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Ermes Maria Ronchi (1947 vivente), presbitero e teologo italiano dell'Ordine dei Servi di Maria.

Citazioni di Ermes Ronchi


Avere un motivo per amare non vero amore.[1] Contemplare trasforma, l'uomo diventa ci che guarda con gli occhi del cuore. L'uomo diventa ci che ama, l'uomo diventa ci che prega. La preghiera apre le porte della luce e la luce si rapprende sul volto degli oranti.[2] [...] Dio non spreca la sua eternit in vendette, non spreca la sua onnipotenza in castighi, e non dobbiamo appiattirlo sul nostro moralismo. [...] Dio compassione, futuro, approccio ardente, mano viva che tocca il cuore e lo apre, che porta luce e gioia, amore che fa ripartire la vita, luce. E il tuo cuore ti dir che tu sei fatto per la luce.[3] Dio non toglie vita. D la sua vita anche a coloro che gliela tolgono.[4] Il mondo appartiene a chi lo rende migliore.[5] Il Paradiso armonia con tutto ci che vive.[6] Il Regno che deve venire il mondo come Dio lo sogna.[7] L'ultimo posto non un castigo: il posto di Dio, infatti l troviamo il Signore Ges, venuto non per essere servito, ma per servire. Quando venne tra noi, non trov posto se non nel legno di una mangiatoia. Quando se ne and, trov posto soltanto sul legno della Croce, quel poco di legno che bastava per morire. Chi vuol essere il primo, sia il servo di tutti [Mc. 10, 44]. L'ultimo posto il posto di chi ama di pi.[8] La benedizione di Dio non n ricchezza n salute n fortuna, ma semplicemente la luce: luce interiore, luce per camminare e scegliere, luce da gustare. Dio benedice con la luce: vale a dire ponendoti accanto persone dal volto e dal cuore di luce. Cui dire: mi basta vederti. Per sapere che Dio c', che Dio luce. E il tuo cuore ti dir che tu sei fatto per la luce. [9] La conversione non la causa della luce, ma l'effetto della tua notte toccata dall'allegria della luce, che apre la gioia come un fiore.[10] La mia identit in divenire perenne. Non ho un'identit da proteggere, ho un'identit da realizzare, un'identit che avanza, che cresce, che evolve. La mia identit di oggi non pi quella di ieri. Chi sono io? Sono le mie idee che ho cambiato, le emozioni che ho avuto, belle o brutte, sono la mia volont. La mia identit il comporsi di tutte queste cose, per cui sono braccia che si stendono, non sono radici immobili.[11] Mentre tutta la nostra storia sembra avanzare per esclusioni, separazioni, barriere, per deportazioni di nemici, il Regno di Dio il sogno di un amore che non esclude nessuno.[6] Mi domando: qual stata la gioia pi bella che io ho provato nella mia vita? E credo che la risposta sia: quando sono riuscito a fare felice qualcuno. Dona gioia a una persona e la ritroverai moltiplicata sul volto dell'altro.[8] Se la Chiesa non accogliente, non Chiesa. Se io non ti accolgo, mi metto fuori dalla comunione. La comunione rotta da chi non accoglie e non certo da chi non accolto.[11]

Il canto del pane


Incipit
Io vivo delle mie sorgenti. In ogni epoca i cristiani hanno tentato di giungere all'essenza, al nocciolo del cristianesimo. Ebbene, il Vangelo stesso ce lo trasmette con il Padre Nostro. in una preghiera, e non in una dottrina o in

un insieme di dogmi, che riassunto il messaggio di Ges. E ci denso di significato: pregare l'evangelo. Buona, lieta e umana notizia fatta risuonare in una cultura che ha perso la fiducia, piena di divinit irate e di miti sfiduciati. Preghiera relazione. Il Vangelo non si riassume in una verit, bens in una relazione.

Citazioni

La storia dell'uomo chiusa tra due parentesi che gli atei dicono di nulla, e che noi, con Ges, diciamo di amore. Dio colui di cui si pu dire l'unica cosa che non si pu dire dell'uomo: che totalmente amore. Ama la vita e darai lode a Dio. La nostra prima liturgia la lode per la vita. Il cielo dove Dio abita il povero, il prossimo. L'altro il cielo di Dio. Dio siede alla destra di ciascuno di noi. Non c' nessun maestro umano nella preghiera, come non c' maestro nell'amore. Ad ognuno spetta edificare la sua preghiera, come ad ognuno tocca tessere il suo amore. Nessuno lo far al posto nostro, nessuno lo far meglio di noi. Dio stesso la patria della tua identit. Pregare aprire, nella trama del tempo, delle finestre su Dio. Due persone che iniziano ad amarsi ripetono l'una il nome dell'altra e spesso tornano con il pensiero a dire e ridire quel nome. Perch il nome pi che una parola: invoca ed voca la presenza. Ci che tu puoi fare solo una goccia dell'oceano, ma questa goccia che d significato alla tua vita. Noi continuiamo ad asciugare le lacrime anche se sappiamo che l'uomo continuer a piangere. Ma un giorno ogni dolore sar consumato e ogni lacrima sar asciugata. Ognuno cosmo tessuto di caos e bellezza. E vivere esercitarsi a dominare quegli oceani interiori che ci generano e ci minacciano. Il Regno dentro di me quando io scendo nei miei propri inferi, nelle zone non evangelizzate di me stesso, in quel mio profondo dove tumultuano le passioni e le ansie e l porto orientamento, direzione, senso, e armonia. Quando scendo nelle mie zone di durezza, di indifferenza e lascio lievitare il richiamo della dolcezza. Quando oppongo alla logica profanante della violenza l'utopia della mitezza. E poi scendere agli inferi della storia dove sono i poveri, gli emarginati, gli sbandati, i perduti a portare solidariet e portare creazione, che vuol dire vittoria sul deserto sanguinante che la storia. Dio non d amore per riavere amore, sarebbe il grande narcisista, bisognoso come noi di gratificazioni. Dio ama in perdita, sempre. Con un paradosso luminoso si potrebbe dire che non l'uomo che esiste per Dio, ma Dio che esiste per l'uomo. L'ideale di Dio l'uomo. Ges per il futuro, scommette sul futuro mio, tuo, di chiunque. Nessuno mai perduto per sempre. Volont di Dio la vittoria sulle solitudini. Volont di Dio servire la vita. Se Dio ha una mania quella di sperare nell'uomo. L'uomo non coincide con il suo peccato, ma con le sue pi alte possibilit. L'uomo non coincide con il suo male, ma con le sue potenzialit. Ogni felicit se non di tutti rubata. Ogni felicit deve essere comunicata e condivisa o sfiorisce. In tutte le religioni il Dio chiede dei sacrifici; il sacrificio consisteva nel distruggere qualcosa in onore del divino. Nella religione cristiana avviene il capovolgimento, non pi un Dio che chiede di distruggere qualche cosa, ma invece un Dio che si distrugge per dare, che consuma se stesso per donare.

L'uomo non posside la vita, la riceve. E nel momento in cui cessa di trasmettere vita, in quel preciso momento la vita in lui si dissecca. La vita si alimenta di vita donata. Se l'amore non eccessivo non amore. Vivere l'infinita pazienza di ricominciare. Noi perdoniamo, ma in un angolo della nostra memoria conserviamo un po' di rancore. Noi perdoniamo ma in un angolo dell'anima diventiamo diffidenti verso quella persona. Perdoniamo, ma non riusciamo pi a fidarci come prima. difficilissimo perdonare di cuore. Bisogna scommettere sull'uomo. Ancora. Bisogna scommettere non come atto d'istinto ma come atto di fede. Bisogna dare credito all'altro, in base non al suo passato, ma in base al suo futuro. Bisogna dare credito non per un atto di intelligenza ma per un atto di speranza. Noi non riusciamo a perdonare di cuore. La nostra pace tante volte assomiglia alla tregua di due contendenti che si fermano a riprendere fiato. Tante volte noi perdoniamo, ma conserviamo le offese come munizioni pronte per la prossima contesa. Perdonare di cuore implica una purificazione, una verginit della memoria. L'innocenza non qualcosa che si conserva, soprattutto qualcosa che si riconquista. Il peccato non rivelatore dell'uomo, non dice chi siamo veramente; non dal male che emerge la nostra realt. L'uomo non coincide col suo peccato, ma con le sue possibilit, con ci che pu diventare, con i semi di vita, con il buon grano che ha in s. Solo il positivo rivela l'uomo, solo la bellezza. La tua bellezza la tua verit. Per questo Ges perdona, perch vede noi oltre noi, ci vede in un giardino di possibilit. E vede la nostra vita "d'ora in avanti", come una vita che va di inizio in inizio. Di primavera in primavera. L'argomento del giudizio universale, l'argomento del contendere cosmico con Dio, non sar il male ma il bene. Dio non ci chieder conto di quanto male abbiamo commesso, ma di quanto bene abbiamo compiuto. Ges non sopporta una sola categoria di persone: gli accusatori. "Siate perfetti come il Padre vostro, siate misericordiosi come il Padre vostro" (Mt. 5,48; Lc. 6,36). Sovrapponendo queste due parole scopriamo che la perfezione di Dio la sua misericordia. Allora anche l'uomo pu essere perfetto se vive la misericordia; la perfezione dell'uomo la conquista della misericordia, e la misericordia la sintesi della lieta notizia. Misericordia: scandalo per la giustizia, follia per l'intelligenza, consolazione per noi debitori. Il debito di esistere, il debito di essere amati si paga solo con la misericordia. Tentazione. Una parola non pi di moda nella geografia dell'anima; una parola sempre pi di moda nella pubblicit. E capovolta, ad indicare qualcosa di positivo, di allietante, di necessario. Eppure, se il peccato non esiste, tutto indifferente. Se il peccato non esiste, l'anima stessa, pi che un enigma, un delitto. Se tutto si equivale, niente vale. La grande tentazione, o prova, o apostasia della nostra epoca non l'ateismo. Il ribelle cerca Dio a modo suo. Di fronte al dolore del mondo c' un ateismo compassionevole che ripete, a modo suo: "El, El, lem sabactni"[12]. La tentazione una scelta tra due amori, tra due valori.

Sciogliere le vele
Incipit
Sciogliere le vele Io la vela, Dio il vento. Questa bella immagine, colta in un'intervista al filosofo Norberto Bobbio, dice l'esperienza che tutti

facciamo avvicinandoci alla parola di Dio: ne sentiamo l'energia, percepiamo che gi andata avanti, e che la nostra vocazione diventare "vela", gente che accoglie il vento di Dio.

Citazioni

Credo fermamente che nominare Cristo, nominarlo bene, equivalga a confortare la vita. [...] non ci interessa un sacro che non sia fioritura d'umano, che non accada al centro della vita. Viene il Signore come un ladro[13] che ha desiderio di qualcosa che in te, nella tua casa. Perch tu hai qualcosa di prezioso ed egli lo vuole, ne ha bisogno. Io ho un tesoro, che il desiderio di Dio. la mia persona stessa, il fiume della mia esistenza che mescola insieme fango e pagliuzze d'oro, questo nulla fragile e glorioso cui per lui stesso ha donato un cuore. L'incarnazione di Dio la certezza che la nostra carne in qualche sua radice santa, che la nostra storia in qualche sua pagina sacra. E guardando il fratello nessuno potr pi dire: qui finisce Dio, qui comincia l'uomo, perch Creatore e creatura sono abbracciati. Finito e infinito sono dentro di noi in miscela prodigiosa per intensit di progetti, per vigore di trasformazione. Dio si fatto uomo perch l'uomo si faccia Dio. La storia vera l'opera di chi si colloca l dove nessuno vorrebbe essere, nell'umilt del servizio, nell'insignificanza apparente della bont, nel silenzio degli uomini di buona volont. Cerchi luce? Ama la vita, prenditene cura, la tenda del Verbo. Amala, con i suoi turbini e le sue tempeste, e sempre pi spesso per con il suo sole e le sue rose. E poi vai a servizio amoroso l dove la vita langue e sembra prossima a spegnersi. Dio non si dimostra, si mostra; la croce e la Pasqua non si dimostrano, si mostrano: con una vita pacificata e generosa, impegnata e accogliente; con una pienezza di umanit che sola mi permetter di accedere al divino, e di lasciare traccia; coltivando tutte le virt umane e qualcuna di quelle evangeliche. L'amore non d una spiegazione dell'universo, non la giustificazione della storia, non fa sorgere scienziati e filosofi. Fa ben di pi. Non giustifica, ma fa vivere; non spiega, ma guarisce. Chi gusta l'amore, anche se morto, pu nascere. L'uomo, come un vaso rotto, chiama Dio, lo obbliga a farsi vicino. il cuore spezzato che costringe Dio a non ritirarsi nei suoi cieli perfetti e lontani. Una leggenda ebraica racconta che ogni uomo viene sulla terra con una piccola fiammella sulla fronte, una stella accesa che gli cammina davanti. Quando due uomini si incontrano, le loro due stelle si fondono e si ravvivano, come due ceppi sul focolare. L'incontro riserva di luce. Quando invece un uomo per molto tempo privo di incontri, la sua stella, quella che gli splende in fronte, piano piano si appanna, si fa smorta, fino a che si spegne. E va, senza pi una stella che gli cammini avanti. La nostra luce vive di incontri. Se c' un angelo nel cielo sopra Milano, chiedo che mi accompagni nell'ultimo viaggio oltre le porte dell'ombra, tenendomi per mano, e mi dica, in quell'ultimo tratto di cielo, solo questo: vieni, hai tentato di amare. Non chiedo altro. E che lo dica con un sorriso. L'intera esistenza altro non che la gioia e la fatica di liberare tutta la luce sepolta in noi. facile essere credenti senza bont; facile anche essere teologi e preti senza bont. facile ed mortale. Funzionari delle regole e analfabeti del cuore. Difensori della sana dottrina e indifferenti al dolore. Ma l'uomo la strada maestra della Chiesa, sempre. Essere in croce ci che Dio deve nel suo amore all'uomo che in croce. L'amore conosce molti doveri, ma il primo di questi doveri di essere con l'amato. Solo un Dio sale sulla croce ed entra nella morte perch nella morte entra ogni suo amato. Qualsiasi altro gesto ci avrebbe confermato in una falsa idea di Dio. Solo la croce toglie ogni dubbio. Qualunque uomo, qualunque re, se potesse, scenderebbe dalla croce. Solo un Dio non scende dal legno.

La croce l'abisso dove Dio diviene l'amante, genesi perfetta di Dio fra gli uomini. [...] Le braccia di Ges, inchiodate e distese in un abbraccio che non pu rinnegarsi, sono le porte dell'Eden spalancate per sempre, sono cuore dilatato fino a lacerarsi molto prima del colpo di lancia, sono accoglienza di ogni creatura, alleanza con tutto ci che vive: genesi dell'uomo in Dio. Perch l'amato nasce dalle ferite del cuore di chi lo ama. L'uomo nasce dal cuore trafitto del suo Creatore. E capisce che la vita non possesso o rapina, ma dono di s; che Dio e la vita sono dono reciproco di s. Allora la croce davvero la gloria di Dio, l'ora gloriosa della vita. Prima di risorgere egli disceso agli inferi, nel fondo oscuro della storia e della materia, per darle energia e direzione verso la luce, l'amore, la libert. Se io comincio a pensare che nelle profondit della materia e della mia carne, nelle parti pi oscure del mio essere, egli sceso per illuminare e trasfigurare, per risuscitare amore e bellezza, allora anch'io partecipo alla risurrezione di Cristo che risorge per l'eternit dal fondo del mio essere, energia che ascende, germe di vita, vita germinante. Il Signore Ges cammina per le strade del mondo perch il suo cielo la terra, il suo cielo sono gli altri. Egli abita nei passi dei cercatori ed seduto alla destra di ciascuno di noi. Dio [...] dona eternit a tutto ci che di pi bello porti nel cuore. Pensare di capire la Trinit attraverso le formule come tentare di capire una parola analizzando il supporto, la carta su cui scritta. Dio non una definizione, ma un'esperienza. La Trinit non un concetto da capire, ma una manifestazione da accogliere. In uno dei capolavori di Kieslowski sui Dieci Comandamenti, Decalogo I, il bambino protagonista sta giocando al computer. Improvvisamente si ferma e chiede alla zia: Com' Dio?. La zia lo guarda in silenzio, gli si avvicina, lo abbraccia, gli bacia i capelli e, tenendolo stretto a s, sussurra: Come ti senti, ora?. Pavel non vuole sciogliersi dall'abbraccio, alza gli occhi e risponde: Bene, mi sento bene. E la zia: Ecco, Pavel, Dio cos. Dio come un abbraccio: il senso della Trinit. Dio non in se stesso solitudine, ma comunione. L'oceano della sua essenza vibra in un infinito movimento d'amore. Se il nostro Dio non fosse Trinit, vale a dire incontro, relazione, comunione e dono reciproco, sarebbe un Dio da delusione, assente e distratto. Ma Dio estasi, cio un uscire-da-s in cerca d'oggetti d'amore [...] Se un giorno la sofferenza mi impedir forse perfino di pregare, se sapr esprimere solo una muta paura, in quel momento Dio si far vicino [...] E so che allora non importer pi merito o demerito; Dio non conter i miei peccati, ma ad una ad una le mie lacrime. Dio una strada che ci porta gli uni verso gli altri. [...] Dio dona eternit a tutto ci che di pi bello hai seminato nel mondo. Il contrario dell'amore non l'odio, ma l'indifferenza. L'odio spesso una variante impazzita dell'amore. L'indifferenza invece riduce a nulla l'altro, non lo vedi neppure, non esiste pi. E nessuno ha il diritto di ridurre a nulla un uomo. L'indifferenza avvelena la terra, ruba vita agli altri, uccide e lascia morire; la linfa segreta del male. Questa la strada contromano di Ges: Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, ai piedi di tutti. Dio non il padrone dei padroni, il servitore che in Ges lava i piedi ai discepoli. Non il Signore della vita, di pi, il servo di ogni vita. I grandi del mondo si costruiscono troni di morti, Dio non ha troni, cinge un asciugamano e vorrebbe fasciare tutte le ferite della terra. Dio come un servo: che non esige, sostiene; non pretende, si prende cura; non rivendica diritti, risponde ai bisogni. Servitore ineguagliabile. [...] Servizio: questo il nome nuovo, il nome segreto della civilt, perch questo lo stile di Dio. Il crocifisso l'icona pi vera. Porta sulla terra il potere di Dio: quello di servire, non di asservire; quello di salvare, non di giudicare; quello di dare la vita, non di toglierla. Il crocifisso porta l'immagine vera dell'uomo. [...] Vero uomo lui, capace del dono supremo, fratello di ognuno, che muore ostinatamente amando, gridando forte a Dio tutta la sua pena, ma per mettersi nelle sue mani.

Note
1. Da Le ragioni della speranza, Rai Uno, 8 gennaio 2011. 2. Da Il volto dei volti: Cristo, a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle, 2004, p. 85. 3. Da Le ragioni della speranza, Rai Uno, 2 aprile 2011. 4. Da Le ragioni della speranza, Rai Uno, 15 gennaio 2011. 5. Da Le ragioni della speranza, Rai Uno, 29 gennaio 2011. 6. a b Da Le ragioni della speranza, Rai Uno, 20 novembre 2010. 7. Da Le ragioni della speranza, Rai Uno, 24 luglio 2010. 8. a b Da Le ragioni della speranza, Rai Uno, 28 agosto 2010. 9. Da Il volto dei volti: Cristo, a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle, 2004, p. 86. 10. Da Le ragioni della speranza, Rai Uno, 22 gennaio 2011. 11. a b Intervista a Ermes Ronchi, 16 ottobre 2009 12. "Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato?" (Mt. 27, 46) 13. "Vegliate dunque, perch non sapete in quale giorno il Signore vostro verr. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perci anche voi state pronti, perch nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verr." (Mt. 24, 42 44)

Bibliografia

Ermes Ronchi, Il canto del pane, Edizioni San Paolo, 2006. Ermes Ronchi, Sciogliere le vele. Commento ai vangeli festivi. Anno A, Edizioni San Paolo, 2004.

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