Você está na página 1de 51

GENESI 12:3 Gen.12:3 e benedir quelli che ti benediranno e colui che ti maledir io maledir [trad. letterale].

La lettura delloriginale ebraico mostra come questo monito divino sia stato molto indebolito. Il testo originale usa due differenti parole. Il secondo maledire significa proprio maledire; il primo, meqallel, significa: disprezzare, disdegnare, vilipendere, declassare, da cui deriva lidea di cercare il danno di un'altra persona, e desiderare che possa capitargli del male. Chi contro di te, dice Dio ad Abrahamo, si oppone alla missione che ti ho dato, e quindi giusto che venga punito. La differenza tra il plurale quelli che ti benediranno e il singolare colui che ti maledir, viene introdotto allo scopo di diversificare il parallelismo. L'opinione che la Scrittura intende indicare qui che quelli che maledicono saranno pochi e quelli che benedicono molti, una interpretazione di comodo e non il significato del testo. Cos, Dio maledice chi disprezza o declassa Israele. La stessa radice, qalal, usata in Gen.16:4 dove stata tradotta disprezzare, dove Agar ha disprezzato Sara. Il cap. 20 di Ezechiele ci guida in questo argomento: Ma essi si ribellarono contro di me, e non mi vollero dare ascolto; nessun d'essi gett via le abominazioni che attiravano il suo sguardo, e non abbandon gl'idoli d'Egitto; allora parlai di voler riversare su loro il mio furore e sfogare su loro la mia ira in mezzo al paese d'Egitto. Nondimeno, io agii per amor del mio nome, perch non fosse profanato agli occhi delle nazioni in mezzo alle quali essi si trovavano, in presenza delle quali io m'ero fatto loro conoscere, allo scopo di trarli fuori dal paese d'Egitto (vv. 8,9). Questa affermazione si ripete come un ritornello in tutto il capitolo, riferendosi alle varie tappe della storia dIsraele. E prosegue: Poich sul mio monte santo, sull'alto monte d'Israele, dice il Signore, l'Eterno, l tutti quelli della casa d'Israele, tutti quanti saranno nel paese, mi serviranno; l io mi compiacer di loro, l io chieder le vostre offerte e le primizie dei vostri doni in tutto quello che mi consacrerete. Io mi compiacer di voi come di un profumo d'odor soave, quando vi avr tratto fuori di tra i popoli, e vi avr radunati dai paesi dove sarete stati dispersi; e io sar santificato in voi nel cospetto delle nazioni; e voi conoscerete che io sono l'Eterno, quando vi avr condotti nella terra d'Israele, paese che giurai di dare ai vostri padri. E l vi ricorderete della vostra condotta e di tutte le azioni con le quali vi siete contaminati, e sarete disgustati di voi stessi, per tutte le malvagit che avete commesse (vv. 40-43). Il giudizio deve essere lasciato a Dio. Noi dobbiamo benedire Israele indipendentemente dal fatto che lo meriti o no. L'amore non vede il male, paziente e longanime. L'amore perdona anche il male! Se non fosse cos, se Dio non fosse amore, allora nessuno avrebbe potuto ereditare un posto nel suo regno! Shalom La Purificazione della giovenca rossa Numeri 19 La purificazione della giovenca rossa (PARAH ADUMAH) un argomento misterioso, uno dei comandamenti pi strani di tutta la Torah. Anche il saggio re Salomone, dicono i rabbini, non riuscito a spiegare il rito. Fa parte di quel gruppo di comandamenti, i chukim, per i quali non esiste una spiegazione logica. Va eseguito semplicemente perch Dio lo ha comandato. In altre parole, fai queste cose e falle in questo modo e sarai purificato, anche se tu non capisci il perch. Stiamo parlando delle leggi della purit, le quali non fanno altro che descrivere la condizione tecnica di una persona (o di un oggetto) circa il suo rapporto con la sfera del sacro. Una persona pura una persona che si trova in condizioni tali da poter entrare nel Santuario, senza che in ci vi sia alcuna implicazione morale. Una persona che si trova nello stato di purit una persona adatta. Adatta a poter accedere al Santuario e al mondo della sacralit. Questa premessa

necessaria perch i termini puro e impuro sono stati stravolti dalla nostra cultura religiosa occidentale rendendoci pi difficile la comprensione di quello che realmente la Torah intende. Quando la Torah ci dice che chi stato a contatto con un morto impuro, non sta dicendo che ha peccato n che cattivo. La torah ci sta dicendo che quella persona in una situazione che non la rende adatta ad accedere al Santuario o pi in generale alla sfera della sacralit. Il sacro viene direttamente collegato alla vita: Dio viene chiamato El Hay, Dio vivente. Luomo chiamato ad avvicinarsi a Dio che la fonte di vita. Considerando questo particolare legame sacrovita, ne deriva che ci che squalifica il rapporto con il sacro la morte. Un cadavere infatti sorgente prima dimpurit e il contatto con esso provoca la cosiddetta impurit rituale dei morti. Di contro, un bambino considerato la cosa pi pura che ci sia. I bambini sono lessenza della purezza, tanto che nel Santo dei Santi, sul coperchio che chiude lArca contenente le Tavole della Legge si trovano i cherubini, le cui facce sono dei bambini (un bambino e una bambina). Oggi, di fronte a delle morti, ci si preoccupa della salute pubblica e non si prende sul serio laspetto religioso dellimpurit. Non era cos nel mondo antico in generale, e in Israele in particolare. Secondo Num.5:2 chi era impuro per il contatto con un morto doveva essere escluso dal campo. Il cap. 19 costituisce la degna conclusione di quella sezione del libro che parla delle cause e delle conseguenze della ribellione. La morte la conseguenza finale del peccato, ma gli eredi della promessa possono restare in comunione con Dio, seguendo la procedura descritta in questo capitolo. Il rituale nel quale viene sacrificata la giovenca rossa, il rituale volto a purificare limpurit che deriva dal contatto con un cadavere. Esso consiste nellaspersione di acqua contenente le ceneri della giovenca rossa. Il rituale unico per la sua difficolt tecnica, eppure non questo che lo caratterizza. Ci che lo rende particolare lassenza di una spiegazione. Esso pieno di stranezze non spiegate. interessante che anche il sangue, a differenza di altri sacrifici, viene bruciato. Il motivo che il sangue quello che pi di ogni altra cosa purifica, e quindi, bruciando insieme alla giovenca, le ceneri avranno un potente effetto di purificazione. Quindi, il motivo per cui il sangue non viene offerto sullaltare, che necessario come componente per la cenere. Le ceneri venivano divise in tre parti: una parte la si metteva in un luogo sicuro sul Monte del Tempio, una parte la si conservava nella zona subito fuori il muro del cortile del tempio, e una parte veniva divisa tra i sacerdoti per tutto il paese dIsraele, e veniva usata, quando necessario, per purificare il popolo. Ma questo rituale un paradosso, poich purifica chi contaminato (colui che stato a contatto con un cadavere), ma contamina chi puro (il sacerdote e i suoi due aiutanti). come se la cenere assorbisse limpurit di chi deve purificare e pertanto contamina chi ha a che fare con questo rito. Limpurit (tumah) associata con le forze della mortalit, che sono anche le forze della fertilit (parto, mestruazioni, l'emissione seminale, e ovviamente la morte); e la purezza (taharah) con le forze della vita immortale (il Tempio, il sacro). Il fatto che le ceneri della giovenca rendono puro limpuro, e rendono impuro il puro, suggerisce che queste ceneri rappresentano un agente di cambiamento, e sono in grado di vincere la morte. In altre parole, esse rappresentano la presenza di Dio, che colui pu far morire ma anche colui che porta in vita i morti. Questo per ha un costo, necessario che qualcuno diventi impuro in modo che altri possano essere puri. Nel Nuovo Testamento, le frasi "fuori della porta" (Ebr.13:12) e "fuori del campo" (Num.19:3; Ebr.13:13), sono interpretate come un'allegoria della morte di Yeshua (vedi anche Ebr.9:13). Il rito si svolgeva al di fuori delle mura della citt di Gerusalemme, sul Monte degli Olivi. Siccome lo stato di purezza rituale ottenuta attraverso la cenere di una giovenca rossa un prerequisito necessario per la partecipazione a qualsiasi servizio del futuro Tempio, sono stati fatti molti sforzi, da parte degli ebrei, per individuare una giovenca rossa e ricreare il rituale. Secondo lIstituto del Tempio, stata trovata una giovenca rossa kasher in Israele. Secondo la tradizione rabbinica, finora sono state sacrificate nove giovenche rosse, la decima servir per annunciare la ricostruzione del Tempio. Gli insegnamenti per noi credenti, che 1) dobbiamo continuamente passare attraverso un processo di santificazione per essere in grado di servire Dio. Non possiamo essere impuri e servire. 2)

Dobbiamo osservare i comandamenti di Dio anche se non li capiamo. Le tre famiglie di Abrahamo In quel giorno, vi sar una strada dallEgitto in Assiria; gli Assiri andranno in Egitto, e gli Egiziani in Assiria, e gli Egiziani serviranno lEterno con gli Assiri. In quel giorno, Israele sar terzo con lEgitto e con lAssiria, e tutti e tre saranno una benedizione in mezzo alla terra. LEterno degli eserciti li benedir, dicendo: Benedetti siano lEgitto, mio popolo, lAssiria, opera delle mie mani, e Israele, mia eredit! (Is.19:23-25). Tre discendenze di Abrahamo, padre dei figli di tre donne, cio Agar, Sara e Ketura costituiscono la stragrande maggioranza delle popolazioni indigene del Medio Oriente. Ma chi sono, come sono geograficamente definite, e qual il piano profetico di Dio per loro? Al fine di stabilire chi ha diritto di possedere determinate terre, dobbiamo cominciare con il concetto di "diritto divino", cio il privilegio che deriva dallautorit di Dio. Il primo racconto storico riguardante leredit di una terra avente a che fare con il "diritto divino" si trova in Gen.15:18: In quel giorno lEterno fece patto con Abramo, dicendo: Io do alla tua progenie questo paese, dal fiume dEgitto, al gran fiume, il fiume Eufrate. In genere si pensa che questa promessa sia stata fatta solo per la progenie di Abrahamo attraverso Isacco, cio il popolo ebraico. Ma il passo non significa necessariamente che gli ebrei dovevano occupare la terra che va dal Nilo allEufrate, assumendo che il fiume dEgitto sia il Nilo. Ci sono studiosi che sostengono che questo fiume in realt il Wadi El Arish, un fiume che si trova nella penisola del Sinai. Ma la parola ebraica usata in Gen.15:18 per indicare il fiume, nhr, si riferisce a un fiume che scorre costantemente. Essa contrasta con la parola, nahlh, utilizzata per torrente in Num.34:5, che indica una sorgente che forma unoasi. Questo pu ragionevolmente dimostrare che il riferimento al fiume dEgitto in Gen.15:18 non il Wadi El Arish, ma il Nilo, dal momento che l'unico grande fiume che scorre costantemente nella zona. Poi Mos sal dalle pianure di Moab sul Monte Nebo, in vetta al Pisga, che di faccia a Gerico. E lEterno gli fece vedere tutto il paese: Galaad fino a Dan, tutto Neftali, il paese di Efraim e di Manasse, tutto il paese di Giuda fino al mare occidentale, il mezzogiorno, il bacino del Giordano e la valle di Gerico, citt delle palme, fino a Tsoar. LEterno gli disse: Questo il paese riguardo al quale io feci ad Abrahamo, a Isacco ed a Giacobbe, questo giuramento: - Io lo dar alla tua progenie. Io te lho fatto vedere con i tuoi occhi, ma tu non ventrerai. E lEterno lo seppell nella valle, nel paese di Moab (Deut.34:1-6). Questo brano della Scrittura pu sembrare piuttosto paradossale, se non contraddittorio con quello che Dio aveva detto ad Abrahamo in Gen.15:18, se si accetta lidea che il fiume dEgitto e il fiume Eufrate facciano parte della "terra promessa". Sembrerebbe del tutto evidente che la descrizione di ci che Mos ha visto dal monte Pisga sia in contrasto con quello che Dio aveva detto ad Abrahamo. Francamente, non sarebbe stato possibile a Mos vedere n il Nilo n lEufrate, data lenorme distanza, dalla sua posizione. Si noti la frase: il paese riguardo al quale io feci ad Abrahamo, a Isacco ed a Giacobbe, questo giuramento. Mos vide la terra che doveva essere data alla progenie di Abrahamo attraverso Isacco e Giacobbe (il popolo ebraico). Il Signore ha descritto i confini delle terre che le dodici trib dIsraele dovevano ereditare, con maggiori dettagli in Giosu (capp. 13-19). Come spiegare questa apparente discrepanza tra le due promesse? certo che Dio non si contraddice, non infedele, e non viene meno alle Sue promesse. Possiamo dunque essere certi che la Terra tra il Nilo e lEufrate deve in qualche modo diventare possesso della discendenza di Abrahamo. La risposta sta nel fatto che gli ebrei non sono l'unica progenie di Abrahamo. Isacco non era il suo unico figlio. C' un mistero nella vita di Abrahamo, e lapostolo Paolo ne parla in forma allegorica. Ma quello della schiava nacque secondo la carne; mentre quello della libera nacque in virt della promessa. Le quali cose hanno un senso allegorico; poich queste donne sono due patti, luno, del monte Sinai, genera per la schiavit, ed Agar. Infatti Agar il monte Sinai in Arabia, e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente, la quale schiava coi suoi figliuoli (Gal.4:23-25).

I primi due figli di Abrahamo sono stati Ismaele e Isacco. Ismaele era il primo figlio, nato da una donna egiziana di nome Agar (Gen.16:2-4), e divenne il padre della moderna Arabia. Di questo figlio Dio disse: Ma anche del figliuolo di questa serva (come per Isacco) io far una nazione, perch la tua progenie (Gen.21:13). Poich sappiamo che Ismaele progenie di Abrahamo, al quale fu promesso di diventare una grande nazione, allora anche lui deve necessariamente essere incluso nelleredit spettante alla progenie di Abrahamo. Isacco era il secondo figlio, nato da Sara lebrea. Egli era il figlio della promessa, e fu miracolosamente concepito da Sara quando era ormai troppo vecchia per avere figli. Pertanto, sia Isacco (il figlio del patto nato da Sara l'ebrea) e Ismaele, nato da Agar l'egiziana, fanno parte della discendenza naturale di Abrahamo. Dio non ha mai detto che avrebbe dato la terra dal Nilo allEufrate esclusivamente alla progenie del patto attraverso Sara. Ha semplicemente detto: io do alla tua progenie questo paese (Gen.15:18). La discendenza di Abrahamo per mezzo di Agar diventata lArabia, e i figli dIsmaele (gli arabi) abitano gran parte delle terre dAssiria, Moab ed Egitto, ed altre regioni che circondano la terra dIsraele. Moab e lAssiria si trovavano per la maggior parte nei paesi che oggi vanno sotto il nome di Giordania e Arabia Saudita. Il risultato che il territorio che va dal Nilo allEufrate oggi quasi interamente nelle mani degli ebrei e degli arabi. stato loro dato per diritto divino. Tuttavia, i confini che dovevano costituire la nazione dIsraele (Deut.34:1-5), saranno alla fine rinnovati e ripristinati per il popolo ebraico. Troviamo la conferma in Ezechiele cap. 48. Ma non tutto! La trama si infittisce! Abrahamo aveva una terza moglie che spos dopo la morte di Sara. Poi Abrahamo prese unaltra moglie, per nome Ketura. E questa gli partor Zimran, Jokshan, Medan, Madian, Jishbak e Shuach (Gen.25:1-6). Attraverso questa terza moglie, Ketura, si formata la terza famiglia di Abrahamo. Quale ruolo giocher nella profezia? Ricordiamo che Is.19:23-25 preannuncia che Israele sar terzo con lEgitto e lAssiria e una strada collegher le tre nazioni. Tutte e tre le famiglie di Abrahamo sono rappresentate in questa profezia. L'Egitto incluso perch Ismaele nato da madre egiziana. Israele incluso perch discende da Sara lebrea, e lAssiria inclusa per i figli nati da Ketura, i quali erano sparsi in tutto il paese dAssiria. Ma c' un'altra dichiarazione nella Scrittura che deve essere considerata e che pu confondere quanto finora detto: voltatevi, partite, e andate nella contrada montuosa degli Amorei e in tutte le vicinanze, nella pianura, sui monti, nella regione bassa, nel mezzogiorno, sulla costa del mare, nel paese dei Cananei ed al Libano, fino al gran fiume, il fiume Eufrate. Ecco, io vho posto il paese dinanzi; entrate, prendete possesso del paese che lEterno giur di dare ai vostri padri, Abrahamo, Isacco e Giacobbe, e alla loro progenie dopo di loro (Deut.1:7,8). Questo passo non concorda n con quello che Dio disse ad Abrahamo n con quello che disse a Mos. Non c alcun riferimento al fiume Nilo e lascia intendere che Israele eredita la terra fino al fiume Eufrate. Tuttavia, un esame pi attento rivela qualcosa di ancora diverso. Questa estensione territoriale divenne possesso di re Salomone. Se la popolazione dIsraele aumenta, i confini si allargano, altrimenti rimangono quelli di Deut.34:1-4. Poich Salomone un tipo di Cristo, il Re dei re, potrebbe anche essere che quando il Regno di Dio sar manifestato su tutta la terra, sar necessario "allargare il luogo della tenda e allungare i cordami" (Is.54:27). La restaurazione nazionale dIsraele alla sua terra ed ai suoi confini volont di Dio, anche se il processo tumultuoso. La Cisgiordania, le alture del Golan e la Striscia di Gaza sono state promesse ad Israele. La restituzione del Sinai allEgitto nel 1982 stata una buona azione da parte dIsraele poich non faceva parte della "promessa". Si tratta di questioni geopolitiche che generano molte polemiche, ma la mente orientata profeticamente al di sopra delle prospettive umane e sta attenta a quello che fa Dio. La responsabilit dei credenti quello di dichiarare la volont di Dio su questi temi, non i capricci della politica internazionale. Paesi arabi benedetti nella profezia

Quanto a Ismaele, io tho esaudito. Ecco, io lho benedetto, e far che moltiplichi e saccresca grandissimamente. Egli generer dodici principi, e io far di lui una grande nazione (Gen.17:20). Sia gli arabi che gli ebrei sono discendenti carnali di Abrahamo. Sono popoli semitici (discendenti di Sem). Non si deve pensare che essere pro-Israele significhi necessariamente essere anti-arabo! Molti fanno questo errore, direttamente o indirettamente. importante vedere entrambi i lati della medaglia e vederli dalla prospettiva di Dio. Tutte le nazioni sono accettate da Lui (Atti 17:26). Il Messia Ges stato mandato per la salvezza di tutti gli uomini (Giov.3:16). Anche il nostro amore, dunque, deve essere esteso a tutta lumanit, che comprende il popolo arabo, prezioso agli occhi di Dio. In Genesi, capp. 16-21 registrata la storia di come gli arabi e gli ebrei (Ismaele e Isacco) sono nati come popoli, e le circostanze che hanno generato lostilit esistente tra di loro. Riassumendo brevemente quella storia, troviamo che Abrahamo aveva ricevuto da Dio la promessa di un figlio, nonostante lui e sua moglie fossero vecchi. Sembrava una cosa talmente impossibile che nelloccasione Sara si mise a ridere. Inizi allora a sviluppare un piano che potesse effettivamente ottenere questo risultato, secondo le loro tradizioni. Sara aveva una schiava egiziana, il cui nome era Agar. Il suo piano era quello di dare Agar ad Abrahamo come sua schiava, in modo che lei (Sara) potesse legalmente avere un figlio da Abrahamo per mezzo di Agar. Abrahamo accett l'idea, Agar concep e nacque Ismaele. Il primogenito di Abrahamo era un gentile, non un ebreo, e fu circonciso (Gen.17:23-26). Poi Dio fece il miracolo di concedere a Sara la capacit di concepire e partorire un figlio ad Abrahamo nella sua vecchiaia, nonostante lincredulit. Il figlio fu chiamato Isacco. Da lui nacque poi Giacobbe, il padre delle dodici trib e di tutta la nazione d'Israele. Tuttavia, sembra poco noto, o addirittura misconosciuto da molti credenti il posto occupato dalle dodici trib degli ismaeliti. Quanto a Ismaele, io tho esaudito. Ecco, io lho benedetto, e far che moltiplichi e saccresca grandissimamente. Egli generer dodici principi, e io far di lui una grande nazione (Gen.17:20). Il Nuovo Testamento mostra chiaramente e la storia conferma che Agar diventata la madre della nazione araba. L'apostolo Paolo collega Agar con lArabia in Gal.4:25. Ma Abrahamo amava suo figlio mezzo ebreo e mezzo egiziano e ha interceduto per lui: Di grazia, viva Ismaele nel tuo cospetto (Gen.17:18). Vivere significa molto pi che sopravvivere, significa essere accettato e ricevere la benedizione di Dio (Is.19:25). Dio comunic ad Abrahamo che non ha mai destinato Ismaele ad essere il figlio del "patto". Tuttavia, disse in Gen.17:20,21: Quanto a Ismaele, io tho esaudito. Ecco, io lho benedetto, e far che moltiplichi e saccresca grandissimamente. Egli generer dodici principi, e io far di lui una grande nazione. Ma fermer il mio patto con Isacco che Sara ti partorir". Questo stato parte del processo attraverso il quale il popolo ebraico diventato il popolo "eletto", il popolo per mezzo del quale Dio avrebbe benedetto tutte le nazioni, cos come aveva promesso ad Abrahamo: e benedir quelli che ti benediranno e maledir chi ti maledir e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra (Gen.12:3). Sappiamo poi che Sara ha insistito sul fatto che Agar e suo figlio Ismaele fossero mandati via e dimenticati. Ma l'intercessione di Abrahamo per il figlio stata efficace. Ismaele non stato dimenticato e non morto nel deserto. vissuto perch Dio nella Sua provvidenza gli ha fornito un pozzo dacqua in una terra arida. E langelo dellEterno la trov presso una sorgente dacqua, nel deserto, presso la sorgente ch sulla via di ShurLangelo dellEterno soggiunse: Io moltiplicher grandemente la tua progenie, e non la si potr contare, tanto sar numerosa. E langelo dellEterno le disse ancora: Ecco, tu sei incinta, e partorirai un figliuolo, al quale porrai nome Ismaele, perch lEterno tha ascoltata nella tua afflizionePerci quel pozzo fu chiamato il pozzo di Lachai-Roi. Ecco, esso fra Kades e Bered (Gen.16:7,10,11,14). Il pozzo stato chiamato Lachai-Roi che significa "il pozzo della vita". E ha dato vita poich Ismaele diventato il padre dei popoli arabi, come Dio aveva promesso. Comunque, si svilupp una

profonda ostilit tra Agar e Sara per la gelosia di Sara e per lo spirito di disprezzo di Agar. L'amarezza che esiste tra gli arabi e gli ebrei oggi la diretta conseguenza di quello storico evento. Non se ne rendono conto, ma l'effetto rimane. Sorgi, risplendi, perch la tua luce giunta, e la gloria dellEterno s levata su te! Poich, ecco, le tenebre coprono la terra, e una fitta oscurit avvolge i popoli; ma su te si leva lEterno, e la sua gloria appare su te. Le nazioni cammineranno alla tua luce, e i re allo splendore del tuo levare (Is.60:1-3). Questi versi profetici parlano del ripristino nazionale dIsraele della fine dei tempi. Il v. 6 indica che i discendenti di Ketura (la terza famiglia di Abrahamo) sono inclusi in questo processo: Stuoli di cammelli ti copriranno, dromedari di Madian e dEfa; quelli di Sceba verranno tutti, portando oro ed incenso, e proclamando le lodi dellEterno (Is.60:6) Il v. 7 contiene una speciale attenzione per i discendenti di Agar, gli arabi: Tutti i greggi di Kedar saduneranno presso di te, i montoni di Nebaioth saranno al tuo servizio; saliranno sul mio altare come offerta gradita, ed io far risplendere la gloria della mia casa gloriosa (Is.60:7) Questo versetto significativo in quanto Kedar e Nebaioth sono i primi dei dodici figli nati da Ismaele. Questa profezia descrive un evento incredibile, data lamarezza e il risentimento che gli arabi hanno oggi nei confronti dIsraele. La frase saliranno sul mio altare come offerta gradita prevede la loro conversione alla verit di Dio. la risposta alla preghiera di Abrahamo: viva Ismaele al tuo cospetto (Gen.17:18). Alleluia! In quel giorno, in mezzo al paese dEgitto, vi sar un altare eretto allEterno; e presso la frontiera, una colonna consacrata allEterno. Sar per lEterno degli eserciti un segno e una testimonianza nel paese dEgitto; quandessi grideranno allEterno a motivo dei loro oppressori, egli mander loro un salvatore e un difensore a liberarli. E lEterno si far conoscere allEgitto e agli Egiziani, in quel giorno, conosceranno lEterno, gli offriranno un culto con sacrifizi ed offerte, faranno voti allEterno e li adempiranno. Cos lEterno colpir gli Egiziani: li colpir e li guarir; ed essi si convertiranno allEterno, che sarrender alle loro supplicazioni e li guarir. In quel giorno, vi sar una strada dallEgitto in Assiria; gli Assiri andranno in Egitto, e gli Egiziani serviranno lEterno con gli Assiri. In quel giorno, Israele sar terzo con lEgitto e con lAssiria, e tutti e tre saranno una benedizione in mezzo alla terra. LEterno degli eserciti li benedir, dicendo: Benedetti siano lEgitto, mio popolo, lAssiria, opera delle mie mani, e Israele, mia eredit! (Is.19:19-25). Benedetto sia il Dio di Abrahamo, nel giorno della riconciliazione dei suoi figli! Geremia 16:16 e una sua lettura equivoca (Argentino Quintavalle) Tra le interpretazioni scritturali pi innovative riguardo la realizzazione delle profezie nei nostri giorni quella su Ger.16:16. Secondo essa, i cacciatori di questo verso sono i brutali inseguitori del popolo giudaico, come per esempio i Nazisti che hanno sistematicamente assassinato milioni di Giudei. I pescatori, daltra parte, sono le persone che in silenzio e con bont aiutano il popolo giudaico, per esempio, i cristiani che attualmente sono impegnati a liberare i Giudei dalle repubbliche dellex Unione Sovietica e a farli ritornare in Israele da ogni luogo. La proclamazione di questi cristiani porta con s un tono di urgenza: Fuggite dalla Diaspora e salvatevi ritornando alla terra dei vostri padri! Basandosi su questa interpretazione di Ger.16:16, alcuni cristiani contemporanei vedono come loro dovere cercare i Giudei della Diaspora e informarli della persecuzione sta che per venire. Secondo questo paradigma profetico, i Giudei esuli devono scegliere tra queste due opzioni: 1) far attenzione allavvertimento, o 2) restare fuori Israele e subirne le conseguenze. Non solo questa interpretazione un esempio di esegesi superficiale, ma la sua accettazione pu causare una calamit. Se interiorizziamo degli scenari fantasiosi riguardo il popolo giudaico

facendone loggetto della nostra attrattiva profetica e ci aspettiamo che esso risponda in una certa maniera ai nostri bravi sforzi, le nostre aspettazioni irrealizzate possono trasformarsi, fra qualche decennio, in una forma che far sembrare telogicamente giusticato il male verso questo popolo dal collo duro. una cosa molto comune nella profezia biblica, che le parole che parlano di un disastro e di un futuro restauro stanno tra di loro molto vicine. Ger.16:1-13 e Ger.16:16-18 sono messaggi di un destino incombente: punizione per il comportamento malvagio del popolo. Ger.16:14,15, tuttavia, rompe questa corrente, poich il profeta si sposta momentaneamente su un tema di consolazione. Lultimo passo, che parla della restaurazione dIsraele, ha un messaggio in totale contrasto con i brani che precedono e che seguono. Chi legge non dovrebbe interpretare Ger.16:14,15 come la continuazione di Ger.16:1-13; c una completa interruzione di pensiero. Siccome Ger.16:16-18 e Ger.16:1-13 sono affiancati a Ger.16:14,15, alcuni hanno concluso che Dio riporter gli Ebrei nel loro paese con laiuto di pescatori e cacciatori. In realt, abbiamo qui due distinti temi profetici che sono stati affiancati nella visione del futuro di Geremia, un fenomeno che ricorre frequentemente nei libri profetici della Bibbia. La profezia propizia di Mic.2:12,13 per esempio, si trova incuneata tra calamit e rimproveri. In contrasto con linterpretazione innovativa dei pescatori e cacciatori, la maggior parte dei commentari suggerisce che i pescatori e i cacciatori citati in Ger.16:16 simboleggino i re invasori che porteranno il popolo giudaico in esilio. Artur Weiser, nel suo commentario su Geremia dice che i pescatori e i cacciatori che Jahv lancia alla ricerca perch afferrino la gente e la scovino da tutti i ripostigli, alludono indubbiamente ai Babilonesi, dei quali Jahv pu disporre per lesecuzione del suo giudizio (p. 282; vedi anche Am.4:2). Il commentario di John F. Walwoord e Roy B. Zuck (Investigare le Scritture, vol. 1, p. 1504) scrive riguardo Am.4:2: sarebbero state agganciate alle corde con degli uncini e fatte marciare in fila indiana verso lesilio assiro. Coloro che avessero cercato di opporre resistenza sarebbero stati afferrati con arpioni o ami da pesca, con unoperazione molto simile a quella con la quale sinfilzano i pesci, si buttano sulle spalle e si portano al mercato. La profezia di redenzione di Geremia (scritta in grassetto) si trova inserita tra le profezie dal destino funesto: E voi avete fatto anche peggio dei vostri padri; perch, ecco, ciascuno cammina seguendo la sua caparbiet del suo cuore malvagio, per non dare ascolto a me; perci io vi caccer da questo paese in un paese che n voi n i vostri padri avete conosciuto; e quivi servirete giorno e notte ad altri di, perch io non vi far grazia di sorta. Perci, ecco, i giorni vengono, dice lEterno, che non si dir pi: LEterno vivente, egli che trasse i figliuoli dIsraele fuori del paese dEgitto, ma: LEterno vivente, egli che ha tratto i figliuoli dIsraele fuori del paese del settentrione e di tutti gli altri paesi nei quali egli li aveva cacciati; e io li ricondurr nel loro paese, che avevo dato ai loro padri. Ecco, io mando gran numero di pescatori a pescarli, dice lEterno; e poi, mander gran numero di cacciatori a dar loro la caccia sopra ogni monte, sopra ogni collina e nelle fessure delle rocce. Poich i miei occhi, sono su tutte le loro vie; esse non sono nascoste dinnanzi alla mia faccia, e la loro iniquit non rimane occulta agli occhi miei. E prima dar loro al doppio la retribuzione della loro iniquit e del loro peccato, perch hanno profanato il mio paese, con quei cadaveri che sono i loro idoli esecrandi, ed hanno empito la mia eredit delle loro abominazioni (Ger.16:12-18). Ger.16:16-18 e 16:1-13 parlano della punizione del popolo a causa del suo comportamento malvagio. Ger.16:14,15 parla di una grande benedizione, il ritorno degli esuli. Questo evento sar

cos eccezionale che eclisser lesodo dallEgitto. Evidentemente, quelli che hanno iniziato a interpretare i pescatori e cacciatori come delle buone persone, hanno letto Ger.16:16-18 come se fosse la continuazione di Ger.16:14,15. Hanno considerato i pescatori ed i cacciatori come degli inviati di Dio per guidare gli Israeliti dal paese del settentrione in Israele. Per, Ger.16:16-18 un ritorno al tema di Ger.16:1-13, punizione degli Israeliti per i loro peccati i pescatori e i cacciatori non sono inviati da Dio per portare a casa gli Israeliti, ma per trascinarli fuori dal paese dIsraele e mandarli in esilio. Inoltre, Ger.16:16a, che parla di pescatori, e 16:16b, che parla di cacciatori, insieme costituiscono un parallelismo, la principale caratteristica della poesia ebraica. Nella poesia ebraica, le frasi non fanno la rima; piuttosto, ripetono il pensiero in modo diverso, ma sinonimo. Consideriamo, per esempio: Celebra lEterno, o Gerusalemme! Loda il tuo Dio, o Sion! (Sal.147:12) Quindi, i cacciatori non stanno in contrasto con i pescatori. I cacciatori non sono delle persone crudeli che vogliono sbarazzarsi dei Giudei in Diaspora, mentre i pescatori sono delle figure caritatevoli; anzi, pescatori e cacciatori sono sinonimi. Entrambi sono degli agenti di cui Dio si serve per punire Israele portando il popolo in cattivit. Il Fratello di Plymouth John Nelson Darby (1800-1882) e il suo discepolo americano congregazionalista Cyrus Ingerson Scofield (1843-1921) hanno molto influito su tutte le denominazioni evangeliche e fondamentaliste. Questi due uomini hanno insegnato che tutta la storia della salvezza deve rientrare allinterno della struttura di Daniele 9. Essi hanno descritto i Giudei come lorologio di Dio. Secondo Darby e Scofield, le fasi finali della storia della redenzione non si potranno adempiere fino a quando tutto il popolo giudaico non sar ritornato nel loro paese. Era inevitabile che molti di quei cristiani che hanno seguito Darby e Scofield e letto le loro opere, avrebbero messo in programma di portare i Giudei della Diaspora in Israele. Lalterazione del significato di Ger.16:16 sembra sia influenzata da questo programma il desiderio di aiutare Dio a far ritornare il popolo ebraico nella Terra Promessa, innescando cos lApocalisse e il ritorno di Cristo. [Scofield ha chiaramente attaccato il v. 16 ai vv. 14,15. Nel suo commento a Ger.16:1 (Scofield Reference Bible, 1909), egli scrive: Tutta la vita sociale di Giuda sarebbe stata distrutta ed avrebbe cessato. Ma notate la promessa dei vv. 14-16; Ger.17:7,8]. Molto prima dei cristiani dispensazionalisti, Giovanni Battista commise un errore simile. Per il suo fraintendimento di certe profezie bibliche, egli pens che subito dopo larrivo del Messia, il Messia avrebbe giudicato con il fuoco i peccatori ed introdotto lEra Messianica. Con il senno del poi, sappiamo che Giovanni aveva torto e che prima del giudizio finale migliaia di anni sarebbero trascorsi dalla predicazione di Giovanni lungo le rive del Giordano. Anche se Ges era il giudice della fine dei tempi (cio, il Figlio dellUomo), il giudizio non c stato quando egli venuto, n c oggi. Rimane ancora un evento futuro. Vicino il luogo dove Giovanni predicava e battezzava, cera il centro monastico degli Esseni, la setta ebraica che viveva sulle rive del Mar Morto. Evidentemente, Giovanni aveva una posizione teologica simile agli Esseni che difendevano un certo tipo di determinismo dualistico. Nel loro pensiero, tutti, tranne quelli che si erano uniti alla setta, sarebbero presto stati annientati per tutta leternit. Questo orientamento altamente escatologico aveva fatto s che i settari si erano ritirati nel deserto per la loro interpretazione letterale di Is.40:3, Preparate nel deserto la via dellEterno, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio. Gli Esseni enfatizzavano molto le profezie

del giudizio di fuoco e dannazione dei profeti minori. Agli occhi di Ges, Giovanni era il pi grande dei profeti di Dio, egli era nientemeno che laraldo del Messia! (Mat.11:7-15). Inoltre, Giovanni ha messo in discussione il compito messianico di Ges. evidente che siccome Ges non stava accendendo un fuoco contro gli empi, Giovanni ha inviato i dei discepoli a chiedergli: Sei tu colui che ha da venire [un riferimento a Zac.9:9; Mal.3:1; Dan.7:13; Sal.24:7; ecc.], o ne aspetteremo noi un altro?. Ges ha risposto a Giovanni spiegando la sua missione alla maniera rabbinica, alludendo ai testi della Scrittura (Is.35:5; 42:7; 29:18,19; 61:1): E, rispondendo, disse loro: Andate a riferire a Giovanni quel che avete veduto e udito: i ciechi ricuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, lEvangelo annunziato ai poveri. E beato colui che non si sar scandalizzato di me (Luca 7:22,23) Giovanni sembra che non sia mai diventato un discepolo di Ges. In che altra maniera si pu intendere la dichiarazione: In verit io vi dico, che fra i nati di donna non sorto alcuno maggiore di Giovanni Battista; per, il minimo nel regno dei cieli [la comunit dei discepoli di Ges] maggiore di lui (Mat.11:11)? N i discepoli di Giovanni si sono uniti al movimento di Ges, e pi tardi troviamo alcuni di loro in Asia Minore (circa dodici uomini) che avevano ricevuto il battesimo di Giovanni, ma non avevano neppur sentito dire che ci sia lo Spirito Santo. Dopo essere stati istruiti da Paolo, questi uomini furon battezzati nel nome del Signore Ges. Or avvenne, mentre Apollo era a Corinto, che Paolo, avendo traversato la parte alta del paese, venne ad Efeso; e vi trov alcuni discepoli, ai quali disse: Riceveste voi lo Spirito Santo quando credeste? Ed essi a lui: Non abbiamo neppur sentito dire che ci sia lo Spirito Santo. Ed egli disse loro: Di che battesimo siete dunque stati battezzati? Ed essi risposero: Del battesimo di Giovanni. E Paolo disse: Giovanni battezz col battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo che credesse in colui che veniva dopo di lui, cio, in Ges. Udito questo, furon battezzati nel nome del Signor Ges; e dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in altre lingue, e profetizzavano. Erano, in tutto, circa dodici uomini (Atti 19:1-7). Forse possiamo imparare una lezione da Giovanni Battista. Egli ha messo in pratica le sue convinzioni escatologiche. Anche quando stato delicatamente corretto da Ges - Beato colui che non si sar scandalizzato di me - Giovanni ha ancora aderito al suo erroneo calendario della fine dei tempi. Lispirata dichiarazione profetica di Giovanni: egli vi battezzer con lo Spirito Santo e con fuoco (Mat.3:11 = Luca 3:16) - era giusta. Ma, per colpa di una erronea interpretazione delle profezie bibliche, la comprensione di Giovanni della sua stessa profezia stata compromessa. Lo Spirito Santo stato infatti sparso nel giorno di Pentecoste, secondo Atti 2:1-4; per, dopo quasi 2000 anni, il giudizio finale non ancora avvenuto. Come pensiero finale, considero quello che potrebbe avvenire se, Dio non voglia, scoppiasse la persecuzione contro i Giudei. Avremmo noi cristiani la volont e il coraggio di stare contro i loro persecutori; o penseremmo alla loro situazione come ad una punizione di Dio per non aver dato ascolto agli avvertimenti dei cristiani? Saremmo zelanti ad aiutare i Giudei anche se, per esempio, essi non sono stati disposti ad immigrare in Israele? Che cosa potrebbe avvenire se il nostro amore

escatologico verso i Giudei sindebolisse? I nostri calorosi sentimenti verso di loro potrebbero raffreddarsi se non addirittura congelarsi in apatia. Una tale tendenza al raffreddamento alla vigilia di aspettative teologiche frustrate, non senza precedenti. Abbiamo mai considerato il caso di Martin Lutero? Allinizio egli ha trattato i Giudei in maniera gentile. Egli ha anche accarezzato laspettativa che essi avrebbero risposto favorevolmente alla sua predicazione del Vangelo. Ma, nel 1543, tre anni prima di morire, si scagliato contro i Giudei. Frustrato che non hanno risposto come previsto, egli ha vomitato veleno contro di loro. In un trattato dal titolo Degli ebrei e delle loro menzogne, ha consigliato che bisogna dare fuoco alle loro sinagoghe o scuole bisogna allo stesso modo distruggere e smantellare anche le loro case bisogna portar via loro tutti i libri di preghiere e i testi talmudici bisogna proibire ai loro rabbini pena la morte di continuare a insegnare bisogna abolire completamente per gli ebrei il salvacondotto per le strade bisogna confiscare tutto ci che possiedono in contante e in gioielli dargento e doro e li cacciassimo per sempre dal paese in modo che noi e voi possiamo essere tutti liberi da questo insopportabile carico diabolico: i Giudei. Gli occhi teneri di Lea La Riveduta traduce Gen.29:17 come segue: Lea aveva gli occhi delicati, ma Rachele era avvenente e di bellaspetto. La Diodati ha: Lea avea gli occhi teneri, mentre la Nuova Diodati legge: Lea aveva gli occhi languidi. Il testo ebraico legge, letteralmente: E gli occhi di Lea erano teneri; e [cio, ma] Rachele era bella di statura e bella daspetto. La Septuaginta, la traduzione greca (II sec a.C.) delle Sacre Scritture Ebraiche, ha utilizzato la parola asthenes (debole, fiacco, malaticcio) per descrivere gli occhi di Lea. L'incertezza dei Targum (traduzioni aramaiche della Sacra Scrittura) su come tradurre questo enigmatico aggettivo ebraico ha creato una pletora di parafrasi: Targum Onkelos: e gli occhi di Lea erano belli; Targum Jonathan: e gli occhi di Lea erano languidi [o, lacrimosi] dal piangere e pregare al cospetto del Signore che non fosse data in sposa al malvagio Esa; Targum Palestinese: e gli occhi di Lea [...] siccome lei gridava e piangeva nella speranza di non essere destinata ad Esa; Targum Neofiti: E gli occhi di Lea si alzavano in preghiera, supplicando che fosse data in sposa a Giacobbe. Forse la traduzione migliore : Lea aveva gli occhi teneri, ma Rachele era armoniosa [di belle forme] e bella. Teneri, non necessariamente deboli, poich il significato di base dellebraico rak tenero, delicato; cfr. Gen.33:13 (tenera et in riferimento ai fanciulli). La traduzione tradizionale stata influenzata dall'etimologia diffusa del nome Lea, debole [cfr. CEI: occhi smorti; Ricciotti: occhi malati). Quello che il racconto sembra dire che Lea aveva gli occhi graziosi, ma Rachele era di una bellezza eccezionale. L'ordine delle parole ebraiche richiede un contrasto tra Lea e Rachele. La seconda waw (e) deve essere intesa come ma, tuttavia. Il contrasto non pu essere Lea era brutta, ma Rachele era bella, poich il testo non confronta gli occhi di Rachele con quelli di Lea, o il corpo di Rachele con quello di Lea, ma una parte di Lea con tutta Rachele. Quindi, il contrasto : gli occhi di Lea erano belli, ma Rachele era bella in tutte le parti del suo corpo. 1 e 2 Re Introduzione a 1 e 2 Re - Melkm e Orientamento 1 e 2 Re erano originariamente un singolo libro nel canone Ebraico, ma sono stati in seguito divisi per essere messi su due rotoli. Lautore di questi libri fondamentali sconosciuto, ma alcuni studiosi ritengono che siano stati compilati prima dellesilio, con qualche redazione finale fatta durante lesilio. 1 e 2 Re coprono quel periodo dellepoca monarchica che va dallinizio del regno di

Salomone (971 a.C.) fino a Sedekia, lultimo re di Giuda (586 a.C.). Questa parte della storia testimonia della divisione del regno dopo la morte di Salomone, la dispersione del regno del nord (Israele) nel 721 a.C., e la deportazione del regno del sud (Giuda) nel 586 a.C.

1 e 2 Re in confronto 1 Re Inizia con il Re Davide Si apre con la gloria di Salomone Inizia con benedizioni ed ubbidienza Si apre con la costruzione del tempio Segnali dellinizio dellapostasia Mostra il fallimento dei re a governare il popolo di Dio Introduce il profeta Elia Enfatizza la pazienza del Signore 2 Re Finisce con il re di Babilonia Si chiude con la vergogna di Joiakin Finisce con maledizione e disubbidienza Si chiude con il tempio dato alle fiamme Descrizione delle conseguenze dellapostasia Descrizione delle conseguenze di tale fallimento Introduce il profeta Eliseo Conferma la sicura punizione del peccato da parte di Dio

1 RE Libri storici

Giosu Giudici Ruth 1 Samuele 2 Samuele 1 Re 2 Re 1 Cronache

2 Cronache Esdra Nehemia Ester Scopo/Tema: 1Re descrive la gloria della nazione Giudaica sotto re Salomone, e la tragica divisione del regno in Israele a nord, e Giuda a sud. in questo periodo che vediamo lascesa dei profeti come forza religiosa. Versi chiave: fortificati e portati da uomo! Osserva quello che lEterno, il tuo Dio, tha comandato dosservare, camminando nelle sue vie e mettendo in pratica le sue leggi, i suoi comandamenti, i suoi precetti, i suoi insegnamenti, secondo che scritto nella legge di Mos, affinch tu riesca in tutto ci che farai (2:2,3). Personaggi principali: Davide, Salomone, Roboamo, Nathan, Geroboamo, Achab, Jezebel, Elia, Eliseo. Schema: Regno di Salomone (1-10) Morte di Salomone e divisione del regno (11-16) Re Achab e sua moglie Jezebel introducono il culto di Baal (16) Il profeta Elia sconfigge i profeti di Baal (17-18) Azioni malvagie di Achab (19-22)

SCHEMA DETTAGLIATO I. Il Regno di Salomone (capp.1-11) A. La preparazione per il nuovo re (1:1-2:12) 1. La vecchiaia di Davide (1:1-4) 2. Il complotto di Adonija (1:5-53) 3. Le raccomandazioni di Davide a Salomone (2:1-9) 4. La morte di Davide (2:10-12) B. I primi anni del regno di Salomone (2:13-4:34) 1. Lepurazione di Salomone (2:13-46) 2. La sapienza di Salomone (cap.3) 3. Amministrazione e politica di Salomone (cap.4) C. Il Tempio ed il palazzo di Salomone (5-8) 1. Preparativi per la costruzione (cap.5) 2. Costruzione del Tempio (cap.6) 3. Il palazzo di Salomone (7:1-12)

4. Gli arredi del Tempio (7:13-51) 5. La dedicazione del Tempio (cap.8) D. Gli anni successivi del regno di Salomone (capp.9-11) 1. Il patto di Dio con Salomone (9:1-9) 2. Le opere di costruzione di Salomone (9:10-28) 3. La gloria di Salomone (cap.10) 4. L'apostasia di Salomone (cap.11) II. La storia del regno diviso prima parte (capp.12-22) A. La divisione del regno (12:1-24) 1. Il dilemma di Roboamo (12:1-5) 2. I consiglieri di Roboamo (12:6-11) 3. La decisione di Roboamo (12:12-15) 4. La ribellione dIsraele (12:16-20) 5. La rappresaglia di Roboamo (12:21-24) B. Il regno malvagio di Geroboamo in Israele (12:25-14:20) 1. L'idolatria di Geroboamo (12:25-33) 2. L'uomo di Dio arrivato da Giuda (13:1-32) 3. Geroboamo persiste nellapostasia (13:33-34) 4. La profezia di Ahija contro Geroboamo (14:1-18) 5. La morte di Geroboamo (14:19-20) C. Il regno malvagio di Roboamo in Giuda (14:21-31) 1. La malvagit di Roboamo (14:21-24) 2. L'invasione di Scishak (14:25-28) 3. La morte di Roboamo (14:29-31) D. Il regno malvagio di Abijam in Giuda (15:1-8) 1. La malvagit di Abijam (15:1-6) 2. La morte di Abijam (15:7-8) E. Il buon regno di Asa in Giuda (15:9-24) 1. La bont di Asa (15:9-15) 2. La vittoria di Asa su Baasa (15:16-22) 3. La morte di Asa (15:23-24) F. Il regno malvagio di Nadab in Israele (15:25-32) 1. Le imprese di Nadab (15:25-28) 2. La fine della prima dinastia dIsraele (15:29-32) G. Il regno malvagio di Baasa in Israele (15:33-16:7) 1. La valutazione del regno di Baasa (15:33-34) 2. La profezia di Jehu (16:1-4) 3. La morte di Baasa (16:5-7) H. Il regno malvagio di Ela in Israele (16:8-14) I. Il regno malvagio di Zimri in Israele (16:15-20) J. Il regno malvagio di Omri in Israele (16:21-28) K. Il regno malvagio di Achab in Israele (16:29-22:40) 1. La malvagit di Achab (16:29-34) 2. La punizione di Achab (capp.17-18) 3. La moglie malvagia di Achab (cap.19) 4. L'avversario Siriano di Achab (cap.20) 5. Il crimine di Achab contro Naboth (cap.21) 6. La morte di Achab (22:1-40) L. Il buon regno di Giosafat in Giuda (22:41-50) M. L'inizio del regno malvagio di Achazia in Israele (22:51-53)

2 RE Libri storici

Giosu Giudici Ruth 1 Samuele 2 Samuele 1 Re 2 Re 1 Cronache 2 Cronache Esdra Nehemia Ester Scopo/Tema: 2Re registra gli ultimi anni del popolo Giudaico come nazione, ed il suo esilio ad opera dei Babilonesi nel 586 a.C. Verso chiave: E lEterno rigett tutta la stirpe dIsraele, la umili, e labbandon in balia di predoni, finch la cacci dalla sua presenza (17:20) Personaggi principali: In ISRAELE Elia, Eliseo, Jehu, Geroboamo II In GIUDA - Joas, Achaz, Ezechia, Isaia, Manasse, Giosia Schema: Il ministero di Elia (1Re 17-22; 2Re 1-2) Il ministero di Eliseo (2Re 1-9:13

Gli ultimi giorni dIsraele (2Re 10-17) Gli ultimi giorni di Giuda (2Re 18-25)

SCHEMA DETTAGLIATO I. La storia del regno diviso parte seconda (capp.1-17) A. La continuazione del regno malvagio di Achazia (cap.1) B. Il regno malvagio di Jehoram in Israele (2:1-8:15) C. Il regno malvagio di Jehoram in Giuda (8:16-24) D. Il regno malvagio di Achazia in Giuda (8:25-9:29) E. Il regno malvagio di Jehu in Israele (9:30-10:36) F. Il regno malvagio di Athalia in Giuda (11:1-20) G. Il buon regno di Joas in Giuda (11:21-12:21) H. Il regno malvagio di Joachaz in Israele (13:1-9) I. Il regno malvagio di Joas in Israele (13:10-25) J. Il buon regno di Amatsia in Giuda (14:1-22) K. Il regno malvagio di Geroboamo II in Israele (14:23-29) L. Il buon regno di Azaria in Giuda (15:1-7) M. Il regno malvagio di Zaccaria in Israele (15:8-12) N. Il regno malvagio di Shallum in Israele (15:13-16) O. Il regno malvagio di Menahem in Israele (15:17-22) P. Il regno malvagio di Pekachia in Israele (15:23-26) Q. Il regno malvagio di Pekah in Israele (15:27-31) R. Il buon regno di Jotham in Giuda (15:32-38) S. Il regno malvagio di Achaz in Giuda (cap.16) T. Il regno malvagio di Hosea in Israele (17:1-6) U. La deportazione dIsraele (17:7-41) II. La storia del Regno sopravvissuto di Giuda (capp.18-25) A. Il buon regno di Ezechia (capp.18-20) B. Il regno malvagio di Manasse (21:1-18) C. Il regno malvagio di Amon (21:19-26) D. Il buon regno di Giosia (22:1-23:30) E. Il regno malvagio di Joachaz (23:31-35) F. Il regno malvagio di Joiakim (23:36-24:7) G. Il regno malvagio di Joiakin (24:8-17) H. Il regno malvagio di Sedekia (24:18-25:7) I. Giuda sotto il dominio Babilonese (25:8-30) Cristologia Messianica in 1 Re: Come Davide, anche Salomone un tipo di Ges, nella sua descrizione del regno futuro del Messia sulla terra. Salomone rappresenta questo in particolare per la sua fama, gloria, ricchezza e rispetto. Salomone una figura di Cristo anche per la sua sapienza. interessante osservare che il Messia non viene mai chiamato figlio di Salomone. Lo troviamo nella genealogia di Ges in Matteo. Cristologia Messianica in 2 Re: Elia anticipa naturalmente il precursore di Cristo, Giovanni Battista (Mat.11:14; 17:10-12; Luca 1:17) ed Eliseo ci ricorda per molti aspetti Ges Cristo nel suo ministero. Notiamo il confronto:

Elia noto per le sue grandi gesta pubbliche, mentre Eliseo per il gran numero di miracoli che ha fatto, molti dei quali per andare incontro a dei bisogni individuali. Il ministero di Elia ha messo in risalto la legge, il giudizio e la severit di Dio. Eliseo ha supplito a questo dimostrando che Dio grazia, amore e affettuosit. Elia era simile a Giovanni Battista, proclamando un messaggio di pentimento dal peccato. Eliseo, che venuto dopo, andato in giro, come Ges, facendo opere di bene e miracoli attestando che le parole dei profeti erano da Dio.

Contributo al Vecchio Testamento 1. 1 e 2 Re registrano la divisione ed il crollo finale della monarchia. Questi libri danno la registrazione storica dei re dIsraele e nello stesso tempo li accusano di non riuscire a condurre il popolo a rispettare il patto. Solo con alcune eccezioni, i re non hanno seguito il modello divino monarchico come aveva fatto Davide. 2. 1 e 2 Re rivelano come vengono applicate le promesse del patto. Questi libri mostrano come la rimozione del popolo di Dio dalla terra in relazione al patto incondizionato di Dio promesso a: Abrahamo (promessa di possedere la terra); mostrando come Israele dovrebbe sempre mantenere la titolarit della terra. Siccome essi hanno disubbidito, essi perdono il loro diritto di godere della terra. Davide (promessa di un trono eterno); avendo sempre un suo discendente sul trono di Giuda durante la monarchia. Anche dopo la fine della monarchia, Dio ha continuato a promettere un trono eterno preservando un rimanente di Giuda dalla cattivit. Da questo rimanente di Giuda sarebbe venuto Ges il Messia, il vero Re Messianico dei Giudei, ed il lungamente atteso Figlio di Davide. Re del Regno Unito (ca. 1025-925 a.C.) Re Rapporto col re precedente Giudizio di Dio Saul Nessuno Male Jsh-Bosheth* figlio Sconosciuto Davide nessuno Bene Salomone (Jedidia) figlio

Bene da giovane Male in tarda et * Il regno era diviso durante questo re; Davide era re sulla trib di Giuda Re di Giuda (ca.925-586 a.C.) Re dIsraele (ca. 925-721 a.C.) Re Rapporto col re precedente Giudizio di Dio Re Rapporto col re precedente Giudizio di Dio Roboamo figlio Male Geroboamo servo Male Abijam (Abija) figlio Male

Asa

figlio

Bene Nadab figlio Male Baasa nessuno Male Ela figlio Male Zimri capitano Male Omri capitano Male Achab figlio Male Giosafat figlio Bene Achazia figlio Male Jeohram (Joram) Figlio di Achab Male Jehoram (Joram) figlio Male Achazia (Azaria) (Jehoachaz) figlio Male Athalia madre Male Jehu

capitano Misto Joas Figlio di Achazia Bene da giovane Male da vecchio Joachaz figlio Male Joas figlio Male Amatsia figlio Bene da giovane Male da vecchio Geroboamo II figlio Male

Uzzia (Azaria)

figlio

Bene Zaccaria figlio Male Shallum nessuno Sospetto Menahem nessuno Male

Pekachia figlio Male Pekah capitano Male Jotham figlio Bene Achaz figlio Male Hosea nessuno Male Ezechia figlio Bene Esilio Assiro Manasse figlio Male Amon figlio Male Giosia figlio Male Shallum (Joachaz) figlio Male Joiakim (Eliakim) figlio Male Joiakin (Jeconia o Conia) figlio Male Sedekia Figlio di Giosia Male

Introduzione a 1 e 2 Cronache - Dibr Hayymm e Orientamento L'autore sconosciuto, ma molti pensano che sia Esdra. In tal caso, questi libri sono stati scritti dopo lesilio, circa nel 450 a.C. Lautore fa notare che questi libri sono stati scritti utilizzando varie fonti. Come 1 e 2 Samuele e 1 e 2 Re, anche 1 e 2 Cronache erano originariamente un solo libro nel canone Ebraico. 1 e 2 Cronache sono libri complementari a quelli di Samuele e dei Re, e coprono approssimativamente lo stesso periodo storico, dallinizio del regno di Saul (1043 a.C.) alla fine del regno meridionale di Giuda (586 a.C.). 1 Cronache Punto centrale Linea Reale di Davide Regno di Davide Riferimento 1:1. 10:1. 13:1 18:1. 21:1.. 28:1...29:30 Divisione Genealogia di Davide e Israele Ascensione al trono di Davide Acquisizione dellArca Vittorie di Davide Preparazione per il Tempio Ultimi giorni di Davide Soggetto Genealogia Storia (con commento spirituale) Localizzazione Israele Tempo Ca. 1000 a.C. 1010-971 a.C. (40 anni) 2 Cronache Punto centrale Regno di Salomone Regno dei Re di Giuda Riferimento 1:1. 2:1 8:1. 10:1. 14:1.. 36:1...36:23 Divisione

Inizio di Salomone Completamento del Tempio Gloria del Regno di Salomone Divisione del Regno Le riforme di Asa, Giosafat, Joas, Ezechia e Giosia La caduta di Giuda Soggetto La costruzione del Tempio La distruzione del Tempio Splendore Disastro Localizzazione Giuda Tempo 971-931 a.C. (40 anni) 931-538 a.C. (393 anni) Suggerimenti utili per la lettura di 1 e 2 Cronache 1. Capire il contesto storico nel quale il Cronista ha scritto. Questi libri sono stati scritti dopo lesilio durante lepoca della restaurazione. Era un periodo di crisi didentit per il popolo di Dio. La prospettiva positiva dellautore ha lo scopo di dare un senso di continuit alla gente, collegando il glorioso passato con la gloria presente del tempio e del sacerdozio. 2. Prendere nota delle differenze importanti tra le Cronache e Samuele-Re. Cronache si focalizza sugli aspetti spirituali che stanno dietro gli eventi di Samuele-Re. In particolare, lautore ci mette davanti la dimensione spirituale delle azioni dei re. Per esempio, 1Cron.21:1, lautore dice che stato Satana ad incitare Davide a fare il censimento degli uomini combattenti in Israele. Questo commento spirituale ci d una migliore comprensione della monarchia. Confronto tra Samuele-Re e Cronache Argomento Samuele-Re Cronache Geografia Regno del Nord e del Sud Solo Regno del Sud Identit nazionale Il trono (Regno dIsraele) Il Tempio e il sacerdozio Storia Storia civile e politica Storia sacra Ufficio Profeta Sacerdote Guerre Pi prominenti Meno prominenti Scopo Accusare i due regni Incoraggiare il rimanente

1 CRONACHE Libri storici

Giosu Giudici Ruth 1 Samuele 2 Samuele 1 Re 2 Re 1 Cronache 2 Cronache Esdra Nehemia Ester Scopo/Tema: I due libri delle Cronache raccontano nuovamente buona parte della storia di Samuele e Re, specialmente per quel che riguarda il regno del sud, Giuda, che era da poco tornato dallesilio Babilonese. 1 Cronache si sofferma sul regno del Re Davide. Verso chiave: Davide disse ancora a Salomone, suo figliuolo: Sii forte, fatti animo, e mettiti allopra; non temere, non ti sgomentare; poich lEterno Iddio, il mio Dio, sar teco; egli non ti lascer e non ti abbandoner (28:20) Personaggi principali: Adamo, Abrahamo, Giacobbe, Saul, Davide Schema: Liste delle famiglie e dei capi (1-9) Il regno di Davide (10-29) La morte di Saul (10)

Lascesa al potere di Davide (11-12) Larca del patto (13-16) La promessa di Dio e la preghiera di Davide (17) Le vittorie di Davide (18-20) Il censimento di Davide (21) Preparativi per il Tempio (22-27) Ultimi giorni e morte di Davide (28-29)

SCHEMA DETTAGLIATO I. Genealogie (capp.1-9) A. Genealogie patriarcali (cap.1) 1. Genealogia di Adamo (1:1-4) 2. Genealogia di Jafet (1:5-7) 3. Genealogia di Cam (1:8-16) 4. Genealogia di Sem (1:17-27) 5. Genealogia di Abrahamo (1:28-34) 6. Genealogia di Esa (1:35-54) B. Genealogia di Giuda (cap.2) 1. Figli di Giuda (2:1-4) 2. Genealogie di Perets e di Zerach (2:5-8) 3. Genealogia di Hetsron (2:9-41) 4. Genealogia di Caleb (2:42-55) C. Genealogia di Davide (cap.3) 1. Figli di Davide (3:1-9) 2. Discendenti di Salomone (3:10-24) D. Genealogia di Giuda (4:1-23) E. Genealogia di Simeone (4:24-43) F. Genealogie delle trib Transgiordane (cap.5) 1. Ruben (5:1-10) 2. Gad (5:11-17) 3. Imprese delle trib orientali (5:18-22) 4. La mezza trib di Manasse (5:23-26) G. Genealogia di Levi (cap.6) 1. Discendenti di Levi (6:1-15) 2. Altri discendenti di Levi (6:16-30) 3. Musicisti Leviti (6:31-48) 4. Sacerdoti Aaronici (6:49-53) 5. Sistemazione dei Leviti (6:54-81)

H. Genealogie di sei trib settentrionali (cap.7) 1. Issacar (7:1-5) 2. Beniamino (7:6-12) 3. Neftali (7:13) 4. Manasse (7:14-19) 5. Efraim (7:20-29) 6. Ascer (7:30-40) I. Genealogia di Beniamino (cap.8) J. Abitanti di Gerusalemme (9:1-34) 1. Capi politici (9:1-9) 2. Sacerdoti (9:10-13) 3. Leviti (9:14-16) 4. Portinai ed altri (9:17-34) K. Genealogia di Saul (9:35-44) II. Il Regno di Davide (capp.10-29) A. Morte di Saul (cap.10) B. I valorosi guerrieri di Davide (capp.11-12) C. Trasporto dellarca (cap.13) D. Davide si stabilisce a Gerusalemme (capp.14-16) 1. Il suo palazzo (14:1-2) 2. La sua famiglia (14:3-7) 3. Le sue vittorie sui Filistei (14:8-17) 4. Arrivo dell'arca (cap.15) 5. Ordinamento del personale religioso (cap.16) E. Il desiderio di Davide di un tempio (cap.17) F. Le guerre di Davide (18:1-20:8) 1. Filistei e Moabiti (18:1-2) 2. Aramei (18:3-11) 3. Edomiti (18:12-13) 4. L'amministrazione reale (18:14-17) 5. Ammoniti (19:1-20:3) 6. Filistei (20:4-8) G. Il censimento di Davide e la punizione del Signore (21:1-22:1) H. I piani di Davide per il tempio (22:2-19) I. Lorganizzazione teocratica di Davide (capp.23-27) 1. I Leviti in generale (capp.23-24) 2. I musicisti Leviti (cap.25) 3. I portinai Leviti (26:1-19) 4. I tesorieri Leviti (26:20-28) 5. Gli amministratori Leviti (26:29-32) 6. La struttura militare e politica (cap.27) J. Le raccomandazioni finali di Davide (28:1-29:22a) 1. Le istruzioni di Davide per il tempio (28:1-10) 2. I piani di Davide per il tempio (28:11-21) 3. L'appello di Davide per le offerte (29:1-9) 4. La preghiera di Davide ed i sacrifici di dedicazione (29:10-22a) K. Il successore di Davide al trono (29:22b-30)

2 CRONACHE Libri storici

Giosu Giudici Ruth 1 Samuele 2 Samuele 1 Re 2 Re 1 Cronache 2 Cronache Esdra Nehemia Ester Scopo/Tema: Continua il racconto della storia di Giuda sotto il Re Salomone, con speciale enfasi sul Tempio e la trascuratezza del vero culto. Verso chiave: Ma egli proprio vero che Dio abiti cogli uomini sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti posson contenere; quanto meno questa casa che io ho costruita (6:18) Personaggi principali: Salomone ed i re di Giuda Schema: Il regno di Salomone (1-9) Richiesta di Salomone (1) Tempio di Salomone (2-7) Successi di Salomone (8-9)

I re di Giuda (10-36) Roboamo (10-12) Abija (13) Asa (14-16) Giosafat (17-20) Jehoram (21) Achazia, (22) Athalia (22-23) Joas (24) Amatsia (25) Uzzia (26) Jotham (27) Achaz (28) Ezechia (29-32) Manasse, Amon (33) Giosia (34-35) La caduta di Gerusalemme (36)

SCHEMA DETTAGLIATO I. Il Regno di Salomone (capp.1-9) A. Sapienza e prosperit di Salomone (cap.1) B. Costruzione del tempio (2:1-5:1) 1. I preparativi (cap.2) 2. La costruzione del tempio (cap.3) 3. Gli arredi del tempio (4:1-5:1) C. Dedicazione del tempio (5:2-7:10) 1. Larca portata nel tempio (5:2-14) 2. Benedizione e preghiera di Salomone (cap.6) 3. I sacrifici di Salomone (7:1-10) D. Benedizioni e maledizioni di Dio (7:11-22) E. I successi di Salomone (capp.8-9) 1. Successo politico (8:1-11) 2. Successo religioso (8:12-16) 3. Successo economico (8:17-9:31) II. Il regno della Dinastia Davidica (capp.10-36) A. Roboamo (capp.10-12) 1. Divisione della nazione in Israele e Giuda (cap.10) 2. Le fortificazioni di Roboamo e la sua famiglia (cap.11) 3. Attacco dellEgitto su Gerusalemme (cap.12) B. Abija (cap.13) C. Asa (capp.14-16) 1. L'ubbidienza di Asa al Signore (cap.14) 2. Le riforme di Asa (cap.15) 3. Il trattato di Asa con Ben-Hadad (cap.16) D. Giosafat (capp.17-20) 1. Il potente regno di Giosafat (cap.17) 2. L'alleanza di Giosafat con Achab (18:1-19:3) 3. Giosafat costituisce dei giudici (19:4-11) 4. La vittoria di Giosafat sui Moabiti e sugli Ammoniti (20:1-30)

5. Gli ultimi giorni di Giosafat (20:31-37) E. Jehoram (cap. 21) F. Achazia (22:1-9) G. Athalia (22:10-23:21) H. Joas (cap.24) 1. Joas restaura il tempio (24:1-16) 2. La malvagit e l'assassinio di Joas (24:17-27) I. Amatsia (cap.25) J. Uzzia (cap.26) K. Jotham (cap.27) L. Achaz (cap.28) M. Ezechia (capp.29-32) 1. Purificazione del tempio (cap.29) 2. La grande Pasqua di Ezechia (30:1-31:1) 3. Ristabilimento del culto corretto (31:2-21) 4. L'invasione di Sennacherib (32:1-23) 5. La malattia e la prosperit di Ezechia (32:24-33) N. Manasse (33:1-20) O. Amon (33:21-25) P. Giosia (capp.34-35) 1. La riforma di Giosia (cap.34) 2. La grande Pasqua di Giosia (35:1-19) 3. L'incontro mortale di Giosia con Neco (35:20-27) Q. Joachaz (36:1-4) R. Joiakim (36:5-8) S. Joiakin (36:9-10) T. Sedekia (36:11-16) U. Conquista babilonese ed esilio (36:17-21) V. Il decreto di Ciro (36:22-23) Il Nome Divino nel Nuovo Testamento ebraico Dio ha un nome personale: YHWH. Come per tutti i nomi semitici in generale, inteso a riflettere qualcosa del carattere di Colui che lo porta. YHWH connesso con la radice h-w-h, essere, e riflette leternit e linfinit. Il nome del Dio dIsraele potente ed sempre stato usato con riverenza. Il terzo comandamento dice di non usarlo invano, il che veniva inizialmente interpretato che non bisognava giurare il falso usando il nome di Dio. Tuttavia, questo comandamento stato in seguito inteso nel suo senso pi stretto, e tra la distruzione del Primo Tempio nel 586 a.C. ed il terzo secolo a.C., il popolo ha iniziato a non pronunciarlo pi nelle conversazioni. Quando le Scritture Ebraiche furono tradotte in greco nel terzo secolo a.C., il tetragramma stato spesso sostituito con la parola greca kyrios, che significa Signore. Questo causa una piccola complicazione quando leggiamo, perch c' gi una parola per dire Signore in ebraico, che a volte viene usata in riferimento a Dio nella sua forma singolare, dn, o come plurale con il suffisso pronominale della prima persona singolare, dnay, Signore, (letteralmente, miei signori). [Il plurale di dn dnim. Il plurale regolare con il suffisso pronominale della prima persona singolare dnay, miei signori. Nel testo Masoretico, quando ci si riferisce a Dio e non ai miei signori, la parola punteggiata (lunica eccezione su 425 ricorrenze dnay in Giud.13:8)]. Cos, non sempre possibile nella Septuaginta dire se loriginale ebraico sottostante che faceva riferimento a Dio era il tetragramma, dnay, o qualche altra parola.

Dal greco allebraico Questo problema non esiste quando si traduce il Nuovo Testamento nella maggior parte delle lingue: i traduttori utilizzano solo la parola per Signore. Comunque, nella traduzione ebraica del Nuovo Testamento stato necessario decidere per ogni ricorrenza di kyrios se renderlo dnay o YHWH o qualcosaltro. Nel caso delle citazioni dalle Scritture Ebraiche la decisione abbastanza semplice. In un passo come Mat.22:44, il moderno Nuovo Testamento ebraico si rif alloriginale del Sal.110:1 e legge, neum yhwh ladn che la Diodati traduce: Il Signore ha detto al mio Signore. Notiamo in questo esempio che Matteo cita delle parole che Ges ha detto in pubblico. Ges, o qualunque altro nel Nuovo Testamento, avrebbe pronunciato il Nome Divino? La risposta deve essere no. Tuttavia, i traduttori si sono sentiti giustificati a lasciare la dicitura originale del Salmo, anche se Ges avrebbe detto le parole neum dnay ladn, sostituendo il tetragramma con la parola dnay. In questo caso essi hanno copiato dal Salmo originale piuttosto che citare le parole effettive che sono uscite dalla bocca di Ges. Il testo greco di Matteo usa qui la parola kyrios due volte. La Septuaginta usa la parola kyrios per tradurre tredici diverse parole ebraiche. Quindi, quando ritraduciamo in ebraico possiamo scegliere quale di quelle parole pi appropriata al contesto ed alla situazione. Se viene usato YHWH, il lettore Israelita dir ancora dnay. Oggi, come ai tempi di Ges, gli consentito copiare il tetragramma ma non di pronunciarlo. Altri esempi dove Dio viene pronunciato in un discorso diretto sono nelle parole di Elisabetta, Maria e Zaccaria in Luca 1:25,46,68. In tutti questi casi il moderno Nuovo Testamento ebraico utilizza la parola YHWH per tradurre kyrios, anche se le tre persone avrebbero detto dnay, Dallebraico al greco I traduttori della Septuaginta, che avevano la tendenza ad essere abbastanza letterali nella loro traduzione, si trovavano di fronte al problema opposto: come potevano far distinzione tra dnay e YHWH nella loro traduzione dallebraico al greco? La soluzione che in linea generale hanno scelto stata quella di rendere dnay con ho kyrios (il Signore) e YHWH semplicemente con kyrios senza larticolo determinativo. Questo stato fatto senza alcuna distinzione se il brano era un discorso diretto o narrativo. La Septuaginta stata tradotta durante un periodo di diverse generazioni, e questa regola non sempre stata seguita dai suoi diversi traduttori. interessante osservare che il greco del Nuovo Testamento ha entrambe le forme, kyrios e ho (oppure tou o ton) kyrios, a volte uno a fianco dellaltro (per esempio, Luca 1:9,11; 1:25,28,32; 1:45,47). Per rendere le cose ancora pi complicate, la forma kyrios senza larticolo a volte usato da Ges, come per esempio in Luca 2:11 ( nato [un] salvatore, che Messia, [il] Signore). Due manoscritti del Nuovo Testamento del settimo secolo (b e r1) hanno cambiato Signore nel genitivo, cio: che Messia [del] Signore, una espressione pi ebraica (Meshiah YHWH). Traduzioni ebraiche moderne La prima edizione della United Bible Societies Hebrew New Testament, salvo qualche eccezione, ha seguito la pratica della Septuaginta come direttiva per tradurre dnay con ho kyrios, e YHWH con kyrios senza larticolo. Per, alcuni membri del comitato di redazione hanno sollevato la questione. Innanzitutto, la distinzione non sarebbe stata chiara ai lettori moderni ai quali poteva sembrare strano trovare il tetragramma in un discorso diretto. In secondo luogo, i lettori Israeliani pronunciano dnay quando nel testo incontrano YHWH.

Nel cercare di prendere una decisione, stato chiesto a molti Israeliani con una buona preparazione accademica nella lingua ebraica, se la traduzione doveva mantenere il nome yhwh o invece sostituirlo con unabbreviazione come H o , molto comuni nella letteratura ebraica e che vengono letti come dnay o ha-shem, il nome. Le opinioni erano divise, anche se la maggior parte era a favore del mantenimento di YHWH, tranne che nel discorso diretto. Qualcuno ha suggerito che usare H o avrebbe dato limpressione che il Nuovo Testamento semplicemente un altro libro secolare con meno santit della Bibbia Ebraica. Quelli che hanno argomentato contro lutilizzo di YHWH hanno detto che tale nome non mai stato utilizzato al di fuori della Bibbia Ebraica, dallantichit sino ad oggi. Inoltre, essi hanno aggiunto, pi probabile che molti Israeliani leggerebbero il Nuovo Testamento se non contenesse il nome di Dio. La prima di queste obiezioni non sostenibile: il nome divino stato trovato nel materiale non biblico dei Rotoli del Mar Morto ed in particolare nel Rotolo del Tempio. La seconda obiezione non affatto certa. Probabilmente quegli Israeliani che sono interessati alla lettura del Nuovo Testamento non saranno scoraggiati dallesistenza del tetragramma. Quelli che si rifiutano di leggere il Nuovo Testamento lo fanno per avversione verso Ges e Paolo e per come i cristiani hanno trattato i Giudei nel corso della storia; cambiare YHWH in H o non far alcuna differenza per loro. stato deciso di abbandonare la soluzione della Septuaginta e trattare ogni caso a parte. Ognuna delle 300 e passa ricorrenze di kyrios nel Nuovo Testamento doveva essere considerato nel suo contesto. Dove cera un discorso diretto, poteva essere tradotto con hadn, il Signore, dnay, o anche elohim, Dio, come gli stessi traduttori della Septuaginta hanno a volte fatto (in direzione inversa, naturalmente). Lunica eccezione a questo laddove colui che parla cita un verso dalla Bibbia Ebraica che include il tetragramma. In questi casi, come nell'esempio da Mat.22:44 citato sopra, stato mantenuto loriginale YHWH. Nelle sezioni narrative YHWH stato tolto dalla maggior parte delle traduzioni. Ci sono dei casi nei Vangeli in cui il nome di Dio normale che rimanga, come per esempio nel caso di malak YHWH, langelo del Signore, yom YHWH, il giorno del Signore, yad YHWH, la mano del Signore e kebod YHWH, la gloria del Signore. In questi casi, il Nuovo Testamento ebraico ha conservato la frase famigliare. Decisioni difficili In alcuni casi c bisogno di una decisione ai limiti del teologico per stabilire come tradurre kyrios. Che cosa si dovrebbe fare, per esempio, in una situazione come quella di Luca 19:31,34: direte cos: Il Signore ne ha bisogno. Il proprietario doveva capire che il Signore aveva bisogno del puledro o che YHWH aveva bisogno di esso? In ebraico moderno possibile tradurre kyrios sia come hadn, il Signore, che dnay, Signore. I moderni traduttori ebraici hanno deciso di usare hadn, lasciando possibile linterpretazione che Ges, il maestro dei discepoli, aveva bisogno del puledro. inevitabile che la traduzione, a volte implica linterpretazione ed in questo caso l'interpretazione pu spingere da una parte come dallaltra. O, per portare un altro esempio simile, come dobbiamo intendere le parole di Ges in Mar.5:19: Va a casa tua dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che ho kyrios ti ha fatto? La prima edizione ebraica del Nuovo Testamento ha usato YHWH, ma non doveva essere cos inequivocabile dal momento che Ges non pronunciava il nome divino. chiaro che Ges ha detto o dnay o hadn. Rendere kyrios con dnay farebbe perdere qualsiasi ambiguit, ma meglio tradurre con hadn, che poteva essere inteso dallindemoniato appena guarito (come anche dai lettori di oggi) in riferimento al Signore o a Ges. A giudicare dal verso 20, lex indemoniato aveva inteso questultimo, poich se ne and a proclamare per la Decapoli le grandi cose che Ges avea fatto per lui.

Come regola generale stato deciso che il moderno Nuovo Testamento ebraico usi dn, Signore, o dnay, Signore, per kyrios piuttosto che usare il tetragramma, YHWH. Le eccezioni sono le citazioni dalla Bibbia Ebraica in cui ricorre YHWH nelloriginale. Altre eccezioni secondarie si possono trovare in quei posti dove il contesto sembra richiedere luso di YHWH (ad esempio, Apoc.19:6). YE NEL TANACH (Argentino Quintavalle) Nel Vecchio Testamento tutte le grandi personalit hanno avuto dei nomi con un significato specifico e significativo. Alcuni esempi: 1) In Gen.5:29 Lamec chiam suo figlio, CONSOLATORE (NO), dicendo, e gli pose nome No, dicendo: Questo ci consoler della nostra opera e della fatica delle nostre mani. 2) In Es.2:10 la figlia di Faraone chiam il bambino salvato dal Nilo TRATTO FUORI (MOS); gli pose nome Mos; perch disse, io lho tratto dallacqua. 3) In Gen.25:24-26, E quando venne per lei il tempo di partorire, ecco chella aveva due gemelli nel seno. E il primo che usc fuori era rosso, e tutto quanto come un mantello di pelo; e gli posto nome Esa. Dopo usc il suo fratello, che con la mano teneva il calcagno di Esa; e gli fu posto nome Giacobbe. Cos possiamo vedere che luomo GIACOBBE alla sua nascita fu chiamato CALCAGNO, perch egli teneva il calcagno di suo fratello! In seguito leggiamo in Gen.32:28, E quello disse: il tuo nome non sar pi Giacobbe, ma Israele, poich tu hai lottato con Dio e con gli uomini, ed hai vinto. Quindi, il nome GIACOBBE (CALCAGNO) ora ISRAELE (LOTTATORE DI DIO). Gli esempi potrebbero ancora continuare numerosi, ma ora vediamo come il nome ebraico YE (greco IESUS e italiano GESU) si trova molte volte nel TaNaCH (il Vecchio Testamento) e significa chiaramente SALVEZZA! ESEMPI In Gen.49:18 Giacobbe, ormai vicino alla morte, dice: Io ho aspettato la tua salvezza, o Eterno. Quello che Giacobbe ha realmente detto , la tua YE (GESU, Salvezza), io sto guardando, o Eterno.. Nel Sal.9:14, il re Davide ha detto, io festegger per la tua salvazione. Quello che in effetti egli ha detto , io festegger per (nella) la tua YE (Ges). Prima della nascita di YE, langelo ha parlato a Giuseppe, il marito di Miriam (Maria), la madre del nostro Signore, ed ha detto, Ed ella partorir un figliuolo, e tu gli porrai nome GESU (YE o salvezza), perch lui che salver il suo popolo dai loro peccati (Mat.1:21). In Is.12:2,3 leggiamo qualcosa di straordinario; SALVEZZA (YE - GESU) menzionata tre volte. In ebraico si potrebbe leggere cos: Ecco, Iddio il mio YE (Ges); io avr fiducia, e non avr paura di nulla; poich lEterno, lEterno la mia forza ed il mio cantico, ed egli diventtao il mio YE (Ges). Voi attingerete con gioia lacqua dalle fonti di YE (Ges). Qui vediamo che YE (Ges) Dio, e che Egli (DIO) il nostro YE (Ges), e le fonti di salvezza (YE GESU) sono le acque di salvezza che fluiscono dal Calvario. Inoltre, in Is.62:11 leggiamo, Ecco, lEterno proclama fino agli estremi confini della terra: Dite alla figliuola di Sion (il popolo dIsraele): Ecco, la tua salvezza [Yi (una variante di forma) GESU] giunge; ecco, egli ha seco il suo salario, e la sua retribuzione lo precede. Possiamo vedere che la parola ebraica YE (SALVEZZA) anche una PERSONA. Hab.3:13, credo che contenga la dimostrazione pi forte del Nome di GESU (YE) nel TaNaCH (il Vecchio Testamento). Tu esci per salvare (Ya - una variante di Ye Ges) il tuo popolo, per liberare (YA) col (vedi Diodati) tuo unto (Meeh - MESSIA). La parola MESSIA equivalente a CRISTO o UNTO. Possiamo dunque vedere il nome Ye HaMaah (GESU IL CRISTO) nel Vecchio Testamento (TaNaCH), e che egli colui che era stato

predetto in Gen.3:15, la progenie della donna, che, come dice Hab.3:13 tu abbatti la sommit (il capo) della casa dellempio. Per finire ricordiamo ci che registrato in Luca 2:29,30 in riferimento al bambino Ges (Ye) quando Simeone lo prese in braccio e disse: Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace (Shalom) il tuo servo, secondo la tua parola; poich gli occhi miei han veduto la tua salvezza (Ye). e tu gli porrai nome GESU (Ye), perch lui che salver il suo popolo dai loro peccati (Mat.1:21). UN SIMBOLO DEL MESSIA Nel libro dellEsodo leggiamo che unintera generazione ribelle morta e ad essa sono sopravvissuti soltanto due giusti che hanno ereditato la vita promessa nella Terra Santa: Yehua (o Ya vedi Neh.8:17 per la sua forma aramaica) e Caleb. Questa storia paradigmatica, cio ci fornisce un modello profetico ed un segno delle cose a venire, cos come lo la profezia riguardo il Messia che troviamo in Zac.4:11-14, la profezia dei due ramoscelli dulivo. Essi rappresentavano il regno davidico (Zorobabele) ed il sacerdozio (Giosu-Yehua, o Ya). Nella storia del deserto, Yehua (Giosu) anchegli un segno del Messia. Giosu/Ges (Yehua/Ya) uno dei casi pi straordinari di an mpt (uomini-segno) delle Scritture. (Vedi Zac.3:8, Yehua... k an mpt hmmh k hing mb et abdy Semh Giosutu ed i tuoi compagni servono di segni Ecco, io faccio venire il mio servo, il Germoglio). Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che quello che accaduto ai Garibaldini paradigmatico di tutta la storia italiana, oppure quello che accaduto al primo Presidente della Repubblica un segno di quello che accadr ad un futuro e pi grande Presidente della Repubblica! Perch uno deve necessariamente essere il modello premonitore dellaltro? Perch? Perch la Bibbia che ce lo dice, interpretando s stessa. E, nella Bibbia, Yeayh (Isaia) 49:8 dice che Yehua o Giosu/Ya, un segno del Messia. Is.49:8 una profezia riguardo la venuta dello ym Yeh (giorno della salvezza) e il nuovo Giosu/Ya Messia colui che lo porter. Era stato Giosu ad aver assegnato la terra promessa alle dodici trib dIsraele. Is.49:8 allude a questo, cio il Re Messia, il Servo del Signore, il nuovo Giosu, colui che porter la nuova vita promessa al popolo, leredit del patto. Num.34:19 ci dice che Caleb era della trib di Giuda, la trib del Messia. Anche lui, quindi, era un mpt, un uomo-segno del Re Messia che doveva provenire dalla trib di Giuda (cfr. Gen.49:10). Questo rimanente di giusti un motivo che ricorre anche nel canto del Servo di Yeayh (Isaia) capp. 42-53, dove un Israele idealizzato chiamato Yeurn (Is.44:2) che il nome poetico dellIsraele ideale e che viene visto in contrapposizione al Messia sofferente del Signore. Is.52:1053:12 mostra che il Messia il vero braccio dellEterno e che non viene riconosciuto ed apprezzato da Israele, ma viene ucciso, trafitto ed il suo sangue versato come un agnello espiatorio, come un agnello pasquale (il Messia infatti morto a Pasqua), come unofferta per il peccato. Giosu un simbolo del Re Messia Giosu chiamato il servo dellEterno (ebed YHWH) in Gios.24:29. Giosu un uomo-segno, un mpt del Re Messia, poich Giosu un rappresentante di hessid (grazia immeritata, come per esempio nel caso della prostituta Rahab), ma anche dira e giudizio o condanna, come nella guerra santa di Dio contro le sette nazioni malvagie che stavano nella terra promessa. Il profeta Daniele, che parla sia di hessid che di hayy lm (vita eterna), cos pure del giudizio e della condanna (Dan.12:2), ci d un glorioso quadro apocalittico di questo Re-Messia che viene sulle nuvole (Dan.7:13,14). Daniele mostra che il Messia non un semplice uomo poich viene riverito come Dio. Che Dan.7:13,14 una profezia riguardante il Messia ammesso anche nel Talmud (Sanhedrin 96b-97a, 98a, ecc.). Inoltre, Deut.18:15-19 predice il profeta come Mos che Dio susciter nella Terra Promessa, il Profeta-Messia. Qualcuno qui potrebbe dire che il riferimento ad un futuro profeta come Mos non si riferisce necessariamente al Messia. Ma Isaia dice che il Messia sarebbe stato un nuovo Mos (Is.42:15,16; 49:9,10; cfr. Atti 3:22,23). Quindi, non dobbiamo argomentare con un uomo, ma con la parola santa

di Dio. Argomentiamo con Is.42:15,16; 49:9,10. Ladempimento immediato (non finale) della profezia di Deut.18:15-19 Giosu. I rabbini (Avot 1:1) dicono che Mos ha accettato la Tr al Sinai e lha trasmessa a Giosu. Non solo questo, ma Giosu in effetti un profeta come Mos, perch stato a Giosu e non a Mos che Dio ha dato la rivelazione dei confini dei territori tribali in Eretz Yisrael. Mos morto nel deserto perch ha fatto adirare Dio, ma Giosu ha condotto vittoriosamente il popolo nella Terra Promessa. Cos, Giosu (che viene chiamato Ya in Neh.8:17) un segno profetico del Re Messia, il governatore di tra i suoi fratelli che, come Mos ed il principe Giuseppe, il salvatore dEgitto, deve condurre il resto fedele dIsraele dalla strada della ribellione e dellincredulit che conduce a morire nel deserto, alla salvezza eterna e liberazione messianica come presagito nel libro di Giosu. Che i rabbini non erano ignoranti dellinterpretazione messianica della Torah mostrato dal Midrash sui Salmi, dove troviamo Davide che viene paragonato esplicitamente a Mos e, contemporaneamente, viene citato Deut.18:15, a dimostrazione che una profezia che si adempie con il Messia, il figlio di Davide. La conferma viene da 2Sam.7:16 e da Is.11:1-5 dove viene detto che dalla casa di Davide sorger il Messia, ed anche da Ezech.37:25, che ci d anche il titolo del Messia, il mio servo Davide. Linterpretazione che fa Rashi di Deut.18:19 terrificante. Egli dice che il passo significa che i miscredenti saranno messi a morte. Cosicch non una cosa leggera rifiutare di credere negli indizi divini dellidentit del Messia dati nel Tanach. Essi devono essere letti con spirito di preghiera e con studio attento. Giosu un segno profetico del Servo del Signore Giosu chiamato servo dellEterno (Gios.24:29). Num.27:18 lo chiama uomo in cui lo spirito, e la sua persona un segno profetico di colui che doveva venire, il Servo dellEterno, di cui viene detto: io ho messo il mio spirito su lui (Is.42:1). Egli doveva venire a portare la sua Tr (Is.42:4), il suo insegnamento. Secondo Is.42:6 colui che doveva venire sarebbe stato la luce delle nazioni, ma anche lalleanza del popolo, e secondo Is.53:8 doveva essere strappato dalla terra e dare la sua vita in sacrificio per la colpa (Is.53:10). Per riassumere, dunque, alla nazione dIsraele viene dato il nome idealizzato di Yeurn (colui che giusto) sia nella Tr (Deut.32:15) che in Is.44:2, e, nella profezia, la nazione dIsraele come servo (Is.41:8; 44:1) vista parallelamente ad un individuo, il Servo dellEterno, il Messia (Is.42:1; 49:1; 52:10-53:12), una figura escatologica che restaurer la nazione dIsraele alla vera fede e cambier il mondo intero (vedi Is.49:5,6). Da notare che in is.49:6 abbiamo, mia salvezza, yet. Il Messia equiparato al Servo Lo splendore del re ideale dIsraele descritto in Is.9:5,6; 11:1-5. La giustizia ed una speciale unzione per il suo compito sono le caratteristiche di questo re ideale (chiamato Iddio con noi in Is.7:14) e servo dellEterno (Is.42:1; 52:13), come a suggerire che essi sono la stessa persona. Il patto Davidico testimonia della natura di Dio che ha scopi di salvezza anche per quelli che stanno fuori il patto (Is.55:3-5), una funzione che anche del Servo (Is.49:5,6). Se qualcuno volesse ancora mettere in discussione che i due (il re ideale ed il Servo) sono la stessa persona, il Messia, il profeta Zaccaria stabilisce la questione con un verso chiave (Zac.3:8), una profezia post-esilica dove il Messia, chiamato il Germoglio (di Davide), considerato essere il servo. Non solo, ma nello stesso passaggio, il sommo sacerdote post-esilico di nome Giosu (Ya Esd.3:8) un mpt, un segno del Messia! E questo ultimo Giosu , naturalmente, una figura escatologica (cfr. Zac.6:12,13). Pu un qualunque altro Ya adempiere questi segni meglio di Ya di Nazareth? Inoltre Daniele ha profetizzato che la venuta del Messia doveva precedere la distruzione del tempio postesilico (Dan.9:25,26) e secondo il calcolo delle settimane/anni la morte del Messia avvenuta nellanno 30. Quale altro Ya, quale altro Messia, cera a quei tempi? Il sacerdote-Messia Davidico era stato predetto nella Bibbia

Il sacerdote dellIddio altissimo (kn lel elyn) in Gen.14:18 di cui Davide scrive nel Salmo 110 ci parla di un sacerdozio Davidico secondo lordine Messianico, cio lordine di Melchisedec (Sal.110:4), e questo un sacerdozio eterno, il quale doveva venire non da Aaronne ma dalla trib di Giuda e dalla discendenza di Davide. Melchisedec prefigurava il Messia. Pertanto, riguardo i due ramoscelli dulivo di Zac.4:11-14, Zorobabele rappresenta il regno di Israele; Giosu, rappresenta, come sommo sacerdote, il sacerdozio dIsraele. Queste due cariche troveranno la loro piena espressione con il Messia nella sua duplice funzione di Sacerdote e Re, secondo lordine di Melchisedec. Il Messia chiamato hdn (il Signore) in Mal.3:1. David Kimhi (Radak) nel suo commento a questo passo dice che il signore di Mal.3:1 (scritto in minuscolo) il Re Messia, che verr improvvisamente. Egli il messaggero del patto a cui si riferisce questo verso. Cos la Torah o Istruzione del Messia a cui tutti devono ubbidire? V una tal via che alluomo par diritta, ma finisce col menare alla morte (Prov.14:12). Nessuno buono, tutta la nostra rettitudine simile a stracci sporchi. Abbiamo seguito tutti le nostre vie (Sal.14:1; 51:5). Eppure se andiamo dietro la nostra malvagit, il Signore non ascolta le nostre preghiere (Sal.66:18). Bisogna fare teshuvah, tornare indietro alla parola di Dio. Ma la buona novella di Is.40:9,1; 52:7; 61:1 questa: la Bibbia ha predetto che il Messia morisse (Is.53; Sal.22:15,16; Zac.13:7; Dan.9:25,26) e che fosse punito al posto nostro (Is.50:6; 53:5). Is.53:5 dice, msar elmn lw (il castigo che ci ha dato pace stato su di lui). Egli, volontariamente, diventato sia la vittima che il sacerdote che provvede la nostra kupparah. Per il suo amore e la sua misericordia egli ha preso su di s la maledizione della trasgressione della legge (Deut.27:26). Ma la Bibbia ha anche predetto che il Messia non sarebbe stato sconfitto dalla morte (Is.53:12; Sal.16:9,10), in modo che possiamo riconoscere colui che vivo e risuscitato, colui che il giusto (Is.53:11), e in modo che possiamo ricevere la sua nuova vita di giustizia (Is.53:10) e che per la fede possiamo essere considerati giusti da Dio (Hab.2:4; Gen.15:6). Possiamo fare questa preghiera: Avinu Malkeinu (Padre nostro, nostro re), abbi grazia per me peccatore. Adonai, hoshieini (Signore, salvami)! Confesso di essere morto nei peccati e nelle trasgressioni. Senza il Messia (il Cristo) confesso di non avere alcuna kapparah e nessun sangue espiatorio affinch i miei peccati possano essere perdonati e ricevere la Tua grazia. Confesso che gli sforzi religiosi non possono salvarmi, e che la salvezza un dono immeritato della grazia verso i peccatori. Io confesso che Dio uno e che il Messia la sua parola di salvezza. Confesso che Ges hdn, il Maah ben haElohim. Io credo nel mio cuore che Dio lha risuscitato dai morti. Mi impegno di mettere la mia fede nelle Sacre Scritture e di essere ubbidiente alla Tua parola, avendo fede nel Ruach haKodesh come guida per la volont del Padre nostro (Avinu). Aiutami, Avinu, ad essere fedele nel tuo servizio, fino al ritorno del Messia. Amen. Ecco, lanima sua gonfia, non retta in lui; ma il giusto vivr per la sua mn (fede). Il dilemma dei rabbini: Isaia 53 (Rachmiel Frydland) Ecco, il mio servo prosperer, sar elevato, esaltato, reso sommamente eccelso. Come molti, vedendolo, son rimasti sbigottiti (tanto era disfatto il suo sembiante s da non parer pi un uomo, e il suo aspetto s da non parer pi un figliuol d'uomo), cos molte saran le nazioni, di cui egli dester l'ammirazione; i re chiuderanno la bocca dinanzi a lui, poich vedranno quello che non era loro mai stato narrato, e apprenderanno quello che non avevano udito. Chi ha creduto a quel che noi abbiamo annunziato? e a chi stato rivelato il braccio dell'Eterno? Egli venuto su dinanzi a lui come un rampollo, come una radice ch'esce da un arido suolo; non avea forma n bellezza da attirare i nostri sguardi, n apparenza, da farcelo desiderare. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. E, nondimeno, eran le nostre malattie ch'egli

portava, erano i nostri dolori quelli di cui s'era caricato; e noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato! Ma egli stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquit; il castigo, per cui abbiam pace, stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione. Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognuno di noi seguiva la sua propria via; e l'Eterno ha fatto cader su lui l'iniquit di noi tutti. Maltrattato, umili se stesso, e non aperse la bocca. Come l'agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse la bocca. Dall'oppressione e dal giudizio fu portato via; e fra quelli della sua generazione chi riflett ch'egli era strappato dalla terra de' viventi e colpito a motivo delle trasgressioni del mio popolo? Gli avevano assegnata la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte, egli stato col ricco, perch non aveva commesso violenze n v'era stata frode nella sua bocca. Ma piacque all'Eterno di fiaccarlo coi patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrifizio per la colpa, egli vedr una progenie, prolungher i suoi giorni, e l'opera dell'Eterno prosperer nelle sue mani. Egli vedr il frutto del tormento dell'anima sua, e ne sar saziato; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, render giusti i molti, e si caricher egli stesso delle loro iniquit. Perci io gli dar la sua parte fra i grandi, ed egli divider il bottino coi potenti, perch ha dato se stesso alla morte, ed stato annoverato fra i trasgressori, perch'egli ha portato i peccati di molti, e ha interceduto per i trasgressori. (Is.52:1353:12). Di chi parla questo capitolo? Le parole sono chiare - il passaggio si riferisce ad un Servo straordinario del Signore il cui viso disfatto, afflitto e colpito. Egli non meritava alcun dolore e ferita, ma stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquit e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione. Il testo ci presenta la sofferenza del Servo del Signore che muore come un korban, un sacrificio per la colpa. Gli era stata assegnata la sepoltura fra gli empi, ma invece stato col ricco ed stato risuscitato gloriosamente alla vita. Dio ha permesso le sue afflizioni, affinch per mezzo delle sue sofferenze i peccati dei molti fossero rimossi. Ma chi questo Servo? Gli antichi commentatori ebraici, con accordo, hanno osservato che il contesto parla chiaramente dellUnto di Dio, il Messia. La traduzione aramaica di questo capitolo, attribuita a Rabbi Jonathan ben Uzziel, un discepolo di Hillel che visse nel secondo secolo d.C., inizia con queste semplici e degne parole: Ecco il mio servo Messia prosperer; sar elevato, esaltato, reso sommamente eccelso: cos la casa dIsraele lo ha guardato per molti giorni, poich lespressione dei loro volti stata oscurata tra le nazioni, e il loro sembiante tra i figli degli uomini (Targum Jonathan su Is.53). Troviamo la stessa interpretazione nel Talmud Babilonese: Il Messia qual il suo nome?... I rabbini dicono, colui che lebbroso; quelli della casa del Rabbi dicono, colui che malato, come detto, eran le nostre malattie chegli portava (Sanhedrin 98b). Allo stesso modo, nel Midrash Rabbah, in una spiegazione di Ruth 2:14: Sta parlando del Re Messia: Vieni qua, cio avvicinati al trono e intingi il tuo boccone nellaceto si riferisce al castigo, come detto, ma egli stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquit. Nello stesso modo anche in un midrash successivo, il Midrash Tanhuma, parasha Toldot, a fine sezione, dice: Chi sei tu, o gran monte? (Zac.4:7). Questo si riferisce al Re Messia. E perch viene chiamato il gran monte? Perch egli pi grande dei patriarchi, come detto, "il mio servo sar elevato, esaltato, reso sommamente eccelso. Egli sar pi elevato di Abrahamo di cui detto, Ho alzato la mia mano allEterno (Gen.14:22), pi elevato di Mos di cui detto, Portalo sul tuo seno (Num.11:12), pi elevato del ministero degli angeli, di cui scritto, Quanto ai loro cerchi, essi erano alti e formidabili (Ezech.1:18). E da chi esce egli? Esce da Davide. Queste sono alcune antiche interpretazioni che attribuiscono questo capitolo al Messia sofferente ed esaltato. Rashi (Rabbi Shlomo Itzchaki, 1040-1105) e alcuni rabbini successivi, per, hanno iniziato a interpretare il passaggio come riguardante Israele. Essi sapevano che le interpretazioni pi antiche lo riferivano al Messia. Tuttavia, Rashi visse in un periodo medioevale dove era praticato un

cristianesimo distorto e degenerato. Egli voleva preservare la sua gente dallaccettazione di una simile fede e, bench le sue intenzioni fossero sincere, altri importanti rabbini e leader giudei si sono resi conto delle incongruenze della sua interpretazione. Essi hanno presentato una triplice obiezione alla sua innovazione interpretativa. Per prima cosa gli hanno mostrato i consensi dellopinione antica. Secondo, gli hanno indicato che il testo al singolare. In terzo luogo, gli hanno fatto notare il v.8. Questo verso presenta una difficolt insormontabile per coloro che lo interpretano in riferimento ad Israele. Legge: Dalloppressione e dal giudizio fu portato via; e fra quelli della sua generazione chi riflett chegli era strappato dalla terra de viventi e colpito a motivo delle trasgressioni del mio popolo? Era il popolo giudaico che era stato strappato dalla terra dei viventi? No! In Ger.31:35-37, Dio ha promesso che esso esister sempre. In Israele si dice con orgoglio Am Israel Chai - il popolo dIsraele vivo. Ed ancora, impossibile dire che Israele ha sofferto per le trasgressioni del mio popolo, che chiaramente indica il popolo dIsaia. Il popolo dIsaia non certo i Gentili ma i Giudei. Moshe Kohen, un rabbino spagnolo del 15 secolo spiega il passo: Questo brano, spiegano i commentatori, parla della cattivit dIsraele, nonostante in esso sia sempre usata la forma singolare. Altri hanno supposto che si riferisca al mondo attuale, in cui siamo schiacciati ed oppressi ma anche questi, per la stessa ragione, non tengono conto della forma singolare e distorcono i versi dal loro significato naturale. Ed allora mi sembrato cheavendo abbandonato la conoscenza dei nostri Maestri, e avendo inclinato "i cuori verso la propria ostinazione e la propria opinione, io ho il piacere dinterpretarlo, in conformit con linsegnamento dei nostri Rabbini, come riferentesi al Re Messia. Per la stessa ragione, Rabbi Moshe Alsheikh, Rabbino di Safed, tardo 16 secolo, mette in evidenza questo fatto dicendo: Posso osservare, quindi, che i nostri Rabbini all'unanimit accettano e affermano l'opinione che il profeta parli del Re Messia. Molto appropriato alla questione il commento del grande educatore Giudeo, Herz Homberg (1749-1841), che dice: Secondo l'opinione di Rashi e di Ibn Ezra, si riferisce ad Israele alla fine della sua cattivit. Ma in tal caso, quale pu essere il significato del passaggio, Egli stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni? Chi era il ferito? Chi sono i trasgressori? Chi era che portava le nostre malattie ed i nostri dolori? La verit che si sta riferendo al Re Messia. Uno dei nostri pi grandi poeti religiosi Giudei, Eliezer HaKalir, nel 9 secolo ha parafrasato questo capitolo in rima ed in poesia metrica. recitato nella preghiera di Yom Kippur di Kether: Messia, nostra giustizia, ci hai lasciato: siamo in terrore e non c' nessuno che ci giustifichi! Egli ha portato le nostre iniquit e il giogo delle nostre trasgressioni ed stato ferito per le nostre trasgressioni: Egli porta i nostri peccati sulle sue spalle; che possiamo trovare il perdono per le nostre iniquit! Per le sue lividure abbiamo guarigione. O Eterno, viene il tempo di una nuova creazione: dal cielo Egli savvicina, da Seir esce, ci fa sentire la sua voce in Libano, una seconda volta per la mano di Yinnon. Uno dei nomi del Messia sar Yinnon secondo linterpretazione rabbinica di Sal.72:19. Le parole del profeta Isaia sono parole di speranza. Israele ha un futuro glorioso e un presente abbondante se si riappropria della salvezza resa possibile da Colui che stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquit. Dobbiamo aggiungere la straordinaria profezia di Dan.9:26: Dopo le sessantadue settimane un unto sar soppresso, nessuno sar per lui. E il popolo dun capo che verr distrugger la citt ed il santuario. La citt ed il santuario sono state distrutte nellanno 70, quindi il Messia sarebbe dovuto venire prima ed essere soppresso Isaia 53: Che cosa hanno detto i rabbini? Molte antiche fonti rabbiniche hanno inteso Is.53 come riferentesi al messia. Il seguente un campione dellantico pensiero rabbinico concernente la persona del Messia. Facciamo parlare loro: Talmud Babilonese: Il Messia qual il suo nome?... I Rabbini dicono, il Lebbroso, come detto,

erano le nostre malattie chegli portava, erano i nostri dolori quelli di cui sera caricato, e noi lo reputavamo un lebbroso, battuto da Dio, ed umiliato (Sanhedrin 98b) Midrash Rabbah Ruth: Unaltra spiegazione (di Ruth 2:14): -- Egli sta parlando del re Messia; Vieni qua, vicino al trono; mangia del pane, che il pane del regno; e intingi il tuo boccone nellaceto, questo si riferisce al suo castigo, come detto, Ma egli stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquit Targum Jonathan: Ecco, il mio servo Messia prosperer, sar elevato, esaltato, reso sommamente eccelso. Zohar: Egli stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni. Nel Giardino dellEden c un Palazzo chiamato il Palazzo dei Figli della Malattia; in questo palazzo che il Messia entra, e chiama per nome ogni malattia, ogni dolore e ogni castigo dIsraele; vengono caricati tutti su di lui. Non solo egli li ha tolti da Israele e presi su s stesso, ma non c'era stato alcun uomo capace di portare i castighi dIsraele per la trasgressione della legge: e questo quello che scritto, nondimeno, eran le nostre malattie chegli portava (Zohar 2:212a). Rabbi Mos Maimonide: Qual il modo in cui il Messia verr sar suscitato uno che nessuno aveva conosciuto prima, ed i segni e i prodigi che verranno fatti da lui saranno la prove della sua vera origine; poich lOnnipotente, che ci rende partecipi della sua mente su questo argomento, dice, Ecco un uomo, che ha nome il Germoglio; egli germoglier nel suo luogo (Zac.6:12). E Isaia parla similmente del tempo quando egli apparir, senza che padre o madre o famiglia sia conosciuta, Egli venuto su dinanzi a lui come un rampollo, come una radice chesce da un arido suolo Nelle parole dIsaia, quando descrive la maniera con cui i re lo ascolteranno, troviamo scritto che i re chiuderanno la bocca dinanzi a lui, poich vedranno quello che non era loro mai stato narrato, e apprenderanno quello che non avevano udito (Lettera al Sud [Yemen], citata nel The Fifty-third Charter of Isaiah According to the Jewish Interpreters, Ktav Publishing House, 1969, Vol.2, pagg.374-375). Rabbi Mosheh Kohen Ibn Crispin: Questo rabbino ha descritto quelli che interpretano Is.53 come riferentesi ad Israele con le seguenti parole: avendo abbandonato la conoscenza dei nostri Maestri, e avendo inclinato "i cuori verso la propria ostinazione e la propria opinione, io ho il piacere dinterpretarlo, in conformit con linsegnamento dei nostri Rabbini, come riferentesi al Re Messia Questa profezia stata data divinamente per mezzo dIsaia con lo scopo di farci conoscere qualcosa della natura del futuro Messia, il quale viene per liberare Israele, e qualcosa riguardo la sua vita dal giorno in cui arriva con discrezione fino al suo avvento come redentore, in modo che se qualcuno viene e dice di essere il Messia, noi possiamo riflettere e vedere se lui assomiglia ai tratti qui descritti; se c somiglianza, possiamo credere che egli il Messia nostra giustizia; altrimenti non possiamo farlo (dal suo commento su Isaia, citato nel The Fifty-third Charter of Isaiah According to the Jewish Interpreters, Ktav Publishing House, 1969, Vol.2, pagg.99-114). Il Testo Masoretico (Argentino Quintavalle) Il Testo Masoretico (TM) il testo ebraico della Tanakh (Bibbia). utilizzato per le traduzioni del Vecchio Testamento. stato compilato e redatto, tra il VII e X secolo d.C., da un gruppo di giudei noti come Masoreti, sebbene le consonanti sono un poco diverse da quelle del testo generalmente accettato nel II secolo. Ha numerose differenze, anche importanti, con altri testi antichi, come per esempio la Septuaginta. La parola ebraica masorah si riferisce alla trasmissione di una tradizione. Infatti, in un senso molto ampio pu riferirsi allintera catena della tradizione giudaica. Ma riferita al Testo Masoretico la parola masorah ha un significato molto specifico: si riferisce alle note in margine dei manoscritti (e delle stampe) della Bibbia ebraica, che hanno lo scopo di annotare i dettagli testuali, in genere sulla precisa ortografia delle parole.

I manoscritti pi antichi che contengono delle parti considerevoli del Testo Masoretico risalgono a circa il IX secolo e il Codice di Aleppo (forse la prima copia completa del Testo Masoretico) risale al X secolo, ma ci sono molti frammenti precedenti che sembrano appartenere alla stessa famiglia testuale. Ad esempio, tra i Rotoli del Mar Morto e tra i frammenti trovati in altri posti del deserto della Giudea, ce ne sono alcuni che sono diversi dal Testo Masoretico, nella percentuale di circa 1 lettera ogni 1000. Naturalmente, ci sono anche alcuni frammenti che mostrano una differenza pi grande. Etimologia La parola ebraica masorah ("tradizione") presa da Ezech.20:37 e vuol dire letteralmente legame. Si pensava giustamente che il consolidamento del testo avesse la natura di un legame, un vincolo. Nel momento in cui, nel corso del tempo, la Masorah divenne una disciplina, il termine stato collegato con il verbo (trasmettere per tradizione) e gli stato dato il significato di tradizione. Lingua e forma La lingua delle note Masoretiche in parte ebraica e in parte aramaico-palestinese. Le annotazioni Masoretiche si trovano in diverse forme: (a) in scritti separati; (b) in forma di note scritte nei margini ed alla fine dei codici. In casi rari, le note sono scritte tra le righe. La prima parola di ogni libro della Bibbia circondata di note. Le annotazioni pi antiche (II secolo) sono chiamate Masorah Iniziale; le note sui margini laterali o tra le colonne sono chiamate Masorah Piccola; e quelle sui margini inferiori e superiori, Masorah Grande. Il nome Masorah Grande applicato talvolta alle note poste alla fine della Bibbia stampata, generalmente chiamata Masorah Finale o Concordanza Masoretica. La Masorah Piccola formata da brevi note che si riferiscono alle letture marginali, alla statistica che mostra il numero di volte che una particolare forma si trova nella Scrittura, allortografia piena e difettosa ed alle lettere scritte in modo anomalo. La Masorah Grande pi abbondante nelle sue note. La Masorah Finale comprende tutte quelle annotazioni pi grandi che per motivi di spazio non hanno potuto trovar posto nel margine del testo, ed organizzata alfabeticamente. La quantit di note che la Masorah marginale contiene condizionata dalla quantit di spazio libero di ogni pagina. In molti manoscritti, ci sono alcune discrepanze fra testo e masorah. La mancanza di tali discrepanze nel Codice di Aleppo una delle ragioni della sua importanza. Origine Il Talmud (e anche i manoscritti Karaiti) dichiarano che una copia standard della Bibbia ebraica era tenuta nel cortile del Tempio a Gerusalemme per uso dei copisti (Talmud, trattato Ketubah 106a). Questa copia menzionata nella Lettera di Aristea; nelle dichiarazioni di Filone e in Giuseppe Flavio. Dal fatto che sembra che non ci sia stata alcuna differenza di lettura tra Farisei e Sadducei, si pu concludere che il testo delle Scritture era gi fissato alla fine del II secolo, e forse un secolo prima. Mentre il testo era cos fissato, ha richiesto molti secoli per raggiungere luniformit tra tutte le copie circolanti. Questo non deve stupire quando si considera che la copia standard depositata nel Tempio era a vantaggio esclusivo di quelli che stavano sufficientemente vicini a Gerusalemme per poterne fare uso. Ma questo non era il caso di quelli che vivevano nella Diaspora. Da qui, molti studiosi delle Scritture mettevano in guardia contro le copie errate. Masorah numerica Nell'antichit classica, ai copisti veniva pagato il loro lavoro secondo il numero di stichi. Dato che i

libri biblici in prosa non venivano scritti mai in stinchi, i copisti, per stimare la quantit del lavoro, dovevano contare le lettere. Perci si sviluppata nel corso del tempo la Masorah Numerica, che conta e raggruppa insieme i vari elementi del testo. Cos Lev.8:23 il verso medio del Pentateuco. Il confronto di manoscritti e lannotazione delle loro differenze ha fornito il materiale per il Testo Critico Masoretico. La relazione esistente sin dai primi tempi tra insegnante della tradizione e Masoreti (spesso erano le stesse persone), ha condotto ad una Masorah Esegetica. Infine, l'introduzione di un sistema grafico di vocalizazione e accentuazione ha dato origine alla Masorah Grammaticale. Fissazione del testo Il vecchio testo ebraico era scritto in testo continuo, senza alcuna interruzione. Il lavoro dei Masoreti consistito a standardizzare la divisione del testo in libri, sezioni, paragrafi, versi e clausole; la fissazione dell'ortografia, della pronuncia e del canto; l'introduzione dei caratteri quadrati con le cinque lettere finali; qualche cambiamento testuale per evitare di pronunciare il Nome di Dio (sebbene questo potrebbero essere antecedente ai Masoreti); la numerazione del testo in versi; ecc. Tikkune Soferim Antiche fonti rabbiniche del II secolo, citano numerosi passi delle Scritture in cui linevitabile conclusione che la lettura antica doveva essere differente da quella del testo attuale. Un certo Rabbi Simone (terzo secolo) ha chiamato queste letture emendazioni degli scribi (tikkune Soferim; Midrash Genesi Rabbah 49:7), supponendo cos che gli Scribi abbiano fatto dei cambiamenti. Questa soluzione del problema stata adottata dal Midrash e dalla maggioranza dei Masoreti. Negli scritti dei Masoreti, questi cambiamenti sono stati attribuiti a Esdra; a Esdra e Nehemia; a Esdra e i Soferim; o a Esdra, Nehemia, Zaccaria, Aggeo, e Baruch. Tutte queste attribuzioni vogliono dire la stessa cosa: che si supposto che i cambiamenti fossero stati fatti dagli uomini della Grande Sinagoga. Ci sono dei fenomeni nel testo biblico che portano a supporre che effettivamente siano state fatte delle correzioni testuali. Le correzioni apportate sono generalmente di quattro tipi: * Rimozione di espressioni sconvenienti utilizzate con riferimento a Dio; per esempio, la sostituzione di benedire al posto di maledire in certi passaggi. * Salvaguardia del Tetragramma; cio sostituzione di "Elohim" al posto di "YHVH" in alcuni passi. * Rimozione dellapplicazione dei nomi di false divinit a YHVH; per esempio, il cambiamento del nome "Ishbaal" a "Ishbosheth". * Salvaguardia dellunit del culto divino a Gerusalemme (cfr. Is.19:18 nel testo ebraico). Mikra e Ittur Tra i termini tecnici utilizzati per le attivit degli Scribi ci sono il "mikra Soferim" e lo "ittur Soferim". Il primo termine inteso ad indicare il cambio di vocali fatto nelle parole in pausa o dopo larticolo; il secondo indica la cancellazione in alcuni passi della congiunzione waw, dove poteva essere letta erroneamente. L'obiezione a queste spiegazioni che il primo cambiamento farebbe parte del pi generale consolidamento della pronuncia, mentre il secondo rientrerebbe nel "kere" e "ketiv" (cio: si legge in un modo ma si scrive in un altro). Diverse spiegazioni sono state offerte, sia da studiosi antichi che moderni, senza per riuscire a dare una soluzione completamente soddisfacente.

Lettere sospese e parole con punti Ci sono quattro parole che hanno una lettera sospesa sopra la riga. Una di loro si trova in Giud.18:30 e si riferisce a Mos. Per non mancare di rispetto verso Mos e piuttosto di dire che un suo nipote divenne un sacerdote idolatra, la lettera nun stata inserita (e sospesa) per trasformare il nome di Mos in Manasse. L'origine delle altre tre (Sal.80:14; Giob.38:13,15) dubbia. Secondo alcuni sono delle erronee lettere maiuscole; secondo altri sono delle inserzioni successive di consonanti deboli originariamente omesse. In quindici passi della Bibbia, alcune parole sono punteggiate. Il significato di questi punti controverso. Alcuni li ritengono essere dei segni di cancellatura; altri pensano che siano un dispositivo mnemonico per delle spiegazioni omiletiche collegate con quelle parole; ecc. La prima spiegazione inaccettabile, poich eventuali errori di lettura rientravano nel kere e ketiv senza dover usare cancellazioni. Lettere rovesciate In nove passi della Bibbia ci sono dei segni chiamati nun rovesciati, perch assomigliano alla lettera nun (n) rovesciata. Questi segni sono a volte citati nella letteratura rabbinica come "simaniyot", (segnapunti o segnalibri). Storia della Masorah La storia della Masorah pu essere divisa in tre periodi: (1) periodo creativo, dal suo inizio alla introduzione dei segni vocalici; (2) periodo riproduttivo, dallintroduzione dei segni vocalici alla stampa della Masorah (1525); (3) periodo critico, da 1525 ad oggi. I materiali per la storia del primo periodo si trovano nella letteratura Talmudica e Midrashica, nei trattati post-Talmudici Masseket Sefer Torah e Masseket Soferim, e in una catena Masoretica di tradizioni. Differenze tra Babilonia e Palestina Nel corso del tempo, le differenze di ortografia e di pronuncia si svilupparono non solo tra le scuole di Palestina e di Babilonia, ma anche nei vari posti di sapere di ogni paese. A Babilonia, la scuola di Sura differiva da quella di Nehardea; sono esistite differenze simili nelle scuole della Palestina, dove il luogo principale del sapere era diventato la citt di Tiberiade. Queste differenze si sono accentuate con l'introduzione dei segni grafici per la pronuncia; e ogni localit, che seguiva la tradizione della sua scuola, possedeva un codice standard che incorporasse la propria lettura. I Masoreti hanno, con il loro lungo lavoro, unificato la pronuncia delle varie scuole. Ben Asher e Ben Naftali Nella prima met del X secolo, Aaron ben Moses ben Asher e Ben Naftali erano insegnanti Masoreti in Tiberiade. I loro nomi sono venuti a simbolizzare le diversit tra i Masoreti, ma le differenza tra di loro non dovrebbero essere esagerate. Difficilmente, tra di loro, c una differenza riguardo le consonanti, sebbene ce ne siano per le vocali e gli accenti. Inoltre, c'erano altre autorit come Rabbi Pinchas e Moshe Moheh, e ben Asher e ben Naftali concordano spesso con questi altri. Ben Asher scrisse un manoscritto standard (il Codice di Aleppo) incorporandovi le sue opinioni. Probabilmente lo fece anche Ben Naftali, ma non sopravvissuto. Ben Asher era l'ultimo di una famosa famiglia di Masoreti che risaliva alla seconda met dellottavo secolo. Nonostante la rivalit con Ben Naftali e nonostante l'opposizione di Saadia Gaon, il rappresentante pi eminente della scuola critica di Babilonia, il manoscritto di Ben Asher stato riconosciuto come il testo standard della Bibbia.

Il medio evo Le due autorit rivali, Ben Asher e Ben Naftali, hanno in pratica portato la Masorah a compimento. Pochissime aggiunte sono state fatte dai Masoreti successivi. Molti credono che la famiglia di Ben Asher fosse Karaita. Un'influenza considerevole sullo sviluppo e sulla diffusione di letteratura Masoretica stata esercitata durante i secoli XI, XII e XIII dalla scuola Franco-Germanica di Tosafisti. Rabbi Gershom, suo fratello Machir, Giuseppe ben Samuele di Limoges, Rabbi Tam (ben Giacobbe), Menahem ben Perez di Joigny, Perez ben Elijah di Corbeil, Giuda di Parigi, ed altri. Studio critico Giacobbe ben Hayyim ibn Adonijah, avendo raccolto un vasto numero di manoscritti, ha sistematizzato il suo materiale e organizzato la Masorah nella seconda edizione Bomberg della Bibbia (Venezia, 1524-25). Oltre all'introduzione della Masorah nel margine, egli ha compilato una concordanza di tutte le glosse Masoretiche il primo trattato sulla Masorah mai prodotto. Nonostante i suoi numerosi errori, questo grande lavoro stato generalmente riconosciuto come il "textus receptus" della Masorah. Nei tempi moderni, i maggiori studiosi della Masorah sono: W. Heidenheim, A. Geiger, S. D. Luzzatto, S. Pinsker, S. Frensdorff, H. Graetz, J. Derenbourg, D. Oppenheim, S. Baer, L. Blau, B. Knigsberger, A. Bchler, J. Bachrach, I. H. Weiss, S. Rosenfeld, M. Lambert, J. Reach, A. Ackermann, L. Bardowicz e W. Bacher. Tra gli studiosi cristiani devono essere menzionati: H. Hupfeld, Franz Delitzsch, L. H. Strack, C. D. Ginsburg (g iudeo di nascita), W. Wickes, A. Merx, F. Praetorius e P. Kah LA POESIA DELLANTICO TESTAMENTO

La poesia ha qualcosa in pi della prosa, e questo di pi che essa fa unimpressione su chi legge molto diverso da quello prodotto dalla struttura del discorso normale. Il di pi della poesia prodotto dalla dizione, dalla scelta e dallaccordo delle parole. La poesia, quindi, ha uno spirito interno oltre ad avere una forma esteriore. La poesia aiuta a staccarsi dalla mondanit e trasporta lanimo umano in una sfera superiore. La poesia della Bibbia non si limita a quei libri che noi normalmente definiamo libri poetici Giobbe, Salmi, il Cantico dei Cantici assieme alla sapienza in versi dei Proverbi e dellEcclesiaste. Infatti gran parte dei libri profetici consiste di oracoli in forma poetica, in particolar modo le Lamentazioni; e perfino neI libri storici qui e l si incontrano passi pi o meno lunghi in poesia. E detto a volte che questi passi sono desunti da collezioni poetiche quali il Libro delle Guerre di YHWH (Num.21:14) o il libro del Giusto (Gios.10:13; 2Sam.1:18). Circa il 60% dellAntico Testamento scritto in forma poetica. Anche il Nuovo Testamento contiene in s degli elementi poetici pi di quanto si pensi. I cinque cantici inclusi nella storia della Nativit del Vangelo di Luca sono ben noti. Sembra che anche Efes.5:14 sia un verso poetico. Infine anche lultimo libro del Nuovo Testamento pieno di cantici. Si pu dire che i libri poetici e sapienziali rappresentino, allinterno delle Scritture ispirate da Dio, la voce degli uomini che esprimono verso di Lui i loro sentimenti e i loro pensieri. Ma, come noi diciamo: Io desidero essere in comunione con Dio, il poeta canta: Come la cerva anela ai rivi delle acque, cos lanima mia anela a te, o Dio (Sal.42:1). Oggi un innamorato direbbe: Vieni, andiamo a fare una passeggiata, ma osserviamo come questo stesso concetto espresso nel Cantico dei Cantici (Cant.2:10-13). Naturalmente anche la tristezza, la rivolta e langoscia prendono

una forma poetica, perdendo cos, allo stesso tempo, una parte del loro potere deprimente. Forme poetiche La poesia pu prendere molte forme, e le varie lingue utilizzano diverse forme. La poesia greca era dipendente dallalternanza di sillabe brevi e lunghe. Simile ma leggermente diversa era la poesia latina, che dipendeva dallenfasi allinterno delle parole. Naturalmente, la rima delle parole una forma molto comune della poesia italiana, francese, inglese, tedesca e spagnola. La poesia anglosassone dipendeva dalla allitterazione (ripetizione di lettere e sillabe, uguali o foneticamente simili, di solito allinizio di due o pi parole successive. Anche certi tipi di poesia inglese e tedesca dipendono dalla relazione tra le sillabe accentate e non accentate. La poesia araba invece dipende dalla lunghezza delle sillabe. La forma comune tra tutte queste forme di poesia la regolarit, e questa regolarit crea una aspettativa allorecchio ed alla mente. I due elementi caratteristici della poesia biblica sono il ritmo del pensiero ed il ritmo del suono. Conosciamo bene il ritmo musicale di buona parte della poesia europea, ma nella poesia dellEbraico biblico questo ritmo dipende quasi esclusivamente dalle sillabe accentate. Non si sa se il numero delle sillabe non accentate nel verso avesse qualche ruolo importante nellantica poesia ebraica (come nel caso di qualche altra poesia semitica). Una certa cadenza si pu spesso osservare nel verso poetico. Cos nel Salmo 23 i primi versi presentano uno schema di 2+2, vale a dire che ogni mezzo verso caratterizzato da due accenti. Talora si pu anche trovare un gruppo di versi che mostrano uniformit anche nel numero delle sillabe non accentate che cadono tra quelle accentate. Il pi delle volte riscontriamo tre accenti per verso, in accordo con altri tre accenti del verso seguente, appaiati a formare un distico. Ma questa forma pu essere variata con un distico occasionale pi lungo o pi corto o da una terzina inserita nel medesimo passo; oppure il ritmo predominante pu consistere in distici con un verso a tre accenti e uno a due accenti. Il senso di appagamento, per, che la nostra poesia offre per mezzo della rima, cio dellaccostamento fonetico delle parole, nella poesia ebraica per lo pi prodotto da un tipo di ritmo del tutto diverso; il ritmo del pensiero o del senso. Questo ritmo generalmente noto come parallelismo e lo si trova anche nellantica poesia Egiziana, Mesopotamica e Cananea. Questo vocabolo indica luso di bilanciare il proprio pensiero o la propria frase in modo di suddividerla approssimativamente in pi parti con lo stesso numero di vocaboli o di idee corrispondenti. Lidea viene prima proposta e poi ripetuta per impedire la monotonia. Il merito di aver fissato le caratteristiche della poesia ebraica spetta soprattutto a due inglesi: Robert Lowth, Professore di Poesia di Oxford ed in seguito vescovo di Londra, di cui le famose De Sacra Hebraeorum Praelectiones Academicae (Lezioni Accademiche sulla Sacra Poesia degli Ebrei) furono pubblicate in Latino nel 1753, ed uno studioso di Oxford, Gorge Buchanan Gray, Professore di Ebraico al Mansfield College, la cui opera sulle Forme della poesia Ebraica apparve nel 1905. Pi recentemente H. Kosmala ha messo in rilievo limportanza della sequenza e dellequilibrio delle singole espressioni nel verso piuttosto che delle sillabe accentate, per la rima e la struttura della poesia ebraica (Form and Structure in Ancient Hebrew Poetry, Vetus Testamentum, XIV, 1964, pp.423 ss.). A differenza della poesia, la prosa ebraica un insieme di frasi coordinate da congiunzioni (la waw consecutiva). Il parallelismo ebraico si pu suddividere in sinonimico, sintetico e antitetico, ma vi sono anche altre variet, che meglio spiegare con degli esempi. Il parallelismo lascia al pensiero il tempo di agire sulluditore e spesso offre anche la possibilit di presentare vari aspetti di una questione. Una tale struttura, basata sul senso, sopravvive alla traduzione in prosa in qualsiasi lingua senza nulla o poco perdere, a differenza della poesia basata su una metrica complessa o su un vocabolario speciale. Dapprima abbiamo il completo parallelismo (Parallelismo sinonimico), il cui verso o distico consiste in due stinchi (membri), ognuno dei quali controbilancia esattamente laltro. Esempio di

tale distico: Parallelismo sinonimico (ripetitivo) Identico Israele non ha conoscenza e il mio popolo non ha intendimento (Isaia 1:3) in cui Israele controbilancia il mio popolo e non ha conoscenza controbilancia non ha intendimento. In altre parole: il 2 membro del verso ripete lasserzione del 1 membro, ma usando parole diverse; questo rende la lingua ebraica particolarmente illustrativa. AllEterno appartiene la terra e tutto ci che in essa, il mondo e i suoi abitanti (Salmo 24:1) Colui che siede nei cieli rider, il Signore si far beffe di loro (Salmo 2:4) Quando ha detto una cosa, non la far? O quando ha dichiarato una cosa, non la compir? (Num.23:19) Liberami, o Eterno, dagli uomini malvagi; proteggimi dagli uomini violenti (Salmo 140:1) I due stichi sono esattamente sinonimi, dato che ognuno dice la stessa cosa con parole diverse. Simile Quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di Dio mandavano gridi di gioia (Giob.38:7) Un giorno proferisce parole allaltro, e una notte rivela conoscenza allaltra (Salmo 19:2) Poich i miei pensieri non sono i vostri pensieri n le vostre vie sono le mie vie (Is.55:8) Altri esempi di parallelismo sinonimico: Num.21:28; 23:8; Os.5:14; Sal.38:2-4; 51:2,3,5,7,9,11; 103:1,3; Prov.1:20. ************ Parallelismo antitetico Unaltra forma di parallelismo completo nota come parallelismo antitetico (di contrapposizione), poich uno stico viene contrapposto allaltro, cio il 2 membro del verso in contrasto con il 1 membro; c un contrasto tra due asserzioni, atto a confermare lidea di base. E soprattutto nei Proverbi che viene largamente usato questo parallelismo. La maledizione dellEterno nella casa dellempio, ma egli benedice la dimora dei giusti (Prov.3:33)

Il giusto ha cura della vita del suo bestiame, ma le viscere degli empi sono crudeli (Prov.12:10) La giustizia innalza una nazione, ma il peccato la vergogna dei popoli (Prov.14:34) La risposta dolce / calma / la collera, ma la parola pungente / eccita / lira (Prov.15:1) Il figlio saggio / allieta / il padre, ma luomo stolto / disprezza / sua madre (Prov.15:20) I leoncelli soffrono penuria e fame, ma quelli che cercano lEterno non mancano di alcun bene (Salmo 34:10) Vedi anche Sal.20:8; Prov.10:1-5,7,9,15-17; 12:4; 15:18,32; Mat.6:24; 8:20; Luca 16:13. ************ Parallelismo sintetico o continuativo: il 2 membro del verso non solo completa il 1 membro, ma lo sviluppa aggiungendo un elemento nuovo. In altre parole, il pensiero espresso nella prima linea di un verso si sviluppa nei versi successivi, senza ripetizione o contrasto (cfr. Sal.37:5; Prov.15:7). Nel Sal.19:8-10, lo stesso pensiero ripetuto sei volte con una idea nuova ad ogni riga. Ma non si deve credere che si tratti di una semplice ripetizione: ogni riga sottolinea sempre una progressione in rapporto alla precedente (ad esempio, Sal.72:1,2: refiglio del re; giudizigiustizia; il tuo popolo i tuoi afflitti. Sal.37:1,2: malvagiquelli che operano perversamente; affliggertiportare invidia; falciatiappassiranno; fienoerba verde. Tipo completivo ( pi un parallelismo di ritmo che di senso): Ho insediato il mio re sopra Sion, il mio santo monte (Salmo 2:6) (ebr. wa an nsakt malek altsiyyn harqde) Chi ha trovato moglie ha trovato una buona cosa e ha ottenuto un favore dallEterno (Prov.18:22) Altri esempi: Sal.1:3; 19:8; 23:1;29:5; 95:3; 103:2. Tipo comparativo Come la cerva anela ai rivi delle acque, cos lanima mia anela a te, o Dio (Sal.42:1) Meglio un piatto di verdura dove c amore, che un bue ingrassato dove c odio (Prov.15:17) Tipo ragionativo

Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza, per non diventare anche tu come lui. (Prov.26:4) Tipo intensificante (crescente): Beato luomo che non cammina nel consiglio degli empi, non si ferma nella via dei peccatori e non si siede in compagnia degli schernitori (Salmo 1:1) La sapienza ha costruito la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ammazzato i suoi animali, ha mescolato il suo vino e ha imbandito la sua tavola (Prov.9:1,2) Gli esempi seguenti mostrano un parallelismo introverso e un parallelismo crescente. Vedi il Salmo 135. A. Gli idoli (v.15) B. Loro costruzione (v.15) C. Bocca senza parole (singolare) (v.16) D. Occhi senza vista (plurale) (v.17) D. Orecchie senza udito (plurale) (v.17) C. Bocca senza fiato (singolare) (v.17) B. I loro fabbricanti (v.18) A. Gli idolatri (v.18). Nellesempio seguente non solo fornita lillustrazione di un parallelismo crescente, ma questo parallelismo mostra come il Salmi 135 e 136 siano strettamente legati fra loro nel pensiero. Salmo 135 A. Esortazione alla preghiera (vv.1-5) B. Miracoli della creazione (vv. 6,7) C. Liberazione dallEgitto (vv.8,9) D. Liberazione nel viaggio (vv.12,13) E. Dono della Terra Promessa (v.14) F. Benevolenza verso il popolo (v.14) G. Falsi dei (vv.15-18) H. Lode (vv.19-21) Salmo 136 A. Esortazione alla preghiera (vv.1-3) B. Miracoli della creazione (vv.4-9) C. Liberazione dallEgitto (vv.10-15) D. Liberazione nel viaggio (vv.16-20) E. Dono della terra Promessa (vv.21,22) F. Benevolenza verso il popolo di Dio (vv.23,24) G. Il vero Dio (v.25) H. Lode (v.26) ************

Parallelismo climatico (dal greco klma, zona, inclinazione, direzione, punto cardinale) Date allEterno, o figli dei potenti, date allEterno gloria e forza (Salmo 29:1 vedi anche vv.2,3-5,7,8) Il 2 membro sviluppa il 1 membro (che in se stesso incompleto), prendendo spunto da parole chiave l contenute, e ne sviluppa il pensiero. Questo tipo di parallelismo viene chiamato pure sistema a cardine o girevole, poich le asserzioni girano intorno a un certo concetto. Altri esempi: Sal.92:9; 118:6,7; 118:10,11; 118:15,16; Cant.7:1; Mat.6:34. ************ Parallelismo emblematico o simbolico Vi poi un altro tipo di parallelismo noto come parallelismo emblematico o parabolico, dove compare prima limmagine e poi lapplicazione, ma senza alcuna parola di contrasto, semplicemente accostando le due linee luna allaltra. In tal caso la prima linea serve da simbolo per illustrare la seconda. Come un padre pietoso verso i suoi figli, cos pietoso lEterno verso quelli che lo temono. (Salmo 103:13 vedi ) Una buona notizia da paese lontano come acqua fresca a una persona stanca e assetata (Prov.25:25) Come un anello doro nel grugno di un porco, cos una bella donna senza senno (Prov.11:22) Il ferro affila il ferro, cos luomo affila il volto del suo compagno (Prov.27:17) Vedi anche Sal.42:1; 103:11. E opportuno qui notare che il genio della poesia ebraica sta nellimpiego di similitudini vivaci e concrete o metafore che (come le parabole, ma pi brevemente) comunicano la verit allascoltatore con penetrante efficacia. ************ Parallelismo per gradazione ascendente: la seconda riga esprime unidea nuova, pi o meno strettamente imparentata con la prima: Laggi i malvagi smettono di tormentare, laggi riposano gli stanchi (Giob.3:17) ************ A volte il parallelismo pu essere pi elaborato e prendere una forma introversa o chiastica (dalla lettera greca c chi. Il parallelismo chiastico un sottotipo di parallelismo sinonimico, che invece di presentare le idee nel medesimo ordine (a-b, a1-b1) le presenta in ordine opposto (a-b, b1-a1). Si pu citare come esempio Salmo 30:8-10: Io ho gridato a te, o Eterno, ho supplicando lEterno, dicendo: Che utilit avrai dal mio sangue, se scendo nella fossa?

Potr forse la polvere celebrarti? Potr essa proclamare la tua verit? Ascolta, o Eterno, e abbi piet di me; o Eterno, sii tu il mio aiuto. Qui lo stico 1 parallelo allo stico 4, e lo stico 2 parallelo allo stico 3, mentre lo schema delle sillabe accentate 5+4:4+5. Un altro chiasmo lo troviamo in Sal.83:1: O Dio, non restare in silenzio! Non tacere, non rimanere inerte, o Dio! Un altro esempio lo troviamo nel Salmo 51:1 e Mat.7:6. Unger descrive un tipo di parallelismo a gradini nel quale la seconda linea riprende e conduce pi avanti una parte della prima linea (come ad esempio nel Salmo 139:5-7). Ma questo parallelismo molto simile a quello climatico (climax indica appunto apice, vertice, sommit di una scala a gradini). ************ Finora abbiamo citato esempi di parallelismo completo, in cui ogni unit di pensiero in uno stico ha la sua controparte nellaltro stico e gli stichi paralleli hanno lo stesso numero di sillabe accentate. Dobbiamo per tener conto anche del parallelismo incompleto, in cui, ad esempio, una delle unit di pensiero non ha controparte nellaltro stico. Si prenda ad esempio Salmo 1:5: Perci gli empi non reggeranno nel giudizio, n i peccatori nellassemblea dei giusti. Il verbo non reggeranno nel primo stico non ha controparte nel secondo stico (il quale non contiene verbo). Tuttavia il numero delle sillabe accentate rimane pari in quanto giudizio (con una sillaba accentata) nel primo stico controbilanciata da assemblea dei giusti (con due sillabe accentate) nel secondo stico. Nello stesso modo in Isaia 1:3a: Il bue riconosce il suo proprietario e lasino la mangiatoia del suo padrone non vi nulla nello stico 2 che corrisponda a riconosce dello stico 1, ma in compenso vi sono due sillabe accentate, la mangiatoia del suo padrone, nel secondo, mentre nel primo ve n solo una, il suo proprietario. Questo fenomeno, chiamato da Gray parallelismo incompleto con compenso, molto comune nella poesia biblica. A volte il parallelismo cos incompleto che non resta altro che il compenso (di una nuova idea), ed allora abbiamo ci che Lowth chiama parallelismo sintetico e Gray, meno esattamente, parallelismo formale. A dire il vero, non si tratta affatto di parallelismo; vi solo il ritmo musicale, ma non il ritmo del pensiero. Un esempio ne il Salmo 27:6a: E ora il mio capo sinnalzer sui miei nemici che mi accerchiano Abbiamo qui tre sillabe accentate in ciascun stico, ma nessun parallelismo quanto al senso. Il parallelismo si pu trovare soltanto in uno o due elementi: I giorni / delluomo / sono come lerba; egli fiorisce / come / il fiore dei campi (Sal.103:15)

Solo il terzo elemento della prima riga e il secondo della seconda sono in corrispondenza, creando una simmetria che attira lattenzione sugli elementi diversi. Altre volte quando il parallelismo incompleto non vi compenso, e cos abbiamo stichi di grandezza disuguale, che possono essere ordinati secondo schemi regolati. Uno di tali schemi corrisponde pi o meno al nostro metro, in cui abbiamo alternativamente degli stichi di quattro e tre battute. Un buon esempio di questo schema 4+3 nellAntico Testamento Ger.4:23-26: Guardai la terra, ed ecco era senza forma e vuota; i cieli, ed erano senza luce. Guardai i monti, ed ecco tremavano, e tutti i colli ondeggiavano. Guardai, ed ecco non cera uomo e tutti gli uccelli del cielo erano fuggiti Guardai, ed ecco la terra fertile era un deserto, e tutte le sue citt erano scrollate davanti allEterno Tuttavia una forma pi comune di parallelismo incompleto senza compenso lo schema 3+2, o metro anapestico (lanapesto un verso che ha i seguenti piedi o sillabe: breve-breve-lungo). Questo schema stato chiamato qinah o metro del lamento da quando Karl Budde lo individ nel libro delle Lamentazioni. Come mai / siede / solitaria la citt / gremita di popolo? (Lam.1:1) Io sono luomo / che ha visto / lafflizione sotto la verga / del suo furore (Lam.3:1) Ma questo ritmo pu esprimere anche la gioia: LEterno / la mia luce / e la mia salvezza di chi / temer? LEterno / la roccaforte / della mia vita di chi / avr paura? ************ Una forma di parallelismo che non abbiamo ancora menzionato quello chiamato parallelismo graduale o crescente; esso si trova dove un membro (o parte di un membro) in un verso ripetuto nel secondo e diviene a sua volta il punto di partenza per un ulteriore passo avanti (T. H. Robinson, The Poetry of the Old Testament, 1947, p. 23). Un buon esempio lo troviamo nel Salmo 29, dove il crescendo prodotto dallespressione Date allEterno; un altro esempio costituito dal Salmo 92:9: Poich ecco, i tuoi nemici, o Eterno, poich ecco, i tuoi nemici periranno e tutti gli operatori diniquit saranno dispersi il quale particolarmente interessante non solo come esempio di parallelismo graduale, ma anche perch lo schema prende la forma di un tristico e non di un distico. Lo schema ritmico 3:3:3.

Troviamo un altro tristico nel Salmo 24:7-10: O porte, alzate i vostri capi; e voi, porte eterne, alzatevi, e il Re di gloria entrer Nel passo completo abbiamo qui una serie di quattro tristici che formano due brevi strofe [Una strofa linsieme di pi versi connessi tra loro]. Un altro esempio (Sal.93:3): I fiumi hanno elevato, o Eterno, i fiumi hanno elevato la loro voce; i fiumi hanno elevato le loro onde fragorose La presenza di strofe nella poesia biblica stata molto discussa e certamente un ordine strofico pu essere qui e l individuato, ma sicuramente non un elemento essenziale. Un ritornello pi volte ripetuto costituisce una prova dellesistenza di un ordine strofico. Troviamo un tale ritornello nel Salmi 42 e 43 (che probabilmente formavano un solo Salmo; cfr. 42:5,11; 43:5), che mostra che le strofe terminano rispettivamente ai versetti 5 e 11 del Salmo 42 ed al versetto 5 del Salmo 43. Un altro esempio loracolo in Isaia 9:8-10:4 (con Isaia 5:25 ss.), con il suo ritornello: Malgrado tutto ci la sua ira non si calma e la sua mano rimane distesa. Il Salmo 46 si compone di tre gruppi di quattro versi ciascuno; ad ogni gruppo segue una pausa (Sela) e ciascuno dei due ultimi termina con un ritornello (vedi vv.7,11). Troviamo lordine strofico anche negli schemi acrostici che a volte ricorrono nella poesia biblica; cos in modo puramente formale il Salmo 119 consiste inevitabilmente di ventidue strofe di otto distici ciascuno. Il libro delle Lamentazioni composto in maniera analoga. La poesia usa anche le seguenti figure letterarie: la parabola (similitudine), la metafora (allegoria), il simbolo e liperbole. La poesia fa anche uso di mezzi stilistico-letterari quali lenigma, la massima numerica (cfr. Prov.30:15,16; 30:18,19; 30:29-31) e lacrostico alfabetico; quando si tratta di questultimo, ogni verso o gruppo di versi (strofa) comincia con unaltra lettera dellalfabeto ebraico. I seguenti testi dellA.T. formano un acrostico alfabetico: Salmi 9; 10; 25; 34; 37; 111; 112; 119; 145; Prov.31:10-31; Nahum 1:2-8; Lamentazioni 1-4. I parallelismi non si limitano ai testi poetici della Bibbia. Esempi: Mat.5:39-41; 6:24; 7:7,8; Mar.2:21,22; Luca 16:10.

Parallelismi extra-biblici Molti critici del secolo diciannovesimo supposero che gli Ebrei siano stati incapaci di coltivare la poesia innica, lirica e didattica sino ad un periodo assai tardivo, quando stettero sotto linflusso di popoli circonvicini pi evoluti. I rappresentanti pi radicali non solo negarono lautenticit davidica dei Salmi, ma giunsero persino a negarne la composizione prima del periodo esilico. Essi non hanno esitato ad assegnare un buon numero di Salmi al periodo dei Maccabei (circa 160 a.C.). Lo stesso si dica per tutti gli altri libri poetici: Giobbe, Proverbi, Ecclesiaste e Cantico dei Cantici che essi ritennero di composizione post-esilica. Nel secolo ventesimo, la scoperta di un numero sempre pi crescente di inni accadici o egizi ha chiaramente dimostrato che questo genere letterario era in auge presso i popoli confinanti degli Ebrei gi dal secondo millennio a.C. Ancora pi recentemente si aggiunta la poesia ugaritica composta in una lingua Cananea assai affine a quella ebraica e che data del quindicesimo secolo a.C. Perci anche i critici concedono ora la possibilit che gli elementi poetici pi antichi possano

risalire al tempo di Davide e forse ancora prima. Il cumulo sempre pi crescente di poesia didattica e religiosa da parte di ogni popolo con cui Israele ebbe contatto prima dellesilio rende impossibile la tesi della composizione postesilica di questi libri, a meno di non ritenere gli Ebrei dei ritardati culturali di fronte ai loro vicini. Il Sal.92:9 si rassomiglia molto quanto alla forma ad un passo dellepica di Baal scoperta tra le tavolette di Ras Shamra (C. H. Gordon, Ugaritic Handbook, Testo 68, linea 8 ss.): Ecco i tuoi nemici, o Baal, ecco i tuoi nemici ucciderai, ecco distruggerai i tuoi nemici La decifrazione e lo studio dei documenti di Ras Shamra (che risalgono al 1400 a.C.) hanno gettato molta luce sulle circostanze dellantica poesia semitica. Tra laltro questi documenti hanno completamente confutato la teoria di Gunkel, secondo cui i passi poetici pi lunghi della Bibbia sarebbero relativamente recenti, poich (comegli pensava) venne prima il periodo delle ballate che fu notevolmente lungo. Lepica di Baal scoperta a Ras Shamra, ad esempio, non aveva meno di 5000 versi. Generalmente si daccordo nellaffermare che il cantico di Debora (Giudici 5) contemporaneo agli eventi chesso celebra, ma ora, alla luce delle scoperte di Ras Shamra, chiunque onesto deve ammettere che anche altri passi poetici che la Bibbia fa risalire a tempi molto antichi, appartengono al periodo in cui la Bibbia li colloca. Tra gli altri punti di contatto tra la poesia biblica e quella extra-biblica dovremmo notare in particolare le numerose rassomiglianze tra il Salmo 104 e lInno di Aton del re egiziano Akhnaton (circa 1377-1360 a.C.). Per assieme a queste ed altre somiglianze dobbiamo notare anche le divergenze; il marchio del monoteismo di Israele conferisce una fondamentale unicit religiosa a tutta la poesia (come a tutta la prosa) dellAntico Testamento.

Testo ed esegesi Molti studiosi del secolo diciannovesimo e dei primordi del secolo ventesimo hanno supposto che nella loro forma originaria ciascun testo poetico deve aver seguito determinati schemi sistematici e documentabili. Avendo stabilito lo schema dominante per ciascun brano, i teorici della metrica giunsero ad emendare il testo delle parti poetiche dellAntico Testamento ogni qualvolta esso non si accordava con il ritmo da loro scoperto. Questo un criterio per la ricostruzione del testo originale che dovrebbe essere usato con grande cautela. Si pu tuttavia concedere che dove abbiamo un acrostico alfabetico quasi completo, possiamo ragionevolmente supporre che esso originariamente era completo, ma ci non garantisce che un emendamento particolare con lo scopo di ricostruire lintero acrostico sia quello giusto. Quanto a ricostruire il testo originale tenendo conto del numero delle sillabe accentate negli stichi di un passo poetico, abbiamo dato sopra un esempio di questo procedimento citando Ger.4:23-26. Le ultime parole del passo, cos come le abbiamo nel testo (a motivo dellardente sua ira) sono state omesse dalla nostra citazione perch esse non quadrano con lo schema metrico 4+3 e sono state considerate come se fossero unaggiunta in prosa. Con la scoperta e la valutazione delle tavolette di Ras Shamra, si mostrato linattendibilit della metrica. G. D. Young nel suo articolo Semitic Metrics and the Ugaritic Evidence (in The Bible Today Febbraio 1949, pp. 150-155), giunge alla conclusione seguente: In nessuno di questi aspetti si pu trovare uno schema definito nella poesia ugaritica. La ripetizione richiesta per lespressione poetica non sta n negli accenti n nelle sillabe, ma semplicemente in una assai bella ripetizione di idee in forma parallela Lidea che la metrica si trovi in questa poesia, secondo il nostro pensiero una illusione sorta dallesistenza del parallelismo e della morfologia semitica. Una poesia il cui punto fondamentale il parallelismo deve necessariamente essere accompagnata da linee che approssimativamente hanno una lunghezza simile; una poesia scritta in una lingua nella

quale ogni espressione pu essere manifestata in due o tre parole, deve naturalmente dare limpressione di linee la cui lunghezza metrica uniforme I fatti per mostrano la completa assenza di schemi ad ogni livello sopra notato. Lassenza fondamentale di ogni metrica era gi stata riconosciuta molto tempo fa da Franz Delitsch nel suo Commentary on Psalms, nel quale cos scriveva: Lantica poesia ebraica non presenta alcun ritmo n alcuna metrica (unit ritmica); fu solo a partire dal settimo secolo dopo Cristo che la poesia ebraica adott luno e laltro (p. 28). Un forte senso del ritmo fa s che la poesia produca versi contenenti lo stesso numero di parole o almeno daccenti tonici. Il verso ed il senso terminano insieme, tranne casi eccezionali. Possiamo concludere che la poesia ebraica molto diversa dalla nostra. Essa non segue le basi del ritmo o la metrica. Dipende, invece, dal parallelismo dove il secondo verso leco del primo per la sua forza comunicativa. Il parallelismo della poesia ebraica anche evidente quando la poesia tradotta in unaltra lingua. In tal modo possiamo leggere e capire lenfasi dellautore. Daltra parte la conoscenza delle forme fondamentali della poesia biblica, particolarmente del parallelismo, contribuisce notevolmente allesatta interpretazione del testo. Ad esempio, eviteremo di pensare che lo scrittore stia facendo due asserzioni diverse, mentre in realt egli dice la stessa cosa due volte. Inoltre, quando una linea di un verso difficile da comprendere, laltra linea aiuter a chiarirla per mezzo del parallelismo del pensiero. Anche quando il significato di un verso chiaro, la forza del parallelismo poetico comunicher il messaggio delle Scritture in un modo dinamico. Per esempio: Ada / e Tsillah / ascoltate / la mia voce; mogli / di Lamek, / fate attenzione / alle mie parole! ho ucciso un uomo perch mi ha ferito, e un giovane per avermi causato una lividura (Gen.4:23) Lamek non ha ucciso due persone, ma una sola (cfr. il metro 4:4 nella prima parte). La conoscenza di questo parallelismo (sinonimico) permette di afferrare il significato di certi passi ambigui, per esempio Sal.22:20 Libera la mia vita dalla spada, lunica mia dalla zampa del cane Lunica la vita del salmista, la sua unica vita. Questo ha permesso di comprendere il senso di certe parole ebraiche che compaiono solo una volta nella Bibbia. Allo stesso modo, il significato di un tema pu essere meglio definito se si considera ci con cui lautore lo sostituisce nelle righe parallele. Cos, in Prov.1:20-33, la Sapienza che parla messa in parallelo alla conoscenza e al timore del Signore (v.29); la sapienza di cui si parla non ha dunque nulla in comune con la sapienza greca; la conoscenza di Dio e delle Sue leggi che conducono ad una vita di ubbidienza.

Você também pode gostar