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08/09/13

Newsletter San Paolo Bari

Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15). Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).

Disegno di Sergio Toppi

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non pu essere mio discepolo. Voler essere discepoli del Cristo significa avere scelto e deciso di seguirlo, significa avere scelto Cristo come unico punto di riferimento della e nella nostra vita. Lo seguiamo perch lo amiamo e perch abbiamo fondato su di lui, e solo su di lui, il nostro progetto di vita. Vivremo, nonostante tutto, infedelt ed errori quotidiani, ma non saranno questi a troncare la nostra sequela se sapremo accettarli e viverli come limite e quindi come parte della croce che ogni giorno ci chiesto di portare. Una croce fatta di grandi e piccole sofferenze e miserie, ma proprio ladesione alla nostra croce la via per divenire e rimanere suoi discepoli. La Chiesa, oggi e sempre, costruita da chi ha il coraggio di affidarsi soltanto a Dio e seguire Ges con totale abbandono e senza nessun compromesso.

+ Dal vangelo secondo Luca (Lc 14,25-33)


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Newsletter San Paolo Bari

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non pu essere mio discepolo. In quel tempo, una folla numerosa andava con Ges. Egli si volt e disse loro: Se uno viene a me e non mi ama pi di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non pu essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non pu essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se pu affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre laltro ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Cos chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non pu essere mio discepolo.

Di pi Provo ad immaginarmi la scena. Ges, la folla, i discepoli. Le parole esigenti del Rabb mettono a nudo, scavano nel cuore un solco profondo nel quale ciascuno dei discepoli pu provare a leggere la sua verit. Chi sto seguendo? Quali sono le parole che nutrono la mia vita? Quali sono i criteri in base ai quali scelgo, rinuncio, dico dei s oppure dei no? Quali sono i miei sogni? Le parole di Ges sono per la folla, non solo per alcuni. Le condizioni per essere discepoli che troviamo in questa pagina di Luca sono per tutti. Non solo roba da preti, frati o suore... Per tutti Ges lancia un invito, una possibilit. Gi diverse volte siamo passati da questa proposta che il Signore lancia a coloro che intrecciano il suo cammino. In queste righe, per, si tocca quello che gli studiosi chiamano il radicalismo di Luca. Tutta la forza paradossale delle parole di Ges conservata in questi versetti. Il verbo greco che traduciamo con "odiare" non vuole contraddire il comandamento dell'amore verso i propri genitori, i famigliari e nemmeno proporre una forma di masochismo nell'odiare la propria vita. Ges fa una proposta forte, radicale, che lascia senza fiato: l'esigenza di un amore che supera quello dei legami famigliare e affettivi. Al discepolo chiesto un "di pi". Allora mi viene spontaneo chiedermi dove si vede, nella nostra vita di cristiani, questo "di pi". Amo mio marito o mia moglie con questo "di pi", ributtandomi con fiducia nella volont di Dio anche nei momenti di incomprensione e di fatica? Amo mio figlio non legandolo a me, ai miei progetti o desideri e sono pronto a metterlo nelle mani di Dio, al "di pi" promesso da Ges? Amo la mia comunit senza legarla a me, ai miei gusti, ai miei pallini, senza creare partiti e divisioni, senza escludere nessuno, accetto che il "di pi" del Vangelo mi chieda di cercare il mare aperto e di smetterla di stare a sgambettare a riva? Forse proprio questo portare la croce. Non solo sopportare una malattia o un evento imprevisto e doloroso, non solo gestire con fede una situazione inaspettata che arriva tra capo e collo. La croce non solo ci che accade senza preavviso, ma la conseguenza di una libera scelta che il discepolo compie in nome del Vangelo e che lo espone alla fatica, alla derisione, all'incomprensione. La croce la porto perch l'ho scelta e sapevo bene quello che stavo per fare. Come Ges. Come il mio Signore.

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Come il mio Signore. Buona Settimana don Roberto Seregni

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Padre, mi hai creato signore dell'universo, hai affidato alle mie mani la cura del creato nobilitando il lavoro. Non permettere che io mi svilisca rendendomi schiavo delle cose o dell'ambizione di apparire. Trasforma il mio fare in un servizio di carit.

Domande Si siede prima a calcolare la spesa. La vita pi che costruire una torre. Eppure per una costruzione si vede logico fare progetti, calcoli, preventivi di spesa per verificare i mezzi necessari al compimento dell'opera, per vivere non si pensa davvero a fare calcoli, progetti, preventivi di spesa... Ges ci invita a sederci, a valutare tutto ci che siamo, a scegliere come, dove, perch agire... perch la vita sia vissuta in pienezza, sia "compiuta". Vogliamo una volta tanto dedicare del tempo a esaminare le nostre possibilit? Altrimenti rischiamo di vivere nel campo dove nascosto il tesoro, senza saperlo e soprattutto senza trovarlo!

La grazia speciale dell'Istituto Regina Apostolorum quella di dare lo spirito di apostolato vocazionario. Bisogna essere molto intime con Dio e con Maria per stimare la vocazione vostra (Don Alberione alla Apostoline, aprile-agosto 1958).

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Disegno di Sergio Toppi

...Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volont! E un forte e pressante invito che rivolgo allintera Chiesa Cattolica, ma che estendo a tutti i cristiani di altre Confessioni, agli uomini e donne di ogni Religione e anche a quei fratelli e sorelle che non credono: la pace un bene che supera ogni barriera, perch un bene di tutta lumanit. Il grido della pace si levi alto perch giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dallanelito di pace. Mai pi la guerra! Mai pi la guerra! La pace un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato. Per questo, fratelli e sorelle, ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Nativit di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno pi opportuno, i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volont. Angelus della domenica 1 settembre 2013

Quando le cose si impadroniscono di noi, diventiamo molto poveri. Dobbiamo liberarci dalle cose per essere pieni di Dio. Madre Teresa di Calcutta

La vita il dono che Dio vi ha fatto. Il modo in cui la vivete il dono che voi fate a Dio. L. Buscaglia

Un uomo viaggiava, portando sulle spalle tante croci pesantissime. Era ansante, trafelato, oppresso e, passando un giorno davanti ad un crocifisso, se ne lament con il signore cos: "Ah, signore, io ho imparato nel catechismo che tu ci hai creato per conoscerti, amarti e servirti... Ma invece mi sembra di essere stato creato soltanto per portare le croci! Me ne hai date tante e cos pesanti che io non ho pi forza per portarle...". Il Signore per gli disse: "vieni qui, figlio mio, posa queste croci per terra ed esaminiamole un poco... Ecco, questa la croce pi grossa e la pi pesante; guarda cosa c' scritto sopra...". Quell'uomo guard e lesse questa parola: sensualit. "Lo vedi?", disse il Signore, "questa croce non te l'ho data io, ma te la sei fabbricata da solo. Hai avuto troppa smania di godere, sei andato in cerca di piaceri, di golosit, di divertimenti... E di conseguenza hai avuto malattie, povert, rimorsi".
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"Purtroppo vero, soggiunse l'uomo, questa croce l'ho fabbricata io! E' giusto che io la porti!". Sollev da terra quella croce e se la pose di nuovo sulle spalle. Il Signore continu: "Guarda quest' altra croce. C' scritto sopra: ambizione. Anche questa l'hai fabbricata tu, non te l'ho data io. Hai avuto troppo desiderio di salire in alto, di occupare i primi posti, di stare al di sopra degli altri... E di conseguenza hai avuto odio, persecuzione, calunnie, disinganni". "E' vero, vero! Anche questa croce l'ho fabbricata io! E' giusto che io la porti!". Sollev da terra quella seconda croce e se la mise sulle spalle. Il Signore addit altre croci, e disse: "Leggi. Su questa scritto gelosia, su quell'altra: avarizia, su quest'altra...". "Ho capito, ho capito Signore, troppo giusto quello che tu dici...". E prima che il Signore avesse finito di parlare, il povero uomo aveva raccolto da terra tutte le sue croci e se le era poste sulle spalle. Per ultima era rimasta per terra una crocetta piccola piccola e quando l'uomo la sollev per porsela sulle spalle, esclam: "Oh! Come piccola questa! E pesa poco!". Guard quello che c'era scritto sopra e lesse queste parole: "La croce di Ges". Vivamente commosso, sollev lo sguardo verso il Signore ed esclam: "Quanto sei buono!". Poi baci quella croce con grande affetto. E il Signore gli disse: "Vedi, figlio mio, questa piccola croce te l'ho data io, ma te l'ho data con amore di padre; te l'ho data perch voglio farti acquistare merito con la pazienza; te l'ho data perch tu possa somigliare a me e starmi vicino per giungere al cielo, perch io l'ho detto: 'Chi vuole venire dietro a me prenda la sua croce ogni giorno e mi segua...', ma ho detto anche: 'il mio giogo soave e il mio peso legger". L'uomo delle croci riprese silenzioso il cammino della vita; fece ogni sforzo per correggersi dei suoi vizi e si diede con ogni premura a conoscere, amare e servire Dio. Le croci pi grosse e pi pesanti caddero, una dopo l'altra dalle sue spalle e gli rimase soltanto quella di Ges. Questa se la tenne stretta al cuore fino all'ultimo giorno della sua vita, e quando arriv al termine del viaggio, quella croce gli serv da chiave per aprire la porta del paradiso. Giovanni Francile

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