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PREFAZIONE DELLE RICERCHE FILOSOFICHE:

Intenzione inizio : scrivere un libro pensieri " da un soggetto


all'altro =insuccesso
pensieri in una direzione si deformavano=

sono un insieme di osservazioni:
lunghe catene=medesimi soggetto
bruschi cambi=" schizzi " della regione del linguaggio="
LIBRO COME ALBUM "

soggetti.=medesimi o simili del tractatus (riaffronta ). i nuovi pensieri
messi in luce >

gravi errori del 1 libro: quali? DOGMATISMO & ASPIRAZIONE ALL'ASSENZA

DOGMATISMO: witt intende 2 esempi
FILOSOFO COLPITO DALLA POSSIBILIT DI CONFRONTARE PREPOSIZIONE E
IMMAGINE:
l'immagine pu essere termine di paragone x proposizione, capace
di illuminare sullo stato del nostro linguaggio. attraverso
somiglianze e dissimiglianze

Ma pu CONCLUDERE CHE UNA PROPOSIZIONE UN'IMMAGINE ANCHE QUANDO
NON SEMBRA
=ci che era un termine di confronto un idea preconcetta a cui
tutto deve conformarsi.
= scambio = dogmatismo.
ES :uomo che x indicare descriva un cerchio intorno ad oggetti. o
un filosofo
" tutte le cose sono rotonde " e assieme traccia un cerchio intorno
alla cosa.
Altro caso di dogmatismo: entrambi UGUALI

=STANNO SEGUENDO SOLO I CONTORNI DELLA FORMA attraverso cui la guardano
(rf 114)
scambiano la possibilit del confronto per la percezione di uno stato di cose
estremamente generale ( 104)
Aspirazione all'essenza :
dogmatismo connesso a 2 delle tendenze pi forti della filosofia:
DESIDERIO DI GENERALIT=
disprezzo per il caso particolare
convinzione che la ricerca filosofica debba afferrare
lessenza.

L'ESSENZA COME IDEALE SALDO E INAMOVIBILE
fuori da spazio dal tempo e che potr essere colto nella sua purezza
( 107) solo da chi possiede uno sguardo acuto ( 113) da
penetrare sotto la superficie ( 92) delle cose.

witt riconosce 1 opera presenti entrambe:

La prima: nella convinzione che suo compito fosse l'essenza del
linguaggio mediante l'indicazione della forma generali della
proposizione
La seconda: idea di essenza qlc di unico, anteriore ad ogni
esperienza, non contaminato da incertezze di natura empirica

=1 opera = stessa arroganza della filosofia.

PI CONSIDERIAMO RIGOROSAMENTE IL LINGUAGGIO EFFETTIVO, PI FORTE DIVENTA IL
CONFLITTO TRA ESSO E LE NOSTRE ESIGENZE. = conflitto intollerabile - l'esigenza
vuoto: lastra di ghiaccio

lieve Colomba
Platone

Tendenze non sottovalutabili: che cos'? Socrate enumerazione di casi
particolari non l'inizio di una risposta.
BATTUTE INIZIALI DEL TEETO DI PLATONE:
teeto risponde elencando
Socrate non numerazioni ma cosa scienza solo questa interessa al
filosofo e pu appagare il desiderio di immobilit del discorso.
Per witt Socrate ottiene l'opposto: CONFLITTI E ANTITESI,

La difficolt di Socrate = per il tractatus cerca di indicare l'essenza del
linguaggio = c sempre un modo di uso x una parola che non si accorda al
concetto a cui ci hanno condotto altri usi (ma non cos! pure cos).

L'altro errore (filosofia & tractatus) in filosofia possano essere fatte scoperte
= NO!!!
NON SI PU SCOPRIRE NULLA diverso scienza

il difficile riconoscere che questo fondamento sta davanti a noi

I problemi della filosofia si risolvono penetrando l'operare nostro linguaggio
cos da riconoscerlo ed evitare di fraintenderlo. non producendo nuove
esperienze, bens assestando ci che ci noto: = la difficolt nel fermarsi,
accettare il fenomeno senza spiegarlo.

Ecco perch witt importante evidenziare che le difficolt possibili non
sono mai del tipo che richiedono istruzioni su materie astruse. occorre
superare sempre una difficolt della volont non dell'intelletto= il lavoro
filosofico non un lavoro sulle cose ma su se stessi, su come si
vedono le cose.

Fare filosofia UNO SCRIVERE SU SE STESSI difficolt perch impossibile
scrivere su se stessi in modo pi vero di quanto non si sia veri a
differenza che sulle cose esterne.

errata concezione: in filosofia & scienza DOMANDE ALLE QUALI SI TROVER UNA
RISPOSTA IN SEGUITO l'atteggiamento nel tractatus (proposizione elementari),
pur convinto di non poter scoprire nulla in filosofia= le soluzioni dei
problemi filosofici non devono mai sorprendere.

Nel tractatus non offre un esempio di proposizione elementare: ci sono ma
lascia all'applicazione della logica il compito di stabilire quali proposizioni
elementari ci sono e quale forma hanno.
quando l'analisi sar al termine sapremo quali siano e quali forme
abbiano.

errore: abbiamo gi tutto non c' bisogno di aspettare. Ci muoviamo
nell'ambito della grammatica del nostro linguaggio comune
MA non impedire di parlare di proposizione elementari o definire
elementare determinati proposizione (e ,o, ecc - un tempo da lupi
elementare non connettivo)

wiit :in discussione pretesa di parlare di proposizione elementare in assenza
di un qualsiasi esame, a prescindere dai metodi di analisi che si hanno
disposizione = se non si hanno esempi inutile parlarne.
P.E non sepolte: la logica (grammatica) non qualcosa sotto la superficie
che una analisi porta in superficie, gi alla vista, anche se riconoscere
non facile.

SECONDO IL TRACTATUS:
Ogni proposizione elementare se una funzione di verit delle
proposizione elementari
Le proposizioni elementari sono logicamente indipendenti (una non
pu interferire con l'altra, la congiunzione in due proposizioni
elementari non pu essere mai una contraddizione)

assimilazione della logica del linguaggio alla logica vero-funzionale
manifestazione del dogmatismo per witt uno degli errori pi pericolosi
della filosofia.


witt pone l'attenzione su :
quest'uomo alto 2 metri- pur proposizioni elementari (n e n o) non
hanno quelle caratteristiche (> indipendenza logica) che il tractatus
aveva riconosciuto alle proposizione elementari.
attribuisce una qualit (con gradi diversi), pu essere trattata come una
proposizione elementare ma non risponde al principio di impossibilit di
esclusione: se alto 2 metri vera, allora " alto 3 metri " falsa.
Si consideri per la congiunzione quest'uomo che alto due metri e
quest'uomo alto 3 m deve essere necessariamente falsa, (x tractatus
una contraddizione).
Da questa witt ricava 2 conclusioni:
diverso al tractatus tra le proposizioni elementari SUSSISTE UNA
RELAZIONE INTERNA DI ESCLUSIONE (non dipendente dallesperienza)
non mai la singola proposizione ad essere accostata alla realt ma
un INTERO SISTEMA DI PROPOSIZIONI
proposizioni vi sono rapporti di esclusione e inferenza di cui la
logica vero-funzionale del tractatus non riesce a dar conto.
NEL TRACTATUS CREDE CHE OGNI INFERENZA POGGI SULLA FORMA TAUTOLOGICA
Ma un inferenza pu avere anche questa forma:un uomo alto 2m,
quindi non alto 3 m =logica vero-funzionale solo una parte di
una sintassi complessiva e che le regole di sintassi (che dicono
quali siano le uniche connessioni in cui una parola ha senso,) non
possono essere ridotte alla logica vero funzionale
1:attenzione per il linguaggio fenomenologico o primario = dovrebbe
descrivere o rappresentare ci che immediatamente dato e messo in atto
senza aggiunte ipotetiche (esperienza pura e immediata)
la filosofia non pu sottrarsi a costruire un simile linguaggio nel 29:
linguaggio fenomenologico non pi come obiettivo e indispensabile, CI CHE
SI DEVE E SI PU FARE SEPARARE NEL LINGUAGGIO CI CHE ESSENZIALE DA CI
CHE NON LO .
Nel passato: esistono due tipi di linguaggio:
quotidiano in cui parliamo
primario: esprime ci che sappiamo veramente = i fenomeni
conclusione esiste un solo linguaggio, quello comune, non esiste il
bisogno di inventarne di nuovi (costruzione di nuovo simbolismo) PERCH
GI IL LINGUAGGIO (liberato dalle ambiguit). dobbiamo cavarcela con il
nostro linguaggio e comprenderlo.
Posizione radicalizzer fino allaffermare che la filosofia non descrivere
fenomeni difficili da afferrare (sottigliezze inafferrabili con un rozzo
linguaggio quotidiano).
Ci di cui la filosofia ha a che fare sono quei FENOMENI e quelle COSE palesi e
comunissime,che per la loro semplicit e quotidianit sono nascoste perch
sempre sotto gli occhi
La spiegazione al bando e la descrizione al suo posto, alla filosofia spetta "il
mettere tutto davanti, non spiegare n dedurre, errore + grave cercare
una spiegazione dove si dovrebbe dire: si gioca questo gioco linguistico
solo descrivere e dire: cos la vita umana.
Il dato da accettare in filosofia non i presunti dati immediati del senso ma i
fatti della vita (le forme di vita), stiamo agendo in un certo modo (puniamo
certe azioni o le premiamo ecc ecc).
Fine 29 : Witt arriva alla conclusione che
ci che in filosofia si pu e deve fare comprendere il nostro
linguaggio ( non uno ideale)
alla filosofia si chiede di penetrare l'operare del nostro linguaggio
per riconoscerlo VS tendenza a fraintenderlo e dimenticarlo
Ci che rende difficile riconoscere loperare la forza con cui immagini
incorporate tendono a fuorviare. Tra queste una > pervasiva nel 1
libro delle confessioni .Agostino iniziazione al linguaggio: adulti
nominano cosa & indicanoosservazioneritiene che la cosa si
chiamasse con quel nome.
Nellimmagine di tale linguaggio le radici dellidea le parole sono
NOMI il cui significato l'OGGETTO (il suo portatore) le PROPOSIZIONI
sono connessioni di nomi, =denominare nomi delle cose allorigine
del linguaggio e del suo apprendimento.
I primi paragrafi VS limmagine agostiniana del linguaggio :
filosofi denominare come il fondamento del linguaggio, e a dimenticare
quanti diversi tipi di parole esistono e diversi usi vengono fatti con
esse.
Nel descrivere il linguaggio e il suo apprendimento pensano a sostantivi
come tavolo, sedia e ai nomi di persona, solo in 2 tempo ai nomi di
attivit e propriet e pensano ai restanti tipi di parole (es esclamazioni
ecc) come a qlc che si accomoder. Ne deriva una rappresentazione
primitiva del modo in cui funziona un linguaggio, appena tratteggiata e
semplificata (es platone. La proposizione consiste di sostantivi e verbi).
E la grammatica superficiale del ns linguaggio che per Wiit ci spinge a
dimenticare che ci sono ? tipi di parole, con ? funzioni e impieghi. Siamo
portati a pensare che tutte le parole funzionino allo stesso modo e che
abbiano allincirca lo stesso impiego ma NO: le parole sono come le
impugnatore nella cabina di una locomotiva che pur simili hanno modi di
azione ?, come gli strumenti nella cassetta degli utensili. Nulla impedisce
di assimilare una impugnatura alle altre perch tutte servono a muovere
qualcosa ma qual il guadagno in tale assimilazione?
Ma il denominare non possiede quelle virt attribuite dallimmagine
agostiniana: es
Prendiamo il caso che qualcuno voglia spiegare il significato della parola x:
questo x, e per farlo indica una matita e dice x mentre compie il gesto di
indicare=abbiamo descritto una " definizione ostensiva " questa pu esserle
interpretata in molti modi (questa una matita, questo legno, ecc).
Secondo wiit il fatto che una definizione ostensiva deve essere compresa il
pu essere frainteso basta mostrare che non affatto all'origine del
linguaggio e del suo apprendimento. Ovviamente il ci sono molti modi per
escludere o limitare fraintendimenti, per esempio si voglia definire un colore
rosso posso fare ricorso alla formula " questo colore si chiama Rosso " ma
questa mossa contribuisce a confermare il carattere non originario della
definizione ostensiva.
la definizione ostensiva spiega l'uso di una parola, quando sia gi chiaro
quali funzione la parola debba svolgere nel linguaggio, occorre infatti che si
capisca gi molto di un linguaggio perch tale definizione abbia senso.
Tutto questo pu passare inosservato ma perch:
Ci immaginiamo colui a cui viene data una definizione ostensiva
come qualcuno che gi possiede una lingua anche se non quella in
cui formulata tale definizione (Agostino per esempio discreti
all'apprendimento del linguaggio come l'arrivo del bambino in una
terra straniera=bambino possiede gi una lingua ma non questa)
Ci figuriamo la atto di dare un significato come un processo
spirituale singolare

" ma che faccenda mai questa, dei nomi che designerebbero propriamente
il semplice? "

Tra gli effetti dell'immagine Agostiniana vi la concezione secondo cui nomi
veri e propri sono segni semplici e che stanno per oggetti semplici. All'origine
di questa concezione vi una argomentazione che ha il suo centro nell'idea
secondo cui " la parola non ha significato se ad essa non corrisponde nulla ".
per questo che la critica a cui WIIT sottopone la nozione di oggetto
semplice importante nella lotta contro le idee sul linguaggio radicate
nell'immagine Agostiniana.

wiit mente discussione che si possa parlare di oggetti assolutamente
semplici: chi lo fa perch dimentica che la parola ' composto' impiegata
in innumerevoli modi imparentati in modi diversi, per cui non ha nessun
senso chiedere " questo oggetto semplice? " fuori di un determinato gioco,
ossia senza precisare ai particolari usi delle parole a cui si sta richiamando.

Gli oggetti semplici dovrebbero costituire i significati dei nomi, wiit riconosce
che ci sono casi il fine cui un soggetto viene usato in connessione con un
nome: casi in cui l'oggetto funge da paradigma o mezzo di rappresentazione.
Tale campione allora uno strumento del linguaggio, a qualcosa con cui si
fanno confronti. Constatare ci pu essere importante ma tutt'caviglia
riguarda il nostro gioco linguistico. Infatti, ci che contraddistingue tale
campioni non c' una qualche propriet straordinaria ma la parte che egli
stata data nel nostro gioco linguistico (esempio metro di campione=in questo
gioco l'unit di misura non l' oggetto misurato).

Il idea secondo cui la parola non ha significato se ad essa non corrisponde
qualcosa una delle grandi fonti di disorientamento filosofico: cerchiamo una
sostanza in corrispondenza a un sostantivo; un sostantivo ci induce a cercare
una cosa che corrisponda ad esso (esempio: con parole come pensare
credere ecc siamo portati cercare qualcosa che corrisponda loro; le risposte
possano essere diverse, x i metalisti sar rappresentato dagli stati di
processi che hanno luogo nella mente, per i materialisti saranno gli stati del
cervello, per i comportamentisti semplici comportamenti).
per tutti comunque il comune l' idea erronea che il significato di una parola
sia qualcosa che coesiste con essa.

" vediamo una rete e complicata di somiglianze che si sovrappongono e si
incrociano a vicenda "
Indicando la forma generale della proposizione (con il tractatus) aveva
ritenuto di aver assolto il compito di spiegare l'essenza della proposizione.
Nelle ricerche filosofiche non si limita a rigettare la risposta data ma tenesse
viene immessa in discussione stessa convinzione che l'essenziale della
ricerca filosofica consiste nell'afferrare un'essenza che tutto abbraccia
un'illusione.
Nelle ricerche witt invita il lettore a riconoscere:
I diversi tipi di impiego di tutto ci che chiamiamo segni, parole,
proposizioni
Che con le nostre proposizioni facciamo le cose pi diverse: diversi
giochi linguistici

Un'obiezione potrebbe esser opposta alla molteplicit dei giochi linguistici
senza che ancora si sia detto cosa sia l'essenziale del gioco linguistico e
quindi del linguaggio; cosa sia comune a tutti questi processi e ne faccia un
linguaggio=per wiit grossa questione e antica (Socrate vs witt per " desiderio
di generalit " pi atteggiamento di disprezzo per il caso particolare) legata
all'idea che per comprendere il significato di un termine generale che, si
debba approvare l'elemento comune a tutte le sue applicazioni (paralisi
ricerca filosofica+ nessun risultato+ credere come irrilevanti i casi concreti).
Attenzione, witt non nega che i si possa indicare qualcosa di comune a tutto
ci che chiamato linguaggio o conoscenza. Quello che vuole farci
riconoscere :
Non scontato che ci che distingue un caso dall'altro sia meno
interessante di ci che li accomuna
Che non necessario considerare come esclusiva la seguente
alternativa: o c' qualcosa di comune o dobbiamo riconoscere che
che la stessa parola ha pi significati tra loro indipendenti.
Questa alternativa non vale per quei processi che chiamiamo giochi:
passandoli in rassegna ci che vediamo non qualcosa comune a tutti, ma
una rete complicata di somiglianze (somiglianze di famiglia) che si
sovrappongono e si incrociano a vicenda. I giochi formano una famiglia (=i
vari tipi di numeri).
Ci non significa che voglia disperdere quello che era tenuto insieme da un
elemento comune: infatti paragoni il concetto ad un accordo tra cui il
robustezza monegasca dal fatto che una fibra corre per tutta la sua
lunghezza, ma dal sovrapporsi di molte fibre l'una all'altra.

Ulteriori obiezioni (frege):
il significato di molte delle nostre parole e i confini dei concetti sono
qualcosa di sfumato, ma sia un concetto non chiaramente
delimitato come potr essere inteso, usato e spiegato?
a cosa pu servirci se non consente la distinzione netta tra ci che
ricade su di esso e ci che non ricade?
witt: i concetti possono venissimo essere spiegati e svolgere la loro funzione
e pur non essendo delimitati. " I giochi sono per noi giochi di cui abbiamo
sentito parlare, e se vogliamo spiegare che cosa un gioco descriveremo
alcuni giochi aggiungendo poi: questoe simili cose si chiamano giochi ".
Ma cosa comune a tutte queste cose? per analogia si pu arrivare a
formazioni che nessuno chiamerebbe gioco, pertanto chiamo gioco ci che
simile a questi fino ad un certo grado.
quello che vale per il concetto gioco vale anche per i concetti regola,
linguaggio, proposizione.
Non esclude che per particolari scopi si possono imporre dei limiti rigidi a un
concetto" vediamo una rete e complicata di somiglianze che si
sovrappongono e si incrociano a vicenda "
Indicando la forma generale della proposizione (con il tractatus) aveva
ritenuto di aver assolto il compito di spiegare l'essenza della proposizione.
Nelle ricerche filosofiche non si limita a rigettare la risposta data ma tenesse
viene immessa in discussione stessa convinzione che l'essenziale della
ricerca filosofica consiste nell'afferrare un'essenza che tutto abbraccia
un'illusione.
Nelle ricerche witt invita il lettore a riconoscere:
I diversi tipi di impiego di tutto ci che chiamiamo segni, parole,
proposizioni
Che con le nostre proposizioni facciamo le cose pi diverse: diversi
giochi linguistici

Un'obiezione potrebbe esser opposta alla molteplicit dei giochi linguistici
senza che ancora si sia detto cosa sia l'essenziale del gioco linguistico e
quindi del linguaggio; cosa sia comune a tutti questi processi e ne faccia un
linguaggio=per wiit grossa questione e antica (Socrate vs witt per " desiderio
di generalit " pi atteggiamento di disprezzo per il caso particolare) legata
all'idea che per comprendere il significato di un termine generale che, si
debba approvare l'elemento comune a tutte le sue applicazioni (paralisi
ricerca filosofica+ nessun risultato+ credere come irrilevanti i casi concreti).
Attenzione, witt non nega che i si possa indicare qualcosa di comune a tutto
ci che chiamato linguaggio o conoscenza. Quello che vuole farci
riconoscere :
Non scontato che ci che distingue un caso dall'altro sia meno
interessante di ci che li accomuna
Che non necessario considerare come esclusiva la seguente
alternativa: o c' qualcosa di comune o dobbiamo riconoscere che
che la stessa parola ha pi significati tra loro indipendenti.
Questa alternativa non vale per quei processi che chiamiamo giochi:
passandoli in rassegna ci che vediamo non qualcosa comune a tutti, ma
una rete complicata di somiglianze (somiglianze di famiglia) che si
sovrappongono e si incrociano a vicenda. I giochi formano una famiglia (=i
vari tipi di numeri).
Ci non significa che voglia disperdere quello che era tenuto insieme da un
elemento comune: infatti paragoni il concetto ad un accordo tra cui il
robustezza monegasca dal fatto che una fibra corre per tutta la sua
lunghezza, ma dal sovrapporsi di molte fibre l'una all'altra.

Ulteriori obiezioni (frege):
il significato di molte delle nostre parole e i confini dei concetti sono
qualcosa di sfumato, ma sia un concetto non chiaramente
delimitato come potr essere inteso, usato e spiegato?
a cosa pu servirci se non consente la distinzione netta tra ci che
ricade su di esso e ci che non ricade?
witt: i concetti possono venissimo essere spiegati e svolgere la loro funzione
e pur non essendo delimitati. " I giochi sono per noi giochi di cui abbiamo
sentito parlare, e se vogliamo spiegare che cosa un gioco descriveremo
alcuni giochi aggiungendo poi: questoe simili cose si chiamano giochi ".
Ma cosa comune a tutte queste cose? per analogia si pu arrivare a
formazioni che nessuno chiamerebbe gioco, pertanto chiamo gioco ci che
simile a questi fino ad un certo grado.
quello che vale per il concetto gioco vale anche per i concetti regola,
linguaggio, proposizione.
Non esclude che per particolari scopi si possono imporre dei limiti rigidi a un
concetto(es concetto numero).
Ci per non mostra:
Che un concetto diventi veramente tale solo grazie a questa
delimitazione
Che la mancanza di delimitazione sia segno della nostra incapacit
di cogliere il un concetto in tutta la sua purezza.
Se di molti concetti non conosciamo i confini perch non sono tracciati= per
questo che spiegare il dando esempi non un metodo indiretto di
spiegazione in mancanza di un metodo migliore.

Tra i molti condizionati dall'idea che la ricerca dell'essenza si ha il compito a
cui il filosofo e lo scienziato pu rinunciare witt mette freud :witt analizza
quelle pagine del interpretazione dei sogni nelle quali freud cerca di mostrare
come tra immagine del sogno e oggetti di natura sessuale sussistano
relazioni, associazioni che bastano per concludere che il sogno in realt
osceno.
witt non convinto di tale conclusione: se il sogno era bello, queste
associazioni lo rendono non bello?
Freud ha ingannato ed stato influenzato dalle idea ottocentesca della
dinamica, cercando qualche unica spiegazione che potesse dimostrare che
cos' il sognare=trovare l'essenza del sognare.
avere torto in parte avrebbe significato aver torto del tutto.
per questo che Freud non era disposto a riconoscere che ci possono essere
molti tipi di soli e che potrebbe non esservi una sola linea di spiegazione per
tutti. Quindi il considerare che non vi sia una sola idea o causa per cui si
sogna come un disastro per la psicanalisi e per la conoscenza, e che si possa
sognare senza alcuna causa o ragione.
Obietta witt qui l'errore nell'unica causa: non c' alcuna ragione sola per
cui si parla.
Secondo Freud le differenze appartengono sempre e soltanto al problema,
mai alla soluzione, invece proprio sulle differenze che witt intende attirare
l'attenzione, mostrare come le cose che sembrano identiche sono in realt
differenti.

Secondo witt alla base di molte dottrine del significato e del linguaggio vi
una constatazione in apparenza innocua, ossia la considerazione che un
segno qualsiasi , in quanto tale, qualcosa di materiale e di accidentale.
Perch a questi vita occorre, di conseguenza, che a esso si accompagni
qualcosa.
Ma non pu essere un altro segno=secondo witt se di per s un segno che
qualcosa di morto e se nessuna aggiunta di segni pu fare vivere un segno,
si deve pensare che ci che va aggiunto ai segni sia qualcosa di
immateriale, diverso da tutti i segni.
Da queste considerazioni emerge
la posizione di frege: la cosa importante non sono i segni, ma il
pensiero che i segni esprimono e che sono qualcosa di atemporale,
eterno, immutabile.
Le varie forme di mentalismo che distinguono nel funzionamento del
linguaggio due parti: inorganica- manipolazione dei segni;
organica- comprensione dei segni, pensare. Collocano la vita del
segno nella mente.
Ad essi witt oppone la considerazione che qualunque cosa accompagni un
segno per noi un ulteriore segno. per questo che la distinzione tra
interno ed esterno non riveste alcun interesse n le considerazioni sul
significato e comprensione del significato.
Ed sempre per questo che non pu mai essere essenziale se un
fenomeno simbolico si svolga nell'anima invece che sulla carta
visibile agli altri.
Perch mai un segno pi qualcos'altro dovrebbe essere vivo se, da solo, era
morto?
witt quindi rigetta il idea che ci che da vita a un segno sia qualcosa che lo
accompagna= di che cosa vive il segno? indicazione libro blu: se dovessimo
nominare qualcosa che sia la vita del segno, dovremmo dire che ci sia il suo
uso.
Cautela espressiva particolarmente importante perch ci fa capire come il
richiamo all'uso abbia come obiettivo primario di contrastare la tentazione
della ricerca del significato.
=attenzione a dove occorre guardare, e come bisogna guardare se
all'uso che vogliamo guardare.

Primi anni 30 witt: pensa che il modo per guardare al linguaggio il
rispettando l'indicazione nella ricerca d' uso la vita del segno, sia di trattarlo
come un calcolo costituito e delimitato dalle regole: quello che faccio con le
parole in quanto le comprendo, la stessa cosa che faccio con il segno del
calcolo: opero con essi.
Questo modo elaborato da witt in opposizione a frege: secondo witt frege ha
ragione quando obietta che la matematica non ha semplicemente a che fare
con i segni di inchiostro sulla carta ma non vede che vi un aspetto legittimo
del formalismo, cio che i simboli della matematica non hanno alcun
significato, perch possibile negare che essi rappresentino qualcosa senza
ridurli a segni di inchiostro (per frege o abbiamo tratti di inchiostro sulla
carta oppure questi tratti sono segni di qualcosa e ci che rappresentano il
loro significato)
il gioco degli scacchi a mostrare che tale alternativa e non corretto e le
pedine non rappresentano nulla, non hanno alcun significato ma si possono
usare i segni come nel gioco: la pedina nel suo aspetto non ha importanza
la totalit delle regole che lo distingue dagli altri pezzi suoi movimenti che
pu fare o non=l'essenziale sono le regole.

Conseguenze che witt trae da queste considerazioni:
Il paragone tra la matematica i e il gioco degli scacchi vale
per ogni sorta di linguaggio: non c' bisogno che le parole
rappresentino qualcosa, il significato va ricercato nella funzione che
essi svolgono nell'insieme delle regole grammaticali che ne
disciplinano l'uso. Ogni significato definito da tali regole che fissano
l'uso in quel linguaggio="posto " in un sistema grammaticale.
La comprensione del significato non un processo
psicologico particolare chi si svolge in me, ne uno stato che
presente in me: comprendo una proposizione in quanto la
adopero.
Le regole grammaticali non sono ricavate dalla realt ne
devono rispondere ad essa: il linguaggio autonomo e le sue
regole sono arbitrarie, determinano soltanto il significato e non
rispondono di nessun significato.
comunque non significa che non vi sia relazione fra grammatica il realt e
che la filosofia che si rivolge alla grammatica non abbia pi nulla a che fare
con la realt=infatti la tecnica di uso di una parola ci d un'idea di verit
molto generale riguardo al mondo in cui usata. Allo stesso modo la
descrizione di un metodo e di un unit di misura (la cui scelta arbitraria
perch non impostata dalla realt) dice qualcosa sull'mondo in cui la
misurazione ha luogo.

witt rester fedele alle conseguenze che aveva tratto dalla considerazione
del linguaggio come calcolo:
Perch una parola abbia significato non necessario che
corrisponda a qualcosa (uso)
La comprensione del significato un barone un processo n uno stato
della mente
la grammatica non determinata dalla realt (degli empiristi e
platonisti)
Tuttavia si render conto che guardare al linguaggio come a un processo che
avviene secondo regole esplicite vuol dire assumere un Punto di vista
unilaterale sul linguaggio e attribuire privilegio a rigore ricavato dalle
scienze. sempre pi chiaro quindi per witt che non usiamo e non c' stato
insegnato il linguaggio secondo regole rigorose. non pensiamo alle regole
d'uso mente l'usiamo ma non sappiamo neppure indicarle se ce le chiedono.
E non perch ci siano ignote ma perch spesso esse non ci sono proprio.
Supporre il contrario sarebbe come supporre che i bambini quando giocano a
palla giochino secondo regole rigorose.

In realt (RF) per witt occorre riconoscere:
E che a ci che chiamiamo regola di un gioco linguistico possono
spettare nel gioco parti molto differenti (esempio la regola pu
essere un aiuto nell'insegnamento del gioco uno strumento del
gioco stesso)
Affinch un gioco linguistico sia tale, non necessario che sia
limitato dovunque dalle regole (non regole di forza di lancio nel
tennis)
Un gioco senza regole fisse e dai contorni sfumati non cessa di essere un
gioco ne perde di interesse e utilit anzi spesso proprio tali imprecisioni di
cui abbiamo bisogno. Parlare di regole rigorose o esatte lascia intendere
un'ideale prestabilito a priori mentre occorre riconoscere che i nostri ideali di
esattezza non sempre sono gli stessi.
Ma il paragone dell'uso delle parole con un calcolo secondo regole fisse
rischia di essere fuorviante da diversi punti di vista:
Spingerci a pensare che il nostro linguaggio sia un linguaggio che
soltanto si avvicina a quello ideale di cui dovrebbe interessarsi la
logica mentre si pu dire che costruiamo linguaggi ideali
Pu indurci a coltivare un immagine mitica della regola e delle
seguirla, la quale anticiperebbe le sue applicazioni.

Gioco linguistico:
Giochi mediante i quali i bambini apprendono la loro lingua
materna
Linguaggi pi semplici o primitivi del nostro linguaggio
quotidiano
Sono modi di usare i segni pi semplici di quelli nei quali noi usiamo i segni
del nostro linguaggio quotidiano. Perch dovrebbero interessare il filosofo?
per witt studiare i fenomeni del linguaggio nei modi primitivi del suo impiego
un modo per dissolvere la nebbia mentale che sembra avvolgere il nostro
uso comune del linguaggio. In molte differenti giochi linguistici che descrive
e inventa vanno considerati termini di paragone
Occorre osservare che per witt linguaggio primitivo non significa incompleto:
non solo perch non chiaro cosa voglia intendere con completo, ma anche
perch l'identificazione tra primitivo e incompleto non scontata,e non solo
nel caso del linguaggio.
" i minorati mentali ce li rappresentiamo usando l'immagine del
degenerato, dell'individuo essenzialmente incompleto, quasi
disgregato. quindi attraverso il idea del disordine, invece che
attraverso quella di un ordine pi primitivo ".

" gioco linguistico " usata anche per indicare:
Ciascuno dei differenti e innumerevoli tipi e modi di impiego di ci
che chiamiamo segni parole proposizione (esempio comandare e
agire secondo il comando, fare una battuta ecc)
In tutti i casi ci che a witt interessa evidenziare con l'impiego
dell'espressione gioco sono > due cose:
" il linguaggio " non quell' unit formale immaginata dal tractaus
ma una famiglia di giochi linguistici pi o meno imparentati.
neppure qualcosa di dato una volta per tutte=linguaggio come
vecchia citt
Parlare un linguaggio fa parte di una forma di vita e immaginare un
linguaggio significa immaginare una forma di vita=gioco linguistico
indica tutto l'insieme costituito da linguaggio e dalle attivit di cui
intessuto.

witt si rese conto che le nozioni di regola e di seguire la regola richiedevano
una particolare attenzione=dedica un ampio spazio nelle RF.
la questione che si trova di fronte : cosa significa seguire correttamente la
regola? come e quando decidere quale passo sia quello giusto? (come
decidere che 199 dopo 198 giusto per la regola addiziona 1?).
witt indica due risposte date dai filosofi:
le conseguenze di una regola che esistono gi in essa, dobbiamo
soltanto tirarle fuori: pensando alla regola la mente compie tutti i
passaggi prima che si arrivi a questo o quel punto. Secondo witt
sono superstizioni filosofiche che non fanno altro che riproporre la
domanda=che ci assicura che il punto a cui siamo pervenuti
fisicamente sia proprio il punto a cui la regola idealmente giunta?
riconosciuto che la regola non anticipa n predetermina le sue
applicazioni occorre ammettere che tra essa e ciascuna delle sue
applicazioni intervenga qualcosa o qualcuno: supponendo di aver
una regola generale indispensabile riconoscere sempre di nuovo
che tale regola pu essere applicata a questo caso=nessun atto di
previsione pu risparmiare questo.
witt cominci a rendersi conto delle conseguenze paradossali e a cui
inevitabilmente conduce la supposizione e che tra la regola e ogni sua
applicazione ci sia qualcosa (un atto di interpretazione).
Infatti sia la regola deve essere sempre i comunque interpretata allora
giusto l'obiezione che qualunque cosa io faccia possa sempre essere resa
compatibile con la regola mediante interpretazione e che per questo
l'interpretazione non pu servire a sostegno. Infatti se qualunque cosa io
faccia possa essere accordata cui la regola, potr anche essere messa in
contraddizione con essa=non esiste regola

Ammesso che la regola fabbisogno del interpretazione non c' pi modo di
sfuggire al paradosso: come la regola anche l'interpretazione qualcosa che
viene data per segni quindi un altro segno. e all'obiezione che
l'interpretazione a cui si fa appello non c' un altro segno ma qualcosa che
non si pu interpretare ulteriormente witt ribatte che il ricorso ad
un'interpretazione ultima mitologico come il richiamo a una regola ultima.

witt a questo punto propone di cambiare il nostro atteggiamento: invece di
dire che ci deve essere qualcosa che ci fa fare quel che facciamo, che
ci fa usare la regola come noi la usiamo, guardiamo attentamente ai
modi in cui noi seguiamo le regole e a ci che di volta in volta
chiamiamo seguire una regola.

Questo deve farci capire che seguire la regola una prassi, e per stabilirla
non bastano le regole, abbiamo bisogno anche di esempi. la regola la cosa
spiegata, non la cosa che spiega.
regola si riferisce ad una tecnica ad un'abitudine.

dal 243 wiit si chiede se sia pensabile un linguaggio in quelle parole
dovrebbero riferirsi a ci di cui solo chi parla pu avere conoscenza, alle sue
sensazioni private. la risposta che questo linguaggio privato non pu
essere che una finzione grammaticale che nasce da un modo di
fraintendere il operare del nostro linguaggio. Scopo di questi paragrafi e di
respingere la drammatica che sta alla base di questa finzione ovvero
resistere alla tentazione di costruire la grammatica dell'espressione di una
sensazione secondo il modello " oggetto e designazione " 293

una delle grandi fonti di disorientamento filosofico l'idea secondo cui la
parola non ha significato se non corrisponda qualcosa che ci spinge:
A cercare sempre qualcosa che sia il significato della parola
Considerare il denominare come il fondamento del linguaggio
Nel caso delle sensazioni questa idea ci induce a trattarle come oggetti
privati a cui solo io posso accedere, cui d un nome mediante una sorta di
definizione ostensiva interna e privata: " scrivo il segno e cos facendo
concentrano attenzione sulla sensazione ".
Corollari inevitabili sono:
Le sensazioni sono accessibili alla sola persona
Posso solo indovinare le sensazioni altrui perch vedo solo i suoi
segni
witt ribadisce riguardo alla definizione ostensiva della sua priorit ripetendo
ci che aveva gi detto contro l'idea che dare un nome a un oggetto sia a
fondamento del linguaggio. Quando si dice " ha dato il nome a una
sensazione, si dimentica che molte cose devono gi essere pronte
nell'linguaggio perch il pur uninominale abbia un senso ".
Perch chi incapace di eliminare l'immagine agostiniana mostra come
imparare il significato dei nomi delle sensazioni sia qualcosa di pubblico e di
aperto alla vista.
tale descrizione non va intesa come appoggio a favore del
comportamentismo quale volesse indicare che s solo il comportamento
reale.
Egli intende sostenere non che la parola " dolore " significa
propriamente quel gridare, bens che l'espressione verbale del dolore
sostituisce, non descrive il grido.
se sembra stia affermando che la sensazione in stessa non nulla solo
perch siamo sotto l'influenza dell'idea che linguaggio funzioni sempre un
unico modo e serva ad un unico scopo: trasmettere pensieri.
con questa idea che dobbiamo rompere: la sensazione non qualcosa, ma
non nemmeno nulla.
witt vuol dire che se interpretiamo il dolore come una oggetto privato allora
un nulla rende lo stesso servizio di un qualcosa di cui non possiamo dire
niente 293 .

all'idea di linguaggio privato connessa la convinzione che non solo io non
posso sapere veramente cosa l'altro sente e prova (e che sia vero) ma non
possa nemmeno far sapere all'altro cosa io stia davvero sentendo e
provando. Ognuno chiuso in una sua privatezza e dell'altro ha e vede solo
dei segni.
Privatezza dei sentimenti non significa che nessuno pu conoscerli a
meno che io noi glieli mostri ma " se non voglio posso non dare alcun segno
del mio sentimento, ma posso anche farlo mostrando solo un segno e non il
sentimento " .
a colui disposto a sostenere che ci che l'altro prova e sente essere solo una
congettura e mai conosciuto witt propone una sfida: " prova mettere in
dubbio il dolore di una persona, certo ci sono dei casi in cui pu essere
difficile conoscere sentimenti dell'altro e spesso siamo incerti su quanto
l'altro sia sincero. Tutti sanno che gli uomini possono simulare ma un gioco
linguistico che abbiamo imparato come ogni altro ( 249) e che soprattutto
abbiamo imparato dopo averne imparati molti altri.
vale anche per il mentire quindi quello che witt dir a proposito del dubbio "
che si pu dubitare soltanto se si sono imparate certe cose".
ci che witt mette in discussione l'idea che io non possa mai conoscere con
certezza i sentimenti e le sensazioni altrui perch essi non potranno mai
essere miei. se ci liberiamo dal mito dell'oggetto privato, possiamo
riconoscere che noi vediamo quello che gli altri sentono e provano.

Tra le distinzioni fondamentali che la grammatica del nostro linguaggio tende
a farci dimenticare vi quella tra:
proposizioni grammaticali: descrivono un gioco linguistico, ne
delimitano la regione e delle regole
Proposizioni empiriche: le posizioni interne al gioco linguistico
Esempio:
Le valigie non spariscono se sono lasciate incustodite: congettura o opinione
basata sull'esperienza pu essere smentita
gli oggetti non spariscono quando nessuno li osserva: una proposizione
grammaticale che descrive un'immagine del mondo che stata tramandata
con il quale distinguo tra vero e falso.

witt vuole sottolineare che la mia immagine del mondo non ce l'ho perch
sono convinto della sua esattezza o perch mi stata insegnata, ma
un'immagine come prassi cio modi e maniere del confrontare e della agire.
le proposizione grammaticali descrivono il suolo sul quale si fondano e
crescono i nostri giudizi, ma non significa che siano incondizionatamente
vere. esse formano l'alveo del fiume che pu spostarsi. questo non significa
che voglia rendere la distinzione fra grammatica ed esperienza indistinta:
pu spostarsi ma distingue tra il movimento dell'acqua nell'alveo del fiume e
lo spostamento di quest'ultimo, pur che fra essi non vi sia un anetta
distinzione.

In tali contesti una proposizione trattata come una proposizione da
controllare con l'esperienza pu essere trattata come una regola di controlo
e viceversa. Ci vuol dire che nessuna proposizione in quanto tale,
grammatica o empirica.

La funzione delle proposizioni grammaticali di delimitare la regione del
linguaggio = tracciare il confine tra senso e non senso= la filosofia come
ricerca grammaticale eredita la funzione che il tractatus aveva assegnato alla
filosofia. Con 2 differenze:
la linea che divide il senso dal nonsenso non + quella linea retta e
definitiva a cui pensava il tractatus: niente , in quanto tale o in
maniera essenziale, provvisto o privo di senso.
le ragioni per cui si traccia il confine fra senso e nonsenso (regione
del linguaggio)possono essere varie e possono mutare a seconda
delle ragioni d'uso

Wiit ritiene che uno degli errori che circonda la nozione di seguire una regola
abbia origine nell'idea che qualcosa debba farci fare quello che facciamo,
mentre andrebbe riconosciuto che non occorre una ragione per seguire una
regola cos come la seguiamo= la catena delle ragioni ha una fine. Il che
significa che non c' nulla di saldo e fermo in se stesso? Che i ns giochi
linguistici non possono mai essere fondati e giustificati?
Witt risponde che dire che tutte le ragioni hanno un terine non significa
negare che si possano produrre, rifuita l'idea che dove non vi sono + ragioni
da dare , l ci si scontra con l'infondatezza irrimediabile dei ns giochi
linguistici.
Al termine delle ragioni non si trova la sicurezza ne l'insicurezza, ma una
sorta di sicurezza tranquilla al di l del giustificato e dell'ingiustificato.
Il fatto che qualcosa per me sia acquisito non ha la sua ragione nella mia
stupidit o nella mia credulit: alla fine delle ragioni non vi sono proposizioni
infondate o vere, perch non c'e una specia di vedere ma il nostro agire. Ad
un certo punto resta solo dire cos , e questo non equivale a una rinuncia
alla filosofia, ma un atto etico con cui assumiamo la ns finitezza.
Ma non si pu evitare di ammettere che gli uomini giocano i giochi linguistici
perch certi fatti sono cos e non altrimenti, perch l'esperienza cos...
Witt riconosce che immaginare che certi fatti siano diversi da quello che sono
significa non riuscire + a immaginare come determinati concetti siano
impiegati o applicati.
Ma un modo non di fondare i concetti sui fatti ma di comprendere come i
ns concetti operino.
es: se un giudice in grado di applicare una legge a vari casi, deve giudicare
un essere

Che si discosta completamente dagli esseri umani soliti questo caso la
decisione diviene difficile se non impossibile. Ribadisce che se si interessa
alla corrispondenza dei concetti con fatti molto generali della natura non
perch si interessato a possibili cause della formazione dei concetti, o
perch voglia spiegare la filosofia con la scienza naturale.witt non fa ipotesi:
se i fatti naturali fossero diversi da quello che sono e nostri concetti
sarebbero diversi ma dice: si crede che i concetti siano giusti, prova
immaginare che certi fatti generali della natura che siano diversi da come
sono e costruzioni diversi delle nostre appariranno naturali.
Questo vale anche per chi intende sostenere che i giochi linguistici trovano la
loro ragione nell'accordo tra gli uomini. Questo rosso: ma come decidere
chi ha ragioni se non l'accordo?
witt riconosce che se in generale gli uomini non concordassero, si casi
indeterminati non fossero eccezioni i nostri concetti non esisterebbero. Senza
dubbio l'il nostro gioco linguistico funziona soltanto quando predomina un
certo accordo, ma concetto di accordo non entrano in gioco linguistico se
l'accordo fosse completo, allora potrebbe darsi che il concetto di accordo
fosse del tutto sconosciuto. Infatti chi impara non deve prima conoscere il
significato di euguale? e questo non presuppone a sua volta l'accordo?
428.
Ci vale anche quando ci che in gioco la decisione su cosa vero o
falso: vere e false ci che gli uomini dicono e nel linguaggio gli uomini
concordano. Una concordanza non di opinioni ma di forma di vita=uomini
possono accordarsi mediante il linguaggio perch gi concordano nel
linguaggio.

In questo modo wiit prende le distanze che anche da coloro che pensano che
dei nostri giochi linguistici si possano dare giustificazioni di tipo pragmatico.
Esempio: noi contiamo cos perch si dimostrato pratico farlo in questo
modo.
Non nega che qualche volta si pensa che abbiamo certi concetti perch
l'abbiamo ottenuto ottimi risultati o che l'abbiamo trovati pi vantaggiosi egli
contesta:
La pretesa che ci che vale qualche volta il certi concetti debba
valere sempre e per tutti i concetti
L'idea che tutto ci che gli uomini fanno e dicono sia sempre
conforme a uno scopo e comprensibile a e giustificabile in base ad
esso.
Sono i giochi che gli uomini giocano a rivelare cosa essi considerino utile e
vantaggioso.

La pretesa che l'agire debba essere sempre spiegato sulla base dell' assunto
che essi agiscano in vista di uno scopo una pretesa che pu produrre
un'immagine distorta di quello che gli uomini fanno e dicono. Interessanti le
considerazioni che witt ha dedicato al ramo d'oro di Frazer: secondo witt il
idea guida che l'uomo sia primitivo o gentiluomo agisca sempre e
comunque in base ad uno scopo che cerca di realizzare servendosi
dell'insieme o di opinioni sul corso della natura (quelle che dispone al
momento).
Nel caso dell'uomo primitivo=cultura magico- religiosa, tali opinioni
rimandano a una conoscenza insufficiente della natura e derivano da
modalit elementari di ragionamento. Ma witt osserva che frazer non vede il
che l'agire in base opinioni in vista di uno scopo ha un posto limitato della
vita degli uomini e agli esempi di Frazer contrappone l'immagine di un
selvaggio che ha ben chiaro il concetto di azione reale e azione simbolica.
Allo stesso ambito alcune considerazioni in cui witt contesta la tendenza a
guardare all'uomo primitivo come a un essere preso da stupore e sconcerto
di fronte ai fenomeni del mondo. Ci non significa che egli voglia farci
guardare all'uomo primitivo come a un essere ottuso ed inerte. Lo scopo
contrastare quella superstizione della nostra epoca che vedi dello stupore e
nella meraviglia l'effetto degli incapacit di spiegare i fenomeni del mondo (a
indizio di essere in balia di un mondo di cui non riescono ad afferrare le
leggi).
Vi infatti uno stupore il quale segna il risvegliarsi dell'uomo al mondo che
non ha nulla a che fare con l'assenza di spiegazioni. Certamente la scienza
oggi viene praticata secondo uno spirito che esclude stupore e meraviglia,
che il modo scientifico di guardare un fatto non nel modo di guardando come
un miracolo.
Ma perch dovremmo considerare lo stupore la meraviglia che non piuttosto
la loro assenza come qualcosa di primitivo?
Per stupirsi l'uomo deve risvegliarsi, la scienza un mezzo per
addormentarlo di nuovo.

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