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Aristotele, figlio del medico del re di Macedonia, divenne leducatore di Alessandro Magno. Ebbe a disposizione mezzi di stud io eccezionali e pot dedicarsi allo studio e alla ricerca. Fond una scuola, chiamata Liceo perch era dedicata ad Apollo Licio. Alla morte di Alessandro tutti i sostenitori dei macedoni furono visti con sospetto; per non essere accusato, si ritir a Calcide nellEubea, dove mor a 63 anni.
Critiche a Platone
La critica principale di Aristotele a Platone riguarda l'esistenza delle Idee in un mondo al di l di quello in cui viviamo. Se le idee sono l'essenza delle cose, ossia ci che le distingue e le caratterizza, esse non possono essere esterne alle cose, n possono essere collocate in un mondo ultraterreno: le essenze vivono in mezzo a noi, nelle cose. Consideriamo, ad esempio, la cavallinit. L'idea di cavallo non unessenza avente realt di per s, non indipendente dai singoli cavalli, non esiste al di fuori dei cavalli o, addirittura, prima di essi. Inoltre impensabile che i cavalli siano unimitazione della cavallinit. Inoltre lesperienza ci dice che la causa delle cose non lidea: un individuo prodotto da un altro individuo, non da unidea.
Critiche a Parmenide
Secondo Aristotele il concetto di essere non unico, come affermava Parmenide: lessere si dice in molti modi. Lessere parmenideo non pu essere la realt perch nella realt esistono enti diversi. Quindi lessere pu realizzarsi nella molteplicit in mod i diversi, in quanto non unico, ma ha un carattere unitario, ossia esprime il carattere comune di tutto ci che .
LA METAFISICA
Il termine non deriva da Aristotele, ma fu usato dai posteri (Andronico di Rodi). Aristotele indicava col termine di filosofia primaquella parte della filosofia che studia la vera essenza delle cose. Per Aristotele la realt vera lente concreto, lindividuo, ossia ci che presenta una intrinseca unit, ci che non pu essere diviso senza perdere le sue caratteristiche. E individuo luomo, la pianta, non la pietra o la sabbia. Ogni ente o individuo (sinolo) costituito indissolubilmente da due elementi: la materia e la forma. La materia lelemento passivo di un ente, che comprende i caratteri individuali e distingue un ente da un altro ente della stessa specie. Ad es. il corpo ci fa distinguere un uomo da un altro uomo; il petalo ci fa distinguere un fiore da un altro. La materia lelemento non ancora formato, che pronto a ricevere una determinata forma. Essa corrisponde alla materia -madre di Platone. La forma lelemento attivo di un ente, che comprende i caratteri universali, che caratterizzano tutti gli individui di una specie e distingue enti di diversa specie. Essa lessenza dellente, principio di vita. La forma di un uomo la razionalit, che distingue luomo dallanimale. La forma rende lindividuo appartenente ad una determinata specie. In base alla forma diciamo che un essere uomo, animale o pianta. Poich la materia pu ricevere la forma, essa possibilit, ossia potenza (possibilit di attuare la forma). Poich la forma attuazione di tale possibilit, la forma detta atto.
Il divenire
Il divenire reale, non pu essere liquidato come non-essere: il divenire permette lo sviluppo dellindividuo. Esso definito da Aristotele come un passaggio dalla potenza allatto, ossia il passaggio da un modo di essere a un altro modo di essere. Vi sono quattro specie di divenire: 1)sostanziale: nascita e morte; 2)quantitativo: crescita e diminuzione; 3)qualitativo: mutamento; 4)spaziale: movimento.
Il divenire prodotto da quattro cause: 1)causa efficiente, ossia ci che determina il divenire (ad es. lo scultore rappresenta la causa efficiente della statua); 2)causa materiale, ossia la materia che diviene (ad es. il marmo che diventa statua); 3)causa formale, ossia la forma assunta dalla materia (la forma definitiva della statua); 4)causa finale, ossia il fine a cui tende il divenire (ci che lo scultore si prefigge di ottenere realizzando la statua). Negli oggetti prodotti dalluomo le quattro cause restano distinte; negli elementi naturali e nel divenire fisico tre cause (efficiente, formale e finale) coincidono.
LA LOGICA
La logica studia i princpi fondamentali del sapere e le norme che rendono valido e corretto un ragionamento. I princpi fondamentali della logica sono princpi comuni a tutte le discipline: sono universali e valgono per ogni realt. Essi sono: 1)Principio di identit: ogni ente uguale a se stesso, ossia Lessere , A = A. 2)Principio di non-contraddizione: ogni ente diverso dal suo contrario; impossibile che A sia e non sia; A non non-A; un essere che non pu non essere. 3)Principio del terzo escluso: Poich una cosa o non , due sole sono le possibilit; una terza esclusa. Perci un ente o uguale a se stesso oppure diverso da se stesso; A uguale a B oppure diverso da B; non vi sono altre possibilit: A B oppure non-B. Questi sono i princpi comuni di tutte le scienze, ma non spiegano la causa o il fondamento di nessuna verit e perci non bastano: occorre spiegare i procedimenti che devono essere seguiti nella ricerca.