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Corso ISTF 01 Introduzione al cristianesimo 2012 - Appunti lezione 5

INTRODUZIONE AL CRISTIANESIMO Sezione seconda del CCC La professione della fede cristiana Prima parte Il simbolo: Credo in Ges Cristo il Figlio unigenito di Dio

Ges Cristo centro della fede Il Credo, come si compreso, una formulazione sintetica che racchiude le verit della fede che ne delineano la confessione e orientano la vita dei credenti. La composizione muove da un approccio sistematico collocando, allinizio, la presentazione della principialit assoluta del Padre, per poi accostare il Figlio generato dal Padre, lo Spirito che procede dal Padre e dal Figlio e le altre verit cristiane. un ordine che risponde ad una coerenza teologica nella quale i credenti contemplano il mistero di Dio cogliendone lorigine eterna e il suo costituirsi nel dinamismo trinitario. Tale approccio non corrisponde, tuttavia, a quello della rivelazione. Per i cristiani infatti la via di accesso al Dio Trinitario non il Padre, ma il Figlio incarnato . Dio nessuno lha mai visto: il Figlio unigenito che nel seno del Padre, lui che ce lha rivelato (Gv 1,18). La relazione di Ges con il Padre, basata sulla conoscenza che appartiene allintima comunione di vita, rende possibile tale rivelazione e la rivelazione consente la conoscenza e lacceso al Padre: Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (cf. Gv 14,6). In termini storico-salvifici lincontro con Ges Cristo che apre alla conoscenza del Padre e dello Spirito ; una conoscenza non solo intellettuale, ma partecipativa, comunionale, che Ges rende possibile. La teologia chiama questa persuasione cristocentrismo: Cristo ha una posizione centrale nella dinamica della rivelazione di Dio. Noi sappiamo che Dio Padre, Figlio e Spirito Santo solo grazie a Ges e, se anche abbiamo accostato inizialmente il mistero del Padre, lo abbiamo fatto guidati da Ges e alle condizioni di grazia nelle quali, in virt dello Spirito, ci ha posti per parlarne e potervi accedere. Nei primi numeri dedicati alla fede in Cristo Ges (422-429) il CCC ci ricorda tale centralit che appartiene alla comprensione credente, allannuncio e alla catechesi. Unoriginalit da custodire perch solo in essa si coglie il senso del Dio cristiano e della salvezza che il cristianesimo afferma.1 La particolare missione affidata al Figlio fa di lui il centro di tutto lannuncio cristiano (CCC 426): - per ci che dice di Dio: in lui trova compimento tutta la Rivelazione del sommo Dio (DV7); - per ci che dice delluomo, poich egli svela luomo alluomo (GS 22); - per ci che dice del mondo nelleconomia salvifica di Dio essendo il fine della storia umana (LG 45).
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Come ben esprime una colletta del tempo ordinario: Donaci, o Padre, di non avere nulla di pi caro del tuo Figlio, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignit dell'uomo; colmaci del tuo Spirito, perch lo annunziamo ai fratelli con la fede e con le opere (XV dom. T. O. anno B).

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Su questa consapevolezza il CCC presenta i titoli che aiutano ad accostare il mistero di Cristo (430455), espone i principali misteri della vita di Ges (456-658), presenta il mistero della sua glorificazione (559-682). Seguiamo questo sviluppo cogliendo allinterno di ogni approfondimento tematico alcune questioni nevralgiche. A. I titoli cristologici ovvero chi Ges Ges non uno sconosciuto per la cultura contemporanea che dedica alla sua figura una rinnovata attenzione, da vari punti di vista.2 Ne abbiamo un segnale eloquente anche nei numerosi approcci umanistici e interreligiosi alla figura di Cristo. Non bisogna per dimenticare che il pregiudizievole tentativo di cercare notizie sul Ges storico a prescindere dal dato biblico ed ecclesiale, dunque dalla stessa testimonianza dei vangeli, conduce spesso a rappresentazioni piuttosto lontane dalla fede e dalla conoscenza che di Cristo ha la comunit dei credenti. Il riferimento ai titoli cristologici (CCC 422-451) consente di mantenere il contatto con i quattro punti cardinali di unessenziale cristologia. Si tratta di quattro titoli fondamentali con cui la fede ecclesiale, fondata sulla testimonianza del Nuovo Testamento, accosta la figura di Ges, indicandone la corretta comprensione. Pur affrontando i titoli singolarmente, occorre mantenere uno sguardo sul mistero complessivo: ogni approccio ci dice qualcosa dellidentit di Ges, qualcosa di specifico e di caratteristico della sua persona e della fede ecclesiale, ma ciascun aspetto trova il suo senso pieno nella globalit del racconto della sua vicenda e nellarticolazione delle verit con cui la Chiesa ha riconosciuto il suo Signore. Nel Nuovo Testamento vi sono numerosi titoli cristologici: profeta, servo di JHWH, figlio delluomo, sommo sacerdote...3 Ve ne sono per alcuni su cui convergono le tradizioni neotestamentarie e che esprimono in maniera pi intensa la relazione di fede in Ges mediatore salvifico definitivo. Ges proclamato ed invocato come Signore e Cristo e professato come Figlio di Dio. Questi aspetti peculiari di come i suoi stessi discepoli si rivolgono a lui costituiscono una prospettiva imprescindibile per una penetrazione del mistero di Dio rivelato nella storia straordinaria delluomo Ges.4 Ges. Indica la vicenda di quellUomo nato duemila anni fa e vissuto nella regione della Palestina. Un nome rintracciabile anche in unanagrafe secondo coordinate di tipo storico (cf. Lc 2,1-5). Levangelista Matteo sottolinea che Giuseppe a mettere il nome a Ges (cf. Mt 1,21.25) riconoscendo il ruolo ufficiale e socialmente rilevante del padre. Ma il nome indica anche una prospettiva teologica nella quale riconoscibile una pi precisa identit e missione.

Cf. A. AMATO, Credo in Ges Cristo il Figlio unigenito di Dio , in: Catechismo della Chiesa Cattolica. Testo integrale e commento teologico, Piemme, Casale Monferrato, 2004, p. 708-710. Nel Convegno, promosso dalla CEI, Ges nostro contemporaneo (Roma, 9-11 feb. 2012) emersa la ricchezza dellattuale riflessione, con contributi di carattere storico, teologico, filosofico e artistico. Gli atti del convegno sono stati pubblicati dalleditrice Cantagalli.
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Cf. R. FABRIS, Ges Cristo, in P. ROSSANO ET AL. ED. Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Ed. Paoline, Milano, 1988, p. 611-619. M. BORDONI, Ges Cristo, in G. BARBAGLIO ET AL., Nuovo Dizionario di Teologia, Ed. Paoline, 1991, p. 550.

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In ebraico Ges significa Dio salva, poich in Ges Dio ricapitola unintera storia di salvezza e in particolare salver luomo dai suoi peccati (cf. Mt 1,21). Dire Ges significa affermare che egli il Salvatore. Cristo. Termine greco che insieme al corrispettivo ebraico messia (unto, consacrato) indica che Ges lAtteso molte volte annunciato nellantica profezia e , nello stesso tempo, colui che stato consacrato come tale mediante leffusione dello Spirito. il germoglio della radice di Davide su cui si posa lo Spirito del Signore (cf. Is 11,1-10; Lc 4,17-18) aprendo la sua missione di salvezza. Il termine Cristo, appare poche volte nei detti evangelici di Ges. Infatti lo troviamo 30 volte presente in tutti i vangeli, mentre negli altri libri del Nuovo Testamento presente ben 465 volte. Quindi appare chiaramente come, in seguito allesperienza della Pasqua, sia avvenuto uno sviluppo semantico di tale parola, che assume il significato che conosciamo oggi: Ges il Cristo, cio Messia di Israele che morto ed risorto. Figlio unigenito di Dio. Indica la figliolanza divina di Ges. il rapporto di intima comunione che Ges stabilisce rispetto al Padre nel mistero trinitario ed laffermazione della piena divinit di Ges contro ogni tendenza subordinazionista. Non una creatura angelica apparsa in Ges, ma Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero. Il titolo Figlio di Dio nella tradizione sinottica non si trova mai in bocca a Ges, ma questo non significa che nella tradizione degli inizi non riecheggi il ricordo della singolare e immediata relazione che Ges stabiliva con il Padre, a partire dalle sue frequenti presentazioni come figlio (cf. Mt 11,26) e soprattutto dallappellativo eccezionale che egli riservava allAbb (cf. Mc 14,36). La tradizione ecclesiale, enucleando il titolo Figlio di Dio (cf. At 9,20; 13,33: 1Ts 1,10; Gv 20,31) consacrava un dato indiscutibile legato alla stessa manifestazione di Ges. Signore. il termine pasquale attribuito a Ges risorto (Gv 21,7). Il titolo traduce il greco kyrios con cui la bibbia greca gi traduceva lebraico Adonai, termine sostitutivo del tetragramma sacro IHWH, che nessuno poteva pronunciare. La novit neotestamentaria sta nellattribuire lo stesso titolo a Ges. lui il Signore, Dio come il Padre cui tutta la storia sottomessa e nel quale la storia trova senso (At 10,36, Fil 2,11). Il titolo attestato nella comunit cristiana di lingua aramaica, dove il termine Maranatha (cf. 1Cor 16,22; Ap 22,20) esprime linvocazione dei discepoli per la venuta del Signore alla fine dei tempi. Infatti, proprio il termine Maranatha chiude tutta la rivelazione biblica: Colui che attesta queste cose dice: S, verr presto!. Amen. Vieni, Signore Ges. La grazia del Signore Ges sia con tutti voi. Amen! (Ap 22,20-21). Dopo la Pasqua il termine Signore raggiunge la sua massima valenza teologica: lo vediamo particolarmente negli scritti di Paolo dove la salvezza vincolata alla confessione di fede che Ges il Signore (Rm 10,9 1Cor 12,3). Nella lettera ai Filippesi ne abbiamo lespressione pi solenne: Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che al di sopra di ogni altro nome; perch nel nome di Ges ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Ges Cristo il Signore, a gloria di Dio Padre (Fil 2,9-11).

Nei titoli cristologici racchiuso lessenziale comprensione del mistero di Cristo senza che nulla manchi al riconoscimento della sua identit e missione salvifica.
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B. I principali misteri della vita di Cristo ovvero la storia riletta dalla fede Lidentit di Ges non salvaguardata solamente dai titoli che gli vengono attribuiti, ma anche dalla sua concreta vicenda storica. La narrazione della storia di Ges ci consente di comprendere la realt della sua persona e la verit del suo messaggio. Tale esigenza talvolta non avvertita e si profilano alcune tentazioni: di tralasciare il dato storico riguardo allesistenza terrena di Ges cercando un approccio con il Cristo glorioso, vivo nel mistero di Dio, a prescindere dalla sua vicenda umana; di allargare il dato storico che emerge dai vangeli cercando unaltra storia o aggiungendo particolari che non sono attestati dai vangeli nella ricerca di una certa edificazione; di raggiungere il dato storico nella pretesa di liberarlo dalle incrostazioni del dogma e della fede della chiesa.

LA QUESTIONE DEL GES DELLA STORIA E DEL CRISTO DELLA FEDE Questa problematica molto complessa si affacciata alla consapevolezza ecclesiale nel XVIII secolo, in un clima illuminista. Prima infatti era ritenuta cosa certa che i Vangeli fornissero notizie assolutamente attendibili su Ges; non si scorgeva in ci nessun problema. L'indagine storica neotestamentaria di quellepoca, a parte alcune eccezioni, si limitava essenzialmente a parafrasare e ad armonizzare i quattro Vangeli; dalla fine del XVIII secolo, ci si chiese se il Ges realmente esistito e il Cristo predicato dalla Chiesa ed annunciato nei Vangeli fossero la stessa persona. La nascita della questione legata a Samuel Reimarus, professore di lingue orientali nato nel 1694 ad Amburgo. Si deve distinguere, diceva il Reimarus, tra lo scopo che Ges perseguiva e lo scopo dei suoi discepoli. Visto lepilogo poco lusinghiero della vicenda Ges, che pu essere considerato come un messia politico ebraico, i suoi discepoli non volendo tornare alla propria condizione precedente, avrebbero rubato il cadavere di Ges, inventato l'annuncio della sua risurrezione e del suo ritorno, creando in tal modo una nuova religione. I discepoli sarebbero stati dunque gli inventori della figura del Cristo. La rappresentazione fatta dal Reimarus del Ges storico era fallace e la reazione fu unanime: Ges non era un rivoluzionario politico. Si insinuava per un sospetto: il Reimarus non aveva per caso ragione, almeno in linea di massima, col sostenere che il vero Ges era diverso dal Cristo rappresentatoci dai Vangeli, soprattutto da quello di Giovanni? Chi era egli nella realt? A questa domanda cerc di rispondere l'indagine sulla vita di Ges (Leben Jesu Forschung). Gli autori di questa corrente negarono il Cristo del dogma cristiano nella sua corrispondenza con il Ges storico, ma nel tentativo di ripulire il dato genuino dalle incrostazioni che lo deturpavano, produssero infiniti ritratti del Messia, segnati dal pregiudizio illuminista e antidogmatico. I razionalisti descrissero Ges come un moralista, gli idealisti come quintessenza dell'umanit, gli esteti lo lodarono come l'artista geniale della parola, i socialisti come l'amico dei poveri e riformatore sociale. Ges venne modernizzato: il risultato fu che ogni epoca, ogni teologia, ogni autore ritrovava nella personalit di Ges il proprio ideale. Pur reagendo a questa impostazione anche R. Bultmann oper una cesura ulteriore tra il Ges della storia e il Cristo della fede. Questi nel 1929 scriveva: Io sono indubbiamente del parere che noi non possiamo sapere pi nulla della vita e della personalit di Ges, poich le fonti cristiane non si sono

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interessate al riguardo se non in modo molto frammentario e con taglio leggendario, e perch non esistono altre fonti su Ges 5 Lo scopo primario ed esclusivo dei Vangeli, secondo lautore, era la catechesi: agli evangelisti non interessava affatto ricostruire la figura storica di Ges, ma annunciarlo come Cristo Figlio di Dio. Nei Vangeli, dunque, non troviamo il Ges della storia, ma il Cristo della fede; il personaggio di Ges sicuramente esistito, ma la fede di cui stato fatto oggetto lo ha completamente sottratto alla storia. Pretendere di ricostruire la vita di Ges a partire dai Vangeli significherebbe quindi cercare in essi proprio quello che non c'; e quand'anche le ricostruzioni storiche fossero attendibili, esse non avrebbero nulla da dire al credente, perch egli, con la sua fede, salta la storia a pi pari, se ne disinteressa. A Bultmann, il cui pensiero esercit uninfluenza fortissima sulla ricerca del XX secolo, furono mosse varie obiezioni: in primo luogo non convinse il suo atteggiamento di rinuncia totale a qualunque collocazione storico-cronologica degli avvenimenti relativi all'uomo Ges: non c' dubbio che la sua figura sia stata in una certa misura idealizzata dagli evangelisti, ma poneva e pone tuttora obiettive difficolt pensare che questa idealizzazione sia stata talmente radicale da far scomparire totalmente un personaggio dalla storia a non molto tempo di distanza dalle sue vicende. La reazione al pessimismo di Bultmann avvenne da parte dei suoi allievi di Marburgo. In particolare, Ernst Ksemann si espresse contro Bultmann nel 1953 con un noto articolo dal titolo Il problema del Ges storico. Qui lautore avanza tre tesi importanti: 1) Venendo meno ogni connessione tra il Cristo della fede e il Ges della storia il cristianesimo diviene un mito astorico, e lannuncio cristiano un annuncio docetista. 2) Se la Chiesa antica aveva cos poco interesse per la storia di Ges, perch produsse i Vangeli, con quel forte richiamo alla storia ad ogni passo? 3) Anche se i Vangeli sono un prodotto della fede postpasquale, essi richiedono una fiducia nellidentit tra Ges terreno e Signore risorto. Lintervento di Ksemann pu essere considerato la data dinizio della cosiddetta Nuova ricerca sul Ges storico. In particolare essa ha elaborato un attento interesse alla storia delle forme letterarie (Formgeschichte) con le quali si esprimeva la comunit cristiana per custodire la memoria di Ges non per fini archivistici, ma di fede. In secondo luogo ha messo in luce alcuni criteri di autenticit alla ricerca di una coincidenza pi stretta possibile con la sostanza e lintenzionalit delle parole e dei gesti del Galileo.
1. Criterio di attestazione multipla: vanno ritenuti autentici fatti e gesti di Ges attestati almeno da

due fonti letterariamente indipendenti.


2. Criterio dell'imbarazzo ecclesiale: vanno ritenuti autentici fatti e gesti di Ges che hanno creato

difficolt nella loro applicazione in seno alle prime comunit cristiane. 3. Criterio di originalit (detto anche di differenza): una tradizione pu considerarsi autentica a patto di non essere la pura ripresa di un motivo presente nel giudaismo dellepoca, o leffetto di una rilettura cristiana dopo Pasqua. 4. Criterio di coerenza: postula che Ges non fosse un soggetto assurdo o contraddittorio; una logica deve pur reperirsi tra le sue parole e azioni, come pure internamente al suo discorso. 5. Logica di crisi: postula che ogni ricostruzione della vita del Galileo deve far apparire perch e su quali punti abbia potuto scatenarsi il conflitto mortale che ha opposto Ges ai capi religiosi di Israele. Oggi si parla di una nuova fase: Terza ricerca del Ges storico e vi la tendenza a focalizzare la propria attenzione sugli strati pi antichi del Nuovo Testamento per ottenere dei dati che li possano aiutare a ricostruire una biografia del Ges storico. Lelemento pi caratteristico la valorizzazione della

R. BULTMANN, Jesus, Berlin, Deutsche Bibliothek, 1929; trad. ital. Ges, Brescia, Queriniana, 1972, p. 103.

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ebraicit di Ges. In effetti i biblisti sono stati indotti a ripensare limmagine del giudaismo antico. Se ne ricava che Ges fu interamente giudeo, certamente un giudeo marginale e provocatore, ma con un messaggio e con unazione che non fuoriescono dal quadro del giudaismo del proprio tempo. Ecco perch la terza ricerca interviene a temperare limportanza del criterio di originalit (o di differenza), assunto dalla seconda ricerca, rincalzandolo con un criterio di plausibilit storica. Viene quindi assunto come autentico quel che appare plausibile nel quadro del giudaismo palestinese del tempo di Ges (plausibilit a monte), ma anche quel che spiega levoluzione della tradizione di Ges dopo Pasqua (plausibilit a valle). Da questa terza ricerca emerge la persuasione che si possa conoscere molto del Ges storico, molto pi che di altri personaggi famosi dellantichit, e che ne vale la pena. Scrive Papa Benedetto XVI nellintroduzione al suo libro Ges di Nazaret: Ho voluto fare il tentativo di presentare il Ges dei Vangeli come il Ges reale, come il Ges storico in senso vero e proprio. Io sono convinto, e spero che se ne possa rendere conto anche il lettore, che questa figura molto pi logica e dal punto di vista storico anche pi comprensibile delle ricostruzioni con le quali ci siamo dovuti confrontare negli ultimi decenni. Io ritengo che proprio questo Ges quello dei Vangeli sia una figura storicamente sensata e convincente. Solo se era successo qualcosa di straordinario, se la figura e le parole di Ges avevano superato radicalmente tutte le speranze e le aspettative dellepoca, si spiega la sua crocifissione e si spiega la sua efficacia. Gi circa ventanni dopo la morte di Ges troviamo pienamente dispiegata nel grande inno a Cristo della Lettera ai Filippesi (cfr. 2,6-11) una cristologia, in cui si dice che Ges era uguale a Dio ma spogli se stesso, si fece uomo, si umili fino alla morte sulla croce e che a Lui spetta lomaggio del creato, ladorazione che nel profeta Isaia (cfr. 45,23) Dio aveva proclamata come dovuta a Lui solo. La ricerca critica si pone a buon diritto la domanda: che cosa successo in questi ventanni dalla crocifissione di Ges? Come si giunti a questa cristologia? Lazione di formazioni comunitarie anonime, di cui si cerca di trovare gli esponenti, in realt non spiega nulla. Come mai dei raggruppamenti sconosciuti poterono essere cos creativi, convincere e in tal modo imporsi? Non pi logico, anche dal punto di vista storico, che la grandezza si collochi allinizio e che la figura di Ges abbia fatto nella pratica saltare tutte le categorie disponibili e abbia potuto cos essere compresa solo a partire dal mistero di Dio? 6

Il CCC propone di raggiungere la vita di Cristo a partire dai misteri che la accompagnano, riconoscendo in essi il dato storico e la comprensione di fede della comunit credente. Il CCC offre cos unindicazione di metodo: solo riconoscendo il mistero che si affaccia sulla vicenda storica di Ges di Nazaret possibile raggiungere Ges di Nazaret . E, raggiungendolo, il mistero si dispiega negli aspetti che lo costituiscono e lo esprimono: i misteri, appunto. Mistero non qualcosa di enigmatico, ma lautocomunicazione che Dio fa di se stesso e come afferma il n. 514, tutta la vita di Cristo mistero: di rivelazione, di redenzione di ricapitolazione (CCC 516-518). Una trattazione fondamentale riguarda il mistero dellincarnazione (CCC 456 -511) perch premessa di ogni altro mistero, compreso quello della redenzione sul quale in maniera organica e puntuale ulteriormente il catechismo si diffonde.

J. RATZINGER, BENEDETTO XVI, Ges di Nazaret, Rizzoli, Milano, 2007, p. 18.

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Richiamiamo sinteticamente i nuclei fondamentali di ogni mistero rinviandone lapprofondimento al CCC e a trattazioni successive. INCARNAZIONE
CCC 461-463

Perch Dio si fa uomo CCC 456-460 Una ricchezza di prospettive che superano la visione amartiocentrica e fanno posto alle pi ampie ragioni dellamore. Salvezza dal peccato e conoscenza partecipazione alla vita divina.

Vero Dio e vero uomo CCC 464--478 Lunione ipostatica e la recezione dei primi Concili Ecumenici contro ogni riduzione e unilateralit. - Nicea (325): la divinit di Cristo, generato della stessa sostanza del Padre contro lidea che Cristo fosse una divinit inferiore (Ario) - Efeso (431): lumanit di Cristo non appartiene che alla Persona del Figlio di Dio che lha assunta fin dal concepimento, contro lidea che in Cristo vi fosse una persona umana unita a una persona divina (Nestorio) - Calcedonia (451): in Cristo sussistono due nature, senza confusione e senza divisione, contro lidea che la natura divina avesse prevalso sulla natura umana decretandone la cessazione (monofisiti). Come pensabile la vera umanit di Cristo nella sua divinit? La natura umana di Cristo appartiene alla Persona divina del Figlio di Dio che lha assunata. Tutto ci che egli compie in essa deriva dal suo essere uno della Trinit (CCC 470). Concepito di Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria CCC 484-507 La nascita di Ges con lo sguardo rivolto alla Madre: incarnazione prima del suo compiersi gi stabilisce legami di grazia con luomo. - Lo Spirito in azione, nella disponibilit credente di Maria: inizia una nuova storia di obbedienza dove aveva prevalso il sospetto e lorgoglio ribelle. - La santit del Figlio nella santit immacolata della Madre totalmente rivolta a Dio: prima predestinata a partecipare della salvezza del Figlio. - Il mistero della maternit verginale: primato delliniziativa di Dio nella nascita di Cristo nel capo e nelle membra (sempre Vergine!). NASCITA Il Natale del Figlio di Dio ccc 522-530 - Nellumilt dellinfanzia: Dio si affaccia nel mondo come bambino, non come condottiero. Uomo, fin dai suoi primi istanti. - Nella povert delle condizioni: c ormai unaltra ricchezza da ricercare, quella dellabbraccio divino che riscatta dalla colpa e restituisce al cielo. - Nella fedelt alla storia di un popolo e nella luce che splende per tutti.
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Troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia Lc 2,12

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INFANZIA E VITA NASCOSTA


CCC 531-534

La partecipazione del Figlio di Dio ai momenti ordinari della vita. La dimensione temporale e spaziale. Non c luogo n istante sottraibili allazione di Dio che abita il tempo ordinario in regioni remote dellimpero. Un Dio che tiene pi ai gesti che alle gesta, che libera la Parola a partire dal silenzio, La famiglia: nellesperienza dellamore familiare la presenza nascosta del Figlio di Dio, partecipe di tale vicenda. Il lavoro: non solo come partecipazione di Dio alla fatica umana, ma anche come continuazione alla sua attivit creatrice.

Sar chiamato Nazareno Mt 2,22

Mt 13,54

Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? 55 Non egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56 E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?. 57 E si scandalizzavano per causa sua.

LA VITA PUBBLICA
Mc 1,15

Il tempo compiuto e il regno di Dio vicino; convertitevi e credete al vangelo.

Il Battesimo di Ges: accanto ai peccatori, realmente immerso nella storia degli uomini. Anticipo di quanto egli vivr immergendosi nel mistero della morte CCC 535-537 La tentazione: obbediente al Padre di fronte ad ogni falsa alternativa di riuscita, proveniente dallavere, dal potere e dallapparire CCC 538-540 Lannuncio del Regno con le parole e i segni: Ges inaugura la nuova economia di grazia ormai operante nel mistero della sua stessa presenza tra gli uomini. Regno realizzato tra gi e non ancora. Il progetto chiesa, pazientemente e coerentemente perseguito come segno e strumento del Regno. CCC 541-553 La trasfigurazione: la partecipazione ai disegni di Dio in un anticipo pasquale a conferma del cammino del Figlio e della solidit della sua Parola CCC 554-556 Il viaggio verso Gerusalemme: la determinazione di Ges verso tale meta perch il Regno sia sovranit anche sullultimo nemico. La morte. CCC 557-560
Lc 9, 51

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme

Prima parte - Continua

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