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IL PARTIGIANO JOHNNY- Partiamo da un passo del romanzo ''L'8 settembre stato il giudizio. Avevi ragioneera vero che il fascismo aveva infettato l'esercito, per sapessi quanto l'esercito era pronto a farsi infettare. Ti raccontassi del corso allievi ufficiali, una disciplina brutale al servizio di faticosi perditempi.Immaginati il nostro preliminare infinitamente pi faticoso e pi cretino.. cos si spiega lo schifo generale dell'8 settembre. Ognuno ha pensato a s,a casa sua, a sua madre, alla puttana sua. Anch'io. E' inutile contarci balle, d'ora innanzi non potremo n dovremo pi contarci balle". 8 settembre 1943: armistizio Il re scappa, l'Italia viene "invasa" dai tedeschi, le caserme occupate e i soldati disarmati e arrestati. La nazione spezzata in due, gli alleati che avanzano lentamente dal sud e i Tedeschi che hanno tutto il tempo di consolidare il loro controllo sul resto della penisola. L'esercito si sgretola, chi non accetta di arruolarsi tra le file della "Repubblica sociale"(Republica di Sal di Mussolini) viene mandato nei campi di lavoro in Germania. In molti abbandonano l'uniforme e si danno alla macchia. Iniziano cos le vicende del partigiano Johnny, gi raccontate in "Primavera di bellezza". Se "Primavera di bellezza" la storia di un ritorno a casa impossibile, con il protagonista che affronta un lungo viaggio da Roma fino alle sue terre, su al nord, la storia di un ritorno a casa moralmente inaccettabile, e in fondo la storia di una scelta di campo tra chi si defila e chi continua a combattere, ne "Il partigiano Johnny" questa scelta viene raccontata nella sua interezza. "Primavera di bellezza" si conclude dove "Il partigiano Johnny" inizia. E' la situazione di tanti Italiani Johnny riesce a tornare nelle langhe e dopo un periodo trascorso nascosto in una villa fuori di Alba, decide, convinto dai suoi professori di liceo, di prendere parte attiva alla resistenza. Odissea di un partigiano Dapprima si unisce alle formazioni comuniste, poi, dopo un terribile rastrellamento fascista a cui scampa per miracolo, decide di unirsi alle formazioni Badogliane, dove comunque pensava gi dall'inizio di arruolarsi. Comincia cos l'odissea del partigiano tra imboscamenti forzati e azioni di guerriglia, alcune eclatanti, come la liberazione della citt di Alba, tenuta per ventitr giorni e conclusasi con una disastrosa fuga, altre piccole, insignificanti scaramucce che tuttavia fanno parte della grande storia di una guerra. Entra a far parte del comando "Presidio di Mango" e, data la sua conoscenza della lingua inglese, viene designato come ufficiale di collegamento con gli alleati. Nell'estate del '44 la lotta partigiana subisce una forte battuta di arresto: gli alleati avanzano troppo lentamente e il generale Alexander ordina a tutti i membri della resistenza di imboscarsi per l'inverno e cessare quindi ogni azione di guerra. I nazifascisti sono ancora troppo forti e si preferisce rimandare alla primavera seguente l'attacco definitivo. Inoltre gli alleati non si fidano del tutto dei loro nuovi interlocutori e inizialmente osteggiano la formazione dei gruppi partigiani. Johnny rimane sulle colline per tutto l'inverno, "l'ultimo passero sul ramo", solo tra rastrellamenti continui, spie e collaborazionisti, e con due nemici di tutto rispetto sempre in agguato: il freddo e la fame. Fino alla riscossa delle formazioni partigiane... Un'opera antiretorica Fenoglio con questo lungo romanzo secondo molti osservatori,raggiunge l'apice della sue possibilit narrative. "Il partigiano Johnny" viene pubblicato postumo nel 1968. Spesso anzi quasi sempre si sottolinea che il libro di Fenoglio non descrive in modo propagandistico la Resistenza, non si si capisce perch lo avrebbe dovuto fare un romanzo roba diversa da un manifesto politico,il romanzo in questione nel solco della tragedia dell'assurdo come la grande cultura Europea del dopoguerra,(Sartre Beckett) come in ogni guerra, in ogni guerra ci sono episodi nobili e meno nobili, ci sono scelte stupide e crudeli, ci sono interessi politici e di schieramento, e c' il sacrificio inutile di tante vite, e la guerra partigiana non fa naturalmente eccezione. Al fondo una costante;la necessit della scelta di chi comprese forse solo intuendo dove stare, guardando lo sfascio che aveva prodotto il Fascismo Il libro alterna tra il romanzo e la cronaca: la narrazione schietta e senza compiacimenti di sorta. Non vi sono eroismi da stereotipato cinema americano. I partigiani hanno paura, sono uomini con debolezze e egoismi, e il coraggio che dimostrano il coraggio disperato e a volte inutile di chi non ha scelta. Fenoglio usa una lingua asciutta e scabra, arricchita dalla ricerca, oltre i limiti stessi della lingua, di nuovi avverbi e parole composite, in un misto di italiano e inglese che in qualche modo trascende il senso della comunicazione stessa.(Espressionismo Linguistico) La spinta a scrivere forte, e Fenoglio racconta da protagonista, obiettivamente, gli avvenimenti vissuti in prima persona.

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"Scrivo per un'infinit di ragioni. Per vocazione, anche per continuare un rapporto che gli avvenimenti e le convenzioni della vita hanno reso altrimenti impossibile, anche per giustificare i miei sedici anni di studi non coronati da laurea, anche per spirito agonistico, anche per restituirmi sensazioni passate: per un'infinit di ragioni, insomma. Non certo per divertimento. Ci faccio una fatica nera. La pi facile delle mie pagine esce spensierata da una decina di penosi rifacimenti... Considero la letteratura come lo strumento migliore che ho per giustificarmi". per concludere ,riassumendo: Il libro non fu pubblicato in vita dall'autore ,al di l quindi di problemi relativi alla stesura del romanzo appare evidente uno stile personalissimo e di notevole valore uno stile che possiamo definire ''Espressionista'' intendendo con questo termine una voluta alterazione , manipolazione, lessicale nell'ambito di un dialogato ,istantaneo e immediato ,secco su di un substrato linguistico rappresentato dal Piemontese e intrecciato alla lingua Inglese amata e studiata da Fenoglio . Addirittura alcuni critici parlano di narrazione Epica, L'Epos del Partigiano Johnny. La struttura chiusa di singoli episodi,una narrazione metaforica ricca di livelli linguistici diversi che combina differenti codici,Un realismo alla Fenoglio. Non ultimo, presente nella narrazione un taglio cinematografico da cinema d'azione fatto di situazioni ,dialoghi ,cambiamenti di sequenze narrative,nomi e soprannomi che sembrano usciti da film rielaborati da una divertita fantasia popolare. Riassunto: il romanzo Il partigiano Johnny, doveva costituire parte integrante di Primavera di bellezza. Protagonista del romanzo lo stesso Johnny di Primavera di bellezza, non morto, bens imboscato in una villetta sulle colline vicine ad Alba. Nonostante i suoi gli abbiano vietato di venire in citt egli scende ad Alba ed incontra un suo professore di Liceo, Monti (nella realt Chiodi(1) insegnante di filosofia di Fenoglio al Liceo), il quale gli parla di Kierkegaard, e arringa in un postribolo le ragazze; c' anche Corradi (il prof. Cocito), con cui si imposta una discussione sulla diversa interpretazione che pu esser data alla lotta partigiana. -Monti definisce partigiano chiunque combatter contro i fascisti-Corradi invece, sostiene che non basta combattere il Fascismo, occorre anche avere chiare le idee politiche su come ricostruire la societ. -Senza una coscienza politica, un partigiano che combatte il Fascismo pu essere soltanto un Robin Hood. -In seguito al bando Graziani, che richiamava alle armi dell'esercito neofascista repubblicano tutti gli uomini dai venti a cinquanta anni, pena la fucilazione -Johnny vince le ultime esitazioni e parte per le alte colline ad arruolarsi con i partigiani. Ma i partigiani che incontra sono comunisti, che stanno prelevando viveri da un paese, e dopo aver completato il carico, ripartono per la base. Qui viene presentato a Tito, un capo gruppo d'azione partigiana e da questi viene prima interrogato e poi accolto. Poi viene chiamato al comando, dove l'aspettavano il commissario Nmega, il capitano Zucca e il tenente Biondo. Qui l'ironia di Fenoglio non risparmia nessuno. La prima azione di guerra lo riconcilia con il suo nuovo mestiere di partigiano e lo affratella ai suoi compagni di lotta con i quali si trova faccia a faccia con la morte ad ogni momento. In uno scontro con i fascisti viene ucciso Tito;il narratore Fenoglio rivela tutta la sua piet per questi personaggi a cui ormai affratellato che per descrive ''in situazione'' con tutte le loro contraddizioni paure,timori coraggio,elementi che spesso convivono Fenoglio in questo romanzo recupera squarci e situazioni di altri suoi racconti della Resistenza, ma punta di pi sulle figure di alcuni personaggi; tra questi emerge certamente il Biondo, cos forte e serio "cos onesto anche in quella sua astensione dell'incoraggiamento",e poi Johnny cos ancora legato ai ricordi dei classici studiati al liceo e alla citt di Alba Durante un'azione dei rossi di Nmega, la sua squadra si disperde, Johnny decide di non raggiungerla all'appuntamento stabilito, e ritorna in citt. La nostalgia di Alba per, lo divora e chiede alla gente di campagna se essa in mano ai fascisti o no; ma nessuno sa niente, da tempo i contadini non scendono pi in citt. Cammin facendo incontra l'industriale enologico B., qualcosa di pi d'una conoscenza. Questi, dopo un breve colloquio informativo sulla situazione di Alba occupata e tenuta dai fascisti, lo conduce nella sua villa sepolta nel mirto fradicio. In quell'industriale che vive in una villa in collina con la moglie e la figlia e la signora G. e sua figlia sfollate, Fenoglio ha voluto rappresentare simbolicamente forse la posizione di tanta borghesia italiana di quegli anni,di tanta gente che visse in seconda ''battuta'' quegli avvenimenti

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Ad un certo punto egli avverte che nessun rapporto pi possibile ormai tra lui e la gente come quella, pertanto decide di allontanarsi da quella villa per raggiungere le formazioni badogliane. Ma anche qui Fenoglio fa le sue osservazioni, come per quelle comuniste: Quanto all'etichetta politica,i capi badogliani erano vagamente conservatori, ma la loro professione politica, bisogna riconoscere, era nulla, sfiorava pericolosamente il limbo agnostico, in taluni di essi si risolveva nel puro e semplice spirito di battaglia. L'antifascismo per era integrale, assoluto, indubitabile, nasceva dalla situazione contingente Qui l'intellettuale e borghese Johnny si trova pi a suo agio, anche se si sente uccello diverso in quello stormo. L'atteggiamento di Fenoglio non mai politico, bens umoristico e ironico e la sua ironia avvolge badogliani e comunisti nella stessa misura,quindi anche se stesso. Al fondo la tragedia, l'ironia perch le scelte sono spesso obbligate ,la morte stupida e poi si pensa a tutta la Retorica del Fascismo, vincono i fatti e dentro di essi la scelta Partigiana Dopo un periodo di relativa sicurezza, Johnny si prepara all'azione di guerra e all'impresa di Alba che gli sembra arrischiata per molte ragioni, dato che non si era potuto vagliare gli arruolati, i partigiani erano quelli che erano, il fiore e la feccia, come sempre succede in tutte le formazioni militari La conquista di Alba per Johnny-Fenoglio non soltanto un'azione partigiana, ma una sorta di resurrezione della sua anima, la Mecca nel senso religioso della similitudine. Anche qui c' una figura di donna, che ricorda la Fulvia di Una questione privata, Elda, una sfollata torinese, una ragazza che rappresenta tutto ci che di morbido, di dolce, i partigiani hanno lasciato dietro le loro spalle. L'appuntamento di Johnny con Elda viene interrotto da raffiche di mitra, i partigiani vengono dispersi da un formidabile rastrellamento di uomini e di mezzi fra l'ostilit dei contadini che vedono bruciare le loro case e sequestrati i loro beni. Le pagine della fuga dei partigiani sono tra le pi drammatiche. La solitudine e la disperazione colgono ancora Johnny, che cattura un fascista per scambiarlo con il suo amico Ettore fatto prigioniero. Ma nell'ultima azione anche Franco e Tarzan gli cadono vicino, mentre egli sotto il tiro nemico ha finito le munizioni. Come in Pais di Rossellini "Due mesi dopo la guerra era finita". Un fatto, ma forse Fenoglio/Johnny vi aveva contribuito.

(1)P.Chiodi,studioso di Filosofia ,importante intellettuale negli anni 50 e 60 ebbe una certa influenza su Fenoglio, a lui dobbiamo uno dei libri pi belli sulla Resistenza, "Banditi",un testo tra memoria cronaca e racconto . Nomi e avvenimenti spesso ricordano Fenoglio

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