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...

sarà manifesto che vi è grande difficoltà a conoscere


conforme a verità come sia costituito un oggetto...
democrito i presocratici.
il titolo di queste raccolte è
terzo occhio

(forse ho trovato)
queste immagini
sono quadri della
fantasia
parlano e dipingono

il suono vede il colore che ha


così come non si può dipingere
con le parole.
ipensieri
parola, tu sei il segno e il sogno:ogni oggetto anima la tua
esperienza.

metto in scena soltanto le mie astrazioni! il richiamo vuoto ai
propri simboli.

il mondo e’ impastato di bianco; la luce solitaria urla la sua
trasparenza

la luce del sole è crudele con la sua verità ;la notte è
complice di significative astrazioni.

ci sono elementi delicati e creature oniriche.

vedo solo ciò che nomino il resto è delirio

il nostro vivere è delirio e solo ciò che per noi ha senso
affonda l’angelo, invece di capirlo assieme.

le parole sono solo parole, sospensioni di fantasmi

appropriata sensazione della morte dell’angelo:vado a caso
vuoto e calmo sotto un cielo inutilizzato-sarte la nausea-

accogliere , nella porta, l’accesso al nuovo mondo!

destrutturate: condurre comportamenti e oblio su un percorso
non noto ,azioni meccaniche ignote in stupore, il tutto con
lucida visione, immaginazione

disciplina: porre assoluta concentrazione con un mondo
polarizzante di vita, una iniziazione alla visione

purezza: l’angelo,l’istante,la soglia oltre la quale si
è.;entrare in tutte le cose nel loro essere.

abbandonami oblio., non si può più fare il suono esercitato.
….
quando qualunque cosa è cosa per se, l’ombra che proietta è
solo l’occhio del suo essere; per noi.

l’uomo deve apprendere a sopportare il non senso della vita
accettarlo in quanto estasi giubilatrice delle possibilità
infinite di una totale libertà.

devi soffrire per conoscere te stesso,è una nudità che si veste
in continuazione.

è più lontano il comprendere dell’ istinto,ovvero nel simbolo
esercitare le parole all’ immagine di una faccetta; il parziale
dicibile della potenza del simbolo vuoto.

se addormenti,addomestichi, il dio che c’ è in te, vendi l’
essere sopra l’ essere, la grandezza, il superamento.
langelo
il saxofono portava con sé
la voce dell’angelo se
il cielo si era spezzato.
l’angelo vola
il suono cristallizza
ma sgela
volo rapido
profondo lucente
carezza del sole
sospensione di pagliuzze d’oro
deboli aghi
sulla pelle perla
dell’angelo
un terso cristallo
brilla
esplode
nel suono
dell’angelo.
si vaporizza
si condensa
da se stesso
mescolandosi
si liquefa
individuandosi in
un fantasma
angeli imbrigliati
in una splendente
macchina a vapore.
correte sui binari
in direzione opposta
al depositarsi di
sottilissime goccioline
sudate
insensibile cieca
macchina di lacrime
invisibili
condensate
nel volo delle
ali legate.
il sorriso dell’ angelo

supporto di sole
il mare
violento
immenso
il senso del peso
il vero del nero
silenzio del
sottile soffio
battito d’ ali.
presenta il salto
volante
controlla fili sottili
d’oro
il suono dell’ angelo
innocenza del sole
orizzonte del volo
futuro puro.
soffio

difendere la purezza
il suono
cristallino
il vento
sottile
l’orizzonte
di calore.
soffio sottile
di ali d’angelo
nasce
dolcezza dal sogno
la luce dal sole.
dèi dei nostri angeli

due mondi portati


cerimonie in un mondo
portante
potente
il sorriso acceso
l’ immenso
nel piccolo
l’infinito
nell’ immortale unione
di noi
grandi precipitanti istanti.
dèi dei nostri angeli
noi
piccoli precipitanti istanti
creatori partecipi
dell’ infinita immortale unione.
il delicato dovere nell’ amore.

pronuncio un nome
nulla basta di più
all’incredibile malinconia
di un nulla
un sogno
un desiderio
una passione
vaga nell’oblio
il peso instabile
di vita sfuggente
padrone
combattendo continuo
alimentando continuo
l’alterco
il patetico
sforzo lontano
profondo
da dove il desiderio
alimentando ribollendo
fino alla superficie del foglio
della follia
continuo
il camminare incerto


verso la meta
si presenta invisibile
fluttuando
avverrà se avverrà
profonda lacrima
la comprensione
schiaccia
affoga l’angelo immortale
nell’inutile sforzo subito
rialimenta
la meta
non linea
non traguardo
stanza solare
avviene la sostituzione
il galleggiamento
l’abbaglio
stupore infinito
del cognito
all’incognito
la malinconia del sogno
precipita

nuovamente
il tempo passante
il dolore suo
sulla pelle
occorre il salto
occorre vedere
l’invidiabile
l’invisibile
e con ciò
continuo.
il disprezzo
epitaffio ordinario

vecchia macchinetta per il caffé


rotta
opaca
desueta
al tuo specchio ti rivedi
luccicante profumata.
ma sei
un esule della memoria
un pagliaccio
senza riso
immagine di te
gonfia a dismisura
le parole staccano
la macchietta
della tua nullità
la visione distorta
di te.
sangue rinnegato epitaffio

padre muori
conficcato dalla tua
assenza di peso
indegno
allo sguardo condottiero
incapace
di un suono
lieve d’angelo
libero
solo di catene
appesantite
frantumatore
di lacrime trasparenti
tutta la collera
di un vento paralizzante
tutta la potenza
di uno sguardo d’uomo
scalfisce
il tuo essere
nulla sei
il vento
vi soffia
vi sfiora
lo cercate
sulle alte vette
lo indagate
lo annusate
ma il vento soffia
sulla vostra pelle
di bottiglia

vuoto
il santo

operoso amore
di sapere illustre
illumina
l’assunto
povero granello
senza suono.
cattolici

insignificanti bulloncini
per l’edificio di altri.
sotto e sopra
sei legato
ma non è la tua storia.
sacchetto di plastica
con dentro l’acqua del pesce rosso
cola dal basso
ti svuoti.
guardati da solo
desolato e piangente
eretto e fremente
preda del proprio salto.
piccolo animale alato
povere miserie
delle tue ali secche
voli dentro la polvere
ti sporchi
ti appesantisci
pensi
parli di volare
su vette vertiginose
solo
la polvere
sollevata ti toglie l’orizzonte
il binario corre
inchiodate le assi!

viaggiando sull’orizzonte
il cucciolo intravede
l’opera tagliente
gli spezzate le ali
martelli del nulla
pesanti fuochi vaporosi
il loro matrimonio

disegni
immagini di scacchi
immagine futura
sottile
invisibile
catena
quadro necessario all’ esistere
in attesa
alla fermata dell’ autobus
ladri di altri.
oltre la natura contaminata
un volo a rischio
riposa nell’attimo
abbandonato dal peso
mortificante attesa
vuoto d’aria raggiante
lascia morire
adesso
subito
il deserto si lacera
in pezzi
in ripensamenti
bevi la nostalgia
accorta di vigliaccheria
lasci tutto sospeso
nel vuoto d’aria
e
finalmente il sospetto
rompe il silenzio

il dispetto di un volo tondo


ombreggi
il sole oscurante
l’avvio
soldatino di legno
isolato
flagellato
di sostanza
impropria.
lamore
amore

memore dello sfondamento


oltre a se
entri in me
per spingermi a te
donna

sei di silenziosa carne


di enigmatica visione
improbabile certezza
averti

sei di solida carne


di pallida certezza
dolce stella
sapessi
i sogni
la tua brillantezza
ha innalzato
l'angelo remoto
risvegliato
la fragilità
la profondità
come leggerezza
la facilità
come abbandono
un orizzonte
arrotolato
intorno allo sguardo
l’aria ovvero dell’ amore

compreso appartengo
all’ interno di un sorriso
dedicato
delicato
capace
di eruzioni
di mari quieti
mi sdraio
dormendo
sulla superficie
di mari nuovi
mi sveglio bagnato
dal desiderio di
improvvise gioie
orizzonti.
l’aria ovvero l’ amore

sfioro
il silenzio
dell’ urlo felice.
come un volo rapace
cristallino
preponderante assenza
odore inebriante.
coglie

nell’ascolto il suono
è solo
muto
solitario
colei
accarezza il piangente
riscalda la stanchezza
colei
ama
il solitario
nel volo invisibile.
figlio

al mondo
nel mondo
del mondo
camminando
appartieni
a lui
ti accompagno
nel tuo viaggio
sempre
bellissima appari,
occhi bollenti
intera
tonda
solcata
dal desiderio
sguardo angelico
sapore bambino
colorando
il tuo sorriso luminoso
oblio dei sensi
persi dentro
al furente
veemente
io.
per l’amore
mutato
ti dedico
il tempo
di bellezza
fragile
immortale
ifulmini
volgere dell’orizzonte sul filetto di vite
lo sgomento
cammina
si attorciglia
aghi sulla mano
come lame fredde
di forbici.
partecipe dell’infinito
galleggiamento
di una rondine
blu
dentro alla scena del mondo
come un bambino
con le costruzioni di legno
nuvola

vaporosa certezza
la tua assenza
urla imprecisa
onda d’urto
sequenze impraticate

libera
sospeso con il vuoto
il giorno si somma
le parole costruiscono
solo immagini.
rientra
paesaggio
con tutto il tuo apporto.
aspettare
nulla
di quello che puoi fare
tracce solitarie
di un ignoto clandestino
cosa ho?
il piccolo calice
sfiorato da una carezza

vertigine silenziosa
guarda
lontano
la vista socchiusa
in un ordine
fluente.
uomo nuovo
battente
in nessun posto
in tutti i posti
assolutamente in nessun luogo
rugiada
sottile brezza
libero il sorriso
improvviso
cordialmente
correre!
frivolo
svelto
passo alleggerito.
in aria
sapore di verità
non dette
illusioni parlate
ti guardo
stupito
sguardo
stupido
intorpidito!
pare …attenta
l’ occhio oscuro
lontano
vede l’ invisibile.
una spada
puntata sul petto
attraverso
un buco nero
trafitto
da una linea di luce.
spazio
vuoto
perso!
risuona
nel palloncino
dentro l’ anima
del solido corpo
stanco
si svolge
il giorno
nel silenzio
di una notte
di stelle
nero pece
suono
vecchia trepidante
giornata
dove ritrova
il calore del sole
sul tuo spoglio
scheletro!
glioggetti
parole

immediato lampo d’acciaio


congelato
nell’istante
stesso del bagliore
precipiti
nello spazio bianco
tingendoti
evaporandoti
nell’oscuro colore
della convulsa comprensione.
come un vento

invisibile
passa come un treno
tra le orecchie
si sente che se stesso
la pelle si accarezza
sulla sua certezza e
l’occhio oscuro
al suo essere.
come un vento
le parole
delle cose.
abbaglio del nostro oblio
la certezza di cose viste.
specchio

o cielo senza niente


vuoto riflettente
l’apparenza dell’involucro
sottile
o luna
che solo di altri
ti illumini.
alba

il sole sorge
tramontando il buio
il vestito nero
scivola
sul corpo delle cose
il ritmo del petrolio.
purezza

è l’ angelo
l’ istante
la soglia oltre la quale si è.
l’ entrare in tutte le cose
nel loro essere.
il pensiero

uscita
nel crepitare del cuore
il vuoto piombo
il vuoto pesante
sole e stelle
sorriso e vita
uscita nel viaggio
verso l’ orizzonte infinito
un’onda.
lacrima

piccola porta
sporca di trasparenze
segno enorme
pioggia fitta oscura
urla il tremore
il terrore
nel buio
la scatoletta di cartone
affila l’oppressione
profonda
candela

lumino del dolore


trasfigurazione illuminante

oblio illuminante
del vivere a tempesta
l’orizzonte oscuro
spaccato dalla saetta
colora il nero
rende visibile
il nulla dell’oblio
vivente

io
giocoliere equilibrista
cambio

riprendi
occhio
lo sguardo.
il vento
rimuove la polvere
ghiacciando
il deserto.
rivolo d’acqua nella sabbia.
la luce del suono
arriva agli occhi.
echi di nero inchiostro.
la tua voce blu
frenava la ruota
edio
piango la neve che
si è sciolta.
eclissi

vomito
l’occhio che non vede il cristallo
arcobaleno.
scoppia la mia testa
il gesso si asciuga
l’acume è sempre più scuro.
illusione

infinito mare giallo


sospeso
sull’ombra di uno spillo.
galleggia incredibile vortice
tuffo di marmo blu
solidifica il burro della tue illusione
colante al sole.
il deserto
di sabbia fine,
emana
sopra la pentola a pressione
fuoco freddo.
l’infinito nell’angolo.
camminando
l’uccello nero
dal becco arancio
batte la porta
spacca il cuore
la luce entra.
nel buio, nascosti
occhi rossi.
i due mondi si toccano .
vuoto
dentro il verde
le ali bianche piangono
spaccano il lampo.
il ferro
ora
scioglie il tempo.
zitto
il silenzio spacca
l’urlo della tua immobilità.
il bullone
sul filetto di sangue
gocciola
lacrime invisibili
dentro la fermata
dell’autobus.
piango.
ho perso
o tutto questo aspetta.

arriva il cambio di denaro


siamo macchine

il pensiero corre
attraverso
una cinghia di
trasmissione nera
odore di lattice
consumato.
il colore nero della
parola vuota
accade a tutti.

solamente la natura
esilarante di una
lacrima percorre
il blocco di pietra
ricaduto all’interno
di una goccia
cancellata nel vuoto.
rivoluzione

parole a palloncino
corda tesa dal peso
grigio piombo
nero oscuro
trasparente
del suo conducente.
corda tesa
oscilla libera
aggancia
anelli di conducenti
liberi nel vagare
improprio
dei loro nomi.
oggetti desiderosi
amanti di tanti
impercepibili abbagli
luminosi e fulminei.
botto clik clak

tranquille
parole galleggianti
congelate
oscurano la luce illuminante
di una lampadina
sospesa
tra l’essere se stessa
e
la morsa esplodente
del proprio guscio
sottilissimo
vetro sensibile.
oculatezza

sole sofferente
oscurato dal tuo
inutile urlo
abbagli l’animo
solo con il silenzio
parole troppe volte suonate
prive di luci.
copriamo l’acqua
marina
di uno spesso strato
di piombo.
dividiamo il vento
in un imbuto
di suoni vorticosi.
maciniamo il cielo
con l’oscurità
delle nostre menti,
e poi
pennelliamo
mondi fantastichi.
slancio impossibile
dell’occhio al cielo
del piede grigio piombo
della terra cruda.
corda spezzata
di ghiaccio leggerissimo.
meraviglia
del volo di cera
al sole.
inquietudine

saetta nera
abbagliante dell’esistere
esplodi lentamente
diritta al basso
dentro te stessa
in un tomba invisibile
di alabastro
scatola di ghiaccio
di burro
implosa

esplode lentamente
la saetta bianca
abbagliante dell’esistere
in un tomba visibile
scatola di alabastro
esplosa su se stessa.
momenti

questo muro
si opprime
una lacrima
un gesto sottile
d’acqua
la parola si vaporizza
adesso
l’inesistenza del passato
invisibile
immemore
muto nella mente
impazienza

dolce impazienza
scatta
sotto la pelle
la distanza incolmabile
di un orizzonte
oscuro
guida

gola sottovuoto
lacrime calde
invisibili per dignità
intime per solitudine
nulla sottrae
il solitario volo
nella tempesta dell’anima.
un filo rotondo
nel gomitolo delle immagini
aiuta il nodo sciogliersi
respira

orizzonte illuminato
tremore del passato
onda d’acqua sospesa
ghiaccio bianco
infuochi l’attimo consumato
lumicini di candela
fumo sospeso
ora
evaporato
tocco ritocco

tocco d’allontanamento
tocco d’esclusione
rintocco di un orologio univoco
idea di carezza
carezza spenta
idea in attesa
sospesa in aria
ferma dentro le mani
fermo assoluto
mento nuovamente
sfiora

l’idea
su una sfera d’ampolla
sfiora
non tocca
non sfiora l’idea
immagini la materia
opera
il rivolgimento
il sale bianco
odora
la tenue carne
sbianca
il suo profumo
la parola
opera il ghiaccio
caldo
di profondi circoli
blocco

le cinghie di trasmissione
odorano di fuoco
l’ingranaggio gira da se
gli ingranaggi colano
petrolio nero
cemento
iniziazione

speranza si nutre
del presente azzurro
sogno sospeso
buca il suono
sorpreso nella luce
apprendi l’elogio
di un rosso
caldo trafitto
spillo
dell’esistenza arrotolata
sgorga
l’acido di un soffio
solo una linea
piatta e sottile
schiaccia in una linea la rotaia della vita
tutto negli occhi
largo spazio
alta infinita nuvola verticale
tutto negli occhi
quale volo posare
dove linea retta
dove incastro
di due piani compressi
morte

nulla su cui sedersi


ogni vetta una pianura
la vita
ti da il senso dell’arrivo
il tempo
il senso della partenza
da ogni luogo
da ogni patria
idea

origini sottili spasmi


dentro infrangibili
gocce d’ acqua
piombo
sospeso nell’ azzurro
isolato
origine libera
di antiche nascite
nuove natività.
speranza cieca

una bottiglietta
rotolante
infranta
sul sapore
degli occhi altri
su se stessa.
dolore

tappi esplosivi
scoppiettano bruma
rallentano
ingranaggi di petrolio
uscito
silente
fluido
un fremito freddo
odore acre
fili elettrici scoperti.
percorre

il viaggio viaggiante
di un veggente
vegliato
dal piccolo
pezzo di specchio
riflesso.
il riposo lontano
avvicina il suono
l’obiettivo
l’ombra
l’orizzonte
l’onda
percepire
sottile opposizione
dell’ acqua marmorea
del passo fluido.
potrei
soffrire
il sasso sospeso
potrei
soffiare
il muro nero
dove gronda
la sottile
goccia rosso sangue
dell’ipotesi
falsa
di suono muto
di sorriso ucciso
sul binario dell’ amore.
lungo viaggio di nascita
percorso buio
stretto
divincolando
arrancando verso
l’uscita
il sapore dell’ aria
il colore dei suoni
la quiete calda
del sole
tutto il mare
di lacrime solitarie
dedicato alla
rinascita.
il segreto oblio
compresso
ascoltato
solo dopo l’ uscita dalla galleria.
luce abbagliante
lame affilate
negli occhi
carichi di cristalli
di lacrime
alla fine dello sforzo
alla raccolta del frutto.
nell’ angolo

l’infinito
orizzonte luminoso
spigolo di quieta stanza
ti ho sentita
concedendomi l’uscita.
certezza

guancia contro guancia


il passo deciso
avanti
l’acqua sul viso.
solco

andando solitario
corrotto dal vento
solcato
piegato
lacrime come acqua
sabbia screpolata
ma
solitario il segno
il sogno
oppone al vento
il sorriso
deridendo il tempo del prigioniero.
ombra

il sorriso andato
il supporto
di una mano sul mento
sei felice?
unica sola domanda
di mia spinta
un incoraggiamento
dell’ anima
felice
l’angelo suona
il suo volo.
fuori
dal tempo
volare
dentro un blocco di marmo
scaldato
dal sole
sciolto
dal vento.
vorrei
sostare lungo
pareti adiacenti
non vederti delusa
dal sole vibrante
dell’angelo abbandonato
illusioni bruciate
dal silenzio dell’ascolto
perpetui flutti d’acqua
domandano il restare
sorriso dominante.
parole

lacrima di marmo
cadi
nel nero oscuro
del mio vortice
giri
sprofondi
nella bolla rantolante.
sasso ovaloide
duro
freddo
splendente
di luce concentrata
dipinto
dei colori dell’ arcobaleno
vestito del suono
muto nella rottura
sottile
membrana d’ acqua
leggero
sospeso.
ritorna a me

bianco su nero
sottile
striscia solcata
immagini suoni colori
arditi mondi
dentro un filo unicolore.
traguarda il luminoso
orizzonte
soffoca il tramonto
abbandona l’illusione
uccisa
morta dal sole
quiete scura
ovatta di suoni
infiniti fantasmi
ricordi, visioni
la notte catrame
pervade
l’altalena del domani
futuro ancora accecato
da luce abbagliante.
breve storia del mio essere dal buio nel buio alla luce

volo
all’interno di una nuvola nera
ho spento le luci
per rannicchiarmi
nel mio dolore
in un angolo
con la mano sull’interruttore
click
avevo acceso
la luce
un mondo fantastico
si è aperto sugli occhi
ora è spento perché piano
piango
aspetto.
tanto rumore
interferenza
frastuono
nuovamente solo
l’angelo mi sostiene


sotto le ascelle
il mio corpo penzola
i piedi in terra
mi giro
lo bacio
con labbra di carezza
sapendo
riprendo il volo
accendo la luce
la nuvola
torna cristallo puro
sospeso su se stesso
un cielo blu
il suono dell’angelo
spacca il cielo
vorticoso
decalogo di una rinascita

perdi il centro
schizza a lato
studia il segno
polverizza il sogno
in sottilissime goccioline
componi il mondo
nell’assenza dell’essere stato
figura il nulla
allontana il peso gravante
salta sospeso
vola nel vuoto musicante
attira il respiro dell’aria
urla l’indegno
osserva l’oblio
portare dentro
una goccia d’acqua
tutta l’inquietudine
tutto l’infinito
apparire
specchianti bagliori
racchiusi
di profumi inebrianti
ebbrezza
di cielo innescato
fragilità

tremare di una foglia


crepitante
sotto il pesante
peso
del passaggio
Intravedo
Pezzettini minuscoli
coriandoli
luccicanti d’oro
bagliori
svista dell’udito
rumore sopito
dormiente
l’ovatta nuvolosa
assorbe
l’acqua spugnosa
dei pensieri
immagini inesistenti
in lampi fulminei
rallentati

materia fatta
fantasia

sconvolge
lo stomaco stridente
nausea abbandona
eccitazione
assenza di peso
sensazione possente
potente
granito sollevato
sul dito

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