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Francesca Romana Berno La metafisica del sale: Paracelso La rubrica di questo mese una sorta di divagazione, o meglio di riflessione,

, sulla portata metafisica degli alimenti quotidiani, peraltro scaturita non da voli di fantasia ma da serie letture filosofiche. Quello che oggi un umile ma necessario complemento ad ogni pietanza, ancorch bistrattato da ricorrenti pregiudizi secondo i quali nuocerebbe alla salute, un tempo, si sa, era merce di scambio, unit di misura, elemento unificatore di oriente e occidente, insostituibile mezzo per conservare i cibi: il sale. E non solo: vi fu un medico, filosofo, alchimista e quantaltro, soprannominato Paracelso, che lo fece assurgere a principio costitutivo della realt, insieme a zolfo e mercurio. Paracelso (al secolo Filippo Aureolo Teofrasto Bombast von Hohenheim), di professione medico di entrambe le medicine (cio sia medico che chirurgo), visse fra Svizzera e Austria nella prima met del 500, raccogliendo le suggestioni mistico-alchemiche a lui precedenti in una sintesi originale e personale, che tiene in massimo conto lesperienza 1 . La concezione del mondo paracelsiana si fonda appunto su sale, zolfo e mercurio, le tre prime essenze delluniverso, ossia i principi che informano la materia originaria, da cui in seguito avranno origine i quattro elementi. Questi ultimi vengono cos a perdere un primato ontologico millenario come costituenti ultimi della realt. Ogni sostanza, dunque, composta da sale, zolfo e mercurio, intesi non come sostanze in senso stretto, ma come categorie di sostanze accomunate da uno specifico principio attivo: rispettivamente, la tendenza a solidificarsi e concentrarsi, a bruciare, a sublimare 2 . Ogni ente, organico o inorganico (per usare la terminologia attuale), nel microcosmo come nel macrocosmo, costituito dalla combinazione di questi tre principi, e tuttavia possiede una sua unit. Questa concezione illustrata da un celebre esempio: il legno, quando brucia, si distingue in un elemento combustibile (lo zolfo), un elemento volatile (il mercurio) e la cenere (il sale). Pur essendo il meno nobile fra gli elementi, il sale ha il fondamentale ruolo di garantire la consistenza degli enti, ossia la loro individualit. Nel momento in cui lequilibrio fra gli elementi viene alterato, il sale non pi in grado di svolgere questo ruolo: ne conseguono, per gli esseri inanimati, la disgregazione; per gli esseri animati, la malattia e la morte. Che per lunica condizione in cui il filosofo (o il medico) pu effettuare unapprofondita analisi degli elementi costitutivi. Tanto basti per i massimi sistemi: ma una simile concezione si riverbera su tutti i piani del vivere comune. A livello terapeutico, ad esempio, il Sale ha virt purificatrice ed espulsiva, il che giustifica il suo utilizzo in vari campi, sia come medicina per uso esterno (dato il suo potere disinfettante su ferite, piaghe e ulcere), sia come terapia contro le putrefazioni interne, ossia i problemi di digestione. Lurina, che Paracelso considera un concentrato del sale presente nel sangue, un esempio della virt purificatrice di questo elemento (come pure il sudore e le lacrime). La natura del Sale tale, che nel bruciare purifica ogni cosa; dove non c il sale, c linizio della putrefazione; dove manca il sale, non c nulla di duraturo, ma ogni cosa invasa dalla putrefazione: sono solo alcune delle sentenze di Paracelso sullargomento 3 . Quanto allalimentazione, va ricordato che il sale un Balsamo fornito da Dio alluomo per mantenerlo sano 4 , e va dunque considerato un importante integratore alimentare. Il mancato apporto di sale comporta vari problemi fisiologici, soprattutto di evacuazione. N si deve pensare che lalimentazione sia un problema che riguarda solo il corpo: al contrario, in una concezione come quella di Paracelso, che postulando unidentit di principi riduce al minimo le differenze ontologiche, le interconnessioni fra corpo e anima sono fittissime: non a caso, egli fa affermazioni molto simili alle moderne teorie sul tema luomo ci che mangia: qualunque cosa commestibile, , in quanto tale, ci che siamo noi. Cos noi mangiamo noi stessi 5 . Questa, per cenni sommari, la glorificazione metafisica del sale celebrata da Paracelso: un trionfo di breve durata, stroncato poco dopo da un altro filosofo, Bacone. Il quale, in una prefazione per un trattato sui venti (di cui non scrisse nientaltro), mentre accorda statuto di principi a zolfo e mercurio, denigra recisamente il sale, in primo luogo in quanto non pertiene alla sfera celeste, non essendo volatile; in secondo luogo in quanto elemento secondario, derivato da una mescolanza degli altri due.

Finisce cos il momento di gloria del sale. Che per, a differenza di zolfo e mercurio, relegati per i pi a meri simboli della tavola degli elementi chimici, rimasto onnipresente nella vita di tutti. Principio costitutivo, se non delluniverso mondo, di ogni delizia del palato 6 : il che non poco.

1 A questo proposito rimasto celebre un suo gesto dimostrativo: il rogo dei libri di Avicenna, massimo medico del Medioevo, come espressione del suo disprezzo per lauctoritas. 2 Questa concezione chiaramente connessa con le pratiche alchemiche della purificazione degli elementi, che si basavano appunto su calcinazione, combustione, sublimazione. 3 Quelle citate sono tratte da unoperetta intitolata Herbarius Theophrasti. 4 Dal De naturalibus rebus, cap. IV. 5 Dal Paramirum, libro I, cap. VII. 6 Com noto, anche nei dolci opportuno aggiungere un pizzico di sale per renderli pi gustosi.

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