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PARTE II: DEFINIZIONE DELLE TECNICHE DEL KRIYA YOGA

CAPITOLO 6 TECNICHE BASE DEL KRIYA YOGA

Importante Le tecniche qui descritte sono esposte solamente per motivi di studio, per servire come raffronto col lavoro di altri ricercatori. Da questa condivisione spero derivi un feedback intelligente. Osservazioni, critiche, correzioni e aggiunte saranno ben ricevute. Prima di cominciare a porvi tutte le domande pi strane possibili e immaginabili, leggete completamente la Parte II e III di questo libro in modo da avere una completa visione della materia. Scoprirete che molte domande trovano risposta man mano che proseguite con la lettura. Tengo a precisare che questo libro non un manuale di Kriya Yoga! Forse in futuro ne scriver uno e allora affronter il problema di come dividere l'intero argomento in diverse lezioni cercando, per ciascuna fase dapprendimento, di fornire tutti i consigli necessari. In ogni caso, certe tecniche non possono essere apprese leggendo un manuale. Ci sono tecniche delicate come per esempio il Maha Mudra, il Kriya Pranayama, il Thokar, lo Yoni Mudra che impensabile apprendere senza l'aiuto di un esperto che controlli la loro esecuzione. Ogni persona diversa e nessuno pu dire a priori quali saranno gli effetti di una determinata tecnica, soprattutto se praticata in dosi consistenti. L'autore non si assume alcuna responsabilit nel caso di risultati negativi, particolarmente nel caso in cui uno decida di praticare le tecniche senza aver cercato la supervisione di un esperto. Coloro che intendono portare avanti questa pratica dovrebbero farlo con il dovuto senso del sacro e la consapevolezza della ricchezza che essa potr portare nella loro vita. Sebbene ognuno ha il diritto e il dovere di controllare il suo destino, garantirsi il consiglio o la guida di un esperto indispensabile.
N.B. Quando ci si reca da un esperto, necessario comunicargli lesistenza di ogni eventuale problema fisico, come ipertensione, problemi ai polmoni, segni di iperventilazione Se avete particolari problemi fisici, un esperto potr raccomandarvi una forma delicata di Kriya Pranayama e dei Mudra ad esso collegati e se necessario potrebbe raccomandare di praticarli solo mentalmente.

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Introduzione alla Localizzazione dei Chakra I Chakra sono sottili entit localizzate entro la spina dorsale astrale, gradini ideali di una scala mistica che porta la coscienza del singolo ad incontrare la pi elevata esperienza estatica. Molti credono di poter applicare automaticamente al Kriya quello che scritto sui libri di Yoga, ma questo non funziona. Tali testi sono riempiti di inutili, devianti raffigurazioni. Perdendo tempo a visualizzare tutto quel materiale, un kriyaban potrebbe correre il rischio di perdere lautentico significato delle tecniche Kriya, o parte delle loro ricchezza. Quando certe condizioni naturali si stabiliscono silenzio mentale, rilassamento del corpo, intensa aspirazione dellanima la Realt Spirituale si manifesta, assorbendo l'attenzione. In tal caso, il movimento sottile di energia nel corpo o il particolare accumularsi di essa in qualche parte del corpo rivela l'essenza dei Chakra. Coloro che praticano il Kriya Yoga (useremo il termine kriyaban) incominciano la loro pratica della tecnica base del Kriya Pranayama visualizzando la spina dorsale come un tubo vuoto che si estende dalla base di essa fino al cervello. Con ulteriore pratica, essi cercano di localizzare i sette Chakra.

Figura 1. Percezione dei Chakra

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Primi Cinque Chakra II primo Chakra, Muladhara localizzato alla base della colonna spinale proprio sopra la regione del coccige; il secondo Chakra, Swadhisthana, si trova nella regione sacrale a met strada tra Muladhara e Manipura; il terzo Chakra, Manipura, nella regione lombare all'altezza dell'ombelico. Il quarto Chakra, Anahata, nella regione dorsale; la sua sede pu essere individuata avvicinando le scapole e concentrandosi sui muscoli tesi tra di esse. Il quinto Chakra, Vishuddha, si trova dove il collo si unisce alle spalle, all'altezza delle clavicole. La sede del quinto Chakra pu essere individuata oscillando la testa lateralmente, mantenendo il busto ben fermo, concentrandoci sul punto dove si percepisce un particolare suono come di un qualcosa che scricchiola, o che viene macinato. La localizzazione fisica dei Chakra accompagnata da qualche forma di visualizzazione. La pi semplice visualizzazione che favorisce le dinamiche del Kriya Pranayama la seguente -- quando la consapevolezza sale lungo la spina dorsale, i Chakra sono percepiti come piccole "luci" che illuminano il tubo cavo che visualizzato al posto della colonna spinale. Quando la consapevolezza scende, essi sono intimamente percepiti come organi che distribuiscono energia (che scende dall'alto) nel corpo. Raggi di luce partono dalla loro sedi, ravvivando, quella parte del corpo che si trova davanti a loro. Darsi la pena di rispettare tale visualizzazione elementare, evitando quelle suggerite dai libri New Age o tantrici la miglior garanzia di star portando avanti un lavoro proficuo. Anche se ci pu ora sembrare prematuro, utile far notare che la vera localizzazione dei Chakra pu avvenire solamente nella dimensione astrale poich essi non sono una realt fisica. Questo si ottiene quando il Kriya Pranayama prende, per cos dire, la "strada interiore" e noi ascoltiamo i suoni astrali che emanano dalla sede fisica di ciascun Chakra. Non appena la mente sufficientemente calma (durante una profonda e lunga seduta di Kriya Pranayama ) si possono ascoltare i suoni astrali e localizzare astralmente ciascun Chakra. Ci sono diversi livelli di sviluppo di questa abilit: il Kechari Mudra da origine ad un grande processo di interiorizzazione che favorisce l'esperienza specialmente quando il "vento" del respiro si calma. Il fatto di localizzare astralmente i Chakra si lega all'abilit di viaggiare lungo il tunnel spinale. Ci porta a un superiore raggiungimento: quello di realizzare che i primi cinque Chakra sono cinque diversi stati di coscienza. La tradizione Kriya li mette in relazione con i cinque Tattwa: terra, acqua, fuoco, aria ed etere. Offrire ciascun Tattwa individualmente alla luce dell'"occhio spirituale" che si raccoglie e si intensifica nella regione tra le sopracciglia, l'azione pi elevata mai concepita per distruggere l'ultimo guscio dell'illusione. Spiegheremo tutti questi aspetti della pratica Kriya nei prossimi capitoli; la nostra anticipazione intesa solo a scoraggiare i kriyaban ad essere precisi in modo maniacale per quanto riguarda la localizzazione dei Chakra: solo la pratica dei diversi livelli del Kriya Yoga che pu raffinare tale percezione.
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Ajna (Midollo allungato, Bhrumadhya, Kutastha) Secondo la tradizione, la sede del sesto Chakra Ajna la parte centrale della testa. Alcuni identificano tale sede con l'ipofisi, altri con la pineale, altri col terzo ventricolo del cervello. preferibile seguire la seguente procedura in due passi. 1. Prima individua la sede del midollo allungato (che si trova alla sommit della spina dorsale; talvolta indicato come ''Medulla''). Solleva il mento tendendo i muscoli del collo alla base dell'osso occipitale; concentrati sulla fossetta sotto la nuca ed entra idealmente all'interno di due tre centimetri; mantenendo la contrazione dei muscoli del collo, oscilla la testa lateralmente (due, tre centimetri per parte); rilassa i muscoli del collo e mantiene la concentrazione sul midollo allungato per un minuto: noterai come ogni irrequietezza scompare. (Pu essere interessante aggiungere che la tradizione dice di visualizzare il midollo allungato come avente la forma del dorso di una piccola tartaruga.) 2. Rimanendo centrato nel midollo allungato, convergi lo sguardo interiore verso Bhrumadhya, il punto tra le sopracciglia, e osserva la luce interiore in quella regione. La tua percezione pu essere debole ma se continui a guardare internamente accontentandoti di qualsivoglia percezione luminosa, tale luce si intensificher. Se vieni indietro di otto centimetri dal luogo dove appare la luce, avrai trovato la sede del sesto Chakra Ajna. Meditare con la tua consapevolezza focalizzata su di esso ti prepara per l'esperienza del Kutastha (detto anche "terzo occhio" o "occhio spirituale"): un punto luminoso che appare in mezzo di una radianza sferica. In tale regione, un giorno, sperimenterai lo splendore di molti di soli, pur avendo la freschezza della luce lunare. Ajna Chakra la porta regale per avere esperienza di quella parte della Coscienza Divina che immanente nell'universo fisico. Sentirai l'intero universo come il tuo corpo. Tale esperienza detta anche "Kutastha Chaitanya", "Coscienza Cristica" o "Coscienza di Krishna". Sahasrara (Bindu, Fontanella) Secondo la tradizione, la sede del settimo Chakra, Sahasrara la sommit del capo. Esso visualizzato come un disco orizzontale con un diametro di circa 12 centimetri, situato immediatamente sotto la parte superiore del cranio. Nella parte 3 del Kriya Pranayama, quando solleviamo la consapevolezza dal sesto al settimo Chakra, tale visualizzazione sufficiente per ottenere un assorbimento estatico. Ma nel Kriya Yoga c' sempre posto per il perfezionamento. Le scuole di Kriya pi affidabili (attente a non causare degli effetti difficili da sostenere) sono quelle che insegnano un graduale approccio alla concentrazione sul Sahasrara. Esse consigliano di porre la consapevolezza in Bindu e da l divenire consapevoli della fontanella. Bindu localizzato nella regione occipitale, dove lattaccatura dei capelli forma una specie di vortice. ( qui che alcuni Ind, con
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la testa rasata, mantengono una ciocca di capelli.) Durante la prima parte del Kriya Pranayama la coscienza tocca il Bindu per alcuni istanti, alla fine di ciascuna ispirazione. Nelle fasi pi elevate del Kriya Pranayama, quando la consapevolezza trova la Tranquillit in Bindu, diveniamo consapevoli della fontanella anteriore. Il nome corretto di tale regione in un adulto il Bregma: situato al punto di incontro, sul cranio, delle suture coronale e sagittale. Si raccomanda di non trascurare il precedente stadio di localizzazione del sesto Chakra (Ajna) e di praticare la concentrazione sulla fontanella solo quando ci esplicitamente richiesto dal proprio insegnante. Una Posizione Adatta alla Meditazione Ci si siede rivolti ad Oriente. Secondo Patanjali, la posizione dello Yogi (Asana) deve essere stabile e comoda. La maggior parte dei kriyaban si trova a proprio agio praticando il cosiddetto Mezzo-loto. Questa posizione usata per la meditazione da tempo immemorabile perch fornisce una posizione seduta comoda, molto facile da ottenersi. Il segreto di mantenere una spina dorsale eretta sedendo sul bordo di uno spesso cuscino in modo tale che le natiche siano leggermente sollevate. Si pu sedere a gambe incrociate mentre le ginocchia stanno sul pavimento. Sollevate il piede sinistro e portatelo verso il corpo in modo che la suola del piede sinistro aderisca comodamente all'interno della coscia destra. Tirate il tallone del piede sinistro il pi possibile verso l'inguine. La gamba destra piegata al ginocchio ed il piede destro posto comodamente sopra la coscia sinistra o il polpaccio o entrambi. Il ginocchio destro abbassato il pi possibile verso il pavimento. La migliore posizione per le mani con dita intrecciate come si pu osservare nella famosa foto di Lahiri Mahasaya. Ci crea un buon equilibrio di energie dalla mano destra alla sinistra e viceversa. Le spalle sono in posizione naturale, la testa, il collo, il torace e la spina dorsale si trovano in una linea diritta come se fossero una sola cosa. Quando le gambe sono stanche, scambiate i loro ruoli in modo di prolungare la durata della posizione. In certe situazioni delicate - mi riferisco a problemi di salute o a particolari condizioni fisiche - pu essere provvidenziale praticare il mezzo loto su una sedia, purch non abbia braccioli e sia abbastanza grande. In questo modo, una gamba alla volta pu essere abbassata e l'articolazione del ginocchio rilassata! Di difficolt media Siddhasana (Posa Perfetta): la pianta del piede sinistro posta contro la coscia destra mentre il tallone preme sul perineo. Il tallone destro posto contro l'osso pubico. Questa posizione delle gambe, abbinata al Kechari Mudra, chiude il circuito pranico e rende il Kriya Pranayama facile e proficuo. Si spiega che questa posizione aiuta a divenire consapevoli dei movimenti del Prana. Nella difficile posizione Padmasana il piede destro posto sulla coscia sinistra ed il piede sinistro sulla coscia destra con le piante dei piedi rivolte verso lalto. Si spiega che, accompagnata dal Kechari e dal Shambhavi Mudra, questa posizione crea una condizione energica nel corpo adatta a produrre l'esperienza della luce interna che proviene da ciascun Chakra. Essa aiuta a mantenere il
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torso eretto quando, con il raggiungimento del profondo Pratyahara, esso tende a piegarsi o a cadere. Sedere in Padmasana (posizione del loto) incomodo per un principiante, le ginocchia e le caviglie danno un dolore intenso. Personalmente, non consiglio a nessuno di eseguire questa difficile posizione. Ci sono yogi che hanno dovuto farsi togliere la cartilagine dalle ginocchia dopo che per anni avevano imposto alle loro membra la posizione Padmasana.

Le Tecniche Base del Kriya Yoga Le seguenti tecniche sono di solito condivise durante la prima iniziazione al Kriya Yoga: Talabya Kriya, Om Japa (nei Chakra), Kriya Pranayama (spesso indicato semplicemente come Pranayama) in tre parti, Navi Kriya, Maha Mudra, Kriya Pranayama col respiro breve, Pranayama mentale e Yoni Mudra. 1 Anticipiamo uno schema teorico delle quattro fasi del Kriya Yoga, per quegli studenti che amano contemplare un quadro completo. (Per una discussione completa, vedi il capitolo 7.) Fase 1: Jihuah (Jiwha) Granthi Ved Sciogliere il nodo della lingua Fase 2: Hridaya Granthi Ved Attraversare il nodo del cuore Fase 3: Muladhara Granthi Ved Sciogliere il nodo alla base della spina dorsale Fase 4: Far salire coscienza ed energia nel Sushumna fino a raggiungere il Kutastha e trovare stabilit in esso. Talabya Kriya, Kriya Pranayama e Kechari Mudra incarnano la prima fase del Kriya. Concentrarsi senza sosta sui suoni interiori (specialmente il suono di una campana) durante e dopo il Kriya Pranayama, annuncia l'inizio della seconda fase del Kriya Yoga. La terza fase del Kriya estremamente delicata: il Kriya Pranayama lentamente e prudentemente logora il nodo del Muladhara mentre il Navi Kriya e il Maha Mudra completano questa azione. L'evento che incarna la quarta fase del Kriya il sollevarsi di Kundalini trovando stabilit nel Kutastha. Il Kriya Pranayama col respiro breve, il Pranayama mentale e lo Yoni Mudra sono i mezzi per risvegliare l'energia Kundalini e guidarla pazientemente attraverso i Chakra su fino al Kutastha. (La seconda, la terza e la quarta fase vengono aiutate dalla pratica dei cosiddetti Kriya superiori che saranno descritti nel prossimo capitolo.)

Mi propongo di migliorare continuamente la spiegazione delle tecniche che seguono. Potete visitare almeno una volta all'anno il sito www.kriyayogainfo.net per controllare se ci sono dei raffinamenti nella spiegazione delle tecniche.

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1. Talabya Kriya Cominciando dalla posizione nella quale la lingua rilassata, con la punta che tocca il lato interno dell'arcata superiore dei denti, il kriyaban preme il corpo della lingua contro il palato superiore per creare un effetto di ventosa. Avendo cos premuto la lingua al tetto del palato, la mascella inferiore abbassata per allungare il frenulo (il tessuto che unisce la lingua alla base della bocca). L'effetto di stiramento dovrebbe essere percepito distintamente (vedi figura 2). La lingua che per alcuni istanti rimasta premuta contro il palato superiore si libera e ritorna a scendere nella sua posizione naturale con uno schiocco. La lingua poi spinta fuori dalla bocca e puntata verso il mento. All'inizio opportuno non ripetere questa procedura pi di 10 volte al giorno onde non sforzare troppo o produrre uno strappo nel frenulo! In seguito possibile raggiungere le 50 ripetizioni. L'intera procedura di 50 ripetizioni richiede circa due minuti per essere completata. Molti praticano il Talabya Kriya in modo sbagliato poich tentano di praticare subito il Kechari Mudra e volgono istintivamente indietro la lingua (o la tengono verticale): questo annulla completamente l'effetto del Talabya Kriya. molto importante che la punta della lingua, prima di essere premuta contro il palato superiore, tocchi il lato interno dell'arcata superiore dei denti. 2

Figura 2. Talabya Kriya

Dopo mesi di pratica regolare del Talabya Kriya, dovrebbe essere possibile inserire la lingua nella cavit della faringe nasale: questo chiamato Kechari Mudra. bene che il principiante non si ponga troppe domande su ci. Siccome il Talabya Kriya crea un distinto effetto calmante sui pensieri, esso non dovrebbe mai essere messo da parte, neanche quando il Kechari Mudra
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Nei testi di Hatha Yoga ci sono diversi consigli per allungare il frenulo. Uno molto noto avvolgere un pezzo di tela attorno alla lingua e con l'aiuto delle mani, tirare gentilmente (rilassando e ripetendo diverse volte) la tela sia orizzontalmente che in su, verso la punta del naso. Lahiri Mahasaya era assolutamente contrario al taglio del frenulo per ottenere risultati pi veloci e pi facili.

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realizzato. Non facile giustificare per quale motivo, agendo sul frenulo, sia possibile riuscire a calmare il processo di formazione di pensieri inutili. Sta di fatto che chiunque pu osservare questo effetto. 2. Canto di Om nei Chakra Non prestare attenzione al respiro. Cominciando col Muladhara (primo Chakra), canta il Mantra "Om" concentrandoti su di esso; poi fai lo stesso con il secondo Chakra e cos via fino al Chakra cervicale Vishuddha, e poi Bindu. 3 Durante questa salita della consapevolezza lungo la spina dorsale, cerca di fare il tuo meglio per riuscire a toccare intuitivamente il nucleo interno di ciascun Chakra. Poi canta "Om" nel midollo allungato, poi nel Chakra cervicale e cos via fino al Muladhara. Durante questa discesa della consapevolezza, cerca di percepire la sottile radiazione di ciascun Chakra. Una salita (Chakra 1, 2, 3, 4, 5 e Bindu) e una discesa (midollo allungato, 5, 4, 3, 2, 1) costituiscono un ciclo. Lahiri Mahasaya spiegava che un ciclo dovrebbe durare circa 44 secondi. Fai da sei a dodici di questi cicli. opportuno, nei primi tre cicli, cantare il Mantra a voce, poi si pu continuare a cantarlo mentalmente. Questo esercizio, eseguito con concentrazione, aiuta a "generare" la migliore forma di Kriya Pranayama. 3. Kriya Pranayama (Respirazione Spinale) Il Kriya Pranayama la pi importante tecnica del Kriya Yoga. Essa agisce direttamente sull'energia (Prana) presente nel corpo. Gli insegnanti di Kriya hanno diverse strategie didattiche per illustrare questa tecnica. Ci accingiamo a spiegarne i punti essenziali, sebbene non sia facile mostrare come essi si possano poi integrare in un tutto armonioso. Per ora non insisteremo sul rispettare il tempo richiesti da Lahiri Mahasaya (44 secondi) per ciascun respiro. Prima parte: mescolare Prana e Apana La punta della lingua rivolta indietro toccando il palato superiore nel punto dove il palato duro diventa molle. ovvio che chi capace di porre la lingua in Kechari Mudra lo fa adesso. La bocca chiusa. Gli occhi sono chiusi e rilassati ma focalizzati nel punto tra le sopracciglia. La consapevolezza centrata nel midollo allungato. Un respiro Kriya avviene nel modo seguente 1. Una profonda inspirazione attraverso il naso che produce un suono sordo nella gola agisce come una "pompa idraulica" per sollevare l'energia (Prana) dalla base della spina dorsale fino al midollo allungato e al Bindu (regione occipitale). 2. Il movimento dell'aria sospeso per alcuni istanti, favorendo anche la sospensione dell'attivit mentale: appare uno stato di stabilit. Questa dovrebbe
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Il Mantra non dovrebbe essere pronunciato: "ommm" ma "ooooong", in altre parole una "o" abbastanza lunga che finisce in una "n" nasale. In questa procedura " Om" una pura vocale. Quando si pronunciano i Mantra indiani - Om namo bhagavate, Om namah Shivaya- la consonante "m" in "Om" pronunciata, qui invece non si sente poich la "o" molto lunga e, sul finire della pronuncia di detta vocale, la bocca non chiusa completamente, creando cos il suono nasale "ng".

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essere comunque una pausa breve (2-3 secondi). 3. Una profonda espirazione attraverso il naso, della stessa lunghezza dellinspirazione accompagna il movimento di ritorno dellenergia verso la base della spina dorsale. Durante l'ultima parte della espirazione, c' una chiara percezione dell'ombelico che si muove verso la spina dorsale. Raffinando questa esperienza, ovvero accompagnando con la consapevolezza il movimento dellombelico verso linterno, si percepisce lazione dei muscoli del diaframma e si diventa consapevoli del calore che aumenta nellombelico. Tale calore sembra sorgere dalla parte inferiore delladdome. 4. La pausa di 2-3 secondi viene ripetuta ora e vissuta intimamente come un momento di confortevole pace. La mente dinamica diventa statica e si placa. I principianti completano 12 di questi respiri in un modo naturale, senza fretta. Osservazioni a. Il percorso seguito dallenergia si rivela gradualmente durante la pratica. Non necessaria alcuna complicata visualizzazione. Sei centrato nella sede del midollo allungato, lo sguardo interiore volto verso Bhrumadhya tra le sopracciglia. La consapevolezza sale dal Muladhara lungo la colonna spinale, verso il secondo Chakra, il terzo, il quarto, il quinto, il midollo allungato e il Bindu. Segue la pausa, lirradiazione luminosa del Kutastha appare come una luce indistinta o un bagliore che permea la parte frontale del cervello e la parte superiore della testa. In questa prima parte del Kriya Pranayama l'energia non raggiunge n il punto tra le sopracciglia, n il Sahasrara. b. Il respiro che usiamo durante il Kriya Pranayama non un respiro libero ma un respiro controllato che produce un suono chiaramente udibile nella gola. Il suono nella gola mentre si inspira come un tranquillo schhhh simile a quello prodotto da un altoparlante che trasmette un rumore di fondo amplificato; il sibilo diventa pi leggero e acuto durante la espirazione. Purtroppo non possiamo fare riferimento ai molti esempi del suono di Ujjayi Pranayama che si possono trovare in rete. Ci sono tanti video di yogi che producono un orribile suono durante Ujjayi. Essi usano le loro corde vocali: questo non corretto potrebbe essere corretto per qualche forma di Ujjayi ma non per il Kriya Pranayama. Per essere certo che il tuo suono corretto, concentrati solo sull'aumentare l'attrito dell'aria che passa attraverso la gola. Ne nasce un suono sordo e smorzato. Aumenta la sua frequenza. Se l'ambiente perfettamente silenzioso, una persona riuscir ad ascoltarlo entro un raggio di 4-5 metri e non sentir nulla oltre tale distanza. Comunque non pretendiamo la perfezione del suono adesso. Quando verr raggiunto il Kechari Mudra, il suono della espirazione sar come quello di un flauto, Shiii Shiii. c. L'aria inspirata percepita come moderatamente fresca mentre l'aria espirata percepita come moderatamente tiepida; di conseguenza anche l'energia che sale percepita come moderatamente fresca mentre quella che scende percepita come moderatamente tiepida. d. La respirazione prettamente addominale: durante linspirazione, laddome si espande e durante lespirazione, laddome rientra. Durante
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l'inspirazione, la parte superiore dei polmoni riempita per due terzi. sbagliato sollevare la cassa toracica e le spalle. e. Durante le due pause, sii concentrato sullo stato di Stabilit. f. Durante questa prima parte del Kriya Pranayama evita di cantare Om o un altro Mantra in ciascun Chakra. Non disturbare l'impiego di una grande intensit mentale durante l'inspirazione volta a sollevare l'energia. Seconda parte: canto mentale di Om nei Chakra Mentre nella prima parte la consapevolezza era nel midollo allungato, ora essa cerca di espandersi in tutta la regione occipitale fino al Bindu. Ci poniamo come scopo quello di riuscire, senza chiudere gli orecchi, ad ascoltare i suoni interiori (varianti del suono Omkar). Durante l'inspirazione, Om cantato mentalmente (meglio sarebbe dire "posto mentalmente") in ciascuno dei primi cinque Chakra. Durante la pausa, Om cantato nel midollo allungato, nel punto tra le sopracciglia e di nuovo nel midollo allungato. Durante l'espirazione, ritornando al Muladhara, Om cantato mentalmente in ciascun Chakra come "toccandolo" dolcemente da dietro. Scendendo, l'energia quindi visualizzata fluire lungo la parte posteriore della colonna spinale. Quello che essenziale portare avanti una continua volont di ascoltare internamente. L'attenzione focalizzata sui suoni sottili che provengono dallinterno e non sui suoni udibili che provengono dallesterno. La consapevolezza dei suoni interiori apparir prima o poi. Le proprie capacit di ascolto miglioreranno e la sensibilit ai suoni aumenter. Ogni canto mentale delle sillaba Om dovrebbe essere permeato dalla tua volont di inseguire l'eco che questo suono lascia nella nostra mente. La procedura ripetuta almeno 24 volte. I suoni interiori, rivelano l'attivit dei Chakra. Essi afferrano la consapevolezza del kriyaban e la conducono in profondit senza alcun pericolo che si perda per strada. Essi non sono suoni fisici: non hanno niente a che vedere coi suoni tipici del Kriya Pranayama prodotti dall'aria che si muove in gi dal retro della gola nella trachea e viceversa. Essi appaiono in forme diverse: calabrone, flauto, arpa, tamburo, ronzio come di un trasformatore elettrico, campana.... Il fatto di percepirli non nasce dall'intensit di un unico momento di profonda concentrazione, ma dall'accumulazione dello sforzo manifestato durante le precedenti sedute di Kriya (lo sforzo l'attenzione meticolosa a qualsivoglia suono interiore, non importa quanto debole possa essere). Coloro che non sono capaci di sentire alcun suono interiore, non dovrebbero concludere che qualche cosa non va. Forse hanno fatto un sforzo enorme i cui frutti saranno goduti durante la pratica del giorno successivo. Un segnale che uno si sta muovendo verso la direzione corretta un senso di mite pressione, come una pace liquida sopra o intorno alla testa. Spesso un certo ronzio accompagna questa pressione: non serve chiedersi se questo il vero suono di Om oppure no. Probabilmente solo un segnale che la vera esperienza si sta avvicinando.
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Pazienza e costanza sono richieste. Un giorno uno si sveglia alla realizzazione di star davvero ascoltando un suono di acqua che scorre oppure di onde che si frangono sugli scogli. Lahiri Mahasaya descrive il suono di Om come quello "prodotto da alcune persone che continuano a colpire il disco di una campana." Aggiunge che continuo" come l'olio che fluisce fuori da un contenitore." Terza parte: sollevare la coscienza nella parte superiore della testa Abbiamo visto che durante la prima parte del Kriya Pranayama la consapevolezza rimane stabilmente nel midollo allungato, durante la seconda parte si estende alla regione occipitale e quindi a quel centro particolare che abbiamo chiamato Bindu. Impariamo ora a spostare la consapevolezza nella parte superiore della testa. Solo quando vi siete stabiliti sui 48 respiri Kriya durante ciascuna routine, potete ricavare il massimo beneficio da questa terza parte. Cominciate sempre la vostra pratica con la prima parte del Kriya Pranayama per almeno 12 respiri, poi passate alla seconda fino ad aver completato 48 respiri Kriya. A questo punto si applica una forma elevata di Shambhavi Mudra. Di solito, Shambhavi Mudra definito come l'atto di concentrarsi sul Bhrumadhya, lo spazio tra le sopracciglia (le sopracciglia si avvicinano verso il centro corrugando lievemente la fronte.) Invece di fare ci, noi ora pratichiamo il seguente: sebbene le palpebre sono chiuse o chiuse a met, gli occhi guardano verso lalto il pi possibile, come se uno volesse guardare il soffitto ma senza fare alcun movimento della testa. La leggera tensione che percepita nei muscoli legati ai globi oculari gradualmente scompare e la posizione pu essere mantenuta abbastanza facilmente. Chi ci osserva pu vedere il bianco della sclera sotto l'iride perch quasi sempre le palpebre inferiori si rilassano. Per mezzo di questa forma evoluta di Shambhavi Mudra, tutta quanta l'energia presente nel corpo di una persona tende a raccogliersi in cima alla testa. Il Kriya Pranayama avviene secondo le istruzioni date nella seconda parte (canto mentale di Om nei vari Chakra) eccetto un importantissimo dettaglio: ora il centro della consapevolezza fermo stabilmente nella parte superiore della testa. Questa pratica un vero gioiello, rappresenta la quintessenza della bellezza: con essa il tempo vola senza accorgersi e quello che potrebbe sembrare un compito spossante (108 o 144 ripetizioni per esempio) risulta essere facile come un momento di riposo. Si nota come il respiro rallenta. Colui che pratica gioisce della bella sensazione di aria fresca che sembra salire attraverso la spina dorsale perforando ciascun Chakra e gioisce della tiepida aria espirata che sembra permeare ciascuna zona del corpo dall'alto in basso. Tutto questo percepito realmente, non viene prodotto col puro potere dell'immaginazione! L'atteggiamento apparentemente passivo, in realt intelligentemente sensibile e quindi attivo. Il suono del respiro liscio e senza interruzioni come l'olio versato da una bottiglia. La pratica raggiunge il suo massimo potere e sembra avere una vita sua propria. A un certo momento avrete l'impressione di attraversare un stato mentale che assomiglia all'addormentarsi per poi riacquistare improvvisamente la piena consapevolezza, scoprendo di star nuotando nella luce spirituale. come quando un aereo emerge dalle nubi nel
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chiaro cielo trasparente.

4. Navi Kriya Con lo stesso metodo descritto nella tecnica Om Japa, lasciando che il respiro proceda completamente libero, la consapevolezza sale lungo la spina dorsale. Il Mantra Om posto nei primi cinque Chakra, nel Bindu e nel punto tra le sopracciglia. Poi il mento abbassato sulla cavit della gola. Le mani sono unite con le dita intrecciate, palme in basso e i polpastrelli dei pollici che si toccano. Om cantato 75 volte (un calcolo approssimato va benissimo) nell'ombelico a voce o mentalmente. I pollici premono leggermente l'ombelico assieme a ciascun canto di Om. Man mano che si procede, si percepisce che una calma energia si raccoglie nella parte medio bassa delladdome (la corrente pranica che vi risiede chiamata Samana). Completati questi canti di Om, il mento sollevato (si sente una contrazione nei muscoli della nuca.) Ci si concentra prima sul Bindu e poi sul terzo Chakra. [La concentrazione passa da un Chakra all'altro in un attimo, non c' corrente energetica che collega i due centri.] Ora le dita vengono intrecciate dietro con il palmo delle mani rivolto verso lalto. Om cantato o con la voce, o mentalmente - approssimativamente 25 volte nel terzo Chakra Manipura. Per ciascun Om, i pollici praticano una pressione leggera sulle vertebre lombari. Ricordiamo che il respiro libero, che non in alcun modo coordinato con il canto di Om. Completati questi canti di Om, la posizione normale del mento ripristinata. La tecnica si conclude come era iniziata, ma al contrario: Om cantato mentalmente nei vari Chakra dal punto tra le sopracciglia al Muladhara. Questo un Navi Kriya (dura circa 140-160 secondi). Un kriyaban pratica il Navi Kriya quattro volte in ciascuna routine. 5. Maha Mudra Si incomincia piegando la gamba sinistra sotto il corpo in modo tale che il tallone sinistro sia il pi possibile vicino al perineo, con la gamba destra estesa in avanti. La posizione ideale (anche se non necessaria) quando il tallone sinistro riesce ad esercitare una pressione sul perineo. Questa pressione il modo migliore per stimolare la consapevolezza del Muladhara Chakra alla base della spina dorsale. Per mezzo di una profonda inspirazione lenergia sollevata attraverso il tubo cerebrospinale nel centro della testa (Ajna Chakra). Questa una sensazione semplice e facile da ottenere, non c bisogno di renderla troppo complicata. Trattenendo il respiro, ci si piega in avanti (in maniera molto rilassata) in modo che le mani intrecciate riescano ad afferrare il pollice del piede esteso e serrarsi attorno ad esso. In questa posizione estesa il mento premuto sul petto in modo naturale. Continuando a trattenere il respiro, si canta mentalmente Om nel punto tra le sopracciglia da 6 a 12 volte . Ancora trattenendo il respiro, si ritorna
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alla posizione iniziale e con una lunga espirazione, si visualizza l'energia tiepida che scende alla base della spina dorsale. Lintera procedura poi ripetuta nella posizione simmetrica, col tallone della gamba destra vicino al perineo e la gamba sinistra estesa frontalmente. La procedura ripetuta unaltra volta ancora, tenendo ambo le gambe estese. Questo completa un ciclo di Maha Mudra. Di solito richiede 60-80 secondi. Il ciclo ripetuto due volte ancora per un totale di nove estensioni. Alcune scuole insegnano, durante linspirazione, ad avvicinare il ginocchio della gamba che sta per essere allungata (o entrambi i ginocchi, prima del terzo movimento) al corpo, cosicch la parte superiore della gamba il pi possibile vicina al petto. Le mani, con le dita intrecciate, sono poste attorno al ginocchio ed esercitano pressione su di esso. Si spiega che questo serve a raddrizzare la schiena e a far s che il suono interno del Chakra Anahata divenga udibile. Questo Mudra deve riuscire facilmente, uno non deve farsi male! Per quanto riguarda la distensione in avanti, la maggior parte dei kriyaban non capace di raggiungere tale posizione senza farsi male alla schiena o al ginocchio. Essi non dovrebbero, per alcuna ragione, tenere la gamba diritta, ma piegarla un po al ginocchio nel modo pi opportuno! Nella posizione estesa, trattenendo il respiro, si mantiene una contrazione muscolare alla base della spina dorsale mentre i muscoli addominali sono leggermente tirati in dentro in modo che l'ombelico premuto verso il centro lombare. Come abbiamo visto, nella posizione estesa, lalluce afferrato con fermezza. Alcune scuole ritengono che questo dettaglio sia particolarmente importante. Esse spiegano che ripetendo questa azione su ciascuna gamba l'equilibrio tra i due canali di Ida e Pingala rafforzato. Una variante la seguente: lunghia dellalluce premuta col pollice della mano destra mentre lindice e il dito medio sono dietro di esso e la mano sinistra tiene a mo di coppa la pianta del piede. Quando la procedura ripetuta con entrambe le gambe estese, le mani allacciate afferrano entrambi i pollici. (Una variante che i pollici di ciascuna mano premono le unghie rispettive degli alluci mentre indice e medio tengono lalluce da dietro.) Il Maha Mudra contiene tutti i tre Bandha. Applicati simultaneamente con il corpo piegato in avanti, senza usare una eccessiva contrazione, essi aiutano ad essere consapevoli di entrambe le estremit del Sushumna e producono la sensazione di una corrente energetica che si muove in alto nella spina dorsale. Col tempo possibile percepire l'intera Sushumna come un canale raggiante. 6. Kriya Pranayama col respiro breve Il Pranayama col respiro breve basati sul lasciare il respiro muoversi liberamente, sull'osservalo, sull'essere coscienti di ogni movimento di esso, pause comprese, e coordinare con esso il movimento dell'energia dal Muladhara a ciascun Chakra e viceversa. Questo fatto invita l'energia a muoversi liberamente verso l'alto attraverso il Sushumna e quindi completa il Maha Mudra e prepara allo Yoni Mudra.
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Dopo avere tratto tre profondi respiri, ciascuno che finisce con una espirazione veloce e completa come un sospiro, il tuo respiro dovrebbe essere calmo. Se poni il tuo dito sotto entrambe le narici, il respiro che entra ed esce toccher appena il dito. Questo un segnale che il respiro interiorizzato, come nel Kriya Yoga dovrebbe essere. Pratica il seguente esercizio e ripeti il test alla fine: sentirai una notevole differenza. Concentra l'attenzione sul Muladhara Chakra. Quando diventa naturale fare una inspirazione, fallo quel poco che serve tanto velocemente come l'istinto vuole (circa un secondo), fermati un istante nel secondo Chakra. Quando ti viene naturale espirare, espira, fermati nel Muladhara. Quando ti viene naturale inspirare, inspira, fermati nel terzo Chakra. Quando ti viene naturale espirare, espira, fermati nel Muladhara. Continua in tal modo, ripeti la procedura tra il Muladhara e il quarto Chakra, Muladhara e il quinto Chakra (poi Bindu, midollo allungato, quinto, quarto, terzo e secondo Chakra). Un ciclo fatto di 10 respiri brevi. Ripeti pi di un ciclo, finch percepisci molto intensamente che il tuo respiro molto calmo quasi impercettibile. 7. Pranayama mentale Questa la parte pi bella della routine. Un kriyaban non ha la sensazione di star praticando una particolare tecnica, ma gioisce di momenti di dolce rilassamento. Questo il momento in cui un profondo silenzio mentale si stabilisce nella coscienza e nel corpo. Dimentica il respiro. Muovi la consapevolezza su e gi lungo la spina dorsale, fermandoti in ciascun centro spinale per 10-20 secondi. Comincia col primo alla base della spina dorsale, spostati nel secondo, terzo e cos via. Dopo essere salito al Bindu, comincia la discesa, fermandoti nel midollo allungato, quinto Chakra, quarto Chakra e cos via. Se ci gradevole, si pu cantare mentalmente la sillaba Om in ciascun Chakra. Due sono i punti essenziali che devono verificarsi: 1. I Chakra sono come dei nodi che possono essere sciolti "toccandoli" con la concentrazione; il segreto di porre e mantenere la consapevolezza in ciascuno di essi fin quando si percepisce una particolare sensazione di dolcezza, come se quel Chakra si stesse "sciogliendo". Uno deve aspettare intenzionalmente che si produca tale effetto e poi passare al Chakra successivo. 2. Oltre alla sensazione di qualcosa che si scioglie, si pu anche percepire la sottile irradiazione di ciascun Chakra nel corpo. Questo solo un fatto di pura consapevolezza, un naturale sentire che i Chakra sostengono la vitalit di ciascuna parte del corpo. Il processo di salire e scendere attraverso i Chakra portato avanti fintanto che agevole. (Un giro completo dura 2-4 minuti.) Un senso di tranquillit, "Sthir Tattwa" (Prana calmo, statico) sperimentato nel settimo Chakra. Lahiri Mahasaya chiam questo stato Paravastha or Kriyar Paravastha "lo stato che
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si manifesta dopo la azione del Kriya". Se, per mezzo del puro potere della volont, tale stato viene richiamato alla consapevolezza il pi possibile, in mezzo alle attivit della giornata, i risultati sono straordinari. 4 8. Yoni Mudra La notte, prima di andare a letto, pratica una breve routine Kriya (alcuni respiri Kriya Pranayama come pure una breve pratica di Navi Kriya). 5 Dopodich con una profonda inspirazione solleva lenergia nella parte centrale della testa (Ajna Chakra.) Se sei capace di praticare il Kechari Mudra, premi fermamente la lingua sul punto pi alto allinterno della faringe nasale altrimenti lascia che la lingua stia nella sua normale posizione. Chiudi le "aperture" della testa gli orecchi con i pollici, le palpebre con gli indici, le narici con i medi, le labbra con lanulare e il mignolo in modo che tutta l'energia "illumini" il punto tra le sopracciglia. Trattenendo il respiro e ripetendo mentalmente diverse volte Om, osserva l'intensificazione della luce dell"occhio spirituale." La luce si condensa in un anello dorato. Il respiro trattenuto finch ci confortevole, finch la necessit di espirare richiama l'attenzione. Espira, scendendo con la consapevolezza lungo la spina dorsale. Yoni Mudra eseguito, normalmente, una volta sola. Rimani con la concentrazione nel punto tra le sopracciglia cercando di percepire la luce del Kutastha. Lo Yoni Mudra genera una tale concentrazione di energia nel punto tra le sopracciglia che cambia in meglio la qualit del sonno che segue. Spesso infatti, dopo aver attraversato gli strati del subconscio, la coscienza riesce a toccare il cosiddetto stato "supercosciente." Inspirare profondamente e poi trattenere il respiro causa un senso di disagio dopo pochi secondi. Ecco un piccolo suggerimento su come diminuire il disagio e rendere possibile l'approfondimento della pratica. Alla fine di una moderata inspirazione (non la tipica del Kriya Pranayama, ma una molto breve), si chiudono fermamente tutte le aperture della testa tranne le narici, si lascia uscire una piccola quantit di aria, poi immediatamente si chiudono le narici. Si rilassano i muscoli del torace come se si volesse incominciare una nuova inspirazione: ci d la sensazione che il respiro sia divenuto calmo nella zona che va dalla gola al punto tra le sopracciglia. In questa situazione, la concentrazione sul punto tra le sopracciglia e la ripetizione di Om per diverse
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Alcuni non comprendono la sottile differenza tra le tecniche n.2 e n.7 della nostra lista: Om Japa e Pranayama mentale. Praticare Om Japa, prima del Kriya Pranayama, serve a stimolare ciascun Chakra. Ci si ferma in ciascun Chakra brevemente, giusto il tempo di farvi vibrare il Mantra. Nel Pranayama mentale uno assume un atteggiamento pi passivo, predisposto pi a percepire che a stimolare; le pause sono molto pi lunghe. Quando la consapevolezza si ferma per almeno mezzo minuto su un Chakra, la percezione di una sensazione dolce e piacevole incanta il kriyaban e il respiro rallenta sensibilmente. Alcuni insegnanti affermano che durante il giorno non si dovrebbe praticare lo Yoni Mudra. In realt si pu benissimo! Comunque, la tecnica praticata al meglio nella calma profonda della notte, in un rilassamento perfetto e totale.

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volte, pu essere portata avanti e goduta al meglio. L'istruzione tradizionale aumentare il numero delle ripetizioni di Om di una al giorno, fino ad un massimo di 200. Naturalmente, il forzare deve sempre essere evitato. Durante tutta la pratica, i gomiti sono paralleli al suolo e puntano verso l'esterno. Puoi usare un sostegno per essi. Durante questa speciale azione di osservare la luce, gli indici non devono premere, nel modo pi assoluto, sugli occhi questo dannoso e, in ogni caso, di nessuna utilit! Se anche la lieve pressione esercitata dalle dita sulle palpebre fastidiosa, allora gli indici premono sugli angoli degli occhi o sulla parte superiore degli zigomi.

Prime indicazioni sulla routine Praticare tutte le tecniche sopra descritte, rispettando l'ordine della loro numerazione, una buona scelta per coloro che hanno tempo sufficiente per farle. L'esperienza pratica ci insegna che molti preferiscono incominciare col Maha Mudra seguito dal Navi Kriya e dal Talabya Kriya. Poi amano sedere tranquillamente dedicando 2/3 del tempo restante al Kriya Pranayama, e 1/3 al Pranayama mentale. Questo tutto. In tal caso reputano che le tecniche n.2 e n.6 (Om Japa e Kriya Pranayama col respiro breve) non siano essenziali. Lo Yoni Mudra viene praticato di notte, prima di coricarsi. All'inizio, il Kriya Pranayama praticato 12-24 volte, quindi solo la prima e la seconda parte di esso. In certe occasioni (per esempio durante una meditazione pi lunga una volta alla settimana) si possono aggiungere pi ripetizioni e sperimentare anche la terza parte del Kriya Pranayama. Che non venga l'idea di praticare soltanto la terza parte del Kriya Pranayama! Una routine che sia basata totalmente su una forte concentrazione sul Sahasrara non adatta per studenti principianti o di medio livello. Costruire un forte magnete nel Sahasrara attraverso la terza parte di Kriya Pranayama il modo pi potente di stimolare il risveglio di Kundalini. Questo implica che molto materiale dalla mente subcosciente portato alla superficie. Quasi sicuramente un kriyaban sperimenterebbe tutta una gamma di stati d'animo negativi che vanno da una marcata alienazione dalla realt ad attacchi di panico! I momenti ideali per la pratica del Kriya sono prima della colazione, prima del pranzo a mezzogiorno, pomeriggio tardi prima della cena, e di notte almeno 2-3 ore dopo aver mangiato. Abbiamo riassunto i punti principali e ora chiudiamo sottolineando semplicemente quanto sia importante dare la massima importanza alla fase distensiva e confortante del Pranayama mentale. Una routine di Kriya che non termina con il Pranayama mentale come un complesso musicale che abbia accordato gli strumenti e poi abbandoni il palcoscenico! la fase che porta tutti ad unificarsi in armonia; le increspature nel lago della mente si placano, la consapevolezza diviene trasparente, e la Realt Ultima rivelata.
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una calma diffusa; la mente placata ed in silenzio e guadagna l'energia necessaria per essere pi acuta e vigile. come una spirale, che gradualmente e sistematicamente si prende cura di tutti i livelli dell'essere: un processo di guarigione. Il suo valore si manifesta durante i momenti difficili della vita quando dobbiamo prendere una importante decisione. Si ha l'impressione che nulla possa interferire e che anche le pi grandi difficolt si dissolvano. Entro la perfetta trasparenza di un ordine interiore, tutti i problemi sono risolti. Si nasce al Kriya proprio per mezzo di tale dolce pratica: essa ti proietta in un vero paradiso e la sua bellezza trabocca e inonda la vita.
".... difficile restare arrabbiati, quando c' tanta bellezza nel mondo. Talvolta mi sembra di vederla tutta in una volta, ed troppo, il mio cuore si riempie come un pallone che sta per scoppiare... e poi mi ricordo di rilassarmi, e cesso di tentare di trattenerla, e allora fluisce attraverso di me come pioggia. E non posso che sentire gratitudine per ogni solo momento della mia piccola stupida vita. (American Beauty, film; 1999) "

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CAPITOLO 7

TECNICHE DEI KRIYA SUPERIORI Questo capitolo dedicato a quei studenti che hanno dato prova di un impegno appassionato nella pratica del Kriya. Il momento ideale per studiarlo 6-12 mesi dopo aver praticato il Kriya Yoga quotidianamente, quando permane un genuino interesse per approfondire l'esperienza della meditazione. Avvertiamo il lettore che le procedure che stiamo per presentare non sono insegnate nello stesso ordine da altre scuole. L'ordine di esposizione qui adottato riflette l'ordine del loro possibile utilizzo entro una routine completa. Visione teorica Premettiamo alcune osservazioni preliminari concernenti la visione teorica di Lahiri Mahasaya a proposito di qualunque sentiero spirituale autentico. Tale visione dice essenzialmente che un sentiero spirituale prevede quattro passi. Quattro nodi interiori devono essere sciolti essi sono: lingua, cuore, coccige, coccige-kutastha. Il nodo della lingua collegato al midollo allungato e al quinto Chakra; il nodo del cuore collegato al quarto Chakra; il nodo del coccige collegato al Chakra Muladhara e, infine, l'ultimo nodo collegato sia al primo Chakra che all'apertura del cosiddetto terzo occhio tra le sopracciglia. Cerchiamo di porci nei panni di coloro che si accingono a familiarizzarsi con le procedure chiamate Kriya superiori. Di certo chi studia non dovrebbe mai essere ossessionato dalla frenesia di ottenere subito risultati tangibili, ma perlomeno capire se sta procedendo nella direzione giusta. Familiarizzare con questa semplice ed efficace visione teorica perci necessario. Senza questa si rischia di percepire il Kriya Yoga come un insieme troppo caotico di tecniche tra cui non si sa distinguere quelle su cui dovremmo concentrarci, praticandole regolarmente per mesi escludendo tutte le altre. Senza questo atteggiamento, chi studia abbandona il Kriya dopo alcuni infelici tentativi di concepire una routine soddisfacente. Inoltre, una buona teoria aiuta lo studente ad evitare abitudini sbagliate e infelici scelte che potrebbero ostacolare il processo di conquistare dubbi e paure, stabilendosi nel terreno solido dell'intuizione nata dalla meditazione.

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Quattro nodi Il nodo della lingua consiste nel fatto fisiologico che la lingua non riesce normalmente a toccare l'ugola e, di conseguenza, ad entrare nella faringe nasale. Per tale motivo noi siamo scollegati dalla grande riserva di energia che ha la sua sede nella regione del Sahasrara. Sciogliere tale nodo (Jihuah -- or Jihva Granthi Ved) comporta la libert di accedere a questa inesauribile sorgente interiore tramite il Kechari Mudra. L'ottenimento di tale Mudra e il suo utilizzo nelle tecniche del Kriya comporta delle trasformazioni sottili entro il nostro sistema psico fisico. Assistiamo ad un quietarsi dei pensieri non graditi e inutili che si insinuano nel principale processo mentale ed un ravvivarsi della forza vitale nel corpo intero. Una sostanza sottile (amrit) comincia a scendere, passando attraverso la lingua, nella spina dorsale, poi nel corpo intero. I sopra citati buoni risultati si ottengono parzialmente quando la punta della lingua volta indietro e tocca la parte media del palato superiore, nel punto dove il palato duro diventa molle. Questa posizione facile e si pu realizzare subito. Per quanto riguarda la pratica del Talabya Kriya, essa non dovrebbe essere considerata un semplice processo di allungamento del frenulo. Anche il Talabya Kriya chiude un importante circuito energetico. Quando la lingua si attacca al palato e la bocca viene aperta, in quell'istante la frattura energetica tra il corpo fisico e la riserva di Prana statico che si trova nella parte superiore della testa momentaneamente risanata. Quando poi si ottiene il Kechari Mudra, tutto diventa pi facile nel nostro sentiero spirituale. Diventa pi facile percepire la sede esatta del midollo allungato, ascoltare i suoni astrali ed immergersi nell'aspetto Omkar del Divino. Questo nodo non deve essere confuso con l'ostacolo che si trova nel centro tra le sopracciglia tale ostacolo collegato col quarto nodo. Il nodo del cuore impedisce il viaggio verso il basso del Prana statico dal Sahasrara verso il Muladhara. Sciogliere tale nodo (Hridaya Granti Ved) significa portare la realizzazione spirituale nella vita quotidiana. La mente risanata e le emozioni superficiali si calmano. Se, dopo aver eseguito i vostri doveri coscienziosamente, evitate distrazioni e chiacchiere inutili, un assorbimento cosciente nella realt che sta oltre questa vita materiale si manifesta spontaneamente, senza sforzo. La mente riposa nella quiete e il cuore colmo di inesprimibile gioia. stato spiegato che la coscienza entra in sintonia con l'elemento "aria" (il quarto dei cinque Tattwa. Per un kriyaban, la teoria dei Tattwa [i cinque elementi sottili: terra, acqua, fuoco, aria ed etere (spazio)] non un tema di inutile speculazione. Ogni cosa che esiste nell'universo una combinazione di queste cinque forme di energia. I Tattwa sono una successione concreta di stati di coscienza, la cui essenza intima sperimentata nell'ultima parte del viaggio del devoto verso la Coscienza Assoluta. Entrare in sintonia con il Tattwa dell'aria, permette ad una persona di
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entrare in uno stato sublime. Questo Tattwa controlla il plesso cardiaco che a sua volta controlla il fenomeno automatico della respirazione. Un kriyaban che lavora sul sciogliere il nodo del cuore osserva ben presto come il processo del respiro tende a calmarsi. Il nodo del coccige impedisce al kriyaban di entrare nel Sushumna e muoversi verso il Kutastha. Questo fatto tiene in piedi lo schermo dell'illusione. Sciogliere tale nodo (Muladhara Granti Ved) significa aprire la porta ad una inesauribile realizzazione spirituale. La coscienza della divisione tra energia sessuale, energia dellamore ed energia spirituale vinta per sempre. Quelle divisione la causa di innumerevoli conflitti. La nascita alla vita spirituale significa la loro fine. Questo nodo comincia ad essere sciolto con la pratica del Navi Kriya. Prana e Apana si uniscono nella regione dell'ombelico tramite l'azione della corrente Samana. Esse sono guidate nel canale di Sushumna tramite l'azione del Maha Mudra. L'ultima fase del sentiero Kriya avviene quando la coscienza comincia a salire nel canale di Sushumna e si muove verso il Kutastha. Il Prana adesso perfettamente tranquillo in tutto il corpo; le forze pi resistenti che impediscono la visione della Luce Spirituale del Kutastha stanno per essere dissolte. Il perpetuo dimorare di Kundalini in Ajna Chakra gradualmente raggiunto. Ma prima di arrivare a questo risultato finale, due importanti realizzazioni devono avvenire a livello del terzo e del quarto Chakra. Consideriamo anzitutto quella realt che nell'Alchimia Interiore (Taoismo) conosciuta come Dantian. Questo centro non solo una ipotesi teorica ma un realt tangibile. localizzato circa otto centimetri sotto l'ombelico e circa quattro centimetri all'interno: pu essere visualizzato come una sfera di circa quattro centimetri di diametro. Questo un luogo dove il kriyaban riconosce la "nota" che incarna la sua volont di vivere nel corpo fisico. (Nei libri di Kriya Yoga non trovate espressioni come: "Ritornare al centro", "Coltivare l'embrione spirituale" o "La nascita del fiore d'oro." Trovate espressioni come: ''Il processo di auto realizzazione comincia nel centro dell'ombelico'', ma ci descrive lo stesso evento.) La realizzazione creata nel Dantian ascende poi nella regione del cuore. Un kriyaban ottiene una devozione che non conosce limiti umani. Durante il rapimento estatico il corpo pu apparire come quello di un cadavere mentre l'anima arde di una gioia perfetta. Quando questi due passi iniziali diventano solidi, per mezzo di un ulteriore sforzo, la coscienza di un kriyaban si immerge nella la Luce spirituale (nel Kutastha) e raggiunge le soglie della Coscienza Cosmica.

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Elenco tecniche Kriya Yoga e loro relazione con lavoro sui quattro nodi (Le tecniche sottolineate sono state introdotte nel capitolo precedente) [I] Nodo Lingua Talabya Kriya Om Japa nei Chakra Kriya Pranayama [I.1] Kechari Mudra praticato in s e per s [I.2] Kechari Mudra abbinato al Kriya Pranayama [II] Nodo Cuore [II.1] Forma base del Thokar [II.2] Forma evoluta del Thokar [III] Nodo Muladhara [III.1] Forma completa del Thokar Navi Kriya Maha Mudra [IV] Nodo Muladhara-Kustastha Kriya Pranayama col respiro breve Pranayama mentale [IV.1] Omkar Kriya Omkar Pranayama [IV.2] Omkar Kriya Interiorizzazione della pratica del Thokar [IV.3] Omkar Kriya Gayatri Kriya Yoni Mudra [V] Procedure alternative che realizzano seconda e terza parte [V.1] Macro movimento Tribhangamurari (Amantrak) [V.2] Macro movimento Tribhangamurari (Samantrak) [V.3] Macro movimento Tribhangamurari (Thokar) diversamente la

[VI] Procedure alternative che realizzano diversamente la quarta parte [VI.1] Micro movimento Tribhangamurari (Amantrak) [VI.2] Micro movimento Tribhangamurari (Samantrak)

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[I] Nodo della Lingua

A coloro che vogliono riuscire nella pratica del Kechari Mudra, necessario controllare l'esecuzione del Talabya Kriya. Molti non stanno praticando correttamente: non hanno capito cosa significa far aderire la lingua al palato come una ventosa, prima di aprire la bocca e stirare il frenulo. Talvolta, anche se glielo si mostra di persona, non sono capaci di eseguirlo subito correttamente. Qui posso sottolineare soltanto che il principale errore di concentrarsi troppo su dove porre la punta della lingua. In un corretto Talabya Kriya, la punta della lingua non ha alcun ruolo! L'effetto ventosa si ottiene con l'intero corpo della lingua! Dopo alcuni mesi di pratica quotidiana del Talabya Kriya, un kriyaban pu voler provare ad ottenere il Kechari Mudra. Il test decisivo controllare se la punta della lingua riesce a toccare l'ugola. Se questo avviene, allora per alcuni minuti al giorno, usate le dita per spingere la base della lingua verso l'interno finch la punta riesce a superare l'ugola e a toccare la faringe dietro di essa. Un giorno la punta della lingua entrer di un centimetro (pi o meno) nella faringe nasale ma scivoler subito fuori non appena verranno tolte le dita. Dopo alcuni giorni, togliendo le dita, la punta della lingua rimarr come "intrappolata" in quella posizione. Questo avviene poich il palato molle (la parte da cui pende l'ugola) non rigido, si muove e agisce come una fascia elastica la quale impedisce che la lingua scivoli fuori e ritorni alla sua normale posizione. Questo il momento di svolta.

Figura 3. Kechari Mudra

Notate come il Talabya Kriya e il Kechari Mudra sono completamente diversi! (Confrontate la figura 3 con la figura 2 nel capitolo 6) . Aprendo la bocca davanti ad uno specchio, durante la prima parte del Talabya Kriya, notate le parti cave ai lati del frenulo, che appare come isolato dal corpo della lingua; durante il Kechari Mudra lugola che viene in avanti e solo la radice della lingua
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visibile. Da quel momento in poi, sforzandosi ogni giorno di praticare almeno 6-12 Kriya Pranayama con la lingua in questa posizione sebbene con qualche inconveniente come per esempio un aumento della salivazione, inghiottire e conseguente interruzione per ripristinare la posizione la pratica diventa facile e confortevole. Il senso dirritazione e laumento della salivazione saranno presto superati. Dopo circa tre settimane di pratica in questo modo, dovreste essere capaci di raggiungere la stessa posizione senza usare le dita. La lingua riuscir ad entrare nella cavit naso-faringea. Ci sar ancora spazio in tale cavit per inspirare ed espirare attraverso il naso. L'unico problema potrebbe essere che durante le prime tre settimane di impiego del Kechari Mudra, si pu sperimentare un senso di "intontimento" dove le facolt mentali sembrano essere ottuse. Uno deve essere preparato a questa eventualit e prendere in considerazione durante questo periodo delicato della propria vita il fatto di astenersi dal guidare e da qualsiasi lavoro che implichi una significativa percentuale di rischio. [I.1] Kechari Mudra come tecnica completa in se stessa Ci sono due principali livelli di Kechari Mudra. Dopo alcuni mesi di pratica del sopra descritto stadio 1, uno raggiunge lo stadio 2 dove la punta della lingua riesce a toccare il punto di confluenza del passaggio nasale entro la cavit del palato. Il tessuto soffice sopra i fori nasali nella parte interna delle narici descritto nella letteratura Kriya come un' "ugola sopra l'ugola". La punta della lingua tocca questa piccola zona e ci rimane "attaccata" facilmente. La letteratura Kriya afferma che la lingua pu anche essere spinta pi in alto. Come qualsiasi atlante danatomia pu mostrare, la lingua, quando riempie la faringe nasale, non pu estendersi ulteriormente. Quella affermazione dovrebbe essere perci compresa come un cenno a quanto una normale persona pensa che stia avvenendo. In effetti, estendendo la lingua al massimo limite, possibile sperimentare una grande forza di attrazione verso il punto tra le sopracciglia, assieme alla sensazione di aver raggiunto, con la punta della lingua una posizione pi elevata. La stessa letteratura afferma anche che, per mezzo del Kechari uno capace di percepire "Amrita", il "Nettare", l'elisir della vita un fluido dal gusto dolce che scende dal cervello sulla lingua e poi nel corpo. Per ottenere questa esperienza, la punta della lingua dovrebbe toccare tre punti in successione: l'ugola, una piccola asperit sul tetto della faringe nasale sotto la ghiandola pituitaria e il tessuto molle sopra il setto nasale. La punta della lingua dovrebbe ruotare su ciascuno di questi punti almeno per 20-30 secondi; poi facendo un movimento con labbra e bocca come per gustare un liquido o un cibo, si percepir un certo particolare

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sapore sulla superficie della lingua. Lesercizio dovrebbe essere ripetuto diverse volte durante il giorno. 6 Il Kechari Mudra fa s che la forza vitale venga sottratta dal processo del pensiero. Bypassando il sistema energetico mentale, deviando sia il percorso che la direzione del flusso pranico, il Kechari collega la nostra consapevolezza con la dimensione spirituale che ha la sua sede nella parte superiore del cervello. Il chiacchiericcio interno della mente cessa; la qualit del silenzio e della trasparenza cominciano a divenire la caratteristica della propria coscienza. La mente lavora in modo pi sobrio e gioisce di un indispensabile riposo; ciascun pensiero diviene pi preciso e concreto. Quando, durante le attivit quotidiane, si pratica il Kechari Mudra, momenti di pura calma e di silenzio mentale riempiono lintero essere! Talvolta il silenzio mentale diviene una pura esplosione di gioia. [I.2] Kechari Mudra abbinato al Kriya Pranayama Il Kechari Mudra rende il kriyaban capace di fare un passo gigantesco verso la perfezione del Kriya Pranayama. Durante il Kriya Pranayama col Kechari Mudra, la espirazione che sorge nella faringe nasale ha un bel suono come di un flauto, come di un lieve fischio. Alcune scuole lo chiamano il Shakti Mantra. Esso stato paragonato al "flauto di Krishna. Uno pu farsi una idea di come dovrebbe essere questo suono tenendo tra le labbra il bordo di un foglio di carta e soffiando gentilmente. "Lahiri Mahasaya lo descrisse come "simile a quando uno soffia aria attraverso il buco della serratura." Scrive che esso come "un rasoio che taglia tutto ci che collegato con la mente". Esso ha il potere di eliminare ogni fattore esterno di distrazione inclusi i pensieri ed appare nel momento massimo del rilassamento. Se sopravviene distrazione o ansiet, esso svanisce immediatamente. Praticare il Kriya Pranayama in questo modo e gioire degli effetti che ne conseguono, rappresenta una esperienza incantevole, uno dei migliori momenti della vita di un kriyaban. Coltivare la perfezione di questo suono, concentrandosi fermamente su di esso, significa creare la migliore base per far sorgere il suono di Om in un modo pi forte di quello che si pu ottenere con la pratica della seconda parte del Kriya Pranayama. La letteratura sul Kriya spiega che quando accade questo evento, l'esperienza Omkar acquisisce l'aspetto dinamico di Kundalini; l'anima viaggia attraverso la spina dorsale e brucia nella gioia del Samadhi. La modestia sempre la benvenuta, ma quando questo risultato realizzato, un'euforia positiva (come se uno avesse trovato la lampada magica di Aladino) non pu essere trattenuta. Nel letteratura Kriya si dice che se uno ha realizzato un Pranayama perfetto, pu ottenere attraverso di esso qualsiasi cosa.
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Per quanto riguarda l'importanza di gustare il nettare, non sono in grado di aggiungere nulla in quanto non ne ho fatto l'esperienza e, devo ammettere, non ho nemmeno cercato di farla. Sto condividendo questa informazione per amore della precisione e della completezza. Essa pu affascinare un kriyaban ma dopo un periodo iniziale di intensa eccitazione, presto dimenticata.

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Bene, se vogliamo pensare ad un Kriya Pranayama ideale, senza difetti, il Kriya Pranayama con il Kechari Mudra e il suono del flauto corrisponde al nostro ideale.
Riflessione personale Per quanto grande possa essere l'effetto del Kechari Mudra, sono fermamente convinto che esso sia importante ma non indispensabile. La decisione di P.Y. di non negare l'iniziazione ai Kriya superiori a coloro che non riescono ad assumere tale posizione ha la mia totale approvazione. Quando la punta della lingua semplicemente volta indietro e mantiene il contatto il palato si percepisce comunque un netto effetto di interiorizzazione che permette di godere pienamente dei Kriya superiori. Credo che Lahiri Mahasaya abbia concesso i Kriya superiori anche a coloro che non riuscivano a raggiungere il Kechari Mudra. La sua attitudine, il suo prendere parte alle sofferenze umane mi inducono a credere in questo. Non riesco ad accettare che l'ottenimento del Kechari divida le persone in due categorie nette. Da un lato abbiamo delle persone molto orgogliose che si ritengono evoluti e fortunati, dall'altro lato coloro che si deprimono inutilmente per non aver ottenuto qualcosa che non dipende dal loro sforzo ma dalla loro costituzione fisica.

[II] Nodo Cuore [II.1] Forma base del Thokar

(Thokar con una rotazione questa procedura chiamata Secondo Kriya da molte scuole; Terzo Kriya dai discepoli di P.Y.) Per mezzo del Thokar, l'energia e l'intensa consapevolezza che si stabilita in Ajna Chakra, viene diretta nel Chakra Anahata. Questo evento comporta la ''morte'' della mente: uno stato particolare di ''assorbimento'' estatico comincia a manifestarsi. Il kriyaban percepisce un senso di devozione (Bhakti) che si irradia dal Chakra del cuore. Il Thokar si pratica possibilmente con la lingua in Kechari Mudra, dopo il Kriya Pranayama e dopo il Navi Kriya.

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Figura 4. Rotazione della testa nella forma base del Thokar

Istruzioni pratiche Le sillabe del Vasudeva Mantra ("Om Namo Bhagavate Vasudevaya") sono poste mentalmente nella sede di ciascun Chakra. Con il mento abbassato sul petto, inspira sollevando la consapevolezza lungo la colonna spinale, toccando ciascun Chakra con le prime sei sillabe del Mantra (la sillaba Om posta nel primo Chakra, Na nel secondo, Mo nel terzo, Bha nel quarto, Ga nel quinto e Ba in Bindu) 7 Solleva il mento come a seguire il movimento interiore. Le mani (con dita intrecciate) sono poste sopra l'area dell'ombelico come per spingere la regione addominale verso l'alto, creando cos una pressione mentale sui primi tre Chakra. Il respiro produce solo un lieve, debole suono nella gola oppure non produce affatto suono. Quando il mento sollevato, parallelo al suolo, linspirazione finisce e la consapevolezza si trova in Bindu. Trattieni il respiro. La testa comincia la sua rotazione muovendosi verso la spalla sinistra (lorecchio sinistro viene avvicinato alla spalla sinistra, la faccia non si gira n a destra n a sinistra, inoltre il movimento non prevede alcun sobbalzo); Te pensato nel midollo allungato. La testa si muove leggermente indietro e, tracciando un arco, raggiunge la spalla destra (lorecchio destro si avvicina alla spalla destra), la sillaba Va pensata nel Chakra cervicale. La rotazione prosegue, la testa viene in avanti di poco e si muove verso sinistra finch lorecchio sinistro vicino alla spalla sinistra (la faccia non volta a sinistra). Da questa posizione il mento va in gi diagonalmente a colpire il centro del torace e simultaneamente Su vibrato intensamente nel Chakra del cuore. A causa di quest'ultimo movimento si percepisce come un colpetto nel Chakra del cuore. La pausa che segue breve: quanto basta per lasciarsi rapire dalla radiazione di energia e calore che emana da tale Chakra. La contrazione alla base della spina dorsale rilassata; per mezzo di una lunga espirazione le rimanenti tre sillabe sono "poste" nei primi tre Chakra -- De nel terzo, Va nel secondo, Ya nel primo. Durante ci la testa tenuta abbassata. La durata di questo processo di circa 24 secondi. Ripeti la tecnica 12 volte. Alla fine di questa pratica ripristina l'immobilit psicologica e fisica praticando almeno 12 Kriya Pranayama. Poi pratica il Pranayama col respiro breve seguito dal Pranayama mentale. Per diverse settimane, un kriyaban viene consigliato di praticare questa tecnica 12 volte al giorno, poi di aumentare gradualmente il numero delle ripetizioni di una al giorno fino a raggiungere 200 ripetizioni. Dopo aver raggiunto 200 ripetizioni, o dopo sei mesi di pratica di 36 ripetizioni al giorno, un kriyaban pu cominciare la pratica del livello superiore del Thokar.
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Di sicuro il lettore conosce la pronuncia corretta del Mantra, perci non aggiungo alcun simbolo fonetico. Notiamo che nel Bindu non pensiamo Va ma Ba: questa convenzione si stabilita attraverso gli anni.

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Osservazioni Non si dovrebbe permettere che il peso della propria testa sia l'unica causa a spingere il mento verso il petto: un movimento non ostacolato di pure caduta della testa sarebbe decisamente dannoso. Serve uno sforzo fisico particolarmente attento per abbassare il mento. Quando si praticano pi di 50 ripetizioni, i movimenti della testa dovrebbero essere solamente accennati: il mento non si avvicina molto al petto e il colpo sul quarto Chakra raggiunto principalmente dal puro potere della concentrazione mentale. Se incontri qualsivoglia difficolt, fermati prima di raggiungere le 200 ripetizioni. La presenza di problemi fisici (le vertebre cervicali sono molto sensibili!) pu richiedere che uno pratichi a giorni alterni. molto meglio incrementare il numero delle ripetizioni solo dopo molto tempo, piuttosto che fronteggiare la prospettiva di sperimentare dolore in testa e nel collo durante lintera giornata! Thokar e assenza di respiro Completare i numeri richiesti per la forma base del Thokar un fatto di grandissima importanza. Per quanto riguarda la possibilit di ottenere tramite esso l'assenza di respiro si avvicina solamente alla pratica intensa del Japa. Precisiamo che assenza di respiro non consiste semplicemente nel fatto che il respiro diviene sempre pi calmo o che il respiro trattenuto dopo una lunga iperventilazione come fanno i sub. Assenza di respiro significa che il respiro non esiste pi. Questo meraviglioso evento avviene normalmente nella vita di un kriyaban. Pu manifestarsi durante la pratica di qualsivoglia tecnica Kriya (in particolare durante la pratica del Pranayama mentale) come pure anche durante la giornata, lontano dal momento della meditazione, per esempio quando uno sta contemplando qualche cosa che faccia vibrare il senso estetico. Va detto anche che per raggiungere lo stato di assenza di respiro, uno ha bisogno in media da due a tre anni di pratica regolare del Kriya. Necessitano non solo gli effetti globali delle tecniche del Primo Kriya ma anche l'azione di Omkar Kriya e del Thokar di cui stiamo appunto parlando. Esso importante per il suo diretto effetto sui gangli nervosi della spina dorsale che sono situati dietro al cuore e che controllano direttamente il riflesso automatico del respiro. Direi quindi che prima di passare alla forma evoluta del Thokar si consiglia di leggere la terza parte del libro, incominciare la pratica del Japa e tentare io ogni modo di raggiungere l'assenza di respiro. [II.2] Forma evoluta del Thokar (Thokar con molte rotazioni trattenendo il respiro questa procedura chiamata comunemente Terzo Kriya o Uccha Kriya che significa Kriya elevato. I discepoli di P.Y. la chiamano Quarto Kriya.)

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Questa tecnica un'enorme accelerazione della forma base del Thokar. L'azione del Thokar ripetuta diverse volte, espandendo la durata dello stato in cui il respiro trattenuto (Kumbhaka.) Nella letteratura Kriya si spiega che il nodo del cuore colpito per mezzo della procedura base del Thokar e poi tagliato per mezzo della forma evoluta del Thokar. Istruzioni pratiche Questa tecnica si pratica possibilmente con la lingua in Kechari Mudra, dopo il Kriya Pranayama e dopo il Navi Kriya. Dopo aver inspirato (con Om, Na, Mo, Bha, Ga, Ba) e sollevato il Prana nella parte superiore dei polmoni, rilassa i muscoli della cassa toracica come chi sta per cominciare una nuova inspirazione. (Evita l'atto di sigillare i polmoni (trachea) come quando si fanno delle immersioni.) In questo modo rilassato, ripeti vari cicli dei movimenti della testa ma senza fretta. Di conseguenza il canto mentale di Te nel midollo allungato, Va nel Chakra cervicale e Su nel Chakra del cuore viene ripetuto diverse volte (Te, Va, Su, Te, Va, Su, Te, Va, Su ... ) sempre trattenendo il respiro. Non appena si sente una sensazione di disagio si interrompono le ripetizioni e si espira. Poi lentamente espira e poni le sillabe De, Va, Ya rispettivamente nel terzo, secondo, primo Chakra. Mentre fai questo, tieni la testa abbassata. Questa pratica fatta rigorosamente solo una volta al giorno. Per dare un'idea della velocit dei movimenti, l'intero processo, inspirazione ed espirazione incluse, con 12 ripetizioni della rotazione della testa (ciascuna rotazione si conclude con il movimento del mento verso il petto) pu durare circa 70-80 secondi. Alla fine di questa pratica ripristina l'immobilit psicologica e fisica praticando almeno 12 Kriya Pranayama. Poi pratica il Pranayama col respiro breve seguito dal Pranayama mentale. Poi rimani con la consapevolezza centrata nella luce del Kutastha. La tradizione insegna a cominciare con 12 rotazioni ed aumentare di una al giorno. La tradizione spiega che questo Kriya pu ritenersi completato (padroneggiato) quando uno raggiunge 200 rotazioni senza interrompere lo stato di Kumbhaka. Osservazione 1 Evita assolutamente ogni tentativo di farti beffe delle leggi fisiologiche del corpo: cercare di fare un gran numero di rotazioni ad alta velocit con lossessione di trattenere il respiro, comporta una violenza verso il corpo. Comincia con 12 rotazioni della testa e aumenta di una al giorno. Riempi la parte superiore del torace con la pi grande possibile quantit di Prana come una brocca riempita dacqua fino all'orlo. Semplifica la dinamica e l'intensit fisica dei movimenti. Avvicina il mento al petto prima di avere completato la rotazione della testa. Vale a dire, dopo avere ruotato la testa da sinistra a destra, lascia che il mento "cada" in gi verso il torace dal lato destro, poi sollevalo verso sinistra e prosegui con le rotazioni. Man mano che le rotazioni aumentano, i movimenti della testa siano solo accennati, il mento non si avvicini troppo al petto.

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Osservazione 2 Il Mantra Om Namo Bhagavate Vasudevaya contiene un altro Mantra; Te Va Su (Tat tvam asi = Tu sei quello.) Il mantra esterno un mantra dualistico (Namo=Mi inchino a Dio che altro da me); il Mantra interiore non dualistico. Durante la pratica della forma evoluta del Thokar tu continui a ripetere: '' Tu sei quello, tu sei quello...'' Rifletti su questo! Come perfezionare la forma evoluta del Thokar Anzitutto impariamo bene un modo particolare di praticare la forma evoluta del Thokar. Quando senti che hai raggiunto il limite nel trattenere il respiro, mantenendo il torace espanso ed i muscoli addominali e il diaframma perfettamente immobili, lascia che un minimo (quasi impercettibile) sorso di aria esca ogni qualvolta il mento abbassato verso il torace ed un sorso impercettibile di aria entri ogni qualvolta il mento sollevato. Non fare alcun atto specifico di inspirare od espirare: rilassati ed il fenomeno prima descritto accadr spontaneamente. La sensazione sar sempre e comunque quella di non respirare affatto. Grazie all'effetto di questa pratica sui gangli che regolano la frequenza cardiaca, essa diminuisce e la pratica avviene nelle migliori condizioni regalando grandi soddisfazioni. A questo punto siamo ancora lontani dalla pratica ideale di questa forma di Thokar. Quello che abbiamo descritto solo un esercizio preliminare. Tu pensi che non vada bene (di star barando) ma se lo ripeti un numero sufficiente di volte (di solito questione di un paio di mesi), scoprirai che esso ha il potere di farti provare lo stato di Antar Kevala Kumbhaka (assenza di respiro, quando il diaframma teso e l'aria dentro i polmoni) durante la procedura dinamica del Thokar. 8 Inspira profondamente, riempiendo i polmoni. Espandi la cassa toracica e tienila espansa dopo aver completato l'inspirazione. Cerca di rimanere nella stessa condizione che adotti istintivamente quando stai per inspirare un altro sorso di aria. Concentrati sull'aria e sul Prana che riempiono la parte superiore della cassa toracica: polmoni, respiro e Prana sono immobili, come congelati nella parte superiore dei polmoni. Ora, la procedura decisiva muovere la consapevolezza come un formichina, salendo attraverso il canale pi interno della spina dorsale millimetro dopo millimetro dal Muladhara in su. Pratica questo trattenendo il respiro e cantando mentalmente Om-Om-Om ... rapidamente (circa due canti di Om al secondo.) Questa azione dovrebbe essere
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L'assenza di respiro con i polmoni vuoti e la cassa toracica rilassata durante l'immobilit del Pranayama mentale si chiama Bahir Kevala Kumbhaka come abbiamo spiegato, questo stato si raggiunge con la pratica base del Thokar.

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molto intensa: metti in essa l'esperienza distillata di anni di Kriya. Continua a insistere con questo: Om-Om-Om-Om-Om-Om ... Partendo dalla base della spina dorsale, dopo non pi di 15-20 secondi hai raggiunto il Chakra del cuore. Quello che percepisci una maggiore libert dal respiro. Restando in questo stato, pratica la forma evoluta del Thokar. Scopri come sia bella, confortevole l'esperienza di ruotare la testa mentre il respiro svanito del tutto! Il respiro sembra congelato, dissolto in qualche modo inesplicabile nel corpo. Riprova questa esperienza nei giorni seguenti. Un giorno, la Luce spirituale appare nella forma di un " Bindu" (un punto) nel Chakra del cuore e nel Kutastha. La mente inondata di devozione. Il sentimento di ebbrezza sperimentato nel centro di cuore fantastico. Tale profusione di gioia interiore spesso sembra sopraffare il kriyaban, mettendo a dura prova la sua capacit di sopportazione. "La mia adorazione avviene in uno strano modo. Non si richiede acqua benedetta, ne mezzi speciali. Persino i fiori sono superflui. In questa adorazione tutti gli dei sono scomparsi e il vuoto si unisce con l'euforia." ( Lahiri Mahasaya) Osservazioni Lo stato di Antar Kevala Kumbhaka anche essenziale per portare a perfezione la pratica dello Yoni Mudra. utile anche per perfezionare il Kriya Pranayama stabilizzandolo sul tempo ideale di 22+22 (di questo parleremo nel capitolo 12.) Inoltre, ci stato spiegato che la procedura di Antar Kevala Kumbhaka usata durante il Mahasamadhi. Quanto avviene in tale momento ci stato descritto con queste parole: ''Fai un'inspirazione profonda, poi una pausa, e poi sali lungo la spina dorsale cantando internamente OM, guidando l'anima verso il Divino Eterno Brahma con l'intenzione di non rientrare pi nel corpo.''
[III] Nodo del Muladhara [III.1] Forma completa del Thokar

(Thokar con molte rotazioni trattenendo il respiro, la cui azione diretta non solo sul quarto Chakra ma anche sul terzo, secondo e primo. Questa procedura comunemente chiamata Quarto Kriya o ''Purna Kriya'' che significa ''Kriya completo.'' Molte scuole Kriya non insegnano questa tecnica preferendo o eliminarla completamente oppure sostituirla con la forma pi docile e praticabile del ''Thokar Tribhangamurari'' di cui parleremo pi avanti.) Nella Forma evoluta del Thokar, abbiamo applicato una fortissima pressione fisica e mentale sul Chakra del cuore, ora estendiamo questa pressione ai Chakra sottostanti, usando la stessa procedura.

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Istruzioni pratiche Incomincia praticando la Forma evoluta del Thokar, agendo quindi sul Chakra del cuore ma solo per 12 volte. Completato ci, espira (con De Va Ya) e concentrati sul terzo Chakra e ripeti la procedura precedente. Questo significa che ogni volta che abbassi il mento per vibrare la sillaba Su, dirigi mentalmente il colpo verso il terzo Chakra. I muscoli vicino al terzo Chakra possono essere leggermente contratti, solo per favorire il processo. Alla fine di 12 ripetizioni di Te Va Su, espira (con De Va Ya) e concentrati sulla irradiazione che parte dal terzo Chakra. Fermati a percepire quel particolare stato che caratteristico di tale Chakra. Col tempo percepirai nel punto tra le sopracciglia un particolare colore, e ascolterai internamente un particolare suono. Ripeti la procedura nel secondo e nel primo Chakra. Non saltare le pause per percepire l'irradiazione che parte dal secondo e dal primo Chakra. Rimani a lungo nel Muladhara. Senti come l'energia si solleva come onde di una marea crescendo sempre pi grandemente, raggiungendo un Chakra, poi di nuovo scendendo e muovendo dalla base della spina dorsale verso un centro pi alto. Questa procedura deve essere completata dal Navi Kriya e dal Maha Mudra. Riceverai un grande effetto benefico ripetendo la procedura ( forma evoluta del Thokar) per il secondo, poi il terzo e infine per il Chakra del cuore (solo dopo praticare Navi Kriya e Maha Mudra.) Osservazione importante Questa procedura richiede grande cura in quanto influenza il comportamento della persona durante la vita quotidiana. Potresti reagire eccessivamente ad ostacoli banali e al comportamento irrazionale delle persone. In breve, alcuni tratti spigolosi della personalit potrebbero farsi sentire con forza che possiamo senz'altro definire ''distruttiva.'' Certo, tali tratti non appaiono dal nulla, non sono causati o creati dalla tecnica essi esprimono quello che hai trattenuto interiormente per lungo tempo. (Riprenderemo in considerazione questo punto delicato alla fine del seguente capitolo.)
[IV] Nodo Muladhara-Kustastha

Per definizione Omkar Kriya un vasto insieme di procedure che hanno tutti una cosa a comune: un Mantra costituito da una o pi sillabe che posto mentalmente all'interno di un Chakra e ripetuto varie volte fino ad ottenere un triplice effetto: [1] La percezione di un micro movimento interiore (di natura oscillatoria o circolare) entro il Chakra. [2] L'esperienza di ascoltare dei suoni interiori. [3] La percezione di luce spirituale.

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Le tecniche dell'Omkar Kriya sono una evoluzione delle procedure del Kriya Pranayama e del Thokar. ''Evoluzione'' significa che mentre le stai praticando tu hai tutti gli effetti del Kriya Pranayama e del Thokar ma stai respirando pochissimo e mantieni l'immobilit. ragionevole che queste pratiche debbano essere eseguite dopo la pratica del Thokar. Comunque ci sono scuole che pongono la pratica degli Omkar Kriya prima di quella del Thokar. Cosa significa meditazione Kriya? "Su cosa mediti?" Sentiamo spesso questa domanda. La gente trova difficile capire quale sia l'oggetto della meditazione prescritto nella pratica del Kriya Yoga. La meditazione non consiste nell'elaborare pensieri elevati sostenuti da fervida immaginazione. Affatto! Tutti i pensieri sono destinati a calmarsi. Ed allora che la meditazione incomincia. Non solo ci: presto o tardi, un kriyaban ascolter un suono distante, come quello del lungo riverbero di una campana. Ebbene, la meditazione Kriya consiste nell'approfondire tale esperienza, nel lasciarsi totalmente assorbire in essa. Ogni parte della nostra psiche ne sar armoniosamente influenzata. Una fino ad ora mai sperimentata Bhakti (devozione) sorger spontanea, attraverser il muro della sfera psicologica e render vita ed esperienza spirituale indistinguibili. Tutta la realt apparir come trasfigurata come quando d'Inverno un manto morbido di neve fa sparire ogni asperit. Questo suono divino, che si espander nella completa esperienza Omkar, ispirer le nostre decisioni e ci sosterr nei momenti difficili, allorquando gli eventi della vita cospireranno a renderci difficile rispettare la sana abitudine al raccoglimento quotidiano. Presentiamo dunque tre procedure che conducono in tutta tranquillit e certezza allo stato di meditazione: Omkar Pranayama, Interiorizzazione della pratica completa del Thokar e il cosiddetto Gayatri Kriya. (Ovviamente l'ideale praticare queste tecniche con la lingua in Kechari Mudra. )

[IV.1] Omkar Pranayama Prima parte: col respiro frammentato Le mani con le dita intrecciate sono appoggiate sull'addome. Inspirazione ed espirazione sono divise in 6 + 6 parti. Cominciando dalla posizione col mento appoggiato al petto, inspira sollevando simultaneamente il mento con lentezza come per accompagnare e spingere l'energia nel suo cammino verso l'alto. Le sillabe Om Namo Bhagavate Vasudevaya sono poste mentalmente nella sede di ciascun Chakra facendo una breve pausa in ciascuno. Durante il primo "sorso" dell'inspirazione, la concentrazione sul Muladhara, dove la sillaba Om
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idealmente "posta"; durante il secondo "sorso" la concentrazione sul secondo Chakra, dove la sillaba Na idealmente posta... e cos via, finch Ba posta nel Bindu, l'inspirazione completata e il mento orizzontale. Anche l'espirazione divisa in sei parti ben marcate come pulsazioni. Abbassando lentamente il mento sul petto, la consapevolezza scende lungo la colonna spinale. La sillaba Te posta nel midollo allungato, Va posta nel quinto Chakra.... e cos via.... Su... De... Va, finch Ya cantato mentalmente nel Muladhara. Non appena ci confortevole, si aggiunge una pausa di 2-3 secondi sia alla fine dell'inspirazione che dell'espirazione. Durante la pausa dopo l'inspirazione, la consapevolezza fa una completa rotazione in senso antiorario lungo la corona della testa. ["Antiorario" in questo libro sempre inteso come osservato dall'alto]. Durante la pausa dopo l'espirazione, la consapevolezza fa una completa rotazione in senso antiorario attorno al Chakra Muladhara. La rotazione in alto avviene entro il cervello, sotto l'osso cranico, cominciando dalla regione occipitale, sopra il Bindu, e l ritornando; la testa accompagna questo movimento energetico con un movimento di rotazione non molto marcato (piegandosi leggermente indietro, poi a destra, davanti, a sinistra e in fine indietro). La rotazione attorno al Muladhara avviene nell'immobilit. Durante l'inspirazione, i muscoli alla base della colonna spinale possono essere leggermente contratti. Questa contrazione mantenuta non solo fino alla fine dell'inspirazione ma anche durante la pausa che segue; poi rilassata e l'espirazione comincia. (Questo dettaglio dovrebbe essere introdotto gradualmente, cos che esso non disturbi l'armonia del quadro generale.) Il tempo globale di un Omkar Pranayama dipende dall'individuo: di solito di circa 20-30 secondi. Osservazione Probabilmente hai letto da qualche parte che in un profondo Pranayama l'energia attraversa i Chakra come il filo di una collana passa attraverso le perle. Non cercare di forzare la visualizzazione di un simile ipotetico evento. Questo non avviene. In realt, il ''filo'' di energia avvolge ciascuna ''perla.'' La rotazione antioraria della consapevolezza attorno alla corona della testa, si rimpicciolisce scendendo, proprio come un vortice, avvolgendosi attorno al midollo allungato. Quando comincia l'espirazione, e tu canti mentalmente Teeee, puoi usare gli istanti iniziali della espirazione per intensificare la pressione psichica attorno al midollo allungato. Questa azione interiore si estende in modo naturale agli altri Chakra. Il percorso di discesa simile ad un'elica che circonda e crea pressione attorno a ciascun Chakra. Procedi con calma, non avere fretta, lascia dunque che questo processo vada avanti per conto suo, col suo ritmo. Seconda parte: oltre il respiro Il respiro fluisce senza alcun suono e a un certo momento ''imbocca il percorso interiore". La pratica genera un meraviglioso stato di calma e ad un certo punto il respiro ''risucchiato'' internamente e dissolto. Da quel momento in poi, tutti i dettagli fisici sono solo accennati e possono scomparire del tutto. La velocit di
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ciascuna ripetizione di Omkar Pranayama rallenta. Passando da un Chakra al successivo, il kriyaban comincia a notare il cambiamento della vibrazione luminosa nella regione tra le sopracciglia. Ciascun Chakra percepito come un addensamento di calma energia, mentre la consapevolezza rimane senza sforzo nel punto tra le sopracciglia: quello il momento in cui la Realt Omkar si rivela. Senza questa rivelazione, la pratica di Omkar Kriya sarebbe privata della sua essenza. Lasciarsi assorbire nell'ascolto dei suoni astrali crea beatitudine interiore, contatto con la nostra vera natura, mettendo da parte almeno momentaneamente la coscienza dell'Ego. Utilizzo facoltativo della ripetizione delle sillabe del Mantra durante la seconda fase Nella parte finale di Omkar Pranayama, quando il respiro procede col suo ritmo naturale, possibile approfondire la concentrazione in ciascun Chakra utilizzando la sillaba relativa, ripetuta molte volte. Nel Muladhara ripeti Om, Om Om, Om Om... tante volte, come minimo 36. (Non usare comunque il Mala per contare rimani immobile.) La velocit con cui canti le sillabe approssimativamente due ogni secondo. Visualizza tale Chakra come un disco orizzontale del diametro di circa tre centimetri. Visualizza queste sillabe che si muovono in senso antiorario sulla superficie del disco, vicino alla circonferenza. Dopo il primo giro ne viene un altro interno al precedente e cos via ... fino a raggiungere idealmente il centro di tale disco. Poi concentrati sul secondo Chakra dove farai esattamente la stessa azione, utilizzando la seconda sillaba del Mantra, ovvero Na, Na, Na, Na, Na... circa 36 volte. Poi ti concentrerai sul terzo Chakra, ripetendo Mo, Mo, Mo, Mo, Mo...circa 36 volte. Poi ti concentrerai sul quarto Chakra, ripetendo Bha, Bha, Bha, Bha, Bha poi sul quinto (Ga, Ga, Ga, Ga, Ga ....), poi su Bindu (Ba, Ba, Ba, Ba, Ba ....). Quando ruoti la coscienza varie volte sulla corona ripeti Tee, Tee, Tee, Tee, Tee Lo ''stato di assorbimento'' davvero molto forte. Poi passerai a concentrarti sul quinto Chakra usando Va, Va, Va . Salire cos dal Muladhara al Bindu e discendere poi ripetendo sempre quella procedura costituisce un giro: il tempo richiesto approssimativamente 4-6 minuti. Ripeti 3-4 giri e poi perditi nello stato meditativo.

[IV.2] Omkar Kriya Interiorizzazione della pratica del Thokar Dopo aver completato un congruo numero di rotazioni Thokar (pu essere la forma base oppure la forma evoluta) non interrompere questa procedura ma rendila sottile. Anzitutto respira liberamente. Poi visualizza il Chakra Anahata come un disco orizzontale. Sulla sua superficie prova a percepire la sensazione di un movimento interiore, come se i movimenti della testa (che stai proseguendo
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con pi leggerezza e lentezza) fossero proiettati sulla sua superficie. (Vedi Figura 5)

Figura 5. Percezione nel Chakra del cuore

Mentre la testa si muove verso sinistra, percepisci nel Chakra del cuore un leggero movimento interiore verso sinistra: pensa alla sillaba Teee. Quando la testa si muove verso destra, percepisci un movimento verso destra: pensa alla sillaba Va. Quando la testa tocca il petto percepisci che questo movimento interiore raggiunge il centro del Chakra: pensa alla sillaba Su. Ripeti ancora varie volte. Facendo un paragone con i movimenti del Thokar, la dinamica dei movimenti della testa molti diminuita. Poi fai cessare ogni movimento (lascia sempre che il respiro sia libero.) L'attenzione catturata da una calda radiazione di energia che emana dal quarto Chakra. Col tempo, essa destinata a divenire sempre pi marcata. Ripeti la pratica nel terzo Chakra: questo non difficile, specie se tu hai familiarit con la forma completa del Thokar. Mentre parte della tua consapevolezza rimane in testa, trasferisci le ripetizioni di Te Va Su nel terzo, Chakra. Pensa ''Te'' quando ti muovi a sinistra del suo centro, poi pensa '' Va'' quando ti muovi a destra, Su quando c' un piccolo sussulto nel suo centro. Ripeti tre volte. Ripeti la pratica nel secondo, poi nel primo, nel secondo, terzo e quarto Chakra. Ti rendi conto quanto facile avere questa percezione anche nel quinto Chakra, sebbene non abbiamo mai praticato il Thokar diretto in modo specifico verso tale Chakra. Ora i movimenti della testa sono sottilissimi, praticamente invisibili per un osservatore posto un paio di metri lontano. Puoi ottenere questa percezione anche nella testa, non dentro Ajna ma attorno ad esso. Con uno stato d'animo molto rilassato, comincia a ruotare la testa facendo piccole rotazioni. Considera la fontanella come un punto; ebbene quel punto ora disegna un cerchio di non pi di 2 - 3 centimetri di diametro. Ci potrebbe essere anche un leggero ma visibile movimento oscillatorio del corpo (torso) come ad accompagnare il movimento della testa. Pensa Te nel lobo sinistro del cervello, poi per un attimo divieni consapevole della regione occipitale, poi pensa Va nel lobo destro e, infine, pensa Su nella parte frontale
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della testa. Mentre pensi Su, puoi creare un piccolo (quasi invisibile) sobbalzo come se tu bussassi leggermente alla porta del Kutastha. Ripeti varie volte. chiaro come si completa il primo giro della tecnica: la percezione viene ricreata nel quinto, quarto, terzo, secondo, primo Chakra. Puoi naturalmente ripetere l'intero giro un paio di volte. Fai i movimenti sempre pi sottili finch raggiungi la perfetta immobilit. Dirigi la pressione mentale verso il nucleo di ciascun Chakra. Alla fine, il centro della tua consapevolezza si stabilisce naturalmente nella confortevole luce del sesto Chakra. In questa immobilit c' tutto un tesoro da godersi. Alternativa La ripetizione mentale di Te, Va, Su che accompagna una sensazione di movimento interiore pu terminare nel Chakra del cuore. In tale centro puoi fermarti per dei periodi sempre pi lunghi. Nasce un'aspirazione bruciante verso il Divino. Tra le macerie di molte illusioni, tale esperienza apre le porte della realizzazione spirituale. Dopo che il suono di Omkar cessa di esistere, appare la Forma Fulgente. Null'altro esiste se non il Sole dell'Anima. Io, Shama Churn, sono quel Sole. (Lahiri Mahasaya) [IV.3] Gayatri Kriya (Alcuni insegnanti di Kriya chiamano questa tecnica Quarto Kriya, altri la considerano una variante dello Yoni Mudra) Questa tecnica ha lo stesso effetto dello Yoni Mudra ma praticabile per tempi lunghi e quindi il suo effetto molto marcato. Poich solleva la coscienza nel Kutastha, ha un potere di interiorizzazione che percepito oltre ogni ombra di dubbio. La struttura di questa tecnica ben nota in India ed considerata il pi sottile tra i metodi di utilizzare il Gayatri Mantra. Con leggere varianti e ulteriori aggiunte rituali pubblicata in alcuni libretti. Il Gayatri Mantra considerato essere il veicolo supremo per ottenere lilluminazione spirituale. La sua forma pi pura Tat Savitur Varenyam Bhargho Devasya Dhimahi Dhiyo Yonaha Prachodayat. (Oh grande Luce Spirituale che hai creato l'Universo noi meditiamo sulla Tua gloria. Sei l'incarnazione della Conoscenza. Sei Colei che elimina l'Ignoranza. Possa Tu illuminare il nostro Intelletto e risvegliare la nostra Coscienza Intuitiva.) Questo Mantra preceduto o da una breve o da una lunga invocazione. Linvocazione breve : Om Bhur, Om Bhuvah, Om Swaha . I termini Bhur, Bhuvah, Swaha sono delle invocazioni per onorare i piani di esistenza (fisico, astrale e causale) e rivolgersi alle divinit che presiedono ad essi. La lunga invocazione : Om Bhur, Om Bhuvah, Om Swaha, Om Mahah, Om Janah, Om Tapah, Om Satyam. Questinvocazione pi completa in quanto riconosce che ci sono pi livelli di esistenza: i sette Loka. Mahah il mondo mentale, il piano
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dellequilibrio spirituale; Janah il mondo della pura conoscenza; Tapah il mondo dell'intuizione; Satyam il mondo della Verit Assoluta, Finale. Possiamo essere soddisfatti dalla spiegazione secondo la quale questi sono i sette suoni che attivano i nostri Chakra e li mettono in contatto con i sette grandi regni spirituali dellesistenza. Nella nostra procedura usiamo solamente linvocazione completa, non tutte le componenti del Gayatri Mantra. La tradizione Kriya che stiamo qui seguendo associa al Manipur Om Mahah e allAnahata Om Swaha. Il motivo di ci da ricercarsi nel fatto che il mondo del pensiero, evocato da Om Mahah s'addice pi alla natura del terzo Chakra, mentre il mondo causale delle idee pure, evocato da Om Swaha in relazione con Anahata Chakra. Istruzioni pratiche Questa procedura si applica alla conclusione della normale routine Kriya. Pratica per ogni Chakra (nell'ordine: 1, 2, 3, 4, 5, midollo allungato) le azioni seguenti: 1. Contrai i muscoli vicino all'ubicazione fisica del Chakra. (La contrazione pu essere ripetuta due-tre volte.) 2. Tramite un'inspirazione profonda (non necessariamente lunga come nel Kriya Pranayama) visualizza il Chakra che sale nel punto tra le sopracciglia, dove lo percepisci come una luna piena. Il Chakra non sale ''toccando'' gli altri Chakra. Questi ora non esistono. La coscienza entra nel Chakra: nulla esiste se non il Chakra stesso e il Kutastha. 3. Trattieni il respiro e concentrati sullo "spazio interno" tra le sopracciglia. Questo riesce facile col Kechari Mudra. 9 Sullo schermo tra le sopracciglia avviene (man mano che la concentrazione si approfondisce) una particolare esperienza di colore che diversa per ciascun Chakra. 4. Canta mentalmente almeno tre volte il Mantra specifico per il Chakra. 5. Infine, tramite una lunga espirazione, abbassa idealmente il Chakra dal punto tra le sopracciglia alla sua sede nella spina dorsale. I Mantra che vengono utilizzati sono: Om Bhur per Muladhara Om Bhuvah per Swadhisthana Om Mahah per Manipura Om Swaha per Anahata Om Janah per Vishuddha Om Tapah per Medulla Om Satyam verr ripetuto alla fine nel Kutastha
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"Ke-chari" letteralmente tradotto come "lo stato di coloro che volano nel cielo, nell'etere." Un particolare "spazio" creato nella regione tra la punta della lingua ed il punto tra le sopracciglia ed percepito come un "vuoto", sebbene non sia un vuoto fisico. Immergendosi in questo spazio vuoto, pi facile per un kriyaban percepire i ritmi di ciascun Chakra e distinguerli uno da un altro.

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Chiariamo come contrarre i muscoli vicino all'ubicazione fisica del Chakra Primo Chakra Muladhara: pratica il Mula Bandha fino a che l'addome e la spina dorsale vibrino. Rilassa. Molti trovano utile il seguente dettaglio: prima di sollevare questo Chakra, fai che l'inspirazione cominci idealmente dalla sua componente "frontale" ovvero il Perineo, venga indietro verso la sua sede nella spina dorsale e quindi si sollevi al punto tra le sopracciglia. (Ci pu essere applicato anche ai Chakra successivi: si considera la regione pubica per Swadhisthana; l'ombelico per Manipura; la regione centrale dello sterno per Anahata; la parte anteriore e superiore della gola per Vishuddha.) Secondo Chakra Swadhisthana: pratica Vairoli Mudra (contrai e rilassa lo sfintere uretrale ed i muscoli della schiena vicino al centro sacrale.) Terzo Chakra Manipura: contrai rapidamente e rilassa l'ombelico, i muscoli addominali e l'area lombare della spina dorsale. Quarto Chakra Anahata: avvicina le scapole e concentrati sulla spina dorsale, la parte vicina al cuore. Rilassa. Quinto Chakra Vishuddha: muovi la testa rapidamente destra-sinistra (senza girare il volto) un paio di volte, percependo un suono nelle vertebre cervicali come di qualcosa che viene macinato. Questo serve solo a localizzare il centro cervicale. Ora contrai i muscoli dietro al collo vicino alle vertebre cervicali e rilassati. Midollo Allungato: solleva il mento, tendi i muscoli vicini al midollo allungato (sotto la regione occipitale), serra i denti e veda la luce nel punto tra le sopracciglia. Rilassa. Aggiungi una concentrazione particolarmente intensa sul punto tra le sopracciglia. Trattieni il respiro; solleva le sopracciglia, divieni consapevole della luce. Ripeti Om Satyam. Ora completa il "giro" sollevando i Chakra 5, 4, 3, 2 and 1, utilizzando sempre la contrazione, il canto del Mantra, sempre consapevole di qualsiasi esperienza di luce nel Kutastha. Possibilmente ripeti il tutto da 6 a 12 volte. Osservazioni Chi persevera (rifiutando lo scrupolo che questa procedura non sortisca alcun effetto) incontrer una decisa trasformazione del proprio stato di coscienza. In qualunque molo la considerate, il contributo di essa nell'eliminare gli ultimi ostacoli interiori che ci impediscono di entrare in Sushumna enorme. Se la pratica sembra difficile, devi lavorare su una buona preparazione. Ogni giorno approfondisci il tuo Pranayama mentale. Muovi la concentrazione
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su e gi lungo la spina dorsale, intensificando la pressione mentale su ogni Chakra. Dopo aver ascoltato i suoni interiori comincia a percepire sempre pi Luce nel Kutastha, poi nella parte pi alta del cervello e rimani immerso in essa per tempi lunghi. Durante la pratica della procedura descritta sopra, il Prana rimane sempre nella regione della parte mediana della testa dove il sesto Chakra Ajna ha la sua sede. Ora, se tu noti che il baricentro della tua consapevolezza (e quindi del tuo Prana) scende e comincia a gravitare verso zone controllate dal quinto e quarto Chakra, usa l'esercizio che abbiamo descritto precedentemente per entrare nello stato di Antar Kevala Kumbhaka. Usalo tanto quanto necessario. Approfondimento della pratica La luce che percepisci nel Chakra del cuore ha la sua origine e sede nel Kutastha e contiene la vibrazione peculiare e frequenza luminosa di ciascun Chakra. La procedura che abbiamo descritto permette di familiarizzare con queste frequenze fino alla realizzazione che tutto l'universo esiste nel Kutastha. Col tempo sar possibile ripetere mentalmente ''Om Bhur" 36 volte trattenendo il respiro. Questo permette di entrare in sintonia con il Tattwa della terra sperimentando la particolare ''vibrazione'' del Chakra Muladhara. Similmente, ripetendo il Mantra ''Om Bhuvah'' 36 volte sar possibile entrare in sintonia con il Tattwa dell'acqua che ha la sede nel secondo Chakra.... poi sar la volta del Tattwa del fuoco... La familiarit con lo stato di assenza di respiro ti d l'abilit di soffermarti su ciascun Chakra (come un'ape su un fiore), immergendoti per un tempo preciso sul Tattwa collegato con quel Chakra. Il tempo ideale quello necessario ad avere 36 ripetizioni del Mantra relativo. Il numero 36 va rispettato per resistere alla tendenza di perdersi nello stato di beatitudine che sorge da ciascun Chakra. Il Tattwa collegato con un Chakra tende ad ''intrappolare'' l'attenzione di una persona; in tal caso uno si ferma indefinitamente su un Chakra e non capace di fare altro. Le 36 ripetizioni del Mantra aiutano ad avere piena esperienza del Tattwa ma, allo stesso tempo, andare oltre esso. Il significato del Gayatri Kriya precisamente questo: entrare in sintonia con ciascun Tattwa, uno dopo l'altro, su e gi lungo la spina dorsale fino a quando, come la letteratura Kriya afferma: "L'ultimo guscio di illusione spezzato!"
[V] Procedure alternative che realizzano seconda e terza parte [V.1] Macro movimento Tribhangamurari (Amantrak) [V.2] Macro movimento Tribhangamurari (Samantrak) [V.3] Macro movimento Tribhangamurari (Thokar) diversamente la

(Si tratta di un insieme di tre tecniche, comunemente chiamate Secondo, Terzo e Quarto Kriya da quelle scuole che non insegnano la forma base del Thokar)
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La tradizione Kriya prevede che questa tecnica sia insegnata in tre sedute distinte: tra la prima e la seconda e tra la seconda e la terza dovrebbe, di solito, passare un anno. perci impensabile praticare lo stadio pi elevato tanto per fare un esperimento e riuscire a farsi subito un'idea corretta della sua potenzialit. Al contrario, continuando pervicacemente con questo atteggiamento, uno quasi sicuramente rinuncer per sempre a comprendere e gustare la sua ricchezza e bellezza. [Questa discussione ripresa alla fine del Capitolo 9.] Nelle tre tecniche del Tribhangamurari Macro non c' una precisa istruzione sull'uso del respiro. Si suppone che uno le pratichi con un respiro molto calmo che pu in certi momenti di interiorizzazione, cui la tecnica naturalmente conduce, scomparire. [V.1] Macro movimento Tribhangamurari (Amantrak) Pratica la seguente tecnica con la lingua in Kechari Mudra, dopo la pratica del Kriya Pranayama e del Navi Kriya. Alla fine di questa pratica rimani con la consapevolezza centrata nella luce del Kutastha.

Figura 6. Movimento interiore Tribhangamurari

Dimentica completamente il respiro, lascia che segua il suo ritmo naturale. Molto lentamente, solleva Prana e consapevolezza lungo il canale spinale, dal Muladhara al Bindu mezzo minuto richiesto per fare questo. Non fare alcuna pausa nei Chakra. Poi lascia che Prana e consapevolezza scendano lentamente lungo il percorso Tribhangamurari e raggiungano il Muladhara. Mezzo minuto richiesto per fare questo.

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Il percorso Tribhangamurari incomincia in Bindu, piega a sinistra, scende nella sede del midollo allungato, ci passa attraverso e prosegue verso il lato destro del corpo. Raggiunto un punto nella schiena (circa 5-6 centimetri pi in su dellaltezza del capezzolo destro), inverte la direzione tagliando il nodo del cuore. Dopo aver raggiunto un punto nella schiena che 5-6 centimetri pi in basso dellaltezza del capezzolo sinistro, cambia di nuovo direzione e punta verso la sede dell'ultimo nodo nella regione del coccige. (Vedi figura 6). Un giro completo di Amantrak (Amantrak significa: ''senza usare un Mantra'') dura un minuto. Se ti accorgi che esso pi breve, diciamo 45/50 secondi, questo non significa che hai praticato troppo in fretta. Comunque proponiti di raggiungere il tempo esatto. Per due settimane ripeti questa tecnica 25 volte, una volta al giorno. Poi per altre due settimane ripetila 50 volte, una volta al giorno; poi per altre due settimane 75 volte .... e cos via fino a 200 volte al giorno per due settimane. Solo allora puoi cominciare la pratica regolare della seconda tecnica: Samantrak. Osservazioni Tribhangamurari il miglior simbolo del Kriya Yoga perch oltre a mostrare il taglio dei tre nodi, anche un simbolo di Sri Krishna. La forma di Krishna, come dipinto nell'iconografia, una forma in cui si individuano facilmente tre curve (testa, spina dorsale e gamba piegata.) Una frase attribuita a Lahiri Mahasaya : "Per rendere questo corpo Tribhangamurari (simile a Krishna) tre nodi devono essere tagliati." Per mezzo di questa procedura, Kundalini invitata a salire attraverso il Sushumna. All'inizio solo una minima quantit di Prana riesce ad entrare nel Sushumna e a muoversi verso l'alto questo dovuto all'irrequietezza mentale. Ma, presto o tardi, l'energia Kundalini raggiunger la testa. La tecnica favorisce questo momento per il fatto che ciascun giro implica l'attraversamento dei tre principali nodi (Granti): lingua/midollo allungato, cuore e coccige. Questo avviene scendendo dalla testa al Muladhara lungo il sentiero a tre curve Tribhangamurari (Tri-banga-murari = tre-curva-forma.) [V.2] Macro movimento Tribhangamurari (Samantrak) Pratica la seguente tecnica con la lingua in Kechari Mudra, dopo la pratica del Kriya Pranayama e del Navi Kriya. Alla fine di questa pratica rimani con la consapevolezza centrata nella luce del Kutastha.

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Figura 7. Porre le 12 sillabe lungo il sentiero Tribhangamurari

Dimentica completamente il respiro, lascia che segua il suo ritmo naturale. Molto lentamente, solleva Prana e consapevolezza lungo il canale spinale, dal Muladhara al Bindu mezzo minuto richiesto per fare questo. La percezione della corrente intensificata col canto mentale delle sillabe del Vasudeva Mantra. Om, Na, Mo, Bha, Ga sono vibrate rispettivamente nei primi cinque Chakra e Ba in Bindu. Quindi lascia che Prana e consapevolezza scendano lentamente lungo il percorso Tribhangamurari e raggiungano il Muladhara. Mezzo minuto richiesto per fare questo. La percezione della corrente Tribhangamurari intensificata col canto mentale delle rimanenti sillabe del Vasudeva Mantra. Teeee cantato nel midollo allungato ma tu sei capace di percepire come il riverbero di questa vibrazione tocchi il punto tra le sopracciglia in tal modo tu senti Teeee anche nel Kutastha. Le sillabe Va, Su, De e Va sono poste nei quattro nuovi centri fuori dalla spina dorsale; Ya vibrato nel Muladhara. Questi quattro nuovi centri sono quattro "vortici" nel flusso principale della corrente non sono un nuovo insieme di Chakra. Ciascuna sillaba quando viene fatta vibrare agisce come un Thokar mentale (colpetto): siccome la tecnica eseguita lentamente, c' tutto il tempo per rendere questa stimolazione molto efficace. Questo il nucleo della tecnica. Come vedi, quando tu pratichi Samantrak, tu pratichi anche Amantrak ma con qualcosa in pi (Il Mantra ovviamente: Samantrak significa: ''con un Mantra''.) E cos quando praticherai la terza parte tu praticherai Samantrak aggiungendoci i movimenti della testa. Abbiamo appena descritto un giro di Samantrak, che dura un minuto. Se ti accorgi che esso pi breve, diciamo 45/50 secondi, questo non significa che hai praticato troppo in fretta. Comunque, proponiti di raggiungere il tempo esatto. Per due settimane ripeti questa tecnica 25 volte, una volta al giorno. Poi per altre due settimane ripetila 50 volte, una volta al giorno; poi per altre due settimane 75 volte .... e cos via fino a 200 volte al giorno per due settimane.

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Solo allora puoi cominciare la pratica regolare della terza tecnica: ThokarTribhangamurari. [V.3] Macro movimento Tribhangamurari (Thokar) Pratica la seguente tecnica con la lingua in Kechari Mudra, dopo il Kriya Pranayama e dopo il Navi Kriya. Alla fine di questa pratica, riprendi per alcuni giri (da 6 a 12) la pratica del Primo Omkar Kriya e poi rimani con la consapevolezza centrata nella luce del Kutastha. Dimentica il respiro. Le mani (con dita intrecciate) sono poste sull'area dell'ombelico cos da spingere in su la regione addominale, creando cos una pressione mentale sui primi tre Chakra. Poni il mento sul petto e muovi energia e consapevolezza molto lentamente lungo la colonna spinale dal Muladhara fino al Bindu. Il mento sale lentamente seguendo il movimento interiore. ''Tocca'' internamente ciascun Chakra con le sillabe del Mantra (Om posto nel primo Chakra, Na nel secondo...). Quando energia e consapevolezza sono nel Bindu, il mento parallelo al suolo. Ora comincia la discesa dell'energia. Il movimento della testa seguir millimetro dopo millimetro il flusso energetico lungo il sentiero Tribhangamurari, dal Bindu al Muladhara, attraversando i tre nodi e toccando i nuovi quattro centri situati al di fuori della spina dorsale. Tutto avverr in modo fluido, nello spazio di trenta secondi o meno, ma la descrizione che stiamo per dare parr, di primo acchito, complicata. Con un minimo di pazienza, il giusto movimento della testa verr appreso: basta capire che esso stato concepito come un modo logico ed efficace per intensificare quel particolare flusso energetico sinuoso verso il basso. Veniamo dunque a descrivere i movimenti della testa.

Figura 8. Thokar-Tribhangamurari

Senza girare la faccia, piega la testa verso sinistra, di un paio di centimetri, poi solleva il mento e ritorna nel mezzo. Realizza come questo semplice movimento accompagni perfettamente la discesa dell'energia da Bindu al midollo allungato
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lungo la prima curva del sentiero Tribhangamurari. Rimani solo un istante in questa posizione col mento sollevato (i muscoli dietro del collo sono contratti) tanto quanto basta per vibrare la sillaba Teeee nel midollo allungato. Inoltre, come hai appreso in Samantrak, cerca di percepire anche il riverbero di questa vibrazione nel punto tra le sopracciglia. Poi, da questa posizione, volgi la faccia lentamente a destra (come se tu volessi guardare l'area alla tua destra, il pi indietro possibile.) Solo la faccia si muove, non il tronco. Durante questo movimento LENTO (non essere influenzato dalla dinamiche della tecnica del Thokar che abbiamo precedentemente discusso), il flusso interno di energia si muove dal midollo allungato all'ottavo centro. Qui avviene il primo dei cinque colpi psico fisici: il mento tocca la spalla destra per un istante e la sillaba Va fatta vibrare nell'ottavo centro. La spalla pure fa un piccolo movimento verso l'alto per rendere il contatto col mento pi facile. Ma attenzione: se senti che stai forzando, non farlo! Se non riesci a toccare la spalla destra col mento, accontentati di avvicinarti alla spalla il pi possibile e stimola il centro ottavo con la pura forza mentale. Poi la faccia si volge lentamente verso sinistra accompagnando, millimetro dopo millimetro, il flusso interno di energia dall'ottavo al nono centro, attraversando il quarto Chakra. Se possibile, il mento dovrebbe essere posto sopra la spalla sinistra. Il secondo colpo avviene quando la sillaba Su vibrata nel nono centro mentre il mento tocca per un istante la spalla sinistra la spalla fa un piccolo movimento verso l'alto per rendere il contatto col mento pi facile. Altri due colpi avvengono quando le sillabe De e Va vengono poste nel decimo e undicesimo centro. La modalit la seguente: il mento si muove lentamente verso il centro del petto, sfiorando la clavicola sinistra. Durante questo movimento, due leggeri colpi sono dati sulla clavicola sinistra in posizioni intermedie. (Penso che la Figura 7 ti possa aiutare a capire cosa intendo per ''posizioni intermedie.'') I colpi, ovviamente, vengono dati nel momento in cui le sillabe del Mantra vengono fatte vibrare. Infine, un ultimo colpo dato sul petto (posizione centrale) quando la sillaba Ya fatta vibrare nel Muladhara.
L'essenza di questa particolare forma di ''Thokar'' non consiste solo nei cinque colpi ma principalmente in una costante intensificazione della pressione mentale lungo l'intero circuito. Considera l'azione fisica di spremere con una matita un tubetto quasi vuoto di dentifricio per fargli uscire tutto quello che rimane. Ebbene, questa immagine ti d una buona idea di quello che avviene durante questa procedura. Quando i movimenti della testa sono lenti ed arricchiti da una grande forza di concentrazione e volont, non c' limite all'aumento del flusso energetico lungo il sentiero Tribhangamurari.

Come nella tecnica precedente, se impieghi 45/50 secondi per fare questo giro completo, ci va bene; comunque cerca sempre di raggiungere la velocit ideale che di 60 secondi. Ripeti la procedura 36 volte. Dopo aver completato il numero programmato di giri, calma il sistema per mezzo di una pratica minima di
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Samantrak, poi rilassati praticando un semplice Pranayama mentale. La supervisione di un esperto aiuta ad evitare problemi intendo problemi fisici di sforzo eccessivo e di dolore nelle vertebre cervicali e nei muscoli del collo. Movimenti bruschi dovrebbero essere evitati; possibile usare al loro posto una grande intensit mentale di concentrazione. Per un paio di settimane non praticare ogni giorno ma ogni due o tre giorni. Prima possibile, comincia la routine ad incremento progressivo di questa procedura praticando le dosi seguenti: 36x2, 36x3,.. 36x35, 36x36. Ma attenzione: tra una tappa e la successiva lascia sempre trascorrere una settimana. A chi ha tempo e buona volont per completarla, raccomando questa routine come importantissima. Gli effetti saranno forti e comporteranno una grande trasformazione interiore. Un minimo di 8-10 mesi sono richiesti per completarla. Poi comincia la pratica del Tribhangamurari Micro.

[VI] Procedure alternative che realizzano diversamente la quarta parte [VI.1] Micro movimento Tribhangamurari (Amantrak) [VI.2] Micro movimento Tribhangamurari (Samantrak)

(Comunemente chiamate Quinto, Sesto Kriya da quelle scuole che insegnano il Tribhangamurari Thokar)
[VI.1] Micro movimento Tribhangamurari (Amantrak)

Pratica la seguente tecnica con la lingua in Kechari Mudra, dopo il Kriya Pranayama seguito dal Navi Kriya e dopo una dozzina di ripetizioni di Tribhangamurari Thokar Lo stato di perpetua stabilit di Kundalini nell'Ajna Chakra raggiunta per mezzo del Tribhangamurari Micro. Questa tecnica implica l'esperienza del movimento Tribhangamurari in piccole dimensioni entro ciascun Chakra, Bindu, midollo allungato, nei quattro centri fuori della spina dorsale localizzati lungo il flusso Tribhangamurari e di nuovo nel Muladhara. Tramite una breve inspirazione, solleva il Prana contenuto nel Muladhara Chakra nel punto tra le sopracciglia. Quando la presenza dell'energia sentita chiaramente nel punto tra le sopracciglia, ferma il respiro e guarda "in gi" il Muladhara Chakra. Visualizzalo come un dischetto orizzontale avente un diametro di circa 2-3 centimetri. Ora, cerca di percepire su quel dischetto il movimento Tribhangamurari in piccole dimensioni pi o meno simile a quello che hai gi percepito in grandi dimensioni. Con riferimento alla figura 9, parti dal punto B ("back" parte dietro del Chakra) e vai diritto verso F ("front" parte frontale del Chakra); poi ritorna da F a B lungo un sentiero a tre curve. Non preoccuparti del tempo richiesto: pu essere breve, pu essere lungo ... non
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importa! Tu solo sforzati di percepire qualcosa. Esercita una moderata ma continua pressione con la tua coscienza sul disco come se tu avessi una penna e tracciassi il tratto con forza. Ti pu venire spontaneo fare un leggerissimo movimento della spina dorsale (avanti, sinistra, destra, sinistra, centro). Questo movimento dovrebbe essere quasi invisibile ad un osservatore posto davanti a te. Ripeti ancora due volte. Il respiro trattenuto senza sforzo; il Prana rimane totalmente in Ajna Chakra. Dopo tre percezioni del movimento completo (un movimento completo un movimento diritto da B a F, seguito dal movimento sinuoso da F a B) puoi rilassarti lasciando che il Prana scenda in basso. Avviene una sottile espirazione, ma tu nemmeno la percepisci. Passa al secondo Chakra e ripeti la stessa procedura.

Figure 9. Micro movimento Tribhangamurari entro un Chakra

Ripeti la stessa procedura per i Chakra 3, 4 e 5, poi per Bindu, poi per il midollo allungato, poi per i quattro centri al di fuori della spina dorsale, e finalmente per il Muladhara. Questo il primo giro: pratica dodici giri. Alla fine di questa pratica rimani con la consapevolezza centrata nella luce del Kutastha. Sii fedele a questa pratica per almeno sei mesi prima di cominciare a familiarizzarti con la procedura arricchita dal Mantra. [VI.2] Micro movimento Tribhangamurari (Samantrak) La tecnica la stessa ma la pressione mentale aumentata tramite la ripetizione delle sillabe del Vasudeva Mantra. Non ci sar alcun livello successivo, non ci saranno i movimenti della testa come nella terza parte ( Thokar) del Quinto Omkar Kriya. Tutto il potere di pressione lo devi ottenere col Mantra. Poni la lingua nella posizione Kechari Mudra. Solleva, tramite una breve inspirazione, il Prana contenuto nel Muladhara Chakra nel punto tra le sopracciglia. Quando la presenza dell'energia sentita chiaramente nel punto tra le sopracciglia, dimentica il respiro e guarda "in gi" il Muladhara Chakra e ripeti mentalmente le sillabe "Om-Na-Mo-Bha-Ga-Ba-Te-Va-Su-De-Va-Ya". Fai questo Japa senza fretta. Il Micro movimento Tribhangamurari verr percepito come nella precedente parte, ma ora la ripetizione mentale delle sillabe aggiunger una
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maggiore ''pressione''. Le sillabe sono come piccole "spinte" o "pulsazioni." La durata di un giro determinata dalla velocit del canto del Mantra. Per molte persone il canto del Mantra e, di conseguenza, il micro-movimento dura approssimativamente 10-12 secondi. Comunque rammenta la raccomandazione di Lahiri Mahasaya: "Non abbiate fretta!". Cerca di percepire la differenza tra andare piano e andare velocemente. Se vai lentamente percepirai un enorme potere. Ripeti il Vasudeva Mantra tre volte. Il Prana rimane totalmente in testa. In questa seconda parte, la miglior scelta di restare nell'immobilit perfetta e non usare nessun movimento della colonna spinale. Dopo tre percezioni del movimento completo, ripeti la stessa procedura per i Chakra 2, 3, 4 e 5, poi Bindu, poi midollo allungato, poi i quattro centri al di fuori della spina dorsale e finalmente per il Muladhara. Questo un giro: pratica dodici giri. Alla fine di questa pratica rimani con la consapevolezza centrata nella luce del Kutastha. Osservazioni Questa procedura implica l'esperienza di una sensazione peculiare di movimento entro la perfetta quiete di ciascun Chakra. Questa esperienza il modo pi sicuro verso l'annientamento dell'Ego. Questo movimento interiore rappresenta il pi profondo aspetto della realt Omkar. Percepirlo significa annientare ogni forma di dualit presente nei Chakra e, quindi, nella propria coscienza. Questa tecnica ti porta fuori dal tempo e dallo spazio. Solo poche scuole di Kriya hanno svelato la natura di questo micromovimento e rivelato la sua importanza. Purtroppo, molti cercano freneticamente impossibili surrogati di tale esperienza!

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CAPITOLO 8

INTRODUZIONE AD ALCUNE INTERESSANTI VARIANTI DELLE TECNICHE DESCRITTE FINO A QUESTO MOMENTO Qui descriviamo le varianti pi interessanti e potenti del Kriya Yoga. L'esposizione che segue essenzialmente dedicate all'autodidatta che cerca di intensificar la potenza di una certa procedura oltre i limiti consueti cui generalmente abituato chi pratica il Kriya. Questo possibile sperimentando con diverse varianti finch si comprende intuitivamente il nucleo, il punto centrale di una procedura. Le varianti di cui trattiamo hanno differenti origini. Alcune si collegano bene con il lascito originale di Lahiri Mahasaya. Alcune hanno il profumo del Radhasoami Sant Mat, altre il potere del Kundalini Yoga, altre infine tradiscono l'influsso della Alchimia interiore Nei Dan, pratica centrale del taoismo. Schema globale
Quattro fasi del processo Kriya Primo Kriya Kriya superiori

Talabya Kriya considerato non solo come una preparazione al FASE 1 Sciogliere il nodo della Kechari ma come un processo Omkar Kriya lingua importante in se stesso // Kechari Mudra praticato indipendentemente da altre procedure o abbinato alla pratica del Kriya Pranayama Kriya Pranayama Thokar forma base e forma FASE 2 Sciogliere il nodo del Ascolto dei suoni interiori evoluta cuore durante e dopo la pratica del Kriya Pranayama Kriya Pranayama FASE 3 Sciogliere il nodo del Navi Kriya, Maha Mudra Forma completa del Thokar Muladhara Alcune particolari procedure Tribhangamurari macro tipiche del Kundalini Yoga FASE 4 Guidare la coscienza a Kriya Pranayama col respiro Omkar Kriya salire dal Muladhara al Kutastha breve, Pranayama mentale Tribhangamurari micro Yoni Mudra

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PRIMA PARTE: VARIANTI DELLE TECNICHE DEL PRIMO KRIYA 1. Talabya Kriya La tecnica del Talabya Kriya pu essere arricchita da diverse forme di massaggio sia dei muscoli della lingua come del frenulo usando le proprie dita. 2. Om Japa nei Chakra [2.1] Alcune scuole insegnano a cantare (a voce o mentalmente) Vam oppure Bam oppure Hrom al posto di Om. In particolare Hrom (prolungato Hrooooooom) risulta molto efficace e capace di caricare di euforia colui che pratica. [2.2] Si pu accompagnare il canto (mentale) con uno o pi respiri per Chakra. Dirigi la consapevolezza sul Muladhara Chakra e respira profondamente immaginando che l'aria entri ed esca in quel punto. Ripeti per ciascun Chakra; dopo essere arrivato a Bindu, ritorna al Muladhara. Ripeti il circuito 6-12 volte. All'inizio non sar un unico punto quello di cui si diventa consapevoli, ma piuttosto un'area. A suo tempo, le sensazioni diverranno pi localizzate. 3. Kriya Pranayama [3.1] Lunga espirazione e Kumbhaka Molti kriyaban trovano confortevole un dettaglio che pu essere applicato a qualsiasi variante del Kriya Pranayama. Esso consiste nel adottare il rapporto 2:3 tre inspirazione ed espirazione (per esempio impiegare 12 secondi per l'inspirazione e 18 secondi per l'espirazione.) Col tempo si pu introdurre un trattenimento del respiro dopo l'inspirazione. Cominciando con 4 secondi si pu trattenere il respiro per un tempo che uguaglia la lunghezza della inspirazione. (Per esempio: 12 secondi per l'inspirazione, 12 per il trattenimento e 18 per l'espirazione.) [3.2] Kriya Pranayama con Aswini Mudra Una saggia procedura praticare Aswini Mudra durante il Kriya Pranayama. Aswini Mudra significa contrarre ripetutamente i muscoli alla base della spina dorsale col ritmo di approssimativamente due contrazioni al secondo. Quando il kriyaban prova ad applicare tale consiglio, tende a contrarre e rilassare anche i glutei, il perineo o persino lintera regione pelvica. Col tempo, riesce a contrarre solo i muscoli dello sfintere e questo corretto. Durante l'inspirazione e l'espirazione dei primi 12 respiri Kriya, Aswini Mudra dovrebbe essere forte; in seguito dovrebbe diminuire di intensit e divenire come una lieve ''contrazione interna della parte inferiore della spina dorsale'' ( chiaro che la spina dorsale non pu essere contratta: questa solo una sensazione.) La pratica continua di Aswini Mudra durante il Kriya Pranayama crea la condizione per il risveglio di Kundalini. Essa spinge dolcemente la corrente di
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Apana verso l'alto nella regione dell'ombelico dove incontra Prana. Kundalini si risveglia quando Prana ed Apana sono unite e, ovviamente, quando il corpo perfettamente immobile. Se questa procedura appare fastidiosa e crea disturbo, essenziale essere irremovibili e comunque proseguire. Ad un certo punto, proseguendo impassibilmente, si ha la certezza che qualcosa di positivo stia avvenendo. Un brivido piacevole nella spina dorsale percepito. Il giorno che segue questa pratica, una gioia diffusa percepita durante tutto il giorno. Anche la pi semplice routine Kriya, riempie uno di gioia. [3.3] Kriya Pranayama col Mula Bandha Questa pratica non bella come la precedente, ne parlo solo per amore della completezza. Mula Bandha significa contrarre i muscoli del perineo, esercitando pressione mentale sulla parte bassa della spina dorsale (qui abbiamo solo una lunga contrazione e non una serie di contrazione-rilassamento come nell' Aswini Mudra.) Pratichiamo Mula Bandha durante la pausa del respiro dopo l'inspirazione. Lo scopo di creare la percezione del Kutastha. Durante gli ultimi istanti dell'inspirazione di un respiro Kriya, visualizza la corrente che raggiunge Bindu, poi la corrente "ruota" a sinistra, scende un po' ed entra nel midollo allungato. in questo momento che il Mula Bandha praticato intensamente, il respiro trattenuto e le sopracciglia sono sollevate. La sensazione che l'energia sia spinta dal midollo allungato al Kutastha. Una sensazione di luce interiore si diffonde dal Kutastha alla parte superiore del cervello. Poi l'espirazione comincia, la tensione del Mula Bandha liberata e l'energia scende fino al Muladhara. Il Kechari Mudra collabora con il processo: durante l'azione del Mula Bandha la lingua (che si trova entro la faringe nasale) spinta in avanti e verso l'alto. [3.4] Kriya Pranayama con stretta elica Quanto descrivo riesce molto bene a chi ha praticato il Kriya Pranayama con Aswini Mudra. In questa variante noi dimentichiamo l'esistenza dei Chakra e ci concentriamo solo sulla corda spinale. Il sentiero spinale lungo il quale l'energia si muove viene percepito come un elica. In altre parole, partendo dalla base della spina dorsale, l'energia sale ruotando entro la spina dorsale in senso antiorario. L'energia poi scende lungo lo stesso percorso e quindi ruotando in senso orario. Cos facendo, il kriyaban sente una forte sensazione di immobilit fisica e percepisce la spina dorsale come una barra d'acciaio. [3.5] Una sottile forma di Thokar entro il Kriya Pranayama Quanto stiamo per descrivere riguarda solo la espirazione del Kriya Pranayama. Durante l'espirazione realizza come non sia difficile impartire un particolare ''colpetto'' presso la sede di ciascun Chakra. Ogni kriyaban ha tale

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potere e tu puoi aumentarlo ottenendo un effetto pi deciso di quello che si ottiene con la procedura dell'Omkar Pranayama. impossibile dire se, mentre si impartisce il ''colpetto'', il respiro si ferma un attimo o al contrario avviene una brevissima emissione di respiro. Quello che si sente una intensit di coscienza ed energia che stimola il Chakra in oggetto. Il ''colpetto'' finale nel Muladhara che sancisce la fine della espirazione crea una intensa ondata di gioia. Progredendo in questa pratica possibile raggiungere una espirazione veramente interiorizzata. Quello che avviene che quando si da il colpetto iniziale nel midollo allungato, il respiro come fatto fisico scompare del tutto. L'espirazione interiorizzata non accompagnata dall'uscita dell'aria attraverso il naso. Questo uno dei fatti misteriosi del Kriya, difficile da comprendere con la sola logica. [3.6] Kriya Pranayama con un circuito particolare entro e fuori la spina dorsale Inspira. Visualizza il respiro che sale entro la spina dorsale come una corrente filiforme traversando ciascun Chakra dal Muladhara al Medulla, raggiungendo, alla fine della inspirazione, il punto tra le sopracciglia. Fai una breve pausa in tale centro per un paio di secondi. Il sentiero collegato con l'espirazione pi lungo di quello collegato con l'inspirazione. Precisamente: durante l'espirazione la corrente sale verticalmente entro lo spazio tra la parte frontale del cervello e l'osso frontale; quindi viene indietro muovendosi sopra il cervello (e sotto le ossa del cranio), poi curva in basso, attraversa il Bindu e raggiunge il midollo allungato. Poi la corrente scende lungo la parete posteriore della colonna spinale: scendendo esternamente alla spina dorsale, sfiora ciascun Chakra da dietro. Quando raggiunge il Muladhara, l'espirazione completata. Col tempo aggiungerai alla pratica il canto mentale di Om in ciascuno dei centri toccati (Chakra 1, 2, 3, 4, 5, midollo allungato in salita e poi Bindu, midollo allungato, Chakra 5, 4, 3, 2, 1 in discesa.) 4. Navi Kriya [4.1] Navi Kriya utilizzando il respiro e anche il trattenimento Prima parte. Inspira attraverso il naso e poi trattieni il respiro intensificando la concentrazione sull'ombelico utilizzando i tre Bandha (Mula Bandha, Uddiyana Bandha e Jalandhara Bandha). In questa posizione, col mento abbassato, il Mantra Om viene cantato mentalmente 12 volte nell'ombelico esercitando una continua pressione mentale su esso. Poi si espira, ogni tensione si scioglie e il mento si solleva. Seconda parte. Si inspira attraverso il naso col mento sollevato. Poi si trattiene il respiro intensificando la concentrazione sul terzo Chakra Manipura. Canta mentalmente Om 18 volte in Manipura esercitando una forma di pressione mentale su quel centro. Poi espira mantenendo il mento nella normale posizione
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orizzontale. La prima e la seconda parte costituiscono un Navi Kriya. Come al solito, un kriyaban ripete il Navi Kriya quattro volte. [4.2] Navi Kriya scendendo attraverso quattro direzioni La seguente variante del Navi Kriya quella che molti kriyaban preferiscono. Come avviene nella forma base del Navi Kriya, la consapevolezza del kriyaban sale lungo la spina dorsale ponendo mentalmente la sillaba Om (ooong) nei sei Chakra. Il mento viene avvicinato alla cavit della gola. A questo punto si fa una breve inspirazione, seguita da una lunga espirazione durante la quale si percepisce lenergia che scende dalla fronte lungo un sentiero esterno al corpo verso lombelico, attraversa l'ombelico e si muove verso il Dantian. [Ricordo che il Dantian pu essere visualizzato come una sfera di circa quattro centimetri di diametro. Il suo centro localizzato circa otto centimetri sotto l'ombelico e circa quattro centimetri all'interno.] Durante questa lunga espirazione, Om cantato mentalmente, rapidamente, da 10 a 15 volte, seguendo la discesa dellenergia lungo il percorso. Dopo una breve sosta nel Dantian, la testa ritorna nella posizione normale. Tutto ora si ripete ma la discesa dell'energia avviene lungo un sentiero diverso. Una breve inspirazione solleva nuovamente lenergia in testa. Poi la testa si piega, non in avanti, ma sulla spalla sinistra, senza girare la faccia. Una lunga espirazione (assieme al canto di Om, Om, Om) accompagna il movimento verso il basso dellenergia che scende dalla parte sinistra del cervello, si muove lungo un sentiero esternamente al corpo alla sua sinistra (come se spalla e braccio non esistessero.) L'energia scende fino alla parte sinistra della cintura, l'attraversa e si muove verso il Dantian. La testa ritorna nella posizione normale. Dopo una breve inspirazione, la testa ora si piega indietro. Una lunga espirazione (assieme al canto di Om, Om, Om) accompagna il movimento verso il basso dellenergia che parte dalla zona occipitale e si muove (esternamente al corpo) gi verso la cintura dove si piega, passa attraverso il terzo Chakra Manipura e si muove verso linterno della regione addominale (Dantian.) La procedura ripetuta allo stesso modo sul lato destro. L'ultima espirazione chiude il piccolo ciclo costituito da quattro espirazioni accompagnate da quattro discese dell'energia verso la cintura e, attraversandola, verso la regione del basso addome. Questo mini ciclo ripetuto per 9 volte. In conclusione abbiamo avuto un totale di 4x9 = 36 discese di energia. Dopo queste espirazioni, la pratica si chiude con un canto mentale di Om in ciascun Chakra da Ajna al Muladhara. Tutto quanto abbiamo descritto pu durare da 8 a 10 minuti ed equivalente alla ripetizione di 4 volte la forma base del Navi Kriya. Osservazioni Man mano che i minuti passano e l'effetto della tecnica si fa sentire, i movimenti della testa diventano meno marcati il processo si interiorizza. Un fenomeno notevole: nello stesso momento in cui viene formulata la volont di espirare, si
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sente come se i polmoni non riuscissero a muoversi. Alcuni istanti dopo la consapevolezza di un qualche cosa di sottile che comincia a scendere nel corpo accompagna una espirazione molto piacevole. L'espirazione un atto mentale, come una pressione interiore che si estende ovunque e che produce un particolare senso di benessere, armonia e libert. Si ha la sensazione di poter restare cos per sempre. Laria esce ancora dal naso ma colui che pratica giurerebbe che questo non avvenga. Questa pu essere considerata la prima timida apparizione del Respiro interiorizzato (detto anche Kriya delle cellule) di cui parleremo nel capitolo 12. [4.3] Cantare Om alternativamente tra Kutastha e ombelico Tutti i dettagli della forma classica del Navi Kriya dati nel capitolo 6 fino all'azione di piegare la testa in avanti rimangono immutati. In questa variante (davvero molto dolce e confortevole) il Mantra Om mentalmente cantato alternativamente tra il punto tra le sopracciglia e lombelico (Om nel punto tra le sopracciglia, Om nellombelico, Om nel punto tra le sopracciglia, Om nellombelico e cos via). Il modo pi proficuo per fare questo sincronizzare il respiro con il canto di Om. Visualizza un sottile canale d'argento che esce dal punto tra le sopracciglia si piega leggermente e scende nell'ombelico. Quando ti viene naturale fare una inspirazione molto breve, inspira (solo quanto necessario), visualizza il movimento dell' aria che sale, attraverso il canale visualizzato, dall'ombelico al punto tra le sopracciglia, soffermati un istante tanto quanto basta per cantare Om mentalmente. Quando ti viene naturale espirare, espira, visualizza il movimento di aria che scende, attraverso il canale visualizzato, nell'ombelico, soffermati un istante e canta Om mentalmente nell'ombelico. Ripetendo questo, sentirai in modo molto marcato, che il respiro comincia a calmarsi e scomparire. Quando questo avviene, continua a cantare il Mantra Om alternativamente tra il punto tra le sopracciglia e l'ombelico e a muovere il centro della consapevolezza tra questi due punti, senza cessare di essere consapevole del "canale d'argento." Prosegui. Quando Om cantato circa 75 volte, piega indietro la testa e ripeti una procedura simile cantando Om alternativamente tra Bindu e il terzo Chakra. Visualizza un altro sottile canale d'argento che collega (esternamente al corpo) il Bindu con il terzo Chakra. Lascia che il tuo respiro se c' ancora una traccia di respiro fluisca liberamente in quel canale. Quando Om cantato circa 25 volte, riprendi la normale posizione del mento e canta mentalmente Om nel punto tra le sopracciglia, midollo allungato, Chakra 5, 4, 3, 2 e 1. Questo un Navi Kriya. Si consiglia di praticare 4 cicli di Navi Kriya.

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5. Maha Mudra [5.1] Piegamenti in avanti Prima della pratica del Maha Mudra vero e proprio, siedi nella posizione del mezzo loto o sui talloni. Per mezzo di una profonda inspirazione (non necessariamente lunga come nel Kriya Pranayama) visualizza il primo Chakra che si solleva nel punto tra le sopracciglia; trattieni il respiro, piega il corpo in avanti. La testa posta nella regione fra i ginocchi (vedi figura 10). Le mani possono essere usate come pi viene naturale. La testa si avvicina al ginocchio destro, la faccia girata verso il ginocchio sinistro cosi che sia possibile percepire una pressione sul lato destro della testa; una sensazione di spazio percepita entro il lato sinistro del cervello. Poi ripeti lo stesso esercizio con l'altro lato del corpo, scambiando le percezioni. Poi la testa posta di nuovo nella regione tra i ginocchi, la faccia rivolta verso il basso. Una pressione percepita sulla fronte. Una sensazione di spazio percepita entro la regione occipitale. Il respiro trattenuto durante l'intera sequenza. Dopo questi movimenti, riprendi la posizione di partenza con la schiena diritta. Tramite una lunga espirazione, l'energia guidata in gi da Ajna Chakra al Muladhara. Poi concentrati sul secondo Chakra e ripeti la procedura (solleva idealmente quel Chakra, piega la testa in avanti e cos via... ). Bastano cinque piegamenti, uno per ciascun Chakra, ma siccome puoi anche sollevare idealmente Ajna Chakra nella Fontanella, puoi fare sei piegamenti. In alcune scuole, questa tecnica chiamata Guru Pranayama poich durante il primo piegamento puoi inchinarti mentalmente al tuo Guru; durante il secondo piegamento puoi inchinarti mentalmente al tuo Param-Guru... e cos via Chakra dopo Chakra inchinandoti a tutto il lignaggio dei Guru.

Figura 10. Piegamenti in avanti partendo da seduto sui talloni o dalla posizione del mezzo loto

Ripetendo questa ''procedura che risveglia i Chakra'' per diversi giorni, quando ti concentri su un Chakra, percepirai una sensazione di movimento, di oscillazione questa una esperienza molto importante.

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[5.2] Maha Mudra dopo i piegamenti Ora pratica il Maha Mudra, ma quando la gamba destra distesa, la mano destra afferra le dita del piede destro e la mano sinistra afferra il lato interno del piede destro (l'arcata del piede); la faccia girata verso sinistra mentre il respiro trattenuto. Una "pressione interna" sulla parte destra della testa percepita. Ci contrasta con la sensazione di spazio libero nella parte sinistra del cervello. Praticando la posizione opposta, le sensazioni sono invertite. Quando entrambe le gambe sono distese, la pressione deve essere percepita sulla parte frontale della testa. Mentre ti allunghi in avanti trattenendo il respiro nella posizione prevista per il Maha Mudra, canta Om nei Chakra in salita, cercando di percepire l'oscillazione in ciascuno. [5.3] Maha Mudra con un movimento di consapevolezza durante il Kumbhaka Pratica la prima parte di Maha Mudra di base, inspirando, trattenendo respiro e piegandoti in avanti afferrando il pollice del piede con gli indici delle dita. Quando raggiungi il piede, solleva gli occhi per guardare fisso al centro tra le sopracciglia. Poni Om nel punto tra le sopracciglia, Om dove la lingua tocca il palato ed Om nel Muladhara. Ripeta tre volte in sequenza. Ritorna nella posizione col busto eretto. Espira guidando la corrente gi lungo il canale spinale, spingendo l'ombelico verso il centro Manipura. Ripeti ancora questo particolare modo di cantare mentalmente Om nella posizione simmetrica e con entrambe le gambe distese. Ora pratica il Maha Mudra nel modo seguente: prima di piegarti in avanti, pratica un respiro completo di Kriya Pranayama (inspirazione ed espirazione) e trattieni il respiro fuori. Piegati in avanti afferrando il piede. Col respiro fuori, applica i tre Bandha (Mula Bandha, Uddiyana Bandha e Jalandhara Bandha) e solleva gli occhi per guardare fisso al centro tra le sopracciglia. Poni Om in quel centro, Om nell'ombelico ed Om nel Muladhara. Ripeti tre volte. Ritorna nella posizione col busto eretto, rilassando i Bandha e inspira sollevando l'energia dal Muladhara. Espira guidando la corrente gi lungo il canale spinale, spingendo l'ombelico verso il centro Manipura. Ripeti ancora in posizione simmetrica e con entrambe le gambe distese. 6. Kriya Pranayama con respiro breve [6.1] Pranayama col respiro breve centrato in Ajna Riprendiamo in considerazione la tecnica del Kriya Pranayama col respiro breve. Questa tecnica meravigliosa importante per due motivi: favorisce l'ascolto dei suoni interiori e del suono di Om e aiuta a raggiungere lo stato di assenza di respiro. Questa procedura pu essere variata facendo diventare Ajna Chakra il perno della situazione. Concentra l'attenzione su Ajna Chakra nel centro della testa. Quando ti viene naturale inspirare, inspira rapidamente (approssimativamente un secondo), dal Muladhara ad Ajna Chakra. Inspira solo quanto necessario Quando ti viene
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naturale espirare, espira da Ajna Chakra al secondo Chakra. Poi inspira dal secondo Chakra ad Ajna Chakra. Espira al terzo Chakra. Prosegui similmente ... (Terzo Ajna quarto; quarto Ajna quinto; quinto Ajna quarto; quarto Ajna terzo; terzo Ajna secondo; secondo Ajna primo. Prosegui ripetendo questo ciclo di 9 respiri corti. Dopo alcuni cicli di questa bella procedura, verr naturale sperimentare una breve pausa in ciascun Chakra. (Inspirazione dal Muladhara ad Ajna Chakra, pausa in Ajna Chakra; espirazione da Ajna Chakra al secondo Chakra, pausa nel secondo Chakra e cos via.) Durante queste pause, puoi cantare mentalmente Om una, due o tre volte, visualizzando di star toccando il Chakra in cui avviene la pausa. Sforzati di percepire i suoni astrali nella parte interna dell'orecchio destro. Concludiamo la pratica con una intensificazione della concentrazione in Ajna. Percepisci una linea ideale che collega le due tempie. Muovi la testa lateralmente lentamente e dolcemente (di pochi millimetri) avendo una piacevole sensazione della vibrazione Omkar che si muove da una met del cervello all'altra. Diminuisci il movimento finch non pi percettibile. Percepisci un'altra linea ideale che viene indietro dal Kutastha alla regione occipitale. Percepisci la vibrazione Omkar nella zona occipitale e guidala lentamente verso il Kutastha. Qui fai una pausa. Fai il processo inverso. (Per darti un'idea della velocit di questo movimento interiore diciamo che il movimento dalla regione occipitale al Kutastha, breve pausa e ritorno indietro avviene in 12-20 secondi). Ripeti diverse volte. Di nuovo oscilla lateralmente la testa e poi avanti e indietro, in tal modo possibile discernere il punto dintersezione tra le due linee. Questa intersezione il luogo dove concentrarsi per avere la piena esperienza del movimento interiore Omkar e perfezionare la concentrazione su Ajna. 7. Pranayama mentale Hai gi appreso quelle varianti del Pranayama mentale che hanno un valore reale: esse sono le ben note procedure Omkar Kriya. Qualcosa verr aggiunto presto (Omkar Kriya nella corona e nei punti sensibili entro la testa.) 8. Yoni Mudra [8.1 ] Yoni Mudra sollevando ciascun Chakra nella fontanella Copri le aperture della testa come insegnato nello Yoni Mudra. Inspira profondamente mantenendo tutta quanta la consapevolezza nella fontanella. Espira dalla fontanella al Muladhara; inspira sollevando idealmente il Chakra Muladhara fino alla fontanella come per immergerlo nella luce e purificarlo. Trattieni il respiro per circa 10 secondi. Espira e abbassa il Muladhara Chakra nella sua sede. Poi sposta la consapevolezza sul secondo Chakra; inspira sollevandolo idealmente fino alla fontanella per immergerlo nella luce. Trattieni il respiro a
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lungo. Fai la stessa cosa con tutti gli altri Chakra sollevando anche Ajna. Copri gli occhi con i palmi delle mani e osserva tranquillamente il buio nella zona tra le sopracciglia. Non difficile percepire una luce bianca. Prosegui per 2-3 min. Poi abbassa le mani e siedi quietamente per alcuni minuti prima di alzarti. VARIANTI DEI KRIYA SUPERIORI Elenco delle pratiche che descriveremo
1. Variante della forma base del Thokar 2. Variante della forma evoluta del Thokar 3. Aggiungere Tadan alla forma completa del Thokar 4. Omkar Kriya nella corona 4. Omkar Kriya nei punti sensibili entro la testa 5. Omkar Kriya solo sul cuore 6. Alternativa alla ripetizione di Te Va Su nell'Omkar Kriya

1. Variante della forma base del Thokar (vedi procedura II.1) (Cinque movimenti della testa sostituiscono la rotazione. Non c' colpo finale) Questa procedura pu essere utile per coloro che hanno problemi con la forma tradizionale di Thokar e preferiscono un approccio pi delicato. L'inspirazione avviene come nella forma base del Thokar. Il mento si solleva... Om, Na, Mo.... Poi il respiro trattenuto. Il mento si piega in avanti, abbassandosi verso la cavit della gola: una certa pressione interiore tocca la parte frontale del Chakra del cuore. La testa ritorna nella sua posizione normale e poi si piega leggermente verso la spalla sinistra, senza volgere la faccia. Avviene di nuovo la stessa esperienza: una certa pressione interiore sentita nella parte sinistra del Chakra del cuore. La testa ritorna nella sua posizione normale e si piega indietro: avviene la stessa esperienza e la pressione sentita nella parte dietro del Chakra del cuore. La testa ritorna nella sua posizione normale e si piega leggermente verso la spalla destra, senza volgere la faccia: la pressione percepita nella parte destra del Chakra del cuore. La testa ritorna nella sua posizione normale, poi il mento si piega in avanti, abbassandosi verso la cavit della gola... la pressione percepita nella parte frontale del Chakra del cuore. Poi la testa ritorna nella sua posizione normale. Durante questi cinque piegamenti trattenendo il respiro, nessun Mantra viene utilizzato. Poi la espirazione guida la consapevolezza attraverso i Chakra nel Muladhara. La sillaba Te posta nel midollo allungato, Va nel quinto Chakra.... e cos via.... Su... De... Va, finch Ya cantato mentalmente nel Muladhara. Il tempo impiegato dipende dalla persona; di solito di 20-25 secondi, ma pu essere maggiore. La procedura ripetuta per lo meno 12 volte. Va detto che le varie pressioni sul Chakra del cuore sono pi simili a apporto di energia che fluisce gi tranquillamente proveniente da una regione sopra la testa che ai tipici
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colpetti del Thokar. ovvio come questa forma pu evolversi. Al termine dellinspirazione, lintero insieme dei movimenti della testa pu essere ripetuto non una ma diverse volte -- sempre trattenendo il respiro. I movimenti diventano pi fluidi: dopo il piegamento in avanti, la testa non ritorna nella sua posizione iniziale e, subito dopo, colpisce a sinistra, poi dietro.... 2. Variante della forma evoluta del Thokar (vedi procedura II.2) (diverse rotazioni e un solo colpo finale) Nel capitolo precedente abbiamo visto che la pratica del Thokar pu avvenire con molte rotazioni della testa, ripetendo quindi varie volte il colpo sul cuore e trattenendo il respiro durante queste rotazioni. Abbiamo visto quanto questa tecnica sia delicata, richiedendo la capacit di trattenere a lungo il respiro. Presentiamo ora una variante del Thokar in cui ci sono diverse rotazioni della testa, prive di qualsivoglia colpo. Durante queste rotazioni, grande energia accumulata nella testa. Solo dopo lultima rotazione, avviene il Thokar finale. Questo procedura inizia come nella forma evoluta del Thokar. Solleva la consapevolezza nei Chakra superiori tramite una profonda inspirazione. C' l'inspirazione con Om, Na, Mo, Bha, Ga, Ba poi il respiro trattenuto e la testa si muove in movimento circolare antiorario. La sillaba Te posta nel midollo allungato e Va nel Chakra cervicale. Non scendi nel cuore. Le rotazione della testa avvengono senza produrre alcun colpo. La procedura prosegue per molte dozzine di rotazioni: Te, Va, Te, Va, Te, Va.... mentre la percezione di quei due centri cresce in intensit. In testa si accumula una grande energia. Poi solo dopo molte rotazione il Thokar finale avviene: la testa si abbassa sul petto e la sillaba Su fatta vibrare intensamente nel Chakra del cuore. Avviene un colpo potente sul cuore (''potente'' dal punto di vista psichico e pranico.) Un kriyaban rimane in questa posizione per alcuni minuti avendo la percezione di una grande devozione e beatitudine. Osservazione Se il colpo finale dato con grande forza fisica, la delicata struttura delle vertebre cervicali, i muscoli attorno ad esse, i legamenti ... ne riporteranno un sicuro danno. 3. Aggiungere il Tadan Kriya alla forma completa del Thokar (vedi procedura II.3) Pratica una breve sequenza del Tadan Kriya immediatamente dopo la pratica della forma completa del Thokar. Tadan Kriya: Inspira profondamente, sentendo che il respiro riempie i polmoni dall'alto in basso mentre il Prana (contrariamente a quanto avviene nel Kriya Pranayama)
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scende verso il Muladhara. Alla fine della inspirazione, la consapevolezza nel Muladhara. Trattieni il respiro. Solleva il corpo con l'aiuto delle mani per alcuni millimetri e poi fai in modo che le natiche tocchino con un lieve sussulto il pavimento. Espira liberamente percependo uno stato estatico questo avviene quando il sussulto sperimentato non come un movimento fisico ma come un intenso stimolo mentale sul Muladhara. L'azione di sollevare il corpo e poi lasciarlo cadere producendo un lieve sobbalzo detto Maha Veda Mudra, "Posizione della grande perforazione" ovviamente il nodo del Muladhara che viene perforato. 4. Omkar Kriya nella corona (Espandendo la procedura Omkar Kriya [IV.2]) Nel capitolo precedente abbiamo visto come dopo aver completato la pratica del Thokar, tale procedura possa essere ''interiorizzata.'' Abbiamo chiamato Omkar Kriya la percezione di un movimento interiore in ciascun Chakra salendo e scendendo attraverso essi. Tale sensazione viene accompagnata dalla ripetizione mentale di Te, Va, Su. Ora scopriremo come la sensazione di movimento interiore possa essere indotta nella corona. L'ellisse della corona, visto dall'alto, pu essere idealmente diviso in 12 parti.

Figura 11. Corona della testa vista dall'alto

Grazie ad una breve inspirazione, il Chakra Muladhara sollevato idealmente nella corona della testa, sopra la zona occipitale, sulla destra (nella parte "1" della figura 11). Ora trattieni il respiro e focalizza il Prana in tale zona. Ripeti mentalmente Te, Va, Su tre volte in quella regione percependo per tre volte il movimento interiore che abbiamo descritto nell'Omkar Kriya. Espira con calma. Nello stesso modo solleva il secondo Chakra nella vicina parte "2" della corona. Ripeti Te, Va, Su... tre volte in tale zona e approfondisci l'esperienza. Ripeti la stessa procedura per gli altri Chakra (3, 4, 5, Bindu, midollo allungato, 5, 4, 3, 2 e 1) attivando cos tutte le parti della corona. Dopo due o tre cicli
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completi una beatitudine improvvisa si manifesta e uno non riesce a cantare mentalmente pi nulla. La procedura si conclude nell'assorbimento estatico. 5. Omkar Kriya nei punti sensibili entro la testa (Espandendo la procedura Omkar Kriya [IV.2]) Utilizziamo ancora il processo del ''Thokar interiorizzato'' per stimolare importanti centri nel cervello, aiutando cos il ''pellegrinaggio'' della nostra consapevolezza verso il Sahasrara.

Figure 12. Localizzare alcuni importanti centri all'interno della testa

Inspira sollevando il Muladhara Chakra nel midollo allungato. Il respiro trattenuto per focalizzare meglio il Prana in tale zona. La sensazione di movimento interiore ora percepita entro il midollo allungato. Oscilla lentamente la testa a sinistra destra ritorna al centro, mantenendo il centro della concentrazione nel midollo allungato. Pensa (canta mentalmente) Te quando ti muovi a sinistra, Va quando ti muovi a destra, Su quando ritorni al centro. Ripeti tre volte, sempre trattenendo il respiro. Segue una calma espirazione. Ora solleva il secondo Chakra fino alla parte posteriore del cervelletto. Trattieni il respiro. Ripeti tre volte la procedura descritta sopra con Te, Va, Su, focalizzando l'attenzione nella parte posteriore del cervelletto. Espira e scendi fino alla sede del terzo Chakra. Inspira sollevando il terzo Chakra fino al ponte di Vairoli (per percepirlo, vieni in avanti dal cervelletto verso il centro della testa, sopra il midollo
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allungato ma due tre centimetri pi avanti.) Trattieni il respiro. Ripeti tre volte la procedura descritta sopra con Te, Va, Su, focalizzando l'attenzione nel ponte di Vairoli. Espira e scendi fino al quarto Chakra. Inspira sollevando il quarto Chakra sopra il ponte di Vairoli nel punto che abbiamo indicato con "4" nella figura 12. Per percepirlo, oscilla leggermente la testa avanti e indietro. Senti una linea orizzontale che dal punto tra le sopracciglia viene indietro. In contemporanea senti la linea verticale che scende dalla fontanella. Questo centro il punto di intersezione delle due linee. Quando sei sicuro di percepirlo, ripeti tre volte la procedura descritta sopra con Te, Va, Su. Espira e scendi fino alla sede del quinto Chakra. Inspira, sollevandolo nel punto indicato con "5" in figura 12. Per percepirlo, oscilla leggermente la testa avanti e indietro. Senti una linea orizzontale che dal Bindu viene orizzontalmente in avanti. In contemporanea senti la linea verticale che scende dalla fontanella. Questo centro il punto di intersezione delle due linee. Ripeti in quel punto tre volte la procedura descritta sopra con Te, Va, Su. Espira e scendi fino al midollo allungato. Inspira, sollevandolo nel Bindu. Ripeti tre volte nel Bindu la procedura con Te, Va, Su. Espira e scendi nel punto tra le sopracciglia. Inspira solleva idealmente la regione tra le sopracciglia nella fontanella. Ripeti ivi tre volte la procedura descritta sopra con Te, Va, Su. Espira dalla fontanella al punto tra le sopracciglia. Inspira. Espira dal Bindu al midollo allungato. Inspira. Espira dal punto "5" al Chakra cervicale. Inspira. Espira dal punto "4" al quarto Chakra. Inspira. Espira dal ponte di Vairoli al terzo Chakra. Inspira. Espira dal cervelletto al secondo Chakra. Inspira. Espira dal midollo allungato al Muladhara. Osservazione 1 Non solo i punti ''4'' e ''5'' ma anche gli altri centri della testa possono essere percepiti meglio aiutandoti con dei lievi movimenti oscillatori. Quando canti Te, Va, Su puoi oscillare la testa a sinistra, destra e ritornare al centro con un piccolo sobbalzo quando pensi Su. Ci di grande aiuto. Osservazione 2 La procedura crea un effetto molto forte. Esso pu essere descritto come l'abilit di vedere in maniera impietosamente chiara i tanti espedienti dell'ego che guidano le tue azioni. La ragione di tante decisioni errate appare con definitiva chiarezza, libera da veli e dissimulazioni. L'ego una struttura mentale molto complicata: non possibile distruggerlo, ma solo renderlo pi trasparente. C' un prezzo da pagare: possono apparire (ore dopo la pratica) ondate inesplicabili di paura, la sensazione di non sapere chi sei e dove sei diretto. Questa una reazione naturale che proviene da quei sottili strati del cervello che hai toccato.

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7. Utilizzare il Mantra Bha Ga Ba Te Va Su nell'Omkar Kriya (Al posto del Mantra Te Va Su) La tecnica Omkar Kriya descritta nel capitolo precedente (vedi [IV.2]) possiede un notevole potere di stimolare i Chakra guidandoti nello stato di meditazione. Alcuni amano il significato evocativo della parte centrale del Mantra Om Namo Bhagabate Vasudevaya. Lo leggono come: Bhagaba Tevasu che significa ''Bhagavan Tat Tvam Asi!'' (Tu sei quel Bhagavan!)'' Vediamo come utilizzare questo Mantra di sei sillabe. Consideriamo un qualsivoglia Chakra (tranne Ajna) visualizzandolo, come siamo abituati, come un disco orizzontale. Piega di poco la testa in avanti: senti una certa pressione interiore sulla parte frontale del Chakra. Canta mentalmente Bha in tale zona. Solleva la testa e, senza volgere la faccia, piegala leggermente verso la spalla sinistra. Una certa pressione interiore si sente sulla parte sinistra del Chakra. Canta mentalmente Ga in tale zona. Raddrizza la testa e piegala leggermente indietro. Una certa pressione interiore si sente sulla parte dietro del Chakra. Canta mentalmente Ba in tale zona. Solleva la testa e piegala leggermente verso la spalla destra, senza volgere la faccia. Una certa pressione interiore si sente sulla parte destra del Chakra. Canta mentalmente Te in tale zona. Raddrizza la testa e poi piegala un poco in avanti: senti una certa pressione mentale sulla parte frontale del Chakra. Canta mentalmente Va in tale zona. Solleva la testa e porta l'attenzione nella parte centrale del Chakra. Vibra mentalmente Su in tale punto preciso.
Muovendoti in questo modo dal Muladhara in su, quando raggiungi il Chakra Ajna, il movimento dell'energia energia coinvolge tutta la zona mediana della testa . I movimenti della testa restano identici (piegamento in avanti a sinistra dietro a destra avanti la testa si solleva); le sillabe del Mantra si pongono: Bha nella parte frontale della testa ( Kutastha); Ga nel lobo sinistro del cervello; Ba nella regione occipitale (accendendo la consapevolezza di Bindu); Te nel lobo destro del cervello; Va nella parte frontale della testa ( Kutastha). Poi quando sollevi la testa, visualizza la corrente che raggiunge il centro della testa e poni Su nella sede di Ajna Chakra.

Salire e scendere, ripetendo sempre la stessa procedura (tre ripetizioni del Mantra per ciascun Chakra) costituisce un giro: il tempo richiesto circa 6 minuti. Padroneggiando questa procedura tu crei un movimento antiorario di energia entro ciascun Chakra cominciando dalla periferia e finendo nel suo centro. L'effetto oro puro! Dopo un paio di giri ti immergi profondamente nella dimensione Omkar; l'immobilit si stabilisce e non sarai pi capace di muovere la testa.
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Appendice: come fronteggiare gli effetti apparentemente negativi che emergono dalla pratica della forma completa del Thokar Nel capitolo precedente abbiamo presentato la '' forma completa del Thokar'' un Thokar la cui azione estesa ai Chakra inferiori. Abbiamo sottolineato quanto problematica possa essere la sua azione sulla nostra psiche. Non sorprende che alcuni kriyaban arrivino alla conclusione che questa procedura genera effetti che sono essenzialmente negativi. Questa procedura deve essere completata dalle procedure Navi Kriya, Maha Mudra. Esse sollevano consapevolezza e Prana lungo la spina dorsale. Quello che suggeriamo qui va nella stessa direzione, aumenta tremendamente le possibilit di successo. stato tolto dal Kundalini Yoga. Sappiamo che il Kundalini Yoga non Kriya Yoga ma i suoi effetti sembrano una manna che viene dal cielo. [1] Usiamo Kapalabhati Pranayama in modo specifico Inspira ed espira rapidamente; l'espirazione dovrebbe avvenire forzatamente contraendo i muscoli addominali la qual cosa crea una spinta indietro. Espirazione ed inspirazione si alternano con uguale lunghezza ed avvengono circa due volte al secondo. L'ombelico si comporta come una pompa, come se l'addome venisse usato a mo' di mantice. L'espirazione attiva, l'inspirazione passiva. Un'improvvisa contrazione dei muscoli addominali solleva il diaframma ed una quantit di aria esce dai polmoni. Il suono assomiglia un po' al soffiarsi il naso. Non appena l'aria fatta uscire, i muscoli addominali sono rilassati, il che fa s che lo stesso volume di aria entri dentro: l'inspirazione avviene automaticamente. Durante ciascuna espulsione si guida il Prana verso l'ombelico e si canta mentalmente Om nell'ombelico. Dopo 15-20 simili brevi espirazioni, c' una pausa e il respiro riprende il suo ritmo normale. Poi ancora 15-20 respiri brevi e cos via per circa 100 conteggi di Om. [2] Respiro inverso (Un Pranayama particolare dove il respiro segue un sentiero ''inverso'' inverso rispetto a quello che avviene nel Kriya Pranayama) Inspira lentamente e profondamente. Il Prana presente nell'aria inspirata viene attratto verso il basso a livello del Manipura. Completata l'inspirazione, fai l'atto di inghiottire e spingi dolcemente in gi col diaframma per comprimere fermamente l'energia portata in gi dall'alto. Simultaneamente, pratica il Mula Bandha sollevando l'energia nel terzo Chakra. Pratica anche Uddiyana Bandha e Jalandhara Bandha. Prosegui trattenendo il respiro e ripetendo Om, Om, Om... perlomeno 12 volte. Durante questo Kumbhaka l'energia dell'aria completamente racchiusa, compresso da sopra e da sotto. Trattieni il respiro finch ci non produce una sensazione di disagio. Senti energia e calore che traboccano e invadono tutta la regione addominale. Poi rilassa i Bandha ed espira
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gentilmente sentendo respiro e Prana che si muovono in alto attraverso la spina dorsale. Quando la prima espirazione completa, contrai di nuovo i muscoli del basso addome, inspira una seconda volta, inghiotti e spingi in gi col diaframma, comprimi di nuovo cos l'energia dell'aria nella regione al di sotto dell'ombelico. Trattieni il respiro e concentrati su questa area, sentendo l'energia che aumenta in tale zona. Poi, di nuovo, quando diviene scomodo trattenere il respiro ancora pi a lungo (continua a ripetere Om, Om, Om...), espira, facendo s che l'aria salga di nuovo attraverso il canale spinale. Questa pratica unisce Prana e Apana attirandole nel Sushumna. Il punto chiave aumentare il tempo del Kumbhaka. Per poter aumentare il potere della procedura, possiamo frammentare ciascuna espirazione in piccoli frammenti. Le labbra si toccano nella parte centrale e l'aria esce attraverso gli angoli della bocca. Usando con meno forza il principio del Kapalabhati, il suono del respiro che esce : s-s-s-s-s-s-s-s-s-s ... (I vari "s" sono perfettamente udibili.) C' una calda sensazione nelle labbra: trasferiscila alla base della spina dorsale. Una sensazione di calore sale (lentamente ma in modo percettibile) attraverso la spina dorsale. Ripeti tutta la procedura molte volte e vedrai come questa sensazione di calore sale con pi forza verso il Chakra del cuore e oltre. [3] Bhastrika Pranayama (Crea una enorme concentrazione di energia nel Chakra del cuore) Bhastrika Pranayama uno dei pi importanti Pranayama dello Yoga classico (Hatha Yoga Tantrico per essere pi preciso.) Esso consiste in una veloce e profonda respirazione, fatta col solo diaframma. Esso usato qui in modo specifico per aumentare l'energia attivata con la pratica precedente nella regione del cuore. Respira attraverso il naso, circa un respiro completo per secondo, consapevole di quello che avviene nella spina dorsale dietro il Chakra del cuore. Si pu cominciare con sei ripetizioni. Concentrandoti dietro il Chakra del cuore, senti l'energia che oscilla 3 centimetri sotto ed altrettanti sopra esso. La sensazione quella di pulire con forza l'area dietro questo Chakra. Sentirai calore nella zona del quarto Chakra. Poi inspira profondamente, trattieni il respiro e senti che il calore aumenta ancora . Espira intensificando tale sensazione. Puoi ora ripetere il Thokar sul Chakra del cuore seguito da Bhastrika Pranayama onde aumentare questa sensazione di calore finch raggiungi un parossismo di gioia. (Considera anche una Routine Incrementale di questo processo cosa significhi Routine Incrementale spiegato nel capitolo 9.) Dopo tutte queste pratiche entra in una totale immobilit e perditi nel dolce Pranayama mentale. Pace, gioia interiore, calma del respiro e ascolto dei suoni interiori ... questo quello che proverai. La tua pratica del Kriya diverr una
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storia di amore con la Bellezza stessa. Sii tranquillo, abbi fiducia: dopo un certo periodo di tempo, avverr una notevole esperienza di risveglio di Kundalini. Essa ti travolger quando riposi in posizione supina. Senza provare alcun sussulto di sorpresa, ti troverai traghettato da un dolce sogno ad un vero paradiso; ritornerai alla vita quotidiana con le lacrime negli occhi.

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