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GIOVANI SCRITTORI IULM

linafferrabile
ANTOLOGIA DI RACCONTI

a cura di

GIUSEPPE CARRIERI e MICHELE MARCON


Postfazione di

PAOLO GIOVANNETTI

Milano 2007

Per la presente edizione 2007 Arcipelago edizioni Via Carlo DAdda 21 20143 Milano info@arcipelagoedizioni.com www.arcipelagoedizioni.com Prima edizione dicembre 2007 ISBN 978-88-7695-370-5

Ristampe: 7 6 2011 2010

5 2009

4 2008

3 2007

vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata.
Questo libro pubblicato con il contributo dell I.S.U. IULM

Linafferrabile GLENDA MANZI La musa ispiratrice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

MICHELE MARCON Midriasi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 HULDA FEDERICA ORR La chiave di vetro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 DANILO POTENZA D.M.P. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69 PAOLA TONETTI Linafferrabile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85 DIMITRI SQUACCIO 28-12-1956 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99 MARCELLO UBERTONE La morte di Martino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109 GIUSEPPE CARRIERI Larrivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121 Postfazione di PAOLO GIOVANNETTI . . . . . . . . . . 133

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Michele Marcon

Midriasi

Oggi Carlo Picks morto, 12 febbraio 2004. Mi sembra doveroso scrivere qualcosa per ricordare, io che gli sono stato cos vicino, una persona che in vita ha fatto, dato, ed stato cos tanto per noi tutti. Ma ora non deve essere la sua vita ad importarci, non tutta perlomeno. E a parte la vuota retorica, ci basti ricordare che nato il 27 febbraio 1965, si sposato il 15 maggio del novantadue. Di l in poi ha avuto una vita tranquilla, questo s, ma a ben vedere ora come ora la sua oramai ex-moglie non sembra essere molto affranta. Certo, per quel poco che la conosco, lei non mai stata tipa da dimostrare troppo i suoi sentimenti, per questo penso che la scomparsa del marito le debba pesare, in un modo o nellaltro. Ma tutto questo non ci interessa. Quel che conta che oggi lui morto. Niente di pi. Per questo dobbiamo ricordarlo. E io voglio ricordarlo. Carlo Picks non aveva mai avuto problemi di vista. I suoi occhi erano macchine perfette come un telescopio spaziale puntato verso linfinito. Scorgeva altre galassie, mondi sconosciuti, la polvere di stelle e, scusate se mi lascio prendere la mano, luniverso intero. Faceva lorologiaio, e la precisione del suo sguardo coincideva con laccuratezza dei suoi meccanismi. Ingranaggi perfetti: i clienti pi affezionati vi potrebbero dire che i suoi orologi tengono il secondo per leternit. Per que 25

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sta affermazione non metterei la mano sul fuoco, ma vi posso assicurare che la sua vista non aveva eguali e il suo sguardo da lince si spingeva verso profondit che noialtri non riuscivamo nemmeno a lambire. Si potrebbe dire che squarciava le nubi e la foschia del mattino, perch certe volte, durante le nostre camminate su per i colli asolani e la bassa prealpina, riusciva ad indicarci con precisione tutti i campanili che svettavano sullintasata pianura veneta. Li toccava quasi con mano e noi seguivamo il suo indice con lo sguardo senza riuscire ad afferrare un briciolo della cristianit posticcia che si alzava a solleticare lascella sudata del cielo. Scusate, non sono mai stato un gran credente. Mi sa che far una fatica della madonna ad entrare in chiesa per il funerale. Ma non il caso di parlare troppo di me. Carlo invece era un fedele devoto e praticante, andava a messa ogni domenica. E da quanto mi diceva la moglie, pregava anche prima di coricarsi. Da non crederci. Oggigiorno una cosa del genere ha davvero dellincredibile. Certo, forse per lui non era poi cos strano; probabile che il suo sguardo si fosse spinto fino lass, e che fosse riuscito a vedere perfino il Signore, perci non gli restava che crederci, senza essere attanagliato da quel dubbio che ogni agnostico scristianizzato si porta dietro, volente o nolente, chi pi e chi meno. E mi suona veramente strano pensare che tutto sia cominciato con una visita oculistica. Carlo Picks ci aveva sempre visto benissimo. Ma da un po di tempo a questa parte sembrava strano, come se qualcosa non andasse. Diceva che gli ingranaggi dei suoi orologi non erano pi perfetti come un tempo. Alcuni aggiungevano qualche frazione di millesimo di secondo ad ogni ticchettio della lancetta, altri ne toglievano. Un paio di orologi si erano addirittura inceppati.

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Che io sappia, non aveva mai tradito la moglie, e lei non aveva mai tradito lui. Vivevano una vita beata e tranquilla in una casetta con giardino e avevano un cane che si chiama Bruno. Strano nome, per un cane. Ma ho sentito dire da bocche esperte che sarebbe meglio infilare una u o una o nel nome del tuo animaletto, che nel pronunciare queste vocali si producono delle onde sonore che il cane assimila pi facilmente. Cos mi dicono, e Bruno non pu cadere in fallo. Non che questo ci interessi particolarmente, ma in questo momento mi viene cos, e non conosco una maniera diversa per dirlo. E s che con le parole non me la cavo poi cos male. Lui rientrava a casa ogni sera dopo lavoro, verso le sette, e trovava la cena pronta ad aspettarlo. Credo di non averli mai visti litigare. E questo non significa affatto che fossero una coppia noiosa. Carlo era uno che si sapeva divertire. Con noi si divertiva. Ci eravamo divertiti tanto. Poi erano arrivati i divertimenti sani ed equilibrati, normali si potrebbe dire. Erano le passeggiate in montagna, le sfide a briscola o a poker, le partite di pallone in tv, e qualche grigliata per soli uomini, una volta ogni tanto; niente di os e un po di vino che non fa mai male. Ma Carlo aveva smesso di bere. Noi amici gli abbiamo detto di non preoccuparsi, che pu capitare di sbagliare ogni tanto. Che magari era solo stanco. Che aveva bisogno di una breve pausa, di una vacanza. Glielo dissi io personalmente, che non mi tiro mai indietro quando c da aiutare un amico e con le parole non me la cavo male. Lo sanno un po tutti da queste parti che con le parole ci so fare, ma non voglio cadere in un autocompiacimento troppo evidente che poi, come si sa, chi si loda simbroda. Molti sostengono che parlo troppo e a vanvera, ma la gente, come si sa, non capisce un granch. Per questo mi hanno chiesto, o meglio scelto, per il discorso commemorativo. Non so,
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ho il solito problemino con le chiese. Mi vengono i sudori freddi ogni volta che entro, e ormai si tratta di anni dallultima volta, ma ho i miei buoni motivi. Svengo, e non unesagerazione. Quando entro in chiesa svengo. Le ultime volte sono sempre svenuto: a Natale, a Pasqua, alla mia prima Comunione. E inoltre odio i tributi post mortem. Comunque io gli ho parlato, a Carlo. Gli ho detto quello che cera da dirgli prima che succedesse tutto il resto, ho usato le parole pi convincenti che potessi trovare, ma siamo ricaduti sempre nella stessa trappola, nello stesso inganno. tutta una questione di tempo. E lui stava fisso a guardare gli ingranaggi e chiss cosa gli passava per la testa. Diceva che non cera tempo e che la sua vita cos comera era la miglior vacanza che potesse prendersi. Osservava gli ingranaggi con la lente dingrandimento cercando di capire cosa potesse provocare quel disordine. A quanto ne so non aveva mai usato una lente dingrandimento. Ma tutto combaciava. I dentelli si incastravano perfettamente uno nellaltro. Le ruote giravano. Non cerano attriti indesiderati. In fin dei conti un orologio non un sistema complicato. Si tratta delle coordinate di questo mondo: spazio e tempo, materia ed energia. Tutto qui: il gruppo bilanciere-spirale e una molla inserita nel bariletto. Un dispositivo che si muove ritmicamente e un altro che fornisce lenergia necessaria per mantenere vivo questo moto. Un semplice accostamento delle dita, i polpastrelli che premono sul metallo che rimane freddo ancora per poco, e girando la corona di carica si agisce sullalbero che attraverso il pignone scorrevole e il ruotino dangolo attiva la ruota intermedia di carica che a sua volta, innestandosi sul rocchetto del bariletto, carica la molla. Una volta che la molla al giusto punto di tensione, lenergia impressa inizia il suo percorso pre 28

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destinato che porter a far lavorare il bilanciere in modo che possa restituirci un moto uniforme e costante. Quello che cerchiamo. Ricordo ancora la prima volta che ho aperto la cassa dottone di un vecchio orologio da taschino. Lho smontato. Ho fissato lestremit della spirale al ponte, in modo che il bilanciere si potesse muovere liberamente e poi ho dato una piccola spinta al suo volantino: sono rimasto per ore a ripetere quel gioco, osservando il movimento periodico della spirale che si espandeva e si contraeva e del bilanciere che scivolava avanti e indietro con ampiezze sempre minori, fino a fermarsi del tutto. Se non ci fossero attriti avremmo risolto ogni nostro problema, perch il bilanciere continuerebbe a marciare allinfinito. Non ci dovrebbero essere attriti in questa vita. Tutto dovrebbe filare via liscio. Ma nella realt sappiamo bene tutti come va a finire. per questo motivo che bisogna stare sempre attenti e prendere tutte le precauzioni possibili. Bisogna vedere tutto, perch tutto potrebbe essere un pericolo. Non sai mai cosa ti pu cadere in testa. Una mela mi pu cadere in testa, cos la forza di gravit la farebbe da padrona. Ma se tengo docchio ogni cosa avr il controllo assoluto. Se vedo tutto non posso perdere il controllo. Una mela che cade un dato. Nientaltro. Ma se io prendo il controllo di questo dato, allora sono al sicuro. Niente turbamenti, niente attriti. Il mondo non sprigioner pi la sua forza su di me, ma io imbriglier la materia per farne la mia energia. Questa la mia vita: lo slancio di questa vita consiste in unesistenza di creazione. Un orologio. Io leggo il dato, io ne trovo il senso. Perci bisogna preoccuparsi di salvaguardare la fonte di tutta lenergia che il bilanciere ed il treno degli ingranaggi si incaricano di trasformare in un dato leggibile: la molla.

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La molla una striscia di acciaio che viene avvolta su s stessa ed inserita in un contenitore metallico. Questo contenitore il bariletto. La funzione del bariletto molteplice. Per prima cosa la molla viene inserita nel bariletto perch pi riparata dagli agenti atmosferici: la polvere che si potrebbe depositare tra le sue spire contribuirebbe ad aumentare di molto gli attriti e di conseguenza lenergia rilasciata sarebbe minore e meno costante. Inoltre il lubrificante si mantiene pi a lungo. Nellipotesi estrema, in caso di rottura della molla, rottura che spesso avviene nella fase di massima carica della stessa, le ruote e gli ingranaggi del movimento sono al riparo della molla impazzita. Ma non si pu restarne immuni. Bisogna dire che lenergia rilasciata durante la rottura si scarica comunque sul bariletto e sulla prima ruota a contatto con esso, causandone larresto. Grazie a Dio i danni in questo caso sono limitati ai denti del bariletto e della prima ruota. Possiamo ancora salvarci. Ma sarebbe bastato un granello di sabbia a bloccare il movimento. Il tempo del resto fatto di granelli di sabbia. E le convinzioni di Carlo Picks stavano crollando proprio come un castello di sabbia. Forse me ne sarei dovuto accorgere prima, avrei potuto fare qualcosa in pi per aiutarlo. Ma si sa come va con certe persone; non cera niente di fuori posto nella sua vita, era compatta, solida ed equilibrata. Scorreva come una lunga autostrada diritta e liscia, senza curve brusche, senza scossoni n dossi improvvisi. Il suo rigore gli permetteva di tenere a bada gli eventi. Io lo sapevo che non la puoi tenere in gabbia la vita, che la devi lasciare libera come un animale e seguirne gli istinti. Non dico che siamo delle marionette nelle mani di, ma ma con Carlo era diverso. Sembrava che avesse trovato la giusta norma e noi, beh,
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noi non ci saremmo mai permessi di rovinare la sua nuova pace. Con quello che gli era successo. Carlo non era cos prima. Certo, aveva sempre avuto quella vista straordinaria che tutti gli invidiavamo. Cera da non crederci. Vedeva le trote nascondersi sul letto del fiume, e quando andavamo a funghi sul Grappa non cera una volta che non riempisse il cesto almeno due volte il mio. Ma non cera da preoccuparsi perch alla fine univamo tutto il raccolto per prepararci di quei risottini che non vi dico. A quei tempi lui stava con Sara e si amavano tantissimo. Sara era una cuoca fantastica: il risotto coi funghi o con i fegatini, ma anche gli arrosti con le patate al forno, le trote appena pescate, la trippa e il bollito col cren, gli gnocchi fatti in casa, la pasta e fagioli, le lasagne col rag di carne e una vagonata di besciamella, le crostate di more o il tiramis, tutto questo era opera sua, e per tutto questo e per molto altro ancora Sara era veramente fantastica. Con lei ogni domenica era una festa e insieme erano perfetti. Vi giuro che non avevo mai visto due persone amarsi come si amavano loro. Lui non la smetteva mai di guardarla. I suoi occhi erano sempre puntati su di lei, e credo proprio che conoscesse ogni minimo particolare del suo corpo, ogni singola particelle segreta, a forza di tenerle addosso quel suo sguardo infallibile. Quando sedevamo tutti a tavola ero sempre affascinato da come lui le prendeva le mani e le accarezzava delicatamente le dita, baciandole una dopo laltra, e parlando dolcemente a ciascuna come se fosse una persona. Si erano fidanzati ai tempi delle superiori e da allora non si erano mai separati. Poi erano andati a vivere insieme, dopo che Carlo aveva iniziato la sua attivit, e le cose sembravano mettersi subito per il verso giusto, ch con quegli occhi costruiva degli orologi come non se nera visti mai, perfetti, e a quanto ne so avevano deciso che si sarebbero sposati molto presto. Ma poi andata come andata.
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Sara morta. stato un incidente stradale. In macchina cera anche lui, ma guidava Sara. Stavano rientrando da una delle nostre solite serate tra amici e Carlo aveva bevuto un po troppo. Cos guidava Sara e lui stava seduto di fianco e la guardava. Le accarezzava i capelli, la ammirava ardentemente, le baciava il collo, le sfiorava le cosce sode con un dito solo per il gusto di vederla eccitare, e lei sicuramente gli diceva dai Carlo stai un po calmo adesso ah ah ah, ma cosa fai? Ti prego, ah aspetta almeno che arriviamo a casa, e poi due fanali imbizzarriti che sbucano dalla corsia contraria, le luci si muovono veloci, e Carlo che non fa in tempo a vederli arrivare, quegli occhi assassini, lasfalto che trattiene la pioggia, e la macchina che sbanda, lurlo lacerato di lei e il tonfo. Saraaaaa saraaaa saraaa sara sara sara sara sara sara sara sar a sa ra sa Si svegliato in ospedale qualche giorno dopo. Un lungo, lungo sonno, e non ci ha mai rivelato niente di quel sonno. Non so nemmeno se ci sia qualcosa da rivelare in casi del genere. Ma era incolume, non si era fatto praticamente niente. E poi gli hanno riferito che Sara era morta, che non cera stato niente da fare, e che secondo lautopsia era incinta. Sara aspettava un bambino, lo aspettava da quasi due mesi. In quel momento qualcosa cambiato. Io cero, ho visto i suoi occhi. Non una lacrima, non un grido di disperazione. I suoi occhi sono cambiati e non cera verso Un figlio, come mai non gli aveva detto niente? E lui come aveva fatto a non accorgersene? Non aveva visto arrivare la macchina con gli occhi da pazzo, non aveva visto la pancia di Sara riempirsi di suo figlio. Era tutta colpa sua. Era stato disattento e aveva perduto il controllo. Carlo si era addossato ogni colpa, perch non era riuscito a vedere quello che le avrebbe salvato la vita. E per di pi non riuscito a vedere nemmeno quello che glielha tolta.
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Cristo santo, io ci avevo anche provato a parlargli, a tirarlo su di morale, per quanto possibile. Ma Carlo non parlava pi come prima, era rimasta solo uneco della sua voce. A ripensarci ora, forse con le parole non me la cavo cos bene come pensano gli altri. Neppure io ero riuscito. Da quel momento Carlo si messo a fissare il cielo e credo che labbia fissato cos intensamente che alla fine deve aver incrociato lo sguardo che meritava la sua vendetta, o chiss cosaltro. E con questo non voglio dire che Carlo abbia dimenticato Sara, ma non ne fece pi parola. Si sposato, alla fine. Con unaltra donna, una taciturna e bacchettona, una specie di timorata di Dio. Questa qui non cucinava come Sara, lei era unaltra cosa. Sara rideva, scherzava, cavolo!, stavamo cos bene tutti quanti insieme, e poi, questo ve lo devo dire, insomma, mi sa che quei due avevano una vita sessuale da invidiare. Credo proprio che scopassero come dei ricci, ed era bello quando Carlo veniva a raccontarci i particolari piccanti e tutti noi restavamo allibiti, cera da non crederci, ma davvero si possono fare cose del genere? Ma Carlo aveva smesso di raccontarci quel genere di cose, e non voglio pensare che non abbia pi niente da raccontarci, ma ho come il timore che non labbia mai nemmeno sfiorata con un dito, sua moglie. E non sembrava che questo fosse un problema per lei. Tutto filava via liscio. Lui usciva ogni mattina alle 7.00 tenendo in mano un bauletto con il pranzo preparatogli dalla mogliettina e rientrava ogni sera alle 19.00. Non si sgarrava. Passava tutto il giorno nel suo laboratorio. Per quel che ne so sarebbe potuto succedere di tutto l dentro, ma gli affari andavano a gonfie vele e continuava a costruire orologi che secondo la gente avrebbero potuto tenere il secondo per leternit.

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Quello che ci interessa per vedere che le oscillazioni saranno sempre della medesima durata, pur diminuendo di ampiezza: questo perch diminuisce la distanza percorsa, ma proporzionalmente diminuisce anche la velocit. Questo un fenomeno. Cos come un fenomeno una mela che cade, o il sole che sorge. Il fenomeno immutabile, sottoposto alle leggi delluniverso. C una causalit nel fenomeno. Ma io posso controllarlo. Lo slancio di vita non pu creare in modo assoluto perch incontra davanti a s la materia, che in movimento opposto al proprio. Ma posso sconfiggere la forza di gravit se afferro la mela che cade. Si crea cos un nuovo dato. Non ci dovrebbero essere attriti n costrizioni. Ma bisogna tenere docchio tutti i dati del mondo. Controllare lo spazio e il tempo, lenergia e la materia. La forza di gravit mi pesa addosso e il bilanciere non continuer il suo moto alternativo in eterno. Noi dobbiamo fare in modo che questo movimento resti costante nel tempo, e non si esaurisca dopo poche oscillazioni: per fare questo dobbiamo rinnovare periodicamente la spinta che abbiamo dato allinizio. Questa oscillazione ci essenziale. unimpressione sullo spazio e nel tempo. Quindi dobbiamo dare dei piccoli impulsi al bilanciere attraverso lncora, che a sua volta riceve forza dalla ruota di scappamento. Lncora agisce sul bilanciere attraverso la ruota di scappamento, trasformando il moto rotatorio della ruota stessa in moto alternativo del bilanciere. Ora dobbiamo fare in modo che queste alternanze si possano contare e riportare in maniera leggibile. Iniziamo ad imbrigliare il dato. Questo grazie al treno di ruote che dalla molla trasmette il moto al bilanciere. La trasmissione ed il conseguente spostarsi delle lancette avvengono per mezzo del pignone calzante che innestato sul perno della ruota centro. Il pignone calzante muove la ruota della minuteria che a sua
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volta trascina con s la ruota delle ore. Il controllo totale dipende quindi dalle ruote. Le ruote dentate, generalmente in ottone, sono fissate ad un pignone dacciaio. Ogni ruota ingrana col pignone della ruota successiva, fino ad arrivare alla ruota di scappamento che lavora con lncora. Ora calcoliamo il rapporto nel numero dei denti di queste ruote, in modo che per ogni giro completo del pignone calzante, al quale viene fissata la lancetta dei minuti, la ruota delle ore, e di conseguenza la lancetta delle ore, compia un dodicesimo di giro. Dobbiamo fare in modo che al totale delle alternanze orarie del bilanciere corrisponda un giro completo della ruota centro e di conseguenza della lancetta dei minuti. Ecco, questo un orologio. E ci permette di leggere il tempo. Mi permette di controllare il dato. Mi impadronisco della materia, che pura necessit, e vi introduco la maggior somma possibile di indeterminazione e libert. Non si pu tornare indietro nel tempo, ma io posso. Posso arrestarlo, portarlo avanti o tornare indietro. Posso nascondermi dal tempo e lui non pu vedermi. Io invece ce lho sempre sottocchio. Lo vedo. Lorologio lo strumento. Qualunque cosa pu essere uno strumento, la gente non ci fa caso. Cose che non notereste neppure. Passano di mano in mano. E la gente non ci fa caso. E poi un giorno si fanno i conti. Il problema che si separa il dato dal suo manifestarsi. Come se le parti di un certo momento della storia fossero intercambiabili con quelle di un altro momento. Come potrebbe essere? Una mela caduta non pu tornare sullalbero. la forza di gravit. Beh, io posso. Ho afferrato la mela che cade e ne ho fatto uno strumento. Me la sono mangiata. Come potrebbe essere? solo un orologio. S. vero. Siamo sicuri? Questo un orologio.

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Erano quasi sempre pasti freddi, sandwich e frutta, avvolti nella carta stagnola, una bottiglietta dacqua, ma a volte lei gli preparava dei pranzi quasi completi che disponeva con cura nelle vaschette Tupperware col coperchio blu; cerano la caprese e linsalata di riso con un po di maionese, una volta alla settimana il vitello tonnato. Cerano le posate di plastica, cinque tovaglioli di carta, un sacchetto trasparente Cuki gelo per riporre limmondizia, due stuzzicadenti e una gomma di quelle che ti lavano i denti. Carlo mangiava sul piano di lavoro, spostando delicatamente i suoi strumenti. Non poteva permettersi di rovinare i suoi orologi, nessuna briciola doveva finire tra gli ingranaggi, nessun granello di polvere. Stendeva uno dei cinque tovaglioli e vi riponeva il pranzo. Un altro lo apriva sulle ginocchia. Puntava la luce gialla della lampada direttamente sul cibo. Le pareti e ogni mensola e ripiano del laboratorio erano colmi di orologi, alcuni terminati, altri rotti, altri ancora sventrati e nudi. Nellaria rimbombava il ticchettio discordante e angoscioso. Carlo lo sentiva in modo diverso. Mangiava lentamente, masticando ogni boccone al ritmo dei suoi orologi, fino a che non si sentiva pronto per deglutirlo. Contava mentalmente ogni contrazione dei muscoli masseteri. Si puliva la bocca col terzo tovagliolo. Una volta finito, usava con cura gli stuzzicadenti, uno per larcata superiore e laltro per quella inferiore, non tralasciando nessun interstizio. Quindi si sciacquava la bocca con lultimo sorso dacqua rimasto e deglutiva. Prendeva il sacchetto e lo appoggiava al bordo del tavolo facendogli cadere dentro eventuali briciole o altri rimasugli di cibo che spazzava col quarto tovagliolo. Tutto finiva nel sacchetto. Per finire masticava la gomma strofinandola sulle pareti dentali con la punta della lingua, la sputava nel quinto tovagliolo e gettava anche quello nel sacchetto. Riponeva il sacchetto nel bauletto, lo chiudeva e lo posava a terra.
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Il resto del tempo lavorava. Mattina e pomeriggio, poi chiudeva e rientrava a casa ogni sera alle sette. Trovava la tavola sempre apparecchiata e sua moglie che lo aspettava in cucina con un canovaccio tra le mani. Si salutavano sempre con un bacio sulla guancia. Lei lo invitava a sedersi e lo serviva. Poi mangiavano seduti uno di fronte allaltro. Cera un grande orologio a pendolo alle spalle di Carlo che rintoccava ogni quarto dora. Al passaggio dellora scampanellava un motivetto allegro. Mangiavano in silenzio. Cerano poche parole, veramente poche parole. Terminata la cena Carlo si sedeva sulla poltrona in salotto a leggere il giornale e la moglie tornava in cucina a lavare i piatti e a riassettare la tovaglia. Poi lui saliva in camera da letto, indossava il pigiama, si lavava i denti e si inginocchiava di fronte alla finestra congiungendo le mani. Fissava il cielo oltre la luna e pregava. Pregava sempre. Fissava sempre il cielo. Poco dopo sua moglie lo raggiungeva, si sistemava e si stendeva a letto. Lui si stendeva al suo fianco, sul lato sinistro del letto guardando supino il soffitto, e le dava la buonanotte sempre con un bacio sulla guancia. Era sempre lei a spegnere la luce. Carlo teneva gli occhi aperti ancora qualche minuto, fissando il soffitto nel buio. Per certe cose sempre non ancora abbastanza. Il paradiso si doveva vergognare per quello che gli aveva fatto. Questa la mia vita. Scandire il tempo. Scandisco il tempo attraverso il giorno. Avete mai visto la linea di luce che entra dalla mia finestra? No certo, solo io la vedo questa luce. Grazie ai miei occhi sono riuscito a costruire lo strumento. Esploro lo spazio e marco il tempo. Le persone si preoccupano, costantemente. Ma di che cosa si devono preoccupare oggi? Sembrano avere tutte le ragioni buone per preoccuparsi, ma invece non ne
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hanno una di dannatissima ragione per preoccuparsi. Se non hanno loculatezza di tenere sotto controllo tutto quanto che senso ha preoccuparsi. Sono degli sprovveduti e non dovrebbero preoccuparsi cos tanto. Eccoli l, tutti occupati con la loro vita. La mia vita non mi abbastanza. Io conosco un segreto che nessuno di loro sa, e li vedo passare. Non se ne rendono conto. C chi fa difficili le cose semplici e chi cerca di banalizzare i fatti importanti. Vi assicuro che non cos facile. Questo non basta. Marco il tempo, come ho sempre fatto, ma lo trovo ancora abbastanza difficile da dire, a parole. Non so se potr nascondermi ancora a lungo. Non so dove andr a finire. Ma ci arriver, questo poco ma sicuro. Per quanto lontano possa essere. E per farlo devo spingere pi in l lo sguardo. Il paradiso si dovrebbe vergognare per quello che gli ha fatto. Portargliela via cos, non un gesto da divinit buona e misericordiosa. Non proprio un bel gesto. un gesto vigliacco, come quelli che tirano il sasso e ritraggono la mano. E noi non lo vediamo arrivare il sasso, e non vediamo neppure la mano. Chi non ha peccato scagli la prima pietra si dice cos no?, e intanto i macigni ci piovono addosso sempre dallalto, tanto loro lass, chiunque essi siano, uni o trini o quanti cazzo sono, il senso di colpa addosso non se lo sono mai sentito, e noi siamo perennemente fregati. Gi. Glielha portata via e con lei si preso anche il nostro amico che non pi tornato quello di prima. Quasi quasi mi verrebbe da bestemmiare, cazzo, ma mi tengo, altrimenti tiro gi Dio, la Madonna e tutti i Santi, e poi vediamo come se la cavano a quattrocchi. E scusate se mi sono lasciato andare.
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Ma che vi devo dire, dopo un po ci si abitua a tutto, anche alle fregature, e noi ci eravamo abituati alla nuova vita di Carlo. Un po di cose erano cambiate, e gli stavamo vicino. Era un lutto collettivo e lo dovevamo superare insieme. E poi in fin dei conti era sempre Carlo, e cera da credere che con quegli occhi vedesse addirittura attraverso le carte Cristo santo! perch quando si giocava a briscola o a poker se ne tornava sempre a casa col montepremi completo. Certo, si trattava di puntate minime, roba come cinque euro a testa, ma dai con una e dai con due e poi dai con tutte le altre, mi sa che deve aver tirato su un bel gruzzoletto! Per da un po di tempo, come vi dicevo, mi sembrava strano. Strano per la sua nuova vita. Era svagato, quasi distratto e questo, come avrete capito, non era affatto da lui. Alcuni dei suoi ultimi orologi presentavano qualche imperfezione e lui diceva che la vista cominciava a perdere i colpi. Impossibile, gli rispondevo, e poi non sar mica sto dramma? Anche se perdi qualche decimo hai sempre la vista di unaquila. Ma era profondamente abbattuto. E la moglie stessa mi aveva chiesto di tenerlo docchio. Si era rivolta a me che, nonostante tutto quello che successo, gli sono sempre rimasto lamico pi vicino. Che io sappia, Carlo non ha mai tradito la moglie, ma lei era preoccupata. Aveva notato che nellultimo periodo si comportava in maniera strana. E di questo aveva paura. Aveva cominciato a tardare la sera, non arrivava pi alle sette spaccate, e lei non sapeva come comportarsi perch lui non le diceva niente. La sera continuava a pregare, lo vedeva sempre l affacciato alla finestra, anche pi del solito, ma lultima domenica non voluto andare a messa. Non era mai successo. Ma caro, non vieni a messa? No, vai tu, cara, le aveva risposto, e non aveva aggiunto nientaltro.
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Nellultimo periodo parlava poco come al solito, ma lunico argomento erano i suoi occhi, i suoi occhi e altre frasi sconnesse che farfugliava di tanto in tanto. Se sei cos preoccupato perch non vai a farti visitare da un oculista? Glielho consigliato personalmente, perlomeno si sarebbe tolto il pensiero, anche se una bella vacanza mi sembrava ancora la soluzione migliore. Inizialmente non voleva saperne, e si lamentava in continuazione. Ma il giorno che mi ha chiesto il numero sembrava estremamente risoluto. Era pi o meno una settimana fa. Ha fissato lappuntamento, e da allora non lho pi rivisto. Devo voltare le spalle ai veli neri, ai fantasmi, ai morti, prima di finire risucchiato. Forse sto solo invecchiando. che non riesco pi a vederti. Dove sei finito? Apro la cassa dellorologio. Lo devo fare con molta cura, altrimenti rischio di rovinare le guarnizioni o i fondelli. Molti orologi si rompono e devo essere io ad aggiustarli. Lo osservo con cura e comincio con la pulizia del meccanismo, perch non ci devono essere attriti, niente di niente che impedisca il movimento delle ruote. Poi, se ce n bisogno, posso sostituire qualche pezzo e procedere con la lubrificazione. Devo controllare tutto: la frequenza e lisocronismo del movimento, langolo di levata. Sta tutto l dentro, sul palmo della mia mano, ed lunica cosa che mi tiene in piedi. strano. Avere una cos chiara percezione del proprio destino, mentre sto l e osservo i miei orologi. strano pensare che ad ogni ticchettio, ad ogni lieve movimento del bilanciere corrisponda un secondo della propria vita, un battito del proprio cuore e il flusso di sangue nelle vene e il respiro caldo vicino allorecchio e lo schianto e il respiro freddo su quel lettino e lo strappo e ogni secondo in pi un secondo in meno e il battito dali di una rondine e il
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vento che passa tra le fronde e lacqua limpida del ruscello e il guizzo della trota e il rintocco della campana e un Amen detto tra le labbra, tutto in un secondo, tutta la vita, l, nella mia mano e sotto ai miei occhi. Il disegno della tua vita vederlo nel suo insieme ti procura una sorta di pace. Come muoversi in un labirinto che osservi dallalto. Come osservare gli ingranaggi di un orologio che scandisce il tuo tempo. Il mio disegno me lero fatto da me, ma ora non ci vedo pi cos bene. E non tengo pi il tempo. Ma sto venendo a prenderti, finch sono ancora in tempo. Pazienta ancora un attimo, dammi il tempo. Solo il tempo. Ti giuro che sto arrivando. Tieni gli occhi aperti. Ieri Carlo Picks morto. Per questo dobbiamo ricordarlo. Lho visto per lultima volta circa una settimana fa. Sono andato a trovare la moglie per farle le mie condoglianze. Speravo che qualcuno venisse anche da me, a farmi le condoglianze, ma non venuto nessuno. In fin dei conti ho perso anchio qualcosa di importante. Ho perso un amico e tutti i momenti ma ora non il caso di mettere alla berlina il mio dolore, gi mi sono lasciato prendere troppo la mano. E non so chi potrebbe capire. Sono andato a trovare la moglie e le ho parlato. Sapevamo entrambi che negli ultimi tempi Carlo era strano. Ma lei mi ha detto che in questa settimana era tornato a comportarsi abitualmente. Usciva di casa poco prima delle sette e tornava a casa alle sette spaccate. Tutto sembrava esser tornato a filare liscio. Ma ieri lui non si svegliato. Svegliati caro, che farai tardi a lavoro, gli disse lei. Non preoccuparti. Oggi non vado a lavorare. Non sar certo un problema se tengo chiuso un giorno.
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Stasera ho preso appuntamento dalloculista. Non voglio stancare gli occhi prima della visita, rispose. Cos ha dormito pi a lungo del solito, fino alle dieci del mattino, non si era mai svegliato cos tardi, mi ha detto la moglie. La colazione ormai era saltata, ma a mezzogiorno hanno pranzato insieme. Non era mai successo durante la settimana. E lei mi ha confessato che questa cosa in fondo le faceva piacere, perci si impegnata come non mai per preparare un pranzo coi fiocchi. Gi, non aveva mai cucinato niente del genere. Non immaginavo neppure che fosse in grado di farlo. Ma perch non laveva mai fatto prima? Carlo era visibilmente soddisfatto. Lei non laveva mai visto mangiare cos di gusto. Ti piace il pasticcio caro? Lui si limitato a fare un cenno col capo tanto era assorbito dal cibo. Quindi lei gli chiese a che ora aveva lappuntamento. Alle sei e mezza. Ma come alle sei e mezza? Cos non arriverai a casa in tempo per la cena. Non ti preoccupare. Non ce n motivo. Il dottore mi ha detto che sar una visita breve. E se c gente prima di te e ti tocca aspettare? Non credo ci sar questo problema. Altrimenti che cosa prendono gli appuntamenti a fare? Il dottore sapr gestire il suo tempo, o no? S, sar come dici tu. Al massimo facciamo cos: di sicuro non arriver a tempo per le sette. Per una sera aspetta che rientri prima di metterti a cucinare. Dai, che magari ti do anche una mano a preparare, ok? Prima di partire lha salutata con un bacio sulla fronte. Ha accarezzato Bruno sussurrandogli qualcosa allorecchio peloso, ha preso le chiavi della macchina ed uscito di casa.
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Ieri sera lei non ha cenato. In un modo o nellaltro il controllo sar sempre nelle mie mani. Anche questo un dato. Una pazzia. Un salto nel buio. Ma siamo sicuri che sia cos buio? Ho aperto bene gli occhi e so esattamente quando morir. Ma non so dove andr a finire. Buonasera dottore. Salve signor Picks. Strano cognome. Da dove arriva? una lunga storia. E non credo di avere tempo per raccontargliela. Ah, come vuole lei. Allora signor Picks, qual il problema? Beh, credevo di essere venuto qui apposta perch me lo dicesse lei. Mi sembra di vederci meno ogni giorno che passa. Non si deve preoccupare pi del dovuto, una cosa che capita con lavanzare del tempo. Si diventa tutti vecchi prima o poi, eh? Ah ah Senta dottore, io faccio lorologiaio, e la vista per me Ah, cos lei un orologiaio? Sa, credo che i nostri lavori siano molto simili. Un occhio e un orologio sono due meccanismi molto simili, non trova? Gi. E come le dicevo la vista per me importantissima. vitale. Capisco ma stia pi tranquillo. Ecco, si sieda qui. Bene. Appoggi il mento e gradi fisso la fonte luminosa. Bene. Mmh ha mai avuto dolori al bulbo oculare negli ultimi giorni? O fotosensibilit, cio particolare sensibilit alla luce? Lacrimazione? Va bene. Senta, ora devo proseguire pi a fondo per controllare meglio la retina. Non si preoccupi.
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Le dovr mettere qualche goccia di atropina. Si tratta di un farmaco midriatico, che provoca cio la dilatazione della pupilla. In questo modo potr controllare con pi precisione il fondo oculare. Va bene? Leffetto del farmaco durer qualche ora. La pupilla sar dilatata perci vedr tutto sfocato. Lei qui in macchina signor Picks? C qualcuno che la pu accompagnare a casa? Non si preoccupi dottore. C mia moglie fuori che mi aspetta. Guida lei. Bene. Allora procediamo, non credo ci saranno problemi. Sono andato a parlare anche con loculista. Mi ha detto che la visita andata molto bene. Non aveva mai visto due occhi del genere. Si direbbe che con quegli occhi avrebbe potuto vedere attraverso le cose, mi ha detto. Di sicuro non aveva perso diottrie. Aveva solo una lieve infiammazione retinica. Gli aveva prescritto un collirio. Poi Carlo se n andato. Gli aveva detto che fuori cera sua moglie ad aspettarlo per guidare la macchina. Se solo avessi saputo Se solo avessi sospettato Lo sapevo che la mia vista si sarebbe potuta spingere anche oltre, e ora sto venendo a prenderti. Ora che i miei occhi sono bene aperti. Ora che non c pi il tempo. Un occhio e un orologio sono due meccanismi simili. Gi. Sono due strumenti. Sono i miei strumenti. Lo spazio e il tempo. Le coordinate delluniverso. Le luci si fondono tra loro. Scie rosse bagliori come lampi blu e le macchine che fischiano come razzi impazziti sullaltro lato della strada. Tutto il resto buio. Fuori piove, lasfalto trattiene la pioggia. La macchina scivola sullasfalto bagnato come la luce arancione dei lampioni scivola come liquida nei miei occhi. Il ticchettio
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della pioggia sul vetro del parabrezza come i rintocchi di una moltitudine di lancette, spazzate via dal tergicristallo che gratta gratta stride sul vetro liscio. Spruzzi dacqua luminescente e incorporea, profumi nuovi e un trasporto che non avevo mai sentito. Intermittenze. I miei occhi lacrimano. Io ho il dato, ma come potevo immaginare le cose si stanno confondendo luna nellaltra. E non so dove andr a finire. Il tempo rallenta prima di un incidente, perci hai pi tempo per pensare. Nei film si sente dire che la gente si vede scorrere la vita davanti, proprio come in un film. Ma la gente non abituata a tenere docchio le cose e si lascia trasportare indietro senza senso. Che senso ha ripensare alla propria vita prima di morire? Io ho preso il controllo del tempo e delle coordinate delluniverso. Non mi far riportare nel passato per qualche barlume di secondo. Tengo lo sguardo fisso davanti a me e vedo quello che c oltre. Le luci arrivano per passare. Un flash irreale, e lo schianto come un tuffo sul letto morbido e vengo ricoperto da lenzuola colorate e bolle di sapone al profumo caramellato e una musica celestiale. Questa una vera musica celestiale. Cos i piani si sovrappongono, suoni e profumi, nellintreccio di corpi bagnati e materia stridente e lapertura di orizzonti impensabili. Fasce di colori pastello impalpabili e la morbidezza di questa melodia. Unespolosione di materia ed energia. Lo so che stai solo cercando di confondermi, ma io non mi lascio depistare. Ho fatto tutta questa strada solo per mettermi davanti a te e guardarti negli occhi e vedere se reggi il mio sguardo. Perch io ti vedevo e ti ho sempre visto, ma ho dovuto aspettare il momento giusto. Eccolo. Sono venuto a farti la guerra e a reclamare la mia vendetta. Sono venuto a riprendermi lei e a portarla lontana da te. E allora? Non mi guardi negli occhi? Codardo! Guardami negli occhi! Guarda nel fondo dei miei occhi e implora il mio perdono. E
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imploralo per leternit, perch io non ti perdoner mai. Mai. Lo schianto stato tremendo. Carlo uscito di strada a velocit folle. La macchina si accartocciata su se stessa e di lui non rimasta quasi traccia. Spero che non abbia sofferto. Ma non credo ne abbia avuto il tempo. Penso che non abbia nemmeno visto il pericolo arrivare. Ma non voglio tirare conclusioni. E non voglio credere niente. Io non credo in niente. Penso solo che il suo momento fosse arrivato. E non so di chi la scelta per questo genere di cose. Ora mi piace solo immaginare che sia tornato da Sara e che possa riabbracciarla, e che possa concedersi tutto il tempo che vuole per guardarla come la guardava. Insieme erano perfetti. Lei se nera andata prima del dovuto, e lui era rimasto come svuotato, la sua vita guastata come una mela marcia. Aveva voltato lo sguardo e si era diretto in unaltra direzione. Tutto cambiato e non so proprio cosa abbia cominciato a pensare da quel momento in poi. Ci sono ragioni che non possiamo capire. Non possiamo farci niente, ma solo sentire che qualcosa andato perduto. Si era dedicato completamente al suo lavoro e a quegli orologi che sembravano essere diventati la sua unica ragione di vita. Forse per trovava altro in quella routine senza senso. Trovava dellaltro nei suoi orologi. Forse la stessa cosa che trovo io nel pensare che lei era l ad aspettarlo, e che ora lui le potr dire tutte quelle cose che qui non hanno parole, quelle cose che nemmeno io riesco a dire. La stessa cosa che trovo a stare in mezzo agli amici e a parlare con la gente e a raccontare storie piene zeppe di parole come questa: una via duscita, una specie di pace.

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Postfazione

Questi racconti sono stati scritti da studenti, laureandi e neolaureati del corso di laurea detto specialistico o magistrale (il 2 che viene dopo il 3, per intenderci) in Televisione, cinema e produzione multimediale dellUniversit Iulm di Milano. Il progetto nasce da unidea del curatore, Giuseppe Carrieri, che anche il pi giovane del gruppo, mentre il sottoscritto ha selezionato i testi pervenuti. Il che vuole tra laltro dire, temo, che se la qualit delle opere raccolte non vi convince, una quota non del tutto trascurabile della colpa di me che faccio di mestiere il professore e dovrei avere insegnato qualcosa a chi qui scrive. Comunque, quale che sia lopinione del cortese lettore, sono convinto che ne valesse la pena: Linafferrabile con ogni evidenza ha qualcosa da dire, da indirizzare sulle strade del letterario. N si tratta solo di un apporto generazionale. In effetti, non so quanti dallesterno del mondo accademico si sarebbero aspettati racconti tanto ben architettati, simmetrici e ornati di procedimenti, e anzi talvolta imputabili di artificiosit, di uneccessiva voglia di stupire. Le etichette valgono quel che valgono, certo, e i tecnicismi tutti amano sbeffeggiarli: ma qui davvero troviamo anacronie e anisocronie forzate (sino a suggerire la reversibilit del tempo), effetti di metalessi (il racconto autoconsapevole, in altri termini, la mise en abyme), deformazioni dei piani narrativi e parecchi altri accidenti della specularit letteraria (altre
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camere oscure, dico) in vario modo riconducibili a unidea di narrazione problematica. Non a caso, le opere che costituiscono uneccezione per lo meno apparente sono le due estreme, la prima e lultima: ma il loro realismo declinato in prima persona non privo di disincanto e di doppi fondi ironici. Certo, la spiegazione pi scontata quella che attribuisce certi esiti al tipo di frequentazione con il mondo del rcit portato avanti dai nostri autori anche e magari soprattutto in ambito professionale: quello, dico, della sceneggiatura cinematografica e della produzione televisiva. Chi muove i primi passi in un campo tecnicamente complesso, dominato dal massimo della ruvidit costruttiva, portato quasi istintivamente a enfatizzare i giochi di suture e snodi, la calibratura di percorsi narrativi che non necessariamente si chiudono su se stessi con unillusione di compiutezza naturale, se non naturalistica. Leffetto, quando con gli effetti si gioca, forse meglio che si veda. Non so, magari qualcuno fra gli scriventi un po ha davvero sentito questebbrezza, ha desiderato frastornare il proprio lettore con la magia di una partitura verbale esibita. Ma io sono convinto che le cose siano andate in modo leggermente diverso. Il punto che scrivere, oggi, unoperazione nientaffatto ovvia e naturale, anzi lo sicuramente meno del filmare, del suonare (o miscelare) musica, del dipingere. Proprio la facilit con cui si pu portare a termine una cosa chiamata racconto, e la facilit con cui si pu essere pubblicati, invitano a escogitare forme che rispecchino un massimo di consapevolezza, di distanza e proprio di straniamento. Oggi, ci dicono questi esordienti, si comincia a essere scrittori soprattutto oltre. Oltre le norme e aspettative pi diffuse, oltre lesperienza immediata e la banalit lineare della tranche de vie: e poco importa - ma molti di loro lo impareranno dopo - se i gesti che appaiono pi sciol 134

ti sono in realt i pi studiati. (E poco importa anche perch un discorso da me fatto sin troppe volte, e che qui viene in pieno confermato se oggi una ricerca letteraria autentica spesso nasce dallibridazione dei linguaggi anche mediatici, e se insomma la letteratura vive sempre pi, e per fortuna, di televisione cinema Internet...) Non per caso, si lavorato allinsegna dellinafferrabile. Non, attenzione, dellindicibile: semmai della sirena del tempo (come diceva un grande poeta del Novecento italiano), della possibilit di ghermire laltro, di inseguire ci che c ma ci sfugge. Letteratura, senso della vita, ma anche lei/lui, il sesso, la diversit: domina la consapevolezza di stare in un mondo in cui molto sguscia via, ci pianta in asso prima ancora di averlo incontrato. Per afferrarlo, per provarci almeno, necessario attrezzarsi facendo la scelta meno risaputa, seguendo il cammino pi tortuoso. E tanto ci basti: almeno per cominciare. Paolo Giovannetti

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