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che cos il fuoco?


admin 9 gennaio 2010

Credo che un po tutti, magari da bambini, ci siamo posti almeno una volta la scottante domanda da cos f atto il f uoco?. Lo vediamo talvolta def inito, con un contorno luminoso netto quando arde dallo stoppino una candela o quando crepita ondulando dai ceppi sul caminetto. Ne percepiamo quelli che potremmo indicare come gli ef f etti, la luce ed il calore, talvolta persino il suono sotto f orma di creptio, e sf ruttiamo questi ef f etti per illuminare e per riscaldare: in pratica come se un po tutti i nostri sensi f ossero coinvolti nella percezione del f uoco, almeno per quanto riguarda alcuni f uochi, ma in qualche modo come se intuissimo che luce e calore non siano altro che ef f etti secondari e che il f uoco in s sia qualcosa daltro, qualcosa la cui essenza ultima ancora ci sf ugge. Talvolta f rastagliato, evanescente, irrequieto e convulso, altre volte cos f ermo e def inito che ci sembra di poterlo af f errare con due dita, come la f iamma immobile e gialla di una candela. E in un certo senso naturale che molti di noi si domandino quindi da cosa sia f atto, quale sia la sua sostanza, la sua composizione, che lo rende cos simile ad uno spiritello maligno, in apparenza ma solo in apparenza af f errabile, che punisce la nostra intrusione con una bella scottatura se non addirittura con un vero e proprio incendio! Ed inutile in questa sede risollevare luniverso simbolico che in ogni cultura orbita intorno a questa entit, dalla sua divinizzazione alla sua comprensione nella quaterna degli elementi f ondanti del nostro universo (insieme ad acqua, terra ed aria) In prima battuta possiamo dire che il f uoco non da concepire come una sostanza o un miscuglio di sostanze ma piuttosto come un insieme di diverse manif estazioni distinte, percepibili con i nostri sensi, di f enomeni f isici che derivano tutti direttamente o indirettamente da una reazione chimica def inita di combustione. La combustione di per s una reazione appartenente al grande gruppo delle ossido-riduzioni, accomunate tutte dal punto di vista microscopico da trasf erimenti di elettroni dagli atomi di un tipo di elemento a quelli di un altro tipo. Lelemento che cede elettroni (negativi) acquista cariche positive e si dice che si ossida, mentre quello che acquisisce su di s questi stessi elettroni assume carica maggiormente negativa e si dice che si riduce. Abbiamo visto in un post passato come i f enomeni di ossido-riduzione siano alla base di altre manif estazioni macroscopiche tipiche della nostra vita quotidiana, come ad esempio lossidazione dei metalli, e quindi larrugginimento del f erro. La combustione invece un altro caso di ossidoriduzione dove lossidante (gli atomi che acquistano elettroni) sono allo stato gassoso, ed in modo specif ico nella stragrande maggioranza dei casi quotidiani sono lossigeno stesso dellaria, mentre la parte che si ossida (nel caso specif ico potremmo dire che brucia) pu essere costituita da molecole di tipo estremamente diverso, nella stragrande maggioranza dei casi da molecole organiche, contenenti quindi al loro interno carbonio. A rigor del vero dobbiamo dire che possono esistere tipologie di combustione che possono non coinvolgere neppure molecole organiche a base carbonio, pi raramente non coinvolgere ossigeno (es. la

combustione di idrogeno in presenza di aria, o anche le reazioni mostrate in video nel post Metalli? S, ma per il chimico), ma queste ben raramente si presenteranno nella nostra vita quotidiana da non chimici. Tornando alle def inizione di f uoco, in realt si osserva che non tutte le combustioni si presentano sotto la f orma esteriore ed osservabile di un f uoco. Le combustioni sono sempre reazioni di tipo esotermico, s, ma tutto il contorno di f attori che permettono allosservatore di intuire e quindi percepire che la reazione stessa sta avvenendo, anche senza metterci sopra le mani spesso sono cos ridotte da risultare inavvertibili. La f iamma di un gas molto puro, ad esempio metano, in condizioni di f orte abbondanza di ossigeno, ad esempio in un f ornello perf ettamente pulito o meglio ancora in uno dei becchi Bunsen usatissimi nei laboratori chimici e biologici, pu risultare incolore, trasparente, pressoch immobile e silenziosa, tanto che non stato raro che qualche studente, non vedendola, ci passasse sopra con la manica del camice, con ovvie e pericolose conseguenze. A parte il calore, sono soprattutto i cosiddetti f enomeni derivati o laterali alla combustione vera e propria che attribuiscono al f enomeno della combustione quelle sue caratteristiche che ci permettono di identif icarlo f acilmente come f uoco. Il primo responsabile di tutto questo probabilmente la lieve carenza di ossigeno nella quale molte combustioni si realizzano: se abbiamo ben presente una f iamma, magari di grandi dimensioni e relativamente f erma ci renderemo conto che essa si presenta con un aspetto diverso, ad esempio con diversa colorazione, a seconda che la osserviamo sulla sua base, ovvero pi vicina al materiale che sta bruciando, oppure pi in perif eria, ovvero pi lontano da esso, magari sulla sommit della stessa f iamma. Esiste un rapporto ideale f ra combustibile e comburente (ossigeno), dettato dallequazione della reazione chimica di ossidazione. Ad esempio si vede dalla reazione sopra riportata che per ogni mole di metano servono 2 moli di ossigeno per una combustione completa. Tradotto in grammi, si pu dire che per ogni 16 grammi di metano occorrerebbero 32 grammi di ossigeno, ovvero scalato al minimo comune multiplo, metano ed ossigeno dovrebbero essere presenti nel rapporto 1:2 in peso. Nella pratica accade quasi sempre che questi rapporti risultino squilibrati per una moltitudine di motivi: la carenza di ossigeno in un caminetto pu derivare da un tiraggio non suf f iciente, ma anche nel migliore dei caminetti accade che la combustione nella porzione di atmosf era immediatamente a contatto con il combustibile (legno) risulta svolgersi in carenza di ossigeno, anche per il semplice motivo che in quella zona in mezzo al f uoco esso risulta essere gi del tutto consumato. Accade pertanto che nel pi dei casi il combustibile bruci inizialmente in carenza di ossigeno, e f ormi pertanto dei prodotti che non sono lanidride carbonica f inale, bens delle molecole organiche di piccola dimensione e volatili che, spostandosi allo stato gassoso nella zona pi esterna del f uoco, vengono via via a contatto con quantit gradatamente maggiori di ossigeno, f ino eventualmente alla loro ossidazione totale ad anidride carbonica sempre che la quantit di ossigeno ambientale sia suf f iciente. Se anche alla f ine del processo queste molecole venissero a contatto con una quantit ancora insuf f iciente di ossigeno, al posto dellanidride carbonica la reazione di combustione potrebbe f ermarsi al gradino inf eriore, ovvero alla f ormazione del tanto temuto monossido di carbonio. Ma f acciamo un passo indietro, f ondamentale per comprendere meglio laspetto del f uoco. Le molecole intermedie che si f ormano a partire dal combustibile, quelle parzialmente demolite per ossidazione, quindi pi piccole, pi volatili, che non si sono ancora completamente ossidate ad anidride carbonica, sono specie chimiche talvolta altamente instabili, che sopravvivono nellambiente del f uoco per brevissimi istanti, anche perch spesso si tratta di molecole per certi

versi incomplete ed estremamente reattive, i cosiddetti radicali del carbonio, dellossigeno e di entrambe gli elementi combinati f ra loro. Questi radicali instabili possono caricarsi energeticamente in f unzione dellenergia sprigionata dal processo stesso di combustione; quasi immediatamente per cedono lenergia acquisita e lo f anno, f ra gli altri sistemi, sotto f orma di radiazione elettromagnetica luminosa, secondo lunghezze donda che sono specif iche per ciascuna specie radicalica. Nella f igura che segue sono riportate nellasse orizzontale le lunghezze donda (in pratica un indicazione del tipo di colore) e nellasse verticale lintensit delle emissioni luminose prodotte durante la combustione del butano, il comune gas in bombole per uso domestico, alternativo al GPL. Giusto per orientare lasse orizzontale del graf ico rispetto al ben noto spettro del visibile (in pratica larcobaleno che va dal rosso ad viola), possiamo dire che lestremo sinistro tende al blu e lestemo destro del graf ico tende al rosso. Una combustione condotta in largo eccesso di ossigeno, ovvero ben areata f in dal primo contatto f ra combustibile ed atomosf era, a parit di altre condizioni f ornir una f iamma molto pi incolore, f ino al limite della trasparenza. Nel noto becco Bunsen, ovvero nel cannello portaf iamma comunemente utilizzato in laboratorio, presente una ghiera con dei buchi di aerazione alla base del cannello stesso, attraverso la quale pu essere f atto entrare pi o meno ossigeno. Aprendo completamente questi buchi il metano, il GPL, il butano o in generale il gas combustibile utilizzato, viene miscelato con una grande quantit di ossigeno prima ancora di uscire dal beccuccio allinterno della zona di combustione e pertanto quando entrer a f ar parte della f iamma lo f ar senza f ormare radicali incombusti, con il risultato di una f iamma trasparente con lievi sf umature bluastra come nellesempio a destra dei quattro. Chiudendo via via queste aperture, quello che uscir sar gas combustibile sempre meno miscelato con ossigeno, f ino alla f ormazione della f iamma colorata di sinistra, molto luminosa perch ricca di radicali incombusti motivati da un ritardo nel contatto f ra combustile ed aria. Un altro f attore f ondamentale nella colorazione del f uoco la presenza di taluni elementi chimici, seppur a bassa concentrazione, allinterno del combustibile: sodio, potassio e calcio, giusto per nominarne alcuni, sono elementi pressoch ubiquitari nei combustibili organici solidi di origine vegetale, come per esempio il legno, la paglia ma anche in carbone e la torba e ciascuno di essi, a livello atomico viene eccitato dallenergia della combustione in corso. Leccitazione consiste nellaumento del livello energetico degli elettroni pi esterni di ciascun atomo. Durante il rilassamento che immediatamente dopo ne deriva, ciascun atomo coinvolto rilascia a sua volta lenergia precedentemente acquisita e lo f a, f ra gli altri modi altre, sottof orma di luce ad alcune ben determinate lunghezze donda, ovvero con il risultato di generare luce di un colore ben determinato, caratteristico per ciascun elemento chimico: nella maggior parte delle combustioni di prodotti di origine vegetale prevarr il giallo del sodio, ma sotto sotto, potessimo rimuovere questo, sarebbe presente anche il lilla del potassio ed il rosso mattone del calcio. Lo stesso f enomeno sf ruttato negli spettacoli pirotecnici, miscelando alla miscela combustibile/comburente anche sali di elementi magari un po pi esotici ma intensamente colorati: il litio per impartire il colore rosso carminio, il rame per impartire il colore verde-azzurro, lo stronzio per impartire il colore rosso scarlatto, e cos via. Nella f igura a lato si mostra come una f iamma quasi invisibile per lassenza di colorazione diventi immediatamente percepibile tramite la sua intensa colorazione gialla a partire dal punto il cui loperatore introduce un f ilo metallico inerte sporcato con tracce di uno dei suddetti elementi.

Volendo esplorare proprio tutti i sensi, magari tralasciando per ovvie ragioni soltanto quello del gusto, possiamo f acilmente intuire che il crepito del f uoco sia dovuto primariamente alla presenza di acqua intrappolata allinterno di microstrutture chiuse molto comuni nei combustibili solidi di origine vegetale, ad esempio il legno: laumento di pressione dovuto alla trasf ormazione di acqua liquida in vapore allinterno di questi interstizi genera piccolissime esplosioni che vengono percepite dallosservatore sotto f orma di rumore ed eventualmente di piccole proiezioni di scintille al di f uori della massa principale coinvolta. Lodore del f uoco ovviamente legato alle sostanze chimiche contenute nel combustibile, che il calore f a evaporare nellambiente prima ancora che esse vengano a trovarsi a temperature suf f icienti a f ar innescare la loro ossidazione (combustione), nellesempio del legno da pezzi di questo materiale non ancora suf f icientemente avvolti dalle f iamme; altri odori caratteristici del f uoco sono invece imputabili alla parziale ossidazione di altre molecole contenute inizialmente nel combustibile, ad esempio delle resine presenti nel legno: se vero che unossidazione totale porter qualsiasi molecola organica a trasf ormarsi in semplice anidride carbonica, allo stesso modo una ossidazione incompleta, magari per ragioni di carenza di ossigeno (o di eccesso di combustibile!) porter alla loro degradazione solo parziale, con la f ormazione di molecole spesso pi piccole, quindi pi voltatili ed in molti casi anche pi intensamente odorose. Il f uoco quindi, o meglio la f iamma, non come un f enomeno unico ma come un insieme di manif estazioni di f enomeni di dettaglio, tutti motivati in ultima ragione dalla reazione di combustione vera e propria ma f ortemente condizionati dalle condizioni specif iche nella quali questa reazione si svolge, ovvero dal tipo di combustibile (la sua composizione e la sua struttura f isica) e dalle modalit di combustione (es. i rapporti relativi f ra combustibile ed ossigeno, che rispetto allideale def inito stechiometrico possono risultare pi sbilanciati nei conf ronti di uno o dellaltro dei due reagenti). Losservazione curiosa che lossidazione stessa delle molecole organiche, seppur condotta con metodi diversi, sicuramente meno caldi e mediata da enzimi che consentono in qualche modo di massimizzarne la cattura energetica, concettualmente la stessa che avviene nelle cellule degli esseri viventi, sia animali che vegetali, con consumo per lappunto di ossigeno, e che prende il nome di respirazione. Respirazione e f uoco in f ondo sono in linea di principio due percorsi completamente diversi per il compimento per di uno stesso processo di ossido-riduzione globale, magari esattamente sulle stesso molecole. Daltronde entrata da anni nel nostro linguaggio quotidiano lespressione bruciare legato alle sostanze nutritive energetiche assunte con lalimentazione, come per esempio gli zuccheri e i grassi, anche se spesso non rif lettiamo f ino in f ondo sul f atto che si tratta di catene di reazioni chimiche che, seppur con step intermedi e modalit di conduzione completamente diverse, condividono tuttavia lo stesso bilancio complessivo f ra reagenti e prodotti, ovvero f ra le molecole organiche e lossigeno a monte, e lanidride carbonica e lacqua a valle del processo. Se proprio volessimo paragonare lessenza del f uoco a qualcosa di gi appartenente al nostro mondo macroscopico ed esteriore, pi che ad un oggetto materiale o a una sostanza chimica, potremmo quindi accordarci con gli antichi che vedevano in esso lentit propulsiva della vita; se non addirittura, in un tripudio retorico, un essere vivente in toto, che nasce, si alimenta, respira, brucia, si manif esta, si propaga e che suscettibile di morte per mancanza di cibo o di aria.

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