei prossimi quattro
anni circa mezzo milione di dipendenti
pubblici perder il posto di lavoro. E i con-
traccolpi si faranno sentire anche tra i priva-
ti: diverse aziende perderanno le commes-
se dalle amministrazioni. Tutto questo
metter a rischio il recupero di produttivit
nellintero settore privato. Sarebbe sbaglia-
to pensare che tutte le misure del governo
di David Cameron bloccheranno la ripresa.
Ma il punto che equit e crescita sono due
facce della stessa medaglia: il paese non
avr luna senza laltra. Se la politica econo-
mica del ministro Osborne inir per frena-
re la crescita, anche la promessa di maggio-
re equit si riveler falsa. u nm
Il governo britannico
sceglie il rigore
La inanziaria presentata dal
premier Cameron prevede tagli
per 95 miliardi di euro in quattro
anni. Una manovra durissima,
che rischia di penalizzare i pi
deboli e frenare la crescita
The Independent, Gran Bretagna
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Da sinistra, Danny Alexander, David Cameron, George Osborne e Nick Clegg
Da sapere
Aiuti allo sviluppo
Sanit
Difesa
Istruzione
Trasporti
Ministero dellinterno
Giustizia
Amministrazioni locali
Mercato e innovazione
Ambiente e agricoltura
Comunit
Variazione della spesa pubblica in termini reali
tra il 2011 e il 2015
-80 -60 -40 -20 0 20 40
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GRECIA
Frontiere
sigillate
Il conine greco con la Turchia,
nella prefettura dellEvros, sar
pattugliato da guardie di fron-
tiera dellUnione europea per
frenare gli ingressi degli immi-
grati illegali, aumentati sensibil-
mente negli ultimi mesi. Come
spiega Kathimerini, Bruxelles
ha accettato per la prima volta le
richieste di Atene, e invier in
Grecia un gruppo di funzionari
dellagenzia europea per il con-
trollo dei conini, Frontex. Il go-
verno greco, inoltre, ha conclu-
so un accordo con la Turchia,
che si impegnata a presidiare i
punti pi permeabili del coni-
ne. Gli agenti di Frontex e i poli-
ziotti turchi che aiancheranno
le guardie greche dovrebbero
essere tra i 200 e i 700, e lope-
razione sar inanziata con fon-
di comunitari. Non stato anco-
ra trovato un accordo sulla sorte
degli immigrati, quasi tutti afga-
ni. La Turchia non ha obblighi
speciici di rimpatriarli, e la Gre-
cia, dove le condizioni di vita nei
centri di detenzione per immi-
grati sono terribili, deve ancora
smaltire 52mila domande di asi-
lo. Nella foto, una famiglia di im-
migrati palestinesi
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Il parlamento francese ha approvato in via deinitiva la
riforma delle pensioni, che tra le altre cose aumenta a
62 anni let minima per smettere di lavorare. Prosegue,
invece, la mobilitazione contro il provvedimento
cominciata allinizio di settembre, anche se, sottolinea
Le Monde, le manifestazioni sembrano segnare il
passo. In diverse citt, tuttavia, i trasporti pubblici sono
ancora bloccati e in molte stazioni di servizio manca la
benzina a causa degli scioperi nelle rainerie. Il braccio di
ferro tra i sindacati e lEliseo che ha gestito direttamente
la riforma scavalcando il ministro del lavoro Eric Woerth,
invischiato in diversi scandali per conlitto dinteressi
lascer una profonda ferita nei rapporti tra il presidente
Nicolas sarkozy e i rappresentanti dei lavoratori. Ci vorr
tempo, scrive Le Monde, prima che il governo possa
afrontare le altre riforme gi in cantiere. u
Francia
La riforma legge
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SERBIA
Bruxelles
si avvicina
LUnione europea schiude la
porta alla serbia, scrive il quo-
tidiano Blic. A un anno dalla
presentazione della richiesta
formale da parte di Belgrado, i
ministri degli esteri dei paesi
membri hanno deciso di sbloc-
care la domanda di adesione
serba. A convincere i Ventisette
stata la lessibilit serba sulla
questione del Kosovo e limpe-
gno dimostrato nelle riforme
politiche ed economiche. La de-
cisione stata presa nonostante
lopposizione dei Paesi Bassi,
soprattutto grazie al lavoro di-
plomatico di svezia, Grecia e
romania. Lavvio di negoziati
veri e propri, tuttavia, vincola-
to alla piena collaborazione del-
la serbia con il Tribunale
dellAja per la ex Jugoslavia. Da
Belgrado, in pratica, ci si atten-
de a breve larresto del generale
ratko Mladi, ricercato per cri-
mini di guerra e genocidio.
IN BREVE
Russia Il 22 ottobre la procura
di Mosca ha chiesto una con-
danna a 14 anni di prigione per
Mikhail Khodorkovskij (nella fo-
to), ex capo del gruppo petrolife-
ro Yukos, e per il suo socio Pla-
ton Lebedev, accusati di appro-
priazione indebita. I due erano
gi stati condannati a otto anni
per trufa ed evasione iscale.
Belgio Il 21 ottobre re Alberto II
ha nominato il socialista iam-
mingo Johan Vande Lanotte
mediatore nella crisi politica in
corso nel paese.
REPUBBLICA CECA
Il senato
allopposizione
Le elezioni per il rinnovo di un
terzo del senato della repubbli-
ca Ceca hanno dato unampia
vittoria dei socialdemocratici
della ssd, nettamente sconitti
alle politiche del giugno scorso.
La ssd si aggiudicata 12 dei
27 seggi disponibili, assicuran-
dosi cos per un soio la mag-
gioranza assoluta alla camera
alta con 41 senatori su 81. Il Par-
tito democratico civico, la for-
mazione di centrodestra guidata
dal premier Petr Neas, ha otte-
nuto invece solo otto senatori.
Deludenti sono stati anche i ri-
sultati delle due nuove forma-
zioni di centrodestra che a giu-
gno avevano ottenuto un buon
successo: Top 09 ha avuto due
seggi, mentre Afari pubblici
nemmeno un senatore. Il risul-
tato del voto di domenica, scrive
il quotidiano Pravo, non fa che
prolungare lo stato di instabilit
politica del paese: da un paio
danni in repubblica Ceca non
esistono forze politiche o coali-
zioni stabili in grado di ottenere
una maggioranza solida nelle
due camere del parlamento.
La manifestazione del 26 ottobre a Parigi
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22 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Africa e Medio Oriente
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livo dopo ulivo, i contadini pa-
lestinesi e i coloni israeliani si
contendono le colline rocciose
della Cisgiordania, piantando
la maggiore quantit di alberi possibile per
consolidare il loro controllo del territorio.
Ora, durante la stagione del raccolto, la bat-
taglia si inasprita, con piantagioni sac-
cheggiate, danneggiate o bruciate.
Questanno la posta in gioco pi alta: i
palestinesi hanno piantato il doppio di albe-
ri rispetto agli anni scorsi, mentre i coloni
ebrei hanno aumentato la produzione olivi-
cola. Piantiamo gli ulivi perch i coloni
non ci sottraggano le terre, dice il contadi-
no palestinese Ghassan Seif, 48 anni, che
coltiva un terreno vicino a Burqa, in Cisgior-
dania. Prima che gli arabi si prendano i
terreni, li coltiviamo noi, dice il colono
israeliano Erez Ben-Saadon, 36 anni, che
lavora le terre incolte per conto degli abi-
tanti di un insediamento ebraico a 16 chilo-
metri da Burqa.
Dal 2007 i palestinesi della Cisgiordania
hanno piantato circa duecentomila ulivi
allanno, il doppio di quanto avveniva in
precedenza, racconta Nabil Saleh, un fun-
zionario locale che si occupa di agricoltura.
LAutorit Palestinese, aggiunge Saleh, sov-
venziona queste attivit perch mira a pian-
tare trecentomila nuovi alberi allanno.
Lulivo la coltura preferita dei palestinesi:
cresce facilmente, richiede poche attenzio-
ni ed redditizia perch lolio si vende a
sette dollari al litro. anche uno degli ele-
menti di base dellalimentazione delle circa
70mila famiglie palestinesi, che coltivano
in totale circa dieci milioni di ulivi.
Nel 2010 i coloni israeliani hanno pian-
tato ventimila nuovi alberi, molti pi che
nel 2009, dice Yehuda Shimon, consulente
legale dei coloni. In tutto ne coltivano cen-
tomila. Le olive fanno parte di un progetto
pi ampio che prevede anche vigneti e pian-
tagioni di meli.
I palestinesi accusano i coloni di dan-
Non c pace tra gli ulivi
della Cisgiordania
Ogni anno, durante la raccolta
delle olive si scatena la violenza
dei coloni israeliani contro i
palestinesi e le loro piantagioni.
Negli ultimi mesi la posta in
gioco diventata pi alta
Diaa Hadid e Daniel Estrin, Arab News, Arabia Saudita
neggiare i loro uliveti. Alcuni gruppi di dife-
sa dei diritti umani hanno documentato pi
di quaranta attacchi contro ulivi palestinesi
in questa stagione. In rapporto allestensio-
ne totale delle coltivazioni, il danno limi-
tato. Ma di solito gli attacchi avvengono vi-
cino al perimetro degli insediamenti ebraici
per spaventare i palestinesi e impedirgli
laccesso ad alcune aree.
La famiglia Suliman, che vive nel villag-
gio di Farata, ha perso lintero raccolto. Cir-
ca seicento dei loro ulivi, vicini alla colonia
di Havat Gilad, sono stati spogliati dei frutti
prima che fossero in grado di raccoglierli,
racconta Majdi Suliman, 27 anni. Altri cin-
quanta alberi di loro propriet sono stati
distrutti poco tempo dopo in un incendio
che ha interessato 1.500 ulivi del loro villag-
gio. Non avevano ancora cominciato la rac-
colta perch aspettavano di essere scortati
dai soldati israeliani, che accompagnano i
palestinesi nei campi a rischio per prevenire
le aggressioni dei coloni.
I leader delle colonie condannano gli
atti di vandalismo, che attribuiscono a una
minoranza di giovani impulsivi. E fanno
notare che anche gli ebrei subiscono danni.
Secondo Ben-Saadon i palestinesi gli hanno
rubato un quarto del suo raccolto. u sv
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Susya, Cisgiordania, 29 ottobre 2009
u Secondo long israeliana Peace now, dal 26
settembre, quand scaduta la moratoria sulle
costruzioni nelle colonie in Cisgiordania, i
coloni hanno cominciato a costruire centinaia
di nuove abitazioni. La ripresa delle costruzioni
che secondo Peace now procede a un ritmo
quattro volte superiore a quello di dieci mesi fa
mette seriamente in crisi il processo di pace,
rilanciato il 1 settembre dagli Stati Uniti.
Da sapere
S UDAN
I S RAEL E
Cisgiordania
Striscia
di Gaza
Darfur
Mar
Mediterraneo
Tel Aviv
Havat Gilad
Juba
Gerusalemme
45 km
EGITTO
EGITTO
GIORDANIA
ERITREA
giacimenti
petroliferi
Ramallah
Burqa
Lago di
Tiberiade
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 23
TANZANIA
In difesa
degli albini
Il 21 ottobre, al conine tra Tan-
zania e Burundi, sono stati ritro-
vati i resti di un bambino albino
di nove anni. Dal 2008 nei due
paesi sono stati uccisi circa cen-
to albini per la convinzione che
le parti del loro corpo abbiano
poteri soprannaturali. Per com-
battere questa superstizione,
scrive The Citizen, in Tanzania
(nella foto, una scuola di Mwan-
za, nel nord del paese) stata lan-
ciata una campagna dinforma-
zione diretta soprattutto agli
abitanti delle aree rurali con cui
si cerca di spiegare che lalbini-
smo una condizione biologica.
Nello Swaziland, invece, le auto-
rit vogliono creare un registro
degli albini per proteggerli.
IRAQ
Pena di morte
per Tareq Aziz
Il 26 ottobre la corte penale su-
prema ha condannato a morte
lex vicepremier Tareq Aziz e al-
tri due alti funzionari del regime
di Saddam Hussein. LUnione
europea ha criticato la sentenza
e ha chiesto che sia revocata.
Pochi giorni prima la corte fede-
rale irachena aveva ordinato ai
deputati eletti il 7 marzo di riu-
nirsi, di eleggere il presidente
del parlamento e di impegnarsi
per superare lo stallo politico.
uno sviluppo positivo, scrive
Khaleej Times. Rimandare la
formazione del governo un ri-
schio per la democrazia.
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No, non sono a Ramallah. So-
no a Gerusalemme. No, non
sono a un concerto. Sono in
strada. La persona con cui
parlavo al telefono era un po
confusa ma facile capire per-
ch. Stavo ascoltando un suo-
natore di oud a Gerusalemme
ovest. Non ero lunica perso-
na afascinata da quelle note.
Cera anche un vecchio in car-
rozzella, che ascoltava a occhi
chiusi. Il vecchio sembrava
avere origini ashkenazite (e
quindi la musica araba non era
nel suo dna culturale). Per un
momento ho sperato che il
suonatore fosse arabo, come
la musica. Dopotutto Gerusa-
lemme est non era lontana.
Fosse stato palestinese sareb-
be stata una piccola vittoria
contro il razzismo. ma dai cd
in mostra in strada ho capito
che era un ebreo marocchino:
il cognome era Abekasis.
In un momento di pausa ho
cercato di fare due chiacchiere
con lui, senza successo. Dalle
poche parole che ha pronun-
ciato ho capito per che aveva
conservato la corretta pronun-
cia ebraica. La lingua attuale
stata imposta dagli ebrei
ashkenaziti, che non sapevano
pronunciare alcune consonan-
ti, e cos ha perso alcune sfu-
mature. La pronuncia corretta,
che conservano solo gli ebrei
dei paesi arabi, diventata un
simbolo di inferiorit socia-
le.
Ho dato unocchiata al cd
di Abekasis. Ho composto
tutto in onore dellonnipoten-
te, recitava il libretto. Il cd
sintitolava Shavatenu (le no-
stre invocazioni), come la pri-
ma canzone. Il testo diceva co-
s: Tu sei il nostro Dio, tu vedi
la soferenza di Israele. u nm
Da Gerusalemme Amira Hass
La canzone di Dio
stato rimandato per la terza volta il secondo turno delle
elezioni presidenziali in Guinea. La nuova data proposta
dalla commissione elettorale il 31 ottobre. Nel frattempo
aumentano le tensioni tra i sostenitori dei due candidati:
Cellou Dalein Diallo, di etnia peul, che al primo turno ha
ottenuto il 43 per cento dei voti, e Alpha Cond, malink,
secondo con il 18 per cento dei voti. Il quotidiano Le Pays
teme che le tensioni si trasformino in uno scontro
interetnico, un abbozzo di guerra civile che la comunit
internazionale deve fermare prima che sia troppo tardi. u
Guinea
Un altro rinvio
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IN BREVE
Bahrein Il 23 ottobre lopposi-
zione sciita si raforzata nelle
elezioni legislative, ottenendo
18 seggi sui 40 della camera dei
deputati.
Egitto Un dirigente del Partito
nazionale democratico (Pnd, al
potere), Ali al Din Hilal, ha an-
nunciato il 21 ottobre che il capo
di stato Hosni mubarak si candi-
der alle presidenziali del 2011.
Marocco Il 24 ottobre le forze
dellordine hanno ucciso un gio-
vane sahrawi che cercava di en-
trare in un campo vicino a el
Ayoun, nel Sahara occidentale,
dove ventimila persone prote-
stano per chiedere condizioni di
vita migliori.
Nigeria Il 26 ottobre la polizia
ha ritrovato i corpi di almeno 30
persone morte negli scontri tra
gli abitanti dei villaggi di Boje e
Nsadop, nel distretto sudorien-
tale di Boki. Le violenze sono le-
gate al controllo dei terreni.
Rdc Decine di miliziani mai-
mai hanno attaccato il 23 ottobre
una base delle Nazioni Unite a
Rwindi, nella provincia orienta-
le del Nord Kivu, senza causare
vittime. I caschi blu hanno ucci-
so otto assalitori.
Allospedale di Conakry
24 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Americhe
Votare in tempi
di crisi
Pierre-Raymond Dumas,
Le Nouvelliste, Haiti
D
opo i primi casi di colera con-
fermati a Port-au Prince, le au-
torit del paese caraibico te-
mono che la malattia possa
colpire decine di migliaia di persone. Se il
contagio raggiungesse i campi di rifugiati
nella periferia della capitale dove vivono
un milione e mezzo di persone colpite dal
terremoto del 12 gennaio il numero dei
morti potrebbe diventare drammatico. Il
focolaio della malattia, che si trasmette at-
traverso lacqua e il cibo contaminati e pro-
voca diarrea e una forte disidratazione,
Saint-Marc, nella regione di Artibonite, a
nord della capitale. Finora le vittime sono
pi di 250 e le persone ricoverate in ospeda-
le pi di tremila.
Lorganizzazione umanitaria statuni-
tense Operation blessing international par-
la di un panorama di terrore nel principa-
le ospedale di Saint-Marc. Nel cortile
cerano ile di pazienti con le lebo. I malati
giacevano sul pavimento bagnato per la
pioggia e su lenzuola coperte dalle loro stes-
se feci. La regione dove si sono veriicati i
primi casi della malattia la zona agricola
centrale haitiana, che ha accolto decine di
migliaia di sopravvissuti al terremoto.
Considerando le pessime condizioni del
paese, uno dei pi poveri del mondo e ridot-
to a un cumulo di macerie dal sisma, le spe-
ranze di contenere lepidemia sono poche.
Le autorit locali e le agenzie umanitarie
internazionali cercano da mesi di lottare
contro le malattie provocate dalla mancan-
za o dalla contaminazione dellacqua. Ma
nessuno aveva previsto il peggiore degli
scenari: il colera, segnalato ad Haiti lultima
volta cinquantanni fa. Secondo lOrganiz-
zazione mondiale della sanit, ogni anno
nel mondo il colera colpisce fra i tre e i cin-
que milioni di persone provocando pi di
centomila morti.
Il 28 novembre sono previste le elezioni
presidenziali e legislative. Il ministro della
sanit haitiano, Alex Larsen, ha chiesto ai
candidati di sospendere gli eventi pubblici
nelle zone colpite dallepidemia. usb
Haiti cerca di fermare
lepidemia di colera
Yolanda Monge, El Pas, Spagna
L
a preoccupazione, il panico e la
tristezza provocati ad Haiti
dallepidemia di colera sono pi
che giustiicati. Le nostre infra-
strutture sono a pezzi e lo stato pratica-
mente assente. Siamo un popolo disorga-
nizzato, che sida tutte le leggi della sanit
pubblica e del buon governo. In queste con-
dizioni il colera, o qualsiasi altra epidemia,
una minaccia collettiva che va presa sul
serio da tutti, governanti e governati, ricchi
e poveri.
La comunicazione fondamentale nella
lotta contro la malattia. In un paese dove le
condizioni sanitarie sono pessime, levolu-
zione e la propagazione dellepidemia pos-
sono sconvolgere la vita dellisola, provo-
cando enormi perdite di vite umane.
Di fronte a una grave emergenza nazio-
nale, si pu anche pensare di rimandare le
elezioni. Per ottenere risultati immediati e
definitivi, i provvedimenti delle autorit
locali devono essere fermi e precisi. Oltre
alle conseguenze disastrose dovute allam-
biente insalubre, ampliicate dalla stagione
dei cicloni, la difusione rapida del colera
favorita dallesodo rurale.
Unattivit rischiosa
Cosa far il governo per evitare che la ma-
lattia si difonda e per controllare gli spo-
stamenti delle persone? una questione
delicata, soprattutto per le carenze del pae-
se in materia di sicurezza stradale, di sorve-
glianza delle frontiere, di gestione dei rischi
e di controllo del territorio. In queste condi-
zioni, anche lo spostamento dei candidati e
lorganizzazione dei loro dibattiti diventa-
no unattivit a rischio.
Il governo non ha afrontato in modo
competente il terremoto del 12 gennaio,
mostrando gli stessi limiti emersi nella ge-
stione degli uragani e delle altre calamit
naturali che hanno drammaticamente se-
gnato i ventanni di transizione alla demo-
crazia. Questo passo indietro deve inse-
gnarci a essere cittadini pi attenti e diri-
genti pi impegnati. Lo svolgimento delle
elezioni del 28 novembre dipender dallef-
icacia di questa sinergia.u oda
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Faisalabad
Brazzaville
Frontiere del
Nord-ovest
COREA
DEL NORD
Mar
Caspio
Tbilisi
TURCHIA
50 km
Port-au-Prince
Jacmel
Ptionville
Mar dei Caraibi
Oceano
Atlantico
Golfo
della Gonve
Artibonite
REPUBBLICA
DOMINICANA
Jrmie
HAI TI
Saint-Marc
Casi confermati
Decessi
Gonaves
Haiti. Malati di colera allospedale di Saint-Marc, il 22 ottobre
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 25
brasile
Dilma roussef
in vantaggio
Il 31 ottobre i brasiliani sceglie-
ranno il successore del presi-
dente Lula. Secondo lultimo
sondaggio, Dilma Roussef,
candidata del Partito dei lavora-
tori, ha un vantaggio di 14 punti
sul socialdemocratico Jos Ser-
ra. Nel penultimo dibattito te-
levisivo prima delle elezioni,
scrive O Globo, non sono
mancate le accuse reciproche.
Secondo Serra, lex ministra di
Lula cambia idea continuamen-
te: Critica le privatizzazioni e
poi le difende, si dichiara contro
laborto e a favore, difende il
movimento dei sem terra ma
poi ci ripensa. Roussef, invece,
ha accusato lavversario di tra-
scurare e di non conoscere la re-
gione del Nordeste.
stati uniti
Palin
presidente
Sarah Palin, la candidata re-
pubblicana alla vicepresidenza
nel 2008, potrebbe ottenere la
nomination e diventare presi-
dente nel 2012. Come? Grazie
alla candidatura di Michael
Bloomberg. Nello scenario pro-
posto da John Heilemann su
New York Magazine, il sinda-
co di New York, che dal 2008
medita di candidarsi, si presen-
terebbe come indipendente.
Proprietario di un impero
dellinformazione inanziaria e
di una fortuna personale in gra-
do di sostenere la migliore
campagna elettorale di tutti i
tempi, potrebbe vincere se
leconomia non si sar ripresa.
Unalternativa che Obama re-
cuperi terreno e resti alla Casa
Bianca. La terza ipotesi la pi
plausibile: nessuno dei candi-
dati arriver al quorum di 270
grandi elettori e il presidente
sar eletto dalla camera. Che,
dopo il voto del 2 novembre,
probabilmente sar controllata
dai repubblicani.
in breve
Argentina Il 2o ottobre Maria-
no Ferreyra, un militante di 23
anni del Partido obrero, stato
ucciso a Buenos Aires durante
una manifestazione. Finora le
persone sospettate del suo omi-
cidio sono tre.
Messico Il 23 ottobre due mem-
bri di un cartello della droga
hanno ucciso 14 persone che
partecipavano a una festa a Ciu-
dad Jurez. Il giorno dopo altre
13 persone, ospiti di un centro di
disintossicazione dalla droga,
sono state uccise a Tijuana.
Per Il 26 ottobre stata con-
fermata la nomina della pro-
gressista Susana Villarn a sin-
daco di Lima. la prima donna
a guidare la capitale.
Pi di tre mesi fa, quando
Guillermo Farias ha bevuto il
primo bicchiere dacqua dopo
134 giorni senza toccare ali-
menti solidi n liquidi, molti
hanno pensato che i momenti
pi critici fossero initi. Alcu-
ne settimane dopo, per,
stato operato alla cistifellea. Il
dramma di Farias (che gli
amici hanno ribattezzato Co-
co), il suo dolore isico e il pe-
ricolo per la sua salute non so-
no ancora superati. Ma la cau-
sa che lha spinto a questo lun-
go sacriicio la scarcerazione
di 52 detenuti della primavera
nera del 2003 ha trovato una
soluzione. Questo esile abi-
tante di Santa Clara stato sul
punto di morire per le persone
che sono in carcere e per quel-
le che potrebbero inirci. Ha
chiuso il suo stomaco al cibo,
perch in un paese che puni-
sce la protesta civile, il corpo
lunico terreno di protesta che
ci rimasto. Farias ha lottato
e ha vinto attraverso il suo or-
ganismo debilitato da diversi
scioperi della fame. Tra i dolo-
ri postoperatori e le attenzioni
dei suoi parenti, questa setti-
mana il dissidente cubano ha
ricevuto il premio Sakharov
dal parlamento europeo. A 48
anni, dopo aver passato diver-
so tempo come soldato nella
guerra di Angola, Farias ha
ricevuto il premio con la stes-
sa umilt con cui un giorno si
riiutato di mangiare. Lo ri-
farei, mi ha detto per telefo-
no dopo aver saputo la notizia.
Lo immagino unaltra volta
nel letto di un ospedale riiu-
tandosi di mangiare e sono
convinta che, se non saranno
aperte tutte le celle, lo far
davvero. C di pi: so che vin-
cer anche questa volta. usb
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Rio de Janeiro
Lex presidente argentino Nstor Kirchner (nella foto)
morto dinfarto il 27 ottobre a El Calafate. Aveva 60 anni.
stato presidente dal 2003 al 2007. Sua moglie, Cristina
Fernndez, presidente dal 2007. Le condizioni di salute
di Kirchner erano precarie: in meno di un anno ha subto
due operazioni. Eletto dopo la crisi del 2001, ha
stabilizzato leconomia e ha abrogato le leggi che
impedivano di processare i militari responsabili di crimini
contro lumanit durante la dittatura. Secondo il Clarn,
per lArgentina si apre una fase dincertezza politica. u
argentina
morto nstor Kirchner
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Dallavana Yoani Snchez
Corpo di battaglia
26 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Asia e Paciico
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ono passati quasi sei mesi da quan
do il primo ministro Abhisit Vejja
jiva ha proposto un piano per la ri
conciliazione nazionale ed note
vole quanto poco si sia ottenuto in tutto
questo tempo. La promessa di indire nuove
elezioni il 14 novembre stata rapidamente
accantonata, e gli sforzi di riconciliazione
da parte del primo ministro, del suo gover
no, dellopposizione e degli organi incarica
ti di ricomporre le divergenze sono stati
inconsistenti.
Torniamo al 3 maggio. Con le strade di
Bangkok in fermento dopo gli scontri letali
tra le camicie rosse e lesercito, Abhisit era
sottoposto a forti pressioni. Erano in molti
a chiedergli un giro di vite nei confronti dei
manifestanti, ma anche le dimissioni e
nuove elezioni. Nonostante il lavoro di mol
ti consulenti non si era trovato un accordo.
Il primo ministro aveva risposto presentan
do un programma in cinque punti che pro
poneva di tenere le elezioni il 14 novembre
di questanno. Ma, prima di chiamare il po
polo alle urne, Abhisit sottolineava la ne
cessit di un percorso in cinque tappe.
Lo schema proposto dal premier era ab
bastanza semplice e il Fronte unito per la
democrazia contro la dittatura (Udd), so
stenuto dalle camicie rosse, allinizio lave
va accettato. Abhisit chiedeva in primo
luogo che la monarchia non fosse coinvolta
negli scontri politici. Voleva riformare sia il
sistema politico sia quello economico e ga
rantire che tutti i tailandesi fossero coinvol
ti. E chiedeva che fosse fatta chiarezza su
come si erano svolti gli scontri di piazza.
Inine, lunico punto contestato, si propo
neva di limitare la libert dei mezzi dinfor
mazione chiedendogli di avere un atteggia
mento costruttivo. Il resto, come si dice,
storia.
Dal 3 maggio a oggi si fatto poco e non
si ottenuto quasi nulla. I numerosi comi
tati e le indagini volute dal primo ministro
sono spariti nel nulla. Nelle ultime settima
ne lo sforzo di riconciliazione nazionale si
ridotto agli incontri del viceprimo ministro,
il veterano Sanan Kachornprasart, con i lea
der delle diverse fazioni. Ma, nonostante i
titoli eclatanti dei giornali, limpegno del
generale Sanan non ha portato alcun pro
gresso. La scorsa settimana si nuovamen
te discusso della vecchia e consunta idea,
avversata da tutte le parti in causa, di un
governo di unit nazionale.
Nessun rimorso
Abhisit non ha ancora mostrato un briciolo
di rimorso per avere ordinato allesercito di
disperdere le camicie rosse. La morte di ol
tre 90 persone meriterebbe almeno un po
di spirito conciliatorio da parte di chi gover
nava allepoca. I capi delle camicie rosse,
tra cui il latitante ex primo ministro Thak
sin Shinawatra, hanno speso molto tempo
a suscitare sentimenti antigovernativi ma
non a raggiungere lobiettivo della riconci
liazione su cui ci si era accordati a maggio.
Con la scadenza imposta dalla costitu
zione, che prevede di sciogliere il parla
mento nel giro di un anno per preparare le
nuove elezioni, rimasto poco tempo. Il
grande dilemma ancora come far rispet
tare il risultato delle elezioni. Le fazioni
colorate le camicie gialle e le camicie
rosse sono pi che mai riluttanti ad accet
tare il verdetto di elezioni libere nel caso in
cui sia la parte sbagliata a vincere.
Per ora questo problema pratico il pi
grande ostacolo alla riconciliazione. Negli
ultimi cinque anni il ricorso alle urne ha de
terminato profonde divisioni mentre
avrebbe dovuto contribuire a risanare le
ferite. Una delle grandi conquiste della de
mocrazia che vincitori e vinti accettano il
risultato delle elezioni garantendo la stabi
lit della nazione. compito del primo mi
nistro Abhisit trovare il modo di arrivare
alla riconciliazione: per questo bisogna in
dire elezioni come previsto dalla costituzio
ne e rilanciare limpegno di tutti a rispettar
ne il risultato. u sv
I tailandesi ancora lontani
dalla riconciliazione
Sei mesi dopo la rivolta delle
camicie rosse, la situazione in
Thailandia non cambiata. Il
governo non ha fatto niente per
ricomporre le fratture nel paese
e le elezioni serviranno a poco
Bangkok Post, Thailandia
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Le camicie rosse ricordano i compagni morti, Bangkok, 10 ottobre 2010
14 marzo 2010 Comincia la protesta delle
camicie rosse che invadono il centro di
Bangkok paralizzando gran parte della citt
per quasi due mesi.
3 maggio 2010 Su ordine del primo
ministro, lesercito interviene per
disperdere i manifestanti. Alla ine degli
scontri si conteranno almeno 90 morti.
4 maggio LUdd, il partito delle camicie
rosse, accetta il piano del premier.
Da sapere
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 27
INDONESIA
Lesercito
deve cambiare
Il 22 ottobre il governo di Ja
karta ha confermato lautenti
cit di un video messo su You
Tube da un gruppo di attivisti
per i diritti umani. Nel video si
vedono sei soldati delleserci
to che torturano alcuni dete
nuti di Papua Ovest bruciando
i loro genitali e minacciandoli
con coltelli, fucili e sigari. Il
governo ha promesso che i
responsabili saranno puniti,
ma per gli attivisti papuani
non suiciente. Il Jakarta
Globe scrive che il Papua tra
ditional council ha lanciato un
appello agli Stati Uniti, allAu
stralia e allUnione europea
ainch interrompano la coo
perazione con lesercito indo
nesiano. Di altro avviso
Ifdhal Kasim, presidente della
commissione nazionale per i
diritti umani (Komnas Ham).
Secondo Kasim la parziale ri
presa della cooperazione mili
tare tra gli Stati Uniti e lIndo
nesia pu servire a migliorare
lesercito, a patto che Wa
shington pretenda chiarezza
sui fatti ripresi nel video. Lo
scorso luglio il segretario alla
difesa statunitense Robert
Gates, in visita nel paese, ha
annunciato la ripresa dei rap
porti con le forze speciali in
donesiane, Kompassus, dopo
12 anni di sospensione. Kom
nas Ham ha anche denunciato
altri casi di abusi sui detenuti
papuani commessi dai milita
ri: secondo le testimonianze
raccolte, dallinizio del 2010 i
casi sarebbero stati almeno
undici.
VIETNAM
Un paese
di scapoli
Entro il 2030 tre milioni di viet
namiti rischiano di rimanere
senza moglie. la previsione
fatta dal governo di Hanoi in ba
se allandamento demograico
degli ultimi anni, che ha regi
strato un forte squilibrio di ge
nere. Il sito Than Nien scrive
che secondo i dati del Fondo
delle Nazioni Unite per la popo
lazione (Unfpa) il rapporto tra
maschi e femine di 110,6 a
100, mentre normalmente di
105 a 100. Una situazione dovu
ta al largo uso dellaborto selet
tivo, illegale dal 2003 ma ancora
molto difuso. Il sito spiega che
in Cina e in India, che come il
Vietnam hanno registrato un
aumento dei maschi tra i nuovi
nati, il fenomeno si veriicato
in un lasso di tempo molto pi
lungo.
IN BREVE
Birmania Il 24 ottobre 14 per
sone sono morte e pi di cento
sono rimaste ferite nellincen
dio di un oleodotto nella regio
ne di Magway, nel centro del pa
ese.
Afghanistan Il presidente af
gano Hamid Karzai ha rivelato il
25 ottobre che lamministrazio
ne ha ricevuto aiuti in denaro
dal governo iraniano, suscitan
do le proteste degli Stati Uniti.
Pakistan Il 25 ottobre sei perso
ne sono morte e decine sono ri
maste ferite in un attentato da
vanti a un mausoleo sui a Pa
kpattan, nella provincia del
Punjab.
Spenti i rilettori dei Giochi del
Commonwealth, inita leuforia per il
bottino di medaglie doro pi
consistente mai aggiudicatosi
dallIndia, lora della resa dei conti.
Ledizione dei Giochi che si appena
conclusa sar ricordata come la pi
corrotta e disastrosa della storia e,
scrive Tehelka, il presidente del
comitato organizzatore, Suresh Kalmadi, non lunico da
biasimare. Di tutti gli appalti milionari assegnati, infatti,
solo una minima parte stata gestita da Kalmadi. I milioni
di rupie spesi per costruire i nuovi stadi e rifare la
pavimentazione stradale sono stati gestiti da agenzie che
fanno capo al comune di New Delhi. Invece il sindaco
Sheila Dikshit ha scaricato ogni responsabilit su Kalmadi,
che si difeso pubblicamente. La situazione cos tesa che
i due sono stati richiamati dal Partito del congresso, di cui
fanno parte entrambi, preoccupato per le conseguenze
politiche dello scandalo. Intanto Nitin Gadkari, il
presidente del Bharatiya Janata Party (allopposizione) ha
dato la colpa di tutto al governo e ha chiesto che a indagare
sia un comitato parlamentare.
India
Lora delle polemiche
Tehelka, India
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Studenti tibetani in rivolta
Londata di proteste degli studenti tibetani partita il 19 ottobre da
Rongwo, nella regione autonoma del Tibet, in Cina, si estesa ad
altre province ino a raggiungere Pechino. Migliaia di ragazzi in di
verse citt sono scesi in piazza per contestare la decisione del gover
no di limitare luso della lingua tibetana nelle scuole per fare posto
al mandarino. Gli studenti tibetani rivendicano il diritto a studiare
nella loro lingua madre, appellandosi allarticolo 4 della costituzio
ne che garantisce alle minoranze etniche questa libert, e vedono
nella decisione di Pechino lennesimo sopruso ai loro danni.
Tongren, provincia del Qinghai, Cina
28 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
L
a capacit di Silvio Berlusconi di
tenere testa alle molte critiche ri-
volte alla sua leadership stata
messa a dura prova negli ultimi
mesi. Anche se resta il primo ministro pi
longevo dellItalia del dopoguerra, il Cava-
liere si trova ad afrontare crescenti diicol-
t.
Berlusconi stato protagonista, negli
ultimi mesi, di un duro scontro con il suo
alleato storico Gianfranco Fini. Il governo
bersagliato ogni settimana da accuse di cor-
ruzione. E il costante conlitto tra i suoi in-
teressi privati e il ruolo pubblico diventato
sempre pi evidente, generando nuovi
scontri con gli alleati, con la chiesa cattolica
e perino con i suoi familiari.
Certo, Berlusconi ha gi afrontato pro-
blemi di questo tipo nella sua carriera poli-
tica e sa come trarre proitto dalle diicolt.
Ma ora la situazione sembra essere pi gra-
ve del solito, e il regime in crisi.
Spinto a tentare di cambiare il paese da
interessi sia personali sia politici, dal 1994
Berlusconi domina la vita politica italiana.
Il berlusconismo, che nel corso degli anni si
afermato sempre pi come una modalit
di governo e di esercizio del potere e sem-
pre meno come unideologia chiara, riu-
scito almeno in parte a rimodellare il paese
a immagine e somiglianza del Cavaliere.
Con un tipico connubio tra ricchezza, cari-
sma e populismo, Berlusconi riuscito
spesso a convincere un numero suiciente
di italiani del fatto che la sua ricetta per con-
quistare denaro e potere contrapporsi alla
classe politica italiana e sconiggere il si-
stema avrebbe funzionato anche per loro.
Berlusconi perfettamente a suo agio nel
mondo mediatico e virtuale in cui vive e su
cercato di garantirsi limmunit, varando
leggi ad hoc e sferrando attacchi continui
alla magistratura.
La tensione sfociata in unaccesa di-
scussione durante il congresso del Popolo
della libert ad aprile, quando Fini, che un
sostenitore del modello centralista e che
per tradizione ha un forte sostegno popola-
re nel sud del paese, ha criticato linluenza
esercitata dalla Lega nord sul governo e si
scagliato contro il modo di governare di
Berlusconi.
Le critiche mosse da Fini al premier
hanno messo in diicolt il governo. Il pre-
sidente della camera uscito dal Pdl per dar
vita a una sua formazione politica e molto
probabilmente svolger un ruolo di primo
piano in uneventuale alleanza di centrode-
stra alternativa a quella attuale. Ma laspet-
to pi grave, per Berlusconi, che latteg-
giamento combattivo di Fini ha messo in
discussione la sua carriera politica.
Unespressione del genere, riferita a un pre-
mier di 74 anni, pu sembrare bizzarra, ma
in Italia raro che i politici si facciano da
parte. E nel caso di Berlusconi sono in gioco
altre questioni: secondo molti commenta-
tori, la sua pi grande ambizione diventa-
re, al termine dellattuale mandato da pre-
mier, presidente della repubblica. La possi-
bilit di continuare a occupare unalta cari-
ca istituzionale alimenterebbe ulterior-
mente le sue insaziabili ambizioni politiche
e lo metterebbe al riparo dai processi (so-
prattutto se dovesse essere approvato il lo-
do Alfano).
in questo contesto che va interpretata
la sida lanciata da Fini, oppositore emer-
gente e potenziale successore di Berlusco-
ni. La reazione del premier a questa minac-
cia stata di unintensit e di unaggressivi-
t sorprendenti, tanto da far sembrare la
rivalit tra Tony Blair e Gordon Brown una
scaramuccia tra idanzatini. Il Giornale, il
quotidiano di propriet della famiglia Ber-
lusconi, ha lanciato violenti attacchi a Fini.
Il presidente della camera stato chiamato
compagno, per via di alcune sue posizioni
sui diritti civili. Laccusa pi grave, formula-
cui esercita un dominio assoluto. Per que-
sto il suo populismo postmoderno gli ha
garantito un enorme vantaggio politico su
unopposizione passiva. Cos, pur muoven-
dosi ai margini della legalit e anche se ha
bisogno di una nutrita squadra di avvocati
per tenere in piedi il suo show, il premier
sempre riuscito ad anticipare le mosse degli
avversari.
Ma ora che le crepe del berlusconismo
sono sempre pi evidenti, linclinazione
allintolleranza del premier risulta sempre
pi spudorata e lo spazio per il dissenso si
riduce notevolmente. I mezzi dinforma-
zione di propriet di Berlusconi si sono sca-
gliati con violenza contro gli ex alleati,
mentre il sistema radiotelevisivo pubblico
sottoposto indirettamente al controllo del
governo ha tentato in pi di unoccasione
di allontanare le voci critiche (tra cui spicca
quella del conduttore televisivo Michele
Santoro). Le prepotenze che un tempo inti-
midivano gli avversari oggi sembrano me-
no efficaci, mentre le fratture interne al
centrosinistra appaiono insanabili.
Guerra aperta
Il conlitto pi grave quello con il presi-
dente della camera. Fini un ex fascista che
ha cercato di trasformare il suo partito, Al-
leanza nazionale, in una grande formazione
politica conservatrice, prima di fonderlo
nel 2008 con Forza Italia per dar vita al Po-
polo della libert. Con il passare del tempo,
Fini ha sviluppato un fastidio crescente ver-
so la determinazione con cui Berlusconi ha
Fine di un regime
Regolamenti di conti allinterno
della maggioranza. Attacchi
sempre pi violenti agli
oppositori. Tutto lascia pensare
che Silvio Berlusconi si stia
preparando allo scontro inale
Geof Andrews, Open Democracy, Gran Bretagna
Il conlitto dinteressi
del capo del governo
diventato sempre
pi evidente,
generando nuovi
dissidi con gli alleati e
con la chiesa cattolica
Visti dagli altri
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 29
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Silvio Berlusconi in senato, il 30 settembre 2010
ta dal quotidiano nellambito di una vasta
campagna denigratoria, che Fini avrebbe
venduto in modo poco chiaro un apparta-
mento di propriet di Alleanza nazionale,
andato poi in affitto al fratello della sua
partner.
Il Giornale ha rincarato la dose attac-
cando altre personalit che hanno criticato
Berlusconi. Come emma Marcegaglia, pre-
sidente della Conindustria, che aveva mes-
so in dubbio la visione ottimistica del pre-
mier sulla situazione economica italiana.
Quando si saputo che il quotidiano stava
preparando una campagna diffamatoria
contro Marcegaglia, la procura di napoli ha
aperto uninchiesta.
sono tutti segnali della ine di un regi-
me. leconomia ristagna e il governo perde
progettualit. Berlusconi continua a lancia-
re messaggi di fermezza, accanto al primo
ministro russo Vladimir Putin, suo storico
alleato, o esaltando il movimento dei tea
party negli stati Uniti (con cui condivide la
volont di ridurre le tasse, la linea dura nei
confronti dellimmigrazione e il fascino
esercitato sullelettorato femminile). Ma
questo sforzo mostra quanto sar diicile
per lui recuperare il potere di un tempo.
tuttavia chi si aspetta da Berlusconi una
ritirata in punta di piedi o perino che com-
paia inalmente di fronte alla giustizia per
rendere conto delle sue azioni potrebbe
restare profondamente deluso.
Un alleato determinante
lopposizione continua a essere timida, in-
capace di proporre ai cittadini delle soluzio-
ni per risolvere i loro problemi e di fornire al
paese una prospettiva convincente per il
dopo Berlusconi. vero che le manifesta-
zioni in difesa dei diritti dei lavoratori e del-
la democrazia si stanno moltiplicando, ma
la storia recente della sinistra fa pensare che
nichi Vendola, lunica speranza di cambia-
mento allinterno dellopposizione, verr
ostacolato dai grigi funzionari del Partito
democratico. In mancanza di un forte mo-
vimento riformista, molto probabile che
silvio Berlusconi rimanga ancora per qual-
che tempo la igura centrale della politica
italiana. Il premier sempre pi dipenden-
te dalla lega nord. la propaganda di Um-
berto Bossi contro gli immigrati comincia a
fare presa sulla classe operaia settentriona-
le. Inoltre la lega nord sta consolidando la
sua presenza nelle piccole imprese a gestio-
ne familiare.
nella prossima campagna elettorale
(forse si voter nella primavera del 2011), il
programma della lega potrebbe diventare
ancora pi radicale, e il partito potrebbe im-
porsi come una forza politica determinante
anche per la prossima legislatura.
Berlusconi attinger di nuovo allim-
mensa risorsa dei suoi mezzi dinformazio-
ne per restare al potere, e la storia insegna
che il Cavaliere ottiene quasi sempre quello
che vuole. Allo stesso tempo, la crisi politica
ed economica dellItalia sta spostando lat-
tenzione non solo sui possibili successori
del premier, ma sul futuro stesso del paese.
Un accordo si trover, ma a che prezzo per
lItalia? ufp
Geof Andrews un giornalista e scrittore
britannico. Il suo ultimo libro pubblicato in
Italia slow Food. Una storia tra politica e
piacere (Il Mulino 2010).
30 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Tra le iamme
di Terzigno
Gli abitanti del paese campano
protestano contro lapertura
di una nuova discarica.
Temono per la salute e di
essere abbandonati dallo stato
Ralf Groothuizen, Het Parool, Paesi Bassi
P
er le strade di Napoli i cumuli di
riiuti crescono a vista docchio. I
cassonetti metallici su via Foria,
nel centro della citt, traboccano
di sacchi della spazzatura sempre, anche
quando non c lemergenza riiuti. Ora, pe-
r, con le buste ammucchiate ci si potrebbe-
ro riempire almeno altri cinque cassonetti.
Da giorni nessuno li raccoglie: un liquido
nauseabondo fuoriesce dai sacchetti bucati
e inisce nei canali di scolo. In lontananza,
oltre la cima del Vesuvio, si leva una nube di
fumo nero.
Terzigno si trova a circa venti chilometri
da Napoli ed lepicentro della nuova emer-
genza dei riiuti in Campania. Il 22 ottobre
cera unatmosfera pesante nella piazza di
fronte alla pizzeria Il Rifugio. Che paese di
merda!, urla un uomo del posto rivolgen-
dosi a un agente della polizia. Abbiamo la
polizia che fa la guardia allimmondizia.
Per le strade di questo paese di circa
17mila abitanti i politici non si fanno vedere
e sono i poliziotti a dover afrontare i citta-
dini. Sullo sfondo ci sono le carcasse fu-
manti di quelli che una volta erano camion
della spazzatura, incendiati il 21 ottobre.
Blocco stradale
A Terzigno sono infuriati: non vogliono pi
che nelle loro cave si accumuli la spazzatura
di Napoli e dintorni. Hanno paura di amma-
larsi. Temono che, se i riiuti continueranno
ad arrivare, il loro amato Parco nazionale
del Vesuvio possa venire inquinato irrime-
diabilmente. Qui non vengono scaricati
solo i riiuti domestici. In mezzo ci inisce di
tutto: riiuti ospedalieri, scarti tossici, ogni
tipo di porcheria, mi dice Italo Picciau, un
attivista del posto, mentre osserviamo
dallalto la discarica allinterno della cava,
che siamo riusciti a raggiungere prendendo
una scorciatoia tra le vigne.
In Campania ci sono quattro cave usate
come discariche. La costruzione degli ince-
neritori, simili a quelli che vengono usati in
tanti paesi del mondo, completamente
bloccata. Tutti sanno che la camorra fa otti-
mi afari grazie alle discariche abusive e che
ha tutto linteresse ad alimentare il caos.
Entro la ine del 2011 le quattro cave saran-
no piene. Cos bisognava individuare un
altro posto in cui scaricare la spazzatura:
stata scelta la cava Vitiello di Terzigno, tra i
vigneti che si arrampicano sulle fertilissime
pendici del Vesuvio, dove si produce un vi-
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no famoso in tutto il mondo, il Lacrima
Christi. Quella di cava Vitiello diventereb-
be la pi grande discarica dEuropa.
Giovani e anziani si sono messi di nuovo
al lavoro con radici di alberi e pali metallici
in via Nazionale Passanti (che collega Terzi-
gno a boscoreale, Scafati e Pompei). Tutte
le vie di accesso devono essere bloccate.
Se non facciamo cos nessuno ci prender
mai sul serio, dice Antonio Aliberti, uno
dei manifestanti. Non sa quanta gente qui
si ammala e muore di cancro e di altre ma-
lattie. Un gruppetto di donne accanto a noi
annuisce. Avanzano con uno striscione con
su scritto: Difendiamo la salute dei nostri
igli!. I ragazzi corrono in gruppo sui moto-
rini con il volto coperto da fazzoletti: sia per
via del fetore, che oggi appena sopportabi-
le perch soia vento dal mare, sia per sem-
brare pi minacciosi e non farsi riconoscere.
Hanno bastoni di legno e unaria aggressi-
va. Terzigno si prepara a unaltra notte di
disordini. Il 21 ottobre il premier Sivlio ber-
lusconi ha promesso, durante una confe-
renza stampa, che il problema sar risolto in
dieci giorni. Nel frattempo, per, i cumuli di
spazzatura a Napoli e dintorni continuano a
crescere. uft
Scontri tra la polizia e gli abitanti di Terzigno, il 21 ottobre 2010
Visti dagli altri
Stevan Talevski, 32 anni, originario della Macedonia e vive a Bologna. arrivato nel
2003 e lavora presso lagenzia Ervet, che si occupa della valorizzazione economica della re-
gione. Ha due lauree. Ama lumorismo degli italiani. I suoi programmi preferiti sono Report
e Le iene. Se potesse, voterebbe per Antonio Di Pietro o Beppe Grillo.
Volti nuovi
Cosenza
Igiaba Scego
Roma
I
l 105, questo nocchiero metropolitano,
parte dalla stazione Termini, ombeli-
co del mondo, e arriva al capolinea di
Grotte Celoni, che tecnicamente Roma
ma che di fatto non lo . Grotte Celoni, in-
fatti, qualche chilometro fuori dal rac-
cordo anulare, quindi fuori dalla citt. Ma
chi abita l non ci sta: Siamo periferia, ti
dicono con orgoglio. Poi per ti guardi in-
torno e vedi un vuoto che fa in fretta a tra-
sformarsi in degrado. Il 105 verde, lungo,
sinuoso. Sembra una nave marziana, ma
anche un battello di disperati vecchia ma-
niera. Di luned mattina meglio non
prenderlo. E anche di marted. A pensarci
bene, meglio evitarlo sempre.
Intreccio di continenti
Il 105 un groviglio di corpi. I continenti si
siorano in questo brandello a ruote di Ro-
ma capoccia. Occhi a mandorla, pelle ne-
ra, nasi schiacciati, capelli biondi, c di
tutto dentro questa Babele rotante. La
notte anche peggio del giorno. Sagome
stanche la riempiono e qualcuno riesce a
conquistarsi un posto per una pennica. So-
no sagome migranti che hanno lavorato in
pizzeria o pulito qualche cesso della Roma
bene. Il bus passa per la Chinatown di
piazza Vittorio e per ponte Casilino, dove
giovani freak scendono per buttarsi nella
movida del Pigneto. Ma lautobus non ha
tempo per un aperitivo trendy, deve trot-
tare verso Tor Pignattara, Centocelle,
Alessandrino, Torre Gaia, Giardinetti.
Litaliano si mischia con il bangla, il cinese
con il somalo, il romeno con lo spagnolo.
E i profumi si mischiano alle puzze.
Il 105 un bus a rischio, dicono gli auti-
sti. Spesso qualcuno viene aggredito. I so-
liti stranieri, verrebbe da pensare. Ma i
colpevoli sono quasi sempre ragazzi italia-
ni dellestrema periferia, lasciati soli nel
degrado di quartieri senza spazi di sociali-
t. Ragazzi di cui nessuno si occupa pi. u
Igiaba Scego una scrittrice di origine so-
mala. nata nel 1974 a Roma, dove vive
(balambalis@gmail.com).
A bordo della
Babele rotante
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Una donna che non vuole
prostituirsi, un pregiudicato
che la picchia. Un giorno
come tanti in Calabria
Le ragazze del night club
Genevive Makaping
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ronaca cosentina di due mesi fa. I
protagonisti sono Cristina Spina,
giovane tenente dei carabinieri,
una donna nigeriana di cui non si cono-
scono le generalit e Giuseppe Pantusa,
48 anni, gestore del night club Le Menadi.
I loro destini sintrecciano nel corso di
unoperazione dei carabinieri. Le indagini
del pubblico ministero Claudio Currelli
dimostrano che in quel locale si sfrutta la
prostituzione di ragazze arrivate dallAfri-
ca, dai paesi dellest e dal Brasile. Alle 4.45
di un sabato notte, una chiamata al 112. A
telefonare una giovane nigeriana di 22
anni che si riiutata di prostituirsi. Il ge-
store del locale pensava che il modo mi-
gliore per convincerla a sottomettersi era
minacciarla di chiamare le forze dellordi-
ne per farla rimpatriare. non sapeva che la
ragazza ha un permesso di soggiorno. Lei
non ha ubbidito, lui lha picchiata.
La telefonata al 112 le salva la vita. A
guidare loperazione Cristina Spina. La
ragazza nigeriana le racconta tutto. stato
trovato un quaderno di 25 pagine con i no-
mi delle ragazze. Due tipologie di servizio:
semplice, 50 euro per lo spogliarello priva-
to, e di secondo livello, 100 euro per un
rapporto sessuale completo.
Quando le ragazze si riiutavano, il ma-
gnaccia cercava in un primo momento di
convincerle con dolcezza: Fatemi sto
piacere, sono amici, fateli contenti. Ma
aveva anche un altro metodo di persuasio-
ne: non pagava le ragazze, obbligandole a
prolungare il loro soggiorno per riscuotere
quanto gli spettava. Pantusa inito in car-
cere. La nigeriana senza nome stata libe-
rata. E le altre per le strade dItalia? u
Genevive Makaping una giornalista e
antropologa camerunese. Vive in Italia dal
1988 (makaping@gmail.com).
Italieni
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32 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Le opinioni
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ra tutte le minacce allordine mon-
diale, la pi pericolosa per il potere im-
periale la democrazia, a meno che
non rimanga sotto stretto controllo.
una minaccia qualsiasi afermazione di
indipendenza. Nel corso della storia, le
scelte di politica imperiale sono sempre state guidate
da queste paure. In Sudamerica, il tradizionale cortile
di casa degli Stati Uniti, i sudditi stanno per esempio
diventando sempre pi disobbedienti. A febbraio han-
no perino creato la Comunit degli stati latinoameri-
cani e caraibici, che comprende tutti i paesi dellemi-
sfero ma non Stati Uniti e Canada.
Per la prima volta dallarrivo dei con-
quistatori spagnoli e portoghesi cinque-
cento anni fa, il Sudamerica sta andando
verso lintegrazione, un prerequisito ne-
cessario per lindipendenza. E si sta an-
che rendendo conto di quanto sia scan-
daloso che un continente cos ricco di ri-
sorse possa essere controllato da poche
lite ricche circondate da un mare di po-
vert.
Inoltre, i rapporti tra i paesi del sud
del mondo si stanno sviluppando, e al
loro interno la Cina sta svolgendo un ruolo importante,
sia come consumatore di materie prime sia come inve-
stitore. La sua inluenza sta rapidamente crescendo e
in alcuni paesi ricchi di risorse ha superato quella degli
Stati Uniti. Alcuni cambiamenti signiicativi sono av-
venuti anche in Medio Oriente. Sessantanni fa il diplo-
matico Adolf Berle fu uno dei primi a dire che chi aves-
se controllato le incomparabili risorse energetiche
della regione avrebbe avuto il controllo del mondo.
Negli anni settanta i maggiori produttori di idrocarbu-
ri nazionalizzarono le loro riserve, ma loccidente man-
tenne una forte inluenza su quei paesi. Nel 1979 gli
Stati Uniti persero lIran in seguito alla caduta dello
sci, salito al potere nel 1953 con un colpo di stato ap-
poggiato da Washington e Londra per garantire che il
suo petrolio rimanesse nelle mani giuste. Ma oggi
lAmerica non riesce pi a controllare neanche i paesi
tradizionalmente suoi amici. Le maggiori riserve di
petrolio sono in Arabia Saudita, che dipende dagli Sta-
ti Uniti da quando cacciarono via gli inglesi durante la
seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti rimangono di
gran lunga i maggiori investitori e partner commercia-
li dei sauditi, che a loro volta sostengono leconomia
americana con i loro investimenti. Oggi, per, pi della
met del petrolio saudita esportato va in Asia e per il
suo futuro ormai Riyad guarda a oriente. La stessa cosa
potrebbe fare lIraq, che al secondo posto nel mondo
per le riserve di greggio, se riuscir a risorgere dopo la
distruzione causata dalle sanzioni e dallinvasione an-
gloamericana. E la politica degli Stati Uniti sta spin-
gendo anche lIran, il terzo produttore mondiale, nella
stessa direzione. Ormai la Cina ha sostituito gli Stati
Uniti ed la maggiore importatrice di petrolio dal Me-
dio Oriente, mentre le sue esportazioni invadono la
regione. Le possibili conseguenze di questa situazione
per lordine mondiale sono importanti, come lo la
nascita dellOrganizzazione per la cooperazione di
Shanghai, che comprende quasi tutti i paesi asiatici ma
esclude gli Stati Uniti e che, come osserva leconomista
Stephen King, autore di Losing control:
the emerging threats to Western prosperity,
potrebbe diventare un nuovo cartello
energetico di cui farebbero parte sia i
produttori sia i consumatori.
Tra i politici occidentali il 2010 viene
chiamato lanno dellIran. Si ritiene
che quel paese sia la pi grande minaccia
per lordine mondiale e per questo sia al
centro della politica estera degli Stati
Uniti e dellEuropa, che li segue educa-
tamente come al solito. Il pericolo rap-
presentato dallIran non di tipo milita-
re, ma deriva dal suo desiderio di indipendenza. Per
mantenere la stabilit, Washington ha imposto san-
zioni severe a Teheran, ma al di fuori dellEuropa ben
pochi le rispettano. Turchia e Pakistan stanno co-
struendo nuovi oleodotti e intensiicando i rapporti
commerciali con gli iraniani. Lopinione pubblica ara-
ba contrariata per la politica occidentale e in gran
parte favorevole al programma nucleare di Teheran.
Questo conlitto va tutto a vantaggio della Cina. Gli
investitori e le imprese cinesi stanno andando a riem-
pire il vuoto man mano che molti altri paesi, soprattut-
to europei, si ritirano dallIran, ha scritto Clayton Jo-
nes sul Christian Science Monitor. E Washington rea-
gisce in modo disperato. In agosto il dipartimento di
stato ha avvertito Pechino che se vuole fare afari con
il resto del mondo deve prima modiicare la sua imma-
gine. Se hai la fama di essere un paese che sfugge alle
sue responsabilit internazionali, questo alla lunga
avr delle conseguenze. E ovviamente avere respon-
sabilit internazionale consiste essenzialmente
nellobbedire agli ordini degli Stati Uniti.
improbabile che i leader cinesi si lascino impres-
sionare da questi discorsi, dal linguaggio di una poten-
za imperiale che cerca disperatamente di aggrapparsi
a unautorit che non ha pi. Il modo sprezzante in cui
la Cina ignora gli ordini degli Stati Uniti molto pi pe-
ricoloso per Washington delle minacce dellIran. u bt
Lindipendenza
dei sudditi
Noam Chomsky
NOAM CHOMSKY
insegna linguistica
allMit di Boston.
Il suo ultimo libro
uscito in Italia Sulla
nostra pelle. Mercato
globale o movimento
globale? (Il Saggiatore
tascabili 2010).
Oggi pi della met
del petrolio saudita
esportato va in Asia
e per il suo futuro
Riyad guarda a
oriente. Lo stesso
potrebbe fare lIraq,
che al secondo
posto nel mondo per
le riserve di greggio
34 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Le opinioni
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egli anni ottanta, quando feci richie-
sta per una borsa di studio negli Stati
Uniti, uno dei requisiti era aver supe-
rato il Toefl, lesame dinglese per
stranieri. Lo sostenni allAmerican
University del Cairo, afollatissima di
giovani medici e ingegneri che, come me, avevano ri-
chiesto una borsa per studiare allestero. Quel giorno
chiesi a quelli che incontravo se, potendo, avrebbero
scelto di restare negli Stati Uniti, e la ri-
sposta fu un s convinto. Pur di lasciare
lEgitto, molti di loro sarebbero andati in
qualsiasi altro paese. Perch? Il motivo
non era la povert, perch impegnandosi
sarebbero riusciti a trovare un lavoro e
uno stipendio ragionevole, mentre a oc-
cidente spesso sarebbero stati costretti
ad accettare lavori umili al di sotto della
loro qualiica professionale. No, il motivo
fondamentale era la sensazione che nel
loro paese le ingiustizie fossero tali da
rendere la situazione irrecuperabile: chi
lavorava sodo non aveva mai la certezza di fare carriera,
e la competenza non era il requisito per ottenere un
buon impiego.
Tutto ci che nei paesi democratici si guadagna gra-
zie allimpegno e ai meriti, in Egitto si pu ottenere gra-
zie ai contatti personali e alla furbizia. Anzi, la bravura
un problema, meglio essere mediocri o incapaci: pri-
ma di tutto perch il sistema sofoca chi ha talento, se-
condo perch il futuro dipende molto pi dagli agganci
che dalle capacit di ognuno. In Egitto le persone capa-
ci hanno tre possibilit. Possono emigrare in un paese
democratico che rispetta il merito e la competenza, e
qui lavorare sodo ino a diventare come Mohamed el
Baradei o Magdi Yacoub. Possono mettere il loro talen-
to a disposizione del regime, accettando di esserne ser-
vi e diventare uno strumento di oppressione. Oppure
possono decidere di salvare il loro onore, e allora subi-
ranno la stessa sorte di Ibrahim Eissa.
Ibrahim Eissa uno dei pi dotati, onesti e coraggio-
si giornalisti egiziani. Quasi senza risorse, ma con il suo
talento eccezionale, riuscito a trasformare il suo gior-
nale, Al Dustour, in una testata apprezzata in tutto il
mondo arabo. E come ogni grande maestro, non si
accontentato della sua carriera, ma ha considerato suo
dovere incoraggiare i pi giovani. Ha accolto cos nella
redazione di Al Dustour decine di giovani reporter fa-
cendone i nuovi nomi del giornalismo nazionale.
Se Ibrahim Eissa vivesse in un paese democratico,
ora sarebbe onorato e rispettato. Invece vive in Egitto,
dove domina un regime autoritario che non permette a
chi ha talento di rimanere fedele a se stesso. Ibrahim
Eissa non si opposto al governo: si opposto al siste-
ma. Ha invocato un cambiamento democratico reale
attraverso libere elezioni. Ed riuscito a fare di Al Du-
stour un vivaio importante di giovani giornalisti e una
casa aperta a tutti gli egiziani censurati dagli altri quoti-
diani. Il regime ha tentato in ogni modo di ridurlo al si-
lenzio. Ha cercato di stancarlo con processi assurdi e
querele infondate. Ha tentato di intimidirlo e poi ha
cercato di comprarlo, commissionando-
gli programmi televisivi che gli avrebbe-
ro fatto guadagnare molti soldi. Ma non
servito a nulla: Ibrahim Eissa ha conti-
nuato a dire ci che pensava e a fare ci
che diceva.
A mano a mano che in Egitto aumen-
tavano le pressioni sia popolari sia inter-
nazionali per un cambiamento democra-
tico, il regime si trovato in diicolt e il
suo nervosismo cresciuto. Ibrahim Eis-
sa diventato intollerabile. A quel punto,
per distruggerlo, stato ideato un piano
diabolico. Per cominciare entrato in scena un tale di
nome Sayed Badawi, conosciuto solo come ricco pro-
prietario dellemittente televisiva Al Hayat (quindi vici-
no ad alti esponenti del regime). Badawi ha speso un
sacco di soldi per conquistare la leadership del partito
Wafd, e poi altri soldi per convincere il partito a recitare
la parte della inta opposizione nella farsa delle prossi-
me elezioni egiziane truccate. Poi ha comprato Al Du-
stour e dalla prima pagina ha assicurato che la linea
politica del quotidiano non sarebbe cambiata. Dopodi-
ch, oltre a Badawi saltato fuori un altro proprietario,
un certo Reda Edward, il quale non si mai occupato di
giornali e vanta la sua fedelt al regime. Dopodich lo
stesso giorno in cui la propriet di Al Dustour passata
uicialmente a Badawi, la sua prima decisione stata
licenziare Ibrahim Eissa. A quel punto apparso chiaro
che Badawi e Reda Edward erano semplicemente il
modello pi recente degli uomini di regime egiziani.
Allora chiediamo: perch tutte queste trame? Per-
ch sprecare milioni per disfarsi di un giornalista one-
sto e di talento, che ha come unico capitale le sue idee e
la sua penna? Perch il regime non ha investito tutti
quegli sforzi per salvare dalla miseria milioni di egizia-
ni? Al Dustour inito, ma passato alla storia dellEgit-
to come un grande esperimento giornalistico e cultura-
le. Ibrahim Eissa pu fondare altre decine di giornali, e
in Egitto comunque vinceranno il cambiamento, la ve-
rit e la giustizia. LEgitto si sollevato, e nessuno pu
ormai frapporsi tra il paese e il suo futuro. Lunica solu-
zione la democrazia. u ma
Un giornale
troppo libero
Ala al Aswani
ALA AL ASWANI
uno scrittore
egiziano. In Italia ha
pubblicato Palazzo
Yacoubian (2006),
che stato tradotto in
venti lingue, Chicago
(2008) e Se non fossi
egiziano (2009), tutti
editi da Feltrinelli.
Ibrahim Eissa uno
dei pi dotati
giornalisti egiziani.
Quasi senza risorse,
riuscito a
trasformare il suo
giornale, Al
Dustour, in una
testata apprezzata
nel mondo arabo
36 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
In copertina
S
tiamo vivendo una crisi di
enormi proporzioni e di por-
tata globale. Non mi riferisco
alla recessione economica co-
minciata nel 2008, ma a una
crisi che passa inosservata e
che alla lunga sar molto pi dannosa per il
futuro della democrazia: la crisi mondiale
dellistruzione.
Sono in corso cambiamenti radicali in
quello che le societ democratiche inse-
gnano ai giovani, e su questi cambiamenti
non si rilette abbastanza. Attirati dal proit-
to, molti paesi, e i loro sistemi scolastici,
stanno escludendo alcuni saperi indispen-
sabili a mantenere viva la democrazia. Se
questa tendenza continuer, gli stati di tut-
to il mondo produrranno generazioni di
macchine docili, utili e tecnicamente quali-
icate, invece di cittadini a pieno titolo, in
grado di pensare da soli, mettere in discus-
sione le consuetudini, e comprendere le
soferenze e i successi degli altri.
Quali sono questi cambiamenti radica-
li? Gli studi umanistici e artistici stanno
subendo pesanti tagli sia nellistruzione
primaria e secondaria sia in quella universi-
taria, in quasi tutti i paesi del mondo. In un
momento in cui gli stati devono eliminare il
superfluo per rimanere competitivi sul
mercato globale, le lettere e le arti consi-
derate accessorie dai politici stanno rapi-
damente sparendo dai programmi di stu-
dio, dalle menti e dai cuori di genitori e
studenti. E anche quelli che potremmo de-
inire gli aspetti umanistici della scienza e
delle scienze sociali laspetto creativo e
Il potere d
Martha C. Nussbaum, The Times Literary
Supplement, Gran Bretagna. Foto di Cyrille Weiner
In molte scuole e universit gli studi umanistici
vengono trascurati. Ma per diventare dei bravi
cittadini bisogna imparare a pensare in modo
critico e a mettersi nei panni degli altri
inventivo, e il pensiero critico rigoroso
stanno passando in secondo piano, perch
si preferisce inseguire il proitto a breve ter-
mine garantito da conoscenze pratiche
adatte a questo scopo.
Stiamo inseguendo i beni materiali che
ci piacciono, e ci danno sicurezza e confor-
to: quelli che lo scrittore e ilosofo indiano
Rabindranath Tagore chiamava il nostro
rivestimento materiale. Ma sembriamo
aver dimenticato le capacit di pensiero e
immaginazione che ci rendono umani, e
che ci permettono di avere relazioni uma-
namente ricche invece di semplici legami
utilitaristici. Se non siamo educati a vedere
noi stessi e gli altri in questo modo, imma-
ginando le reciproche capacit di pensiero
ed emozione, la democrazia destinata a
entrare in crisi perch si basa sul rispetto e
sullattenzione per gli altri. Questi senti-
menti a loro volta si basano sulla capacit di
vedere le altre persone come esseri umani e
non come oggetti.
Non nego che la scienza e le scienze so-
ciali, in particolare leconomia, siano altret-
tanto importanti per la formazione dei cit-
tadini. Anche queste discipline possono
essere permeate di elementi che formano
uno spirito umanistico: la ricerca del pen-
siero critico, la sida dellimmaginazione,
lempatia per le esperienze umane pi di-
verse e la comprensione della complessit
del mondo in cui viviamo. Un mondo in cui
le persone si trovano a confrontarsi nono-
stante le distanze geograiche, linguistiche
e nazionali. Eppure, pi che in ogni altra
epoca del passato, tutti noi dipendiamo da M
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Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 37
e del sapere
Laniteatro Richelieu alluniversit La Sorbona di Parigi
38 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
persone che non abbiamo mai visto e che a
loro volta dipendono da noi. I problemi che
dobbiamo afrontare economici, ambien-
tali, religiosi e politici sono di portata
mondiale.
Nessuno pu dirsi estraneo a questa in-
terdipendenza globale. Scuole e universit
di tutto il mondo hanno un compito urgente
e molto importante: aiutare gli studenti a
vedere se stessi come membri di una nazio-
ne eterogenea e a comprendere la storia e il
carattere dei diversi gruppi che compongo-
no un mondo ancora pi eterogeneo. La
conoscenza non una garanzia di buona
condotta, ma lignoranza garantisce una
condotta cattiva.
Per essere cittadini del mondo servono
veramente gli studi umanistici? Di certo
servono molte conoscenze che si possono
ottenere senza unistruzione umanistica.
Tuttavia, per essere cittadini responsabili
serve molto di pi: la capacit di valutare i
dati storici, di applicare e valutare critica-
mente i princpi economici, di confrontare
le varie opinioni sulla giustizia sociale, di
parlare lingue straniere, di comprendere la
complessit delle grandi religioni mondiali.
Un elenco di fatti, senza la capacit di valu-
tarli, pu essere dannoso quanto lignoran-
za.
Socrate disse che una vita senza ricer-
ca non degna di essere vissuta. In una
democrazia viziata dalla retorica roboante
e diidente verso il ragionamento, Socrate
perse la vita proprio per la sua fedelt
allideale dellinterrogazione critica. Oggi il
suo esempio al centro della teoria e della
pratica dellinsegnamento delle materie
umanistiche nella tradizione occidentale.
Alcune sue idee sono rintracciabili anche
nei princpi formativi in India e in altre cul-
ture non occidentali. Agli studenti univer-
sitari vengono spesso oferti corsi di mate-
rie umanistiche perch si pensa che li sti-
molino a pensare e a ragionare in modo
autonomo invece di conformarsi alla tradi-
zione e allautorit. La capacit di ragionare
in maniera socratica importante per ogni
tipo di democrazia, ma lo in modo parti-
colare nelle societ dove sono presenti per-
sone di etnie, caste e religioni diverse.
Lidea di assumersi la responsabilit dei
propri ragionamenti e di scambiare idee
con gli altri in unatmosfera di rispetto reci-
proco essenziale alla soluzione paciica
delle divergenze sia allinterno di un singo-
lo paese sia in un mondo sempre pi pola-
rizzato dai conflitti etnici e religiosi. Ma
lidea le socratico gravemente minacciato
in un mondo orientato alla massima cresci-
ta economica.
La capacit di pensare e argomentare in
modo autonomo pu sembrare superlua
se si cercano risultati quantiicabili da sfrut-
tare dal punto di vista commerciale. Inoltre,
diicile valutare labilit socratica attra-
verso i test scolastici standardizzati. Dato
che gli studenti sono sempre pi spesso va-
lutati attraverso prove di questo tipo, faci-
le che si iniscano per trascurare gli aspetti
socratici del programma di studi e delledu-
cazione. La cultura della crescita economi-
ca ha una forte inclinazione per i test stan-
dardizzati e non tollera gli insegnamenti
che non sono rapidamente valutabili in quel
modo.
Il rischio delle lezioni frontali
Il metodo socratico una pratica sociale.
Lideale sarebbe che ispirasse il funziona-
mento del maggior numero possibile di isti-
tuzioni sociali e politiche. anche una di-
sciplina che potrebbe essere insegnata a
scuola o alluniversit. Richiede molti sfor-
zi da parte degli insegnanti perch prevede
frequenti scambi con gli studenti, ma spes-
In copertina
so d risultati commisurati allinvestimen-
to. Questo tipo dinsegnamento ancora
abbastanza comune negli Stati Uniti, con il
modello basato sulle liberal arts, ma molto
meno difuso in Europa e in Asia, dove gli
studenti entrano alluniversit per specia-
lizzarsi in una disciplina e non sono tenuti a
seguire corsi di cultura generale. Inoltre nei
paesi asiatici ed europei i docenti tengono
spesso lezioni frontali, che richiedono una
partecipazione minima o pari a zero da par-
te degli studenti e non danno feed back. In
ogni caso, introdurre il modello socratico
nella scuola primaria e secondaria non
unutopia. un compito alla portata di una
comunit che rispetta i suoi bambini e il
funzionamento della democrazia.
Allinizio del settecento alcuni intellet-
tuali in Europa, in Nordamerica e in India
hanno cominciato a prendere le distanze da
un modello educativo basato sullapprendi-
mento meccanico. Hanno cercato invece di
condurre esperimenti in cui i bambini era-
no soggetti attivi e critici. Le teorie europee
pi innovative come quelle di Jean-Jac-
ques Rousseau, Johann Pestalozzi e Frie-
drich Frbel hanno avuto uninfluenza
determinante negli Stati Uniti attraverso i
lavori di Amos Bronson Alcott e Horace
Mann, nellottocento, e di John Dewey, il
pi importante fautore del metodo socrati-
co negli Stati Uniti, nel novecento. Diversa-
mente dai suoi predecessori europei, De-
wey visse e insegn in una democrazia soli-
da, e il suo principale obiettivo era la forma-
zione di cittadini rispettosi gli uni degli altri.
Gli esperimenti di Dewey hanno lasciato
un segno profondo sullistruzione primaria
negli Stati Uniti.
La storia ci mostra che linsegnamento
dei valori socratici produce cittadini critici,
curiosi e in grado di resistere allautorit e
alle pressioni sociali. Ma cosa sta succeden-
Da sapere
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Primi venti paesi Ocse per percentuale di immatricolati alluniversit rispetto ai diplomati della secondaria superiore, 2008
Fonte: Education at a glance 2010, Oecd indicators
87
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Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 39
do oggi? In molti paesi europei e asiatici,
soprattutto in India, Socrate non mai stato
popolare o diventato obsoleto molto pre-
sto. Negli Stati Uniti, grazie a Dewey, la si-
tuazione leggermente migliore, ma le co-
se stanno cambiando rapidamente e ci av-
viciniamo sempre di pi alla scomparsa
dellidea le socratico.
Per capire bene la complessit del mon-
do non si possono usare solo la logica e le
conoscenze fattuali. Le persone hanno bi-
sogno di un terzo elemento, strettamente
correlato ai primi due, che possiamo chia-
mare immaginazione narrativa. la capa-
cit di pensarsi nei panni di un altro, di es-
sere un lettore intelligente della storia di
quella persona, di comprenderne le emo-
zioni, le voglie e i desideri. Coltivare lem-
patia stato uno dei punti chiave delle mi-
gliori concezioni moderne di istruzione
democratica. Buona parte di questo inse-
gnamento dato dalla famiglia, ma anche
la scuola e luniversit svolgono una funzio-
ne importante. Per questo, devono attribu-
ire una posizione di primo piano alle mate-
rie umanistiche, letterarie e artistiche, utili
a una formazione di tipo partecipativo che
attivi e perfezioni la nostra capacit di ve-
dere il mondo attraverso gli occhi di un al-
tro.
Questabilit si sviluppa nei bambini at-
traverso il gioco immaginativo. Il gioco un
tipo di attivit che si svolge nello spazio tra
persone, quello che il pediatra e psicanali-
sta britannico Donald Winnicott chiama
spazio potenziale. Qui le persone (prima
bambini, poi adulti) sperimentano lidea
dellalterit in modi molto meno pericolosi
di quanto potrebbe essere lincontro con
altre persone. Nel gioco, la presenza dellal-
tro diventa una fonte di piacere e di curiosi-
t, che a sua volta contribuisce allo sviluppo
di atteggiamenti sani in amicizia, in amore
e, pi tardi, nella vita politica. Come osser-
vava acutamente uno dei pazienti di Winni-
cott, laspetto allarmante delluguaglianza
che diventiamo entrambi bambini e il pro-
blema : dov il padre? Noi sappiamo dove
siamo solo se uno di noi il padre. Il gioco
insegna alle persone a vivere con gli altri
senza bisogno di controlli: mette in relazio-
ne le esperienze di vulnerabilit e di sorpre-
sa alla curiosit e allo stupore, invece di ca-
dere in una paralizzante ansiet.
Nella reazione degli adulti a unopera
darte complessa, Winnicott vedeva una
continuit con il piacere che i bambini pro-
vano nel gioco. Secondo lui la funzione
dellarte in tutte le culture umane nutrire
e ampliare la capacit di empatia.
Molti educatori moderni si sono resi
conto ben presto che, una volta finita la
scuola, il pi importante contributo delle
arti alla vita di una persona quello di raf-
forzare le risorse emotive e immaginative,
ovvero la capacit di comprendere se stessi
e gli altri. Per vedere le arti al centro
dellistruzione primaria abbiamo dovuto,
per, attendere il novecento, con gli esperi-
menti scolastici di Tagore in India e di De-
wey negli Stati Uniti.
Secondo Dewey, non bisognava inse-
gnare ai bambini a contemplare le opere
darte come se fossero qualcosa di estraneo
al mondo reale. E neanche a credere che
limmaginazione fosse qualcosa di perti-
nente solo al dominio dellirreale e del fan-
tastico. Al contrario, dovevano abituarsi a
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La biblioteca universitaria della Sorbona
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cogliere la dimensione fantasiosa in ogni
loro interazione, e a vedere le opere darte
come uno dei tanti ambiti dove si coltiva
limmaginazione.
Tagore, invece, sosteneva che il ruolo
fondamentale delle arti era coltivare lem
patia e faceva notare che questa funzione
pedagogica era stata sistematicamente
ignorata e severamente repressa da model
li scolastici standardizzati. Le arti, secondo
Tagore, alimentano sia la formazione inte
riore sia lattenzione e la sensibilit verso gli
altri. Questi due momenti si sviluppano allo
stesso tempo, perch diicilmente si pu
capire laltro se non ci si sa guardare den
tro.
Zone dombra
Tutte le societ in tutte le epoche storiche
hanno avuto le loro zone dombra, hanno
trattato alcuni gruppi in modo ottuso. Par
lando del suo romanzo Uomo invisibile (Ei
naudi 1956), lo scrittore statunitense Ralph
Ellison lo dein una zattera di speranza,
intuizione e divertimento, grazie alla qua
le la cultura statunitense avrebbe potuto
evitare i tronchi sommersi e i mulinelli
che stanno tra noi e il nostro ideale demo
cratico. Attraverso limmaginazione, dice
va Ellison, riusciamo a sviluppare la capaci
t di cogliere la piena umanit delle perso
ne che incontriamo tutti i giorni e con cui
abbiamo rapporti supericiali o, peggio, vi
ziati da stereotipi. E gli stereotipi abbonda
no in un mondo come il nostro, che ha crea
to nette separazioni tra gruppi e dove la
diidenza ostacola ogni incontro. Il roman
zo di Ellison aveva come tema e come
obiettivo polemico lo sguardo interiore
del lettore bianco. Leroe invisibile alla
societ dei bianchi, ma ci spiega che la sua
invisibilit dovuta a una lacuna nellistru
zione e nellimmaginazione dei bianchi,
non a un fatto biologico.
Negli Stati Uniti di Ellison il tema caldo
era quello della razza. Per Tagore, invece, la
zona dombra culturale era la condizione
intellettuale e la capacit di agire delle don
ne. Per questo si impegn molto per pro
muovere la curiosit e il rispetto reciproco
tra i sessi.
Ellison e Tagore affermano che, per
comprendere a pieno le discriminazioni e
le diseguaglianze sociali, non basta essere
informati. Bisogna anche mettersi nei pan
ni di chi discriminato, unesperienza resa
possibile dal teatro e dalla letteratura. Dalle
rilessioni di Tagore e di Ellison deduciamo
che le scuole e le universit, quando trascu
rano le lettere e le arti, trascurano anche
delle opportunit molto importanti di com
prensione democratica.
Dobbiamo coltivare lo sguardo interio
re degli studenti. In altre parole, la funzio
ne delle discipline umanistiche nelle scuole
e nelle universit duplice: migliorano in
generale le capacit di gioco e di empatia, e
lavorano in particolare su alcune zone
dombra culturali.
Limmaginazione strettamente legata
alla capacit socratica di esercitare il pen
siero critico sulle consuetudini scomparse
o inadeguate. Difficilmente una persona
riesce a rispettare la posizione di unaltra se
non comprende la concezione della vita o le
esperienze da cui questa posizione scaturi
sce. Ma le discipline umanistiche fanno
anche di pi. Rendendo piacevoli gli atti di
comprensione, sovversione e riflessione
culturale, aiutano a dialogare con i pregiu
dizi del passato, invece di instaurare un rap
porto caratterizzato solo dalla paura e dalla
diidenza.
Questo quello che intendeva Ellison
quando deiniva Uomo invisibile una zatte
ra di speranza, intuizione e divertimento.
Il divertimento fondamentale per lartista
che vuole ofrire intuizione e speranza.
In tutte le democrazie moderne, linte
resse nazionale esige uneconomia forte e
una cultura di mercato iorente. Unecono
mia lorida a sua volta richiede le stesse ca
pacit della buona cittadinanza. I sosteni
tori di quella che chiamer istruzione a
scopo di lucro o istruzione inalizzata alla
crescita economica invece hanno adottato
una versione impoverita di quello che sa
rebbe necessario per raggiungere i loro
stessi obiettivi. Ma dato che uneconomia
forte devessere un mezzo per raggiungere
inalit umane, e non un ine in s, la que
stione pi importante la stabilit delle
istituzioni democratiche.
La maggior parte di noi non vorrebbe
vivere in un paese ricco che ha rinunciato a
essere democratico. Eppure si moltiplicano
le voci favorevoli a un sistema scolastico
che promuove lo sviluppo nazionale sotto
forma di crescita economica. il modello
abbozzato da un recente rapporto della
commissione Spellings, crea ta dal ministe
ro dellistruzione di Washington per fare il
punto sul futuro della scuola superiore.
Lo stesso modello promosso in molti
paesi europei, che assegnano i fondi alle
facolt scientiiche e tecniche, tagliandoli a
quelle umanistiche. Lo stesso tema al cen
tro del dibattito sullistruzione in India e
nella maggioranza dei pae si emergenti.
Gli Stati Uniti non hanno mai avuto un
modello di formazione scolastica puramen
te orientato alla crescita economica. Alcu
ne caratteristiche distintive di questo siste
ma resistono bene al tentativo di rimodel
larle. A diferenza di quello che succede in
altri paesi, luniversit statunitense d am
pio spazio alle materie umanistiche, soprat
tutto nei primi due anni di corso.
Questo modello caratterizza anche
listruzione secondaria e non un residuo
di vecchie forme di distinzione di classe.
Fin dallinizio, infatti, i responsabili
dellistruzione negli Stati Uniti ebbero ben
chiaro lo stretto legame tra gli studi umani
stici e la preparazione di cittadini bene in
formati, indipendenti e democratici. Que
sto modello ancora abbastanza solido, ma
sotto attacco a causa della crisi economi
ca.
Listruzione inalizzata alla crescita eco
nomica richiede conoscenze di base, come
scrivere e fare di conto. In seguito, alcune
persone dovranno acquisire saperi pi com
plessi, in informatica e nuove tecnologie.
La parit di accesso allistruzione non im
portante: un paese pu crescere anche se i
contadini poveri rimangono analfabeti, co
me succede in molti stati dellIndia. Questo
sempre stato il problema del modello di
sviluppo basato sul pil: trascura la distribu
zione della ricchezza e inisce per valutare
positivamente paesi dove esistono dispari
t allarmanti.
Questa situazione si rilette anche nella
scuola: una volta formata unlite compe
tente in termini tecnologici e commerciali,
alcuni paesi possono far crescere il loro pil
senza preoccuparsi della distribuzione del
la conoscenza.
Anche in questo caso, almeno in teoria,
gli Stati Uniti non si sono fatti condizionare
dal paradigma della crescita. Nella tradi
zione della scuola pubblica statunitense, le
pari opportunit per tutti sebbene mai
rea lizzate con determinazione sono sem
pre state uno degli obiettivi uiciali, e sono
difese anche dai politici pi sensibili al ri
In copertina
Listruzione a scopo di lucro
richiede conoscenze di base, come
scrivere e fare di conto. La parit di
accesso non importante
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 41
chiamo del primato economico, come gli
autori del rapporto Spellings.
Oltre a una preparazione di base per
molti, e una formazione pi avanzata per
pochi, listruzione inalizzata alla crescita
economica avr bisogno almeno di una for-
ma rudimentale di conoscenza della storia
e delle vicende economiche. Ma questa
narrazione storica ed economica dovr evi-
tare ogni seria rilessione su classe, razza e
genere, e ogni tipo di giudizio sulla reale
utilit degli investimenti stranieri per i con-
tadini poveri o sulla possibilit che la demo-
crazia possa sopravvivere senza garantire a
tutti le stesse opportunit.
Il pensiero critico non veramente im-
portante nellistruzione a scopo di lucro. La
libert di pensiero degli studenti pericolo-
sa quando quello che si vuole un gruppo di
lavoratori obbedienti e professionalmente
preparati, in grado di realizzare i progetti di
unlite che punta tutto sugli investimenti
stranieri e sullo sviluppo tecnologico. Gli
educatori che hanno come obiettivo solo la
crescita economica non vogliono che si stu-
di la storia delle ingiustizie di classe, casta,
genere e appartenenza etnica o religiosa,
perch questo spingerebbe a rilettere in
modo critico sul presente. Non vogliono
nemmeno una rilessione seria sul difon-
dersi del nazionalismo, sui danni prodotti
dalle ideologie nazionaliste o sul modo in
cui la dimensione etica rimane in secondo
piano rispetto alla presunta superiorit del-
la tecnica.
Che dire poi delle lettere e delle arti,
tanto apprezzate dagli educatori democra-
tici? Listruzione finalizzata alla crescita
economica non d valore a questo tipo di
formazione, perch apparentemente inu-
tile rispetto alla ricerca del successo econo-
mico. Ma i sostenitori della crescita non si
limitano a trascurare gli studi umanistici.
In realt li temono. Una persona istruita e
in grado di provare empatia per laltro un
nemico particolarmente pericoloso dellot-
tusit, e lottusit morale necessaria per
realizzare programmi di sviluppo economi-
co che ignorano le diseguaglianze.
pi facile trattare le persone come og-
getti da manipolare se non si mai impara-
to a vederle in un altro modo. Come disse
Tagore, il nazionalismo aggressivo ha biso-
gno di annebbiare la coscienza morale. Ha
bisogno di persone che non apprezzano
lindividualit, che ripetono gli slogan del
gruppo, che si comportano e che vedono il
mondo come docili burocrati. Le arti sono
un grande nemico dellottusit, e gli artisti
(a meno che non siano sottomessi o corrot-
ti) non sono servi di nessuna ideologia.
Chiedono invece allimmaginazione di su-
perare i conini e di vedere le cose in modo
diferente.
Intelligenze lessibili
Per gli studi umanistici vale quanto si det-
to per il pensiero critico: sono essenziali per
la crescita economica. I pi importanti for-
matori di dirigenti dazienda hanno capito
da tempo che una buona capacit di imma-
ginazione il pilastro di una buona cultura
degli afari. Linnovazione richiede intelli-
genze lessibili, aperte e creative. La lette-
ratura e le arti stimolano queste facolt.
Quando mancano, la cultura aziendale per-
de colpi in fretta. Sempre pi spesso, al mo-
mento dellassunzione i laurea ti nelle ma-
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Luniversit La Sorbona
In copertina
terie umanistiche sono preferiti a studenti
che hanno avuto una formazione rigorosa-
mente professionale, proprio perch si pen-
sa che abbiano una mente pi elastica e
creativa.
Musica, danza, disegno e teatro sono le
strade maestre del piacere e delle capacit
di espressione. E per incoraggiarle non ser-
ve una grossa spesa. Anzi, un tipo di forma-
zione basata sullo sviluppo della capacit di
pensiero e di immaginazione di studenti e
insegnanti potrebbe essere pi convenien-
te, perch ridurrebbe il senso di anomia e la
perdita di tempo che deriva dalla mancanza
di impegno personale. Come ha dichiarato
recentemente la preside di Harvard, Drew
Faust, le persone hanno bisogno di com-
prensione e di prospettive almeno quanto
hanno bisogno di lavoro. Il problema non
se di questi tempi possiamo permetterci di
credere in questi obiettivi, ma se possiamo
permetterci di non crederci.
Lerrore di Nehru
Oggi in alcuni casi le universit statunitensi
alimentano la cittadinanza democratica
meglio di cinquantanni fa. A quei tempi gli
studenti sapevano poco del mondo e delle
minoranze del loro paese. Nuove aree di
studi, convogliate nelle materie umanisti-
che, hanno migliorato la comprensione dei
paesi non occidentali, delleconomia glo-
bale, dei rapporti tra persone di razze diver-
se, delle dinamiche di genere, della storia
dellimmigrazione e delle lotte di nuovi
gruppi per il riconoscimento e luguaglian-
za. Tuttavia, non possiamo ritenerci soddi-
sfatti dello stato di salute degli studi umani-
stici. Nonostante le donazioni ilantropi-
che, la crisi economica ha spinto molte
universit a fare tagli in questo settore, per-
ch non considerato essenziale.
In Europa le cose vanno ancora peggio.
Limperativo della crescita economica ha
spinto la maggior parte dei governi a rio-
rientare i loro sistemi universitari in ter-
mini di insegnamento e di ricerca secondo
lottica della crescita. In India le materie
umanistiche sono sempre state poco consi-
derate da quando Nehru, negli anni qua-
ranta, ha deciso di rendere la scienza e
leconomia i pilastri del futuro del paese.
Nonostante il suo amore per la poesia e la
letteratura, Nehru concluse che le modalit
emotive e immaginative della conoscenza
dovessero cedere il passo alla scienza, e il
suo punto di vista prevalse sugli altri.
Nellinsegnamento primario le esigenze
del mercato globale hanno spinto tutti i
pae si a mettere laccento sulle conoscenze
tecniche e scientiiche, mentre le arti e le
lettere sono state riformulate per diventare
a loro volta delle conoscenze valutabili con
questionari a scelta multipla. In un paese
come lIndia, che aspira alla crescita, o in
uno come gli Stati Uniti, che vuole mante-
nere i suoi posti di lavoro, le competenze
umanistiche sono considerate superlue. I
programmi dinsegnamento hanno sacrii-
cato limmaginazione e lo spirito critico per
concentrarsi solo su quello che stretta-
mente utile alla preparazione degli esami.
Gli Stati Uniti del presidente Barack
Obama hanno la possibilit di cambiare la
situazione, promuovendo una concezione
dellistruzione pi complessa. Nei suoi di-
scorsi sulla scuola, il presidente sottolinea
il problema delluguaglianza, parlando
dellimportanza che tutti i cittadini siano in
grado di inseguire il sogno americano.
Ma inseguire un sogno presuppone dei so-
gnatori: intelligenze educate a pensare cri-
ticamente alle alternative e a immaginare
obiettivi ambiziosi, non solo in termini eco-
nomici, ma anche di dignit umana e di-
mensione democratica.
Per il momento Obama ha parlato di
reddito individuale e di crescita economica
nazionale, afermando che listruzione di
cui c bisogno proprio quella che serve a
questi due obiettivi. Ancora pi preoccu-
pante il fatto che abbia ripetutamente elo-
giato paesi come Singapore, pi avanzati
degli Stati Uniti nella formazione tecnolo-
gica e scientiica. Stanno investendo me-
no tempo a insegnare cose che non servo-
no, e pi tempo a insegnare cose che servo-
no. Stanno preparando i loro studenti non
al liceo o alluniversit, ma alla carriera. Noi
no, ha detto Obama. Cose che servono
equivale a cose che preparano alla carrie-
ra. Una vita fatta di rispetto e ricca di con-
tenuti, una cittadinanza attenta e scrupolo-
sa, non sono mai citate come inalit per cui
valga la pena investire tempo.
Quando le persone cominciarono a in-
teressarsi alla partecipazione democratica,
le scuole in tutto il mondo furono ripensate
per istruire quel tipo di giovane che avrebbe
funzionato bene in una forma di governo
cos esigente: non un gentiluomo rainato,
pieno del sapere del tempo andato, ma una
persona che fa parte di una comunit di
uguali in modo attivo, critico, rilessivo ed
empatico, e che sa confrontarsi con gli altri
sulla base della comprensione e del rispetto
verso persone della pi diversa estrazione.
Oggi possiamo ancora dire che ci piacciono
la democrazia e la partecipazione politica, e
ci piacciono anche la libert di parola, il ri-
spetto della diferenza e la comprensione
dellaltro. Formalmente rispettiamo questi
valori, ma non pensiamo quasi mai a quello
che dovremmo fare per trasmetterli alle ge-
nerazioni future e garantirne la sopravvi-
venza. u
42 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
LAUTRICE
Martha C. Nussbaum una ilosofa
statunitense che insegna alluniversit di
Chicago. Questo articolo tratto dal suo
nuovo libro, Non per proitto, che sar
pubblicato dal Mulino.
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La Sorbona
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 43
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tudiosi illustri, come Giorgio
Pasquali o Guido Calogero,
scrittori come Domenico Star
none o meno noti ispettori mi
nisteriali, come Evaristo Breccia, ci
hanno detto e attestano che almeno dai
primi del novecento (e non dopo il
sessantotto) linsegnamento di greco
e latino in Italia stato assai manche
vole. Ma lo anche quello di matemati
ca o scienze. Aboliremmo queste mate
rie? No, certo.
Tuttavia, si dice, latino e greco negli
Stati Uniti e in altri paesi europei sono
stati aboliti. Vero, ma se si rilette, si ca
pisce che la scelta di tagliare nelle
scuole il rapporto con il latino e il greco
non appare paciicamente condivisibi
le. Fuori delloccidente, in altre aree
oggi tra le pi dinamiche del mondo, il
ruolo dello studio delle lingue antiche
che sono le radici classiche di quelle
culture, il loro greco e latino, continua a
essere fondante nellorganizzazione
scolastica e culturale.
Ideogrammi cinesi
La lingua giapponese, com noto,
profondamente diversa dalla cinese
per origini e struttura. Tuttavia il Giap
pone appartiene storicamente e cultu
ralmente allarea dellideogramma ci
nese. E nelluso contemporaneo lideo
gramma cinese presente in scritture
di ogni sorta (perino nella segnaletica
urbana e autostradale).
Quindi nelle scuole giapponesi
dobbligo lo studio dellideogramma ci
nese (il loro greco) e nelle scuole supe
riori, che da decenni coinvolgono lin
tera popolazione in et scolare, fa parte
del curricolo anche lo studio dei testi di
giapponese antico (il loro latino), che ha
grammatica e lessico in parte diferenti
dal moderno.
Nelle scuole cinesi generale e siste
matico il rapporto con i testi del periodo
classico, e il cinese classico presente nei
ceti alfabetizzati anche come elemento
fortemente identitario e uniicante tra le
molte variet di cinese e tra i diversi grup
pi linguistici della Cina. Anche nella Cina
contemporanea lantico tuttaltro che
messo da parte.
In Israele lapprendimento dellebraico
biblico, di cui per secoli sono stati deposi
tari solo i rabbini, stato il punto di par
tenza per la nascita e la difusione del neo
ebraico scritto e parlato, anche in
questarea connesso a un elevato grado di
istruzione e a una forte volont identita
ria.
Pi complessa e variegata la situazio
ne in India e nel mondo arabofono. Insie
me a inglese e hindi, il sanscrito anche se
privo di una comunit di parlanti nativi
spicca rispetto alle altre 415 lingue parlate
e alle ventidue lingue uiciali, in quanto
classical language of India. Di fatto la persi
stenza e la ripresa del suo studio nelle
scuole di molti dei 28 stati dellunione, e
ora in diverse universit, sono un forte
elemento di formazione anche primaria e
di identit.
Nel vasto e decentrato mondo arabofo
no lunit garantita non tanto dalla rela
tiva similarit dei diversi arabi locali parla
ti e scritti, di limitata intercomprensibilit,
quanto dalla presenza religiosa e pervasi
va dellarabo coranico. In questo modo si
prolunga e vive, anche oltre il mondo ara
bofono, in aree iraniche o turcofone, una
grande tradizione di scritture letterarie
e scientiiche in arabo classico, il cui
studio ben presente nelle scuole e
nelle diverse aree regionali. In molti
paesi ci non avviene senza problemi,
per le interferenze tra luso dellarabo
classico, i diferenti arabi parlati e le
lingue di colonizzazione tuttora pre
senti (il francese nel Maghreb e in Liba
no, linglese a Gerusalemme, in Pale
stina e in Egitto). Di ci vi sono contra
stanti valutazioni locali. Ma Edward
Said, nella sua autobiograia Sempre nel
posto sbagliato (Feltrinelli 2000) e in un
articolo pubblicato da Internazionale
(numero 533), ha mostrato bene quanto
per un arabofono sia rilevante la co
scienza dellimportanza di conoscere
larabo classico e quanto conti cono
scerlo efettivamente ai ini di quel
buon uso degli arabi parlati cui tutto
quel mondo attento.
Incubatori di lingue
Diversamente dallebraico biblico, ai
dato per secoli ai rabbini, il latino e, at
traverso il latino, il greco sono stati una
presenza largamente operante per il
formarsi del pensiero scientiico, del
diritto, della medicina, delle letterature
dellEuropa moderna, sia neolatina sia
germanica, dalla Gran Bretagna alla
Svezia, sia slava e anche ugroinnica,
dallUngheria alla Finlandia.
E sono stati lincubatore del formar
si delle lingue nazionali dellEuropa di
oggi. In Grecia il moderno demotico
non sarebbe nato senza la continuit
con il greco colto antico e medievale.
Una lingua germanica come linglese
al 75 per cento del suo vocabolario lati
na e neolatina.
In Italia loriginaria prossimit al la
tino stata determinante per le fortune
del iorentino antico, ossia per la sua
accettazione generale come lingua na
zionale italiana. Come linglese, lita
liano opaco per chi lo usa senza la ca
pacit di muoversi nel retroterra classi
co. Guardando al resto del mondo, an
che in occidente varrebbe la pena ri
lettere.
Senza conoscere le parole del passa
to viviamo male il presente e costruire
mo molto male il nostro avvenire. u
Tullio De Mauro un linguista italia-
no. Il suo ultimo libro La cultura degli
italiani (Laterza 2010).
DallIndia a Israele, molti
paesi prestano particolare
attenzione allinsegnamento
delle lingue antiche
Il presente ha bisogno
delle parole del passato
Tullio De Mauro per Internazionale
Lopinione
Se si rilette, si capisce che
la scelta di tagliare nelle
scuole il rapporto con il
latino e il greco non
paciicamente condivisibile
Stati Uniti
La lezione
di Obama
Peter Baker, The New York Times Magazine, Stati Uniti
Foto di Pete Souza
Ha sopravvalutato le sue doti di comunicatore e ha
sottovalutato i nemici. Voleva cambiare Washington
ma rimasto invischiato nella vecchia politica.
Bilancio alla vigilia delle elezioni di met mandato
N
ellala ovest della Casa
Bianca un intenso po-
meriggio di lavoro, ma
Barack Obama sembra
calmo e rilassato nella
poltrona che ha fatto ri-
vestire di pelle marrone. Siamo a ine set-
tembre, e il presidente appena rientrato
nello studio ovale dalla East room, dove ha
irmato lo Small business jobs act la legge
a sostegno delle piccole imprese usando
otto penne diverse per poterne regalare il
pi possibile. lultimo, importante, atto
legislativo per rilanciare leconomia prima
che gli elettori emettano il loro verdetto sui
primi due anni della sua presidenza. Il pri-
mo capitolo della presidenza Obama ini-
to. Il 2 novembre, il giorno delle elezioni, ne
comincer uno nuovo.
Mentre mi d il benvenuto, gli dico che
mi piace come ha cambiato questa stanza.
Il tappeto giallo di George W. Bush sparito
e al suo posto ce n uno color sabbia, molto
sbefeggiato, con le citazioni preferite del
nuovo presidente. Le pareti curve ora han-
no una carta da parati ocra a strisce e il ta-
volino da caf stato sostituito da un tavo-
lo di noce e mica dove, osserva Obama, non
restano le macchie dei bicchieri dacqua. Al
posto del busto di Churchill ce n uno di
Martin Luther King. I divani sono cambiati.
Obama soddisfatto del nuovo arreda-
mento. So che ad Arianna non piace, dice
con noncuranza. Ma preferisco i toni sab-
bia.
44 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Che un presidente degli Stati Uniti si
preoccupi del giudizio di Arianna Huing-
ton sul suo arredamento indubbiamente
un fatto insolito ma, diciamo la verit, negli
ultimi tempi Obama ha ricevuto critiche
anche peggiori. Il presidente che ha impo-
sto al congresso lagenda forse pi ambizio-
sa dellultima generazione disprezzato
dalla destra, rimproverato dalla sinistra e
abbandonato dal centro. E sta afrontando
le ultime settimane della campagna eletto-
rale per le elezioni di met mandato sapen-
do che rischia di essere abbandonato e di
ritrovarsi con un congresso molto pi ostile
di quello con cui ha dovuto fare i conti negli
ultimi due anni.
Anche se orgoglioso dei risultati, Oba-
ma ha gi cominciato a rilettere su cosa
andato storto, e su cosa deve fare per cam-
biare rotta. Come racconta un suo assisten-
te, ha passato un sacco di tempo a discute-
re di Obama 2.0 con il nuovo capo del suo
staf, Pete Rouse, e il suo vice Jim Messina.
Nellora che passiamo insieme, Obama di-
ce di non avere ripensamenti sullindirizzo
generale della sua presidenza. Ma ammette
di aver imparato alcune lezioni di tipo tat-
tico. apparso troppo simile ai vecchi
democratici liberal, tutti tasse e spesa pub-
blica, ha capito troppo tardi che quando si
tratta di lavori pubblici non esistono pro-
getti chiavi in mano. Forse invece di pro-
porre gli sgravi iscali per rilanciare leco-
nomia avrebbe dovuto lasciare che fosse-
ro i repubblicani a insistere sui tagli alle O
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tasse, in modo che sembrasse un compro-
messo bipartisan. E soprattutto ha impara-
to che, malgrado i suoi discorsi contro la
macchina politica di Washington, se vuole
vincere a Washington deve giocare rispet-
tando le sue regole. Non basta essere sicuri
di avere ragione se nessuno daccordo con
te. Con tutto quello che dovevamo afron-
tare, dice, probabilmente abbiamo pas-
sato pi tempo a studiare le decisioni poli-
tiche giuste che a cercare la strategia giusta.
Nella mia amministrazione cera una for-
ma di orgoglio perverso, e me ne assumo la
responsabilit: eravamo sicuri che avrem-
mo fatto la cosa giusta, anche se a breve
termine era impopolare. E nessun presi-
dente pu ignorare il fatto che il successo
dipende da un intreccio di linea politica e
strategia, e che non si devono trascurare il
marketing, le pubbliche relazioni e lopi-
nione pubblica.
Questo presumendo che negli ultimi
due anni abbia fatto la cosa giusta. Ma il di-
battito aperto. La sinistra pensa che abbia
fatto troppo poco, la destra che abbia fatto
troppo. Ci che colpisce nellautodiagnosi
di Obama che, secondo la sua lettura dei
fatti, lui, la fonte di ispirazione del 2008, ha
trascurato proprio lispirazione dopo essere
stato eletto. Non rimasto in sintonia con
gli elettori che lhanno votato. Li ha delusi
tutti: quelli che lo consideravano la perso-
niicazione di un nuovo movimento pro-
gressista e quelli che si aspettavano che
superasse le barriere di partito per aprire
unera postpartisan. Nelle ultime settima-
ne di campagna elettorale Obama ha dovu-
to fare i conti con il disincanto. Perino She-
part Fairey, lartista che ha realizzato il suo
manifesto-icona Hope, sta perdendo la
speranza.
Forse Obama doveva aspettarselo.
Quando ha ottenuto la nomination demo-
cratica, nel giugno del 2008, ha detto a una
folla in adorazione che un giorno potremo
guardarci indietro e dire ai nostri igli che
questo stato il momento in cui abbiamo
cominciato a dare assistenza agli ammalati
e posti di lavoro dignitosi ai disoccupati. Il
momento in cui linnalzamento degli ocea-
ni ha cominciato a rallentare e il pianeta ha
cominciato a guarire, il momento in cui ab-
biamo messo ine a una guerra, reso sicuro
il nostro paese e restaurato la nostra imma-
gine come lultima e migliore speranza del-
la terra. Dopo aver letto queste righe a
Obama gli chiedo che efetto gli fa la sua
altisonante retorica in questi giorni di ordi-
naria amministrazione. Suona ambizio-
sa, ammette. Ma sa una cosa? Abbiamo
fatto dei progressi su tutti questi fronti.
Cita una frase di Mario Cuomo, lex gover-
natore di New York: Le campagne eletto-
rali sono poesia, i governi prosa. Ma pro-
sa e poesia vanno a braccetto, aggiunge.
Guardando indietro, non si pu dire che
Obama non abbia mantenuto le sue pro-
messe. Credo che si possa dire: Su tanti
fronti ha ancora molto da fare. Ma non di-
mentico gli impegni presi: ne abbiamo rea-
lizzati pi o meno il 70 per cento. E spero di
poter lavorare anche sullaltro 30 per cen-
to.
Ma salvare il pianeta? Se prometti di sal-
vare il pianeta, come fanno le persone a
crederci? Ride, e poi torna a parlare di spe-
ranza e di carisma. Non ho intenzione di
scusarmi per aver suscitato grandi aspetta-
tive per me e per il paese, perch penso che
queste aspettative siano realizzabili, dice.
Lunica cosa che voglio dire una cosa che
avevo previsto e che pu essere dura da di-
gerire che in una democrazia grande e
caotica come questa, qualunque cosa ri-
chiede tempo. E la nostra non una cultura
fondata sulla pazienza.
In questo periodo Obama cerca unispi-
razione nelle biograie dei presidenti. Sta
leggendo, tra laltro, The Clinton tapes, in
cui Taylor Branch racconta le sue interviste
segrete con Bill Clinton durante gli otto an-
ni della presidenza. Stavo sfogliando una
cronaca degli anni di Clinton, dice, e ho
visto che nel 1994 quando il suo gradi-
mento era pi basso del mio, e le elezioni di
met mandato andarono male per i demo-
cratici la disoccupazione era solo al 6,6
per cento. E nessuno pu negare che Bill
Clinton fosse un grande comunicatore, che
non sapesse entrare in sintonia con gli ame-
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 45
u Il 2 novembre 2010 gli elettori
statunitensi voteranno alle elezioni di met
mandato (midterm). Si vota per i 435 seggi
della camera dei rappresentanti e per
rinnovare 37 senatori e 37 governatori.
Attualmente il Partito democratico ha la
maggioranza in entrambe le camere.
u Secondo un sondaggio di Associated
Press e Gk Poll, un terzo degli elettori
ancora indeciso. Il 45 per cento propende
per i candidati repubblicani, il 38 per
cento per i democratici e il 50 per cento
dice che voter contro il parlamentare in
carica. Gli indecisi che vorrebbero aidare
ai repubblicani la gestione delleconomia
sono il 17 per cento in pi di quelli che
vorrebbero aidarla ai democratici.
Da sapere
5 ottobre 2010. Nella Green room
della Casa Bianca
Stati Uniti
ricani o che non sapesse immedesimarsi
negli elettori.
In realt, nellautunno del 1994 le cose
andavano meglio di quanto Obama ricordi:
la disoccupazione era al 5,6 per cento. Se il
presidente che diceva sento il tuo dolore
era in diicolt in una situazione economi-
ca decisamente migliore di quella attuale
(oggi la disoccupazione al 9,6 per cento)
allora forse il problema di Obama non la
sua freddezza, come dicono certi esperti.
Quando leconomia va male, anche il pi
bravo dei presidenti ha un calo di popolari-
t. C molta diidenza nei confronti della
classe politica, mi ha detto Rahm Ema-
nuel, lex assistente di Clinton che ino a un
mese e mezzo fa era il capo dello staf di
Obama alla Casa Bianca. Ci semplice-
mente capitato di essere qui quando la mu-
sica stava inendo.
Sarebbe una caduta di stile per il presi-
dente parlare di un risultato elettorale pri-
ma di vedere i dati reali, ma chiaramente
Obama spera di ripetere lexploit di Clin-
ton, che si riprese dalla disfatta del partito
nelle elezioni di met mandato del 1994 e
due anni dopo riusc a farsi rieleggere.
strano sentire Obama che si richiama a
Clinton. Due anni fa lo derideva per la sua
politica prudente e per le sue manovre di
triangolazione, paragonandolo in termini
del 2010 rischiava di crollare al 35 per cen-
to, ricorda Ploufe.
Ma anche se tutto era stato previsto,
lamministrazione traumatizzata. Molti
funzionari temono che i giorni migliori del-
la presidenza Obama siano initi. Si chiedo-
no se sia il momento di cambiare. Anche se
il consenso per Obama non crollato al 35
per cento, secondo i sondaggi del New York
Times e di Cbs News, a settembre era sceso
al 45 per cento dal 62 per cento del giorno
dellinsediamento. Joel Benenson, il son-
daggista di Obama, fa notare che perino al
45 per cento la popolarit del presidente
di gran lunga superiore a quella del con-
gresso, dei mezzi dinformazione e delle
banche. Lopinione pubblica nutre una
profonda diidenza verso tutte le istituzio-
ni, spiega Benenson, ma il presidente
Obama ancora nettamente al di sopra.
La squadra di Obama orgogliosa di aver
rispettato tre delle cinque grandi promesse
fatte dal presidente in un discorso dellapri-
le 2009 alluniversit di Georgetown, dei-
nendole i pilastri della sua rifondazione:
assistenza sanitaria, riforma dellistruzio-
ne e nuove regole per la inanza. E ricorda
che sono stati fatti diversi passi avanti per
chiudere la missione in Iraq e allo stesso
tempo rilanciare la guerra in Afghanistan.
La storia giudicher Obama e dir che i
sfavorevoli a Ronald Reagan. Obama si
candidato contro Hillary Clinton, era lanti-
Clinton. Ora invece spera di essere in qual-
che modo il secondo avvento di Bill Clin-
ton. Perch comunque sempre meglio
che essere Jimmy Carter.
Lera della mediocrit
Nellala ovest non incontro solo Obama,
ma anche una ventina di suoi consiglieri,
alcuni formalmente autorizzati a parlare,
altri no. Quando cerco di capire come valu-
tano la situazione, il ritornello : Obama ha
ereditato una situazione pi diicile di qua-
lunque altro presidente da anni e anni a
questa parte. O da generazioni. O nella sto-
ria degli Stati Uniti. riuscito a evitare
unaltra grande depressione e allo stesso
tempo ha gettato le basi per un futuro pi
stabile. Ma per farlo ha dovuto prendere
iniziative impopolari che dovr inevitabil-
mente pagare.
Quand arrivato qui, le aspettative
erano altissime e probabilmente non reali-
stiche, dice Pete Rouse. In efetti, David
Axelrod e David Ploufe, gli architetti della
campagna presidenziale del 2008, avevano
avvertito Obama che dopo la vittoria dove-
va prepararsi a una caduta vertiginosa degli
indici di gradimento, data la gravit della
crisi. A un certo punto gli dissi che alla ine
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1 settembre 2010. Con Abu Mazen, Hosni Mubarak e Benjamin Netanyahu nella Blue room della Casa Bianca
primi due anni della sua presidenza sono
stati molto produttivi, sostiene Rouse.
Ma si pu vincere la partita interna e
perdere quella esterna. Nei momenti pi
cupi, lo staf della Casa Bianca arriva addi-
rittura a chiedersi se un presidente moder-
no pu avere successo, a prescindere da
quante leggi approva. Tutto sembra sugge-
rire di no: lopposizione implacabile e non
ha intenzione di collaborare, i mezzi din-
formazione non fanno che proporre bana-
lit e conlitti, la cultura dominante preten-
de soluzioni per il passato ed intrisa di un
cinismo sociale che ha scarsa considerazio-
ne per la leadership. Tra coloro che due an-
ni fa proponevano di scolpire una nuova
statua a Mount Rushmore per il loro presi-
dente, c chi ora ammette che dopotutto
Obama non potr essere un altro Abramo
Lincoln. Forse in un contesto come quello
attuale qualunque presidente pu essere al
massimo un presidente medio.
Oggi siamo tutti molto pi cinici, os-
serva un collaboratore di Obama. La rispo-
sta pi facile dare la colpa ai repubblicani,
e alla Casa Bianca lo fanno con grande en-
tusiasmo. Ma ripensano anche ai loro erro-
ri di giudizio, allarroganza che li ha portati
a illudersi di poter davvero sidare le leggi
della politica. Non perch davamo retta
alla nostra stampa o ai nostri comunicati.
Allinizio avevamo la sensazione di poter
davvero cambiare Washington, dice un
altro funzionario della Casa Bianca. Su-
perbia non la parola giusta, ma eravamo
troppo sicuri di noi.
Il pi grande errore di calcolo di molti
consiglieri di Obama stato convincersi
che il presidente potesse riconciliare una
classe politica spaccata e creare coalizioni
davvero bipartisan. vero che i repubblica-
ni hanno deciso di tenere una linea intran-
sigente nei confronti di Obama, ma molti
pensano che i suoi tentativi di conquistare
lopposizione siano stati troppo tiepidi. Se
qualcuno pensava che i repubblicani si sa-
rebbero piegati facilmente, chiaro che
aveva torto, dice lex senatore Tom Da-
schle, mentore e consigliere esterno di
Obama. Non so se qualcuno lo pensasse
veramente, ma in qualche modo sperava-
mo che i repubblicani abbandonassero il
campo. E ovviamente non lhanno fatto.
Per il senatore Dick Durbin, capogrup-
po dei democratici al senato e collega an-
ziano di Obama in Illinois, il problema
stato la mancanza di spirito bipartisan dei
repubblicani. Il suo destino era segnato,
dice. Quando i repubblicani hanno deciso
di serrare i ranghi per sconiggere Obama,
tutto diventato diicile e tortuoso. Gli sta-
tunitensi hanno una capacit di attenzione
piuttosto limitata. Quando li convinci che
c un problema, vogliono una soluzione.
Invece Ed Rendell, il governatore della
Pennsylvania, pensa che Obama avrebbe
dovuto essere pi abile con lopposizione. Il
suo voto severo: Otto o nove per i risulta-
ti concreti e cinque o quattro per la capacit
di comunicazione. Secondo Rendell, la
legge sullassistenza sanitaria un risulta-
to incredibile e il programma di rilancio
delleconomia stato un successo assolu-
to, incondizionato ed enorme, eppure
Obama ha permesso che queste vittorie
fossero oscurate dalle critiche. Hanno
perso la battaglia della comunicazione sul-
le due iniziative pi importanti, e lhanno
persa subito, dice Rendell, un convinto
sostenitore di Hillary Clinton, che poi si
schierato con Obama. In entrambe le oc-
casioni abbiamo usato il carisma del presi-
dente solo quando la battaglia dimmagine
era persa.
un altro ritornello che si sente ripetere
spesso alla Casa Bianca: un problema di
comunicazione. La prima giustiicazione di
ogni uomo politico in diicolt che c un
problema di comunicazione, e non di linea
politica: Se riuscissi a spiegare meglio
quello che volevo fare, le persone sarebbe-
ro pi comprensive. Che si pu
liberamente tradurre come: Se
foste pi attenti a quello che fac-
cio, non mi prendereste a calci in
faccia. Quando chiedo al porta-
voce della Casa Bianca, Robert
Gibbs, se secondo lui c stato un problema
di comunicazione, si mette a ridere. Sono
venti mesi che non partecipo a una riunio-
ne per discutere di un problema politico,
dice.
Il bicchiere mezzo vuoto
Le critiche a Obama possono essere confu-
se e contraddittorie: secondo la destra un
estremista di sinistra, secondo la sinistra
arrendevole e incline al compromesso.
un socialista anticapitalista troppo vicino a
Wall street, un sostenitore dellAmerica de-
bole in materia di difesa, che ha mantenuto
il programma antiterrorismo di Bush senza
tutelare i diritti civili.
Quando diceva di essere il presidente
del cambiamento, intendeva dire che il po-
polo americano doveva ritrovare la iducia
nelle istituzioni, spiega Ken Duberstein,
lex capo di gabinetto di Reagan alla Casa
Bianca, che nel 2008 ha votato per Obama.
Ora sappiamo che non ha funzionato.
Semmai oggi le persone sono ancora pi
diidenti, soprattutto nei confronti del go-
verno. Perci da questo punto di vista il
cambiamento non ha funzionato. E onesta-
mente penso che questa fase si debba chiu-
dere: dimentichiamo il cambiamento e
proviamo con un presidente operativo,
qualcuno con cui le persone possano trova-
re un accordo. C stata una specie di rigidi-
t ideologica che gli elettori non hanno ca-
pito.
C anche chi vorrebbe maggiore rigidi-
t ideologica. Norman Solomon, attivista
progressista e presidente dellInstitute for
public accuracy, dice che Obama ha com-
pletamente bruciato la grande opportuni-
t di reinventare gli Stati Uniti perch non
stato abbastanza aggressivo su questioni
come lassistenza sanitaria pubblica. Altre
personalit della sinistra americana la pen-
sano esattamente allo stesso modo sul pro-
blema dei gay nelle forze armate o su Guan-
tnamo. Da quando stato eletto, stata
tutta una rilessione: e continua a perdere
terreno, dice Solomon. Non diciamo che
un incapace perch sarebbe sbagliato, pe-
r sembra procedere a marcia indietro. E
aggiunge: I cittadini sono arrabbiati e si
sentono strumentalizzati. come se dices-
sero: accidenti, credevamo in questuomo
e ora che presidente si comporta in modo
cos diverso da quello che diceva.
Incalzato su due fronti, Oba-
ma sembra frustrato e, a volte,
sulla difensiva. A uniniziativa
per la Festa del lavoro, a Milwau-
kee, ha accusato i poteri forti di
trattarlo male. Non sempre so-
no contenti di me, ha detto ai suoi sosteni-
tori. Parlano di me come di un cane que-
sto non era nel testo del discorso, ma vi dico
che vero.
Il fuoco amico forse lo preoccupa anco-
ra di pi. I democratici tendono per natura
a vedere il bicchiere mezzo vuoto, ha di-
chiarato di recente a un evento per la rac-
colta di fondi a Greenwich, nel Connecti-
cut. Riusciamo a far passare una legge
storica sullassistenza sanitaria, ma... co-
me, lopzione pubblica non c pi? Riu-
sciamo a far passare la legge sulla riforma
inanziaria per, mhm, quella particolare
norma sui derivati, non sono sicuro di es-
serne soddisfatto. E, accidenti, non abbia-
mo ancora ottenuto la pace mondiale: pen-
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 47
Quando i repubblicani
hanno deciso di
serrare i ranghi, tutto
diventato diicile
Stati Uniti
savo che ci volesse meno tempo.
Ma ancora una volta Obama stesso, e
non solo i suoi sostenitori, a presentare la
sua presidenza in termini grandiosi. Due
settimane dopo levento nel Connecticut, a
unaltra raccolta di fondi ha chiesto ai de-
mocratici di avere pazienza: C voluto
tempo per liberare gli schiavi. C voluto
tempo perch le donne ottenessero il voto.
C voluto tempo perch i lavoratori otte-
nessero il diritto di organizzarsi.
Una mattina, quando si avvicinavano i
primi cento giorni dellamministrazione,
Obama era in riunione con i suoi principali
consiglieri nello studio ovale. Mentre
aspettavano David Axelrod, che era in ri-
tardo, qualcuno aveva accennato allimmi-
nente ricorrenza chiedendo a Obama cosa
lavesse stupito di pi da quando aveva as-
sunto lincarico. Il numero di persone che
non pagano le tasse, aveva risposto ironi-
co.
Fin dallinizio, Obama stato colto di
sorpresa da una serie di side che lhanno
messo in diicolt: non solo i grandi pro-
blemi che conosce, come leconomia e le
guerre, ma anche una miriade di piccole
questioni, a cominciare dalle nomine a cui
ha dovuto rinunciare perch si scoperto
che i candidati non pagavano le tasse. Oba-
ma si idava della sua capacit di giudizio e
sembrava dare per scontato che gli espo-
nenti pi rappresentativi del suo partito
fossero onesti, e che gli esponenti pi rap-
presentativi dellaltro partito volessero la-
vorare con lui.
La retorica del cambiamento
Quattro dei cinque presidenti che hanno
preceduto Obama erano governatori arri-
vati alla Casa Bianca con la promessa di
trasformare Washington, e tutti hanno do-
vuto rendersi conto che Washington sida
la facile e spesso vuota retorica del cambia-
mento. Anche se era senatore e non gover-
natore, Obama ha fatto le stesse promesse
e ha incontrato la stessa realt. I primi due
anni della sua presidenza sono la storia di
un uomo che arriva da fuori per cambiare
Washington, e trova una situazione peggio-
re di quanto immaginasse, dice un consi-
gliere. Allimprovviso luomo si rende
conto che per afrontare questi problemi
deve lavorare con Washington.
Obama non si sforza troppo di nascon-
dere il suo disprezzo per Washington e le
convenzioni della politica moderna. I colla-
boratori dicono che durante il giorno, quan-
do emerge dallo studio ovale, a volte si fer-
ma davanti al televisore nella zona di rice-
vimento, simmerge nelle cable chatter (le
sciocchezze via cavo, come le ha deinite
una volta), poi scuote la testa e si allontana.
Non si sente ancora a suo agio qui, com-
menta un alto funzionario della Casa Bian-
ca. Ha poca pazienza per quelle che Valerie
Jarrett, consigliera anziana, deinisce le
inevitabili messe in scena di Washington.
Ma in politica, che sia giusto o meno, il
teatro conta, e questa una lezione che
Obama continua a imparare, anche se a
denti stretti. La decisione di cambiare lar-
redamento dello studio ovale stata criti-
cata come un lusso superluo in tempi di
austerit, anche se la ristrutturazione sta-
ta pagata con fondi privati. Durante la cam-
pagna elettorale pensava che fosse sciocco
mettersi una spilla con la bandiera statuni-
tense in segno di patriottismo, ma stato
aspramente criticato e un bel giorno ha do-
vuto decidersi a indossarne una. Pensava
che durante la permanenza alla Casa Bian-
ca potesse limitarsi a pregare in
privato, inch un sondaggio ha
rivelato che la maggioranza dei
cittadini americani si chiedeva se
fosse cristiano. Qualche settima-
na dopo ha assistito alle funzioni
della St. John Church, dallaltra parte di La-
fayette square, con i fotograi al seguito.
Quando stato eletto Obama aveva
unenorme fiducia nella sua capacit di
persuasione. Sembrava convinto di poter
superare le divisioni semplicemente se-
dendosi accanto ai personaggi pi irremo-
vibili del mondo, che fossero i mullah di
Teheran o i repubblicani di Capitol Hill. Ma
il candidato che voleva incontrare senza
precondizioni i nemici degli Stati Uniti nel
primo anno della sua presidenza, di fatto
non ne ha incontrato nessuno. E il presi-
dente che nel discorso sullo stato dellunio-
ne di questanno ha promesso di riunirsi
mensilmente con i leader di entrambi i par-
titi ha inito per farlo solo la met delle vol-
te.
Obama deve ancora decidere una volta
per tutte se fa parte di Washington o no.
Durante il dibattito sulla riforma sanitaria
ha voluto che Emanuel stringesse accordi
con lindustria farmaceutica, mentre Axel-
rod lo presentava come un uomo al di sopra
dei soliti giochi. Forse siamo stati inge-
nui, dice Axelrod, ma Obama ha sempre
avuto buoni rapporti con gli esponenti di
entrambi i partiti. E poi probabilmente
pensava che nel bel mezzo di una crisi, an-
che nello schieramento avversario si potes-
sero trovare dei partner disposti a dare una
mano per superare la situazione. Credo che
nessuno si aspettasse il livello di faziosit
con cui ci siamo scontrati. Emanuel dice
che i repubblicani hanno adottato la strate-
gia di avvelenare il pozzo: Non si accon-
tentavano di farci sgolare, volevano esaspe-
rare il paese.
Ma anche Obama sa essere fazioso. Do-
po mesi di negoziati segreti, alcuni funzio-
nari dellamministrazione pensavano di
essere vicini a un pacchetto di nuove norme
inanziarie da approvare insieme ai repub-
blicani quando, con loro grande disappun-
to, la Casa Bianca ha deciso di usare la que-
stione per combattere una battaglia politica
di alto proilo contro i poteri forti di Wall
street. A quel punto le possibilit di un ac-
cordo bipartisan sono crollate e Obama ha
potuto contare quasi esclusivamente sui
voti dei democratici.
I consiglieri di Obama che hanno lascia-
to la Casa Bianca negli ultimi mesi sono ri-
masti colpiti da come sembra diversa, e
peggiore, la situazione vista dallesterno.
Dopo aver lasciato la carica di ca-
po delluicio bilancio della Casa
Bianca, Peter Orszag ha cercato
lavoro come dirigente dazienda,
e si stupito di quanto sia profon-
da la spaccatura tra il presidente
e il mondo imprenditoriale. Invece di per-
dere tempo a discutere se sia legittima, ha
aggiunto riferendosi ai suoi ex colleghi,
dovrebbero ammettere che sta pesando
su quello che fanno.
Lisolamento una maledizione di ogni
presidente, ma pi di ogni altro presidente
dopo Jimmy Carter, Obama d limpressio-
ne di essere introverso, un uomo che trova
logoranti i contatti prolungati con gruppi di
persone al di fuori della sua cerchia ristret-
ta. Sa entusiasmare uno stadio di 80mila
persone, ma quel pubblico una massa im-
personale. Le situazioni con gruppi pi pic-
coli possono essere diicili per lui. I suoi
uomini hanno imparato che dopo un even-
to importante nella East room meglio
concedergli qualche momento, per dargli il
tempo di ritrovare la sua energia. A dife-
renza di Clinton, che non ha mai perso
unoccasione per stringere mani e ricam-
biare saluti, Obama non apprezza gli ap-
procci troppo calorosi. Per questo c il vi-
cepresidente Joe Biden. Questanno, quan-
do intervenuto alla Business roundtable,
lassociazione degli amministratori delega-
48 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Obama deve ancora
decidere una volta per
tutte se fa parte di
Washington o no
ti delle principali aziende statunitensi, se
n andato subito dopo il discorso senza
tanti convenevoli e con grande delusione
dei suoi collaboratori, convinti che si fosse
fatto pi male che bene. A Obama non pia-
ce fermarsi a fare quattro chiacchiere.
Quando ci mettiamo seduti, comincia la
nostra conversazione in modo molto pro-
saico: Forza, cominci.
A detta di tutti, Obama afronta le dii-
colt politiche con equilibrio. Zen il ter-
mine usato abitualmente nellala ovest.
Questo non vuol dire che non perda mai la
pazienza. risaputo che tratta con durezza
i suoi collaboratori quando pensa di avere
troppi impegni. Toglie la parola di bocca ai
consiglieri che danno informazioni riprese
pari pari dai rapporti: Questo lho gi let-
to, dice stizzito. Non vuole che i collabora-
tori escano dal campo assegnato, ma tutti
hanno imparato a presentarsi alle riunioni
con unopinione, perch il presidente pren-
de di mira chi rimane in silenzio. Era molto
avvilito nei giorni del disastro petrolifero
nel golfo del Messico, quando si reso con-
to di essere quasi impotente. Gli altri presi-
denti spesso si rifugiavano a Camp David,
ma Michelle Obama ha detto ai suoi ospiti
che il marito non apprezza particolarmente
quella tenuta perch ama la citt. Scarica la
tensione nel campetto da basket della Casa
Bianca: Dai, forza, fallo quel tiro, dice ai
collaboratori che giocano con lui.
Il segno pi evidente della tensione
nei capelli. Probabilmente non gli piacer
che lo dica, ma mi sono accorto che di-
ventato un po pi grigio, mi ha detto il se-
gretario alla difesa Robert Gates. Certe
decisioni fanno questi scherzi. Ma lo stress
del lavoro rimane per lo pi inespresso. Di
solito parliamo delle lettere di condoglian-
ze da scrivere, ha aggiunto Gates. Non ci
soffermiamo su certe cose. Semmai
Obama a incoraggiare i membri pi giovani
dello staf, ricordandogli che la politica, co-
me la vita, fatta di cicli, e che un giorno
potranno raccontare ai igli di aver parteci-
pato a qualcosa di grande.
Mentre Clinton telefonava nel cuore
della notte a mezza Washington per dare o
chiedere consigli, Obama raramente si al-
lontana dal gruppo ristretto di consiglieri:
Rahm Emanuel, David Axelrod, Peter Rou-
se, Jim Messina, David Plouffe, Robert
Gibbs e Valerie Jarrett, pi una manciata di
amici intimi. riservato perino con noi,
dice un assistente. Fatta eccezione per al-
cune persone che gli sono particolarmente
vicine, un libro chiuso. Anche per proble-
mi di sicurezza, solo quindici persone han-
no lindirizzo email del suo BlackBerry. Nei
lunghi voli sullAir Force One, Obama si ri-
tira nella sala conferenze e gioca a carte
facendo contemporaneamente a gara di
insulti con tre collaboratori: Reggie Love, il
suo assistente personale, Marvin Nichol-
son, lorganizzatore dei suoi viaggi, e Pete
Souza, il fotografo della Casa Bianca.
Quando gli chiedo se ha un iPad, risponde:
Ho un iReggie, che ha tutti i miei libri, i
miei giornali e la mia musica in un solo po-
sto.
Valerie Jarrett attribuisce lequilibrio di
Obama alla sua educazione. veramente
diverso, dice. Ha una particolare coscien-
za di s che deriva dal fatto di essere cre-
sciuto con una madre sola, di aver vissuto
anche di buoni alimentari per i poveri e di
aver lavorato come organizzatore nei grup-
pi sociali di Chicago. Come dice Gibbs:
Ha unimpressionante capacit di con-
centrarsi sul quadro dinsieme e sul lungo
periodo. Con questo non voglio dire che
non sia criticabile. Ma sa distinguere tra
una battuta darresto, un incidente di per-
corso e il semplice chiasso.
E il chiasso sicuramente non manca. Ma
in campagna elettorale i suoi uomini hanno
visto tornare lenergia di un tempo. Obama
apprezza particolarmente le cosiddette ba-
ckyard session, gli incontri con i sostenitori
sul prato di casa. Non lo vedevo cos felice
da molto tempo, dice un collaboratore.
Dopo uno di questi incontri, Obama gli ha
detto: Mi ricorda lIowa in autobus.
Tutti i presidenti, quando sono in dii-
colt, hanno nostalgia dei bei tempi della
campagna elettorale. Dopo tutto, quelli
erano i momenti dei sogni, quando tutto
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 49
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21 settembre 2010. Sotto il colonnato della Casa Bianca
11 ottobre 2010. Nello studio ovale
Stati Uniti
era possibile, quando migliaia di persone si
riunivano a Grant park, a Chicago, per
commuoversi davanti alla promessa di un
futuro diverso. Ma nei momenti di lucidit,
Obama si rende conto di quanto siano se
lettivi quei ricordi. In qualche modo si
creato il mito che la nostra campagna elet
torale sia stata impeccabile, che io non ab
bia mai fatto errori, che eravamo maestri
della comunicazione, che tutto sia andato
liscio come lolio, dice. E ora che sono
presidente e le cose sembrano confuse e
non sempre funzionano come previsto, le
persone sono furibonde. Ma ricordo bene
com andata la campagna: stata altret
tanto caotica e altrettanto diicile. E ci so
no stati momenti in cui i nostri sostenitori
hanno perso la speranza, e sembrava che
non potessimo vincere. Ora stiamo attra
versando una fase simile.
Ho seguito gli ultimi tre presidenti e ho
visto come ognuno di loro sia stato messo
alla prova, anche se in circostanze molto
diverse: Bill Clinton dallimpeachment per
aver mentito sulla sua relazione con una
stagista della Casa Bianca, George W. Bush
dalla volont di cominciare una guerra che
si sarebbe trascinata per anni con costi
enormi e Barack Obama dallo sforzo di in
vertire la rotta della peggiore crisi econo
mica dai tempi della grande depressione.
Anche se le situazioni non sono paragona
bili, alcune dinamiche rimangono identi
che. Presidenti che vivono e muoiono per i
sondaggi sono pronti a sostenere che non
signiicano nulla appena i numeri scendo
no un po. Continuano a ripetere che i prin
cpi vengono prima della strategia politica,
ma in realt quasi sempre un misto delle
due cose. Riconoscono le diicolt ma giu
rano che passeranno. Si deiniscono corag
giosi quando sidano lopinione pubblica e
si lamentano perch i mezzi dinformazio
ne distorcono la situazione e alimentano le
divisioni. Accusano gli avversari di essere
distruttivi.
Parlando con Obama e i suoi collabora
tori, si sentono strani echi di Clinton e Geo
rge W. Bush. Obama dice che le questioni
semplici non le conosce, a lui arrivano solo
quelle diicili, come diceva Bush. Dice che
la guerra al terrorismo non inir con una
resa solenne, e di non voler ignorare i pro
blemi. Bush diceva spesso le stesse cose.
Prima delle elezioni di medio termine del
1994, Clinton prendeva in giro i repubbli
cani perch promettevano di ripianare il
bilancio e tagliare le tasse allo stesso tem
po: Non sono seri, ripeteva. Nel corso
della nostra conversazione, Obama ha usa
to quattro volte una variante della frase
non sono seri riferendosi ai piani di bi
lancio dei repubblicani.
Questo non vuol dire che i tre presidenti
si somiglino. Sono persone completamente
diverse. Ma a parte lideologia, Obama a
volte sembra un incrocio tra Clinton e Bush.
Come Clinton, gli piace approfondire gli
aspetti intellettuali di una decisione politi
ca, studiando tutte le informazioni dispo
nibili e sollecitando opinioni diverse. Alcu
ni nel suo staf non approvano che lasci le
decisioni irrisolte per troppo tempo. Ma,
come Bush, una volta che ha preso una de
cisione raramente ci torna sopra. E porta
avanti i suoi impegni in modo piuttosto di
sciplinato: fa cominciare la nostra intervi
sta mezzora prima dellora issata, proprio
come a volte faceva Bush. Bill Clinton, in
vece, segue ancora il fuso orario di Clinton:
poche settimane fa si presentato con pi
di sei ore di ritardo a un appuntamento per
unintervista. Una costante di tutti e tre: ci
hanno messo un po di tempo a crescere e a
indossare comodamente i panni del presi
dente.
Completare il quadro
Obama ottimista sulla possibilit di lavo
rare insieme ai repubblicani dopo le elezio
ni. Pu darsi che dopo questo voto si sen
tiranno pi responsabili, osser
va. O perch non sar andata
bene come si aspettano, e questo
vorr dire che la strategia di dire
sempre no e starsene in panchina
a lanciare bombe non ha funzio
nato, oppure perch sar andata ragione
volmente bene e gli elettori si aspetteranno
proposte serie e la volont di lavorare seria
mente con me.
Ma anche se questalleanza diventer
una realt, nei prossimi due anni lammini
strazione dovr soprattutto consolidare e
difendere quello che Obama ha fatto ino
ra. Anche se dovessi avere esattamente lo
stesso congresso, anche se non perdessimo
un seggio, il ritmo dei prossimi due anni
sar inevitabilmente diverso da quello dei
primi due, dice Obama. Ci sar un sacco
di lavoro da fare solo per far funzionare le
cose e per essere sicuri che le nuove leggi
vengano applicate.
Come dice uno dei principali consiglie
ri: A meno che non scoppi una crisi, ci sa
ranno ben pochi stimoli a fare grandi cose
nei prossimi due anni. Eppure Obama e i
suoi collaboratori criticano ancora la caute
la di Clinton. ragionevole ipotizzare che
non si potr perdere tempo nei prossimi
due anni, dice Ploufe. Obama non ha
intenzione di giocare ai quattro cantoni.
Prima di andarsene, Emanuel mi dice: Bi
sogna fare qualcosa. Bisogna avere una li
sta delle priorit.
Ma che genere di lista? Non cos ampia e
non cos provocatoria, dicono alcuni consi
glieri. Dovr essere limitata, concentrarsi
su quello che realistico fare e sulle priorit
del popolo americano, dice Dick Durbin.
Tom Daschle pensa che Obama dovr cer
care lappoggio degli avversari. La parola
chiave inclusione. Deve trovare il modo
di essere inclusivo.
Rendell la pensa diversamente. Non
preoccupatevi troppo dello spirito biparti
san se i repubblicani continuano a riiutarsi
di collaborare, consiglia. Fate quello che
dovete fare. Rispondete combattendo. Al
lo stesso tempo dice che bisogna smetterla
di lamentarsi per la situazione ereditata.
Dopo queste elezioni, non dobbiamo pi
guardare indietro. Basta dare la colpa
allamministrazione Bush. A forza di ripe
terlo, sembriamo un disco rotto. E dopo
due anni siamo noi i padroni.
Obama rester il padrone per altri due
anni, o sei se trover il modo di andare
avanti. Quando scrive, Obama apprezza il
ritmo di un storia movimentata. Ma chi il
protagonista in realt? In fondo questo pre
sidente ancora un mistero per molti statu
nitensi. Durante la campagna
elettorale ha venduto se stesso o
lidea di se stesso piuttosto che
una politica precisa, e gli elettori
hanno completato il quadro co
me meglio credevano. Era, come
disse una volta, un grande test di Ror
schach.
Ora il quadro continua a completarsi.
Dopo ogni scelta, limmagine di Obama
migliora o peggiora nella mente degli sta
tunitensi. Dice di sapere dove sta andando
e di voler acquistare velocit malgrado gli
ostacoli che lo aspettano. La primavera
scorsa, nella settimana in cui il congresso
ha approvato la riforma sanitaria e lammi
nistrazione ha raggiunto un accordo per un
trattato sul controllo delle armi con la Rus
sia, ha detto a un gruppo di visitatori: Io
comincio piano, ma inisco forte.
E dovr farlo, se vuole che la storia che
sta scrivendo vada nella direzione che vuo
le lui. u gc
50 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
In fondo questo
presidente ancora
un mistero per molti
statunitensi
Di nuovo in edicola
52 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Economia
D
onald St. Pierre senior
ha fondato lAsc ine wi
nes a Pechino nel 1996,
insieme al iglio Donald
St. Pierre junior, che
tutti chiamano Don ju
nior. A quellepoca i St. Pierre non erano n
produttori di vino n sommelier. Il padre,
che da giovane aveva lavorato nel settore
automobilistico a Detroit, a Pechino e in
altre citt, era pi il tipo che apprezzava un
hot dog e un bicchiere di bourbon, per usa
re le parole di un suo ex collega. Ma i due
sapevano vendere. Nel corso degli anni i St.
Pierre hanno venduto o preso in conside
razione lidea di vendere prodotti per neo
nati, maschere antigas, fotocopiatrici,
guanti da golf, rottami di ferro, biancheria,
zucchero, pistacchi e munizioni cinesi e
russe.
Quando hanno cominciato a importare
vino, dopo aver acquistato una societ di
Hong Kong chiamata Asia solutions corpo
ration, hanno creato anche un loro prodot
to. La famiglia era originaria del Canada,
ma St. Pierre ha pensato: Sfruttiamo il no
stro cognome francese. Cos nato lo
Chteau St. Pierre, un vino rosso california
no imbottigliato da una fabbrica di Pechino.
Sulletichetta cera il disegno di un castello
che gli importatori avevano copiato da un
libro. Una bottiglia costava 45 yuan, meno
di sei dollari.
Quasi tutto quello che St. Pierre sapeva
sul vino lo aveva imparato bevendolo. Da
quel punto di vista era molto preparato, ma
dopo aver messo tutti i risparmi della sua
vita in quellimpresa, ha scoperto che non
aveva pi nulla. Quellidea geniale che
avevamo avuto non era stata poi cos genia
le, dice Don junior. I cinesi non erano mol
to interessati al vino.
Un giorno St. Pierre ha ordinato una
bottiglia in un ristorante di Pechino e si
accorto che i camerieri si sforzavano di
stapparla con un apriscatole. A quel punto
ha cominciato a regalare cavatappi. Due
anni dopo, quando padre e iglio sono anda
ti a Bor deaux per il Vinexpo, la pi grande
iera di vini del mondo, nessuno li ha presi
molto sul serio.
Alcune regioni della Cina si trovano sul
45 parallelo, alla stessa latitudine di Bor
deaux, e il paese produce una piccola quan
tit di vino dai tempi della dinastia Han, ma
il vino non mai stato una bevanda popola
re. Molti cinesi lo chiamano il liquore rosso,
per distinguerlo dal liquore bianco o baijiu,
un fortissimo distillato di cereali che mol
to pi difuso. Per decenni le enormi azien
de vinicole statali avevano mescolato luva
con prodotti chimici e coloranti, e il risulta
to aveva fatto passare la voglia di bere vino
ai pochi cinesi che avevano osato assaggiar
lo.
Ma da quando la Cina ha cominciato ad
aprire i suoi mercati, le prospettive del com
mercio di vino sono migliorate. Il ministero
dellagricoltura stava cercando di svezzare
la popolazione dal baijiu per poter destinare
i cereali allalimentazione invece che alla
produzione di alcol. Nel 1996 il consiglio di
stato ha vietato il consumo di baijiu ai ban
chetti uiciali. La Cina si stava anche pre
parando a entrare nellOrganizzazione
mondiale del commercio, e questo avrebbe
comportato una riduzione dei dazi sulle im
portazioni, facendo scendere il prezzo dei
vini stranieri.
I cinesi di solito diluivano il vino con le
bibite analcoliche (secondo un detto popo
lare, vino rosso e Sprite, pi ne bevi e pi
diventi dolce). Ma i ragazzi la considerava
no unabitudine da cafoni e tra i produttori
di vino stranieri qualcuno aveva cominciato
a pensare che la sempre pi numerosa bor
ghesia cinese avrebbe potuto imparare ad
apprezzare il vino per apparire pi rainata,
come avevano fatto gli statunitensi negli
anni sessanta.
Bianchi e rossi
invadono la Cina
Evan Osnos, The New Yorker, Stati Uniti
La nuova borghesia cinese comincia ad apprezzare il vino. Le importazioni
sono in continua crescita e nascono scuole per intenditori. Il merito
di due imprenditori canadesi. Linchiesta del New Yorker
u Nel corso del 2009, in piena crisi
economica, il consumo di vino diminuito
quasi ovunque nel mondo, con
ripercussioni sulla produzione.
In Cina, invece, tra gennaio e luglio dello
stesso anno la produzione vinicola
aumentata del 40,8 per cento,
raggiungendo le 418mila tonnellate.
u Secondo le ultime ricerche di Vinexpo,
entro il 2012 la Cina diventer il settimo
consumatore mondiale di vino, con un
milione di bottiglie allanno. Le citt dove si
beve di pi vino sono Pechino, Shanghai,
Guangzhou, Shenzhen e Chengdu.
La Francia il primo paese esportatore
di vino in Cina.
Da sapere
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 53
Alla fine del 1998 St. Pierre ha avuto
unidea: una confezione regalo per il capo-
danno cinese con due bottiglie di vino e un
paio di slip da donna che si intravedevano
da un riquadro di cellophane. I suoi dipen-
denti gli hanno fatto notare che la Cina non
era ancora pronta per questo e gli hanno
suggerito di metterci una cravatta allocci-
dentale, che stava diventando di moda. St.
Pierre si accordato con una fabbrica che
gli ha fornito uno stock di cravatte a 60 cen-
tesimi luna. Ha preparato 200 confezioni
regalo e le ha mandate a PriceSmart, una
catena di supermercati di Pechino e
Shanghai. Il primo giorno che le hanno
messe in vendita, sono andate tutte esauri-
te, ricorda. Niente male. Prima che inis-
sero le feste lAsc aveva venduto duecento-
mila scatole. Lanno dopo e quello successi-
vo liniziativa promozionale stata ripetuta.
stata la nostra salvezza, dice St. Pierre.
A sessantotto anni St. Pierre ha i capelli
grigio-biondi, la barba e la voce arrochita
dal fumo. Gli piacciono i vestiti costosi e le
cravatte larghe, uno stile vistoso che ricorda
i tempi doro del suo vecchio capo alla Chry-
sler, Lee Iacocca. Gli uomini della sua gene-
razione e della sua classe sociale preferisco-
no non accendersi da soli la sigaretta se c
una cameriera disposta a farlo in cambio di
una strizzatina docchio. Lui e mia madre
non hanno mai risparmiato un centesimo,
dice il iglio. Non voglio neanche pensare
quante volte hanno rischiato di restare sen-
za i soldi per pagarmi la scuola. Non che
giocasse dazzardo. Spendeva i soldi per
noi. Si godeva la vita. uno di quelli che se
hanno mille dollari in tasca si sentono dei
signori e li spendono per una buona cena.
Non raro, di sera, trovare St. Pierre sul
secondo sgabello a sinistra del bar del Capi-
tal Club, un locale esclusivo che accoglie sia
cinesi sia stranieri al cinquantesimo piano
di un grattacielo da cui si vede un ampio pa-
norama di Pechino. Qualche anno fa ha tro-
vato una cinese di nome Zhu Wen seduta al
suo posto e la prima cosa che le ha detto
stata: Sono Don St. Pierre. Lo chieda a
chiunque. Quel posto mio. Lei lo ha man-
dato a quel paese. Due anni dopo si sono
sposati. Il primo matrimonio di Don, durato
39 anni, era inito nel 2004.
Il segreto del suo successo
Qualche tempo fa, quando ci siamo incon-
trati in quel bar, quasi tutti quelli che passa-
vano si fermavano a salutarlo. Come stai,
stronzo?, rispondeva con un sorriso, e per
lui era un complimento. Questo atteggia-
mento aggressivo emerge anche nel suo
unico hobby, il golf. Nel 1997, durante un
torneo di beneicenza, accus la squadra
avversaria di barare. Il gruppo era compo-
sto da quattro alti funzionari del Partito co-
munista, tra cui un generale dellesercito e
il presidente di una grande fabbrica di armi.
I suoi amici lo invitarono a lasciar perdere,
ma lui prima di farlo alz il dito medio e dis-
se: Andate a farvi fottere, imbroglioni! (le
sue proteste convinsero gli organizzatori
del torneo a dare alla sua squadra una quota
del premio). Ho chiesto a St. Pierre se non
ha mai pensato di essere troppo aggressivo.
Ha aggrottato la fronte e mi ha risposto:
Che signiica troppo aggressivo? Devi far
fuori i tuoi avversari o no?.
Con la sua tattica, lAsc diventata la pi
grande importatrice di vino in Cina e i suoi
profitti superano i 70 milioni di dollari
allanno. Jancis Robinson, un famoso esper-
to londinese, ha scritto che i St.Pierre han-
no raggiunto una posizione nel mercato
del vino cinese pari a quella dei Gallo negli
Stati Uniti. stata lAsc a introdurre il vi-
no in Cina, dice Patricio de la Fuente Saez,
un importatore rivale. Sono stati loro i pio-
nieri. Hanno fatto un lavoro incredibile.
Probabilmente senza lAsc met dei cinesi
che oggi bevono vino non lo comprerebbe-
ro.
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Cameriere si esercitano davanti al ristorante dove lavorano a Weinan, nella provincia dello Shaanxi
Economia
54 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Nel 1998 Gernot Langes-Swarovski,
lerede dellimpero del cristallo austriaco,
ha comprato il 49 per cento delle azioni del-
la societ (in seguito arrivato al 70 per
cento), e lAsc ha usato quei soldi per espan-
dersi. Nel 2001 sono arrivati i primi proitti.
I St. Pierre hanno approittato delle dimen-
sioni della loro azienda per attirare le eti-
chette pi prestigiose sottraendole ai loro
concorrenti. Gli importatori di vino stavano
aumentando, oggi sono pi di mille, ma nel
frattempo lAsc aveva irmato accordi con
pi di cento fornitori.
La concorrenza era ormai cos forte che,
a volte, somigliava a una guerra: i dipen-
denti dellAsc raccoglievano informazioni
sulle navi sospette che attraversavano il Pa-
ciico per scoprire se cerano ditte che com-
pravano un carico di vino e lo mandavano in
Cina aggirando gli importatori locali.
Dal 2004 al 2008 i proitti dellAsc sono
cresciuti in media del 46 per cento lanno.
Lazienda cresciuta cos rapidamente che
Campbell Thompson, ex responsabile del
marketing, dice: Gran parte del lavoro
consisteva nel cercare di non farsi prendere
la mano. Il Chteau Latour un Bordeaux
molto richiesto e nel 2007 i St. Pierre ne
hanno comprato pi di chiunque altro al
mondo.
Poi, il 6 marzo del 2008, luicio per la
prevenzione del contrabbando delle doga-
ne cinesi ha avviato unindagine sugli im-
portatori di vino perch sospettava che fal-
siicassero i prezzi. I suoi agenti hanno co-
minciato a perquisire tutte le ditte per con-
trollare anni di documenti alla ricerca delle
prove che gli importatori abbassavano il
prezzo dichiarato dei vini per pagare meno
tasse doganali. Anche la Asc ine wines, che
aveva trasferito la sua sede a Shanghai,
stata presa di mira. Negli ultimi tempi era
Don junior, che ormai aveva 42 anni ed era
padre di due igli, a occuparsi quotidiana-
mente della societ di cui era diventato
lamministratore delegato. Gli piaceva in-
dossare abiti fatti su misura, occhiali di tar-
taruga e, ogni tanto, un paio di pantaloni
rosso vivo. Aveva conosciuto sua moglie
Monica Xu, originaria di Shanghai, a una
presentazione di vini, e i loro igli erano bi-
lingui. Rispetto a suo padre era pi sobrio,
ma mascherava la sua forza.
Non ho mai conosciuto nessuno cos
determinato, dice Joel Thevoz, che ha stu-
diato con lui alla George Washington uni-
versity. Luicio di Don junior era meticolo-
samente ordinato ma allegro, pieno di calici
a stelo e costose bottiglie di vino. Di solito
era l alle otto di mattina, ma per caso il
giorno in cui sono arrivate le autorit doga-
nali non cera. Poco dopo la loro visita, lo
hanno invitato a presentarsi per fargli qual-
che domanda. Due giorni dopo,
quando tornato a Shanghai, ha
chiesto al suo autista di portarlo
alluicio della dogana.
Da l, stato portato al centro
di detenzione di Shanghai e mes-
so in una cella con altre cinque persone: tre
cinesi, un uomo di Hong Kong e un nigeria-
no. Due aspettavano di essere processati
per reati violenti. Don St. Pierre ha contat-
tato i suoi amici inluenti per chiedere aiuto.
Ha scritto una lettera aperta allesperto lon-
dinese Jancis Robinson in cui, a proposito di
suo iglio, diceva: Mi stato assicurato che
nel giro di pochi giorni torner nel suo ui-
cio e questa storia far la stessa ine di tante
altre che mi sono capitate nei 22 anni che ho
passato in Cina. Sar dimenticata. Donald
St. Pierre nato su unisola del iume Otta-
wa, in una fattoria senza elettricit, riscal-
damento n acqua corrente. Dinverno la
famiglia dormiva in cucina per stare vicino
alla stufa. Quando Don aveva nove anni,
suo padre, un installatore idraulico, trov
lavoro a Windsor, nellOntario, sulla spon-
da canadese del iume davanti a Detroit. Il
suo primo impiego fu alluicio corrispon-
denza della Ford. Di sera seguiva le lezioni
di scienze politiche ed economia allHenry
Ford community college delluniversit di
Windsor, ma non si laure mai.
A diciannove anni, conobbe a una festa
Patricia Collison, unaspirante hostess di
Windsor che se lera svignata da un ballo
della Ywca. Faceva progetti per il futuro
pi di tutti gli altri miei amici, racconta
Collison. Era cos sicuro di s e diceva che
se avessi avuto iducia in lui, ci saremmo
divertiti molto insieme. Quattro anni dopo
si sposarono. Lei era hostess di terra alla
Pan Am, mentre lui si faceva strada nella
Ford. Ebbero un figlio, Don junior, e nel
1976 si trasferirono a Detroit.
Nel 1982 St. Pierre era gi responsabile
delle forniture per il reparto esteri della Je-
ep allAmerican Motors e la societ lo man-
d in Indonesia. A Jakarta Don junior, che
allepoca frequentava le scuole superiori, fu
conquistato dallAsia. Adorava Tai Pan, il
romanzo di James Clavell sulle
imprese di un mercante di Hong
Kong dellottocento che girava
sempre con un coltello nei pan-
taloni e uno nello stivale destro.
Alluniversit, studi il mandari-
no e parlava tanto spesso del libro di Clavell
che lo soprannominarono Tai Pan.
Nel giro di qualche anno, St. Pierre fu
promosso presidente di una pionieristica
joint venture chiamata Beijing Jeep, che
aveva come scopo assemblare le jeep Che-
rokee in Cina e aprire la strada a raforzare i
rapporti commerciali tra la Cina e gli Stati
Uniti. Ma incontr una serie di problemi
burocratici, soprattutto perch il governo
cinese non voleva spendere i suoi preziosi
dollari americani per importare i pezzi di
ricambio. Come avrebbe scritto pi tardi
Jim Mann nel suo libro Beijing Jeep, St.Pierre
divent famoso perch rivel i suoi proble-
mi alla stampa. Quando scrisse una lettera
al premier cinese Zhao Ziyang per avvertir-
La concorrenza era
cos forte che
sembrava una guerra:
le navi che solcavano
il Paciico venivano
spiate per scoprire se
trasportavano vino
Da sapere
I primi dieci paesi consumatori di vino: previsioni per il 2013, in milioni di casse da nove litri, e variazione dei consumi dal 2004 al 2008
Stati Uniti
309,6
Italia
300,0
Francia
263,3
Germania
242,0
Gran Bretagna
136,3
Argentina
118,1
Cina
105,1
Spagna
91,4
Russia
74,9
+11,4% +0,5% -8,3% +1,5% +7,6% -1,5% +80,8% -15,2% +59,0%
Fonte: Vinexpo
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 55
junior a un giornalista del San Francisco
Chronicle. Il governo li aveva accusati di
importare munizioni cinesi illegali, ma pa-
dre e iglio insistevano nel dire che la loro
merce era russa, non cinese. Cinque setti-
mane dopo, le autorit ritirarono le accuse:
Un fiasco storico, lo defin il Mercury
News. Venne fuori che i St. Pierre avevano
anticipato il divieto di importazione di mu-
nizioni cinesi e avevano cominciato a com-
prare dai russi un anno prima dellincursio-
ne degli agenti. Anche se furono prosciolti,
il periodo di chiusura forzata fu cos costoso
che decisero di tentare unaltra strada. Ave-
vano ancora un milione e mezzo di dollari
da investire e morivano dalla voglia di im-
portare qualcosa in Cina. Pensarono alle
noccioline (ma il settore era troppo afolla-
to), allo zucchero (troppo corrotto), alle
mazze da golf (troppo limitato).
Stavano indagando sul commercio dei
rottami di metallo quando qualcuno accen-
n al fatto che la fabbricazione dei tralicci
che sostengono le viti in Cina sarebbe co-
stata di meno. Se dobbiamo occuparci di
tralicci, pens St. Pierre, perch non occu-
parci direttamente di vino? Alcuni suoi ami-
ci nellindustria automobilistica avevano
rapporti con i produttori di vino california-
ni, italiani e australiani, e i St. Pierre misero
lo che lazienda stava fallendo, il funziona-
rio del Partito comunista assegnato allim-
presa lo rimprover. St.Pierre perse la pa-
zienza e, a quanto scrive Mann, grid:
Continuer a fare quello che sto facendo!.
Il funzionario rispose: Lei fortunato a
non essere cinese, altrimenti sarebbe nei
guai.
St. Pierre chiese ai suoi capi di tenere
duro, dicendo: Non possono permettersi
di lasciarci andar via di qui. E aveva ragio-
ne. I negoziatori cinesi cedettero. St. Pierre
apparve in televisione mentre stringeva la
mano a Zhao e si fece amici preziosi come
Zhu Rongji, il funzionario che sovrintende-
va alla Beijing Jeep, il quale in seguito sareb-
be diventato primo ministro. Non tutte le
iniziative imprenditoriali di St. Pierre sono
andate cos bene. Ma St. Pierre citato in
almeno cinque libri sulla storia dei rapporti
economici con la Cina.
Allinizio degli anni novanta, con laiuto
delle loro conoscenze altolocate, St. Pierre
e suo iglio si imbarcarono nella nuova im-
presa di importare negli Stati Uniti parti di
ricambio di certe armi, soprattutto casse
per i fucili Sks e accessori per le pistole Ma-
karov. Nessuno dei due aveva mai sparato
con niente di pi pericoloso di un fucile ad
aria compressa, mi ha raccontato St. Pierre,
e alcuni dei loro nuovi soci erano al limite
della legalit, ma gli afari sono afari.
Presto si accorsero che si poteva guadagna-
re molto di pi con le munizioni e comincia-
rono a importare proiettili calibro 7,62 per
armi semiautomatiche, granate e pallottole
calibro 5,56.
Nel maggio del 1995 agenti dellFbi,
dellAtf (Bureau of alcohol, tobacco, ire-
arms and explosives), del servizio dogane e
di altre agenzie statunitensi fecero irruzio-
ne nel deposito dei St. Pierre a Santa Clara,
in California, e sequestrarono tutto, accu-
sandoli di importare illegalmente munizio-
ni che erano state vietate un anno prima.
Settantaquattro milioni di pallottole, il pi
grande sequestro di munizioni mai compiu-
to negli Stati Uniti, disse un agente federa-
le. Le imputazioni, tra cui quelle di un pos-
sibile complotto, contrabbando e importa-
zione di merce illegale, sarebbero state
formulate nel giro di pochi giorni. La notizia
in su tutti i giornali, lattentato di Oklaho-
ma City era avvenuto solo qualche settima-
na prima e un agente federale aveva para-
gonato il deposito dei St. Pierre allarsenale
di un piccolo stato.
I St.Pierre risposero alle accuse mo-
strandosi indignati, quella storia era asso-
lutamente ridicola, dichiar allepoca Don
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Degustazioni di lusso al Soitel Fizi Tianmu Lake di Shanghai
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Economia
insieme un piccolo catalogo di bottiglie da
importare.
Negli ultimi anni, ogni volta che sono
tornati al Vinexpo, i St. Pierre hanno avuto
molti contatti con i produttori di vino euro-
pei. In Europa il consumo di vino sta ormai
diminuendo da quarantanni, perch le
nuove generazioni ne bevono sempre meno
delle precedenti. I francesi adulti bevono in
media 43 litri di vino allanno, pi o meno
un bicchiere al giorno rispetto ai tre degli
anni sessanta. La stessa cosa sta succeden-
do in Italia, in Spagna e in altri paesi, quindi
lEuropa ha uneccedenza che nel settore
viene chiamata lago di vino e che nel
2006 era di circa 1,5 miliardi di litri, lequi-
valente di quattro bottiglie per ogni cittadi-
no europeo. Per correre ai ripari, lUnione
europea ha sponsorizzato un programma di
distillazione di crisi, che prevede la tra-
sformazione del vino in eccesso in bioeta-
nolo e prodotti per le pulizie, e incoraggia
alcuni agricoltori a sradicare le viti e ritirar-
si dallattivit in modo dignitoso, per usa-
re le parole del commissario allagricoltu-
ra.
Vendere alla Cina, naturalmente, sareb-
be una soluzione pi allettante. Oggi la Ci-
na allottavo posto tra i paesi del mondo
che consumano vino e, secondo Vinexpo,
sta battendo la Spagna. I cinesi bevono an-
cora soprattutto il loro vino, che migliora-
to, anche perch nel 2003 il governo ha vie-
tato luso di addensanti, saccarina, cicla-
mato, coloranti artiiciali e altri additivi. Le
importazioni costituiscono meno del 15 per
cento dei consumi, ma per i produttori fran-
cesi pi di un Eldorado, mi ha detto il
presidente della Chteau Latour, Frdric
Engerer.
I produttori bordolesi non si sono mai
fatti tentare dai clienti esotici. Allinizio
degli anni ottanta cera una grande richie-
sta dal Texas, e in Francia dicevamo: Que-
sti texani non sanno bere il nostro vino, so-
no dei barbari, mi ha raccontato Engerer.
Poi, tra la ine degli anni ottanta e i primi
anni novanta, sono arrivati i giapponesi, e
non lo bevevano nemmeno, lo regalavano.
Anche quello ci faceva ridere. Adesso ci so-
no i cinesi. Ma oggi, dice Engerer, la Fran-
cia non pu permettersi di essere arrogante.
Dovremmo stare calmi e dire: Vi siamo
grati di aver deciso di comprare una cosa
che non appartiene alla vostra cultura.
Mentre molti europei e americani ormai
comprano vini da pochi dollari a bottiglia, i
cinesi sono in una fase di esibizionismo
consumistico (Nei nostri negozi, se abbia-
mo un prodotto che non si vende alziamo il
prezzo, mi ha detto un importatore). Ro-
bert Parker Pa Ke per i suoi fan cinesi ha
fatto la sua prima visita in Cina lanno scor-
so, compresa una cena da 2.300 dollari a
testa sulla Grande muraglia. La cena preve-
deva sette portate, gli invitati dovevano es-
sere vestiti da sera e i tavoli erano stati siste-
mati tra due delle antiche torri in pietra e
mattoni della sezione Badaling della Mura-
glia, un ex avamposto militare che stato
ristrutturato ed servito da una funicolare.
Una sera di non molto tempo fa ho par-
tecipato a una cena organizzata dallAsc per
i suoi clienti a Shanghai, in un ristorante
chiamato Exquisite Bocuse, arredato con
mobili di legno scuro, vetrate li-
berty e vasi greci. Ero seduto a
uno dei tanti tavoli rotondi di
fronte a Bob Miao, uno dei diri-
genti di unazienda che vende
pezzi di ricambio per auto. Era un
uomo sui 35 anni con gli occhiali e i capelli a
spazzola. Aveva scoperto il vino una decina
di anni prima, mi ha detto, quando lavorava
per una impresa francese. Nella primavera
scorsa ha investito 70mila dollari dei suoi
risparmi in futures di vini. Spera che almeno
in parte si riveli un investimento saggio. Il
resto lo berr io, dice scherzando.
Efetto Bordeaux
Ai bevitori cinesi piace particolarmente lo
Chteau Laite Rothschild, uno dei Borde-
aux pi costosi (un Laite del 1982 costa pi
di tremila dollari). Ogni anno i cinesi ne
comprano tante bottiglie il produttore
non ha voluto dirmi esattamente quante
da far salire il prezzo in tutto il mondo, un
fenomeno che qualcuno ha deinito efet-
to Laite.
Qualche tempo fa, la Chteau Laite Ro-
thschild ha annunciato che sta per aprire
unazienda vinicola nella provincia dello
Shandong per produrre il primo grand cru
cinese. Sar nella citt portuale di Penglai,
che per attirare i turisti si data il sopranno-
me di Nava valley. Il Laite sta entrando
nella cultura popolare cinese come il Cristal
era diventato lo champagne di quella hip-
hop americana. Alla periferia di Pechino un
costruttore ha eretto una copia del castello
di Laite che pu essere aittato per matri-
moni e altre occasioni. Nel ilm dazione
Giovani e pericolosi parte V, girato a Hong
Kong, un personaggio dice a un capo maio-
so: Porta un po di bottiglie di Laite dell82
e chiama le ragazze pi carine!.
Nel centro di detenzione di Shanghai, le lu-
ci rimanevano accese giorno e notte. Oltre
a Don junior la polizia aveva arrestato Car-
rie Xuan, una dei vice presidenti dellAsc,
che era detenuta in unaltra prigione. Gli
arresti avevano scatenato commenti poco
lusinghieri sul commercio di vino in Cina.
Simon Tam, un consulente di vini di Hong
Kong, scrisse un paio di articoli sul sito web
di Jancis Robinson in cui parlava di quella
che deiniva la pratica comune, da parte di
certi importatori di vino, di abbassare siste-
maticamente il prezzo dichiarato delle bot-
tiglie di pi del 50 per cento. Citava fonti
doganali francesi, secondo le quali nel 2007
era stato esportato in Cina molto pi vino di
quanto ne risultasse alle dogane cinesi.
Come altri aspetti delleconomia emergen-
te cinese, il commercio del vino era cresciu-
to troppo in fretta perch la legge
potesse stargli dietro. Secondo
limportatore, il 70 per cento dei
vini pregiati, compresi quelli il cui
valore viene sottovalutato alla
dogana, entra in Cina di straforo.
Con tanta concorrenza e il contrabbando
che fa scendere i prezzi, dice, il problema
che se rispetti la legge non riesci a essere
competitivo.
L8 aprile 2008, 28 giorni dopo il suo ar-
resto, Don junior fu rilasciato. LAsc ammi-
se un numero limitato di sottovalutazioni e
accett di pagare le tasse arretrate per un
totale di 1,8 milioni di yuan, circa 264mila
dollari, una somma relativamente modesta
rispetto al volume dimportazioni della so-
ciet. Don junior non fu mai incriminato.
Carrie Xuan era stata rilasciata tre giorni
prima. Pi di un anno dopo, quando le ho
chiesto di quel periodo in carcere, scop-
piata a piangere. Lavora ancora allAsc, ma
sua sorella le ha chiesto di lasciare lazien-
da. Non ha mai detto ai genitori di essere
stata in prigione. Sono troppo vecchi per
sopportarlo, dice.
Lindagine sul vino si allarg e, secondo
il quotidiano di stato Fazh Rbo, alla ine
del 2008 port a 29 condanne, per 25 milio-
ni di dollari di vino non dichiarato. Le azien-
de furono accusate di aver falsiicato le fat-
ture e la documentazione passando attra-
verso Hong Kong, dove non ci sono dazi
sulle importazioni di vino. I St. Pierre non
hanno mai fatto niente del genere, mi ha
Oggi il Laite sta
entrando nella cultura
popolare cinese come
il Cristal era diventato
lo champagne di
quella hip-hop
americana
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 57
ti di propria iniziativa, altri lavoravano per
ristoranti di lusso ed erano stati mandati l
dai datori di lavoro. A ognuno era stato con-
segnato un pacco di libri in inglese e cinese,
ne ho sfogliato uno e ho trovato questo test:
Su una bottiglia di Riesling tedesco la
scritta Beerenauslese signiica che il vino
a) prodotto con uve provenienti da vigneti
diversi, b) frizzante, c) invecchiato in botti-
glia per un lungo periodo, d) fatto con uve
molto mature. Il tentativo di tradurre in
cinese tutta la cultura occidentale del vino
ha prodotto strani risultati. I nomi di alcuni
tipi di uve e di alcune regioni sono stati resi
foneticamente (Chteau Margaux stato
tradotto per praticit Ma ge), altri idio-
maticamente (Chteauneuf du Pape di-
ventato Jiaohuang xin bao, la nuova for-
tezza del ponteice).
A scuola di vino
In aula cera molta apprensione. Linse-
gnante, un uomo alto in camicia bianca a
maniche corte che chiamavamo Maestro
Hao, cercava di sempliicare le cose. Co-
me fate a riconoscere i nomi italiani?, ha
chiesto in cinese. Nessuno ha risposto. Se
inisce per a o per o, probabilmente un
vino italiano. I miei compagni di classe ap-
parivano soddisfatti. Poi Hao ci ha mostrato
come aprire una bottiglia con il cavatappi in
modo discreto per non ofendere lospite.
E se vedete unetichetta in cinese, ci ha
consigliato, non compratelo perch non
importato.
Abbiamo assaggiato un Crozes-Hermi-
tage, un Chianti classico, un barbaresco, un
tempranillo, un Freixenet, uno sherry e un
porto, e fatto una rapida rassegna di brandy,
whisky, rum e tequile. Io non lo risputavo e
a met pomeriggio cominciavo a sentirne le
conseguenze. A quel punto ci ha insegnato
ad aprire una bottiglia di champagne.
meglio farlo rumorosamente o con discre-
zione?, ci ha chiesto Hao. David, un giova-
ne matre con un taglio di capelli alla moda,
ha provato a rispondere. Meno rumore
facciamo e meglio , devessere come un
tranquillo sospiro di piacere, ha detto.
Giusto, ma di solito, ha spiegato il mae-
stro, nei bar lo champagne si stappa rumo-
rosamente, perch tutti devono sapere chi
lo ha ordinato. Una ragazza si fatta avan-
ti per stappare una bottiglia di prosecco.
Lha presa in mano con cautela, come se
fosse una pistola carica. "Adesso cosa fac-
cio?", ha chiesto nervosamente mentre i
miei compagni si allontanavano. Posso
allentare la presa?. Pop! Ed scoppiata a
ridere. Il vino ha cominciato a uscire a iotti
e lei ha scattato una fotograia. u bt
detto un pomeriggio Don junior nel suo ap-
partamento di Shanghai. Quando arrivi in
Cina, nessuno ti dice: questa la legge. Mol-
ti pensano che non li riguardi! Ma adesso
sanno che non cos.
Nei mesi successivi al suo rilascio, Don
junior ha trasformato lAsc in una societ
cinese convenzionale: ha assunto come di-
rettore generale un ex funzionario del go-
verno che ha molti contatti e conosce la
legge. Da anni gli stranieri si lamentavano
dellassenza di una normativa, ma intanto
la sfruttavano. Oggi, dice Don, penso che
quello che successo a noi dimostri chiara-
mente che se ti metti in afari sei soggetto
alle stesse regole degli altri (nel marzo del
2010 il gruppo giapponese Suntory ha ac-
quisito il 70 per cento delle azioni di pro-
priet della Swarovsky, Don si ritirato
dallazienda e il iglio stato nominato am-
ministratore delegato).
In fondo alla strada che ospita gli uici
dellAsc c la Wine Residence, un circolo
per rainati amanti del vino situato in un
ediicio tranquillo e restaurato da poco. I
soci possono conservare le bottiglie in ar-
madietti di legno scuro, con una targhetta
in ottone che porta il loro nome, in una can-
tina a temperatura controllata. aperto al
pubblico per i pasti e per corsi che lAsc chia-
ma di educazione al vino. Una mattina ho
partecipato alla lezione di un corso inter-
medio e mi sono seduto a un lungo tavolo
apparecchiato con una serie di bicchieri
vuoti.
Intorno al tavolo cerano dieci studenti
cinesi, uomini e donne che andavano dai
venti ai quarantanni. Alcuni si erano iscrit-
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Soitel Fizi Tianmu Lake, Shanghai
Ospiti al bar dellhotel
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Portfolio
A novembre decine di stampe del
grande fotografo statunitense
saranno messe in vendita. Gli
scatti raggiungeranno quotazioni
record, scrive Christian Caujolle
Avedon
allasta
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pproittando della forza di attrazione di
Paris Photo, che si imposta come la
migliore iera fotograica internaziona-
le, frequentata da collezionisti prove-
nienti da tutto il mondo, la casa daste
Christies vender il 20 novembre pi
di sessanta lotti (compresi alcuni inediti) di Richard Ave-
don. un vero evento perch le vendite monograiche
sono molto rare e perch la prima iniziativa di questo
tipo dopo la morte dellartista nel 2004. Solo la vendita da
Christies a New York, nellaprile del 2010, di Three deca-
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60 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Portfolio
des with Irving Penn: photographs from the
collection of Patricia McCabe (le 67 stampe
di Penn hanno fruttato 3,8 milioni di dolla-
ri) pu essere paragonata a quella in prepa-
razione a Parigi.
Avedon artista di una precisione ma-
niacale, dalla scelta delle inquadrature alla
stampa dei provini (per i quali dava indica-
zioni dettagliate segnando con una matita
rossa le zone da ammorbidire o accentua-
re) ha un posto di primo piano nella storia
della fotograia e le quotazioni delle sue
stampe continuano a salire, anche se ave-
vano gi raggiunto livelli elevati quando
era in vita. I suoi ritratti e le sue immagini
di moda sono ormai icone della seconda
met del novecento.
A pagina 58-59, foto grande: Andy Warhol e gli altri della Factory, New York,
30 ottobre 1969. A pagina 58, foto piccola: autoritratto di Richard Avedon, 1963
circa. Qui sopra: Buster Keaton, New York, 19 settembre 1952. Qui accanto, foto
grande: Suzy Parker e Robin Tattersall, vestito di Dior, Place de la Concorde,
Parigi, agosto 1956. A destra, dallalto: Brigitte Bardot, Parigi, 27 gennaio 1959;
Pablo Picasso, Beaulieu, Francia, 16 aprile 1958
Nato a New York nel 1923 in una fami-
glia di ebrei russi, Avedon si interessato
presto alla fotograia, che ha praticato da
giovane con una macchina che gli era stata
regalata dal padre. Le sue prime foto sono
state pubblicate sul giornale della scuola
realizzato insieme a James Baldwin, che
rimarr suo amico e diventer un famoso
scrittore. a lui che Avedon chieder di
scrivere il testo per il libro Nothing personal,
la sua opera pi politica, incentrata sulla
lotta per i diritti umani e contro la guerra in
Vietnam. Allievo di Alexey Brodovitch,
Avedon ha trovato molto presto lavoro
allHarpers Bazaar, di cui il grande graico
era direttore artistico, e il successo stato
quasi immediato.
Le sue immagini di moda, in studio o
altrove (compresa la serie parigina per Vo-
gue) simpongono per leleganza, il con-
trollo perfetto dellilluminazione, la ricer-
ca costante dellinnovazione (dallillusione
del reportage alla radicalit delle immagi-
ni frontali in studio). Sono scatti che allesi-
genza di mostrare i vestiti uniscono lin-
venzione di nuove visioni. La celebre im-
magine Dovima con gli elefanti, scattata nel
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Marilyn Monroe triste, che indossa un ve-
stito di paillettes. La foto valutata pi di
centomila euro, ma considerando i risulta-
ti ottenuti da altre stampe della stessa im-
magine in occasione di aste precedenti,
sar probabilmente venduta a un prezzo
molto pi alto. Questa immagine su sfon-
do bianco, tipico dellapproccio scarno e
ricco di tensione che Avedon usava per i
ritratti, lascia intravedere la fragilit
dellattrice che si sarebbe suicidata qual-
che anno dopo, e giustiica questa aferma-
zione del fotografo: Un ritratto non una
somiglianza. Appena unemozione o un
fatto viene tradotto in fotograia, smette di
essere un fatto per diventare unopinione.
Linesattezza non esiste in fotograia. Tut-
te le foto sono esatte, ma nessuna la veri-
t.
Personaggi emblematici
Allasta ci saranno anche alcuni ritratti del-
la serie The American west. Dal 1979 al 1984
Avedon ha percorso il grande ovest ameri-
cano fotografando personaggi emblemati-
ci, quasi tutti lavoratori. Ranch, miniere di
carbone, giacimenti petroliferi, stazioni di
servizio, cacciatori di serpenti, iere di be-
1955 al Cirque dhiver di Parigi mentre una
delle modelle pi famose dellepoca indos-
sava un vestito da sera di Dior e giocava
con due pachidermi, tra quelle che Chri-
sties metter in vendita. Stimata tra i 400
e i 600mila euro, la foto una delle ultime
grandi stampe ancora in possesso della Ri-
chard Avedon foundation.
La spettacolare asta stata organizzata
dalla fondazione voluta dal fotografo per
valorizzare la sua opera, ma anche per svi-
luppare attivit formative e sostenere i gio-
vani fotograi. Per avviare le attivit dopo
la morte di Avedon, la fondazione ha dovu-
to vendere lo studio dellartista e, cosa an-
cor pi triste, tutti i suoi oggetti personali.
Una delle opere pi interessanti
dellasta una foto di piccole dimensioni,
una stampa vintage del 1957, realizzata al
momento dello scatto. il ritratto di una
62 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Portfolio
Dovima con gli elefanti, vestito da sera di Dior, Cirque dhiver, Parigi, agosto 1955. Nella pagina accanto Marilyn Monroe,
New York, 6 maggio 1957
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INFORMAZIONI
La vendita allasta delle stampe di Richard
Avedon si svolger il 20 novembre da
Christies, a Parigi (christies.com).
stiame: Avedon segue un itinerario preci-
so, cerca di creare dei legami tra un ritratto
e laltro e cattura la realt grezza di unAme-
rica lontana dal glamour hollywoodiano. I
ritratti di grandi dimensioni, montati su
cornici in alluminio, frontali, di forte im-
patto graico, appaiono abbastanza di rado
in un mercato per lo pi incentrato sulle
immagini delle celebrit. Del resto altre
importanti fotograie di Avedon usate per
il libro An autobiography non sono state
quasi mai messe in vendita. Il libro, frutto
di pi di tre anni di lavoro, costituito dalle
immagini dellospedale psichiatrico in cui
morta la sua giovane sorella, che Richard
amava e che era stata la sua prima modella.
Sono immagini scattate con una Leica,
mosse, sensibili, sconvolgenti, ma che non
sembrano destinate a decorare una pare-
te.
Avedon stato un protagonista fonda-
mentale del ritratto fotograico negli anni
sessanta e settanta, e a lui si devono molti
ritratti dei pi importanti musicisti, artisti
e scrittori dellepoca. Non si pu dimenti-
care la sua foto dei Beatles, un montaggio
di quattro ritratti psichedelici di John Len-
non, Paul McCartney, George Harrison e
Ringo Starr. Questa immagine, che detie-
ne la pi alta quotazione per unopera
dellartista venduta allasta (464mila dol-
lari da Christies a New York nel 2005), rag-
giunger probabilmente un prezzo ancora
pi alto. Presto sapremo se a Parigi i colle-
zionisti europei saranno in grado di arriva-
re a queste cifre e se il celebre ritratto di
Brigitte Bardot del 1959 raggiunger i
121mila euro sborsati per la stessa foto l8
ottobre a New York da Phillips, unaltra ca-
sa daste. u adr
64 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Ritratti
Wall street perch i banchieri volevano sa-
pere come fare per rendere New York simi-
le alla Silicon valley, dice Shirky. La mia
risposta era sempre la stessa: Non possi-
bile. Lunica cosa che potevamo fare era
rendere la citt un buon posto per avviare
unattivit.
Venticinque anni dopo essere arrivato a
New York con una laurea in ine arts a Yale
e la speranza di farla fruttare nel campo
della scenograia teatrale, Shirky diven-
tato, in modo inaspettato, lesponente
principale della nuova scuola newyorchese
del pragmatismo tecnologico.
Il suo ultimo libro, Surplus cognitivo
(Codice Edizioni 2010), un saggio sui be-
neici sociali della rete, che secondo Shirky
in parte sono dovuti al fatto che internet ci
aiuta a liberarci dalla teledipendenza. Mol-
ti lhanno descritto come un ciberutopista,
ma Shirky riiuta il termine e dice di rifarsi
soprattutto al ilosofo pragmatista ameri-
cano Richard Rorty. La tecnologia non
un bene tout court, dice. Ma fornisce alla
societ la materia prima per fare cose nuo-
ve e interessanti.
Nemici agguerriti
Nei primi anni novanta Shirky ha fatto un
ottimo uso del suo surplus cognitivo. In
quel periodo a New York dirigeva un grup-
po teatrale sperimentale che presentava
testi documentali (come la conversazione
tra controllori del traico aereo durante un
incidente o la relazione sulla pornograia
di Edwin Meese).
Un giorno sua madre, una bibliotecaria
di Columbia, in Missouri, gli raccont che
durante un corso di aggiornamento profes-
sionale stava imparando a usare un nuovo
strumento: internet. Shirky rimase conqui-
stato. Invece di tornare a Yale, dove era
stato ammesso a un corso di laurea in arte
drammatica, cominci a studiare pro-
grammazione con un gruppo di eccentrici
responsabili di sistemi Unix che lavorava-
no in banca. Tornavo a casa dal teatro alle
undici di sera, poi mi dedicavo a internet
ino alle quattro del mattino. Stavo diven-
tando webdipendente. Avevo solo due
possibilit: smettere o farlo diventare un
lavoro.
Alla ine Shirky entrato nel mondo del
design interattivo. Molti di quelli che han-
no dato vita al settore, a New York, veniva-
no dal teatro. In parte perch quando fai
quel lavoro hai molto tempo a disposizio-
ne, in parte perch le cose che non capisci
non ti spaventano. Il teatro ti abitua allidea
di non sapere come andr a finire. Nel
frattempo collaborava con alcune riviste
I
l 6 giugno la Cnn ha mandato in
onda unintervista a James Fal-
lows in cui il giornalista parlava
di un suo articolo uscito su The
Atlantic (Internazionale 847) che
esaminava limpatto di Google
sul mercato dellinformazione. Di solito
questi articoli sono pessimisti. Quello, in-
vece, era iducioso. Secondo Fallows il mo-
tore di ricerca, dopo aver contribuito in
vari modi ad aggravare la situazione eco-
nomica dei giornali, ha cominciato a lavo-
rare a un nuovo modello di business per
salvaguardare il giornalismo di qualit.
Durante lintervista, Fallows ha citato il
lavoro di uno studioso dei mezzi dinfor-
mazione che, con il suo slogan niente fun-
zioner, ma tutto potrebbe funzionare, ha
fornito il quadro teorico per il lavoro degli
ingegneri di Google. Di solito i visionari
che si afannano a spiegare i beneici socia-
li della tecnologia allopinione pubblica
statunitense vengono dalla Silicon valley.
Fallows, invece, si riferiva al lavoro di Clay
Shirky, professore alla New York Universi-
ty.
Incontro Shirky nel suo uicio allInte-
ractive telecommunications program (Itp),
al quarto piano di un palazzo che si afaccia
sulla Broadway. Shirky ammette che di so-
lito le persone non pensano a New York
come a una citt che trasuda tecno-ottimi-
smo. Ho sempre fatto parte di comunit
creative artisti, gente di teatro, imprendi-
tori, spiega Shirky. Non importa quanto
sia logoro o cinico il contesto esterno. Se
sei in un gruppo di persone creative, nor-
male pensare in modo ottimista.
Nel corridoio davanti alluicio alcuni
studenti stanno mettendo in scena una
proiezione futuristica di luce che ricorda la
danza di un millepiedi sul pavimento. Ne-
gli anni novanta facevo avanti e indietro da
Clay Shirky
Lottimista
della rete
una delle voci pi ascoltate
del web. Tutti sperano che sia
in grado di rispondere a una
domanda: possibile salvare
il giornalismo di qualit?
Felix Gillette, The New York Observer, Stati Uniti
Foto di David Levene
4 marzo 1964 Nasce a Columbia,
Missouri, negli Stati Uniti.
1986 Si laurea in ine arts alluniversit di
Yale.
1990 Fonda, a New York, la compagnia
teatrale Hard place theater. Si appassiona
allinformatica, a internet e alle nuove
tecnologie.
2001 Comincia a insegnare
allInteractive telecommunications
program, presso la New York University.
2008 Pubblica Uno per uno, tutti per tutti
(Codice Edizioni 2009), nel quale analizza
gli efetti di internet sulle moderne
dinamiche di gruppo.
Autunno 2010 Tiene un corso
alluniversit di Harvard dal titolo New
media and public action. Pubblica Surplus
cognitivo (Codice Edizioni 2010), sui
beneici sociali della rete.
Biograia
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66 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
che si occupavano della nuova cultura del-
la rete, oltre a scrivere una serie di libri tec-
nici per leditore Zif Davis.
Shirky dice di essere sempre stato otti-
mista nei confronti del web. E ino a poco
tempo fa la contrapposizione tra ottimisti
e pessimisti gli sembrava solo una messa in
scena: Tutto si riduceva a una polemica
tra chi amava internet e chi non lo capiva.
Ma oggi i pessimisti del web sono molto
pi agguerriti. Negli ultimi cinque anni
aumentato il pessimismo tra chi usa inter-
net e lo conosce abbastanza bene dal punto
di vista sia tecnico sia sociale, dice Shirky.
In particolare, lui ha molto rilettuto sul
nuovo saggio di Jaron Lanier, Tu non sei un
gadget (Mondadori 2010), che critica il
maoismo digitale di internet e la scaden-
te collaborazione collettiva tipica della re-
te.
Shirky si confrontato anche con Ni-
cholas Carr, che in The shallows sostiene
che il web, dopo aver preso il posto della
carta stampata, sta ridisegnando il nostro
cervello e distruggendo la nostra capacit
di concentrazione.
Ho letto quei libri aspettandomi che
gli autori dicessero: Ecco quello che dob-
biamo fare, dice Shirky. Ma lanalisi di
Carr sbagliata. Credo che il problema
principale sia la distrazione. La cosa pi
interessante di The shallows che non pro-
pone soluzioni (Shirky lha fatto notare a
Carr, che in unemail gli ha risposto: Mi
interessa la descrizione, non la prescrizio-
ne).
Secondo Shirky lerrore di Carr consiste
nel confrontare la cultura della stampa con
quella della rete, che esiste da meno di un
quarto di secolo. Il vecchio sistema ha alle
spalle istituzioni robuste e ben oliate, dice
Shirky. Quello nuovo ancora poco cono-
sciuto, eppure Carr convinto che non ab-
bia margini di miglioramento.
Shirky convinto del contrario. La chia-
ve, a suo parere, analizzare i problemi a
mano a mano che si presentano, e fare
esperimenti pratici per costruire una nuo-
va serie di istituzioni e di abitudini cultura-
li che afrontino i problemi di internet mas-
simizzando la sua libert. Agli occhi di
Shirky anche laumento dei pessimisti del-
la rete una buona cosa, perch permette
di richiamare lattenzione sui problemi
della cultura digitale. Per ironia della sor-
te, saranno proprio queste persone a farci
avanzare su temi come lanonimato in rete
e la perdita di attenzione.
Alla ine, per, saranno i pragmatici ot-
timisti, sostiene Shirky, a mettere ordine
tra le varie questioni, molto probabilmente
attraverso un aumento graduale e prolun-
gato di piccole innovazioni, soluzioni e ot-
timizzazioni.
Dallautunno del 2001 Shirky lavora co-
me docente associato presso lItp della
New York University, che fa parte della
Tisch school of the arts. Cominciato negli
anni settanta, il programma si sviluppato
in un laboratorio di sperimentazione digi-
tale dove gruppi di studenti danno vita a
combinazioni originali tra arte, program-
mazione e interattivit sociale.
Un abile narratore
Nel corso degli anni Shirky ha sviluppato
un seminario chiamato Social facts, il cui
piano di studi si estende da gruppi che af-
frontano dilemmi sociologici senza tenere
conto dalla tecnologia (come la tragedia
dei beni comuni o il dilemma del prigionie-
ro) a gruppi online che affrontano sfide
speciiche.
Al termine del corso, agli studenti viene
chiesto di pensare come designer: cosa fa-
resti se volessi cambiare uno spazio esi-
stente o crearne uno nuovo? Shirky tiene
inoltre un corso di produzione in cui gli
studenti sviluppano progetti tecnologici in
collaborazione con lUnicef. Basta stare
con lui unora per sentirsi una superstar,
dice Dennis Crowley, cofondatore di
Foursquare, diplomato allItp nel 2004.
Come se potessi capire le cose in maniera
molto pi chiara.
Crowley descrive Shirky come il teorico
del programma, la igura a cui si rivolgono
gli studenti che vogliono avere una pro-
spettiva pi ampia di quello che stanno fa-
cendo e sapere perch cos importante.
Nellautunno del 2003 Shirky stato consi-
gliere di uno studio indipendente realizza-
to da Crowley e da uno dei suoi compagni,
Alex Rainert, che due anni dopo hanno
venduto la loro societ di software e social
networking, la Dodgeball, a Google. Non
credo che ci stiamo sbarazzando della vec-
chia cultura della stampa e che dora in poi
vivremo in una specie di pura e sacra fusio-
ne con la natura umana, aferma Shirky.
Il mio ottimismo nasce dalla convinzione
che i giovani sapranno creare le istituzioni
necessarie per il web, diverse da quelle
della carta stampata.
Nel marzo del 2009 Shirky ha pubblica-
to sul suo blog un saggio sulle cause della
crisi della stampa (Internazionale 787).
Larticolo diventato immediatamente
una lettura obbligata per molti addetti ai
lavori. A diferenza della maggior parte de-
gli studiosi di mezzi di comunicazione ot-
timisti nei confronti della rete, Shirky pu
parlare diffusamente dei problemi del
giornalismo senza sembrare un brontolo-
ne. E non d mai limpressione di voler cor-
teggiare i mezzi dinformazione tradizio-
nali con idee che servono solo a peggiorare
le cose.
Il 26 maggio Shirky ha partecipato a un
evento organizzato da Michael Zimbalist,
responsabile del gruppo di ricerca e svilup-
po del New York Times. David Carr, opi-
nionista del quotidiano, rimasto molto
colpito dalla sintesi narrativa di Shirky:
Le persone che lo ascoltano non si accor-
gono che la storia inisce con loro che han-
no i capelli bianchi. Si fanno cullare dalla
sua presentazione e dalla musicalit della
sua voce. Lui espone delicatamente la par-
te che li riguarda e poi conclude: E inine
sarete tutti ricoperti dalla polvere.
Carr dice che se un giorno avesse
mezzora di tempo per ascoltare qualcuno
parlare dei mezzi di comunicazione, Shirky
sarebbe in cima alla lista. un accademi-
co in senso clinico, con interessi profondi e
ramiicati.
Negli ultimi dieci anni Shirky ha tenuto
corsi per artisti e appassionati di tecnolo-
gia ma non per giornalisti. Le cose stanno
per cambiare. Da questo autunno ha co-
minciato a dedicarsi al dilemma del nuovo
modello giornalistico come docente pres-
so il Joan Shorenstein center on press, poli-
tics and public policy, alluniversit di Har-
vard. Minteressa la possibilit di far fun-
zionare il giornalismo come un ecosiste-
ma, ha detto Shirky. Invece di avere una
serie di giornali dedicati alla produzione di
notizie inite, penso a un insieme di risorse
condivise, con la stessa modalit con cui
opera ProPublica.
Una volta che sar tornato a New York,
nel 2011, Shirky comincer a lavorare con il
dipartimento di giornalismo della New
York University. Negli ultimi due anni mi
sono dedicato soprattutto a scrivere saggi
sullargomento, dice Shirky. Limitarsi ad
analizzare il problema non molto diver-
tente. u sv
Ritratti
Basta stare con lui
unora per sentirsi una
superstar dice
Dennis Crowley.
Come se potessi
capire le cose in modo
molto pi chiaro
68 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Viaggi
no lesperienza del iglio Fidel nella selva.
C ancora il vecchio guardaroba di ngel,
pieno di vestiti, e tutte le cianfrusaglie di
famiglia. In un paese che vive a porte chiu
se, e che esperto di gestione dei musei
quanto lo di gestione dei fondi dinvesti
mento, tutto questo veramente insolito. Il
merito di Celia Snchez, amica e presunta
amante di Fidel, che nel 1979 restaur la
fattoria salvandola dal degrado. Come
molti antimperialisti cubani, Fidel trascor
se uninfanzia agiata nella zona orientale
dellisola, circondato dalla povert e lonta
no dalle luci dellAvana. Nella provincia di
Oriente bastava pochissimo a scatenare le
passioni insurrezionaliste e rivoluzionarie
dei contadini.
Questa resta la parte dellisola dei sogni
pi sfrenati, lontana anni luce dai bagnanti
stesi al sole, dai cocktail e dai musicisti che
suonano a ripetizione Guantanamera. Ci
sono itte giungle, iumi nascosti e coste
inesplorate.
Il clima pi umido e variabile. Le stra
de sinterrompono e diventano sentieri. Le
persone hanno la carnagione pi scura, le
tradizioni sono pi vicine allAfrica e i modi
sono quelli rilassati dei caraibici.
Economia rurale
La Sierra Maestra, la catena montuosa pi
alta di Cuba, il luogo dove i ribelli si na
scondevano mentre preparavano la rivolu
zione (come racconta Che, il ilm biograico
di Steven Soderbergh). Santo Domingo,
nella Sierra Maestra, il punto di passaggio
per La Comandancia, quartier generale di
Castro. Ci arriviamo al tramonto.
Villa Santo Domingo non altro che una
serie di cabaas allineate lungo la strada
che costeggia il iume, circondata da cime
imponenti. Attraversato il iume arriviamo
in un villaggio pieno di baracche di legno e
cavalli legati, dove gli animali sembrano in
miniatura: pulcini, maialini e caprette ap
pena nate. Lungo il sentiero ci sono due
pietroni: su uno c scritto Fidel e sullal
tro Ral (Ral Castro, fratello di Fidel).
Non si tratta dei soliti murales ordinati dal
governo, ma opera degli abitanti del vil
laggio. Per molti di loro lo spirito rivoluzio
nario ancora vivo.
Il mattino dopo, al risveglio, scopriamo
il rovescio della medaglia di questo appa
rente idillio: la totale mancanza di organiz
zazione. Sulla montagna si sale solo in taxi.
C un centro turistico ma bisogna pagare il
trasporto alla guida. E i taxi non sono di
sponibili ino a mezzogiorno. Come dabi
tudine a Cuba, le guide del centro turistico
sono tutte occupate: stanno guardando un
ilm tipo Rambo. Laccompagnatore che ci
stato assegnato non ha alcuna voglia di
venire con noi e non fa nulla per nascon
derlo. E, sempre secondo il tipico costume
cubano, alla ine si rivela simpatico e diver
L
o stereo della vecchia Mosk
vich manda a tutto volume
i Charanga Forever. Il pro
prietario, Yasser, stato
pagato per portarci alla
Sierra Maestra. I inestrini
oscurati servono a nascondere il carico ille
gale: la yuma (la straniera, cio io) e il suo
coniuge cubano. Passiamo per la baia di
Nipe, sfrecciando a tutta velocit su strade
iancheggiate da canne da zucchero, men
tre la Sierra Cristal si proila allorizzonte.
Yasser cinforma che la fattoria dove lex
presidente Fidel Castro ha passato linfan
zia a cinque chilometri. Lo convinco a fare
una deviazione. Venti minuti dopo, supera
to un minuscolo eremo chiamato Birn,
arriviamo a una fattoria sperduta, circon
data dalle montagne e da prati illuminati
dal sole. Ci sono solo un paio di guardie,
che mandano subito a chiamare una guida.
Ci siamo imbattuti per caso in un luogo
straordinario: la tenuta dove i nove fratelli
Castro hanno trascorso la loro infanzia do
rata.
Il padre di Fidel era emigrato dalla Spa
gna. Dopo aver sposato Lina, una ragazza
cubana di 28 anni pi giovane di lui, ngel
Castro compr una fattoria e ne estese i
conini (una volta al potere, Fidel avrebbe
coniscato la terra anche a lui). ngel Ca
stro costru un emporio, una stazione del
telegrafo, una scuola, un albergo e un pic
colo stadio per i combattimenti dei galli.
possibile visitare la casa dove vissero i geni
tori di Fidel. La camera da letto di Lina
tappezzata di statuine religiose. Sotto la
lastra di vetro che ricopre la cassettiera c
una serie di ritagli di giornali che racconta
Linfanzia
dei Castro
Lydia Bell, South China Morning Post, Hong Kong
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A Cuba, nella selva e tra le citt
dellex provincia dellOriente.
Nei luoghi dove sono cresciuti
Ral e Fidel Castro e dov
nata la rivoluzione
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 69
Arrivare Il prezzo di un
volo dallItalia (Air Europa,
Air France, Iberia) per LAvana
parte da 670 euro a/r . La
compagnia aerea Cubana
(cubana.cu) collega lAvana
con i vari aeroporti dellisola.
Da maggio del 2010 chi arriva
a Cuba deve avere
unassicurazione medica.
Muoversi Gli autobus, i
guagua, sono il mezzo pi
economico per muoversi a
Cuba. Il taxi un mezzo molto
usato dai turisti. Una legge
obbliga i tassisti a caricare
anche i cubani nel caso in cui
nellauto ci sia ancora posto.
Arte Il museo Emilio
Bacard Moreau, a Santiago di
Cuba (Calle Po Rosado
esquina Aguilera, 0053 22 628
402), uno dei pi importanti
dellisola. Ha una collezione
che va dallarte
precolombiana a quella
contemporanea.
Dormire Lhotel Casa
granda si trova nella zona
centrale di Santiago di Cuba.
Il prezzo di una stanza parte
da 35 euro a persona.
Leggere Juanita Castro, I
miei fratelli Fidel e Ral. La
storia segreta, Fazi 2010, 19,50
euro.
La prossima settimana
Viaggio a Isfahan, in Iran.
Ci siete stati e avete
suggerimenti su tarife, posti
dove mangiare o dormire,
libri? Scrivete a
viaggi@internazionale.it.
Informazioni pratiche
tente, ricco dinformazioni preziose sulle
difficolt delleconomia del posto. Fidel
scelse di stabilire il suo quartier generale in
questa zona a causa dellimpenetrabilit
della foresta vergine, dove i ribelli poteva-
no godere della protezione dei simpatiz-
zanti locali. Ci fermiamo a casa di una fa-
miglia che al tempo della rivoluzione se-
gnalava la presenza di estranei. Nella casa
ci sono tacchini, pavoni e polli, e da una ter-
razza arredata con sedie a dondolo si gode
una vista panoramica. I nostri ospiti ci of-
frono delle arance afettate con una sciabo-
la.
Arrivati a La Comandancia, scopriamo
che gli ex rifugi sono in realt baracche co-
perte di paglia. In quella di Fidel un nido
dapi si piazzato sulla porta dingresso.
Anche per chi non un ammiratore di
Cuba. Un campo da basket nella Sierra Maestra
70 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Viaggi
quanto successo a Cuba dopo la rivoluzio
ne, diicile rimanere indiferenti davanti
al romanticismo e allidealismo che carat
terizzano questi posti.
Lasciamo Santo Domingo e ci dirigia
mo a Santiago. Il tassista ci dice che l ci
sono i poliziotti pi fastidiosi di Cuba. Per
evitarli esce dallautostrada nei pressi di El
Cristo, un paesino sulle montagne proprio
sopra Santiago, con ville e piantagioni spet
tacolari, in incredibile stato di abbandono.
Pi ci avviciniamo a Santiago e pi il caldo
e lumidit diventano insostenibili.
Santiago ha pochi locali interessanti.
Per ascoltare la salsa e la rumba il posto pi
noto La Casa de la Trova, dove i tavoli so
no pieni di turisti e prostitute.
Dal tetto dellhotel Casa granda si vede
tutta la citt, a cominciare dai campanili
della bellissima chiesa di Nuestra seora
de la asuncin. Per chi interessato alla
storia rivoluzionaria questo il posto giu
sto. A Santiago c la caserma Moncada,
dove Fidel tent un colpo di stato nel 1953.
Ben pi decadente il museo Emilio Bacar
d Moreau, che ospita la collezione artistica
e archeologica dellex sindaco di Santiago e
re del rum.
La nostra ultima tappa a Baracoa, la
citt pi orientale dellisola. La strada che
parte da Santiago attraversa la cittadina di
Guantnamo e scavalca Guantnamo Bay,
prima dimmettersi in una strada costiera
deserta. Latmosfera simile a quella del
far west. diicile immaginare che la pri
gione di Gitmo sia proprio laggi, dallal
tra parte della barriera dei cactus, con i suoi
minicinema e i McDonalds. Lautobus si
arrampica per La Farola, la strada costruita
negli anni sessanta che taglia in due la Sier
ra del Purial e apre Baracoa al resto del pae
se. Tra i tornanti spuntano delle piccole
case di legno con il giardino, dove le donne
vendono mandarini, cioccolato di Baracoa
e cucurucho, un preparato stucchevole fatto
con noce di cocco, arancia, guava e zucche
ro, servito in coni di foglie di palma.
Cuba fu il secondo approdo di Colombo
nel nuovo mondo. Il suo primo scalo cuba
no fu proprio a Baracoa. Nel 1492 il naviga
tore genovese piant una croce nel terreno
e fu accolto con entusiasmo dagli sventura
ti indiani taino. Nel 1512 Diego Velzquez
de Cullar vi fond la prima citt coloniale
delle Americhe, che fu capitale dellisola
dal 1518 al 1522. Non si direbbe. La citt non
fa sfoggio della tipica, e sbiadita, grandeur
coloniale. Somiglia piuttosto a un villaggio
in rovina, con ile di cadenti case coloniali
dove galli, maiali e cani randagi si mescola
no ai bambini. La parte nord della citt
intrisa dellaroma del cacao: a Baracoa c
lunica fabbrica di cioccolato di Cuba.
Tagliata fuori dalle montagne per seco
li, Baracoa resta ancora una citt isolata. I
volti della popolazione locale conservano
ancora qualche tratto degli indiani taino.
La citt si arrampica sulle colline, con case
sparse tra le palme e gli alberi di mango. Il
museo archeologico si trova in una serie di
grotte che ospitano le antiche tombe dei
taino: accanto ai reperti precolombiani si
vedono scheletri raggomitolati. Intorno a
noi ci sono capanne e alberi di banano.
Lhotel El Castillo una delle vecchie forti
icazioni di Baracoa. Dalla piscina dellal
bergo si pu ammirare il panorama sulla
campagna: dalla cima piatta e coperta di
foschia del monte El Yunque ino ai iumi
che si gettano in mare. senza dubbio il
panorama pi incantevole di tutta lisola.
Per quasi tutto il nostro soggiorno a Ba
racoa, tuona e piove a dirotto. Ci sediamo
sulle sedie a dondolo sotto la veranda e
guardiamo il paesaggio cambiare aspetto:
il cielo si rischiara, i iumi diventano di uno
strano color borgogna e il mare si tinge apo
calitticamente di marrone. Quando la piog
gia si placa andiamo a visitare la sorgente
del ro Toa. Sotto un cielo carico di nubi mi
nacciose scopriamo una spiaggia deserta
piena di noci di cocco e assi di legno trasci
nate dalle correnti. Il Toa, di un intenso
verde smeraldo, si getta nel mare tra rapide
e mulinelli.
Tre persone pescano e alcune ragazze
lavano i panni. Due innamorati si abbrac
ciano sulla secca. Alla foce del ro Yumur,
che scorre tra una serie di gole mozzaiato,
le donne preparano dentice in salsa di coc
co nelle case diroccate sulla spiaggia. Arri
viamo a playa Maguana, una spiaggia 25
chilometri a nord di Baracoa. Ci fermiamo
a villa Maguana, un elegante capanno di
tronchi di legno in riva al mare, con 12 stan
ze spaziose. Sulla spiaggia un abitante del
villaggio di nome Javier ci serve aragosta
fatta in casa, accompagnata da piantaggine
e insalata, il tutto per meno di tre euro. Ja
vier taglia le estremit di due noci di cocco
verdi per farci bere.
Mangiamo laragosta sotto lo sguardo
di un enorme maiale puzzolente, pensando
a come andarcene di qui. u fas
Tagliata fuori dalle
montagne per secoli,
Baracoa resta ancora
una citt isolata
A tavola
u Trovare un buon ristorante a
Cuba, con un servizio accettabile
e prezzi onesti, unimpresa,
scrive il New York Times. La
maggioranza dei locali che servo
no i turisti gestita dallo stato e
ofre una cucina mediocre a prez
zi salatissimi. Unalternativa, pe
r, esiste: sono i paladares, piccoli
ristoranti ospitati in case private
che hanno il permesso di cucina
re per gli stranieri a patto di ri
spettare una serie di regole e vin
coli molto severi, dal numero dei
coperti alle materie prime che
possono comparire nei men.
qui che si trova la vera cucina cu
bana, scrive El Pas: cio cucina
creola, un misto di inluenze eu
ropee, soprattutto spagnole, e
afrocaraibiche.
Alla base di ogni pasto di soli
to c la carne maiale, manzo o
pollo, arrostito o fritto accom
pagnata da riso, fagioli, yucca e
pltanos, le grandi banane carai
biche. Frutti di mare e pesce sono
invece riservati ai ristorante degli
alberghi e ai locali di stato. Tra i
piatti tradizionali ci sono la ropa
vieja (manzo, peperoni e cipolle),
lajiaco (uno stufato speziato di
carne e verdure) e il congr (riso
con fagioli rossi). Per assaggiare
la cucina popolare cubana il quo
tidiano spagnolo consiglia La co
cina de Liliam, uno storico pala-
dar dellAvana che stato trasfor
mato dalla padrona, Liliam
Domnguez, in un vero e proprio
ristorante, perdendo per quel fa
scino familiare che hanno le pic
cole casas particulares della citt.
Un altro buon indirizzo la Gua
rida, sempre nel centro dellAva
na. Qui stata girata allinizio de
gli anni novanta buona parte del
ilm Fragola e cioccolato. Lam
biente, intimo e ricercato, rico
struisce la Cuba degli anni venti,
e i piatti sono realizzati con atten
zione e buone materie prime.
Alla scoperta
dei paladares
72 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Graphic journalism
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 73
Francesca Ghermandi unautrice di fumetti. Vive a Bologna. Ha 46 anni.
Cultura
Libri
A
colpi di cifre diicile dimo-
strare che gli abitanti di Bue-
nos Aires leggono pi degli
altri. Ma basta guardarsi in-
torno. La signora alla ferma-
ta dellautobus alza lo sguardo dalle pagine
di un romanzo di Alan Pauls, come se cer-
casse la complicit di chi in ila con lei.
Luomo nella metropolitana che, nonostan-
te la calca, estrae dalla valigetta la copia di
un corso di inglese. I porteos, gli abitanti di
Buenos Aires, leggono riviste e trattati di
sociologia, best seller, classici americani.
Leggono sugli scalini del tribunale, nei caf-
f, sotto i platani. Spesso si ha limpressione
che questa citt rumorosa, febbrile, ansi-
mante e molto bella, sia una gigantesca sala
di lettura.
In Argentina ci sono 2.409 librerie, circa
900 nellarea di Buenos Aires. In rapporto
al numero di abitanti, lArgentina, con pi
di 20mila novit editoriali allanno, supera
la concorrenza del Messico, dove si svolge
la pi grande iera del libro di tutti i paesi di
lingua spagnola.
Punti dincontro
Le librerie di Buenos Aires sono luoghi
diniziazione e punti dincontro, isole di
quiete in un oceano di chiasso e attrazioni
turistiche. La recente guida El libro de los li-
bros dedicata proprio alle librerie della
citt, che sopravvivono malgrado un caoti-
co sistema di distribuzione, mentre linai-
dabilit delle poste blocca le-commerce.
Se una libreria chiude, due giorni dopo ne
apre unaltra tre isolati pi in l.
Da quando i giovani creativi e i turisti
hanno invaso Palermo Viejo, il quartiere
stato soprannominato Palermo Soho. Loca-
li bio e costose boutique di stilisti argentini
spuntano nelle strade costeggiate dagli edi-
ici bassi con balconi in ferro battuto. in-
credibile la densit di riferimenti letterari in
questo quartiere.
Se chiediamo di indicarci la migliore li-
breria della zona, capitiamo al civico 5574 di
Honduras. La libreria Eterna Cadencia,
molto ben fornita, esiste da appena cinque
anni. Ma le assi in legno del pavimento
scricchiolano come se fossero qui da sem-
pre. Nel patio del negozio, con il tetto in ve-
tro, ci si pu immergere nella lettura. Sedu-
te ai tavolini, alcune coppie pranzano con-
versando sottovoce. Dal soitto scendono
sculture fatte con i libri. Nel caf la sera si
svolgono spesso incontri di lettura, work-
shop e seminari.
Lo scrittore Carlos Gamerro riconduce
la passione dei giovani per la lettura anche
alla dittatura militare. Gli insegnanti rivolu-
zionari che non erano stati sequestrati da-
vano lezioni private. In quegli anni era pos-
sibile ottenere un buon livello di istruzione
solo in clandestinit. Il trauma della ditta-
tura ha lasciato ferite non rimarginate.
Allentrata della Librera de las Madres,
sulla avenida de Mayo, ci sono le sculture di
due donne, riproduzioni a grandezza natu-
rale delle coraggiose manifestanti di plaza
de Mayo. La piccola libreria specializzata
in temi politici: diritti umani, antologie sul-
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I porteos leggono ovunque.
A Buenos Aires ci sono
novecento librerie e nel 2011
sar capitale del libro
La citt
dei lettori
Karin Ceballos Betancur, Die Zeit, Germania
74 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Avenida 9 de Julio, a Buenos Aires.
Nella pagina accanto: la Librera de
las Madres e lAteneo Grand Splendid
la storia della rivolta negli anni della crisi
inanziaria. Ci sono delle targhette incise
che indicano le sezioni delle opere fonda-
mentali di Lenin, Marx ed Engels, libri che,
durante la dittatura, potevano costare la vi-
ta a chi li possedeva.
A pochi passi, accanto alla Casa Rosa-
da, allangolo Alsina/Bolvar, nel 1764 apr
La Botica, la prima libreria della citt. Ol-
tre ai libri vendeva anche medicinali e pro-
dotti alimentari. Insomma tutti beni di
prima necessit. Il negozio cambi pi vol-
te proprietario inch fu il turno della Li-
brera del Colegio, nome con cui cono-
sciuta ancora oggi in tutta la citt, anche se
uicialmente da qualche anno si chiama
Librera de vila.
El libros de los libros dedica due pagine
alla grande sala principale, che si snoda su
due piani con una galleria in mezzo. Proba-
bilmente custodisce molti tesori. Basta riu-
scire a trovarli. Libri di ogni epoca trabocca-
no dagli scafali e dai tavoli, ordinati secon-
do misteriosi princpi. Il commesso non
trova il libro di una giornalista argentina
molto famosa che sto cercando. In compen-
so scrive il suo numero di telefono su un fo-
glio di carta. E il libro? Prova direttamente
dalleditore, mi consiglia. Oppure torna
fra due giorni, dice, possiamo chiamarla
insieme.
Nel mercato librario argentino non esi-
stono molti intermediari. Questo permette
alle librerie di sopravvivere, perch aumen-
ta il loro margine di guadagno. In compen-
so la distribuzione caotica, e gli stessi li-
brai faticano a orientarsi. Chi ha urgente
bisogno di un volume che non sia in cima
alle classifiche, lo deve cercare da solo.
Leggere, dice lo scrittore argentino lva-
ro bos, richiede molta passione.
Se la Librera de vila come una ragaz-
zina bella ma disordinata, lAteneo Grand
Splendid, sulla larga avenida Santa Fe, la
sorella vanitosa. Il vecchio teatro dei primi
del novecento, ristrutturato, la libreria pi
grande e pi bella del continente. Ci sono
soprattutto novit. La scelta non delle pi
originali, ma Ateneo, una catena di librerie,
punta sul lettore medio.
Fino a tarda notte
Torniamo su avenida de Mayo, in una tra-
versa chiamata Suipacha, nella libreria di
Alberto Casares. Con dedizione Casares,
aiutato da due dei suoi quattro igli, sceglie
i libri preziosi in mezzo ai lasciti bibliotecari
della citt. Le poche novit librarie sono
esposte su lunghi tavoli, come premi di con-
solazione. Senza i pezzi da collezione, dice
uno dei igli di Casares, avrebbero dovuto
chiudere da tempo.
La sera una luna pallida illumina lObe-
lisco, emblema della citt. Un fascio di luce
proveniente da alcuni riflettori illumina
avenida Corrientes. Nelle buie traverse i
cartoneros, che raccolgono materiale rici-
clabile, cercano carta nella spazzatura. Una
parte di quei riiuti torner nelle librerie. Da
quasi dieci anni la cooperativa Elosa Car-
tonera collabora con i cartoneros pubblican-
do libri rilegati con il loro cartone.
Avenida Corrientes un chilometro
dasfalto e di chiasso, lungo il quale si
allinea no teatri, ristoranti, caf e librerie
aperte ino a tarda notte. Buenos Aires, di-
chiarata dallUnesco capitale mondiale del
libro per il 2011, ha inaugurato il program-
ma Yo leo en el bar (Io leggo nel bar), cos
anche nei locali dellavenida si trovano libri
da prendere in prestito.
Dopo la crisi molte delle librerie pi par-
ticolari hanno chiuso, lasciando il posto ad
altri negozi. Ma anche questi danno il loro
contributo, difondendo letteratura a prezzi
che la gente si pu permettere, libri da leg-
gere in metropolitana, in autobus, alla fer-
mata. Jack London con testo a fronte ingle-
se/spagnolo si pu acquistare a cinque o sei
pesos (due o tre euro).
Sul retro della libreria Ctedra, dove i-
no a poco tempo fa si gestiva la distribuzio-
ne di riviste porno usate, oggi si trovano
vecchi numeri di periodici di moda e di ar-
chitettura. Lacan si alterna a manuali di
sessuologia e saggi politici. E c anche un
catalogo di abbigliamento sportivo
dellestate del 2005 a 25 pesos. Evidente-
mente a Buenos Aires ci sono poche pubbli-
cazioni per le quali, da qualche parte, non si
trovi comunque un lettore. u az
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Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 75
76 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Cultura
Cinema
Dieci ilm nelle sale italiane giudicati dai critici di tutto il mondo
Massa critica
Media
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Legenda: Pessimo Mediocre Discreto Buono Ottimo
burieD 11111 - 11111 11111 11111 - - - 11111 11111
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innocenti bugie
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salt
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cattivissimo me
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- 11111 11111 - - - 11111 11111 11111 11111
mangia prega ama
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Wall street
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lo zio boonmee
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step up 3D
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Italieni
I ilm italiani visti da
un corrispondente straniero.
Questa settimana lee
marshall, collaboratore
di Cond Nast Traveller e
Screen International.
GORBACIOF
Di Stefano Incerti. Con Toni
Servillo, Geppy Gleijeses, Mi Yang.
Italia 2010, 85
Il cinema non ha
necessariamente bisogno di
parole per funzionare. Sarebbe
bello se pi sceneggiatori
(soprattutto quelli italiani)
capissero questa cosa. Lhanno
capita benissimo Stefano
Incerti e Diego De Silva,
coautori di questo bel ilm
diretto dallo stesso Incerti. Per
almeno un quarto dora il
protagonista interpretato da
Toni Servillo e
soprannominato Gorbaciof
non parla. una specie di
automa: fa il suo lavoro di
cassiere, asseconda il suo vizio
(il gioco dazzardo), cammina
e guarda le persone, sempre
con la stessa espressione, quasi
di disgusto, e gli stessi
movimenti. Ma pi che
meccanica la sua vera natura
sembra animale: quando
incontra un into matto in
metropolitana che gioca a fare
la scimmia, Gorbaciof lo
zittisce diventando lui stesso
una scimmia cattiva. E ci
rendiamo conto subito che, a
diferenza dellaltro, sta
facendo sul serio. Gorbaciof
tutto qui. La trama debole,
soprattutto quando scivola
verso una storia damore un
po stucchevole (o forse solo
poco credibile) fra Gorbaciof e
una bella cameriera cinese.
Ma regalarci un personaggio
cos originale e memorabile
non da poco.
ledizione 2010 del festival
di Karlovy vary ha deluso.
la sorpresa un ilm bri-
tannico ignorato in patria
Negli ultimi anni il festival ce-
co di Karlovy Vary si costrui-
to una solida fama. Anche se si
svolge in un momento dellan-
no non proprio felice (allinizio
di luglio), gli organizzatori era-
no riusciti a mantenere uno
standard alto proponendo otti-
mi ilm soprattutto dallEuro-
pa dellest. Non questanno.
Tra i ilm pi promettenti
cera There are things you dont
know, delliraniano Fardin
Saheb Zamani, che per riu-
scito solo a dimostrare che un
ilm su un taxi che gira per
Teheran, se non di Kiarosta-
mi, pu risultare molto noioso.
Mother Teresa of cats, di Pawel
Sela, un ilm adatto quasi
esclusivamente a un pubblico
polacco. Al contrario Woman
with broken nose, di Srdjan Ko-
ljevic, una specie di Crash
ambientato nella Belgrado di
oggi. un ilm ricco di energia
balcanica, umorismo nero e
fede nella natura umana. Ma
la rivelazione stato un ilm
britannico, riiutato in patria
da festival e distributori. The
be all and end all di Bruce
Webb la storia di due adole-
scenti ossessionati dallidea di
perdere la verginit. Ma non si
deve pensare a una comme-
diola. Si ride, ma quando a uno
dei due diagnosticata una
malattia al cuore, cosa che lo
rende ancora pi determinato
nel suo intento, c spazio an-
che per commuoversi.
nick roddick,
sight & sound
Dalla Repubblica Ceca
Pi ombre che luci
the be all and end all
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 77
In uscita
BHUTTO
Di Jessica Hernandez, Johnny
OHara. Stati Uniti/Gran
Bretagna 2010, 115
Un momento di leggerezza, in
netto contrasto con la seriosa
immagine del Dylan di quel pe-
riodo. Con i 47 pezzi raccolti nei
Witmark demos, lintenzione era
semplicemente di documentare
lesistenza di una canzone in
modo che altri artisti potessero
registrarla in seguito. Non sem-
bra che ci sia da aspettarsi gran-
ch, e in efetti pi di una volta
Dylan pare stancarsi e darci un
taglio, come in Let me die in my
footsteps. Ma lilluminazione
sempre dietro langolo, ed fa-
cile perdersi nella profondit,
laudacia e la bellezza della sua
musica.
Luke Torn, Uncut
Pop
LAUREN PRITCHARD
Wasted in Jackson
(Universal)
I
l tempo potrebbe inire, ha detto
Ben Freivogel durante un semi-
nario al Massachusetts institute
of technology. Molti colleghi ave-
vano laria perplessa e un premio Nobel era
evidentemente irritato. So che potr sem-
brarvi folle, ha ammesso Freivogel. La sua
ipotesi che il tempo, cos com deinito
dalla teoria della relativit generale di Ein-
stein, potrebbe inire, portandoci tutti con
s, pi o meno tra cinque miliardi di anni.
Questa ipotesi nasce da una teoria det-
ta dellinlazione eterna, secondo cui parti
diverse dello spazio possono attraversare
periodi di forte crescita, goniandosi e di-
ventando degli universi paralleli con le loro
caratteristiche isiche. Il processo accade
un numero ininito di volte, creando un nu-
mero ininito di universi, chiamato multi-
verso. Questo vuol dire che qualsiasi cosa
in grado di accadere, accade un numero
ininito di volte. Ma allora quanto comu-
ne un universo come il nostro? Le nostre
intuizioni sulla deinizione di probabilit
vacillano, spiega Raphael Bousso, collega
di Freivogel alluniversit di Berkeley.
Testa o croce?
Per aggirare il problema i isici prendono
un cut-of, o valore di taglio, del multiverso,
ritagliando un tratto inito di spazio-tempo
e contando gli universi al suo interno per
avere un campione rappresentativo. Cos,
per, si tagliano inevitabilmente i singoli
universi al bordo del campione, generando
probabilit scorrette dei risultati sperimen-
tali nel multiverso a meno che, dice Freivo-
gel, i cut-of matematici non abbiano con-
seguenze reali, disastrose, sui punti din-
tersezione. L il tempo inirebbe facendo
svanire tutto. Lidea pi che strana, anche
perch non chiaro come questi costrutti
matematici possano incidere sul mondo
reale. Secondo i ricercatori, per, se per cal-
colare le probabilit nel multiverso si usano
i cut-of, questi devono essere ritenuti reali.
E se non si accetta il cut-of, non c modo
di fare previsioni e di stabilire quanto c di
probabile nellinlazione eterna.
Il problema sorto nel 2009 durante un
convegno, quando Alan Guth dellMit e Vi-
taly Vanchurin delluniversit di Stanford
Secondo il isico Ben Freivogel,
il tempo potrebbe inire tra
cinque miliardi di anni. Una tesi
provocatoria che alimenta la
rilessione dei cosmologi sul
multiverso
Rachel Courtland, New Scientist, Gran Bretagna
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hanno proposto un esperimento mentale.
Hanno ipotizzato una situazione in cui si
lancia una moneta e si punta una sveglia a
seconda del risultato. Se esce testa ci si do-
vr svegliare dopo appena un minuto, se
esce croce si vince un miliardo di anni di
sonno. Prima di addormentarsi, le probabi-
lit di svegliarsi dopo un minuto o un mi-
liardo di anni sono 50 e 50.
Immaginate che lesperimento avvenga
in un numero ininito di universi. Se si pren-
de un cut-of per studiare un sottoinsieme
di universi, qui oppure ovunque venga fat-
to il cut-of sono molte di pi le persone
che si sveglieranno dopo un pisolino che
dopo un lungo sonno. Le probabilit, quin-
di, non sono pi 50 e 50. Come possono
cambiare le probabilit a seconda di quan-
do ci si sveglia?
Secondo il team, lunico modo per da-
re un senso al cambiamento delle proba-
bilit che il cut-of sia reale. In questo
caso, molti di quelli a cui uscita croce
che si sono addormentati per un miliardo
di anni arriverebbero alla ine del tempo
prima che suoni la sveglia. Ipotizzare la
ine del tempo strano, ma almeno risol-
ve questo paradosso, spiega Ken olum
della Tufts university di Medford, in Mas-
sachusetts. u sdf
u Gli esperimenti mentali, come quello
che ha portato allidea della ine del tempo,
sono ideati per evidenziare i punti deboli del
nostro pensiero. Hanno una lunga storia.
Quando Erwin Schrdinger formul il suo
esperimento mentale felino, non cercava di
sostenere che i gatti chiusi nelle scatole sono
contemporaneamente vivi e morti, ma faceva
una dimostrazione per assurdo delle
peculiarit della meccanica quantistica. Allo
stesso modo le rilessioni di Albert Einstein
sulla luce e il movimento portarono alla
relativit ristretta e poi a quella generale.
Ipotizzando la ine del tempo, il lavoro di
Freivogel spinger i isici a rilettere in modo
pi approfondito sul multiverso.
New Scientist
Da sapere
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 97
IN BREVE
Spazio Sulla supericie della
Luna c molta acqua, ma non
allo stato liquido. Science pub-
blica lanalisi completa dei dati
raccolti dalla missione Lcross,
in cui stata fatta schiantare
una sonda al polo sud lunare
(nellimmagine) per studiare le
polveri e i detriti sollevati.
Salute Solo l8 per cento degli
studi che usano i placebo ne di-
chiara il contenuto. Secondo gli
Annals of Internal Medicine, a
volte il placebo non inerte e in-
terferisce con i risultati dei test.
Genetica Un test sui topi ha ri-
velato che anche lalimentazio-
ne del padre, oltre a quella della
madre, incide sul rischio di dia-
bete delle iglie. Secondo Natu-
re, i padri non trasmettono una
sequenza di dna alterata, ma al-
cune modiiche chimiche che
variano lattivit di certi geni.
Le morti per malaria in India
potrebbero essere 13 volte di pi di
quanto stimato. Secondo
lOrganizzazione mondiale della
sanit (Oms) i decessi da attribuire al
plasmodio sarebbero ogni anno
15mila. Ma una ricerca su The Lancet
stima che le vittime siano in realt
205mila. I ricercatori hanno raccolto
le testimonianze verbali di oltre 122mila decessi e, sulla
base delle descrizioni dei sintomi, hanno deciso se la
causa della morte era stata la malaria. La proiezione del
campione su base nazionale ha portato a 205mila vittime,
con unoscillazione possibile tra 125mila e 277mila. La
stragrande maggioranza dei decessi considerati nello
studio, l86 per cento, avvenuto lontano da una struttura
sanitaria, e questo potrebbe spiegare la diferenza con le
statistiche dellOms. I numeri uiciali tengono infatti
conto delle diagnosi di malaria confermate, e da queste si
stima il numero di vittime. Ma molti casi possono sfuggire
alla registrazione. Il tasso di mortalit della malaria in
India rimane incerto, scrive The Lancet, ma gli indizi
secondo cui stato ampiamente sottostimato aumentano.
Secondo i ricercatori, si dovrebbero rivedere le stime
dellOms sulla malaria in tutti i paesi. u
Salute
Malaria indiana
The Lancet, Gran Bretagna
Contro i germi, meglio
usare gli asciugamani di
carta o quelli elettrici?
Il segreto delle mani pulite
semplice: lavarsi bene con ac-
qua e sapone. I batteri prospe-
rano sulle mani bagnate, quin-
di il metodo che rimuove me-
glio lumidit dovrebbe essere
il pi eicace. Da alcuni studi
emerge che gli asciugatori
elettrici sarebbero dei vivai di
batteri, che contaminano le
mani e spargono germi. Que-
gli studi, per, presentano un
conlitto dinteressi, perch
sono inanziati dallindustria
della carta. Nel 2000 la Mayo
Clinic ha condotto uno dei po-
chi studi indipendenti sul te-
ma. I ricercatori hanno reclu-
tato cento persone, a cui han-
no contaminato le mani e
chiesto di lavarle con acqua e
sapone. Poi alcuni le hanno te-
nute 30 secondi sotto un asciu-
gatore elettrico ad aria tiepida
e altri le hanno stroinate per
15 secondi con un asciugama-
no di stofa o di carta. Risulta-
to? La parit. Entrambi i meto-
di asciugano le mani con cura
e riducono i germi (i disinfet-
tanti per le mani a base di alcol
eliminano gran parte dei bat-
teri, ma non tutti i virus. Per
essere davvero eicaci devono
avere almeno il sessanta per
cento di alcol).
Conclusioni Contro i germi,
non conta il metodo con cui si
asciugano le mani, ma il tem-
po impiegato: pi meglio .
The New York Times
Davvero? Anahad OConnor
Larte di asciugarsi le mani
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SPAZIO
La galassia
pi lontana
Pi di 13 miliardi di anni luce ci
separano dalla galassia UDFy-
38135539. loggetto celeste pi
lontano dalla Terra mai foto-
grafato, nonch il pi antico: si
formato solo 600 milioni di
anni dopo il big bang, quando
luniverso era avvolto da una
coltre di idrogeno. La scoperta,
presentata online da Nature,
aiuta a capire come le isole
stellari si formavano e cresceva-
no nel periodo buio delluniver-
so. Secondo i segnali intercet-
tati da Hubble e confermati dal
Very large telescope in Cile, la
galassia apparsa allepoca del-
la rionizzazione, quando le ra-
diazioni delle prime galassie co-
minciarono a spazzare via la
nebbia di materia intergalattica.
UDFy-38135539 emette per una
radiazione debole. Forse stata
aiutata da altre galassie vicine a
rendere trasparente lo spazio,
diventando cos visibile.
BIOLOGIA
Lembrione
del moscerino
Un embrione di Drosophila me-
lanogaster di venti ore ha vinto il
concorso fotograico della So-
ciety of biology britannica nella
categoria close-up. Il proilo
dellembrione delineato da tre
proteine di membrana colorate
di blu, rosso e verde. Si vedono
alcune strutture interne, come il
sistema tracheale e lo stomaco.
La foto stata scattata dalla bio-
loga Samantha Warrington con
un microscopio confocale a
luorescenza.
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98 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Il diario della Terra
45,0C
La Mecca,
Arabia Saudita
Thailandia
-65,6C
Vostok,
Antartide
Indonesia
7,7 M
Indonesia
Singapore
Giri
Togo
Brasile
Indonesia
Indonesia
Stati Uniti
Richard
Megi
Messico
6,5 M
Cile
5,7 M
Taiwan
4,0 M
Gli ospedali inquinano. Un in-
dagine del 2010, scrive Slate,
ha rivelato che negli Stati Uniti
ogni giorno si producono pi
di 15 chili di rifiuti per posto
letto. Considerando che nel
paese ci sono 951mila posti let-
to, gli ospedali producono 5,2
milioni di tonnellate lanno di
spazzatura, non pochi rispetto
ai 227 milioni di tonnellate di
rifiuti urbani.
Carta e cartone rappresen-
tano circa la met dei rifiuti
ospedalieri e sono riciclabili.
Alcuni ospedali stanno speri-
mentando il riciclo del mate-
riale usa e getta e il compo-
staggio degli scarti alimentari.
Ma non tutti i rifiuti ospedalie-
ri si smaltiscono facilmente. I
farmaci scaduti seguono pro-
cedure complesse e cos pure il
materiale potenzialmente in-
fetto, come le bende sporche
di sangue (le camere operato-
rie generano il 20-30 per cento
dei rifiuti). Gli ospedali usano
anche reagenti chimici, com-
ponenti elettronici e altri ma-
teriali che devono essere trat-
tati separatamente. E poi c
anche il consumo di energia.
Gli edifici dedicati alla sanit,
compresi gli ambulatori e gli
studi medici, rappresentano il
9 per cento dellenergia consu-
mata dal settore commerciale.
Consumano il doppio rispetto
alla media di un ufficio: negli
ospedali laria controllata ar-
tificialmente, lilluminazione
continua, e alcuni apparec-
chi, come le macchine per la
risonanza magnetica, hanno
bisogno di molta energia. Di
conseguenza, gli ospedali pro-
ducono anche grandi quantit
di anidride carbonica: negli
Stati Uniti, il 3 per cento delle
emissioni del paese.
I riiuti
ospedalieri
Ethical living
Tsunami Almeno 272 per-
sone sono morte e 412 risulta-
no disperse dopo essere state
travolte da uno tsunami nellar-
cipelago indonesiano delle
Mentawai, al largo di Sumatra.
Londa anomala stata causata
da un terremoto di magnitudo
7,7 che aveva colpito la regione
poche ore prima, causando la
morte di due persone.
Terremoti Un sisma di ma-
gnitudo 6,5 sulla scala Richter
ha colpito la Baja California,
nel nordovest del Messico. Al-
tre scosse sono state registrate
nel centro del Cile e a Taiwan.
Alluvioni Cinquantasei
persone sono morte nelle allu-
vioni causate dalle forti piogge
che hanno colpito la Thailan-
dia. u Dieci persone sono mor-
te negli allagamenti in Togo.
Cicloni Ventisette persone
sono morte nel passaggio del
ciclone Giri sullovest della Bir-
mania. Migliaia di case sono
state distrutte. u Luragano Ri-
chard ha perso forza prima di
raggiungere il Belize. u Qua-
rantotto persone sono morte
nel passaggio del tifone Megi
sulle Filippine e su Taiwan.
Siccit Le autorit dello
stato brasiliano di Amazonas
hanno proclamato lo stato di
catastrofe naturale nella
regione, colpita dalla pi grave
siccit dal 1963.
Incendi Il fumo provenien-
te da alcuni incendi sullisola
indonesiana di Sumatra ha
causato problemi respiratori
agli abitanti di Singapore.
Ogni anno i contadini indo-
nesiani appiccano il fuoco alla
vegetazione per preparare il
terreno alla semina.
Vulcani Venticinque per-
sone sono morte nelleruzione
del vulcano Merapi, sullisola
indonesiana di Java. Il governo
ha trasferito pi di duemila
persone.
Squali Un ragazzo di 19
anni stato ucciso da uno
squalo in California, negli
Stati Uniti.
Insetti In una miniera dam-
bra in India sono state trovate
nella resina oltre 700 specie
di insetti, aracnidi e crostacei,
insieme a piante e funghi, ri-
salenti a 50 milioni di anni fa.
Secondo Pnas, sono le tracce
di unantica foresta.
Biodiversit Un quinto dei
vertebrati nel mondo a
rischio di estinzione, scrive
Science. Il pi vasto studio
mai compiuto su mammiferi,
uccelli, rettili, pesci e anibi
rivela che le popolazioni di
vertebrati sono diminuite in
media del 30 per cento negli
ultimi quarantanni.
Felini Pi la foresta densa e
le abitudini di caccia notturne,
maggiore la complessit
delle macchie sulla pelliccia
dei felini. Al contrario, gli ani-
mali che vivono in spazi aperti
tendono ad avere un mantello
uniforme. quanto risulta da
uno studio pubblicato sui Pro-
ceedings of the Royal Society
B, che ha paragonato 35 specie
di felini a seconda del com-
portamento e dellhabitat.
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I vertebrati a rischio
Percentuali
Anibi
41
Pesci
cartilaginei
33
Mammiferi
25
Rettili
22
Pesci
ossei
15
Uccelli
13
Pagai, Mentawai
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 99
u Proprio come i iumi, anche i
ghiacciai scendono a valle in-
grossati dagli aluenti. Spostan-
dosi, il ghiaccio raccoglie polve-
re e fango, e porta con s le trac-
ce dei movimenti passati. Il
ghiacciaio Susitna in Alaska ha
rivelato una parte del suo lungo
e tormentato viaggio il 27 ago-
sto 2009, quando lAdvanced
spaceborne thermal emission
and relection radiometer
(Aster), a bordo del satellite Ter-
ra della Nasa, lo ha sorvolato.
Limmagine combina lun-
ghezze donda di luce infraros-
sa, rossa e verde, creando dei
colori artiiciali. La vegetazione
rossa e la supericie del ghiac-
ciaio marmorizzata, con il
ghiaccio pulito in celeste e quel-
lo sporco in marrone. Il ghiaccio
relativamente pulito arriva dagli
aluenti a nord. La trama par-
ticolarmente complessa al cen-
tro, dove un aluente ha spinto
il ghiacciaio principale verso
sud. Una foto del Susitna nel
1970 mostra una trama altret-
tanto complessa, con i ghiacci
puliti e quelli sporchi che for-
mano strisce e curve.
Il Susitna si trova in una zo-
na sismica. I geologi hanno ipo-
tizzato che fossero stati i terre-
moti a creare i dirupi e le falde
del ghiacciaio, ma in realt la
maggior parte dipende da im-
provvise avanzate (surge) dei
ghiacciai che aluiscono. Que-
sti surge possono veriicarsi
quando si accumula dellacqua
alla base del ghiacciaio, lubrii-
cando il lusso. Lacqua di disge-
lo pu arrivare dai laghi, visibili
nellangolo in basso a sinistra.
Anche la roccia madre sotto-
stante pu contribuire ai surge,
soprattutto le rocce molli facil-
mente deformabili. M. Scott
Questa immagine dai colo-
ri artiiciali evidenzia il
movimento dei ghiacci e il
modo in cui quelli puliti si
mescolano a quelli pieni di
detriti.
Il pianeta visto dallo spazio
Il ghiacciaio Susitna, in Alaska
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Susitna, 1970
100 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Economia e lavoro
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iversi segnali indicano che gli
Stati Uniti stanno cercando
una tregua con la Cina nella
guerra delle monete. Prima il
dipartimento del tesoro ha deciso di non
pubblicare un rapporto che accusa Pechino
di manipolare la sua valuta. Poi il Penta-
gono ha annullato una serie di esercitazioni
navali nel mar Giallo per non irritare i cine-
si. Cosa sta succedendo? Uno dei motivi
potrebbe essere che il presidente Barack
Obama gi abbastanza preoccupato dalle
elezioni di met mandato del 2 novembre,
che potrebbero indebolirlo. Inoltre, non c
nessun bisogno di aggravare le ostilit con
la Cina in vista del prossimo vertice del
G20, che si svolger l11 e il 12 novembre in
Corea del Sud.
Probabilmente il segretario del tesoro
Timothy Geithner ritiene che sia possibile
convincere i cinesi a rivalutare lo yuan. Do-
po i negoziati al vertice di Gyeongju, la loca-
lit turistica sudcoreana dove il 22 e il 23 ot-
tobre si sono riuniti i ministri delle inanze e
i banchieri centrali dei paesi del G20, Geith-
ner ha parlato di progressi importanti con la
Cina e altri paesi. Il risultato principale,
ha detto, stato laccordo per correggere
gli squilibri commerciali. I paesi con ingen-
ti surplus devono liberarsi della dipendenza
dalle esportazioni e puntare su una crescita
dei consumi interni.
Inizialmente Geithner stato snobbato
da paesi esportatori come la Germania, il
Giappone e la Russia, che hanno respinto la
proposta statunitense di ridurre il surplus
commerciale al 4 per cento del pil. In so-
stanza, Geithner avrebbe voluto che ogni
paese simpegnasse a mantenere entro
questa soglia leccedenza derivante dal
commercio, dai trasferimenti di capitale
dallestero e dai pagamenti di interessi e di-
videndi. Lobiettivo era impedire alla Cina
e alla Germania di sommergere il mercato
con le loro esportazioni e spingerle a impor-
tare di pi. Nel comunicato inale, i ministri
del G20 hanno dichiarato di appoggiare la
proposta statunitense, ma hanno rimanda-
to lapplicazione a una serie di linee guida
ancora da deinire. Per quanto riguarda la
guerra valutaria, i ministri hanno espresso
lintenzione di astenersi dalla svalutazione
competitiva delle monete. Ma anche in
questo caso non sono stati issati obiettivi e
piani precisi.
La riforma del Fondo
Lunico risultato concreto raggiunto al ver-
tice di Gyeongju stata la riforma del Fon-
do monetario internazionale (Fmi). I mini-
stri hanno raggiunto un accordo per lattri-
buzione di poteri pi ampi, nel Fondo, a
paesi emergenti come la Cina e lIndia. Se-
condo lintesa, lEuropa ceder due dei 24
posti del consiglio esecutivo ai paesi emer-
genti, che quindi aumenteranno del 6 per
cento la loro quota di voti.
Gli Stati Uniti resteranno il paese con
pi voti, ma ora la Cina sale al terzo posto e
lIndia allottavo. Il Fondo si comporta
sempre pi come un onesto mediatore, ha
detto Dominique Strauss-Kahn, direttore
generale dellFmi. Questa una data im-
portante. Cose del genere non capitano tut-
ti i giorni.
Dopo lincontro con i colleghi del G20, il
24 ottobre Geithner si spostato nella citt
costiera cinese di Qingdao per un incontro
fuori programma con il massimo responsa-
bile economico di Pechino, Wang Qishan, il
vicepremier incaricato degli afari econo-
mici. Ma, secondo diverse fonti, la riunione
stata breve e i colloqui non si sono spinti
oltre il contenuto degli accordi raggiunti al
vertice di Gyeongju. u fp
Una fragile tregua
per le monete
I ministri delle inanze e le
banche centrali dei paesi del
G20 promettono di porre ine
alle svalutazioni. Ma inora non
hanno issato obiettivi e
impegni precisi
Donald Kirk, Asia Times, Hong Kong
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Gyeongju, Corea del Sud, 22 ottobre 2010
Surplus e disavanzi commerciali, percentuale rispetto al pil. Fonte: The Wall Street Journal
Germania
Stati Uniti
Cina
GranBretagna
Giappone
Brasile
Da sapere
2007 2009 2011 2007 2009 2011 2007 2009 2011 2007 2009 2011 2007 2009 2011 2007 2009 2011
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7,5
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2,5
0
-2,5
-5,0
(stime)
Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 101
BANGLADESH
Dhaka impara
dal passato
In Bangladesh i prezzi del riso
hanno ripreso a salire come nel
2008, quando nel paese scop-
piarono violente proteste. Ma
oggi Dhaka, scrive il Financial
Times, sta dimostrando di aver
imparato la lezione. Negli ultimi
due anni il governo ha cercato
di aumentare la produzione lo-
cale, potenziando i sistemi dir-
rigazione e la distribuzione di
fertilizzanti e sementi, per ri-
durre il ricorso alle importazio-
ni. Cos questanno sono stati
raccolti 18 milioni di tonnellate
di riso, contro i 14 di due anni fa.
IN BREVE
Cina Pechino limiter le espor-
tazioni dei cosiddetti metalli ra-
ri, essenziali per la produzione
di prodotti high-tech come cel-
lulari e iPod. La Cina controlla il
97 per cento di questo mercato.
LUnione europea, gli Stati Uniti
e il Giappone hanno minacciato
il ricorso alla Wto.
Singapore La borsa di Singapo-
re ha oferto 8,3 miliardi di dol-
lari per la fusione con la borsa di
Sydney, che dar vita a un mer-
cato da 1.900 miliardi di dollari.
Il parlamento argentino ha approvato una legge che vieta
lo sfruttamento dei giacimenti minerari nei ghiacciai della
Cordigliera delle Ande, ricchi doro e dargento. La
presidente Cristina Kirchner non ha messo il veto, come
fece con un provvedimento analogo presentato nel 2008.
A un anno dalle elezioni presidenziali, scrive Le Figaro, il
dibattito su questi ghiacciai al conine tra Argentina e Cile
diventato un argomento sensibile, visto che nella zona si
concentra il 75 per cento delle riserve di acqua potabile del
paese. Ma ora molti economisti temono che la legge freni il
boom minerario. Tra il 2003 e il 2008 lestrazione di oro in
Argentina cresciuta del 6.000 per cento. A questi ritmi il
paese sudamericano dovrebbe entrare tra i primi dieci
produttori di metallo giallo del mondo. u
Argentina
Una legge per le miniere
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Tagli
draconiani
Il governo portoghese ha pre-
sentato un piano dausterit per
il 2011 che taglia le spese dello
stato del 5,3 per cento, pari a 4,5
miliardi di euro. Lobiettivo ri-
durre il deicit pubblico dal 7,3 al
4,6 per cento rispetto al pil. Co-
me scrive El Pas, 1,2 miliardi
saranno tagliati nella sanit, fa-
cendo aumentare il prezzo dei
medicinali. Gli stipendi dei di-
pendenti pubblici subiranno ri-
duzioni comprese tra il 3,5 e il 10
per cento. Inoltre, aumenter
liva su molti prodotti di largo
consumo: quella applicata al lat-
te, per esempio, passer dal 6 al
23 per cento. Il parlamento vote-
r il piano il 3 novembre.
RUSSIA
Il governo
privatizza
Mosca ha approvato un vasto
piano di privatizzazioni. Il vice-
premier russo Igor Shuvalov,
scrive il quotidiano inanziario
Vedomosti, ha spiegato che il
governo prevede di vendere en-
tro il 2015 novecento aziende di
stato. Le privatizzazioni dovreb-
bero generare entrate per 1.800
miliardi di rubli, pari a 60 mi-
liardi di dollari, che serviranno
a ridurre il deicit del bilancio
pubblico. Il piano prevede la
vendita di quote in alcune
aziende molto ambite dagli in-
vestitori stranieri, come la so-
ciet petrolifera rosneft, le fer-
rovie e la banca Sberbank.
Il ghiacciaio Toro II, al conine tra Cile e Argentina
PORTOGALLO
2,5
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-2,5
-5,0
-7,5
-10,0
(stime)
%
2008 2009 2010 2011 2006 2007
Deicit pubblico
rispetto al pil
variazione
del pil
Fonte: The Economist
Il surplus del commercio este-
ro della Germania tra il 2002 e
il 2009 stato pari al 7 per
cento del pil. Il 60 per cento
dellavanzo deriva dagli scam-
bi con i paesi dellunione mo-
netaria. Allorigine del surplus
tedesco c una straordinaria
crescita della produttivit, che
ha spinto le imprese a guada-
gnare quote di domanda inter-
nazionale, ma solo nel settore
manifatturiero.
Al contrario della produtti-
vit, il salario industriale
sceso del 14,5 per cento in rap-
porto al valore del prodotto
medio del lavoro tra il 2002 e il
2007. retribuzioni e prezzi te-
deschi sono scesi del 10 per
cento rispetto ai partner, e i di-
vari di competitivit si sono
ampliati. Come nota Sergio de
Nardis su lavoce.info, non po-
tendo apprezzare il tasso reale
di cambio, lonere del riequili-
brio cade per intero sui paesi
delleurozona, chiamati ad ab-
bassare prezzi e salari sotto i li-
velli delleconomia tedesca,
emulandone lespansione sbi-
lanciata nella manifattura.
volenti o nolenti questo il
quadro con cui anche il nostro
paese deve fare i conti. Per
questo ci vorrebbe un ministro
dello sviluppo economico in
carica che non si occupi solo
delle esigenze di Mediaset. u
Il numero Tito Boeri
7 per cento del pil
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102 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
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Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 103
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104 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
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Mi dispiace Karen, ma sono costretto ad
arrestarti perch sei salita con la bicicletta
sul marciapiede.
Io sono costretta ad arrestarti per avermi
intossicato pubblicamente.
Potremmo risolvere la questione davanti a una
lunga abbuffata non stop. Per fortuna ho qui
con me dieci scatole da cinque chili di letto
di bisonte speziato.
Ottimo, mi sono appena fatta
stringere lapparecchio.
Wow. La situazione
si complica.
Non credo proprio.
...E QUANDO IL FANTASMA TORN
A CASA, CERA UN UNCINO
ATTACCATO ALLA MANIGLIA.
ALLA PORTIERA DELLAUTO, CIO.
RICORDATE CHE ALLINIZIO
IL FANTASMA AVEVA SENTITO ALLA
RADIO CHE CERA IN GIRO UN
ASSASSINO CON UN UNCINO AL
POSTO DELLA MANO?
E COS, EHM, CERANO QUESTI
STRANI RUMORI. E INSOMMA
LASSASSINO, ECCO, VOLEVA
AGGREDIRE IL FANTASMA,
E IL FANTASMA AVEVA PAURA.
AH, DIMENTICAVO, LASSASSINO ERA VIVO!
AAAAAAAH!
continuo a uscire con
delle pollastrelle sexy senza
personalit.
chi ha deciso che la parte
migliore per pensare il cuore:
il fegato, forse? oppure
la milza?
da oggi in poi voglio pensare
solo con il mio pancreas.
oh, Mr.
Wiggles...
credi che il
mio pancreas
abbia il pisello?
e che ti
consiglia di
fare?
dormire
con una
pollastrella.
forse
dovresti
pensare con
il cuore invece
che con
il pisello.
Rob Brezsny
Loroscopo
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Internazionale 870 | 29 ottobre 2010 105
lissimo diario, un neurochirurgo
fai da te.
VERGINE
Alle ultime elezioni politi-
che nessuno dei tre princi-
pali partiti britannici ha avuto la
maggioranza assoluta. Per un po
il paese rimasto senza un leader.
Alla ine i conservatori e i liberal-
democratici hanno formato una
strana coalizione. Qualcuno non
era convinto che fosse la soluzione
giusta. Ho detto che sembrava un
incrocio tra un bulldog e un
chihuahua, ha commentato il sin-
daco di Londra, Boris Johnson.
Ma intendevo dire che avr una
grande forza, come tutti gli ibridi.
Credo che una fusione che hai in
mente, Vergine, susciter senti-
menti simili. Travestimento consi-
gliato per Halloween: un incrocio
tra un bulldog e un chihuahua, tra
un colibr e un coccodrillo, tra
Gandhi e Napoleone.
BILANCIA
Le cinque tigri bianche di
un parco zoologico cinese
sono diventate troppo mansuete.
Forse perch hanno passato molto
tempo con gli umani o perch la
loro vita troppo comoda. Uno dei
loro istinti fondamentali si atro-
izzato. Un guardiano ha messo
delle galline con i felini, sperando
che gli saltassero addosso e le di-
vorassero. Invece le tigri sono in-
dietreggiate spaventate. Cos la di-
rezione dello zoo ha deciso di
prendere altri provvedimenti per
stimolare la loro spavalderia. Ti di-
co questo, Bilancia, perch ho pau-
ra che tu stia andando nella stessa
direzione. Travestimento consi-
gliato per Halloween: un grosso
animale feroce.
SAGITTARIO
Quella di un soldato che
combatte in guerra la pi
alta forma di coraggio? Il poeta ir-
landese William Butler Yeats non
la pensava cos. Secondo lui, en-
trare nellabisso del proprio incon-
scio richiede altrettanta audacia.
A mio parere, nei prossimi giorni
quello sar il luogo in cui darai
prova di maggiore eroismo. Le tue
esperienze pi utili e illuminanti
saranno le lotte che farai con le
bellissime tenebre che sono den-
tro di te. Travestimento consiglia-
to per Halloween: un guerriero pa-
ciico.
CAPRICORNO
Uno spammer manda in
media 12.414.000 email
prima di riuscire a strappare un po
di soldi a un babbeo credulone. Tu
non avrai bisogno di essere cos
proliico per far sapere coshai da
ofrire, ma dovrai essere comun-
que tenace. Fortunatamente, per
aumentare le tue possibilit di
successo ti baster puriicare le tue
intenzioni. Perci, guarda bene
dentro di te e assicurati che il tuo
dono, la tua idea, il tuo prodotto o
servizio siano di unintegrit im-
peccabile. Travestimento consi-
gliato per Halloween: un piazzista
divino, un angelo che cerca di ven-
dere una propriet in paradiso.
ACQUARIO
In questi giorni, per te la lu-
ce del sole sar profumata
di spezie o di muschio. Il vento
avr il gusto di un liquore al cioc-
colato o di una pesca matura. Il
ronzio della rotazione terrestre ti
sembrer una sinfonia ascoltata
una volta in sogno. Il tuo corpo sa-
r elettrico. La tua anima musco-
losa. In altre parole, Acquario, la
magia in arrivo. Le colline saran-
no popolate di ricordi futuri dal sa-
pore delizioso. Ti muoverai pi del
solito su terreni sacri. Travesti-
mento consigliato per Halloween:
il personaggio di un ilm che ha
cambiato in meglio la tua vita.
PESCI
A met del secolo scorso, il
regista davanguardia Ken-
neth Anger organizz una festa in
maschera che chiam Impersona
la tua follia. Una delle invitate era
la scrittrice dei Pesci Anas Nin. Si
present nelle vesti dellantica dea
della fertilit Astarte, ma con una
piccola aggiunta: una gabbia per
uccelli in testa. Per il prossimo
Halloween ti consiglio di ispirarti
allidea di Nin di rappresentare la
sua follia come una dea, ma senza
gabbia sulla testa. Trova un trave-
stimento che ti permetta di incar-
nare la parte migliore e pi bella
della tua pazzia, e lasciala libera.
SCORPIONE
Avresti proprio bisogno di un portiere personale, qual-
cuno che ti accompagni ovunque vai e ti apra le porte
che ti trovi davanti. Ma questo assistente dovrebbe fare
anche di pi. Dovrebbe trovare porte segrete e spalancarle pro-
nunciando parole magiche. Trasformarsi in falegname e costruir-
ti un varco nel momento opportuno. Se non riesci a trovare qual-
cuno in grado di svolgere questo ruolo, fallo tu stesso. Travesti-
mento consigliato per Halloween: un portiere uscito da una iaba.
COMPITI PER TUTTI
Pensa alla morte come alla liberazione da tutto ci
che logoro e superato. In questo senso, qual la
morte migliore che hai mai vissuto?
ARIETE
Nella provincia cinese del
Fujian un tempo cerano
persone che pensavano di poter
comunicare direttamente con i
morti. Se dormivano sulla tomba
della persona che desideravano
contattare, in sogno avrebbero in-
contrato lo spirito del defunto. Ti
suggerisco di tentare qualcosa di
simile, Ariete. Il motivo? Secondo
la mia lettura dei presagi astrali,
faresti bene a entrare in comunio-
ne con i tuoi antenati. Se non puoi
passare le notte vicino al luogo del
loro ultimo riposo, trova un altro
modo per contattarli in sogno.
Metti le loro foto sotto il cuscino, o
magari addormentati stringendo
in mano uno dei loro oggetti prefe-
riti. Travestimento consigliato per
Halloween: lantenato della cui in-
luenza hai pi bisogno ora.
TORO
In occasione di una mostra
al Moma di New York, la
performance artist Marina Abra-
movic ha issato negli occhi una
serie di sconosciuti per 700 ore.
Penso che potrebbe essere diver-
tente per te, Toro, tentare una va-
riazione su questo tema, per sen-
tirti pi vicino agli alleati con i
quali vorresti sviluppare un rap-
porto pi profondo. Sei pronto ad
afrontare questa prova? Travesti-
mento consigliato per Halloween:
un veggente mistico, un dio o una
dea con il terzo occhio, un supere-
roe con la vista a raggi X.
GEMELLI
Conosci i tartui? Sono co-
me dei funghi bitorzoluti
che crescono sottoterra vicino agli
alberi. Per scovarli necessario il
iuto di maiali o di cani apposita-
mente addestrati. In alcune regio-
ni dEuropa il loro gusto cos ap-
prezzato che possono costare an-
che ottomila euro al chilo. Il tartu-
fo dovrebbe essere la tua metafora
del mese di novembre. Prevedo
che andrai a caccia di un tesoro
brutto ma delizioso o di un adora-
bile mostro. Travestimento consi-
gliato per Halloween: una reginet-
ta di bellezza o una modella che
somigli alla creatura di Franken-
stein, un rinoceronte in abito da
sera, una torta di compleanno fat-
ta con la carne in scatola.
CANCRO
Non devi sforzarti di pi,
Cancerino, devi sforzarti di
meno. Usa la tua attenzione in
modo rilassato per giocare con va-
rie possibilit. Non tirar fuori la
tua ferocia guerresca e non sfoga-
re la tua giusta rabbia solo perch
la vita si riiuta di adeguarsi alle
tue esigenze. Lascia che il tuo cor-
po sia percorso da onde di tenerez-
za, apri il cuore allesperienza di
mescolare la tua energia con il
lusso imprevedibile della vita,
meravigliati delle sorprendenti ri-
velazioni e degli inviti che ricevi
continuamente. Travestimento
consigliato per Halloween: signor
Morbido, signora Velluto, dottor
Delizioso, dj Setoso.
LEONE
Volevo cambiare il mondo,
ma ho scoperto che lunica
cosa che una persona pu essere
sicura di cambiare se stessa, ha
scritto Aldous Huxley. Ti consiglio
di adottarla come ipotesi operati-
va. Forse tra qualche settimana fa-
rai bene a inondare i tuoi cari di
consigli. Ma per ora il tuo compito
revisionare, ricalibrare e perfe-
zionare il tuo io meravigliosamen-
te imperfetto. Travestimento con-
sigliato per Halloween: un eremi-
ta, un anarchico, lautore di un bel-
106 Internazionale 870 | 29 ottobre 2010
Lultima
Karzai e i taliban. Morte agli infedeli. Abbasso lAmerica.
Bene, stanno parlando.
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la parte peggiore sono le strisce orizzontali.
Questa storia di Wikileaks ci fa sembrare cattivi.
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Belgio: moto perpetuo.
I leader avevano tendenze paranoiche:
credevano che la gente li seguisse.
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Le regole Discoteca dopo i trentanni
1 raddoppia la dose di caf nella settimana precedente. 2 non tentare di vestirti alla moda. 3 parole
bandite: night club, pista da ballo, Village people. 4 inutile cercare di stare al passo con i nomi dei
cocktail. non si chiamano pi neanche cocktail. 5 pi si avanza con let, pi la selezione allentrata dura:
se non sei in lista non uscire nemmeno di casa. regole@internazionale.it