2 I CRONACA DI NAPOLI sabato 21 gennaio 2006 GdN

VITTIME INNOCENTI DEI CLAN. PARLA NATALIA APRILE, MOGLIE DI ATTILIO ROMANÒ, UCCISO PERCHÉ SCAMBIATO PER UN ALTRO A GENNAIO 2005

«La camorra è un cancro, ma io non lascio Napoli»

«Continuamente mi chiedo perché devono succedere cer-
te tragedie a determinate persone. A volte dico perché Si-
gnore proprio alle persone che hanno dato tanto su que-
sta terra devono capitare le cose peggiori. Poi da sola mi
sono data una risposta: anche una tragedia così grande
può testimoniare chi era veramente Attilio». Parla con la
voce rotta dalla commozione Natalia Aprile, la vedova di
Attilio Romanò, una delle vittime innocenti della faida
di camorra che l’inverno scorso insanguinò le strade del-
la periferia nord di Napoli.
Com’è cambiata la sua vita da quel drammatico giorno?
«La presenza di tanti amici, dei colleghi del call-center
della Wind, delle persone che gli volevano bene, oltre che
delle Istituzioni, mi hanno fatto capire che la vita di At-
tilio è stata un esempio. A me che ho vissuto insieme a
lui 13 anni ha dato tanto, alle persone con le quali ha la-
vorato il valore dell’amicizia…».
Poco più di un mese fa in una pizzeria di Capodichi-
NATALIA APRILE. LA VEDOVA DI ATTILIO ROMANÒ _____________ no ha perso la vita ancora una volta un innocente…
«La camorra è un cancro, e come ogni malattia non è facile
da debellare ma bisogna combatterla con tutte le forze di-
sponibili; non si può far finta di non vederla. Per sconfiggerla
c’è bisogno della partecipazione di tutti… Forse però una for-
za a fianco all’altro può creare una catena importante. In
questo senso qualcosa sta cominciando a muoversi».
Lei ha deciso, anche dopo la tragedia che l’ha colpita,
di restare a Napoli. Come spiega questa sua decisione?
«Appena accaduta la tragedia, il giorno dei funerali, ave-
vo pensato di andare al più presto via da questa città. Mi
sono innamorato di Napoli grazie agli occhi e all’amore
che Attilio nutriva per Napoli. Mi sono sentita tradita dal-
la città che mio marito amava. A distanza di un anno, in-
coraggiato dalle associazioni anticamorra, ho deciso di
restare qui per lottare, perché il nostro dolore può di-
ventare forza viva. Ricordare Attilio e gli altri innocenti
significa smuovere le coscienze».
Intanto i giudici dispongono la scarcerazione per il kil-
ler di Gigi e Paolo…
«Di fronte ad una notizia del genere resto sconvolta. Gli
assassini non dovrebbero tornare subito in libertà; devono
prima capire i loro errori. Credo nel perdono, non so se
un giorno perdonerò gli assassini di Attilio, verso di lo-
ro non provo alcun sentimento».
L’associazione “Libera”, parteciperà alla manifesta-
zione prevista per il 24 gennaio per ricordare Attilio Ro-
manò. Alle 12, dopo l’intitolazione di una biblioteca a
Romanò, ci sarà l’incontro con il coordinamento dei fa-
miliari delle vittime innocenti di camorra. A proposi-
to degli arresti domiciliari ottenuti da uno dei sicari dei
due ragazzi di Pianura, “Libera” esprime, in una nota,
la massima solidarietà alle famiglie Castaldo e Sequi-
no, nel pieno rispetto della magistratura. «Pur tuttavia
è necessario esprimere preoccupazione e sdegno - scri-
vono i referenti regionali dell’associazione anticamor-
ra, Geppino Fiorenza e don Tonino Palese -. Non biso-
gna far venire meno la forte mobilitazione civile e cul-
turale che affermi i valori della vita contro ogni logica
di violenza e morte».
LUCA SAULINO

SAN GIOVANNI A TEDUCCIO. LE INDAGINI SULL’AGGUATO IN CUI È STATO AMMAZZATO PASQUALE ANGELINO, LEGATO ALLA COSCA DEL RIONE VILLA

Interrogati cinque testimomi

I Rinaldi temevano un attacco dei Mazzarella e si stavano organizzando
GIORGIO GUARRACINO
Sono stati individuati e portati in Questura per es-
sere interrogati dagli inquirenti cinque uomini che
giovedì pomeriggio si trovavano in un bar di via Co-
munale Ottaviano. Gli stessi che hanno dato l’al-
larme al “113” dopo che alcuni bambini che gio-
cavano a pallone in strada li avevano avvertiti che
in un’auto c’era un cadavere. Continuano senza so-
sta, quindi, le indagini della Squadra Mobile del
commissariato San Giovanni-Barra sull’omicidio di
Pasquale Angelino, il 49enne vicino al clan Rinal-
di del rione Villa. Ma da quegli interrogatori non è
emerso alcun elemento utile agli “007” per indivi-
duare i due killer che hanno attirato in trappola il
pregiudicato, che abitava proprio nel famigerato rio-
ne Villa. Quando il commando è entrato in azione,
infatti, lo ha fatto alla fine della strada, conosciuta
come “’ncoppe ’a via nova”, in un posto dove non
ci sono abitazioni, nei pressi del ponte della Cir-
cumvesuviana, a poche decine di metri dal rione
Villa. E quindi chi si trovava nel bar non poteva ve-
dere cosa succedeva dall’altro lato della strada. E
quando hanno sentito i colpi di pistola, cinque,
esplosi in rapida successione, hanno pensato all’e-
splosione di petardi.
Probabilmente Pasquale Angelino, così come tut-
ti gli appartenenti al clan Rinaldi, sapeva di essere
nel mirino del clan Mazzarella-D’Amico, e da quan-
do era stato scarcerato ad aprile dello scorso anno
non usciva di casa se non quando era strettamente
necessario. E giovedì pomeriggio deve essere stato
attirato in trappola da qualcuno che conosceva be-
ne e di cui si fidava. È andato a quell’appunta-
mento, infatti, senza prendere alcuna precauzione,
cosa che gli è stata fatale. Questa circostanza non è
stata comunque tralasciata dagli “007”, che stanno
vagliando anche la possibilità che ad ammazzare
Angelino sia stato qualcuno dello stesso clan Ri-
naldi o del clan Reale, al quale fino a qualche an-
no fa il 49enne era affiliato, tanto da essere l’auti-
sta di fiducia del ras Carmine Reale “’o cinese”. Una
epurazione interna ai Rinaldi, dunque, o una ven-
detta dei Reale per il “voltafaccia” dell’ex amico.
Ma la pista che gli investigatori anticamorra pri-
vilegiano porta direttamente al clan Mazzarella. Al-
l’eterno scontro che negli anni Ottanta e Novanta ha
provocato una ventina di morti ammazzati, vittime,
anche “eccellenti” dall’una e dall’altra parte. Pro-
prio per fronteggiare gli attacchi dei nuovi boss del
clan Mazzarella la cosca dei Rinaldi, capeggiata dal
padrino Gennaro “’o lione”, si stava organizzando.
E in particolare i “guaglioni” stavano cercando di
organizzare la difesa con il piazzamento di “senti-
nelle” nei punti strategici del rione Villa. E proprio
durante un summit Gennaro Rinaldi e tre fedelis-
simi furono arrestati. Uno di loro era armato e non
fece in tempo a disfarsi della micidiale pistola con
il colpo in canna. Ora gli “007” temono una cla-
morosa risposta della cosca di “’o lione”. SAN GIOVANNI A TEDUCCIO. IL PIANTO DELLA MOGLIE DI PASQUALE ANGELINO (NEL RIQUADRO) ___

IL DELITTO DI BARRA. GLI “007” HANNO TROVATO ALTRE IMPRONTE DIGITALI L’APPELLO. IN QUESTURA LA TESTIMONE DELLA VIOLENZA PONTICELLI

Altro sopralluogo della “scientifica” Sotto tutela l’amica Spaccio di droga,

nell’abitazione di Antonietta Volpe della 30enne stuprata Raffaele Russo
Sospettato inchiodato.
Gli investigatori stanno
cercando un incensurato
dei Quartieri Spagnoli.
Nella casa dell’orrore sono spun-
tate nuove impronte digitali gra-
zie a un sopralluogo compiuto ie-
ri mattina dai poliziotti della
“scientifica” della Questura, di-
retti dal vice questore Fabiola
Mancone. Indagini tecniche che
potranno essere utilissime ai col-
leghi della squadra Omicidi del-
la Mobile, agli ordini del diri-
gente Vittorio Pisani e con il vice
questore Pietro Morelli, nel mo-
mento in cui rintracceranno il
“sospetto” già individuato.
Incensurato, nessun legame
con la camorra, abitante sui Quar-
tieri Spagnoli, innamorato di An-
tonietta Volpe al punto che un
raptus di gelosia gli ha rovinato la
vita. E’ l’identikit dell’assassino
torna in carcere
BARRA. LA “SCIENTIFICA” A CASA DI ANTONIETTA VOLPE
della donna, che potrebbe già
avere le ore contate: la polizia ha
in mano una rosa di nomi e cerca
un uomo con una vistosa ferita al-
la mano: infatti l’omicida si è ta-
gliato con il vetro della bottiglia
di whisky mentre colpiva alla te-
sta la vittima. Nella fuga ha la-
sciato impronte digitali e sangue
dappertutto, ma non è stato an-
cora possibile identificarlo per
l’assenza di precedenti penali e
di foto-segnalamenti. Completa-
mente “pulito”, quindi: per risa-
lire a lui c’è bisogno di investiga-
zioni vecchia maniera, scattate
immediatamente tra i vicoli a ri-
dosso di via Toledo.
Le indagini procedono a ritmo
serrato e si sono avvalse di pre-
ziose testimonianze: due con-
giunte della vittima hanno rac-
contato agli investigatori che la
50enne, definita una “bella e ap-
pariscente anche per i capelli
biondissimi”, negli ultimi tempi
frequentava una cerchia di amici
dei Quartieri Spagnoli. Era una
donna libera e non aveva un le-
game fisso, ma neppure si ac-
compagnava agli uomini per pro-
fessione. Aveva la disponibilità
di due appartamenti: uno in via
Speranzelle, alle spalle di piaz-
zetta Augusteo, e l’altro in corso
Sirena.
[LS]
Si è recata ancora una volta al
commissariato di polizia di Mon-
tecalvario. Con le lacrime agli oc-
chi ha rinnovato il suo appello:
«Voglio essere protetta, voglio che
qualcuno mi faccia da scorta.
Quei balordi mi verranno a cer-
care e aspetteranno il momento
giusto per farmela pagare perché
sanno dove abito, lo hanno scrit-
to i giornali in questi giorni». Lei
ha 22 anni ed è l’amica della don-
na stuprata domenica scorsa in
piazzetta San Sepolcro al corso
Vittorio Emanuele.
Un banda di balordi avvicinò le
due ragazze per rapinarle delle lo-
ro borsette. Ma uno di loro co-
strinse una della due, una 30enne,
ad appartarsi in un angolo buio ed
abusò di lei. In carcere per il rea-
to di rapina aggravata e violenza
sessuale è finito il 15enne Anto-
nio F., ragazzino dei Quartieri
Spagnoli, attualmente detenuto al
carcere minorile di Nisida su di-
sposizione del giudice per le in-
dagini preliminari. Il “branco”
che secondo l’accusa lo ha spal-
leggiato è ancora libero e proprio
per questo motivo la testimone
dello stupro, che ha anche rico-
nosciuto il ragazzino autore del
presunto stupro, ha una tremenda
paura che uno di loro possa rifar-
si vivo. Per questo motivo ha pen-
sato bene di recarsi due giorni fa
e ieri negli uffici della Questura di
Napoli per chiedere di essere pro-
tetta. Subito dopo l’appello è
partito il piano sicurezza che non
è una vera e propria scorta ma le
dà comunque quello che lei cer-
cava. Passeranno sotto la sua abi-
tazione alcune volanti della poli-
zia e potrà chiamare 24 ore su 24
un numero riservato di un ispet-
tore della Questura di Napoli ogni
qual volta avrà un sospetto o ve-
drà un volto che non gli piace. La
domanda per la scorta è stata co-
munque inoltrata agli uffici com-
petenti.
FABIO POSTIGLIONE
Era stato scarcerato da poco tempo
grazie all’indultino, ma ieri mattina
è tornato dietro le sbarre. Non è sta-
ta una sorpresa per i poliziotti del-
la squadra giudiziaria del commis-
sariato Ponticelli (diretti dal vice
questore Giovanni De Stefano e gli
ispettori Porcini e Capasso) sor-
prendere Raffaele Russo, detto “’o
puffo”, 32enne, del rione De Ga-
speri e ritenuto vicino ai Sarno, con
addosso sostanza stupefacente: 20
grammi di marjuana. Era in strada
e un appostamento degli investiga-
tori gli è costato le manette. Raffae-
le Russo era tornato in libertà dopo
sette anni di detenzione, scaturita
da un’operazione condotta dai po-
liziotti del commissariato Ponticelli
e che fu chiamata “Satellite”. In ma-
nette finirono in quattordici ed
emerse, a livello investigativo, che
il gruppo agiva sotto l’egida del clan
Sarno. Va comunque sottolineato
che “’o puffo” non ha mai subito
condanne per associazione per de-
linquere di stampo camorristico.

RAPINARONO IL ROLEX AD UN AUTOMOBILISTA IN VIA PESSINA, GIUDICATI CON RITO ABBREVIATO PASQUALE BUSIELLO È A POGGIOREALE

Condannati Pasquale Cestazzi e Mariano Cansti Evade e finisce in cella

Furono arrestati in flagranza perché i poliziotti, in
servizio nel centro storico, li sorpresero mentre ten-
tavano di rapinare un Rolex ad un uomo che cir-
colava a bordo della sua autovettura in via Pessina.
Ieri, a distanza di circa tre mesi, vi è stata la sentenza
del gup Capozzi per i due giovani rapinatori. Tre an-
ni e quattro mesi comminati al 22enne Pasquale Ce-
stazzi, due anni e nove mesi al complice incensu-
rato, il 23enne Mariano Cansti. Restano entrambi in
carcere perché il giudice ha così disposto con or-
dinanza.
Ad attendere la sentenza erano fuori l’aula mol-
ti parenti e amici che avrebbero voluto riabbracciare
i due ragazzi finiti in carcere per aver commesso un
atto sconsiderato. C’è stato nella requisitoria il pu-
gno duro del pm Marra che aveva invocato per i due
imputati rispettivamente sei anni e quattro anni di
reclusione e la custodia cautelare in carcere.
Lo scorso ottobre i due rapinatori si trovavano in
sella ad un Gilera Typhon 50 e percorrevano la stra-
da nel traffico. Ma adocchiato un Rolex al polso di
un automobilista alla guida di una Reanault, si fer-
marono; non potevano di certo immaginare che a
sole poche decine di metri c’era una volante bloc-
cata. A questo punto uno dei due rapinatori scese
dallo scooter e con mossa fulminea aggredì il con-
ducente dell’autovettura per impossessarsi del suo
Rolex. Addirittura colpì il malcapitato che cercò
inutilmente di reagire e tentò di introdursi nell’a-
bitacolo della vettura.
Prontamente i poliziotti corsero a piedi in soc-
corso della vittima in pieno traffico cittadino e do-
po un breve inseguimento bloccarono il conducente
dello scooter mentre il passeggero divincolandosi
si diede alla fuga verso piazza Dante, dove però, do-
po pochi metri venne arrestato. Il prezioso Rolex
della vittima era danneggiato e con il cinturino re-
ciso, fu recuperato e restituito.
SILVIA PETRELLA
Gli erano stati concessi gli arresti presso la sua abitazione in
quanto il suo avvocato difensore aveva dimostrato la sua
buona condotta, ma non ha saputo sfruttare l’occasione e si
è fatto pescare in flagranza di reato. Era a zonzo per strada
mentre doveva essere recluso ai domiciliari. I poliziotti del
commissariato di San Giovanni-Barra lo scoprirono e lo am-
manettarono. Si tratta di Pasquale Busiello, 40 anni, con pre-
cedenti penali. Ieri gli è stato notificato un ordine di esecu-
zione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Napo-
li. L’uomo deve espiare la pena di 1 anno e 6 mesi di reclu-
sione, in regime di semilibertà, per il reato di evasione da-
gli arresti domiciliari. La mattina potrà stare fuori mentre la
sera dovrà tornare in carcere a dormire.