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09/11/13

Newsletter San Paolo Bari

Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15). Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).

Disegno di Sergio Toppi

Dio non dei morti, ma dei viventi Dopo i farisei e gli scribi appaiono nuovi avversari di Ges: i sadducei. Essi negavano la risurrezione come pura chimera umana e hanno adottato contro Ges una diversa strategia di lotta. I sadducei temevano che laffluenza delle folle verso Ges potesse trasformarsi in agitazione politica che i Romani avrebbero soffocato brutalmente. Perci miravano a limitare linfluenza di Ges sulla vita pubblica. A questo scopo, hanno raccontato una storia di loro invenzione sui sette fratelli e la moglie del maggiore fra loro, ripromettendosi cos di mettere in ridicolo Ges e la credenza nella risurrezione. In realt, la derisione si rivolta contro gli avversari di Ges. Egli dimostra infatti che il mondo futuro non il prolungamento di questo, afferma che la morte sar vinta e che coloro che risusciteranno avranno parte alla vita di Dio e non saranno pi sottomessi alle leggi biologiche di questo mondo. Nel seguito del discorso, fondandosi sullEsodo (Es 3,6), libro che i sadducei consideravano sacro, Ges presenta un argomento biblico sulla vita eterna: Dio non Dio dei morti, e lo sarebbe se Abramo, Isacco e Giacobbe non vivessero pi. Ma essi vivono e rendono gloria a Dio. Ci significa anche che solo chi vive per Dio, vive davvero. Dio invita tutti gli uomini alla sua casa paterna, perch desidera che noi tutti beneficiamo con lui della pienezza della vita nellimmortalit.

+ Dal vangelo secondo Luca (Lc 20,27-38)


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09/11/13

Newsletter San Paolo Bari

Dio non dei morti, ma dei viventi In quel tempo, si avvicinarono a Ges alcuni sadduci i quali dicono che non c risurrezione e gli posero questa domanda: Maestro, Mos ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. Cerano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, mor senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e cos tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo mor anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sar moglie? Poich tutti e sette lhanno avuta in moglie. Ges rispose loro: I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono n moglie n marito: infatti non possono pi morire, perch sono uguali agli angeli e, poich sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mos a proposito del roveto, quando dice: Il Signore il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non dei morti, ma dei viventi; perch tutti vivono per lui.

Dalla Parola del giorno Dio non dei morti, ma dei viventi; perch tutti vivono per lui. Vita nuova Di ritorno dalla Messa al cimitero per l'ottavario dei defunti, faccio il giro pi lungo possibile per ritornare in Oratorio. L'autunno stupendo. I colori che spuntano da alberi e cespugli hanno tutte le sfumature di colore dal verde al rosso fuoco. Le cime gi innevate lanciano lame di riflessi che esaltano trasparenze e contrasti. Cammino in silenzio e ringrazio il buon Dio che si prende cura di noi anche con questa bellezza. Un tappeto di foglie dai mille colori accompagna la mia gratitudine e ripenso al Rabb, a quell'ennesimo tranello posto dai sadducei. (Ho dovuto presentare questo brano di Vangelo agl'ottantacinque ragazzi di quarta elementare della mia comunit e ho sudato di pi del giorno della tesi!). I sadducei rappresentavano l'ala aristocratica e conservatrice di Israele, e si opponevano con forza al tradizionale insegnamento sulla resurrezione, considerandolo un' aggiunta posticcia all'autentico insegnamento di Mos. La resurrezione un'idea ridicola, sostengono i sadducei, e per mettere in crisi Ges raccontano la storia della donna "ammazamariti". La risposta di Ges, come sempre, geniale. Il Rabb non si lascia imbrigliare nei ragionamenti dei sadducei, non cerca di rispondere a tono, con lo stesso metodo, ma sposta il problema. Qui sta la grandezza e la bellezza di Ges: per risolvere un problema sull'uomo, invita a guardare a Dio. Il testo che viene citato da Ges non propriamente sulla resurrezione, Lui non vuole fare una guerra esegetica a colpi di citazioni. Ges - grandissimo! - sposta il problema: dall'uomo a Dio. Se Dio il Dio dei vivi perch mai dovrebbe abbandonare gli uomini nella morte? Se Dio il Dio dell'amore perch mai dovrebbe condannare al vuoto del nulla le sue creature? Ma c' un altro punto sul quale Ges vuole chiarirci le idee. Non bisogna confondere rianimazione e resurrezione, sono due cose ben diverse. La vita nuova nel giardino del Padre non sar una riedizione di quella terrestre, non avremo a che fare con il mutuo, i vicini di casa, la raccolta differenziata, la malattia, l'assicurazione della macchina, le delusioni d'amore,...La vita nuova sar nuova per davvero! La resurrezione un mistero di novit e di passione, non un rimpasto di materiali di recupero. Animo fratelli, siamo chiamati a questa bellezza, siamo destinati a questo mistero di novit! Tutto inizia ora, oggi, adesso. Come per Zaccheo. E' l'oggi che dice la qualit del mio vivere da vivo. E' la quotidianit che decide il mio vivere da risorto.
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Buona Settimana

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Buona Settimana don Roberto Seregni

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Che disperazione esser senza speranza nel futuro! Costretti ad ingoiare solo i bocconi amari dell'ingiustizie e della morte. Per ogni mancanza di fiducia nella tua parola che ci promette la risurrezione, la vita eterna oltre la morte, Signore piet. Per tutte le volte che ho interrogato gli indovini e le carte per esaurire la mia curiosit sull'avvenire e sull'al di l, Signore piet. Grazie Ges per aver promesso il paradiso al tuo compagno di croce. Grazie Maestro per essere andato prima, per prepararci un posto, in compagnia di Abramo, Isacco e Giacobbe. Grazie Signore risorto perch sarai con me nel momento della morte.

Una di queste 'verit dell'altro mondo' la resurrezione, ossia la certezza che, in virt della Sua Resurrezione, tutti a suo tempo risorgeremo. Una verit a cui forse anche noi pensiamo poco, ma che il grande valore della vita. Che senso avrebbe, infatti, sperimentare, nascendo, la vita, se tutto, ma proprio tutto, finisse con la nostra morte? Che senso la bont, la gioia, le fatiche e le ansie, il nostro 'affannarci', se poi tutto si rivelasse solo una breve, molto breve, e tante volte infelice esperienza su questa terra? D'altra parte, se affrontiamo la vita, sicuri che un giorno, con la morte, non solo non finir, ma finalmente ne conosceremo in pienezza la ragione, entrando in una vita eterna, che sar veramente la verit del nostro 'essere venuti al mondo', non possiamo non viverla gi 'qui' con consapevolezza, responsabilit e seriet. Ma chi ci pensa? Si ha come la sensazione che si viva spesso alla giornata, come se un 'domani' non esistesse. Almeno una volta, sinceramente, ce lo siamo chiesto che sar di noi dopo la morte? Soprattutto noi cristiani dovremmo possedere la certezza che in virt della resurrezione di Ges risorgeremo. Lo professiamo nel "Credo nella resurrezione della carne e nella vita eterna". DOMANDE O PROVOCAZIONI la risurrezione di Cristo l'annuncio centrale delle nostre comunit? Che tipo di testimonianza diamo affinch la risurrezione sia credibile, visibile, tangibile e udibile da coloro che ancora non sanno di essere stati destinati alla gloria in Cristo? il martirio preso in seria considerazione dalle nostre comunit come la pi piena proclamazione dell'annuncio evangelico? Sono le nostre celebrazioni eucaristiche l'annuncio vivo del martirio e della risurrezione del Signore Ges?

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Newsletter San Paolo Bari

Tutte le nostre opere saranno portate al giudizio. Tutto ci che facciamo fuori dal servizio di Dio vanit; tutto ci che facciamo nel servizio di Dio merito, salvezza, gloria eterna. (NOV 122)

Disegno di Sergio Toppi

Saremo giudicati da Dio sulla carit, su come lo avremo amato nei nostri fratelli, specialmente i pi deboli e bisognosi. Certo, dobbiamo sempre tenere ben presente che noi siamo giustificati, siamo salvati per grazia, per un atto di amore... gratuito di Dio che sempre ci precede; da soli non possiamo fare nulla. La fede anzitutto un dono che noi abbiamo ricevuto. Ma per portare frutti, la grazia di Dio richiede sempre la nostra apertura a Lui, la nostra risposta libera e concreta. Cristo viene a portarci la misericordia di Dio che salva. A noi chiesto di affidarci a Lui, di corrispondere al dono del suo amore con una vita buona, fatta di azioni animate dalla fede e dallamore

(*) "Il come supera le possibilit della nostra immaginazione e del nostro intelletto; accessibile solo nella fede. Ma la nostra partecipazione all'Eucaristia ci fa gi pregustare la trasfigurazione del nostro corpo per opera di Cristo". Benedetto XVI, Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1000

Inferno essere pieni d'amore e non riuscire ad amare. Inferno essere in balia dei propri demoni interiori.

C'era una volta un uomo piccolo come la punta di un ago. Anzi, pi piccolo ancora. Era piccolo, ma aveva una voglia matta di crescere! Pensa: dopo appena 15 giorni da quando aveva incominciato a vivere, era gi 125 mila volte pi grande. Incredibile!! Eppure proprio vero. L'uomo abitava in una strana casa che girava per la citt, correva, si piegava fino a terra; di notte, poi, si coricava e al mattino si alzava. La casa era interessante e tiepida, ma aveva un grande difetto: era tutta buia come un sacco chiuso. L dentro non si poteva vedere niente: n formiche, n cavalli, n automobili. "Basta, disse finalmente un giorno l'uomo, dopo nove mesi; basta: voglio uscire, voglio uscire". Si mise a spingereed eccolo fuori! "Oh, finalmente posso correre, giocare, fare il bagno, nuotareAltro che la casa di prima! Questa s che stupenda: qui c' il sole, ci sono le piante, i fiori, la neve". Per ottant'anni l'uomo, tutte le mattine, alzava le braccia e diceva: "che bella questa terra!". Era felice e contento. Per un giorno incominci a diventare triste. Vedeva che il sole tramontava e veniva la notte; le piante perdevano le foglie e diventavano brutte; i fiori diventavano fieno e la neve, fango. Allora si mise a sognare un'altra casa dove vi fossero tanti alberi verdi, i fiori rossi, la neve
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Newsletter San Paolo Bari

bianca e il sole splendente. Mentre pensava, mor. Tutti si misero a piangere.. Lui, invece, rideva! Vien da non credere, eppure lui rideva, rideva Sfido io! Appena morto, gli si spalancarono le porte di una casa dove c'erano cose che non ti puoi immaginare. Un Pap buono - un vero Amore! - lo abbracci; una Mamma bella - una vera meraviglia! - lo baci. Lo baci e lo prese per mano: "Vieni a giocare con noi! Vedi, qui tutto nuovo: la terra nuova, le stelle sono nuove. Vieni!". L'uomo non capiva pi niente. "Ma non sono morto, io?". "No, no, gli gridarono milioni e milioni di voci: sei vivo, vivo per sempre!". Pazzo di gioia, l'uomo si mise a correre, a far capriole nei prati che non finivano mai, in mezzo ai fiori che non appassivano mai. Qui son proprio a casa mia, gridava, a casa mia!". Cos finisce la storia delle tre case. Storia vera: storia mia e storia tua. Storia di tutti gli uomini che camminano su questa terra e, di tanto in tanto, guardano al cielo dove invece di piangere, tutti sono nella gioia accanto a Ges, Maria e tutti i santi.

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