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IL LIBRO SECONDO

R E G I.

L I BRO

SECONDO DE' RE.


CAPO PRIMO. David, ucciso il messo, che diceva di aver ucciso Saulle, stracciate le vesti, lo piange cogli altri uccisi, digiunando, e ordinando, che s'insegnasse a'figliuoli di Giuda la canzone dell'arco. i, Factum est autem, postquam mortuus estSaul, ut David reverteretur a caede Amalec, et maneret in Siceleg duos dies. a. /n die autem tertia, homo veniens de castris Saul, veste conscissa, et pulvere conspersus caput: etutvenit ad David, cecidit super faciem suam, et adoravit : i. V_/r egli avvenne che essendo gi morto Saul, David, distetti gli tnalecili, torn Siceleg.dove era da due giorni. 2. Quando il terzo giorno com par ve un uomo che veniva dal campo di Saul colla veste stracciata , col capo sparso di polvere, e accostatosi a David si prostr colla faceta per terra, e lo ador: 3. Dixitque ad eum 3. E David gli disse : David : Unde venis ? Donde vieni ? E quegli Qui aitad eum : De ca- disse : Dal campo d* Israele sono fuggito. stris Israelfugi.

4. El dixit ad eum David : Quod est verum, quod factum est 7 indica mihi. Qui ait: Fugt populus ex prae" lio, et multi corruentes e populo mortui sunti sed et Saul, et. fonathas filius ejus intm'erunt. 6. Di#itque David ad adolescente, qui nuntiabat ei : Unde scis quia mortuus est Saul, et Jonatlias filius ejus ? 6. Et alt adolescens, qui nuntiabat ei : Casu veni inmontem Gelboe, et Saul incumbebat super hastam suam : porro currus*, et equites appropinquabant ei, 7. JSt conversus post tergum suum, vzdens-

4. E David disse a lui : Che egli avvenuto? dimmelo. E quegli rispose: II popolo fuggilo dalla battaglia, e molti del popolo sono morti : e anche Saul, e Gloriata suo figliuolo son morti. 6. E David disse a quel giovane , che raccontava lai cose: Come sai tu che sia morto Saul, e Gionata suo figliuolo? 6.E quel giovane disse : Io era casualmente arrivato sul monte Gelboe, quando Saul si gett sulla punta della sua lancia : e si appressavano de* cocchi', e dei ca val ieri. 7. E rivoltosi indie* tro, e vedendomi, mi

Ver. 6. Io era. catualtnenle arrivato ec, Questo racconto non l>u n rigettarsi come tutto falso , n ammettersi, coms tutto vero. Si gi veduta la descrizione della morte di Saul. Quello he in questo racconto si oppone a ci che ne dice la Scrittura, dee credersi aggiunto dall'Arnalecita col fine di caparrarsi la grazia di David. Si pu credere , che (juesti fosse un di quegli AmaTeciti, a* quali Saulle avea salvata la vita contro 1' ordine di Dio, il quale servendo nella corte, era andato alla guerra con Sani, e provatosi per accidente vicino a lui, quando si diede il colpo mortale, ebbe il comodo di prendere il diadema, e il braciietto del morto re.

q u we vocavit. Cui cum respndissem : Adsum: 8 Dixit mihi : Quisnan es tu ? Et aio ad euw;: Amalecites ego sun. g Et locutus est .mihi: Sta super me, etinter/ce me 5 quoniam tenentme angustiae, et aclluc tota anima mea in n est io Stansque super eum, eccidi illum : scieam ?nim, quod vivere non poteratpost ruinam, et tu diadema^ quod erat ii capite ejus, et armilbtm de rachio il* lius, et attuti ad te do* minum meum huc. 11. ^pprehendens autem Dwid vestimenta sua sc#?it, omnesque viri^ qui erant cum eo, 2. Et p'tanxerunt, et jejunaverutt usque ad vesperam super Sault et super Jvnathan filium ejus, et super po-

chiam. E avendogli io risposto : Eccomi : 8. Disse egli a me : Chi sei tu ? E io dico a lui: Sono un A m ale cita. 9. Ed egli mi disse : Sta sopra di me, e uccidimi; perocch sono oppresso di affanno, e sono tuttora pieno d vita. 10. E standogli sopra lo uccisi, ben sapendo come non potea vivere dopo tal rovina : e presi il diadema che avea in testa, e lo smaniglio ebe avea al suo braccio, e gli ho portati qua a te riio signore. 11. Ma David, prese le sue vesti, straccione, e ( similmette ) tutti quelli che erau con lui, 12. E si battevano il petto e piangevano, digiunaron fino alla sera a causa di Saul, e di G io nata suo figliuolo, e

Vera. io. Lo incisi, ben sapendo ec. Questa giunta tende a scusare il fatto , caso che sia disapprovato. Presi il.diadema ec. Era il diadema una benda di lino bianca , talora anche elorita, che fascia.ua. ..la fronte: gli smaniali erano .usati dagli omini non meno che dalle donne . Vedi Alani. x\\i, 5o.

pulum Domini\ et super del popolo del Signore, domum /srael, eo quod e della casa d'Isrtele, perch eran perii di torruissent gladio* spada. 13, Disse poi Divid 13. Dixitqwe David adju enem,quinuntia- al giovane , che avo gli verat ei : Unde es tu ? recata la nuova : lonQui respondit : Filius de se' tu ? E quegli rihominis advenae Ama* spose ; Son figlinolo lecitae ego sum, di un uomo forestiero Amalecila. i4- E disse Di vi-1 14 (i) t aitad eum David: Quare non ti- Come non hai avuto rimwst mittere manum brezzo di stender ia tua tuam ut occideres cAri- mano per uccidffe il jftum Domini ? cristo del Signore? 16, Focansque Da15. E chiamati uno vid umori de pueris de'suoi servi, disse Dayuis, ait : Accedens ir- vid: Vieni qua, gettati rue in eum. Qui percus- sopra costui. Ec ei gli tf it i#um, etmortuus est. diede il colpo, e colui mori, i & Et alt a eum 16. E Da vii disse David*. Sanguis tuus lui : II tuo saigue(sia) super caput tuum locu* sulla tua tetta ; impetum est adversm te* rocch la tua bocca ti dcens : Ego inter/eri ha condannilo, avendo christum Domini. tu detto : 10 ho ucciso il cristo del Signore. (ij P*. 104. t5.
Ver*. 6. // tuo tangue (sia) sulla tua tetta. Del tuo sangue, vale a dire della tua morte, tu solo se' il reo. Tu. stesso con quel ehe hai detto di^aver fatto , bai pronunziata contro te stsso la sentenza di morte. Davidde credette vero tutto il racconto di co* Jfci, non. avendo fia allora avuta altra nimva d <juel ch era avvenuto.

17. Planxit autem David piane tum hujuscemodi super Saul^ et super Jonathan filium ejus. iQ. (Etpraecepit, ut docerent filios Juda arcum-, sicut scriptum est in libro Justorum ). Et ait : Considera, Israel, pro hiy, qui mar lui sunt super excelsa tua vulnerati. io,. Incliti Israel super montes tuos interfecti sunt: quomodo cecderunt fortes ? 2 o. Nolite annuntiare in Getht neque annuntietis in compitis Ascalonis : ne forte laetentur filiae Philistkiim,

I7.E David fece questo cantico funebre sopra Saul, e sopra G ionaia suo figliuolo. 18. E ordin che s' insegnasse a'figliuoli di Giuda il cantico dell'arco come nel libro de* Giusti sta scritto. Or egli disse : ripensa, o Israele , a coloro i quali delle lor ferite son morti sopra i tuoi colli. io.. Gli eroi d'Israele sono stati uccisi sopra i tuoi monti: come son eglino morti questi campioni? 20. Non si porti tal nuova a Geth, non si porti tal nuova nelle piazze di Ascalona: perch non ne facci an fe-

Vers. 18. Cantico dell1 arco. E il titolo dato a questa canzone, perch in essa si fa elogio dell' arco di Saul, e di Gionata. Tutto questo cantico pu servire di prova , che non s'ignoravan tra gli Ebrei le figure della rettorica , n l'arte di esprimere i grandi affetti; ma egli ancora un illustre monumento dell'ottimo cuore, e della generosit di David, dacch piange non solo Gionata, ma anche Sau], come se questi non l'avesse mai perseguitato, n offeso. Vers. rq. Come son eglino morti questi campioni? Qual uomo ha potuto esser da tanto per superare tali campioni ? Accenna, che la loro morie era piuttosto opera di Dio, che effetto (lei valor de' nemici.

ne exultentfiliae incir- s ta le figliuole de* Filistei, e non esultino le cumcisorum. figlie degli incirconcisi, 21. Monti di Gelboe, 21. Montes Gelboe, nec ros, nec pluvia ve- n rugiada, n piova caniat super vos/ neque da sopra di voi, n camsint agri primitiarum : pi abbiate , onde offerir quia ibi abjectus est si possano le primizie : clypeus\ fortium, dy- perocch col fu gittapeus Saul, quasi non to per terra lo scudo dei forti, lo scudo di Saul, esset un ctus oleo. come se egli non fosse sta4^-unto con olio. 22. Nel sangue degli 22. A sanguine interfectorum ab adipe Uccisi, nelle grasse vifortium sagitta Jbna- scere dei valorosi non thae nuwzquam rediit ha lasciato mai di saretrorsum : et gladius ziarsi la freccia di GioSaul non est reversus riata : la spada di Saul non mai rientrata nei inanis. fodero senza frutto. a5. Saul, et Jonathas 23. Saul, e Gionata amables, et decori in amabili, e gloriosi nella vita sua, in morte quo- lor vita, pi veloci delque non sunt divisi: l'aquile, pi forti de'leo-

Vers, 21. 2V rugiada , ne piova cada sopra di voi. L'eccesso del dolore porta a inveire anche coatro le cose inanimate. Vtdi Job. HI. i. Perocch cola fu gettalo per terra lo scudo de* forl ce. Perch ivi and per terra lo scudo de' valorosi guerrieri Saul e Gionata ; ma particolarmente lo scudo di Saul, che pur era re, unto e consacrato coli' olio. Per dipingere pi al vivo la sciagura di tali eroi, non dice, che perderon la vita; ma bens che il loro scudo fu gettato per terra, lo che era sommamente doloroso per un uomo militare, non essendovi cosa , di cui pi allora si pregiasse il soldato, che di non gettar mai il proprio scudo..

aquilis velociores, leonibusfortiores* 2 4- Filiae Israel super S aut flet, qui vestiebat vos Goccino in delicis, qui praebebat or" namenta aurea cultui vestro,

ni, non sonoslatidivisi neppur nella morte. 24. Figlie d' Israele spargete lagrime sopra Sanile, il quale vi rivestiva di delicate vesti di scarlatto , e vi somministrava aurei fregi per a domar vi.

Vera. 9,3. Non sono stali divisi neppur nella morie. E celebrato il mutuo amore di Saul, e di Gionata ^ amore mantenutosi costante fino alla morte , bench 1' amiczia che passava tra Gionata e David, avesse sovente prodotti dei sospetti e delle inquietudini nel cuore di Saul, Ma la saviezza di Gionata spicc in questo mirabilmente , perch senza mancare al debito di buon figliuolo , fece tutto quello ch' ei pot per l'amico. Vers. ?4- H finale vi rivestiva di delicate vesti di scarlatto. Le vittorie che Saul riport sovente sopra i nemici del popolo ebreo , gli diedero il modo di arricchir colla preda il suo paese, e d' introdurvi la magnificenza del vestire, che quello che pi sveglia l'ambizione delle donne. A queste poi si apparteneva principalmente di cantare simili canzoni; onde per muoverle al pianto conveniva proporre quello che spra ogni altra cosa elle amano , e non possono perdere setfz dolore. Davidde in tutto il suo cantico prende a lodare in Sanile quello che era di commendevole in questo principe, le virt militari e civili, e le doti esteriori. L' uomo veramente pio torcendo lo sguardo da' difetti del prossimo, e specialmente dell' inimico , mira solamente quello che questi ha di buono e di lodevole, e gli rende volentieri giustizia. Cosi fece Davidde con rarissimo esempio di modestia, e di generosit lodando Saulle in quello che era degno di lode ; senza badare a' vizii, pe' quali quel principe lasci di se cosi trista memoria. Questi vizii lo renderono degno di essere riconosciuto da'Padri, e dagi' interpreti come una espressa figura della futura riprovazione della sinagoga, come Davidde perseguitato da lui fu una viva figura del Cristo, e della chiesa cristiana sostituita alia sinagoga. Saulle fu eletto da Dio , eousacraf> per comando di Dio da Samuele, fu caro a Dio per un tempo T arricchito da lui fin del dono di profezia ; ma dipoi divien prevaricatore , disobbedieute a Dio , invidioso , superbo , crudele, e abbandonato da Dio, non conosce pi termine, n misura nel perseguitare un uomo inuocente divenuto odioso negli occhi di lui per le sue stesse virt , e pella stima che queste glt

so. Quomodo cecde25. Come mai son erunt fortes in proelio ? glino caduti i forti nelJonathas in excelsis la battaglia? Come mai tuis occisus est? stato ucciso Gionata sopra i tuoi monti? 26. Doleo super te, 26. Te io piango, o frater mi Jonatha de* fratello mio , Gionata , core ni/nis, et amabils bello oltre modo, e amasuper amorem mulie- bile pi d' ogni amabil rum. Sicut mater uni' fanciulla. In quella guicum amat filium suum, sa che la madre ama l'uita ego te diUgebam. nico figlio, cos io ti aniava.

acquistavano presso del popolo . Dio finalmente atterra questo uomo s superbo, e il suo rivale occupa per volere di Dio il suo trono, e regna lungamente con somma gloria. Cos appunto Israele popolo di Dio , popolo consacrato al culto del vero Dio, depositario delle Scritture, e delle promesse di Dio, illuminato dalla legge, e dai profeti del Signore, fu un tempo il popolo pi favo-, rito e glorioso di tutta la terra. Ma questo popolo divenuto superbo de' benefizii di Dio , si d in preda a' vizii, e alla iniquit ; e Dio avendo mandato al mondo quel Giusto per eccellenza, quel riparatore, e salvatore d'Israele tante volte promesso nelle Scrit-

sacerdoti contro di lui ; onde questi lo perseguitano con incredibile ostinazione fino alla morte, e dopo avere sfogata in lui la loro rabbia, continuano la stessa persecuzione contro de' suoi discepoli , e contro il gregge da lui adunato, e raccolto. Dio finalmente fa vendetta del sangue giusto sparso da questi traditori e omicidi; e questa infelice nazione dopo infinite calamit, perduto e tempio, e sacerdozio, e regno, si riduce, come avea predetto n de'suoi profeti, a non esser pi un popolo. Il Giusto perseguitato da lei adorato come vero Dio, t salvatore, e il suo regno , che non ha fine, si stende per tutta la terra; e un nuovo popolo , un nuovo spirituale Israele succede nelle prerogative , e ne'diritti di Israeli carnale, divenuto pe'suoi eccessi indegno di questo nome. * Di delicate. Di preziose vesti.

27. Quomodo cecide27 Come mai sono runt robusti, et perle- caduti i forti, e le loro runt arma bellica ? armi guerriere si son perdute ? C A P O IL David per ordine di Dio unto re di Giuda in Jebron^ loda gli uomini di Jabes di Galaad per aver data sepoltura a Saulle. Ma essendo stato unto Isboseth in re d'Israele^ ne nasce gran sedizione, e battaglia tra P una e C altra famiglia 1. Igitur post haec consuluit David Domimun) dicens : ISfum ascendam in unam de civitatibus Juda ? Et ait Dominus ad eum : Ascende. Dixitque David : Quo ascendam ? t respondit ei: In He bron. 2. Ascendit ergo David , et duae uxores ejus, Achinoam Jezraelitest et Abigail uxor Nabal Carmeli. 1. Uopo tali cose David consult il Signore , e disse : Andr io ad alcuna delle citt di Giuda ? E il Signore gli disse : Va pure. E disse David : A quale andr io? E rispose il Signore : Ad Hebrou. 2. Si parti allora David, e le sue due mogli, Achmoam Jezraelita, e Abigail vedova di Nabal del Carmelo.

Vers. i. David consulto il Signre ec. Egli sapeva di dover esser re secondo le promesse di Dio ; ma non sapeva n quando , n dove, n per quali modi dovesse prendere il possesso del regno. Quindi ricorre al Signore , per ordine del quale va ad Hebron citt fo te , e nel cuore della trib di Giuda.

3. Sed et viros, qui erant cum eo, duxit David singulos cum domo sua : et manserunt in oppidis Hebron. 4. (i) Feneruntqe viri Juda, et unxemnt ibi David, ut regnare* super domum Juda. Et nundatum est David, quod viri Jabes Galaad sepelissent Sani. 5. Misit ergo David nuncios ad viros Jabes
(i) t, Mac. a. 57. // 5. 3.

3. E seco condusse David anche lutta la genie che era con lui, ciascuno colla sua famiglia : e dimorarono nelle citt intorno ad Hebron. 4* E vennero gli uomini di Giuda, e ivi unsero David, perch fosse re della casa di Giuda. E fu riferito a David, come quelli di Jabes di Galaad avean dato sepoltura a Saul. 6. Sped adunque David de' messi agli uo-

Ver. 4- Vennero gli uomini di Giuda, e ivi unsero David, Questa trib essendo pi forte, e potente di qualunque altra, erede di dover dare 1' esempio col riconoscere il diritto al regno dat da Dio Davidde , allorch lo fece ungere da Samuele. Alcuni interpreti biasimano la precipitazione degli uomini di Giuda iteli' andare a ungere nuovamente Davidde prima di uver saputo quello che ne pensassero le altre trib , e a questa precipitazione attribuiscono la guerra civile , che ne venne in appresso. |o per non saprei il perch piuttosto non si biasimi la durezza delle altre trib, le quali non potevano a queli' ora ignorare, coin volere di Dio gli era, che David s'accedesse nel trono a Sanile. Elle avan certamente avuto tutto il tempo per determinarsi a quello che conveniva di fare in tali circostanze , ed ancora credibile , che gli emoli di Davidde avesser gi concertata 1' elezione di un altro re, della quale si parla immediatamente in questo luogo; lo che forse servi d'incitamento a quelli di Giuda per dichiararsi apertamente e biennemente in favore di Davidde. E fu riferito a David ec. Egli dovea aver cercato di sapere quello che fosse stalo del cadavere di Saul, affine di dargli ottomele sepoltura.

Galaad, dxitque ad eos : Benedicti vos a Domino, qui fecistis misericordiam hanc cum domino vestro Saul, et sepelistis eum. 6. Et nu#c retribuet vobis quidem Dominus misericordiam et veri" tatem : sed et ego reddam gratiam, eo quod fecistis verbum istud. 7. Conforte n tur manus vestrae^ et estote filii fortitudinis : licet enim mortuus sit domi" ns vester Saul, tamen me unxit domus Juda in regem sibi. ' 8. Abner autem filius JVer, princeps exercitus Saul, tulit Isboseth filium Saul, etcircumduxit eum per castra,

mini di Jabes di Galaad, e fece dir loro: Benedetti voi dal Signore, i quali avete fatto questa opera di misericordia verso il signore vostro Saul, e lo avete seppellito. 6. E il Signore fin cT adesso si mostrer misericordioso , e fedele verso di voi, ma io pure vi sar grato per quel che avete fatto. 7. Rincoratevi, e sta* te di buon animo : perocch, se morlo Usignor vostro Saul, la casa di Giuda mi ha unto per suo re. 8. Ma Abner figliuolo di JNTer condottiero dell' esercito di Saul, prese Isboseth figliuolo di Saul, e lo condusse intorno agli alloggiamenti,

Vers. 8. Ma. Abner ... prese Isbosetk ec. Abner uomo ambizioso si fece capo di tutto il partito contrario a Davidde, non. con altro fine, che di aver egli tutta 1' autorit del comando, mettendo sul trono un' ombra di re dipendente in tutto e per tutto da lui. * Abner ... prese Isboseth figliuolo di Sani 7 e lo condusse intorno agli alloggiamenti. Ovvero : prese Isboseth, e lo f passare ^1 di l del Giordano, fino a Mahauaim. Era cara col la memoria di Saul benefattore d'Jabes Galaad; ed Abner rispinto dal,le genti di David ripasso jiflel fiume per restituirvisi. Vedi v. 2^,

9. negemque constituit super Galaad, et super Gessuri, et super Jezrael, et super Ephraini) et super Israel universum, 10. Quadraginta annoruni erat Isbo&eth fi* lius Saul) cum regnare coepisset super Israel, et duabus annis regnavit : sola autem domus Juda secjuebatur David. 11. Et fiat numerus dierum, quos commoratus est David imperans in Hebron super domum Juda, septem annorum^ et sex mensium. 12. Egressusque est Abner filius JVer, et puerilsboseth filii Sault de castris in Gabaon.

9. E lo fece dichiarar re di Galaad , e di Gessur , e di Jezrael, e di Ephraim , e di tutto Israele. 10. Quarant' anni avea Isboselh figliuolo di Saul, quando principi a regnare sopra Israele, e regn due anni: e la sola casa di Giuda obbediva a David.

11. E il tempo che dimor David in Hebron , avendo l'impero sopra la casa di Giuda, fu di sette anni, e sei mesi. 12. E Abner figliuolo di Ner co' servi d' Isboseth figliuolo di Saul lev il campo, e and a Gabaon. 13. Porro Joab filius 13. E Gioab figliuolo Sarviae> et pueri David di Sarvia, e la gente di

Vers. g. tofece dichiarar re di Galanti. Cio delle trib, e del paese, di l dal Giordano. E di Gessur. Nel capo III. vers. 3. si fa menzione di Tholmai re di Gessur, una figliuola del.quale fu sposata da David. Questo re pu esssre, che fosse tributario di Isboseth ; ovvero che qualche parte di quel paese fosse di dominio degl' Israeliti. E di Jczrael. La valle di Jezrael, per cui viene intesala trib d'issachar. Vers. io. JK.egnb due anni. Regn due anni a Mahanaim tranquillameote prima di Tenire a guerra; dichiarata contre Davidde.

egressi s#t,etoccurrerunt eis juxta piscinam Gabaon, Et cum in unum convenissent, e regione sederunt : hi ex una parte piscinae, et illi ex altera. 14- Dixitque Abner ad Joa: Surgantpueri, et ludant coram nobis. Et respondit Joab\ Sur gant. 15. Surrexerunt ergo, et transierunt numero duodecim de 2?eniamin^ ex parte /s^oseth filii Saul, et duodecim de pueris J&wd. 15, Apprehensoque unusquisque capite comparis suf, deficit gladium in latus contrarii, et ceciderunt simul: vocatumque est nomen loci illius: Ager robustorum in Cabaon. 17. JEt ortum est bellum durum satis in die

David fi mossero, e andarono incontro ad essi presso alia piscina di Gabaon. avvicinatisi gli uni agli altri, si posarono dirimpetto gii uni da un lato della pi? scina, gli altri dall'altro lato, 14. E Abner disse a Gioab : Vengan fuora de' giovane tti, e si divertano in nostra presenza. E Gioab rispose : Vengano. 16. Si mossero allora, e si avvicinarono dodici Beniamiti dalla parte d1 Isboselh figliuolo di Saul, e dodici per la parte di David. i6V ciascuno di essi, preso per la testa il suo avversario, gli ficc nel fianco il pugnale, e morirono (tutti) insieme, E fu dato a quel luogo il nome di camp dei forl a Gabaon. 17. principi in guel giorno una batta-

Ver. 16. Preso per lu testa. Si presero l'un l'altro pei capelli, donde vedesi, che non aveano celata, ed erano armati alla leggera. Si pu dire ^ che queste dodici coppie combatterono non con valore di soldati, ma con furore di gladiatori.

SEGONDO illa : fugatasene est Abner^ et viri Israel a pueris David. 18. "Erant autem ibi tres filii Sarviaet Joabt et Abisai, et Asael: porro Asael cursor ve* iocissimus fuit, quasi unus de capreist quae moranturin silvis. 19. Persequebatur autem Asael Abnert et -non declinavi* ad dexteram% neque ad sini* 'ram omittens perse* -qui Abner. - 2<x Respexit itaque Abnef post tergum -suum, et ali : Tane es Asael Qui respondit: 'Ego sum. j. Bixitque ei Abner\ f^ade ad dextram, sive ad sinistram \ et apprehende unum de adolescentibuS) et folle tibi s polia ejus. Noluit autem Asael omittere quin qrgeret eum. 22. Rursumcjue locuius est Abner ad A" sael: Recede , noli me segui, ne compellar confodere te in terram l et levare non po-

DE1 RE glia aspra assai: e Abner,ei figliuoli d'Israele furon messi in fuga dalla gente di David. 18. Or era n vi tre figliuoli di Sarvia, Joab, Abisai, e Asael : e Asael era velocissimo corridore come un capriolo di quei che sian per le selve. 19. Asael adunque inseguiva Abner, e senza voltarsi n a destra, n a sinistra non rifinava tii corrergli dietro. 20. Si volt indietro Abner , e disse : Se' tu Asael? Ed ei rispose? Son io. 21. E Abner gli disse: Va o a destra , o a sinistra, e gettali sopra di qualche giovane Ito, e prendili le sue spoglie. Ma Asael non volle lasciare d'incalzarlo. 22. E di bel nuovo Abner disse ad Asael : Valtene : non venirmi dietro, perch io non mi veda costretto di conficcarti in terra, on* j [

ler faciem Tneam ad Joab fratrem tuum. 23. Qui audire con" tempsit, et noluit de* clinare. Percussit ergo eum. Abner aversa hasta in nguine^ et trans~ fodii, et mortuus est in eodem locoi omnesquet qui transibant per locum illum, in quo cecderat Asael^et mortuus erat, subsistebant : 24. Persefjuentibus autem Joab et Abisai fugientem Abner, sol occubuit: et venerunt usque adcollem aquae~ ductus , qui est ex ad verso valiis itineris deserti in Gabaon, 26. Congregatique sunt filii Beniamin ad Abner, et conglobati in unum cuneum stete-

d'io non possa aver cuore di guardare in \iso il tuo fratello Gioab. 26. Ma quegli non volle dar retta, n eam* biare strada. Allora A* bner lo colp colla parte inferiore della lancia nell'anguinaia, e lo pass da parte a parte ,, e quegli nello slesso luogo mor: e tutti quelli che passavan pel sito, in cui era caduto morto Asael, si fermavano. 24. Ma mentre Gioab e Abisai inseguivano Abner, il quale fuggiva, il sole tramonto : ed erano arrivati fino alla collina dell* acquedotto, che dirimpetto alla valle sulla strada deldeserto di Gabaon, 26, E i figliuoli di Beniamin si erano riuniti intorno ad Abner : e serrati in un sol drap-

Vers. 22. Onde io non possa aver cuore ili guardare in viso ec. Abner privatamente era amico di Gioab , e conoscendo benissimo, che aJla fine Davidde sarebbe stato vittorioso, noa volea perdere l'amicizia di Gioab, il eguale er* in somma auloril presso PavldU,

runt in summitate tu pello si fermarono sulla cima di un luogo lile-* muli unius. vato. 25. E Abner disse ad 26. Et exclamavit Abner ad Joab, et aits sita voce a Gioab : InNum u$g u ad interne' fierir ella la tua spada cionem tuus mucro de- fino airesterminio? Non saeviet An ignorast sai tu, che pericolosa coquod periculoso, sit de sa ell' la disperazione? speralio? usquequo non perch non fai tu sapedicis populo* ut omittat re al popolo che tra la* persegui fratrs suos sci di perseguitare i suoi fratelli? 27. E Gioab disse: 27. Et alt Joab : Vivit Dominus : si locu- Viva il Signore : se tu tusfuisses, mane re avessi aperto bocca , il cessisset populus per- popolo avrebbe di buoseguens fratrem suum. n'ora desistito dalPinseguire i suoi fratelli. 28. Insonuit ergo 28. Gioab pertanto Joab buccina, et s te ut suon il corno, e tutto omnis exercitus, nec il-popolo si ferm , e persecuti sunt ultra 1* non dieder pi la caccia $raelt neque iniere cer* ad Israele , e non metamen. , maron le mani. 29.E Abner colla sua 29. Abner. autem > et viri ejus abierunt per gente se n'andarono campestria, tota nocte tutta quella notte per illa ; et transierunt le pianure : e passaron Jordanem> et lustra- il Giordano, e traversata omni Beth-horontve- to tutto* il paese di Beth-horon, giunsero anerunt ad castra. gli alloggiamenti. 30. Porro Joab rever5 o. E Gioab lasci ansus, ^misso Abner^ con- dare Abner, e torn ingregavit omnem popu* dietro, e raun tutto il

tum, et defaerunt de popolo : e mancarono pueris David decem ei de' soldati di David dinovem vir^ excepto A* ciannove uomini senza Asaele. saele. 51. Serpi autem Da31. Ma le genti di Davd percusserunt deBe* vid uccisero trecento niamin, et de vris, qui sessanta uomini s di erant cum Abner, /r<?- Ben iam in, e si dell'altra centos sexaginta , qui gente , che era con Aet mortili sunt. bner. Ss. Tuleruntque A* 82. E presero Asael, sael, etsepelierunteum e lo seppellirono nella in sepulcro patris sui sepoltura del padre suo in Bethlehemi et am- inBethlehem:maGioab, bulaverunt tota nocte e quelli che erano con Joab, et viri, qui erant lui, camminaron tutta cum eo , et in ipso cre- notte, e al primo crepupusculo pervenerint in scolo giunsero ad HeHebron. broti. C A P O III. Abnr sdegnato contro il re Istfosh si riunisce con t>av<t e riconduce a lui Mchol ; ma nel tempo che riconcilia gf Israeliti con David ucciso da Gioab, contro di cui si accende d'ira Bavidde, e piange Abner amaramente. i r JL acta est ergo longe concertata inter domum Sault et inter domum David. David proficiscens, et semper seipso robustior, domus autem Saul decre scens quotidie. i. I? p adunque lungo contrasto tra la casa di Saul, e la casa di David. David andava sempre avanti, e si faceva pi forte , e la casa di Saul andava ogni d in decadenza.

a. (i) Natque sunt filii David in Jlebron : fuitque primogenitus ejus Ammon deAchinoan Jezraelitide. 3. Et post eum Chef leab de Abigail uxore ~Nabal Carmel: porro tertium Absalm filius Maacha filiae Tliolmcd regis Gessur. 4- Quartus autem AdoniaSi filius Haggith : et (juintus Saphathia, filius 4frital. 6. Sextus quoque Jefhraam de E gi uxore David: Hi nati sunt David in Jlebron, : 6. Cum ergo esset praelium inter domum' Saul, et domum David) Abner filius Ner regebai domum Saul. 7. Fuerat autem Sauli concubina i nomine Respha filia Aja .-Dixitque Isboseth ad Abperi
(i) Par. 3. i.

2. E nacquero a David dei figliuoli in H> bron : e suo primogenito fu Ammon nato ad Achinoam di Jezrael. 3. E dopo di lui Che? leab figliuolo di Abigai vedova di Nabal del Carmelo: il terzo Absalom figliuolo di Maacha, che era figlia di Tholmai re di Gessur. 4- E il quarto Adorila figliuolo di Haggith : e il quinto Sapbalhia figliuolo di Abitai. 5. Il sesto Jethraam figliuolo di Egla moglie di David : Questi nacquero a David in Hebron. 6. Durando adunque la guerra tra la casa di Saul, e la casa di David, Abner figliuolo di Ner reggeva la casa di Saul. 7. Or Saul avea avuta una concubina per nome Hespha figliuola di Aja. E disse Isbosetli ad Abner;

Vers: 3. Cheleab, detto Daniele nel Jitro i. de'Paralipoi^eni, in. i.

8. 'Quare ingressus es ad concubinam patris mei? Qui iratus nimis propter verbo, Isboseth, \ait : Hfumquid caput canis ego sum adversum Judam hodie, quifecerim miseri" cordam super domum Sani patria tuit et proximos ejus , et non traddi te in manus Dawd) et tu requisisti in me quod argueres pro muliere hodie ?

9. Haec faciat Deus Abner, et haec addat eit w$i quomodo juravit Dominus David, sic faciam cnm eo

8. Perch se' tu andato a trovare la concubina del padre mio ? Ma quegli sdegnato sommamente per le parole di Isboselh, disse : Non son io una lesta di cane riguardo a Giuda, perch oggi ho usato misericordia versola casa di Saul tuo padre, e verso i suoi fratelli, e parenti, e non ho data fatua persona nelle mani di David , e tu oggi se'andao a cercare, onde accusarmiper ragion d'una donna ? g.Iddio faccia questo e peggio ad Abner , se io non far in vantaggio dfttavid quello che il Signore ha promesso a lui coji giuramento,

Vers. 8. Perche se* tu andato a trovare la concubina del padre mio ec. Era delitto capitale lo sposare la vedova di un re. Vedi cap. XH. 8. Non son io una testa di cane ec. Nella traduzione di questo luogo ho seguito s. Girolamo. Abner rinfaccia ad Isboseth, che per amor suo , e per sostenerlo sul trono , egli si renduto odioso alla possente tribii di Giuda, la quale lo ha in avversione, come si ha un impuro animale, qual era presso gli Ebrei il cane. Vers. g. * Faro in vantaggio di David quello che il Signore ha promesso a lui con giuramento. Confessa Abner con questo discorso d* essere anch* egli di que' che abusano delle cognizioni che hanno de' voleri, e de' disegni di Dio, seguendoli con iattanza, allorch non si oppongono a' lor capricci, e interessi, roa dispreizandoli tosto che vi si attraversano.

io. Ut transferatur regnum de domo Savi, et elevetr thronus David super Israeli et super Judam, a Dan usque Bersabee. n. Et non pofuit respandere ei quidquamt quod metuebat illum. i z.Misit ergo Abner nuncios ad David pro se dicentesi Cujus est terra? Et ut loquerentur : Fac mecum amici" tias, et erit manus mea tecum, et reducam ad te universum Israel. i3. Qui ail: Optime: ego faciam tecum ami* citias : sed unam rem peto a te> dicens : Non videbis faciem meam, antequam adduxeris Michol filiam Saul: et sic venics i et videbis me. i4 Mist autem David nuncios ad I$bo

10. Che sia trasferito il regno dalla casa di Sau, e che il Irono di David s'innalzi sopri Israele, e sopra Giuda, da Ban fino a Bersabee. 11. E quegli non fia-* t pi, perch avea paura di lui. 12. Ma Abner sped messi a David , che in suo nome gli dicessero: A chi appartiene ( tufrto) il paese? E soggiungessero : Fa amist con me , e le mie forze saranno per te , e io riunir leco tutto Israele. 13. Rispose David : Benissimo : io faro leco amist : una sola cosa ti chieggo, e dico che tu non vedrai la mia faccia, prima che abbi condotta a me M i ch o 1 figliuola di Saul : allora verrai, e ini vedrai. 14. E David spedi messi ad Isboseth fi-

Vers. 13. Io fa.ro tco amista ec. Davdde accetta le proposizioni di Abner, ma notisi, che questo traditore faceva adesso per picca, e per vendtta quello che avrebbe dovuto far da principio per coscienza, e per obbligo. Pot adunque lecitamente Davidde accettare le offerte d questo uomo, il quale coli' autorit che avea nel contrario partito , potea por fine alla guerra , e alle dicordie risparmiando il sangue de'-sdditi.

Setti filium S aut dicensi (i) Recide uxorem meam Michol, quam despondi mihi centum praeputiis PJiilisthiim. i 5. Msit ergo Isboseth-, et tulit eam a viro suo Phatiel filio Lais. 16. Sequebaturque eam vir suus , plorans usque Bahurim : et dlxit ad eum Abner\ Vade^ et revertere. Qui reversus est. 17. Sermonem quoque in tulit Abner ad seniores Israel> dicens: Tam heri, quam nudiustertius quaerebatis David) ut regnaret super vos. 18. Nunc ergo facile: quoniam Dominus lo* cuius est ad David dicens : In manu servi mei David salvabo po~ pulum meum Israel de manu Philisthiim , et
(i) Reg. 18. 27.

gliuolo di Saul per dire a lui : Rendimi Michol mia moglie, di cui comperai le nozze col prezzo di cento Filistei. 16. Allora Isboseth mand gente, che la tolse al suo marito Phatiel figliuolo di Lais. 16. E suo marito le tenne dietro piangendo fino a^ Baburim : e Abner disse a lui : Vanne e torna indietro. Ed egli se ne and. 17. Prese eziandio Abner a trattare co' seniori d5 Israele, a' quali diceva : Voi gi desideravate di aver Davidde l per re. 18. Fatelo dunque adesso: perocch il Signore ha parlato e ha detto di Davidde : Io salver per mano di David mio servo il po! mio d'Israele dalfe mani v de* Fili-

Yrs. i4- Rendimi Michol ec. Micnol non era stata ripudiata da David ; onde vivendo con Pbatiel, a cui 1* avea data il padre , 'Vea in adulterio. Isboseth .persuaso certamente da Abher rende t> avid la sua moglie.

omnium immicorum ejus. 19 Locutus est aii' tem Abner etiam ad Beniamin. Et abit ut loqueretur ad David in Jebron omnia, quae placuerarit Israeli, et universo Beniamin* 20. Venitque ad Da* vid in T&bron cum vi* gnti viris. Et fecit Da* vid 4bnert et viris ejus, qui pendant eum eo* convivium. ; i. / -disii Jfier ad David : Surgam, ut congregm ad te domi" nU-m meum regem o* mnem Israel, et ineam tecum foedus, etimper#$-omnibus, $i$u desiderat anima tua. Cum ergo dtduxisset David Abntirt stille isset in
f*4C9,

ea. Statim pueri Da* c?|"4ji et J0ab ven&rUnt> caesis latronibuS) cum praeda magna nimis. Abner autem non erat

s tei, e di tutti i suoi nemici. io. Indi Abner parl anche con gue'cli Beniamin. E se n'and in Hebron per riportare a David tutto quello, onde era convenuto con Israele, con tutto Berna min. 30, E giunse presso David in Hebron con venti persone> 5 David fece un banchetto ad Abner , e alla sua gente venuta con lui. 21* E Abner disse a David: Io parto per andar e a r i u n ir J*eo , signor mio re, tutto ! sraele,e far teco alleanza, onde tu comandi a tutti come desideri, Ma quando Davidde ebbe accompagnato Abner, e questi si fu partito con* tento, 29. Immediatamente sopraggiunse Gioab,e la gente di David la quale avendo trucidato i ladroni, portava grandis-

.Vers. aa.*.J*jrwfW<tto. ladron^giortetvagrandissima preda* Membra, clhe i qui mentovati ladroni o^iano, se non masnade 41 Filistei, Iduroe, Amaleciti occnpati in iscisrerie, ladronecci nel paese d'Israele, mentre era diviso in fazioni.

tum David in Hebron> quiajam dimiserat eum,, et profectus fuerat in pace. 2 3. Et Joab, et omnis exercitus, qui erat cum eo postea venerunti nuntatum est itaque Joab a narrantibus : Vent Abner filius Ner 'ad regem, et dimisit eum , et abiit in pace. 4- Et ingressum est Joab ad regem, et ali Quid fecisti ? Ecce ve* nit Abner ad te : f/uare dimisistl cum, et obiit, et recessit ? 26. Tgnoras Abner filium JVer, (juoniam ad hoc venit ad te, ut de' tiperet te, et sciret exitum tuum> et in trai tum tuum, et nosset omnia% quae ags? 26. gressus itaque Joab a David, misit nuncios post Abner^ et reduxit eum a cisterna Sira, ignorante David*

sima preda. Or Abner non era pi con David in Hebron, perch questi lo avea licenziato, ed egli era partito conlento. a3. E poi arriv Gioab, e lutto 1* esercito che era con lui : e vi fu chi diede a Gioab questa nuova , e disse : Abner figliuolo d Ner stato a trovare il re : e questi lo ha licenziato, ed egli se n' andato in pace. 24. Or Gioab and dal re, e gli disse : Che bai tu latto ? Poco fa venuto Abner a te : perch lo hai tu rimandato, ed egli se n* andato, e l'ha scampata ? 26. Non conosci tu Abner figliuolo di Ner, il quale non venuto a te, se non per ingannarti, e spiare tutti i tuoi andamenti, e sapere tutto quel che tu fai? 26". Indi Gioab lasci David,espedgente dietro ad Abner, e lo fece ritornare dalla cisterna di Sira senza saputa di David.

27. Cumque redisset (i) Abner in Hebron, seorsum adduxit eum Joab ad medium portae, ut loqueretur ei in dolo : et percussit illum, ibi in inguine, et mortuus est in ultionem sanguinis Asael fratris ejus. 28. Quod cum audisset David rem jam ge$tam, ah : Mundus ego sum* etregnummeum apud Dominum^ usque in sempiternum, a sanguine 'Abner filii "Ner ; 2^. Et veniat super caput Joab, et super omnem domum patris >ejus : nec deficiat de domo Joab fluxum semims sustinca?, et leprosus, et tenens fusum^ et cadens gladio, et indgens pane. 3o. Igitur Joaby et AbisaLfrater ejus inter(.)/?e. 2 .5.

27. E allorch'Abner fu giunto di nuovo ad Hebron, Gioab lo condusse seco nel mezzo della porta per parlargli, volendo tradirlo : e ivi lo teri nel!'anguinaia, e lo uccise per far vendetta del sangue di Asae suo fratello. 2 3.Ma David avendo udito quel che era avvenuto , disse : Son mondo per sempre io , e il mio regno dinanzi al Signore dal sangue di Abner figliuolo d -Ner. 29. E (il sangue di lui) cada sopra la testa di Gioab, e sopra tutta la casa del padre di lui e non manchi giammai nella casa di Gioab chi patisca di gonorrea, chi sia coperto di lebbra, e chi maneggi il fuso , e chi perisca di spada, e chi manchi di pane. 30. Gioab adunque, e Abisai suo fratello ucci-

Vers. ap. Che patisca di gonorrea. Questi erano impuri , Levit.\v. 3., ed erano incapaci di aver figliuoli, lo che era tenuto per grande sciagura. E maneggi il futo. E una frase proverbiale per dinotare un uomo molle, ed effemmiuato.

fecerint Abner> eo quod occidisset Asael fratrem eorum, in Gabaon in praelo. 31. Dixit autem David ad Joab, et ad omnem populum, qui erat cum eo : Scindile vestimenta vestra, et accingimini saccis, et plangite ante exequias Abner*. porro rex David sequebatur feretrum. 32. Cumque sepclissent Abner in Hebron, levavit rex David vocem suam, etjievit super tumulum Abner : flevit autem et omnis populus. 33. Plangensquerex, et lugens Abner, ait : Nequaquam ut mori solent ignavi^ mortuus est Abner. 34* Manus tuae ligatae non sunt* et pedes

sero A-bner, perch questi avea ucciso sael loro fratello nella battaglia a Gabaon. 31. Ma David disse a Gioab, e a tutto il popolo che era con lui: Stracciate le vostre vesti, e cingetevi di sac* co, e menate duolo nei funerali di Abner : e il re David and dietro alla bara. 32. E seppellito cheebberoAbner inHebron, il re Davidde alz la voce, e pianse al sepolcro di Abner, e tutto il popolo pianse egualmente. 33. E il re addolorato per causa di Abner, disse:Non morto Abner , come, sogliono i vili. 34. Le tue mani non sono state legate, e non

Vers. 31. Disse et Gioab ec. Davidde vuole, che Gioab intervenga al funerale di Abner , affinch quest' ijiomo duro e crudele si ammollisca nel comune dolore del re, e del popolo, e si penta del suo orribile tradimento. Era cosa sen7& esempio che un re assistesse al funerale di chicchessia. Ma Davidde volle usar questa distinzione verso di Abner, affine di far meglio conoscere, c< T me egli non avea la menoma porte in quello che avea fatto Gioab.

imi non sunt compedibus aggravati ; sed sicut solent cadere coram filiis iniquitatis, sic cor* ruisti. Congeminansque omnis populusflevitsu* per eum. 35. Cumque venisset universa multi Ludo ci" bum capere cum David, clara adhuc die juravit David, dicens: Haec faciat mihi Deust et haec addai, si ante occasum salis gustassero panem, vel aliud quid quam. $6. Omnisque populus audivit, et placu&runt eis cuncta, quae fecit rex in conspectu totus populi : 37. Et cognoyit omne vulgus, et universus 1* srael in die illa, quoniam non actum fuisset a rege, ut occideretur Abner illius Ner. 38. Dixit quoque rex ad servos suos : Num

sono sta ti messi in ceppi i tnoi piedi ; ma se1 caduto, come si cade dinanzi a' figliuoli <T iniquit. E tutto il popolo ripetendo pianse sopra di lu. 55. Ed essendo anda* ta tutta la gente per prender cibo con David, essendo ancora giorno, giur David, e disse : Iddio faccia a me questo e peggio , se prima del tramontare del sor le io assagger pane , o alcun'altra cosa. 56. E tutto il popolo ud questo, e furono grate nel cospetto di tutto il popolo tutte le cose che il re avea fatte : 67.E tutta la plebe e tutto Israele riconobbe in quel d, come il re non avea cooperato alla morte di bner figliuolo di Ner. 38. E il re disse a' suoi servi : Non sapete

Vers. 34- Se1 caduto come si cade ec. Tu se* morto , come o a orno anche grande , e pien di valore pu morire per mano di un traditore anche vile, dalle insidie del quale non pu mai guardarsi abbastanza 1' umana prudenza. Notisi, che Gioab era presente , ed udiva questo cantico.

iinoratlsquoniam prin- voi forse che aggi pettf et maximus ceci* rito in Israele un principe, e anche grandisdit hodie in Israel ? s im o ? 39. E io sono- tuttoSo,. Ego autem adhuc delicatuSt et un- ra debole, bench unt ctns rex : porro viri i- re,ma questi figliuoli d sti filii Sarviae duri Sarvia son erudi con sunt mihi : retribuat me. Benda il Signore a Dominus facienti ma- chi mal fa a proporziolum \uxta m aliilani ne di sua malizia. suam. C A P O IV. Baana e Rechab portano a Davdde il capo di Isboseth ucciso^ mentre dormiva., a1 quali diede in ricompensa la morte. K JjLudivit autem Isboseth filius S aut, quod eecidisset Abnr in Jlebron : et dissolutae sunt manus ejus, omnis que Israelperturbatus est. j. Jj-la IsbseUi fi. gliuolo di Saul avendo udito , come Abner era morto in Hebron, s perde di animo, e tutto I sraek ne rest sbigott lo.

Ver. 3e>. Ma. questi figliuoli di Sarvia ee> Queste parole come pure tutto quello che detto di sopra, fanno vedere, che se Davidde non pun Gioab in altra guisa, fu attenuto da riflessi gravissimi di prudenza. La famiglia di Gioab era potente ; David non era obbedito se non in Ana parte d'Israele, avea degli emoli in gran numero, e qualunque novit potea dissestare le misure prese per la riunione delle altre trib. Davidde avea in sua favare le infallibili promesse di Dio ; ma Dio voleva ancora , che ei si servisse de' mezzi umani, n con precipitose risoluzioni intorbidasse sempre pi lo stalo delle cs.

2. DUO autem viri principes latronum erant filio Saul, nomen uni Bcianai et nomen alteri Rechab, filii Rem* mon Berothitae de filiis Beniamin : siquidem et Beroth reputata est in Beniamin : 3. Etfugerunt Berothitae in Gethaim, fueruntf/ue ibi advenae usque ad tempus illud. 4- Erat autem Jonathae filio S aulfilius debilis pedibus : quinguennis enim fuit, quando venit nuncius de Saul, et Jnatha ex Jexrahel : tollens itaque eum nutrix sua, fugit: cumqueJestinaret, utfugeret, cecidi^ et claudus effectus est: habuitque vocabulum Miphiboseth.

2. Il figliuolo di Sanile avea due capi di ladroni, de'quali uno cHamavasi Baana, e l'altro Rechab , figliuoli di Remmon di Beroth della trib di Beniamio : perocch Beroth ra anch' essa considerata come della trib di Beniamin : 3. Ma que' di Beroth si rifuggirono a Gethaim, e ivi abitarono come forestieri fino a questi di. 4- Or Gionata figliuolo di Saul avea un figliuolo stroppiato delle gambe : perocch egli avea cinque anni, quando arriv da Jezrahel la nuova della morte di Saul, e di Gionata , e la balia avendolo preso per fuggircene, e scappando via frettolosamente, egli fece una caduta, e rimase stroppiato e il suo nome era Miphiboseth.

Vers. 2. Capi di ladroni Abbiamo gi detto, Jud. xi. 3., quel che si fossero questi ladroni. Qui si vede, che Baaua e Rechab erano capitani della guardia d'Isboseth. Vers, 3. Si rifuggirono a Getham. Non sappiamo, dove fosse questa citt. Forse quei di Beroth ivi si rifuggirono dopo la moi> te di Saul per timore de' Filistei. .

6. V,eniente$ igitur filii Remmon Berothitae, Rechab et Baana, ingressi sunt fervente die domum Isboseth, qui dormiebat super stratum suum meridie. Jt ostiaria domus purgans tricum obdormivit. 6. Ingressi sunt autem domum latenter assumenfes spicas tritici ; et percusserunt eum in inguine Rechab, et Banafrater ejus, et fugerunt. 7. Cum autem ingressi fuissent domum, ille dormieat super lectum suum in conclavi, et

5.Andarono adunque i figliuoli di Remmon di Beroth, Rechab e Baana, ed entrarono nella sferza del sole in casa d'Isboseth , il quale dormiva nel suo letto nelle ore meridiane j e la portinaia di casa nettando il grano siera addormentata. 6. E Rechab , e Baana suo fratello entrarono in casa senza esser veduti, prendendo delle spighe di grano, e ferirono Islioselh nell' anguinaja, e si fuggirono. 7. Perocch quando essi entrarono in casa, egli dormiva sul suo letto nella camera, OD-

Vers. 4- Gloriata avea un figliuolo stroppialo ec. Lo storico sacro vuol significare, che i due traditori con tanto maggior coraggio si accinsero a dar motte ad Isboseth, perch della famiglia di Saul non restava altro che uu figliuolo di Gionata stroppiato, e incapace di aspirare al regno, e di far vendetta del loro tradimento. * E scappando via frettolosamente. E fuggendo via a precipizio. Vers. 5. E la portinaia di casa nettando il grano ec. Bello esempio dell' antica semplicit ! Isboseth re avea alla porta del soe palazzo una donna per portinaia , e questa non istava oziosa , ma ripuliva, e mondava il grano. Si ha nel Vangelo la portinaia del principe de' sacerdoti. Vers. 6. Prendendo delle spighe di grano. Forse come per presentarle al re in caso che lo trovassero svegliato.

i3 *

percutientes interfecerunt eum-, sublatoque capite ejus, abierunt per viam deserti tota nocte, 8. Et attulerunt caput Isboseth ad David in Hebront dixeruntque ad regem : Ecce caput Isboseth filii Sani inimici tui, qui quaerebat animam tuam : etdedit Dominus domino meo regi ultionm hodie de Saul, et de semine ejus. 9. Respondens autem David Rechab et Baana fratri ejus, filiis Remmon Berothitae, dixit ad eos : Vivit Dominus : qui eruit animam meam de omni angustia : i o. ( i ) Quoniam eum, qui annuntiaveratmihit et dixerat : Mortuus est Saul: qui putabat
(i) Sup. 1.14-

de lo uccisero: e tolta la sua testa, e presa la via del deserto camminarono tutta la notte, 8. E portarono il capo d'Isboseth a David in Hebron , e dissero al re : Ecco il capo d'Isbo* seth figliuolo di Saul tuo nemico , il quale macchinava di toglierti la vita: e oggi il Signore ha fatte le vendette del re mio signore sopra Saul, e sopra la sua stirpe. 9. Ma David rispose aRechab e a B a a n a s u o fratello,figliuoli diRem* mon di Beroth, e disse loro : Viva il Signore , che ha liberata l'anima mia da tutte le angustie: 10. Colui,che mi port quella nuova e disse: Saul morto, pensandosi di portare gradita

Vers. 7. Ca.mmina.ron tutta, la notte. Da Mahanaim ad Hebron vi sono circa cento miglia. La Scrittura non dice, che questi traditori fornissero il loro viaggio tra quella parte che restava di giorno , e la notte ; ma che non preser riposo, e cammjnaron tutta la notte. Il d seguente saranno arrivati ad Hebrom

se prospera mutilare, tenia, et cecdi eum in Siceleg, cui oportebat mercde/n dare pro nuncib. 11. Quanto magis nunc, cum homines impii interfecerunt virum innoxium in domo sua, super lectum suum, non (juaeram sanguinem ejus de manu vestra, et auferam vos de terra ! 12. Praecepit itaque David puers suis, et ^ interfecerunt eos : praecidentesque manus et pedes eorum suspenderunt eos superpiscinam in Hebron : caput autem Isboseih tulerunt, etsepelierunt in sepulcJiro Abner in Hebron.

novella, io lo feci prendere , e uccidere in Siceleg , quando per la nuova parea doversegl premio. 11, Quanto pi adesso che uomini scellerati hanno ucciso un innocente in casa sua sul suo letto, vendicher il sangue di lui sopra di voi e vi lever dal mondo ! 12. E David diede 1* ordine a'suoi srvi, e questi gli uccisero: e troncate foro le mani, e i piedi, gli appiccarono sopra la piscina di Hebron : e presx> il capo d'Isboseth, lo seppellirono nel sepolcro di Abner in Hebron,

Vers. ii. Hanno ucciso un innocente ec. Un f , che riguardo' ad essi era innocent , e non avea fatto loro alcun torto , e frse* con buona fede ereticasi re legittimo delle undici trib, e che 1 promesse da Dio fatte a Davidde fossero solamente del regno di Giuda,

C A P O V, Davidde unto re di tutto Israele^ cacciati li Jebuseiy prende la fortezza di S ton, e fabbricatovi un palazzo^ quivi abito Prende altre mogli, e ne hafigliuoli; e per due volte abbatte i Filistei* i. J-jt venerimi universae tribus sratl ad David in Hebron, dicentes : (\)Eccejzos os tuumt et caro tua burnus. 2. Sed et hery etnudiustrtiust cum esset Sani rene super nos, tu eras educens et reducens Israel : dixit autem Dominus ad te': Tu pasces populum meum Israe 1, et tu eris dux super Israel. 3. Venerunt quoque et seniores Israel ad regem in Hebron, et percussit cum eis rex David foedus in Hebron coram Domino : (2) unjceruntque David in retm super Israel.
( i .Par. n. i,

i. Or tutte le trib d'Israele si presentarono a David in Hebron, e dissero : Noi siamo tue ossa, e tua carne. 2. Ed anche ne' passati tempi, quando avevamo Saul-per nostro re | tu conducevi e ri conducevi Israele : e il Signore ha detto a te : Tu sarai pastore del popoi mio d'Israele, e tu sarai condottiero d'Israele. 3. E anche i seniori d'Israele andarono al re in Hebron , e il re David fece alleanza con essi in Hebron dinanzi al Signore, e unsero David in re d'Israele.

(a) Sup. 2. 4.

4- Filius triginta an~ norum erat David, cum regnare coepisset, (i) et quadraginta annis regnavit. 6. In Hebron regnavit super Judam septem annis, et stx mensibus : in Jerusalem autem regnavit triginta tribus annis super omnemlsrael, etJudam. 6. Et abiit rex, et omnes viri% qui erant cum eo, in Jerusalem ad Jebusaeum habitatorem terraei dictumque est David ab eis : Non ingredieris huc, nisi abstuleris caecos^ et claudos: dicentesi Non ingredietur David huc.
(i)fle.*. u.

4-David avea tre.nt* anni, quando principi a regnare, e regn quarani'anni. 5. Regn in Hebron sette anni, e sei mesi sopra Giuda : in Gerusalemme regn trentatre anni sopra tutto Israele, e Giuda. 6. E il re, e tutta la gente che era con lui, si mosse verso Gerusalemme contro li Jebusei che vi abitavano : ed eglno dissero a lui: Non entrerai qua dentro, se non ne leverai i.ciechi^ e gli zoppi : volendo dire : David noa ci entrer.

Vers. 3. Fece alleanza con essi. Egli giur di osservare in tutto le leggi del Signore, Deut. svii. 14-, ec., e quelli giurarono a lui obbedienza. Vedi i. Parai, xii. 26. 27. 28. Vers. 4- Regno quaranti anni. Compresi i sette e mezzo che ei regn in Hebron. Vers. 6. Si mosse verso Gerusalemme ec. Davidde si prevale dell' occasione di aver seco in Hebron tutto il popolo armato , e va a fare la conquista di Gerusalemme, la quale dovea essere metropoli del regno, e della sinagoga. Questa citt non era stata mai interamente soggetta agi' Israeliti, e allora la sua cittadella era in 'potere dell i Jebusei. Non entrerai qua dentro, se non ne leverai i ciechi ec. Non si sa di certo quello che sieao questi ciechi, e questi drop-

7. Cepit autem David arcem Son ; haec est civitas David. 8. Proposuerat enim David in die illa prae mium qui percussisset Jebusaeum.) et tetigisset domatum fistulas, et abstulisset caecos, et claudos odientes animam David: idcirco dicitur in provrbio : Caecus, et claudus non intrabunt in templum.

g. (i) ftabitavt autem David in arce, et vocavit eam, Civitatem David: et aedificavit per %yrum a Mello, et intrinsecus.
(i) i. Par. 11. 8.

7. Ma David prese la fortezza di Sion ; questa la citt di David. 8. Perocch David avea in quel giorno proposto un premio a chi avesse superati li Jebusei, e avesse toccati gli embrici de'tetti e levatine i ciechi, e gli zoppi che odiavano Davidde : per questo dicesi in proverbio : II cieco, e lo zoppo non entreran nel tempio. p. E Davidde abit nella fortezza, e nomolla Citt di David: e fecevi edifizii all'intorno, e intcriormente princi* piando da Mello*

piati ; e quindi la moltiplicit delle interpretazioni. La pi naturale mi sembra*, che s'intendano veri ciechi, e veri stroppiati messi dalli Jebusei sulle mura per far intendere a David, quanto si credessero sicuri da tutti i suoi sforzi, mentre per loro difesa non voleano opporgli se non tali soldati, come se dicessero : Vola su queste mura, o Davidde, e fa prigionieri costoro-; e allora sarai padrone di questa rocca. "Vers. 8. E levatine i ciechi, e gli zoppi ec. Cosi ( per derisione, e alludendo al loro vantamento ) chiama Davidde li Jebusei : quindi non si nominaron pi li Jebusei, se non col nome di ciechi , e di zoppi ; onde quel dettato : i ciechi, e gli zoppi, cio li Jebusei, non entreranno nel tempio ; o ( come porta l'Ebreo ) nella casa , dove essi prima abitavano , e dove erano signori assoluti. Ve.rs. p. Principiando da Mello. Mello fu chiamata una valle fece divideva Gerusalemme dalla rocca di Sion , la qual valle fu

10. Et ingrediebatur proficiens, atque succrescens, et Dominus Deus exercituum erat cum eo. 11. (i) Misit quoque Tiram rex Tyri nuncios ad David, et Ugna cedrina, et artifices lignorum, artificesque la pidum ad parietes : et aedificaverunt domum David. 12. Et cognovit David, quoniam confirmasseteum Dominus regem superlsrael, etquoniam exaltasset regnum ejus super populum suum Israel. 13. (2) Accepit ergo David" adhuc concubi' nos, et uxores Jerusalem, postquam* venerai de Hebron : natique sunt David et alii filii, etfiliae.
(i) i. Par. 14. i.

10. E andava fortificandosi, e crescendo ogni d pi, e il Signore Dio degli eserciti era con lui. 11. Oltre a ci Hiram re di Tiro mand ambasciatori a David, e legni di cedro , e legnajuoli e lavoratori di pietre per far case : e questi edificarono la casa di David. 12. E David riconobbe, come ij Signore -avea assicurato a lui il regno d'Israefe,e loavea innalzato al trono del popol suo d'Israele. 13. Prese pertanto David ancora concubine, e mogli di Gerusalemme, quando vi and da Hebron: ed ebbe David altri figliuoli, e figlie.

(2) i.Par. 3. t, a.

poi ripiena del tutto sotto Salomone, avendo probabilmente cominciata l'opera lo stesso Davidde. , Vers. 13. Prese pertanto David ancora concubine, e mogli ce. Egli ebbe otto mogli, e dicci concubine. Si detto pi volte, che le concubine erano vere mogli, bench di secondo ordine.

4* Et- haec nomina eorum, qui nati sunt ei in Jerusalem, Samua, et Sobab, et Nathan, et Salamon, 15. EtJebahar> et EUsua, et Nephegt .6. Et Japhia, et E' lisama, et Eliodat et Bliphaleth. 17. Audierunt ergo Philisthiim* quod unxisset David in regem super Israel : et ascenderun t universi^ ut quaererentDavid: quod cum audisset David, descendit in praesidium. .8. (i) Phitisthiim autem venientes diffusi sunt in valle Raphaim: 19 Et consuluit David Dominum, dicensi Si ascendam ad Philisthiim ? et si dabis eos in manu mea ? Et dixit Dominus ad Davidi Ascende^ qua tradens dabo Philisthiim in manu tua.
(i) Par. 14. g.

14- E i nomi di quelli che a lui nacquero m Gerusalemme son questi : Samua, e Sobab , e Nathan, e Salomon, 15. E Jebahar, ed EJisua, e Nepheg, 16. E Japhia, ed Elisan>a, ed Elioda , ed Eliphaleth. 17. Ma i Filistei avendo udito, come David era stato unto re d' Israele, si mossero tutti contro Davidde : la qual cosa avendo saputa David, si ritir in un luogo munito. 18. E i Filistei, arri-, vati che furono, si stesero nela valle di Raphaim : 19. E David consult il Signore, e disse : Andr io contro i Filistei? e li dar ai tu nelle mie mani ? E il Signore disse a David : Va, che io dar certamente i Filistei nelle tue mani.

Vers. 17. S ritir in un luogo munito. Questo luogo era il monte , o sa il masso di Odollara , dov' era la famosa caverna.

20. Venitergo David in Baal Pharasim, et percussit eos ibi, et di* xit : Divisit Dominus i nimicos meos coram met sicut dividuntur aquae. Propterea vocatum est nomen loci illius Baal-Pharasim. il. Et reliquerunt ibi sculptilia sua, quae tulit David, et viri ejus. 22. Et addiderunt adhuc Philisthiim, ut ascenderent et diffusi sunt in valle Rapham. 26. Consuluit autem David Dominum: &' ascendam contra Philsthaeos, et tradas eos in manus meas ? Qui respondit : Non ascen* das contra eos ; sed gyra post tergum eorum, et venies ad eos ex ad" verso pyrorum.

20.Da\id allora and a Baal Pharasim, e ivi gli sconfsse, e disse : II Signore ha dispersi i miei nemici dinanzi a me , come si disperge l'acqua. Per questo fu nomato quel luogo BaalPharasim. 21. E quelli lasciaron ivi i loro idoli, i quali furon presi da David, e dalla sua gente. 22. E tornaron nuovamente in, campo i Filistei, e si distesero nella valle di Raphaim. 23. E David consult il Signore, e disse.: Andr io-contro i Filistei, e li darai tu nelle mie mani? E quegli rispose: Non andar^ direttamente verso di essi; ma gira dietro a loro, e andrai a loro dirimpetto a'peri.

Vers. 20. Fu nomato Baat-Pharasim. Questo nome credo, che contenesse uno scherno degli dii de' Filistei, chiamandosi dii della, dispersione, dii spersi, fuggitivi, che furono preda di David , e del suo esercito , come notato in appresso. Vers. a3. * David consulto il Signjore ... e quegli rispose ec Non edifica meno la sollecitudine con cui iadaga David la volont del Signore di quel che consoli la condiscendenza, colla quale il Signore manifesta al suo servo 1' ordine, e il tempo, e il modo d'agire , onde finalmente sia vincitore.

a4 E* fuf1 audieris soTtum gradienti^ in cacimine pyrorum, tum nibis praelium : <juia tunc egreditur Dominus ante faciem tuam, ut percutiat castra Philisthiim 26. Fecit iltuju Da* vid, sicut praeceperat ei Dominus, et percussit Philisthtim de Gabaa, usque dum venas Ge zer.

24. E quando sentirai il rumore di un ch cammini sulla vetta de1 peri, allora attaccherai la mischia : perocch allra il Signore verr teco ad assalire il campo de'Filistei, 26. E David esegui il comando del Signore, e mise in rotta i Filistei da Gabaa fino a Gezer.

C A P VI. Nel tempo che avid riconducva Parca dalla casa d Abinadab, O za wccso dal Signore per averla toccata : quindi egli Id depone nel. la casa di Obededom : ndi rimenandola in Gerusalemme, e saltando dinanzi ad essa, dsrso^da Michel sua moglie, la quale in pefia di ci mai pi ebbe figliuoli. i. \^/ongre gatti? aui* Indi ratin nuotem rursum David o- vamente Davidde tutti mnes electos ex Israel i soldati scelti d'Israetriginta millia. le, trenta mila.
Vers. a4- <dllora il Signre verr leco ad assalire e. Credesi, ebe Dio mandasse una schiera di spinti celesti, i quali posero in {scompiglio P esercito Filisteo. Vers. i. * Indi aduno nuovamente Davidde lutti i soldati pitt vettoroti.. Dal i. Paralip. a. v. 15. si rileva , che fu tea ut simile adunanza per consultar* sulla traslaziope dell'arca.

/*'

2. (i) Surrexitque David, et abiitt et uni* versus populus, giti e* rat cum eo de viris Judat ut adducerent or* eam Dei, super quam invocatimi est nomen Domini cxercitvum, se* dentis in Cherubini su* per eam. 3. Et imposuerunt arcam Dei super plau* strum novum\ tuie* runtque eam de domo Abinadab) qui erat in Gabaai Oza autem^ et Ahio filii Abinadab minabat plau$trum no* vum. 4 (2) Cumque tulis* sent eam de domo Abinadab, qui erat in Ga* baa custodiens arcam Dei, Ahio praecedebat arcam. o. David autem, et omnis Israel ludebant coram Domino in omnibus lignis fabrefactis,
( i ) i. Par. 13. 5.

2. E si mosse David, e tutta la gente che era con lui della trib di Giuda, per andare a prendere 1' arca di Dio, la quale prende nme dal Signore degli eserciti, che in essa risied sopra i Cherubini. 3. E posero 1' arca di Dio sopra un carro nuovo, e la levarono dal 1 a casa di Abinadab abitante in Gabaa; Oza, e Ahio figliuoli di -Abinadab conducevano il carro nuovo. 4- E avendo levata 1 arcadi Dio dalla casa di bindab abitante di Gabaa, il quale la custodiva , Ahio andava innanzi all'arca.] 5. E David , e tutto Israele sonavano al Signore ogni specie di strumenti di legno e

(*) i. Reg. 7.i.

Vers. 3. E posero P arca d Dio sopra un carro nuovo. L'arca dovea essere portata sulle spalle de'sacerdoti, N uni. iv. 15., ec., e ci fu osservato dipoi dallo stesso Davidde. Vedi i. Parai, xv. 12. i3v Dalla inosservanza di questo- rito ne venne la morte di Oza , che turb quella festa.

etcithariS) etlyris, et tympanis, et sstris et cymbalis. 6. Postquam autem venerunt ad arcani Nochon extenditOza manum ad arcam Dei, et tenuit eam : quoniam calcitrabant boves, et decllnaverunt eam. 7. Iratusque est indi' gnatone Dominus contra Ozam et percussit eum super temeritate : qui mortuus est ibi juxta arcam Dei. 8. (i) Contristatus est autem David, eo quod percussisset Dominus Ozam,. et vocatum est nomen loci illius, Percussio Ozaet usque in diem hanc. (i) i.Par. i3. ii.

cetre, e lire, e timpani, e sistri, e cimbali. 6. Ma arriva ti che furono all'aja di Nachon, Oza stese la mano ali' arca di. Dio, e la tenne: perch i bovi ricalcitravano e l'vean fatta piegare. 7. E il Signore si sdegn altamente contro Oza, e lo pun di sua temerit : ed ei s mor nello stesso luogo presso all'arca di Dio. 8. E David si afflisse, perch il Signore avea punito Oza, e fino al di d' oggi fu nomato quel luogo, Punizione d'Oza.

Vers. 7. // Signore si sdegn contro Oza. Egli non era della stirpe di Aronne, era semplice Levita, come dice Giuseppe Ebreo, Antiq. lib. vi. a. Or tra' Leviti i soli discendenti di Caath aveano diritto di portare 1' arca ; ma involta nelle sue tre coperte, Niun. iv. 13., xvnu3. Dopo per che gli Ebrei furono entrati nella terra di promissione, sembra che a' soli sacerdoti fosse permesso di portar l'arca. Fedi Jos. HI. i^., i. Reg. iv. 4- , i. Parai, xv. 3. Credono assai comunemente g' interpreti, che Oza colla punizione temporale schivasse 1' eterna , e si salvasse ; ma Dio volle in tal occasione far intendere agli uomini, e principalmente a'suoi ministri, con qual timore e tremore debbano accostarsi alle cose sante.

' 9- Etex tmuit David Dominum in die illa, dcens: Quomodo ingredietur ad me arca Domini ? 10. Et noluitdivertere ad se arcani Domi' ni in civitatem David ; sed divertii eam in'domum Obededom Geihe. 11. Et habiavit arca Domini in domo Obededom Gethaei tribus mensibus : et benedixit Dominus Obededom, et omnem domum ejus. 12. (i) Nuhcitumquej est regi David, quod benedixisset Qominu Obededom^ et omrtia ejus propter arcani Dei. Abiit ergo David) et adduxit ai*(i) Par. 15. a5.

9. E David tem il Signore in quel giorno, e disse : Come entrer ella in mia casa 1' arca del Signore ? 10. E non volle che l'arca del Signore andasse a posarsi in casa sua nella citt di David: ma la fece porre nella casa di Obededom di Geth. 11. E abit l'arca del Signore in Geth nella casa di Obededom per tre mesi : e il ^ Signore benedisse Obededom, e tutta la sua casa. 12. E fu detto al re David, come il Signore avea benedetto Obededom, e tutte le cose sue per riguardo all'arca di Dio. And adunque David , e condusse l'ar-

Vers. 9. E David teme il Signore in quel giorno. Lo stesso Davidde, quell'uomo si timorato, concep in quel giorno una idea ancor pi grande della terribile maest del Signore, e della purit ed esattezza , con cui vuol essere servito. Vers. io. La fece porre nella casat di Obededom di GelJi. Obededom era Levita, e probabilmente fu detto Getheo dalla ptria Geth-Remmon citt de' Leviti di l dal Giordano, Jos. xxr. ?4- a ^'' La casa di questo Levita era in Gerusalemme, o nelle sue vicinanze.

eam Dei de domo Obededom in civitatum Da* vid cum gaudio; et erant tum David septem che* rt et vidima vituU. 13. (i) Cumque transcendissent, qui prta.' bant arcam Domini sex passus, immolabat bovem, et arietem. 1-4. Et. DaM saita* bt fatis virbus ante )orfinum : porro David erat accinctus EpJiod lineo. 16. Et David, e omnis domus tsrael du~ cebant arcam testa" menti Domini in jubilo, et in clangore bue* tinae. 16. Cumque intrasset arca Domini in civita(i) i. Par. 15. *6.

ea di Dio dalla casa d Obdedom,nella citt d David con gaudio : e David avea seco sette cori (di musici) , e un vitello da immolare; 13. E quando quei che portavan l'arca del Sigrtore, avean fatto sei passi, egli immolava un bue, e un ariete. 14. E David saltava a tutta forza dinanzi al Signore : ed era cinto di un Ephod di lino. 15. David, e tutta la casa d'Israele conduce va n T arca del testamento del Signore con giubilo, 6 9 suon dr tromba. 16. E quando l'arca del Signore fu entrata

Vers. i s. Sette cori (Ai musici). Vedi i. Parai, xv. Ver. l4- Era cinto di un Ephod di lino. David^e dejMoe la maest reale dinanzi al Signore, mostrando , che ei sa preferire a tatti i suoi ttoli quello di servo del Signore. Quert' Ephodt (diverso assolutamente da quello del pontefice) credesi, che fosse una cintura, che cingeva e serrava a' fianchi la tonaca interiore. I Padri han celebrato con somme lodi il fervor dello zelo, e la umilt di Davidde: e s. Gregorio, Moral, lib. xxvii. 7., afferma ,, ;che egli pi ammira Davidde ne' suoi salti, che nelle sue battaglie-, perch in queste vinse i nemici, in quelli se stess* vinse, . . fc 4

Um David, Michel filia S aut prospiciens per fenestram, vidit regem David subsilientem, atque saltantem coram Domino : et despexit eum in corde suo. 17; Et intrduxerunt arcani Domini, tt im* posuerunt eam in loco suo, in medio tabcrnaculi, quod tetenderat ei Davide et abtul.it David holocausta, et pacifica coram Domino. 18, Cumque comples* set offerene holocausta^ et pacificat benedxit. popido iti nomine Do^ mini exercituum. * 19. Etpartitus e&tuniversae multitudini /srael tam viro, quam mulieri^ singulis colly ridam panis unam, et assaturanti bubulaecar-

nelte citt di David Michol figliuola di Sani mirando da una finestra, vide ilre David che ballava , e saltava dinanzi al Signore : e in cuor suo lo disprezzo. 17. Or 1' arca del Signore fu introdotta , e collocala a suo pX>sto in mezzo al tabernacolo, che aveale alzato Davidde: e Davidde offerse olocausti, e vittime pacifiche dinanzi al Signore. 18. E finito che ebbe di offerire olocausti , le vittime pacifichi, benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti. 19. E don a tutta la ^moltitudine d! Israele, uomini, e donne, a ciascuno una torta di pasta, e un pezzo di carne di bue arrostita,e del

Vers. 1*7. In mezzo al tabernacolo che aveale alzalo Davidde. L'antico tabernacolo rest a Gabaon : questo , che Davidde fece di nuovo, era fatto sul modello del pripao. Vers. i S. Benedisse il popolo. Come un buon padre di famiglia prgy dal Signore*al popolo (che la famiglia grande del re)^ ogni benedizione v fece dipoi lo stesso versola sua particolare fa-. miglia, vers. 20.

nis unam^ et similam frixam oleo : et obiit omnis populus, unusquisque in domum suam. 20. "Reversusque est David, ut benediceret domai suae : et egressa Micholfitia Saul in occursum David, alt : Quam gloriosus fuit hodie rex Israel, discooperiens se anteancillas servorum suorum, et nudatus est, quasi si nudetur unus de scur* risi 21. Dixitque David ad Michel i Ante Dominum, qui elegit me potius, quam patrem tuum, et quam omnem domum ejus, et praecepit mihi, ut essem ''dux super populum Domini mlsrael, 22. Et ludam, et viKor fiam plus, quam factus sum : et ero humilis in oculis meis, ret cum ancillis, de quibus

fior d farina fritta coti olio : e tutto il popolo se ne torn ciascuno a casa sua. 20. E David torn a casa sua per benedirla : e Michel figliuola di Saul al suo arrivo andogli incontro, e disse: bella figura che ha fatto oggi il re d'Israele ? spogliandosi alla presenza delle serve de'servi suoi, egli che si fatto veder nudo, come farebbe un buffone ! 21. Ma David disse a Michol : Al cospetto del Signore, il quale elesse me invece del padre tuo, e di tutta la sua famiglia, e mi ha comandato di essere capo del popolo del Signore in Israele, 22. Io baller , e mi abbasser pi ancora di quel che ho fatto : e sa r abbietto negli occhi miei, e comparir vie

Vers. 20. Spogliandosi alla presenza delle serve ce. Lo accusa di essersi fatto veder nudo , perch avea deposto la estfrioj veste reale, ed era rimase colla tonaca sola, e coli' Fj>bod,

locuta cs, gloriosior pi glorioso dinanzi alle serve che tu hai noapparer. minate. 25. Igitur Michel fi23. Or non ebbe Miliae Sani non est natus chol figliuola. di Saui filius usque in diem verun figliuolo sino al giorno della sua morte. martis suae C A P O VIL Davidde stabilisce di edificare la casa del Signore, e ne lodato dal profeta Nathan, il quale dipoi per ordine di Dio nel dissuade^ ma gli promesso che la edificher il suo figliuolo : della guai cosa egli rende grazie al Signore. 1. JL actum est autem cum sedisset rex in domo sua, et Dominusdedissetei requiem undique ab universis inimicis suis , 2. Dixit ad Nathan. prophetam : (i) Videsne , quod ego habitem
(t) i. Par. 17. i.

i. iVJa il re sedendo tranquilla mente in sua casa: e avendogli il Signore conceduta pace da tutte le parti con tutti i suoi nemici, a.Dissea Nathan profeta : Osservi tu, come io abito in una casa di

Vers. *3. Or non ebbe Mchol... verun figliuolo. Punizione assai rigorosa, particolarmente per una moglie di re , e per una figlinola di Saul, la quale essendo per la condizione di sua nascita, superiore alle altre donne di David, avrebbe potuto sperare, .che avendo un figliuolo, questi succederebbe a Davi dde, Cos'i Dio umili questa donna superba.

in domo cedrina, et area Dei posila sit in medio pellium ? 3. Dixitque Nathan ad regem : Omnet quod est in cord* tuo, vadet fac : quia Dominus tecunt est. 4- Factum est autem in illa nocte : et ecce sermo Domini ad Nathan9 dicens : 6. Vade^ et loquere ad servum meum Da* vid : Jaec dicit Dominus \ Numqud tu aedificabis mihi domum ad habitandum ? 6. Neque enim habitvi in domo ex die il' la, qua eduxi filio s rael de terra AEgypt, nsque in diem hanc ; sed ambulabam in tabernaculot et in tento* rio,

cedro, e l'arca di Dio collocata sotto le pelli ?

3. E Nathan disse al re : Va, e fa tutto quello che il cuor tuo. l detta : perocch il Signore teco. 4- Ma quella notte stessa, ecco che il Signore parl a Nathan^ e disse t 6. Va, e di' al mio servo )avid: Queste cose dice il Signore: Sarai tu forse, che mi edificherai una casa per mia abitazione ? 6. Perocch io non ho abitato in una casa da quel d, in cui trassi ifigliuolid'Israele dalla terra d'Egitto, insino a questo giorno , ma sono stato sotto un padiglkme, e sotto una tenda. 7. Per cuncta loca, 7. In tutti i luoghi, quae transigi cum o- pel quali son passato
Vers. 3. Va, e fa tutto quello che il cuor tuo ti detta. Il pensiero di David parve si giusto e bello a Nathan, ch'egli non contento di approvarlo sollecita David a porlo ad effetto senza n consultare il Signore, n essere "ispirato da lui. Cosi egli erri), ina si corresse , e si ridisse subito che Dio gli ebbe parlato. Vers. 5. Sarai tu forse , che mi edificherai? ec. La ragione per eui Dio non volle che David fosse quegli che fabbricasse a wi il tempio, notata i, Parai* xxu, 7, 8,

mnbus filiis Israel, insieme con tulli i finumquid loquens locu- gliuoli <T Israele , ho io tus sum ad unam de dello ad alcuna delle tribubus Israel, cui trib, a cui io avessi dapraecepi, ut pascerci to il governo del pop! populum meum Israel, mio d'Israele : Per qual dicens : Quare non ae- motivo non mi avete dificastis mihi domum voi fabbricalo una casa di cedro ? cedrinam? 8. Or tu adesso dirai 8. Et nunc haec dices servo meo David : a David mio servo: QueHaec dicit Dominus e- ste cose dice il Signore xercituum : (i) Ego tu- degli eserciti : Io ti tolli te de pascus sequen- si dalla pastura, mentre te, gregeS) ut esses andavi dietro al gregdux super populum ge, affinch fossi condolliere del popol mio , meum Israel : d'Israele : 9. sono stato eoa 9. Et fui tecumin omnibus , ubicumque am- te dovunque tu sei anbulasti, et inter feci uhi- dati), e ho sterminato versos inimicos tuos a dinanzi a te tutti i tuoi facie tua : fecique tibi nemici : e ti ho dato
(i) i. Reg, 16. 13. Ps. 77. 70.
Vers. 7. Ho io detto ad alcuna delle trib ec. Nel libro primo de' Parai. XVH. 6. si legge : Ho io delio ad alcun <ie' giudici ec. Il senso pero sempre lo stesso. La trib, dalla quale Dio sceglieva il giudice per governare Israele , veniva in certo modo ad avere il principato sopra l'altre. Dice adunque il Signore, che in qualunque luogo sia stata nei tempi addietro portata 1' arca che era il suo trono, egli non ha mai domandato a veruno di quei grand' uomini che avea scelto or da questa , or da quella trib , che gli edificassero una casa degna di lui-, neper questo avea mai lasciato di amare e proteggere Israele. Cosi perch io non voglia che tu, o Davidde, edifichi a me il tempio, non per questo tu dei temere che io non ti ami; perocch il contrario dimostrasi da' molti benefizii, de' quali sei stato ricolmo da me.

nomen grande, juxta nomen magnorum, qui sunt in terra, 10. Et ponam locum populo meo Israel, et plantabo eum, et habitabit sub eo, et non tur" babitur amplius : nec addent filii iniquitatis, ut ajjligant eum sicut prius, 11. Ex die, qua constitui judice$ super populum meum Israel. Et requiem dabo tibi ab omnibus inimicis lus praedicitque tibi Dominus, quod domum faciet tibi Dominus. 12. (t) Cumque completi fuerint dies tui, et dormieris cum patribus tuis, suscitabo semen tuum post te, quod egredietur de utero tuo, etfirmabo regnum ejus.
(i) 3. Reg. 8. ig.

una rinomanza grande come quella de' grandi che sono sulla terra. 10. E dar fermo stato al popol mio d'Israele*, e ivi lo pianter , e vi abiter , e non sar pi agitato : e i figliuoli d'iniquit non torneranno ad affliggerlo come prima, 11. Dal di, in cui io diedi de' giudici al popol mio d'Israele. Orio dar a te la pace con tutti i tuoi nemici : e il Signore quegli che ti predice, che egli, il Signore, stabilir la tua casa. 12. E quando avrai terminali i tuoi giorni, e ti sarai addormentato co'padri tuoi, io innalzer dopo di te il tuo seme, che da te nascer, e fonder stabilmente il suo regno.

Vers. i o. Dar fermo stato ec. Tutto questo significa la lunga e gloriosa pace sotto David, e sotto Salomone. Vers. ift. Innalzer dopo di le il tuo seme^ che da te nascer. Nissuno adunque de' figliuoli gi nati a Davidde arriver al tro* no d'Israele ; il figliuolo, che dee succedergli, nascer in appresso, e dopo questa promessa. Cos viene ad accennarsi queli' altro figlinolo di David, per ragion del quale sono scritte tutte queste cose, il quale esclusi i figliuoli della carne, gli Ebrei, avr regno

13. (i) Ipse aedificabit domum nomini meo, et stabiliam thrortum regni ejus usque in sempiternum. 14. (2) Ego ero ei in patrem, et ipse erit mihi in filium : qui si mique aliquid gesserit, arguam eum in virga viroruni) et in plagisfiliorum hominum. io. (3) Misericordiam autem meam non auferam ab eo, sicut abstuli a Saul, quem amop a facie mea , 16. Etfidelis erit domus tua, et regnum tuum usque in aeternum ante faciem tuam^ (4) et thronus tuus eritfirmus jugiter.

13. Egli edificher una casa al nome mio, e io stabilir il trono del suo regno per 1' eternit. 14- Io sarogli padre, ed ei sarammi figliuolo: che se egli far cosa mal fatta , io lo corregger colla verga degli uomini, e co'gastighi de'figliuoli degli uomini. 16. Ma non torr a lui la mia misericordia come la tolsi a Saul, il quale rigettai dal mio cospetto, 16. E la tua casa sar permanente, e il tuo regno fino ali' eternit dinanzi a te , e il tuo trono sar sempre immobile.

(i) 3. Reg. 5. 5. (3) P,. 88. 4. 37. (a) i. Par. 22. io. Heb. i. 5. (4) Jirf. 38. fc6. i. 5.
eterno, edificher a Dio la casa, vale a dire la Chiesa, in cui Dio sar lodato e adorato. Vers. i4- Io farogli padre , ed ei sarainmi figliuolo. N o n e dubbio, che queste parole sono da intendersi principalmente, singolarmente di Cristo figliuolo di Dio per natura. Vedi Ileo, i. 5. In secondo luogo s'intendono di Salomone come figliuolo adottato per pura grazia. In tutta questa profezia dal versetto 12 fino a tutto il versetto 16. alcune cose convengono solamente a Cristo , altre solamente a Salomone , altre finalmente a Salomone e a Cristo. Lo corregger colla verga ec. S' ei peccher, lo gastigher ome padre paternamente, non lo punir come giudice a rigor d legge. -

17. Secundum omnia verbo. haect et juxta universam visionemistam^ sic locutus est Naihan ad David. 18. Ingressus est autem rex David, etsedit coram Domino, et dixit\ Quis ego sunt) Domine Deus, et quae domus meat quia adduxisti me huc usque ?

17. Tutte queste parole, tutta questa visione rifer Nathan a David.

18. Ma il re David and, e si pose a sedere davanti al Signore, e disse : Chi son io , Signore Dio, e che la mia casa , onde tu mi abbi condotto fin quass ? 19. IVfa questo pure 19. Sed et hoc parum visum est in conspectu paruto piccola cosa

Vers. 16. La tua casa sar permanente, ec. La famglia d David estinta gi da gran tempo , e il suo regno pass , e il suo trono ; ma Ges Cristo, e il regno di Cristo, e la casa di lui, che la Chiesa, sussistono : egli pe' secoli, e la sua nuova famiglia durer sino alla fine de'secoli sopra la terra, ed eternamente nel cielo. Dinanzi a te. I LXX lesser dinanzi a me, e forse cosi dee leggersi nella Volgata. Vers. 18. Si pose a sedere davanti al Signore. S. Agostino ad Simpl. lib. 2. q. 4. osserva , che non essendo prescritto nella legge, qual positura di corpo dovesse tenersi nella orazione, purch 1' anima sia tutta intesa a Dio , l'orazione perci pu farsi e in ginocchio , e in piedi, e sedendo, e anche giacendo ; cosi Davidde in questo luogo era con sommo , e intensissimo affetto, dinanzi ali' arca sedendo. Osserva per in altro luogo lo stesso s. Agostino , che talora una certa esterior positura di umiliazione contribuisce a risvegliare nell' anima gli effetti che pi convengono al1' uomo orante ; onde utilmente si osserva tal positura. Quindi generalmente i cristiani sogliono orare in ginocchio , e in molte chiese fu osservato lungamente il rito , che il popolo orasse prostrato colla faccia per terra dal tempo della consacrazione del corpo e del sangue di Cristo, fino alla comunione ; lo che in qualche ordine religioso si osserva tuttora. Cosi Ges Cristo e in ginocchio, e prostrato sul suolo preg nell' orto, e s. Stefano parimente in ginocchio preg nel suo martirio Alti cap, va. Fin quass. Fino a tante grandezze.

tuo, Domine Deus, nisi loquereris etiam de domo servi lu in longin(juun. : ista est enim lex Adani , Dornine Deus. 20. Quid ergo addere poterit adhuc David, ut log u tur ad te ? tu enim scis servimi tuum> Donine Deus. 21. Propter verbum tuum, et secundum cr tuumfecisti omnia magnalia haec^ ita ut notumf&ceres servo tuo. 22. Idcirco magni/icatus es>Dornine Deus, quia non est siniilis lui, neque est Deus extra te in omnibus, (juae audivimus auribus nostris.

negli occhi tuoi, Signore Dio, che hai voluto far promessa al tuo servo anche a favor della sua casa pel tempo rimoto : imperocch questa la legge di Adamo, o Dio Signore. 20. Che potr dunque ornai dir pi a te Davidde ? imperocch tu, Signore Dio , conosci il tuo servo. 21. Per amore di tua parola, e secondo il tuo beneplacito tu hai fallo tutle queste grandi cose, e le hai ancor fatte sapere al tuo servo. 22. Per la qual cosa grande li se* dimostrato, o Signore Dio; e nssuno simile a le, e Dio non havvi fuori di te secondo tutto quello che noi colle nostre orecchie abbiamo udito.

Yers. iq. Questa e a legge di Adamo, o di Dio Signore. Questa e l'inclinazione, la passione, la brama le'figlinoli d Adamo, di essere felici non solo nella propria persona, ina ancile in quella de' loro figliaoli e discendenti. Essendo divenuti mortali , bench fatti da te , o Dio, per non morire, aspirano all'ini'mortalit anche in questa vita , trasfondendosi per cosi dire ne* loro figlinoli , e prendendo parte alla loro felicit.

23. Quae est autem, ut populus tuus Israel) gens in terra, propter quam vit Deus, ut re" dimeret eam sibi in populum, et panerei sibi nome/ij faceretque eis magnalia, et horribilia super terram afaciepopuli fui, quem redemi~ sti ubi ex AEgypto, gentem, et deum ejus ?

24* Firmasti enim tibi populum tuum 1srael in populum sempiternum : et tu, Domine Deus, factas es eis * in Deum. 26. Nunc ergo, Domine Deus, verbum, quod locutus es super servum tuum, et super domum ejus, suscita in sempiternum: et fac, sicut .locutus es,

26. Imperocch jual la nazione sopra la terra , che comparar si possa al popolo dlsraele, cui Dio and a riscattare per farb suo popolo , e glorificarsi con fare mirabili cose, e tremende per lu,contro quel paese, (con Ir) quella gente , e il suo dio nel cospetto dello stesso tuo popolo, cui tu riscattasti per te dall'Egitto ? 24. Perocch tu, hai stabilito il popolo d'Israele per tuo popolo in sempiterno: e tu, Dio Signore, se'divenuto loro Dio. 26. Or dunque , Signore Dio, mantieni per sempre viva la parola proferita da te a favor del tuo servo, e a favore della sua casa , e fa come hai detto,

Vers. 7,3* Con fare mirabili cote ec. Nella traduzione di questo luogo, cjie ha non poca oscurit, ho voluto seguire le vestigia della Volgata, di cui parmi di avere espresso il senso pi naturale. Il paese, e la nazione, contro di cui fece Dio mirabili cose, e tremende, egli l'Egitto, e il popolo egiziano; e il dio del popolo egiziano egli qui il re Faraone , venerato da' suoi come

26. Ut magnificetur nomen tuum usque in sempiternum, atque dicaturi Dominus exercituum, Deus super Israel. Et domus servi fui David erit stabilita coram Domino, 27. Qua tu. Domine exercituum, Deus 1srael, revelasti aurem servi tu, dicens : Domun aedificabo tibi : propterea invenit servus tuus cor suum, ut oraret te oratione hac. 28. Nunc ergo, Domine Deus, tu es Deus, et verba tua erunt vera : locutus es enim ad servum tuumbonahaec. 29. Incipe ergo, et benedic domui servitili, ut sit in sempiternum coram te : quia tu, Domine Deus, locutus es, et benedictione tua be~ nedicetur domus servi tui in sempiternum.

26. Affinch sia magnificato eternamente il tuo nome , e si dica : II Signor degli eserciti egli il Dio d' Israele. E la casa di David tuo servo sar si abile dinanzi al Signore, 27. Perch tu, Signore degli eserciti, Dio d' Israele , hai rivelata all'orecchio del tuo servq tal cosa , dicendo : lo far stabile la tua casa : per questo il tuo servo ha avuto cuore di fare a te tal preghiera. 28. Or dunque o Dio Signore , tu se'Dio , e veraci saranno le tue parole : perocch tu stesso queste buone cose hai dette al tuo servo. 29. Comincia adunque, e d benedizione alla casa del servo tuo, affinch ella sia per sempre dinanzi a te : perocch tu, Dio Signore, hai parlato , e colla tua beHfrdi/Aone sar benedetta la casa del servo tuo in eterno.

C A P O VUI, littorie di Davidde, colle quali fece tributarii molli, ai quali 1 Israeliti solevano prima po* gar tributo. Thou re di Ematk si congratula con esso della vittoria riportata sopra Adare* zer con gran bottino, Uffiziaii di David, 1. Factam st au'lem post haec, percus* sit David Philisthiim, et humiliavit eos, (i) et tulit David frenum tributi de manu Piilisthiim. 2. Et percussit Moabt et mensus est eos funi' culo, coaequans terrae : mensus est autem duos funiculos, unum ad occidendum, et unum ad vivificandum : factusf/ue estMoab David serviens sub tributo.
(i) i.Par, 18. i. 2.

1. Uopo di ci David de seo nfissei Filistei e gli umili, e tolse di mano a'Filistei il freno del tributo. 2. E sconfisse i Moa* bili, distesi per terra li misur colla corda ; e di due corde di mi* sura 1' una menava al* la morte , 1* altra alla vita. E i Moabiti divennero servi, e tributarii di Davidde.

Vers. i. Tolse di mano a? filistei il freno del tributo. Nel luogo parallelo de' Paralipomfini, lib. i., cap. xvin. i., sta scritto , che David percosse i Filistei, e gli umilio , e tolse Getk, e le citt adiacenti, di mano a' Filistei. Quindi la sposizione pi semplice di queste parole si , che David tolse a'Filistei Geth , Ja quale serv dipoi a tenerli soggetti e tributarii.

3. (> E* percussit Tu avia Adarezer filium Rohob, regem Saita, (juandoprofectus est, ut domlnaretur super flumen "Eupkratem.

4 T&t captis David ex parte ejus mille se~ ptingentis efjndbus^ et viginti miUbus pedltum, sibnervavit omnes jugales curruum : derelifjujt autem ex eis cenfum curras. 5. Verit quoque Syria "Damaseli ut praesidium ferrei Adarozer regi Soba ; et percussit David de Syrla viginti duo mllla virorum* 6. E pose David pre6. Jt p&suit David praesidium in Syrla sidio nella Siria di Da(O J&*vfc s,
Vers. 9.. T,i misuro colla conia oc. 1 prigionieri fatti in questa guerra li fece egli distendere per terra, e misurato colla corda lo spazio , che essi occupavano , una met li destino alla morte , ali* altra met diede ?n dono la vita , tirando a sorte la paftft cha dovea vivere, e quella cne d'uvea morire. Vers. 3. Arlarcxer ... re di Soba. Nell'Ebreo AJaJcicr. Nicol Damasceno p/esso Giuseppe Ebreo , Antiq, lib. vi. 6., d<*e , ebe questo re era signor di Damasco, e di tutta la Sria, eccettuata la Fencia. Ma dal versetto 5 si deduce , cne Damasco dovea avere un re particolare, cne sar stato tributario di dare7.er. Allorch si mojj-e ec. Dio avea promesso, cVe fino a1t'Eufrate sarebbes steso il dominio degl Ebrei, Ger: xv. 18., ' Num. xxiv. 17. Vers. 4- T&glio i garetti fi tutti i cavalli ce. Vedi Jo*, r.i. rx

3. Parimente Davidde sconfisse Adarezer figliuolo di Bob ob , re di Soba,allorch si mosse per conquistare il paese fino al fiume Eufrate4. David fece prgionieri mille settecento de' suoi cavalieri, e venti mila pedoni, e tagli i garetti a tutti i cavalli de' cocchi , e di quei cocchi ne riserbo cento. 5. E i vSiri di Damasco s mossero per dare aiuto ad \darezer re di Soba : e David iiecse ventidue mila Siri.

Damasci : factaque est Syria David serviens sub tributo-, servavitque Dominus David in omnibus ad quaecumque profectus est. 7. Et tulli David arma aurea, quae habe* bant servi Adarezer, et de tulitea in Jerusalem 8. Et de Bete, et de Beroth > civitatibus Adarezert tulit rex David aes multum nimis. Q. Audivit autem Thou rex Emath, quod percussisset David omne robur Adarezer, io. Et misit Thou Joram filium suum ad regem David, ut salutaret eum congratulans, et gratias ageret, eo quod expugnasset Adarezer, et percussisset eum: hostis quippe erat Thou Adarezer, et

masco: e la Siria fu serva, e tributaria di David : e il Signore conserv David in tutti i luoghi dove and. 7. E prse David le armi d'oro che avevano i cortigiani di Adarezer, e portollea Gerusalemme. 8. E quantit grandissima di rame port via David da Bete, e da Beroth , citt di Adarezer. 9. Ma Thou re di fimati! avendo udito, come David avea disfatto tutto il nerbo delle forze di Adarezer, lO.Mand Joram suo figliuolo al re David a salutarlo,e congratularsi con lui, e rendergli grazie dell'avere fiaccato, e disfatto Adarezer: perocch questi era nimico di Thou, (Jorarn) portava seco vasi d'oro,

Vers. 8. Da Bete, e da Beroth. Bete alcuni la credono la stessa che fiata, ovver Batua, tra Berea e Jerapoli. Berolh credesi Beroe. Vers. p. Thou re di Ernath. Comunemente credesi Antiochia, ovvero Epiphania ; ma v'ha chi pretende, che ella sia Emersa sul fiume Oronte.

in manu ejus erant vaso, aurea, et vasa argentea, et vasa aerea : 11. Quae et ipsa s anetifieavit rex David Domino cum argento, et auro, quae sanetificaverat de universis gentibus, quas subegerat, 12. De Syria, etMoab, et filiis Ammon, et Philisthim, et Amalec, et de manubiis Adarezer filii Rohob, regis Soba. 13. Fecit quoque sibi David nomen, cum reverteretur capta Syria ****m*^>alle Salinarum, \cae^^"itecem, et ocio milUbus. 14- Et posuit in Idumaea custodes, statuii que praesidium', et facta est universa Idumaea serviens David. Et servavit Dominus David in omnibus ad quaecumque profectus est.

di argento , e di bronco : 11. I quali il re David consacr al Signore insieme coir oro e coli' argento consacrato da lui di tutte le genti, che avea soggiogate, 12. Della Siria , e di Moab , e de' figliuoli di Ammon e de'Filistei, e d Amalec, e colle spoglie di Adarezer figliuolo di Rohb, re di Soba. 13. Acquist ancor molta gloria Davidde, allorch ritornando dalla conquista della Siria, uccise dicitio mila uomini nella valle delle Saline. i4- E pose governatori nell' Idumea , e un presidio di soldati: e l'Idumea tutta quanta fu soggetta f a David. E il Signore custodi Davidde in tutti i luoghi, dov'egli and.

Vers. 13. Uccise diciatto mila uomini ec. Questa vittoria fu sopra gl'Idumei, come apparisce da'LXX., e dal versetto seguente. La valle delle Saline dovea essere non lungi dal mare morto, e apparteneva ali'Idumea.

15. Et regnavit Uavid super omnem Israeli faeiebat quoque David fudicum etjustdam o? mn populo suo. 16. Joab autem filius Sarvae erat super exercitum: porro Josa" phath filius Ahilud erat c^commentaris. 17. Et Sadoc filius 'Achtob, et Achimelech filius Abiathar erant sacerdotes, ei Saraias scriba.

15. David pertanto regn sopra tutto Israe* le: e rendeva ragione e amministrava giustizia a tutto il suo popolo. 16. E Gioab figliuo* lo di Sarvia era capita* no dell' esercita : e Josaphath figliuola di Ahilucl era sua segretario. 17. E Sadt>c figliuolo! di Achifrob, e Achime* lech figliuolo di Abiathar erano sommi sa* cerdoti> e Saraia scriva. uo,_

Vers. 15. * Rendeva ragione, ed amministrava giustzia:. Non le strepitose azioni, ma le virt vere son in pregio davanti a Dio. Ei dunque corona gli elogi di uno de' pi cari suoi servi , valoroso nell'armi, celebrandone la piet, la giustizia, V applicazione, la vigilanza al pubblico bene. Vers. 16. Gioab figliuolo di Marvin era capitano e. Gioafo era figliuolo di Sai-via sorella di David. Si vede d questa storia il carattere duro, superbo, e vendicativo di quest'uomo. Egli era buon capitano, e avea fatto molto, per mettere Davidde sul trono; ma questo principe ebbe molto da soffrire da l u i , e gli convenne di usar pazienza per non esporre il suo regno a una guerra civile : tanta era la riputazione e 1' autorit^U^f ioab. Josaphath ... era suo segretario. Scrive|^^|emorie , ovvero il diario d tutto queFl che il re faceva ff%stf|)ortante. Vers. 17. Sadoc ... e Abimelech ... erano sommi sacerdoti. Quando Abiathar pronipote di Heli si rifuggi presso David , i, Reg. xxu. o. ; allora Sani cre pontefice Sadoc della famiglia di Eleazaro. Dopo che David fu riconosciuto d# tutta Israele, Sa.doc.' e Abiathar conservarono il sommo pontificato, e ne fecero le funzioni, Sadoc a Gabaon, Abiathar a Gerusalemme. Abbiamo altrove notato , che Achimelech figliuolo di Abiathar lo stesso che Abiathar figliuolo di Achimelech ; e il padre e il figlio portavano 1' uno e P altro nome.

18. Banaias autem filius Jojadae super Cerethi, et Phelethi : filii autem David sacerdotes erant.

18. E Banaia figliuolo di Jojada era capo d quelli di Cerethi, e di Phelethi ; e ifigliuolidi David erano i primi presso il re.

C A P O IX. Con quanta clemenza David trattasse Miphboseth figliuolo di donata, stroppiato, a cui rendette tutte le possessioni di Saul coltivate da Siba coi suoi figliuoli, e servi, ammettendo lo so Miphiboseth alla sua mensa 1. j2itdixitDavidi Putasne est aliquis, (fui remanserit de domo S aut, ut faciam cum eo misercordam propter Jonathan ? 2. Erat autem de domo Saul servus nomine Siba : quem cum vocasset rex ad se, dixit ei : Tune es Si6a? et Me 1. Allora David disse : Chi sa, se siavi rmaso alcuno della casa di Saul, a cui possa io far del bene per amore di Gionata? 2. Ed eravi un servo della casa di Saul per nome Siba : e il re chiamatolo a se, gli disse : Se'tu Siba ? e quegli ri-

Vers. 18. E tanaq capo di quelli di Cerethi ec. Banaia comandava a' soldati che portavano quei nomi, ed erano Filistei d origine, ed erano entrati al servizio di David fin da quando egli stava a Geth presso il re Achis. E credesi, che fossero proseliti. I figliuoli di David erano i primi ec. Letteralmente: Erano sacerdoti, lo che dee spiegarsi nel senso dato nella traduzione, come si vede, r. Parai, xviu. 17. Aveano la prima dignit nella reggia. La stessa voce presso gli Ebrei significa sacerdote , e principe.

spose: Son quel desso io tuo servo. 3. E il re soggiunse: Vi ha egli alcuno della casa di Saul, a cui io possa far del bene in buondato? E v Siba rispose al re : rimaso un figliuolo di Gloriala, debole di gambe. 4-E dove egli? disse David. Rispose Siba: Egli a Lodabar in casa di Machir figliuolo di Ammiel. 6. Allora il re David mand a prenderlo a Lodabar, a casa di Machir figliuolo diAmmiel. 6. E giunto che fu Miphiboselh figliuolo di Gionata figliuolo di Saul alla presenza di Davidde, si prostr boccone per terra , e lo ador . E David disse : Miphiboseth ? Ed ei rispose : Ecco qui il tuo servo. 7. Et alt ei David: y.E David disse: Non Ne timeas quiafaciens temere, perocch io ti faciam in te misericor- far del bene assai per
Vers. 2. Un servo ... per nome Siba. Questo servo dovea essere come un maggiordomo, o soprintendente della casa di Saul, come lizer della casa di bramo , Giuseppe in quella di Putiphar : servi simili a quello, di cui si parla nel Vangelo Lue. su. 4 2 -

respondit : Ego sum servus tuus. 3. Et alt rex : Numquid super est aliquis de domo Saul, ut faciam cum eo misericordiam Dei ? Dixitque Siba regi: Superest filius Jonathae, debilis pedibus. 4- Ubi, inquit, est ? Et Siba ad regem; Eccefait, in domo est Ma' chr filii Ammiel de Lodabar. 5. Misit ergo rex David, et tulit eum de domo Machir filii Ammiel de Lodabar. 6. Cum autem venisset Miphboseth filius Jonathae filii Saul ad David9 corruit in faciem suam, etadoravit. Dixitque David: Miphifoseth? Qui respondit: Adsum servus tuus

diam propter Jonaihan patrem tuumt et restituam tibi omnes agros S aut patris tui> et tu comedes panem in mensa mea semper, 8. Qui adorans eumt dixiti Qus ego sum servus tuus, quoniam respexisti super canem mortuum similem mei ? 9. Vocav itaque rex Sibam puerum $aul, et dixitei'. Omnia quae" cumque fuerunt S aut, et universum domum ejus> dedi filio domini lui. 10. Operare igitur ei terram tu, et filii tuit et servi tui : et inferes filio domini tui cibos> ut alatur\ Miphiboseth autem filius domini tui comedet semper panem super mensam meam. 'Erant autem Sibae

amore di Gionala padre tuo , e li render tutti i poderi di Saul tuo avolo, e tu mangerai sempre alla mia mensa. 8. E quegli inchinatosi profondamente disse : Chi son io tuo servo, onde tu abbi voluto rivolger lo sguardo ad un cane morto, quale son io ? 9. David pertanto chiam Siba servo di Saul, e gli disse : Io ho donato al figliuolo del tuo signore tutto quello che possedeva Saul, e tutti i beni della sua casa. io. Lavorate adunque le sue terre tu, e i tuoifigliuoli, e i tuoi garzoni,e darai da mangiare al figliuolo del tuo signore, e da mantenersi : maMiphiboseth figliuolo dei tuo signore manger sempre alla mia mensa.

Vers. 7. Ti render tutti i poderi di Saul ce. Doveano essere stati confiscati in pena della ribellione d'Isboseth. Siba perei itisieme co' beni di Saul apparteneva a Davidde. Vers. io. Darai da mangiare al figliuolo del tuo signori, A, Micha figliuolo di Miphiboseth.

quindecim filii, et viginti servi. 11. Dixitque Siba ad regem : sicut jus s isti, domine mi rex, servo tuo, sic faciet servus tuus : et Miphiboseth comedet super mensam meam, quasi unus de filiis regis 12. Habebat autem Miphiboseth filium parvulum nomine Micha : omnis vero cognatio domus Sibae serviebat Miphi&oseth. 13. Porro Miphiboseth habitabat in Jerusalem : quia de mensa regis jugiter vescebatur : et erat claudus u* tregue pede.

E Siba avea quindici figliuoli, e venti servi. 11. E Siba disse al re : II tuo servo far, o re mio signore, come tu hai comandato : e Miphiboselh manger alla mia mensa , come uno de'figliuoli del re. 12. Or Miphiboseth aveva un piccolo figliuolo per nome Micha: e tutta la famiglia d Siba serviva Miphiboseth. 13. E Miphiboseth dimorava in Gerusalemme : perocch mangiava continuamente alla mensa del re ; ed era zoppo d'ambedue {e gambe.

Vers. 11. E Miphiboseth Manger alla mia mensa, come ec. Ovvero : Anzi Miphiboseth manger ec. , offerendosi Siba noti solo di mantenere, e di trattare con tutta decenza il figliuolo di Miphiboseth, ma anche il padre stesso , e di fargli un trat'tamcuto simile a quello de'figliuoli del re. In altri luoghi dei libri santi la particella et usata nel senso che qui 1' dato. Questo servo largheggiava molto a parole ; ma era di fatto un cattivo arnese , come vedremo.

C A P O X.

Ianone re degli Ammoniti, che uvea fatto oltraggio agli ambasciadori di David ( manda" ti a consolarlo nella morte del padre ), avendo ratinati contro Davidde anche gli ajuti della Siria, sbaragliato da lui unat e due volte. 1. JL actum est autem post haec, ut moreretur rex filiorum Ammon, et regnavit Jtanon filius ejus pro eo. 2. Dxtf/ue David : Faciam misercordiam cum 71 anon filio ZVdty, sicut fecit pater ejus mecum miserie ordiarn. Misit ergo David > consolans eum per servos suos super patris interitu. Cum autem venissent servi David in terram filiorum Ammon, 1. Avvenne dipoi, ebe mor il re de' figliuoli di Amino n , e successe a lui Hanon suo figliuolo. 2. E David disse : Io avr riguardo per Hanon figliuolo di Naas,come il padre suo lo ebbe per me. Davidde adunque mand suoiambasciatori per consolarlo della perdita del genitore. Ma arrivati che furono gli ambasciatori di David sulle terre de'figliuoli di Ammon,

Vers. 2. Come il padre suo lo ebbe per me. Non raccontato nella Scrittura n il quando, n il come avesse il re degli Ammoniti fatto del bene a Davidde. Alcuni credono , che il re ammonita fosse in quel tempo signore anche de' Moabiti : or Davidde si ritiro presso il re di Moab, quando s trov in pericolo della vita a Getti , i. Reg. xxn. 3. Comunque ci sia, l'ottimo cuore eli David, e la sua buona memoria, e la gratitudine ch'ei serbava dei benefizii ricevuti, degna di somma lode.

3. Dixerunt princi* pesfiliorum Ammon ad Hanon dominum suum; Putas, quod propter ho norem patris lui mise rit David ad te consofatores, et non ideo^ ut investigarci:, et ex plorarci civitatem, et everterci eam, misit David servos suos ad te? 4. Tulli itaque Hanon servos David> raitque dimdiam partem barbae eorum, et praesciditvestes eorum medias usque ad nates, et dimisit eos. 6. Quod cum nuntiatum esset David> misit In occursum eorum : erant enim viri confusi turpiter valde, et mandavi eis Davidi Ma* nete in Jercho, donec crescat barba vestra^ et tunc revertimini.

3. Dissero i principi degli Ammoniti ad Hanon loro signore : Credi tu, che Davidde abbia mandato costoro a consolarti per faf onore al padre tuo, e non piuttosto che abbia egli mandati a te i suoi servi a prender lume, ed esplorare lo stato della citt per rovinarla ? 4. Hanon pertanto fece prendere i servi di David, e f5 loro radere la met della barba , e fece tagliare la met delle loro vesti fino alle natiche, e li rimand. 6. La qual cosa essendo stala riferita a Davidde,spedi gente incontro ad essi : perocch erano malamente confusi, e fece dir loro; Fermatevi in Gerico, sino che vi cresca la barba, e poi tornate.

Vers. 4- F loro radere la meta della barba. Vale a dire , fece radere la loro barba da uno dei lati, lasciandola lunga, come ?ra, dall' altro lato. Gli Ebrei non si radevano interamente la barba. Vedi Levit. xix. 27., e portavano abiti lunghi. Ver?. 5. * Fermatevi in Gerico. Gerico propriamente non *ussisteva, perch distrutta da Giosu, e dopo riedificata iii.Reg.xvi. ir. 34- Vien dunque indicato sotto tal nome qualche luogo vicino

6. Videntes autem /?lii Ammon, quod injuriam fecissent David> miserunt, et conduxerunt mercede Syrum Rohob, et Syrum Soba> viginti millia peditum, et a rege Maacha mille viros, et ab Istob duodecim millia virorum. 7. Quod cum audis' set Davd, misit Joab^ et omnem exercitum bellatorum. 8. Egressi sunt ergo filii Ammon, et drexe* runt aciem ante ipsum introitum portae : Syrus autem Soba, et Rohobt Istob, et Maacha seorsum erant in campo. 9. Videns igitur Joab> quod praeparatum esset adversum se praelium et ex adverso, et post tergum> elegit ex omnibus electis lsraely

6. Ma gH Ammoniti riflettendo ali' ingiuria fatta a Davidde mandarono ad a&soldare i Siri di Rohob , e i Siri di Soba, venti mila pedoni, e mille uomini dal re di Maacha, e dodici mila uomini da Istob. 7. Delle quali cose essendo stato informato Davidde marid Gioab con tutto 15 esercito de1 suoi combattenti. 8. Si mossero adunque i figliuoli di Ammon, e ordinarono le loro schiere al primo ingresso della porta;ma i Siri di Soba, e di Rohob , e d Istob, e di Maacha erano a parte nella campagna. 9. Gioab adunque veggendo , come quegli eran preparati ad attaccarlo alla fronte , e alle spalle, fece scelta di tutti i pi bravi d'Israele,e

alle vestigie di queli' antica citt, e forse quello chiamato citt delle palme. Judic. \. v. 16., et ni. v. 13. Vers. 7. Davidde mando Gioab. L' affronto fatto allo stesso re nella persona de' suoi ambasciatori, era legittima causa di far guerra agli Ammoniti : ma questi tardi riflettendo sopra quello, he eveati fatto, prevennero Davidde, e si misero in ordine,

ei instruxit aderti contra Syrum : 10. Religum autem partem populi tradictit A bis ai fratri suo, qui direxit aciem adversus filios Ammon. 11. Et aitjoab* Si praevaluerint adversum me Syri, eris mihi in adjutorium: si autem filii Ammon praevaluerint adversum'te, auxiliabor ubi. 12. Esto virfortis, et pugnemus pro populo nostro, et civitate Dei nostri: Dominus autem faciet^ quod bonum est in conspectu suo. 13. Iniit itaque Joab, etpopulus, qui erat cum eo, certamen contra Syrosi qui statim fugerunt a facie ejus* 14- Filii autem Ammon videntes, quia fugissent Syri, fugerunt et ipsi a facie Abisai : et ingressi sunt civita-

li mise in ordinanza in faccia a'Siri : 10. E il rimanente del popolo lo diede ad Abisai suo fratello, il quale si volse colle sue schiere contro gli Ammoniti. 11. E dissegli Gioab: Se i Siri avran vantaggio sopra di me , tu mi darai soccorso : e se i figliuoli di Ammon avran vantaggio sopra di te , io ti soccorrer. 12. Portati da uomo valoroso , e combattiamo pel nostro popolo, e pella citt del nostro Dio : il Signore poi far quello che a lui piacer. io. Cominci adunque Gioab , e la gente che era con lui, la battaglia contro i Siri : i quali subito voltarono a lui le spalle. 14. E i figliuoli di Ammon veggendo, come i Siri si eran dati alla fuga, fuggirono anch'essi dalla faccia di A-

Vers. 8. Al primo ingresso della porta della citt di Medaba i, Parai, xix. 9.

lem. Reversusgue est bisai : e si ritirarono 3oab a filiis Ammon, et nella citt. E Gioab se ne torn dal paese deventi Jerusalem. gli Ammoniti, e venne a Gerusalemme. i6.Ma i Siri conside16. Videntes igitur $yr, quoniam corruis- rando, come si erano seni coram Israel, con- sbigottiti in faccia ad Israele, si riunirono tutgregati sunt pariter. ti insieme, 16. E Adarezer fece 16. Misitque Adarezer, et eduxit Syros, venire i Siri, che abitaqui eranttrans fluvium, no di l dal fiume e conet adduxit eorum exer- dusse seco il loro esercitum : Sobach autemt cito : e Sobacb capitano magster milidae Ada- delle milizie di Adarerezer, erat princeps eo- zer comandava ad essi. rum. 17. Quod cum nun17. La qual cosa ritiatum essetDavid, con- ferita che fu a Davidde, tr&xit omnem Israelem, raun tutto Israele , e et transwit Jordanem, pass il Giordano e anvenitene in Helam. Et d ad Heam. E i Siri direxerunt aciem Syri ordinarono le loro schieex adverso Davidt et ra in faccia a Davidde, e pugnaverunt contra vennero alle mani con eum: esso : 18. Ma i Siri furon 18. Fugeruntque Syri a facie Israel, et oc- messi in fuga da Israecidit David de Syris le, e David distrusse a' septingentos currus et Siri settecento cocchi, quadraginta millia e- e quaranta mila soldaquitum: et Sobach prin- ti a cavallo ; e fer Socipem militiae percus- bach capo delle milizie, sit : qui statim mortuus il quale subitamente est. mor.

19. Videntes autem universi reges, qui erant in praesidio Adarezr, se victos esse ab Israel^ expverunt^ et fuerunt quinquaginta, et ocio millia coram Israel: Et Jecerunt pacem cum Israe^ et servierunt eis : timueruntqv,e Syri auxilium praebere ultra filiis Ammon.

19. Or tulli i regi che era n venuli in ajuto di Adarezer , vedendosi superali da Israele, si sbigollirouo, e voltarono le spalle a Israele in numero di cinquant* olio mila uomini. E fecer pace con Israele, e furon soggetti a lui , e non si arrischiarono pi i Sirf a dar soccorso a* figliuoli di Ammon.

Vr. 18. Dstrtifse settecento coechi, quaranta, mila solciati cavallo. Ne' Parlipomeni, lib. . cap. xix. 18. leggonsi fette mila cocchi, quaranta mila pedoni. Ma riguardo ai coccia dee osservarsi, che settecento eocchi portavano sette mila uomini, essendone dieci per ogni cocchio, e questi sette mila uoteini si dicono uccisi ne' Paralipomni, e qui distrutti i cocchi. Riguardo ai quaranta mila cavalli, e ai quaranta mila pedoni, non dee aversi difficolta in credere, che ne' Paralipomni sia supplito il numero de' soldati a piedi che furono disfatti in quel la battaglia, essendo stati notati qui i soli soldati a cavallo. Vcrs. io. Furono soggetti a lu. Furono noi tributarii. Cost anche di la dal!' Eufrate ebb David dei popoli cUe li pagarono tributo.

C A P O XI. Mentre Gioab fa V assedio di Rabba citt degli Ammoniti, Davidde stando a casa in riposo, ali' adulterio con Bethsabea aggiunge* per celar questo, f omicidio di Uria: la prende per moglie, e ne ha un figliuolo, e il Signore ne mosso ad ira. 1. JL actum est autem, (i) vertente anno, eo tempore, quo solent reges ad bella procederey misit David Joab, et servos suos cum eo, et unversus Israel, et vastaverunt filios Ammon, etobsederuntRabba. Davidautemremanit in Jerusalem. 2. Dum haec agerentur, accidit, ut surgeret David de strato suo post meridiem, et deambularci in solario domus regae: viditque mulierem se lavantem ex ad(i) i. Par. ao. i.
Vers. i. Nel tempo , m cui sogliono i re andare alla guerra ec. Alla primavera. Davidde ricomincia la guerra contro gli Ammoniti dopo avere domati i Siri, che avean preso a difendere quel popolo.

1. V./r avvenne un anno dopo che nel tempo, in cui sogliono i re andare alla guerra , David mand Gioab , e i suoi uffi'/Jali con lui , e tutto l'esercito d'Israele a saccheggiare il paese di Ammon, e assediarono Rabba. Ma David si rest in Gerusalemme. 2. E mentre tali cose facevansi, avvenne che Davidde alzatosi dal suo letto dopo il mezzod si mise a passeggiare sul solajo della casa reale : e vide una donna

Vol. V.

16

verso super solarium suum : erat autem muler pulchra valde. 3. Misit ergo rex, et requsivit, quae esset mulier. JXuntiatumque est ei, quod ipsa esset Bethsabee filia Eliam, uxor Uriae HethaeL 4- Missis itaque Da* vid nuniiis, tulii eam : quae cum ingressa es3et ad illum, dormivit cum cai (i) stadmqe sanctificata est ab ini' munditia sua. 5. Et reversa est in domum suam concepir
(i) tev, 15. 18.

che s bagnava dirimpetto sul suo sola jo: e la donna era bella assai. 3. lire adunqne mand ad informarsi chifosre la donna. E fugli detto come ella era Bethsabea figliuola di Eliam, moglie di Uria Hetheo. 4- Davidde pertanto, mandati de' torcimanni la fece venire: e venuta che fu, dorm con essa : e tost ella si purific dalla sua immondezza. 6. E se ne torn a casa sua, che gi era gra-

Vers. 3. Figliuola di Etiam. Ne' Paralipomen ella detta Figliuola di Ammiel; ma la differenza, che viene da una trasposizione di lettera, non altera la significazione dell'uno e dell' altro nome, che la stessa. Eliam era figliuolo di Achitophel, cap. xxin. 34Di Uria Hetheo. Pu essere , che egli fsse Hetheo , cio Cananeo per nascita , e che dipoi abbracciasse il giudaismo , ovvero, che questo nome lo avesse dall'aver fatto lunga dimora.tra gli Hethei, o perch avesse fatta' qualche prodezza contro di essi. Vers. 4- E tosto ella si purifico. Levit. xv. 18. * Mandali de1 torcimanni la fece venire. Not s. Ambrogo avere il Signore permessi in David gravi disordini perch i giusti temessero ne' pericoli, e s animassero i peccatori ala penitenza. S. Agostino poi sul Salmo L. crede nata dalla superbia 3a caduta d questo re, coerentemente a quel de' Prov. xvi. v. 18. Alla caduta va innanzi la superbia, e suppone, ch'ei vi si abbandonasse , quando per Ifr vittorie usci delle umiliazioni, e delle avversit,

foetu. Mittensque nuntavit David, et alt : Concep. 6. Mist autem David ad Joab, dcens\ Mtte ad me Uriam Hethaeum* Misitque Joab Uriam ad David. 7. Et venit Urias ad David : quaesivitque David, quam ree te ageret Joab) et populuS) et quomodo administraretur bellum.

vicla. E mand a dire a' David : Ho concepito. 6. E David fece dire a Gioab : Mandami Uria di Hetb. E Gioab mand Uria a David. 7. E giunto Uria dinanzi a David , questi gli domand, come se la passasse bene Gioab , e il popolo, e come fossero amministrate le cose della guerra. 8. Indi disse David ad Uria : Va a casa tua, e lavali i piedi. E Uria usc dalla casa reale, e gli furon portate appresso delle vivande del re. 9. Ma Uria dorm davanti alla porta della casa reale con altri ministri del suo signore : e non si port a casa sua.

8. Et dixit David ad 'Uriam : Vade in do nium tuam, et lava pedes tuos. JEt egressus est Urias de domo re gw, secutusque est eum cibus regius. 9. Dormivit autem Urias ante portam domus regiae cum aliis servis domini sui : et non descendit ad domum suam. 10. E fu riferito ci 10. Tfuntiatumque est bavd a dicentibus : a David, e fugli detto :

Vcrs. g. E non s port ei ea fa stia. t3a\idde cerca tutti i modi per nascondere il suo peccato ; e Dio vuole, che a tutti sia manifesto

Ufo fi hit Urias in domum suam. Et alt David ad Uriam : Nnmquid non de via venisti ? quare non descendisti in domum tuam ? n. Et alt Urias ad David : Arca Dei, et Israel, et Juda Jtabitant in papilionibus, et dominus meus Joab, et servi domini mei super faciem terrae manent^ et ego insediar domum meam, ut comedam, et bibam^et dormiam cum uxore mea 1 per salutem tuam^ et per salutem animae tuae non faciam rem hanc. 12. Ait ergo David ad Uriam : Mane hic etiam hodie, et cras dimittam te. Mansit Urias in Jerusalem in die illa et altera : 13. Et vcavit eum David) ut comederet coram se, et biberet, et inebriavit eum: qui egressus vespere,. dormivit in strato suo cum servis domini sui ; et in domum suam non descendit*

Uria non andato a casa sua. E David disse ad Uria : Non hai tu fatto -viaggio ? Per qual motivo non sei andato a casa tua? 11. Ma Uria disse a David : L1 arca di Dio e Israele , e Giuda abitano sotto le tende, e il signor mio Gioab , e i servi del mio signore dormono in piana terra, e io andr 8 casa mia per mangiare, e bere , e dormir con mia moglie ? per la vita , e per la salute del mio re non far io tal cosq. 12. Disse adunque David a Uria : Fermati qui ancora per oggi, e domani ti licenzier. Si trattenne Uria in Gerusalemme quel d, e il seguente. 13. E i n vuoilo Davidde, a bere con s, e lo ubbriaco: ed egli andatosene la sera dorm nel suo letto cogli uffiziali del suo signore: ma non and a casa sua.

i4 J?actum est ergo mane, et scripsit David epistolain ad Joab : misitcjue per manum Uriae, 16. Scribens in epistola :' Punite Uriam ex adverso ell, ubi fortissimum est praelium : et derelnquite eumy utpercussus intereaL 16. Igitur cum Joab obsideret urbem, posuit Uriam in loco, ubi sciebat viros esse fortissimos. 17. Egressique viri de civitate bellabant adversum Joab, et ceciderunt de populo servorum David) et mortuus est edam Urias Hethaeus. 18. Misit itaque Joab, et nuntiavit David omnia verba praelii :

i4. Ma venuto il mattino, Davidde scrsse una lettera a Gioab: e matidolla per le mani di Uria. i5.E avea scritto nella lettera: Mettete Uria in faccia alla battaglia, dove la zuffa pi cruda: e ivi lasciatelo, affinch sia messo a morte. 16. Gioab adunque assediando la citt, post Uria in quella parie, dove sapeva che era il forte de'nemc. 17. usciti quelli della citt assaliron Gioab,e vi morirono alcuni della gente di David, e peri anche Uria di Heth. 18. Gioab mand avviso a David diluite le cose avvenute nella battaglia :

Vers. 13. Dormi nel suo Ullo cogli iiffiziali del suo signore, Uria, uno de' pi valorosi soldati de] re, n. Reg. xxni. 3g. ; sembra perci, che egli avesse luogo tra le guardie reali, e avesse letto, e posto tra queste, quando era a Gerusalemme. Vers. 15. Mettete Uria ec. E cosa da notarsi per gran documento , come una passione in apparenza s mite trasformi il carattere di un uomo, e di uu uomo qual era Davidde. Il pi mansueto e benigno principe gi cambiato iu un tiranno, aiui in una fiera crudele.

i g.Praecepitque nun19. E ordin al mestio, dicens : Cum com- so, e disse: Quando apleveris universos ser- vrai fatta al re tutta la mones belli ad regem , relazione delle cose della guerra, 20. Si eum videris 20. Se vedrai ch' egli ndignari) et dixeritt vada in collera, e dica : Quare accessistis ad per qual motivo vi sie* murumt ut praetiarem- te appressati alle mura ni? an ignorabati^ per combattere ? non quae multa desuper ex sapevate voi, come di muro tela mittantur ? sopra le mura si scaglia* no i dardi a furia? 21, Quis percussit 21. Chi fu, che ucci'Abimeleeh filium Jera* se Abimeleeh figliuolo boati-(i) Nonne mulier di Jerobaal ? Non fu elmisit super eum fra* la una donna , la quale gmen jnolae de muro, getlogli addosso un pezet interfecit eum in zo di macina dalla muThebes? Quare juxta raglia , e Io uccise in murum accessistis ? Thebes ? Per qual mo Dices : Etiam servus tivo vi siete voi apprestuus Urias Hethaeus sati alla muraglia? Tu dirai* E morto anche il occubuit. tuo servo Uria di Heth,
(i) Jud, g,53.

Ver*, ai. Chi fu che uccse Abmelceh ee. Abimeleoli figliuolo, di Gedeone, il qual Gedeone fu detto anche Jerobaal. Nel1' Ebreo in vece di Jerobaal si legge Jerubeseth , mettendo in vece di Batti ( il qual nome gli Ebrei aveano scrupolo di pronunziare, perch significa un falso dio ) la voce Beseth, che vuol dire obbrobrio, confusione, vitupero. Lo stesso osservasi ne' nomi di Miphiboseth, e di Isboseth posti in vece di Miphibaal, I sbatti. La storia di Abiraelech ucciso la Thebes nel capo y. de' Gimlifti.

22. Abiit ergo nu fi22, II messo adunlius, et venit, et narra" que part, e giunse,e racvii David omnia, quae cont a David tutto quello che gli avea coei praeceperat Joab. mandato Gioab. 20. Et dixit nuntius 23. E disse il messo ad David : Praevalue- a David : Coloro hanno runt adversum nos viri> avuto del vantaggio soet egressi sunt ad nos: pra di noi, e sono usciin agrum ; nos autem li fuori contro di noi facto impelli persecuti alla campagna: ma noi eos sumus usque ad abbiam fatto forza, e gli abbiam rispinti siportam civitatis. no alla porta della citt, 2/j-E gli arcieri hanno 24. Et direxerunt jacula sagittarii ad ser- lanciati i loro dardi dal le vos tuos ex muro desu- mura sopra la tua genper: morInique sunt ser- te, e son morti alcuni vi regis-, quin etiamser* de'servidel re : anzi anvus tuus Urias ZTe- che il tuo serva Uria di Heth morto.. thaeus mortuus est. 26. E David disse al 26. Et dixit David ad nuntium : Haec di- messo : Tu dirai a Gioab: ces Joab Non te fran* Non perderti d* animo gat ista nes ; varius e- per simil cosa .* perocnim eventus est belli: ch varii sono gli evennunc hunc, et nunc il- ti della guerra : e ora lum consumit gladius : questo, ora quello, diconforta bellatores tuos vorato dalla spada : fa ddversus urbem> ut de- coraggio a'tuoi guerriestruas eam, et exhorta* ri, e aizzali contro la re eos. citt per distruggerla. a 6, Audivit autem u26. E la moglie di xor Uriae* quod mor- Uria seppe, come Uria tuus esset Urias vir suo marito era morto^ suusi et planxit eum. lo pianse.

27. Trans ac fo autem luetu, misit David, et introduxit ean} in domum suam: #tfacta est ei uxor, fperitque ei filium. tdisplicuitverbum hoc> quod fecerat David, coram Domino.

27. E finito che ella ebbe il suo lutto, David la fece venire in sua casa: ed ella divenne sua moglie , e partor a lui un figliuolo. Ma quello che avea fatto Davidde, dispiacque al Signore.

Vers. 26. e 37. E lo pianse ec. Pu essere, che lo piangesse di cuore, ed anche che ella non fosse informata, come la morte del marito non era effetto di puro caso. Ma inescusabile fu in questa donna la facilit, con cui si prest alle impure brame del re, al quale avrebbe dovuto resistere fino alla morte. Credesi, che il lutto del marito durasse sette d , come pegli altri morti. Il matrimonio , che Davidde contrasse con essa , passato quel tempo , era contro ogni buona regola : perocch importa infinitamente al ben generale della societ, che sia tolta a' cattivi uomini ogni speranza di conseguire una donna col dar la morte al marito. Quindi nelle leggi della chiesa son dichiarati di niun valore tali matrimonii. Ma quantunque l matrimonio di David colla moglie di Uria fosse mal fatto , e di pessimo esempio , e di dispiacere a Dio , contuttoci non era nullo , e neppur dopo la penitenza di David non fu disciolto, e Bethsabea si nomina* come moglie di David nella genealogia di Cristo , e il figliuolo da lei couceputo per adulterio fu tenuto come legittimo, perch nato nel matrimonio'

C A P O

XII.

Davidde ripreso da Hfathan per mezzo di una parabola, da s stesso si condanna, e Nathan minaccia a lui gravi flagelli. Si compunge, ed a lui perdonata la colpa, ma non rimessa la pena. Morte del figliuolo. Nascita di Saiomone. La citt di fiabbath, diroccata. David si prende il diadema preziosissimo dic/uelre. Supplizio degli Ammoniti. 1. LiJLisit ergo Dominus Nathan ad David : qui cum venisset ad eum, dixit ei : Duo viri erant in civitate una, unus dives, et al' ter pauperi 2. Dives habebat oves et boves plurimos valde : 3. Pauper autem nihii habebat omnino, praeter ovem unam parvulam, quam emrat, et nutrierat, et quae creverat apud eum cum filiis ejus simul, de pa

M.. '

1. Al Signore adunque mand Nathan a David : quegli and, e gli disse : Due uomini erano nella stessa citt, uno ricco, e l'altro povero: 2. Il ricco avea in gran numero pecore e bovi: 3. Il povero poi non avea niente affatto, fuo-1 ri che una piccola pecorella, che avea comperata e allevata, ed essa era cresciuta in casa sua insieme co' suoi t-

Vers. \.11 Signore adunque mando Nathan a David. Era gi circa un anno che Davidde scordatosi di Dio, e di ss medesimo vivea nel peccato ; perocch il figliuolo di Bethsabea era gi nato , quando Dio mandogli il profeta Nathaw Questo profeta con una bella parabola rappresenta vivamente al suo re tutta l'enormit de' suoi falli, e lo forza a condannarsi da se medesimo. l *

ne illius comedens, et de calice ejus bibens^ et in sinu illius dormiensi erattjue illi sicut fitta.

4- Cum autem peregrinus quidam venisset ad divitem^ parcens ille sumere de ovibus> et de bobus suis> ut exhieretconvivium peregrino illi, qui venerai ad $et tulit ovem viri pauperis, et praeparavit cibos homin, qui venerai ad se. 5. -Iratus autem indi^natione David adversus hominem illam nimis, dixit ad Nathan : Vivit Dominus, quo niam filius martis est vir, qui fecit hoc. 6. (i) Ovem reddet 6. Pagher quattro in quadruplum, eo quod volte il valor della pecofecerit verbum istud, et ra per aver fatto talco* non pepercerit. sa, e noti aver avuta piet.
(i) Exod, 22. i. Vers. 5. E reo di morte. La inumanit del ricco verso quel povero, a cui toglie tutto, levandogli queli' unica pecorella, que* sta inumanit merita di essere punita non colla pena ordinaria del furto, ma colla morte. Vers. 6. Pagher quattro volle il valor della pecora ce. Secondo la legge -, Exod. xxu. i. Gli Ebrei osservano che in questa

gliuoli, mangiando l pane di lui, e bevendo alla sua coppa, e dormendo nel suo seno: ed ei la teneva in luogo di figliuola. 4- Or essendo arrivato un forestiero a casa del ricco, risparmiando questi le sue pecore , e i suoi bovi per fare un banchettoall'ospite,che era venuto a casa sua, si pigli la pecora del povero, e ne fece vivande per colui che era venuto a casa sua. 5. Sdegnato altamente David contro un tal uomo, disse a Nathan Viva il Signore : colui che ha fatto questo , reo di morte.

7. Dixit autem N a* than ad David ; Tu es ille vir: Haec dicit Dominus Deus Israel : Ego unxi te in regem super Israel, et ego erui te de manu Saul. 8. Et dedi tib domum domini fui, et uv xores domni fui in si' nu tuo., dedique tibi domum Israe^ et Judai et si parva sunt ista, adjiciam tibi multo ma-* jora. 9. Quare ergo con temp sisti verbum Domini, utfaceres malum in conspectu meo? Uriam Hethaeum percus,sisti gladio, et uxorem illius accepisti in uxorem tib, et interfecisti eum gladiafiliorumAift* man.

7. Ma Nathan disse a David : Tu se' queli' uomo : Ecco quello che dice il Signore re Dio d'Israele*. Io ti unsi re d5 Israele, e i ti salvai dalle roani di Saul. 8. E ti feci padrone della casa del tuo SU gnore, e della casa d'Israele, e di Giuda : e se questo poco, io ti aggiunger cose molte* maggiori,

9. Per qual motivo a* dunque hai tu disprezsata la parola del Signore, facendo il male nel mio cospetto ? tu hai ucciso di spada Uria di Heth, e hai presa per tua moglie la moglie di lui, e lui hai ucciso colla spada dei figliuoli di Ammon. 10. Qua m ob rem non 10. Per la qual cosa recedei gladius de do- la spada pender semmo tua usque in $em pre sulla tua casa per-

parole s contiene una profezia, Davdde pag la motte d Uria colla perdita di quattro figliuoli, ehe furono, il figliuolo di. Bellisabea , Ammon , Absalom, e Adorna. Per avere disonorato il tala~ mo d Uria, vide disonorata una figliuola dal suo fratello, e dicea delle sue mogli da uri empio figliuolo. Yers. 8. E delle mogli del sno signore. Il solo re avea diritto di sposare le vedove del suo oredecessore

piternunty eo quod de spexeris me, et tulers uxorem Uriae Hethaei% ut esset uxor tua. 11. Itaque haec dicit Dominus : Ecce ego sujscitabo super te malum de domo tua, et tollam uxores tuas in oculis tuis, et dabo proxima tuo, et dormiet (i) cum uxoribus tuis in oculis $olis hujus. 12. Tu enim fecisti ab scondite : ego autem faciam verbum istud in conspectu omnis Israel, et in conspectu solis. t3. Et dixit David ad Nathan : Beccavi Domino. Dixitque Na* than ad Davidi ("2) Dominus quque trans tu( i ) Infr. 16. 21.

ch tu mi hai disprezzato, e hai presa la moglie di Uria di Heth per farla tua moglie. 11. Quindi tali cose dice il Signore : Ecco che io faro nascere le tue sciagure dalla tua stessa casa, e sotto gli occhi tuoi prender le tue mogli, e darolle ad un altro, il qual dormir colle stesse tue mogli in fccia a questo sole: 12. Perocch tu hai fatto in segreto, e io far queste -cose a vista di tutto Israele, e a vista di questo sole. 13. E David disse a Nathan ; Ho peccato contro il Signore.E Nathan disse a David : l Signore ancora ha tolto

(s) E celi. 47. 13.

Vers. io. La spada pender mai sempre sulla tua casa. Ci si spiega delle morti violente di Atnmon , di Absalom , di Adoni a ec. Vers, i . Faro nascere le tue sciagure ec. Si predice la ribellione di Assalonne permessa da Dio in pena de' peccati del padre. Prender le tue mogli ec. Vedi cap. xvi. 7.2. Dio non diede vernn diritto al figliuolo ribelle di commettere tal empiet ; ma la stessa empiet del figliuolo fu ordinata a punire il padre peccatore.

Ut peccatum tuum : non morieris. 14- Verumtamen^ quo niam blasphemarefecisti inimicos Domini propter verbum hoc, filius, qui natus est libi, morte morietur. 15. Et reversus est Tfathan in domum suam. P ercussit quoque Dominus parvulum, quem pepererat uxor Uriae David, et desperatus est. 16, D eprecatusq u est David Dominum pro parvulo, etjejunavit Davidjejunio, etingressus seorsum jacuit su* per terram.

il tuo peccato : tu non morrai. 14* Ma perch tu hai fatto che i nemici del Signore bestemmiassero per tal causa, il figliuolo che ti nato, certamente morr. 16. E Nathan se ne torn a casa sua. E il Signore percosse il bambino partorito a David dalla moglie di Uria , e non vi rest speranza. 16. E David fece orazione al Signore pel bambino , e digiun rigorosamente , e stava segregato, giacefido sopra la terra.

Vers. 13. Ho peccato contro il Signore ec. Nel salmo I., in cui espresse i sentimenti del suo cuore, egli dice : contro di te solo io ho peccato. Osserva s. Agostino che la stessa parola fu pronunziata da Saul ; ma bench la parola fosse simile, diverso era il cuore, e V occhio di Dio vedea la differenza, Cont. Faust. xxn. 67. Davidde appena detta quella parola, merit di sentirsi dire che avea.ottenuto il perdono, vale a dire quanto alla salute eterna; imperocch Dio non tralasci di correggerlo colla paterna sua verga, secondo la intimazione del profeta, talmente che la sua confessione serv a liberarlo da' mali eterni, e P afflizione temporale serv a provarlo. Cos Agostino nel .luogo citato. Vers. 14. * Tu hai fatto che i nemici del Signore bestemmiassero. Che non avran detto nazioni male istruite sui premi, le pene d' una vita futura , e su d' una provvidenza che non sii ristringe al solo sensibile, al vedere un adultero, omicida, e traditore prosperamente regnare sul popolo di Dio d'Israele? E colV esempio del re non era egli facile che si moltipllcassero i delitti fra' sadditi?

17- Venerimi autem seniores domus ejus,, cogentes eum, ut surgeret de terra : qui noluit, nec comedit cum eis ci" bum. 18. Accidit autemdie <septima, ut moreretur infans : timueruntque servi David nuntare ei, quod mortuus esset parvulus: dixerunt enim : Ecce cum parvulus adhuc vveret, lo(juebamur ad eum, et non audiebat vocem nostram: quanto magis si dixerimus : Mortuus est puer* se afjliget ?

19. Cum ergo David vidisset servos suos mussitantes* intellexit, quod mortuus esset infantulust dxtque ad servos suos : Num mortuus est puer ? Qui responderuntei". Mortuus est. 20. Surrexit ergo 20.Allora David si aK David deterr^ et totus z da terra 3 e si lav, e

17- Ma andarono lui i pi vecchi domestici per astringerlo a levarsi da terra : ma noi volle fare, e non prese cibo con essi. 18. Or venne che al settimo giorno il bambino si mor: e i serv di David non ardivano di dargli la nuova della morte del bambino: perocch dicevanoj^uan do il. bambino era tut* tor in vita, noi gli par lavamo, ed egli non ascoltava le nostre parole : quanto pi si afflig. ger ove noi gli diciamo : II bambino morto ? 19. Ma veggendoDavid, come i suoi servi cicalavano sotto voce 2^ comprese, che il bambi no era mortov; e disse a'suoi servi : E egli forse morto il^bambino? Risposero : morto.

Ve, 16. Stava, segregalo. Si accenna la continenza che andava sempre unita col digiuno.

nnctusque est : cumque mutasset vestem, ingressum est domum Domni, et adoravit, et venit in domum suam, petwitque, ut ponerent ei partem, et comedit. 21. Dxerunt autem ei servi sui : Quis est sermo, quem fecisti ? propter infantem, cum adhuc viveret, jejunasti, et fiebas : mortuo autem puero, surrexisti, et comedsti panem. 22. Qui aiti Propter infantem, dum adhuc viveret, ]e.junavi, et fie* vh dicebam enim: Quis $cit, si forte donet eum mihi Dominus^ et vivai infans ? 23. Nunc autem quia mortuus est, quare jejunem ? Numquid poter revocare eum amplius ? ego vadam magis ad eum : ille vero non re vertetur ad me. 24. Et consolatus est David Bethsabee uxorem suam, ingressusque ad eam^ dormivit tum ea : quae genuitfi-

si uose s e cangiate le vesti entr nella casa del Signore, e lo ador, e tornato a sua casa chiese , che gli portasser da mangiare e mangi. 21. E i suoi servi gli dissero: Che vuol dir questo ? quando il bambino era ancor vivo, tu hai digiunato, e pianto: morto che stato , ti sei alzato, e hai mangiato. 22. Ed egli disse : Hodigiunato,e ho pianto a causa del bambino, mentr'ei vivea tuttora, perch io diceva : Chi sa, che forse il Signore non me lo renda , e resti in yita il figliuolo ? 23. Ma ora ch'egli e morto, perch ho io da digiunare ? Potr io ancor ritornarlo alla vita? piuttosto andr io a trovarlo : ma egli non torner a me. 24. E David racconsol Bethsabea sua moglie , e and a dormir con essa: ed ella ebbe un figliuolo, e gli die*de

lium, et vocavit nomen ejus Salamon, et Dominus dilexit eum. 5. Misitfjue in manu Nathan prophetae% #t vocavit nomen ejus, Amabilis Domino, eo quod diligeret eum Dominus. 26. (i) Igitur pugna* bat Joab contra Rabbatti filiorum Ammont et expugnabat urbem regiam* 2 7. Misitque Joab nuntos ad David, dicens : Dimcavi adversum Rabbtti: et capienda est urbs aquarum.

il nome di Salomorie, e il Signore lo am. 26. E mand il profeta Nat ha n , e gli fece porre il nome di Amabile ,al Signore, perch il Signore lo amava.

26. Frattanto Gioab assediava Rabbatti degli Ammoniti, e stava per espugnare quella citt reale. 27-E spedi Gioab de* messi a David per dirgli : Io ho fatto f assedio della citt di Rabbath, e sta per esser presa la citl delle acque. 28. Nunc igitur con28. Tu adunque ragrega rliquam partem duna adesso il rimanenpopuli, et obside civita- te/iel popolo, e d l'astem, et cape eam, net salto alla citt, e fatte(i) i. Par. 20, i.

Vcrs. sS. Amabile al Signore. Jedijah, Dio prevenne colla sua grazia questo figlinolo di David, perch lo avea destinato successore di David, fondatore del tempio del Signore, e insigne figura del Messia. Ters. 27. E sta per essere presa la citta delle acque. Rabbath ( detta poi Filadelfia) detta di sopra citta reale, qui citta delle acque. Essa era sul fiume Jaboe , e molti interpreti credopo che fosse divisa in due parti, e che la prima presso al fiume era detta citta delle acque, la seconda, citt del re, perch ivi fosse la reggia.

ctttn a me pastetta fuerit fte padrne affinch esnr*bsy nomini meo ascri- sendo soggiogataci me non si*, ascriva a me la batur victoria. vittoria. " 20.. Congregami ita20.. Dvidd pertanto que David omnem po- adun tutto il popolo, pulum, et profectus est e si mosse verso Rabadversum Rabbatti : bath, e assalitala, la cumque dimicasset, ce* prese. pit eam. 3o. E tolse dalla testa 3o. Et tulit diadema regis eorum de capite del loro re il diadema, ejus pondo auri talen- che pesava un talento tum, habens gemmas d'oro, e conteneva gempretiosissimaS) etimpo- me di grandissimo presitum est super caput gio, il quale fu posto David. Sed etpraedam sulla testa di David. E civitatis asportavitmul' riport ancora grandistam valde : sima preda della citt:
Vers. 3o. Tolse dalla testa del loro re il diadema ec. Il talento sia d'oro, sia d' argento pesa va ci rea cento venticinque libbre romane; quindi sarebbe da credersi, che un tal diadema servisse non ad uso del re, ma fosse collocato in testa del trono reale ; e che simile uso ne fece Davidde ; ovvero pu intendersi, che la corona fosse di grandezza ordinaria , ma del valore di un talento d'oro per esser ricca di pietre-preziose. Cosi gl'interpreti comunemente. Ma ne'Parlipomeni, lib. i. cap. xx. i., si legge, che questa corona era sulla testa di Melchom , il quale certamente il dio degli Ammoniti, n. Reg. xxui. 13. Jerentt xux. i. Melchom significa il loro re , quindi mi sembra potersi dire che il testo de'Parlipomeni dichiara, chi sia il re degli Ammoniti, a cui Davidde tolse la sua corona , vale a dire , che questo era il dio , o sia l'idolo di quella nazione conosciuto' pel nome assoluto di re. Il peso stesso della corona aiuta questa sposizione , convenendo quel peso a una figura di ricresciuta grandezza, non a un uomo ordinario. Ma si dir forse, che nel Deuteronomio vii. 5. s ordina di bruciare le statue degV doli. Al che si risponde , che una corona non una statua , che questa pu diventare occasbtt di scandolo, e non quella.

31. Populum quoque ejus adducens serravit, et circumegt super eos ferrata carpenta : divisitque cultris, ettraduxit in typo lalerum : sic fecit universis civitatibus filiorum Ammon. Et reversus est David, etomnis exercitus in Jerusalem.

31. E condottine va gli abitanti li fece segare, e fece passar sopra di loro dei carri con ruote di ferro; e li fece sbranare con coltelli, e gettare in fornaci da mattoni: cosi egli fece a tutte le citt degli Ammoniti. se ne tonr David con tutto l'esercito a Gerusalem* me.

Ver. 31. Li fece segare, e fece pestar sopra di loro ec. Queste maniere di supplzio sono veramente strane e atroci ; ma in primo luogo si pu ben credere, che Davidde non fece contro gli Ammoniti, se non quello che eglino usavan di fare contro de' lo-' ro nemici : secondo , siccome noi non veggiamo che 1' operato d David sia biasimato nelle Scritture, e siccome ci avvenne, quando egli si era gi riconciliato con Dio , onde era assistito da lui, edal suo spirito , non dobbiamo , e non possiamo noi interporre il nostro giudzio, n accusare di crudelt un principe, il quale ( tolto ij tempo del suo peccato ) fu allenissimo da tal vizio , n condannare un'azione, sopra la quale non abbiamo lumi abbastanza per giudicarne.

C A P O XIII. Assalonne uccide in un convito il fratello A m 771072 a causa del? incesto commesso colta so* rella Thamar. Schiva ? ira del padre, rifuggendosi presso ilre di Gessur> dove si sta per tre anni. i. **- actum, est autem post haec, ut Absalom filii David sororem speciosissima.,, vacabuio Thamar, adamar et Ammon filius David^ 2. Et deperirei eam (falde; ita ut propter timorem, ejus aegrotaret : quia cum esset virgo, . difficile ei videbatur, ut t/uippiam inhoneste ageret cum ea. 3. Erat autem Ammon amicus, nomine Jonadab, filius Semmaa fratris David, vir prudens valde. 4* Qui dixit ad eum: Quare sie attenuaris

1. Uopo di ci egli avvenne che Ammon figliuolo di Davidde s'innamor di una sorella di Assalonne figliuolo anch'esso di David, chiamata Thamar , che era molto bella, 2. E concep tanta passione, che per troppo amore cadde ammalato : perch essendo ella fanciulla , gli parve difficile di poter far male con lei. 3. Or Ammon avea un amico, uomo molto sagace, per nome Gionadab, che era figliuolo di Semmaa fratello di Davidde. 4. E questi gli disse; Perch ti vai tu strug-

Vers. i. <$*' innamoro di una sorella ec, Thamar era figliuola di Maacha, e di David, e perci sorella di Ammon, da canto di padre, e non. di madre.

mace, fili regis, per singulos dies ? cur non indicas mihit Dixitque ei Ammon; Thamar sororem fratris meiAbsalom amo. 5. Cui respondit Jonadab : Cuba super lecium tuum, et languorem simula : cumque venerit pater tuus, ut visitet te, die ei : Veniat^ oro, Thamar sqror meo?, ut dei mihi cibumt etfaciat pulmentum, ut comedam de manu ejus . 6. Accubuit itaque Ammon, et qua.fi aegrotetre coepit: cumque venisset rex ad visitan-* dum eum, ait Ammon, ad regem : .Veniat, obsecro, Thamar soror mea, utfaciat in oculis rneis duas sorbitiunculast et cibiimcapiam de manu ejus. 7. Misit ergo David ad Thamar domum, dicens : Veni in domum Ammon fratris tuit et fac ei pulmentum.

gendo ogni d pi , tu figliuolo del re ? perch non ti apri con me ? E Ammon gli disse: Sono innamorato di Thamar sorella di mio fratello Assalonne. 6. Rispose a lui Gionadab : Mettiti a letto, e fingi qualche malattia : e quando venga il padre tuo a vederti di' a lui: Venga , ti prego, da me la mia sorella Thamar, e mi dia da mangiare e mi faccia colle sue mani un manicaretto, onde io mi ristori. 6. Ammon adunque s mise a letto, e cominci a fare il malato: ed essendo andato il re a vederlo, disse Ammon al re. Venga , ti prego, a vedermi la mia sorella Thamar, affinch faccia in mia presnza due cordiali, e dalle mani di lei io prenda mia refezione. 7. Davidde adunque mand a dire a Thamar: Va a casa di Ammon tuo fratello, e fagli qualche cosa da mangiare.

8. "Fenitque TJiamar in domum Ammon fra~ tris sui : ille autem jacebat-. quae tollens farinarri commiscuit, et liquefaciens in ocuUs ejus coxit sorbitiunculas. 9. Tollensque, quod coxerat, effudrt, et posut coram eo, et noluit comedere : Dixitque Ammoni Ejcite universos a me. Cumque ejecissent omnes, 10. Dixit Ammon ad Thamar : Infer cibum in conclave^ ut vescar de manu tua. Tulit ergo Thamar sorbitiunculas, quas fecerat, et intulitad Ammonfratrem suum in conclave. 11. Cumque obtulis3et ei cibum, apprehendit eam, et alt : Veni> cuba mecum sorormea. 12. Quae respondit ei : Noli.frater mi, noli opprimere me ; neque enm hoc fas est in /-

8. E Thamar entr nella camera di Ammon suo fratello che giaceva in letto: ed ella avendo preso della farina , e stemperatala con acqua in sua presenza fece cuocere i cordiali. 9. E dopo avergli fatti cuocere , li prese , e gli mise in un vaso, e li pose dinanzi a lui , il quale non volle mangiare:ma disse Ammon: Si mandi via tutta la gente : E quando tutti s furono ritirati, 10. Disse Ammon ai Thamar: porta il cibo nella mia camera, affinch iolo riceva dalla tua mano. Thamar allora port i cordiali, che avea fatti, e li present al fratello Ammon nella camera. 11. Ma quand'ella gli ebbe presentato il cibo^ egli la prese , e disse : Vieni,. sorella mia nel letto con me. 12. Ma ella risposegli:Non fare, fratel mio non farmi violenza ; perocch simil cosa non

srael: noli facere stultitiam itane. i 3. Ego enim ferre non poter opprobrium meum , et tu eris quasi unus de insipientibus in Israel : quin potius loquere ad regem, et non negabit me tibi. 14. Nolut autem ac~ quiescere precibus ejus ; sed praevalens viribus oppressit eamt et cubavit cum ea. }5.Et exosam eam habuit Ammon odio magno nimis : ita ut majus esset odium, quo oderat eam, amore, quo ante dilexerat. Dixitque ei Ammon : S urge, et vade. 16. Quae respondit ei : Majus est hoc ma' luni* quod nunc agis adversum me, quam quod ante fecisti, ex* pellehs me. Et noluit audire eam.

permessa in Israele i non fare questa pazzia. 13. Perocch io non potr soffrire il mio obbrobrio, e tu sarai come un insensato in Israele : ma parla piuttosto al re, ed egli non mi negher a te. 14. Quegli pero non volle piegarsi alle sue preghiere: ma come pi forte le fe'violenza, e la disonoro. 16. E Ammon concep avversione somma verso di lei, talmente che maggiore fu l'odio che le portava, che 1' omore che avea prima avuto per essa: onde le disse: Levati e vattene. 16. Ed ella rispose a lui : Pi gran male questo, che tu fai ora in discacciandomi che quello fatto prima da te. Ed ei non le diede retta.

Vr. 3. Para puttofto al re ec. credibile clic Thmf nella perturbazione, in cui si trovava, dicesse questo per togliersi dalle mani del fratello con tal lusinga. Se avesse creduto , che il *uo matrimonio con 4L>uR>on fosse lecito, ella sarebbe tata in errore.

17. Sed vocato puero, qui ministrabat ei, dixit : Ejice "hanc a me foras, et claude ostium post eam. 18. Quae induto, erat talari tunica : liu]uscemodi enim filiae regis virgines vestibus utebantur. Eject itaque eam minister illius foras , clausitque fores post eam. 19. Quae aspergens cinerem capiti suo, scissa talari tunica, impo'Stisqu manibus super caput suum, ibat ngrediens, et clamans* 20. Dixit autem ei Absalom frater suus : Tfum q uidA mmonfra ter tuus concubuit tecuni ? <sed nunct soror, tace, frater tuus est : neque affiigas cor tuum pro hac re. Mansit itaque Thamar contabescens in domo Absalom frairis sui. .

17. Ma. chiamato un servo che lo assisteva, gli disse : Caccia via costei luogi da me e chiudile la porta dietro. 18. Ella era vestita di una tonaca collo strascico : perocch tale era la veste delle vergini figliuole del re. Il servo adunque la spinse fuora, e le chiuse la porta dietro. 19. Ma ella sparsa di cenere la sua testa , e stracciata la veste talare , e incrociate le mani sul capo se ne andava gridando. 20.Ma Assalonne suo fratello le disse : Forse Amtnon tuo fratello ti ha fatto violenza ? ma per adesso, sorella mia, sta cheta, egli tuo fratello : non ti affliggere per questo. Rimase adunqueTbamar astruggersi in casa di Assalonne suo fratello.

Vefs. 18. Ella era vestita di una tonaca collo strascico. L' Etreo sigrSfca una veste di stoffa a fiori. Vers. 19. Sparsa di cenere la sua testa. Ci si usava in occasione di qualche gran dolore. Vedi Job. il. 12., Jerem. xxxvi. 24 Ezech. xxvn. 3o . Incrociale le mani sul capo. E segno di dolore insieme, i vergogna , venendo con qwest' atto a coprirsi la faccia.

21. Cum autem audisset rex David verba haec, contristatus est valde^ etnolmt contristare spiritum Ammon filii sui, quoniam dilgebat eum, quia primogenitus erat ei. 22. Porro non est locuius Absalom ad Ammon nec malum, nec bonum: ederat enim Absalom Ammon, eo quod violassetThqmar sororem suam* a3. J?actum est autem post tempus bien., ut tonderentur oves Absalomin Baal-hasort *guae est juxta Ephra-

si.Edessendo'state riferite al re David queste cose, se ne afflisse grandemente : ma non volle disgustare Ammon suo figliuolo , perch lo amava come suo primogenito. 22.0r Assalonne non usci a veruna parola con Ammon, bench.Assalonne odiasse Ammon per la violenza fatta alla sua sorella Thamar.
23. Ma di li a due anni avvenne che Assalonne fece tosare le sue pecore a Baal-hasor,che vicino ad Ephraim: e

Vers. 20. Egli e tuo fratello. Mi sembra assai verisimile, ebe Asslonne voglia- dire alla sorella, ebe facendo rumore di tal cosa verrebbe ad essere intaccato il decoro della famiglia reale , e ebe ai mali domestici il miglior rimedio egli il silenzio. Egli per non parlava secondo il suo cuore; ma non volea manifestare fuor di tempo la risoluzione di far vendetta dell'affronto fatto alla sorella. Vers. ai,. Se ne afflfse grandemente, ma non volle ec. Se solamente a motivo dell'affetto ebe egli portava al suo primogenito, Davidde si fosse taciuto in tali circostanze, non potrebbe scusarsi la sua dissimulazione; ma notisi, ebe quelle parole non volle* disgustare Atnmon ec. mancano nell' Ebreo, e nel Caldeo , e nella maggior parte de* codici dei LXX., n le lesse s. Girolamo. E pu ben credersi, ebe non essendo trapelato fuori della casa reale il delitto, Davidde pens, ebe il manifestarlo colla punizioM del delinquente sarebbe troppo grande sfregio per la sua caca , e occasione di grandi mormorazioni in tutto il regno. La legge porta pena di morte contro lo stupratore.

im i et vocavit Absalom omnes filios regis. ^.Venitfjue ad regem, et alt ad eum : Ecce tondentur oves $ervi tal: veniat, oro, rex cum $ervis suis ad servum suum. 26. Tixitqne rex ad Absalom : Noli, fili mi, noli rogare, ut veniamus omnes, et grave* mus te. Cum autem cogeret eum, et noluisset ire, benedixit ei. z6. Et alt Absalom : Si non vis venire, veniat, obsecro, nobiscum saltein Amnon fra ter meus. Dixitque ad eum rex : Non est necesse, ut vadat tecum. 27. Coegit itaque Abbaioni eum ; et dimsit cum eo Amnon , et uni-

AssaJonne invit tutti i figliuoli del re^ a4 E and a trovar il re, e gli disse: Sappi che si tosano le pecore del tuo servo; venga, ti prego, il re co'suoi servi a casa del suo servo. 26, E il re disse ad Assalonne : No , figliuol mio , non domandare che venghiamo tutti a recarti incomodo . E quegli pressandolo, e (il re) non volendo andare, gli diede la benedizione. 2&. Assaloune diss:Se non vuoi venir tu: venga con noi di grazia almeno il mio fratello Amnon. E il re dissegli : Non necessario, che ei venga teco. ay.Ma Assalonne f a n t o importun che il re lasci andare con lui Ara -

Vers. 23. Fece tosare le sue pecore ec. La semplicit di quei tempi ci fa vedere sovente simili tratti, da' quali impariamo comejinche i gran signori accudivano alle cose della campagna , & ^*on le stimavano indegne della loro applicazione. La tosatura delle .pecore faceasi di primavera , e allora si faceano allegrie, e banchetti, a* quali invitavansi reciprocamente gli amici. 4 B aal-hasor, che vicino ad Ephraim. Ephraim , ovvero Ephrem citt di Giuda rammentata da s. Giovanni \i, 54

versos filios regis* Fceratque Absalom convivium quasi convvum regis. 28. Praeceperat autem Absalom puers suis, dicens : Observate cum temulentus fuerit Amnon vino, et di' xero vobis, percutte eum, et interficite : nolite timere ego enim sum, qui praecipo vobis: roboramini, et^estote viri fortes. 29. Fecerunt ergo pueri Absalom adversum Amnon> sicut praeceperat eis Absalom. Surgentesque omnes filii regis, ascenderunt giuguli mulas suas, et fugerunt. 30. Cumque adhuc pergerent in itinere, fama pervenit ad David, dicens : Percussit Absalom omnes filios regis, et non remansitex eis saltem unus. 31. Surrexit itaque

non e tutti i suoi figliuoli. E Assalonne fece un convito come da re. 28.Or egli avea ordinato , e detto a' serv suoi : Badate , quando Amnon sar riscaldato dal vino, e io vi dar il segno, andategli alla vita , e uccidetelo : non abbiate paura, perocch sono io che vel comando : fatevi cuore, e operate da forti. 29. E i servi di Assalonne fecero adAmnon come avea lor comandato Assalonne. Alzatisi tutti i figliuoli del re salirono sulle loro mule, e si fuggirono. 30. E mentre eran tuttavia per istrada , and alle orecchie di David la fama, che Assalonne avea uccisi tutti i figliuoli del re, e non ne era restato un solo. 51. Si alz subito il

Ver. a8. San io, che vel comando. Son io figliuolo del re, ed erede del rgno, tolto Amnon dal mondo. Imperocch non solo dallo ipirito di rendetta , ma anche dall' ambizione fu spinto a dar morte al fratello.

rex, et scidit vestimento, sua, et occdit super terram : et omnes serv illius, qui assistebant ei, sciderunt vestimento, sua. 32. Respondens autem Jonad ab filius Seni'j maa fratris David, di xit: Ite aeslmet dominus meus rex, quod cmnes pueri filii regis occisi sint. Amnon solus mortuus est, quoniam in ore Ab saloni erat positi/s ex die, qua cppressit Thamar sororem ejus. 33. "Nunc ergo ne ponat dominus meus rex super cor suum verbum istud9 dicens : Omnes filii regis occisi sunt, quoniam Amnon solus mortuus est. 34. Fugit autem Ab' salom. Et elevavitpuer speculator oculos suos, et aspexit, et ecce populus multas veniebat per iter devium ex latere monts.

re, e stracci le sue vestimenia, egettossiper terra : e tutti i suoi che erano attorno a lui, stracciarono le loro vesti. 3s. Ma Gionadab figliuolo di Semmaa fratello di Bavidde prese la parola, e disse : Non si metta in cuore il re mio signore, che sieno stati uccisi t u t t i i figliuoli del re : il solo Amnon morto , ed Assalonne gliela serbava fin da quel giorno , in cui quegli fece violenza a sua sorella Thamar. 33. Or non si metta in cuore il re mio signore tal cosa, e non dica: Sono stati uccisi tutti i figliuoli del re : perocch il solo Amnon morto. 34*Ma Assalonne prese la fuga. Or un servo, che slava alle vedette alzali li suoi occhi, mir , e osserv come gran turba di gente se ne veniva per istrada disastrosa da un lato del monte.

35. E Gionadab disse al re : Ecco i figliuoli del re che sono qua : avvenuto come ti diceva il tuo servo. 36. E finito che egli ebbe di parlare , comparvero i figliuoli del re.ein entrando dettero uno strido , e piansero, e anche il re , e tutti i suoi servi piansero a caldi occhi. 37. Ma Assalnne se ne and fuggendo a casa di Tholonm figliuolo di Ammiud , re di Gessur. E David pianse il figliuolo Amnon continuamente. 38. E Assalnne ri38. Absalom autem -cumffigisset, et venis- fuggendosi in Gessur, vi set in Gessur, fuit ibi stette tre anni. tribus annis. 39. E il re David non Sp. Cessavitque rex David persegui Absa- cerc pi di aver nelle lom, eo quod consola- mani Assalnne, perch tus esset super Amnon si consol della morte interitu. di Amnon. 35. Dixit autem Jonadab ad regem : Ecce filii regis adsunt : juxta verbum servi tui sic factum est. 36. Cumque cessasset loqu, apparuerunt et filii regis : et intrantes levaverunt vocem suam, et fleverunt : sed et rex, et omnes servi ejus fieverunt ploratu magno nimis. 37. Porro Absalom fugiens abiit ad ThoLomai filium Ammiud regem Gessar. Liixit ergo David alium suum cunctis diebus.

\ J *
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C A P O

XIV.

Gioabbo^ mediante P industria di una donna di Thecua, procura di far richiamare A ss alo/ine da Gessar a Gerusalemme. Bellezza di Assalonnei suoi figliuoli. Egli dopo il suo ritorno non vede il volto del padre per due anni, fino a tanto che fece dar il fuoco alta messe di Gioabbo i. IVI a Gioab fi1. Jintelligens autem Joab filius Sarviaet gliuolo di Sarvia avvequod cor regis versimi dutosi, come il cuore del re si piegava verso esset ad A bsaloni, di Assalonne, 2. Mand gente a 2. Misit Thecuam et tulit inde mulierem sa* Thecua, e fece di l vepientem, dixitque ad nire una do mia prdeneam : Lugere te simu- te, e diss^le : Fingi di la, et induere veste lu*> essere in lutto, e prengu&ri, et ne ungaris o di una veste da duolo, /eo, ut $is quasi mulier e non ungerti con olio, jam plurimo tempore tu affinch tu rassenibri a una donna che pianga gens mortuum. da molto tempo u morto. 3. Et ingrederis ad 3. E li presenterai al regem, et loqueris ad re, e gli parlerai cos, e eum sermonem hujusce- cos. E Gioab la imbocmodi. Posuit aute m Joab c. verba in ore ejus.
Vera. 2. Mand gente a Thecua. Questa citt era della trihi di Giuda in distanza di dodici miglia da Gerusalemme ve i io raeziod.

4. Itaque cumingressa fuisset mulier Thecuitis ad regem, ceci* dil coram eo super terram, et adoravit, et dixit : serva me, rex. 6. Et alt ad eam rex: Quid causae habes ? Quae respondit : Heu, mulier vidua ego sum : mortuus est enim vir meus. 6. Et ancillae tuae erant duo filii, qui rixati sunt adversum se in agro, nullusque erat, qui eos prohibere posset : et percussit alter alterumt et interfecit eum. 1. Et ecce consurgens universa cognatio adversum ancillam tuam, dicit : Trade eum qui percussitfratrem suum, ut occidamus eum pro anima fratris sui, quem interfecit, et deleamus haeredem. Et quaerunt extinguere scinti/Iam meam, quae relicta est, ut non super sit viro meo

4. Presentatasi .adunque al re la donna di Thecua , si prostr colla fronte per terra dinanzi a lui, e lo ador, e disse : Salvami, o re. 6. E il re le disse : Che hai tu? Ed ella rispose : Ahi! io sono una donna vedova , e mi morto il marito 6*. E la tua serva avea due igliuoli,i quali son venuti tra di loro a contesa alla campagna dove non era alcuno che potesse attenergli: e un di loro diede un colpo all'altro, e lo uccise. 7. E ora tutta la parentela se la prende contro la tua serva, e dicono : D nelle mani a noi colui che ha ucciso il fratello, affinch lo facciamo morire per vendicare la morte del fratello, cui egli ha ucciso, eleviamo dal mondo l'erede. E cercano di spegnere una scintilla,

Vera. 5. lo sono una vedova, ec. Questa la parabola inventata da Gioab , e da lui insegnata a questa donna , che a vea assai buono spirito per ben rappresentarla.

noment et reliquiae su- che mi era rimasa, onde non resti pi nome, per terram. n reliquia di mio marito sopra la terra. 8. E il re disse alla 8. Et alt rex ad mulierem : Vade in domum donna : Vattene a casa luam, et ego jubebo pro tua ; e io dar gli ordini opportuni per te. te. 9. Dixitque mulier 9. Ma la donna di Thecuitis adregemi In Thecua disse al re: Some, domine mi rex, sit pra di me cada la coliniquitas, et in domum pa , o re mio signore, e patrs mei : rex autem, sopra la casa del padre et thronus ejus sit inno- mio : ma il re, e il suo trono sieno senza reacens. to. 10. E il re disse : Se 10. Et ait rex : Qui contradixerit tifai, ad" alcuno vorr inquietardue eum ad me, et ul- ti, fallo venire dinanzi tra non addet, ut tan- a me, e non avr pi ardire di darti noja. gat te. ti. E quella disse : 11. Quae ait : recor* detur rex Domini Dei Pel Signore Dio suorisui, ut non multiplicen- cordisi il re di far si ch, tur proximi sanguinis non cresca il numero di ad ulciscendum, et ne- coloro che cercan di far quaquam interficiant fi- vendetta del sangue de'
Vers. y. Da nelle mani a noi colui ee. Questa donna per intenerire Davidde espone il fatto in tal guisa-, che gli dipinge insiamele storte intenzioni de' parenti, i quali mostrando zelo di giustizia pensano realmente a fare il loro interesse. Vers. t). Sopra d me cada la colpa ec. Signore , se mai tu fossi ancora perplesso ad accordarmi la vita del mio figliuolo per timore di commettere ingiustizia, e io prender sopra di me tutta la colpa , e prego Dio , ebe a me ne faccia portar la pena , e non mai a te. Tale la sposizione pi semplice di queste parole.

Unni meum. Qui alt: JfivitDominus, gaia non cadet de capillis filii lui super terram. 12. Dixit ergo mu lier : Loquatur andila tua ad dominum meum regem verbum. Et aiti Loquere. 13. Dixitque mutin Quare cogitasti hujusemodi rem contra populii m Dei, et locutus est rex verbum istud, ut peccetj et non redu* cat ejectum suum ?

14. Omnes morimur et quasi aquae dilabmur in terrarii, quae non revertuntur: ( i) nec vult Deus perire animam, sed retractat co(i) Ezec. 18. 3a.,e* 33. i

loro parenti, e che costoro noci uccidano il mio figliuolo. Diss'egli: Viva il Signore: non cadr a terra un capello del tuo figliuolo. 12. Disse allora la donna : Sia lecito alla tua serva di dire una parola al re mio signore. Ed egli disse : Parla. 13. E la donna soggiunse Per qual motivo hai tu presa tal risoluzione in disvantaggio del popol di Dio, e perch ha egli il re determinato di far questo male, di non richiamare il suo (figliuolo) sbandito? 14. Tutti siam mortali, e ci sperdiamo nella terra come 1' acqua che non pu pi raccogliersi , e Dio non vuole che alcun uomo pe-

Vera. 13. Per qual motivo hai tu ec. Dalla sentenza gi prommziata in favore del suo figliuolo la donna argomenta, e prova, ebe il re commette ingiustizia, se non perdona ad Assalonne. Que*to sentimento esposto , e girato con molta avvedutezza.

gitans, ne penitus per- risca, ma inclinato a eoi, qui abjectus est. mutar sentenza , affinch non perisca interamente colui che giace per terra. 16. Ora io son venuta per dir questo al mio signore in presenza del popolo. E la tua serva disse: parler al re (per tentare) se mai il re facesse quello che dir a lui la sua serva. 16. E il re mi ha esaudita, e ha liberata la sua serva dalle mani di tutti quei che volevano togliere me, e insieme il mio tglio dall' eredit di Dio. 17. Dica adunque la tua serva, che la parola del re mio signore sia qualsacrifizio. Imperocch il re mio signore egli come un Angelo
(i) i. Reg. 9. g.

Vcrs. 17, La,parola del re mio signore sia qual sacrifizo. La grazia che tu mi hai fatto , sia accetta a' Dio , come un sacrilzio di odor soave. Come un Angelo del Signore , il quale ne pel bene ec. 11 re mio signore amministra la giustizia non come orno, ma come im Angelo incapace di lasciarsi turbare da verun affetto , o passione , o parzialit , senza aver riguardo n al bene che di lui si dica da chi cerca di adularlo, n alle querele ingiuste di quelli che noi vorrebbero cosi retto nel giudicare. 10 *

ut nec benedictione^ nec di Do, il quale n pel maledictione moveatur\ bene , n pel male non unde et Dominus Deus si commuove : per la qual cosa anche il Situus est tecum. gnore Dio tuo con te. 18. 'Et respondens 18. Ma il re rispose, rex, dixit ad mulierem: e disse alla donna: Non, Ne abscondas a me ver- celarmi quello ch' io ti eum, quod te interrogo. domander. E la donna Dixitque ei muler: Lo- disse: Parla, ore signor quere, domine mi rex. mio. iQ. Et alt rex : Num19.E il re disse: Non quid manus Joab tecum ti ha egli dato mano est in omnibus ists? Gioab in tutto questo? Respondit muler, et aiti Rispose la donna, e disPer salutem animae se: Per la vita tua, o re tuae, domine mi rex, mio signore, tu hai danec ad sinistranti nec to addirittura nel segno ad dexteram est, ex in tutto quello che hai omnibus his, quae locu- detto, o re mio signore: tus est dominus meus perocch Gioab tuo serrex : servus enim tuus vo egli stesso mei coJoab> ipse praecepit mi' mand, e mise in bocca iti, et ipse posuit in os delia tua serva tutte ancillae tuae omnia ver queste parole. ba haec. 20. Ut verterem figu20.11 tuo servo Gioab ram sermonis hujus, fu quegli che mi comanservus tuus Joab prae- d di valermi di questa cepit istud', tu autem parabola : ma tu, o re domine mi rex, sapiens mio signore, tu sei sagest sicut habet sapien- gio come saggio un tiam Angelus Dei, ut Angelo di Dio,onde tutintelligas omnia super te intendi le cose del mondo. terram.

vi. E il re disse a 21. Et ait rex ad Joa6:Ecce placatusfeci Gioab : Ecco ch' io soa verbum tuum : vade er- placato, e fo tutto quelgo, et revoca puerum io che chiedi : va adunque > e richiama il fiAbsalom* gliuolo Assalonne. 22. E Gioab prostra22. Cadensque Joab super faciem suam in tosi boccone per terra terram, adoravit, et b&" ador, e ringrazi il re, nedixit regi, et dixt e disse : Oggi il tuo serJoab : Hodie ntellext vo ha riconosciuto, coservus tuus, qua inve- me ha trovato grazia ni gratiam in oeulis negli occhi tuoi , o re tuis, domine mi rex : mio signore ; perocch fecisti enim sermonem hai esaudite le parole del tuo servo. serv tui. 2 5, Surrexit ergo 23. E Gioab si alz, Joab> et abiit in Ge$~ e and a Gessur, e consur, et adduxt Absa~ dusse Assalonne a Gelom in Jerusalem* rusalemme. 24. Or il re avea det24. Dicci? autem rex: Revertatur in domum to : Torn a oasa sua, suam, et faciem meam ma non mi comparisca non vdeat. Reversus davanti. E Assalonne est itaque Absatom im torn a casa sua, ma non domum suam, et faciem compar davanti al re. regis non vdit. 26. Porro sicut Ab 26. E non eravi alcusalom, vir non eratpul* no in tutto Israele cosi cher in omni Israel, et bello, e avvenente fordecorus nimis : a vesti- niisura come era Assagio pedis usque ad ver- lonne : da'lle piante dei ticem non erat in eo ul* piedi fino alla cima del capo egli era senza dila macula. fetto. 36. E quando si ta26. Et quando fonde-

at capillum ( semel autem in anno tondebatur, quia gravaba? eum caesaries ) ponderabat capillos capitis sui ducentis siclis, pondere publico. 27. Nati sunt autem jlbsalom filii tres, etfilia una nomine Thamar, elegantia formae. a 8. Mansitque Ab saloni in Jerusalem duobus annis\ et faciem regis non vidit. 29. Misit itaque ad Joab, ut mtteret eum ad regem : qui noluit venire ad eum : Cum* que secundo misisset^ et ille noluisset venire ad eum, 30. Dixit strvis suis : Sctis agrum Joab juxta agrum meum\ Jiaben-

gliava la cappelliera (Io che faceva una volta 1' anno, perch essa lo incomodava), i capelli della sua testa pesavano dugento sicli al peso comune. 27. Or Assalonne ebbe tre figliuoli, e una figlia per nome Thamar, che era molto avvenente. 28. E dimbr Assalonne in Gerusalemme due anni, ma non vide la faccia del re. 29. Mand egli pertanto a chiamar Gioab per farlo andare a trovar il re: ma quegli non volle venire a lui. E avendo mandato per la seconda volta, e quegli avendo ricusato di venire, 30. Diss' egli a1 suoi servi : Voi conoscete il campo di Gioab vicino

Ver. 26. E quando s tagliava ec. Assalonne facendosi scorciare ogni anno i capelli, pensando quello che si era tagliato, e paragonandolo con quello che restava della grande sua capelliera , si faceva il conto, che egli avea sul capo il peso di dugento *icli ( o sia di cento once ) di capelli. E descritta 1' avvenenza di AssaJonne, corip quella che non poco contribu a guadagnare a lui P affetto di vnolti , ed in particolare fatta menzione della sua capelliera, la quale essendo stata gran fomento di sua vanit, fu poi strumento della infelice sua morte.

lem messem hrdei: ite igitur, etsuccenditeeum igni. Succenderuntergo servi Absalom s egelem igni. Et veniente s servi Joab, scssis vestibus suis, dixerunt: Succenderunt servi Absalom partem agri igni.

Si.SurrexitqueJoab, et venit ad Absalom in domum ejus, et dixit: Quare succenderunt servi tui segetem meam igni ? 32. Et respondit Absalom ad Joab: misi ad te obsecrans, ut venires ad me, et mitterem te ad regem, et diceres ei*. Quare veni de Gessur? Melius mihi erat ibi esse : ossecro ergo, ut videam faciem regis : quod si memor est ini(juitatis meat interficiat me. 33. Ingressus itaque Joab ad regemt nuntiavit ei omnia : vocatus<iue est Absalom^ et in*

al mio campo, dov' F orzo d mietere : andate pel-Unto, e mettetevi il fuoco. I servi adunque di Assalonne detter fuoco alla messe. E i servi di Gioab andarono a lui avendo stracciate le loro vesti, e dissero: I serv di Assalonne han messo fuoco a una parte del tuo campo. 31. Allora Gioab si mosse, e and alla casa d Assalonne, e disse : Per qual ragione i tuoi servi hanno eglino dato fuoco alla mia messe? 3a. EAssalonne disse a Gioab: Mandai a pregarti di venire a me per mandarti a dire al re : Perch son io venuto da Gessur ? Era meglio per me che stessi col : fa adunque , ti prego, ch* io vegga la faccia del re: che se egli si ricorda del mio peccato, mi uccida. 33. Allora Gioab presentatosi al re fece a lui 1' ambasciata : e Assalonne fu chiamato ed

travii ad regem, et adoravit super faciem terrae coram eo : osculatusque est rex Absalom.

entr dove era il re, e prostrato per terra dinanzi a lui, lo ador : e il re baci Assalonne.

C A P O XV. Assalonne, acquistatosi il favore del popolo, congiura in Jebron contro del padre, il quale sen fugge, rimandati indietro alcuni pochi colf area, e tra questi Chusait per inventare i disegni di Achitophel. 1. igitur post haec fecit sibi Absalom currus, et equites, et quinquaginta virosjjuipraecederent eum. 2. Et mane consurgens Absalom stabat juxta introitum portae, et omnem virum, qui habebat negotium, ut veniret ad regis judicium, 1. I-/opo di ci Assalonne si procur de* cocchi, e dei cavalieri , e cinquanta uomini, che andavano innanzi a lui. 2. E la mattina leva* tosi Assalonne si metteva vicino all'ingresso della porta , e tutti coloro che avevano affari, e venivano a chiedere

Ver*, i. Si procuro de1 cocchi ec. Morto Arnnon, e morto Che-* leab secondogenita (del quale altri credono, che non sia mai fatta menzione, perch fosse incapace di regnare per qualche difetto), Assalonne, che era terzogenito , si persuase agevolmente di dover succedere al padre ; ma la sua ambizione non permettendogli di aspettare la morte di David, dopo il suo ritorno dal1* esilio concep 1' orribil disegno di levar dal trono il proprio padre. Non gli mancava n bella presenza, n talento, n eloquenza , n ardire per insinuarsi negli animi del popolo amant* di novit, e facile a lasciarsi sedurre dalle apparenze.

"vocabat Absalom ad se, et dicebat : De qua chitate es tu ? Qui respondens ajebat : Ex una trib Israel ego sum servus tuus. 3. Respondebatque ei Absalom: Videntur mihi sermones tui boni, et justi, sed non est, qui te audiat constitutus a rege. Dicebatque Absalom : 4. Qus me consttuat judicem super terramt ut ad me venant omnes, qui habent negolium, et juste judicem ? 6. Sed et cum acce" deret ad eum homo, ut salutaret illum, extendebat manum suam, et apprehendens oscula* batur eum. 6. Faciebatque hoc omni Israel venienti ad judicum, ut audir e tur a rege: et sollicitabat corda virorum Israel.

giustizia al re, li chiamava a s Assalonne, e diceva : Di qual citt se'tu ? E quegli rispondeva : Io tuo servo sono della tal trib d' Israele. 3. E Assalonne gli rispondeva : Mi pare che tu dica bene, e abbi ragione : ma non havvi chi sia destinato dal re per sentirli. E soggiungeva Assalonne: 4- Oh chi mi facesse giudice del paese, affinch a me ricorressero tutti quelli che hanno affari, e io li potessi decidere secondo giustizia ? 5. Oltre a ci, quando alcuno andava a salutarlo, egli porgevagH la mano, e loabbracciava, e lo baciava.

6.Cos{ faceva con tutti quei d'Israele che venivano per esser sentili, e giudicati dal re ; e sicaparravail cuore degli uomini d'Israele. 7. Post quadraginta 7. Ma passato il quaautem annos dixit Ab- rantesimo anno disse alom ad regem David; Assalonne al re Davidi

"Padani, et reddam vota mea, quae vovi Domino in Hebr&n. 8. Vovens enim vovit servus tuus, cum esset in Gessur Syriae, dicens : S reduxerit jne Dominus in Jerusalem, sacrificabo Domino. 9. Dixitque ei rex David * fade in ^ace. Et surrexitt et aiit in Hebro*. " io; Misi 1 autem Absalom exploratores in universas tribus Israel, dicens : Statim ut audieritis clangorem buccinae, diche : Repnavit Absalom in Hebron. ' 11. Porro cum Absatom ieruni ducenti viri de Jerusalem vocati, euntes simpiici corde,

Io andr, e adempir in Hebron i voti fatti da me al Signore. S.Perocch il tuo servo essendo a Gessur nella Siria, fece questo voto , e disse : Se il Signore mi far tornare a Gerusalemme, offrir sagrifizio al Signore. 9. E il re David gli disse : Va in pace. E quegli part e and in Hebron. io. Ma Assalenti e mand emissarii in tutte le trib d'Israele che dicessero : Subito che udirete il suono della tromba, direte: Assalonne regna gi in Hebron. 11. Or con Assalonne erano andati da Gerusalemme dugen lo uomini invitati (da lui)

Vers. 7. Ma passato il quarantesimo anno. Quest' anno quaranta si conta comunemente dalla prima unzione di David fatta da Samuele ; secondo altri dalla vittoria di David sopra il gigante. Notisi per, che Giuseppe Ebreo, e Teodoreto , e le versioni A'riaea, ed Arabica in vece di anno quarantesimo portano P anno quarto ; che sarebbe 1' anno quarto dopo il ritorno di ssalonne alla casa del padre ; e di pi molti antichi MSS. della nostra volgata hanno la stessa lezione. : Adempir in Hebron. La citt di Hebron per essere sepoltura degli antichi patn'archi, era rispettata come luogo santo ; e ivi era nato Assalonne, cap. ui. 3.

et causam penitus igno* i quali-Jpseguirono con semplicit di cuore e rantS. senza sapere niente de' suoi fini. 12. Assalonne invit 12. Acersivit quoque A bslom AchitophelGi- parimente Achitophei lonitem consiUarium Gilonita consigliere di David de civitate sua David dalla sua citt di Gito. Cumque immola Gito. 15 nel tempo chferet victimaS) facta est gli stara immolando conjuratio valida^ po- vittime, si formava una pulusque concurrens possente congiura, e augebatur ~ cum Absa* cresceva il numero del* la gente, che correva in lom. folla verso Assalonne. 13. Venne pertanto 13. Vent igitur nuntius ad David, dicens : a Davidde un messo, Toto corde universum I- che disse : Tutto Israesrael sequitur Absa* le si dato di tutto cuore a seguire Assalonne, lom.
Vers. 11. Con Assalonne erano andati ... dngento uomini ec. Questi erano persone dabbene, e buoni soldati di Davidde, i quali Assalonne volle ver seco per dar credito al suo partito , e forse per dar ad intendere alla moltitudine che in quello ch' ei faceva, il padre era seco d' accordo. Questi non erano del segreto, e furono invitati sotto pretesto di accompagnarlo a quel sacrifizio, e trovarsi al solenne banchetto, che ne veniva in appresso. Vers. 12. luvilb parimente Achitophe. Egli era avolo di Bethsabea ; ma probabilmente Assalonne lo guadagn con larghe pro-* messe. Vers. i3. Tutto Israele si e dato ec. Questo avviso si vede t che fu recato a Davidde assai tardi ; mentre egli ebbe appena tempo di fuggire da Gerusalemme^ Ma chi avrebbe potuto immaginarsi possibile un cambiamento s grande nel popolo, ch dimentico delle cose grandi operate da questo re, e della sua rettitudine, e della stessa elezione che Dio avea fatta di lui per regnare, si porti a secondare eon tanto impegno P iniqua trama di un figliuolo disumanato ? Assalonne si era guadagnato 1* affefc

14- E David disse a* suoi servi, che era n con lui in Gerusalemme : Ors fuggiamo, perocch non avrem luogo di scampo, quando sia venuto Assalonne; affrettatevi a partire, affinch col suo arrivo non ci prevenga, e porti rovine sopra di noi, e metta a 1 di spada la gente della citt. io. Dfaeruntqueserio. Dissero i servi vi regis ad eum : Om- del re a lui: Tutto quel nia quaecumque prae- che ci comander il re 14- Et alt David servis suis, qui erant cum 0 in Jerusalem : Surgite, fugiamus : neque enim erit nobis effugium a facie Absalom'festi* nate egredi, ne forte veniens occupet nos% et impellat super nos ruinam> et percutiat civitatem in ore gladi:.
to di molti ; il fatto di Bethsabea , e la morte del marito innocente doveano aver fatto perdere molto a Davidde della stima, e dell' amere del popolo ; ma tutto questo non sarebbe bastato a produrre una rivoluzione s grande, se Dio, il quale volea punire questo principe , non avesse permesso, che negli occhi di questo popolo scomparissero a un tratto tutti i pregi, e le virt di lui, e lo stesso popolo restasse affascinato dalle esteriori prerogative di ssalonne , dalle promesse , e dalle speranze. Ci bea vede Davidde, h quale non ifanto afflitto della ribellione, quanto della causa data alla ribellione colle sue colpe, per andarle incontro con frutto , prese tosto i sentimenti, e 1' abito di penitente per disarmare l'ira del Signore prima di pensare a valersi delle forze, che gli restavano per andare incontro a' nemici. Si consideri posatamente la fuga di questo principe dalla sua capitale , quello che ei dice, quello che ei fa, e riconosceremo come egli senza perturbazion di mente, senza perdere la speranza nel suo Dio, senza lasciar indietro veruna di quelle attenzioni che convenivano al presente suo stato, fugge da Gerusalemme, perch Dio vuole, che egli fugga , e porta in ispirilo di penitenza questa massima umiliazione ; per questo egli esce a piedi, e a piedi nudi, e tra le lagrime, e i singhiozzi de' servi fedeli che gli trafiggono 1' anima ; offerendo a Dio il acrifizio di Un cuore contrito e umiliato, sacrifizio, che non disprezzato giammai dal Si* jjnore.

cepert dominus noster nostro Signore, sar erex,libenter execjuemur seguilo di buona voglia da noi tuoi servi. servi tal. 16. Parti adunque il 16. Egressus est ergo rex, et universa do- re a piedi con tutta la mus ejus pedibus suis : sua famiglia, e lasci et dereliquit rex decem dieci concubine a cumulieres concubinas ad stodire il palazzo. custodie n dam domum. 17. Egressusque rex, 17. E il re, e tutto et omnis Israelpedbus Israele uscirono a piedi, suis, stetit procul a do- ed essendo gi lungi mo: dalla casa, egli si ferm: 18. Et universi serv 18. E tutti i suoi servi ejus ambulabant juxta facevano il vi aggio preseam, et legiones Cere- so a lui, e le legioni di thi, et Phelethi, et om- Gerethi, e di Phelethi, e nes Gethae, pugnato* tutti i Geth ei, guerrieri res validi, sexcenti vi- di valore, in numero di ri, qui secuti eum fue- seicento uomini, i quarant de Geth p editest li lo avean seguito da praecedebant regem. Geth, camminavano a piedi dinanzi a lui, 19. Dixit autem, rex 19. Ma il re disse ad ad Ethai Getliaeum : Etbai di Geth: Perch Cur venis nobiscum ? vieni tu con noi ? Torrevertere, et habita cum na indietro, e statti col
Vers. 17. Essendo gi lungi dalla casa , egli s ferm ec. Per mettere in ordine la sua gente , la quale confusamente gli andava dietro. Vers. 18. E i Gethe. Erano soldati originarii di Geth, donde erano venuti al servizio di David , abbracciato ( come credesi ) il Giudaismo. Ethai di Geth venuto d fresco da quel paese dovea essere stato fatto pel suo valore capitano di questi soldati. Ma notisi come Davidde nella sua fuga non^ha (fuori della sua fa~ miglia) altri compagai, che forestieri,

rege, quia peregrinar st et egrejfsus es de loco tuo. 20. Heri venisti^ et hodie compelleris nobis^ cum egredi ? ego autem vadam, quo iturus sum : revertere, et re" due tecumfratres tuos, et Dominus faciet tecum misericordim, et veri" tatem, quia ostendisti gratiam, et fidem. 21. Et respondit E' thai regi, dicens : Vivit Dominus, et vivit domi' nus meus rex', quoniam in quocumque loco fuerw, domine mi fex, sive in morte, sive in vita, ibi erit servus tuus. 22. Et ait David J$thai : Peni, et transi. Et transivit Ethai Ge* thaeus, et omnes virit qui cum eo erant, et re" lifjua multitudo. a 3. " Omncsque ftebant voce magna : et u-

re, essendo tu forestie* ro , e uscito dal tuo paese. 2Oi Jeri tu se* arrivata, e oggi sarai costretto a partire con noi ? quanto a me io andr, dove debbo andare: torna inditro, e riconduci teco i tuoi fratelli, e il Signore sar misericordioso, e fedele con te, perch tu hai dimostrata la tua gratitudine, e lealt. 1i. Ma Ethai rispose al re : Viva il Signore, e viva il re mio padrone: in qualunque luogo sarai tu, o re signor mio, ivi sar o vivo, o morto il tuo servo. 22. E David disse ad Ethai: Vieni, e passa. E pass Ethai Getheo, e tutta la gente che era con lui, e tutta l'altra moltitudine. 23. E tutti piangevano, e singhiozzavano

Vers. 20. Torna indietro, e riconduci ec. Spicca qni mirabilmente il buon cuore di Davidde, il quale noti vorrebbe, che que*to straniero venuto da poco tempo con altri suoi concittadini a servirlo, si esponesse agl'incomodi, e a'pericoli della sua fuga. Crederi, che Ethai, e i suoi fosser proseliti,

niversus populus transibat, rex quoque transgrediebatur torrentem Cedron : et cunctus populus incedebat contra viam, quae respicit ad desertum. 24. Venit autem et Sadoc sacerdos, et universi Levitae cum eo, portantes arcam foederis Dei, et deposuerunt arcam Dei, et ascendit Abiathar> donec expletus esset omnis populus, qui egressus fuerat de civitate. 26. Et dixit rex ad Sadoc : Reporta arcani Deiinurem: $i incenero gratiam in ocuUs Domini, reducet me, et dstendet mihi eam, et tabernaculum suum.

forte: e pass tutto il popolo, ed anche il re pass il torrente Cedron : e tutta la gente s' incammin per la strada, che mena al deserto. 24. Venne anche Sadoc sommo sacerdote, e con lui tutti i Levi, ti, che portavan l'arca del testamento di Dio, e deposero T arca di Dio : e Abiathar le and appresso aspettando che finisse di passar tutto il popolo^ che era uscito dalla citt. 26. Ma il re disse a Sadoc: Riporta in citt l'arca di Dio : se io trover grazia negli occhi del Signore, egli mi rimener , e fararnmi vedere e questa, e il suo tabernacolo.

Ver s. 3. Passo il torrente Cedron , clic scorrea di mezzo tra le mura della citt, e il monte degli ulivi. Cedron vuol dire ombroso. Vers. a5. e 26. Riporta V arca di Dio ec. Risplende nel fatto, e nelle parole di David una umilt, una fede , una rassegnazione ammirabile alle disposizioni della provvidenza. Egli si priva della ponsolazione di avere presso di s 1' arca dei Signore, per non esporre e le vite de' sacerdoti al furore di Assalonne , e 1' arca stessa al pericolo di essere profanata. Davidde considerando s solo come causa di tutto quello che avveniva pe'suoi peccati, bramava in certo modo di es*er solo a portarne la pena.

26. Si autem dixerit 26. Ma se egli rn mihi: Nonplaces: prae' dir. Non ti voglio r i o sto sum, faciat, quod son preparato, faccia bonum est coram se. egli quello che a lui piace. 27. Ef dixit rex ad 27. E soggiunse il re Sadoc sacerdotem : O a Sadoc sommo sacerTidens, revertere in ci- dote: Torna in pace alvtatem in pace, et A- la cilt, o Veggente : e chimaas filius tuus, et Achimaas tuo figliuolo, Jonathas filius Alia" e Gionata figliuolo di thart duo filii vestri, Abalhar, due vostri fisint vobiscum. gliuoli, sieno con voi. 28. Ecce ego abscon28. Ecco che io vo a dar in campestribus de- nascondermi nelle piaserti, donec ventai ser- nure del deserto, sino mo a vobis indieans a tanto che altre nuove mi vengano da voi. mihi. 29. Sadoc adunque, 29. Reportaverunt ergo Sadoc, rt Abiathar e Abiathar riportarono arcani Dei in Jerusa- l'arca di Dio in Gerusalem, et manserunt ibi. lemme, e ivi si stettero. 30. Porro David a5o. Or Davidde sali^ scendebat clivum oliva- va il colle degli ulivi, e rum, scandens, etfiens, lo saliva piangendo, e nudispedibus incedns, camminava a piedi ignuet operto capite : sed et di, col capo coperto : e omnis populost qui erat parimente tutto il pocum eo, operto capite polo che era con lui; ascendebat plorans* saliva col capo coperto, e piangendo.

Ver. 27. O Reggente. O profeta. Con tal nome chiama il som* mo sacerdote , perch questi rivestito dell' Ephod consultava il Signore , e ne riferiva gli oracoli.

31. Nuntiatum est autem David, quod et Achitophel esset in conjuratione cum Absalom\ dixitque David : Infatua, quaeso^ "Domine consilium A chitophel. 02, Cumque ascenderei David summitatem montis, in quo adoraturus erat Dominum^ ecce occurrit ei Cliusai Aracltes, scissa ve$tet et terra pieno capite.

35. Et dixiteiD avidi Si veneris mecum eris * mihi oneri. 34- Si autem in civitatem revertarst et dixeris Absalom : servus tuus sum rex : sicut fui, Sericis patris tui, sic ero servus tuus : dissipabis consilium A chitophel. 35. Habes autem tecum Sadoc, et Abiaihar sacerdotes : et omne verbum quodcumque audieris de damo regis indicabis Sadoc, et Abiathar sacerdotibus.

31. E fu riferito a Davidde , come anche Achilophel era entrato nella congiura di Assalonne ; e disse David; Signore, infatua, ti prego, i consigli di Achitophel. 32. E mentre Dayidde stava per arrivare alla vetta del monte, in cui voleva adorare il Signore,sopraggiunse ad un tratto presso di lui Chusai di Arachi colla veste stracciata, e il capo coperto di polvere. 33. E Davidde gli disse : Se tu vieni con me, mi sarai d peso. 34- Ma se tornerai in citt, e dirai ad Assalonne : Io, o re, son tuo servo : come ho servito al padre tuo, cosi servir a te : tu dissiperai i disegni di Achitophel. 35. E tu avrai con te Sadoc , e Abiathar sacerdoti, e tutto quello che sentirai dirsi in casa del re, lo farai sapere a Sadoc, e ad Abiathar sacerdoti.

36. Sunt autem cum eis duo filii eorum^ Achimaasfilius Sadoc, et Jonathas filius Abia* tkar\ et mitteds per eos ad me omne verbum^ quod audieritis. 37. Veniente ergo Chusai amico David in civitatem^ Absalom quoque ingressus est Jerusalem.

36. sono con essi due loro figliuoli, Achimaas figliuolo di Sadoc, e Gionata figliuolo di Abiathar, e per essi mi darete notizia di tutto quello che saprete. 37. Or nel punto, iti cui Chusai amico di David arriv in citt Assalonne ancora arriv in Gerusalemme.

C A P O XVI. A Siba, che gli porta de viveri* e calunnia Mi' phibosethy Davidde dona i beni di questo principe. Proibisce che si uccida Se/nei, il quale lo malediceva. Assalonne entrato in Gerusalemme, per consiglio di Achitophel, si accosta pubblicamente alle concubine del padre <

i. ^t/umgue David transisset paululum montis verticemt appa?uit Sba pner Miphiboseth in occursum ejus cum dttobus asinis, (fui onerati erant du* centis partibus, et centum alligaturis uvae passae^ et centum mas$$ palatharum* et utre vini.

i. \Jr quando David ebbe valicata di po* co la cima del monte, comparve Siba, servo di Miphiboseth, che andogli incontro con due asini carichi di dugenio pani, i& di cento penzoli di uva secca, e di cento canestri di fichi, e di un otre d vino.

2, Et dixit rex Sibae : Quid sibi volunt haec? Responditque Siba : Asini domesticis regis, utsedeant: panes, et palathae ad ve* scendum pueris tuis : vinum autem, ut bibat> si quis defecerit in deserto.
3. Et alt rex: Ubi est filius domini fui? (i) Responditque Sba regi : Remansit in Jerusalem, dicens : Hodie restituet mihi dominus Israel regnum patris mei. 4- E* <*it rex Sibae : "Tua sint omnia, quae fuerunt Miphiboseth. Dixitgzie Siba : Oro, ut
(O Jnf. 19. 37.

2. E il re disse a Siba : A che fine queste cose ? E Siba rispose : Gli asini pei domestici del re, che li cavalchino ; i pani, e i fichi, perch li mangino i tuoi servi : e il vino, perch ne beva chiunque si trovi spossato nel deserto. 3. E il re disse t Dov' il 6gliuolo del tuo signore ? E Siba rispose al re: Egli restato in Gerusalemme, e dice: Oggi il Signore d'Israele render a me il regno del padre mio, 4. E il re disse a Siba : Tutto quello che possedeva Miphiboseth tuo. E Siba disse: Io,

Vers. i. Compaia e Siba ec. E probabile, ch'egli venisse da qualche villa del suo padrone. Questo maligno uomo avea abbastanza di spirito per prevedere , che Davidde si sarebbe mantenuto sul trono : cerca perci di caparrarsi la sua buona grazia , facendo il generoso colla roba del padrone, e insieme ordisce contro lo stesso padrone una orribil calunnia, colla quale induce Davidde a dargli il dominio di tutti i beri! di Miphiboseth. Fu eccessiva la facilit di Davidde nel credere a Siba, e nel condannare 1' assente figliuolo di Gionata sulla semplice accusa di un servo ; ma \pu scusarlo almeno in parte la circostanza del tempo, in cui il povero principe non vedeva se non traditori, e tradimenti per ogni parte.

Voi. r.

i?

jweniam gratiam co- o re mio signore, chiegram te, domine mi rex. go di trovar grazia dinanzi a te. 6. Arriv adunque il 5. Venit ergo rex David usque Bahurim : et re David fino a Bahuecce egrediebatur inde rim ; e acl^un trati o ne vir de colatione do- usci fuora un uomo immus \Saul, nomine Se- parentajo colla casa di mei, filius Cera, proce- Saul, per nome Semei, debatque egrediens^ et figliuolo di Gera, e facendosi pi dappresso (i) maledicebal. proferiva maledizioni. 6". E gettava sassi 6. Mittebatque tapides contra David; et contro Davidde, e con* contra universos servqs tro tutti i servi del re regis David: omnis au- Daviddej or tutto il potem populus^ et univer- polo , e tutti i comsi bellatores, a dextro^ battenti camminavano et a sinistro latere, re- a destra, e a sinistra del re. gis incedebant. 7. E queste erano le , 7. Ita autem Loquelatur Semel cum maledi' parole, colle quali Secerei regi. Egredere, e- mei malediceva David: gr'edere\ virsanguinum^ Vattene, vattene, uomo et vir BeUaL sanguinario, uomo di Belial. 8. "lieddidit tibi Do8. Il Signore ti fa minus universum san- pagare il fio di tutto il guinem domus S aut: sangue della casa di quoniam invasisti re- Saul: poich tu usur(i) 3. Reg. 2. 8.
Vers. 4- fo chieggo di trovar grazia ec. Cosi questo iniquo servo vuol far credere, che non per interesse, ma per solo amore verso del re accusa i] proprio padrone. Vers. 5. Fino a Bahurirn. Citt a settentrione di Gerusalemme nll trib di Beniamin, essa chiamata Almath, i. Parai, vi. (50.

gnum pro co, et dedit Dominus regnum in manu Absalom filii tui : et ecce premun te mala tua, quoniam vir san* guinum es,

pasti il suo regno, $ il Signore ha trasportato il reame nelle mani di Assalonne tuo figliuolo: ed ecco che ti opprimono i mali tuoi, perch tu se' un uomo sanguinario. 9. Dxit autem Abi9. Ma Abisai figliuoti ai filius Sarviae regi i lo di Sarvia disse al re: Quare m aledicit canis Dovr egli questo cane hic mortuus domino morto maledire il re meo regi? vadam, et mo signore? Andr io a troncargli la testa. amputabo caput ejus. 10. E il re disse: Che 10. Et ait rex : Quid mihi, et vobis est, filii avete da far con me Sarviae dimittite eum, voi, figliuoli di Sarvia ? ut maledicat : Dominus lasciate ch'ei maledica: enim praecepit ei, ut imperocch il Signore malediceret David : et gli ha ordinato d mafjus est qui audeat di' ledir David: e chi ardivere, quare sic fecerit ? r di domandargli conto del perch cosi faccia?
Vers. 8. / mali tuoi. I mali che tu ti se' tirati addosso col far male agli altri. Vers. io. Che avete da far con me voi ec. Vale a dire: Io non, approvo, o figliuoli di Sarvia, il calore che voi mostrate per vendicar le ingiurie che mi son fatte da Semel : egli non altro, che un ingiusto esecutore della giustissima volont del Signore, il quale anche questo vuol ch' io patisca pelle mie colpe : egli-per ingiusto odio fa contro di me quello che Dio con giusto ordine eli vendetta permette per mia umiliazione. Sopra queste parole s. Ambrogio, lib. i. de David cap. vi. O altissima prudenza! o pazienza altissima 1 o invenzione grande per divorare le contumelie ! Davidde non bada alla causa seconda, al mal animo di Smei ; ma colla sua fede risale fino alla prima causa, fino a Dio, e le severe disposizioni di sua giustizia vendicatrice adora , e accetta con eroica umilt.

11. Et alt rex Ahisal, et universis servis suis : Ecce filius m e MS, qui egressus est de utero meo, quaerit animam meam : quanto magis nunc filius Jemini ? dimitdte, ut maledicat juxta praeceptum Domini : 12. Si forf respiciat Dominus afftictionem meam : et reddat mihi Dominus bonum pro maledctione hac hodierna. 15. Ambulabatitaque David, et sodi ejus per viam cum eo. Semel autem per "jugum montis ex latere contra illum fjradiebatur, maledicens, et mitlens lapides adversum eum, terramque spargens. 14- Venit itaque rex, et unwersus populus cum eo lassus, et refocillati sunt ibi.

11. Disse ancora il re ad Abisai, e a tutti i suoi servi: Ecco che un mio figliuolo generalo da me vuol la mia vita: non debb' egli far peggio un figliuolo di Jemini? lasciale ch'ei maledica secondo l'ordine del Signore. 12. Forse (chi sa ? ) il Signore mirer la mia afflizione: e mi render del bene per la maledizione d questo giorno.

13. David pertanto, e i suoi compagni facevano loro strada. Ma Semei sul giogo del monte camminando dirimpetto a lui, lo malediceva, e gettava sassi verso di lui, e spargeva terra. i4- II re adunque, e tutta sua gente arrivarono stanchi (aBahurim ), e ivi si ristorarono. 16. Ma Assaonne, e 16. Absalom autem, et omnis populus ejus tutta la moltitudine che

Vers. n. Un figliuolo di Jemin. Uno della trib di Beniafn?a , la quale per ragione di Saul non era delle pi affezionate a Davidde.

ingressi sunt Jerusa- lo seguiva, entrarono in lem, sed et Achitophel Gerusalemme , ed era con lui anche Achilocum eo. phel. 16. E Chusai d Arai 6. Cum autem venisset Chusai Arachi- chi amico di David estes amicus David ad sendosi presentato ad Absalom, locutus est Assalonne , gli disse : ad eum : Salve rex, sal- Dio li salvi, o re, Dio ti salvi, o re. ve rex. 17. E Assalonne dis17. Ad quem Absalom : Haec est, inquit, ' se a lui : ella questa gratia tua ad amici/m la gratitudine pel tuo tuum ? quare non ivisti amico? Perch non se* tu andato col tuo amicum amico tuo? co ? 18. E Chusai rispose i ft.ResponditqueChusai ad Absalom: Ne- ad Assalonne : No: perquaquam : quia illius ch io sar di colui che ero, quem elegit Domi- eletto dal Signore, e nuSy et omnis hic popu- da tutto questo popolus, et universus Israel\ lo, e da tutto Israele ; e con lui io mi star. et cum eo manebo. 19. E per dire anche 19. Sed ut et hoc inferam, cui ego servit- questo-, di chi sar io rus sum ? nonne filio servo? noi sar io del regis ? sicut parui pa- figliuolo del re ? come tri tuo, ita parebo et io obbedii al padre tuo, cos obbedir anche a ubi. te. 20. Or Assalonne dis20. Dixit autem Absaloni ad Achitophel: se ad Achitophel : ConInite consilium, quid a- sultate quello che abbiam da fare. gere debeanms. 21. Achitophel disse. 21. Et alt Achitophel ad A I/saloni: in gr edere ad Assalonne : Sei viti

ad concubinas patris lui) quas dimisit ad cuftodiendam domum ; ut cum audierit omnis 1srael, quod foedaveris patrem tuum, r ob orerifar tecum manus eorum. 22. (i) Tetenderunt ergo Absalom tabernaculum in solario, ingressusc/ue est ad concubinas patris sui co* ram universo Israel. 23. Consilium autem Achitophel, quod dabat in diebus illis> quasi si quis consuleret Deum : J7*c erat omne consilium Achitophel) et cum esset cum David, et cum esset cum Absalom.
(i) Sup. i a. n.

delle concubine del padre tuo lasciate da lui a custodire la casa; affinch quando tulio Israele sapr, come tu avrai fatto questo smacco al padre tuo, si assodino quelli nel tuo partito. 22. Alzarono adunque sul solajo un padiglione per Assalonne, e a vista di tutto Israele and egli a trovarvi le concubine del padre suo. 23. Or il consultare Achitophel in quel tempo era come consultare un Dio: tanto erano stimati i consigli di Achitophel sia quando era con Davidde, sia quando era con Assalonne.

Vers. a i. Sero iti delle concubine del padre tuo. Dio Jo rea predetto a Davidde, cap. xu. i r. Achitophel consigliando ad Assalonne di fare quest' orribile oltraggio al padre , mir a persuadere a tutto Israele, che non vi sarebbe mai riconciliazione tra '1 padre, e il figlio. Giacobbc noti dimentic giammai un simile scorno fattogli da Rttbcn.

C A P O

XVII.

Chusai sventa il consiglio di Achitophel, il qua le volea che si opprimesse Davidde senza dilazione ; e fa ci sapere a Davidde, il quale per consiglio di Chusai passa il Giordano, onde Achitophel s'impicca. Tre amici portano regali a Davidde, affinch il popolo ridotto in penuria non lo abbandoni. 1. LJixit ergo Aehtophel ad Absaloni : Eligam mihi duodecim millia virorum^ et consurgens persequar David hac nocte. 2. Et irruens super eum ( quippe qui lassus est, etsolutis manibus ) percutiam eum\ cumque fugerit omnis populus, qui cum eo est, percutiam regem desolatimi. 3. Et reducam universimi populum> quomodo unus homo referti solet \ unum enim virum tu quaeris : et orti" nis populus erit in pace, " 4* Placuitque sermo ejus Absalom, et. cunctis majoribus nata IsraeL 1. \Jr Achitophel disse ad Assalonne: Io mi far scelta di dodici mila uomini, e partir questa notte in traccia di Davidde. 2. E lo assalir, mentre sar stanco, e fievole, e lo metter in iscompiglio: e fuggita che sia tutta la gente, che lo segue, io uccider il re abbandonato. 3- E ricondurr tutto quel popolo, come s farebbe tornare un sol uomo: perocch tu non cerchi se non un uomo: e tutto il popolo sar in pace. 4- Piacque il suo parlare ad Assalonne, e a tutti i seniori d'Israele,

5. Alt autem Absalom : Focate Chusai A rachiten, et audiamus, quid etiam ipse dicat. 6. Cumque venisset Chusai ad Absalomtait Absalom ad eum : Hujuscemodi sermonem locuius est Achitophel: facere debemus&nnorit quod das consilium ? 7. Et dixit Chusai ad Absalom : Non est bonum consilium, quod dedit Achitophel hac vice. 8> Et rursum intutit Chusai: Tu nosti patrem tuum, et viros, qui cum eo sunt, essefortissimos, et amaro animot veluti si ursa raptis catulis in saltu saeviat\ sed et pater tuus vir bellator est, nec morabitur cum populo. 9. Forsifan nunc latitat in foveis, aut in unO) quo voluerit^ loco: et cum ceciderit unus quilibet in principia , audiet quicumque auderit, etdicet: Facta

5. Ma disse Assalonne : Chiamate Chusai di Arachi, e sentiamo quel ch'egli pure dir. 6. Ed essendo venuto Chusai dinanzi ad Assalonne, Assalonne gli disse : Aohitophel ha parlato cos., e cos : dobbiam noi fare in quel modo, o no ? qual il parer tuo ? 7. Ma Chusai disse ad Assalonne: Questa volta il consiglio di Achitophel non buono. 8. E soggiunse Chusai: Tu sai, come il padre tuo, e quei che lo seguono, sono uomini fortissimi, e irritati in cuor loro, quasi orsa infuriata ne'boschi per esserle stati rapiti i figli, e di piit.il padre tuo uomo guerriero non i&tar fermo colla sua gente. 9. Forse egli adesso sta ascoso in qualche tana, o in altro luogo che avr eletto : e se alle prime alcuni (d} tuoi) vengono a perire, si sapr tosto, e si

est plaga in populo ^ qui dir : II popolo che sesequebatur Absalom. guiva Assalonne s lato sconfitto. 10. E i pi forli, che io. Et fortissimus quisque, cujus cor est hanno, quasi un cuore q nasi leonis, pavoresol- di lione, rimarran senvetur\ scit enim omnis za forze per la paura : popuLus Israel fortem perocch tutto il poesse patrem tuum, et polo d'Israele sa come robustos omnes, qui forte il padre tuo, e cum eo sunt. come son valorosi tutti quelli che lo seguono. 11. Sed hoc mihi vi11. Ma buon considetur rectum esse con- glio sembrami questo : silium: Congregetur ad si raduni teco da Ban te unwersus Israel^ a fino a Bersabea tutto il Don usque Bersaee, pop&o d'Israele innuquasi arena maris in- merabile come l'arena numerabilis : et tu eris del mare: e tu sarai in in medio eorum. mezzo a loro. 12. Et* irruemus su12. E andrem sopra per eum in quocumque di lui in qualunqueluoloco inventus fuerit-, et go si trover: e lo coprioperiemus eum, sicut remo (col numero) cocadere solet ros super me la rugiada ricuopre terram : et non relin- la terra : e non lascerequemus de viris, qui mo vivo neppure un socum eo sunt, ne unum lo di tutti quelli che sono con lui. quidem. 13. Quod si urbtm i3.Che se sar entraaliq uam fu erit ingres- to in qualche citt, tutVers. 13. Tutto Israele cinger d funi quella citta ec. Chusai con iattanza, e iperbole da soldato glorioso dice, che l'esercito di Assalonne tale e tanto , cinta la citta di grossi canapi , la strasciner , e la sommerger in u torrente. Una non dissimile iperbole si trova , Lai. vii. 6.

sus, circumdabit omnis Israel civitali illi Junest et trahemus eam in torrentem, ut non reperiatur ne calculus quidem ex ea. 14- Dixitcjue AbsaIoni, et omnes viri Israel\ Melius est consilium Chusai Arachitae* consilio AchitopheL Domini autem nutu dissi" patum est consilium Achitophel utile> ut nduceret Dominus super A bsalom malum
r

15. Et alt Chusai Sa'doe et Abiathar% s acer* dotibus : Hoc, et hoc modo consilium dedit Achitopiel Absalom., et senioribus Israel: et ego tale, et tale dedi consilium. 16. Nunc ergo mittite cito, et nuhtiate David> dicentes : Re moreris nocte hac in campestribus deserti^ sed absque dilatione transgredere: ne forte absorbeatur rex,-, et omnis populus^ qui cum eo est.

to Israele cinger di funi quella citt, e la strascineremo in un torrente, onde non resti di lei nemmeno una pietruzza. i4- E Assalonne , e tutti gli uomini d' Israele dissero : Migliore il consiglio di Chusai Arachite, che quel* Io di Achitophel. Ora per voler del Signore fu sventato il consiglio utile di Achitophel, perch il Signore facesse cader la sciagura sopra Assalonne. i 5. Ma Chusai disse a Sadoc e ad Abiathar sacerdoti : Cos ha consigliato Achitophel ad Assalonne , e a' seniori d'Israele : e io ho consigliato in questo e questo modo. 16. Adesso adunque spedite subito a farlo sapere a Davidde, e ditegli.-Non fermarti questa notte nella pianura del deserto, passa di l, affinch non resti oppresso il re , e tutta la gente, che con lui.

17. Jonathas autem et Achimaas stabant juxta fontem Rogel : abiit andila, et nuntiavit eis: et illi prof e e ti sunt, ut referrent ad regem David nuntium : non enim poterant videri, aut introire civitatem. 18. Vidit autem eos quidam puer, et indicavil Absatom : illi vero concito gradii ingressi sunt domum cujusdam viri in Bahurim, qui liabebat puteum in vestibulo suo, et descenderunt in eum. 19. Tulit autem mulier, et expandit velamen super os putei, qua si sccan s ptisanas: et sic latuit res.

17. Or donata e Acbimaas stavano micino alla fontana di Bogel : and una serva , e port loro l'ambasciata : e quelli partirono per recare l'avviso al re Davidde: perocch essi non dovean essere veduti, n entrare in citt. 18. Ma videgli un giovinetto, e avvis Assalonne : or eglino entraron di corsa in casa d'un cert' uomo in Bahurini, il quale avea una cisterna nel suo vestibolo ; e in quella (cisterna) furono calati. 19. E la donna di casa prese una coperta, e la distese sulla bocca della cisterna, come se volesse far seccare dell'orzo pesto t cos la cosa rest occulta.

Vers. 16. Passa di la. Di l dal Giordano. Chusai non si assicurava, che Assalonne, ripensata la cosa, non si volgesse a seguire il consiglio di Achitophel. Vers. 17. Alla fontana d Rogel. Fontana lei Gualchieraio , cio, che era nel campo del Gualchieraio. Essa rammentata, 4- Rc' xvin. 17., Isai. vii. 3., xxxvi. 2. Vers. 18. In quella cisterna furono calati. Essa era allo'ra senz'acqua, e la serva pose sulla bocca un lenzuolo, o una coperta , sopra la quale mise dell' orzo pesto come per farlo seccare. Cosi nissuno pote'a immaginarsi che fosse ivi una ciiterna.

2O. Ed essendo sopraggiunli i servi di Assalonne ir quella ea* sa, dissero alla donna : Dov' Aehimaas, e Gioii aia? E Ja donna rispose: Sono passati in fretta bevalo avendo un po-i acqua. Ma quelli ebe li cercavano, non avendoli trovati, se ne tornarono a Gerusalemme; 21. Cumque abii&21. E quando questi &e7i> ascenderunt itti se ne furono andati, ude puteo, et pergerftes seirono quelli della cinuntiaverunt regi Da* sterna , e andarono a vid, et dixerunt'. Sur- portar l'avviso al re Dagite, et transite cito flu- vidder e dissero r Movevium-, quoniam 7iujuscem tevi e passate subito il tnodi dedit consilium fiume r perocch tal contra POP Achitopiel. il consiglio dato contro di voi da Achitopfcel. 22. Si mosse adun21.Surrexit ergoBavid, et omnis populus * qui que Davidde^e tutta la cum eo erat et transe- gente che fra con lui, e runt Jordrnem> donec passarono il Giordano dilucesceret: et ne unus ;fino all'apparir del giorquidem residuus fuit^ \no : e neppur uno requi non traitsisset fiu* ist, che non passasse il vium. ifiume, 23. Porro Achitophel 23. Ma AchitopheF vdens, quod non fuis~ reggendo \ , come non set factum consilium e?ra stato eseguito il suo suum, stravit asinum^ oconsiglio, sell il suo asurrexityue, et abiti in sino, e parti , e and a

20. Cumque venis* seni servi Absalom in domum, ad mulierem dixerunt: UbestAchiTnaas et Jo??athas ? Et respondit eis mulier. fran^ierunt festinantes, gustata paultulum aqua. At hi, qui quaereban t, cum non re pe" rissent, reversi sunt in Jerusalem.

domum suam^ et in civitatem suam : et disposita domo sua, swspendio interiit^ et sepultus est in sepulchro patrs sui. 24. David autem verni: in castra , et A h&etiam transivit Jordanem, ipset et omnes vi" r Israel cum eo. 26. Amasam vero constituit Absalom pro Joab super exercitum : Amasa autem erat filius viri, qui vocabatur Jetra de Jezraheli^ qui ingressus est ad Abigail filiam Naast sororem Sarviae quae fuit mater Joab.

casa sua nella sua patria, e acconciate le cose di sua casa sr impicc, e fu sepolto nel sepolcro del padre suo. 24- E Davidde giunse agli alloggiamenti, e Assafonne passo il Giordano egli, e tutto Israele con lui. 26. E Assalonne fece capitano dell'esercito Ama sa in vece di Gioab; or Amasa era figliuolo di un uomo di Jezrahel chiamato Jetra, il quale avea sposata Abigail figliuola di Naas, sorella di Sarria , la quale fu madre di Gioab.

yers. a3. S1 impicco. La rabbia di veder rigettati f suoi consigli , e preferiti quelli di Cbusai, e la persuasione non falsa , i cui egli era , che dando tempo a Davidde 7 questi si sarebbe rimesso in piedi, e Assalonne si sarebbe perduto , ceco i motivi , pe'quali quest' uomo si saggio secondo il mondo si tolse disperatamente la vita. Cos, s' ei fu saggio , lo fu solamente per altri, e non per s stesso. Del rimanente quest' uomo prima consigliere di David, indi suo nemico T e unito co' ribelli del suo signore, fu figura del perfido Giuda prima intimo discepolo, indi traditore di Cristo. Ver s. ^4- Agli alloggiamenti. Vale a dire alla citt di Mahanaim ( che significa gli alloggiamenti) la quale era sul torrente di Jaboc di l dal Giordano. Vers. iB. Abigal figliuola di Nctat, sorella di Sarvia. Sar~ via essendo figliuola d' Isai, come Davidde suo fratello T Abigal sorella di Sarvia debb'essere ugualmente figliuola d'Isai-, per la qual cosa comunemente g' interpreti dicono , che Isai e JVaas so- ,

26. Etcastrametatus est Israel cum Absalom in terra Galaad. 27. Cumque venisset "David in castra , Sb filius Nas de Rabbath filiorum Ammon, etM&~ chir illius Ammhel de Lodabar, et Berzella1 Galaadites de Rogelim 28. Obtulerunt ei strafarla, et tapetia, et vaso, fictilia, frumentum, et hordeum, et farinam, et polentam, et fabam, et lente/n , et frixum cicer, 29. Et mei, et butyrum, ovest et pingues vitulos : dederuntque David, et populo, qui cum eo erat, ad vescendum : suspicata enim sunt, populumfame, et sitifadgari in deserto.

25. E Assalonne con Israele posero il campo nella terra di Galaad. 27. E arrivato David agli alloggiamenti, Sobi figliuolo di Naas di Sabbath degli Ammoniti, e Machir figliuolo di Ammiheldi Lodabar, e Berzellai Galaaditedi Rogelim 28. Gli offersero letti, tappeti, e vasi di terra, e grano, e orzo, e farina, e orzo secco, e fave, e lenti, e ceci tostati, 29. E miele, e burro, e pecore, e grassi vitelli: e gli diedero a Davidde, e alla gente che era con lui, perch ne mangiasse : perocch ebber timore che il popolo patisse la fame, e la sete nel deserto.

BO la tessa persona, come apparisce anche dal libro i., Parai, cap. n. 13. 15. 16. Amas era nipote di Davfdde , come Gidab. Vers. 27. Sobi figliuolo di Naas ec. Egli dovea essere re degli Ammoniti, e fratello di queli' Hanon , che o mori , o fu deposto nella guerra contro di lui da Davidde. Machir figliuolo di /immihel. Vedi cap. rx. 4-

C A P O

XVIII.

Assalonne vinto in battaglia, e pendente da una quercia , trafitto da Gioabbo ; lo che avendo saputo Davidde amaramente lo piange. 1. Lgitur considera1. i-avidde adunto David populo suo, que, fatta la rassegna constituit super eos tri- della sua gente, elesse bunos, et centuriones. tribuni, e centurioni, ,che la comandassero. 2. Et dedit populi 2. E diede il comantertiam partem sub ma- do di un terzo de' solnu Joab, et tertiam par- dati a Gioab e di un tem sub manu A bisai terzo ad Abisai figliuofilii Sarviae fratris Jo- lo di Sarvia fratello di ab, et tertiam partem Gioab, e dell'altro terzo sub manum Ethai, qui ad Ethai che eradi Geth: erat de Heth: dixitque e il re disse a'suoi: Verrex ad populum : Egre" r io pure con voi. diar et ego vobiscum. 3. Et respondit po3. E quelli risposeroj pulus : Non exibis', sive Tu non dei venire : peenim fugerimus, non rocch quando noi fosmagnopere ad eos de simo messi in fuga, noi nobis pertinebit: sive sar per quelli un gran media pars ceciderit e vantaggio ; e quando nobis, non satis cura" perisse la met di noi bunf. quia tu unus pro quelli non faranno gran decem millibus compu- caso : perocch tu solo taris. Melius est igitur, conti per dieci mila. ut sis nobis in urbe meglio adunque che tu praesidio. ci dia ajuto dalla citt. 4. Disse loro il re: Io 4- Ad quos rex ait : Quod vobis videtur re* far quello che voi ere

cium, hoc faciam. Sttit ergo rex juxta portam : egrediebaturque populus per turmas uas, centeni, et millen. 5. Et praecept rex Joab, et A bisai, et E' thai, dicenS'.Servate mi" hipuerum Absalom. Et omnis populus audiebat praecpientem regem cunctis principibus pro Absalom. 6. Itaque egressus est populus in campum contra Israel, et factum est praelium in saltu EpTiraim. 7. Et caesus est ibi populus Israelab exercitu David, factaque est plaga magna in die illa viginti millium. 8. Fuit, autem ibi praelium dispersum super faciem omnis terrae, et multo plures

dete opportuno. II re adunque fermossi alla porta ; e i soldali uscivano a schiere di cento, e di mille uomini. 5. E diede il re quest' ordine a Gioab , ad Abisai, ad E thai, e disse: Salvatemi il figliuolo Assalonne. E tutto il popolo ud, come il re raccomandava Assalonne a tutti i capi. 6. 0sci pertanto in campagna 13 esercito contro Israele , e segui la battaglia nel bosco di Ephraim : 7. E ivi il popolo d'Israele fu sconfitto dall' esercito di Davidde , e grande stragefuinquel giorno di venti mila uomini. 8. E i combattenti si azzuffarono rottamente chi qua, chi l per tutto quel tratto , e molti

Vers. 5. Salvatemi il fglio Assalonne. La carit di Davidde verso l'empio figliuolo non pu meglio paragonarsi, che con quella di colui, il quale sulla sua croce preg pei crocifissori. Vers. 6. Nel bosco di Ephraim. Certamente la battaglia fu di J dal Giordano, e non Iuni da Mahanaim ; onde questo bosco non pot essere detto bosco di Ephraim, perch fosse della trib di tal nome ; ma da qualche avvenimento, che a noi non noto.

erant quos s alius consumpserat de populo, quam h^ quos voraverat gladius in die illa : 9. Accidit auteniy ut occurreretAbsalom servis David, sedens mulo : cumque ingressus fuisset mulus subter condensam quercum, et magnani, adhaesit caput ejus quercui : et illo suspense inter caelum, et terram, mulus cui inseder at^per transivit. 10. Vidit autem hoc quispiam, et nuntiavit

pi, furono quelli del popolo , che in fuggendo periron pel bosco, che quelli che furon trucidati dalla spada in quel giorno: g. Or egli avvenne , che s'imbatt nei soldati di David Assalonne , che cavalcava un mulo : e il mulo venendo a passare sotto una quercia grande, e molto fronzuta , il capo di lui rimase appiccato alla quercia ; e restando egli appeso tra cielo e terra, il mulo che ei cavalcava, tir avanti. i'Qr-E vi fu, chi l'osserv, e ne diede parte

Vers. Q. Il capo di lu rimase appiccato alla qitereta ec. Comunemente gP interpreti hanno creduto 7 che ei restasse appeso per la capelliera ; ma le parole della Scrittura sembrano piuttosto significare, che fuggendo a tutta briglia Assalonne, e passando sotto la quercia rest col capo preso tra due rami, e pu ben essere , che la stessa gran capelliera contribuisse a rendergli impossibile il distrigarsi : intanto il mulo sentendosi libero fuggi via. Notisi, che gli antichi non aveano n selle, n staffe. Il Grisostomo , e Teodoreto l'intesero nel mode che abbiam detto. Ma chi in tal maniera di morte non riconoscer la vendicatrice mano di Dio ? Davidde avea fatto tutto quel che poteva per mettere in sicuro la vita del parricida, e la stia gente non avrebbe ardito di mettergli le mani addosso dopo le reiterate proibizioni del re; Assalonne fuggiva, e probabilmente era lasciato fuggire: Di prepara una quercia contro di lui; ed ella diviene il suo carnefice , e il suo patibolo.

Joab , dicens : Vidi Absalom pendere de quercu. n. Et alt Joab viro , qui nuntiaverat, ei: Si vidisti^ quare non con fedisti eum cum ter' ra , et ego dedissern ubi decem argenti si* do 9, et unum balteum? 12. Qui dixit ad Joab: Si appenderes in manibus meis mille argenteos , nequaquam mitterem manum meam f in filium regis : audientibus enim nobis praecepitrex libi, etAbisai, et Ethai, dicens-. Custodite mihi puerum Absalom. 13. Sed et si fecissent cantra animam meam audacter, nequaquam hoc ^ regem latere potuisset; et tu stares ex adverso ? 14. Et alt Joab : Non sicut tu vis, sed aggrediar eum coram te. Tulli ergo tres lanceas in manu sua, et nfixit eas in corde Absalom : cumque adhuc

a Gioab , dicendo : Ho veduto Assalonne appeso ad una quercia. 11. E Gioab disse a colui, che gli dava tal nuova: Se l'hai veduto, perch non lo hai tu conficcato in terra, e io ti avrei dato dieci sicli di argentp ,e una bandoliera ? 12. E quegli rispose a Gioab : Quando mi avessi messo in mano mille monete d'argento, non avrei stesa la mano contro il figliuolo del re: mentre udimmo ben noi come il re ordin, e disse a te, ad Abisai, e ad Ethai : Con* servatemi il figliuolo Assalonne. 13. E se io avessi ardito di tradire 1* anima mia, non avrebbe potuto restare ascosa al re simil cosa; e mi avresti tu forse difeso ? 14. Ma Gioab disse: Non sar come vuoi tu: anzi io lo trafigger in tua presenza. Prese egli adunque in mano tre dardi, e g' immerse nel petto di Assalonne:

palpitare^ haerens in e mentre quegli appicquercu^ cato alla quercia tuttor palpitava,, 15. Cucurrerunt del.Corsero dieci giocem ]uvenes armgeri vani scudieri di Gioab, Joab, et percudentes e co'loro colpi lo finirointerfecerunt eum. no. 16. Cecinit autem i6.E Gioab fece suoJoab buccina , et reti- nare la sua tromba, e nuit populum , ne per- contenne il popolo dalsequeretur fugientem rinseguire i fuggitivi , Israeli volens parcere risparmiar volendo la moltitudini. moltitudine. 17. Et tulerunt Ab* 17. E presero Assasalom , et projece- lonne, e lo gettarono runt eum in saltum, in nel bosco in una buca foveam grandem, et grande ; e gettaron socompartaverunt super pra di lui una massa aleum acervum lapidum tissima di pietre: e tutmagnum nimis: omnis to Israele se ne fugg autem Israel fugit in alle sue tende. tabernacula sua.

Vers. 14. Ma Gob disse ec. Checch si dica per iscusare il fatto di Gioab ( il quale anzi alcuni pretendono , che fece quello che la giustizia voleva che ei facesse), non da mettere in dubbio , che egli pecc , mentre disobbed al , il quale per dar tempo di penitenza al disgraziato figliuolo , vea comandato che gli fosse salvata la vita. Gioab avrebbe potu o, e dovuto assicurarsi della persona di Assalonne, il quale e a ancor vivo, e rimetterlo nelle mani del re. Cos si provede a al bene, e alla sicurezza del regno, e Assalonne avrebbe avut quella sorte che il padre avesse ordinato. Ma Dio voleva nel tr gico fine di questo figliuolo ribelle dare un terribile esempio a ulte 1' et avvenire, ed avea ( come not il Crisostomo ) pronunziata gi contro di lui la sentenza , di cui Gioab fu 1' esecutore, m Ps. vii. Vers. 1-7. Gettarono sopra di lui una massa altissima d pieire. E fatto ad Assalonne quello che fu fatto ad Achan, Jos, vii. a6.

18. Porro Absalom erexerat sibi, cum adhuc viverci, titulum, qui est in valle regis : dixerat enim: Non habeo filium ; et hoc erit moTimentum nominis mei. Vocavitque titu* lum nomine suo} et appetlatur Manus Absalom usque ad hanc diem. 19. Achimaas autem filius Sadoc at: Cur* ram , et nuntiabo regi, qua judicium fecerit ei Dominus de manu inimicorum ejus. 20. Ad quem Joab dxit-. Non eris nuntius

i8. Or Assalonne s era eretto , mentre era in vita, un monumento nJla valle del re: perocch diceva : Io non ho unfigliuolo: lascer questa memoria del nome mio. E diede a quel monumento il suo nome , e si chiama fino al di d'oggi la Mano di Assalonne. io.. Or Achimaas fi* gliuolo d Sadoc disse : Correr a recare a Davidde la nuova, come il Signore ha fatta a lui giustizia contro i suoi nemici. 20. Ma Gioab disse a lui : Non porterai le

Vers. 18. Si era eretto ... un monumento ec. l sacro storico tocca questo fatto di Assalonne per dimostrare , com' egli ebbe un fine tutto diverso da quello che si sperava, e in cambio di un monumento , e di un mausoleo insigne , fu sepolto come un empio e un sacrilego sotto una massa di pietre. Dicono che vedonsi ancor al presente le rovine di quel monumento, contro le quali i passeggeri Turchi, e cristialii gettano pietre maledicendo il nome di Assalonne. Doveano, quando egli eresse quel monumento, essere morti i tre figliuoli rammentati, cap. xiv. 27. Mano di Assalonne lo stesso che opera di Assalonne. Ma la ribellione di quest'ingrato e barbaro figlio fu una viva immagine della r belitene del popolo ebreo contro il suo Cristo, di cui era figu a Davidde. Il Cristo perseguitato, cercato a morte, catturato, str ziato, e ucciso, prega pe'suoi persecutori, e per essi d volentie i il suo sangue. Ma il peso della giustizia divina cade finalmen e sopra l'ingrata e ostinata nazione, la quale vinta da' Romani, d spersa per ogni parte, si resta come sospesa tra il cielo, e la te ra, abbandonata , e rigettata da Dio , e odiosa a tutte le genti.

in hac die, sed nuntiabis in aliai hodie nolo te nuntiare; filius enim regis est mortuus li. Et alt Joab Chu* si: Vade, et nujitiaregi, quae vidisti. Adoravit ChusiJoab, et cucurrit. 22. ~R.ursu.rn autem Achimaas filius Sadoc dixit ad Joab-, Quid impedii si etiam ego curram post Chusi? Dxitfjue ei Joab : Quid vis currere, fili mi? non eris boni nuntiibajulus. 23. Qui respondit: Quid enim si cucurrero ? Et ait ei : Curre. Currens ergo Achimaas per viam compendii, transivit Chusi. 24. David autem sedebat inter duas portas: speculator ver'o, cj ni erat in fastigio portae super murum, elevans

nuove oggi, ma un'altra volta : oggi non vo* glio, che porti le nuove tu , perch il figliuolo del re morto. 21. E disse Gioab a Chusi : Va, e riferisci al re quello che hai veduto. Chusi s'inchin a Gioab, e corse via. 22. Ma Achimaas figliuolo di Sadoc disse dipoi a Gioab : Che mal sar egli, se io pure correr dietro a Chusi? E Gioab gli disse: Perch vuoi tu,figliuol mio far questacorsa? tu noti saresti apportatore di grata novella. 25. E quegli rispose: E se io facessi questa corsa?E Gioab gli disse: Corri. Allora Achimaas, presa una scorciatoia, trapass Chusi. 24. Or Davidde stava sedendo tra le due porte : e una sentinella, che stava in cima alla poria sulla muraglia, al-

Vers. f . i . Disse Gioab a Chusi ec. Doveva essere un uomo plebeo ; imperocch egli non Chusai Arachite. Il suo nome proprio significa anche un Etiope.

oculos, vidit hominem currentem solum ; 26. Et exclamans in dicavit regi*, dixitque rex: Si solus est, bonus est nuntius in ore ejus: Properante Autem illo, et accedente^ propius, 26. Vidit speculator hominem alterum currentem , et vociferans calmine, aiti Apparet mihi alter homo cur* rens solus. Dixitque rex: Et iste bonus est nuntius. 27. Speculator autem, Contemplar, alt, cursum priors , quasi cursum Achimaas filii S ad oc. Et alt rex : Vir bonus est: et nuntum portans bonum, venit.

za ti gli occhi, vide un uomo solo che correva; 26.E alz la voce per dirlo al re: e il re disse: Se egli solo , reca buona novella : ma quegli venendo in tutta fretta, e avvicinandosi di pi,

25. La sentinella vide un altr' uomo, che correva , e gridando da alto disse : Comparisce un altr' uomo, che corre, ed solo. E il re disse : Anche questo porta buone nuove. 27. E la sentinella disse : Se bado alla maniera di correre del primo, mi sembra ch'i sa Acbimaas figliuolo di Sadoc. E il re disse: figli uomo dabbene , e viene a portare buone nuove. 28. C Iamans autem 28. E Acbimaas griAchimaas^ dixit ad re- d, e disse al re : Dio ti gem: Salve rex. Et ado- salvi, o re : e prostralo-

Vers. ft4- Davddc stava, tra le due porte. Le citt fortificate si vede che aveano doppie le porte , una di dentro, 1' altra fuori verso la campagna. Vers. a5. Se egli e solo, reca buona novella. Se fosse stato rotto il suo esercito, i fuggitivi sarebbero corsi in folla verso del re. , Vers. 27. Egli e uomo dabbene ec. E uomo fedele, e valoroso, che non si darebbe per fretta alla fuga.

rans regem coram eo pronus in terram, aiti B enedictus D ominus Deus tuus, qui conclu* sit homines, c/ui levaveruni manus suas contra dominum meum regem. 29. Et ait rex : Est ne pax puero Abs alom ? Dixitque Achimaas: Vidi tumultum magnum, cum mitteret Joab servus<> o rex, me servum tuum : nescio aliud. 30. Ad quem rex : Transi, ait, et sta hic Cumque ille transisset, et starei, 31. Apparuit Chus, et veniens ait: Bonum apporto nuntium, domi' ne mi rex : judicavit enim pro te Dominus liodie de manu omnium , qui surrexerunt contra te. 32. Dixit autem rex ad Chusi: Est ne pax puero Absalojr? Cui respondens Chusi: Fiant, inquit, sicut /mer, inimici domini mei regis, et universi, qui consur->

si per terra dinanzi a lu, lo ador . e disse : Benedetto il Signore Dio tuo,il quale ha messi alle strette coloro, che alzaron le mani contro il re mio signore. 29. E disse il re t egli salvo il figliuolo Assalonne?E Achimaas disse: Io vidi un grande seompiglio quando Gioab tuo servo , o re, spediva me tuo servo : altra cosa io non so. 30. E il re a lui : Avanzati, e posati qui. E quando quegli si fu avanzato al suo posto, 51. Comparve Chusi, e in arrivando disse ; Buone nuove io ti porto,o re mio signore: perocch oggi il Signore ba sentenziato in tuo favore liberandoti dalle mani di quelli che si son ribellati. 32. Ma il re disse a Ghusi : egli salvo il figliuolo Assalonne? Rispose a lui Chusi : Sia come di quel figliuolo, cos di tu Iti i nemici del re mio signore, e di lui-

gunt adversus eum in ti quelli che si ribellamalum. no contro di lui per nuocergli. 33, Contristatus ita* 33. Allora il re pieno que rex ascendit cae- di dolore sal alla camenaculum portae, et fie- ra, che era sopra la porvit. Et sic loquebatur, ta, e pianse, e nelP anvadens : (ij Fili mi dare diceva : Assalonne Absalom, Absalom fili figliuol mio, Assalonne mi: quis mihi trbuat, figlino! mio ! Chi mi ut ego moriar pro te, conceder, che io muo Absalom fili mi, fili mi ja per te, Assalonne tfAbsalom ? gliuol mio, figluol mio Assalonne ? (O/n/19.4.

Vcrs. 33. Chi mi conceder ec, Davidde piange la sciagura terna di Assalonne, e volentieri darebbe la propria vita per impatrargli vita, e colla vita spazio di ravvedimento, e di salute.

C A P O

XIX.

Qavidde mosso dal discorso di Gioab finisce di piangere Assalonne , e riconcilia seco i congiurati , ed ricondotto in Gerusalemme dagli uomini di Giuda : perdona a Semei, che a lui si raccomanda : e accoglie Mipliiboset, ordinandogli dipartire i beni con Siba. Dice addio a Berzellai , ritenendo con seco Chamaan. G Israeliti altercano fortemente con que' d Giuda per ragione di Davidde. i.X ? untiatum est autem Joab, quod rex fieret, et lugeret filium suum. 2. Et versa est vietoria in luctum in die illa omni populo \ audi vit enim populus in die illa dicii Dolet rex super filio suo. 5. Et declinavit populus in die illa ingredi civitatem, quomodo declinare solet populus versus, et fugiens de praelio% 4- Porro rex operuit caput suum, et clama-

1. \Jr fu detto a Gioab, come il re piangeva, ed era in duolo per ragion del figliuolo. 2. E la vittoria in quel giorno si cangi in lutto per tutto il popolo, perch il popolo senti dire in quel giorno : II re piange il suo igliuolo. 3. E il popolo si ritenne in quel d dall'entrare nella citt, come suoi ritenersi un popolo, che stato messo in rotta, ed fuggito dalla battaglia. 4- Ma il re si era coperto il capo, e ad alta

Vers. 3. * il popolo ai ritenne ... dalV entrare. F.ntv fnrtsvamente nolla citt.

bat voce magna ; fili mi voce gridava: Figlul Absalom, Absalom fili mio Assalonne, Assalonne figlio mio, figlio mi, fili mi. mio. 6. Ma Gioab and a 5. Ingressus ergo Joab ad regem in domum, trovare il re nella casa dixiti Confundistihodie e disse: Tu oggi bai covultus omnium servorum perta di rossore la factuorum, qui salvavi f* cia di tutti i tuoi servi, cerunt animam tuam i quali hanno salvata et animam filiorum tuo* la vita tua, e la vita rum, et filiarum tua* de'tuoifigliuoli,e delle rum, et animam uxorum tue figlie, e la vita deltvarum, etnimam con- le tue mogli, e la vita vubinarum tuarum. delle tue concubine. 6. Tu ami que'eiie ti f 6. Diligis odientes te, et odio habes diligen* odiano, e bai in odio tes te : et ostendisti ho- quei ebe ti amano; e die, (juia non curas de hai oggi fatto vedere, ducibus tuis, et de ser* come non 1 i cale de'tuo vis tuis : et vere cogno- capitani, e dei tuoi servi modo, quia si Absa- vi, e ora io ho conosciu1001 viveret,et omnes nos to esser vero, che se occubulssemus , tunc Assalonne fosse vivo, e plaeret tibi tutti noi fossimo morii, allora saresti contento* 7. Nunc igitur surge* 7. Ora pertanto alzaet procede, et alloquens ti, ed esci fuora, e parsatis fac servis tuis i la, e contenta i tuoi juro enim tibi Domi* servi : perocch io giVera. 5. Tu oggi hai coperta Ai rossore la faccia ce. Tutto Questo discorso di Gioab ci d il ritratto di un uomo impetuoso, arrogante, pieno di se, e del concetto che ha de' servigi rendati al suo re ; nde lutto si crede lecito, e anche di maltrattare lo stesso re.

numt .quod si non exiery, ne unus quidem remansurus sit tecum nocte hac-, et pejus erit -hoc tibi, quam omnia mala, quae venerunt juper te ab adolescentia tua usque in prae <sens. 8. Surrex it ergo rex, et sedit in porta, et o mni populo nuntatum est, quod rex sederei in porta : venitque universa multitudo coram rege: Israel autem fugit in tabernacula sua. 9. Omnis quoque populus certabat in cunctis tribubus Israele diCens : Rex liberavit nos de manu inimicorum nostrorum, ipse salvavit nos de manu Philis.thinorumy et nuncfugt de terra propter Absaloni. 10. Absalom autem, quem unximus super nos, mortuus est in bello : usquequo siletis, et non reducitis regem?

ro a te pel Signore, che se tu non esci fuora, neppur un uomo si re*. ster teco questa notte : questo sar ben peggio per te, che tuti' i mali, che ti sono caduti addosso dalla tua adolescenza fino <al presente. 8. E il re allora si alz, e si pose a sedere sulla porta (della citt) ; e tutto il popolo seppe, come il re era assiso alla porta: e tutti in folla si presentarono al re : ma quei d'Israele se n'eran fuggiti alle loro tende., 9. E di pi tutto il popolo in tutte le trib d'Israele altercava, e diceva: il re ci liber dalle mani de'nostri nemici, egli ci salv dalle mani de'Filistei, e ora ha dovuto fuggire df questa terra a causa di Assalonne. 10. Or Assalonne unto da noi per nostro re morto nella battaglia: sino a quando vi state mutoli, e non fate tornare il re ?

11. Rex vero David wisit ad Sadoc et Aiathar sacerdotes^ dicensi Loquimini ad majores nati Juda, dicentesi Cur venitis novissimi ad reducendum regem in domum suam ? ( Sermo autem omnis Israel pervenerat ad regem in domo ejus) 12. Fral'res mei vos, os meum, et caro mea vos , quare novissimi reducitis regem ? 13. Et Amasae dicite : Isonne os meum, et caro mea es? Haec faciat mihi Deus, et haec adda^ si non magis ter, militiae fueris coram me omni tempore pro Joab. 14- Et indinavit cor omnium virorum Juda, quasi viri unius : mice-

li. Ma il re Daviddfc mand a dire a'sommi sacerdoti Sadoc e Abiathar : Parlate a'seniori di Giuda, e dite loro : Per qual motivo verrete voi gli ultimi a ricondurre il re a casa sua? (Perocch i discorsi di tutto Israele eran giunti a notizia del re in sua casa) ,12. Voi siete miei fratelli, voi mie ossa, e mia carne; perch siete voi gli ultimi a far tornare il re ? i-3. E dite ad Amasa : Non se' tu carne mia, e mio sangue ? Il Signore faccia a me questo, e peggio, se io non ti fo per sempre capo delle mie schiere in luogo di Gioab. 14. Ed egli pieg il cuore di tutti gli uomini di Giuda, come se

Vers. 13. E dite ad dinasti : Non se1 tu ce. Egli era stato capitano generale di Assalonne, XVH. z5. onde poteva pi degli altri aver ribrezzo e vergogna di presentarsi dinanzi a Ini. D.ividde lo anima, rammentandogli la stretta parentela ( egli era figlinolo di Abigail sorella di David ), e colla promessa di farlo capitano generale delle sue truppe.- Davidde volea umiliare Gioab divenuto a lui insopportabile per fo morte data aJ Assaloanc , e pelI' estrema stui arrogAnza*

runtque ad regem, di" fossero un sol uomo : e centes : Revertere te, et mandarono a dire al re : omnes servi tui. Ritorna tu, e tutti iluoi servi. 15. E il re torn, e 15. Et reversus est rex : et venit usque ad and fino al Giordano, Jordanem, et omnis Ju< e tutto Giuda and sida venit usque in Gai no a Galgala incontro glam, ut occurreret re" al re per servirlo nel g , et traduceret eum passaggio del Giordano. Jordanem. 16. ( i ) Festinavit au16. Ma Semei di Batem Semei filius Cera hurim figliuolo di Cera filii Jemini de Baku figliuolo di Jemini and rim, et descendit cum in fretta incontro al re viris Juda in occursum Davidde cogli uomini di Giuda, regis David, 17. Cum mille viris 17. Avendo seco milde Beniamin, et Siba le uomini di Beniamin, per de domo Sauli et e Siba servo della casa (juindecim .filii ejus, ac d Saul, con quindici viginti servi erant cum suoi figliuoli, venti sereo : et irrumpentes Jor- vi, che eran con lui, e danem, ante regem, questigitlalisi nel Giordano per presentarsi al re"
(.)3. fle^a, 8.

Vers. 14- ~Ed egli piego il cuore ec. Ci naturalmente dovrebbe intendersi ili Amasa. V ha nondimeno chi crede, che sia detto di Sacloc , a cui David diede commissione di trattare con quelli di Giuda, e specialmente cou Amasa, del suo ritorno. Io non veggo, perch non possa intendersi dello stesso Davidde, il quale con queste dolci maniere fece rivolgere in suo favore gli animi di tutta quella trib , nella quale ave avuto Assalonnt ds'paigiani.

18. Transicrunt vada ut traducerent do* mum regis, etfacerent juxta jussionem ejus : Semel autem filius Gera prostratus coram rege, cum jam transisset Jordanem, 19. Dixit ad eum: Ne reputes mihi, domi' ne mi, iniquitatenf, neque menneris injuriarum serpi lui in die, qua egressus es, dmine mi rex, de Jerusalem, neque ponas, rex, in corde tuo. 20. Agitosco enim, servus tuus peccatum meum : et idcirco hodie. primus ven de omni domo Joseph, descendique in occursum domini mei regis. 21. Respordens vero Abisai filius Sarviae, dixit: NumquidprQ his

18. Passarono il guado affine di far passare la famiglia del re, e fare quello ch'ei comandasse. Ma Semel figliuolo di Gera prostratosi dinanzi al re, quando questi ebbe passato il Giordano , 19, Gli disse : Non punire, o signor mio, la mia iniquit, e non ricordarti delle ingiurie del tuo serro il di, in cui uscivi di Gerusalemme, o re mio signore, e non ritenerle, o re, in cuor tuo. 20. Perocch io tua servo conosco il mio peccato, e per questo son oggi venuto il primo di tutta la casa di Giuseppe incontro al re mio signore, 21. Ma Abisai figliuolo di Sarvia rispose, e disse: E basteranno for-

Ver*. 20. Di tutta la casa d Giuseppe. D tutte le dieci trib , delle quali capo la trib di Ephraim figliuolo di Giuseppe. Semei era di Beniamin ; onde non avea che fare co'figliuoli di Giuseppe ; ma egli fa due parti di tutto Israele , Giuda, che era stato quasi tutto fedele al re, e le altre dieci trib, che avean seguito Assalonne, tra le quali primeggiava Ephraim. Di queste dieci trib Semei era stato il primo a presentarsi 1 re dopo la morte di Assalonne.

verbis non occidetur se queste parole a far Semel quia maledixit si, che non sia messo a christo Domini? morte Semei, che ha maledetto il cristo del Signore ? 22. Et it Davidi 22. Ma Da videi e disQuid mihi, et vobis se : Che ho io da fare filii Sarviae ? cur effici- con voi,o figliuoli di Sarmini mihi hodie ut sa- via ? Perch fate voi ogtan ? Ertone hodie in gi da miei avversarii ? terficietur vir in Israeli Sar egli vero, che $i an ignoro hodie me fa- uccida quest' oggi uri cium regem super ZP- uomo in Israele ? Non radi so io forse, che oggj sono stato fatto re d' Israele ? '25. Et ait rex Semei: 23. E il re disse a SeNon morierisi juravit* mei : Tu non morrai : e gliene f* giuramento. gue ei. 24. Miphiboseth quo 24. Anche VIiphibque filius Saul descen* seth figliuolo di Saul dit in occursum regi? and incontro al re col illotis pedibus, et in* piedi sporchi, e colle tonsa barba : vestesqu barba non tagliata, e , suas non laverai a die, non avea lavate le sue qua egressus fuerat vesti dal d, in cui era
Vers, 22. Non so io forse, che oggi sono stato fatto re? Questo giorno , principio per me di un nuovo regno , non sar funestato col supplizio di un uomo , bench scellerato. Davidde dopo aver soddisfatto alla sua clemnza, e al suo giuramento osservalo da lui per tutto il tempo che ei visse , prima di morire ordin a Salomone di non lasciare impunita l'iniquit di Semei, affinch la giustizia avesse il suo pieno vigore, e l'esempio di un tal uomo salvato fino a queli' ora per eccesso di bont , non incoraggiasse altrui a vilipendere, ed oltraggiare lo stesso Dio nella persona del sovrano. "

rex usque ad diem re- partito il re (d Ger*. versionis ejus in pace. salemme ) fino al di del suo ritorno. _ 26. Cumque Jerusa- pacifico 26. Ed essendosi prelem occurrisset regi, sentato al re in Gerusadixit ei rex: Quare lemme, re gli disse: non venisti mecumt Mi- Perch il non venisti tu pluboseti ? meco,oMiphiboseth? . 26' E resportdens 26. Rispose Miphiboait : Domine mi rex, seth : II mio servo, o re servus meus contemmio signore, si burl di P?itme:dxigueei ego me -* gli avea detto io famutus tuus, ut ver- tuo servo, che mi allenerei mihi asinum, et stisse F asino, perch io ascende airem cum sopra di potessi anrege-, claudus enim sum dare col esso re, conciossiasrvus tuus. 7- (i) Insuper et accusavi me servum teum ad te dominum rneum regem: ju autem, ^ommemirex^) sicut **#>*" Dei es.fac quod placitum est tibi
0) Sup. 16. ,
2

ch sono stroppiato io tuo servo. 27. Ed egli per giunta ha portato accuse contro di me tuo servo a te, o re mio signore : ^ ma tu, o re signor mio, tu se' come un Angelo di Dio : fa quello che di tuo piacimento,

t*)Sup. 14. , 7 . j e f ao

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28. (i) 18eque enim fuit domus patris mei, nisi morti obnoxia domino meo regi: tu autem posuisti me servum tuum inter convvas mensae tuae: quid ergo habeo justae querelae ? aut quid possum ultra vociferari ad regem? 29. Ait ergo ei rex t Quid ultra loquers ? fixum est, quod locutus sum : tu et Siba dividi* te possessiones, 5o. Responditqu Mi phiboseth regi: Edam cuncta accipiat> posfr quam revrsus st do^ minus rex pacifice in domum suam. '31. (a) Berzellaqit* que Galaadites, descendens de Rogeltm,
(i) i. Reg. 29. 9.

28. Imperocch non fia meritato la casa del padre mo dal re mio signore, se non la morte : e tu ricevesti me tuo servo tra quelli che mangiano alla tua mensa ; di che adunque poss' io con giustizia dolermi ? o come poss'io ancora importunare il re ? 39. Il re pertanto$li disse : Che occorre, che tu dica di pi ? quello che ho detto, star : tu, e Siba, dividetevi le tenute, 30. E Miphiboseth rispose al rer. Si prenda pur gli ogni cosa, dappoich il re mio signore se n' tornato in pace a casa sua. 31. Similmente Berzellaidi Galaad, partitosi da JVogelim, servi il

(2) Sup. 17, 28, 3, Reg. 2, 7,

Vers, 9.9. Quello, che ho dello , star : tu , e Siba ec. La maniera, onde Davidde rispnde a Miphiboseth , d a divedere , he egli non rimase convinto dell'innocenza di Miphiboseth n e p e r le dimostrazioni esteriori, neper le parole di lui. Nondimeno per istinto di moderazione, e di bont rivoca in parte la sentenza pronunziata, e ordina, che egli abbia la met dei suoi beni, lasciando a Siba 1' altra met, 18 *

fraduxit regem Jordanem, paratus etiam ultra fluvium prosequi eum. 32. "Erat autem Berzellai Galaadites senex valde, id est, octogenarius, et ipse prue* iuit alimenta regt cum moraretur in castrisi fuit quippe vir dives nimis. 33. Dixit itaque rex ad Berzellai: Veni mecumt ut requieseas securus mecum in Jerusalem. - 34. Et ait Berzellai ad regem: Quot sunt dies annorum vitae meae,ut ascendnm cum rege in Jerusalem* 35. Octogenarius sum hodie: numquid vigent sensus mei ad discernendum suave, aut amarum ? aut delectare potest servum tuum cibus, etpotus ? vel audire possum ultra voceni cantorum, atque cantatricum quare ser-

re nel passaggio del Giordano, pronto a seguirlo anche di l dal fiume. 3'2. Ora Berzellai di Galaad eraassaivecchio, cio di ottani* anni, ed egli avea somministrato viveri al re, quando era agli alloggiamenti : perocch egli era molto facoltoso. 33. E il re disse a Berzellai: Vieni meco a riposarti in pace a Ge rusalemme. 34. Ma Berzellai disse al re : Di che et son io, che debba andare col re a Gerusalemme? 35. Io ho oggimai ottanta anni : i miei sensi son' eglino assai vegeti per distinguere il dolce dall' amaro ? ovver pu egli il tuo servo trovar suo piacere nel mangiare, e nel bere ? o star ancora a. sentire le voci dei cantori, e delle can-

Ver*. 3a. * Negli alloggiamenti. In Mabanaira.

' vns tuus sit oneri do- latrici ? Per qual motimino meo regi ? vo il tuo servo sar di aggravio al re mio signore ? 56. Ti seguir io tuo 36. Paullulum procedano, famulus tuus ab servo ancor per un poJordane tecum\ non in- co di l dal Giordano : dgeo hac vicissitudine. ma non ho bisogno di tal cambiamento. 5y. Sed obsecro, ut 67. Ma, ti prego, larevertar servus tuus, et scia che io tuo servo moriar in civitate mea, me ne torni a morire et sepeliar juxta sepul- nella mia patria, e ivi chrum patris mei , et io sia sepolto presso almatris meae. Est au- la sepoltura di mio patem servus tuus Cha- dre, e di mia madre. Ma maam, ipse vadat te- ecco qui Gbamaam tuo cum> domine mi rex, servo, venga egli teco, o et fac ei quidquid tifo re signor mio, e fa di bonum pidetur, Jui quello che a te piacer, Z$, Dlxit itaque ei 38. E il re gli disse: rex : Mecum transeat Verr meco Chamaam, Chamaam : et ego fa- e io far per lui tutto ciam ei quidcjuid tibi quello che tu vorrai, e placuerit) et omne> quod otterrai da me tutto petieris a me, impetra- quello che domanderai bis. 3p, Cumqne transis39. E quando il re, e set universus populus^ tutto il popolo ebber et rex Jordanem, oscu- passato il Giordano, il latus est rex Berzellai, re baci Ber sellai, e Io et benedixit'. et ille re- benedisse : ed egli se ne versus est in locum torn a casa sua, suum. fi ci Tr/in.xo.t. fr>frsi 40. E il re passo a

rex in Galgalam, et Chamaam cum eo: omnis autem populus Juda traduxerat regem, et media tantum pars ajfuerat de populo ls* raeL

GaJgala, e con lu Cha" inaam. Or tutto il popolo di Giuda avea accompagnato il re nel suo passaggio del Giordano, e vi si era trovata solamente la met del popolo d'Israele. 41. Itaque omnes vi4i. Per la qual cosa ri srael concurfentes tutti gli uomini d' Iad regem, dixerunt ei : srele affollatisi intorno Quare te furati sunt al re gli dissero : con fratres nostri t>ifi Ju- qual titolo i nostri frada, et traduxrunt re- telli gli umini di Giugem , et domum ejus da ti hanno rubato, e Jordanem , omnesque han fatto passare il Giorviro s David cum eo? dano al re, e alla sua famiglia, e a tulta la gente di David con lui ? 42, E tutti gli uomi4a. Et respondit o* mnis vir Juda ad viro s ni di Giuda risposero a srael: Quia mihi pro- quelli d'Israele ; Perch pior est rex : cur ira- il re appartiene a noi fceris super hac re ? pi dappresso ; perch Numquid comedimusa- vi alterate voi per simil

Ver. 4<>' Solamente la met del popolo. La trib d Giuda , e (jue'niille uomini d Demani in condotti da Semei. La sola trib di Giuda facea come la met di tutta l nazione, perch nel numero agguagliava molte altre trib, edera in grande autorit particolarmente per essere di quella trib la famiglia reale. Davidde per aver secondato i desiderii della sua trib, che si affrett di ricondurlo a Gerusalemme senza aspettare le altre trib , vide accendersi a segno la gelosia nella maggior parte del suo popolo, che ebbe a temerne un'aperta rottura.

lquid ex rege., aut nin- cosa ? Abbam noi manner nobis data sunt? giato qualche cosa al re, ovver sono stati dati a noi dei donativi ? 43. Et respondit vir 43. E quelli d'IsraeIsrael ad viros Juda, le risposero a que'di et ait: Decem partibus Giuda, e dissero : Noi major ego sum apud siam dieci volte da pi regem, magisque ad di voi riguardo al re, e me pertinet David, Davidd appartiene a quarti ad te : cur fecisti noi pi che a voi : per mihi injuriam ,etnon mi" qual motivo ci avete hi nuntiatum est pro- fatto questo torto, e perri, ut reducerem regem ch non stalo dato avmeum? Durian autem viso primieramente a responderunt viri Juda me, affinch io riconducessi il mio re? Ma gli viris Israel, uomini di,Giuda risposero con qualche asprezsa a quei d'Israele,
C A P O XX.

Gioab col fratello Abisai dando dietro a Seba figliuolo di Bochr, che tramava sedizione in Israele contro del re, per via uccide A mas a, e finalmente si ritira dopo che gettato dalle mura il capo di Seba. i. ^J.ccidt quoque', ut ibi esset vir Belial^ nomine S eba^ filius Bochri, vir Jemineus*. ei cecinit buccina, et aiti JVo/z est nobis pars in i. \Jr egli avvenne, che vi si trov un uomo di Belial per nome Seba, figliuolo di Bochri della trib di Beniamin : ed egli suo-

J)avidt neque tiaereditas in filio Isai : Revertere in tabernacula tua, IsraeL 2. Et separatus est omnis Israel a David, gecutusque estSebafc lium Bochri: viri autemJudo, adhaeserunt regi suot a Jordane usque Jerusalem. 5. Cumque venisset rex in domum suam in Jerusalem, tulit decem mulieres concubinas, quas dereliquerat ad custodiendam domum, et tradidit eas in custodiamt alimenta eis praebensi et non est ingressus ad eas, sed erant clausae usque in diem mortis suae in viduitate viventes. 4. Dixit autem rex Amasae\ Convoca mi" hi omnes viros Juda in

n la tromba, e disse : Noi non abbiam che fare conDavidde, n cosa in comune col figliuolo d'Isai. Torna, o Israele, alle tue tende. 2. E tutto Israele si separ da Davidde, e seguit Seba figliuolo -di Bochri: ma que3 di Giuda stetter sempre a'fian,chi del loro re dal Giordano fino a Gerusalemme. 3. Ma il re tosto che fu arrivato in sua casa a Gerusalemme, fece prendere le dieci concubine lasciate a custodire la casa, e le fece rinchiudere, somministrando loro gli alimenti, e non si accost ad esse, ma s stetter rinchiuse vivendo quai vedove fino al giorno della loro morte. . 4 Indi il re disse ad Amasa : Mettimi insieme tutti gli uomini di

Vera. i. Seba figliuolo d Bochri. Quest' uomo erettesi, clic fusse , cme Semei, parente di Sani ; il primo merito di essere nominato il suo delitto.

diem tertium^ et tu ad" esto praesens. 5. Abiit ergo Amasa, ut convocaret Judarti, et moratus est extra placitum> quod ei constituerat rex. 6. Ait aut$m David ad Abisai'. Nunc magis affiicturus est nos Seti a filius Bochri, quam Ab saloni. Tolte igitur servos domini tui, et persequere eum, ne forte invernai civitates muntasy et effugiat nos. 7. Egressi sunt ergo cum eo viri Joa, Ceretki quoque et Phelethi t et omnes robusti exierunt de Jerusalem ad persequendum Seba filium Bochri. , 8. Cumque illi essent juxta lapidem grandem, qui est in Gabaont

Giuda per di qui a tre giorni, e tu pur ci sarai presente. 5. Amasa pertanto and a mettere insieme la gente di Giuda : ma tard oltre il tempo fissatogli dal re. 6. E David disse ad Abisai : Ora ci dar pi da fare Seba figliuolo di Bochri, che Assalonne. Prendi adunque i servi del tuo signore, va in traccia di esso, affinch non si assicuri forse in alcuna delle citt forti, e ci scappi dalle mani. . 7. Part egli adunque insieme cogli uomini di Gioab, e que' di Cerethi, e di Phelethi: e tutti i pi valorosi partirono da Gerusalemme per tener dietro a Seba figliuolo di Bocbri, 8, E quand' essi furono arrivati presso alla gran pietra che in

Vera. 4- // re disse etti Amasa ec, Davidde volle mantener la promessa fatta ad Amasa , cap. xix. 13. ; ma Do permise , clic la osa andasse altrimenti, come vedremo , perch Dio volle che Amasa portasse la pena della sua ribellione contro Davidde.

jfmasa venens occur* rit eis. Porro Joab ve' sttus erat tunica strda ttd mensuram habitus suy et desuper accn* ctus gladio dependente usque ad illa, in vagina, qui fabricatus levi motu egredi poterat, et prcutere. 9. Dixit itaque Joab ad Amasarri, : Salve> mi Jrater. (i) Et tenuti manttdextera mentum Afnasae, quasi oscu tans eum. i o. Porro Amasa non observavt gladium ,
(1)3.^.2.5.

Gabaon, Amasa venne ad incontrarli. Or Gioab era vestilo di una tonaca stretta misurata appuntino alla sua corporatura, e sopra di questa ayea la spada appesa a' fianchi nel suo fo* dero, e talmente fatta che per ogni legger movimento poteva uscir fuora, e fare il colpo. 5. Gioab pertanto disse ad Amasa : Buon d, fratel mio. E colla mano destra prese Amasa al mento come per baciarlo. io. Or Amasa non fece attenzione alla spa-

Ver. 8. Or Goab era vestito ec. Goab senza averne avuto orrdJne dal re , and con Abitai per uccider Amasa , a cui Davidd volea dare il suo posto, come prima per la stessa causa avea ucciso Abner. Or la maniera usata da Gioab per togliere dal mondo Amasa proditriamente , Covette esser questa, per quanto si pu intendere combinando col testo ebreo la nostra volgata : Gioab opra la veste stretta militare avea a cintola un pugnale corto, che avea il fodero assai largo ; onde per qualunque legger movimento il pugnale ne us'civa fuori, e poteva impugnarsi e adoperarsi. Gioaft chinandosi per salutare Amasa, il pugnale usc del fodero ; Gioab colla sinistra lo raccoglie , senza che Amasa sospetti di nulla, tanto pi che nel punto stesso Gioab prese il mento .di Amasa come per baciarlo, e mentre Amasa pensa a tutt' altro, Gioab gli ficca il pugnale nel fianco. Prendere la barba di mio, e baciarla, era segno di ossequio. Quindi Cicerone descrive una statua d'Ercole, che avea la barba d'oro tutta consumata da' baci di que' che adoravano quel dio.

quem habebat Joab , qui percussii eum in lafere, et effudit intesti' na ejus in terram, nec secundum vulnus cip* posuit, et mortuus est. Joab autem, et Abisai frater ejus, persecuti sunt Seba filium Bo chri. li. Interea quidam viri, cum stetissent juxta cadpver Amasae, de sociis Joab dixerunt\ Ecce qui esse voluit pro Joab comes David.

da, che avea Gioab, e questi lo fer nel fianco, e fecegli cadere gli intestini per terra, e senz' altro colpo quegli si mori. E Gioab con Abisai suo fratello tenner dietro a Seba figliuolo di Bochri.

11. Frattanto alcuni dei compagni di Gioab rimasi presso al cadavere di Amasa dicevano*: Ecco colui, che voleva essere compagno di Davidde in luogo d Gioab. 12. Amasa autem 12. E Amasa giaceva conspersus sanguinee, in mezzo alla strada jacebat in media via, coperto di sangue j e Vidit hoc quidam vir, qualcheduno osserv, quod subsisteret omnis come si fermava tutta populus ad vdendum la gente per vederlo, e eum, et amovit Ama" strascino Amasa fuor sani de via in agrum, della strada in un camoperuitque eum vesti" po, e coprillo con un mento, ne subsiste- mantello, affinch que* rent transeuntes pro- che passavano, non si pter eum. fermassero a mirarlo. 13. Amoto ergo illo 13. E tolto ch' ei fu de via transibat omnis dalla strada, tutta la vir sequens Joab ad gente seguitava Gioab persequendum Seba fi* per tener dietro a Seba lium Bochri, figliuolo di Bochri. 14- Porro ille trans* i^.Or questi era pas=

ier*t per omnes tribus Jsrael in Abelam, et Bethmaacha : omnes que viri electi congregati fuerant ad eum. 15. Wenerunt itaque, et oppugnabant eum in Abela , et in Bethmaacha, et circumdederunt munitionibus civitatem, et obsessa est urbs : omnis autem turba, quae erat cum Joabt moliebatur destriere muros, 16. Et exclamaoit mulier apiens de civi* tate : Audite, audite, dicte Joabi Appropinqua huc, et loquar tecum. 17. Qui cum accesssset ad eam, aitilli: Tu +$ Jo& Et ille respondit". Ego. Ad quem sic locuta est'. Audi sermones ancillae tuae. Qui respondit: Audio. 18. nursumque illa, S ermo, inquit, dicbatur in veterproverbio-.

sato per mezzo a tutte le Irib di Israele fino ad Abela , e Bethmaacha, e si era unito con lui il fior della gente. 15. E quelli andarono ad assediarlo in * ' bela,che Bethmaacha, e circondarono di trincea la citt, e la chiusero : e tutta la gente di Gioab si affaticarono per abbattere le muraglie. 16. Ma una saggia donna di quella citt, grid: Udite, udite : dite a Gioab , che si appressi, perocch io ho da parlargli. 17. Ed essendosi egli fatto innanzi, dissegli colei : Se'tu Gioab ? Ed egli rispose: Son io. Ed ella cosi gli parl : Ascolta le parole della tua serva. Ed ei rispose : Ascolto, 18. E quella soggiunse: Fu gi antico proverbio : Chi chiede con-

Vcr*. 14- Fino ad Abela, e Beth-maacfia. Vale a dire Abela, la quale dicesi anche Beth-maacba. Questa citt di Abela era nella tribh di Nephthali.

Qui 'interrogane, inter' rogent in Abela : et sic perficiebant. 19. Nonne ego sum quae respondeo veritlem inlsrael? et tu quaeris subvertere civitatem, . etevertere matrem in Irael? Q uarepraecipitas haereditatem Domini ? 20. Rspondensque Joab) alt : Absit, ab sit hoc a me : non praecipito neque demolior. 21. Non sic se habet res, sed homo de mon* te Ephraim Seba, filius Bochri cognomine, levavit manum suam contra regem David: tradite illum, etreeedemus a civitate. Et alt mulier ad Joab : Ecce caput

siglio, cerchi consiglio in Abela : e cos conseguivano il loro intento. 19. Noti son io colei, che do risposte veraci io Israele? 6 tu cerchi di rovinare una citt! di esterminare una madre iti Israele ? Perch vuoi tu sperdere 1' eredit del Signore? 30. Rispose G io ab : Mai no, mai no : io non disperdo, io non distruggo. 21. Il fatto non cosi : ma un uomo della trib di Ephraim, Sba detto, figliuolo di Bo* ehri, si ribellato con tfo il r avidde: date^ ci lui solo, e ci ritireremo dalla citt. la donna disse a Gioab: Or

Vers.i8.CAi chiede consglio, cerchi consglio in Abela. Questa citt dovea essere famosa pegli uomini saggi e giusti, o perch gli abitanti fosser naturalmente di buon'indole, o perch ivi meglio che altrove si coltivassero gli studii. Questa stessa donna era in riputazione di molta intelligenza e facondia, Vers, 19. Non son io colei, che do risposta ec. La donna parla a nome della citt, almeno parmi, che ci si rilevi da quello che segue : alcuni per vogliono , che ella cosi parli di se medesima : lo che inverisimile sembra, e improprio, e la donna certamente non altro cercava se non di persuadere Gioab ad aver ri spetto per quella citt.

ejus mittetnr ad te per ora ti sar gettata la sua testa dalla mitramurimi. glia. 22. Ella adunquean22. Ingressa est er'go ad omnem populum, d attorno discorrendo et locata est eis sapien- a tutto il popolo con ieri qui abscissum ca- sagge parole : e quegli put SebafiUi Bochripro- troncato il capo di Sejecerunt ad Joab: et re" ba figliuolo di Bochri, cesserunt de urbe, unus* lo gettarono Gioab, il quisque in tabernacula quale fece sonar la sua : Joab autem rever- tromba , e si ritir 0sus est Jerusalem ad gnuno dalla citt per andarsene alle sue tenregem, de : e Gioab torn al re a Gerusalemme. i--' s3. ( i ) Fuit ergo Joab 26. Gioab pertanto super omnem exercitum ebbe il cornando di tutIsraeli Banaias autem to l'esercito d'Israele ; filius Jojadae super Ce- e Banaia figliuolo di Jorethaeos, et Phetetaeos. iada comandava a quelli di Gereti, e di Phelethi. 24 Aduram pero su24. E Adura presede per tributai porro Josa- va ai tributi, e GiosapJiat filius Ahilud , a phat figliuolo di Ahilud commentarii. era segretario. 26. Siva autemj seri26. E Siva era scribai Sadocvero, etAbia- vano ; e Sadoc, e Abiathar, sacerdotes. thar sommi sacerdoti.
(i) Sup, 8, 16.
Vers. a3. Gioab ebbe il comando et: Davidde dopo un tal serWgio renduto al regno da Giab coli'estinguere senza spargimento di sangue la ribellione di Seba, si vide costretto a continuarlo uell'impegno per non esporre a nuovi tumulti se, e lo stato.

26. Ira. autem Jair26. E Ira di Giantes erat sacerdos Da* eia sacerdote eli David de. vid. C A P O XXI. Fame di tre anni mandata a causa della crudelt usata da Saul contra i Gabaoniti. A richiesta di ess i Davidde d ad essere messi in croce gli av anzi della stirpe di Saul, tolto Miphiboseth, le ossa de quali ordina, che $ien seppellite colle ossa di Saul, e di donata. Quattro guerre di Davidde contro i Filistei. i. JL acta est quoque fames in diebus David tribus annis jugiter: et consuluit David oracutum Domini. Dixitque Dominus: Propter Saul, et domum ejus $angui~ num, quia occidit Gabaonitas. i. JL u. ancora una fame a tempo di Davideie per tre anni continui : e Davidde consult l'oracolo del Signore, e il Signore gli disse : (Questo avviene) a causa di Saul, e della sua stirpe sanguinaria, perch egli uccise i Gabaoniti.

Vers. 26. Ira ... era sacerdote d Davidde. Ira essendo sacerdote stava con I^avidde, offeriva per lui i sacrifizii , e gli teneva compagnia nelle sue orazioni, e divozioni particolari. Vedi Teodoreto. Cosi quest'Ira non potrebb' essere della stirpe del famoso Jair figlinolo di Machir, che era non della trib di Levi, ma di IVfanasse. V }a chi interpreta la parola sacerdote per consigliere, ,. ovvero ministro principale. Vers. r. A causa di Sani ... perche egli uccise i Gabaoniti, Sani perseguit, e mise a morto i Gabannili, '(piali Giosu, e il popolo ti' Israele avea promessa con giuramento la vita , Jot. vi.

2. Vocatis ergo CoItaonitis, rex dixit ad eos. (Porro Gabaonitae non erantdejiUis Israel, sed reliquiae Amor" rhaeorum: (i)filiiquippe Israel juraverant eis, et oolut S aut per" cutre eos zelot quasi "pro filiis Israel, et Ju* da)
(i) Jos. g. i5.

2.E il re chiam i Gabaoniti, e parl ad essi; (Or i Gabaoniti no e* rano del numero de' figliuoli d'Israele, ma avanzi degli Amorrhei, e g' Israeliti" si erano impegnati con essi col giuramento ; ma Saul volle ucciderli' per zelo come per bene de' figliuoli d' Israele e Giuda)

g. Questo principe s'immagin, che Giosn, e il popolo aves*ero peccato, lasciando di distruggere questi uomini compresi nella sentenza da Dio pronunziata contro i popoli della terra d Ganaan. Notisi, che i Gabaoniti son qui detti Amorrhe, perch con questo nome sono molte volte significati nella Scrittura tutti i popoli di Canaan : eglino per propriamente erano Heve. Vers. 2. Per zelo T come per bene de*fgliuoli d* Israele ec. Sotto pretesto di zelo pel ben comune , e come per supplire al mancamento commesso dal popolo contro 1' ordine di Dio , SauJ fece era del guerra a'Gabaoniti, i quali viveano in pace all'ombra della pubblica Fede, e della giurata alleanza. Alcuni vogliono, che';!'avarzia avesse parte a mettere a leva lo zelo di Saul. Comunque sia, il suo zelo era come quello che detto da Paolo non secondo la fetenza, ROTO. x. a., non essendovi titolo che dovesse prevalere ali' osservanza della buona fede , e de Ila parola confermata con giuramento. Dio punisce colla fame d tre interi anni per un delitto commesso da Saul, punisce , dico , tutto, il popolo ,, il quale si pu ben credere , che non vi avesse veruna parte. Quanto a" figliuoli di Saul la difficolt assai minore, perch lai Scrittura atessa chiamando la stirpe sanguinaria , ci addita , che essi concorsero alla oppressione de' Gabaoniti. Ma Dio , le vie de! quale sono infinitamente superiori a tutte le idee dei figliuoli degli uomini, Dio vendica sopra un popolo intero il peccato-d un re, facendo intendere al medesimo popolo, come interesse di tutta la societ T e di tutti i membri di essa , che la giustizia e la legge sia osservata nella repubblica , e affinch i sudditi non. si dimentichino giammai di domandare a Dio sopra tutte le cos,e, che egli dia mente e cuore retto a* sovrani, veggeu-

3. Dixit ergo David ad Gabanitas : Quid faciam vobis ? et quod erit vestri piaculum^ ut benedicati^ haereditati Dominii 4. Dixeruntque ei Gabaonitae i Non est nobis super argento, et auro quaes&O) sed con* tra Saul> et contra domum e]us : neque volumus, ut interficiatur homo de Israel. Ad quos rex aiti Quid ergo vuitis, ut faciam vobis ? 5. Qui dixerunt regi'. Virum^ qui attrivit nos et oppressit inique^ ita delere debemus^ ut ne unus quidem residuus sit de stirpe ejus in cunctis finibus Israel.

3. Disse adunque Davidde a'Gabaoniti : Che deggio io fare per voi? e qual soddisfazione vi <3ar io, affinch preghiate per 1* eredit del Signore? 4.E i Gabaoniti dissero a lu : Noi non domandiamo argento, n oro,ma giustizia contro Saul,e contro la sua casa; e non vogliamo, che perisca uomo d'Israele. E il re disse loro : Che volete adunque ch'io vi faccia ? 5. Ed essi dissero al re: Colui, che ci ha consunti, e oppressi iniqua* mente, noi dobbiamo* sterminarlo in guisa, che neppur uno vi resti della sua stirpein tutto il territorio d'Israele.

do, che siccome la piet , e la rettitudine del principe fa s, che Dio colmi di benedizioni le genti ad ssi soggette ; cosi la loro ingiustizia, e iniquit sovente cagione delle pubbliche calamit. I pagani ban conosciuta questa importantissima verit. Veggas Honi. 11. A. 4io., Hesiod. Op. 7.40., Horat. lib. i. Epst. a. v. 14 Veggas ancora P aurore delle risposte agli Ortodossi tra le opere di s. Giustino , Resp. 138. Vers. 3. Qual soddisfazione vi dar *V>, affinch preghiate ec. Tutta 1' antichit riconobbe, che Dio suoi sempre esaudire i clamori degli innocenti oppressi dalla prepotenza. Vers. 5. e 6. Colui, che ci ha consunti dobbiamo sterminarli in guisa ec. I Gabaoniti chieser dapprima la morte di tutti quelli che restavano della stirpe di Saul ; ma dipoi si contentarono,

6. Dentar nobis septeft viri de filiis ejus, ut crucifigamus eos Do* mino in Gabaa Saul, quondam electi Domini. Et ait rex : Ego dabo. 7. Pepercitque rex Miphboseth filio Jonathae filii Saul, (i) propter jusjurandum Domini, quod fuerat inter "avid^ et inter Jona* iian filium Sani. 8. Tulit itaque rex duos filios Resphafiliae Aiat quos peperit Sauli, Armoni, et Miphibosethi et quinque filios Michol filiae Saul, quos genue*
(i) i. Reg. 18. 3.

6. Sieno dati a noi sette de'suoi figliuoli, affinch noi li crocifiggiamo in onor del Signore a Gabaa, patria di Saul, che fu un d 1' eletto del Signore. E il re disse: Ve li dar. 7.Ma il re ebbe compassione di Miphiboseth figliuolo di Gionata figliuolo di Saul per ragione della sacrosanta alleanza, che era stata tra Davidde , e Gionata figliuolo di Saul. 8. Il re adunque fece pigliare i due figliuoli di Respha figliuola di Aia, partoriti da lei a Saul, Armoni, e Miphiboseth:e cinque figliuo-

che rimanesse eccettuato Miphiboseth, e il suo figliuolo, a' quali Davidde volle, ebe fosse salvata la vita per amore di Gionata. E scelgono la citt di Gabaa per giustiziarvi quegli infelici per maggior disonore della famiglia di Saul, perch Gabaa era patria di quel re. Ve l..dar, Non dubbio, che David Conobbe , essere volont di Dio, che ei concedesse a' Gabaorti la soddisfazione, che avrebbono domandata, e forse lo stesso oracolo, che spieg la cagione della fame, ordin ancora la punizione de'discendenti di Sani. Cosi Davidde non altro fece, che eseguire la sentenza di Dio. Vers. 8. Cinque figliuoli di Michol ... partoriti da. 2ei ad Htuirisle. Essendo certo, che non BJiehol, ma Merob figliuola di Saul spos Hadriele, quindi , che il Caldeo, e la maggior parte

rat Hadrieli filio Ber- li di Michol figliuola d zellai, qui fuit de Mo- Su partoriti da lei ad Hadriele figliuolo di lathi. Berzellai, il quale era di Molato. g. E li diede in mano g. Et dedit eos in manus Gabaonitarum\ dei Gabaoniti, i quali li qui crucifixerunt eos in crocifisser sul monte dimonte coram Domino*, nanzi al Signore : peet ceciderunt hiseptem, rirono questi sette ucsimul occhi in diebus cisi tutti insieme nei messis primis, incipien- primi giorni della messe, quando si principiate messione hordei. va a mietere l'orzo. io, Ma Respha fiio. Tollens autem Respha filia Aia cili- gliuola di Aia, steso soctum , substravit sibi pra una pietra un cilisupra petram, ab initio cio, ivi si stette dal prinmessis', donec stillaree cipio della mietitura, fiaqua super eos de eoe- no a tanto che non cadlo : et non dimisit cives de aequa dal cielo sopra lacerare eos per diem, di essi, e imped, che gH neque bestias per no- lacerassero il giorno gli uccelli o le fiere la notctem. te.
degl' interpreti suppongono che Michol adottasse i cinque figliuoli di Merob. V'ha chi pretende, che Merob avesse anche il nome di Michol. Vera. Q. Li crocifissero sul monte dinanzi al Signore. Li crocifissero qual vittime di espiazione alla presenza del Signore per placarlo. Si dice farsi dinanzi a Dio specialmente quello che tassi in onore, o per comando di Do. Ne1 primi giorni della messe ee. La messe dell' orzo nella Giudea comincia verso 1' equinozio di primavera. Vers. io. S slette fino a tanto che non cadde acqua dal etclo te. Questa donna di animo pia che virile, si tenne in ispirilo di penitenza presso a' cadaveri de' suoi figliuoli , pregando il Si-

V o l V.

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11. Et nuntata sunt Davidi quaefecerat Respha, filia Aia* concubina SauL 12. Et abit Davidi et tulit ossa Saul, et ossa Jonathae \ filii ejus, a viris Jabes Galaad,(i) yui furati fuerant ea de platea Bethsan, in qua \suspenderant eos Philisthiim cum interfecissent Sani in Gelboe\ - 13. Et asportavit in'de ossa Saut, 'et ossa Jortathae filii ejus: et colligentes ossa eorum, qui affixi fuerant, 14. Sepelierunt ea cum ossbus Saul, et Jonathe filii ejus in
(i) i. Reg. 3i.*i.

i i.E fu riferito a Davidde quello che avea fatto Respha figliuola d Aia concubina di Saul. 12, E Davidde ando e prese le ossa di Saul, e le ossa di Gionata suo figliuolo da quelli di Jabes di Galaad i quali le avean portate via dalla piazza di Bethsan, do\e i Filistei gli a ve ano appesi allorch i Filistei uccisero Saul a Gelboe. 15. E trasport di l le ossa di Sani, e le ossa di Gionata suo figliuolo : e raccolte le ossa di coloro, che erano stati crocifissi, i4- Le seppellirono insieme colle ossa di Saul, e di Gionata suo

gnore , cne placato ornai col no popolo rendesse alla terra la fecondit perduta per la mancanza della pioggia, onde ella si trattenne presso a qnei cadaveri fino a tanto ebe Dio non mand la pioggia , la quale venuta ravviv le campagne. La legge che proibiva di lasciare sul patibolo i giustiziati pi d' n giorno , non comprendeva un caso si straordinario come questo. Ma questo stesso pu servir d'argomento, ebe Dio diede ben presto la pioggi^, lo che molto pi verisimile , che 1' opinione dei moderni Rabbini, i quali vogliono che la pioggia mandata da Dio fu quella del settembre, e che Respha continu la sua stazione fino a quel tempo.

terra Beniamin, in latere , in sepulchro Cis patrs ejus : feceruntque omnia, quae praeceperatrex, et repropitatus est Deus terrae post haec. io. Factam est autem rursum praelium Phlisthinorum adversum Israel, et descendit David% et servi ejus cum eo, et pugnabant contra Philisthiim : deficiente autem David, 16. Jesbibenob, qui fuit de genere Arapha, cujus ferrum hastae trecentas uncias appendebat, et accinctus erat ense novo, nisus est percutere David*, 17. Praesidoque ei fuit A bis ai Ulius Sarviae, etpercussum Philisthaeum interfecit. Tunc juraverunt viri David, dicentes : Jam non egredieris nobis-

figliuolo nella terra di Benianiin da un lato nel sepqlcro del padre loro Cis. E fu fatto tutto quello che il re ordin, e dopo questo Iddio si plac verso il paese. l.E di nuovo si riaccese la guerra de* Filistei contro Israele, e Davidde and colla sua gente a combattergli: e Davidde essendo stanco, i6YJesbibenob della stirpe di Arapha, che portava una lancia, della quale il ferro pesava trecento once, e aveva una spada nuova, tent di ferire Davidde. 17. Ma lo difese Absai figliuolo di Sarvia, il quale fer, e uccise il Filisteo : allora i soldati di Davidde giurarono, e dissero : Tu non verrai pi con noi alla

Vers. 16. Della stirpe di Arapia. Vale a dire de' Raphaimi, dei quali si altrove parlato. Avea una spada nuova. La voce nuova pu significare eccellente , famosa. V ha chi vuole , che questo gigante cingesse allora per la prima volta la spada , e si desse al mestier della guerra, e perci si dica , che egli avea una spada nuova , era novizio nella guerra. Ma il primo sentimento il vero.

cum in bellu.ni , ne ex* tnguas lucernarii !$ rael. 18. (i) Secundum quoque bellum fuit in Gob contraPhilisthaeos: tunc percussit Sobochai de Husati, Saph de stirpe Arapila de gene* re ggantum. 19. Tertium quoque fuit bellfim m Gob contra PhUisthae0s> in quo percussit A deodatus filius S altus polymitarius Bethleheaiites Goliath Gethaeum : (2) cujus hastile hastee erat quasi liciatorium texentinm. 20. Quartum bellum fuit i* Geth^in quo vir fuit exc&lsus^ qui senos in manibus pedibusque habebat dig Los, id est,
(O i. Par. 20.4.

guerra, affinch non si estingua la lampana d' Israele. iS.Un'altra battaglia ancora vi fu contro i Filistei a Gob ; e allora Sobochai di Husati uccise Saph de* posteri di Arapha di razza de' giganti. i g. E una terza battaglia fu ancora a Gob contro i Filistei , e iit essa Adeodato figliuolo di Saltus , che tesseva stoffe di varii colori in ' Bethlehem, uccise Golialh di Geth, di cui l'asta della lancia era come un subbio da tessitore. 20. La quarta battaglia fu a Gth , dove s trov un uomo di grande statura che a ve a sei dita a ciascuna mano,

(2) i.Reg. 17.7.

Vers. i g. 4deodato figliuolo di Saltus ec. 11 nome Ebreo d ^ideodalo Elchanan , e Saltus in Ebreo Jore. Uccise Golictth di Geth. Egli uccise il nuovo Goliath Filiateo fratello di quello ucciso da David , come apparisce da' Paralipomeni, Lib. \. cap, xx. 5., dove ques.to gigante chiamato Lcehem.

viginti quatuor, et erat e aciascun piede, in tutde origine Arapha. to ventiquattro dita, ed era de'discendenli di Arapha. zi. Et blasphemavit 21. E parlava insoIsrael-. percussit autem lentemente contro Ieum Jonathan filius Sa" sraele , e lo uccise Gionata figliuolo di Samaa meta fratris David. fratelo di Pavidde. 22. Hi quatuor nati 22. Questi quattro esunt de Arapha in Geth, rano nati in Geth della et ceciderunt in manu stirpe di Arapha , e fuDavid, et servorum rono uccisi da Davidde ejus. e da'suoi servi.
C A P O XXII.

Cantico di ringraziamento composto da Davidde per la sua liberazione da tutti i nemici. i. JLJocutus est autem David Domino verba carminis hujus in die, qua liberavi^ eum Dominus de manu omnium inimicorum suorum, et de manu SauL i. \Jr Davidde cant al Signore le parole di questo cantico il giorno, in cui il Signore lo liber dalle mani di tutti li suoi nemici, e dalle mani di Saul.

Vers. i. Or Davidde canto ec. Questo cantico lo stesso, che il Salmo xvii. onde ne riserbiamo la sposizione al suo luogo tra' Salmi. Solamente qui noter , esser cosa evidente , che per errore de' copisti sia qui stata fatta la trasposizione di un membretto del versetto 4^., per ragione della quale sarebbe qui di* verso assolutamente il senso da quel che si ha nel Salmo xvir., vers. 44- 4^- 4^' Tutto si accomoda leggendo in tal guisa: Vers 4^Populus, quem ignoro, servisi mihi: audtn auris obediet mihi, Yers. 46. Filii alieni resisterli mihi > filii alieni ec.

2. E disse : II Signore mio asilo, e mia fortezza, e mio salvatore. 3. Dio mia difesa, in lui sperer : mio scudo, e mia possente salute : luche m'ingrandisci, tu mio rifugio : salvator mio, tu mi libererai dall'iniquit. 4 Invocher il Signore, che degno di lode : e sar salvo da' miei nemici. 5.Imperocch mi circondarono gli affanni di morte: torrenti di gente iniqua mi spaventarono. 6". I lacci dell' inferno 6. Funes inferni circumdederunt me: prae- mi cinsero : mi stringevenerunt me laquei vano i lacci di morte. martis. 7. Nella mia tribola7. In tribulatione mea invocabo Dominum, et zione invocher il Siad Deum meum clama- gnore, e verso il mio bo : et epaudiet de tem- Dio alzer le strida: ed pio suo vocem meam, egli dal suo tempio uet clamor meus veniet dir le mie voci, e alle orecchie di lui perverad aures ejus, ranno i miei clamori. 8. Si commosse, e fu 8. Commota est, et contremuit terra: fun- in tremore la terra: adamenta manuum con- gitate furono , e scosse 2. El alt-, (i) Dominus petra meo, et robur meum, et salvatormeus. 3. Deus fortis meus, sperabo in eum.', seutum meum, et cornu salutis meae : elevator meus,etrefugium meum: salvator meus, de iniquitate liberabis me. 4. ( 2 ) L audabilem invocabo Dominum', et ab inimicis meis salvus ero. 5. Qua circumdederunt me conditiones mortisi torrentes Sellai terruerunt me.

(O p/. 1 7 .3.

(2) tbid. 4-

'cussa sunt, et conquassata , quoniam iratus est eis. 9. Ascendit fumus denaribus ejus, et igns de ore ejus vorabit: carbones succensi sunt ab eo. 10. Inclinavt caelos et descendit: et caligo sub pedibus ejus. 11. Et ascendit super Cherubini, et volavit: et lapsus est super pennas venti. 12. Posuit tenebras in circuitu suo latibulum: cribrans aquas de nubibus caelprum. 13. Prae fulgore in conspectu ejus succensi sunt carbones ignis. 14. Tonabit de caelo Dominus ; et Excelsus dabit vocem suam. 15. Misit sagittas, et dissipavit eos-, fulgur, et consumpsit eos. 16. Et apparuerunt effusiones maris, et revelata sunt fondamenta orbis, ab increpatio-

le fondamenta de'monti, perch egli era con essi sdegnato. p. Dalle sue narici s alza il fumo , e la sua faccia getta fuoco divoratore : da lui sono accesi i carboni. 10. Abbass i cieli, e discese: e una nebbia caliginosa (era) sotto i suoi piedi. 11. Sal sopra i Cherubini , e sciolse il suo volo: strisci sull'ale de'venti. 12. S occult nelle tenebre, che ava d'intorno: fe'distillare le acque dalle nubi dei cieli. 13. Dal fulgore , che gli va innanzi , preser fuoco gli ardenti carboni. i4- Tuoner dal eieIo il Signore ; e l'Altissimo far udir la sua voce. 16. Scagli sue saette, e dissip quella gente : i suoi fulmini, e la distrusse. 16. Scoperte (allora) rimasero le voragini del mare; e aperti i fondamenti della terra alle

ne Domini, ab inspira" &0ne spiritus furoris ejus. 17. Misit de excelsa, et assumpsit m\ et extraxit me de atjuis multis 18. Liberavi* me ab inimico meo potentissimo.et ab histqui oderant me : quoniam robustiores me erant. 19. Praevenit me in die affiictonis meae: et factus est Dominus fir* marnen tum meum. 20. Et eduxit me in latitudinem : liberavit me quia compiacili ei.

21. Retribuet mihi Dominus secundum justitiam meami et ,?ecundum munditiam manuum mearum reddet mihi. as. Quia custodivi vias 22. Perocch io seDomini, et non eg im* guitai attentamente le pie a Deo meo. vie del Signore, ed empiamente non operai contro il mio Dio. 25.Conciossiach tul23. Omnia enim judicia ejus in conspectu ti i suoi giudzii mt meo: etpraecepta ejus stanno dinanzi agli occhi; i suoi precelti non non amovi a me. gettai lungi d me*

minacce dl Signore, al soffio impetuoso del suo furore. 17. Stese dall'alto la mano, e mi ^rese; e dalle profonde acque mi trasse. 18. Liberommi dal nemico mio potentissimo, e da coloro, che mi odiavano : perch eran pi forti di me. ip. Ei mi prevenne nel giorno dell'afflizione: il Signore fu mio so* stegno. 20. E fuor mi trasse ali* aperto : mi libero, perch ebbe buon volere per me. ai. Dar mercede a me il Signore secondo la mia giustizia: fender a me secondo la purezza delle mie mani.

24- Et ero perfectum cum eo: et custodiam me ab iniquitate mea* 26. Et resttuet mihi Dominus secundum justitia, meam : et secundum munditiam manuum mearum, in conspectu oculorum suorum. 26. Cum sancto saneius eris : et cum robusto perfectum. 27. Cum electo electus eris: et cum perverso perverteris. 28. Et populum pauperem \ salvum facies : oculisene tuis excelsos humiliabis. 29. Quia tu lucerna mea% Domine: et tu, Domine, illuminabis tenebras meas. 30. In te enim curram accinctus : in Deo meo transiliam murum. 31. Deus, immaculata via ejus: eloquium Domini igne examinatum : scutum est omnium sperantium in se.

24. E sar perfetto con lui: e mondo mi serber dalla mia iniquit. 26. E dar mercede a me il Signore secondo la mia giustizia: e secondo la purezza delle mie mani nel cospetto degli occhi suoi, 26. Col santo tu (o Dio) sarai santo: e perfetto coll'uom perfetto. 27. Coli* uomo innocente tu sarai innocente : e con chi mal fa, tu sarai malfacente. 28.Tu salverai la nazione de'poveri: e i superbi umilierai col tuo sguardo. 29. La mia lampa se' tu , o Signore : le mie tenebre schiarirai tu, o Signore. 3o.Col tuo ajuto correr armato di tutto punto ( a combattere ) e coll'ajuto del mio Dio valicher la muraglia. Si.Immacolala la via M Dio : la parola del Signore purgata (quasi) o fuoco : egli scucio d tutti quelli che sperano in lui. 9 *

32. Quis est Deus praeter 5ominum ? et t/uisfortispraeter Deum nostrum ? 33. Deus qui acci/i' xit me fortitudine : et complanavit perfectam viam meam. 34. Coaequans pedes meos cervis, et super excelsa mea statuens me. 36. (i) Docens manus meas &4 praelium f et eomponens quasi arcum aereum brachia mea. 36. Dedisti mihi clypeum salutis tuae : et mansuetudo tua multiplicavit me. 07. Dilatabis gressus meos subtus me, et non deficient tali mei. 38. Persequar inimicos meos, et conteram: et non convertar, donec consumam eos, 3q. Consumam eos, et confringam, ut non consurgant: cadent sub pe* dibus msis. (i) p/. 143.1.

02. Chi Dio fuori che il Signore ? e chi potente fuori che il nostro D i o ? 33. Iddio quegli, che di fortezza mi ^veste-.ela strada mi appiana perfettamente. 34- I miei piedi fece uguali a quelli de'cervi, e in luogo sublime mi colloc. 35. Egli avvezz le mie mani a combattere, e le mie braccia f' simili a un arco di bronzo. 35, Tu lo scudo mi desti di tua salute, e la tua benignit m' ingrand. 37. Tu allargasti la strada a'miei passi: e i miei calcagni non saranno spossati giammai. 38. Dar dietro a' miei nemici, e gli ster.miner : e non avr posa, fino a tanto ch'io gli abbia consunti. 3p. Li consumer, e gl? infranger, onde non possano rialzarsi : cadranno sotto i miei piedi.

4o.Tu di fortezza mi 4- Accinxsti me fortitudine adpraelium: ammantasti per la batincurvasti resistentes taglia: abbattesti sotto mihi subtus me. di me quelli che contro di me alzaron bandiera. 41. Inimicos meos 4.1. Facesti, che a me dedist mihi dorsum: volgesser le spalle imiei odientes me, et disper- nemici : que'che mi odam eos. diavano , e io gli sperder. 42. Alzeranno le stri42. Clamabunt, etnon erit (fui salvet : ad Do- da, e non sar chi li salminum, et non exaudiet vi: (alzeran le strida) al eos. Signore, e non saranno esauditi. 43. Li disperger co43. Delego eos , ut pulverem ferraci quasi me polvere della terra: lutum platearum com- g' infranger, e gli peminuam eos, atque con- ster, come sifa del fanfriJgam. go delle contrade. 44- Tu mi salverai 44- Salvabis me a contradictionilus popu- dalle contraddizioni del li mei : custodie^ me in popol mio : mi custodicaput gentium : popu- rai , perch io sia capo lus, quem ignoro, ser- delle nazioni: un popovet mihi. lo da me sconosciuto mi servir. . 46. I figliuoli bastar45. Filii alieni resistent mihi; auditu au- di mi faran resistenza : ri obedient mihi. al primo udire mi obbediranno. 4^. Filii alieni deflu* 46. I figliuoli bastarxrunt: et contrahen- di si struggeranno : e tur in angustiis suis. saran ridotti a strettezze neMoro angusti recinti.

4y. Viva il Signore, 47- Tivit Dominus> et benedictus Deus meus: e (sia) benedetto il mio et exaltabitur Deus f or- Do ; e sia esaltato Iddiopolente,ch' mia satis salutis meae. lute. 48. Deus, qui das 48. Tu, o Dio, tu fai vindictas mihi, et deji- le mie vendette, e soggetti a me le nazioni. eis popuios sub me. 49. Qui educis me ab 4p. Tu mi traesti dalinimicis meis, et a re- le mani de'miei nemici, sistentbus miM elevas e m'innalzasti sopra come : (i ) a vir iniquo loro ohe a me si oppoliberabis me. nevano : tu dall' uomo iniquo mi liberasti. 60. (2) Propterea con60. Per questo, o Sirf,l&ar tibi, Domine, in gnore , io ti confesser gerifibus : et nomini tuo tra le genti : e laude cantabo. canter al tuo nome. Si. Magnifcans sa51. A lui che ha rnalutes regis sui, et fa- ravigliosamentc salvaciens misericordia to il suo re, e fa miserichristo suo David, et cordia a Davidde suo, f'mini ejus in sempi- cristo, e alla sua stirpe ternum. pe'secoli.

(1) Pi, 17.49.

(2) Rom, 15, g.

C A P O XXIII. Ultime parole di Davidde , e catalogo de su oi illustri campioni. 1. fiaec autem sunt verbo. David novissima. Dixit David filius Isaii Dixit vir, cui constitutum est de Christo Dei Jacob, (i) egregius psaltes Israel. i. ueste sono le ultime parole di Davidde. Disse , Davidde figliuolo d'Isai: Disse 1* uomo, a cui fu data parola del Cristo di Dio di Giacobbe , 1' egregio cantore d'Israele. 2. Spiritus Domini 2. Lo Spirito del Silocutus est per me, et gnore per me parl , e pernio ejus per linguam la parola di lui (fu) sulmeam. la mia lingua.
(i)^cf. *. 3o.

Vera. i. Queste tono le ultime parole di Davidde. Il Caldeo porta, che queste son dette le ultime parole di Davidde, perch contengono una profezia doi Cristo , che dee nascere nell'ultima et del mondo. Altri suppongono, che questo cantico sia 1' ultimo composto da Davidde ; onde sarebbe come una conclusione de' suoi Salmi. Egli pu ancora considerarsi come il testamento spirituale di Davidde, in cui volle a tutte le future et contestare 1' umile sua riconoscenza pe' favori fattigli da Dio , e particolarmente pel massimo di tutti, che la promessa del Cristo, che dee nascere del suo sangue. Disse V uomo , a cui fu data parola. A. cui fu promesso con immutabil parola il Cristo, che sar mandato da Dio, dal vero Dio adorato da Giacobbe > e da' suoi discendenti. V egregio cantore d'Israele. L' autore insigne delle saere canzoni, le quali furono la consolazione , e la voce della piet nella chiesa giudaica , e sono, e saranno fino alla fine de' tempi la consolazione della chiesa cristiana, la quale tutti vi trova i suoi sentimenti, e tutti i misteri della sua fede. Cos lo Spirito del Signore commenda , ed esalta il pregio de' Salmi di Davidde per bocca del suo medesimo autore.

3. A me parl il Do 3 Dixit Deus Israel mihi, locutus estfords d'Israele , il forte d'IIsraeli Dominator ho- sraele parl ; il dominaminum, justus domina^ tore degli uomini, il giusto dominatore di tor in timore Dei* que'che temon Dio. 4-Essi saranno, come 4- Sicut lux aurorae oriente sole, mane abs- la luce dell'aurora splenque nubibus rutilai, et dente al mattino, quansicut pluviis germinai do si leva il sole senza nuvole, e come l'erba , herba de terra. che germina dalla terra dopo la pioggia.
Vers. a. Lo Sprito del Signore ec. Ecco per qual ragione i , Salmi ( e lo stesso intendesi di tutti i libri santi ) sieno tanto cari , e in tanta venerazione presso i fedeli ; lo Spirito di Dio li dett, egli fu che parli per bocca di Davidde , e della lingua di lui si valse a pronunziarli. Notisi, come nella dettatura delle sacre Scritture si attribuisce allo Spirito santo non solo l'ispirazione interiore, ma anche il movimento esteriore degli strumenti della favella. Vers. 3. Di que"1 che temono Do. De' Santi, i quali egli riempie dello spirito del timor santo. L' Ebreo dice Dominatore del timor del Signore: ma secondo la frase ebrea significa, come abbiam tradotto, e cos l'intesero il Siro e 1' Arabo. Vers. 3. Essi saranno, come ec. Mi son fatto lecito di aggiugnere quelle due parole Essi saranno , le quali fissano il senio di questo versetto , riportandolo a' giusti, a quelli che temono Dio, come 'detto vers. 3. Delle tante maniere, onde possono intendersi queste parole ( nelle quali ognun vede , che il senso rot(o ), mi paruta questa la pi naturale, e che meglio combini col fare di Davidde, e cnn quello che segue. Egli ha celebrato la parola di Dio, celebra dipoi quelli che osservano , e fan sue delizie della stessa parola, quei che temono il Signore, e de'quali in [special modo egli re , e dominatore, perch in essi regna per mezzo dell' amor suo. La felicit loro , e il loro avanzarsi di bene in meglio descritto in questo versetto , come nel versetto 6., e 7 descritta la infausta condizione de' peccatori. Questo il fare di Davidde in tutti i suoi Salmi, paragonare la felicit di chi teme Dio colla miseria di chi noi teme. Della felicit di quelli soggiunge uaa prova grandiosa nel versetto 5. -

O. Nec tanta est domus mea apud Deumy utpactum aeternum inrst mecum firmum in omnibus, atque mun' tum. Cuncta enim salus mea, et omnis voluntas; nec, est quidquam ex ea quod non germinet. 6. Praevaricatores autem cjuasi spinae evellentur universi, quae non tolluntur manibus: 7. "Et si quis tangere voluerit eas, armabitur ferro, et ligno lanceatot igneque succensae comburentur usque ad nihilum.

6. N ella da tanto la mia casa dinanzi a Dio , che egli dovesse fermare con me un'alleanza eterna , stabile in tutto, e immutabile: perocch egli tutta la mia salute, e tutta consolazione: e nulla , che da quella non abbia origine. 6. Ma i prevaricatori saranno estirpati tutti, come le spine,le quali non si spiantano colle mani. 7. Ma se alcuno vuol toccarle, si arma di ferro, o di un' asta di lancia, e si gettano al fuoco, e si riducono in niente coll'abbruciarle.

Vers. 5. N ella, e da tanto la mia casa ec, Non e il merito mio , non quello di mia famiglia, per cui Dio siasi mosso a stabilire con me un' alleanza eterna e inviolabile , e a promettermi un regno durevole pe' miei discendenti, anzi eterno nel Messia, che nascer dalla mia stirpe: questo patto, questa promessa pura grazia, e liberalit, e misericordia di-lui verso di me. Perocch egli e tutta la mia salute, e tutta censolazione ec. N bene , n prosperit alcuna io posso avere , se non in lui, che mia salute, ( ovvero, mio Salvatore ) , da cui ha orgine tutto quello che , e tutto quello che io posso avere di bene. Vers. 6., e 7. Ma i prevaricatori saranno estirpati ec. Con questa bella similitudine descrive il carattere degli empii, i quali sono incorjeggibili; onde nissuno pu accgstairsi ad essi, n tentar di ridarli colle dolci maniere, ma il loro destino si di essere schiantati con mano forte e seveira, e gittati nel fuoco, affinch rimanga annientata la loro superbia, e il temerario ardimento, con cui se la prendono contro Dio.

* 8. (i) Haec nomina fortium David* S eden s in cathedra sapientis-simus princeps inter tres: ipse est quasi te nerrimus Ugni vermi' culus% qui octingntos nterfecit impetu uno.

8.Questi sono i ninii dei campioni di David ? Colui, che siede in catte dra sapientissime pria, cipe tra i tre : egli come quel delicatissimo vermicciuolo, che rode il legtto, ed egli uccise ottocento persone in un conflitto.

(i) i. Par. n. io.


Vers. 8. Questi tono i nomi de' campioni di Davidde. IVel primo dei Paralipomeni xi; io, si aggiunge i quali lo aiutarono a diventar re di tutto Israele. Colui , che siede in cattedra tapientissimo principe tra i tr. Comincia qui il primo ternario de' campioni di Davidde. Ma "qui pure ci si presenta subita una grandissima difficolt, la quale consiste in vedere chi sia qnegli, di cui si parla in queste parole, come del primo tra i primi tre. Gli Ebrei , il Caldeo , e varii interpreti , come Eucherio , tarano , Dionisio , ec. sostengono , che questi sia lo stesso Davidde, a cui nissun negher il primo posto tra'valorosi uomini deil' et sua ; e la traduzione della nostra volgata sembra favorevole a questa opinione ; almeno possiam dire , ebe secondo questa opinione si pu esporre assai facilmente tutto quello che di questo personaggio detto nella stessa volgata. Egli Ita tra i primi tre il primo posto non solo per la dignit reale, ma per la saviezza ugualmente, e pel valore, egli congiunge con una somma elevazione un' altissima umilt , per cui rassomiglia quel vermicciuolo , il quale in apparenza debolissimo , e senza forze , trapana , o rode il pi duro legno ;finalmenteegli in un solo conflitto uccise ottocento uomini , prova di valore , la quale bench non registrata in questi libri, si pu credere di Davidde pi che di qualunque altro dei suoi campioni. I moderni interpreti generalmente son persuasi primo che nella volgata siasi cangiato in appellativo il nome proprio del1' uomo , di cui qui si parla , onde ripongono lesbattm ( secondo la volgata -colui , che siede sulla cattedra ) , ovvero Adino Hestuta ( secondo la volgata il vermicciuolo delicato del legno ). In secondo luogo suppongono , che della stessa persona si parli , di cui atta menzione, i. Parai, xi. 1 1. con queste parole: lesbaam figliuolo d Hacharnoni principe o sia capo di trenta egli im-

9- Pst hunc Eleazar filius patrui ejus Ahoi~ te$ inter tresfortes, qui erant cum David, quando exprobraverunt Philisthiim, et congregati sunt illuc in praelium.

9. Appresso a questo Eleazaro A boi le figliuolo dello zio paterno di lui fu dei tre campioni , che erano con Davidde, allorch i Filistei lo insultavano, essendo raunati col per combattere.

brandi la lancia contro trecento persone, le quali fer in una, sola volta. Ma ognun vede , che ben differente P essere capo de*primi tre, e 1' essere capo di trenta. Tutti confessano , che i primi tre , e i secondi tre, o sia il primo , e il secondo ternario de' campioni di Davidde si dee distinguere dai trenta ( ebreo Schaliscirn ), che era un numero di altri omini illustri e valorosi , che servivano negli eserciti , e de' quali ne sono nominati qui fino a trentasette , e altri sedici ne' Paralipomeni. Quindi invece di principe di trenta , voglion ebe leggasi principe di tre Rimane per tuttora un' altra diversit , ed , che lesbaam fer solamente trecento persone, laddove questo nostro campione uccise ottocento, e non piccola confusine fa ancora il porre per nome proprio Aldino d Hesn, convertito in appellativo quello di lesbaam. Cos dopo molte congetture sul testo sacro, e dopo i varii tentativi fatti per ridurlo a quella lezione , ohe suppongono migliore : non potendo rispondere alle difficolt , che vi restano t lasciano indecisa la disputa, e riconoscono col fatto, che in questo luogo siam cinti da inestricabile oscurit. Lasciamola indecisa anche noi, ma sia questo un esempio di pi per farci sempre rispettare la nostra volgata. Vers. g. Eleazaro Ahoite figliuolo dello zo paterno di lui. Questo Eleazaro nell' ebreo detto figliuolo di Dodo, nei settanta figliuolo di Dadi, Ma Dod in ebreo significa lo zo paterno , e cosi l'intese qui l'autore della volgata , secondo la quale Eleazaro detto figliuolo dello zio paterno del primo campione gi mentovato , e Ahoite dal nome della famiglia, ovvero della patria. Allorch i Filistei lo insultavano essendo raunati ec, Quando Goliath, e con lui i Filistei adunati a Phesdoniim schernirono il giovinetto Davidde, come si veduto, i. Reg. xvn. (vedi anche i. Parai, xi. 13.) allora Eleazaro ne' principii di questa guerra, e prima che David uccidesse il gigante, diede prove del suo gran valore.

10. Cumqueascendissentviri Israel, ipse sttitt et percussit Philisthaeos, donec defceret manus ejus et obrigesceret cum gladio. Fcitque Dominus salutem magnam in die illa-, et populus, fjui fugerat, reversus est ad caesorum spolia detrahenda. 11. Etpost hunc-, Semma filius Age de Ararii et congregati sunt Philisthiim in statione: erat qutppe ibiager lente plenus. Cumque fugisset populus a facie Philisthiim, 12. Stetitille in medio agri et tuitus est eum, percussitque Philisthaeos: et fecit Dominus salutem magnam. 13. Necnon et ante descenderant treSt qui

io.E fuggendo gl'Israeliti, Eleazaro tenne fermo, e percosse i Filistei , sino a tanto che spossato il suo braccio s5 irrigid tenendo la spada. E il Signore conced una vittoria grande in quel giorno : e il popolo, che era fuggito, torn a spogliare gli uccisi. 11. E dopo di lui Semma figliuolo di Age di Arari : e si raunarono i Filistei in un sito, onde era un campo pieno di lenti. E il popolo avendo presa la fuga , e volte le spalle a' Filistei, 12. Si piant egli nel mezaio del campo , e lo difese, e sbaragli i Filistei: e il Signore diegli vittoria grande. 13. E qualche tempo prima i tre , che erano

Vers. 12 I tre che erano i primi de* trenta. Questi tre sono i gi nominati. Abbiamo notato disopra, che il nome di Schalcim, i trenta, generale, e significa g' illustri, e valorosi uffiziali delle schiere d'Israele sotto Davidde. Quei tre erano del primo ternario , ed erano sopra tutti gli altri uffizioli. E il campo de*Filistei era nella valle de* giganti. Vedi so^ra cap. v. 18. Questa valle tra Gerusalemme, e Beth'lehem, La caverna di Odollam era a mezzogiorno di Gerusalemme.

erant principes inter trgnta, (i) et venerant tempore messis ad Da" vid in speluncam Odollam : castra autem Philisthinorum erant posila in Valle gigantum. i4 Et David erat in praesidio : porro statio Phlisthinorum tunc erat in Betlilehem. 15. Desideravi ergo David, et at: O si cjus mihi darei potum aquae de cisterna^cjuae est in Bethlehem juxta portam ! 16. Irruperunt ergo tres fortes castra Pkitisthinorum, et hauserunt aquam de cister~ na Bethlehem, quae erat juxta portam, et attulerunt-ad David: at ille noluit bibere, sed libavit eam Domino. 17. Dicens-. Propitius sit mihi Dominus, ne faciam hoc : num sanguinem hominum istorum, qui profecti sunt, et animarum periculum
(i) i. Par. i i . 15.

i primi de'trenta, erano andati a trovar Davidde nella spelonca di 0dollam al tempo della mietitura: e il campo de'Filistei ra nella valla de'giganti. 14. E Davidde stava in un sito forte : e i Filistei avean messo presidio in Bethelehem. io. Ora David con gran bramosia disse: O se alcuno mi desse da bere dell'acqua di quella cisterna, che in Bethlehem vicino alla porta ! 15. Quei tre campioni allora passarono pel campo dei Filistei, e attinsero l'acqua dalla cisterna di Bethlehem che era vicino alla porta, e la recarono a David: ma egli non ne volle bere, mat-e fece libagione al Signore; 17. Dicendo: Guardimi il Signore dai fare tal cosa : bever io il sangue di questi uomini, che sono andati a porre a risico la lor vi-

bibam ? Noluit ergo bi- ta? Egli adunque non bere. Haecfecerint tres ne volle bere. Tanto fecero questi uomini forrobustissimi. t issimi. 18. Abisai ancora 18. Abisai quoque frater Joab filius Sor' fratello di Gioab , fiviae, princeps erat de gliuolo di Sarvia, era il tribus : ipse estt qui le- primo di ire ; egli imvavit hastam suam con- brand la lancia contro tra trecentos, quos in- trecento uomini, e gli terfecit, nominatus iti uccise : egli era famoso tribus tra i tre. 19. Et inter tres no 19. E il pi riputato biliari eratqu eorum tra questi tire, ed era loprinceps, sed usque ad ro cupo : ma non agtres-prmos non perve- giunse a quei ire prinerat. mi. 20. Et Banaias filius 20. E Banaia di GaJojadae viri forfissimi, bseeJ, figliuolo di JTojamagnorum operumy de da, uomo fortissimo, e Cabseet: ipse percussit di fatti grandi: egli ucduos leones Moab, et cise i due lioni di Moab, ipse descendit, et per- e affront , e uccise un cussit eonem in me* lione in una cisterna nel dia cisterna in diebus tempo di una nevata. nvis. 21. Ipse quoque i/i 21. Egli parimente terfecit virum AEgy- uccise un Egiziano, uoVer*. 18. dbisai ... era il primo d tre. Il primo del secondo ternario: questi tre erano secndi in valore, e riputazione dopo i. tre primi, ed erano Abisai, Banaia, ed sael.In vece di Asael alcuni mettono lonathan. Vers. 20. Uccise i due lioni di Moab. Alcuni per questi due lioni intendono due giganti che si facesscr chiamare lioni d Dio, cio lioni potenti di forza divina.

ptium, virum dignum spectaculo, habentem in manu hastam : itaque cum descendisset ad eum in virga, vir extorsit hastam de manu AEgyptii) ei interfecit eum hasta sua.

22. "Haec fecit Banaias filius Jojadae* 23. Et ipse nomina^ tus inter tres robustos, qui erant inter triginta nobiliores: verumtamen usque ad tres non pervenerat\ fecitque eum sibi David a&riciilariumt a secreto *t.Asal frater Joab 24. fra i trenta (erainter triginta , Elcha- no) Asael fratello di nan filius patrui ejus Gioab, Elchanan di Bede Bethlehem. thlehem, figliuolo di un zio paterno di Asael. 26. Semma di Haro26. Smma de ffarodi, Elica di Harodi. di, Elica de Harodi. 26. Heles di Phati, 26. Heles de Phalti, Hira filius Acces de Hira di Thecua figlittThecua, lo di Acces, 27. Abiezer di Ana27. Abiever de Anathoth, Mobonnai de thoth, Mobonnai di H uHusati, sati. ^
Vers. x3, Non giunse al segno di quei tre. Dei tre del primo ternario,

moda farsi vedere come un prodigio, il quale avea in mano la lancia : e quegli andatogli incontro ol suo bastone , strapp a forza la lancia di mano all'Egiziano, e colla sua propria lancia lo uccise. 22. Tanto oper Banaia figliuolo di Jojada. 23. Ed egli era famoso tra' tre, che erano i pi illustri de' trenta : ma non giunse al segno di quei tre. E Da* vidde lo fece suo consigliere, e segretario.

zft.Selmon Ahohites^ 'MaharaiNetopliathiteSt 29. Jleledfilius B nana, et ipse Netophathites, Ithai filius Eibai de Gabaath filiorum Benamin. So.Banaia PTiarathonites, Heddai de torrente Gaas, 31. Abialbon Ari)et' thites^Azmaveth de Berami, 32. Eliaba de Salatoni. Filii Jasse, Jonathan, 33. Semina de Ororit Aiam filius S arar Arorites, 34- Elipheleth filius Aaslai filii Machat, E lam filius Achitophel Gelonites, 35.Hesraz de Carmeo, Pharai de Arbi, 36. Igaal filius Nathan de Soba, Bonnide Cadi, 37. Selech de Ammoni, Nahorai Beroth* tes> armiger Joab filii Sarviae, 38Jr<z Jethrites, Garbt et ipse Jethrites,

28. Selmon di Ahohi, Maharai di Netopbath, 29. Heled figliuolo di Baana, egli pure di Ne-. tophalh , Ithai figliuolo di Rihai di Gabaatb, della trib di Beniamin. 30. Banaia di Pharathon, Heddai del torrente di Gaas, 31. Abialbon di Arbalh, Azmaveth di Beromi, 32. Eliaba di Sglaboni. Jonathan de'figliuoli di Jassen, 33. Semma di Orori, Aiam figliuolo di Sarar di Aror, 34-Elipheleth figliuolo di Aasbai figliuolo di Machati, Eliam figliuolo di Achitopbel Galonite, 35. Hesrai del Carmelo, Pharai di Arbi, 36. Igaal di Soba figliuolo di Nathan,Bonni di Gadi, 37. Selecb di Ammoni, Naharai Berothita scudiere di Gipab figliuolo di Sarvia. 38.IradiJetbrit,Gareb anch' egli di Jethrit,

So. Uria Hethaeus. So., Uria d Heth. la Omnes triginta septem. tutto trentasette. C A P O XXIV. Davidde ripreso da Gad profeta per aver numerato il popolo , , di ire flagelli propstigli sceglie la peste di tre giorni, e mentre questa infierisce fino ad uccider settanta mila persone\ Davidde fa orazione al Signore, e avvertito dal profeta Gad, neW aja di A renna {di cui paga il prezzo) alza un altaret e cessa la pestilenza. i.. .i. s t ( i ) addidit furor Domini irasci contra Israel, comjnovitque David in eis dicentem : Vade, numera Israeli et Judam.
(i) i. Par. ai. i.

i. IVJla si accese d bel nuovo il furor del Signore contro Israele, e Davidde in loro danno si mosse a dar ordini, che si facesse il registro della gente ds I* sraele e di Giuda.

Vers. 3g. In tutto trentasetle. Oltre i tre ternari gi detti son qui nominati sino a trenta , onde sarebbono trentasei ; ma si osserva, ebe a questi va aggiunto Gioab nominato sol di passaggio , ma certamente degno pel valore di aver luogo in questa schiera, nella quale non si entrava per favore, ina solo per merito. Ed giustamente notato, ebe non in essa noverato alcuno de'fratelli di Davidde. Vers. i. .Si accese il furar del Signore contro Israele. La Scrittura non dice precisamente per quali peccati del popolo si accendesse lo sdegno di Dio contro lo stesso popolo. E Davidde in loro danno si mosse ec. Ecco P effetto dell1 ira di Dio contro Israele: Dio permette, che Satan spinga Davidde a numerare Israele, come detto, i. Parai, xxi. i. Sopra questo luogo non posso ritenermi dal riferire la gravissima e

2. Dixtque rex ad 2. Il re adunque disJoab principem exerci- se a Giab capo del suo to sui : Pcrambula esercito : Va attorno omnes tribus Israel a per tutte le trib d' IDan usque Bersabee, sraele da Dan fino a et numerate populumt Bersabea , e fa registro ut sciam numerum e del popolo , ond' io ne jus. sappia il numero. 3, E Gioab rispose al 3. Dixitque Joab re gi: Adaugeat Dominus re ; II Signore Dio tuo Deus tuus ad populum moltiplichi il tuo popototum, quantus nunc est, lo al doppio di quello iterumque centupUcet ebe , e ancbe a cento in conspectu domini volte pi sotto gli occhi atei regis \ sed quid si- del re mio signore ; ma & dominus meus rex che pretende lire mio fuit in re hujuscemodt? signore in facendo tal cosa?
ntlis&ima .osservazione d s. Gregario; egli ne inferisce, ebe i sudditi non debbon prendersela co' loro capi, quando questi cadono in qualche errore , o peccato ; ma ascrive a' peccati proprii la loro caduta. Colui, die' egli, che fu lodato per testimonianza di Dio, quel Daviddc ammesso alla cognizione de1 segreti del cielo , gort/ft) da repentina vanita , pecco facende il registro del popolo: ma il popolo porto la pena de1 peccati di Davdde : e perche questo ? perche fecondo i meriti del popolo fono dispsti i cuori di chi li governa : e il retto Giudice pun il vizio del delinquente eoi castigo di quelli, per causa dei quali egli pecc. Sfa perch egli per sua propria volont insuperbito non m senta r^ato, esso pure fu a parte della vendetta ... Egli adunque certo, che il merito de*pastori, e quello de1 popoli hanno stretta relazione tra loro, che spesso per colpa de1 pastori divien peggiore la vita da1 popoli, e spesso pe* demeriti de'p&poli la vita de1 pastori si deteriora. Ma poiche il loro giudice iranno i pastori, debbono perdo attentamente guardarti i sudditi dal far giudizio de* proprii pastori, Moral. KIX. 4Vtf. 3 Ma. che pretende il re ec. Gioab uomo certamente non {scrupoloso si uni in questo cogli altri capi a dare un buon consglio a Davidde. Cos sovente sono sagaci nel fatto altrui quelli che sono imprudenti e trascurati delle cose proprie.

4- O btinuit autem sermo regis verba Joa, et principum exercitus : egressusque est Joab et principes militum a facie regis, ut numerarent populum Israel. 5. Cumque pertransisset^t Jordanem venerunt in Aroer ad dexteram urbis, quae est in valle G ad: 6Etper Jazer trans ierunt in Galaad, et in terram inferiorem Hodsi, et venerunt in Dan silvestria.Crcumeuntesque juxta Sido* nem% 7. Transierunt prope moenia Tyri, et omnem terram Hevae, et CJiananaei, veneruntque ad meridiem Juda in Bersabee : Q.Et lustrata universa terra., affueruntpost novem menses 5 et viginti dies in Jerusalem. g. Dedit ergo Joab numerum descriptionis populi regi, et inventa

4- Ma la parola del re la vinse contro il dire di G io ab , e de' capi dell'esercito, e Gioab, e i principi de'soldati partirono dalla presenza del re per andare a far il conio del popolo d' Israele. 6. E passato che ebbero il Giordano, arrivarono ad Aroer dal lato destro della citt che nella valle di Gad: 6.E passati per Jazer entrarono in Galaad , e nel paese inferiore di Hodsi giunsero fino alle boscaglie di Dan , e girando attorno a Sidone, 7. Passarono presso le mura di Tiro, e per tutto il paese degli Hevei, e dei Cananei, e arrivarono a Bersabea dalla parte meridionale di Giuda: 8. E avendo scorso tutto il paese, tornarono a Gerusalemme dopo nove mesi, e venti giorni. p. E Gioab diede al re il computo del registro del popolo , e ~si 20

sunt de Israeloctingenta milita virorum for* tium, qui educerent gidium: ei de Juda quingenta miltia pugnatorum io. Percussit autem cor David eum> postquam numeratus est populus-. et disii David ad Dominum; Peccavi valde in hoc facto ; sed prcoritt&mfaiUt transftras hiquitatem s&r-

trovarono d'Israele ottocento mila uomini fatti, e buoni per la guerra ? e di Giuda cinquecento mila combattenti. io. Ma Davidde prov al cuore un rimorso dopo ch e fu fatto il computo del popolo, e David disse al Signore: Io ho peccato assai in questo fatto ; ma ti prego , o Signore, a condona-

Vers. 9. Si trovarono d" Israele ottocento mila ec. Nei Paraiipotneni, lib. i. cap. xxi. 3. la somma di tutto Israele d' un milione e cento mila, la somma di Giuda di quattrocento settanta mila ; ma nello stesso libro parrai che si accenni il filo per uscire da questo , che alcuni credono inestricabile, laberinto. Nei Paralipomeni si ha rl numero esatto di tutti i maschi d'Israele e di Giuda dai venti anni in su -, in questo luogo de' Regi si ha il calepio*quale fu presentato a Davidde da Gioab , il quale , come e detto , \.Parat. xxvi. 6. di mala voglia eseguiva V ordine del re i e neppure termin il suo registro per essere sopraggiunta la pestilenza, i. Parai, xxvu. 9.4. onde questo catalogo , o registro fatto da Gioab non fu trascritto nei fasti del re Davidde, ibd. ina fa dipoi supplito, e corretto colle memorie, che portarono gli altri principi, i quali ebbero insieme con Gioab questa inCumbenza, per la diligenza de'quali si ebbe il vero stato di tutto il popolo. Quanto a'trenta mila nomini della trib di Giuda, che sono di pi itt questo luogo, e di meno nei Parali'pomeni, volentieri mi attengo al sentimento di quegli spositori, i quali credono , che Gioab o per errore, o per adulazione accrescesse il numero di quelli della trib reale , che era anche la sua trib , includendo in essa qualche porzione delle confinanti trib di Dai e di Sitoeon , le quali tenevano parte dell' antic~territorio di Giuda, Ella ancora cosa assai ordinaria nelle Scritture, che wa numero di centinaia, o di migliaia non compiato "si ponga come se fosse intero e perfetto.

vi tui, qua stolte egi re questo peccato al tuo servo; perocch io ho onimis. peralo con troppa stoltezza. 11. Surrexit itaque 11. E alzato che fu David mane, et sermo Davidde la mattina , il Domini factus est ad Signore parl a Gad G ad prophetam, et F'- Profeta, e Veggente di dentem David, dicens : Davidde, e gli disse : 12. Vade, et log nere 12. Va a dire a Daad David". Haec dicit vidde : Queste cose diDominus : Trium libi ce il Signore : Ti vien datur optio, elige unum, data la scelta di Ire cofjuod volueris ex his, se ; eleggi una di queste, quella che tu- vorut faciam libi. rai, che io ti mandi. 13. Cumque venisset 13. E Gad essendosi Gad ad David, nyntia- presentato a Davidde, vit ei, dicens: Aut se- rec a lui questa nuova, pie, annis veniet tibi e disse: O per sette anfames in terra tua, (i) ni sar la fame nel tuo aut tribus mensibus fu- paese : o per tre mesi gies adversarios tuos, et fuggirai i tuoi nemici, illi te persequentur: aut e quelli t'inseguiranno, certe tribus diebus erit o almeno per tre d sapestilentia in terra tua. r pestilenza nel tuo 'Nunc ergo delbera, et reame. Or tu adunque vide quem respondeam consulta , e vedi qual ei, qui me misit, sermo* risposta io abbia da danem. re a lui, che mi ha mandato.
(i) i. Par. ai. 12.
Vers. 13. O per sette anni sar la fame <e. Ne'Pardliporneni, lib. i. cap. xxi. i?., son notati tre anni di fame, e cosi pure lesser i LXX., e Origene , e s. Ambrogio, e Teodoreto ; ma si so-

14- Dixit autem David ad Cadi Coarctor nimis* (i) sed melius est, ut incidam in manus Dmini (multas entm misericordia^ ejus sunt), quam in manus hominum. 13. Immisitque Dominus pestilentiam in Israeli de mane usque ad tempus constitutum, et mortui sunt ex populo>, a, Dan usque ad Bersaee, septuaginta milia virorum. iG.Cnmque exlendisset manum suam Angelus Domini super Jerusalem, ut disperderei eam, misertus est Dominus super afflctiohe, et alt Angelo per cuti enti populumi Sufficit: nunc contine manum tuanii. Erat autem Angelus Domini juxta aream Areuna Jebusaei.

i4- E Davidde disse a Gad : Sono in grandi strettezze ; ma meglio che io cada nelle mani del Signore, ( d i cui grandi son le misericordie) che nelle mani degli uomini. 16. E il Sig n ore m and la peste in Israele da quella mattina fino al tempo stabilito; e morirono del popolo da Danfnoa Bersabea, settanta mila persone. 16. E mentre l'Angel del Signore stendea la sua mano sopra Gerusalemme per desolarla, il Signore ebbe piet di tanta sciagura, e disse all'Angelo sterminatore del popolo: Basta : ritieni adesso la tua mano. Or l'Angelo del Signore stava presso T aja di Areuna Jebuseo.

(i) i. Par. ->.i. i3. Dan. i3. 5>.3.

stiene la lezione della volgata, dicendo che Dio propose da prima sette anni di fame, i quali furono ridotti a tre alle preghiere di Gad. Vers. 15. Fino al tempo stabilito ec. La pestilenza duro due interi giorni, e parte del terzo , perch Dio si plac , ebbe compassione del popolo, e fece cessare il flagello.

17. Dixitque David ad Dominum^ cum vidis s et Anteluni caedentem populum. Ego su.ni> qui peccavi^ ego inique egi : istiy (jui oves sunt, quid fece runt? vertatur, obsecro, manus tua contra me, et contra domun patris mei.

18. Venti autem Gad ad David in die illa , et dixit ei : Ascende , et con stitue altare Domino in area Areuna Jebusaei. 19. Et ascendit David juxta sermonem Gad, quem praeceperat ei Dominus 20. Conspiciensque Areuna, animadvertit

17. E Davidde, quando ebbe veduto l'Angelo, che percuoteva il popolo, disse al Signore: Io son quegli, che ho peccato, io che ho operatoiniquamenterche ha n n 'eglino fatto costoro, che son le pecore ? Contro di me, ti prego, rivolgasi la tua mano, e contro la casa del padre mio. 18. E Gad and quel giorno a trovare Davidde, e gli disse: Va, ed ergi un altare al Signore nell'aia di Areuna Jebuseo. 19. E and Davidde secondo la parola dettagli da Gad per ordine del Signore. 20. E Areuna alzando gli occhi vide, che

Vers. 16. Presso 11 aia di Areuna Jebuseo. Areuna , ovvero Ornati, dovea essere uno degli antichi abitatori di Gerusalemme convertito ali' Ebraismo, che avea sua abitazione sul monte Moria , dove fu poi il tempio. Quel monte non era allora chiuso nella citt. Vers. 17. * Io son quegli che ho peccato, io che ho operalo iniquamente. Bei sentimenti di penitenza , rassegnazione, e carit ! Ma e per questo diremo innocente il popolo 1 Anch' esso pure era carico d'iniquit : non curando n cerimonie , n leggi, non riconoscendo la propria felicit dal Signore , e da per tutto fin nella corte regnando l'avarizia, la cabala, la calunnia, l'invidia, l'adulazione, l'ipocrisia.

regem, et servos ejus transire ad se ; 2 i. Et egressus adoravit regem prono vultu in terram, et alt: Quid causae estt ut veniat dominus meus rex ad servum suum ? Cui David ait : Ut emam a te aream, et aedificem altare D omino>et cesseti interfeco, quae gras~ satur in populo. *a. Mt ait Areuna ad D&eid: Accipiat, et oj~ ferat dominus meus rex sicut placet ei: habes boves in holocaustum, et plaustrum, et juga boum in. usum lignorum. a 3. Omnia dedit Areuna rex regi : dixit<jue Areuna ad regem: Dominus Deus tuus suscipiat votum tuum: ^l\.Cuirespondens rex ait: Nequaquam, ut vis*

il re co' suoi servi andavano verso di lui : 21. E andogi incontro, e lo ador prostrali* dosi per terra, e disse : Qual ia ragione, per cui il re mio Signore viene a casa del suo servo ? E David gli disse: Per comprar la tua aia, ed ergervi un aliare al Signore, affinch cessi la mortalit, che infierisce contro dei popolo. 22. Areuna disse a, Davidde : Se la prenda il re mio signore, e la consacri come a lui pia* ce : eccoti i bovi pel- 11 olocausto, e il carro, e il giogo de' buoi, che serviranno per legna (da fuoco). 23. Tutto diede il re Areuna al re:e soggiunse Areuna al re : II Signore Dio tuo gradisca il tuo voto. a4 E il re rispose, e disse: Non andr la co-

Yers. a3. Tutto diede il re Areuna ec. Qrnan pot essere delia stirpe degli antichi re Jebusei, e anche a-ver tuttora la dignit di re opra quelli che restavano di quella nazione , eoa dipendenza da Davidde, e come suo tributario. I LXX. non danno quel titolo ad Areuaa, e neppur si trova ia molte edizioni della volgata.

sed emam prtto a te, et non off erant Domino Deo meo holocausta gratuita. Entt ergo David aream> et bo&es argenti siclis quinquaginta. 26. Et aedificavit ibi David altare. Domino, et obtulit iolocausta^ et pacifica', et propitiatus est Dominus terrae, et cobta est plaga ab /sraeL

sa, come vuoi tu, ma io ne pagher a te il prezzo , e non offerir al Signore Dio mioolocaus.U~tkt&mi-in dono. Davidde adunque compr 1' aia, e i bovi per cinq u a n t a sicli dLVargento. 26. E Davidde eresse in quel luogo un altare al Signore, e offerse olocausti, e ostie pacifiche : e il Signore si plac verso il paese, e fu posto fine alla mortalit , che straziava Israele .

FINE DEL L I B R O SECONDO DE

E.

Vers 24. Per cinquanta steli d* argento, Pel sito occupato dall' altare , e pe' bovi , diede cinquanta scli d* argento ; ma per tutta 1' aia d Oruan, nella i[ale dovea Fabbricarsi il tempio diede secento sicli d'oro, come narrato, , Para/, xxi. >S; nel qual luogo supplito quello che era stato qui tralasciato. Quindi nello stesso libro dVPairalpomen, nello stesso luogo si descrive quello ne comincia a fare Davide pejr preparare i materiali della gran fabbrica.

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