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Geni e memi, questi egoisti Se vogliamo che tutto rimanga come , bisogna che tutto cambi.

Spesso utilizziamo questa celeberrima frase del Gattopardo per descrivere come, nonostante le apparenze, molte volte nulla cambi nella societ e nei comportamenti degli uomini. Ma sar poi vero? Certo stato drammaticamente vero nel caso degli eventi narrati da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, quando, lannessione del Regno delle Due Sicilie allItalia sabauda ben poco cambi della sua struttura arretrata e feudale e, se cambiamenti vi furono, non si tratt certo di miglioramenti. Ma giusto generalizzare? La contesa assai antica, e risale ai tempi della Grecia classica, quando gi cera chi sosteneva che la mente delluomo troppo pigra per poter essere soggetta a una reale evoluzione. In realt, oggi la maggior parte di noi ritiene che cambiare possibile, e su questo assioma (che sembra uno slogan politico) sono costruiti molti pilastri della nostra societ. Su di esso si fonda il concetto di giustizia, da Cesare Beccaria in poi, basato sul presupposto che il reo possa essere recuperato e rieducato. Se non credessimo a ci non avremmo altro da fare che incarcerare a vita o decapitare tutti i criminali. Sul presupposto che cambiare possibile si fonda anche la moderna pedagogia, la psicanalisi e molto altro. Se le possibilit di cambiamento della mente umana sono oggetto di discussione, nessun dubbio sembra esservi ormai sul fatto che le caratteristiche fisiche degli esseri viventi possano, anzi debbano essere suscettibili di cambiamento. Sono le mutazioni che conferiscono loro la capacit di adattarsi alle condizioni ambientali pi diverse, persino a quelle estreme. A parte qualche irriducibile creazionista, la maggior parte di noi crede nellevoluzione della specie. A proposito di evoluzione, dallepoca di Charles Darwin si era sempre pensato che il soggetto principale della selezione naturale fosse lindividuo, uomo o animale che fosse. Nel 1976 invece fece la sua comparsa una nuova teoria sullargomento che vedeva nel gene l unit fondamentale del processo evolutivo. Questa teoria, detta del gene egoista fu illustrata in un libro dallomonimo titolo (The Selfish Gene). Il suo autore, Richard Dawkins, un simpatico biologo inglese nato a Nairobi, divenuto sempre pi celebre negli anni successivi, anche per le sue posizioni di ateismo ad oltranza. Perch i geni, secondo Dawkins, sono degli egoisti? Perch il loro unico

obiettivo quello di garantirsi in ogni modo possibile la sopravvivenza. In questa visione, luomo e gli altri esseri viventi sarebbero semplicemente un passivo veicolo dei loro geni, o per usare le parole dellautore macchine da sopravvivenza, robot semoventi programmati ciecamente per conservare quelle molecole egoiste note col nome di geni. Dunque levoluzione non garantirebbe affatto la sopravvivenza dellindividuo, ma solo quella dei loro geni. Non pu stupire nessuno che Richard Dawkins sia un feroce oppositore di qualsiasi disegno intelligente che guida il mondo che ci circonda. Per lui non esiste alcuna architettura delluniverso, ma tutto mosso da un orologiaio cieco, appunto levoluzione del gene: La selezione naturale lorologiaio cieco, cieco perch non vede dinanzi a s, non pianifica conseguenze, non ha in vista alcun fine. Eppure, i risultati viventi della selezione naturale ci danno unimpressione molto efficace dellesistenza di un disegno intenzionale di un maestro orologiaio. Che alla base della complessit della natura vivente ci sia un disegno intenzionale, per solo unillusione. (Richard Dawkins, Lorologiaio cieco). Ma nel suo libro The Selfish Gene, Dawkins ci propone una teoria ancor pi affascinante e controversa: secondo lui la cultura umana si trasmetterebbe con un meccanismo molto simile a quello dei geni, e con le stesse finalit. Equesta la teoria dei memi, gli analoghi culturali dei geni. Cos un meme? A dirla molto semplicemente lunit elementare della cultura, un pacchetto dinformazioni residente nel cervello capace, come un gene, di propagarsi autonomamente e di difendere strenuamente la propria sopravvivenza. Un meme pu essere unidea, una lingua, una musica, un oggetto, unabilit, un valore morale o estetico; pu essere, in genere, qualsiasi cosa comunemente imparata e trasmessa ad altri come unit dinformazione. Per capire meglio questo concetto facciamo qualche esempio pratico di unit dinformazione che possano essere definite memi: Una tecnica utile un meme (ad esempio, luso della ruota nelle sue mille applicazioni, o la tecnica di costruzione di una volta in pietra). Unidea che ci aiuta ad affrontare un problema insolubile un meme (ad esempio, unidea dellaldil come il paradiso e linferno). Ma anche un poema epico, unidea politica, una religione, una leggenda, un mito, un proverbio, uno slogan pubblicitario, un film celebre, un brano dopera, e, naturalmente, la tecnologia, sono tutti esempi di memi.

I memi si diffondono da un uomo allaltro per trasmissione culturale o per semplice imitazione e, a volte, la loro velocit di propagazione talmente elevata da poter essere paragonata a quella di un virus. Pi un meme si adatter allambiente, pi si diffonder velocemente, e pi tenacemente sopravvivr. I memi pi vantaggiosi saranno destinati a soppiantare quelli meno vantaggiosi. Proprio come accade ai geni. Infatti, come per i geni, le idee che si trasmettono da una generazione alla successiva possono aumentare o diminuire le possibilit di sopravvivenza degli individui che le ricevono e che, a loro volta le trasmetteranno ai loro figli. Ad esempio, quel popolo che avr sviluppato armi di difesa pi potenti, tecniche di coltivazione e allevamento pi efficaci, o un sistema di governo pi solido avr pi probabilit di prosperare e svilupparsi sugli altri. Non solo, col passare del tempo anche gli altri popoli tenderanno ad adottare le stesse unit culturali. Cos i memi si diffonderanno e sopravvivranno guidando con la propria presenza o assenza il futuro di molte culture. Quando parlo di cultura a proposito dei memi per, uso questo termine in senso molto lato: spesso accade che un popolo si accorga che pi conveniente, in termini di sopravvivenza, rimanere nellignoranza: in questo caso, ahim assai frequente, lignoranza diventer un meme. Sia i geni che i memi hanno ovviamente la caratteristica di poter sopravvivere molto pi a lungo del singolo organismo che li reca in s. Un gene vantaggioso (ad esempio un gene che protegge da una data malattia) pu rimanere inalterato nel corredo genetico per centinaia di migliaia di anni. Un meme vantaggioso (come pu essere una idea politica di successo o una grande religione) pu propagarsi da un individuo ad un altro per tempi molto lunghi dopo la sua comparsa. Secondo Dawkins, al pari del gene, il meme non persegue alcuno scopo prefisso e non ha nessun progetto a lungo termine. Semplicemente un replicatore di s stesso: vuole sopravvivere il pi a lungo possibile, e potr farlo in un solo modo, replicandosi, appunto. In realt, i memi qualche differenza rispetto ai geni ce lhanno: il successo di un meme legato a fattori pi sottili, come gli effetti della moda, della pressione del gruppo, la capacit di resistere alle obiezioni o di persuadere il prossimo. Tuttavia, secondo Dawkins, anche nel caso dei memi, gli uomini spesso sarebbero nullaltro che passivi contenitori destinati a garantire la sopravvivenza di queste piccole ed invadenti unit dinformazione comportamentale.

Da molti anni Richard Dawkins uno dei pi prestigiosi rappresentanti internazionali del pensiero materialista e riduzionista. La sua teoria del gene egoista prevede un universo che si muove senza alcuna direzione, n criterio n senso. Ed legittimo dissentire. Ma quando, con i memi, egli estende questa idea anche al mondo dei comportamenti umani e della cultura, per quanto ci possa sembrare provocatorio, non si pu negare che qualche solida ragione ce labbia: la maggior parte delle idee che costituiscono la cultura di un popolo sono funzionali ad un vantaggio immediato, la progettualit a lungo termine assai rara e si applica a pochi capolavori della mente umana, noti in genere solo ad unelite intellettuale. In genere unidea resiste nel tempo se la sua convenienza si rinnova di giorno in giorno. Chi si propone con idee che potranno avvantaggiare le generazioni future, ma non portano un vantaggio nel presente, si sa, destinato ad avere poco successo. Insomma, i memi non sono soltanto degli egoisti invadenti, ma sono anche molto miopi! Quello di cui Dawkins non tiene debito conto che vi sono grandi valori che, nati in un certo momento della storia, vengono dimenticati o addirittura avversati, per tempi anche lunghissimi. Queste idee, che potremmo chiamare le parole perdute, sono a volte gelosamente custodite da ristretti gruppi di uomini saggi, spesso anchessi avversati, come le loro idee, che si danno il compito di tramandarle alle generazioni successive. Ma facciamo qualche esempio. Una parola perduta stato il patrimonio culturale dellantichit classica che ha attraversato i tempi, bui e lunghissimi, del medioevo, perch custodito da pochi saggi, chiusi nei conventi europei. Altre parole perdute sono i dialoghi intellettuali e spirituali tra civilt diverse fra loro, conservati anche mentre imperversano sanguinose guerre ideologiche o di religione che sembrano compromettere per sempre ogni contatto tra loro. Si tratta di idee che non hanno nessuna apparente convenienza, se giudicate con i parametri convenzionali e che, anzi, possono sembrare francamente dannose, ma che possono avere un valore immenso se proiettate molto in l nel futuro della societ, oppure se sono viste nellottica di un percorso individuale, sia esso culturale, spirituale o filosofico, non remunerativo nellaccezione corrente del termine. Insomma, la parola perduta sfugge alla logica egoista e utilitaristica dei memi, e ha la vista assai pi lunga rispetto ad essi. Le molte parole perdute che la mente umana ha generato in ogni tempo sono

un patrimonio dimmenso valore e la loro sopravvivenza si deve solo ai suoi pochi illuminati e coraggiosi custodi.

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