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PER USCIRE DALLA CRISI E notorio il fatto che il capitalismo un sistema economico instabile che prima o poi tende

e ad incepparsi e le bolle speculative sono l a dimostrarlo. Lunico rimedio a questi fenomeni economici distruttivi sono le spinte egualitarie che determinano una situazione economica pi o meno equilibrata allinterno della societ. Il fatto di non voler tassare che si arricchito con la finanza in questi ultimi decenni il segno tangibile che lattuale classe politica totalmente asservita agli interessi delle oligarchie bancarie e finanziarie. Il fatto, poi, di aver salvato fior di banche con soldi pubblici stata la prova provata dellimpunit dei manager che si sono arricchiti in modo inverosimile quando le cose andavano bene ed invece quando esse sono andate male lo stato pantalone ha dovuto metterci una pezza con i soldi pubblici aggravando in tal modo i debiti dello stato che dovranno essere rimpinguati con nuove tasse che colpiranno i soliti noti applicando, come sempre, il nefando principio di privatizzare i profitti e socializzare le perdite. Le strade per uscire da questa terribile crisi sono diverse e non certo indolori. La prima strada sarebbe quella della inflazione che come si sa favorisce sempre il debitore ma inflazione vuol dire aumento dei prezzi e laumento dei prezzi colpirebbe i percettori di redditi fissi che non possono adeguare le loro spese allaumento dei prezzi visto che la scala mobile stata fatta fuori. Vi , poi, chi vorrebbe pi investimenti pubblici e sostegno ai disoccupati ma vorrebbe far ci con linnalzamento dellet pensionabile e riducendo la spesa per pensioni. Un modo per colpire sempre i soliti noti cio i lavoratori i cui guadagni sono stati e sono

decurtati a favore dei profitti e delle rendite finanziarie. La cosa che andrebbe fatta e subito sarebbe quella di far pagare coloro che hanno beneficiato alla grande dalla finanziarizzazione delleconomia. Questa cosa semplice e di buon senso non viene fatta propria dai governi forse perch succubi delle oligarchie bancarie e finanziarie?! Se si devono fare sacrifici giusto che li facciano quelli che si sono arricchirti in tutti questi anni. Su questo fronte purtroppo i governi colpiscono sempre il popolo lavoratore. Occorre un imposta patrimoniale sui grandi capitali, occorre altres ripristinare una piena progressivit riguardo alla tassazione applicando in pieno le indicazioni della costituzione. Bisogna far in modo che la ricchezza non si concentri come avvenuto fino ad oggi al vertice della piramide sociale e creando quella congerie di squilibri e di ingiustizie che mettono in forse la sopravvivenza del sistema. In questo quadro da incubo il nostro paese messo molto male perch non pare rendersi conto della necessit di voltare pagina nel nome di uneconomia pi giusta ed equilibrata. Si fanno solo chiacchiere, mentre il paese affonda. Bisogna capire che questa crisi globale non una semplice crisi congiunturale tipica del capitalismo a tutti gli effetti una crisi sistemica e come tale va affrontata. Avremmo bisogno dun governo, che a differenza dellimbelle governo Letta, che investisse nelluniversit, nellistruzione e nella ricerca; bisognerebbe dare il via a grandi opere per il rimboschimento e la difesa del territorio gravemente minacciato dal dissesto idrogeologico; valorizzare il nostro patrimonio artistico-culturale per attrarre nuovi turisti; incentivare la costruzione di edifici antisismici; incentivare il risparmio energetico. A chi obietter

che per far ci occorrono soldi che non ci sono, c da dire che i soldi ci sono il problema quello di saper spendere e non sprecare. Fra i tanti sprechi vi sono da segnalare le spese militari e i contributi che lo stato verso alla chiesa cattolica. Riguardo alle spese militari, secondo uno studio fatto da un serio generale, con una maggiore oculatezza nelle spese e tagliando le unghie alle lobby si potrebbero risparmiare allincirca 9 miliardi di euro. Altri succulenti risparmi potrebbe venire dal ritiro delle nostre truppe allestero invischiate in guerre falsamente denominate interventi umanitari. Sul fronte religioso sarebbe opportuno che la chiesa, autonoma nel suo ambito, non interferisse nellattivit statale Sarebbe necessario una volta per tutte recidere i legami economici fra stato e chiesa. La chiesa deve essere finanziata dai contributi dei suoi fedeli e non da tutta la collettivit. Se fossero tagliate solo queste due spese vi potrebbe essere per lo stato un tesoretto di tutto riguardi di 20 miliardi di euro che potrebbero essere investiti nei settori suddetti e questo porterebbe ad una rinascita della nostra economia.

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