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Regione Puglia
1. Finalità
I principi ai quali si richiama la presente legge regionale sono esplicitati nella L.R. 25
del 3 agosto 2006 nella quale in particolare si afferma che “la salute è un diritto
dei cittadini e la tutela della salute è il fine del sistema sanitario regionale”.
La Regione Puglia persegue tale obbiettivo in una prospettiva di sviluppo sostenibile
con l’ambiente urbano e naturale, nonché per assicurare la conformità di tali azioni
con la politica e la legislazione comunitaria in materia di ambiente.
2. Obiettivi
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Copia originale della proposta di Legge Regionale presentata alla Regione Puglia in
data 31 marzo 2009 Prot.Segreteria Presidente del Consiglio Regionale n°
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l’abbattimento di un’ingente quantità di bestiame contaminato da Diossine nel
Tarantino).
a. definire i limiti emissivi degli impianti industriali ubicati nel territorio della
Regione Puglia ancorchè soggetti ad autorizzazioni statali ed in particolare di
quelli che disperdono sostanze cancerogene, mutagene e bioaccumulabili,
anche con effetti transfrontalieri;
b. adottare le migliori tecnologie disponibili (MTD/BAT) coerenti con la strategia del
livello minimo tecnicamente raggiungibile;
c. portare in quest’ottica, le emissioni delle sostanze di particolare impatto
ambientale presenti nei fumi emessi dagli impianti industriali, ai livelli più bassi
ottenibili mediante l’applicazione delle BAT previste dal Protocollo di Aarhus
(recepito con legge 125/2006) nell’allegato V tabella 2 ("Riduzione delle emissioni di
PCDD/PCDF nell'industria metallurgica") che indica tecnologie capaci di portare i valori di
diossine e furani in un range di 0.2/0.4 ng TEQ/m3;
d. ridurre drasticamente le utilizzazioni di acque in atto, favorendo forme di riuso
delle acque reflue depurate, in considerazione degli eccessivi quantitativi di
acque utilizzate per uso industriale rispetto alle risorse idriche disponibili e alla
pronta disponibilità di volumi di acque recuperabili dai depuratori esistenti;
e. prevedere sia in fase autorizzativa che per gli impianti industriali già autorizzati,
l’uso razionale dell’energia, conformemente a quanto previsto dalla normativa
nazionale e comunitaria in materia, nonché dalla programmazione energetica
della Regione Puglia, e dalla applicazione delle migliori tecniche disponibili;
f. prevedere, a tutela dell’ambiente e della salute della popolazione, modalità di
campionamento, prelievo, analisi, controllo e scarico nei corpi idrici, per le
acque di lavaggio, trattamento e reflui di processo, da applicarsi sia in fase di
autorizzazione di nuovi impianti, che per quelli già esistenti sul territorio della
Regione Puglia.
Visto
Il Piano Regionale di Qualità dell’Aria della Regione Puglia redatto ai sensi degli artt. 8
e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n.351, adottato con delibera della Giunta
Regionale n.328 dell’11 marzo 2008;
Il Piano Regionale di Tutela delle acque della Regione Puglia, redatto ai sensi
dell’art.121 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, adottato con delibera della
Giunta Regionale 19 giugno 2007, n.883;
Letta
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Ambientale;Assessorato Ambiente della Regione Puglia;Assessorato Ambiente della
Provincia di Taranto;Assessorato Ambiente del comune di Taranto ed avente come
argomento “Analisi dei dati conoscitivi ambientali disponibili” nella quale viene
delineata complessivamente una situazione fortemente degradata dal punto di vista
ambientale e sanitario;
Visto
In applicazione
dell’articolo 3 della legge 125/2006 che rende esecutiva, sulla base di tale Decisione, il
Protocollo di Aarhus;
Visto
Il Protocollo di Ahrus del 24/06/1998 con il quale si fissano tra l’altro i limiti per
l’emissione di inquinanti organici persistenti capaci di contaminazione transfrontaliera
a grande distanza;
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Il Regolamento (CE) n. 850/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile
2004, relativo agli inquinanti organici persistenti e che modifica le direttive
79/117/CEE e 96/59/CE (Gazzetta Ufficiale L158 del 30.04.2004) Modificato dai
seguenti atti: Regolamento (CE) n. 1195/2006 del Consiglio[Gazzetta ufficiale L 217
dell'8.8.2006] Regolamento (CE) n. 172/2007 del Consiglio[Gazzetta ufficiale L 55 del
23.2.2007] Regolamento (CE) n. 323/2007 della Commissione (Gazzetta Ufficiale L 85
del 27.3.2007);
Visto
Il Decreto Ministeriale 31 gennaio 2005 riguardante l’emanazione di linee guida per
l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili per le attività
elencate nell’allegato n°1 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n.372;
La Decisione del Consiglio, del 24 aprile 2006, che propone emendamenti degli
allegati I - III del protocollo del 1998 sugli inquinanti organici persistenti alla
convenzione del 1979 sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande
distanza e degli allegati A - C della convezione di Stoccolma sugli inquinanti organici
persistenti, per conto della Comunità europea e degli Stati membri;
Fatti salvi
Gli impegni già assunti, gli accordi di programma, gli atti di intesa con privati e
Amministrazioni interessate che dovranno se necessario essere integrati, in
ottemperanza alle seguenti disposizioni, in quanto da ritenersi migliorative ai fini della
salvaguardia e della tutela dell’ambiente, del territorio e della salute umana;
Considerate
Le carenze e le contraddizioni del quadro normativo statale che appare disallineato dai
principi comunitari in materia e del tutto inidoneo ad assicurare il rispetto dei principi
di cautela, tutela e salvaguardia della salute umana.
Tenuto conto
Che l’Italia ha ospitato il Primo Incontro delle Parti della Convenzione di Aarhus (MOP1)
a Lucca dal 21 al 23 ottobre 2002 e che nel corso del quale, le Parti della Convenzione
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tra le quali l’Italia (che hanno non solo firmato, ma anche ratificato la Convenzione,
assumendo in tal modo sul piano internazionale l’obbligo di rispettarne le disposizioni),
al punto 6 del documento sottoscritto affermano tra l’altro:
“Riconosciamo la stretta relazione tra i diritti umani e la protezione ambientale.
Attraverso il suo proposito di contribuire alla protezione del diritto di ogni persona
delle generazioni presenti e future di vivere in un ambiente adeguato alla salute e al
benessere, la Convenzione riflette questo legame”.
Ritenuto
Improcrastinabile agire secondo il principio di massima precauzione della salute dei
cittadini e della tutela dell’ambiente e del territorio, anche attraverso l’introduzione di
limiti più restrittivi rispetto a quelli previsti dalla vigente normativa per le emissioni in
atmosfera degli inquinanti derivanti dai cicli produttivi dell’industria e degli scarichi di
reflui di lavorazione nelle acque superficiali,costiere e fluviali;
Che nell’ambito delle prospettive riassunte in premessa, la Regione Puglia, come Ente
rappresentativo degli interessi legati alla dimensione territoriale, non può non
reputarsi titolare anche del potere di verifica della compatibilità degli interventi che,
attuati dai vari soggetti nel territorio pugliese ancorchè assoggettati ad autorizzazioni
statali, comportano effetti sul territorio e sulla salute;
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ambiente.
Nell’allegato n° 3: Il facsimile del piano tecnico – temporale per l’attuazione dei
provvedimenti ed il raggiungimento degli obbiettivi fissati.
Schema di Legge
Articolo 1
Definizioni e campo di applicazione
Si definisce:
Emissione: lo scarico diretto o indiretto, da fonti puntiformi o diffuse dell'impianto, di
sostanze, nell'aria, nell'acqua o nel suolo;
Valori limite di emissione: la massa, espressa in rapporto a determinati parametri
specifici, la concentrazione o il livello di una emissione o entrambi che non devono
essere superati in uno o più periodi di tempo;
Operatore: il gestore o il proprietario, intendendosi come gestore qualsiasi persona
fisica o giuridica che detiene o gestisce l'impianto;
Autorizzazione: la decisione o più decisioni scritte da parte dell'autorità competente
che autorizzano l'esercizio dell'impianto a determinate condizioni, che devono tra
l’altro garantire che l'impianto sia conforme ai requisiti della presente legge regionale.
Un'autorizzazione può valere per uno o più impianti o parti di essi, che siano localizzati
nello stesso sito e gestiti dal medesimo gestore;
Sostanze: gli elementi chimici e loro composti, escluse le sostanze radioattive ai sensi
della direttiva 80/836/Euratom e gli organismi geneticamente modificati ai sensi della
direttiva 90/219/CEE e della direttiva 90/220/CEE;
Inquinamento: l’introduzione diretta o indiretta, a seguito di attività umana di
sostanze, vibrazioni, calore o rumore nell’aria, nell’acqua o nel terreno, che potrebbero
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nuocere alla salute umana o alla qualità dell’ambiente, causare il deterioramento di
beni materiali, oppure danni o perturbazioni a valori ricreativi dell’ambiente o ad altri
suoi legittimi usi;
Impianto: l’unità tecnica permanente in cui sono svolte una o più attività elencate
nell’allegato n°1 e qualsiasi altra attività accessoria, che sono tecnicamente connesse
con le attività svolte nel luogo suddetto e possono influire sulle emissioni e
sull’inquinamento;
Impianto esistente: un impianto in funzione, o , nell’ambito della legislazione
vigente anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge regionale, un
impianto autorizzato o che abbia costituito oggetto a parere dell’autorità competente,
di una autorizzazione completa, a condizione che esso entri in funzione al massimo
entro un anno dalla data di approvazione della presente legge regionale;
Valori limite di emissione: la massa espressa in rapporto a determinati parametri
specifici, la concentrazione e/o il livello di un’emissione che non possono essere
superati in uno o più periodi di tempo. I valori limite di emissione possono essere
fissati anche per determinati gruppi, famiglie o categorie di sostanze, segnatamente
quelle di cui all’allegato n°2;
I valori limite di emissione delle sostanze si applicano di norma nel punto di fuoriuscita
delle emissioni dall'impianto, ad esclusione di un'eventuale diluizione nella loro
determinazione;
Migliori tecniche disponibili: la più efficiente fase di sviluppo di attività e relativi
metodi di esercizio indicanti l’idoneità pratica di determinate tecniche a costruire, in
linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove
ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l’impatto
sull’ambiente nel suo complesso.
Articolo 2
Principi generali. Obblighi fondamentali del gestore.
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Articolo 3
Divieti per talune sostanze. Riduzione del carico inquinante nell’ambiente
a tutela della salute. Azioni propedeutiche.
a) Sul territorio della Regione Puglia è vietata la produzione e l’uso dei seguenti
prodotti:
• Aldrin, Clordano, Clordecone, Dieldrin, Endrin, Esabromobifenile, Mirex,
Toxafene, DDT.
b) In una fase successiva ma entro e non oltre il 31 dicembre 2010 :
• Eptalcoro, Esaclorobenzene, Policlorobifenile (PCB), HCH (compreso il lindano);
d) In armonia con quanto previsto dalla normativa che disciplina le azioni applicabili
nelle “aree a rischio e di crisi ambientale accertata”, ovvero la possibilità da parte
delle Regioni di ridurre il carico inquinante immesso nell’ambiente fissando anche
limiti più restrittivi alle emissioni industriali, nell’ambito del Piano Regionale di
Qualità dell’Aria: (art. 271 del D.L. 152/2006 commi 3 e 4), si determina che, per
gli impianti già autorizzati ed in esercizio sul territorio della Regione Puglia, è fatto
obbligo entro il 31 dicembre 2010, di osservare la riduzione delle soglie di tutti gli
inquinanti compresi quelli accertati negli ambienti di lavoro e di vita e
specificatamente nella matrice aria come riportato nell’allegato n°2 ;
Articolo 4
Modalità e criteri di analisi, campionamento e verifica;
Soggetti preposti alla validazione, studio, ricerca e controllo.
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“d”.
(*)che sarà reso obbligatorio con la parte V della norma europea EN-1948, "Stationary source emissions –
Determination of the mass concentration of PCDDs/PCDFs and dioxin-like PCBs - Part 5: Long-term sampling of
PCDDs/PCDFs and PCBs");
Articolo 5
Interventi per evitare la diffusione di polveri inquinanti in atmosfera e
nell’ambiente. Adozione delle migliori tecnologie disponibili.
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a) L’adozione delle Migliori Tecnologie Disponibili, data la gravità della situazione
ambientale accertata nelle aree richiamate in premessa ed individuate dalla
Legge 426/98, deve avvenire prescindendo dalle logiche di “compatibilità
economica” mirando alla scelta delle migliori tecnologie in assoluto, dando
quindi priorità alla salvaguardia della salute e dell’ambiente e piena
applicazione del Principio di Precauzione. A tal fine, a far data dall’entrata in
vigore della presente Legge Regionale, ed entro il 31 dicembre 2009 tutti i
gestori di impianti che impiegano per le loro attività materiali e composti
polverulenti dovranno dotare gli stessi di idonei sistemi atti a prevenire ed
evitare il diffondersi nell’ambiente circostante di polveri tal quale o derivanti
da processi produttivi come di seguito specificato ai commi b),c),d),e),f);
b) Nelle attività di carico/scarico da e su navi ed altri mezzi di trasporto dovranno
essere adottati mezzi e sistemi atti ad evitare il diffondersi nell’ambiente di
minerali e composti polverulenti, prediligendo sistemi di scarico/carico continui
a catena di tazze sigillati e automatizzati;
c) Le attività di scarico/carico da e su navi dovranno essere effettuate in apposite
aree individuate in accordo con le Autorità preposte e comunque le stesse non
dovranno in nessun modo influire e/o interferire negativamente con altre
attività turistiche o commerciali;
d) Il trasporto su nastri dei minerali e/o materiali polverulenti per l’industria dovrà
sempre avvenire con sistemi che prevedono l’utilizzo di tecnologie atte ad
impedire la fuoriuscita delle polveri verso l’esterno, questi dovranno essere
chiusi e in depressione;
e) Per evitare la dispersione nell’ambiente di polveri dannose e/o pericolose per
la salute, o comunque in grado di arrecare danno e/o molestia all’ambiente e/o
alla popolazione, il deposito e lo stoccaggio di minerali e composti polverulenti
per l’industria dovrà essere effettuato in strutture coperte, tecnicamente
denominate Coal Dome.
f) L’utilizzo nei processi produttivi e/o di incenerimento, di “combustibili
alternativi di origine diversa” contenenti IPA, Benzopirene, Nichel, Cromo,
Vanadio, dovranno essere sottoposti a V.I.A. (Valutazione di Impatto
Ambientale) nei modi e nei termini previsti dalle leggi vigenti.
Articolo 6
Limiti di esposizione ad inquinanti nei luoghi di lavoro
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osservando gli obbiettivi e le indicazioni di cui alle Tab. A2. dell’allegato n° 2 alla
presente.
Articolo 7
Sistemi di monitoraggio, prevenzione, controllo, analisi e modalità di scarico
nei corpi idrici per reflui di processo, acque di raffreddamento e di
trattamento rivenienti da attività lavorative;
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Articolo 8
Tempi di attuazione. Vigilanza e controllo
Copertura finanziaria
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