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Associazione Medici per l'Ambiente ISDE Italia –

Risoluzione ISDE Italia sull'incenerimento dei rifiuti


ISDE Italia (www.isde.it) - affiliato a International Society of Doctors for the
Environment

INCENERIMENTO DEI RIFIUTI


L’Associazione dei Medici Per l'Ambiente (ISDE Italia) è fortemente preoccupata in merito all’
incremento dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU) tramite incenerimento, che si sta
proponendo nel nostro paese, sia con la costruzione di nuovi impianti, sia con l’ ampliamento di quelli
esistenti.

Lo smaltimento dei rifiuti esige, innanzi tutto, una seria politica delle “R” come

Razionalizzazione,
Riprogettazione,
Riduzione della produzione,
Raccolta differenziata,
Riciclaggio,
Riuso,
Riparazione,
Recupero,
Responsabilità (della comunità, del mondo politico, del
mondo industriale)

Solo dopo aver attuato tutti i punti precedenti, si potrà eventualmente valutare correttamente la
migliore tecnica impiantistica per lo smaltimento della frazione residua scelta tra i sistemi che
garantiscono meglio salute umana ed ambiente (pensare al trattamento con recupero energetico
dell’'esigua frazione residua). Solo con questa politica, oltre a ridurre i costi economici, si possono
ottenere impatti ambientali e sanitari inferiori a quelli prodotti dagli inceneritori e dalle discariche.

L' incenerimento degli RSU è, fra tutte le tecnologie, la meno rispettosa dell' ambiente e
della salute. E’ inevitabile la produzione di ceneri (che rappresentano circa 1/3 in peso dei rifiuti in
ingresso e devono essere smaltite in discariche speciali) e l'immissione sistematica e continua
nell’atmosfera per ogni inceneritore (di milioni di metri cubi al giorno) di fumi inquinanti contenenti
polveri grossolane (PM10) e fini (PM2.5 , ovvero con diametri inferiori a 2.5 micron) costituite da
nanoparticelle di sostanze chimiche (metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene,
diossine e furani, ecc.) estremamente pericolose, perché persistenti ed accumulabili negli organismi
viventi.
Senza contare del contributo all’effetto serra.

La combustione trasforma infatti anche i rifiuti relativamente innocui quali imballaggi e scarti di cibo in
composti tossici e pericolosi sotto forma di emissioni gassose, polveri fini, ceneri volatili e ceneri
residue che richiedono costosi sistemi per la neutralizzazione e lo stoccaggio.

Per noi, Medici per l’Ambiente, è prioritario pensare agli effetti sugli esseri umani più fragili, perché già
malati, o più suscettibili come bambini, donne in gravidanza, anziani. Il rischio non è solo riferibile
ad una maggiore incidenza di tumori (già segnalata), ma anche ad altre problematiche
quali: incremento dei ricoveri e della mortalità per cause respiratorie e cardiocircolatorie,
alterazioni endocrine, immunitarie e neurologiche.
Si ribadisce che in problematiche così importanti e complesse devono sempre essere privilegiate le
scelte che si ispirano al principio di “precauzione”, alla tutela e salvaguardia dell'ambiente, consci
che la nostra salute e quella delle future generazioni è ad esso indissolubilmente legata (come le
drammatiche esperienze su amianto, benzene, piombo e polveri fini dovrebbero averci insegnato).

L’Associazione Medici per l’Ambiente chiede che:


1) Venga istituita immediatamente una moratoria sui progetti di termodistruzione (o
termovalorizzazione) in corso;
2) Venga incentivata economicamente la politica delle “R”;
3) A cura delle Autorità competenti, vi sia una efficiente ed efficace azione di verifica e controllo, in
continuo, dei possibili inquinanti (al camino, aria, terra e falde acquifere) per gli impianti già in funzione
e che questi controlli siano simultaneamente affiancate da rigorosi monitoraggi sanitari delle
popolazioni già potenzialmente esposte;
4) Siano istituzionalizzati i Garanti delle popolazioni che dovranno conoscere in tempo reale i risultati
delle campagne ambientali, sanitarie e l’andamento delle misurazioni di tutte le possibili emissioni
causate dal sistema di smaltimento operante, al fine di proporre tempestive soluzioni.

TUTTI GLI ESSERI UMANI SONO RESPONSABILI DELL’ AMBIENTE, I MEDICI LO SONO DUE
VOLTE!

Membri del Gruppo di lavoro ISDE Italia sui rifiuti:


Balestreri Federico (Cremona); Bragheri Romano (Pavia); Cristofolini Antonio (Trento); Diaferia Giorgio
(Torino); Fabbri Fabrizio (Roma); Galli Simone (Firenze); Garetti Gianluca (Firenze); Gennaro Valerio
(Genova); Gentilini Patrizia (Forlì); Guerra Manrico (Parma ); Laghi Ferdinando (Cosenza); Mocci Mauro
(Civitavecchia); Rivezzi Gaetano (Caserta); Romizi Roberto (Arezzo); Tomatis Lorenzo (Trieste)

I DANNI ALLA SALUTE (IN BREVE)


[Tratto da un comunicato stampa del CNIID, 21-23 gennaio 2003]

Le sostanze tossiche emesse da un inceneritore determinano:


 aumento del 31,4% del sarcoma dei tessuti molli nel raggio di 2 Km dall’inceneritore (studio Comba
Istituto Nazionale della Salute, Italia);
 aumento del 37% del cancro al fegato e fino al 5% del cancro al colonretto nel raggio di oltre 1Km
dall’inceneritore (studio Elliot P., London School of Higiene and Tropical Medicine , 2000 U.K );
 aumento del doppio del cancro infantile nel raggio di 5Km (studio Knox Int.Epidemeology, 2000, U.K);
 Il cancro alla mammella aumenta nelle donne che vivono in prossimità dell’inceneritore (Saintot,
Eur J Cancer Prev 2004);
 Esiste inoltre una relazione diretta tra le emissioni dell’inceneritore e la comparsa di mutazioni e
malformazioni (studio Ferriera e al. ,Università di Saò Paolo, 2000);
 “Gli inceneritori di immondizia sono i maggiori responsabili dell’emissione di diossina” (O.M.S.
Giugno 1999);
 Lo IARC, agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha riconosciuto la diossina 2,3,7,8 TCDD
come una sostanza cancerogena per l'uomo. Le altre diossine inducono effetti diversi sull'uomo a
seconda del livello di concentrazione e dell'esposizione a breve o a lungo termine a cui è sottoposto
l'organismo;
 Biomarcatori di una esposizione tossica – tioeteri – sono stati trovati elevati nelle urine di bambini
residenti vicino inceneritori di recente costruzione; Ardevol et al. (1999);
 I livelli di diossine nel sangue sono aumentati del 10-25% nei primi due anni di attività di un nuovo
inceneritore; Gonzalez et al. (2000);
 I livelli ematici di PCB nei bambini residenti vicino un impianto tedesco per rifiuti pericolosi sono stati
trovati elevati; Holdke et al. (1998);
 Il livello di mercurio nei capelli di abitanti vicino ad inceneritori è aumentato del 44-56% in dieci anni;
Kurttio et al. (1998);
 Elevati livelli ematici di diossine sono stati trovati in communità vicino ad impianti in tre studi, rispetto
a cinque studi condotti; Miyata (1998), Deml et al. (1996); Van den Hazel and Frankort (1996); Startin
et al. (1994);
 Il CNIID, Centro nazionale indipendente di informazione sui rifiuti, rivela l'esistenza di uno
studio epidemiologico ufficiale che dimostra come gli inceneritori di rifiuti urbani provochino
la nascita di bambini malformati.
Gli autori dello studio, "Risques de malformations congénitales autour des incinérateurs
d'ordures ménagères, Inserm, Institut européen des génomutations, Afssaps" realizzato
nella regione Rhone Alpes (che ha come centri principali Lione, Nimes e Montepellier) e non
ancora
pubblicato, concludono che "globalmente rischi significativi per le popolazioni sono
osservati per due tipi di malformazioni: le anomalie cromosomiche e le altre malformazioni
maggiori". Inoltre essi hanno constatato "un rischio significativo per le fessure orali, le displasie
renali, i megacolon e le anomalie urinarie". Nel periodo considerato dallo studio gli inceneritori
hanno quindi provocato la nascita di un gran numero di bambini malformati.
Questa una sintesi dei risultati dello studio rispetto alle malformazioni rilevate nei bambini della
regione Rhone Alpe:
- anomalie cromosomiche + 20% rispetto alla media nazionale
- malformazioni della bocca + 29%
- malformazione dell'intestino + 44%
- malformazioni dei reni + 51%
[Parigi, 21 gennaio 2003]

Secondo il direttore del CNIID gli inceneritori saranno "l'amianto del XXI secolo" anche perché lo
studio conferma altre prove scientifiche che hanno posto sotto accusa gli inceneritori di rifiuti come
quelle riportate dall'"American Journal of Epidemiology" del 26 giugno 2000 sull'aumento dei tumori
rilevati nei tre cantoni di Doubs, vicini all'inceneritore di Besancon (Franca Contea, regione ai confini
con la Svizzera).

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