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DEL POPOLO
dalmazia
An no 0 VI 201 n. 55 o n g u i Sabato, 12 g
Pagine 6 e 7 IL PROLOGO
Zvonimir Vrani, sindaco di Zara, non teme che il capoluogo della Dalmazia settentrionale possa perdere il suo peso geopolitico in seguito a una nuova ripartizione territoriale del Paese in chiave regionalista Gli spalatini per non sono per niente convinti di questo. Ragion per cui, paradossalmente, forse il principale ostacolo alla regionalizzazione rappresentato in questo momento dai campanilismi: i quattro centri maggiori si tengono ben strette le loro attuali Contee e sar difcilissimo convincerli a... mollare losso. A meno che di pari passo alle Regioni, non si inventino pure le province, magari con il nome attuale di Contee. Potrebbe essere lunico modo per accontentare tutti e avere... la botte piena e la moglie ubriaca.
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l dizionario dellAccademie Franaise del 1694 chiamava sauvages (selvaggi) quei popoli che vivevano nelle foreste senza ssa dimora, pi come bestie che come uomini. E, sempre sul limitare del secolo XVIII, per indicare coloro che la civilt non aveva raggiunto e doveva raggiungere, si sostituiva spesso la parola sauvage (selvaggio) col termine barbare (barbaro). Noi siamo innocenti, noi siamo felici: a pronunciare queste parole un anziano abitante di Tahiti, nel Supplemento al viaggio del signor di Bougainville, unopera del 1772 il cui autore lenciclopedista Denis Diderot. Il mito del buon selvaggio raggiunge il suo apice proprio alla ne del Settecento, presentando uomini che vivono in una specie di societ perfetta, non contaminata dal delitto, capaci di armonia con la natura, generosi e altruisti, innocenti, estranei al mentire, dotati di coraggio, salute, intelligenza innata e spontanea. Voltaire (Franois-Marie Arouet) si ribell alla credulit dimostrata da quanti, prestando fede a racconti inverosimili di viaggiatori inattendibili, accreditavano questo mito, contrapponendogli un altro mito, quello del cattivo selvaggio, cio la malvagit della natura umana. E tra i selvaggi, il losofo, scrittore, drammaturgo e poeta francese citava (nel suo Filosoa della storia, che serv da proemio al suo Saggio sui costumi scritto nel 1740 e pubblicato nel 1754), ai primi posti, i Morlacchi. Insieme a Islandesi, Lapponi e Ottentotti, per Voltaire erano dei selvaggi che agivano secondo i loro istinti (come le formiche, le oche, le pecore), e la Dalmazia, insieme alla Polonia e allUcraina, erano per lui Paesi europei che nel corso del progresso storico potevano diven-
questi e altri interrogativi e lacune risponde il volume di Beker, prima opera che affonda nellargomento combinando approcci letterari, antropologici, storici e culturali, analizzando i documenti e le varie opere sui Morlacchi; il tutto supportato da una ricca bibliograa. Beker riscopre alcuni contributi storici sul tema, a partire da quello del musicista, medico e letterato italiano di Spalato, Giulio Bajamonti che conobbe il Fortis, intrattenendo con lui un ampio epistolario , autore de Il morlacchismo dOmero(Padova 1797, ridotto successivamente in versi latini dallamico Giorgio Ferich di Ragusa) e il lavoro della pedagogista austriaca Camilla Lucerna, Die Sdslavische Ballade von Asan Agas Gattin und ichre Nachbildung durch Goethe (Berlino 1905). Beker ricostruisce la discussa identit dei Morlacchi e il fenomeno del morlacchismo nella letteratura europea, dallentusiasmo dei grandi autori a cavallo tra classicismo e Romanticismo, alle tracce rimaste negli scrittori slavi contemporanei.
stato lorientalismo (...). In un certo denso il morlacchismo potrebbe essere considerato una sottospecie dellorientalismo. E seppure lo stesso concetto di morlacchismo non sia univocamente denito, Beker cerca di spiegare come e perch i Morlacchi sono riusciti ad affascinare ed entusiasmare autori quali Goethe, Mme de Stal, Nodier, Federici, Mrime, Mickiewicz, Pushkin, Tommaseo, Casotti... no addirittura a H. G. Welles e Marguerite Yourcenar.
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Morlacchi in Dalmazia
Il viaggio di Fortis massero un insieme geograco, nellOttocento, dopo il Congresso di Vienna (1815-15), con lintroduzione del principio di registrare i conni politico-amministrativi di stati e regioni, tali generiche denominazioni scomparvero dalle carte geograche e i Morlacchi si volatilizzarono geogracamente, anche se la realt geograca continu a essere misticata dalla letteratura. ne attribuito un ruolo attivo risale al giugno del 1352 e riguarda il commercio del sale: Venezia consente al Consiglio cittadino di Zara di trattenere una parte della merce che i Morlacchi e altri esportavano per via terra. Saranno proprio i Veneziani, che subito distinsero i Morlacchi dagli altri Slavi, a estendere il concetto di Morlacco a tutti i nuovi venuti sulla terraferma (cio oltre il conne fra il dominio della Serenissima e quello ungherese, in seguito ottomano), tanto che pi tardi il nome indicher tutti gli abitanti dellinterno, compresi quelli dei territori ceduti dai Turchi a Venezia no alla Pace di Passarowitz del 1718.
La Morlacchia nel XVII secolo pubblica di San Marco tanto un problema per lamministrazione quanto una risorsa da utilizzare per mantenere lordine costituito e strumento contro i Turchi, indispensabili tanto per la guerra quanto per lattivit economica della Dalmazia spopolata. Era necessario attirare nuove genti rileva Beker nel capitolo sui Morlacchi nei documenti dalmati e veneziani . Primo sostenitore di questa politica fu il generale Leonardo Foscolo. Una politica, la sua, che modic lidentit morlacca in Dalmazia: dopo aver conquistato Novegradi nella primavera del 1647, il generale avvi trattative con i Morlacchi residenti in territorio turco, promettendo loro migliori condizioni e il possesso di terreni se fossero passati dalla parte della Serenissima come suoi sudditi. Dallanalisi delletonimo che pu anche diventare esonimo ed edonimo e delle prime tracce scritte della loro presenza, cos come pure del loro ruolo nellottica veneziana, Beker prosegue il suo percorso tra la costa dalmata e le alpi dinariche soffermandosi sullidea dei Morlacchi come selvaggi buoni, non corrotti, e dellimmagine che di essi trasmetter allOccidente lopera di Alberto Fortis. Beker riporta anche la polemica sollevata dal suo libro, le critiche subite in Italia, i contrasti di vendute con Carlo Gozzi il drammaturgo e scrittore veneziano, considerato leterno rivale di Goldoni , che dei Morlacchi aveva una visione tuttaltro che positiva (che den una specie di antropofaghi), come pure laporto di Giulio Bajamonti, che pu essere considerato lantesignano del morlacchismo. stine Wynne, che inuenz sensibilmente gli spiriti letterari (e non) dellepoca, per poi passare alla morlaccomania che invest autori importanti, europei e dalmati. Poi, sul nire dellOttocento, i Morlacchi diventeranno gure sempre pi evanescenti, no a trasformarsi in fantasmi di fronte allavanzare della letteratura nazionale e della cultura nazionale. Rimescolati ormai parecchie volte con le altre popolazioni, si confonderanno nel quadro nazionale croato oppure serbo, a seconda della confessione religiosa cattolica oppure ortodossa. Cadr cos una specie di oblio sul nome e sul concetto di Morlacchi. Del resto, come afferma Beker, spesso lelaborazione delle culture nazionali ponendosi in sintonia con la nazione e la costruzione dello Stato corrispondente ha richiesto (o tende a richiedere tuttora) leliminazione delle culture locali, regionali o periferiche. Questo accaduto in maniera radicale nel Nuovo Mondo, ma succedeva e succede anche in Europa: a varie forme di cultura popolare, tradizioni etniche, letterature regionali, dialetti ecc. Lappartenenzza regionale sembrava un ostacolo allambita uniformit nazionale. E lidentificazione morlacca nel migliore dei casi poteva essere vista come regionale. Il progetto linguistico unitario, che ha dato luogo alla standardizzazione basata sulle parlate tokave, ha fatto s che tale tendenza alleliminazione del diverso persista tuttora nelle letterature tokave. (...) logico che tale tendenza si rivolga contro il concetto di nazione morlacca (...). Insomma, i Morlacchi vengono assorbiti dalla cultura nazionale, diventando in alcune letterature come qualle croata espressione genuina dello spirito del popolo: i Morlacchi sono finalmente integrati nelle nazioni dellentroterra dalmato, compresa lErzegovina. Oppure gli abitanti del luogo si sono morlachizzati in modo omogeneo, rendendo inutile e superflua qualsiasi immagine particolare dei Morlacchi quali soggetti letterari, conclude lautore.
Fantasmi letterari
Si esplorano di seguito gli studi di un viaggiatore, rimasto anonimo, autore di uninformazione indirizzata allimperatrice Maria Teresa, ma anche la costruzione di un immaginario stereotipato del Morlacco; quindi il successo della Canzone dolente della nobile sposa dAsan Aga, quello del romanzo Les Morlaques di Ju-
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cevette cos in dote due barche da quattro, una da due e una speciale per ben 14 persone. Tra le prerogative principali di questa societ spicc fin dallinizio quella di sviluppare lamore dei giovani verso il mare. E questo, come auspicato, non soltanto a Spalato, ma in tutto il Paese. Nel 1921, dopo aver profuso enormi sforzi, alla periferia della citt venne costruita la prima sede della societ che venne ufficialmente inaugurata il 16 ottobre 1921. Fin da subito, grazie al grande interesse che il canottaggio era riuscito a suscitare in Dalmazia, si pensava di poter andare incontro a risultati lusinghieri. Non cera solo la grande volont, cerano pure lo spirito giusto e le nozioni adeguate per indirizzare i giovani spalatini verso grandi traguardi. Gi in questi primi anni tra i giovani soci erano emersi quelli che sarebbero poi divenuti grandi campioni: Marin Lemei, Dalibor operava alla grande, potremmo dire senza badare a spese.
SPORT I rematori del capoluogo hanno dominato per decenni la scena nazionale, imponendosi pure nelle competizioni allestero (1 e continua)
Praga, la culla del canottaggio spalatino: una storia nel segno dei trion
di Igor Kramarsich (kigor@edit.hr)
Il mondo del canottaggio a Spalato ha origini lontane. Agli albori di questo sport la citt dalmata era gi allavanguardia e dettava legge non solo a livello nazionale. Gli spalatini della Gusar si erano fatti valere n dai primi anni ed avevano colto importanti successi anche a livello mondiale e olimpico. Vediamo la storia di questa societ che ha quasi 100 anni. a storia del canottaggio spalatino inizia a Praga?!? Pu sembrare strano e incredibile, ma questa la realt. Come per lHajduk di calcio la nascita di questo sport nella citt dalmata e non solo l, lo si deve a dei giovani studenti che soggiornavano a Praga e che si erano appassionati alle nuove attivit agonistiche in voga allinizio del XX secolo. Cos curiose, cos innovative, cos interessanti. Praga allepoca era allavanguardia nel mondo dello sport. Numerose erano le manifestazioni sportive che si svolgevano nellarco dellanno. Tra laltro venivano disputate diverse gare di canottaggio nella Voltava, il fiume che passa attraverso la principale citt della Boemia. Un fiume lungo e largo: un campo pressoch ideale per le competizioni di questo nuovo sport. Tra i tanti spettatori sulle rive della Voltava cerano pure diversi studenti spalatini. Lidea di trapiantare questo tipo di competizione nella natia Spalato venne in primis ad Fabjan Kaliterna e Ivo Stalio. Come ci stato tramandato nel caso della nascita dellHajduk, cos pure il Gusar, stando alle cronache, vede i natali in un bar praghese, il Blesk. Per a differenza dellHajduk a Praga non viene fondato il Gusar, ma vengono gettate le basi per la sua fondazione, vengono raccolte le informazioni di fondo sui canotti, sulle gare e su tutto quello che rende questo sport interessante e affascinante. La storia ufficiale narra che a dare impulso agli spalatini perch iniziassero a pensare seriamente a sviluppare il canottaggio in Dalmazia. fu la classica gara praghese Primorska osma che si tenne nellestate del 1912.
Avevano studiato a fondo il tutto e allinizio 1914, tornati a casa, si erano rimboccati le maniche e avevano avviato liter per dare tutti i crismi dellufficialit al Gusar. Il 5 marzo 1914 si tenne lassemblea costitutiva. In linea con quanto era stato deciso ancora due anni prima, alla carica di presidente venne nominato Ivo Stalio (che ricopr poi per decenni questo incarico). Nella prima presidenza entrano pure Fabjan Kaliterna, Vjekoslav Lav, Andeo Katalini, Juraj Vrankovi, Ivo Karaman, Leo Grisogono e Novak. Il primo e inevitabile problema fu quello di reperire risorse finanziarie. Le barche e i remi gi allepoca erano cari. Per i giovani armati di entusiasmo si impegnarono a fondo nella ricerca di fonti di finanziamento e nel girodi pochi mesi riuscirono a raccogliere ben sei mila corone doro. Una cifra che gi a luglio consent di disporre di diverse barche e di gettare le basi per la sede e il capannone delle societ. A luglio inoltre vennero messe a punto e approvate le regole della societ.
I vincitori del campionato nazionale del 1922: J. Kodl. M. Milanovi, P. Pavlovi, E. Bulat e il timoniere Miro Nisiteo tabilmente il Gusar fu tra i fondatori. Un rinnovato slancio alla societ lo diede lingaggio di uno straniero! Infatti da Londra, dal National Sporting Club, arriv
Lotto con che ha remato ai campionato europei del 1924: Miro Luki, Josip Gattin, Milan Milanovi. Luka Kaliterna, Vlado Buan, Duko eelj, Dalibor orak, Aleksandar Vuki e il timoniere Kamilo Roi. Dubokovi, Mate Pai, Josip Kodl e il timoniere Kamilo Roi). Nellautunno dello stesso anno venne deciso di ampliare il porto cittadino e cos sia il Gusar che lAdria rimasero senza le proprie sedi e i posti per le barche. A dare le spese di questa difficile situazione fu lAdria che si sciolse. Tutti i soci e barche passarono al Gusar che trov una sede provvisoria nella sede della societ di nuoto dei Baluni nella baia di Sustipan. Archiviati questi problemi, nel corso dellAssemblea della Federazione il 15 novembre a nuovo presidente fu nominato il leader storico del Gusar: Ivo Stalio. E Stalio ricopr questo importante ruolo fino al 1934, ossia fino a quando la Federazione rimase a Spalato, prima di essere trasferita a Sebenico. moniere Josip Kodl. Disputarono unottima finale. Furono in testa quasi fino alla fine. Quando erano ormai a un passo dalla vittoria ci fu un imprevisto che mand tutto a monte: si scontrarono, infatti, con la barca della Svizzera. Alla fine si piazzarono al quinto posto. Troppo poco per un equipaggio formidabile come quello dalmata. al 1936. Per la Jugoslavia vinsero largento: Drago Glavinovi, Josip Gattin, Mice Ljubi, Emil Brainovi, Petar Kuko, Josip Mrkli, Andro eelj, Duko eelj e il timoniere Kamilo Roi.
Il primo campionato
L8 settembre 1923 a Crikvenica ci fu il primo campionato nazionale. A partecipare furono sei societ: Krka di Sebenico, HVK di Zagabria, Neptun di Ragusa (Dubrovnik), Gusar e Adria di Spalato e il Vukovar di Vukovar. Il campionato fu segnato dal dominio pressoch incontrastato del Gusar. Gli spalatini vinsero nel quattro con: Aleksandar Vuki, Luka Kaliterna, Miro Luki, Edo Bulat e il timoniere Kamilo Roi. Con la stessa squadra (meno il timoniere) vinsero pure nel quattro senza. Vinsero pure nellotto con. Per fu una gara senza concorrenza alcuna. Infatti a questo primo campionato soltanto il Gusar si presento con una barca del genere. Ragion per cui fu una corsa solamente a carattere dimostrativo. Gli spalatini fecero segnare un ottimo tempo di 7 e 37. Grazie al predominio in questo primo campionato il secondo, quello del 1924, fu disputato a Spalato dal 16 al 17 luglio. Inevitabile fu anche questa volta il dominio totale del Gusar. Il club spalatino si impose nellotto, quattro e due senza e nel quattro e otto con. Nellotto con si imposero: Aleksandar Vuki, Milan Milanovi, Luka Kaliterna, Vlado Buan, Duko eelj, Miro Luki, Dalibor orak, Edo Bulat e il timoniere Kamilo Roi. Nel quattro con vinsero: Aleksandar Vuki, Miro Luki, Josip Gattin e Andro eelj. Fu insomma un campionato tutto nel segno del Gusar e del nuovo allenatore Jackson che aveva imposto ai vogatori i suoi rigorosi allenamenti e portato i giovani a livelli impensabili.
Galeotta fu la guerra
Un problema che per non riuscirono a risolvere fu la guerra. Dopo pochi mesi dallinizio dellattivit del Gusar scoppi il primo conflitto mondiale. Per anni pure questo sport rimase paralizzato quasi del tutto. Finita la guerra, nel 1919 si ripart subito in quinta. Furono subito tanti i giovani che si vollero affacciare a questo nuovo sport. Grazie a questa ondata di entusiasmo e allimpegno della dirigenza, il 9 novembre 1919 fu convocata la nuova Assemblea per rifondare la societ. Il primo grande impulso venne da Zara. Due anni Infatti in quellanno con il passaggio di Zara sotto legida del di preparativi Regno dItalia la locale Jadran Prima di lanciare liniziati- venne sciolta e tutte le barche va i giovani studenti spalatini furono portate a Spalato. La sosi erano preparata per due anni. ciet del capoluogo dalmata riLotto con in una foto del 1923
Scontro a Lucerna
Nel 1926, rafforzatasi finanziariamente, la societ gett le basi di un progetto che doveva portare alla costruzione di una nuova sede, ora non solo di legno, nel rione di Matejuki. Nei campionato nazionali tenutisi a Novi Sad ci fu un ulteriore dominio del Gusar che vinse nel due con, nel quattro con e nellotto. Due settimane dopo la vittoria nei campionati nazionali, la squadra dellotto con partecip a nome della Jugoslavia ai campionato europei di Lucerna. A farne parte furono: Mate Dubokovi, Ivo Antievi, Zdenko Kirchmajer, Petar Rai, Vlade Buan, Duko eelj, Kao Buan, Josip Gattin e il ti-
A Belgrado fu un successo
Nel 1932 Belgrado organizz i campionati europei. E fu un successo. Nel quattro con arriv il primo oro. A vincerlo furono: Petar Kuko, Jakov Tironi, Luka Marasovi, Bruno Marasovi e il timoniere Miro Kraljevi. Nel due si imposero Davor Jelaska e Josip Gattin. E infine arriv pure il tanto atteso successo nellotto con. Stravinsero, con ben due lunghezze di vantaggio davanti ai fortissimi ungheresi, Vjekoslav Rafaeli, Ivo Fabris, Elko Mrdulja, Jure Mrdulja, Petar Kuko, Jakov Tironi, Luka Marasovi, Bruno Marasovi e il timoniere Miroslav Kraljevi.
La prima dirigenza Peruzovi, Luka Kaliterna, Leo Lemei, Duko eelj, Aleksandar Vuki, Vlade Buan, Josip Kodl, Kreo e Dalibor orak, Milan Milanovi, A. Danilo, V. aki, Kamilo Roi, Andro eelj, Mate Dubokovi, Petar Vitezica, Kirchmajer, K.Buj e tanti altri. Sempre nellarco del 1921 vennero pure acquistate nuovi canotti: un altro da quattro e uno da due. Nel 1922 venne acquistato il primo remo da otto e ordinato un altro. Insomma si prima vera trasferta. Il Gusar partecip ad una gara a Belgrado per barche da quattro con. Gli spalatini si imposero subito davanti alla squadra della Jadran di Suak. A vincere furono Josip Kodl, Milan Milanovi, Pero Pavlovi, Edo Bulat e il timoniere Miro Nisiteo. a Spalato A.H. Jackson per assumere lincarico di allenatore. Si trattava di una persona esperta in grado di imprimere un impulso decisivo alla sosciet. Nel 1923 a Spalato ci fu la prima vera gara tra le due societ cittadine, Gusar e Adria. A prevalere quel 15 agosto fu il Gusar con tre vittorie, tre secondi e un terzo posto. Fu una gara che ebbe grande pubblicit e che vide in riva al mare migliaia di spettatori.
I campioni europei del 1932: Vjekoslav Rafaelli, Ivo Fabris, Elko Mrdulja, Jure Mrdulja, Petar Kuko, Jakov Tironi, Luka Marasovi, Bruno Marasovi e il timoniere Miroslav Kraljevi
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11 ottobre 1981 si tenne a Venezia nella prestigiosa Sala dello Scrutinio in Palazzo Ducale lassemblea conclusiva dei
ARTE Tullio Crali ricordato nel centenario della nascita. Il prestigioso artista ha fatto onore alla sua
Futurismo giuliano: Marinetti, Sanzin, Danieli, Censi e Crali nella sede Rai di Trieste nel 1932 settembre 1953 alla 1.ma Mostra degli Artisti Giuliano-dalmati che si era tenuta nella Sala Napoleonica in piazza San Marco, organizzata dal Comitato di Venezia dellAssociazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, della quale Raffaele Cecconi aveva curato lufcio stampa e la segreteria.
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Uninteressante guida italiana
reopittura e nello stesso anno Marinetti, fondatore del futurismo, accoglie nel movimento il giovane Crali. In queste due date segnato il destino delluomo. Crali sar un aereopittore futurista. Gli inizi non sono certamente facili, ma il fatto che trovi in s stesso la forza di continuare signica che ha intrapreso la strada giusta. Crali, a differenza di molti che ritengono che il futurismo si sia esaurito con la prima guerra mondiale, ritiene invece che il movimento sviluppatosi fra le due guerre abbia superato la sua fase romantica, segnando una fase di transizione verso nuovi valori. Ho detto aereopittura futurista. Ma che cos laereopittura futurista? Certamente non solo aereoplani in cielo o paesaggi visti dallalto. Laereopittura porta la sua attenzione non allaereoplano ma alluomo di volo; si pregge cio di scoprire e tradurre plasticamente le sensazioni, le emozioni, lo stato danimo del pilota. A pochi mesi dalla nascita, la famiglia di Crali si trasferisce a Zara e nella citt dalmata frequenta le scuole elementari di San Grisogono. Dir in una sua intervista ad un noto settimanale nazionale: Laeroplano entrato nella mia vita quando avevo nove anni. Stavo a Zara e la guerra era appena nita. Un idrovolante italiano ammar proprio davanti alla mia casa ed io lo vidi scendere dal cielo come un grande uccello un po ubriaco, adagiarsi sbuffando sulle onde, restar l a farsi cullare e sballottare dal nostro mare quasi sempre inquieto. Quella visione mi si impresse nella memoria. Ancora adesso se chiudo gli occhi rivedo il piccolo idrovolante che danza sullacqua e fa di tutto per calamitare la mia attenzione come se fosse venuto a Zara apposta per me. Lui si dondolava sullacqua, io sognavo sulla riva. Nel 1922 la famiglia si trasferisce a Gorizia, citt ancora carica dei ricordi di guerra. Qui trova altri aeroplani, non come il piccolo e leggero idrovolante di Zara, ma pi massicci e fracassoni e si rende conto che non basta la fantasia, che bisogna provare direttamente che cosa si prova volare e volare in acrobazia. Lo aiutano, in progressione di tempo, il maggiore Botto, medaglia doro, il Duca dAosta ed il comandante Klinger, permettendogli di volare gratuitamente sul-
le linee aeree commerciali. Ecco allora la sua nutrita produzione pittorica sul tema; bastano alcuni titoli: Duello aereo, Incuneandosi nellabitato, In tuffo sullaeroporto, Ammaraggio nel golfo, A bassa quota sulla citt, In caduta libera. Ma Crali n dai suoi esordi manifesta una molteplicit di vocazioni operative. Il suo naturale e direi congenito entusiasmo sempre alla ricerca di nuove forme, di nuove idee, lo accompagna per tutta la vita. La sua inesausta curiosit lo porta a sperimentare i settori espressivi pi diversi: si occupa di pubblicit, scenograa, moda, plastica polimaterica, scrive sintesi teatrali e tavole parolibere e soprattutto le progettazioni architettoniche per la citt del futuro. Consegue intanto a Roma labilitazione allinsegnamento del disegno e della storia dellarte nei Licei. Tra il 1930 e 40 partecipa alle gram mostre di aeropittura a Trieste, Milano, Parigi, Bruxelles, Atene, alle Qua driennali di Roma ed alle Biennali di Venezia, ove nel 1940 ha una sali personale. Progetta il Sacrario ai Caduti in Africa Orientale, realizzato poi a Gorizia ed il Museo di Guerra del Monte Sabotino, entrambi distrutti dagli jugoslavi nel 1945. Richiamato alle armi, viene decorato al valore sul fronte orientale. Nel 1942 incaricato dal Ministero di preparare i piani per il mascheramento degli aeroporti. Nellimmediato dopoguerra il solo dei futuristi a mantenere viva una attivit informativa di divulgazione e difesa del futurismo. Commemora Marinetti in varie citt, tiene conferenze, collabora a giornali e riviste darte. Nel 1950 si stabilisce a Parigi, nel 1961 al Cairo ove dirige la sezione pittura della scuola darte italiana ed inne nel 1967 a Milano. Porta avanti le ricerche e le teorie sullaeropittura e nel 1970 realizza a Milano la prima mostra di aeropittura del dopoguerra. Ecco alcuni nuovi titoli dei suoi dipinti: Battaglia danzata di paracadutisti, Cielo in acrobazia, Il muro del suono ed inne il bellissimo Le frecce tricolori del 1986. Crea ancora la Sassintesi e ne redige il manifesto sulle composizioni geoplastiche. Questa in rapida sintesi la vita artistica di Tullio Crali per il quale il futurismo
penetrato in tutte le esperienze davanguardia, non essendo una scuola od uno stile, ma una perpetua spinta novatrice pu essere concepito unicamente come un fenomeno evolutivo, senza che possa subire una sua cristallizzazione storica. Marinetti per il carattere ed il temperamento, non esit a denire commesso viaggiatore dellideale. Quindi Crali viene a buon diritto oggi festeggiato in occasione di questo annuale raduno promossa dal Libero Comune di Zara in esilio che anchesso soprattutto un Comune ideale. Nelloccasione gli venne donata una medaglia dargento che riproduceva una panoramica aerea del centro storico di Zara, immagine in certo qual modo in consonanza con la sua pi recente e nota produzione artistica, quella dellaereopittura. La sera dello stesso giorno, a Peschiera, nel corso della cena si parl della realizzazione a Venezia dellArchivio Museo della Dalmazia: qualcuno dei presenti lament che nello stesso non gurasse unopera di Crali. LArtista sorridendo promise che al suo rientro a Milano avrebbe scelto qualcosa, forse non unopera futurista ma qualcosa che leghi meglio con lambiente.
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volte con un piccolo investimento iniziale si possono ottenere vantaggi enormi, anche in termini di visibilit. Eppure non tutti sembrano rendersene conto. Cos la
Produzione di souvenir
Le attivit culturali promosse dal Museo del vetro antico per non si esauriscono qui. La mostra dellartista, Ivan Vrli, famoso per le sue opere di elabo-
razione artistica del vetro e della ceramista Ljerka Njer, come pure la mostra dei vetri del 19. secolo del Museo della Slavonia, sono soltanto alcune delle iniziative di maggiore interesse. Ma non nisce qui. Il direttore del Museo del vetro antico, Ivo Fadi, ha in programma altri progetti come quello di introdurre la lavorazione del vetro nei mesi invernali per indirizzarla alla produzione di souvenir, in modo da offrire ai turisti e ai visitatori un oggetto unico e soprattutto artigianale come ricordo originale della Dalmazia. Per il momento vengono gi prodotte spille di vetro in stile antico, ma non escludere un ampliamento della gamma di oggetti ricordo prodotti artigianalmente. Non sono imitazioni di spille antiche - ci tiene a precisare Fadi -, si tratta di copie autentiche. Abbiamo le condizioni tecniche per avviare anche la produzione di anelli e fermagli per capelli, tutti di vetro, che potrebbe avere inizio gi in estate, ha precisato il direttore del Museo. Nellambito della sua breve, ma ricca attivit culturale, la galleria vanta anche la pubblicazione di due cataloghi del Museo del vetro antico come pure della rivista Asseria che prende il nome dallomonima antica citt romana ormai abbandonata, nei pressi di Benkovac. Sono inoltre in programma i cataloghi dei vetri antichi della collezione dei Francescani di Segna e di Asseria. importante rilevare che sono in atto anche numerose collaborazioni tra cui quella con lIstituto archeologico di Zagabria, il Museo archeologico dellIstria, il Museo di Benkovac, ma anche con lUniversit di Zara e anche con alcuni alberghi del luogo. In occasione del primo anniversario del Museo stato allestito pure il laboratorio di Marko Kezele che ha visto la partecipazione anche degli studenti del Dipartimento di Archeologia. Per far rivivere la tradizione antica stato poi organizzato un torneo, con lassegnazione di premi ai migliori partecipanti. Con la presentazione dellarte della sofatura del vetro promossa dalla famiglia Podhraki e del libro Mozaik di Milun Garevi sul tema delluso del vetro nella storia del mosiaco, si chiusa la celebrazione del primo anno del Museo del vetro antico di Zara. Tamara Tomi
tional (STI). Per chi non ne fosse a conoscenza, si tratta di unorganizzazione senza ni di lucro, con sede in Gran Bratagna che oltre a promuovere la vela si occupa anche di ricerche marittime ed ha tra le sue la anche ambasciatori ed altri esponenti di rilievo. ECCESSIVI 300.000 EURO Per sponsorizzare levento la citt di Spalato avrebbe dovuto sborsare circa 300mila euro. Al sindaco eljko Kerum, per, sembrato un investimento troppo alto ed ha riutato la proposta della STI, di fare del porto del capoluogo dalmata una delle tappe della regata di velieri da Trieste a Brindisi. Alla regata transadriatica dovrebbero partecipare circa 30 velieri, otto dei quali di grandi dimensioni con 100 metri di lunghezza che oltre al prestigio avrebbero portato, secondo gli esperti, alla citt un guadagno stimato sui 20 milioni di kune. Alla regata dovrebbero essere sarebbero presenti, tra laltro, alcu-
La Palinuro
Stando allanalisi costi-beneci effettuata da diversi esperti, i vantaggi sono chiari: il guadagno sarebbe stato ben dieci volte superiore rispetto allinvestimento iniziale.
La nave polacca Pogoria ni tra i pi prestigiosi velieri, ad iniziare dallAmerigo Vespucci, nave scuola della Marina Militare Italiana, una delle pi conosciute nel suo genere a livello mondiale; poi dovrebbero esserci la Palinuro, anchessa vanto della Marina Militare Italiana, nonch limponente nave a vela polacca. Pogoria. Facendo un breve conteggio i 300 mila euro di investimento iniziale avrebbero fruttato una soma nale pari a circa 3 milioni di euro. A Spalato, infatti, sarebbero sbarcati gli equipaggi delle navi che prenderanno parte alla regata, per non parlare dellenorme attrattiva turistica che levento avrebbe rappresentato per la citt. In altre
parole vi sarebbe stato sicuramente un aumento del giro daffari per i ristoratori e gli albergatori della citt. Per laffare non andato in porto, complice il grave periodo di recessione, un periodo in cui anche 300mila euro sono unenormit, da spendere per fare fronte agli impegni urgenti, che non mancano mai. UN MAGNETE IRRESISTIBILE Le navi a vela rappresentano sempre un magnete irresistibile per i turisti. Basti ricordare che la regata polacca di Stettino lanno scorso ha visto la presenza di oltre 2 milioni di curiosi. Ma Spalato ha detto no. Ma forse non detta ancora lultima parola. Il ministero della Difesa croato sarebbe propenso a permettere lormeggio dei velieri nella propria base di Lora a Spalato. Se lopzione sar in grado di garantire le necessarie condizioni tecniche e di sicurezza, il ministero potrebbe dare il suo supporto alla regata. Il ministero del Turismo, come possibile sponsor della regata, non ha ricevuto per il momento un invito formale per dare il suo supporto, anche se senzaltro interessato alla promozione del turismo a Spalato. Pure lente per il Turismo del capoluogo dalmata vede nella regata un evento senzaltro di grande interesse. Peccato che la crisi giochi a volte brutti scherzi...(tt).
LA VOCE DEL POPOLO - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PI Supplementi a cura di Errol Superina
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat Edizione: DALMAZIA Redattore esecutivo: Dario Saftich / Impaginazione: Teo Superina Collaboratori: Barbara Rosi, Igor Kramarsich e Tamara Tomi
La pubblicazione del presente supplemento viene supportata dallUnione Italiana grazie alle risorse stanziate dal Governo italiano con la Legge 193/04, in esecuzione al Contratto N 83 del 14 gennaio 2008, Convezione MAE-UI N 2724 del 24 novembre 2004