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Economia Politica 101 Stelle

Fondamenti di economia politica per capire le reali cause della crisi Italiana e dell'Unione Monetaria Europea Possibili soluzioni per salvare vite, benessere, diritti e democrazia in Italia ed Europa Staff Economia 5 Stelle
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Fermati e ascolta...

Non sottovalutate il problema della crisi finanziaria attuale. Questa crisi non una questione di ordinaria politica. Questa crisi un prodigioso strumento di lotta di classe e redistribuzione del reddito fra classi lavoratrici e classi dominanti in Europa. Se lasciamo fare, perderemo democrazia, sicurezza sociale, beni comuni e ogni altra conquista sociale Le classi dominanti europee usano giornali, televisioni ed economisti autorevoli per darci sempre ununica versione dei fatti. Il loro intento convincerci che il nostro unico dovere obbedire e pagare, non importa se la disoccupazione cresce, se i servizi si riducono, se la previdenza sociale e la stessa democrazia scompaiono Non possiamo sperare che sia la classe politica attuale ad arrestare questo lento declino. Per convinzione, ignoranza o per mero interesse, i politici sono alleati delloligarchia finanziaria. Discorso analogo per quasi tutte le forze sindacali Gli intellettuali europei, specie quelli delle cosiddette sinistre alternative, hanno coperto e incentivato questo stato di cose e sono altrettanto colpevoli Solo una grande opposizione popolare e una capillare e minuziosa divulgazione informativa potr salvarci. Ma per costruirla ci vuole il contributo di tutti

Fermati e ascolta (2)...

Vi invito caldamente a NON fidarvi di quanto esposto qui. Citeremo dati e fonti. Verificatele tutte. Possiam sempre sbagliarci Il punto di vista economico di chi scrive keynesiano. Rifiutiamo la teoria neoclassica e monetarista che alla base dei costrutti economici e politici errati che andremo a descrivere e che hanno portato alla creazione dell'Unione Monetaria Europea (UME). Sosteniamo il diritto al lavoro garantito, la crescita sostenibile, la green economy e il progresso tecnologico. Apprezziamo parte della visione di Marx, cui va riconosciuta una notevole capacit predittiva sulla crisi attuale e sulle conseguenze della deregolamentazione del movimento dei capitali Siamo europeisti convinti e crediamo nella pace e collaborazione tra popoli. Rifiutiamo l'idea di una pace basata sulla sofferenza, sull'ignoranza o sull'oppressione di altri popoli Quanto esposto non ha alcuna parentela con teorie del complotto. Lobby e organizzazioni sovranazionali sono una realt accertata , ma per il bene del dibattito e della divulgazione vi sconsiglio di fidarvi di chi menziona con troppa disinvoltura Club Bilderberg, Trilaterale, Massoneria, Illuminati, signoraggio, etc.

Leggi, Documentati, Divulga, Arrabbiati

La credibilit della vostra divulgazione deriva dalla calma, dalla padronanza dei contenuti e dalla citazione di fonti attendibili. Un titolo universitario o una pubblicazione valgono poco, se servono solo a rendere autorevoli menzogne e luoghi comuni fasulli anche troppo diffusi Ricordate che, al bar come in parlamento, siete responsabili delle persone cui divulgate il vostro parere. Disinformare, specie su questioni essenziali come la politica economica e la disoccupazione, equiparabile a un crimine In tutta Europa, ma soprattutto in Italia e Germania, il dibattito influenzato da una capillare disinformazione da parte di media e politica. Tenete presente che una persona che non sa o non capisce non necessariamente in malafede. Spiegate con calma, argomentare pazientemente il modo migliore per ottenere fiducia. Se arrivate all'insulto, avete perso su tutta la linea L'economia mondiale un sistema in continua evoluzione. Leggete continuamente, curiosate, approfondite, confrontate pi fonti. Queste slides non sono sufficienti Dopo e solo dopo, se tutto fallisce, potete permettervi di arrabbiarvi :)

Fonti e Letture
Siti web e blogosfera Testi divulgativi

Alberto Bagnai - Goofynomics Orizzonte 48 Marino Badiale - Il-main-stream Carmen Gallus - Voci dall'estero Voci dalla Germania Quadrante futuro Tempesta perfetta Sergio Cesaratto Emiliano Brancaccio Claudio Borghi Gennaro Zezza Gustavo Piga Paul Krugman Modern Money Theory (ITA/INGL/EPIC) Keynesblog Centro nuovo modello sviluppo

S.Cesaratto, M.Pivetti Oltre l'austerit (Micromega) A.Bagnai Il tramonto dell'euro (Imprimatur) A.Bagnai Modelli empirici di aggiustamento e crescita (Aracne) M. Badiale - F. Tringali - La trappola dell'euro (Asterios) L.Napoleoni Democrazia Vendesi (Rizzoli) G.Grossi Il Tallone d'Achille (libro online http://tallonedachille.blogspot.it/ ) E.Brancaccio L'Austerit di destra (Il Saggiatore)

Fonti e Letture (2)

Basi dati statistici:

AMECO ( http://ec.europa.eu/economy_finance/ameco/user/serie/SelectSerie.cfm ) Banca Mondiale ( http://data.worldbank.org/data-catalog/world-development-indicators ) Eurostat ( http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home) Fondo monetario internazionale - WEO ( http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2012/01/weodata/download.aspx ) Istat ( http://www.istat.it ) OCSE ( http://stats.oecd.org/Index.aspx )

Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea - TFUE ( https://www.ecb.int/ecb/legal/1341/1342/html/index.it.html )

Fonti e Letture (3)

Non si possiede n si rivendica la propriet intellettuale di nessuno dei lavori, dei paper, delle slide, dei dati n dei grafici qui citati La posizione politico - economica qui manifestata NON quella ufficiale del Movimento 5 Stelle - beppegrillo.it, rispecchia per il pensiero di una parte dei suoi attivisti che studiano approfonditamente e divulgano la materia Ove stato possibile stata citata la fonte, inclusa citazione dell'autore dell'elaborazione dei dati originali La citazione di una fonte NON comporta necessariamente l'appoggio dello staff del gruppo a ogni posizione economica o politica dell'autore stesso e viceversa Eventuali refusi o mancanze su dati, concetti e fonti segnalati sul gruppo Economia 5 Stelle (https://www.facebook.com/groups/341357459231627/) saranno prontamente corretti e il materiale eventualmente coperto da diritti d'autore sar rimosso Lavoro distribuito sotto licenza Creative Commons To the extent possible under law, Staff Economia 5 Stelle has waived all copyright and related or neighboring rights to Economia Politica 101 Stelle. This work is published from: Italia.

Indietro nel tempo...

1944: Bretton Woods. Gli USA impongono un sistema monetario a cambi fissi basato sul dollaro, convertibile in oro (gold standard). Il dollaro diventa valuta di riserva mondiale. I paesi mondiali dovevano mantenere fisso il cambio della loro valuta col dollaro. Creazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI), per aiutare gli stati in difficolt con i pagamenti 1960: il dilemma di Triffin. Gli USA stampano moneta solo per s stessi (ma allora il mondo in crisi del secondo dopoguerra non avr di che comprare i loro prodotti) oppure stampano per tutti per favorire la ripresa mondiale e le loro esportazioni (e allora rinunciano alla convertibilit in oro)? 1961: Mundell (uno dei padri dell'euro) pubblica la teoria delle Aree Valutarie Ottimali (AVO) che gli varr il Nobel. Un'AVO deve avere perfetta flessibilit di prezzi e salari e perfetta mobilit di capitali e fattori produttivi. Altrimenti in caso di crisi destinata a crollare. In pratica, in un'unione monetaria di paesi diversi in cui sopraggiunga una di crisi, o i paesi in difficolt accettano deflazione salariale e/o emigrazione, o l'unione crolla. Vi ricorda qualcosa? 1971: Nixon shock. Si avvera la previsione di Triffin. Nixon abolisce il gold standard, tutte le monete mondiali si sganciano dal dollaro e il loro cambio comincia a fluttuare (situazione attuale). Fu il ragnarok valutario? Mhhhh...No!

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1973: primo shock petrolifero. La guerra in Yom Kippur fa quadruplicare il prezzo del greggio e provoca recessione e inflazione a due cifre in tutto il mondo. Inizia l'austerit energetica. Nel 1976 la lira per difendersi svaluta del 50% e l'Italia torna a crescere 1979: l'Italia entra nel Sistema Monetario Europeo (SME). Ovvero una piccola Bretton Woods. Gli stati europei membri si impegnavano a mantener fisso il cambio rispetto all'ECU (European Currency Unit). L'ECU era un'unit di conto il cui valore era dato dalla media dei cambi valutari dei paesi membri. NON viene previsto alcun ente per aiutare i paesi in difficolt. Rivoluzione iraniana e secondo shock petrolifero. Il prezzo del greggio triplica, con le stesse conseguenze recessive e inflazionistiche del '73. Eh s, la superiflazione non era dovuta alla nostra stampa difensiva di moneta... 1981: divorzio tesoro-Banca d'Italia. Il governo Andreatta, per bloccare l'inflazione, cancella l'obbligo per la banca centrale di acquistare titoli di stato italiani. Viene abolito il vincolo di portafoglio (obbligo per le banche italiane di detenere una quota minima di titoli di stato italiani), il che rende oggi lo stato ricattabile dalle banche stesse (o fai xxx o noi vendiamo i tuoi titoli. E salutaci lo spread...). L'inflazione cala, ma solo perch il prezzo del petrolio cala del 75%... In compenso esplodono tassi di interesse, spesa pubblica per interessi, debito pubblico e disoccupazione

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1987: entrata nello SME credibile. Nello SME erano previsti periodici aggiustamenti dei cambi valutari, che dovevan fluttuare intorno alla media (serpentone monetario), ora non pi possibile. Di fatto come un'unione monetaria completa. L'elevata inflazione italiana inizia a logorare la competitivit dei nostri prodotti rispetto al centro europa. N SME credibile n divorzio furono decisioni prese dal parlamento n dal consiglio dei ministri. NESSUNA legittimazione democratica! 1992: la lira esce dallo SME. Il governo Amato, dopo aver abolito le ultime vestigia di indicizzazione dei salari (la scala mobile, gi pensionata da Craxi nell'85), costretto a svalutare la lira del 20% (dall'insostenibilit di un cambio fisso sopravvalutato rispetto ai fondamentali economici italiani e non certo dalla speculazione di Soros n da mistiche svalutazioni competitive...). L'inflazione cala di 1 punto, la crescita del PIL sul 3% 1992: viene emanata la legge numero 35/1992 (Legge Carli - Amato) per la privatizzazione di istituti di credito ed enti pubblici. Essi vengono trasformati in S.p.a. (Societ per azioni). In altre lingue, pi trasparenti, vengono chiamate societ anonime, ad indicare chiaramente la non responsabilit e la non visibilit delle persone coinvolte

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Gli enti pubblici di erogazione dei servizi pubblici trasformati in aziende (S.p.a.), in nome della indimostrata ma scontata superiore efficienza dei privati, diventano invisibili alla Corte dei Conti, sottratti al suo controllo sugli atti, amplificando conflitto di interesse e dinamiche corruttive e/o illecite Uno dei principi cardini sui quali fondata l'Unione Europea nel divieto di aiuti di Stato alle aziende. Lo Stato viene limitato nella possibilit di intervenire a ricapitalizzare le sue banche. Alcuni europei hanno ancora una presenza pubblica importante nel sistema finanziario, ed hanno interpretato in maniera un po' elastica quei principi di non ingerenza. Noi, sempre in maniera rigorosa. Risultato? Ad ogni successiva ricapitalizzazione delle nostre banche si ha un sempre maggiore passaggio ai mercati privati della propriet del sistema finanziario, ex pubblico 1994: abolizione della distinzione fra banca ordinaria e banca d'affari. Viene abolito il famoso Glass-Steagall act del 1933. Diviene possibile operare sui mercati a fini speculativi anche per enti bancari che dovrebbero occuparsi unicamente di garantire il credito e il risparmio dei cittadini. I salvataggi statali di istituti in sofferenza in Europa non si conteranno pi, con grave ricaduta sui debiti pubblici e sul risparmio privato...

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1996: la lira rientra nello SME. Il premier Prodi ottiene il riallineamento con i parametri di Maastricht con la durissima tassa sull'Europa, promettendo prosperit per tutti e credibilit internazionale in cambio di una valuta sopravvalutata e dal valore rigido e prefissato. Nonsense... 1999: entrata dell'Italia nell'euro. Vi ricordate il meraviglioso cambio 1000 lire=1 euro regalatovi dal pressapochismo nei controlli del governo Berlusconi sulla transizione lira-euro? Si, in teoria era 1 euro=1936,27 lire... in teoria. Conseguente crollo del potere d'acquisto in Italia 2003: prime riforme Hartz del mercato del lavoro tedesco. Vengono offerti minijobs pagati 400 euro al mese senza contributi, finanziando i necessari ammortizzatori sociali con la spesa pubblica, sforando i parametri di Maastricht. Politica feroce di deflazione salariale competitiva e repressione della domanda interna tedesca. Ora pi di 7 milioni di lavoratori tedeschi hanno un minijob (di cui 5 come unica occupazione). Il 20% della loro forza lavoro sottopagata e l'iniquit sociale ai massimi storici 2007: crisi dei mutui subprime negli USA e fallimento della banca Lehman Brothers. Poi la crisi ha colpito duro anche qui. Ma cosa sapete DAVVERO sulla crisi finanziaria?

Quale crisi finanziaria?

Il debito di qualcuno sempre il credito di qualcun altro. Leconomia esiste perch esiste lo scambio, ogni scambio presuppone lesistenza di due parti, con interessi contrapposti: lacquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di pi. Nessun complotto! La morale non semplicemente contemplata. Laddove non c' regola, conta solo il profitto Se stiamo parlando di crisi finanziaria perch qualcuno ha preso in prestito dei soldi che non riesce a restituire, e la crisi internazionale perch creditore e debitore risiedono in paesi diversi. Per definizione quindi il problema esiste perch esistono i movimenti internazionali di capitali, cio perch i risparmi accumulati in un paese possono essere impiegati in un altro paese Si ha importazione di capitali quando i capitali affluiscono in un paese. Questo significa che il paese in questione si sta indebitando con l'estero, e quindi accumula passivit. All'afflusso di capitale far riscontro il deflusso di un reddito nei periodi successivi, visto che sui debiti si paga un interesse. La fuoriuscita di capitali invece un'esportazione di capitali: in questo caso il paese sta accumulando crediti, cio attivit, e al deflusso di un capitale far riscontro il successivo afflusso di redditi, visto che sulle somme prestate si esige il pagamento di un interesse

Quale crisi finanziaria? (2)

Nessun paese ha solo debiti o crediti. Si valuta il netto (attivi meno passivi). La variazione di questa posizione netta sull'estero il saldo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti. Concorrono ad esso il saldo commerciale e quello dei redditi Un paese si indebita con l'estero se spende (per importazioni e pagamenti di interessi) pi di quello che guadagna (per esportazioni e riscossione di interessi). Viceversa un paese, per avere risorse da prestare all'estero, dovr aver guadagnato (esportando) pi di quanto ha speso (importando) Un paese importatore netto di beni (cio con deficit delle partite correnti) anche un importatore netto di capitali, e simmetricamente un paese esportatore netto di beni anche esportatore netto di capitali La comunicazione dei fatti economici tende a essere sempre schermata da valutazioni moralistiche fuorvianti, un errore da evitare! Il medesimo fenomeno pu essere presentato come positivo o negativo a seconda di quale termine (sempre tecnicamente corretto) si decida di adottare. Esempio: quando i giornali lamentano il fatto che il nostro paese non attira sufficienti capitali esteri, stanno in effetti deplorando che il nostro paese non si stia indebitando abbastanza con l'estero!

Quale crisi finanziaria? (3)

Uno dei limiti, ampiamente riconosciuti e ammessi, della scienza economica proprio quello di non essere riuscita a fornire una definizione scientificamente fondata da un lato, e operativa dallaltro, del concetto di sostenibilit del debito

Vedi ad es. Bagnai (1996) La sostenibilit del debito pubblico: definizioni e criteri di verifica empirica, Economia Politica, pp.13-52. Una rassegna pi recente quella di Nigel Chalk e Richard Hemming (2000) Assessing fiscal sustainability in theory and practice

Proposte di regole di politica economica che hanno per scopo quello di garantire la sostenibilit del debito pubblico non hanno alcun senso economico (soglie di Maastricht, procedure di rientro del Fiscal Compact) Un paese non coincide con il suo settore pubblico e quindi, ad esempio, il debito estero italiano (cio i soldi che il sistema paese riceve dal resto del mondo), non coincide con il debito pubblico (cio con i soldi che il governo prende a prestito, in Italia e all'estero) In media un punto di indebitamento pubblico si scarica sull'estero solo per un terzo, il che significa che di norma e in media i due terzi degli afflussi di capitale di un paese sono debito del settore privato

Come si finanzia uno stato?

Uno stato che batte la sua moneta sovrana non un'azienda o una famiglia, e ha molteplici modi per finanziarsi, che decide in totale autonomia:

Tassando la popolazione Vendendo cespiti (ovvero beni/asset di sua propriet). Naturalmente questa tecnica non reiterabile, e solitamente alla vendita corrisponde poi una passivit persistente (es. se vendo la societ acqua pubblica poi devo pagare l'acqua dall'acquirente privato...). Vendere cespiti senza risolvere i problemi dell'economia equivale a riavere gli stessi problemi, peggiorati, in futuro Tramite la sua partecipazione in aziende in attivo (incasso di dividendi). Meglio valorizzare un'azienda partecipata che venderne le quote... Prendendo a prestito (ad es. mediante vendita di titoli di stato) Emettendo direttamente moneta (potere di signoraggio, avviene ad es. acquistando i suoi stessi titoli di stato o con creazione di moneta dal nulla)

La prima e l'ultima fonte sono le pi importanti, ma lo stato a moneta sovrana NON affatto obbligato a tassare, vender cespiti o crear debito per spendere! Decidere in che misura farlo una scelta politica!

Come si finanzia uno stato? (2)

Un'azienda o una famiglia non han potere di battere moneta!!! La capacit di battere moneta equivale alla capacit di creare ricchezza dal nulla. Da quando entrata nell'euro, l'Italia ha perso questo potere, ed ridotta al rango di famiglia o paese in via di sviluppo (con valuta agganciata ad una valuta estera). L'euro per noi una valuta estera, che costringe il nostro stato a tassare o a finanziarsi sui mercati per poter spendere! Lo stato a moneta sovrana pu vender titoli alla sua stessa banca centrale (monetizzazione del debito), oppure sui mercati finanziari (e si produce debito). Se anche i mercati non volessero i titoli (ad es. se il paese in crisi) o esigessero un interesse troppo alto, la banca centrale potrebbe sempre intervenire per acquistare i titoli e abbattere i tassi di interesse (fa da acquirente di ultima istanza) Prima del divorzio con il ministero del tesoro la banca centrale italiana poteva acquistare illimitatamente i nostri titoli del debito e abbattere tassi e di conseguenza spesa per interessi (avete mai sentito parlare di spread prima?). Di fatto, cos facendo decideva il tasso di interesse obiettivo e fissava anche quello del mercato overnight interbancario

Come si finanzia uno stato? (3)

Dopo il divorzio tesoro-banca d'Italia (deciso da Nino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi per abbattere l'inflazione (!!!!)) la banca centrale italiana era di fatto bloccata nel suo potere di monetizzazione del debito Di fatto il mercato DECIDEVA il tasso di interesse che riteneva equo, commisurato al rischio dell'investimento o alla semplice volont speculativa Uno stato a moneta sovrana non potr mai dichiarare bancarotta (o default) sul suo debito, in caso di problemi pu intervenire la banca centrale. Ricordo che non ancora stata determinata una soglia di sostenibilit del debito. Uno stato che non batte moneta invece pu essere insolvente. Per lui il debito pubblico pu diventare velocemente insostenibile. E con rischio di insolvenza, i tassi impostigli saranno progressivamente pi onerosi! L'esistenza del debito richiede il pagamento di un interesse, il che comporta, a seconda del metodo, una redistribuzione del reddito dei cittadini a beneficio di:

Signoraggio: tutti contenti, non esiste interesse Titoli di stato con controllo dei tassi: favoriti i proprietari di titoli Titoli di stato con tassi in mano ai mercati: favoriti smaccatamente i proprietari di titoli e gli speculatori (vedremo dopo chi sono...)

Signoraggio in Italia

Fonte: O.Blanchard - Macroeconomia (Il Mulino)

Stampare moneta provoca inflazione!!! Anche NO!


Tasso di crescita della massa monetaria M3 e inflazione nell'eurozona Fonte: Elaborazione su dati FMI (2010) Il tramonto dell'Euro (A.Bagnai) fig. 35 Nella storia dell'euro, la BCE non MAI riuscita ad avere alcun controllo sulla massa monetaria M3 circolante

L'inflazione segue una dinamica del tutto diversa! La moneta un fattore endogeno del sistema economico (ovvero non controllabile direttamente dalla banca centrale) La banca centrale garantisce solo il livello necessario di moneta per non bloccare il credito nel sistema, agendo sulle riserve bancarie

Quelli che... Potremmo stampar moneta!!1!1!!

La moneta un titolo di credito emesso dallo stato. Un Io ti devo beni e servizi per un valore di TOT, acquistabili solo sul mio territorio. Ah, si, con questa moneta (e solo con lei) puoi pagare le tasse che ti impongo La convertibilit in oro della moneta non esiste pi dal 1971, il suo valore una convenzione che dipende esclusivamente dall'autorit dello stato che la emette e dalla possibilit di pagare tasse di quello stato SOLO con essa Gi da qui dovreste capire che nessuno vorrebbe un io ti devo di uno stato con fondamentali economici devastati, o che vive pretendendo di importare tutto ci che serve e pagare i suoi dipendenti con la stampa di moneta. Motivo? Quello stato produce poco o nulla che interessi comprare, men che meno i suoi titoli di stato che saranno considerati rischiosi e inaffidabili di conseguenza (il vincolo esterno di cui parla Anthony Thirwall in Modelli di crescita limitata dalla bilancia dei pagamenti: storia e panoramica, riprendendo il lavoro di Kaldor). In sostanza, la spesa a deficit di uno stato a moneta sovrana limitata dalla sua bilancia dei pagamenti Ergo, un limite pratico all'indebitamento esiste. La Modern Money Theory (MMT) sostiene di no, ma porta ad esempio il caso degli USA, che detiene la valuta di riserva mondiale e un notevole arsenale nucleare a garanzia

Quelli che... Potremmo stampar moneta!!1!1!! (2)

Tutti concordano, MMT inclusa, che uno stato a moneta sovrana non potr mai dichiarare bancarotta sul suo debito, a meno che non lo desideri (es. il Giappone del secondo dopoguerra, onde non ripagare i debiti agli USA) Repetita juvant, la moneta un fattore endogeno del sistema economico (ovvero non controllabile direttamente dalla banca centrale n dal governo) Si dice base monetaria (M0) la moneta legale ad alto potenziale creata direttamente dalla banca centrale (banconote e monete metalliche) La base monetaria arriva al pubblico attraverso diversi canali:

Il canale del Tesoro (finanziamento monetario della spesa pubblica, se c': la Banca centrale accredita direttamente la spesa sul conto corrente del beneficiario) Il canale estero (l'esportatore riceve un dollaro per la sua merce, va in banca centrale e si fa dare l'equivalente in euro) Il rifinanziamento del sistema bancario (la Banca centrale presta l'euro direttamente alla banca commerciale)

Quelli che... Potremmo stampar moneta!!1!1!! (3)

Questo sistema secondo i monetaristi neoclassici ha due caratteristiche:

I depositi (di base monetaria, effettuati da famiglie e imprese, presso le banche commerciali) generano i prestiti (delle banche commerciali a famiglie e imprese) La moneta bancaria (prestiti) in un rapporto fisso (moltiplicatore) con la base monetaria, rapporto determinato dal coefficiente di riserva obbligatoria, cio dalla quantit di base monetaria che le banche devono trattenere presso di s rispetto ai depositi. Dato r il coefficiente di riserva obbligatoria, il moltiplicatore nel caso pi semplice 1/r

Se r basso, una piccola emissione di base monetaria pu creare un enorme credito complessivo nel sistema. Viceversa se alto. Se 1 (il massimo possibile, ovvero riserva integrale, il credito nel sistema crollerebbe SUBITO...) Bene. Le cose in effetti NON stanno affatto cos Eh? Ma la stampa di moneta non serviva per finanziare cose? Ma stampandone una quota prefissata non determinavi l'inflazione? Ma non basta tassare per controllare la quantit di moneta circolante? NO!

Quelli che... Potremmo stampar moneta!!1!1!! (4)

Nell'accordare un prestito il funzionario di banca non controlla MAI la quantit di riserve disponibili presso il suo istituto, esattamente come nel fissare il prezzo un negoziante non controlla la quantit di M3 in circolazione in quel giorno. Dunque sono i prestiti a creare i depositi, e non viceversa La Banca centrale ha l'obbligo statutario di fornire moneta di banca centrale (base monetaria) per evitare il collasso del sistema dei pagamenti, quindi l'emissione di questo strumento, in larga misura, non decisa da lei (ma il costo al quale fornirlo s). Di conseguenza, la Banca centrale non controlla l'offerta di moneta, che deve invece adattare alle condizioni del mercato interbancario per evitare il collasso del sistema dei pagamenti. La Banca centrale si limita a definire il tasso di interesse (o costo del denaro) Ci sono anche sistemi nei quali il coefficiente di riserva obbligatoria nullo, cio le banche possono prestare tutto quello che viene loro depositato. Possono farlo, perch la Banca centrale interviene come lender of last resort in caso di problemi. In questi sistemi per la massa monetaria non infinita, come sarebbe se valesse la regola 1/r Di conseguenza, la Banca centrale non ha alcun mezzo di controllo diretto ed efficace sulla massa monetaria in senso ampio (base monetaria e depositi), come non ce l'ha sulla moneta in senso stretto (base monetaria)

Quelli che... Potremmo stampar moneta!!1!1!! (5)

Le riserve bancarie non determinano il massimo credito erogabile dalle banche (che invece correlato al capitale bancario come da accordi Basilea III) Esse sono emesse esclusivamente dalle Banche Centrali e sono il principale mezzo di pagamento utilizzato dal settore bancario per finalizzare i pagamenti. Questa una regola ben precisa dei sistemi di pagamento: nessuno pu pagare un proprio debito con moneta emessa da se stesso ma necessario utilizzare un mezzo di pagamento emesso da un agente differente. E quindi laddove il settore privato non bancario si serve della moneta emesse dalle banche commerciali, le banche commerciali si servono della moneta emessa dalle Banche Centrali. Chiaro? Son le banche commerciali ad emettere credito! Le banche centrali svolgono da tempo il ruolo di camera di compensazione. Spesso ci comportava solo che esse regolassero le posizioni nette delle banche commerciali, risultanti dalla compensazione dei rispettivi saldi (relativamente piccole). Ci accadeva solo una volta al giorno, alla fine della giornata. Con la diffusione del regolamento lordo in tempo reale (RTGS), col quale ogni pagamento regolato in tempo reale nel corso della giornata, le banche centrali e la moneta di banca centrale hanno assunto un ruolo pi ampio e pi attivo e pi sicuro

Quelli che... Potremmo stampar moneta!!1!1!! (6)

Le banche commerciali detengono riserve bancarie per due motivi principali: il regolamento dei pagamenti nel mercato interbancario e soddisfare la riserva obbligatoria dove richiesta (molti paesi come per esempio Canada, Regno Unito, Australia, Svezia, Norvegia hanno una riserva obbligatoria pari a 0) Non c dubbio quindi che il ruolo ultimo delle riserve bancarie sia quello di rendere sicuro e stabile il sistema dei pagamenti nazionale (e internazionale), evitando che i pagamenti vengano regolati tramite promesse di pagamento di agenti privati. Non a caso quindi le riserve bancarie prendono il nome di settlement balances, proprio per via del loro ruolo di mezzo di pagamento definitivo nellinterbancario. Ma cosa sono concretamente? Sono dei depositi che le banche commerciali mantengono in Banca Centrale, e sono anche le banconote cartacee Durante il giorno, i depositi presso la banca centrale possono essere utilizzati per effettuare pagamenti interbancari, il cui regolare compimento unattivit cruciale per il funzionamento del sistema economico. Se il saldo giornaliero disponibile per i pagamenti troppo piccolo rispetto al valore dei pagamenti da effettuare in un dati momento, potrebbe risultarne un blocco che impedirebbe la regolare esecuzione dei pagamenti. Infatti, siccome una maggior riserva facilita il credito, esse sono anche un mezzo di controllo dei tassi di interesse a breve termine

Quelli che... Potremmo stampar moneta!!1!1!! (7)

I sistemi RTGS (Real-Time Gross Settlement) non sono altro che dei sistemi di trasferimento di fondi in tempo reale, cio sono trasferimenti non soggetti a un tempo di attesa. Le transazioni vengono completate immediatamente. Il Gross significa che i pagamenti vengono regolati su base lorda, cio operazione per operazione, anzich su base netta in cui debiti e crediti delle controparti si compensano e poi si regolano le posizioni rimaste. Il sistema TARGET2 dell'UME ad esempio un sistema RTGS, difatti TARGET2 significa Trans-European Automated Real-Time Gross La Banca Centrale, dal momento che detiene il monopolio dellemissione di riserve bancarie (base monetaria) ha lobbligo giuridico di promuovere e garantire il buon funzionamento dei sistemi di pagamento. Essa reagisce OBBLIGATORIAMENTE alla concessione di credito agendo sulle riserve bancarie ad esempio mediante compravendita di titoli di stato, ma non lo provoca!!! Una banca commerciale crea moneta allatto del prestito e POI si procura le riserve necessarie a finalizzare i pagamenti (Kaldor-Moore). Quindi, la banca centrale non finanzia direttamente nulla stampando moneta! La riserva obbligatoria, peraltro, non detto che sia uno strumento necessario (BCE e FED la prevedono, anche se piccola)

Banca centrale vs BCE

La BCE presta SOLO alle banche. Lo stato pu solo farsi PRESTARE dai mercati (es. banche che decidono il tasso) il denaro che gli serve. Il resto lo ottiene tassando. E' vincolato al pareggio di bilancio, ergo O riesce come la Germania ad avere una posizione sull'estero positiva che compensi la spesa per interessi (indebitando l'estero) O deve sistematicamente sottrarre risorse al settore privato! Con la sovranit monetaria, non esiste alcun vincolo stringente sull'indebitamento dello stato (la ricchezza privata pu aumentare perch la spesa pubblica pu superare le entrate fiscali). E in ogni caso il default impossibile perch la banca centrale garantisce sempre il debito pubblico. E' una scelta politica

Svalutare la moneta provoca inflazione!!! Anche NO!

Fonte: Elaborazione su dati FMI (2010) Il tramonto dell'Euro (A.Bagnai) fig. 11

Svalutare la moneta provoca inflazione!!! Anche NO! (2)

L'inflazione l'aumento dell'indice generale dei prezzi al consumo. Si, perch ci sia inflazione necessario che ci sia stata una SPESA... Nella sua storia, l'inflazione Italiana non ha MAI avuto a che fare con la stampa di moneta o con la svalutazione della sua valuta (nemmeno con l'euro, l'euro ha svalutato anche del 20% anni fa!! Ve ne siete accorti?) L'inflazione segue una dinamica diversa e dipende anzitutto da shock esogeni che impattano sull'economia (shock petroliferi, costo dell'energia che importiamo, costo delle merci che importiamo), ma anche da tasse e imposte con effetti inflattivi (come l'IVA, che impatta direttamente sui prezzi, o le accise sui carburanti, che impattano sui costi di tutta la filiera produttiva). Infine, dipende dalla produttivit del sistema (alti costi di produzione, alti pezzi finali) L'inflazione redistributiva del reddito, e penalizza i CREDITORI... nessuno vuole che un debito sia ripagato in moneta deprezzata... specie la Germania... L'inflazione, specie in regime di moneta unica, penalizza il cambio reale italiano e quindi anche la competitivit delle nostre merci rispetto all'estero L'inflazione strettamente correlata anche alle meccaniche del mercato del lavoro, specialmente al tasso di disoccupazione. Se non lavori, non spendi. Niente spesa, niente inflazione...

Curva di Phillips e Inflazione

Nel breve periodo, il modo pi veloce per abbassare l'inflazione (e migliorare competitivit e export) aumentare la disoccupazione. A QUESTO servono le riforme, la deflazione salariale e la precarizzazione del mercato del lavoro (Fornero e c.) Naturalmente l'accresciuta disoccupazione abbatte la domanda interna e ha effetti recessivi sul PIL e di grave iniquit sociale Purtroppo i mercati si fidano della curva di Philips e la usano nelle valutazioni ( http://ideas.repec.org/p/got/cegedp/73.html) Occorre avere il coraggio e la pazienza di agire su ben altri fattori per essere competitivi, la piena occupazione un diritto da garantire SPECIE in una repubblica fondata sul lavoro!!

Fonte: Wikipedia

Si, ma almeno ora siamo credibbbbbili...

...e quindi perdoneremo alla nostra classe politica le scelte scellerate fatte su deflazione salariale, tassazione e disoccupazione? Come pure ci rassegneremo che popoli considerati affidabili ci mangino in testa? NO! La competitivit di un'economia cresce al crescendo del CAMBIO REALE

Dove P il livello dei prezzi italiani, Pf quello del concorrente estero e E il cambio nominale (ovvero il costo in moneta estera di 1 )

Uno studio della Commissione europea recita che: "se il tasso di cambio reale italiano avesse avuto la stessa evoluzione di quello tedesco fin dall'inizio del 1999, il tasso di crescita delle esportazioni italiane sarebbe stato quasi identico a quello delle esportazioni tedesche, mentre in realt stato meno di un terzo"
http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/qr_euro_area/2010/qrea1_en.htm

Ovvero nella spiegazione degli squilibri dell'Eurozona, in particolare per la parte che riguarda noi, la competitivit "non di prezzo" (cio il fatto che i tedeschi sono affidabili e biondi e noi abbiamo il bunga bunga) non c'entra NULLA!

Tirando le somme...

Se la competitivit dipende dal cambio reale, in moneta unica (E=1), a parit di prezzi esteri l'unico modo per essere competitivi abbattere i prezzi nazionali Ci stato fatto (malamente) aumentando la disoccupazione e deprimendo welfare e salari nel VANO tentativo di abbattere l'inflazione Perseverare in questa tecnica conduce alla Grecia. Un meccanismo di aggiustamento sistematico del cambio reale fra vari paesi che tenga conto dei loro fondamentali macroeconomici del tutto indispensabile Il trattato di Maastricht prevedeva la convergenza verso un tasso di inflazione del 2%, con sanzioni per chi l'avesse sforato in eccesso (ma non in difetto!!!) Inflazionare in un'unione monetaria tanto pericoloso quanto deflazionare Deflazionare nell'area euro a tutti gli effetti un meccanismo di crescita della competitivit basato sulla miseria e le privazioni della classe lavoratrice, contrario allo spirito dei trattati stesso e da condannare aspramente! Ma i monetaristi euroentusiasti ci dissero tranquilli, stessa moneta = stessa inflazione, e infatti...

Differenziali di inflazione nell'Eurozona

Fonte: Elaborazione Goofynomics su dati del Fondo Monetario Internazionale

Quali conseguenze?

Fonte: Elaborazione Goofynomics su dati del Fondo Monetario Internazionale

Quali conseguenze? (2)

Uno studio della Banca Mondiale riporta i fattori di conversione a parit dei poteri di acquisto, cio la quantit di valuta locale necessaria per comprare sul mercato interno lo stesso ammontare di beni che si sarebbero potuti comprare con un dollaro negli USA Nel 1980 per comprare quello che a New York si sarebbe comprato con un dollaro, a Roma bastava lequivalente di 44 centesimi di euro, e a Berlino ci voleva quasi un euro e venti centesimi (e ad Atene circa 10 centesimi). Oggi la situazione quasi alla pari NB: nel 1980 l'euro non c'era. I calcoli sono fatti convertendo in euro la valuta locale con i noti tassi di conversione, e convertendo in dollari il valore in euro usando i tassi dell'ECU/dollaro - per i tecnici)

Fonte: Elaborazione Goofynomics su dati del World Economic Outlook


http://databank.worldbank.org/ddp/home.do

Quali conseguenze? (3)

Chi esporta merci esporta capitali, ricordate? C' un solo creditore, ma MOLTI debitori! E ai creditori non piace l'inflazione che deprezza il loro credito, e nemmeno la mutualizzazione del debito (eurobonds...). Ergo, non li avremo MAI Ovviamente, sono le banche dei paesi europei ad essere indebitate con quelle del centro, per conto di privati forse insolventi Fonte: Banca Centrale Europea, Saldi Target 2

Meditate...

Le politiche di moderazione salariale tedesca hanno provocato squilibri esterni fra paesi dellEurozona, corrispondendo a una svalutazione reale competitiva che ha danneggiato i principali concorrenti, come afferma la Commissione Europea. Ora i concorrenti sono i mercati di sbocco dell'export tedesco (tra cui NOI...). Politica del beggar thy neighbour... Esse sono state condotte in violazione di precisi obblighi stabiliti dai Trattati Europei, come lobbligo di coordinamento delle politiche economiche stabilito dallarticolo 5 del Trattato sul funzionamento dellUnione Europea, e lo stesso obbligo di non sforare il 3% del rapporto deficit/Pil, che invece la Germania ha sforato per prima, in chiara connessione con limplementazione delle riforme Hartz del mercato del lavoro, come dimostra la dinamica di entrate e uscite e soprattutto la natura di queste ultime (ammortizzatori sociali...) In Germania lo sanno (vedi ad es. una ricerca dell'universit di Duisburg) http://www.guardian.co.uk/money/2012/oct/26/real-cost-labour-reforms-germany Copiare il modello mercantilista tedesco non risolverebbe nulla degli squilibri dell'Eurosistema, e andrebbe a penalizzare i nostri mercati di sbocco con la stessa logica. Inoltre fisicamente impossibile che il mondo possa assorbire il surplus che ne conseguirebbe. E se tutti esportassero, CHI assorbirebbe il nostro surplus? MARTE?

Ce lo siamo meritati! Non siamo abbastanza produttivi!!1!1!


.. e quindi i nostri politici, poverini, son stati costretti ad agire cos. Del resto siamo i famigerati PIIGS. Andiamo a verificare la fondatezza della suddetta corbelleria...

Fonte: Elaborazione Goofynomics sul Labour productivity index del sito OCSE (base 2005=100), ribasato sul 1970 per comodit espositiva

Ce lo siamo meritati! Non siamo abbastanza produttivi!!1!1! (2)

La produttivit un indice fondamentale, dal momento che influenza il costo del lavoro per unit di prodotto o CLUP (=redditi medi da lavoro dipendente/produttivit media del lavoro) e di conseguenza la competitivit dei nostri prodotti sul mercato La produttivit italiana fino al 1990 totalmente allineata se non a tratti superiore a quella tedesca. Nel 1990 lItalia entra nello SME credibile, ovvero decide di fissare il proprio cambio valutario in un intorno ristretto del valor medio delle valute europee. Ed ecco che la forbice si apre per la prima volta, dando un duro colpo alla nostra competitivit Nel 1992 la lira italiana, uscendo dallo SME, torna libera di fluttuare sul mercato assestandosi su un valore consono alla nostra capacit di esportatori. E immediatamente torniamo a crescere sugli stessi livelli tedeschi, se non di pi Il colpo di grazia lo riceviamo per nel 1996, quando lItalia rientra definitivamente nello SME e poi nelleuro. Da allora, non sembriamo pi capaci di competere Tutte le volte che lItalia ha in qualche modo irrigidito la propria politica valutaria, e quindi compromesso le proprie esportazioni, prima entrando nello SME, poi entrando nella banda di oscillazione ristretta, poi rientrando nello SME, poi entrando nelleuro, la sua produttivit si appiattita. Altro che fannulloni...

Ce lo siamo meritati! Non siamo abbastanza produttivi!!1!1! (3)

Lappiattimento stato irreversibile quando la decisione di irrigidirsi ha comportato lingresso nelleuro. Che guarda caso tarato sui fondamentali economici tedeschi! (ed ecco perch loro non ne soffrono) Si consideri che gli aggiustamenti delle valute sulla base della loro domanda sono un fenomeno del tutto naturale in economia, che nulla ha a che vedere con mitologiche svalutazioni competitive che avrebbero permesso colpevolmente allItalia di sopravvivere sul mercato senza effettuare le riforme necessarie a tempo debito In realt, in un paese forte esportatore si ha una GRANDE domanda della sua valuta, che pertanto si apprezza per la legge della domanda e dellofferta, viceversa in un paese importatore essa si deprezza, e lintervento umano centra assai poco (ricordo che chi esporta merci esporta anche capitali!). Questo almeno in regime di cambi flessibili e fluttuanti, comera prima dello SME e dell'euro. Ora capite perch la Germania ha voluto un modello di europa che le consentisse di esportare molto senza subire un apprezzamento valutario che ne avrebbe riequilibrato verso il basso l'export? LItalia del cambio fisso affronta da anni sacrifici durissimi su welfare e mercato del lavoro col fine dichiarato di migliorar la produttivit, ma come avrete capito tali misure sono inutili, mal indirizzate o del tutto dannose

Inoltre la produttivit NON esogena!!!

...ovvero non un fattore su cui si possa agire efficacemente per modificare la competitivit del sistema e la crescita economica Nel periodo dal 1970 al 1995 le variazioni delle esportazioni precedono visivamente quelle della produttivit, e non viceversa (quindi la produttivit non ha affatto aumentato l'export)

Nel periodo completo, un test di correlazione di Granger condotto dal prof. Fonte: Elaborazione Goofynomics su dati OCSE (dati e A. Bagnai conferma che la statistica su http://goofynomics.blogspot.it/2012/03/cosa-sapete-della-produttivita.html ) produttivit non causa export, bens il contrario!

Inoltre la produttivit NON esogena!!! (2)

E' piuttosto ovvio. Gli aumenti di produttivit rispondono storicamente ad aumenti della DOMANDA di beni. In fase di contrazione della domanda aggregata (come ora), aumentare la produttivit, ammesso che ci si riesca, fa solo aumentare l'invenduto! (provato empiricamente da molti studi) Una maggior offerta NON crea la propria domanda! Qualunque proposta anticrisi basata esclusivamente sull'aumento della produttivit fasulla e fuorviante Legge di Thirlwall (1979): la crescita di uneconomia direttamente proporzionale a quella delle sue esportazioni Legge di Verdoorn (1949): la crescita della produttivit proporzionale alla crescita delleconomia Corollario:se un paese riesce (ad esempio adottando un tasso di cambio sostenibile) a promuovere le proprie esportazioni, il suo prodotto cresce, il che determina un incremento della produttivit, il che determina una riduzione del CLUP, il che determina un aumento della competitivit, il che determina un ulteriore aumento delle esportazioni, e si ricomincia! (il modello
esposto in dettaglio da Anthony Thirlwall, 2002, The Nature of Economic Growth, Cheltenham: Edward Elgar)

Inoltre la produttivit NON esogena!!! (3)

Il presupposto del decollo di un sistema economico che si riesca ad allentare il vincolo della domanda, NON che si aumenti oltremisura l'offerta! L'offerta non genera MAI DOMANDA!!! Caso delle commissioni Finmeccanica all'India per poter vendere elicotteri:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/14/finmeccanica-berlusconi-tangenti-sono-necessita-che-non-si-puo-evitare/498797/

Caso Thyssenkrupp che corrompe i Greci affinch acquistino sommergibili:


http://www.spiegel.de/international/business/u-turn-on-u-boats-thyssen-plans-withdrawal-from-submarine-joint-venture-a-796474.html

Politiche di vincolo esterno basate su un cambio sopravvalutato come l'eurosistema ovviamente vanno nella direzione opposta, e del resto limposizione (o la calda raccomandazione) di adottare un cambio sopravvalutato alle economie periferiche sempre il primo imprescindibile passo della strategia di colonizzazione finanziaria messa in pratica dalle potenze mercantiliste egemoni (come ampiamente descritto da
Roberto Frenkel e Martin Rapetti, 2009, A developing country view of the current global crisis, Cambridge Journal of Economics)

Un'infinit di casi storici ce lo ricordano: Cile (1982), Italia (1992), Messico (1994), Tailandia (1997), Corea (1997), Russia (1998), Brasile (1999), Argentina (2001), Turchia (2001), Eurozona (2010)

No! Non siamo efficienti perch CORROTTI!!!

E vediamoli questi costi dello stato corrotto rispetto ai costi che ci siamo impegnati a sostenere annualmente per aderire ai trattati europei (e mi limito al MES e al Fiscal Compact). Si ringrazia http://www.byoblu.com

Fiscal compact: 50 miliardi l'anno per i prossimi 20 anni MES: 125 miliardi, con possibile richiesta di altri fondi senza preavviso Stato corrotto: ehmmmm...

No! Non siamo efficienti perch CORROTTI!!! (2)

Fonte: Elaborazione di A.Bagnai su dati della Banca Mondiale

No! Non siamo efficienti perch CORROTTI!!! (3)

Dal grafico si nota che le dinamiche corruttive in Italia sono oggettivamente in aumento nell'et dell'euro, TUTTAVIA... La loro dinamica non ha evidentemente NULLA a che vedere con l'aumento del debito pubblico (negli stessi anni esso era in diminuzione!) Fino al 1999, ingresso nell'euro, la corruzione era in DIMINUZIONE... Notare anche come la corruzione aumenti indipendentemente dalla forza politica in carica (eh, il buon Grillo ha ragione da vendere su questo...) Il processo segue di pari passo la ritirata dello stato, tutte le norme sul federalismo fiscale e la deregulation finanziaria liberista che ci stata richiesta dall'aderenza ai trattati europei (sin da quello di Roma), cos come alcune norme espressamente pro-corruzione come la depenalizzazione del falso in bilancio (D.L 18/8/2000 n.267, Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, ma anche legge Bassanini, n.127 del 15/5/1997 sullo snellimento dell'attivit e controlli burocratici e amministrativi) Le aziende anche pubbliche vengono trattate come societ di capitali (di diritto privato), i controlli preventivi di legittimit sugli atti principali vengono aboliti

No! Non siamo efficienti perch CORROTTI!!! (4)

Tutto in nome dei principi di sussidiariet e federalismo europei (riforma del titolo V della costituzione) Si apre un gigantesco spazio di trattativa fra privati e politica, nel quale la corruzione diventa un fatto conforme alle regole, anche perch nessuno capisce pi bene quali esse siano, stanti le stratificazioni successive delle normative europee (A. Di Pietro) In Italia la corruzione ha assunto una natura sistemica che oltre al prestigio, all'imparzialit e al buon andamento della pubblica amministrazione pregiudica l'economia della nazione (Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino) Assolutamente bisogna rivederlo (il titolo V della costituzione n.d.r.). Le regioni hanno avuto un ruolo straordinario ma devono riassumere una coerenza in un'organizzazione statale. (P. Bersani) Infatti la corruzione in aumento continuo in quasi tutta Europa (Banca Mondiale). Vedi anche lo studio del prof. F. Schneider dell'univ. di Linz secondo cui nella Germania stessa la corruzione costa 250 MILIARDI all'anno! Capito? Pi Europa, meno stato, PIU' CORRUZIONE!!! La cura? Pi Italia!!! E ora ditelo a chi vi parla di italiani corrotti e meritevoli di ogni sacrificio!

Il debito pubblico
Estratti di slide di http://www.cnms.it/

Debito e deficit

Il debito pubblico la somma (o stock) dei fabbisogni (o deficit) dello stato nel tempo, ossia dei (dis)avanzi che si creano ogni anno fra entrate e uscite

Estratti di slide di http://www.cnms.it/ L'Italia ha una storia di tipo D. Nel dopoguerra tutto cresciuto: il PIL, il gettito fiscale, la spesa pubblica. Quest'ultima cresciuta pi delle entrate e ci ha indebitato E' dunque vero che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilit? NO! Ci che ha stravolto davvero gli equilibri la spesa per interessi!!!

Basi di bilancio pubblico

Estratti di slide di http://www.cnms.it/

Ruolo degli interessi e deficit


Estratti di slide di http://www.cnms.it/

Tasso di interesse nominale e reale, atteso e effettivo

I titoli di stato vengono acquistati sulla base del tasso d'interesse REALE atteso ra (ovvero quello nominale di vendita meno l'inflazione ATTESA...)

ra = i pa

( i = tasso di interesse nominale, pa = inflazione attesa)

L'inflazione effettiva spesso diversa (e spesso maggiore...) da quella attesa! r = ip ( i = tasso di interesse nominale, p = inflazione effettiva)

Se p diverso da pa la rendita per l'acquirente diversa da quella promessa dallo stato venditore. Se uno stato non controlla adeguatamente l'inflazione (pa< p), privati e investitori tenderanno a non acquistare I suoi titoli volentieri, pretendendo interessi nominali ben pi alti per cautelarsi dall'inflazione (con conseguente salita dello spread)

E guarda caso l'inflazione dei piigs (spread alto) stata nella storia dell'euro sempre maggiore che quella del centro europa (specie Germania...) La Germania si finanzia ad interessi reali NEGATIVI! (ma c' il trucco...)

Il debito si forma per accumulo di disavanzi

Se Bt-1 il debito dell'anno precedente, Gt la spesa pubblica dell'anno corrente e Tt sono le imposte nette dell'anno corrente, in termini nominali si ha: Disavanzot =

i Bt-1 + Gt Tt
+ + +

In termini reali si ha: Disavanzot =

r Bt-1 + Gt Tt
i Bt-1 Gt Tt Gt Tt Gt Tt

Bt - Bt-1 = Bt = Bt =

i Bt-1 + Bt-1 (1+i) Bt-1

Senza sovranit monetaria n possibilit di monetizzare il debito come nell'UME, creare nuovo debito equivale a creare tasse (o vendite di patrimonio pubblico) per i tempi futuri! Eh, ma ce lo chiede l'Europa...

Cosa sapete dello spread?


Estratti di slide di http://www.cnms.it/

Spesa primaria vs interessi

Il percorso di unione monetaria europea, di cui il divorzio tesorobanca d'Italia stato l'esordio, ha avuto come danno collaterale lesplosione del debito pubblico La spesa primaria influisce poco o nulla, perch mentre il debito raddoppiava, essa restava costante in rapporto al Pil (32% nel 1980, 36% nel 2000) Conta invece quella per interessi, che raddoppiava (dal 5% nel 1980 fino a oltre l11% a met degli anni 90, per poi ridiscendere quando il debito si stabilizza e la BCE abbatte i tassi Ci han tolto prima le armi per difenderci per poi imporci la loro eurosoluzione

Fonte: Elaborazione Goofynomics su dati della Banca d'Italia

E gli interessi altrui?

Il debito pubblico Italiano


Fonte: Relazione della Banca d'Italia varie annate-per il periodo 1982-1993

E i mercati che oggi decidono l'interesse sono...

Fonte: Ministero del tesoro


http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/elenco_specialisti/Elen co_Specialisti_in_titoli_di_Strato_-_Dal_6_Luglio_2012.pdf

E casualmente i proprietari del debito sono...


Estratti di slide di http://www.cnms.it/

E casualmente i proprietari del debito sono... (2)

NON stato sempre cos! "Nel corso del 2007 proseguito lobiettivo di penetrazione del debito pubblico italiano nei portafogli degli investitori internazionali" (Dip. del Tesoro) Il processo stato INTENZIONALE, ma lento e occulto, affinch fosse poco percepibile Come potuto accadere?

Fonte: Dipartimento del Tesoro - Linee guida della gestione del debito pubblico (2008)
http://www.dt.mef.gov.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/presentazioni_studi_r elazioni/Linee-guida-2008.pdf

E casualmente i proprietari del debito sono... (3)

Scende progressivamente la quota dei titoli del debito italiano posseduta da famiglie e aziende italiane, consigliate in questo dagli intermediari finanziari. La quota va dal 50% del 1995 a poco pi del 10% del 2006 Nello stesso periodo gli intermediari finanziari italiani continuano a tenere i titoli in portafoglio. Anzi, prima aumentano la quota, fino al 1998, poi, pressati dall'ottimo lavoro del Ministero del tesoro, devono arrendersi, per il bene della Patria, e cedono il passo allo straniero. Conclusione: il settore estero (essenzialmente finanziario), fa man bassa e vede salire la sua quota dal 14% iniziale a ben oltre il 50% finale, diventando ovviamente destinatario anche della stessa quota della nostra spesa per interessi! Bot e cct restano al pi in Italia (rendono poco, gli stranieri preferiscono i ben pi fruttuosi BTP) Ovviamente, fino a quando la spesa pubblica totale (comprensiva quindi anche degli interessi) resta in Italia, quei soldi girano nelle nostre tasche: cittadini, aziende, banche, italiani. Sono soldi disponibili per consumi o investimenti privati nel circuito dell'economia domestica. La fanno crescere, si trasformano in lavoro e beni reali. Se prendono la via dell'estero, ci non avviene, e arricchiranno le economie degli acquirenti! Attirare capitali dall'estero per piazzare titoli italiani comporta inevitabilmente l'impoverimento della nostra economia!

Collocamento dei titoli di stato, German style!

Il trattato di Maastricht (comma 1 art. 101) impedisce alle banche centrali degli stati europei di acquistare titoli di stato sul mercato primario onde calmierare i tassi di interesse e di conseguenza la spesa per interessi L'Agenzia per il debito tedesca (Finanzagentur) vende i titoli come di consueto alle aste all'interesse che desidera

In caso gli investitori li rifiutino, essa trattiene costantemente invenduta, ad ogni asta, la quota variabile di titoli che viene rifiutata (nel grafico i titoli emessi ma non collocati in miliardi di euro) La Bundesbank agisce per conto dellAgenzia per il debito tedesca in qualit di banca custode di tali titoli

Collocamento dei titoli di stato, German style! (2)

Dice la PIMCO, una delle pi importanti societ private di investimento a livello internazionale: La Finanzagentur ha emesso solamente 3,6 miliardi in cambio di liquidit. Loro hanno collocato 3,6 miliardi sul mercato ed hanno trattenuto 2,4 miliardi sui loro libri contabili. In futuro potranno vendere lammontare trattenuto sul mercato secondario, ottenendo la corrispondente liquidit. Potreste aver letto che la Bundesbank ha acquistato la quota dellemissione che non stata collocata in asta; ci non corretto. La Bundesbank non sta finanziando la Germania; opera semplicemente come unagenzia per la Finanzagentur. (asta bund 23 novembre 2011) ECCO la fregatura! I titoli trattenuti vengono re-immessi sul mercato SECONDARIO (parificati ai titoli gi venduti), ergo diventano legalmente acquistabili dalla Bundesbank senza limiti di sorta! Che pu cos di fatto controllare a piacere l'interesse sui bund (come noi prima del divorzio) Il processo di emissione dei titoli pubblici tedeschi sopprime di fatto la distinzione tra mercato primario e mercato secondario, aprendo lo spazio per il finanziamento del debito pubblico tramite la banca centrale spazio negato agli altri paesi membri delleurozona (es. Grecia, Italia) Sul mercato secondario lazione della banca centrale implica una domanda in teoria infinita per i titoli pubblici. La BUBA ne copre ora il 20% ! (ansa.it)

I conti non tornano...

Estratti di slide di http://www.cnms.it/

Dicono che siamo un popolo di spreconi. In realt siamo un popolo di risparmiatori indebitati dall'usura dei mercati finanziari. L'Italia ha quasi sempre avuto un AVANZO PRIMARIO!!!!

Italiani PIIGS spendaccioni, imparate dai tedeschi!!1!1!

Fonte: DIPARTIMENTO DELLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO LA SPESA DELLO STATO DALLUNIT DITALIA Anni 1862-2009

Come si nota, la spesa pubblica italiana negli anni post-divorzio SEMPRE stata in linea se non inferiore a quella dei partner europei (es. Francia) S, NONOSTANTE la maggior spesa per interessi!!!!

Italiani, spendete comunque troppo!!!

S, ma senza interessi?

La spesa pubblica italiana al netto degli interessi del tutto in linea con i partner europei. Altro che spendaccioni! Si potr fare di meglio? Dove agire?

Una voce a caso: le pensioni!

Sacrilegio! Spendiamo troppo! Vanno riformate sembra ma... non le abbiamo CONTINUAMENTE riformate al ribasso? (l'ultima la riforma Fornero)

Una voce a caso: le pensioni! (2)


Fonte: Commissione Europea Fiscal Sustainability Report (2012)

Un recente studio della Commissione Europea conferma che le pensioni Italiane sono completamente sostenibili (le seconde migliori!) La nostra sostenibilit tra le migliori anche in futuro (crescita prevista <<2%) Lo sarebbero state con ogni probabilit anche senza la recente riforma... Le pensioni di paesi virtuosi come la Germania non solo sono MOLTO meno sostenibili di noi, ma son destinate a peggiorare in futuro! Ne parla qualcuno?

Allora tagliamo altrove!!!1!1

La nostra spesa primaria (esclusi i quasi ineludibili interessi e le sostenibili pensioni) tra le pi misere in Europa!!! NON consigliabile tagliare oltre la spesa pubblica, come minimo va conservata, possibilmente va AUMENTATA! Rivedere le voci di spesa SI, tagliare NO! Le conseguenze sul PIL, sul risparmio privato e sul debito pubblico sarebbero disastrose!!!

E Monti disse: tagliamo o privatizziamo la sanit!!!

La sanit italiana sarebbe insostenibile e di conseguenza da tagliare e/o privatizzare? L'informazione terroristica di famose testate italiane ci ha parlato di costi raddoppiati negli ultimi 5 anni!!!! Anche in questo caso Mr. Monti Sachs ha preso un bell'abbaglio... Non solo la sanit italiana tra le meno costose al mondo, ma il suo trend medio annuo di crescita in costo (1.9%) assai inferiore alla media (4.4%)

Spesa pubblica in dettaglio


Fonte: Bilancio dello stato 2013 estratto dal sito senato.it
Documento ED_2040_20_ed._20definitiva_.pdf

Spesa pubblica in dettaglio (2)


I big 4 \m/ del bilancio dello stato sono: 1. Trasferimenti ad enti pubblici / sanit pubblica 109 miliardi 2. Previdenza sociale / pensioni 72 miliardi 3. Politiche finanziarie - interessi debito pubblico ( un dato aggregato con altre voci che fa un totale di 59 miliardi ma "solo" 40 sono interessi sul debito pubblico) 4. Istruzione pubblica 40 miliardi

Come abbiam visto, la 1, 3 e 4 sono incomprimibili o comunque in linea con il servizio fornito (volete seriamente eliminare la scuola pubblica in ginocchio dopo le riforme Gelmini?), la 3 restando nell'euro sar quasi incomprimibile senza un accordo su scala comunitaria (che non ci sar) I costi della casta sono fra quelle voci quasi trascurabili in fondo a destra... Scagliarsi contro di essi come causa della crisi italiana vuol dire non aver capito granch...E un loro taglio, per quanto moralmente giusto e doveroso, non risolver NULLA... creando pure disoccupazione da gestire!

Ok, costa poco... Ma il servizio fa schifo!1!!1!

La sanit italiana all'ultima verifica dell'OMS (1997) risultava la seconda migliore al mondo Se la privatizzassimo o tagliassimo, la situazione peggiorerebbe notevolmente I tagli compiuti irresponsabilmente nell'era euro hanno mandato in forte crisi la sanit pubblica, che ha dovuto aumentare le tariffe subendo cos la concorrenza privata e peggiorando la sua crisi Il trend va INVERTITO!

La speculazione peggiora il tutto...

Estratti di slide di http://www.cnms.it/

...ma non solo colpa sua, anzi!

Non bastano il divorzio tesoro-banca d'Italia e la speculazione per spiegare la salita degli interessi (altrimenti sarebbero stati alti anche nei primi anni dell'euro dove invece eran molto bassi). Se il mercato compra volentieri i titoli, il tasso rimane basso. E gli speculatori son sempre attivi Il tasso di interesse sale se (1) c' il "divorzio", e (2) per qualche motivo lo stato deve invogliare il mercato a comprare i suoi titoli. Quando avevamo sovranit monetaria, anche dopo il divorzio, potevamo di fatto DECIDERE di offrire un tasso di interesse maggiorato per invogliare l'acquisto All'inizio degli anni '80 il motivo era che occorreva attirare capitali dall'estero (o tenerli in patria) per "difendere" le parit di cambio via via concordate all'interno dello Sme, in un contesto nel quale il differenziale di inflazione, come oggi, penalizzava la nostra economia. Con il solo divorzio la situazione sarebbe stata subottimale, ma molto migliore Si noti che le valute rispondono alla legge della domanda e dell'offerta, e alto tasso di interesse vuol dire grande domanda della valuta per acquistare titoli di stato, il che implica rivalutazione della valuta stessa Alla scadenza dei titoli, non potendo pi monetizzare l'interesse, si faceva il rollover del debito (lo stato emetteva nuovi titoli per coprire capitale e interesse)

...ma non solo colpa sua, anzi! (2)

Fonte: Elaborazione di www.tomspencer.com.au su dati Fondo Monetario Internazionale

...ma non solo colpa sua, anzi! (3)

Il tasso d'interesse stato calmierato dall'ingresso nell'euro (1999) poich non eravamo pi noi e gli altri stati membri a dover follemente garantire la stabilit del cambio rispetto al riferimento (Ecu/Marco), ma la BCE In quegli anni abbiamo sperimentato una riduzione della spesa per interessi e conseguentemente del debito pubblico (l'Italia ha quasi sempre avuto avanzo primario). E' il famigerato dividendo dell'euro... Approfittando degli interessi reali negativi del centro europa, molti privati si sono indebitati in questa fase (in Italia il debito privato aumentato di 30 punti di PIL), senza verifiche di sorta dei prestatori sulla loro solvibilit E dal 2007-2008? In quegli anni abbiam subito gli effetti della crisi dei mutui subprime negli USA che ha portato al fallimento della Lehman Brothers Molte banche e privati europei si sono scoperti pieni di titoli tossici, specie le banche centro-europee. I governi hanno dovuto intervenire per salvarle, iniziando la spirale di indebitamento. Le perdite private son state socializzate mediante tagli alla spesa e tasse fortemente recessive Senza moneta sovrana e dopo il divorzio, la bancarotta dello stato diventata una possibilit reale. E chi compra i nostro debito pretende (giustamente) un interesse pi alto!

Debito come rapporto sul PIL

Il valore assoluto del debito un dato scarsamente significativo, occorre rapportarlo alle dimensioni e dalla ricchezza dell'economia considerata, rappresentate correntemente dal Prodotto Interno Lordo (PIL)

Estratti di slide di http://www.cnms.it/

Cosa sapete del PIL?

Il Prodotto Interno Lordo (o PIL) rappresenta il valore di mercato dei beni e dei servizi finali (non intermedi, ovvero venduti come tali, non intervengono nella produzione di un altro bene) prodotti nell'economia in un dato periodo di tempo Per il nostro bene necessario che tale indice al netto dellinflazione cresca ogni anno, o al limite non diminuisca, e che il suo calo per 2 trimestri consecutivi (meglio noto come recessione) significa brutte notizie per i conti dello stato Il PIL anche la somma del valore aggiunto (la retribuzione dei fattori produttivi capitale e lavoro) di tutte le imprese (private e pubbliche / grandi e piccole) nell'economia in un dato periodo di tempo Il PIL anche la somma dei redditi nell'economia in un dato periodo di tempo Avete gi indovinato le conseguenze: QUALUNQUE politica di decurtazione salariale, licenziamento o precarizzazione del mercato del lavoro, pubblico o privato che sia, una sentenza di MORTE (o meglio di recessione) per la nostra economia nazionale nonch una PRECISA scelta politica

Cosa sapete del PIL? (2)

Nell'intervallo di tempo considerato (es. un anno).Il PIL (indicato con Y) pari a: Y = C + I + G + (X M)

Dove C il valore dei consumi (somma dei beni e dei servizi acquistati dalle persone residenti nel paese), I la somma degli investimenti privati lordi, esclusi gli ammortamenti, G la famigerata spesa pubblica (somma degli acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione pi gli stipendi dei dipendenti pubblici che non include i trasferimenti alle famiglie ed alle imprese n la spesa per interessi), (eXport iMport) la differenza fra i beni e servizi esportati e importati. Notare come la gran maggioranza delle scelte politiche anticrisi intraprese in questi anni sia andata nella direzione di ridurre a tutti i costi la spesa pubblica G, specialmente riducendo stipendi pubblici e/o licenziando i dipendenti in esubero, oppure ad aumentare la tassazione Non solo questo fa calare direttamente il PIL peggiorando pure servizi pubblici e welfare, ma deprime irrimediabilmente anche i consumi C (poich gente meno pagata o licenziata spender assai meno) e gli investimenti privati I (per lo stesso motivo), il che ha conseguenze devastanti sul PIL stesso. La cura di gran lunga peggiore del male

Cosa sapete del PIL? (3)

Ci sono per buone notizie per le importazioni. Se la gente e le imprese son pi povere (per la conseguente crisi di risparmio privato), caler la domanda di prodotti esteri M e il saldo X-M migliorer, come sta ora capitando nellUnione Monetaria Europea (UME) Per la legge della domanda e dellofferta che regola le valute mondiali, una situazione simile comporta necessariamente una rivalutazione della moneta dellUME (il nostro EURO), il che naturalmente comporta che i beni prodotti nellunione stessa diventano pi cari e meno appetibili per lestero Ops, ma questo vuol PROPRIO dire che le esportazioni X son destinate a calare inesorabilmente, annullando il beneficio. Fallimento TOTALE delle politiche di austerit. Ed una cosa comprensibile ad ogni studente del primo anno di economia. Vero Giannino di Accelerare il Declino? Nessuna politica di taglio della spesa pubblica (anche se improduttiva), di licenziamento dei dipendenti pubblici o di aumento della tassazione avr effetto, se il denaro risparmiato non verr rispeso in attivit di altro genere o in politiche di piena occupazione, aumentando la ricchezza privata del sistema Spendere meglio, SI. Spendere meno, NO! Aumentare disoccupazione MAI!

Al Giannino non far sapere...

Un recente studio del fondo monetario internazionale ha finalmente ammesso la correlazione negativa fra stretta fiscale (riduzione della spesa dello stato/tassazione) e crescita. Non esiste alcuna austerit espansiva! Per ogni punto di PIL di contrazione, il PIL cala di 1.6 punti E per i 2.5 punti di PIL annui del fiscal compact il calo sar -4!!!!

Spread e rapporto debito/PIL

R=0. NESSUNA correlazione esiste tra depito pubblico e spread!!!! Ma il debito pubblico italiano non era l'insostenibile causa della CRISI??

Fonte: Elaborazione del prof. G.Rinaldi su dati Financial Times

Rapporto debito/PIL e crisi

Negli anni precedenti alla crisi, con l'eccezione del Portogallo, tale rapporto era in DIMINUZIONE nei PIIGS e in AUMENTO in Francia e Germania che spesso ci han bacchettato in materia!

Eh, ma direte voi... noi eravamo COMUNQUE pi alti... partivamo da un debito maggiore... e infatti... Fonte: Elaborazione Goofynomics su dati World Economic Outlook

Rapporto debito/PIL e crisi (2)

E infatti una bella SEGA! La crisi di fatto iniziata nei paesi con il debito pubblico inferiore (Grecia a parte) e pure in trend di diminuzione La colpa della crisi NON il debito pubblico, tutto ci che si vuol fare per abbatterlo (incluso il fiscal compact) una soluzione mal posta che non risolver NULLA della crisi in s... Nei PIIGS si nota invece un ENORME problema di indebitamento PRIVATO!!! Fonte: elaborazione di
http://intermarketandmore.finanza.com

su dati delle banche centrali europee (2009)

Rapporto debito/PIL e crisi (3)

La conferma arriva dalla Commissione Europea stessa!!! La Commissione europea ha studiato la sostenibilit dei debiti europei in funzione dell'invecchiameno della popolazione previsto (pensioni, sanit, disoccupazione, etc.) Rispettando il fiscal compact, il debito pubblico italiano il terzo pi sostenibile in Europa a medio termine!!!

Fonte: Commissione Europea - Fiscal Sustanaibility Report 2012

http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/pdf/ee-2012-8_en.pdf

Rapporto debito/PIL e crisi (4)

E se ignorassimo la tremenda austerit fiscale ventennale del fiscal compact (50 miliardi di esborso annuo...)? In questo caso, secondo la Commissione, il debito pubblico italiano IN ASSOLUTO IL PIU' SOSTENIBILE A LUNGO TERMINE in Europa!!! Solo Italia e Lettonia sono sostenibili, il resto d'Europa no! Il Fiscal Compact va RIGETTATO!

Fonte: Commissione Europea - Fiscal Sustanaibility Report 2012

http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/pdf/ee-2012-8_en.pdf

Lavoro e capitale

Le nazioni non si scambiano solo merci (X-M), ma anche fattori di produzione: lavoratori e capitali. E questi scambi hanno un risultato economico, cio producono dei redditi, che quindi, ovviamente, devono entrare nel conto del reddito della nazione stessa (o PIL) Se un lavoratore italiano va a lavorare in Francia, restando per italiano, verr pagato in Francia, ma di norma porter in Italia (dove vive) i soldi che guadagna. Questi soldi, dal punto di vista italiano, sono redditi da lavoro attivi (perch entrano). Per la Francia sono passivi (perch escono). Se invece un francese che viene a lavorare in Italia, succede la cosa uguale e contraria E se invece un capitale italiano che va all'estero? Se un risparmiatore italiano acquista unobbligazione emessa dalla societ francese Total, questa prende i soldi, li fa fruttare oculatamente e poi paga gli interessi al risparmiatore italiano. Quando Total paga gli interessi, questi sono redditi da capitale attivi per lItalia. Altro esempio: un risparmiatore tedesco acquista un Btp italiano. Quando lo Stato italiano gli paga gli interessi, questi sono redditi da capitale passivi per lItalia Come il saldo degli scambi di merci X M si dice bilancia commerciale o saldo commerciale o esportazioni nette, il saldo dei redditi da lavoro e da capitale si chiama redditi netti dallestero o RNE

Saldo delle partite correnti

La variabile pi importante per valutare le condizioni di salute finanziaria di un paese data dal saldo delle partite correnti o CA, dallinglese current account balance. Esso la somma algebrica dei saldi commerciale e dei redditi: CA = X M + RNE

Esempio: un paese esporta 10, importa 5, ma siccome ha molti debiti con lestero paga allestero 7 di interessi sui suoi debiti. Risultato? Si avr CA = 10 5 + ( 7) = -2

In pi accade che i lavoratori transfrontalieri riportano a casa un reddito pari a 4. In questo caso i redditi netti dallestero sono RNE = 4 7 = - 3 (quattro di redditi da lavoro in entrata e sette di redditi da capitale in uscita). Il CA diventa: CA = 10 5 3 = 2

Un paese pu trovarsi a dipendere dallestero, pur essendo competitivo commercialmente, semplicemente perch si indebitato troppo in passato (oggi dipende finanziariamente dallestero perch ieri era dipeso commercialmente dallestero). Potrebbe esportare forza lavoro, ma oltre ai nefasti effetti sociali, la remunerazione dei capitali ben pi variabile e rischiosa di quella dei lavoratori (gli stipendi non raddoppiano in un anno!)

Saldo delle partite correnti (2)


Il saldo delle partite correnti CA sintetizza la dipendenza di uneconomia dal resto del mondo. Infatti, se negativo, ci significa che:

il paese dipende troppo dalle merci del resto del mondo (cio importa pi merci di quelle che esporta) oppure il paese dipende troppo dai fattori produttivi del resto del mondo, e quindi paga pi stipendi, profitti, interessi allestero di quanti non ne riceva dallestero oppure entrambe le cose (importa troppe merci e troppi fattori produttivi) Ora, si d il caso che quando una famiglia, o un paese, non ce la fanno con le proprie forze, fatalmente devono indebitarsi... Fonte: Elaborazione Goofynomics su dati del Fondo Monetario Internazionale

Il reddito delle nazioni

In cosa differisce il prodotto INTERNO da quello NAZIONALE? Il prodotto INTERNO fa riferimento a un concetto geografico: redditi prodotti/percepiti allinterno di territorio, indipendentemente dalla nazionalit/residenza di chi li ha prodotti/percepiti. Il prodotto NAZIONALE fa riferimento a un concetto di residenza: redditi prodotti/percepiti dai cittadini di una nazione indipendentemente da dove li hanno prodotti/percepiti. La differenza proprio RNE, i redditi netti dallestero. Si ha: YN = Y + RNE

Di norma i paesi con redditi nazionali minori di quelli interni sono molto dipendenti dall'estero e/o indebitati con esso. Ricordiamo che il PIL era: Y=C+I+XM

Il reddito nazionale allora: YN = C + I + X M + RNE cio la somma di consumi, pi investimenti, pi saldo delle partite correnti! YN = C + I + CA

Il reddito delle nazioni (2)

Il risparmio di una nazione si definisce come saldo di reddito meno consumo S N = YN C

Ma se YN = C + I + CA si ha, portando C a sinistra YN C = I + CA ovvero: SN - I = CA

Il saldo delle partite correnti CA, uguale alla differenza fra risparmio nazionale e investimento In economia chiusa, per intermediazione della finanza, risparmio e investimento coincidono S = I. Se una nazione vuole comprare macchinari o costruire capannoni industriali deve risparmiare abbastanza da poterselo permettere. Ma in economia aperta i soldi possono venire da un altro paese CA, che sintetizza la dipendenza relativa di un paese dalle merci e dai fattori del resto del mondo, misura anche il suo indebitamento (se negativa) o accreditamento netto (se positiva) La dipendenza di un paese dal resto del mondo ha quindi anche una dimensione finanziaria: dipendo dagli altri anche se genero poco risparmio rispetto alle mie necessit, o voglio finanziare troppi progetti rispetto alle mie possibilit

La posizione netta sull'estero

Quando un soggetto presta soldi allestero (ad es. a unazienda estera comprando una sua obbligazione, a un governo estero comprando un suo titolo, o direttamente facendo credito a un fornitore estero), le sue attivit finanziarie sullestero (AFE) aumentano: ha pi crediti verso lestero, che suo debitore Viceversa, se i soldi se li fa prestare (se vende unobbligazione privata o un titolo pubblico allestero, se compra beni esteri a credito, ecc.) aumenter le sue passivit finanziarie sullestero (PFE), che ora suo creditore La posizione netta sull'estero PNE data da PNE = AFE PFE Si parla di debito estero quando un paese ha una posizione netta sullestero negativa. Ad esempio se un paese ha 100 di crediti verso lestero (AFE=100) e 120 di debiti verso lestero (PFE=120), la sua posizione netta sar PNE = AFE PFE = 100 120 = -20 Ha poco senso soffermarsi su AFE e PFE singolarmente, conta il loro saldo A livello macroeconomico la PNE rappresenta perci l'ammontare netto del debito (o del credito) di uno stato col settore estero nell'istante considerato

La posizione netta sull'estero (2)

Se il paese risparmia, riesce a ridurre il proprio debito o ad aumentare il proprio credito. Se invece spende troppo, aumenter il debito o si ridurr il credito Quindi il saldo delle partite correnti sta al debito estero come il fabbisogno (o deficit) pubblico sta al debito pubblico Esempio: nel 2010 hai una PNE2010 = -30 (valutata a fine anno). Durante il 2011 risparmi 20 e investi 15, quindi CA2011 = 20 15 = 5. A fine anno la tua PNE migliora: sar PNE2011= -30+5=-25. Passi da un debito estero di 30 (cio da una PNE di -30) a un debito estero di 25 (cio a una PNE di 25), e hai meno debiti con lestero perch hai risparmiato Si ha quindi CA = SN - I = PNE PNE-1

Il saldo delle partite correnti coincide con la differenza fra risparmio e investimento, cio con la variazione della posizione netta con lestero. Se positiva, il nostro debito netto si riduce o il nostro credito netto aumenta. Se negativa, il contrario Per i dettagli sulla metodologia di calcolo della PNE si rimanda a
http://www.mecon.gov.ar/cuentas/internacionales/documentos/international_investment_position_methodology.pdf

Tirando le somme...

Tutti gli stati principali dell'unione monetaria europea (tranne Germania e Olanda) hanno posizione netta sull'estero negativa, cio ogni anno si indebitano progressivamente di pi verso l'estero Come vedremo, i debiti verso l'esterno dell'eurozona sono trascurabili Il creditore in pratica solo uno...la Germania, che ha beneficiato di pi di 20 anni di differenziali di inflazione e tassi di interesse favorevoli verso il resto dell'UME, che ha perso la difesa della svalutazione I tassi di interesse ridotti hanno comportato per il centro una grande esportazione di capitali (ad es. mutui e finanziamenti) verso i PIIGS, che si sono indebitati sempre di pi verso il centro Europa

Fonte: Elaborazione Goofynomics su dati del Fondo Monetario Internazionale

Spread e PNE (NIIP in ingl.)

R=0.76. Lo spread dipende all'80% dalla posizione netta sull'estero!!! Non certo dal debito pubblico o da Berlusconi! E' chiaro. Se in Italia c' un flusso di soldi in ingresso, pi probabile che riusciremo a rimborsare debito e interesse e meno che dichiariamo DEFAULT!!!

Fonte: Elaborazione del prof. G.Rinaldi su dati Wikipedia 2009

La bilancia dei pagamenti

La bilancia dei pagamenti (BDP) uno schema contabile che registra le transazioni ed i trasferimenti economici intervenuti tra i residenti ed i non residenti di un'economia ECCEZIONI:le attivit o passivit finanziarie nei riguardi dell'estero (vedasi il saldo delle partite correnti per quelle) e le transazioni valutarie tra banche italiane La BDP analizza quindi l'identit contabile: Conto Corrente + Conto capitale + Conto Finanziario = 0

Conto Corrente: porta all'acquisizione o perdita di ricchezza sull'estero. Comprende le transazioni in beni, servizi, redditi e in parte dei trasferimenti unilaterali (quelli con finalit di finanziamento del consumo e denominati correnti) Conto capitale: le transazioni aventi per oggetto la parte residua dei trasferimenti unilaterali (definiti in conto capitale, in quanto connessi ad aumenti del capitale fisso di un'economia) e le acquisizioni o cessioni di attivit non prodotte, non finanziarie (quali ad esempio brevetti e licenze). Voce secondaria. Conto Finanziario: le transazioni su attivit e passivit finanziarie, divise in vari livelli classificatori. Il primo livello di tipo funzionale e prevede la ripartizione dei flussi in investimenti diretti, di portafoglio, derivati e altri investimenti

La bilancia dei pagamenti (2)

Il deficit/surplus nel Conto Corrente l'unico che determina una variazione nella ricchezza dello stato considerato (partite correnti...) Conto capitale e Conto Finanziario non determinano invece alcuna variazione Si registrano tra i crediti in BDP:

le esportazioni di beni e servizi il percepimento di redditi da lavoro/capitale e di trasferimenti unilaterali dall'estero le cessioni di attivit non prodotte non finanziarie Le transazioni che determinano una riduzione delle attivit finanziarie sull'estero o un aumento delle passivit

Si registrano tra i debiti in BDP le transazioni relative ai casi opposti

Fonte: Banca d'Italia 2005 - MANUALE DELLA BDP E DELLA POSIZIONE CON L'ESTERO DELL'ITALIA, pag. 11

La bilancia dei pagamenti (3)

Fonte: Banca d'Italia 2005 - MANUALE DELLA BDP E DELLA POSIZIONE CON L'ESTERO DELL'ITALIA

L'Italia ha un fondamentale problema di spesa in prodotti energetici, da cui dipendiamo molto dall'estero Abbiamo servizi piuttosto inefficienti Troppi redditi e trasferimenti verso l'estero Eccessivi investimenti diretti esteri su cui paghiamo oneri di vario genere Fonte: Banca d'Italia 2005 - MANUALE DELLA BDP E DELLA POSIZIONE CON L'ESTERO DELL'ITALIA

La situazione non va migliorando col tempo La BDP in deficit persistente un grosso ostacolo alla crescita della nostra economia (legge di KaldorThirwall)

Fonte: Banca d'Italia 2005 MANUALE DELLA BDP E DELLA POSIZIONE CON L'ESTERO DELL'ITALIA

BDP: impatto della spesa energetica

Secondo i criteri del FMI e del Sec95 le esportazioni e le importazioni devono essere valutate fob (franco frontiera nazionale) Le importazioni vengono quindi depurate delle spese di trasporto e assicurazione gravanti sulle merci al di l del punto di valutazione Fonte: Banca

d'Italia (solito)

BDP: dipendenza commerciale dall'estero

Il nostro bilancio commeciale con il resto dell'eurozona quasi nullo (siamo leggeri importatori) La Francia il destinatario principale del nostro export, la Germania invece il nostro principale fornitore (per i motivi di cambio reale di cui si discusso) Invece siamo in deficit verso l'esterno dell'eurozona Cina, OPEC e Russia sono i nostri principali fornitori (principalmente di prodotti energetici) Stati Uniti e Svizzera apprezzano invece il nostro export Tolte le spese energetiche, restiamo un paese ESPORTATORE, nonostante tutto. Con un cambio fisso e sopravvalutato del 20% circa. Pensate SENZA...

BDP: impatti della crisi sull'export


La crisi economica ha DEMOLITO la competitivit del nostro export, specie in alcuni settori:

Made in Italy (osteggiato dall'UME in ogni modo) Mezzi di trasporto (ehhh, il caso FIAT...) Non solo crisi, anche stata una serie di precise scelte economiche!

BDP: costo dei servizi


I servizi sono un altro punto su cui porre attenzione!

Si notano eccessivi costi dei trasporti (costi elevati dei carburanti, costi delle autostrade) Elevati costi delle assicurazioni (si pensi alle RCA) Elevati costi dell'informatizza zione (occorre puntare sul software libero)

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