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l messaggio del mese


Cari figli, oggi io e mio Figlio Ges desideriamo darvi labbondanza della gioia e della pace affinch ciascuno di voi sia gioioso portatore e testimone della pace e della gioia nei luoghi dove vivete. Figlioli siate benedizione e siate pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

25 dicembre 2010, a Marija

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N. 1/GENNAIO 2011

ESPERIENZE INTERVISTA

Amare come Lui ci ama

Il motore della solidariet


Dalle macerie della guerra nella ex Jugoslavia una storia di conversione: i camionisti di Maria

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Parla la veggente Mirjana

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REPORTAGE

Una giornata a Radio Maria

PERSONE

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Laffascinante storia di unemittente cattolica divenuta nel tempo fedele punto di riferimento per milioni di persone

Il miracolo del perdono


Margherita Coletta, quando la speranza pi forte del male

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CULTURA

LEVENTO

Lattimo presente
Cronaca di un raduno di preghiera mariano al palazzetto dello sport di Varese

Artista di Dio
Il genio di Gaud, la Sagrada Famlia e la dedicazione di Benedetto XVI

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Cari lettori, notizie, potete segnalare richieste testimonianze e alla nostra di informazioni dirizzo: redazione allin

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Medjugorje. La presenza di Maria Numero 1, gennaio 2011 Registrazione del Tribunale di Monza: richiesta Pubblicazione mensile edita da GFB srl Sede legale: via Carducci 125/2, Sesto S. Giovanni (MI) Iscrizione al R.O.C. n. 19552 Direttore responsabile: Vincenzo Manes Direttore editoriale: Luca Colombo Hanno collaborato: Carlo Forti, Angelo De Lorenzi, Marco Invernizzi, Elena Inversetti, Luca Colombo, Enzo Manes Realizzazione: GFB Edit Art direction e impaginazione: Luca Savorani Segreteria di redazione: Stefania De Fazio Attivit di prestampa: Gianni Cupelli Responsabile marketing e pubblicit: Giancarlo Capizzi Responsabile produzione: Ezio Capizzi Per contattare la redazione: medjugorje@gfbedit.it Per la pubblicit: marketing@gfbedit.it

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Medjugorje
LA PRESENZA DI MARIA

CATECHESI

I frutti della missione


La rubrica di Marco Invernizzi

Con Maria
di Enzo Manes
Questo un nuovo giornale. Nuovo nel senso di novit. Per la notizia, la bella notizia, che vuole comunicare a tutti per parlare al cuore di ciascuno. Il mistero di Cristo la notizia. E la presenza di sua madre, Maria, la fedele certezza su cui poggia la nostra speranza. Lei che testimonia tutti i giorni il suo amore infinito alle creature di Dio; Lei che non manca mai dellabbraccio sicuro, lieto, definitivo; Lei che cos paziente nel ricordarci di pregare suo Figlio; Lei che c sempre. Medjugorje. La presenza di Maria nasce per raccontare dei mille e mille frutti che vengono alla luce per grazia Sua. Un appuntamento mensile con storie di vita che lasciano il segno. Belle, commoventi, vere. Un bagno di realt salvata dal miracolo della conversione. Perci non c nulla da inventare. Si tratta solo di riconoscere i fatti e riportarli con fedelt e stupore. Perch le tracce di positivit sono innumerevoli. Perch c unumanit che opera tra le braccia di Maria. Come abbiamo cercato di documentare con le storie che arricchiscono questo primo numero. Volti rassicuranti, facce che fanno del bene. Daltronde il cristianesimo un avvenimento. Con Cristo, attraverso lintercessione di Maria, avviene sempre qualcosa di grande. Da oltre duemila anni questa la promessa.

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VITE MERAVIGLIOSE

Beata Chiara a un dono per tutti


Una vita offerta a Cristo: la beata Chiara Luce Badano

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LIBRI LIB BR

La Madonna in l libreria
Pagin di verit e di Pagine tene ere tenerezza liale nei lavori di Pa ad Rastrelli, Padre Padre Livio Li o e Riccardo Caniato

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Referenze iconograche: Olycom (p. 4, 7, 31, 32, 42, 44, 45, 52, 55, 56, 60, 61); Shutterstock (p. 39); Angelo De Lorenzi (p. 1, 6, 25, 27, 28, 29, 35, 36); Luca Savorani (copertina, p. 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23); Mir i Dobro (p. 40, 41, 43); Margherita Coletta (p. 58, 63); Famiglia Badano (p. 59, 60, 61, 62); Ente del Turismo Spagnolo (p. 54). Leditore a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli stato possibile comunicare, nonch per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti e/o delle foto. Distribuzione: ME.PE. Sede legale: via Giulio Carcano, 32 20141 Milano Stampa: Arti Grache Boccia, Salerno Copyright 2011 - GFB srl

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INTERVISTA

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LA PRESENZA DI MARIA

AMARE COME

LUI CI AMA
Ogni uomo chiamato alla preghiera e allamore verso il prossimo in un mondo che fa di tutto per dimenticarsi di Dio. E la Regina della Pace non si stanca mai di ripetere ai suoi figli che solo seguendo Ges tutti i giorni ci si salver. Parla Mirjana Dragievi-Soldo, una dei sei veggenti di Medjugorje
di Angelo De Lorenzi
obbiamo smettere di voler fare ci che solo Dio pu compiere. Dobbiamo iniziare ad amare. esattamente questo che manca nel mondo. Mirjana DragieviSoldo una dei sei veggenti di Medjugorje. una donna semplice, intelligente, con le idee chiare in testa. Per lei la fede una questione terra terra, non una cosa per dotti. Ogni cosa che dice afferma la verit che alberga pi facilmente nellanimo dei poveri di spirito: luomo non deve fare altro che amare, solo cos concorre al quel disegno di salvezza che appartiene solo al Padre. Al glio. E allo Spirito Santo. E che la Vergine Maria non si stanca mai di ripetere ai nostri cuori sempre pi induriti. Eppure la salvezza passa esclusivamente di l. Infatti il mondo scivola proprio

perch fa di tutto per negare questa evidenza damore. Gi, la capacit di saper amare per davvero quello che oggi appare assente nel mondo, come ci ricorda lumile Mirjana, una bella signora, sposata, che ha ricevuto il dono di avere tre gli. Una laurea in Agraria e una in umanit, decisamente pi importante. La letizia le si legge negli occhi; e nello sguardo che comunica serenit e speranza. Lincontro con Maria su quella collina, avvenuto quasi trentanni fa, quando in Jugoslavia vi era il duro regime comunista imposto dal maresciallo Tito, lha fatta rinascere a nuova vita. Con la compagnia fedele della Regina della Pace anche la dura realt di tutti i giorni si poteva vivere ormai senza paura. Da allora la Madonna lha scelta come strumento. Attraverso la sua voce la Vergine ha deciso di comunicare an-

Lo sguardo intenso di Mirjana colto al momento dellapparizione della Regina della Pace durante uno degli incontri di preghiera cui la veggente di Medjugorje spesso partecipa portando la sua testimonianza.

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INTERVISTA

che a quelli che non credono; quelli che ancora non hanno conosciuto lamore di Dio. E quel termine ancora spalanca inesorabilmente alla luce, perch anticipa la conversione possibile per ciascuno e per tutti. Abbiamo avuto il privilegio di scambiare qualche parola con Mirjana. Di sottoporre alla sua attenzione qualche domanda. Lei, gentilmente, ha accettato di rispondere con quella lucidit di pensiero che propria dei testimoni di una fede grande. Mirjana, c una cosa che ci preme conoscere vista la sua prossimit mensile con la Vergine. Che cosa dice Maria, adesso, a tutti noi? Maria signica madre, e una madre che si rispetti vuole un bene innito ai suoi gli. Ecco allora che la Vergine quella mamma piena di grazia che vuole dare una mano a tutti i suoi gli e desidera portarli sulla strada giusta che conduce a Ges. Il suo amatissimo Figlio. questo ci che la Madonna vuole dire oggi, quello che le sta pi a cuore, al cuore di una mamma premurosa come nessun altra.

Lei ripete sempre che i dieci segreti consegnati dalla Regina della Pace non sono cos importanti, nel senso che non dobbiamo preoccuparci: per in molti c la curiosit di sapere. Che cosa ci pu dire a proposito di questa curiosit, che , in fondo, una debolezza? vero. I segreti non sono importanti: non salveranno n lei, n me. Ci che ci salver sar la preghiera e il seguire Dio. Attraverso la presenza di Ges che, come scritto nel Vangelo, ha rassicurato luomo con la promessa di fargli compagnia no alla ne dei tempi. Perci la strada per noi una sola: preghiera e obbedienza. Come ci dice sempre la Madonna. Sulle apparizioni della Vergine di Medjugorie la Santa Sede non si ancora pronunciata ufcialmente. Come noto, la sua prudenza nella tradizione millenaria, ma non segnala in s scetticismo, n costituisce un segnale allarmante. Infatti le cose si muovono. La Chiesa ha da poco istituito una

Mirjana Dragievi-Soldo nata a Sarajevo nel 1965. Ha avuto le apparizioni quotidiane dal 24 giugno 1981 al 25 dicembre 1982, quando la Vergine, consegnandole il decimo segreto, le disse che da allora in poi avrebbe avuto una sola apparizione allanno, il 18 marzo, in occasione del suo compleanno. Dal 2 agosto 1987 Mirjana sente la voce della Vergine ogni 2 del mese e a volte la vede. Lintenzione di preghiera che la Madonna le ha affidato quella per i non credenti.

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commissione ufciale per indagare sulle apparizioni. Voi veggenti con quale stato danimo vivete questa novit di una Chiesa ufcialmente al lavoro? In modo assolutamente normale. Siamo contenti che la nostra Chiesa abbia preso a cuore la vicenda, perch vuol dire che molto attenta. Si dice che in tutto il mondo ci siano delle apparizioni: se una cosa arriva da Dio, non si pu fermare. E la riconosci dai frutti che d. Per questo motivo siamo contenti di essere nelle mani della Chiesa: essa analizzer tutto. Da parte mia, io non posso fare altro che continuare a vivere come ho fatto no a oggi, no a questo istante, mentre sto parlando con lei. Devo essere pronta se la Chiesa avr bisogno di me. E noi, che cosa possiamo fare oggi? Quando iniziarono le apparizioni ero gi preparata e non ho dovuto cambiare i miei comportamenti, perch ero pronta a indirizzare la mia vita verso Dio. Noi

veggenti ci siamo chiesti: Che cosa possiamo fare adesso? Che cosa dobbiamo fare?. Ma la risposta facile e vale anche oggi. Bisogna avere un cuore semplice e vivere la vita con Dio. Dovevamo vivere la vita con il Signore. Anche oggi cos. importante vedere come ti comporti con gli altri. Se vedi Ges in loro devi smettere di giudicare. In ogni posto in cui ci troviamo giudichiamo gli altri: solo Dio pu giudicare. Noi dobbiamo smettere di voler fare ci che solo Dio pu compiere. Dobbiamo iniziare ad amare. Ed esattamente questo che manca nel mondo. ci che chiede Maria a tutti noi? S. E non c bisogno di aggiungere altro. Cos, dopo avere pronunciato questa affermazione rassicurante, Mirjana si allontana con passo sicuro non prima di averci regalato un sorriso che fa bene. La missione va avanti. Con il sostegno puntuale di Maria, nostra Madre.

Mirjana stata tra le prime veggenti cui apparve la Madonna quella mattina del 24 giugno 1981. Era infatti insieme a Ivanka sulla collina del Podbrdo quando la Regina della Pace si manifest per la prima volta.

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REPORTAGE

UNA GIORNATA A

RADIO MARIA

Il racconto di unesperienza nata negli anni Ottanta in alta Brianza, nei pressi di Erba, e che nel tempo ha generato molti frutti. Da piccola emittente cattolica locale a grande punto di riferimento per milioni di persone sintonizzate da ogni parte del mondo. La svolta rivoluzionaria con larrivo alla direzione di padre Livio Fanzaga, che in precedenza ha guidato per ventidue anni una parrocchia a Milano. Tutti i giorni va in onda un dialogo commovente con gli ascoltatori bisognosi di conforto e certezze. Nel segno di Cristo e di sua madre Maria
Servizi di Elena Inversetti

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Padre Livio Fanzaga, direttore e anima di Radio Maria.

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ove un tempo cera il campanile della parrocchia di Arcellasco, vicino Erba, in provincia di Como, oggi sorge la colonna su cui svetta la bella statua della Madonna che accoglie i visitatori allentrata della nuova sede di Radio Maria. Eh s, perch lincredibile storia di questa radio, che con le sue frequenze raggiunge ormai oltre cinquanta paesi nel mondo, iniziata proprio nella piccola parrocchia del Comasco, precisamente sotto il campanile della chiesa parrocchiale. Correva lanno 1983 e lallora Radio Maria era una delle tante radio cattoliche oggi in Italia si contano pi di trecento radio di propriet ecclesiale che reclamavano una porzione delle frequenze nazionali. Fin dagli esordi, per, Radio Maria si subito distinta, data la sua presenza sul territorio locale, per una vicinanza alle famiglie e a quanti frequentavano la vita parrocchiale. Tuttavia mancava qualcosa che la caratterizzasse e che le permettesse di emanciparsi dallanonima schiera delle radio cattoliche tradizionali. Mancava, insomma, la guida di un direttore autorevole. Quando lui arriv, il vento cominci a cambiare direzione. Si chiamava Livio Fanzaga e veniva da unaltra parrocchia, quella di San Giuseppe Calasanzio, a Milano, dove era stato parroco per ben ventidue anni. Con lui inizi la rivoluzione di Radio Maria che, cos come la conosciamo oggi, nacque nel gennaio del 1987, quando si costitu lAssociazione Radio Maria che rilev lomonima radio di dimensione parrocchiale. Undici anni dopo ecco unaltra rivoluzione:

vide la luce la Famiglia Mondiale di Radio Maria, lassociazione planetaria che riunisce le numerose Radio Maria del mondo. Sempre sotto la guida di un inossidabile Padre Livio, che ha da poco compiuto settantanni anni, festeggiati nella nuova sede della radio di recente inaugurata. Qui c molto spazio per accogliere i visitatori e i fedeli ascoltatori. Noi siamo andati a visitarla.

LABBRACCIO DI UN CROCEFISSO IN LEGNO


Adesso quando Padre Livio tiene la catechesi del venerd sera, racconta la signora Franca, addetta alla reception e nostro cicerone per un giorno, non siamo pi costretti a mandare indietro anche interi pullman pieni di persone per mancanza di spazio. Sa, la vecchia sede era poco pi grande di un negozio. Il nuovo edicio, invece, realizzato su tre piani ed dotato di ben cinque cabine di regia. Quando arriviamo quasi lora del cambio di regia, che Franca desidera mostrarci; prima, per, doverosa una visita alla cappella, dove Padre Livio tiene la catechesi del venerd, proprio a anco della sala conferenze. La cappella sobria ed elegante allo stesso tempo, come tutto il resto delledicio, dove regna uno stile essenziale. A lato dellaltare uno splendido crocesso in legno suggerisce al visitatore di raccogliersi in preghiera. Il suo corpo punteggiato dai segni della agellazione, mentre il viso, dolcemente reclinato su un lato, straordinariamente espressivo. Commovente. Ma da dove viene e chi lo ha realizzato? un mistero, racconta Franca, un giorno lo abbiamo trovato davanti alla porta della vecchia sede. Si tratta del regalo di un anonimo che non si mai rivelato. Sappiamo solo che viene dalla Val Badia. Franca, per, non sembra granch stupita. Daltronde, ci spiega, episodi come questo non sono

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Padre Livio mentre incontra alcuni fedeli nel grande atrio della nuova sede di Radio Maria a Erba, che potete ammirare nella foto a destra.

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REPORTAGE

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delle eccezioni: Vede, anche lorgano di questa cappella ci stato regalato. Viviamo di Provvidenza nel vero senso della parola. Padre Livio non ha mai voluto sostenersi con la pubblicit, quindi andiamo avanti grazie alle offerte dei nostri ascoltatori. Questa sede interamente frutto delle offerte. Intanto arrivato il momento del cambio di regia: concitato, ma condotto in un clima di ordinata compostezza, come il resto del lavoro che si svolge fra queste mura. Nonostante negli ufci restino disseminati alcuni scatoloni ancora imballati, traccia del recente trasloco.

IN CABINA DI REGIA
Sono le 8.45, lora della rassegna stampa quotidiana commentata da Padre Livio direttamente dalla sua cabina di regia.

Il tempo per i saluti con il direttore poco, la trasmissione deve cominciare. Per il momento siamo invitati ad ascoltarlo. Padre Livio molto concentrato e un po spettinato, va di fretta, ma non sembra affaticato: i suoi settantanni anni non li dimostra. E quando si accende la spia on air e si va in onda, il tono di voce si fa rassicurante. Linformazione raccontata da Padre Livio al di sopra dello spettegolamento quotidiano, ben dentro la cronaca, radicata ai temi caldi dellattualit. Anche quando le notizie sono allarmanti, il giudizio non mai disperante; se c preoccupazione, lultima parola incita a rialzare lo sguardo e a cambiare prospettiva. Sempre con lattenzione rivolta al singolo ascoltatore. Infatti, sembra quasi che Padre Livio stia parlando di-

Sopra, Padre Livio durante la trasmissione del mattino, in cui partendo dal commento della stampa quotidiana si apre al dialogo con gli ascoltatori sui temi pi pressanti e urgenti della vita cristiana. A sinistra, lenorme e misterioso crocefisso che domina la cappella della nuova sede di Radio Maria. Fu donato da uno sconosciuto benefattore, che lo appoggi fuori dalla porta delledificio che ospitava la radio. Un gesto di carit simile a tanti altri compiuti da innumerevoli ascoltatori. Per scelta Radio Maria si regge infatti sulle offerte libere e rifiuta qualsiasi contributo pubblicitario.

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REPORTAGE

rettamente, personalmente, con chi sta al di l del suo microfono. Quasi fosse seduto a prendere un caff con il suo pi caro amico e attendesse da lui una risposta ai suoi affondi decisi su quanto la stampa del giorno riporta. E, infatti, la risposta arriva puntuale. Dopo il commento si d il via alle telefonate. Gli argomenti affrontati, come ogni mattina, sono numerosi: dai riuti di Napoli alla delicata situazione politica, dal problema della contraccezione a quello delle famiglie con molti gli. Ed ecco che la prima a chiamare proprio una giovane mamma di tre bambini: Padre Livio risponde, e i due si danno immediatamente del tu. Sar proprio la famiglia e il dono dei gli il tema della catechesi del giorno. Prima, per, una pausa con alcuni canti, durante la quale Padre Livio ci spiega che le musiche che intermezzano le trasmissioni sono inviate a Radio Maria direttamente dagli ascoltatori: Ce le mandano le parrocchie, i movimenti e anche molti cantautori cristiani. Quindi di nuovo al microfono per lora di catechesi. Anche in questo caso il direttore non sale

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Per gli ascoltatori di Radio Maria, Padre Livio non solo una voce nelletere, ma una presenza fisica, concreta. Sono in molti, infatti, coloro che vengono a trovarlo direttamente alla sede della radio, anche da molto lontano, come questa famiglia arrivata a Erba sin dalla Sicilia.

in cattedra; piuttosto scende in piazza con il Vangelo in mano, perch anzitutto Padre Livio un ottimo osservatore della vita quotidiana. Un padre affettuoso ce lo conda Franca, che ci dice quanto sia premuroso e attento con tutti quelli che lavorano qui ma anche fermo su ci che bene e su ci che male. Senza moralismi. Piuttosto con lo sguardo rivolto alla Madre di tutte le mamme: Maria, cui padre Livio non manca mai di riferirsi durante il suo colloquio con gli ascoltatori. La mattinata in radio per il direttore si conclusa anche oggi; ora il momento di uno dei tanti conduttori che lavorano gratuitamente: oggi parler monsignor Renzo Bonetti, che terr un incontro di formazione per gli sposi, diventato un appuntamento sso e molto atteso. Come al solito Padre Livio va di fretta, deve telefonare a Franca, che nel frattempo tornata alla reception, ma

non trova il suo numero. Si spazientisce: Qui tutto nuovo, mi dica lei se possibile raccapezzarsi con tutti questi numeri dei nuovi ufci!. Ogni ufcio ha un suo numero telefonico e la lista lunga. Ma Franca lo anticipa: c una famiglia venuta apposta dalla Sicilia per incontrarlo. Lui, da buon acrobata, trova il tempo per parlare con noi (si veda lintervista a pag. 19) e, quindi, per incontrare i suoi visitatori. Siamo curiosi e lo seguiamo. Una rapida stretta di mano, le presentazioni e poi la recita di una decina del Rosario: lincontro non lungo, ma denso di signicato. Adesso la famiglia pronta per ritornare a casa. A questo punto, per, Padre Livio deve proprio scappare, ci saluta e ci suggerisce una buona trattoria dove si pranza molto bene. Oggi per lui, che segue le indicazioni della Madonna di Medjugorje sul digiuno a pane e acqua due volte a settimana, il mercoled e il

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REPORTAGE

venerd, non giorno di digiuno, tuttavia sospettiamo che gli mancher il tempo di pranzare. Inne, una raccomandazione: Alle 14.00, ricordatevi, vi aspetta Roberta.

LA COLONNA ROBERTA
Roberta il braccio destro di padre Livio e a Radio Maria arrivata prima ancora del suo direttore. Avevo diciasette anni e facevo lanimatrice in un oratorio a Erba, cos ho iniziato n da subito a lavorare in radio quando era ancora unemittente parrocchiale, ci racconta. Una vita dedicata a Radio Maria e cambiata dallincontro con Padre Livio, insomma: Proprio cos! Qui ho messo radici. Mi sempre piaciuto darmi da fare e questo lavoro mi assorbe completamente. In un posto cos o ti dai tutta oppure quello che fai si svuota di signi-

cato. Padre Livio dice sempre a noi collaboratori che ci dobbiamo credere. E Roberta ci crede per davvero. lei che tiene compagnia a tanti ascoltatori tutti i pomeriggi e che risponde alle loro telefonate. Anche se il suo spazio preferito quello con i ragazzi. Quando chiamano non so mai che cosa capiter. Sono imprevedibili. C quello che da grande vuole fare lastronauta e chi invece sogna di andare a Hollywood, ma c anche chi ti racconta della sua famiglia o dei suoi problemi a scuola. E poi ci sono i fedelissimi, come Giovanni, che telefona spesso ed un tifoso sfegatato del Milan. Tra una chiacchierata e laltra non manca il tempo per commuoversi: Alcuni giorni fa ha telefonato una signora che compiva cento anni e che mi ha spiazzata, perch con assoluta semplicit ha detto di non capire

Roberta, la fedele e preziosa collaboratrice di Padre Livio, lavora a Radio Maria sin dagli inizi, quando ancora lemittente era una piccola radio parrocchiale.

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chi piange e si lamenta per gli acciacchi della vecchiaia; dal canto suo lei sa che dovr morire e con serenit e ducia si sta preparando a quel momento. E fra gli ascoltatori pi affezionati c una categoria di insospettabili: i camionisti. Molti confessano di essere atei, ma di essere costretti a riettere proprio grazie a Radio Maria.

TELEFONATE DA TUTTA ITALIA


ora di andare in onda, il centralino bollente e Roberta risponde alla prima telefonata. Lintesa con chi chiama immediata. Ci si d subito del tu. Dallaltra parte del lo c Giovanni, camionista. Era da un po che non si faceva vivo: Non ti preoccupare Roby, sto rigando dritto. Forza, coraggio, gli ascoltatori di Radio Maria ti ricordano nelle loro preghiere. Cos risponde Roberta ai suoi ascoltatori. E augura buon viaggio. Questi gli incoraggiamenti a quanti chiamano per mettere sotto il manto della Madonna un proprio caro gravemente malato oppure lontano da Dio. Poi, a sorpresa, la voce rotta dalla commozione di Michele, che chiede preghiere per s: Perch possa sopportare il momento difcile che sto vivendo, senza perdere la speranza. Mia moglie dopo venticinque anni di matrimonio e tre gli ha deciso di lasciarmi e mi ha pure portato via la casa. Anche io ho avuto le mie colpe per la ne del matrimonio, e per questo chiedo perdono alla Madonna ma venticinque anni di vita insieme non possono nire cos!. Dopo poco chiama un altro ascoltatore

olgente v in o c i p io g g a s s Il me esimo, n a ti is r c il e h c di Medjugorje dottrina, a n u e r e s s e i d a im pr sonale un rapporto per di amore con Dio ) 8) 08 00 i 20 uglio
(Padre Livio, lu

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REPORTAGE

che assicura il suo sostegno con la preghiera a Michele e gli dedica una canzone. Diverse sono, infatti, anche le richieste di canzoni, la maggior parte inni di lode a Maria, offerte come preghiere. E ognuno segue il proprio carisma: c chi chiede canti del Rinnovamento dello Spirito, chi invece dei Neocatecumenali. C poi chi domanda una preghiera per la conversione del proprio glio, e chi del proprio marito che se ne andato di casa: invece di recriminare promette di perdonarlo per il bene della famiglia. C, invece, chi desidera ringraziare la Madonna e Padre Livio, perch hanno contribuito alla conversione dei propri gli e nipoti. C anche chi confessa di aver bisogno di essere sostenuto nella propria battaglia quotidiana contro forti tentazioni che non gli consentono una vera e totale conversione. E un altro momento drammatico, come quello della telefonata di Michele, in agguato quando prende la linea un ascoltatore che desidera rimanere anonimo e che dice che la compagnia quotidiana di Radio Maria lo sta aiutando nel suo difcile cammino di guarigione dallalcolismo. In questo turbinio di bruciante e drammatica umanit, Roberta partecipa alle gioie cos come ai dolori, si commuove e conforta, e si unisce ai molti che

fanno gli auguri di buon compleanno a Padre Livio. Il tempo a disposizione per le chiamate sta per nire, ma c ancora chi riesce a prendere la linea per chiedere di pregare per unamica musulmana rimasta sola e chi ringrazia la Madonna che mi sempre stata vicina nei momenti pi difcili della mia vita e anche tanti, tantissimi ammalati che implorano la grazia della fede per sopportare il proprio stato. Chiamano da tutta Italia: da Trento ad Agrigento, da Firenze, per ricordare lanniversario della morte della propria mamma, e da Como, per raccontare del recente pellegrinaggio a Medjugorje. Inne ci sono anche sacerdoti che telefonano, salutano Padre Livio e domandano di essere sostenuti nella preghiera per vivere ogni giorno nella fede e nella carit la missione del proprio sacerdozio. E quando si passa allintermezzo dei canti, Roberta si toglie le cufe e ci mostra sul monitor del computer quante siano le telefonate che non sono riuscite ad andare in onda: Potrei andare avanti a rispondere alle chiamate no alluna di notte. Sorride. Fra poco sar il momento dei suoi ragazzi. E qui la programmazione va avanti no alla mezzanotte. Radio Maria davvero la radio che fa compagnia alla vita, secondo linsegnamento amorevole della Madonna.

Il centralino e reception di Radio Maria il primo punto di incontro con coloro che sia di persona, sia anche solo con la voce, cercano di contattare Padre Livio e i suoi collaboratori. Molte delle persone che vi si alternano nellarco della giornata prestano opera volontaria, fedeli allo spirito missionario che anima la radio.

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MEDJUGORJE, UNA GRAZIA SPECIALE


Padre Livio, direttore di Radio Maria, spiega le ragioni dello straordinario successo dellemittente: una radio che parla di Dio in termini esistenziali. Io ho scommesso sul bisogno di Dio della gente e questa scommessa parte da Maria, la luce della conversione a Ges

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utto accaduto per volere della Madonna. Radio Maria una Sua opera. Io e i miei collaboratori abbiamo solo detto s. Padre Livio racconta cos il come e il perch sia nata una delle radio pi ascoltate in Italia, con una straordinaria diffusione in tutto il mondo. Questa radio un efcace strumento missionario che ha avvicinato alla Chiesa molte persone che erano lontane da Dio. Radio Maria una radio di conversione, offre un servizio ecclesiale nellassoluto rispetto del magistero della Chiesa

(Padre Livio noto per la sua ferrea ortodossia, cui non concede deroghe, n.d.r.) e favorisce la preghiera. La preghiera, la catechesi, la promozione umana e linformazione sono, infatti, i capisaldi di questa radio, che si distingue dalle altre emittenti cattoliche che, oltre a tematiche religiose, danno ampio spazio allintrattenimento. Radio Maria, al contrario, dedica dodici ore al giorno a tematiche religiose e di promozione umana e ben otto alla preghiera: Tanto che la Santa Messa e la recita del Rosario sono i momenti pi seguiti in assoluto.

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REPORTAGE / intervista

LA VOCAZIONE A DODICI ANNI


Padre Livio nato a Dalmine, in provincia di Bergamo, il 10 novembre mbre 1940. La sua vocazione al sacerdozio fu molto precoce: a soli dodici anni, ni i, quando q alloratorio rimase colpito dagli esercizi spirituali di don Lorenzo Milani. Entrato nellordine religioso dei Padri Scolopi, stato parroco per ventidue anni presso la parrocchia di San Giuseppe Calasanzio, a Milano, dove ha dedicato particolare attenzione alla pastorale giovanile. Nel frattempo ha anche conseguito due lauree: in Teologia nel 1966, presso la Ponticia Universit Gregoriana di Roma, e in Filosoa nel 1969, presso lUniversit Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha assunto la direzione di Radio Maria nel 1987, emancipandola dalla connotazione di radio parrocchiale con cui era nata nel 1983. Oggi il direttore dellassociazione Famiglia Mondiale di Radio Maria, che riunisce le sessanta emittenti sparse mondo, tanto da far guadagnare a Radio Maria il soprannome di catin tutto il m Padre Livio vive a Erba, dove la radio ha sede, e ha scritto tedrale delletere. dell libri, principalmente di ispirazione mariana, con speciale attenzione a decine di li Medjugorje, di cui un fedele devoto. Medjugorje

Ma perch Radio Maria ha cos tanto successo? Perch parla di Dio in termini esistenziali, che riguardano cio la vita di tutti gli uomini: Ges salva luomo, illumina la vita, dona gioia vera, risponde al nostro bisogno di amore e di verit. Io ho scommesso sul bisogno di Dio della gente e questa scommessa parte da Maria, che la luce della conversione a Ges. Che cosa ha signicato Radio Maria nella sua vita? Molto. Certamente ha favorito anche il mio cammino di conversione. Qual il momento della programmazione che preferisce? La Santa Messa e la recita del Rosario, che sono anche i momenti pi seguiti (mostra orgoglioso i dati di ascolto, n.d.r.), e poi mi diverto a fare il commento alla stampa. Leggo i fatti alla luce della fede.

Lei dedica molto spazio al dialogo con gli ascoltatori. C una telefonata che ricorda in modo particolare? Dopo ventitre anni, ormai, sono abituato a tutto (ride). Per devo ammettere che mi commuovono le testimonianze di conversione, perch si tratta di veri miracoli. Radio Maria riserva una speciale attenzione alla famiglia. Quali sono le famiglie che si rivolgono a lei? Ci sono le famiglie normali, che sono la maggioranza e che rappresentano una buona fetta dei nostri ascoltatori, ma ci sono anche moltissimi separati che chiamano per ricevere consiglio e una parola di conforto. Si tratta di un dramma incredibile! Qual il rapporto tra lei e i suoi collaboratori? In sede lavorano molte donne, che solitamente nel mondo del lavoro trovano difcolt a inserirsi. Vede, sono un femminista! (ride di gusto). In generale tendo a valorizzare le persone che lavorano qui. Molte di loro le ho assunte quando ancora non avevano una professionalit e siamo cresciuti insieme. Sono riuscito a tirare fuori da ognuna di loro qualcosa che nessuno si aspettava. successo cos anche per Rober-

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Medjugorje
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ta, che diventata la mia vice, come si dice: il mio braccio destro. Radio Maria ha un carisma e unidentit precisi, ma aperta al confronto con le altre religioni e non si identica in nessun movimento particolare. Certo. La nostra, come dicevo, una missione evangelizzatrice fedele al magistero della Chiesa cattolica, quindi siamo aperti non solo a tutti i carismi interni alla Chiesa, ma anche al dialogo con le altre religioni. Senza mai prescindere, per, dalla nostra identit cattolica. Allingresso appesa una bella foto di lei con Giovanni Paolo II. Qual il rapporto di Radio Maria con questo papa e con Benedetto XVI? Molto buono. Il primo stato un nostro sostenitore n dallinizio, mentre Benedetto XVI un nostro fedele ascoltatore. Da lui ho ricevuto sia pubblicamente sia privatamente calorosi incoraggiamenti a proseguire lopera di Radio Maria. Entrambi i ponteci sono stati scelti dalla Madonna. In particolare Benedetto XVI stato eletto alle 18.43, proprio durante lapparizione quotidiana della Madonna di Medjugorje. A proposito di Medjugorje, lei un sostenitore della veridicit delle apparizioni della Regina della Pace. Che cosa ci pu raccontare? Medjugorje rappresenta per me una luce per il mio cammino di fede e una grazia speciale. Io ne sono stato un pellegrino sin dallinizio delle apparizioni, tanto che rappresento un po anche la memoria storica di questi straordinari fatti. Dal 1995 trascorro sempre le mie ferie a Medjugorje e conosco personalmente tutti i veggenti. Con alcuni di loro nato un rapporto di amicizia. Li ho visti crescere ed essere forti durante il periodo della persecuzione, e saldi nella fede e nella morale durante quello della seduzione. Infatti, ovunque vadano questi sei ragazzi, ormai diventati uomini e donne, richiamano migliaia e migliaia di perso-

LA GENEROSIT DEGLI ASCOLTATORI RI


La Provvidenza come la manna dal cielo. Grazie a essa ssa non h ho o mai pensato di abbandonare Radio Maria, nemmeno nei ei momenti pi difcili. Cos Padre Livio racconta come la radio sia nata ata ta per un progetto di Maria e abbia sempre vissuto di Provvidenza. La nuova sede ne un esempio concreto: stata costruita interamente con le offerte degli ascoltatori, perch noi non vogliamo sostenerci con la pubblicit. Una scelta coraggiosa ma sempre ben ripagata, anche in questi tempi di crisi. Un giorno ero molto preoccupato, perch mancavano parecchi soldi per ultimare la sede, racconta Padre Livio, ma prima che cominciassi a disperare venne a trovarmi un nostro ascoltatore con trentamila euro in tasca. Li aveva vinti giocando al lotto, ma non ne aveva reale bisogno, cos li ha donati a Radio Maria. Inoltre, con le offerte Radio Maria Italia sostiene gran parte del lavoro delle Radio Maria sparse nel mondo. I dipendenti stipendiati da Radio Maria sono dodici; per il resto a fare funzionare la macchina sono i diciottomila volontari, fra cui i centocinquanta conduttori delle trasmissioni, di cui met sacerdoti, e gli addetti alle settanta sedi mobili sparse in tutta Italia, che ogni mattina trasmettono la Santa Messa da una parrocchia diversa, ma anche da monasteri, santuari, ospedali e carceri. Volontari sono pure i giovani universitari, i pensionati e i padri di famiglia che guidano le preghiere del primo mattino.

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REPORTAGE / intervista

GIOVANNI PAOLO II E BENEDETTO XVI: AVANTI COS! S!


Entrambi gli ultimi ponteci, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sono stati e sono sostenitori sostenitor ri e ascoltatori di Radio Maria e non hanno fatto mancare la loro parola di incoraggiamento mento a proseguire questa opera in nome della Madonna. Giovanni Paolo II questo disse agli ascoltatori di Radio Maria il 23 Marzo 1994: La gente ha bisogno di una parola autentica. Parola che costruisca e non divida, che infonda ducia nei cuori spaventati, parola pura, semplice, che annunci amore e verit. Questa parola il messaggio della salvezza. Cristo stesso. Di questa parola voi siete gli annunciatori, ma soprattutto dovreste esserne i testimoni. Soltanto la parola dietro la quale si nasconda una testimonianza di vita, la parola cresciuta sul terreno della fede, della speranza e dellamore, avr la forza di convincere e di formare luomo. Potr diventare lo strumento della nuova evangelizzazione. XVI cos si espresso in risposta alle congratulazioni ricevute da padre A sua volta Benedetto B occasione della sua elezione: Vi incoraggio a proseguire limportante opera di diffusioLivio in occa Vangelo nel mondo. ne del Vange

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Medjugorje
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ne, come fossero delle star, eppure io non li ho mai visti cedere a nessun tipo di lusinga, anzitutto economica. Ci si rende conto di questo anche solo entrando nelle loro case, che sono molto semplici. Mi colpisce il lavoro che la Madonna ha fatto su di loro: sono preparati, maturi, seri, buoni, pur con tutti i loro limiti e difetti. Magari i loro familiari o i loro amici nel corso degli anni hanno avuto qualche sbandamento, ma i sei veggenti, invece, sono sempre stati fedeli a Maria. Sono fra le persone migliori che io conosca e rappresentano un esempio di fede autentica anche per me. Lei ha visitato numerosi santuari mariani in Italia e in Europa. Ce n qualcuno cui particolarmente legato il suo ricordo? Sono un pellegrino a quattroruote, come recita il titolo del libro-reportage (SugarCo Edizioni, 2010, n.d.r) in cui racconto dei miei viaggi in macchina per andare a trovare Maria lungo le strade di mezza Europa, alla ricerca delle radici cristiane del nostro continente e della nostra storia. I ricordi sono molti, anche se ho una speciale devozione per i luoghi in cui la Madonna apparsa, e in particolare Medjugorje.

UN POPOLO IN ASCOLTO
Radio Maria ascoltata da un italiano su dieci e ogni giorno orn no vi v viene ene seguita da circa 1.700.000 persone. Il pubblico decisamente amente gege neralista: si va dagli studenti delle elementari, medie e universit no ai professionisti di ogni livello, per passare ai pensionati e alle casalinghe. Sia al Nord quanto al Sud lo share molto alto, ben distribuito sia nei piccoli centri abitati sia nei grandi centri urbani. I dati sugli ascolti e sul tipo di pubblico non variano in modo considerevole di anno in anno, assestandosi in modo stabile verso lalto. In Italia Radio Maria ha 900 ripetitori. Le sue emittenti radio sparse nel mondo sono invece 60 in oltre 50 paesi:

Africa
Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centroafricana, Congo, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Kenya, Malawi, Mozambico, Ruanda, Sierra Leone, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia

Asia
Indonesia, Filippine

Europa
Albania, Austria, Croazia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Romania, Russia, Serbia, Spagna, Svizzera

Medio Oriente
Libano

Oceania
Nuova Guinea

America settentrionale
Canada, Stati Uniti, Messico

America centrale
Costa Rica, Repubblica Domenicana, El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Panama

America m meridionale
Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Uruguay, Venezuela Per, Urugu

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LEVENTO

LATTIMO

PRESENTE
La prima domenica di dicembre al palazzetto dello sport di Varese. Una giornata di preghiera, testimonianze, eucarestia. Un incontro di popolo con la partecipazione di Mirjana DragieviSoldo e Marija Pavlovi-Lunetti, due dei sei veggenti di Medjugorje. E nel pomeriggio lapparizione avuta da Marija
Servizi di Angelo De Lorenzi
omenica 5 dicembre si svolta al palazzetto dello sport di Masnago la giornata di preghiera organizzata dagli Amici di Medjugorie di Varese con la collaborazione dellassociazione di volontariato Insieme nel futuro di Besozzo e la partecipazione di Mirjana DragieviSoldo e Marija Pavlovi-Lunetti, due dei sei veggenti di Medjugorje. Una lunga giornata che, partita con i toni sobri del mattino, quando il palazzetto non era ancora colmo, andata via via in crescendo. Il numero di partecipanti, infatti, aumentato n dalle prime ore del pomeriggio e verso sera, al momento dellapparizione avuta da Marija, ledicio era pieno di fedeli e, soprattutto, avvolto un clima davvero intenso e concentrato, quello ormai tipico che caratterizza questi incontri, quando i partecipanti avvertono la presenza reale e materna di Maria. Un incontro reale, vivo, giunto dopo unintensa preparazione.

LANGELUS DI BENEDETTO XVI


Levento era partito in mattinata, con la recita del Rosario, cui seguita la testimonianza del cantante Roberto Bignoli e di sua moglie Paola. Quindi, le parole di padre Miljenko Steko, che ha guidato ladorazione eucaristica, vissuta dai fedeli presenti in clima di raccoglimento. A mezzogiorno i partecipanti alla giornata hanno recitato lAngelus in collegamento televisivo con piazza San Pietro e ascoltato le parole di Benedetto XVI. Nel primo pomeriggio poi stata la volta della testimonianza di Diana Basile, introdotta da Mario Botta, medico chirurgo e membro stabile da trentanni del Bureau Medical di Lourdes, listituzione che presso il grande santuario mariano raccoglie e valuta le prime testimonianze attestanti le presunte guarigioni. Il caso di Diana Basile noto: malata di sclerosi a placche, guarita improvvisamente e inspiegabilmente durante uno dei suoi primi pellegrinaggi a Medjugorje. Era il 23 maggio 1984. Al di l

La veggente Marija durante la propria testimonanza davanti ai fedeli accorsi a migliaia per lincontro di preghiera tenutosi al palazzetto dello sport di Varese lo scorso 5 dicembre.

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della sua storia, la signora Diana ha sottolineato il valore della sofferenza, che unoccasione privilegiata per accostarsi a Dio e per incontrarlo. Il dottor Botta ha poi spiegato nel dettaglio i particolari della malattia della signora, con la proiezione di alcune radiograe che attestano la situazione attuale di guarigione. I primi sintomi della patologia si erano manifestati nel 1972 ed erano stati classicati come disgraa alla mano destra, tremori attitudinali con impossibilit a scrivere e mangiare e cecit completa dellocchio destro, in termini medici una nevrite ottica retrobulbare. Dalla malattia che afiggeva la signora Diana non si torna indietro: irreversibile. Lautista della lettiga che la port in pellegrinaggio mi disse che avevano la sensazione di trasportare un sacco. Non riusciva ad alimentarsi da sola, non vedeva da un occhio, aveva momenti di tremore al corpo e soffriva dincontinenza. La guarigione ha spiegato il medico stata istantanea. Ha riacquistato completamente la vista allocchio malato. Poteva camminare, non era pi incontinente. Una guarigione sconvolgente, radicale. Il giorno successivo, nonostante tredici anni di infermit, come ricorda la stessa Diana: ho fatto il pellegrinaggio a piedi dal mio albergo no al luogo delle apparizioni.

LO STUPORE DEI DOTTORI


Mario Botta non stato lunico medico a prendere parte a questa giornata varesina. Sono infatti intervenuti anche lurologo Giancarlo Comeri e lortopedico Luciano Cappello, che hanno preso parte alle prime ricerche scientiche svolte sui veggenti di Medjugorie negli anni 80 e che hanno ricordato i primi tentativi di spiegare scienticamente le apparizioni. Durante uno dei primi viaggi compiuti dallquipe medica era presente anche il dottor Luigi Frigerio, che coordinava la spedizione scientica internazionale del 1985 Comeri, che non aveva stru-

Latmosfera di raccoglimento durante uno dei momenti di preghiera.

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menti sosticati per indagare ci che stava accadendo ai veggenti, decise di limitarsi a un controllo dei riessi sui talloni mediante il classico martelletto che ogni medico ha nella propria borsa. Durante lapparizione nemmeno dei pizzicotti in punti tradizionalmente dolorosi e tanto meno il martelletto azionato da Comeri sortirono reazioni nei veggenti. A quel punto Vicka, una delle giovani veggenti, disse: La Madonna mi ha detto di riferirti che tutto quello che avete fatto non serve a niente. Fummo turbati da questa risposta, ha ricordato il professor Comerio. Allora a Vicka venne chiesto se la Madonna fosse arrabbiata: No, sorrideva, rispose. Al rientro da Medjugorje ricorda Comeri riferii tutto a mia moglie, che comment in modo goliardico ma realista: Caro, siete andati sino a Medjugorje per farvi dare del pirla dalla Madonna. Quanto riferito da Vicka al di l della battuta aveva creato una nuova situa-

zione per i medici di Varese, che da allora iniziarono a seguire quanto avveniva a Medjugorje con grande interesse. Dopo il loro intervento, nel pomeriggio, seguita la testimonianza di Mirjana, di cui diamo ampio risalto nelle pagine che seguono. Quindi, dopo la preghiera e alcuni momenti musicali, intervenuta Marija, la veggente che abita a Monza. La sua testimonianza stata vibrante, energica. Mentre con Mirjana traspare, anche nei modi, la maternit dolce della Madonna, Marija, pur nella comunanza del sentire, usa toni pi squillanti, come se avesse lurgenza di svegliare la gente e provocare le persone. La Vergine ci chiama tutti alla santit, ha ricordato, tra un esempio e laltro di conversioni e guarigioni miracolose. La vita terrena come un ore. Oggi c, domani no. Pu protrarsi no a centanni, ma se non crediamo in quella eterna, tutto vano. S, la vita. Ma la cultura del nostro tempo quella della morte,

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Durante lincontro i partecipanti hanno anche avuto la possibilit di porgere delle domande direttamente alle veggenti Marija e Mirjana.

denuncia Marija: Stiamo creando un mondo peggiore. Quanti aborti, perch diciamo no alla vita.... Ma Marija parla di rispetto della vita nella sua integrit ed ecco che diventa inevitabile accennare alleutanasia, in particolare criticando il Belgio, dove dal 2002 questa pratica legale, disciplinata per legge perch l un anziano malato di appendicite deve morire in casa, vecchio, non produce , ma non dimenticando anche quanto accade nel nostro paese e ricordando, in particolare, le polemiche sollevate dalla triste agonia di Eluana Englaro. come dire a qualcuno: Sei da ammazzare. Anche nella nostra cultura ci sono degli Hitler. A Medjugorje aggiunge cominciata per la rivoluzione; ma non quella dei comunisti, quella di Dio. Il riferimento agli eventi contemporanei costante, e perno Wikileaks entra in gioco: Scredita tutto e tutti, sembra

che non ci sia pi limite. Invece uno c: su Dio, nemmeno il Dipartimento di Stato americano ancora riuscito a dire qualcosa di male. A un certo punto, sotto il palco, passa una famiglia; lei una giovane signora, il marito, un uomo alto e slanciato, tiene la mano del glio, un ragazzino che no a poco tempo fa non camminava; oggi solo un po claudicante, ma riesce a reggersi in piedi con le proprie forze. Marija smette di parlare. Si accorge di loro, si illumina di un sorriso grande grande e li saluta. Dice a tutti i presenti che la Madonna ha ascoltato le preghiere e ha fatto in modo che suo Figlio esaudisse i desideri di questa famiglia. Dopo la sua testimonianza, la giornata arrivata al suo culmine: il momento della Santa Messa. Dopo, Marija, come ogni sera, ha avuto lapparizione. Per la veggente Lei, la Regina della Pace, la vera rivoluzione per tutti gli uomini.

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LA COLLINA DELLA
Le commoventi parole della veggente Mirjana
uello che segue un documento straordinario. Vi troviamo le parole della Madonna grazie alla testimonianza di Mirjana Dragicevi-Soldo, una delle sei veggenti di Medjugorje. Mirjana una bella signora, madre di famiglia, con tre gli. nata il 18 marzo 1965 a Sarajevo ed laureata in Agraria. Lintenzione di preghiera afdatale dalla Vergine per i non credenti. Nei momenti che hanno preceduto la sua testimonianza a Varese, ha salutato gli amici italiani e i loro bambini con un grande sorriso di mamma e si seduta composta a pregare. Poi ha iniziato a raccontare, con calma e serenit, partendo da quello che accadde la prima volta sotto la collina del Podbrdo, la collina delle apparizioni. Ivanka [Ivanka Ivankovi-Elez, una delle altre veggenti, n.d.r.] e io, come due ra-

CONVERSIONE

gazzine di sedici e quindici anni, volevamo stare un po da sole. Siamo uscite fuori dal paese. Passeggiavamo attorno alla collina che oggi chiamiamo collina delle apparizioni e Ivanka, a un certo punto, mi disse: Credo che sulla collina ci sia la Madonna. Io non guardai. Era il tempo del comunismo in Jugoslavia e non era possibile professare la propria fede. I nostri genitori ci insegnavano a pregare, ma non ci dicevano altro, per paura che parlassimo di cose relative alla fede a scuola: cera il rischio di perdere il lavoro. Io non sapevo nulla delle apparizioni di Fatima e Lourdes. Immaginavo solo che Maria fosse in Cielo e che noi, sulla Terra, la potessimo pregare. Quando Ivanka mi disse che la Madonna era sulla collina, le risposi duramente: Maria non ha proprio nulla di meglio da fare che venire a trovare noi due?. Lasciai Ivanka in quel posto; volevo tornare a casa. Sulla via del ritorno, quando incontrai le prime case,

La veggente Mirjana, qui insieme a Gigi Leva, uno degli organizzatori della giornata mariana varesina, risponde alle domande poste dai presenti.

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sentii una voce, molto forte, che mi diceva di tornare indietro. Trovai Ivanka nello stesso posto e mi disse: Guarda adesso, per favore. In mezzo ai sassi vidi la Signora. Indossava un vestito grigio e aveva un bambino in braccio. Tutto era strano, perch sul Podbrdo non ci andava mai nessuno. Soprattutto con un abito lungo e con un bambino in braccio. Io sentivo tutte le emozioni possibili in una volta sola: paura, gioia... Mi chiedevo se fossi viva oppure morta. Ebbi la tentazione di scappare. Tornata a casa dissi a mia nonna: Penso di aver visto la Madonna. Ma lei mi rispose: Prendi il Rosario, vai nella tua cameretta e prega. Lascia la Madonna in Cielo, dove effettivamente si trova. Io non avevo la forza di spiegarle che cosa avevo visto. Volevo stare da sola e pregare, e cos ho fatto tutta la notte. Lindomani andai ad aiutare i miei zii al lavoro e non ebbi la possibilit di incontrare gli altri veggenti. A un certo punto, per, sentii la stessa chiamata del giorno precedente e dissi agli zii che dovevo andare sotto la collina. Loro, quindi, vennero con me, per vedere che cosa stesse succedendo. Quando arrivai sotto la collina, vidi che quasi la met del paese si trovava gi l. Ogni veggente era venuto accompagnato da qualcuno. Vedemmo la Madonna nello stesso punto. Ma questa volta non aveva il bambino in braccio. Quel giorno, il 25 giugno 1981, per la prima volta siamo stati vicini alla Madonna. da da allora che sono iniziate le apparizioni quotidiane. [Il secondo giorno considerato come quello in cui avvenuto il primo vero incontro con la Gospa, mentre il giorno precedente solo una preparazione. Ci motivato dal fatto che i ragazzi quel giorno si sono avvicinati realmente alla Madonna e per la prima volta hanno avuto con lei un colloquio. In quel giorno si formato il gruppo denitivo dei sei veggenti: Ivanka, Mirjana, Vicka, Ivan, Marija e Jakov, n.d.r.]

Quello che ho iniziato a Fatima, lo finir a Medjugorje

uando la Madonna si presentata, ha detto: Figli miei, non dovete avere paura di me. Io sono la Regina della Pace. Era il tempo del comunismo. Arrivarono i poliziotti con i cani e la collina fu circondata. Chi andava sulla collina veniva portato in prigione. La Madonna, durante i primi giorni, mostr agli abitanti del paese molti segni. Per esempio, sul cielo comparve la parola mir, pace. Poi spariva la croce sulla collina del Krievac e si vedeva la Madonna vestita di bianco. Accaddero anche due guarigioni inspiegabili. La gente del paese, avendo visto tutto questo, ha creduto e ci ha aiutato. A quel tempo era persino vietato pronunciare la parola Medjugorje, ma tanta gente accorse ugualmente. Durante il Natale del 1982, la Madonna mi consegn lultimo segreto: sono dieci in tutto. Ho dovuto scegliere un sacerdote a cui condare questi segreti [il padre francescano Petar Ljubici n.d.r.]. Devo dire a lui che cosa succeder e dove succeder dieci giorni prima che accada. Dobbiamo trascorrere sette giorni nel digiuno e nella preghiera e tre giorni prima egli dovr dirlo a tutti e non potr scegliere se dire o non dire, perch un compito che gli stato assegnato da Dio. La Madonna, per, dice sempre: Non parlate dei segreti, perch chi sente me come madre e Dio come padre, non ha paura di niente. Solo chi non ha conosciuto lamore di Dio ha paura. Lei ha detto: Quello che ho iniziato a Fatima lo nir a Medjugorje. Quindi se il cuore di nostra Madre trionfer, di che cosa dobbiamo avere paura?

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ellapparizione del 1982 la Madonna mi ha detto anche che non avr pi apparizioni tutti i giorni. Da allora avvengono il 2 di ogni mese, oltre a una annuale ogni 18 marzo. Mi ha detto che saranno apparizioni, per cos dire, stra-

Quando pregate per coloro che non hanno conosciuto lamore di Dio, pregate per voi stessi e per il vostro futuro

ordinarie. Sono cos iniziate il 2 agosto 1987 e durano tuttora. Non so per no a quando le avr, perch queste apparizioni sono anche preghiere per i non credenti. La Madonna, vero, non usa questo termine. Lei li chiama quelli che ancora non hanno conosciuto lamore di Dio. Lei chiede laiuto non solo dei veggenti ma tutti noi credenti, afnch possiamo cambiare i non credenti, ma solo con la nostra preghiera e lesempio. Ogni giorno dobbiamo mettere al primo posto le preghiere per loro. La Madonna dice che tutto ci che di brutto accade oggi nel mondo, come guerre, separazioni, suicidi, droga, aborto causato dai non credenti. La Madonna dice: Quando voi pregate per loro, pregate per voi e per il vostro futuro. Lei ci chiede di testimoniare anche con nostro esempio.

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Se voi poteste vedere le lacrime che la Madonna versa per i non credenti, allora preghereste con tutto il cuore. Noi che diciamo di essere gli di Dio abbiamo una grande responsabilit. Quando Maria dice di pregare per i non credenti, intende che lo si faccia come lo fa Lei: prima di tutto dobbiamo sentire amore per loro, cio sentirli come dei fratelli e delle sorelle che non sono fortunati come noi, perch non conoscono lamore di Dio. Mai giudicare, mai criticare! Semplicemente amarli, pregare per loro: questo il modo di aiutarli. Ognuno di noi conosce un non credente, un vicino di casa, in famiglia o sul luogo di lavoro. Noi abbiamo una responsabilit nei loro confronti. Sono persone che sono state messe sulla nostra strada: dobbiamo chiederci se in noi vedono lamore di Dio. Vi posso raccontare un anedotto che mi capitato a Medjugorje: voi sapete che la nostra chiesa sempre piena e non c mai posto libero. Un giorno sono entrata, ho trovato uno piccolo spazio su una panca e mi sono seduta. Vicino a me si trovavano alcuni pellegrini italiani. Hanno incominciato a sgridarmi: Sono le nostre panchine! Siamo arrivati prima noi!. Mi sono alzata, zitta, non ho detto nulla. Poi una signora di quel gruppo mi ha riconosciuta e quando ha detto che ero Mirjana, tutti hanno cominciato a offrirmi un posto. Perch vi racconto questo? Pensate se fossi stata una non credente che per la prima volta entrava in una chiesa. E dentro ci sono persone che dicono di conoscere lamore di Dio! Che cosa avreste pensato, se non vi fossi pi entrata da allora? Che cosa possono vedere gli altri in noi di Dio e del Suo amore?

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a Madonna ha dato una missione a tutti noi veggenti. A me ha chiesto di pregare per chi non ha ancora conosciuto lamore di Dio; Vicka e Jacob pregano per i malati; Ivan per i giovani e i sacerdoti; Marija per le anime del purgatorio; Ivanka per le famiglie. Il messaggio pi importante datoci dalla Madonna limportanza della Santa Messa. Una volta, agli inizi delle apparizioni, la Madonna ci ha detto: Se dovete scegliere fra avere lapparizione e la Santa Messa, preferite sempre la partecipazione alla Santa Messa, perch l che mio Figlio con voi. Infatti, in tutti questi anni di apparizioni la Madonna non ha mai detto: Voi pregate e io vi dar. Dice sempre: Pregate, perch io posso pregare mio Figlio. sempre Ges al primo posto. Tanti pellegrini che arrivano a Medjugorje pensano che noi siamo dei privilegiati, perch Dio ascolta pi noi rispetto agli altri. Ma per la Madonna, come per una mamma, non esistono gli privilegiati. Tutti siamo suoi gli. Ci ha scelto per cose diverse. In un messaggio ci ha detto: Io vi ho invitato. Aprite i vostri cuori. Lasciatemi entrare, che possa fare di voi i miei apostoli. Per la Madonna abbiamo tutti la stessa importanza. qualcosa che imparato allinizio delle apparizioni. Io ero lunica veggente che non abitava a Medjugorje. Quando i poliziotti mi hanno portato a Sarajevo ero sola. Venivano a prenderci tutti i giorni a casa; io non sapevo mai se sarei tornata viva dalla caserma dove ci

In questi anni di apparizioni, la Madonna non ha mai detto: Voi pregate e io vi dar. Dice sempre: Pregate, perch io posso pregare mio Figlio. sempre Ges al primo posto

portavano e sotto il comunismo non cerano avvocati. In quei momenti ho pensato: Con tutto ci che sto vivendo, la Madonna mi dir qualche cosa. Io avevo le apparizioni come le avevano gli altri veggenti a Medjugorje: stesse parole, stesso messaggio. Niente di particolare su di me e la mia situazione. Dopo un mese ho capito. Per Dio e per la Madonna, non ci sono privilegiati. Se hai una croce, se provi un dolore, prendi il Rosario e prega: Dio ti aiuter. Non considerarti un privilegiato perch sei un veggente. Se sei una mamma e hai tre gli, li ami tutti allo stesso modo anche se ti rivolgi a loro in modo differente. E potete ben immaginare quanto grande sia lamore della nostra Madre celeste! Vi posso fornire molti esempi di questo. Un giorno mi dissero che cera una ragazza di una trentina danni che piangeva molto forte e dopo un mese mi riferirono che aveva un tumore con metastasi in tutto il corpo. Poi guarita. Non ho chiesto io la guarigione. lei che aveva il cuore aperto a ha chiesto laiuto di madre alla Madonna. Quando volete parlare con la mamma, avete bisogno soltanto di questo: un cuore aperto.

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I sacerdoti non hanno bisogno del vostro giudizio, ma delle vostre preghiere e del vostro amore. Sar Dio a giudicarli per come si sono comportati. In questo mondo c molto giudizio e poco amore: la Madonna vuole che noi si sia riconosciuti dallamore

e c qualcuno che speciale, questi sono i sacerdoti, perch Lei non dice mai che cosa devono fare. La Madonna dice a noi che cosa dobbiamo fare per loro. Lei dice: I sacerdoti non hanno bisogno del vostro giudizio, ma delle vostre preghiere e del vostro amore. Sar Dio a giudicarli per come si sono comportati; ma attenzione, Dio giudicher anche voi per come vi siete comportati nei loro confronti. Lei dice: Se voi, gli miei, perdete il rispetto per i sacerdoti, poco a poco perderete anche il rispetto per la Chiesa e per il Signore. Durante lapparizione del 2 di ogni mese la Madonna dice sempre qualcosa sui sacerdoti. Quando ci benedice, Lei dice: Io vi d la mia benedizione materna. La pi importante benedizione che potete ricevere quella che vi danno i sacerdoti. Tramite loro mio Figlio vi benedice. Ha anche detto: Non dimenticate di pregare per i vostri pastori!. Quando tornate nelle vostre parrocchie, vi prego, fate vedere che siete stati a scuola della Madonna. Fate vedere come deve essere il nostro comportamento con i sacerdoti. In questo mondo c molto giudizio e poco amore: la Madonna vuole che noi si sia riconosciuti dallamore. Vi posso dire una cosa molto importante: c il tempo in cui viviamo oggi e c il tempo del trionfo del cuore di nostra Madre. Fra questi due tempi c un ponte, che rappresentato proprio dai nostri sacerdoti. Ultimamente la Madonna insiste sulla preghiera per i sacerdoti, perch quel ponte deve essere molto forte. Nel messaggio del 2 novembre ha detto: Con loro io trionfo.

a Madonna dice di pregare nelle nostre case: non c nulla che tenga pi unita la famiglia della preghiera. I genitori hanno una grande responsabilit nei confronti dei loro gli: devono piantare la radice della fede nei loro cuori. Questo possibile solo se pregano, se vanno a messa assieme. Vi faccio un esempio di quello che successo a casa mia. Quando mia glia Marija aveva solo due anni, non le dicevo nulla a proposito delle apparizioni. Pensavo che fosse troppo piccola. Ma un giorno, mentre stava giocando in casa con una sua amica, ho sentito che la bimba diceva: Mia madre guida la macchina. Mia glia Marija stata zitta per qualche secondo e poi ha risposto: Che cosa vuoi che sia questo! Mia mamma parla con la Madonna!. Senza che io le avessi mai detto nulla, mia glia aveva capito che cosa succedeva in casa. La Madonna dice: Digiuno. So che difcile... soprattutto per gli italiani! Voi pellegrini italiani siete quelli che protestate di pi contro il digiuno. Mi chiedete quanto dura, il mercoled o il gioved, come se io avessi il potere di accorciare

Nella pagina a fianco, Diana Basile rende la propria testimonianza di fedele che ha provato in modo personale e potente lamore della Gospa. La signora Basile, affetta per tredici anni da una malattia degenerativa incurabile, guar improvvisamente nel 1984 durante un pellegrinaggio a Medjugorje. Ricordando quellesperienza in una sua precedente intervista, la signora Diana disse: Non si pu rimanere indifferenti davanti a una cosa cos. Per le mie figlie, quando mi hanno visto guarire, mi dissero che gi se laspettavano. La loro fede era pi grande della mia!.

Non c nulla che tenga pi unita la famiglia della preghiera. I genitori hanno una grande responsabilit nei confronti dei gli: devono piantare la radice della preghiera nei loro cuori

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Medjugorje
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le giornate! Non si deve guardare con durezza al sacricio che ci viene chiesto dalla Madonna, perch dobbiamo ricordare che Dio nostro padre e che ci vuole bene: legge i nostri cuori e sa ci che possiamo fare. Per questo motivo importante dire s a nostra Madre: S, io voglio camminare con Te. E Lei ti dar una mano. Se voi non avete mai recitato il Rosario completo tutti i giorni, io vi suggerisco di fare come facevamo noi quando la Madonna ci apparsa: ci chiedeva sette Ave Maria, Padre nostro e Gloria. Dopo un po di tempo, ci ha chiesto di recitare la prima parte del Rosario. Poi di recitare la seconda parte e poi la terza. La Madonna, con noi, andava passo dopo passo. Prometti unazione che puoi fare e Lei ti dar una mano, e se cadi ti aiuter. Lunica vera pace quella che d Ges. Circa un mese fa a Medjugorje sono arrivate delle star di Hollywood: bene, si sono buttate per terra, sui sassi, a pregare. E uno pensa che abbiano tutto! Solo Ges pu darci la vera pace. Ma la prima cosa che dobbiamo fare confessarci. La Madonna dice che non esiste uomo che non debba confessarsi almeno una volta al mese. Solo un cuore pulito pu ricevere la grazia.

BENEDETTA DUE VOLTE DA GIOVANNI PAOLO II


In coda alla sua testimonianza, Mirjana ha poi risposto alle domande formulate dal pubblico e raccolte da Gigi Leva, uno degli organizzatori dellincontro. La veggente ha risposto con spontaneit e senza tentennamenti. Mirjana sei una delle poche persone che ha avuto una doppia benedizione da parte del papa. Puoi raccontare che cosa avvenuto? vero. Giovanni Paolo II stava camminando in mezzo a noi e dava la sua benedizione. Mi passato accanto e mi ha dato la benedizione; poi se ne andato. Il sacerdote accanto a me, allora, ha detto ad alta voce: Santo Padre quella Mirjana di Medjugorje. Allora il papa si girato di nuovo e mi ha dato una seconda benedizione. Io dissi: Credo che il papa pensi che io abbia bisogno di una doppia benedizione!. Nel pomeriggio ricevetti una sua lettera: il papa voleva incontrarmi a Castel Gandofo.

uando Maria mi d un messaggio, non lo spiega: me lo dice come io lo dico a voi. Come voi devo pregare e con la preghiera provare a capire che cosa la Madonna mi dica. I messaggi del 2 del mese sono sempre molto lunghi. Quando vado alla Croce Blu [uno dei luoghi di Medjugorje teatro delle apparizioni, n.d.r.] porto sempre con me carta e penna, afnch possa trascrivere subito il messaggio. Perch molto importante che le frasi scritte corrispondano esattamente a quelle pronunciate dalla Gospa. Dopo lapparizione devo pregare come ciascuno di voi. Quando parla della Bibbia, la Madonna vuole una cosa semplice: che la si apra tutti i giorni e se ne legga un pezzetto. Bastano due o tre righe.

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LEVENTO
In mezzo ad altre cose mi disse che lui sapeva tutto: Seguo tutto. E d ai pellegrini di pregare per le mie intenzioni e di guardare bene a Medjugorje, perch la speranza per tutto il mondo. Che cosa dice la Madonna sul rispetto della vita dallinizio alla ne. Ha detto qualche cosa sullaborto? Dio ha dato la vita e Dio pu prendersi la vita. Ventisei anni fa, quando andavo a scuola a Sarajevo, nella mia classe molte ragazze praticavano laborto. Io soffrivo tanto, specialmente per i bambini. Ho raccolto le forze e ho chiesto alla Madonna che cosa succede a questi piccoli. Non era scelta loro quella di essere uccisi. La Madonna mi ha detto: Non ti preoccupare. Loro sono con me. Non sono nel Limbo. Ho una domanda per te da parte di un bambino di otto anni che chiede: io vorrei parlare con la Madonna. Come fai a vedere la Madonna? Vorrei vederla anchio. un angelo! Tu puoi vedere la Madonna; tutti la possiamo vedere. Ma con il cuore. Perch io ho incontrato persone che hanno conosciuto la Madonna con gli occhi, ma non hanno capito niente. Perch pi si digiuna e pi si attaccati dal Maligno? In generale non cos. Quando Dio mi d una croce, io lo ringrazio, perch ce la posso fare, perch ha scelto me. Chiedo solo che non mi lasci sola. Il digiuno serve a chiedere che Dio rimanga con noi. I nostri anziani possono avere una tranquilla vecchiaia? E tu? Sei sicuro che domani ci sarai? Che cosa signica vecchiaia? E che cos il futuro? Pensa a quello che sei oggi, perch non sai se domani sarai vivo. Possiamo allora ritenerci veggenti del cuore, anche noi qui a Varese? Non importa se siamo veggenti con gli occhi o con il cuore. la stessa cosa.

Suor Ivanka Vasilij, la giovane religiosa francescana di cui potete leggere lintervista nella pagina a fianco. Suor Ivanka vive in una comunit sotto la diretta supervisione dellarcivescovo di Vienna e cardinale Christoph Schnborn.

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Medjugorje mi ha indicato la vocazione


Parla suor Ivanka Vasilij: il suo rapporto con i veggenti, la passione per la medicina, lingresso in una comunit di ispirazione francescana: Siamo sotto la diretta responsabilit dellarcivescovo di Vienna Christoph Schnborn.
Allincontro di Varese era presente anche suor Ivanka Vasilij. Suor Ivanka ritratta nellimmagine della pagina precedente di Medjugorje, ma oggi vive in Austria, dopo aver preso i voti in una piccola comunit di religiose. Allepoca delle apparizioni era solo una ragazzina e per la prima volta si faceva le grandi domande sulla sua vita. In questa intervista racconta del suo incontro con i veggenti, dello stupore di quei giorni sulla collina, delle amicizie e della sua particolare vocazione. Eravate amici con i veggenti? Lo siamo diventati dopo le apparizioni. Io abitavo a Medjugorje, proprio sotto il monte Podbrdo, ma da unaltra parte del paese rispetto a dove avevano le loro case i veggenti. Ho frequentato la scuola in un altro paese, quindi no al giorno delle apparizioni non cerano state occasioni per conoscerci e diventare amici. Come cambi la vostra vita dopo le apparizioni? Per noi iniziata una vita speciale. Abbiamo iniziato a pregare, ad andare in chiesa. E abbiamo iniziato a farci delle domande. Ci chiedevamo: Perch la Madonna ha scelto proprio questo paese? Con il passare del tempo abbiamo intrapreso un cammino di fede. Ho fatto parte del gruppo di preghiera con Marija e fra di noi si rafforzata lamicizia. Era come noi, una ragazza normale, unamica come le altre. E questo stato molto bello. Come nata la sua vocazione e la decisione di abbracciare la vita religiosa? Volevo studiare medicina e lavorare a favore degli altri. Ho frequentato una scuola per assistente di laboratorio. Capivo che attraverso il lavoro di medico avrei potuto aiutare tanta gente, ma allo stesso tempo cera in me un desiderio grande, di qualcosa che nel mondo non sarei mai riuscita a trovare. Non avevo un ragazzo, cerano delle simpatie, come normale a quellet, ma non avevo un danzato. Intuivo infatti che sarebbe rimasto comunque un vuoto. Mi accorgevo che solo quando pregavo questo vuoto si riempiva, diventava una presenza. Come si denita la sua vocazione? Dopo gli studi superiori ho lavorato per circa un anno e, anzich proseguire gli studi per diventare medico, ho deciso di entrare in convento. Ho seguito una comunit dispirazione francescana e mariana che nata proprio a Medjugorje e che ora si trova in Austria. Siamo sotto la diretta responsabilit del cardinale di Vienna Christoph Schnborn. Siamo un piccolo gruppo di dieci persone che cercano di vivere il carisma che ha avuto origine da Medjugorje. E oggi come vive? Allora avevo la vocazione della medicina e lidea di guarire le persone. Oggi, invece, ho compreso che il mio cammino consiste nellaiutare le persone a incontrare Ges. Lui che sa guarire quelle malattie di fronte alle quali un medico impotente. La vocazione originaria, che era quella di fare il medico e guarire le persone, cos proseguita in modo pi profondo. Io considero il paese dove vivo, lAustria, come una terra di missione. Una volta i religiosi partivano dallEuropa e andavano in Africa. Oggi bisognerebbe restare e cominciare da qui. La gente cerca e spesso non trova i frutti della preghiera. Il cardinale Schnborn ha dato grande credito ai fatti avvenuti a Medjugorje. Come guarda, Sua Eminenza, questa realt? Poco tempo fa era a un incontro in Cattedrale e ha detto: Potete immaginare che anche Lourdes, per esempio, il vescovo abbia fatto un programma pastorale. E poi, pensate, ecco che arriva la Madonna. E Lei non chiede di permesso di venire. Lei porta tutte le sue intenzioni, e sa fare tutto meglio di noi. Maria una sorpresa. Il cardinale vuole lasciare che Maria agisca. O almeno, io penso che sia questo che lui ha capito di Medjugorje. Il cardinale ha detto che a Medjugorje vuole imparare la pastorale che fa la Madonna. La Chiesa deve certo seguire la via della prudenza, ma importante lasciare che la Vergine agisca. Quali sono i miracoli di Medjugorje? Sono prima di tutto miracoli spirituali. Il cardinale si accorto che molte vocazioni sono nate proprio in questo paesino e non riguardano solo i nuovi preti o le religiose, ma anche famiglie che hanno iniziato a vivere una vita pienamente cristiana.

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MOTORE DELLA SOLIDARIET


IL
Sono camionisti speciali anche se loro dicono di no. Dai tempi della guerra nella ex Jugoslavia portano aiuti umanitari in Bosnia. Un viaggio lungo duemila chilometri. Con la guida sicura della Regina della Pace. Uniniziativa che nata a Viggi, in provincia di Varese. Grazie allassociazione onlus Mir i Dobro
di Elena Inversetti
icono di non avere fatto niente di straordinario, ma semplicemente ci che era stato loro chiesto: Non siamo gente speciale, assicurano. Loro sono alcuni dei camionisti che dai tempi della guerra nella ex Jugoslavia offrono un passaggio sui loro camion agli aiuti umanitari che ogni anno partono da Viggi, in provincia di Varese, e percorrono duemila chilometri per raggiungere i bisognosi della Bosnia. Lanima di questa iniziativa si chiama Chiarina Daolio, ex commercialista di Viggi che con il marito Luciano ha dato vita allassociazione onlus Mir i Dobro (in serbo-croato: Pace e Bene). Lanima, s, perch il motore, invece, ce lo mettono Luciano, Luigi,

Ezio, Claudio e molti altri, protagonisti di una storia assai particolare che inizia con la guerra e termina a Medjugorje. Una storia avventurosa, non soltanto, come si potrebbe pensare, perch nata sotto le bombe, ma soprattutto perch racconta di unavventura umana con il lieto ne, ossia la conversione di gente per niente speciale.

PIOVEVANO BOMBE
Luciano ha cinquantanni anni e una ditta di trasporti: Conoscevo Chiarina per motivi di lavoro, ci racconta, e il nostro rapporto si limitava allambito professionale. Poi un giorno mi telefona e mi dice di avere urgente bisogno di un camion per portare viveri e generi di prima necessit alla popolazione della

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Bosnia. Una bella iniziativa, penso. Io sono cattolico, anche se non sono mai andato tanto in Chiesa, e aiutare gli altri mi ha sempre fatto piacere ma in quel periodo sulla Bosnia piovevano le bombe! Ho subito pensato che Chiarina non avesse tutte le ruote a posto. Per tenerla buona Luciano promette che ci avrebbe pensato, ma dopo qualche giorno rieccola allattacco: mi telefona per dirmi che ha pronto il carico e che ha bisogno del mio camion. Con me alla guida, ovviamente. Non ha ancora capito perch, ma Luciano accetta: Stavo vivendo un periodo difcile, perch mi ero appena separato, e i miei

familiari erano molto preoccupati per la mia partenza. Il viaggio, come quelli che seguirono e che per Luciano sono stati un centinaio, fu pericoloso e disseminato di ostacoli: Chiarina allinizio mi tartassava, ma io non ero granch entusiasta dellimpresa. Presto, per, mi sono dovuto ricredere. Nonostante la paura fosse molta e giusticata A Mostar ci hanno sparato addosso il giusto incoraggiamento non mancava. La guida spirituale del convoglio dai venti ai quaranta camion alla volta era infatti Padre Jozo, il parroco di Medjugorje ai tempi delle prime apparizioni della Vergine, che ripeteva sempre di non preoccuparsi, perch chi segue Cristo non pu avere paura.

Nellimmagine sopra, uno dei convogli organizzati da Mir i Dobro sulle strade della Bosnia. Nella foto sotto, finalmente giunti alla meta, i partecipanti a una delle spedizioni si concedono una fotografia in posa insieme alla guida spirituale della missione: Padre Jozo.

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Io sono un tipo che non sta tanto a pensare, continua Luciano, io vado, faccio, parto. Pensavo: se muoio sotto le bombe sono ben assicurato per entrare in Paradiso!. Luciano con i suoi viaggi ha portato tanti aiuti e molta speranza, ma ha anche guadagnato qualcosa: Lincontro con la Madonna di Medjugorje, dove spesso torno anche con mio glio, che oggi ha ventidue anni, e un caro amico, Luigi, camionista come me e conosciuto proprio durante quei viaggi miracolosi.

IN VIAGGIO SEMPRE LA RECITA DEL ROSARIO


Ed proprio Luigi, cinquantatre anni, di Torino, sposato con gli, anche lui titolare di unazienda di trasporti, che ci racconta un altro pezzo della storia: Ho saputo dei viaggi di Chiarina da alcuni colleghi camionisti e ho voluto partecipare anchio. Volevo aiutare la povera gente sotto le bombe, ma non sapevo che avrei incontrato molto di pi: la Madonna di Medjugorje. Io allora delle apparizioni non sapevo nulla. Il primo viaggio di Luigi inizia nel maggio del 1993: Eravamo pronti a dare gas ai motori, quando arriva il prete di Viggi a benedirci. Io allora ero un cattolico tiepido e gli ho detto di voltarsi e di dare la sua benedizione ai morti del cimitero che stava alle nostre spalle, che per me non era ancora il momento. Liniziale baldanza, per, deve fare i conti con numerosi problemi: le difcolt a passare la dogana, il tubo del gasolio che si rompe appena entrati in zona di guerra, la notte passata a dormire sul camion davanti alla cattedrale di Spalato per non farsi rubare il carico e le strade percorse di sera a fari spenti per evitare i cecchini. Luigi confessa di aver pensato di tornare indietro, anche perch pi volte abbiamo schivato i bombardamenti. A Mostar, una volta, ci hanno sparato addosso mentre scaricavamo la merce nel cortile dellospedale. La paura era tanta, anche se stranamente la ducia era ancora di pi. Forse perch tutti noi camioni-

sti eravamo collegati via radio tra di noi e con Chiarina che ci precedeva su unauto su cui viaggiava sempre un sacerdote. Molte ore di viaggio le abbiamo passate a recitare il Rosario. Quando nalmente arrivarono a destinazione, dove si doveva scaricare la merce fra le macerie e le case distrutte, spuntarono frotte di bambini che ci correvano incontro con le braccia tese. Era un mondo inimmaginabile per me, e a soli pochi chilometri da casa. Ma la vera sorpresa fu larrivo a Medjugorje, unesperienza che ha cambiato la vita di Luigi e della sua famiglia: Con Mir i Dobro ho fatto circa duecento viaggi, durante e dopo la guerra, ma quelli che ho fatto con i miei cari e i miei amici a Medjugorje non li ho contati. Lestate dopo la ne della guerra, io e alcuni amici camionisti ci siamo presi una pausa dai viaggi umanitari, ma ci siamo ritrovati tutti senza esserci dati appuntamento proprio a Medjugorje. Qui nata unamicizia per la vita, perch siamo

Missione umanitaria, ma anche pellegrinaggio. Giunti a destinazione, si scende dal camion e si ascende alla collina del Podbrdo, verso i luoghi delle apparizioni.

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stati toccati dalla mano di Maria. Qualsiasi intoppo sia accaduto non ci ha mai impedito di arrivare a destinazione, e questo non mai avvenuto per nostra volont, ma per la Sua intercessione. Ci ha sempre accompagnati e continua a farlo nel cammino di ogni giorno.

LA CARIT AMORE
Quello che ha provato Luigi vale anche per Ezio, sessantatre anni, di Genova, che ha due camion: uno lo guida lui, laltro suo glio. Per Mir i Dobro ha fatto settanta viaggi, pi altri cinque a Zagabria per il gruppo di preghiera di Medjugorje della sua citt. La sua storia inizia prima della guerra: Con la mia famiglia volevamo andare a Medjugorje e tramite il gruppo di preghiera di Genova ho contattato Chiarina.

Lho conosciuta cos. Quando poi scoppiata la guerra, io sono stato uno dei primi che Chiarina ha chiamato per organizzare i convogli umanitari. Io e mia moglie ci siamo messi subito a disposizione. Ezio ha sempre portato con s la consorte: Lasciavamo i nostri due gli, che allora erano piccoli, a mia cognata e partivamo. Mia moglie mi segue ancora oggi e qualche volta venuto pure mio glio. Lultimo viaggio lho fatto il febbraio scorso a Gospic. Un s incondizionato a una proposta poco ordinaria: Quando siamo partiti la prima volta eravamo sul lastrico, il lavoro scarseggiava, ma siamo stati contenti. Questa esperienza, che aveva come meta le persone travagliate dalla guerra ma come guida la Madonna di Medjugorje, ci ha uniti e forticati

Tra laprile 1992 e il dicembre 1995 la Bosnia Erzegovina stata sconvolta da una feroce guerra civile, punteggiata da episodi di acclarato genocidio ai danni della popolazione civile. Si calcola che i morti siano stati oltre centomila, quasi la met dei quali composta proprio da civili.

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A destra, uno dei magazzini dove i partecipanti ai convogli di Mir i Dobro scaricavano gli aiuti.

come famiglia, perch abbiamo vissuto lamore inteso come carit che ci ha donato la gioia. Chiarina stata unaccompagnatrice speciale che oltre a indicazioni pratiche, ci guidava nella preghiera. E prima della dogana si celebrava la Santa Messa. Ho visto parecchia gente che durante o dopo questi viaggi si convertita. Come quella volta che abbiamo dato un passaggio a un ragazzo che diceva di voler andare ad aiutare i bambini sotto le bombe. A me e a mia moglie sembrava un po strano, forse perch siamo di unaltra generazione: era completamente rasato e portava un sacco di orecchini, anche sul naso. Lui stato contento del passaggio, ma rimasto un po sconcertato da tutti quei Rosari che recitavamo. Non se li aspettava. Cos ha cominciato a tempestarci di domande e alla ne ha raccontato la sua triste storia di solitudine familiare e ci ha chiesto di accompagnarlo a Medjugorje. Sulla via per la Bosnia questo giovane sbandato che non si era mai fatto troppe domande su Dio ha incontrato una compagnia di

amici che lo ha portato sotto il manto della Madonna.

LINSOSPETTABILE
E proprio questo il desiderio e laugurio espresso da molti pellegrini di Medjugorje, alcuni dei quali hanno incrociato la strada per la Bosnia sui camion di Mir i Dobro. Proprio come Claudio, un insospettabile. Architetto che ha sempre condotto una vita agiata ai margini della fede, per lui Cristo era solo un maestro di socialismo. Quello che non poteva prevedere fu la sfacciataggine di una sua compaesana, Chiarina, nonch allegra compagna di tante serate danzanti. Quando, infatti, il 24 agosto del 1992 Claudio torn dalle vacanze estive, ricevette una sua telefonata: Claudio, sono nei guai, ho un convoglio pronto per partire, ma mi manca un autista per un autocarro gi carico. Per favore, puoi venire tu?. Claudio disse di s, forse per spirito davventura, ci racconta. E, infatti, quel viaggio si rivel davvero ricco di sorprese: una ruota bucata, il telo del camion

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forato da decine di pallottole sparate dai cecchini, un bombardamento schivato solo di un quarto dora. Unesperienza emozionante, dunque, diremmo anche toccante, ma nulla di pi di una bella avventura da raccontare agli amici. Tre anni dopo, per, accadde qualcosa di inaspettato: Chiarina mi ricontatt. La guerra era nita, ma cerano ancora molte persone bisognose di aiuto: orfani, mutilati, ragazze madri, gente rimasta senza una casa. Ma questa volta Claudio dovette fare i conti con la richiesta di un impegno serio, per il quale ci si deve credere. Per davvero. Non si trattava solo di fare del bene per mettersi a posto la coscienza: attraverso padre Jozo era stata proprio la Madonna di Medjugorje a chiedere aiuto per il popolo bosniaco. Claudio ricorda come le parole della Regina della Pace: Se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia siano state per lui una guida. Quella di Claudio stata a tutti gli effetti una storia di conversione che ha cambiato radicalmente la sua vita: Sono sempre stato un tipo razionale e

riessivo e ho sempre difdato di tutto quello che non capisco. Ma quando ho iniziato ad andare a Medjugorje, piano piano, nonostante tutte le mie resistenze sono cambiato. Non che i miei problemi sul lavoro e in famiglia siano magicamente scomparsi, ma ho iniziato ad affrontarli diversamente. Le attivit di Mir i Dobro, infatti, sono in accordo con il messaggio della Regina della Pace del 13 dicembre 1984: Senza amore non conseguirete nulla. Questa storia, che si intreccia con quella di altri suoi compagni di viaggio, Claudio lha raccontata in un libro-diario intitolato, a ragione, Verso la Bosnia. Viaggio verso un credo. Non lo racconta nel suo libro n ai pellegrini che ogni anno accompagna a Medjugorje, ma a noi Claudio si lasciato sfuggire che durante le sue trasferte inspiegabilmente guarito da unallergia al sole che mi costringeva addirittura a guidare con i guanti di cotone e ripete: Ho sempre difdato di quello che non capisco, ma quando ho iniziato ad andare a Medjugorje tutto per me cambiato.

Durante la guerra nella ex Jugoslavia la Regina della Pace ha protetto Medjugorje, che non mai stata colpita durante tutta la durata del conflitto.

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SOTTO LA SUA PROTEZIONE

Chi segue Cristo, non pu avere timore


Il viaggio di Mir i Dobro e dei suoi camionisti inizia da Medjugorje, per impulso di una famiglia di Viggi, un piccolo paese in provincia di Varese, vicino al conne con la Svizzera. Chiarina e suo marito Luciano si trovano in pellegrinaggio a Medjugorje nel 1991, proprio quando scoppia la guerra nella ex Jugoslavia, e riescono a tornare a casa sani e salvi dopo un viaggio rocambolesco. Passato lo spavento, rimane un pensiero sso, come racconta Chiarina: Che cosa possiamo fare per aiutare quel popolo imprigionato sotto le bombe?. Il desiderio di portare aiuto forte, ma altrettanto la paura. Lei e Luciano hanno due gli e un lavoro che li impegna molto: La paura, non solo delle bombe, ma anche dellincertezza di ci che avrei fatto e incontrato mi paralizzavano, spiega Chiarina, ma sapevo che chi segue Cristo non pu avere timore. Cos, su consiglio di un amico, anche lui pellegrino di Medjugorje, Chiarina si mette in contatto con Padre Jozo, che la invita a organizzare e a portare lei stessa gli aiuti umanitari. Padre Jozo stato parroco di Medjugorje durante i giorni delle prime apparizioni della Vergine ed stato lo strenuo difensore dei veggenti durante la loro persecuzione da parte del regime comunista jugoslavo. Lui stesso stato incarcerato e torturato, ma rimasto un punto di riferimento e una guida spirituale imprescindibile per la maggioranza dei pellegrini e dei fedeli di Medjugorje. l8 dicembre 1991 quando parte il primo convoglio umanitario di quella che presto diventer lassociazione onlus Mir i Dobro, che in serbo-croato signica Pace e Bene. Chiarina ricorda: Le granate piombavano prima e dopo il nostro passaggio, ma non ci colpirono mai. Sicuri della protezione di Maria e delle rassicurazioni di Padre Jozo, non abbiamo mai avuto paura. Soprattutto quando pernottavamo a Medjugorje, eravamo davvero protetti dal manto della Madonna. Non stato un caso, infatti, che durante tutto il periodo del conitto Medjugorje non sia mai stata colpita. Per questo lassociazione, oltre a organizzare i pellegrinaggi a Medjugorje e la giornata annuale di preghiera al Palasharp di Milano, con la partecipazione di diecimila devoti alla Regina della Pace da ogni parte dItalia, mette in campo numerose opere di carit. Come il Villaggio della Madre, una casa famiglia per bambini orfani di Medjugorje, le adozioni a distanza e il Centro Maria Nostra Speranza, in collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi, che accoglie ragazzi disabili.

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Margherita Coletta ritratta insieme a un bambino durante un recente viaggio in Burkina Faso (Africa), dove lassociazione da lei fondata in memoria del marito Giuseppe, Bussate e vi sar aperto, ha contribuito alla realizzazione di un pozzo dacqua.

MIRACOLO DEL PERDONO


IL
Margherita perde il marito per un attentato terroristico in Iraq, dove era in missione di pace. Ma anzich reagire con rabbia affidandosi allodio, come sarebbe stato assolutamente comprensibile, la sposa stupisce tutti: parla di perdono, di speranza, di conversione. Sceglie di stare con Cristo. Di fare propria la Sua croce
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lei la croce non stata risparmiata. Pesante, pesantissima da portare. Prima la morte di suo glio, piccolissimo glio, per un male terribile. Poi la scomparsa di suo marito, per un altro male terribile: la violenza terroristica che tutto sfascia. Eppure la signora Margherita, vedova Coletta, non ha mai maledetto la vita, nonostante loceano di dolore; nonostante le circostanze, invero misteriose. Costretta a convivervi. Una fatica al limite dellumano, quella; uno strazio continuo che poteva annichilirla. Sopprimerla. Snirla. Invece no, non andata cos. Lei, dignitosa donna del Mezzogiorno dItalia, non ha sbattuto la porta in faccia al destino che le chiedeva con insistenza qualcosa. Qualcosa in pi. Lei ha scelto di aderire al volto di Cristo sofferente. Ha voluto portare la croce sulle proprie spalle dolenti allo stesso modo del Figlio delluomo. Imitandolo, lei cos debole eppure cos forte davanti alla chiamata della conversione.

UN MARITO BUONO
Fino al 12 novembre 2003 Margherita Coletta era una donna sconosciuta ai pi, ma non certo al Signore. Che gi laveva messa a durissima prova chiamando a s suo glio Paolo, di soli sei anni, per una leucemia. Lacrime, lacrime, lacrime. E lei, povera donna, che si domandava che cosa Dio volesse dalla sua vita per destinarle un simile travaglio. Unintollerabile ingiustizia. Ma siccome Dio mai pu volere il male delluomo, a Margherita non rimaneva che restare ragionevolmente in quella certezza, nellabbraccio del suo Signore. E perci dedicarsi alla sua famiglia, prima di tutto. Una famiglia comune e ugualmente umile. Una famiglia comunque serena, impegnata seriamente con la vita di tutti i giorni. Il marito Giuseppe, carabiniere, spesso via per assolvere al suo compito di militare impegnato in

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missioni di pace nelle zone del mondo ad alto rischio. Un uomo buono, generoso, pieno di attenzioni. Con un forte senso della giustizia. E Ges, un giorno, quel giorno l, quel 12 novembre di macerie e sangue, lha strappato allamore di Margherita, la sua Margherita. morto lontano Giuseppe, brigadiere dei carabinieri. In Iraq. A Nasiriyah. Insieme ad altri sedici soldati e a due civili. Tutti italiani. Un attentato. Un camion con trecento chilogrammi di tritolo scagliato come una bomba verso il fortino italiano. Un boato, una tragedia. Distruzione, solo distruzione. Morte, tanta morte. Troppa. 12 novembre 2003: sempre la croce per Margherita. 2008. Vi sono pagine che stupiscono, che lasciano attoniti, che invitano alla riessione e, magari, alla conversione. Scrive Bellaspiga: Quando con la piccola Maria in braccio [sua glia, n.d.r. ] mi mostra la foto di Paolo, il suo primo glio morto di leucemia a sei anni, mi dice: Io e Giuseppe siamo ancora uniti, ci siamo solo divisi i compiti, io qui con Maria, lui lass con Paolo, ma un giorno torneremo assieme.

IL PERDONO, LA SALVEZZA
Il 18 novembre 2003 ci furono i funerali di Stato in quel di Roma. Le bare ben allineate coperte dal tricolore. La chiesa di San Paolo fuori le mura gremita. Nella piazza almeno cinquantamila persone. Silenti. Addolorate. Partecipi di quel dolore che aveva denudato famiglie e affetti. Compostezza e dignit nei volti affranti. Il cardinale Camillo Ruini testimoniava la vicinanza del papa e della Chiesa tutta davanti a quello strazio fuori misura. Nessuna frase di circostanza, nessun tentativo di mettere una toppa a quello strappo, a quella frattura, a quel male provocato dalluomo contro uomo. Come possibile? Niente di nuovo. gi successo a Ges, anche lui vittima dello stesso male, delluomo che non vuole vedere, che non vuole capire, che pensa di risolvere facendo di testa sua. Croce chiama croce. E salvezza chiama salvezza. Margherita, la vedova Coletta, ripartita unaltra volta, lennesima, afdandosi a quel Cristo uomo dei dolori che ben conosce il patire, come recita il profeta Isaia. Lei, questa donna coraggiosa, ha dimostrato nei fatti che perdonare possibile. Che perdonare non un verbo fuori dalla nostra portata. Incomprensibile. Al fondo, irreale. Lei che ha fatto sua la supplica del Figlio al Padre nel momento pi scandaloso: Padre, perdona loro, perch non sanno quello che fanno. Perdono, ecco. Ripartire da l, la sola strada convincente. Da quella invocazione salvica. Domandando alla Vergine, pregandola. Madre angosciata sotto la croce. (En.Ma.)

IL SEME DI NASIRIYAH
Ora Giuseppe non c pi: ucciso, dilaniato, via. Verso la casa del Padre, perch questo sicuro. Lo pensa subito Margherita, versando lacrime su lacrime non appena inghiotte la notizia vertiginosa. E proprio quel giorno, infausto, tragico, disperante, Margherita entra nelle case degli italiani. La conosciamo in quel modo, in quella circostanza funesta. Attraverso la televisione. Parla davanti alle telecamere. E sono frasi sconvolgenti. Pensieri disumani. Parole che toccano nella loro inattualit. Parla di perdono e non di odio, come sarebbe stato pi normale e assolutamente comprensibile. Verit disarmanti quelle che pronuncia. Cose dellaltro mondo, come ritenere che Dio non possa volere il suo male: Dunque, qualsiasi cosa mi manda io mi do, Lui sa che cosa bene per me. Margherita scuote. Interpella. Provoca. Una giornalista del quotidiano cattolico Avvenire, Lucia Bellaspiga, rimane come folgorata da quella testimonianza di fede e speranza: il perdono come arma di pace, come via di fuga dal nulla. Allora la chiama, la intervista, ne nasce unamicizia straordinaria. E anche un libro bellissimo e commovente: Il seme di Nasiriyah (Edizioni Ancora), uscito nel

Roma, 18 novembre 2003. Un momento del funerale di Stato per le vittime dellattentato terroristico di Nasiriyah (Iraq).

Nel riquadro a destra, il brigadiere Giuseppe Coletta in unimmagine tratta dal calendario dellArma del 2001. In braccio sorregge un bambino che il carabiniere e un collega avevano trovato sperduto su una spiaggia di Durazzo e aiutato a riunirsi ai genitori, rifugiati in un vicino campo profughi. Limpegno di Giuseppe a favore dei pi piccoli nelle zone in cui operava durante le missioni di pace era ben noto, tanto da essere stato definito come il brigadiere dei bambini.

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PERSONE / intervista

MARIA MI D LA FORZA
La Madonna una presenza quotidiana nella mia vita. Non un concetto astratto
di Elena Inversetti

PER ANDARE AVANTI

i da poco trasferita a Roma con la sua bambina, che a febbraio compir dieci anni. Margherita Coletta, vedova del brigadiere Giuseppe Coletta caduto nellattentato di Nasiriyah il 12 novembre del 2003 insieme ad altri sedici militari e due civili italiani sorride quando le si domanda della sua nota devozione alla Madonna, cui pi volte dice di essersi afdata soprattutto dopo la tragedia che ha colpito la sua famiglia. Io sono molto devota alla Vergine e ho sperimentato la Sua presenza prima della morte di mio marito: quando abbiamo perso il nostro primogenito [Paolo, stroncato da una leucemia a soli sei anni, n.d.r.]. Di fronte alla morte di mio glio mi veniva in mente Lei, Maria, ai piedi della Croce. Lei che mi ha dato la forza per andare avanti. Lei, la prescelta di Dio, che aveva sofferto come me. Per questo motivo la Madonna per me non un concetto astratto o un insegnamento del catechismo. proprio una presenza, viva, vicina, quotidiana.

ittuale, perch nel corso del mio cammino di fede mi sembrava che amando Lei amassi meno Ges. Poi, per Grazia di Dio, ho capito che non cos, ma che Maria e Suo Figlio sono un tuttuno, nel senso che Lei il tramite per arrivare a Cristo. Anche a sua glia ha trasmesso questo amore per Maria? Secondo me leducazione religiosa parte dalla famiglia. E poi importante linsegnamento a scuola; per questo mia glia frequenta un istituto religioso. In casa preghiamo tutti i giorni insieme anche se poi sar lei a dover dire il suo s a Ges. La preghiera in famiglia era importante anche per suo marito? Beppe era stato profondamente segnato nella fede dalla morte di nostro glio Paolo. Spesso si arrabbiava, e io gli dicevo che faceva bene ad arrabbiarsi, perch voleva dire che voleva avere delle risposte e che, anzi, sapeva che delle risposte cerano. Il suo modo di pregare era quello di agire; per questo dopo la sua morte ho fondato lassociazione Bussate e vi sar aperto, per portare la preghiera e la domanda di pace nel mondo. Di recente stata in Burkina Faso. Come andata? Molto bene. Abbiamo inaugurato un pozzo in un villaggio dove non arrivava acqua e labbiamo intitolato a Eluana Englaro.

Lei ha sempre avuto questo rapporto privilegiato con la Mamma di Ges Cristo? No, allinizio il nostro rapporto stato con-

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Sono stata colpita da quello che a un certo punto mi hanno detto gli abitanti del posto. Quando abbiamo raccontato loro la vicenda di Eluana ci hanno detto: Ma come, in Italia avete tolto lacqua a questa ragazza e poi ce la portate qui?. Lacqua vita, per loro come per noi. La gura di Maria attuale, moderna, ha qualcosa da dire anzitutto alle donne e alle madri di oggi? Assolutamente s. Ogni donna deve essere era di essere tale, se ha come esempio Maria, se vive cercando la luce della Sua Grazia. Lei la completezza, solo in Lei ci sono la bellezza, la forza e la dolcezza insieme. pi di un modello o di un punto di riferimento: la nostra Mamma piena di Grazia a cui rivolgersi ogni giorno. Nella quotidianit, nonostante le perdite che ha subito, lei vede nella sua vita la mano della Provvidenza? Sempre, dovunque, ogni giorno, in ogni momento. Quando prego, anzitutto, ringrazio per quello che ho e per quello che ho perso, perch io mi do di Ges. Lui sa che cosa fare e dove mi deve portare.

BUSSATE E VI SAR APERTO


Non dobbiamo dimenticare nemmeno per un istante che il mondo non limitato alla nostra casa, al nostro quartiere o al nostro paese. C tanto altro l fuori, c chi attende il nostro aiuto. Questa la missione dellAssociazione Giuseppe e Margherita Coletta Bussate e vi sar aperto, fondata il 6 marzo 2005 ad Avola (Siracusa), il paese natale di Giuseppe, proprio nel giorno in cui avrebbe compiuto quarantanni. Lassociazione stata costituita per desiderio di Margherita e degli amici pi cari della famiglia Coletta, allo scopo di proseguire il cammino iniziato da Giuseppe, che durante le sue numerose missioni allestero dallAlbania al Kosovo, dalla Bosnia allIraq aveva maturato una grande attenzione al mondo dei bambini, per i quali organizzava convogli carichi di aiuti. A loro era legato il ricordo del glio Paolo. Nellanno appena trascorso, lassociazione stata impegnata su pi fronti: in Burkina Faso, nelle Filippine, dove ha inviato materiale scolastico, nella diocesi di ButemboBeni (Repubblica Democratica del Congo), dove ha inviato culle, vestiti e giocattoli. La certezza che guida lassociazione quella in Ges Cristo: pensare agli altri dimenticando s stessi.

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CULTURA

Da lass Gaud sar felice: papa Benedetto XVI, durante lultimo viaggio in Spagna, ha voluto consacrare la Sagrada Famlia, la magnifica basilica che d lustro a Barcellona, fortissimamente voluta dallarchitetto catalano di cui dal 1998 avviato il processo di beatificazione. Uomo di grande fede e assai devoto alla Vergine, questo sommo discepolo del bello era capace di interrompere un pranzo per un impegno improvviso e pi urgente: Scusate, vado a trovare la Madonna, ho tante cose belle da raccontarle
di Angelo De Lorenzi

ARTISTA DI DIO

ntoni Gaud, larchitetto artece della Sagrada Famlia, la spettacolare basilica incastonata nella superba Barcellona, era capace di alzarsi da tavola durante una conversazione, e dire: Vado a trovare la Madonna, ho tante cose belle da raccontarle. Gi. Perch Gaud non stato solo un grande artista, o un fantasioso architetto che si dedicato allarte sacra. Era un genio artistico e non solo. Un santo, un umile di cuore, che praticava il digiuno e la preghiera prima di accostarsi al lavoro. Ed stato un genio nella sua attivit, proprio perch ha praticato le virt del santo, come conferma il processo di beaticazione avviato nel 1998 dallallora arcivescovo di Barcellona Ricardo Mara Carles Gord e i cui atti sono ormai presso la Santa Sede dal 2003.

Secondo i proponenti, infatti, allintercessione di Gaud sono attribuibili delle guarigioni oggi al vaglio delle autorit ecclesiali.

DORMIVA IN BASILICA
Larchitetto catalano dedic gli ultimi dodici anni della sua vita interamente alla costruzione di questa chiesa, oggi ancora incompiuta, ricavandovi persino un ricovero personale pur di non lasciare trascorrere troppo tempo fra il riposo e il lavoro e fra il lavoro e la preghiera, che praticamente erano una cosa sola. Bisogna immaginarselo, questuomo attento ai particolari tecnici, impegnato a superare le difcolt che gli si presentavano man mano che la costruzione procedeva sempre pi ardita e nello stesso tempo desideroso di incarnare quella vita cristiana che voleva rafgurare con le pietre, le geometrie

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Antoni Gaud (1852-1926) riconosciuto come uno dei pi grandi architetti a cavallo tra il XIX e il XX secolo, un vero artista e genio che seppe sposare i dettami architettonici del suo tempo con un gusto personale assolutamente originale e unico. La sua fama legata oggi al grande tempio della Sagrada Famlia, ma ben sette sue opere, tutte site in Barcellona, sono state inserite tra i Patrimoni dellUmanit dellUNESCO.

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CULTURA
e gli spazi della chiesa. Gaud pregava e praticava il digiuno. E si trattava di digiuni anche molto lunghi, a imitazione di quello di Ges nel deserto. Osservandola nellinsieme la Sagrada Famlia una realizzazione vorticosa, densa di simboli e anfratti scavati nella pietra; persino difcile da decifrare, se non si possiedono le giuste chiavi dinterpretazione. una costruzione allo stesso umile e ambiziosa, che tende dritta al cielo. La perfezione consiste, quasi, ed un paradosso tipico del cristianesimo nella sua incompiutezza, come se il desiderio umano di afferrare il signicato delle cose ultime tendesse sempre allinnito in una continua passione, desiderio e attesa. E nello stesso tempo come se questa chiesa, fatta di pietra e della fatica delluomo, fosse anche anche fragile e imperfetta, ma ugualmente necessaria.

UNA TORRE PER LA VERGINE


Ma che cosa , veramente, la Sagrada Famlia che il 7 novembre del 2010 papa Benedetto XVI ha consacrato a basilica? Gaud intendeva fare di questo edicio un tempio espiatorio. E tale era infatti il suo nome: Tempio espiatorio della Sacra Famiglia. Lobiettivo diceva non fare qualcosa che inorgoglisca la citt, ma uno strumento per costruire luomo. Uno strumento brilla quando viene usato. Dando colpi di martello fai soffrire insieme la pietra e lattrezzo, perch venga fuori unimmagine di uomo bella. Cos la chiesa. Non lobiettivo: uno strumento. In qualche modo, deve ricevere anche lei questa sofferenza.Gaud concep questa chiesa come tempio, cio la casa di Dio, casa di preghiera. Tutti noi qui riuniti abbiamo in comune lo stesso spirito cristiano che si viveva nelle chiese primitive, nelle catacombe di Roma, quando i cristiani pregavano, proprio come noi, in una cripta. Secondo il progetto dellarchitetto catalano da ogni facciata emergeranno

quattro torri campanarie, che, nel complesso delle tre facciate, rappresenteranno i dodici apostoli. Al di sopra delle crociere emergeranno quattro torri, intorno alla torre principale, a simboleggiare gli evangelisti. Nellabside se ne collocher unaltra, dedicata alla Vergine, di altezza intermedia. La torre principale, dedicata a Ges Cristo, culminer con la croce a quattro bracci. Quindi Cristo collocato nella posizione pi elevata, al vertice dellumanit e sua Madre, Maria, poco pi sotto. previsto che tra il 2017 e il 2019 si continuer a lavorare sulle torri: le quattro centrali dedicate agli evangelisti, quella dedicata a Maria Vergine in cima allabside (alta centoventi metri) e il cimborio centrale dedicato a Ges, che con i suoi centosettanta metri risulter inne il monumento pi alto di tutta Barcellona.

Una suggestiva visione notturna della Sagrada Famlia con la facciata della Nativit. Gaud stabil che questa parte della basilica che racconta della gioiosa nascita del Salvatore fosse la prima ad essere eretta. Conscio dellimmensit del suo progetto e consapevole che la morte gli avrebbe impedito di portarlo a compimento volle lasciare qualcosa che, con la sua esuberanza, invitasse il popolo barcellonese al proseguimento dellopera.

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C IL PORTALE DEL ROSARIO La basilica come un arazzo, una narrazione scolpita nella pietra, o se preferite, un catechismo di pietre vive, perch forgiate dagli uomini, dalla loro fatica e dal loro penare quotidiano. La facciata rivolta a est spiegava Gaud illustrando il progetto sar dedicata alla nascita, infanzia e adolescenza di Ges. In ciascuna delle tre porte saranno rappresentate scene relative a queste tre et. Spiccher nella porta principale lavvenimento della venuta di Dio nel mondo. Cori di angeli musici e cantori circonderanno le tre persone della Sacra Famiglia. Nei fregi vicini alla porta si rappresenter ladorazione dei Magi e dei pastori. Sulle porte laterali seguiranno rappresentazioni dellinfanzia, tra le quali spiccher la gura della Vergine Maria e del padre putativo di Ges, san Giuseppe. Sopra i tre archivolti e nelle loggette corrispondenti si collocheranno immagini della vita e della gloricazione della Sacra Famiglia. Il racconto evangelico preciso, cos come i rimandi teologici,

ma allo stesso tempo Gaud riuscito a inserire nella composizione architettonica anche episodi tratti dalla realt quotidiana e dalla storia, persino frammenti autobiograci. Nel portale del Rosario, la tentazione delluomo rappresentata da un serpente che offre a un operaio una bomba. Il giovane tiene la mano sullarma e gli occhi ssi a Maria. Nel momento massimo di libert, la libert anche di fare del male, la Madonna tende il suo sguardo tenero e liale verso questo glio che sta per sbagliare. La scena avrebbe richiamato alla mente dei barcellonesi un episodio di cronaca di bruciante memoria: lattentato compiuto nel 1893 dallanarchico Santiago Salvador al Teatro Liceu, che fece una ventina di morti, quasi tutti della famiglia Moreu, la donna di cui Gaud era innamorato. Ma osservando la facciata principale che si ricava linsegnamento pi importante. Gaud spieg che questa facciata, esposta a sud, sar allineata con la calle Maiorca. Quale elemento caratterizzante, essa avr un forte contenu-

Papa Benedetto XVI, che ha celebrato la Santa Messa per la dedicazione della basilica il 7 novembre 2010, colto nel momento in cui accede al grande portale in bronzo delledificio.

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CULTURA
to simbolico. Poich lideale supremo delluomo la gloricazione di Dio, nella facciata si render sempre onore alla Santissima Trinit, alla Sacra Famiglia, alle sue virt e alla sua esemplarit nel lavoro. Saranno presentate tutte le verit di Fede, Speranza e Carit, e lo stato dellanima dopo la morte, con il suo castigo e il suo premio. Verranno rafgurate scene descritte nellApocalisse di San Giovanni. La narrazione in pietra ricca di dettagli e non nisce qui. Per ogni particolare, ogni statua, ogni elemento della chiesa Gaud ha saputo rendere ragione del suo lavoro. Si consideri pure che larchitetto ha pensato molto allaldil, senza trascurare laldiqu. Infatti, al di sotto delle navate laterali e di parte dei chiostri ha previsto spazi dedicati a scuole di arti e di mestieri: cos insieme alla chiesa, il popolo potr avere cultura e formazione. tettoniche capaci di esaltare i signicati che Gaud ha voluto trasmettere. Ne un chiaro esempio la struttura delle colonne, che evita luso dei contrafforti ispirandosi direttamente alla natura, in particolare alla bellezza, ma anche alla robustezza, degli alberi. Cos come il softto, concepito in modo da permettere alla luce di entrare in linea retta. La Sagrada Famlia non ancora terminata. Ledicio, infatti, dovrebbe essere completato nel 2026, quando ricorrer il centenario della nascita di Gaud. Il giusto suggello allopera di una vita.

BENEDETTO XVI : LA BELLEZZA LA GRANDE NECESSIT DELLUOMO


Le parole del papa pronunciate domenica 7 novembre 2010 durante lomelia della messa di dedicazione della basilica
In questo ambiente, Gaud volle unire lispirazione che gli veniva dai tre grandi libri dei quali si nutriva come uomo, come credente e come architetto: il libro della natura, il libro della Sacra Scrittura e il libro della liturgia. Cos un la realt del mondo e la storia della salvezza, come ci narrata nella Bibbia e resa presente nella liturgia. Introdusse dentro ledicio sacro pietre, alberi e vita umana, afnch tutta la creazione convergesse nella lode divina, ma, allo stesso tempo, port fuori i retabli (pale daltare, n.d.r.), per porre davanti agli uomini il mistero di Dio rivelato nella nascita, passione, morte e resurrezione di Ges Cristo. In questo modo, collabor in maniera geniale alledicazione di una coscienza umana ancorata nel mondo, aperta a Dio, illuminata e santicata da Cristo. E realizz ci che oggi uno dei compiti pi importanti: superare la scissione tra coscienza umana e coscienza cristiana, tra esistenza in questo mondo temporale e apertura alla vita eterna, tra la bellezza delle cose e Dio come Bellezza. Antoni Gaud non realizz tutto questo con parole, ma con pietre, linee, superci e vertici. In realt, la bellezza la grande necessit delluomo; la radice dalla quale sorgono il tronco della nostra pace e i frutti della nostra speranza. La bellezza anche rivelatrice di Dio perch, come lui, lopera bella pura gratuit, invita alla libert e strappa dallegoismo.

UNA BASILICA ANCORA IN COSTRUZIONE


Gaud guardava alla Sacra Famiglia come a un esempio da incarnare nella vita quotidiana. Nella torre principale spiegava un lampadario dedicato a Ges Cristo, rappresenter la Gerusalemme celeste. Nella cappella interna della parte alta della facciata della Nativit, sar venerata limmagine di San Giuseppe circondato da angeli che porteranno i simboli delle virt e delle fatiche dello sposo di Maria. Nella cappella opposta, nel punto in cui la navata principale incrocia il transetto della facciata della Passione, sar venerata limmagine di Maria Immacolata, anche qui attorniata da angeli portatori degli attributi della verginit e dellamore al focolare domestico. Ledicio, che richiama nello stile alcuni elementi del gotico reinterpretati secondo lo straordinario ed eclettico genio dellarchitetto catalano, stupisce non solo per la bellezza ma anche per loriginalit di alcune soluzioni archi-

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Catechesi

di Marco Invernizzi

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MISSIONE
Spesso faccio un sogno: coniugare il Catechismo della Chiesa Cattolica con i gruppi di preghiera. Ossia vedere il Catechismo o il suo Compendio sicamente nelle mani delle decine di migliaia di persone che frequentano i gruppi di preghiera sorti sulla scia delle apparizioni di Medjugorje, ma anche di quelli che si richiamano a Padre Pio o che frequentano i santuari mariani o si trovano per meditare la Scrittura. Per molti sar gi cos, ma adesso questa nuova rivista dedicata alle apparizioni della Gospa mi permette di spingere concretamente verso questa realizzazione. Ma perch vi attribuisco tanta importanza? Entrambi, Catechismo e gruppi di preghiera, sono tra i frutti migliori dellepoca della nuova evangelizzazione apertasi con il Concilio Vaticano II. Una stagione missionaria, voluta dal Magistero della Chiesa di fronte al venir meno della cristianit occidentale nei secoli XIX e XX. Una stagione fraintesa anche allinterno della Chiesa, dove ha prevalso uninterpretazione sbagliata del Vaticano II, come ha ribadito denitivamente papa Benedetto XVI nel 2005, ricordando che i frutti della missione nascono dalla fedelt a tutto linsegnamento della Chiesa, senza fratture. La nuova evangelizzazione ha bisogno tanto della forza della preghiera quanto della sicurezza della dottrina. Se la prima rischia di diventare sentimentalismo o emotivit senza la consapevolezza della verit, questultima rischia di inaridirsi e di rimanere un esercizio intellettuale senza la freschezza della preghiera che genera la carit. Quando preghiera e buona dottrina si sposano nasce la missione, le persone si convertono profondamente e il mondo diventa migliore, un luogo dove pi facile incontrare e perseguire la salvezza eterna. Perch di questo si tratta anzitutto e soprattutto. Cercher allora di celebrare questo matrimonio tutti i mesi, presentando e ragionando su un testo del Magistero e invitando a pregare perch lo stesso testo penetri in noi e ci aiuti a migliorare il criterio di giudizio della realt che ci circonda.

I FRUTTI DELLA

IN PARROCCHIA E IN LIBRERIA...
con piacere che vi segnaliamo il numero di gennaio 2011 de Il Timone, dove potrete leggere un importante editoriale del direttore Gianpaolo Barra sulla fedelt a tutto il Magistero della Chiesa; un dossier sui 150 anni dallunicazione dItalia, che mette in luce le trequestioni aperteche ancora feriscono il corpo della nazione: la questione cattolica, quella meridionale e quella della forma dello Stato; ma anche un ricordo dei novantanni del grande scrittore Eugenio Corti oltre alle solite rubriche di Vittorio Messori, Rino Cammilleri, don Pietro Cantoni e tanti altri.

Il Timone (Edizioni A.R.T.) una rivista di apologetica elementare, nata per illustrare le ragioni di chi crede e parare gli attacchi di chi contesta la verit cattolica, disprezza la morale e denigra la storia della Chiesa. Una rivista destinata a tutti, giovani e adulti, uomini e donne, lavoratori e studenti, sacerdoti e laici, con una missione chiara: irrobustire la Fede dei lettori, infondere nei cuori la erezza di essere cattolici, fornire argomenti per esporre le ragioni dei cattolici. Uno strumento da utilizzare per la Nuova Evangelizzazione, alla quale ci richiama, con passione e costanza, il Santo Padre. Per saperne di pi: www.iltimone.org.

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VITE MERAVIGLIOSE

CHIARA UN DONO PER TUTTI


BEATA
Chiara Luce Badano morta per un tumore osseo a soli 18 anni. Una ragazza sorridente, serena, lieta, che ha offerto la sua malattia a maggiore gloria del Signore. Un esempio di dedizione totale a Cristo, il suo. Vissuto con tremore e amore. Un esempio fulgido di fede contagiosa, di santit vissuta con passione nel quotidiano e nel Movimento dei Focolari. La Chiesa lha proclamata beata. Un modello a cui ispirarsi. Un volto rassicurante specie per i giovani che cercano tenendo accesa la fiammella del desiderio
di Angelo De Lorenzi

uesta la storia di una ragazza il cui sorriso non si pu dimenticare. Chi lha conosciuta di persona lo pu testimoniare; altri, per vie indirette, attraverso le fotograe, possono ugualmente affermare di aver incontrato lo sguardo di una santa. Anche dal suo letto dospedale, nei momenti pi difcili, riuscita a trasmettere a tutti un sentimento di gioia e di letizia. Ha raggiunto veloce il cielo, dopo aver vissuto i suoi diciotto anni, belli, intensi e spensierati, drammatici ed eroici. Ha riso e sorriso. Ha giocato e pregato. Come tante ragazzine della sue et ha sognato il futuro, di formare un famiglia con tanti bambini e di andare in Africa a prestare il suo servizio come medico fra i bisognosi, in particolare a

benecio dei pi piccoli. Ma soprattutto ha trovato Ges sul suo cammino. Lo ha incontrato nella sua cameretta durante un tu per tu drammatico, dopo aver saputo che un malattia terribile, un tumore alle ossa, le avrebbe preparato un sentiero durissimo. Lei ha detto s a Ges, e da quel momento stata tuttaltra storia, davvero straordinaria.

24.000 AMICI SU FACEBOOK


Il male sico lha strappata presto allaffetto dei suoi, ma non se ne mai andata dai cuori di molti. Oggi, ancora di pi dopo la beaticazione avvenuta il 25 settembre 2010 presso il santuario del Divino Amore a Roma, Chiara Badano incarna questo ideale di perfezione umana plasmato dallincontro con Ges. Di Chiara si pu dire che sia diventata presto un simbolo, un mo-

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ligenze delle persone? Questa ragazza dagli occhi vivaci, attenta agli altri, viveva a Sassello, nellentroterra ligure, a sessanta chilometri da Genova e a trenta da Acqui Terme. Un borgo antico e grazioso a 400 metri daltezza, che decuplica i suoi abitanti durante lestate. La notoriet del posto, pi che al turismo, la si deve alla produzione di amaretti, morbidi e dolci. Qui, in questa cittadina, era nata e cresciuta: un posto che amava, tanto da volerci tornare durante le estati anche dopo essersi dovuta trasferire a Savona.

LA VERGINE ASCOLTA E NASCE CHIARA


Ancora prima di questo, per, allorigine della storia di Chiara, c una preghiera rivolta alla Madonna: la supplica di un padre, intristito perch un glio o una glia, tanto desiderata, non arrivava. Passano anni, ben undici, e il lieto evento non accade. Allora pap Ruggero, durante uno dei suoi viaggi faceva il camionista si ferma a visitare il santuario della Madonna delle Rocche, nellAlessandrino, in Piemonte. Qui a partire dalla seconda met del 1500, la mamma di Ges apparve a una contadina, Clarice da Molare, mentre portava al marito un piccolo cesto con poche erbe cotte. La Vergine, commossa da questa povert, tramut le erbe in un pane fragrante. Pu una mamma non avere cura dei suoi gli? Da allora la devozione per la Madonna delle Rocche aument a dismisura nel territorio molarese e nelle zone limitrofe, grazie anche a miracolose guarigioni. La Vergine ascolta la supplica di Ruggero e cos, nel 1971, nasce Chiara. Per la bimba e poi per la ragazzina la famiglia ha un ruolo fondamentale. Ruggero e Maria Teresa sono contenti dellarrivo di questa glia, ma sanno anche che in questo rapporto non sono soli, c un Altro, che si scrive con la A maiuscola. Questa glia non appartiene solo a loro. A Chiara sanno dire dei

Una delle ultime foto di Chiara scattate prima della malattia, durante una gita scolastica.

dello di umanit per tanti giovani che hanno potuto conoscere la sua storia. La sua vicenda ha commosso migliaia di persone. Su Facebook, il luogo di scambio di amicizia per tanti ragazzi, ha pi di ventiquattromila amici virtuali, ma soprattutto ha un esercito sterminato di amici in carne e ossa. Molti di loro giovanissimi. Perch Chiara, per molti, e soprattutto per i giovani, diventata un modello da imitare e la sua esperienza ha toccato le corde pi profonde. Ha scosso il personale che lassisteva in ospedale, e la sua vita ha portato a riettere anche gente che era lontano dalla vita della Chiesa. Ma chi stata Chiara? Anzi, chi Chiara, visto che per molti ragazzi e ragazze una presenza ancora viva e che agisce misteriosamente nei cuori e nelle intel-

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s e dei no, quando servono. Propongono presto alla glia di pregare assieme. Giovanissima, appena novenne, la ragazzina fa un incontro decisivo per la sua vita: quello con il Movimento dei Focolari. Trova affascinanti le persone che trova sulla sua strada, ragazze e ragazzi con i quali bello stare assieme. Chiara affascinata dallumanit che propongono, percepisce la differenza rispetto a ci che di solito la circonda e vuole approfondire questi rapporti. Lincontro decisivo avviene nel 1980, durante un raduno delle giovanissime dei Focolarini. Frequentando queste ragazze si accorge che lamore di Ges contagioso e trasforma le persone. Da allora non pi la stessa. In famiglia se ne accorgono. E questa esperienza profonda di cambiamento riesce a coinvolgere anche pap e mamma, che si rendono conto sempre pi che lamore di Ges molto prossimo, dentro la vita quotidiana delle persone.

Agli inizi del cammino di fede condiviso con le giovani di questo movimento Chiara scrive: Abbiamo cominciato subito la nostra avventura: fare la volont di Dio nellattimo presente. Col Vangelo sotto il braccio, faremo grandi cose. E pensare che questa ragazzina non aveva ancora dieci anni! A dispetto della giovane et Chiara dimostra di affrontare con grande maturit di fede tutti gli aspetti della sua vita. Negli scritti si leggono frasi che denotano una decisione assoluta, una capacit di giudizio della realt e un impegno verso lideale, come questa: Ho riscoperto il Vangelo sotto una nuova luce. Ho scoperto che non ero una cristiana autentica perch non lo vivevo sino in fondo. Ora voglio fare di questo magnico libro il mio unico scopo. Non voglio e non posso rimanere analfabeta di un cos straordinario messaggio. Come per me facile imparare lalfabeto, cos deve essere anche vivere il Vangelo.

Mariagrazia Magrini, vicepostulatrice della causa di beatificazione di Chiara, e Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari cui la giovane apparteneva, consegnano a Benedetto XVI un biglietto scritto da Chiara durante la sua malattia.

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GES, SE TU LO VUOI, LO VOGLIO ANCHIO


La vita di adolescente di Chiara, simile a quella di tante ragazze della sua et, cambia improvvisamente a diciassette anni, quando un forte dolore alla spalla accusato durante una partita a tennis insospettisce i medici. Si sottopone a esami clinici approfonditi per denire lorigine del male. Ben presto i sanitari scoprono che ha un tumore osseo. Dopo pochi giorni la ragazza apprende la notizia. Quel giorno rientra a casa; c la mamma ad attenderla. La vede dalla nestra e si accorge che tiene lo sguardo a terra, preoccupata. Quando entra nellabitazione la mamma si affretta a venirle incontro, vorrebbe parlarle e dirle probabilmente qualcosa di consolante o rassicurante. Lei, per, vuole stare da sola; va nella sua cameretta. Passano venticinque minuti, di silenzio. Fa, pi o meno, ci che fanno i ragazzi della sua et quando sono tristi, o peggio. Dapprima si butta sul letto, affranta. Probabilmente anche arrabbiata.

Poi, per, quando entra la mamma, Chiara ha uno sguardo diverso. Perch da questo momento Chiara inizia un viaggio difcile ma avventuroso, cosciente della sua sofferenza, con un male tremendo che non le dar tregua. Sa, per, di avere la compagnia di Ges. Si susseguono controlli medici ed esami e a ne febbraio 1989 Chiara affronta il primo intervento: le speranze sono poche. Nonostante la gravit delle sue condizioni, appena la salute glielo permette Chiara partecipa di persona, con gioia ed entusiasmo, a quanto si vive nel Movimento dei Focolari. Presto arriva per unaltra grande prova: la ragazza perde luso delle gambe. Un nuovo doloroso intervento si rivela inutile. per lei una sofferenza immensa, che tuttavia trova la forza per offrire: Se ora qualcuno mi chiedesse di tornare a camminare direi di no, perch cos sono pi vicina a Ges. Il suo medico curante, non credente e critico nei confronti della Chiesa, rimane toccato sempre pi profondamente dalla testimonianza sua

Una bella immagine di Chiara con i suoi genitori: Ruggero e Maria Teresa.

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VITE MERAVIGLIOSE

UNA LUCE CHE ILLUMINA


Quanta luce in questa nostra Chiara! Scriveva eva Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. La si legge sul suo volto nelle foto scattatate, specie nel suo ultimo periodo di vita. Quanta nta luce nelle sue parole, nelle sue lettere, nella sua ua vita tutta protesa ad amare concretamente tanti! ti! In una delle sue ultime lettere Chiara Luce mi conda la sua decisione non dettata da altro, o, se non dallamore e dallo Spirito Santo nel suo o cuore di volere amare Ges abbandonato per er S e non strumentalizzarlo a proprio benecio. o. Quindi amare il dolore per Lui, per Ges abbbandonato e non tanto perch la divina alchimia, che conosciamo, lo tramuta in amore. E di dolori Chiara ne ha conosciuti molti, specie e nellultimo tratto della sua vita terrena. Ma aveva capito che erano le perle preziose che andavano colte con predilezione lungo le sue giornate. Era in particolare nella sofferenza dalla fortezza, dalla pazienza. dalla richiesta da perseveranza, dalla costanza (tutte virt neperseveranz per dirsi cristiani in quei fragenti), cessarie pe che sentiva di poter amare.

e dei genitori: Da quando ho conosciuto Chiara qualcosa cambiato dentro di me. Qui c coerenza, qui del cristianesimo tutto mi quadra. Il male per inarrestabile. La giovane informa Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, della sua situazione. il 19 luglio 1990: La medicina ha deposto le sue armi. Interrompendo le cure, i dolori alla schiena sono aumentati e non riesco quasi pi a girarmi sui anchi. Mi sento cos piccola e la strada da compiere cos ardua, spesso mi sento soffocata dal dolore. Ma lo Sposo che viene a trovarmi, vero? S, anchio ripeto con te Se lo vuoi tu, lo voglio anchio Sono con te certa che insieme a Lui vinceremo il mondo! Con laggravarsi della malattia occorrerebbe intensicare la somministrazione di morna, per lenire le sofferenze, ma

la ragazza riuta: Mi toglie la lucidit e io posso offrire a Ges solo il dolore. Lultimo suo pensiero per i giovani, che vengono con costanza a trovarla anche negli ultimi giorni di vita. Chiara, nonostante la grande fatica, desidera incontrarli: persuasa che sia giunto il momento di consegnare idealmente a loro una accola, una sorte di testimone, importante, perch la vita una sola e va spesa bene. Chiara parte per il cielo il 7 ottobre 1990. Aveva pensato a tutto: ai canti per il suo funerale, ai ori, alla pettinatura, al vestito, che aveva desiderato bianco, da sposa. Con una raccomandazione: Mamma, mentre mi prepari dovrai sempre ripetere: Ora Chiara vede Ges. Siate felici, perch io lo sono. Il pap le aveva chiesto se era disponibile a donare le cornee: aveva risposto con un sorriso, luminosissimo.

Chiara sorridente, cos come stata in vita e cos come appare nellimmagine ufficiale utilizzata il giorno della beatificazione, il 25 settembre 2010.

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Cultura / libri

Medjugorje
LA PRESENZA DI MARIA

VIVERE MEDJUGORJE IN PRIMA PERSONA


Esce un nuovo l E libro b d del l padre d gesuita M Massimo R Rastrelli ll d dove torna, con f fatti e testimonianze, sulla centralit profetica di quel luogo mariano. Occasione concreta di conversione. Come ebbe a dire allautore il compianto arcivescovo cardinale Corrado Ursi che, prima di morire, volle andare in quel piccolo paese della ex Jugoslavia per ricavarne grande tesoro
di Carlo Forti

La nuova fatica di padre Massimo Rastrelli segue le orme di un suo precedente e fortunato libro sempre dedicato alla Regina della Pace, La Madonna di Medjugorje, pubblicato dalle Edizioni Dehoniane di Napoli nel settembre del 1987. Un volume che conobbe numerose ristampe, gi a partire dal novembre dello stesso anno, a sottolineare lenorme interesse suscitato, n dagli inizi, dagli straordinari eventi che ebbero protagonista quel piccolo paesino della Bosnia Erzegovina. E in effetti si pu affermare che quello sia stato il primo libro-documento sul fenomeno Medjugorje, contemporaneo, forse, alle pubblicazioni sullo stesso tema del noto mariologo francese Ren Laurentin. In quel libro lautore esaminava i fatti, intervistava i veggenti, i frati e i pellegrini. Aveva capito, sentito da subito di trovarsi di fronte a qualcosa di grande. Qualcosa che, comunque, andava seguito con altrettanta grande prudenza. Ma era anche consapevole che, dai primissimi frutti, gi si vedeva che lalbero Medjugorje era una grazia che il Signore stava concedendo allumanit per la sua salvezza, attraverso Maria Santissima, Madre di Cristo, Madre della Chiesa e Madre nostra, presentatasi in quel villaggio, tanto sperduto da essere a malapena menzionato sulle carte geograche, come Regina della Pace. Da allora tante cose sono avvenute e sono cambiate nella storia del mondo, a cominciare allascesa al soglio ponticio di

un papa venuto da un paese oltre cortina, dallEst, da un paese comunista, e che ha sempre manifestato il suo amore per la Madonna, tanto da scegliere come motto apostolico Totus tuus, Tutto tuo, tutto di Maria. Oggi Medjugorje forse la meta pi conosciuta del mondo come riferimento mariano, per la sua novit, per la sua attualit, e ogni pellegrino sente il desiderio di ritornarvi, di respirare quellaria nuova, di pace, dove il cuore si apre alla preghiera, dove sincontrano la Madre e il Figlio, dove si rinasce a una vita nuova e da cui si torna, in qualche modo, nuovi, cambiati. Ecco quindi che in questo nuovo libro-documento, padre Rastrelli riparte da quelle prime esperienze e arriva ai giorni nostri rivelando fatti e aneddoti che testimoniano linteresse e la volont di vivere in prima persona lesperienza di Medjugorje anche da parte di tanti rappresentanti della Chiesa. Vescovi e cardinali che sono accorsi da ogni parte del mondo. In particolare, lautore ricorda il compianto arcivescovo cardinale Corrado Ursi che, prima di morire, da Napoli volle andare a Medjugorje e che testimoni la sua conversione anche nel suo testamento spirituale.

MASSIMO RASTRELLI S. J.

Medjugorje. Speranza del terzo millennio


Michel Edizioni (2010), 16 euro

PADRE LIVIO FANZAGA, DIEGO MANETTI

LAldil nei messaggi di Medjugorje. La Regina della Pace chiama lumanit alla salvezza
Piemme (gennaio 2011), 15 euro
Padre Livio Fanzaga (nella foto) spiega che la Madonna appare da circa trentanni a Medjugorje per farci vedere che la vita eterna esiste, perch Lei viva, e che il Paradiso c e Lei stessa venuta a chiamarci alla salvezza, un appello oggi pi urgente che mai. Il direttore di Radio Maria, esamina la missione della Regina della Pace. E lo fa illustrando le realt della morte, del Giudizio, dellInferno, del Purgatorio e del Paradiso cos come emergono dai messaggi di Medjugorje in questi ultimi tempi. (An. De L.)

RICCARDO CANIATO La Madonna si fa strada. Civitavecchia, nel tempo di Maria


Ares Edizioni (2005), 15 euro
Un testo approfondito e molto documentato su un evento che scosse, e continua a interrogare, lopinione pubblica italiana: la lacrimazione della Madonnina di Civitavecchia avvenuta tra il 2 e il 6 febbraio 1995. Giornalista, gi autore di numerose pubblicazioni dedicate alla Vergine, Caniato delinea un quadro potente, sistematico e a tratti sorprendente della manifestazione mariana, raccogliendo le voci di chi visse in prima persona quellesperienza e offrendo una pi ampia testimonianza di ci che accaduto alla luce dellamore salvico di Ges. Un libro tra cronaca e riessione, in cui spazio importante trova il giudizio della Chiesa, che, dopo essersi espressa positivamente a livello diocesano, ancora in attesa di una conferma ufciale dalla Santa Sede, nonostante il personale favore attestato da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. (L.C.)

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