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blocco. "Chi riesce a superare questo check-point - affermano i testimoni - costretto a darsi alla macchia attorno all'autostrada per Tartus". In una allarmata nota di condanna la Farnesina dichiara che "i massacri perpetrati contro civili a Banyas suscitano orrore, e testimoniano in termini drammatici il livello di violenza raggiunto dal conflitto in Siria, che continua a mietere vittime innocenti, anche fra le donne e i bambini". "I costi umanitari di una spirale di violenza della quale il regime responsabile - si sottolinea - hanno assunto proporzioni intollerabili". Intanto fonti israeliane citate dal quotidiano Haaretz hanno confermato il raid aereo compiuto nella notte fra gioved e venerd: stato bombardato un carico di missili sofisticati diretti probabilmente verso il Libano. La notizia, anticipata dalla Cnn, era stata smentita dall'ambasciatore siriano all'Onu. Secondo la Cnn, l'aviazione israeliana avrebbe condotto il raid senza violare lo spazio aereo siriano. Il timore d'Israele riguarda il possibile passaggio di armi di alta precisione dall'arsenale delle forze di Damasco a quello delle milizie sciite libanesi di Hezbollah - alleate dell'Iran e del regime di Assad, ma nemiche giurate dello Stato ebraico - oltre che l'eventuale rafforzamento di gruppi jihadisti filo al-Qaida nelle file degli insorti siriani. Da parte sua, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ribadito che un intervento militare non sarebbe un bene n per la Siria n per gli Usa. Ha comunque ricordato che qualora venisse dimostrato in maniera inconfutabile l'utilizzo di armi chimiche da parte del regime, gli Stati Uniti sarebbero obbligati a cambiare "drasticamente" la loro posizione.
Ex schiava, figlia naturale di una schiava, "ha vissuto nel mondo, facendo, per, una vita angelica. Era una donna di preghiera - come ha scritto nella lettera di beatificazione Papa Francesco riproposta dal cardinale - assidua, perspicace testimone della misericordia di Cristo verso gli indigenti nel corpo e nello spirito". Era "una laica che ha seguito Cristo, buon pastore, vivendo con eroismo le grandi virt cristiane della fede, della speranza e della carit". Nh Chica "pregava molto - ha ricordato - era sempre col rosario in mano. Adoratrice instancabile del Santissimo Sacramento e contemplatrice della Passione di Ges, aveva una profonda devozione alla Madonna, che chiamava Minha Sinh (mia Signora). La Salve Regina era la sua preghiera preferita". Il cardinale ha poi ricordato che Nh Chica "faceva molte penitenze. Il venerd non mangiava e spesso negli altri giorni digiunava a pane e acqua. Era talmente grande la sua carit verso i poveri, che veniva chiamata "madre di poveri". Us i suoi beni per i bisognosi e per abbellire la casa del Signore. Con le elemosine che riceveva dai ricchi e con la cospicua eredit lasciatagli dal fratello, nel 1862 fece dorare l'altare della chiesa di Baependi e nel 1865 fece iniziare la costruzione di una cappella dedicata alla Madonna della Concezione, dove riposano ora le sue spoglie".
Prima di lasciare Santa Maria Maggiore alla volta del Vaticano, Papa Francesco uscito sul sagrato della Basilica Liberiana per salutare la folla - circa 10 mila persone - che gremiva la piazza antistante e le vie che vi confluiscono. "Grazie per la vostra presenza, viva la Salus Populi Romani, viva la Madonna che la nostra mamma e ci sostiene", ha detto il Pontefice esortando la folla a ripetere pi volte con lui l'esclamazione "Viva la Madonna!". "Io prego per voi, ma voi pregate per me, che ne ho bisogno", ha poi concluso augurando "Buona domenica" ai presenti.
In molti abbiamo visto in rete il video in cui Piera, una malata terminale, racconta della sua decisione di farla finita, perch la sua sofferenza non ha senso: sappiamo che dal suo paese natale, Chirignano in provincia di Venezia, si recata in una clinica svizzera dove, il 29
novembre scorso, si suicidata in una clinica specializzata, cos come consentito dalla legge elvetica. Il filmato allinterno di una campagna a favore delleutanasia, promossa dai radicali, e presentata come lennesima battaglia sui nuovi diritti. Ma c ben poco di nuovo, e certo non ci sono nuovi diritti da rivendicare. Si tratta piuttosto di un problema antichissimo: quello degli aspiranti suicidi, cio di persone che, per motivi diversissimi - per una malattia, per sofferenza psicologica, per problemi economici, sempre per disperazione - scelgono di porre fine alla propria vita. Il primo equivoco da sfatare che darsi la morte sia un nuovo diritto, una libert positiva. Noi abbiamo sempre avuto la libert di rischiare la vita, di andare in motorino senza casco, di drogarci, di farci del male in qualsiasi modo e anche di ucciderci volontariamente. Mi domando quindi come si faccia a considerare tutto ci come una novit e un allargamento della libert personale, solo perch in questo caso qualcuno ti aiuta a farti del male, addirittura a toglierti la vita. Attraverso leutanasia, in realt, si attua una dinamica ben diversa: la comunit si scarica della responsabilit morale e materiale di aiutare una persona in gravi difficolt, e gli offre in cambio un incoraggiamento alla morte. Finora di fronte a qualcuno che cercava di uccidersi si sempre intervenuti per trattenerlo, per impedirgli di compiere il gesto disperato. La coscienza dellindividuo si ribella spontaneamente allidea che un essere umano muoia nellindifferenza degli altri. Abbiamo visto recentemente molti imprenditori che si sono suicidati: la questione finita sui giornali, e il fatto stato interpretato giustamente come un problema che interpella e coinvolge tutti, i parenti, gli amici, ma anche la societ intera, che non stata in grado di aiutare queste persone. Finora aiutare laspirante suicida significava aiutarlo a non suicidarsi. Oggi invece pu significare che lo si vuole aiutare a morire, e non a vivere. Si sta tentando di trasformare la questione dal punto di vista semantico, per coprire un sostanziale abbandono, incoraggiando una forma di deresponsabilizzazione collettiva. E molto pi facile aiutare qualcuno a morire piuttosto che a vivere: nel primo caso basta porgergli un bicchiere con la sostanza letale, nel secondo bisogna offrire fratellanza, solidariet, farsi carico delle sue sofferenze e dei suoi problemi, saper consolare e condividere. Le sofferenze fisiche non sono il vero problema, in primo luogo perch ormai le cure palliative e le terapie del dolore hanno fatto grandi passi avanti, e sono in grado di alleviare qualunque male fisico. Piuttosto, magari insieme alla malattia e al dolore, c la paura, la solitudine, il senso di inutilit e di vuoto, il male dellanima. Di questi disagi morali giusto che una comunit solidale sappia farsi carico, anche a livello dei normali rapporti umani. Dire s alleutanasia significa rifiutare un aiuto a questo livello, e farne invece una questione burocratica. Chi difende la cosiddetta morte dolce sa che si svolge secondo un rituale preciso e asettico, che si deve compilare un questionario, che c unassistenza specializzata ma senza calore e partecipazione. Si arriva a prescrivere che il bicchiere con la bevanda che contiene il sedativo mortale, debba essere preso dalla persona che si suicida, che deve essere quindi autosufficiente, in grado di bere da sola, perch la responsabilit deve essere totalmente sua. E il trionfo di quella grande illusione che viene definita autodeterminazione, e che finisce spesso per sfociare nellabbandono e in unestrema solitudine.