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10 MOTIVI PER DIRE NO AL PETROLIO IN ITALIA

di Maria Rita DOrsogna, ilfattoquotidiano.it

VORREI UN MONDO NON INQUINATO E VIVERE IN UN POSTO BEN CURATO


EDUARD NATALE
WWW.NOPETROLIOALTAIRPINIA.IT

1. Paesaggio e turismo
LItalia un paese densamente abitato, con un paesaggio invidiabile, variegato, fatto di colline, di mare, di boschi, di posti unici. Dove le mettiamo queste trivelle? Ovunque ti giri c comunit, c vita, c potenziale di bellezza, non deserto. Come si pu pensare di trivellare a pochi chilometri da Venezia o da Pantelleria? Petrolizzare un territorio significa imbruttirlo, avvelenarlo, annientando quasi tutto quello che gi sul territorio esiste o potrebbe esistere. E significa farlo sul lungo termine. Chi comprer una casa con vista pozzo? Quale turista vorr venire in Italia a vedere il mare o le colline bucherellate dalle trivelle o a respirare aria di raffineria? Fra laltro la tutela del paesaggio uno dei punti fondamentali della nostra Costituzione.

2. Petrolio scadente
Il petrolio presente in Italia in generale scadente, in qualit ed in quantit, ed difficile da estrarre perch posto in profondit. E saturo di impurit sulfuree che vanno eliminate il pi vicino possibile ai punti estrattivi. Non abbiamo nel sottosuolo il petrolio dei film texani, quanto invece una sorta di melma, maleodorante, densa e corrosiva che necessita di vari trattamenti prima di arrivare ad un prodotto finale.

3. Infrastrutture Invasive
Questo fa s che ci sia bisogno di infrastrutture ad hoc. Non dimentichiamo gli abbondanti materiali di scarto prodotti dalle trivellazioni tossici, difficili e costosi da smaltire con tutti i business pi o meno legali che ci girano attorno.

4. Inquinamento di aria
Sia dai pozzi che dalle centrali di desolforazione vengono emesse sostanze nocive e dannose allagricoltura, alle persone, agli animali (H2S, nitrati, polveri sottili, ecc.)

5. Inquinamento dell acqua


Nonostante le cementificazioni dei pozzi e lutilizzo di materiale isolante negli oleodotti, tali strutture con il passare degli anni presentano cedimenti strutturali, anche lievi, dovuti al logorio, alle pressioni, allo stress meccanico. Lelevata estensione degli oleodotti, e la profondit dei pozzi, rende difficile individuare queste fessure, che possono restare aperte a lungo, inquinando lacqua del sottosuolo e danneggiando gli ecosistemi con elevati costi di ripristino

6. Idrogeologia e sismicit
Come non conosciamo perfettamente la distribuzione delle falde acquifere, cos non conosciamo perfettamente neanche quella delle faglie sismiche. Stuzzicare i delicati equilibri geologici pu innescare terremoti, anche di magnitudine elevata. E gi successo in Russia, in California, in Colorado.

7. Incidenti
Anche prendendo tutte le precauzioni possibili, i pozzi possono sempre avere malfunzionamenti. In Italia abbiamo avuto gi esempi di scoppi o incidenti gravi. Per risanare Trecate non bastato un decennio. Non per niente in California c una fascia protettiva anti-trivelle di 160 chilometri da riva, e non per niente dal 1969 che non si buca pi il mare.

8. Speculatori
Molte delle ditte che intendono trivellare lItalia sono minori, straniere, con piccoli capitali sociali. Saranno, queste micro ditte irlandesi, australiane, statunitensi e canadesi, capaci di gestire i controlli ambientali a regola darte?

9. Minimi benefici
Il petrolio dItalia non far arricchire gli Italiani, non porter lavoro, e tanto meno risolver i problemi del bilancio energetico nazionale. Le royalties dItalia sono basse, e la maggior parte di questo petrolio verr estratto da ditte straniere, libere di vendere il greggio su mercati internazionali. E pura speculazione, niente pi.

10. Basilicata
Basilicata: sorgenti e laghi con acqua destinate al consumo umano inquinate da idrocarburi, declino dellagricoltura, del turismo, petrolio finanche nel miele, aumento di malattie, mancanza di lavoro, smaltimento illegale di materiali tossici, anche nei campi agricoli. E cosa ha guadagnato la Basilicata da tutto ci? Un dato per tutti: secondo lIstat, la Basilicata la regione pi povera dItalia. Era la pi povera prima che arrivassero i petrolieri con le loro vuote promesse di ricchezza, lo ancora oggi.

Ma cari professori, invece che fare buchi non sarebbe meglio coprire tutti i tetti dItalia con un pannello fotovoltaico?

TERRA DI PANE, ACQUA E AMORE


NUSCO, SABATO 10 AGOSTO 2013

GRAZIE

www.NOpetrolio

ALTAirpinia.it

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