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Storia dell'architettura

La preistoria

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Articles
Storia dell'architettura Architettura preistorica Megalito Dolmen Pentre Ifan Menhir Grande menhir spezzato di Locmariaquer Cromlech Cerchio di pietre Cerchi di pietre dell'et del ferro Henge Stonehenge Woodhenge Avebury Gbekli Tepe Nuraghe Sistema trilitico Allineamenti di Carnac Allineamenti di pietre Frecce del Diavolo Monolite Rudston Terramare Thlos Tomba dei giganti Tomba di Altendorf Tomba di Cloghanmore Tomba di Lohra Tomba di Zschen Tomba Tinkinswood Torhouse Tumuli di Bougon Long barrow Bank barrow Palafitta 1 5 6 8 17 18 24 26 27 30 32 35 42 44 48 53 64 65 67 69 70 72 75 77 81 85 86 88 91 93 94 100 103 104

Palafitta di Alvastra Arbor Low Casa lunga neolitica Nave di pietra

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Storia dell'architettura

Storia dell'architettura
Lo studio della storia dell'architettura deve essere collocato, come quello di qualsiasi altra forma artistica, nel tempo e nello spazio. I fenomeni architettonici sono, infatti, variati in funzione degli stili succedutisi nei vari periodi storici con differenze e variet distintive per aree geografiche, fino a una frammentazione del linguaggio e a una convivenza di diverse espressioni architettoniche in et contemporanea.

Campo d'indagine
Per un'opera complessa quale un'opera d'architettura non si possono per considerare solo le valenze estetiche, ma fondamentale valutare almeno la funzione che tali realizzazioni hanno avuto nella societ che le ha prodotte e le qualit tecniche che hanno determinato il suo stare in piedi. Quindi molti studiosi di architettura tendono a considerare un edificio come un "organismo" dove vi si fondono coordinatamente: 1. Struttura (elementi strutturali legati alla stabilit), 2. Funzione (elementi funzionali legati all'utilit), 3. Estetica (elementi estetici legati alla bellezza), Si tratta degli elementi identificati gi nel I secolo da Marco Vitruvio Pollione, architetto e ingegnere romano, nel trattato De Architectura. Nella realizzazione di un'opera architettonica hanno da sempre concorso sia le richieste di una committenza sia l'estro e la fantasia dei progettisti. La mancanza di fatto di edifici fine a s stessi (quando si costruisce c' sempre almeno uno scopo pratico per il quale la costruzione sar destinata) fa s che l'aspetto della convergenza degli interessi di progettisti e committenti sia rimasto un concetto chiave, rispetto ad altre forme di attivit artistica dove l'artefice si ormai affrancato dalla domanda. I primi esempi di "architettura" come unione di stabilit, funzionalit e bellezza non sono quindi da ricercare nell'edilizia di tipo abitativo (in antico dettata solo da basilari esigenze di sussistenza), ma negli edifici collettivi (religiosi o civili) di quelle prime civilt come quella mesopotamica o egizia, condividendo gli studi con l'ambito archeologico: in tali opere confluivano infatti tutti gli sforzi di una comunit, compresa l'esigenza di abbellimento quale specchio del suo prestigio e della ricchezza. Negli edifici infine sono confluiti nel tempo tutta una serie di valori, con diversi gradi di intensit, che ne hanno influenzato la storia e la forma: valori funzionali, legati cio a determinati bisogni dell'individuo e della societ; valori simbolici, rapportati a realt di altro ordine; valori sacri, della sfera religiosa; valori sociali, in relazione ai caratteri e alla configurazione della societ; altri valori (personali del committente o dell'architetto, valori universali, ecc.)

Per agevolare lo studio della storia dell'architettura sono state create delle categorie entro le quali classificare i vari fenomeni architettonici; queste categorie possono essere tra loro combinate in molteplici modi, e la prevalenza verso una o un'altra tipologia di categorie porta alla lettura della storia dell'architettura attraverso diverse prospettive. Categorie riguardanti la funzione (esempi principali): Edifici pubblici e privati Edifici religiosi, militari e civili Categorie legate alla costruzione (esempi principali): Trabeato, edifici creati con strutture non spingenti, nella fattispecie coperte con travi; Arcuato, edifici con strutture spingenti, nella fattispecie coperte con volte. Categorie legate alla forma (esempi principali):

Storia dell'architettura Architettura con struttura a vista Architetture con strutture celate (coperte da intonaci, stucchi, ecc.) Categorie storiche (la classificazione principalmente usata): Architettura classica, ellenistica, romanica, gotica...

Periodi della storia dell'architettura occidentale


Architettura minoica l'architettura sviluppata nell'ambito della civilt minoica, la civilt cretese dell'et del bronzo circa 3000-1050 a.C. Architettura micenea l'architettura sviluppata nell'ambito della civilt micenea, che si svilupp in Grecia circa 1500-1100 a.C. Architettura greca L'architettura greca viene suddivisa, come tutta l'arte greca, convenzionalmente in tre periodi: nel periodo arcaico abbiamo la costituzione degli ordini architettonici e l'erezione dei primi templi. In et classica, corrispondente al V e IV secolo a.C., l'erezione di capolavori come i templi dell'Acropoli di Atene, in et ellenistica la diffusione del linguaggio greco in buona parte del Mar Mediterraneo. Architettura romana Rispetto all'architettura greca, di cui rielabora talvolta il linguaggio, l'architettura romana si basa sulla conquista dello spazio interno dando vita a quella che Siegfried Gideon defin la concezione occidentale dello spazio. Le straordinarie realizzazioni di et imperiale furono rese possibili grazie anche all'alto livello tecnologico raggiunto dall'ingegneria romana del tempo. Architettura paleocristiana un'architettura soprattutto ecclesiastica. Rielabora forme romane come la basilica, adattandola al culto cristiano. Architettura bizantina L'architettura bizantina l'architettura che si sviluppata nell'Impero Romano d'Oriente e nelle regioni sottoposte al suo influsso politico e culturale, come l'esarcato di Ravenna. Dopo la caduta dell'Impero d'Oriente ebbe seguito nelle aree europee e asiatiche di confessione ortodossa, come nell'Impero russo. Architettura merovingia Nei territori dei Franchi tra il V e l'VIII secolo. Architettura longobarda Sviluppata in Italia tra VII e VIII secolo nei territori soggetti al Regno longobardo, mescola elementi bizantini e sviluppi originali. Le testimonianze sono scarse, poich gran parte degli edifici stata rimaneggiata in epoche successive. Architettura romanica L'architettura romanica l'architettura dell'occidente europeo prevalentemente nei secoli XI e XII. Le maggiori realizzazioni sono edifici religiosi come cattedrali, pievi e abbazie ed edifici civili come castelli e palazzi. Architettura gotica Nasce nella met del XII secolo nell'Ile de France e si diffonde in tutta Europa. caratterizzata da una innovativa e ardita tecnica costruttiva e dalla ricerca di nuove forme spaziali. Vedi anche tecniche costruttive dell'architettura gotica. Architettura del Rinascimento L'architettura del Rinascimento ebbe origine a Firenze, agli inizi del Quattrocento, principalmente grazie all'operato di alcuni artisti e intellettuali fiorentini come Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti.

Storia dell'architettura L'architettura del Rinascimento caratterizzata dalla ripresa degli ordini e delle proporzioni dell'architettura del mondo classico, in particolare di quello romano. Architettura barocca L'architettura barocca quella fase della storia dell'architettura europea che comprende i secoli XVII e XVIII e che, nell'ultima sua fase, prende il nome di rococ. Il termine barocco, originariamente dispregiativo, indicava la mancanza di regolarit e di ordine. L'architettura del barocco, se da un lato mantiene la grammatica compositiva classica, dall'altro ne infrange le regole sintattiche, mettendo al centro l'interpretazione soggettiva e priva di regole dell'artista. Architettura del Settecento Architettura neoclassica L'architettura del neoclassicismo si sviluppa fra la seconda met del XVIII secolo e il XIX secolo. I teorici di questo periodo sostengono la necessit che l'architettura sia derivata da basi razionali, rispecchiate negli ordini classici, e che si eviti la licenza e il "cattivo gusto" che avrebbe, a parer loro, caratterizzato l'architettura del XVII secolo e del rococ. Architettura del romanticismo L'architettura del romanticismo caratterizzata dallo storicismo e dall'eclettismo, in particolare dalla ripresa dell'architettura neogotica e in seguito anche di altri "stili", come il neogreco, il neoromanico o il neobarocco. Architettura moderna L'architettura moderna caratterizzata da una molteplicit di tendenze. Per Movimento Moderno si intende in particolare l'architettura razionalista che si sviluppata a partire dagli anni trenta del XX secolo, in particolare attorno alla figura di Le Corbusier. Altro importante maestro Frank Lloyd Wright. Architettura postmoderna Architettura contemporanea

Architettura non occidentale


Architettura mesopotamica Architettura egizia Architettura assira Architettura ittita Architettura islamica Architettura ottomana Architettura moresca Architettura georgiana Architettura persiana Architettura indiana Architettura della Cambogia Architettura cinese Architettura giapponese Architettura della Mongolia Architettura africana Architettura maya Architettura azteca

Architettura inca

Storia dell'architettura

Voci correlate
Storia del giardinaggio Categoria:Storici dell'architettura

Altri progetti
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Collegamenti esterni
EAHN - European Architectural History Network [1] SAH - Society of Architectural Historians [2] OSA - Officina di Storia dell'Architettura [3] AISU - Associazione Italiana di Storia Urbana [4] DO.CO.MO.MO. - Documentation and Conservation of buildings, sites and neighbourhoods of the Modern Movement [5] AAA Italia - Associazione nazionale Archivi di Architettura contemporanea [6] Database di storia dell'architettura [7]

References
[1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] http:/ / www. eahn. org/ site/ en/ home. php http:/ / www. sah. org/ http:/ / www. osaweb. net/ http:/ / www. storiaurbana. it/ http:/ / www. docomomoitalia. it http:/ / www. aaa-italia. org/ index. htm http:/ / www. thais. it/ architettura/ default. htm

Architettura preistorica

Architettura preistorica
Nel periodo della preistoria, l'architettura non fu molto sviluppata, per via della difficolt del trasporto dalle cave della pietra e anche per le conoscenze ridotte dell'uomo di quel tempo. In Europa inizi ad essere praticata nell'et del Bronzo; i casi pi importanti furono nelle isole britanniche, Bretagna, Alpi Centro-orientali e Puglia.[1] Il sistema di costruzione era quello megalitico, cio basato sull'uso di grandi blocchi di pietra e la realizzazione di imponenti opere.[1]

Architetture preistoriche
I tre tipi di costruzione erano i dolmen, i menhir e i cromlech.

Dolmen
I dolmen[1] (che in lingua bretone significa tavole di pietra) erano costruzioni formate da due pietre verticali sormontate da una o pi grosse lastra disposte orizzontalmente (sistema trilitico); in origine erano coperti tumuli di terra o pietrisco e usati come sepolcri collettivi per gli elementi. Poteva svolgere la funzione di sepolcro collettivo o di luoghi di culto.
Esempio di dolmen

Menhir
I menhir[1] (che in lingua bretone significa pietra lunga) erano costruzioni costituite da un unico blocco di pietra posto verticalmente sul suolo. Spesso i menhir erano organizzati in lunghissimi allineamenti composti di migliaia di queste pietre; avevano funzione di segnacolo timbale. I menhir, nella loro forma pi evoluta, potevano assumere un vago aspetto umano; in alcuni casi, l'uomo era rappresentato da un'arma e la donna da piccoli seni.
Esempio di menhir

Cromlech
I cromlech[1] (che in lingua bretone significa circoli di pietra) erano costruzioni circolari formate da pietre poste verticalmente sul terreno coperte da grandi lastre di pietra. Queste costruzioni sarebbero stati adibiti al culto del Sole. Il pi famoso e grande cromlech al mondo il complesso di Stonehenge, vicino a Salisbury.
Vista di Stonehenge

Architettura preistorica

Nuraghi
I nuraghi[1] sono un particolare tipo di costruzione megalitica in Sardegna. Erano case-fortezza ed emblema della struttura sociale delle popolazioni di pastori sarde. Si contano 7000 di queste costruzioni e le datazioni vanno dal XV al VIII secolo a.C.

Note
[1] Piero Adorno, Adriana Mastrangelo, Dal mesolitico alla fine dell'et del bronzo - Le costruzioni megalitiche in Segni d'arte, Casa editrice G. D'Anna, 2007. ISBN 88-8104-843-4

Megalito
Un megalito una grande pietra, o gruppo di pietre, usato per costruire una struttura o un monumento senza l'uso di leganti come calce o cemento. Il termine megalito proviene dall'unione di due parole del greco antico: megas (grande) e lithos (pietra). I megaliti presentano forme e strutture diverse, anche se si possono individuare alcune tipologie fondamentali. Un esempio rappresentato dal menhir, un masso grezzo o appena sbozzato, conficcato nel terreno. Esistono inoltre strutture megalitiche ben pi complesse con vere e proprie fortificazioni: l'esempio dell'acropoli di Alatri e dei nuraghi in Sardegna.

Tomba Megalitica, Mane Braz, Bretagna

Distribuzione dei megaliti


Il termine usato per descrivere strutture erette da popoli in molte parti del mondo, in periodi differenti. Nei primi anni del XX secolo era diffusa la teoria che la maggior parte dei megaliti fosse il prodotto di una "Cultura Megalitica" globale, ma datazioni successive hanno confutato tale ipotesi.

Megaliti nell'Europa occidentale


L'Europa disseminata di megaliti, che, in passato, sono stati attribuiti alle fate o ai giganti e considerati dimore di nani o di altri esseri mitologici e fantastici. In Europa occidentale i megaliti sono solitamente riconducibili al periodo neolitico o all'et del bronzo (4500 - 1500 a.C.). Il megalito pi noto probabilmente Stonehenge in Inghilterra, ma ve ne sono moltissimi altri, in Svezia, in Francia, in Spagna, e anche in Italia dove il fenomeno meno studiato a Mores (Sardegna), a Bisceglie, Giurdignano, Minervino di Lecce, Racale - zona Ospina (Puglia) in Piemonte e in Liguria dove il fenomeno megalitico simile a quello francese e svizzero e in Sicilia a Monte Bubbonia, Cava dei Servi, Cava Lazzaro e ad Avola, dove presente un maestoso pseudo-dolmen[1]. Per quest'ultima regione italiana, la scoperta di architetture dolmeniche (risalenti a circa il 2.200 a.C.) abbastanza recente[2]. La prima descrizione di un megalito (Carnac) si deve al Conte di Caylus, nel XVIII secolo. Legrand d'Aussy introdusse i termini menhir e dolmen, presi dal linguaggio bretone, ed interpret i megaliti come tombe galliche.

Megalito In Bretagna gli antiquari Aubrey e Stukeley condussero le prime ricerche sui megaliti. Nell'anno 1805, Jacques Cambry pubblic un libro intitolato Monuments celtiques, ou recherches sur le culte des Pierres, prcdes d'une notice sur les Celtes et sur les Druides, et suivies d'Etymologie celtiques in cui propose un culto celtico di queste strutture. Questa ipotesi che collegava i druidi ai megaliti si poi rivelata priva di fondamento, ma ha avuto un largo seguito, fino ai giorni nostri. Un'ipotesi che prende in considerazione pi analiticamente i dati archeologici disponibili, riferita pi in particolare ai contesti delle regioni costiere e planiziali dell'Europa atlantica, della Manica e del Mare del Nord e proposta da Colin Renfrew,vede il megalito come segno di demarcazione e controllo territoriale tra comunit confinanti, e di prestigio e potere, di rappresentazione della coesione sociale (pi o meno coatta o spontanea) interna alle comunit stesse.

Megaliti in America meridionale


Sono stati scoperti dei megaliti in Brasile, vicino alla citt di Caloene, da cui il sito archeologico prende il nome. Le rocce sono disposte secondo un certo ordine, e probabilmente avevano la funzione di osservatorio astronomico. La struttura venne scoperta per la prima volta dal naturalista Emilio Goeldi[3], che not le pietre verso la fine del XIX secolo. L'interesse scientifico per questi monumenti comparve nel 1920, con Curt Nimuendaj che descrisse 9 gruppi di megaliti. Il primo programma di ricerca vero e proprio inizi nel 2005, con scavi e ricerca di informazioni nella zona. Gli scienziati chiamano questi megaliti con il nome di "struttura AP-CA-18".

Megaliti nel resto del mondo


Poco conosciuti ma molto numerosi sono i monumenti megalitici in area russa e in Ucraina. Molto numerosi e imponenti sono i dolmen nell'area caucasica e quelli nel continente asiatico: in Cina, Corea ma anche in India e Giappone[4] dove alcuni templi Ind e Scintoisti sono stati costruiti su precedenti siti megalitici e in alcuni casi le pietre sono ancora oggetto di culto.

Megaliti e astronomia
stato ipotizzato che alcuni megaliti avessero la funzione di misura o di indicazione di importanti eventi astronomici, come i solstizi o gli equinozi (vedi anche Archeoastronomia). Delle incisioni su queste pietre sono state talvolta interpretate come rappresentazioni di specifiche stelle e indicassero quindi l'orientamento astronomico della struttura.

Note
[1] http:/ / it. wikipedia. org/ wiki/ File:Dolmen_di_Avola. JPG. [2] Salvatore Piccolo, Antiche Pietre. La cultura dei dolmen nella Preistoria della Sicilia sud-orientale, Morrone ed., 2007 [3] Caloene megalithic observatory - Amazon Stonehenge (http:/ / www. wondermondo. com/ Countries/ SA/ BRA/ Amapa/ Calcoene. htm). wondermondo.com [4] [ //www.megaliths.net/japan.htm Megaliths in Japan]

Voci correlate
Dolmen Obelisco

Megalito

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/ Category:Megaliths Wikizionario contiene la voce di dizionario: http://it.wiktionary.org/wiki/Megalito

Collegamenti esterni
Megaliti di Malta (http://www.arengario.net/momenti/momenti60.html) (EN) Sito britannico dedicato ai megaliti (http://www.megalithic.co.uk/) Megaliti a Terlizzi (http://www.webcommunityterlizzi.org/index.php?option=com_k2&view=item& layout=item&id=124&Itemid=203&lang=it)

Dolmen
Il dolmen un tipo di tomba megalitica preistorica a camera singola e, insieme al sito di Stonehenge in Gran Bretagna, costituisce il pi noto tra i monumenti megalitici. La realizzazione dei dolmen viene collocata nell'arco di tempo che va dalla fine del V millennio a.C. alla fine del III millennio a.C. In Estremo Oriente l'uso del dolmen si prolung fino al I millennio a.C. I Dolmen sono costituiti da due o pi piedritti verticali che sorreggono uno o pi lastroni orizzontali (piatta banda o architrave). La costruzione era in origine ricoperta, protetta e sostenuta da un tumulo.

Dolmen Li Scusi a Minervino di Lecce nel Salento

Molti esempi di questo tipo, o con temi architettonici pi evoluti, sono stati ritrovati anche in Europa. In particolare si possono trovare nel Regno Unito, in Irlanda, in Francia, in Germania, in Spagna, in Portogallo e in Italia (precisamente in Sardegna, in Sicilia e in Puglia).

Etimologia
Il termine dolmen appare nel XVII secolo, nell'ambito della storiografia francese. Sembra che sia stato conto a partire da due parole bretoni: t(d) aol (forse apparentato con il latino tabula), tavolo men, pietra Occorre per nuovamente sottolineare che la parola coniata e comunque non appartiene alla lingua bretone come invece spesso viene affermato. Infatti se la parola fosse attestata in bretone sarebbe da scriversi in maniera differente, come taol-men oppure come un daol-ven (un dolmen) o come ma zaol-men (il mio dolmen). Il vero termine bretone per designare un dolmen , infatti, Liah vaen, insieme ad altre varianti. Altri dizionari etimologici riportano un'etimologia completamente differente, secondo la quale il termine sarebbe coniato oltremanica, a partire da tolmen (parola della lingua celtica della Cornovaglia), che avrebbe designato in origine un cerchio di pietre o una roccia scavata.

Dolmen

Descrizione
Nell'attuale stato di degradazione, i dolmen si presentano spesso sotto l'apparenza di semplici tavoli, che per lungo tempo hanno fatto pensare a degli altari pagani. Si tratta invece, come gi detto, di camere sepolcrali e di gallerie di tumuli (colline artificiali), la cui parte friabile (la colmata costituita da materiali di riporto) stata erosa nel corso dei secoli. La loro architettura comporta talvolta un corridoio di accesso che pu essere costruito con lastre di pietra o muratura a secco. La camera sepolcrale, di forma variabile (rettangolare, poligonale, ovale, circolare,ecc.) talvolta preceduta da un'anticamera. In alcuni dolmen l'entrata possiede una porta tagliata in una o pi lastre verticali. La morfologia dei dolmen pu variare in funzione delle regioni. Cos si osservano nella Loira Atlantica (Francia) dei dolmen il cui corridoio centrale permette di accedere a varie camere da una parte all'altra, a costituire cos uno o due transetti, con una complicazione notevole del piano di sepoltura.

Funzione
I dolmen erano delle sepolture collettive riutilizzabili. Questo spiega perch, in certi dolmen, si sia potuto scoprire resti umani di molte centinaia di individui e di corredi funerari appartenenti a differenti periodi (Neolitico, Eneolitico, Et del Bronzo, del Ferro, o persino periodi pi tardi). Un po' somiglianti alle nostre sepolture gentilizie, i dolmen potevano servire ben pi a lungo di quanto si faccia oggi e sicuramente alcune tombe sono state utilizzate per secoli. Il termine sepoltura collettiva non implica necessariamente che si trattasse di una tomba per tutti: vista l'esigua quantit di resti umani rinvenuta in alcuni dolmen di grossa mole - veri e propri monumenti di prestigio - ci si pu chiedere se alcuni di essi non fossero riservati a un gruppo privilegiato della comunit. Quanto al tumulo, esso non aveva solo la funzione di proteggere la camera funeraria ma senza dubbio anche quella di segnalare, forse addirittura di ostentare la sua maestosit: un grande tumulo rivestito e pareggiato, imponeva la sua massa al visitatore e doveva ispirare rispetto per il luogo e conferire sicuro prestigio alla comunit che lo aveva eretto.[1] D'altro canto occorre notare che molti ritrovamenti archeologici al loro interno (offerte, altari, gallerie, ecc.) fanno pensare che tali monumenti potessero avere una destinazione e una funzione religiosa. Queste testimonianze dimostrano come gi in epoca primitiva si andasse sviluppando non solo la pratica della sepoltura (che risale addirittura all'epoca neanderthaliana), ma anche quella del riconoscimento del luogo dei morti come uno spazio sacro, ossia un luogo nel quale si stabiliva una particolare vicinanza con il divino. Anche quando l'epoca di costruzione dei megaliti in Europa era gi trascorsa, sembra che essi siano stati riutilizzati dai Celti a fini religiosi.

L'erronea attribuzione a Celti e Bretoni


Questo riutilizzo da parte di popolazioni, come i Celti, di molto successive, ha indotto in errore i primi entusiasti ricercatori del XVIII e XIX secolo che furono portati ad attribuire sistematicamente la loro costruzione ai Celti e ai Bretoni. A questo proposito c' persino chi pretende di sostenere che essi sono stati costruiti all'incrocio di non meglio specificate linee di forza telluriche e sarebbero quindi portatori di non meglio specificati poteri magnetici rivelati dai druidi. Tuttavia non vi alcuna prova a sostegno di queste affermazioni.

Dolmen

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I dolmen tra folklore e pseudoscienza


Bretagna
una credenza popolare bretone quella secondo cui i dolmen si aprano nella notte di Natale, rivelando i tesori di cui essi sono i custodi.

Pseudoscienza e misterica
Le speculazioni della Biogeologia e della Rabdomanzia (o Radioestesia) attribuiscono ai dolmen il potere di captare e restituire i flussi energetici provenienti dalle onde legate ai campi magnetici e sprigionantesi dai flussi idrici ipogei. Anche questo, tutto sommato, una manifestazione di una forma di folklore contemporaneo, abbigliato per di una veste pseudoscientifica.

Localizzazione
Nel mondo sono stati recensiti circa cinquantamila dolmen. Circa ventimila si trovano in Europa, dove essi sono molto frequenti in certe regioni della Francia (circa 4500 disseminati su una sessantina di dipartimenti). I dolmen si ritrovano anche in Irlanda, Galles, soprattutto con i cosiddetti portal dolmens, nelle contee inglesi del Devon e della Cornovaglia, nel Portogallo con gli spettacolari siti dell'Alto Alentejo vicino alla citt di Evora, nel sud della Spagna con i notevoli siti di Antequera (con i dolmen fra i pi importanti al mondo), in Belgio (sito megalitico di Wris), in Germania del nord, in Scandinavia, in Nordafrica, in India e, in maniera pi modesta, in Armenia, Siria, Etiopia e Crimea (Ucraina). La Corea ospita essa sola circa 30 000 dolmen, di vario tipo, eretti soprattutto nel I millennio a.C. e secondo tecniche che si sono evolute nel tempo. Se ne trovano anche in Giappone, ma di epoca pi recente. I dolmen sono invece assenti nel continente americano e australiano.

I dolmen italiani
In Italia i dolmen sono presenti soprattutto in Sardegna (ove condividono la loro presenza con altri importanti monumenti megalitici, quali le "domus de janas" e le costruzioni nuragiche), in Puglia, particolarmente diffusi Domen Stabile di Giuggianello nel Salento nelle campagne salentine[2] e nel barese, dove sono concentrati nel territorio di Bisceglie, nei pressi dei crocevia delle antiche vie di comunicazione con i paesi vicini (Trani, Ruvo di Puglia, Terlizzi e Molfetta) e nel tarantino a Statte. In Sicilia sono maggiormente presenti nell'area sud-orientale dell'isola, a Monte Bubbonia (Caltanissetta), nella citt di Butera, in localit (Piano della Fiera), a Cava dei Servi (Ragusa), Cava Lazzaro(Siracusa), Avola (Siracusa). Nella parte occidentale della Sicilia se ne trovano due: il primo a Mura Pregne, alle pendici del monte Castellaccio (Termini Imerese) e il secondo a Sciacca, in contrada femmina morta[3].

Dolmen I dolmen in Sardegna Attualmente (2006) sono documentati nell'isola 78 dolmen[4], tutti ubicati nella sua met settentrionale[5][6]. Diffusa soprattutto in Gallura durante il Neolitico, la struttura dolmenica si poi sviluppata e propagata nellEneolitico sino alle prime fasi dellEt del Bronzo, in concorrenza con altri tipi di sepoltura ipogeica (domus de janas). Con lapparire dell Et del Bronzo, si verifica la trasformazione del dolmen, prima in alle couverte (megaliti e lastra verticale ricoperte da un tumulo di terra e di pietre pi piccole, a volte delimitata nella sua circonferenza da uno o pi cerchi di pietre, cio dal cosiddetto "peristalite"), poi nelle Tombe di Giganti tipiche dellet nuragica[7]. Oltre alla funzione di sepoltura familiare del clan dominante, le strutture dolmeniche sarde sembrerebbero dei veri e propri santuari religiosi dellepoca preistorica. Tale caratteristica si evince dallorientamento verso particolari eventi astronomici[8] e dal fatto che le costruzioni sembrano tutte disposte lungo un tracciato, costituendo cos un Mores (Sardegna) - dolmen Sa Coveccada itinerario percorribile in pellegrinaggio. Allinterno del percorso, alcune localit sembrerebbero rivestire una particolare importanza religiosa, quali Luras (con quattro strutture) e i dintorni di Buddus (con sette). Principali dolmen sardi: Dolmen Su Edrosu (Macomer); orientato a SE, la sepoltura (lunghezza m. 8) conserva, appena leggibile sul fondo, la camera funeraria (m. 2,20 x 1,75) con pareti a filari e lastra di testata (m. 1,35 x 1,05 x 0,41) affiancata da due blocchi di trachite. Dolmen Sa Coveccada (Mores), lesempio pi imponente di dolmen in Sardegna, ed eccezionale anche in ambito mediterraneo; alto 2,70 metri, costituito da tre grandi lastre, lunghe circa 5 metri, che ne sostengono una quarta, di copertura, di dimensioni ineguagliate in Sardegna: 6 metri di lunghezza, 3 di larghezza, 60 centimetri di spessore, per un peso di circa 27 tonnellate[9]. Altro elemento di estremo interesse rappresentato dallapertura circolare che si apre, a livello del terreno, nella lastra frontale. Tale caratteristica fa del Sa Coveccada un caso unico nei dolmen sardi e prefigura palesemente le analoghe aperture che saranno praticate nella facciata delle pi tarde Tombe di Giganti (et del bronzo). Dolmen di Monte Maone (Benetutti); si pu definire un dolmen a formula mista, costituito in parte da una grotticella scavata nella roccia naturale, sul modello delle domus de janas, completato sui fianchi e in alzato da muratura e coperto da un unico lastrone. Il monumento (m. 3,5 x 1,3) comprende un'anticella di pianta trapezoidale orientata a S, e una camera rettangolare in pianta (m 1,3 x 1,75 x 1,90) oggi ricolma di terra[10]. Dolmen Su Laccu (Buddus); costituito da due lastroni infissi lateralmente, che sfruttano, nel piano di appoggio, la roccia madre affiorante; quello di sinistra misura m. 0,90 di altezza e m. 2,45 di lunghezza; quello di destra m. 0,95x1,55. Causa la differenza di altezza, il lastrone di copertura in posizione leggermente obliqua e misura m. 2,30 di lunghezza e m. 1,10 di larghezza. Dolmen Sos Monimentos (Buddus); a pianta circolare, con una camera di m. 1,80 x 1,00, circondata da un muretto a secco di granito. Allimboccatura della struttura sorgono due piastrini di forma rettangolare alti circa m. 0,60. Su tali piastrini poggia la lastra di copertura approssimativamente circolare, di m. 2,50 x 2,25[11].

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Dolmen Dolmen Santa Caterina (Berchidda); dolmen semplice, circondato da grandi massi granitici. La parete destra formata da due massi irregolari infissi a terra a coltello. La lastra che funge da copertura ha una forma pentagonale ed poggiato su tutti e tre i lati. Dolmen Sant'Andrea (Berchidda); una tomba scoperchiata formata da tre soli massi, compresa la lastra di copertura di forma rettangolare; nelle vicinanze sono evidenti anche alcuni menhir. Dolmen Ladas (Luras); datato approssimativamente al 3000 a.C., in base al rinvenimento di alcuni frammenti ceramici senza particolari decorazioni. Esso costituito da una grande galleria coperta che misura 6 metri di lunghezza e 2,20 di altezza, coperta da due grandi lastroni e dotata di unabside posteriore. La cella divisa in due parti da un lastrone trasversale. La pietra di copertura posteriore il secondo pi grande esempio nell'isola - ha una superficie di circa 15 m. e misura ai lati m.4,80 X 3,42, con uno spessore di 45cm.; apparentemente stata lavorata e levigata nella parte inferiore. L'ingresso alto m.1,20 e largo m.2,30[12]. Le pareti sono formate da lastre ortostatiche (in posizione verticale) abbastanza regolari, affiancate da massi piatti disposti in posizione obliqua. Dolmen Ciuledda (Luras); ha pianta di forma semicircolare. simile come tecnica costruttiva a quello di Ladas, ma in scala ridotta. Ha il vano sepolcrale a semicerchio e l'ingresso orientato a sud-est, la lastra superiore misura m.3,42 X 2,35, l'altezza totale del monumento circa 90cm.[12]. Nel dolmen Ciuledda, come nel Ladas, sono stati trovati frammenti ceramici, senza decorazioni particolari, che permettono una datazione approssimativa al III millennio a.C. Dolmen Alzoledda (Luras); una struttura tombale di tipo semplice, di forma rettangolare con ingresso rivolto verso Est e camera trapezoidale. genericamente riferito alla Cultura di Ozieri (3500-2700 a.C.). Le pareti laterali sono costituite entrambe da una lastra ortostatica sormontata da alcune pietre di rincalzo, mentre la parete di fondo formata da un unico ortostato piatto quadrangolare che sporge dalle pareti per quasi mezzo metro. Ha una lunghezza di m 2,65, una larghezza di m 2,20 e una altezza m 1,65[12]. Dolmen Billella (Luras); anchesso genericamente riferito alla Cultura di Ozieri (3500-2700 a.C.). Presenta pianta rettangolare e ingresso rivolto a Nord-Est. La parete di destra costituita da un lastrone ortostatico rettangolare, quella di sinistra da due massi, parzialmente lavorati, poggianti sulla roccia naturale. Uno di questi stato adattato artificialmente per l'inserimento del lastrone di copertura che appiattito nella superficie inferiore e lasciato al naturale in quella superiore. Per tale caratteristica il dolmen insolito e quasi senza confronti Ha una lunghezza di m 2,50, una larghezza di m 1,40 e una altezza m 0,80.[12]. I dolmen nel Barese Territorio di Bisceglie: "Dolmen della chianca" (noto anche come "dolmen di Bisceglie"), il pi noto. Il termine chianca si riferisce al lastrone in pietra che fa da copertura. Esso si trova non lontano dal confine con il territorio di Ruvo.[13] "Dolmen Frisari", distante in linea d'aria circa 400 m dal precedente. Prende il nome dal proprietario del terreno. Si trova sulla sponda sinistra della "lama dell'Aglio", presso il confine con gli attuali territori di Molfetta e Ruvo di Puglia, non molto distante dalla "torre Navarrino di Molfetta. "Dolmen di Albarosa", sulla direttrice Bisceglie-Corato. Nel territorio di Corato, poi, non lontano dal confine con Bisceglie, si conserva il "dolmen dei Paladini", mentre a Giovinazzo si trova il Dolmen di "san Silvestro". Quest'ultimo dolmen, in base alla datazione dei resti umani rinvenuti, pu essere collocato nell'Et del Bronzo, in un arco di tempo che va dal 1500 al 1200 a.C., anche se alcuni

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Dolmen situato a Monte Bubbonia

Dolmen archeologi lo ritengono pi antico e costruito sullo stesso sito, gi frequentato in Et neolitica. La particolarit del Dolmen di Giovinazzo dato dal fatto che disposto, a differenza di altri, con l'ingresso che guarda levante, mentre la cella sepolcrale rivolta a ponente. I dolmen in Sicilia In Sicilia[14], come gi abbiamo detto, i dolmen sono per lo pi presenti nella parte orientale dell'isola: a Monte Bubbonia, una collina nei dintorni di Mazzarino; a Butera, in localit Piano Fiera; a "Cava dei Servi" (Ragusa); a "Cava Lazzaro" (Rosolini) e ad Avola (SR). Monte Bubbonia una collina a nord di Gela. Il monumento si trova in basso a una strada sterrata che percorre il fianco orientale del monte e sale verso lacropoli greca. Ricavato da sfaldature colossali della roccia, questo dolmen ha forma rettangolare. La piastra calcarea che funge da copertura (incassata posteriormente al rialzamento naturale del terreno), poggia su due monoliti che corrono paralleli tra di loro e determinano una camera di circa 2,60 m. Lingresso rivolto a nord-est, come tutti gli altri dolmen siciliani. Sar stato senzaltro una tomba, anche se Cista dolmenica a Butera (CL), Italia di dimensioni ridotte (se ne trovano anche in Sardegna e Puglia), con lestremit posteriore poggiata al declivio del colle per facilitarne la tumulazione, com'era consuetudine per questo genere di architettura il cui ricoprimento con terra e pietrame riscontrabile ovunque si sia manifestata. A Butera (Caltanissetta) nel quartiere di Piano della fiera, luogo in cui stata rinvenuta una necropoli preistorica, presente una cista dolmenica (monumentino di forma cubica) simile a quelle ritrovate in Sardegna e datate all'et del rame (2500 a.C. circa). L'insolita architettura, riutilizzata in periodo greco, richiama a pratiche cultuali greche e sicane insieme, caratterizzate dalla collocazione di resti umani allinterno di vasi (enchitrysms) a loro volta infilati dentro queste camerette.

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Dolmen di Avola (SR), Italia

Dolmen

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Nella regione montuosa degli Iblei ragusani, alla sorgente del fiume Tellesimo, esiste una cava chiamata "Cava dei Servi" in cui si conserva un monumento di forma ellittica, costituito da quattro piastre rettangolari, infisse nel terreno, sulle quali se ne dispongono altre tre, inclinate quanto basta per ridurre la superficie di copertura e formare una falsa-cupola. Allinterno della camera, una grande lastra calcarea fratturata in quattro punti sembra essere stata il tetto del monumento, rovinata al suolo a causa del progressivo scivolamento della struttura. La disposizione Dolmen di Cava Lazzaro (SR), Italia delle pietre dava forma a una costruzione di circa 3,00 m., realizzata sul declivio del colle per facilitarne linterramento. Grazie al rinvenimento di numerosi frammenti ossei umani (che rappresentano gli unici indizi organici ritrovati allinterno di un dolmen mediterraneo) e qualche scheggia di ceramica risalente al periodo del bronzo antico (2100 a.C.), si in grado di stabilirne funzione e cronologia. I resti anatomici confermano la natura sepolcrale del manufatto. La sua presenza accanto ad una necropoli rupestre fa pensare che si di fronte ad elaborazioni architettoniche a s stanti, del tutto originali. Nella porzione meridionale dellaltopiano ibleo si apre un'altra Cava, chiamata Cava Lazzaro. In una delle sue terrazze naturali, qualche anno fa, sono stati rinvenuti due grossi blocchi di pietra disposti ad angolo convesso che dovevano formare una costruzione semicircolare. I due macigni, sbozzati con la mazza, poggiano sul suolo calcareo. La parte posteriore accostata al dislivello del terreno, per facilitare linterramento delledificio. Un taglio obliquo percorre la superficie superiore di ambedue i macigni. Questa sagomatura della pietra, ripetuta probabilmente anche sulle altre scomparse, fa pensare alla sovrapposizione di una sequenza ordinata di lastre che, disponendosi in maniera obliqua, avrebbero ristretto la superficie di copertura in modo da generare una falsa cupola. La dimensione della cella doveva essere di circa Dolmen di Mura Pregne (PA), Italia 4,00 m. Ancora disposti in cerchio, si notano i frammenti di quella che avrebbe potuto essere una costruzione funeraria. Intorno ai due monoliti ancora visibile un circolo di pietre che ricorda una caratteristica comune a molti dolmen atlantici e mediterranei (Olanda, Spagna, Corsica, Sardegna, Puglia e Malta). Questo tipo di costruzione, gi vista a Cava dei Servi, si rif allopera di uno stesso popolo sparso per tutto laltopiano ibleo, convivente con unaltra razza che elaborava ed utilizzava le tombe scavate nella roccia. Avola, grosso centro rivierasco del Siracusano, custodisce un edificio composto da una enorme tavola calcarea, di spessore variabile, poggiante su due pilastri. La tavola misura otto metri di lunghezza e cinque metri e mezzo di larghezza. Sulla superficie della lastra si notano dieci piccole buche rettangolari ricavate nella parte pi spessa del calcare e diversamente orientate per non indebolire la consistenza del piano: si tratta di tombe di bambini utilizzate in epoca greca o paleocristiana. Al di sotto della piattaforma si apre un antro di 30 m. circa, aperto su due lati (nord-ovest e nord-est) e alto poco pi di un metro e mezzo. La forma stata conformata artificialmente, facendole assumere laspetto odierno. Le tracce degli "interventi" umani sono visibili nel contorno dei pilastri, ricavati dalle pareti laterali della grotta, e nella parte superiore della volta, ripulita dai materiali arenitico-sabbiosi sottostanti: ci dimostrerebbe il tentativo di monumentalizzare un prodotto generato dalla natura.

Dolmen

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Nella parte occidentale della Sicilia si conoscono solo due dolmen: a Mura Pregne, sul versante nord orientale di Monte San Mauro, tra i comuni di Termini Imerese e quello di Sciara, nel palermitano, e a Sciacca, in contrada "San Giorgio". Il dolmen di Mura Pregne ricade in unarea di grande interesse archeologico. Ha pianta rettangolare, del tipo "a corridoio", formato da quattro grossi blocchi (due per lato) perfettamente sbozzati e infissi nel terreno, sui quali posto un lastrone di copertura. Un secondo gli si adagia accanto in posizione obliqua e un terzo, che avrebbe concluso il tetto, potrebbe essere quello giacente davanti al suo ingresso. La costruzione raggiungeva i tre metri di lunghezza.

Dolmen di Sciacca (AG), Italia

Il dolmen di Sciacca, prossimo alla Statale 115, situato ad oriente del fondo di "Femmina Morta". Venne scoperto nel 1930 tra un gruppo di massi di tufo conchigliare ed ritenuto una sepoltura. Tuttintorno sono stati rinvenuti frammenti ceramici risalenti al bronzo antico. Nei pressi della struttura si trovano altri massi con incisioni che fanno pensare ad un piccolo sacello o ad un pozzetto di raccolta.

Galleria d'immagini

Dolmen a Roknia, regione di Guelma, Algeria

Dolmen di Pao das Vinhas, Portogallo

Dolmen di Barrocal, regione di Evora, Portogallo

Dolmen di Grammont, Hrault, Francia

Dolmen di Bramonas, Causses de Lozre, Francia

Dolmen di Tierques, Aveyron, Francia

Dolmen de Wris, provincia di Luxembourg, Belgio

Dolmen du Poitou, Francia

Dolmen des Rascassols, Gard, Francia

Dolmen du Ronc Traoucat, Gard, Francia

Dolmen a Gennes sur Loire, Maine et Loire, Francia

Dolmen a Kerbourg, Loira Atlantica, Francia

Dolmen

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Dolmen des Erves a Sainte-Suzanne, Mayenne, Francia

Dolmen della Roche-aux-Fes a Ess, Ille-et-Vilaine, Francia

Dolmen Placa a Melendugno (LE), Italia

Dolmen situato a Cava dei Servi, presso Modica (RG), Italia

Note
[1] Una simile sensazione pu essere vissuta al giorno d'oggi percorrendo la pianura della Macedonia presso Verghina e osservando i tumuli che vi si ergono, alcuni ancora intatti e non scavati. Ovviamente si tratta di realizzazioni che risalgono a un'epoca (storica e non preistorica) a noi molto pi vicina: ricoprono infatti le sepolture a camera dell'epoca di Filippo II e Alessandro Magno. [2] I dolmen sono presenti nel Salento a Giurdignano, dove se ne contano sei, a Minervino di Lecce, a Cocumola, a Giuggianello, a Melendugno, a Maglie, a Corigliano d'Otranto, a Fasano, a Racale e a Salve. [3] Salvatore Piccolo, Antiche Pietre. La cultura dei dolmen nella Preistoria della Sicilia sud-orientale, Morrone ed., Siracusa 2007. [4] Cfr.: http:/ / www. gallurarcheologica. com/ dolmen. html [5] Mauro Peppino Zedda, Archeologia del paesaggio nuragico, Agor Nuragica, Sassari, 2009, pag. 86 [6] Giovanni Lilliu, La civilt dei Sardi, E.R.I., Torino, 1972, pag. 100 [7] Marco Puddu, La Sardegna dei megaliti, Edizioni IRIS, Oliena, 2005, pag. 82 [8] Pino Calledda e Edoardo Proverbio, Analisi statistica degli orientamenti di tombe megalitiche in Sardegna, in: Rivista italiana di archeoastronomia II, Edizioni Quasar, Roma, 2004, pagg. 43 e succ.ve [9] E. Atzeni, Il dolmen 'Sa Coveccada' di Mores e la tomba di giganti di 'Sa Domu 'e s'orku di Quartucciu, in: Studi Sardi, XX, 1966, pp. 130-151 [10] Cfr.: http:/ / www. sardegnacultura. it/ j/ v/ 253?s=21437& v=2& c=2488& c1=2126& t=1 [11] Cfr.: http:/ / www. comunedibudduso. it/ home/ turismo. php?num_riga=25 [12] Dimensioni risultanti dai cartelli didattici in situ. [13] Nei suoi pressi si trova anche l'edicola votiva eretta in memoria del passaggio del carro che trasportava le spoglie di uno dei tre santi patroni di Bisceglie. [14] Salvatore Piccolo, Antiche pietre. La cultura dei dolmen nella preistoria della Sicilia sud-orientale, Morrone ed., Siracusa 2007.

Voci correlate
Menhir Betilo Dolmen Brownshill Sardegna prenuragica Monumenti megalitici della provincia di Lecce Megalito

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Museo dei dolmen (http://museodeidolmen.it) Dlmenes y megalitos de todo el mundo (http://dolmenes.blogspot.com)

Pentre Ifan

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Pentre Ifan
Pentre Ifan il nome di un antico maniero sito a Nevern, nel nord Pembrokeshire, Galles. Esso conserva il pi grande e meglio conservato dolmen neolitico di tutto il Galles.

Storia
Il dolmen risale al 3.500 a.C. circa e fu utilizzato come sepoltura comune. L'attuale struttura di pietra rappresenta il portale principale della camera della tomba, che in origine era coperta con un grande tumulo di pietra di circa 36 metri di lunghezza. Alcune delle pietre visibili non sono pi nella loro posizione originale, mentre ben sette di esse conservano ancora la loro disposizione originale. Il masso che forma il tetto ha un peso stimato di sedici tonnellate ed delicatamente sorretto da tre massi a punta. Il monumento di proprieta ed gestito dal Cadw, l'Agenzia Gallese per i Monumenti Storici, che garantisce oltre alle cure necessarie al mentenimento del dolmen, anche un ingresso gratuito ai turisti.[1]. Il monumento si trova a circa 6 chilometri dalla strada da Newport e 17 chilometri da Cardigan.

Dolmen di Pentre Ifan, vista posteriore.

Voci correlate
Dolmen Menhir Betilo Dolmen Brownshill Dolmen di Poulnabrone

Dolmen di Pentre Ifan, vista anteriore (ingresso).

Note
[1] Cadw website (http:/ / www. cadw. wales. gov. uk/ )

Coordinate geografiche: 515955N 044610W51.99861N 4.76944O


Possibile ricostruzione del sito.

Menhir

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Menhir
I menhir (dal bretone men e hir "lunga pietra") sono dei megaliti (dal greco "grande pietra") monolitici (da non confondere con i dolmen, polilitici e solitamente assemblati a portale), eretti solitamente in et della pietra (neolitico, era preistorica), che potevano raggiungere anche pi di venti metri di altezza, come ad esempio il Grand Menhir rotto di Locmariaquer (nel Morbihan in Bretagna). Potevano essere eretti singolarmente o in gruppi, e con dimensioni che possono considerevolmente variare, anche se la loro forma generalmente (ma non sempre) squadrata, Tortol - Ogliastra menhir alcune volte assottigliandosi verso la cima. I menhir sono ampiamente distribuiti in Europa, Africa ed Asia, ma sono pi numerosi nell'Europa Occidentale, in particolare in Bretagna e nelle isole britanniche. Sono stati eretti in molti periodi differenti, nel corso della preistoria, ed erano creati nel contesto della pi estesa cultura megalitica che fior in Europa e dintorni.

Italia
Sardegna
In Sardegna prendono il nome di "perdas litteradas", ovvero "pietre letterate" o "pietre delle lettere", probabilmente in riferimento ai diversi usi dei monoliti, supporti su cui scrivere[1]. Presenti in varie zone dell'isola, i monoliti spesso non presentano incisioni e sono completamente lisci con chiara simbologia fallica, molti invece recano scolpite il simbolo femminile di fecondit: le mammelle, segni inequivocabili della Dea Madre. A Laconi, in provincia di Oristano sono stati rinvenuti nelle campagne circostanti, oltre 100 menhir sia di tipo Goni - Cagliari Pranu Muttedu protoantropomorfo che antropomorfo e delle statue-menhir datate dal VI al IV millennio a.C. Sempre a Laconi, nel Museo della Statuaria Preistorica in Sardegna, ospitato negli spazi di Palazzo Aymerich, sono presenti decine di menhir ritrovati, oltre che nel suo territorio, in tutto il Sarcidano e in altri centri vicini. A Villa Sant'Antonio, in provincia di Oristano si trova un'alta concentrazione di rari menhir protoantropomorfi e antropomorfi, tanto che l'area stata soprannominata la Valle dei Menhir. I megaliti furono realizzati tra il 3300 ed il 2500 a.C., durante l'epoca denominata Cultura di Ozieri.In questa localit si trova un menhir alto ben 5 metri e 75cm(probabilmente il pi alto d'Italia) A Goni, nella provincia di Cagliari, in una localit chiamata Pranu Muttedu, si trovano menhir allineati in lunghe file e fanno parte di un'area molto ricca di monumenti megalitici del Neolitico, tra i quali molte Domus de Janas (casa delle fate).

Menhir A Sant'Antioco, nella provincia di Cagliari, oltre ai pi conosciuti quali Su Para e Sa Mongia (Il frate e la suora), possibile osservare, negli agglomerati urbanistici preistorici, parecchi menhir di genere maschile, di forma fallica, con sezione a pilastro, e parecchi menhir femminili con sezione piano-convessa o concavo convessa. Quattro Menhir si trovano tra i comuni di Tortol e Barisardo tra i quali uno purtroppo stato distrutto da dei vandali sul finire degli anni Novanta.

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Puglia
I Menhir, insieme ai Dolmen ed alle Specchie (nati come fari neolitici utilizzati durante le battute di caccia e che si sono evolute in veri e propri sistemi di comunicazione), si trovano anche in Puglia, ed in particolare nel Salento. In provincia di Lecce, sono disseminati dappertutto. Ogni centro possiede almeno un menhir. Nel comune di Giurdignano, nei pressi di Otranto, se ne contano addirittura pi di 15 esemplari. A Martano, in provincia di Lecce, si ha la presenza del pi alto menhir d'Italia, il "Menhir de Santu Totaru", che supera i 5 metri d'altezza.
Uno dei tanti menhir di Giurdignano

I menhir del Salento furono, nel medioevo, cristianizzati incidendo sulla pietra delle croci. Ancora oggi in alcuni paesi vi l'usanza, la Domenica delle Palme, di fare delle processioni che terminano nelle vicinanze dei menhir dove vengono benedetti i ramoscelli di olivo. A Modugno, in provincia di Bari ne sono presenti almeno due esemplari riconosciuti, tra cui vi uno detto "Il Monaco" (presente sulla strada tra Modugno e Bitonto) per la sua presunta somiglianza a un uomo imponente e isolato. A Terlizzi, in provincia di Bari, sono presenti almeno tre menhir allineati, il pi conosciuto il Menhir della Via Appia (per informazioni webcommunityterlizzi.org [2])

Liguria
Varazze. Verzi (Finale Ligure). Pieve di Teco.[3] Menhir di Monte Caprione, tra Lerici ed Ameglia.
Menhir di Canne

non si sa se erano idoli o monumenti funerari.

Menhir

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Piemonte
Cavagli A Cavagli, in provincia di Biella sono presenti undici menhir disposti in maniera circolare a formare il cosiddetto "Cromlech". La Sovrintendenza di Torino li ha datati al 4.000/5.000 a.C. grazie al ritrovamento di calcare nelle coppelle dei megaliti stessi. Pertanto il Cromlech di Cavagli, risulta essere il parco archeologico pi ampio della regione. Lugnacco A Lugnacco in provincia di Torino si trova un monolite di gneiss (lungo 3,85 metri, per una circonferenza di base pari a 1,20 metri ed un peso di circa 1,8 tonnellate) che stato recentemente infitto verticalmente nel terreno di fronte al cimitero, in quella che fu verosimilmente la sua collocazione originaria. Questo menhir ha due gemelli, quello di Mazz e quello di Chivasso. Chivasso
Il menhir di Lugnacco

A Chivasso nella centrale Piazza d'Armi conservato un menhir chiuso all'interno di una teca di cristallo. Molto simile a quello di Lugnacco alto 4 metri e ha una coppella laterale. Purtroppo la collocazione originale sconosciuta. Mazz Anche a Mazz si trova un menhir molto simile ai precedenti. Una copia esatta anche visibile al museo delle antichit di Torino. Paroldo

I menhir di Cavagli

A Paroldo, in provincia di Cuneo conservato un menhir, anche in questo caso conservato in modo un po' grossolano, infatti stato infisso in basamento di cemento. Si trova sulla strada che conduce alla chiesa del paese. Briaglia Tra i pi grandi ritrovamenti megalitici in terra piemontese certamente da ricordare l'area di Briaglia, in provincia di Cuneo. Nel 1970, l'archeologo Janigro d'Aquino iniziava una serie di scavi presso il paesino trovando una grande quantit di menhir, pietre scritte e anche un tumulo sotterraneo. Purtroppo a partire dagli anni '80 il sito stato soggetto incuria e gran parte dei materiali sono stati utilizzati come materiale edile o scomparsi. Un menhir ancora visibile incorporato nel giardino di un'abitazione privata. Monte Musin Tra i menhir piemontesi pi famosi ci sono sicuramente quelli del Monte Musin, nei dintorni di Torino. Questo luogo venne alla ribalta negli anni '70 in pieno periodo di "archeologia misteriosa". Su una delle pietre erette venne rinvenuto un graffito che alcuni interpretarono come un disco volante. Questa incisione probabilmente un falso risalente agli stessi anni.

Menhir

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Lombardia
Bulciago Antica pietra in granito modellata dall'uomo, alta circa un metro e sessanta centimetri e piantata nel terreno per circa un metro. E' stata purtroppo trafugata nel 2007. Sembra che poi sia stata ritrovata dal personale del comune, ma non mai ritornata nella sua sede naturale. Barzago
Il menhir di Bulciago (Lecco)

Due menhir da preservare. Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che con il menhir scomparso di Bulciago (che si trovava a poche centinaia di metri), e altri persi nei boschi l intorno, facessero parte di una sorta di recinto all'avello di Bulciaghetto, un grosso masso erratico in granito serpentino scavato a tomba in localit Morti dell'Avello.

Gran Bretagna
Drizzlecombe, Dartmoor Beardown Man, Dartmoor Laughter Tor, vicino Two Bridges, Dartmoor
I menhir di Barzago (Lecco)

Frecce del Diavolo

Francia
Bretagna
In Bretagna si trovano ampi campi (diversi chilometri), probabilmente una volta tra di loro collegati, con allineamenti (diverse file di sassi, tra di loro parallele, con dimensioni dei sassi in ordine di grandezza). I menhir bretoni sono dei massi di granito. Gli allineamenti di Carnac (nel Morbihan in Bretagna, F) coprono una distanza di 4km, tra il sito di Kerlescan a est e Le Mnec a ovest. Si ritiene che l'erezione dei menhir sia avvenuta in Bretagna tra il 4500 e 2000 a.C. (non vennero dunque eretti n dai bretoni, n dai celti). Vennero utilizzati in vario modo dalle popolazioni successive, specialmente per riti religiosi. In era cristiana, per soppiantare i riti pagani, diversi menhir vennero "cristianizzati" scolpendovi motivi cristiani o semplici croci. Menhir a Carnac

dettaglio

campo

allineamento

Altri Menhir in Francia

Menhir

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Uno dei menhir del sito della Cham des Bondons (Lozre)

Il cosiddetto "Menhir della Cattedrale" a Le Mans

Gli antichi romani riutilizzarono i Menhir come punti di riferimento sulle proprie strade, come veri e propri segnali stradali: infatti molti Menhir si trovano a ridosso delle antiche strade romane o in prossimit degli incroci. Filitosa, Corsica Saint-Sulpice-de-Faleyrens, Gironde [4] (alto 5 metri e largo 3) Murat-sur-Vbre, Tarn Cham des Bondons, Lozre

Germania
Gollenstein, Blieskastel (alto 6,6 metri) Spellenstein, St.Ingbert (alto 5 metri)

Portogallo
Sagres

Scandinavia
Bjrketorp Runestone.

Mongolia
Stele del Cervo

Menhir

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Note
[1] La dizione perdas litteradas stata riferita direttamente da Antonia Manca di Villermosa, scopritrice nel 1975 del primo menhir sardo di Genna Arrele I, in un colloquio con Francesco Carreri, autore del libro "Walkscapes: camminare come pratica estetica" (Einaudi, 2006) in cui analizza l'invenzione del menhir come prima azione umana di trasformazione del paesaggio. [2] http:/ / www. webcommunityterlizzi. org/ [3] Lettera dell'architetto Giacomo Francesco Sertorio riguardante un antico monumento scoperto da David Pareto. Oneglia, Ghilini, 1877. [4] http:/ / chateausaintjean. com/ menhir. html

Voci correlate
Statua stele Dolmen Luoghi mitici e leggendari Neolitico Preistoria Civilt nuragica Stonehenge Specchia Betilo

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Collegamenti esterni
Valle dei Menhir - Ozieri (Sassari) (http://www.valledeimenhir.it/Index.htm) I menhir e i betili della Sardegna nuragica su archeologiasarda.com (http://www.archeologiasarda.com) Archeoastronomia in Liguria (http://digilander.libero.it/archeoastronomia/archeoas1.htm) http://www.amicideimenhir.it amicideimenhir.it Saint-Sulpice-de Feleyrens - Francia (http://chateausaintjean.com/menhir.html) I Menhir di Cursi (Lecce) (http://www.cursi.it/w3/lastoria-lavita-lapietra/menhir.php) Web Community Terlizzi - I Menhir di Terlizzi (Bari) (http://www.webcommunityterlizzi.org/index. php?option=com_content&view=article&id=124&Itemid=170&lang=it)

Grande menhir spezzato di Locmariaquer

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Grande menhir spezzato di Locmariaquer


Il Grand Menhir Bris ("Grande menhir spezzato"), conosciuto anche come Grand Menhir d'Er Grah (in bretone: Men-er-Hroc'h, ovvero [1][2] "Pietra della/e fata/" ) il pi grande menhir del mondo [3][4][5][6] occidentale : risale all'incirca [3][6] al 4500 a.C. e si trova nella cittadina francese di Locmariaquer, nel dipartimento del Morbihan (Bretagna meridionale), all'interno di un complesso megalitico che comprende anche il Tumulo di Er Grah e il dolmen noto come Table des [1][2][3][4] Marchands . classificato come monumento storico (dal 1889).[7] Spezzato in quattro [2][1][3][4][6] tronconi , raggiungeva in origine l'altezza di circa 20 [2][3][4][6][8] metri ed un peso [9] [2][3][5] complessivo di circa 280 -350 . tonnellate. Faceva probabilmente parte di un allineamento che comprendeva 19 menhir che si estendeva per 55 metri di lunghezza.[4][9] Gli antichi Romani lo chiamavano "Colonna del Nord", in quanto indicava la strada verso il porto sul Golfo del Morbihan.[1]

Locmariaquer (Bretagna, Francia): il grande menhir spezzato (Grand menhir bris)

Due tronconi del menhir

Non chiara l'epoca in cui il menhir and semi-distrutto.[4] Pare tuttavia che il suo abbattimento risalga addirittura a poco dopo la sua costruzione, ovvero al Neolitico[1][8], forse intorno al 4200-4300 a.C.[6]

Grande menhir spezzato di Locmariaquer

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Caratteristiche
Il menhir intagliato in un tipo di granito estraneo alla zona attorno a Locmariaquer e forse proveniente dall'altro lato della costa che si affaccia sul Golfo del Morbihan.[6][9]

Funzione originaria
Secondo il Prof. Alexander Thom, il sito su cui si trovava in origine il menhir doveva servire come una sorta di calendario lunare. [4]
Altra immagine dei quattro tronconi del menhir

Tecnica di costruzione
Essendo - come detto - costituito di un tipo di granito estraneo alla zona, il gigantesco blocco di pietra fu trasportato per diversi chilometri con una tecnica sconosciuta.[6] Fu quindi eretto probabilmente dopo aver eseguito le seguenti operazioni: la costruzione di una rampa a terra, il ribaltamento in una buca grazie all'utilizzo di leve e "capre" in legno e la puntellatura con delle pietre.[6] Venne infine levigato per mezzo di alcuni percussori in quarzo.[6]

Note
[1] [2] [3] [4] [5] [6] cfr. A.A.V.V., Francia Nord, Touring Club Italiano, Milano, 2003 cfr. Patitz, Alex, Bretagna, Mairs Geographischer Verlag, Ostfildern - Hachette, Paris - De Agostini, Novara, 1999 cfr. A.A.V.V., Bretagna, Dorling Kindersley, London, 2003, Mondadori, Milano, 2004, p. 180 cfr. Ancient Wisdom: Le Grand Menhir Bris (http:/ / www. ancient-wisdom. co. uk/ francelegrandmenhir. htm) cfr. Auray.org: Les menhir et les mghalites en rgion d'Auray (http:/ / www. auray. org/ decouverte/ megalithes. html) cfr. Monuments nationaux: I megaliti di Locmariaquer (http:/ / www. monuments-nationaux. fr/ fichier/ m_docvisite/ 30/ docvisite_fichier_17D. locmariaquer. IT. pdf) [7] cfr. http:/ / www. culture. gouv. fr/ public/ mistral/ merimee_fr?ACTION=CHERCHER& FIELD_1=REF& VALUE_1=PA00091390 [8] cfr. Carnac - Megalithic Brittany: Le Grand Menhir Bris (http:/ / www. megalithia. com/ brittany/ carnac/ grandmenhir/ index. html) [9] cfr. Mgalithe.over-blog: Locmariaquer: le Grand Menhir Bris d'Er Grah (http:/ / megalithe. over-blog. com/ article-34537920. html)

Voci correlate
Allineamenti di Carnac Menhir di Saint-Uzec La Roche-aux-Fes

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Grande menhir spezzato di Locmariaquer

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Collegamenti esterni
Ancient Wisdom: Le Grand Menhir Bris (http://www.ancient-wisdom.co.uk/francelegrandmenhir.htm) Culture.gouv.fr: Le Grand-Menhir... et les autres (http://www.culture.gouv.fr/culture/arcnat/megalithes/fr/ mega/megalocmen.htm) Mgalithe.over-blog: Locmariaquer: le Grand Menhir Bris d'Er Grah (http://megalithe.over-blog.com/ article-34537920.html) Locmariaquer.info: Les mgalithes, le Grand Menhir Bris (http://locmariaquer.info/f10b_mega2.htm) Carnac - Megalithic Brittany: Le Grand Menhir Bris (http://www.megalithia.com/brittany/carnac/ grandmenhir/index.html) Monuments nationaux: I megaliti di Locmariaquer (http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_docvisite/ 30/docvisite_fichier_17D.locmariaquer.IT.pdf)
Coordinate geografiche: 473419N 25700W47.57194N 2.95O

Cromlech
Cromlech il nome dato a monumenti megalitici particolari, costituiti di pietre di grandezza variabile, conficcate nel terreno a forma circolare. Ad esempio il pi famoso ed enigmatico il cromlech di Stonehenge, la cui costruzione sembra essere antecedente al II millennio a.C., ha orientazioni riconducibili allo studio astronomico e infatti probabilmente era destinato al culto del Sole. Cromlech una parola gallese che indica strutture megalitiche preistoriche, in cui crom significa curvata e llech significa pietra piatta. Il termine oggi divenuto obsoleto in archeologia, ma rimane in uso come termine colloquiale per designare due diversi tipi di monumenti megalitici.

Stonehenge

In inglese il termine si riferisce di norma ai dolmen, ritenuti resti di camere sepolcrali preistoriche. invece largamente usato in francese per indicare dei circoli di pietre, che in inglese si preferisce definire Stone circle. Alcuni archeologi di lingua inglese, come Aubrey Burl utilizzano il termine con questo secondo significato anche in inglese. Il termine, inoltre, occasionalmente impiegato per indicare alcuni esempi pi complessi di architettura megalitica, come il Almendres Cromlech del Portogallo.

Cromlech

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Altri progetti
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Collegamenti esterni
Il Cromlech di Caloene, in Brasile [1]
Un cromlech

References
[1] http:/ / www. yurileveratto. com/ it/ articolo. php?Id=90

Cerchio di pietre
Un cerchio di pietre un antico monumento. Questo genere di monumenti non sempre perfettamente circolare, e spesso prende la forma di un'ellisse, o semplicemente si tratta di quattro pietre disposte su un arco di circonferenza. Il numero delle pietre che lo compongono pu variare tra 4 e 60[1] erette di proposito, e spesso contengono al loro interno tombe o camere funerarie.

I primi esempi
Un cerchio di pietre differisce da un henge o da un monolito isolato, nonostante si trovino tutti a volte nello stesso posto. I primi esempi, come il cerchio di Goseck in Sassonia-Anhalt, possono essere stati usati a scopo religioso/calendarico/astronomico. I cerchi di pietre sono solitamente databili a partire dal tardo neolitico/prima et della pietra, ovvero attorno al 7000-3500 a.C.[2]
Cerchio di pietre di Swinside, nel Lake District, Inghilterra

Utilizzi
Le prove archeologiche, insieme alle informazioni astronomiche, geologiche e matematiche, suggeriscono che l'obbiettivo dei cerchi di pietre fosse collegato al culto dei popoli preistorici, e che la loro costruzione possa essere stata usata per ricordare antiche conoscenze ingegneristiche, sociali e religiose. La loro esatta funzione da sempre dibattuta, ma una delle ipotesi pi accreditate che si sarebbe trattato di luoghi sepolcrali o segnalatori di punti astronomici riferibili a particolari momenti del calendario. Dal momento che gli eventi astronomici dipendono fortemente dalla posizione geografica, si suppone che chi costru i cerchi avesse anche conoscenze geografiche di base, ed unit di misura di tempo e di distanza.

Cerchio di pietre A causa del tempo passato, molti parametri astronomici sono cambiati, il che complica lo studio di ricerca del motivo di costruzione dei cerchi. Nonostante le tecnologie moderne quali simulazioni computerizzate di mappatura stellare, se non si ha in mente una precisa data difficile raggiungere degli obbiettivi.

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Posizione geografica
Cerchi di pietre preistorici sono stati trovati in molte parti del mondo. Monumenti megalitici in Irlanda e Regno Unito[3]; molti altri esempi a Bretagna, Francia: due sull'isola di Er Lannic e due a Carnac. Il cerchio del colle del Piccolo San Bernardo si trova ancora pi lontano, sulle Alpi francesi. Sono noti anche gli harrespil nei Paesi Baschi, dove gli abitanti locali li chiamano mairu-baratz o jentil-baratz, che significa "giardino pagano (cimitero)", e fa riferimento ai mitologici giganti dell'era pre-cristiana. Alcuni cerchi di forma particolare si trovano nel nord-est della Scozia, con alcune pietre pi grandi delle altre disposte su un lato. Queste grandi pietre si trovano sempre sul lato sud-occidentale del cerchio, e sono allineate alle principali nascite della luna. Di solito l'altezza delle pietre graduale, con le pi basse disposte sul lato opposto a quelle maggiori. In Scandinavia ci fu una grande tradizione di costruzione di cerchi durante l'et del ferro, soprattutto nel Gtaland. L'uso di questo genere di cerchi in Polonia dovuto alla migrazione dei Goti (vedi Cerchio di pietre (et del ferro) e cultura di Wielbark).

Complesso del cerchio di pietre a Knocknakilla, Cork, Irlanda

Ci fu un secondo periodo in cui vennero erette queste strutture, tra l'VIII ed il XII secolo in Africa occidentale. Il migliore esempio quello dei Cerchi di pietra di Senegambia, costruiti per uso funerario, con oltre mille cerchi catalogati. Altri cerchi si trovano sull'Adrar di Mauritania. La costruzione di cerchi di pietre divenne popolare a partire dagli anni settanta, costruiti per motivi monumentali o per usi mistici. I nuovi cerchi sono solitamente privi di henge o altre strutture di ornamento, e non seguono un allineamento particolare. Il migliore esempio di questo tipo probabilmente il cerchio di Swan presso Glastonbury Festival, mentre lo Stonehenge di Maryhill (costruito in cemento) stato uno dei primi, completato nel 1918.

Cerchi di pietre nel Regno Unito ed in Irlanda


L'archeologo francese Jean-Pierre Mohan, nel suo libro Le Monde des Megalithes, descrive l'incredibile concentrazione di cerchi di pietre sulle isole britanniche in questo modo:

Il megalitismo sulle isole britanniche dimostrato dall'abbondanza delle pietre erette, e dalla variet dei complessi
architetturali circolari di cui fanno parte... in modo incredibilmente originale, non hanno equivalenti in Europa - il che supporta l'idea che i costruttori fossero indipendenti

Dato che spesso sono orientati sulle linee visive che conducono al sorgere o al tramonto di sole e luna in determinati momenti dell'anno, sembrano dimostrare che per i costruttori fosse importante il ciclo delle stagioni. La grossolanit delle pietre indica che non erano usate per calcoli astronomici, e la loro posizione ha un fine maggiormente sociale/educativo piuttosto che analitico.

Cerchio di pietre

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I pi antichi cerchi conosciuti vennero apparentemente eretti circa 5000 anni fa, durante il neolitico, ed erano probabilmente evoluzioni di colline sepolcrali, che contenevano camere mortuarie in legno o pietra. Bisogna ricordare che, a causa del tempo passato, forma e posizione dei cerchi sono cambiate. I mari si sono alzati ed i ghiacciai sono retrocessi. quindi impossibile dire che simili forme non erano usate in precedenza. Dove oggi c' terra, una volta si trovavano i ghiacciai, mentre nello stesso periodo, dove allora c'era terra, oggi c' il mare.
Cerchio di pietre presso il complesso di Carrigagulla, Cork, Irlanda

Durante il medio neolitico (ca. 3700-2500 a.C.) i cerchi di pietre iniziarono a fare la loro apparizione sulla costa e nell'entroterra del Regno Unito settentrionale. La Langdale axe industry del Lake District sembra essere stato un'importante centro per la costruzione dei primi cerchi, forse a causa del suo potere economico. Molti hanno gruppi di pietre ravvicinate, simili ai cumuli di terra degli henge, altri sono costruiti con massi non interrati,
Livello del mare post-glaciazione

A partire dal tardo neolitico la costruzione dei cerchi assunse una grande precisione e popolarit. Invece di limitarsi alle aree costiere, iniziarono a spostarsi all'interno, ed i loro costruttori divennero pi ambiziosi creando esemplari di oltre 400 metri di diametro, come nel caso del livello esterno del cerchio di Avebury. La maggior parte dei cerchi, per, misura circa 25 metri di diametro. I progetti divennero pi complessi portando a doppi o tripli anelli insieme a varianti regionali. Questi monumenti sono spesso chiamati "cerchi di pietre concentrici".
Cerchio di pietre di Lisseyviggeen, Kerry, Irlanda. Conosciuto localmente anche con il nome di Seven Sisters

L'ultimo periodo della costruzione dei cerchi di pietre si ebbe alla met dell'et del bronzo (ca.2200-1500 a.C.) e vide la costruzione di numerosi piccoli cerchi che, stato ipotizzato, vennero eretti da singoli gruppi familiari.

Molti ottimi esempi possono essere trovati all'interno del parco nazionale di Dartmoor, Devon, dove sono stati rintracciati 18 cerchi di pietre (e 75 file di pietre) databili principalmente dal tardo neolitico alla medi et del bronzo. Grey Wethers, un doppio cerchio situato su un altopiano isolato, tra i pi significativi. A partire dal 1500 a.C. la costruzione dei cerchi cess. Si pensa che i cambiamenti climatici spinsero le popolazioni a spostarsi, e che nuove credenze religiose abbiano condotto a segnare in modo differente la vita e la morte. I cerchi di pietre sono stati associati ai druidi, ma vennero in realt abbandonati molto prima che il druidismo arrivasse in Gran Bretagna, e non esistono prove del fatto che vennero usati dai druidi.

Cerchio di pietre

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Voci correlate
Avebury Cerchio di pietre (et del ferro) Dolmen Megalito Menhir Stonehenge

Note
[1] Breve guida ai siti archeologici irlandesi (http:/ / www. iol. ie/ ~sec/ sites. htm#Stone Circles). Url controllato il 21 gennaio 2006. [2] Nuallin, 1984a, 10 [3] Aubrey Burl. The Megalith Map (http:/ / www. megalith. ukf. net/ bigmap. htm).URL consultato il 2006-09-22.

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Collegamenti esterni
The Megalith Map (http://www.megalith.ukf.net/bigmap.htm)

Cerchi di pietre dell'et del ferro


I cerchi di pietre dell'et del ferro (ca. 500 a.C. - ca. 400 d.C.) furono una tipica architettura funeraria in uso nella Scandinavia meridionale, specialmente nel Gotland e nel Gtaland, durante l'et del ferro pre-romana e l'et del ferro romana. In Svezia vengono chiamati Domarringar (cerchi dei giudici), Domkretsar (cerchi dei giudici) o Domarsten (seggi dei giudici). Non vanno confusi con i cerchi di pietre dell'et del bronzo e con quelli dell'Antica Britannia.

Cerchio di pietre di Bjrketorpsstenen, a Bjrketorp, nella municipalit di Ronneby, Svezia

Cerchi di pietre dell'et del ferro

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Storia
Nel I secolo le tradizioni scandinave attraversarono il Mar Baltico approdando nell'odierna Polonia, probabilmente trasportate dai Goti, come indicato dagli scavi archeologici effettuati durante l'Impero germanico (vedi la cultura di Wielbark). Il cerchio di pietre veniva a volte usato come cimitero.

Esempi di cerchi
Cimitero di Gettlinge, Oland, Svezia Hulterstad gravfalt, Oland, Svezia Pietre di Jelling, Velje, Danimarca Stoplesteinan, Norvegia
Cerchio di pietre nella Polonia settentrionale, dove i Goti si insediarono dopo la migrazione dalla Scandza

Forme
I cerchi sono solitamente rotondi, o a forma di ellissi allungate. Le pietre possono essere molto grandi, e solitamente sono 9 o 12. A volte sono solo 6 o 8. Un cerchio, quello di Nssja (nei pressi di Vadstena), raccoglie 24 pietre. Gli scavi hanno portato alla luce carbone bruciato al centro del cerchio, per cui il complesso viene tuttora considerato un cimitero per corpi cremati.

Thing
Secondo numerose tradizioni i cerchi di pietre venivano usate come Thing (assemblee di governo) o assemblee generiche. Cerchi simili venivano usati per assemblee popolari in Danimarca nel XVI secolo, e nella parrocchia di Vad, a Vstergtland, le assemblee del villaggio vennero tenute all'interno di cun cerchio di pietre fino al XIX secolo.

Snorri Sturluson
Anche se l'idea che i cerchi di pietre fossero sepolcri andata in disuso, era ancora in voga nel XIII secolo come testimoniano queste poche righe scritte da Snorri Sturluson come introduzione al suo Heimskringla:

A causa dei riti funebri, l'inizio di questa era viene chiamato Et delle Sepolture; i morti venivano cremati, e sopra le loro ceneri venivano erette le pietre

Cerchi di pietre dell'et del ferro

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Voci correlate
Cerchio di pietre Menhir

Fonti
Nationalencyklopedin Un articolo dell'archeologo polacco Tadeusz Makiewicz [1]

References
[1] http:/ / www. muzarp. poznan. pl/ archweb/ gazociag/ title5. htm

Henge
Un henge una struttura architettonica preistorica. La forma quasi circolare o ovale disposta su un'area pianeggiante di circa 100 metri di diametro racchiusa e delimitata da una struttura in terra (earthwork) di confine che di solito comprende un fossato con un tumuilo esterno. La struttura permette l'accesso all'interno tramite una, due o quattro entrate. I componenti interni possono includere messa in opera di portali, cerchi di pietre, recinti fatti con blocchi eretti in lunghezza (post rings), cerchi di pietre, disposizione di quattro pietre (four-stone settings), monoliti, blocchi dritti (standing posts), fosse (pits), gruppo di pietre erette (coves), allineamenti di pilastri (post alignments), allineamenti di pietre, sepolture, cumuli centrali (central mounds), e buche per pali (stakeholes). [1]

Tre henge allineati nel complesso di Thornborough Henges

A causa delle impraticabilit difensive di un luogo cintato con un cumulo esterno e un fossato interno (piuttosto che il contrario), si ritiene le henges avessero uno scopo rituale, piuttosto che difensivo.

Origine e distribuzione
Le fatiche per fornire un'origine diretta delle henge dai pi antichi recinti non sono state determinanti; la loro sovrapposizione cronologica con strutture pi vecchie fa s che sia difficile vederle come una tradizione coerente. Esse sembrano assumere il concetto di creare uno spazio separato dal mondo esterno di un gradino ulteriore rispetto ai recinti lastricati e con fermezza focalizzare l'attenzione su un punto interno. In alcuni casi, la costruzione di tumuli e fossati era uno stadio che seguiva altre attivit svolte nel sito. Ci sono concentrazioni di henge in buona parte della Britannia. Si Il Circolo di Brodgar, Orkney una possibile zona pensa ad Orkney (Cunliffe 2001) e Wessex (Burl 1969) come l'origine di origine delle henges del tipo di monumento. N sembra verosimile (Barclay 2005). Dissimili dai pi antichi recinti, essi di solito non furono costruiti sulle sommit delle colline, ma su bassopiani, spesso vicino ai corsi d'acqua e terre buone per l'agricoltura.

Henge Alcuni studenti, come gli editori della versione del 1982 del Penguin Dictionary of Archaeology, hanno dichiarato che quelle henges sono uniche nelle Isole britanniche e che simili circoli sul continente, molto pi arcaici, come Goseck circle (il quale non ha tumuli comunque) e successivamente alcuni come Goloring non sono propriamente "henges". Tuttavia, The Penguin Archaeological Guide, pubblicato nel 2001, non fa commenti sulla localizzazione geografica delle henges. Il libro di Julian Cope, The Megalithic European, propone che la henge fosse uno sviluppo regionale proveniente dall'ampio recinto lastricato europeo, che apparve seguendo un cambiamento culturale radicale intorno al 3000 a.C. ed ispir i popoli del neolitico d'Europa a svilupparsi in modo pi indipendente. Egli menziona i recinti circolari della valle dell'Isar in Baviera, i quali secondo le indagini fatte da archeologo tedesco R. A. Maier "tiravano fuori comparazioni con i monumenti di henge e i recinti lastricati delle isole britanniche". Sebbene ancora con un fossato lastricato multiplo e entrate poste ai punti cardinali, i cerchi sono descritti da John Hodgson come non posizionati con intenzioni difensive e le pi grandi, a Kothingeichendorf, sembrano essere "a met strada fra una henge e un recinto lastricato".

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Un fossato di henge scavato sul Wyke Down (Dorset). Originariamente era scavato per un recinto lastricato (causewayed enclosure) e non pu perci essere una henge.

Alasdair Whittle osserva lo sviluppo della henge anche come una variazione regionale dentro una tradizione europea che includeva una variet di recinti scavati. Egli annota che le henges e la ceramica incisa spesso ivi trovata sono due esempi del neolitico britannico non trovato sul continente. Anche Caroline Malone afferma che le henges non vengono realizzate nel resto dell'Europa Occidentale, ma sviluppate da una pi ampia tradizione di recinti da diventare un fenomeno delle Isole britanniche, una tradizione nativa con architettura sofisticata e funzioni calendaristiche.

Forme
Gli henge possono essere classificati come segue: Henge di I Classe; hanno una singola entrata creata tramite una breccia nel tumulo; Henge di II Classe; hanno due entrate, diametralmente opposte l'un l'altra; Henge di III Classe; hanno quattro entrate, l'una di fronte all'altra a coppia. Esistono dei sottogruppi di queste classi quando sono presenti due o tre fossati interni piuttosto che uno. Gli henge sono di solito associati con il Tardo Neolitico o la prima fase dell'et del bronzo, e specialmente con la ceramica di questo periodo: Ceramica Scanalata, Ceramica Impressa (anteriormente nota come Ceramica di Peterborough) e coppe. Tali siti, come Stonehenge, forniscono anche la prova dell'attivit della cultura del Wessex nella tarda et del bronzo. Le henge spesso contengono all'nterno l'evidenza di una variet di feature, inclusi circoli in pietra o legno, fosse o sepolture, le quali possono predatare o postdatare il recinto della henge. Non vanno confusi con i cerchi di pietra i quali sono talvolta in esse presenti. Similmente formate, i pi grandi recinti sono noti come recinti di henge mentre i pi piccoli insieme ad altri tipi di feature recintanti sono noti come monumenti hengiformi.

Henge

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La parola henge viene derivata da Stonehenge, il famoso monumento nel Wiltshire. Stonehenge non affatto un vero e proprio henge poich il suoi fossati corrono all'esterno del tumulo. Il termine venne per prima coniato nel 1932 da Thomas Kendrick che pi tardi divenne Il custode delle Antichit Britanniche (British Antiquities) al British Museum. Alcuni dei pi eccellenti e ben noti henge comprendono: Avebury, circa 20 miglia (32km) a Nord di Stonehenge sulla Pianura di Salisbury;

La henge di Avebury costituita da molti circoli di pietra

Durrington Walls vicino Woodhenge ugualmente nella Pianura di Salisbury; Cerchi di Knowlton Circles, complesso di henge nel Dorset; Anelli di Maumbury nel Dorset (successivamente riutilizzati come anfiteatro romano e poi come forte nella Guerra civile). Mayburgh Henge in Cumbria L'Anello di Brodgar nelle Isole Orcadi; Thornborough Henge, complesso nello Yorkshire; Il Grande Cechio a Stanton Drew nel Somerset.

Note
[1] See the English Heritage definition (http:/ / www. eng-h. gov. uk/ mpp/ mcd/ sub/ henges1. htm).

Bibliografia
(EN) R. J. C. Atkinson 1951. The henge monuments of Great Britain. (EN) Barclay, G J The henge and hengiform in Scotland, in Set in stone: new approaches to Neolithic monuments in Scotland, Cummings, V and Pannett, A, Oxbow, Oxford, 2005, pp8194. (EN) Burl, A 1969 Henges: internal features and regional groups, Archaeological Journal, 126, pp128. (EN) Cunliffe, B Facing the Ocean: the Atlantic and its Periphery 8000BC-AD1500, Oxford University Press, Oxford. (EN) Hodgson, J Neolithic Enclosures in the Isar Valley, Bavaria in Enclosures and Defences in the Neolithic of Western Europe (Part ii), Burgess, C, Topping, P, Mordant, C and Maddison, M, Oxbow, 2003 qtd in Cope, J, The Megalithic European, Harper Collins, 2004, pp4849. (EN) The Penguin Dictionary of Archaeology Bray, W and Trump D (eds), Penguin London, 1982 (EN) Malone, C Neolithic Britain and Ireland, Tempus, Stroud, 2001 (EN) Whittle, A The Neolithic Period in The Archaeology of Britain, Hunter, I and Ralston, J (eds), Routledge, London, 2005. (EN) Thomas, J, Understanding the Neolithic, Routledge, London, 2004

Henge

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Voci correlate
Astronomia Calendario Fossati circolari Dolmen Cultura megalitica Megalite Menhir Meridiana

Collegamenti esterni
(EN) English Heritage website: (http://www.eng-h.gov.uk/mpp/mcd/sub/henges1.htm) "henge" defined (EN) Henge search results (http://www.megalithic.co.uk/search.php?query=&sitetype=11) from The Megalithic Portal (http://www.megalithic.co.uk/) (EN) http://www.themodernantiquarian.com (EN) http://henges.no.sapo.pt New Henge Theory - Engineering in Prehistory (EN) Pretanic World - Chart of Neolithic, Bronze Age and Celtic Structures (http://www.pretanicworld.com/ Monuments.html)

Stonehenge
Stonehenge, Avebury e siti associati Stonehenge, Avebury, and Associated Sites

Localizzazione Stato Regione Provincia Regno Unito Sud Ovest Wiltshire Dimensioni Larghezza 33

UNESCO - Patrimonio dell'umanit Tipologia Criterio Anno Culturali (i) (ii) (iii) 1986

Stonehenge
[1] [2]

36
Numero

373

Coordinate geografiche: 511044N 14935W51.17889N 1.82639O

Stonehenge (pietra sospesa, da stone, pietra, ed henge, che deriva da hang, sospendere: in riferimento agli architravi) un sito neolitico che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire, Inghilterra, circa 13 chilometri a nord-ovest di Salisbury sulla piana omonima. composto da un insieme circolare di grosse pietre erette, conosciute come megaliti. Il sito stato aggiunto alla lista dei patrimoni dell'umanit dell'UNESCO nel 1986. Le pietre di Stonehenge sono allineate con un significato particolare ai punti di solstizio ed equinozio. Di conseguenza alcuni sostengono che Stonehenge rappresenti un "antico osservatorio astronomico", anche se l'importanza del suo uso per tale scopo dibattuta. Oltre che meta del turismo di massa, Stonehenge attualmente luogo di pellegrinaggio per molti seguaci del Celtismo, della Wicca e di altre religioni neopagane, e fu teatro di un festival musicale libero tra il 1972 e il 1984; nel 1985 tale festival fu bandito dal governo britannico a causa del violento confronto tra la polizia e alcuni partecipanti che divenne noto come la Battaglia di Beanfield.

Stonehenge all'alba del solstizio d'estate (21 giugno 2005), con una folla di 19.000 persone che hanno aspettato l'alba tutta la notte

Stonehenge

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Descrizione
La pietra dell'altare: un blocco di cinque metri di arenaria verde. Le pietre principali sono composte da una forma estremamente dura di arenaria silicea, che si trova naturalmente circa trenta chilometri pi a nord, sulle Marlborough Downs. La struttura interna, conosciuta come "Bluestone Horseshoe" costituita di pietre molto pi piccole, che pesano in media quattro tonnellate. Queste pietre sono state estratte dalle Montagne Preseli, nel Galles sud-occidentale. Sono principalmente di dolorite ma comprendono esempi di riolite, arenaria e ceneri calcaree vulcaniche.
Mappa del sito Legenda: 1. La pietra dell'altare 2. Tumulo senza sepoltura 3. Tumulo senza sepoltura 4. La pietra del Sacrificio, lunga 4,9 m 5. La pietra del tallone (vedi sotto) 6. Due delle quattro originarie Pietre della Stazione 7. Sponda interna 8. Fossato 9. Sponda esterna 10. Il viale, una coppia di fossati e sponde paralleli che portano al fiume Avon a 3 km 11. Anello di 30 fosse chiamato i buchi Y 12. Anello di 30 fosse chiamato i buchi Z 13. Cerchio di 56 fosse, conosciuto come i buchi di Aubrey 14. Piccola entrata meridionale

La pietra del tallone un tempo conosciuta come Tallone del Frate (in inglese "Friar's Heel", un'anglicizzazione del gallese "Ffreya sul", da Ffreya, dea celtica della fertilit, e sul, giorno del sole). Un racconto popolare, che non pu essere datato a prima del XVII secolo, spiega cos le origini del nome di questa pietra: Il diavolo compr le pietre da una donna in Irlanda, le avvolse e le port sulla piana di Salisbury. Una delle pietre cadde nel fiume Avon, le altre vennero portate sulla piana. Il diavolo allora grid, "Nessuno scoprir mai come queste pietre sono arrivate fin qui". Un frate rispose, "Questo ci che credi!", allora il diavolo lanci una delle pietre contro il frate e lo colp su un tallone. La pietra si incastr nel terreno, ed ancora l.

La pietra del tallone

Stonehenge

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Teoria sulla costruzione


Le pietre pi grandi, in gres (dal peso di 25/50 tonnellate), sono state tagliate da una collina distante 30 km dal sito archeologico, e vennero probabilmente trasportate attraverso delle slitte che scivolavano su rulli in legno, tirate con corde di cuoio da decine di uomini.[3] Le pietre di dimensioni inferiori sono state invece tagliate in Galles, ad una distanza di oltre 200km dal sito, e vennero trasportate su imbarcazioni.[4] Le pietre che costituivano gli elementi verticali venivano prima trascinate in corrispondenza di un foro sul terreno, quindi venivano fatte scivolare all'interno del foro con l'ausilio di un sistema di leva appoggiate a un "castello" di tronchi. La pietra veniva poi sistemata in verticale tirandola con delle funi, e il foro veniva riempito con sassi.[4] Una volta che erano state alzate le pietre verticali, si aggiungeva l'architrave alzandola poco alla volta attraverso la costruzione di un fasciame di legname e l'uso di leve.[4]
Posizione geografica del sito archeologico di Stonehenge

Indagini scientifiche

Il primo studio per osservare e capire il monumento venne condotto intorno al 1640 da John Aubrey. Egli proclam Stonehenge opera dei Druidi: questa idea fu grandemente diffusa da William Stukeley. Aubrey realizz inoltre i primi disegni con le misure del luogo, che consentirono una migliore analisi della sua forma e del suo significato. Grazie a questo lavoro, fu in grado di attribuire una funzione astronomica o di calendario alla disposizione delle pietre. L'architetto John Wood intraprese la prima vera accurata indagine di Stonehenge nel 1740. Tuttavia l'interpretazione di Wood del monumento, considerato come un luogo di riti pagani, stata fortemente criticata da Stukeley, che considerava i Druidi non come pagani, ma come patriarchi biblici. Prima della fine dell'Ottocento John Lubbock riusc a far risalire il luogo all'et del bronzo, basandosi sul ritrovamento di oggetti di bronzo sulle colline vicine. I primi tentativi identificano le persone che avevano intrapreso questo colossale progetto stato da tempo smitizzato. Mentre ci sono stati pochi ma preziosi studi sulla via di teorie reali, per determinare chi costru il monumento o perch; vi pu essere un accertamento di ci che conosciuto come fatto reale e ci che stato smentito.

Datazione radiocarbonica
La datazione radiocarbonica del sito indica che la costruzione del monumento fu intrapresa intorno al 3100 a.C. e si concluse intorno al 1600 a.C. Ci consente l'eliminazione di alcune teorie che erano state ipotizzate. La teoria secondo la quale i Druidi erano forse stati gli artefici dell'opera la pi popolare; tuttavia la societ dei Celti, che istitu il sacerdozio dei Druidi, si diffuse solamente dopo l'anno 300 a.C. Inoltre improbabile che i Druidi avessero utilizzato il sito per i sacrifici, dal momento che eseguivano parte dei loro rituali nei boschi o in montagna, zone pi adatte di un campo aperto per i "rituali della terra". Il fatto che i Romani giunsero per la prima volta sull'isola britannica quando Giulio Cesare guid una spedizione nel 55 a.C., nega le teorie di Inigo Jones e di altri, secondo cui Stonehenge sarebbe stato costruito come un tempio romano.

Stonehenge

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Primi riferimenti a Stonehenge


Lo scrittore greco Diodoro Siculo (I secolo a.C.) potrebbe fare riferimento a Stonehenge in un passo della sua Bibliotheca historica. Citando Ecateo di Abdera, uno storico del IV secolo e "certi altri", Diodoro dice che "in una terra oltre i Celti" (cio la Gallia) c' "un'isola non pi piccola della Sicilia" nel mare del nord chiamata Hyperborea, chiamata cos perch al di l del luogo di origine del vento del nord o Borea. Gli abitanti di questo luogo principalmente adorano Apollo, e c' "sia una magnifica zona sacra di Apollo sia un tempio notevole che adornato con molte offerte votive ed di forma sferica". Alcuni scrittori hanno suggerito che l'"Hyperborea" di Diodoro forse indica la Gran Bretagna e che il tempio di forma sferica pu essere un primo riferimento iniziale di Stonehenge. Uno storico locale ha asserito che "il recinto di Apollo" pu riferirsi al campo vicino di Vespasiano. Tuttavia l'archeologo Aubrey Burl ha rilevato che altre parti della descrizione di Diodoro la rendono scarsamente adeguata a Stonehenge e al suo circondario. Diodoro dice anche che in quella zona Apollo (intendendo il sole o la luna) "sfiorava la terra ad un'altezza molto bassa". Tuttavia sia il sole sia la luna si muovono sempre molto al di sopra dell' orizzonte alla latitudine di Stronehenge; solo 500 miglia pi a nord di quanto possano essere osservati che rimangono vicino all' orizzonte.

Dispute su Stonehenge
C' dibattito circa l'et della costruzione, ma la maggior parte degli archeologi ritiene sia stato costruito tra il 2500 a.C. e il 2000 a.C. L'edificazione del terrapieno circolare e del fossato sono state datate al 3100 a.C. Dall'inizio dell'Ottocento molte pietre caddero e furono messe nella loro posizione attuale dagli ingegneri vittoriani. Secondo studi recenti i lavori di ristrutturazione si protrassero fino agli anni '70 del Novecento, introducendo modifiche sostanziali nella disposizione originaria: Certo, ammettono gli archeologi dell'English Heritage, senza tutti questi lavori Stonehenge avrebbe un aspetto molto diverso. Pochissime pietre sono ancora esattamente nel posto dove furono erette millenni fa.[5] A tre chilometri di distanza da Stonehenge stato ritrovato da ricercatori della National Geographic Society un villaggio risalente al 2600 a.C. composto da circa venticinque piccole case. Si ritiene che fossero utilizzate per ospitare i costruttori del complesso, o i visitatori di qualche cerimonia.[6] Si crede che Stonehenge sia una sorta di osservatorio astronomico preistorico in quanto l'asse di Stonehenge orientato in direzione dell'alba nei solstizi estivi ma non invernali.

Leggende su Stonehenge
Stonehenge associato alla leggenda di Re Art. Goffredo di Monmouth disse che il mago Merlino diresse la sua rimozione dall'Irlanda, dove era stato costruito sul Monte Killaraus, da Giganti che portarono le pietre dall'Africa. Dopo essere stato ricostruito vicino ad Amesbury, Goffredo narra come, prima Uther Pendragon, e poi Costantino III, vennero seppelliti all'interno dell'anello di pietre. In molti punti della sua Historia Regum Britanniae Goffredo mischia la leggenda britannica con la sua immaginazione; suggestivo il fatto che colleghi Ambrosio Aureliano con questo monumento preistorico, portando come prova la connessione tra "Ambrosius" e la vicina "Amesbury". Stonehenge inoltre associato a molte altre leggende. I Druidi ad esempio utilizzavano queste enormi pietre come templi sacri dove si recavano sovente a pregare.

L'asse di Stonehenge diretto verso la posizione del sole nel solstizio d'estate. Per tale motivo si pensa che si tratti di un osservatorio astronomico

Stonehenge

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Progetti che riguardano il sito


In anni pi recenti, il sito di Stonehenge, sulla Piana di Salisbury stato influenzato dalla prossimit della strada A303, tra Amesbury e Stoke, e dalla A344. Nel passato un gran numero di progetti, compresi dei tunnel interrati, sono stati proposti per il sito, e l'English Heritage e il National Trust hanno fatto lunghe campagne per allontanare il percorso delle strade. All'inizio del 2003 il Dipartimento per i Trasporti ha presentato un certo numero di progetti per l'allargamento di strade, compresa la A303. Il 5 giugno la Highways Agency ha pubblicato un piano di massima per il cambiamento di 13 chilometri di strada a Stonehenge, compreso un tunnel di due chilometri che porterebbe la A303 sotto l'attuale tracciato. Il 4 settembre 2003 la Highways Agency ha annunciato una inchiesta pubblica, apertasi il 17 settembre, per valutare se i piani sono adeguati. Molte organizzazioni chiedono un tunnel pi lungo che protegga maggiormente il sito archeologico e la campagna circostante. I progetti per il sito comprendono un nuovo centro visitatori che dovrebbe aprire nel 2006. Per il 2008 il nuovo schema di strade dovrebbe essere completato e le vecchie vie aperte.

Repliche
Esiste una replica a grandezza naturale di Stonehenge come sarebbe stato in origine, a Maryhill nello Stato di Washington, costruita da Sam Hill come memoriale di guerra. persino allineata con l'alba di mezza estate, ma con la vera posizione del Sole sull'orizzonte virtuale, piuttosto che con la posizione apparente del sole sull'orizzonte reale. Un'altra memorabile replica di Stonehenge appare nel film Spinal Tap. Una Car-Henge stata costruita esclusivamente con automobili vicino ad Alliance (Nebraska) dall'artista Jim Reynolds nel 2000.

Ingresso di una replica di Stonehenge

Libri e opere su Stonehenge


Sono numerosi gli studiosi che hanno speso la loro vita di ricercatori intorno al mistero di questo antico tempio e altrettanti i libri scritti sull'argomento. Si possono citare, a titolo di esempio, Il mistero di Stonehenge di John North, che ha fatto notare come esso sia allineato anche con il punto in cui il Sole tramonta durante il solstizio d'inverno; Stonehenge di R.J.C. Atkinson, che asserisce non sappiamo che cosa sia e probabilmente non lo sapremo mai; The Stonehenge People e Prehistoric Avebury di Aubrey Burl; Stonehenge. Un paesaggio di pietre e di misteri di David Souden.

Stonehenge in uno scritto del 1441

Stonehenge Un posto di rilievo fra gli scritti sulla presunta funzione di Stonehenge sicuramente dovuto al noto astronomo sir Fred Hoyle il quale in un articolo su Nature del 30 luglio 1966 ipotizz una funzione astronomica del monumento megalitico (Hoyle era convinto - in base a calcoli statistici - dell'origine extraterrestre della vita sul nostro pianeta). In tale articolo Hoyle proponeva un metodo secondo il quale tramite le buche di Aubrey sarebbe stato possibile prevedere tutte le eclissi solari entro certi limiti di accuratezza. Su Stonehenge e i suoi miti sono anche basate innumerevoli opere di fantasia. Sul mistero della sua costruzione stato scritto un romanzo (Stonehenge) di Bernard Cornwell, mentre nel romanzo Sarum di Edward Rutherfurd la costruzione del complesso megalitico ispira alcuni capitoli. Moltissimi sono i personaggi del fumetto che hanno fatto una capatina in quel mistico luogo: da Paperino (Paperino - Il papero del passato e del futuro di Don Rosa) a Corto Maltese, passando per Martin Mystre e Dylan Dog (n 36 "Incubo di una notte di mezza estate") senza dimenticare Topolino, con molte avventure ambientate in quei dintorni, o Lara Croft nella versione a fumetti.

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Altri cerchi neolitici


Esistono vari cerchi neolitici analoghi a Stonehenge o datati approssimativamente nella stessa epoca. Tra di essi vi il cosiddetto Cerchio di Brodgar nella Scozia settentrionale. Un sito circolare simile, ma risalente a circa il 7000 a.C., si trova a Goseck nella Sassonia-Anhalt in Germania. Risalente al 9600 a.C., il sito di Gbekli Tepe in Turchia - il pi antico complesso templare conosciuto - presenta un analogo impianto di monoliti disposti a cerchi concentrici.

Note
[1] http:/ / whc. unesco. org/ en/ list/ 373 [2] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Stonehenge& language=it& params=51_10_44_N_1_49_35_W_type:landmark_scale:2000_region:GB [3] Arduino, op. cit., p. 584 [4] Arduino, op. cit., p. 585 [5] English Heritage website (http:/ / www. english-heritage. org. uk/ ) [6] Notizia dal sito della CNN (http:/ / www. cnn. com/ 2007/ TECH/ science/ 01/ 30/ stonehenge. village. ap/ index. html)

Bibliografia
Gianni Arduino; Renata Moggi, Educazione tecnica, 1a ed., Lattes, 1990.

Voci correlate
Sistema trilitico Cromlech

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Stonehenge Articolo su Wikinotizie: Stonehenge, una Lourdes del terzo millennio avanti Cristo 22 settembre 2008

Stonehenge

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Collegamenti esterni
(EN) Scheda UNESCO (http://whc.unesco.org/en/list/373) (EN) Stonehenge (http://www.english-heritage.org.uk/stonehenge) English Heritage - informazioni generali. (EN) Stonehenge Landscape (http://www.nationaltrust.org.uk/stonehengelandscape) The National Trust informazioni sull'area circostante.

Woodhenge
Coordinate geografiche: 511122.67N 14712.26W51.1896306N 1.7867389O
Bene protetto dall'UNESCO Patrimonio dell'umanit Stonehenge, Avebury e siti associati (EN) Stonehenge, Avebury, and Associated Sites [1]

Tipo Criterio Pericolo Riconosciuto dal Scheda UNESCO

Culturali (i) (ii) (iii) Non in pericolo 1986 [1] (EN) Scheda [2] (FR) Scheda

Woodhenge un henge di classe I risalente al neolitico, nonch un cerchio di legname, situato nel patrimonio dell'umanit dell'UNESCO di cui fa parte anche Stonehenge, nel Wiltshire, Inghilterra. Si trova 3 km a nord-est di Stonehenge, nel comune di Durrington, subito a nord di Amesbury.

Scoperta
Woodhenge fu identificato nel 1925 dopo una ricognizione aerea archeologica svolta da Alexander Keiller e Osbert Guy Stanhope Crawford. Crawford attribu la scoperta ad una foto aerea scattata dal caposquadra Gilbert Stuart Martin Insall, VC, nel 1925.[3] Maud Cunnington scav il sito tra il 1926 ed il 1929.

Datazione
Le ceramiche rinvenute nello scavo furono dichiarate consistenti con lo stile del medio neolitico. Quindi la struttura fu probabilmente eretta durante il periodo delle somiglianze culturali noto come Beaker. La cultura di Beaker si svilupp tra il tardo neolitico e l'inizio dell'et del bronzo, e comprendeva sia i vasi campaniformi da cui questo gruppo prende il nome, sia ceramiche di altri stili del tardo neolitico e dell'inizio dell'et del bronzo.

Woodhenge

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Struttura
Cunnington era convinta che il sito fosse composto da una sepoltura centrale, circondata da sei cerchi concentrici di posthole, quindi da un singolo fossato ed infine da un terrapieno esterno, largo circa 85 metri. La sepoltura era quella di un bambino che, secondo Cunnington, sarebbe stato un sacrificio. Sfortunatamente, dopo lo scavo, il corpo fu distrutto a Londra durante Il Blitz, e quindi un riesame non stato possibile. Cunnington trov anche lo scheletro di un adolescente nella parte di fossato che scav. Molti dei 168 posthole contenevano blocchi di legno, anche se Cunnington dimostr che un paio di pietre potevano essere poste tra il secondo ed il terzo anello. Recenti scavi (2006) hanno indicato che vi erano, effettivamente, numerose pietre nel sito, sistemate in una "cala". Il buco pi profondo misura 2 metri di profondit, ed stato stimato che il legno inserito al suo interno fosse alto fino a 7,5 metri dal suolo. Si stimato che i pezzi di legno utilizzati fossero pesanti fino a 5 tonnellate, e la loro sistemazione era simile a quella di Stonehenge. La posizione dei buchi oggi segnata con pezzi di moderno cemento che rendono esteticamente l'idea di come dovesse sembrare al tempo. Cunnington fece ulteriori paragoni con Stonehenge; entrambi hanno entrate orientate approssimativamente con l'alba del solstizio d'estate, ed il diametro dei cerchi di legno di Woodhenge e di quelli di pietre di Stonehenge sono simili, per questo motivo gli stato dato un nome tanto simile al "gemello".

Relazione con altri monumenti


In seguito alle scoperte di Cunnington, un nuovo cerchio di legno di dimensione simile stato scoperto nel 1966 a non pi di 500 metri.
Pilastri di cemento che segnalano le buche di Woodhenge

Vi sono varie teorie riguardo a possibili strutture in legno che potrebbero essere state poste nel cerchio o nelle vicinanze, per il fatto che potevano essere allineate col sole all'orizzonte. Per molti anni gli studi di Stonehenge hanno oscurato qualsiasi nuova scoperta nello studio di Woodhenge. Nuove analisi sono ora promosse dallo Stonehenge Riverside Project per studiare meglio il sito.

Nei media
Woodhenge un brano musicale di un album del 1979 intitolato Platinum, e del lato 'b' del singolo "Blue Peter" di Mike Oldfield. In seguito apparve anche nella raccolta The Platinum Collection dello stesso artista.

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Woodhenge& language=it& params=51_11_22. 67_N_1_47_12. 26_W_region:GB_source:enwiki-osgb36(SU150434) [2] http:/ / whc. unesco. org/ fr/ list/ 373 [3] Crawford, Air-Photography for Archaeologists, 1929

Woodhenge

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Voci correlate
Lista di siti archeoastronomici

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Woodhenge

Avebury
Coordinate geografiche: 512543N 15115W51.42861N 1.85417O
Bene protetto dall'UNESCO Patrimonio dell'umanit Stonehenge, Avebury e siti associati (EN) Stonehenge, Avebury, and Associated Sites [1]

Tipo Criterio Pericolo Riconosciuto dal Scheda UNESCO

Culturali (i) (ii) (iii) Non in pericolo 1986 [1] (EN) Scheda [2] (FR) Scheda

Avebury il luogo di un grande henge e numerosi cerchi di pietre nella contea inglese dello Wiltshire, nei dintorni dell'omonimo villaggio. uno dei monumenti neolitici europei meglio conservati ed databile attorno a 5000 anni fa. pi antico del sito megalitico di Stonehenge, che si trova a circa 32 km a sud, anche se i due siti sono quasi contemporanei. Si trova approssimativamente a met strada tra Marlborough e Calne, poco distante dalla A4 a nord della A361 verso Wroughton. Avebury di propriet della National Trust.

Il monumento
Molte delle strutture arrivate a noi sono fatte in terra, e sono note come dighe. Un enorme fossato esterno di 421 metri di diametro e 1,35 chilometri di circonferenza racchiude un'area di 115000 metri quadrati. Gli unici siti conosciuti comparabili dello stesso periodo (Stonehenge e Flagstones nel Dorset) hanno una dimensione pari ad un quarto di Avebury. Il solo fossato ha una larghezza di 21 metri ed una profondit di 11 ed databile grazie al metodo del carbonio-14 tra il 3400 ed il 2625 a.C. Gli scavi hanno dimostrato che il sito venne ampliato in seguito, probabilmente usando materiale scavato dal fossato.

Porzione del cerchio esterno

Avebury All'interno dell'area si trova un grande Cerchio Esterno che forma il pi grande cerchio di pietre della preistoria, con un diametro di 335 metri. Venne costruito contemporaneamente (o al massimo quattro o cinque secoli dopo) i lavori in terra. All'inizio c'erano 98 pietre erette alcune delle quali passavano le 40 tonnellate di peso. Queste pietre sono molto variegate in altezza (da 3,6 a 4,2 metri). La datazione al carbonio dei buchi in cui erano inserite le pietre risale al 2800-2400 a.C. Nei pressi del monumento centrale vi sono altri due cerchi separati. Il Cerchio Interno Settentrionale misura 98 metri di diametro, nonostante siano rimaste solo quattro pietre di cui due cadute. Un gruppo di tre pietre si trova al centro, e la sua entrata punta a nord-est. Il Cerchio Interno Meridionale aveva un diametro di 108 metri prima della sua distruzione. Le sezioni restanti del suo arco si trovano ora sotto gli edifici del villaggio. Un unico grande monolito, alto 5,5 metri, si trova al centro ed era allineato con le pietre pi piccole fino alla sua distruzione avvenuta nel diciottesimo secolo. C' una Avenue di pietre accoppiate, la West Kennet Avenue, che entra dall'entrata meridionale, e tracce di una seconda, la Beckhampton Avenue, che porta fuori da quella occidentale. Aubrey Burl ipotizza una serie di costruzioni tra i due cerchi interni costruita attorno al 2800 a.C., seguita dal cerchio esterno due secoli dopo, mentre le avenue sarebbero state aggiunte nel 2400 a.C.
La via delle pietre

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Un cerchio di alberi formato da due anelli concentrici, identificati tramite l'archeologia geofisica, si trovavano probabilmente nel settore nord-est del cerchio esterno secondo quanto scoperto negli scavi. Un tumulo pu essere osservato dall'alto nel quadrante nord-occidentale. Il complesso ha quattro entrate, due accoppiate a nord-nord-ovest e sud-sud-est, mentre le altre due sono sulla direttrice est-nord-est ed ovest-sud-ovest. Nonostante sia una struttura artificiale, venne mostrata nella serie TV del 2005 Seven Natural Wonders come una delle meraviglie perch consiste di componenti naturali.

Distruzione delle pietre


Molte delle pietre originali vennero distrutte a partire dal quattordicesimo secolo[2] per recuperare materiale edile e per fare spazio all'agricoltura. Le pietre vennero distrutte anche per paura dei rituali pagani che venivano associati al sito. Sia John Aubrey che, in seguito, William Stukeley visitarono il sito e ne descrissero la distruzione. Stukeley pass buona parte del decennio del 1720 registrando i resti di Avebury e dei monumenti circostanti. Senza il suo lavoro avremmo un'idea molto pi scarna dell'aspetto del sito, e soprattutto avremmo poche informazioni sui cerchi interni. Solo 27 pietre del cerchio esterno sopravvissero e molte di queste sono state rierette da Alexander Keiller nel 1930. Attualmente ci sono pilastri in cemento che segnalano la locazione delle pietre mancanti, e si pensa che altre pietre siano sepolte sotto strati di terreno. La English Heritage sta attualmente svolgendo uno studio per capire se sia il caso di riavviare gli scavi per ritrovare e rialzare le pietre.
Porzione del Cerchio Interno Meridionale (a destra)

Avebury

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Scavi
Gli scavi svolti ad Avebury sono stati limitati. Sir Henry Meux scav una trincea nel 1894 che diede una prima indicazione del fatto che i lavori in terra fossero stati fatti in due fasi distinte. Il sito venne studiato e scavato ad intermittenza tra il 1908 ed il 1922 da una squadra coordinata da Harold St George Gray. Egli fu in grado di dimostrare che i costruttori di Avebury avessero scavato per 11 metri nel gesso naturale scavando il fossato, usando corna di cervo europeo come principale strumento di scavo. Gray registr la base del fossato come piatta e larga 4 metri nonostante in seguito alcuni Porzione del fossato esterno archeologi abbiano posto dubbi sul suo uso di manodopera non qualificata negli scavi, sottolineando che forse la forma sia stata involontariamente modificata. Gray trov nuovi artefatti sul fondo del fossato e recuper ossa umane, in particolare mandibole. Ad una profondit di circa 2 metri Gray incontr uno scheletro completo di donna alta solo 1,5 metri, che era stata sepolta in quel luogo. Keiller scav sotto le pietre che aveva rialzato dopo aver acquistato il sito nel 1934. Quando venne costruita una nuova scuola nel villaggio nel 1969 vi furono poche possibilit di esaminare il sito ed uno scavo, con l'intento di recuperare materiale da datare al carbonio-14, venne iniziato nel 1982.

Teorie riguardo ad Avebury


Uno degli aspetti discussi riguarda la conformazione del luogo: alto e snello, o basso e largo. Questo porta a numerose teorie relative all'importanza del genere nella Gran Bretagna neolitica con le pietre alte considerate 'maschi' e quelle basse 'femmine'. Le pietre non sono state lavorate in nessun modo e potrebbero essere state scelte a causa della loro forma. Molte persone hanno identificato quelle che ritengono scanalature artificiali sulla roccia, alcune pi convincenti di altre.

L'ipotetico aspetto originario dei cerchi

Le ossa umane trovate da Gray fanno presupporre un qualche utilizzo funerario. Il culto antico, anche su larga scala, potrebbe essere stato una delle cause della costruzione del sito, insieme ai rituali sul ruolo maschio-femmina. L'area circostante, nonostante sembri racchiudere tutto il complesso, non ha propositi difensivi, visto che il fossato all'interno. Essendo un cerchio di pietre l'allineamento astronomico una teoria comune per spiegare il posizionamento delle pietre. Alcune teorie minori fanno riferimento ad alieni, alle linee ley, ai cerchi nel grano ed alla saggezza perduta degli antichi. Forse la teoria pi strana quella proposta da Ralph Ellis che suggerisce che Avebury somigli ad un diagramma della Terra che si muove nello spazio, completo dei 23 gradi di inclinazione assiale.[3][4] Come con Stonehenge, la carenza di scavi moderni e di affidabile datazione scientifica ne rende lo studio estremamente difficoltoso.

Avebury

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Il triangolo di Avebury
Buona parte del piccolo villaggio di Avebury, racchiuso all'interno del monumento. due strade locali si intersecano all'interno del sito, ed i turisti possono camminare sui lavori in terra. Le due avenue di pietra (Kennet Avenue e Beckhampton Avenue) che si incontrano ad Avebury tracciano i due lati di un triangolo designato dall'UNESCO come un patrimonio dell'umanit che comprende The Sanctuary, Windmill Hill, Silbury Hill ed il West Kennet Long Barrow.

L'Avebury alternativo
Avebury viene visto come centro spirituale da molte persone che professano paganesimo, wicca, druidismo e Etenismo, e per qualcuno addirittura pi importante di Stonehenge. I festival pagani attirano turisti, e specialmente il solstizio d'estate vede invasioni di fedeli di ogni confessione. Come con Stonehenge, comunque, l'accesso limitato. Mentre i cerchi di Avebury sono aperti a tutti, l'accesso controllato attraverso la chiusura del parcheggio per auto. Avebury ha un'importanza crescente in questi ultimi anni, e l'accessibilit dei turisti tuttora sotto studio del Sacred Sites, Contested Rites/Rights project.[5] La National Trust, che protegge il sito (di propriet dell'English Heritage), dialoga anche con la comunit pagana, che usa il sito come tempio religioso o come luogo di culto. Questo dialogo avviene attraverso un forum.[6] Il progetto fornisce guide ai turisti che aiutano la comunicazione tra i pagani che frequentano il luogo ed i turisti.

Avebury nei Media


L'area venne usata per girare Prigionieri delle pietre (Children of the Stones, 1976), un dramma televisivo britannico per ragazzi. Il cortometraggio muto di Derek Jarman A Journey to Avebury (1971) ambientato tra le pietre. Le pietre sono state inquadrate anche in un momento chiave della commedia del 1998 Still Crazy, con Billy Connolly, Stephen Rea, Jimmy Nail, Timothy Spall e Bill Nighy. Il film mostra anche una scena all'interno del Leone Rosso di Avebury. Venne mostrato sul programma TV del 2005 Seven Natural Wonders. Il romanzo del 2005 di Catherine Fisher Darkhenge ambientato dentro ed intorno ad Avebury.

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Avebury& language=it& params=51_25_43_N_1_51_15_W_type:landmark_scale:2000_region:GB [2] British Archaeology, Numero 48, ottobre 1999, "Lost skeleton of 'barber-surgeon' found in museum" (http:/ / www. britarch. ac. uk/ ba/ ba48/ ba48news. html) [3] Avebury, Henge of the World (http:/ / freespace. virgin. net/ kena. edfu/ henge. html) [4] Thoth, Architect of the Universe, Ralph Ellis, Edfu Books 1997. Cap. 5. [5] Sacred Sites, Contested Rites/Rights project (http:/ / www. sacredsites. org. uk) [6] Avebury Sacred Sites Forum (http:/ / www. nationaltrust. org. uk/ main/ w-vh/ w-visits/ w-findaplace/ w-avebury/ w-avebury-guardians. htm)

Avebury

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Bibliografia
Vatcher, Faith de M & Vatcher, Lance 1976 The Avebury Monuments - Department of the Environment HMSO Dames, Michael 1977 The Avebury Cycle Thames & Hudson Ltd, Londra Dames, Michael 1976 The Silbury Treasure Thames & Hudson Ltd, Londra Francis, Evelyn 2001 Avebury Wooden Books

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Avebury

Collegamenti esterni
Scheda UNESCO (http://whc.unesco.org/en/list/373) Informazioni su Avebury sul sito del National Trust (http://www.nationaltrust.org.uk/main/w-vh/w-visits/ w-findaplace/w-avebury/) Eventi del calendario pagano ad Avebury (http://sn15.net/aveinfo/) Recentemente sono state scoperte pietre sepolte (http://news.bbc.co.uk/1/hi/england/wiltshire/3257174. stm) (BBC News) Una pietra da 100 tonnellate sbalordisce gli scienziati (http://news.bbc.co.uk/1/hi/england/wiltshire/ 2956995.stm) (BBC News) Testo ed immagini degli studi di Stukeley (http://www.avebury-web.co.uk/AburyWS/AburyWS.html) Informazioni dettagliate sul complesso di Avebury (http://www.avebury-web.co.uk/)

Gbekli Tepe
Coordinate geografiche: 371322.81N 385520.51E37.2230028N 38.9223639E
[1]

Gbekli Tepe (Portasar in armeno, Gir Navok in curdo) un sito archeologico presso la citt di anlurfa nell'odierna Turchia, presso il confine con la Siria, risalente all'inizio del Neolitico, (Neolitico preceramico A) o alla fine del Mesolitico. Vi stato rinvenuto il pi antico esempio di tempio in pietra (11500-8000 a.C. circa), la cui erezione dovette interessare centinaia di uomini nell'arco di tre o cinque secoli. Le pi antiche testimonianze architettoniche note in precedenza erano le ziggurat babilonesi, datate 5000 anni pi tardi.

Localizzazione di Gbekli Tepe

Gbekli Tepe

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Localizzazione
Il sito si trova su una collina artificiale alta circa 15 m e con un diametro di circa 300 m, situata sul punto pi alto di un'elevazione di forma allungata, che domina la regione circostante, tra la catena del Tauro e il Karaca Da e la valle dove si trova la citt di Harran. Il sito utilizzato dall'uomo avrebbe avuto un'estensione da 300 a 500 m

Storia degli scavi


Il sito archeologico fu riconosciuto nel 1963 da un gruppo di ricerca turco-statunitense, che not diversi consistenti cumuli di frammenti di selce, segno di attivit umana nell'et della pietra.
Gbekli Tepe, anlurfa, 2011

Il sito fu riscoperto trent'anni dopo da un pastore locale, che not alcune pietre di strana forma che spuntavano dal terreno. La notizia arriv al responsabile del museo della citt di anlurfa, che contatt il ministero, il quale a sua volta si mise in contatto con la sede di Istanbul dell'Istituto archeologico germanico. Gli scavi furono iniziati nel 1995 da una missione congiunta del museo di Un pilastro raffigurante una volpe a Gbekli Tepe anlurfa e dell'Istituto archeologico germanico sotto la direzione di Klaus Schmidt. Nel 2006 gli scavi passarono alle universit tedesche di Heidelberg e di Karlsruhe.

Gbekli Tepe

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Un pilastro raffigurante un toro a Gbekli Tepe

Gbekli Tepe

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Resti archeologici
Gli scavi rimisero in luce un santuario monumentale megalitico, costituito da una collina artificiale delimitata da muri in pietra grezza a secco. Sono inoltre stati rinvenuti quattro recinti circolari, delimitati da enormi pilastri in calcare pesanti oltre 10 tonnellate ciascuno, probabilmente cavati con l'utilizzo di strumenti in pietra. Secondo il direttore dello scavo le pietre, drizzate in piedi e disposte in circolo, simboleggerebbero assemblee di uomini. Sono state riportate in luce circa 40 pietre a forma di T, che raggiungono i 3 m di altezza. Per la maggior parte sono incise e vi sono raffigurati diversi animali (serpenti, anatre, gru, tori, volpi, leoni, cinghiali, vacche, scorpioni, formiche). Alcune incisioni vennero volontariamente cancellate, forse per preparare la pietra a riceverne di nuove. Sono inoltre presenti elementi decorativi, come insiemi di punti e motivi geometrici. Indagini geomagnetiche hanno indicato la presenza di altre 250 pietre ancora sepolte nel terreno. Un'altra pietra a forma di T, estratta solo a met dalla cava, stata rinvenuta a circa 1 km dal sito. Aveva una lunghezza di circa 9 m ed era probabilmente destinata al santuario, ma una rottura costrinse ad abbandonare il lavoro.

Altorilievo a forma di animale su una pietra a T.

Oltre alle pietre sono presenti sculture isolate, in argilla, molto rovinate dal tempo, che rappresentano probabilmente un cinghiale o una volpe. Confronti possono essere fatti con statue del medesimo tipo rinvenute nei siti di Neval ori e di Nahal Hemar. Gli scultori dovevano svolgere la loro opera direttamente sull'altopiano del santuario, dove sono stati rinvenute anche pietre non terminate e delle cavit a forma di scodella nella roccia argillosa, secondo una tecnica gi utilizzata durante l'epipaleolitico per ottenere argilla per le sculture o per il legante argilloso utilizzato nelle murature. Nella roccia sono anche presenti raffigurazioni di forme falliche, che forse risalgono ad epoche successive, trovando confronti nelle culture sumere e mesopotamiche (siti di Byblos, Nemrik, Helwan e Aswad).

Interpretazioni
Le raffigurazioni di animali hanno permesso di ipotizzare un culto di tipo sciamanico, non distante da quelli presenti nelle culture sumera e mesopotamiche. Lo studio degli strati di detriti accumulati sul fondo del lago di Van in Anatolia ha prodotto importanti informazioni sui cambiamenti climatici del periodo, individuando una consistente crescita della temperatura intorno al 9500 a.C. I resti di pollini presenti nei sedimenti hanno permesso di ricostruire una flora composta da querce, ginepri e mandorli. Fu forse il cambiamento climatico a determinare una progressiva sedentarizzazione delle genti che costruirono il sito. All'inizio degli anni novanta lo studioso di preistoria Jacques Cauvin ha ipotizzato che lo sviluppo delle concezioni religiose avrebbe costituito una spinta alla sedentarizzazione, spingendo gli uomini a raggrupparsi per celebrare riti comunitari.

Gbekli Tepe La presenza di una struttura monumentale dimostra che anche precedentemente allo sviluppo dell'agricoltura e nell'ambito di un'economia di caccia e raccolta, gli uomini possedevano mezzi sufficienti per erigere strutture monumentali. Secondo il direttore dello scavo fu proprio l'organizzazione sociale necessaria alla creazione di questa struttura a favorire uno sfruttamento pianificato delle risorse alimentari e lo sviluppo delle prime pratiche agricole. Il sito si trova infatti nella regione della Mezzaluna fertile, dove era presente naturalmente il grano selvatico. Nessuna traccia di piante o animali domestici stata tuttavia rinvenuta negli scavi, e mancano inoltre resti di abitazioni. A circa 4 m di profondit, ossia ad un livello corrispondente a quello della costruzione del santuario, sono stati rinvenute tracce di strumenti in pietra (raschiatoi e punte per frecce, insieme ad ossa di animali selvatici (gazzelle e lepri), semi di piante selvatiche e legno carbonizzato, che testimoniano la presenza in questo periodo di un insediamento stabile. Intorno all'8000 a.C. il sito venne deliberatamente abbandonato e volontariamente seppellito con terra portata dall'uomo.

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Ambientazioni letterarie
Incentrato sugli scavi nel sito archeologico il romanzo Il segreto della Genesi, di Tom Knox[2].

Note
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=G%C3%B6bekli_Tepe& language=it& params=37_13_22. 81_N_38_55_20. 51_E_region:TR_type:landmark_source:dewiki [2] Tom Knox, Il segreto della Genesi, edizione italiana Longanesi & C., 2009

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Nicholas Birch, Turkey: Discovery of 12,000-Year-Old Temple Complex Could Alter Theory of Human Development, Eurasianet, 17 aprile 2008 (http://www.eurasianet.org/departments/insight/articles/ eav041708a.shtml)

Bibliografia
Badisches Landesmuseum Karlsruhe (Hrsg.): Die ltesten Monumente der Menschheit. Vor 12.000 Jahren in Anatolien, Begleitbuch zur Ausstellung im Badischen Landesmuseum vom 20. Januar bis zum 17. Juni 2007. Theiss, Stuttgart 2007, ISBN 978-3-8062-2072-8. MediaCultura (Hrsg.): Die ltesten Monumente der Menschheit. Vor 12.000 Jahren in Anatolien. DVD-ROM. Theiss, Stuttgart 2007, ISBN 978-3-8062-2090-2. David Lewis-Williams et David Pearce : An Accidental revolution? Early Neolithic religion and economic change, Minerva, 17 #4 (July/August, 2006), pp. 29-31. K. Pustovoytov : Weathering rinds at exposed surfaces of limestone at Gbekli Tepe. Neo-lithics 2000, 24-26 (14C-Dates). K. Schmidt : Gbekli Tepe, Southeastern Turkey. A preliminary Report on the 1995-1999 Excavations, Palorient 26/1, 2001, 45-54. K. Schmidt : Sie bauten die ersten Tempel. Das rtselhafte Heiligtum der Steinzeitjger. Munich: C. H. Beck Verlag 2006, ISBN 3-406-53500-3. K. Schmidt : Gbekli Tepe and the rock art of the Near East, TBA-AR 3 (2000) 1-14.

Gbekli Tepe Klaus Schmidt : Sie bauten die ersten Tempel. Das rtselhafte Heiligtum der Steinzeitjger. Mnchen 2006, ISBN 3-406-53500-3. Klaus-Dieter Linsmeier, Klaus Schmidt : Ein anatolisches Stonehenge. In: Spektrum der Wissenschaft Spezial. Spektrum-Verl., Heidelberg 2003,2, S. 1015, ISBN 3-936278-35-0, ISSN 0943-7996. Klaus Schmidt: Gbekli Tepe, Southeastern Turkey. A preliminary Report on the 19951999 Excavations. In: Palorient CNRS Ed., Paris 26.2001,1, 4554, ISSN 0513-9345. Klaus Schmidt: Frhneolithische Tempel. Ein Forschungsbericht zum prkeramischen Neolithikum Obermesopotamiens. in: Mitteilungen der deutschen Orient-Gesellschaft. Berlin 130, 1998, 1749, ISSN 0342-118X. K. Pustovoytov: Weathering rinds at exposed surfaces of limestone at Gbekli Tepe. In: Neo-lithics. Ex Oriente, Berlin 2000, 2426 (14C-Dates). Klaus-Dieter Linsmeier: Eine Revolution im groen Stil. Interview mit Klaus Schmidt. In: Abenteuer Archologie. Kulturen, Menschen, Monumente. Spektrum der Wissenschaft Verl.-Ges., Heidelberg 2006,2, ISSN 1612-9954. J. E. Walkowitz: Quantensprnge der Archologie. In: Varia neolithica IV, 2006, ISBN 3-937517-43-X. Klaus Schmidt : costruirono i primi templi (traduzione di Umberto Tecchiati) Oltre edizioni, 2011

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Nuraghe
Il nuraghe (pl. nuraghi, nuraghe o runaghe in logudorese, nuraci o nuraxi in campidanese, nuragu in sassarese, naracu in gallurese) un tipo di costruzione megalitica di forma tronco conica presente con diversa densit su tutto il territorio della Sardegna.[1] Monumenti rappresentativi della Civilt nuragica, furono costruiti nel II millennio a.C. a partire dal 1800 a.C. fino al 1100 a.C.[2] Unici nel loro genere, costituiscono le costruzioni megalitiche pi grandi e meglio conservate che si possano trovare oggi in Europa e sono considerati come distintivi della Sardegna. Ne rimangono in piedi circa Il Nuraghe Losa di Abbasanta settemila (secondo alcune fonti otto-novemila) sparsi su tutta l'isola, mediamente uno ogni 3 km; si ipotizza che in passato il loro numero fosse maggiore. In alcune zone sono dislocati a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, come nella cosiddetta Valle dei Nuraghi nel Logudoro-Meilogu, in Trexenta e in Marmilla. Dal 1997 il complesso nuragico polilobato Su Nuraxi, presso Barumini, stato classificato dall'UNESCO come Patrimonio dell'umanit.

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Origine del nome


La radice Nur della parola nuraghe di origine molto primitiva e dovrebbe significare un cumulo cavo formato da grossi blocchi di pietre. Secondo quanto riferisce lo studioso Giovanni Lilliu :

... preindoeuropeo, o di sustrato mediterraneo, anche il nome del monumento: nuraghe, detto pure altrimenti, a seconda
dei distretti e dialetti della Sardegna, nurke, nurxi, nurcci, nurgi, narcu etc. Questo termine, specie nel secolo XIX, fu messo in relazione con la radice fenicia di nur, che vuol dire fuoco, e fu spiegato come fuoco nel senso di dimora o di tempio del fuoco, con riferimento a culti solari che si sarebbero praticati sulla terrazza delle torri nuragiche. Oggi, invece, i filologi propendono a considerare il vocabolo nuraghe come un reliquato della parlata primitiva paleomediterranea, da ricollegarsi col radicale nur e con le varianti nor, nul, nol, nar etc.: radicale largamente diffuso nei paesi del Mediterraneo, dallAnatolia allAfrica, alle Baleari, alla Penisola iberica, alla Francia, col duplice significato, opposto ma unitario, di mucchio e di cavit. Il vocabolo stesso poi indicherebbe non la destinazione ma la speciale forma costruttiva del nuraghe, il quale vorrebbe dire appunto mucchio cavo, costruzione cava, torre cava, a causa della figura turrita del suo esterno, fatta per accumulo di grossi massi, e per la cavit cupoliforme dellinterno... (Giovanni Lilliu, I Nuraghi. Torri preistoriche della Sardegna, Ilisso, 2005, pag. 57.)

Secondo l'archeologo Giovanni Ugas dell'Universit di Cagliari, la parola nuraghe potrebbe derivare invece da Norax o Norace, eroe degli Iberi-Blari. possibile infatti che la radice Nur- sia un adattamento ai timbri mediterranei della radice indoeuropea Nor- che si ritrova in alcuni toponimi della Sardegna (es. Nor-a, Nor-agugume), nel Lazio con Nor-ba citt dei Volsci o Nor-eia antica citt del Norico[3]. Il linguista Massimo Pittau ritiene che la parola nuraghes, con le sue varie forme sicuramente da riportare al sostrato linguistico pre-romano, pre-punico e anzi protosardo o nuragico. [4]
Bene protetto dall'UNESCO Patrimonio dell'umanit Su Nuraxi (EN) Su Nuraxi

Tipo Criterio Pericolo Riconosciuto dal Scheda UNESCO

Culturali (i), (iii), (iv) Non in pericolo 1997 [5] (EN) Scheda [6] (FR) Scheda

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Patrimonio mondiale dell'Umanit


Nel 1997 l'Unesco ha classificato come patrimonio mondiale dell'umanit il nuraghe, e la civilt nuragica di cui Su Nuraxi stato considerato l'esempio pi importante, con la seguente motivazione:
(EN) (IT)

During the late 2nd millennium B.C. in the Bronze


Age, a special type of structure known as nuraghi developed on the island of Sardinia. The complex consists of circular towers in the form of truncated cones built of dressed stone, with corbel-vaulted internal chambers. The complex at Barumini, which was extended and reinforced in the first half of the 1st millennium under Carthaginian pressure, is the finest and most complete example of this remarkable form of prehistoric architecture. Justification for Inscription: The Committee decided to inscribe this property on the basis of cultural criteria (i), (iii) and (iv), considering that the nuraghe of Sardinia, of which Su Nuraxi is the pre-eminent example, represent an exceptional response to political and social conditions, making an imaginative and innovative use of the materials and techniques available to a prehistoric island [7] community.

Nell'ultima parte del II millennio nell'Et del Bronzo, si


svilupp nell'isola della Sardegna un particolare tipo di struttura chiamata oggi nuraghe. Il complesso costituito da torri circolari in forma di tronco di cono, realizzate con pietre di notevoli dimensioni (progressivamente pi piccole man mano che aumenta l'altezza), con camere interne voltate a pseudocupola. Il complesso di Barumini, che fu ingrandito e rinforzato nella prima met del del 1 millennio, il pi bello ed il pi completo esempio di questa straordinaria forma di architettura preistorica. Giustificazione per l'iscrizione:[...] considerando il nuraghe [...] una eccezionale risposta alle condizioni politiche e sociali facendo un uso creativo e innovativo dei materiali e delle tecniche disponibili presso la comunit preistorica dell'isola.

(UNESCO, definizione dalla Lista del Patrimonio dell'Umanit UNESCO )

Ipotesi sulla loro funzione


Sulla loro funzione archeologi e storici non sono concordi nel ritenere che fossero unicamente degli edifici a carattere civile-militare, destinati al controllo e alla difesa del territorio e delle risorse in esso presenti. Molti dubbi non sono stati chiariti e c' chi si interroga ancora sulle tecniche di costruzione utilizzate per edificarli. Non agevole indicare la loro precisa funzione dal momento che esistono nuraghi costruiti in pianura, sulla sommit di colli, ma anche nei fianchi riparati e non panoramici dei monti. Si pensa che quelli collocati sulle vette dei colli, a torre semplice, fossero torri di avvistamento in contatto visivo l'un l'altra, mentre i grandi complessi, a pi torri attorno ad un mastio centrale ed un cortile, avessero funzioni differenziate, sempre riferite secondo varie ipotesi - al costituire centro della comunit. Tra i tanti usi ipotizzati, c' quello di fortezza, di parlamento (o comunque sede delle decisioni comunitarie), di tempio o di sancta sanctorum, residenza del capo del villaggio, o varie combinazioni fra queste Barumini, interno del complesso nuragico su possibilit come l'esempio della reggia nuragica di Su Nuraxi che Nuraxi. dispone di un cortile, un pozzo ed una cisterna interni, strutture che hanno fatto supporre ad un castello realizzato per resistere anche ad assedi. L'ipotesi che vedeva i nuraghi come edifici costruiti a scopo militare, un tempo predominante, sembra aver perso lustro negli ultimi anni in favore di una pi probabile destinazione religiosa, ma il dibattito divide tuttora gli specialisti. Il linguista sardo Massimo Pittau uno dei maggiori sostenitori dell'ipotesi esclusivamente votiva e

Nuraghe religiosa del nuraghe; c' chi sostiene che la funzione di palazzo spiegherebbe molti quesiti ancora privi di risposta e, secondo questa tesi, il nuraghe fu un luogo distintivo di una singola comunit che con esso affermava il proprio diritto di propriet sulle terre intorno e simboleggiava il proprio benessere economico e la propria ricchezza . Le loro molteplici funzioni giustificherebbero quindi anche la localizzazione di un migliaio di strutture lungo la costa: forse erano anche utilizzate come torri di avvistamento, primo sbarramento (difensivo?) e nel contempo luogo di controllo degli approdi e di accoglienza per i mercanti che solcavano i mari. Naturalmente, si deve vedere la funzione del nuraghe come qualche cosa che si modificato nel tempo.

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Descrizione
La massima parte dei nuraghi formata da singole costruzioni monotorre munite di una scala interna che porta al tetto, oppure al secondo piano, anch'esso coperto a volta raggiungendo talvolta i 20 metri. Furono costruiti in posizione dominante, su un cucuzzolo, ai bordi di un altopiano o all'imboccatura di una valle o in prossimit di approdi lungo le coste, ma frequentemente sorgono anche nel mezzo di pianure. Le mura che le compongono sono sempre poderose e possono arrivare ad uno spessore di quattro o cinque metri, con un diametro esterno fino a trenta-cinquanta Silanus, nuraghe Corbos metri alla base, diminuendo poi con l'aumentare dell'altezza, formando un tronco di cono la cui inclinazione pi accentuata nelle torri pi antiche. La particolare forma dovuta alla singolare tecnica di costruzione che prevede solide fondazioni con grossi blocchi di pietra squadrati e sovrapposti a secco, in maniera circolare, senza utilizzo di leganti e tenuti insieme dal loro stesso peso. Man mano che si procede in altezza, i filari si restringono progressivamente e diminuisce anche la proporzione dei massi, ora sempre pi piccoli e meglio lavorati, fino a raggiungere la definizione di "tecnica isodoma". La parte superiore era occupata da una terrazza alla quale si accedeva tramite una scala elicoidale, illuminata nel percorso ascendente da feritoie ricavate nelle spesse mura. Dalla base della torre questa girava internamente tra la struttura portante esterna e quella interna delle camere voltate, sovrapposte una sull'altra, alle quali dava accesso per poi proseguire verso la sommit. La porta di ingresso si apre preferenzialmente a mezzogiorno ed immette in un corridoio ai cui lati si aprono sovente delle nicchie e che conduce ad una camera rotonda, la cui volta formata da anelli di pietre che si restringono progressivamente, andando a chiudersi secondo la tecnica della volta a tholos. Questo tipo di cupola non richiede n leganti, n centine di supporto durante l'edificazione.

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Le diverse tipologie
Dagli scavi effettuati e dai reperti trovati, il nuraghe appare come una struttura polivalente, utilizzata sia come abitazione fortificata, sia come posto di vedetta o di rifugio in caso di pericolo, infatti poteva accogliere al suo interno la popolazione dei villaggi limitrofi. Non esclusa la sua utilizzazione come "punto cospicuo" da cui effettuare e ricevere segnalazioni. Di queste suggestive costruzioni, molte si sono conservate in condizioni pi o meno buone, di altre rimasta soltanto la base del muro perimetrale, distrutto nella maggior parte dei casi dall'uomo stesso, altre ancora devono essere scavate. Ne esistono di diverse tipologie e la loro struttura varia in rapporto all'epoca nella quale sono stati edificati. Ecco le tipologie pi importanti:

Nuraghes a corridoio
Chiamati impropriamente "pseudo-nuraghi" o "protonuraghi", i nuraghes a corridoio differiscono in maniera significativa dai nuraghi classici; di aspetto pi tozzo e di planimetria generalmente irregolare, al loro interno non ospitano la grande camera circolare tipica del nuraghe, ma uno o pi corridoi, e qualche rara celletta coperta a "falsa-volta".

Nuraghes di tipo misto


Questa tipologia si distingue per il rifascio effettuato in epoche successive, si suppone dovuto ad un cambio di progettazione dei nuraghes a corridoio, o per altre esigenze.

Nuraghes monotorre a tholos


Sono i pi semplici ed i pi numerosi (quasi la totalit dei nuraghi) ed hanno un'entrata architravata che introduce ad un corridoio nel quale si trova almeno una nicchia, e che conduce successivamente alla sala principale, di forma circolare, a copertura ogivale (tholos).

Nuraghes a tancato
Costituiscono l'evoluzione dei nuraghes monotorre: alla torre principale viene aggiunta un'altra torre ed entrambe condividono un cortile talvolta fornito di un pozzo. In momenti successivi vengono aggiunte altre torri fino a farne dei complessi polilobati.

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Nuraghes polilobati e regge nuragiche


Sono quelli pi rari: elaborati, sembrano vere e proprie fortezze con varie torri unite tra loro da bastioni che avessero la funzione di proteggere quella centrale. Secondo la teoria militare, dalla torre arroccata su una cima isolata, semplice vedetta situata al confine del territorio di pertinenza della singola trib, o a presidio dei punti strategici pi rilevanti come le vie d'accesso alle vallate, i sentieri che salivano agli altopiani, i corsi Reggia nuragica di Barumini d'acqua, i guadi, le fonti, etc., si giunse successivamente alle complesse costruzioni, comprendenti fino a 17 torri come nel nuraghe Arrubiu ad Orroli, e dalle mura spesse alcuni metri, ubicate al centro dell'area di comune interesse, forse utilizzata come residenza fortificata dell'autorit politica, civile e militare (probabilmente anche religiosa) della regione. Questi "castelli" megalitici costituivano delle vere e proprie regge, ed erano circondati da altre cinte murarie pi esterne, talora fornite anchesse di torri (i cosiddetti antemurali), che circondavano i bastioni a costituire una vera e propria ulteriore linea avanzata di difesa.

Villaggi nuragici
Alcuni nuraghi sorgono isolati, altri sono invece circondati o collegati tra di loro da un sistema di muri di cinta che racchiudono i resti di capanne, tanto da assumere l'aspetto di un villaggio. Infatti le popolazioni nuragiche spesso risiedevano in questi villaggi addossati alle torri principali e ai bastioni. Questi Nuraghe La Prisgiona - Arzachena. insediamenti erano costituiti da un insieme di capanne pi o meno semplici, la vita quotidiana si svolgeva dunque all'interno di queste modeste dimore di pietra, con il tetto in genere realizzato con tronchi e rami, spesso intonacate all'interno con del fango o argilla, e talora isolate con sughero. Non tutti i villaggi sono nuragici. Il villaggio di Su Nuraxi di Barumini, ad esempio, successivo al nuraghe e costruito anzi con pezzi che - inizialmente - erano elementi costitutivi del nuraghe. Nell'ultima fase della civilt nuragica si sviluppa un tipo di capanna pi evoluta, indicativo di una maggiore articolazione delle attivit: si tratta della capanna a settori, che talora assume anche le dimensioni di un vero e proprio isolato, cio divisa in piccoli ambienti affacciati su un cortiletto e dotata spesso anche di un forno per la panificazione. Fra gli edifici pubblici che caratterizzavano i villaggi, si segnalano soprattutto le cosiddette capanne delle riunioni, provviste di un sedile in pietra alla base e destinate presumibilmente alle assemblee dei notabili del villaggio.

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Ipotesi cronologica
I primi nuraghes iniziarono ad essere costruiti in un'epoca situata quasi certamente nella parte iniziale del II millennio a.C. Di alcuni si effettuata una datazione alquanto probabile di un periodo intorno al 1800 a.C. Secondo l'archeologo Giovanni Lilliu, durante la media Et del bronzo, attorno al 1500 a.C./1100 a.C., si ebbe presumibilmente il maggior sviluppo di questi edifici.

Nell'Et del ferro - dal 900 a.C. in poi, non furono costruiti nuovi nuraghi, ma si continuava ad usare le vecchie costruzioni, forse come luoghi di culto.

Le varie fasi
In base ad una classificazione ed alla divisione temporale fatta dello studioso Giovanni Lilliu, l'edificazione dei nuraghi e lo svilupparsi della civilt nuragica ha seguito diverse fasi collocabili dentro l'et del Bronzo e l'et del Ferro. Lo stesso studioso per sconsiglia di adattare schematicamente la sua classificazione alle suddivisioni cronologiche di queste et usate nell'Europa, nella Penisola italiana e nell'Egeo, anche se non mancano parallelismi tra cultura nuragica con elementi delle regioni europee e egeiche. Ecco le varie fasi: La prima fase, denominata Nuragico I, vede il formarsi dei caratteri principali di questa civilt. Tra la fine del Bronzo Antico e gli inizi del Bronzo Medio (XVIII-XV secolo a.C.) si ha l'edificazione dei primi protonuraghi - conosciuti anche come nuraghi a corridoio - e degli pseudonuraghi. Si evidenzia nell'architettura funeraria la costruzione Ingresso nuraghe Losa delle Tombe dei giganti con stele centinata, gli ipogei con prospetto architettonico e le tombe di tipo misto. Si scolpiscono i Menhirs e la cultura materiale utilizza ceramiche tipo Bonnanaro. Il Nuragico II situato nella media Et del Bronzo, intorno al XVII-XIV secolo a.C., fa la sua comparsa il nuraghe a thlos, caratterizzato dal modulo ripetitivo della torre tronco-conica. All'interno ospita una o pi camere sovrapposte, coperte a falsa volta, con la tecnica cosiddetta ad aggetto. Le Tombe dei giganti presentano una facciata con i caratteristici filari di pietre infisse a coltello, si scolpiscono betili aniconici e poi con segni schematici. Si notano nelle ceramiche le decorazioni a pettine, con nervature o con decorazioni metopale. Le armi sono di importazione orientale. Il Nuragico III la fase situata nel periodo del (Bronzo Recente e Finale, fra il XII e il IX secolo a.C.). Al singolo nuraghe gi esistente, si addossano altre torri, raccordate da cortine murarie per formare un vero e proprio bastione turrito, fino a realizzare delle strutture di notevole articolazione ed imponenza, con i bastioni provvisti di torri angolari, spesso in numero di tre, come il nuraghe Santu Antine a Torralba o il nuraghe Losa ad Abbasanta, ma anche di quattro torri, come Su Nuraxi a Barumini e il nuraghe Santa Barbara a Macomer, o addirittura anche cinque, come il nuraghe Arrubiu ad Orroli. Nelle Tombe dei giganti si notano fregi a dentelli, compaiono

Nuraghe tempietti a cella rettangolare, tempietti a megaron, templi a pozzo. Compaiono poi i betili antropomorfi, le ceramiche micenee, i lingotti di rame a pelle di bue, le armi di tipo egeo. Il Nuragico IV, ormai nell'Et del Ferro, copre un arco temporale che va dal IX secolo a.C. al V secolo a.C., si evolvono ancora i nuraghi complessi e i villaggi aumentano di misura. In architettura si notano tombe individuali a fossa e a pozzetto. Si osservano i villaggi santuario, le grotte sacre e i templi a pozzo di tipo isodomo. La cultura materiale utilizza ceramiche geometriche, ambre e bronzi di importazione tirrenica, importazioni fenicio-puniche. Si osserva la nascita della stautuaria in pietra, i bronzi figurati, le navicelle in bronzo. Il Nuragico V va dal V secolo all'invasione romana e vede la nascita della resistenza sarda alla penetrazione cartaginese, le guerre prima contro i cartaginesi e poi contro i romani.

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Principali siti nuragici


Tra i pi importanti siti nuragici si possono ricordare: Su Nuraxi a Barumini Nuraghe Ura e sole a Desulo E' il nuraghe situato all'altitudine pi alta (1330) m. Nuraghe Achenza a Perdaxius Nuraghe Abbacadda ad Atzara Nuraghe Ni e' Crobu ad Atzara Nuraghe Ligios ad Atzara Nuraghe Albucciu ad Arzachena Nuraghe Antigori a Sarroch Nuraghe Arrubiu ad Orroli Nuraghe Asoru a S.Vito Nuraghe Burghidu a Ozieri Nuraghe Camboni a Perdaxius Nuraghe Carrarzu Iddia a Bortigali Nuraghe Cherchidzu (o Santa Sarbana) a Silanus Nuraghe Coattos a Bortigali Nuraghe Corbos a Silanus Nuraghe Cuccurada a Mogoro Nuraghe Entu a Perdaxius Nuraghe Genna Maria a Villanovaforru Nuraghe Iloi a Sedilo Nuraghe Is Paras ad Isili Nuraghe Izzana ad Aggius Nuraghe Lerno a Pattada Nuraghe Lighei a Sedilo Nuraghe Loelle a Buddus Nuraghe Longu a Padria Nuraghe Losa ad Abbasanta Nuraghe Lugherras a Paulilatino Nuraghe Lure a Sedilo Nuraghe Maiori a Tempio Pausania Nuraghe Nolza a Macomer Nuraghe Nolza a Meana Sardo
Macomer S.S.129bis per Bosa - Nuraghe Succuronis Nuraghe Prisgiona

Nuraghe Nuraghe Nuraddeo a Suni Nuraghe Oes a Giave Nuraghe Orgono a Ghilarza Nuraghe Orolio (o Madrone) a Silanus Nuraghe Orolo a Bortigali Nuraghe Palmavera ad Alghero Nuraghe Piscu a Suelli Nuraghe Porcus a Perdaxius Nuraghe Pranu a Ulassai Nuraghe Prisgiona ad Arzachena Nuraghe Sa Domu 'e S' Orku a Domusnovas Nuraghe Sa Jua ad Aidomaggiore Nuraghe Sanilo ad Aidomaggiore Nuraghe Santa Barbara a Villanova Truschedu Nuraghe Santa Barbara a Macomer Nuraghe Santu Antine Torralba noto come 'La reggia nuragica Nuraghe Santus a Perdaxius Nuraghe Serbissi a Osini Nuraghe Seruci a Gonnesa Nuraghe S'Ortali 'e Su Monti o San Salvatore a Tortol Nuraghe Succuronis a Macomer Nuraghe s'Ulimu a Ulassai Nuraghe S'Uraki a San Vero Milis Nuraghe Tintirriolos a Bortigali Nuraghe Titirriolu a Bolotana Nuraghe Tosinghene a Sedilo Nuraghe Tradori a Narbolia Nuraghe Zuras ad Abbasanta Sa Mura de Nuracale a Scano di Montiferro
Complesso nuragico di Palmavera Nuraghe Santu Antine

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Note

La reggia nuragica di Seruci

[1] Sardegna Cultura. Cartina di densit dei nuraghi (http:/ / www. sardegnacultura. it/ documenti/ 7_87_20070312123352. pdf) in sardegnacultura.it. Regione Sardegna.URL consultato il 12 maggio 2012. [2] La datazione dei nuraghi incerta e le attuali date vanno attribuite solamente ai manufatti trovati all'interno di ciascun edificio, come bronzi votivi o oggetti di terracotta. [3] Giovanni Ugas, L'alba dei Nuraghi, pag. 23, 2006. [4] La Sardegna Nuragica. Massimo Pittau. Ed Della Torre 1977

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Nuraghe s'Ulimu di Ulassai

[5] http:/ / whc. unesco. org/ en/ list/ 833 [6] http:/ / whc. unesco. org/ fr/ list/ 833 [7] (EN) UNESCO World Heritage Centre, Su Nuraxi di Barumini (http:/ / whc. unesco. org/ en/ list/ 833)

Bibliografia
Lilliu G., I Nuraghi. Torri preistoriche della Sardegna. Edizioni Ilisso, Nuoro 2005. ISBN 88-89188-53-7 Lilliu G., La civilt dei Sardi dal neolitico all'et dei nuraghi. Torino - Edizioni ERI - 1967. AA.VV. La civilt in Sardegna nei secoli - Torino Edizioni ERI. Casula F.C., - La storia di Sardegna - Sassari 1994. Lilliu G., Sculture della Sardegna nuragica Verona 1962.
Interno del Nuraghe Arrubiu.

Pallotino M., La Sardegna nuragica edizioni Ilisso Nuoro -ISBN 88-87825-10-6 (http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401173828.pdf) Aa.Vv., Ichnussa. La Sardegna dalle origini all'et classica - Milano, 1981. Lo Schiavo F., Usai L., Testimonianze cultuali di et nuragica: la grotta Pirosu in localit Su Benatzu di Santadi, Aa.Vv., Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, a cura di V. Santoni, Oristano, 1995 Lilliu G., La Civilt Nuragica. Sassari - Delfino editore - 1982. (http://www.sardegnacultura.it/documenti/ 7_26_20060401123725.pdf) Melis, P., Civilt Nuragica. Sassari - Delfino editore - 2003. (http://www.sardegnacultura.it/documenti/ 7_26_20060401123630.pdf) Navarro i Barba Gustau La Cultura Nurgica de Sardenya Barcelona 2010. Edicions dels A.L.I.LL ISBN 978-84-613-9278-0 Pittau M., La Sardegna Nuragica - Cagliari 2006

Nuraghe

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Voci correlate
Civilt nuragica Civilt torreana Civilt talaiotica Talaiot Motillas Sesi Broch Megalitismo
Casteddu d'Araghju nei pressi di Porto Vecchio (Corsica)

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Nuraghi

Collegamenti esterni
I Nuraghi nel sito ufficiale della regione Sardegna (http://www.sardegnacultura.it/j/v/269?s=7&v=9& c=2510&c1=2616&vpath=2534&o=1&na=1&n=1000) Su Nuraxi di Barumini nel sito dell'Unesco (http://whc.unesco.org/en/list/833) Ampia carrellata di immagini di nuraghi e villaggi nuragici di Sardegna (http://www.neroargento.com/ page_main/nuraghi.htm)

Sistema trilitico

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Sistema trilitico
Un sistema trilitico o trilite (dal greco tri = tre + lithos = pietra) una struttura formata da due elementi disposti in verticale (piedritti) e un terzo appoggiato orizzontalmente sopra di essi (architrave), a formare una sorta di porta. Il trilite una struttura architettonica semplice, piuttosto comune nei monumenti megalitici composti da tre elementi megalitici e venne usata soprattutto nel periodo Calcolitico. Il vantaggio quello di generare forze spingenti solo verso il basso e quindi di non essere soggette a spinte laterali; gli svantaggi sono legati alla limitatezza della distanza tra i megaliti. Fra gli esempi preistorici pi celebri si possono citare Stonehenge, i templi di Malta e la Porta dei Leoni a Micene. I Greci antichi usavano il sistema trilitico (lo preferivano all'arco, anche se talvolta utilizzavano anche quest'ultimo), per cui esso alla base degli ordini architettonici classici, dove i sostegni verticali sono rappresentati dalla colonna (composta di base, fusto e capitello) e quello orizzontale dall'architrave.

Sistemi trilitici a Stonehenge

Bibliografia
W. Mller e G. Vogel, Atlante di architettura, Hoepli, Milano 1992, ISBN 88-203-1977-2

Voci correlate
Sistema archivoltato Arco Ordine architettonico
Trilitici (Stonehenge)

Allineamenti di Carnac

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Allineamenti di Carnac
Gli allineamenti di Carnac costituiscono un complesso megalitico tra i pi grandi al mondo, risalente al neolitico, che si sviluppa nelle campagne attorno alla cittadina francese di Carnac, nel dipartimento del Morbihan, in Bretagna. Fu realizzato tra il V e il III millennio a.C., da alcune comunit sedentarie che si dedicavano allallevamento e allagricoltura.

Composizione
Queste costruzioni di pietra consistono in menhir allineati o disposti in cerchio, che si ergono in un paesaggio megalitico insieme a menhir isolati, tombe individuali (tumuli) e collettive (dolmen).

A ovest
Le Mnec. Situato a ovest di Carnac, attualmente formato da 1.050 pietre allineate su una lunghezza di 950 metri. Il villaggio di Le Mnec sorge allinterno del cerchio formato da 71 massi che si ergono uno a fianco allaltro. Tale complesso, di forma ovale, spostato verso sud rispetto alle undici file di menhir che vi confluiscono. Uno di questi massi, il Gigante di Le Mnec, alto 3,50 metri, sicuramente pi antico rispetto allallineamento stesso. Toul-Chignan il prolungamento orientale del gruppo di Le Mnec e si interrompe in prossimit di un cerchio tuttora visibile su entrambi i lati. Pi a est, si possono scorgere alcuni monoliti isolati.

A est
Kermario forse il sito di Carnac maggiormente frequentato, grazie alle dimensioni gigantesche dei suoi monoliti. Tale fama ha per alimentato un fenomeno di erosione dovuto alla presenza umana, che ha portato alla chiusura dell'accesso al sito. A ovest presente una curva della strada che si suppone fosse il luogo in cui sorgeva il cerchio megalitico che delimitava lestremit dellallineamento. Vi inoltre un dolmen privo del cairn originario. Il dolmen, un sepolcro collettivo, era un tipo di sepoltura molto utilizzato nel Neolitico. Luogo di riposo per molti defunti, si presenta sotto forma di un cairn (non pi presente) che ricopre larchitettura megalitica dei corridoi e della camera funeraria. Dopo aver attraversato la Petite Mtairie, le file di menhir risalgono sul pianoro di Le Moulin de Kermaux per poi discendere di nuovo verso lo stagno di Kerloquet, scavato nel XIX secolo. La localit di Le Manio presenta file di menhir che scavalcano un tumulo funerario a loro antecedente e in cima al quale si erge un menhir alto ben 3,50 metri. Nel 1922 gli scavi condotti in questo tumulo, hanno portato alla luce arredi molto importanti attualmente esposti al Museo della Preistoria di Carnac. Il quadrilatero di Le Manio, situato pi a est, stato restaurato allinizio del XX secolo.

Allineamenti di Carnac formato da blocchi di granito locale alti un metro che si ergono uno accanto allaltro. Secondo le antiche descrizioni, la sua funzione era quella di delimitare un tumulo individuale. Il Gigante di Le Manio, si erge pi a sud, con i suoi sei metri circa di altezza il monolito piu alto del sito. Kerlescan formato da tredici file di menhir ancora in ottime condizioni. Questi allineamenti convergono a ovest verso i resti di un cerchio quadrangolare chiuso, a nord, da un lungo tumulo sul quale si erge un alto menhir posto sullestremit occidentale. Le depressioni artificiali presenti al centro fanno supporre saccheggi di questo tumulo. Infatti, essendo il contenuto di questo tipo di tomba molto pregiato, suscitava lavidit degli antiquari del XVIII secolo e XIX secolo. Le Petit Mnec, sorge nel comune di La Trinit sur-Mer e prolunga con i suoi allineamenti il sitodi Kerlescan.

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Funzione degli allineamenti


Larchitettura megalitica pu essere divisa in due grandi famiglie: le sepolture individuali o collettive che, oltre alla funzione prettamente funeraria, possono essere considerate per la loro monumentalit dei confini territoriali o addirittura degli emblemi di unidentit collettiva edilizia. le pietre erette, che restano ancora un mistero nonostante le molte ipotesi formulate senza convincenti riscontri. Gli esperti stanno oggi prendendo in considerazione la possibilit che servissero a delimitare luoghi privilegiati o addirittura sacri.

Ipotesi di un tempio neolitico


I caratteri comuni dei grandi allineamenti* presenti a Carnac portano a pensare che potrebbero essere stati luoghi dediti alla celebrazione di culti. Le file potrebbero rappresentare grandi viali che portano ai cerchi costruiti in posizioni sopraelevate, e quindi privilegiate, che racchiudono il complesso megalitico. La presenza di uno spazio religioso aperto (le file di menhir) insieme a quella di un luogo di culto chiuso (il cerchio) rappresenterebbe, quindi, la pianta dei pi antichi templi conservatisi fino ai giorni nostri.

Voci correlate
Allineamenti di pietre Menhir Grande menhir spezzato di Locmariaquer Menhir di Saint-Uzec La Roche-aux-Fes

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Menhirs de Carnac

Allineamenti di pietre

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Allineamenti di pietre
Una fila di pietre (o allineamento di pietre o pietre allineate), una disposizione lineare di pietre verticali, megalititi paralleli sistemati a intervalli lungo un asse comune o serie di assi, di solito risalenti al tardo neolitico o all'et del bronzo.[1] Gli allineamenti possono essere singoli o raggruppati, e tre o pi pietre allineate possono gi costituire una fila di pietre. La parola allineamento ("Alignement", in francese) viene usata per identificare file di pietre erette lungo un viale processionale.[2]

Descrizione
Le file di pietre differiscono dal viale (avenue) preistorico, poich in quello le pietre sono sempre in una direzione ampiamente rettilinea piuttosto che seguire un itinerario curvilineo. Le file di pietre possono essere di pochi metri o diversi kilometri in lunghezza e costituite da pietre che possono essere alte circa 2m, sebbene siano comuni anche quelle di un 1m. Gli estremi di molte file sono costituiti da pietre pi grandi e altre caratteristiche Veduta di parte del complesso megalitico a megalitiche sono talvolta situate alla fine, specialmente i cairn di Knocknakilla, con una fila di pietre vista da dietro una sepoltura. Le pietre sono poste a intervalli e possono variare in delle pietre del portale di 3.5m (l'altra caduta) altezza lungo la sequenza, per dare l'impressione di una gradualit, sebbene non si sa se questo venne fatto deliberatamente. Gli allineamenti di pietre furono eretti da gente del tardo Neolitico e dell'Et del bronzo nelle Isole britanniche, in luoghi della Scandinavia e nella Francia settentrionale. Il pi famoso esempio quello fornito dalle pietre di Carnac, un complesso di allineamenti di pietre attorno a Carnac in Bretagna. Ci sono un numero di esempi su Dartmoor incluso la fila a Stall Down e le tre file a Drizzlecombe e Hill O Many Stanes nel Caithness. In Britannia esse vengono trovate esclusivamente nelle zone di brughiere. Il termine allineamento talvolta implica che le file furono poste appositamente in relazione ad altri fattori come monumenti o caratteristiche topografiche o astronomiche. Gli archeologi trattano le file di pietre come caratteristiche discrete tuttavia e l'allineamento viene riferito alle pietre allineate l'una all'altra e non altrimenti. Si pensato che il loro scopo fosse religioso o cerimoniale, forse marcando una percorso processuale. Un'altra teoria che ogni generazione erigesse una nuova pietra per contribuire ad una sequenza che dimostrasse una presenza continua di genti.

Allineamenti di pietre

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Voci correlate
Beenalaght - Sei pietre, County Cork, Irlanda Eightercua - Quattro pietre, County Kerry, Irlanda Knocknakilla - Quattro pietre (una caduta), County Cork, Irlanda

Note
Notes
[1] Power (1997), p.23 [2] Lancaster (1976). Page 6.

Fonti
Sources (EN) Denis Power (1997). Archaeological inventory of County Cork, Volume 3: Mid Cork, 9467 ColorBooks. ISBN 0-7076-4933-1 (EN) Lancaster Brown, P. (1976). Megaliths, myths, and men: an introduction to astro-archaeology. New York: Taplinger Pub. Co.

Collegamenti esterni
(EN) English Heritage Monument Description Thesaurus listing (http://www.eng-h.gov.uk/mpp/mcd/sa.htm) (EN) Megalith Map of Stone Circles and Rows (http://www.megalithic.co.uk/mapserv/frames. html?layer=scr&zoomsize=2&map=/srv/www/htdocs/mapserv/megp.map&program=/cgi-bin/mapserv40& root=/mapserv&map_web_imagepath=/srv/www/htdocs/mapserv/tmp/&map_web_imageurl=/mapserv/ tmp/&map_web_template=itasca_adds_frames.html) Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Stone rows

Frecce del Diavolo

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Frecce del Diavolo


Le Frecce del Diavolo sono tre menhir, la cui forma da attribuirsi a cause naturali, eretti e allineati presso il punto ove l'A1 incrocia il fiume Ure a Boroughbridge, nel North Yorkshire, Inghilterra. Furono eretti nella preistoria e la loro caratteristica peculiare sono le scanalature create durante i millenni dalla pioggia. Il menhir pi alto misura 6,8 metri circa ed il pi alto del Regno Unito dopo il monolite Rudston, il quale misura 7,6 metri circa.[1] Le pietre rimangono a 46 metri circa dalla A1 e si ritiene che l'allineamento originariamente includeva fino a cinque menhir. Uno stato apparentemente abbattuto nel corso di una fallita 'caccia al tesoro' nel corso del 1700 e poi riutilizzato come base per un vicino ponte su un fiume. Le pietre sono costituita da arenaria, la fonte pi probabile delle quali Plumpton Rocks, circa tre chilometri a sud di Knaresborough e circa 14,5 chilometri da dove le pietre furono poi erette.[2] I due monoliti esterni distano circa 61 metri e 113 metri dalla centrale e sono in allineamento quasi perfetto in direzione NNO-SSE. Si pensa che indicano il punto meridionale ove la Luna sorge in estate. Le pietre sono parte di un pi ampio complesso religioso sito sull'altopiano Ure-Swale che incorpora il Thornborough Henges. Il nome deriva da una leggenda risalente al 1721 secondo la quale il diavolo ha lanciato le pietre per colpire la citt di Aldborough, ma il lancio fu debole e le "frecce" si piantarono ove adesso si possono rimirare.[3]

Una delle Frecce del Diavolo.

Voci correlate
Dolmen Neolitico Betilo Torhouse
Le Frecce del Diavolo.

Note
[1] Brigantes Nation Site Report The Devil's Arrows (http:/ / www. brigantesnation. com/ SiteResearch/ BronzeAge/ devilsarrows/ DevilsArrows. htm) [2] Boroughbridge Town Council: Devil's Arrows (http:/ / www. boroughbridge. org. uk:80/ process/ 17/ DevilsArrows. html) [3] Brigantes Nation Site Report The Devil's Arrows (http:/ / www. brigantesnation. com/ SiteResearch/ BronzeAge/ devilsarrows/ DevilsArrows. htm)

Frecce del Diavolo

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Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Devil's Arrows
Coordinate geografiche: 540534.53N 012413.25W54.092925N 1.4036806O

Monolite Rudston
Il Monolite Rudston un monolite alto ben 7,6 metri ed il pi alto tuttora in piedi del Regno Unito. Si trova nel sagrato del villaggio di Rudston, East Riding of Yorkshire.

Storia e descrizione
La cava di pietra pi vicina, da dove il blocco di roccia possa essere stato estratto, si trova a circa 16 chilometri da dove resta il monumento. Vicino al grande megalito si trova anche un altro menhir pi piccolo, realizzato sempre dallo stesso tipo di roccia. La chiesa normanna a cui appartiene il sagrato fu certamente costruita su un sito gi precedentemente considerato sacro, pratica molto comune nel passato; infatti il nome Rudston potrebbe derivare dal vecchio inglese "Rood-Stane", che si traduce pi o meno con "Pietra - Crocevia", ci che implica che il monumento fu convertito poi ad un uso cristiano. Royston ha dichiarato che, nel 1861, durante i lavori di livellamento della chiesa, furono interrati 1,5 metri di monumento[1].

Monolite Rudston.

Sir William Strickland condusse delle ricerche sul monumento, alla fine del XVIII secolo, dalle quali concluse che la parte sepolta del menhir profonda quanto la parte emersa. In pi Strickland rinvenne molti teschi alla sua base, il che indica che probabilmente il sito fu un luogo sacrificale. Sembra che l'apice del monolito sia rotto e che in origine il monumento fosse alto ben 8,5 metri. Nel 1773 l'apice fu rivestito con del piombo, ma poi tale copertura fu eliminata per poi essere riutilizzata ai giorni nostri. Sul megalite si possono notare, su un lato solo, delle impronte fossilizzate di dinosauro che probabilmente costituirono un fattore molto importante nella scelta di realizzare tale opera. Il menhir molto slanciato, con due grandi facce piane, le quali sono rivolte verso l'asse sud-est, punto ove sorge il sole verso met inverso. Probabilmente, in passato, dal monolite si diramavano delle linee realizzate in terra che probabilmente erano correlate con altri monumenti preistorici della zona.

Monolite Rudston

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Riferimenti
Foto e storia del monumento realizzati da Mike Thornton. [2] Informazioni sul Monolite di Rudston (foto incluse). [3] Foto della targa commemorativa posta nel sagrato [4]. La pagina contiene una foto che rende chiara l'altezza del monumento. [5]

Voci correlate
Neolitico Menhir Betilo Frecce del Diavolo

Note
[1] [2] [3] [4] "Old Yorkshire" Vol 1, di William Smith, 1891 http:/ / www. east-yorkshire-pages. org. uk/ rudston1. htm http:/ / www. rudstonnews. supanet. com/ page7. html http:/ / www. eriding. net/ media/ photos/ history/ monuments_ancient/ rudston/ 040822_cb_mp_his_rud_monolithplaque. jpg

[5] http:/ / www. magma. ca/ ~alnal/ stones/ rud3. htm

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Rudston Monolith
Coordinate geografiche: 540537.93N 01921.14W54.0938694N 0.3225389O

Terramare

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Terramare
Le terramare erano antichi villaggi dell'et del bronzo media e recente (ca 1650-1150 a.C.) dell'Emilia e delle zone di bassa pianura della provincia di Cremona, Mantova e Verona. Le terramare sono l'espressione dell'attivit commerciale dell'et del bronzo. Sono insediamenti lungo una via che attraversava le Alpi nella Val Camonica e giungeva alle sponde del Po, qui venivano costruite le terramare che fungevano da depositi e punti di partenza delle merci costituite da ambra dal Mar Baltico, e stagno dai Monti Metalliferi, con direzione lungo il Po fino alla foce e all'Adriatico, verso il Mar Mediterraneo orientale, il Mar Egeo, Creta, l'Asia Minore, la Siria, l'Egitto.

Etimologia
Il nome Terramare deriva da terra marna (dal dialetto emiliano = terra grassa) con riferimento alla terra, generalmente di colore scuro, tipica dei depositi archeologici pluristratificati, formatisi, attraverso i secoli, con il succedersi delle abitazioni che venivano ricostruite una sull'altra. Questi depositi formavano delle collinette,alte fino a 5 metri, che costituivano ancora nel XIX secolo un tratto caratteristico del paesaggio padano. Nel corso dell'Ottocento queste collinette furono per la massima parte distrutte dalla Diffusione delle Terramare (in verde) attivit di cava volta al recupero del terriccio, che veniva venduto come concime [1] . Il termine and poi in disuso con la dismissione di queste cave e rimase ad indicare solamente i villaggi dell'et del bronzo.

Primi scavi ed identificazione etnico-culturale


Scavi intensivi in questi siti furono effettuati negli anni 1860-1910.[2] Prima della seconda met del XIX secolo si riteneva che questi siti fossero stati utilizzati dai Galli e dai Romani per riti sepolcrali. Gli studi scientifici iniziarono nel 1860 con Bartolomeo Gastaldi, che stava conducendo ricerche nelle torbiere e in antichi siti lacustri, e che riusc a comprendere che non si trattava di siti funerari, ma di abitazioni palafitticole simili a quelle gi ritrovate nelle regioni pi a Nord.[3] I suoi studi attirarono l'attenzione di Pellegrino Strobel e del suo giovane assistente Luigi Pigorini, allora di soli 18 anni. Nel 1862 essi pubblicarono un articolo sul sito terramaricolo di Castione dei Marchesi presso Parma, intuendo per primi che si trattava di un insediamento preistorico. Partendo dalla proposta di Gaetano Chierici, che le abitazioni palafitticole sui laghi a nord del Garda[4][5] fossero appartenute ad un'ancestrale popolazione proto-romana , Pigorini svilupp la teoria di un insediamento di Indoeuropei provenienti dal nord. Egli fu una delle figure dominanti in questo settore sia nell'ultimo scorso del XIX che all'inizio del XX secolo e fu anche un pioniere dell'archeologia stratigrafica.[3] Nonostante lo stacco storico di alcuni secoli, le popolazioni terramaricole sono forse strettamente imparentate con i successivi proto-villanoviani e gli Etruschi. Infatti la grande tecnica nel trattare le acque di scolo, la presenza di argini, canalizzazioni e fognature nelle citt etrusche, potrebbe essere derivata dai terramaricoli che da sempre ebbero a che fare con tali opere. Il collegamento tra Terramaricoli e Villanoviani si riscontra anche nella pratica

Terramare d'incinerazione dei defunti, diffusasi dal centro Europa lungo la via dell'ambra. Proprio i Villanoviani potevano rappresentare un ramo periferico di questa via che portava l'ambra fino in Sardegna dove era fiorente la Civilt nuragica.

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Gli insediamenti
La struttura delle terramare si concilia con la tecnica delle palafitte costruite sui laghi dell'Italia settentrionale e centrale. Queste strutture su palafitte in terra erano adatte per costruire villaggi permanenti lungo le sponde dei fiumi soggetti a straripamenti. Il motivo di costruire in zone cos difficili sicuramente legato al commercio fluviale. Per le fondamenta delle palafitte si utilizzava il frassino, per il pavimento assi di abete, travi di pioppo coperte di canne per il tetto, rami intrecciati di nocciolo per le pareti; per rendere il pavimento impermeabile lo si ricopriva di argilla, mentre le pareti, per proteggersi dal freddo, venivano rivestite di un composto di argilla e sterco di vacca. Se una terramare prendeva fuoco, veniva abbattuta e ricoperta di terra. Nei secoli seguenti le Terramare furono abbandonate in favore della formazione del sentiero pedemontano che sar poi la via Emilia. Altro fattore di declino fu lo spostamento della via dell'ambra che prima passava per la Val Camonica e poi per il Tirolo, che favor invece la comparsa della Civilt Atestina dei Veneti. I villaggi erano di forma generalmente quadrangolare, delimitati da un fossato, nel quale scorreva acqua derivata da un vicino fiume o canale, e da un terrapieno. Nel periodo iniziale le terramare avevano tutte dimensioni analoghe, comprese fra 1 o 2 ettari. Successivamente verso la fine del Bronzo Medio, tra il 1400 e il 1300 a.C., alcuni villaggi aumentano le loro dimensioni fino ad arrivare a 15/20 ettari di estensione, altri invece rimangono di dimensioni ridotte, mentre altri ancora vengono abbandonati. Tutto farebbe pensare ad un riassetto politico del territorio, con la formazione di distretti entro i quali i villaggi assumono diversa consistenza demografica e diversa importanza. Gli scavi archeologici del XIX secolo e quelli pi recenti hanno dimostrato che internamente i villaggi avevano un'organizzazione molto regolare, con case allineate secondo uno schema ortogonale determinato dall'incrocio delle strade.

Usi funerari
Le sepolture erano in genere ad incinerazione (Emilia) e si trovavano all'interno di grandi sepolcreti che potevano contenere migliaia di tombe. In alcune zone della pianura veneta per vi sono anche necropoli birituali, con una prevalenza della inumaziomne nel Bronzo medio e una adozione dell'incinerazione che diviene pressoch totale durante il Bronzo recente.

Economia
L'economia delle terramare si fondava sull'agricoltura, soprattutto cerealicola, e sull'allevamento di pecore/capre, maiali e bovini. Importante era anche il ruolo dell'artigianato, in particolare quello correlato alla fabbricazione di oggetti in bronzo: armi (spade e pugnali), utensili (asce, punteruoli, scalpelli, falcetti ecc), ornamenti e oggetti per la cura personale (spilloni, fibule, rasoi). La societ delle terramare aveva al suo apice il ceto guerriero. Le tombe ci mostrano anche la presenza di donne appartenenti ad un ceto pi elevato. Tuttavia non vi erano differenziazioni profonde e tutta la comunit di villaggio era piuttosto uniforme, come dimostrano anche le case tutte eguali.

Terramare

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La fine delle Terramare


Nei primi decenni del XII secolo a.C. il sistema economico, sociale e politico delle terramare entra in crisi e in poco tempo crolla. Attorno al 1150 a.C. le terramare sono completamente abbandonate e tutto il territorio della pianura, specialmente nel settore emiliano, abbandonato per vari secoli. Le motivazioni di questa crisi non sono ancora del tutto chiare, sembra possibile che a fronte di una forte popolamento (si calcolano circa 200.000 individui) e ad un depauperamento delle risorse naturali, una crisi climatica in senso pi arido abbia innestato una profonda crisi economica che a suo volta ha determinatouna carestia e conseguentemente sconvolgimenti di ordine politico, che causarono il collasso dell'intera societ.

Note
[1] Antonio Saltini L'estrazione della terra mara: un'industria rurale dell'Emila dell'Ottocento in M. Bernab Brea, A. Cardarelli, M Cremaschi (a cura di) Le terremare, la pi antica civilt padana Milano Electa (1997) [2] Joseph Rykwert, The idea of a town: the anthropology of urban form in Rome, Italy and the ancient world, 4, Cambridge MA, MIT Press, 1999, pp. 73. ISBN 0-262-68056-4, 9780262680561 [3] Francesco Menotti, Living on the lake in prehistoric Europe: 150 years of lake-dwelling research, illustrated, Routledge, 2004, pp. 84-85. ISBN 0-415-31719-3, 9780415317191 [4] Ledro: Museo Tridentino di Scienze Naturali; Lago di Ledro (Tn) [5] Trento: Museo delle Palafitte

Bibliografia
Pigorini, Luigi. Le pi antiche civilt dell'Italia. Bollettino di paleoetnologia italiana. Massimo Pallotino, Storia delle prima Italia, Milano, Rusconi, 1984. A. Pedrotti et al.: Le palafitte dellarco alpino meridionale. In: Archologie der Schweiz 20 Bernab Brea M., Cardarelli A. & Cremaschi M. (a cura di): "Le Terramare - La pi Antica Civilt Padana", Milano, Electa, 1997.

Collegamenti esterni
Parco Montale (http://www.parcomontale.it) (Parco archeologico e museo all'aperto) Archeologia dell'et del Bronzo: La terramara di Anzola dell'Emilia (http://www.anzolaprimadellemilia.it/) Circolazione del metallo e dei manufatti del Bronzo dellItalia settentrionale (http://www.iipp.it/?p=444) De Marinis, Istituto italiano di preistoria e protostoria

Thlos

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Thlos
Le tombe a thlos (al plurale tholoi) che in greco significa cupola, sono monumenti funerari risalenti come tipologia alla tarda et del bronzo. Sono costituiti da un vano circolare, sottostante ad un tumulo di terra e coperto con cerchi concentrici di blocchi lapidei a costituire una sezione pi o meno ogivale. Tra gli esempi pi conosciuti i sepolcri micenei e quelli etruschi. Pi in generale in archeologia si intende per tholos una sala circolare, a volte interrata e generalmente realizzata a scopo funerario, coperta con una pseudocupola formata da file concentriche di conci lapidei sempre pi aggettanti verso il centro fino a chiudere il vano senza realizzare una struttura spingente come sono le vere cupole. Ancora pi estensivamente stato spesso chiamato tholos anche il tempio greco a pianta circolare denominato monoptero ed in generale alle costruzioni circolari.
Sezione di una tomba a tholos (Tesoro di Atreo)

Medio oriente
Le prime tombe costruite in pietra vengono chiamate anche beehive (alveare), sono situate in Oman, e vennero costruite accatastando pietre piatte originarie delle formazioni geologiche. Vengono costruite intorno al 3.500 a.C., un periodo in cui la penisola araba era soggetta a molte pi precipitazioni rispetto alla situazione attuale, ed era culla di una fiorente civilt in quello che ora diventato un deserto, ad ovest della catena montuosa che costeggia il Golfo dell'Oman. Non sono mai stati recuperati reperti da queste tombe, nonostante sembri l'unico motivo attribuibile alla loro costruzione.
Micene - Entrata (dromos) del Tesoro di Atreo

Diffusione
Pilo di Messenia - Tomba a tholos nei pressi del

Dopo il 1500 a.C. l'uso di questi monumenti si diffuse in una vasta area Palazzo di Nestore intorno a Mediterraneo. Erano generalmente sepolture familiari che comprendevano varie tombe e ricchi corredi funerari. L'entrata veniva ostruita e tutta la costruzione, coperta con terra, trasformata in una collinetta. Tombe a tholos vennero realizzate in Egitto, in Sicilia[1] e soprattutto in Grecia per opera della civilt micenea.

Grecia
Le tombe pi imponenti, e quelle che contenevano i tesori pi preziosi, sono quelle erette nella tarda et del bronzo in Grecia, anche se sono state ripetutamente vittime dei tombaroli. L'abbondanza di questo genere di tombe potrebbe indicare che il loro uso non era riservato solo ai nobili, nonostante la loro dimensione richiedeva una superficie di circa 10-15 metri di diametro, ed altrettanti d'altezza. Il costo era elevato, il che potrebbe far pensare a delle commissioni reali. La struttura in tre parti non sempre chiara nei primi esempi di tholos (ad esempio a Voidhokoilia), ma con il tempo quest'arte architettonica acquisto a Messenia la separazione in camere, stomion (stretto corridoio coperto) e dromos (lungo corridoi a cielo aperto). Le stanze, cos come l'ingresso, venivano

Thlos costruite in muratura, anche nei primi esemplari, e la loro grandezza era un indice per comprendere la potenza del personaggio contenuto. I dromo venivano spesso ricavati da blocchi di pietra, come si pu notare anche nei tholos di Micene. Negli edifici pi recenti tutte le parti venivano erette utilizzando delle pietre finemente tagliate in forma quadrata.

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Etruschi
L'uso delle tombe a tholos si diffuse anche nella Civilt etrusca soprattutto nel VII secolo. Si possono ricordare vari esempi di queste sepolture che possono presentarsi raccolte in necropoli (Cerveteri, Tarquinia, Vulci, Vetulonia, Populonia) oppure isolate. Si tratta spesso di tombe familiari, utilizzate dallo stesso clan aristocratico per pi generazioni, ricche spesso di decorazioni pittoriche all'interno della camera funeraria, il cui centro a volte occupato da un pilastro centrale. L'accesso avviene da uno dromos a cielo aperto o coperto. All'esterno il tumulo delimitato da uno zoccolo (tamburo) in blocchi lapidei.

Costruzioni rurali
Strutture coperte con pseudocupole realizzate accumulando pietre a secco, sono presenti come ricoveri rurali, legate al mondo pastorale, in varie aree del Mediterraneo compresa una vasta area dell'Italia meridionale. La loro forma generalmente ogivale ma sono presenti anche forme coniche ed a campana. Documentano la permanenza, fino a tempi relativamente recenti, di tecniche arcaiche, e facendo rientrare nella definizione di "tholos" anche i trulli e le pajare pugliesi, le "capanne" o "caciare" abruzzesi, i cubburi e i "pagghiari" siciliani ed i nuraghi sardi. Sono presenti testimonianze di strutture a tholos anche in Molise.

"Caciara" dei monti abruzzesi

I nuraghi sardi
Il primo paragone tra i tholoi e i nuraghi venne fatto da Giovanni Francesco Fara (storico) nel diciassettesimo secolo, dopo aver osservato la somiglianza tra i due tipi di costruzione. In effetti solo alcuni dei nuraghi presenta la copertura ogivale del vano centrale, mentre tutti presentano la pianta circolare, ed esistono nuraghi a sviluppo verticale, composti da 3 camere impilate; tra questi si possono ricordare il Santu Antine di Torralba, il Nuraddeo di Suni, l'Orolo di Bortigali ed il Madrone di Silanus. I nuraghi della Sardegna avevano la funzione di tempio religioso, e in vari casi ospitavano anche delle tombe.

Thlos

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Note
[1] Francesco Tomasello, Le tombe a tholos della Sicilia centro meridionale, 1997.

Voci correlate
Caciara Cubburo Monoptero Tumulo

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Decorazioni delle tombe tholos micenee (http://www.huntfor.com/arthistory/ancient/aegean_art.htm) Trulli e Nuraghi della Sardegna (http://www.mariosanna.com/) Photo Gallery Nuraghi di Sardegna (http://www.neroargento.com/page_main/nuraghi.htm)

Tomba dei giganti


Le tombe dei giganti (tumbas de sos gigantes) sono monumenti funerari costituiti da sepolture collettive appartenenti alla et nuragica e presenti in tutta la Sardegna. Come i nuraghi, queste particolari costruzioni megalitiche non hanno Tomba dei giganti di Coddu Vecchju nessuna equivalenza nell'Europa continentale e sono costruiti con una particolare forma a pianta rettangolare absidata, edificati mediante lastre di pietra di grandi dimensioni conficcate nella terra.

Struttura
Questi particolari sepolcri consistono essenzialmente in una camera funeraria lunga dai 20 ai 30 metri e alta da 2 a 3 metri. In origine l'intera struttura veniva ricoperta da un tumulo somigliante pi o meno ad una barca rovesciata. La parte frontale della

Tomba dei giganti

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struttura delimitata da una sorta di semicerchio, quasi a simboleggiare le corna di un toro, e nelle tombe pi antiche, al centro del semicerchio posizionata una stele alta molte volte fino a 4 metri, finemente scolpita e fornita di una piccola apertura alla base che - si suppone - veniva chiusa da un masso, e tramite la quale si accedeva alla tomba. In quella et pensavano che il toro e la madre natura si accoppiassero per poi dare vita ai defunti nell'aldil. Nelle vicinanze dell'ingresso veniva eretto un betilo (o betile) a simboleggiare - si pensa - gli dei o gli antenati che vegliavano sui morti.

Olbia, Tomba dei giganti di Su mont' s'Abe

Evoluzione
Nel corso dei secoli la Tomba dei Giganti mantenne inalterata la pianta a protome taurina o a nave capovolta, ma per la sua costruzione furono progressivamente applicate le tecniche architettoniche impiegate nello sviluppo di pozzi sacri e nuraghi. Il primo tipo di tomba dei giganti il cosiddetto tipo dolmenico dotato della tipica stele centinata raramente monolitica e pi sovente bilitica. Successiva a questa tipologia il tipo a filari con esedra non pi caratterizzata dalla presenza della stele e delle ali dell'esedra con massi conficcati a coltello, ma di una muratura Dorgali, Tomba dei Giganti di sa Ena 'e Thomes' a filari orizzontali; in questo caso i massi sono lievemente squadrati. La successiva evoluzione consiste nella applicazione della isodomia rilevata gi in vari nuraghi e pozzi sacri. A questa tipologia appartengono due sottotipi: la tomba con portello centrale architravato e la tomba con portello ricavato in una lastra trapezoidale.[1]

Funzione
I membri della trib, del clan o del villaggio, venivano a rendere omaggio ai morti della comunit, senza distinzione di rango, senza particolari privilegi e senza apportare offerte di valore. Erano infatti degli ossari nei quali depositare le spoglie dei defunti una volta che queste erano divenute degli scheletri. Molto probabilmente venivano scarnificate prima della sepoltura (sono stati rinvenute tracce di questa pratica sulle ossa), e venivano seppellite quando raggiungevano un numero consistente. I culti legati alle tombe di giganti sono da collegarsi al dio Toro e alla dea Madre e, secondo alcune ipotesi[2], la

Dorgali, Tomba dei Giganti di sa Ena 'e Thomes

Tomba dei giganti forma della costruzione richiama sia ad una testa bovina sia ad una partoriente (la morte era infatti legata alla nascita secondo il principio della rinascita)[3]. I sepolcri e le necropoli divennero - nel tempo - sempre pi grandi e solo successivamente la tradizione popolare sarda le ha definite domu 'e s'orcu ossia Casa dell'orco, poich si pensava che il grosso quantitativo di ossa rinvenute al loro interno fossero i resti dei banchetti di un gigante. Il nome stato poi italianizzato.

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Arzachena, Tomba dei Giganti di Li Lolghi

Tombe di giganti
Si possono trovare in tutta la Sardegna e attualmente quelle conosciute sono 321. Di particolare interesse sono quelle di Capichera, Li Lolghi e Coddu Vecchju, nei pressi di Arzachena, quelle di Madau, vicino Fonni, quelle di Tamuli, con i betili mammellati, nei pressi di Macomer. Le principali tombe di giganti sono: Tomba dei giganti di Biristeddi, a Dorgali Tomba dei giganti di Badu Campana, a Cuglieri Tomba dei giganti di Su Mont'e s'Abe, a Olbia Tomba dei giganti di Sa Dom' S'Orcu, a Dolianova Tomba dei giganti di Aiodda, a Nurallao Tomba dei giganti di Li Lolghi, ad Arzachena Tomba dei giganti di Imbertighe, a Borore Tombe dei giganti di Goronna, a Paulilatino Tomba dei giganti di Sas Presones, a Cuglieri Tomba dei giganti di Muraguada, a Bauladu Tomba dei giganti di Osono, a Triei Tomba dei giganti di Oridda, a Sennori Tomba dei giganti di Brunku Espis, a Arbus Tomba dei giganti di San Cosimo, a Gonnosfanadiga Tombe dei giganti di di Madau, a Fonni Tomba dei giganti di Bidistili, a Fonni Tomba dei giganti di Sa Ena 'e Thomes, a Dorgali Tomba dei giganti di Bainzu, a Borore Tomba dei giganti di Sa Farche SArtare a Seneghe Tomba dei giganti di Oratanda, a Cuglieri Tomba dei giganti di Bau e Tuvulu, a Ulassai
Dorgali, Tomba dei Giganti di sa Ena 'e Thomes

Tomba dei giganti di Pascaredda, a Calangianus Tomba dei giganti di Sa Perda 'e S'Altare, a Birori.

Tomba dei giganti

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Quartucciu, sa Domo 'e s'Orcu

Dorgali, sa Ena 'e Thomes

Lanusei, Tomba dei giganti

Tomba dei giganti di Sinnai

Arzachena, Coddu Vecchju

Note
[1] Caterina Bitichesu. Le tombe di Giganti (http:/ / www. iloisedilo. org/ raccolta/ pdf/ 1998/ 09. pdf).URL consultato il 14-11-2009. [2] Montalbano, op. cit. [3] Le tombe di Giganti (http:/ / www. interware. it/ TSR/ scuole/ sardegna/ tombe. htm).URL consultato il 14-11-2009.

Bibliografia
Caterina Bittichesu, Le Tombe dei giganti (http://www.iloisedilo.org/raccolta/pdf/1998/09.pdf).

Voci correlate
Civilt nuragica Nuraghe Domus de janas

Altri progetti
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Collegamenti esterni
La Tomba dei giganti di Is Concias (Quartucciu) su SardegnaMappe (http://www.sardegnamappe.it/mappa. html?r=3&text=Is Concias&page=1) (http://www.ilportalesardo.it/archeo/quartucciu.htm) Ampia carrellata di immagini di tombe di giganti nuragiche di Sardegna (http://www.neroargento.com/ page_main/tombe.htm)

Tomba di Altendorf

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Tomba di Altendorf
La Tomba di Altendorf (Tedesco: Steinkammergrab von Altendorf) fu un importante tomba megalitica sita a Altenburg, vicino a Naumburg in Assia del nord, Germania. Classificata come galleria funebre, risale alla cultura neolitica di Wartberg. Il sito importante nella preistoria dell'Europa centrale per l'alto numero di individui inumati.

Datazione
La costruzione appartiene al ramo Assia-Westfalia della cultura Wartberg, risale all'incirca al 3.400 a.C. e si suppone che sia il primo monumento del genere realizzato nella regione[1].
La pietra d'ingresso della tomba, rotta in due parti (Regional Museum Wolfhagen).

Scoperta e scavi
La tomba fu scoperta casualmente, probabilmente attraverso l'attivit agricola, nei primi anni del XX secolo. Piccoli e non professionali tentativi di scavo sembrano essere stati effettuati fino al 1926. Ci sono segnalazioni di scoperta di diversi blocchi di arenaria e di numerosi scheletri ben conservati, ma il significato del sito non fu appreso per bene. Circa quattro metri del monumento sono andati distrutti prima di uno scavo sistematico, diretto W. Giordania, che si svolse nel 1934[2]. In generale, il contenuto della tomba si rivelato essere molto ben conservato. La tomba stata rimossa in tutti i suoi elementi dopo lo scavo, ma alcuni reperti e l'ingresso in pietra sono in mostra a Wolfhagen (vedi sotto)[3].

Architettura del monumento


La tomba, orientata da est-sud-est a ovest-nord-ovest, fu costruita in una fossa rettangolare di 17 x 3 metri, con un ingresso a rampa a est. Le lastre che formano le pareti sono state collocate nelle trincee di fondazione lungo i bordi del fondo della buca. Le lastre di pietra arenaria sono lunghe fino a 1,8 metri e 0,45 metri larghe. La loro altezza originale non conosciuta con esattezza, perch le lastre superstiti erano state spezzate in cima dall'attivit agricola, quelle pervenute raggiungono un'altezza di novanta centimetri. Tutte le lastre sono leggermente inclinate verso l'interno, ma non chiaro se questo fatto sia stato intenzionale. Anche se solo 9 pietre sono sopravvissute, in origine dovevano essere circa 33 (15 su ogni lato, 1 a ovest e 2 presso l'ingresso est). All'ingresso le pareti laterali si protendono per circa 1,2 metri al di l del limite della camera, formando un caratteristica anta che racchiude una piccola anticamera[4]. La camera principale era separata dall'anticamera tramite due lastre con un foro ovoidale nel centro di 35 centimetri di diametro, simile ai fori presenti nelle sepolture della Tomba di Lohra[5], Tomba di Zschen[6] e di Bad Vilbel[7]. Non ancora chiaro se la tomba venne ricoperta; una singola lastra trovata all'interno potrebbe appartenere ad un tetto di pietra, ma la presenza di una fitta quantit di calcare, basalto, lastre di quarzite e molto carbone, posti al di sopra dei depositi nella tomba, potrebbe rappresentare i resti di un tetto in legno crollato, forse coperto da un tumulo artificiale[8]. Ancora non si individuato il modo in cui la sepoltura fu riempita di resti umani man mano nel tempo, date le dimensioni del foro sulle lastre di ingresso, non possibile ipotizzare un suo utilizzo per questo scopo.

Tomba di Altendorf

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Interno della tomba


Nell'anticamera venne rinvenuta una lama ottenuta dalla spalla di un bovino, giacente sul pavimento in terra pressata. Anche il pavimento della tomba vera e propria era in terra battuta, ma qua e l era stato coperto con lastre di pietra calcarea. Tali lastre si sono rinvenute vicino al fondo e a tumulazioni di gruppo. Occasionalmente le lastre delimitavano piccole aree, una delle quali conteneva cinque teschi di bambini. I morti furono deposti nel sepolcro nel corso del tempo, forse in diversi secoli. Ci sono fino a 4 livelli di sepoltura, separati da strati di terra, pietre, carbone e legno marcio, forse i resti di coperture intermedie o ripiani. Le deposizioni pi recenti spesso danneggiarono o spostarono i resti pi antichi. Sono stati rinvenuti scheletri completi e frammentati, mucchi di teschi (vicino alle mura) e pile ordinate di altre ossa; tutto ci indica una riorganizzazione dei resti, dopo che il decadimento della carne aveva avuto luogo. Sembra che a quel punto le ossa erano spesso ordinate in base al tipo. I teschi sono stati spesso impilati o ammicchiati in piramidi. 30 teschi sono stati posti in una fila lungo la parete sinistra. Di 8 scheletri completi, solo 2 conservavano il cranio. Per quanto stato possibile determinare, tutti i corpi sono stati tumulati in parallelo alla tomba, con la testa rivolta verso est[9]. Alcune deposizioni hanno sicuramente rivestito un ruolo molto importante, come quella di un anziano il cui corredo funebre era composto da cinque mascelle di volpe, una freccia, una conchiglia marina fossilizzata e diversi denti di cane forati. Una donna di oltre 40 anni di et stata rinvenuta con una mascella di volpe, 20 denti di cane forati e alcune ossa di bambino cremato. La presenza di resti umani bruciati insolita nelle tombe della Cultura Wartberg, con l'eccezione della Tomba di Lohra[10].

Analisi antropologiche
Le ossa indicato un minimo di 235-250 persone sepolte. Durante un primo tentativo di studio antropologico furono determinati il loro sesso e la loro et che si possono cos suddividere: Et 0-7: 23 individui. Et 7-14: 20 individui. Et 18-22: 10 individui. Et 22-50: 169 individui. Et 50+ : 13 individui.

Fu possibile individuare il sesso di 115 inumati, suddivisi in 15 maschi e 40 donne[11]. L'altezza media maschile si aggirava intorno ai 160 centimetri; numerosi teschi hanno messo in risalto gravi problemi alla dentatura. Alcune ossa hanno segni di lesioni risanate. Non chiaro se le ossa rappresentano l'intera popolazione di un villaggio, o una selezione. In entrambi i casi, essi devono rappresentare pi generazioni[12].

Ritrovamenti
Ceramica
I ritrovamenti di vasellame sono stati numerosi, ma quasi tutti frammentati. Non chiaro se sono stati rotti prima della deposizione o come risultato delle varie inumazioni e sistemazioni che il sito ha visto. Non stato individuato nessun rapporto tra le ceramiche e i vari scheletri. Tra i reperti sono da notare due bottiglie a colletto proprie della Cultura Wartberg, un grande vaso di forma globulare con delle alette, alcune coppe decorate con motivi a corda, alcune brocce e una coppa con manici[13].

Ascia di pietra rinvenuta nel monumento.

Tomba di Altendorf

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Attrezzi in pietra
stata rinvenuta una copiosa quantit di strumenti di pietra tra cui asce trapezoidali, 17 punte di freccia in selce e ardesia, 16 lame in selce e 7 in ardesia, due raschietti in selce, 1 pezzo di Calcedonio e pi di 40 frammenti si selce lavorata[14].

Ossa lavorate
Tra gli strumenti in osso troviamo un amo in corno di cervo, un coltello di cinghiale, cinque scalpelli lunghi fino a 18 centimetri, cinque punteruoli e uno strumento realizzato con le ossa cave degli uccelli[15].

Denti di mammifero e mandibole


Altro materiale realizzato in osso probabilmente aveva una funzione decorativa (gioielli) o totemica. Tra questi un tallone di cervo e 119 denti forati di cui uno di vitello e tutti gli altri di cane; questi sono stati spesso rinvenuti in gruppo, probabilmente utilizzati in collane. Molto comuni, 66 in totale, sono le mandibole di mammifero tra cui 47 di volpe, 5 di cane, 7 di gatto selvatico, 2 di gatto domestico, 2 di puzzola, 1 di riccio e una di maialino. Tuttavia l'identificazione del gatto domestico pu essere erronea, in quanto l'arrivo di questa specie in Europa centrale di norma posto circa 3.000 anni pi tardi. Solo una mascella sembra essere stata lavorata, ma alcune sembrano per lo meno ripulite. La maggior parte delle mandibole hanno ancora i canini, ma questi non sono la principale fonte di denti ritrovati. La presenza di tante mandibole sorprendente, ma non chiaramente compresa. Esse sono numerose anche in altri siti appartenenti alla Cultura Wartberg[16].

Altri ritrovamenti
Sono stati ritrovati due dischi in argilla, pezzi di corna di cervo, tre sfere di ambra (probabilmente importata dal Baltico), un pendente in pietra, due conchiglie fossili forate e una spirale di rame, il tutto associato ad un cranio di bambino[17].

Ossa non lavorate


Un gran numero di ossa non lavorate appartenevano a diversi animali tra cui cervo, bovini, cinghiale, cane, volpe, gatto, lepre, puzzola e furetto. Alcuni dei resti potrebbero essere finiti nel sepolcro in maniera accidentale o per deposizione naturale dopo l'abbandono del sito. Due interi scheletri di cane potrebbero essere stati deliberatamente sepolti[18].

Esposizione
Le pietre di ingresso, le mandibole e i vari reperti rinvenuti possono essere visitati presso il museo di Wolfhagen (Regionalmuseum Wolfhager Land). I rimanenti reperti sono al museo statale di Kassel.

Voci correlate
Tomba di Lohra Tomba di Zschen Tomba di Cloghanmore Cultura Wartberg Neolitico

Tomba di Altendorf

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Bibliografia
Jockenhvel, A. 1990: Naumburg-Altendorf: Megalithgrab. In: F.-R. Herrmann & A. Jockenhven (eds.): Die Vorgeschichte Hessens, Stuttgart: Theiss, 450-451. Jordan, W. 1954: Das Steinkammergrab von Altendorf, Kr. Wolfhagen, Kurhessische Bodenaltertmer 3, (Marburg: Elwert), p. 5-26. Raetzel-Fabian, D. 2000: Die ersten Bauernkulturen: Jungsteinzeit in Nordhessen; Vor- und Frhgeschichte im Hessischen Landesmuseum in Kassel, Vol 2 (2nd edition), Kassel: Staatliche Museen, p.117-120.

Note
[1] [2] [3] [4] [5] [6] Raetzel-Fabian 2000, 116-117 Jordan 1954, 5 Jockenhvel 1990, 451 Jordan 1954, 6-9 O. Uenze 1954: Das Steinkammergrab von Lohra, Kr. Marburg, Kurhessische Bodenaltertmer 3, (Marburg: Elwert), 27-48, p. 28 I Kappel 1990: Das Steinkammergrab bei Zschen: Denkmal europischer Bedeutung in Nordhessen, Fhrungsblatt zu der Grabsttte der Jungsteinzeit in der Gemarkung Lohne, Stadt Fritzlar, Schwalm-Eder-Kreis, Archologische Denkmler in Hessen 22, Wiesbaden, p. 3 [7] K. Fritz: Nachlese zum Vortrag Das Verschollene Hnengrab vom Heilsberg. in: Heilsberger Nachrichten, Mitteilungsblatt des Brgervereins Heilsberg e.v. (Bad Vilbel), 48/28, 1998, p. 3-4. [8] Jordan 1954, 9-10 [9] Jordan 1954, 11-16 (per tutta la sezione relativa all'interno) [10] O. Uenze 1954: Das Steinkammergrab von Lohra, Kr. Marburg, Kurhessische Bodenaltertmer 3, (Marburg: Elwert), 27-48, p. 37 [11] Jordan 1954, 12 [12] Jordan 1954, 16 [13] Jordan 1954, 16-19 [14] Jordan 1954, 20 [15] Jordan 1954, 21-22 [16] Jordan 1954, 22-23 [17] Jordan 1954, 21 [18] Jordan 1954, 23-24

Tomba di Cloghanmore

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Tomba di Cloghanmore
La Tomba di Cloghanmore e una tomba megalitica a camera, del tipo a corte, sita a circa 8 chilometri a est da Carrick in Malin More, Glencolmcille in County Donegal, Irlanda.

Caratteristiche
La tomba orientata verso est-ovest, con l'ingresso principale situato all'estremit orientale. Si tratta di una tomba di grandi dimensioni, con doppia galleria parallela a destra e a sinistra del punto d'ingresso. Ci sono due gallerie occidentali ognuna divisa in due Vista della galleria ovest da nord. Notare la grande lastra superiore. camere piu piccole da stipiti di roccia. Una delle due gallerie sormontata da una grande lastra di pietra. Questa configurazione, con due gallerie affiancate di fronte all'ingresso e rivolte verso il centro del monumento, considerata insolita. Una grande pietra si trova nel centro della corte e in parte blocca la vista dell'entrata della galleria. La corte delimitata in parte da menhir e in parte da muretti a secco; ci indica l'esistenza di uno stadio intermediario tra la corte interna e quella esterna. A sinistra dell'ingresso, costruita dentro la (restaurata) camera princilale, si trova una camera secondaria. A destra dell'ingresso resta una seconda camera ancora ben conservata. Accanto a ciascuna di queste sezioni vi sono delle pietra incise con dei simboli. A met giornata del solstizio d'inverso il sole corre lungo un crinale della montagna a sud e risplende direttamente nella seconda camera.

Riferimenti
Irish Antiquities - Foto della Tomba di Cloghanmore, Malin More [1]

Voci correlate
Neolitico Dolmen Tomba di Zschen

References
[1] http:/ / irishantiquities. bravehost. com/ donegal/ cloghanmore. html

Tomba di Lohra

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Tomba di Lohra
La Tomba di Lohra (Tedesco: Steinkammergrab von Lohra) era un monumento megalitico ubicato appena fuori Lohra, vicino a Marburg, Assia, Germania. Si tratta della sepoltura centro-europea meno nota del suo genere, probabilmente risaliva al neolitico, circa 3.000 anni prima di Cristo[1]. Appartiene alle tombe a galleria proprie della cultura Wartberg, ma differiva dalle altre per il suo ricco corredo di ceramiche.

Scoperta e scavi
La tomba venne scoperta accidentalmente nel 1931 dall'agricoltore Jakob Elmshuser mentre arava il suo campo ed incontr un grosso ostacolo, il quale si rivel essere un grande blocco di pietra arenaria di forma rettangolare, sito appena sotto la superficie. Venne contattato subito il professor Gero von Merhart, esperto di monumenti preistorici della zona del ritrovamento e il sito venne scavato dagli studenti dell'Universit di Marburg, sotto la direzione di Otto Uenze[2].

Architettura del monumento


La camera rettangolare sotterranea misurava circa 5 x 2,2 metri, ma si restringeva leggermente verso la fine. Anche se mancavano la maggior parte delle pareti fu possibile ricostruirne la forma rettangolare dalle fondazioni[3]. Le singole lastre raggiungevano una lunghezza che variava da 60 centimetri a 1 metro, 40 centimetri larghe e circa 80 centimetri alte. Il loro peso variava tra 800 e 1,000 kg. La tomba era costituita da una grande stanza principale e da una piccola anticamera aperta separate da una grande lastra di arenaria con un foro circolare, simile a quello alla Tomba di Zschen. Si suppone che tali piccole aperture non servivano per il passaggio di cadaveri, ma possono rappresentare una simbolica apertura tra il mondo dei vivi e quello dei morti durante i rituali o cerimonie offertive svolte in anticamera. Di questa lastra forata solo un quarto era sopravvissuto. Il fondo della camera sotterranea principale era stato ricoperto con un piano di argilla di 3-5 centimetri di spessore. La tomba probabilmente possedette un tetto di legno e la presenza di molte pietre dentro e intorno alla camera probabilmente indica che fu originariamente coperta da un tumulo articificiale[4].

Resti umani
In contrasto con gli altri tipi di sepultura simili, i defunti in questo caso vennero cremati. Furono rinvenuti i resti di circa 20 persone tra cui uomini, donne e bambini[5].

Ceramica
I defunti ebbero come corredo funebre molti vasi in ceramica, caratteristica unica tra le tombe a galleria. 20 vasi furono posti sul pavimento della tomba e successivamente furono ricoperti dalle ceneri umane; tutti erano quasi perfettamente conservati. Furono rinvenute anche delle tazze decorate, simili a quelle rinvenute nella sepoltura di Zschen, e delle brocche impreziosite da maniglie e piedi d'appoggio; in pi fu rinvenuta una grande ciotola a doppio cono decorata com motivi a semicerchio[6].

Tomba di Lohra

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Altri ritrovamenti
A parte la ceramica, fu rinvenuta un'ascia di serpentino molto ben fatta con un buco ovale, una lama ritoccata di ardesia e un piccolo pezzo di lamiera in bronzo di funzione sconosciuta[7] la quale non pu appartenere al momento storico in cui fu edificato il monumento[8]. Altri reperti di origine animale sono anche essi una peculiarit di questa sepoltura.

Scomparsa della pietra di ingresso


La maggior parte dei rinvenimenti fu conservata al Museo di Stato di Kassel fino al 1931, ma tra questi non si annoverava la pietra di ingresso che rimase nel podere di Jakob Elmshuser per 36 anni. Nel 1967 si decide di porla come monumento al di fuori del municipio di Lohra, ma sfortunatamente si scopr che era stata da poco utilizzata come riempimento per le fondazioni di un edificio realizzato nell'azienda agricola[9].

Note
[1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] Raetzel-Fabian 2000, 130 Huth 1989; Jockenhvel 1990, 435 Uenze 1954, 28-29 Uenze 1954, 28 Uenze 1954, 29 Uenze 1954, 30-37 Uenze 1954, 30 Schrickel 1966, 298 Huth 1989

Voci correlate
Tomba di Zschen Tomba di Altendorf Cultura dei campi di urne Neolitico

Tomba di Zschen

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Tomba di Zschen
La Tomba di Zschen (Tedesco: Steinkammergrab von Zschen, alcune volte anche Lohne-Zschen) un monumento funebre preistorico situato tra Lohne e Zschen, vicino Fritzlar, Assia, Germania. Classificata come galleria funebre, il pi importante monumento megalitico dell'Europa centrale. Viene datata al IV millennio a.C. (e probabilmente utilizzata fino all'inizio del III millennio a.C.) e appartiene alla facies neolitica della cultura Wartberg. La presenza di incisioni, paragonabili alle altre testimonianze di arte rupestre preistorica in Europa, un aspetto proprio della cultura Wartberg, noto finora solo a Zschen e nella tomba I a Warburg.[1]

Vista della tomba. Notare l'entrata circolare.

Scoperta e scavi
La tomba venne scoperta accidentalmente nel 1894. Per un certo numero di anni, un mucchio di blocchi di arenaria avevano impedito al mugnaio locale di arare uno dei suoi campi. Quando questi decise di rimuoverli, Rudolf Gelpke, un ispettore del vicino castello di Garvensburg constat l'insolita presenza di arenaria in un sito costituito invece completamente da basalto. Durante una ricognizione, riconobbe la struttura come un monumento preistorico costituito da due file parallele di lastre verticali regolari. Gelpke, erroneamente, attribu il monumento ai Catti, una trib che visse nella zona durante l'et del ferro. Egli convinse il proprietario del campo a rimuovere il suolo solo dal limite delle lastre rinvenute e, durante questa operazione, vennero alla luce resti di ossa e ceramica. A questo punto, Wilhelm von Garvens, proprietario di Garvensburg, fu messo a conoscenza degli eventi e, a sua volta, inform l'antiquario barone Felix von und zu Gilsa. Dopo un esame condotto dal Gilsa, il sito venne scavato nuovamente da Johannes Boehlau, ex-direttore del museo statale di Kassel.[2] Ulteriori scavi furono eseguiti nel 1939 e nel 1949, sotto la direzione di O. Uenze del servizio archeologico di Marburg.[3]

Architettura
La camera sotterranea di forma rettangolare, lunga 20 metri e larga 3,5 metri realizzata utilizzando lastre rettangolari di arenaria cavate ad alcune centinaia di metri dal sito. I muri pi lunghi sono formati da 12 lastre, una delle quali manca, mentre il fondo della stanza realizzato con una sola lastra.[4] Una lastra terminale separa la tomba vera e propria da una piccola anticamera lunga 2,5 metri. Al centro di questa lastra si trova un buco perfettamente circolare, il cosiddetto Seelenloch (tedesco per "buco dell'anima"), di 50 centimetri di diametro. Si presume che il foro sia troppo ristretto per consentire il passaggio di persone e quindi potrebbe essere servito come simbolico collegamento tra i morti all'interno della camera e i vivi, riuniti nell'anticamera per alcuni rituali, tipo pratiche d'offertorio.[5] Se il foro veniva successivamente richiuso, come in tombe simili in Francia, non noto. L'ingresso del monumento fu realizzato con del fango molto calpestato per renderlo solido. La presenza di pietre, che non sono della zona, al di fuori della camera suggerisce che originariamente il tutto era ricoperto da un tumulo artificiale. Non chiaro se la tomba venne ricoperta con della pietra o con altri materiali (tipo legno).[6]

Tomba di Zschen

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Resti umani
Il terreno all'interno della camera conteneva numerose ossa umane disarticolate. Si pensa che il numero di inumati non superi ventisette, ma bisogna dire che l'interno del monumento risultava molto alterato e per questo possibile che il numero di persone sepolte qui fu originariamente pi elevato. La scoperta di sepolture appartenenti alla cultura dei campi di urne posizionate sopra la tomba indica che la distruzione del monumento, la perturbazione del suo contenuto e la rimozione del tetto deve avere avuto luogo prima del X-IX secolo a.C. Cenere e carbone sono stati ritrovati in un certo numero di punti, in particolare, misti a resti umani, vicino alla lastra-porta e vicino alla lastra terminale a sud-ovest. Nessuna delle ossa umane mostra segni di bruciature. Al centro dell'anticamera vi era un importante strato di cenere.[7]

Offerte cerimoniali
I maggior rinvenimenti sono avvenuti nella camera principale e probabilmente furono posti in situ assieme ai corpi degli inumati. Il basso numero di reperti rinvenuti pu dipendere dalla prima distruzione della tomba. I ritrovamenti pi comuni sono ossa di bovino e strumenti in pietra tipo coltelli, lame o asce realizzate nell'ardesia del posto. I reperti in osso sono almeno tre: un cesello, una freccia e un punteruolo. I manufatti in ceramica sono invece rari e comprendevano una tazza in argilla simile agli oggetti relativi alla tomba di Lohra e un colletto di bottiglia relativa alla cultura cultura Funnel Beaker (TRB). Tali bottiglie sembra che servissero per alcune funzioni speciali, come lo stoccaggio di oli vegetali o di zolfo utilizzato per scopi medicinali. Una cosiddetta Urna Gigante appartiene alle sepolture pi tarde.[8]

Incisioni
Una delle caratteristiche pi interessanti della tomba la presenza di simboli scolpiti su lastre all'interno della camera.[9] Le linee incise sono formate da righe di punti individuali, probabilmente realizzati con uno strumento in metallo, probabilmente uno dei primi realizzati. Uno dei simboli pi comune costituito da una semplice linea unita ad un semicerchio aperto, di solito interpretato come una rappresentazione stilizzata di capi di bestiame. Di norma, due di questi simboli sono legati da una ulteriore linea sottostante la quale possiede i punti terminali enfatizzati e pu essere una semplice rappresentazione di un aratro. Pi raramente, Incisioni dentro la tomba. due di essi sono uniti da quello che assomiglia a un giogo, il che suggerirebbe una stilizzazione di un carro. Talvolta, per, i simboli sono sovrapposti e questo potrebbe indicare che i singoli segni non hanno nessun rapporto tra di loro e le incisioni pi complesse sarebbero il risultato di un accumulo di segni. Rappresentazioni simili di capi di bestiame si ritrovano in incisioni molto pi recenti (et del bronzo o et del ferro) presenti in Valcamonica o a Mont Bgo, Francia.[10] Genericamente si suppone che questi simboli riflettano concetti o ideologie religiose risalenti al neolitico.[11]

Tomba di Zschen

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Replica del monumento


Una ricostruzione della tomba si pu vedere nel Museo di Stato di Hesse in Kassel.

Rapporti con altri siti


Come ogni monumento archeologico, la tomba di Zschen non dovrebbe essere vista come una cosa isolata. in stretto rapporto con il paesaggio e con altri siti nella zona. Altre due tombe, Zschen II e Zschen III sono note nella zona. Zschen II rimaneva 150 metri a nord-ovest dalla principale, alla quale generalmente comparabile, ma di dimensioni pi piccole e non decorata. Il terzo sepolcro, Zschen III, si trova pi a est. A meno di 1 km dalla tomba di Zschen si trova la tomba Hasenberg, con un imponente cupola in basalto.

Note
[1] [2] [3] [4] [5] [6] Raetzel-Fabian 2000, 126 Storia della scoperta su Boehlau & von Gilsa 1898 Kappel 1990, 3 Kappel 1990, 3; Jockenhvel 1990, 373 Kappel 1990, 3 Jockenhvel 1990, 373

[7] Kappel 1990, 6 [8] Jockenhvel 1990, 373; Kappel 1990, 6; W. Schwelnu 1979: Wartberg-Gruppe und hessische Megalithik; ein Beitrag zum spten Neolithikum des Hessischen Berglandes, Materialien zur Vor- und Frhgeschichte von Hessen, Bd. 4, Wiesbaden: Landesamt fr Denkmalpflege, p. 47-8 [9] Jockenhvel 1990, 373-5, Kappel 1990, 6-7; Raetzel-Fabian 2000, 123-9 [10] I. 1978: Steinkammergrber und Menhire in Nordhessen., ed. Staatliche Kunstsammlungen Kassel; 6-8, 11-23, also: E. Anati, 1983: Zschen (Kassel) e Anderlingen (Hannover), Germania: Rilevamento e studio dei monumenti megalitici; Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici 20; 132-135. [11] Raetzel-Fabian 2000, 125

Bibliografia
Johannes Boehlau and Baron Felix von Gilsa zu Gilsa 1898: Neolithische Denkmler aus Hessen. Kassel: Dll. Dietrich Evers (ed.) 1988: Die ltesten Wagenbilder Europas. Gravuren im Steinkammergrab von Zschen in Nordhessen - Versuch einer Deutung. Ausstellung im Hess. Landesmuseum Kassel 8.5. - 24.7.1988. Gutenberg: Melsungen. Albrecht Jockenhvel 1990: Fritzlar-Lohne und -Zschen: Megalithgrber und Hhensiedlung der Wartberggruppe; in: F.-R. Herrmann & A. Jockenhvel (eds.): Die Vorgeschichte Hessens; Stuttgart: Theiss; p. 373-377. Irene Kappel 1990: Das Steinkammergrab bei Zschen: Denkmal europischer Bedeutung in Nordhessen, Fhrungsblatt zu der Grabsttte der Jungsteinzeit in der Gemarkung Lohne, Stadt Fritzlar, Schwalm-Eder-Kreis Archologische Denkmler in Hessen 22, Wiesbaden: Archologische Denkmalpflege im Landesamt fr Denkmalpflege. Dirk Raetzel-Fabian: Die ersten Bauernkulturen. Jungsteinzeit in Nordhessen. Vor- u. Frhgeschichte im Hessischen Landesmuseum in Kassel. Vol 2. Kassel 2000, ISBN 3931787117 Waldraut Schrickel: Westeuropische Elemente im neolithischen Grabbau Mitteldeutschlands und die Galeriegrber Westdeutschlands und ihre Inventare. Habelt, Bonn 1966.

Tomba di Zschen

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Voci correlate
Tomba di Lohra Tomba di Altendorf Cultura dei campi di urne Neolitico
Coordinate geografiche: 511026N 091426E51.17389N 9.24056E

Tomba Tinkinswood
La Tomba Tinkinswood (gal.: Siambr Gladdu Tinkinswood), conosciuta anche come Castell Carreg, Llech-y-Filiast o Maes-y-Filiast[1], una tomba megalitica a camera, realizzata intorno al 4.000 a.C. durante il neolitico e sita nel Vale of Glamorgan, Galles. La struttura pu essere definita un dolmen[2], che la tipologia di monumento megalitico pi diffusa in Europa. Il dolmen del tipo denominato Severn/Cotswold[1] e consiste in una grande lastra Tomba Tinkinswood. superiore sorretta da due piccoli pilastri in pietra. Il tetto consiste in una lastra di limonite pesante circa 36 tonnellate e misura 7,4x4,2 metri[1] ed la pi grande in Inghilterra e una delle pi grandi in Europa.[3][4] Si suppone che per porre la lastra all'altezza desiderata, sia stato necessario lo sforzo congiunto di circa 200 persone[1]. Il monumento fu in origine ricoperto da un tumulo di terreno, che nel tempo e stato rimosso pian piano; al presente quello che rimane della montagnola di terra posto dietro la struttura e misura circa 40x18 metri[1].

Storia
Il sito di Tinkinswood in passato era un villaggio neolitico, ma ora tutto quello che rimane la tomba, costruita nel 4.000 a.C.[5], 1.000 anni prima di Stonehenge. Il sito venne scavato nel 1914[1] e all'interno della camera di sepoltura vennero rinvenute 920 ossa umane, quasi tutte rotte. Da questo emerso che almeno quaranta persone, appartenenti a tutte le et e sesso, vi furono sepolte nel corso del Neolitico; sembrerebbe che il monumento sia stata la sepoltura comune degli abitanti dell'antico villaggio[1]. I cadaveri dei morti furono probabilmente esposti prima di essere trasferiti nella camera di sepoltura. Ceramiche in stile neolitico e Bell-Beaker furono rinvenute nel sito e questa dimostra che la camera di sepoltura fu probabilmente utilizzata dalla comunit per un lungo periodo di tempo, forse fino all'et del bronzo antico[1]. Durante lo scavo furono eseguiti lavori di restauro e venne costruito un pilastro in mattoni per sorreggere la grande pietra del tetto[1]. Dal sito partono due linee parallele di pietre sotto forma di una strada che porta distante dalla camera di sepoltura, in direzione sud-est. Lungo il secondo viale, direzione nord-est, si trovano molte pietre. Una grande pietra rimane verso est e due lastre piatte poste in piedi puntano la parte superiore della vicina collina Coed Sion. Il sito gestito dal Cadw[3], l'organo gallese responsabile della cura, conservazione e promozione del patrimonio storico del Galles.

Tomba Tinkinswood

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Miti e leggende
Molti dei miti e delle leggende che riguardano Tinkinswood sono associati anche con il vicino sito di sepoltura di San Lythan, posto a breve distanza[4]. La leggenda vuole che chiunque trascorra una notte a Tinkinswood la sera prima del Primo Maggio, del 23 giugno (festivit di san Giovanni) o del Solstizio d'Inverno, possa morire, divenire pazzo oppure poeta[1]. Questa leggenda molto simile a tutte le storie che riguardano le cime montuose. Il gruppo di massi che si trovano a sud-est del monumento sarebbero, secondo un'altra leggenda, delle donne tramutate in pietra mentre partecipavano ad un sabba; altra tipologia di leggenda spesso associata ai dolmen[4].

Voci correlate
Dolmen Menhir Betilo Neolitico Klekkende Hj

Note
[1] Tinkinswood (http:/ / www. stonepages. com/ wales/ tinkinswood. html). Paola Arosio/Diego Meozzi.URL consultato il 2 luglio 2008. [2] "Tinkinswood Burial Chamber" Waymark (http:/ / www. waymarking. com/ waymarks/ WMZWD). Groundspeak Inc..URL consultato il 2 luglio 2008. [3] Tinkinswood Burial Chamber (http:/ / www. cadw. wales. gov. uk/ default. asp?id=6& PlaceID=131). Cadw.URL consultato il 2 luglio 2008. [4] Tinkinswood (http:/ / www. jharding. demon. co. uk/ index. htm#http:/ / www. jharding. demon. co. uk/ tinkwood. htm). John Harding.URL consultato il 2 luglio 2008. [5] Tinkinswood and St Lythans Burial Chambers (http:/ / www. valeofglamorgan. gov. uk/ enjoying/ visit_the_vale/ attractions/ historic/ tinkinswood. aspx). Vale of Glamorgan Council.URL consultato il 2 luglio 2008.

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/ Category:Tinkinswood
Coordinate geografiche: 51274.96N 031829.17W51.4513778N 3.3081028O

Torhouse

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Torhouse
Torhouse o Le pietre erette di Torhouse un monumento megalitico composto da diciannove grossi massi di granito posti in circolo sul territorio di Torhouse, circa 5 chilometri a ovest di Wigtown, Scozia.

Descrizione
Il cerchio si compone anche di tre larghi massi posti al centro del complesso. Questo l'unico circolo di pietra di questo tipo nella zona di Machars ed pi simile a quelli che si trovano nel nord-est a sud-ovest della Scozia o dell'Irlanda. Il sito leggermente sollevato rispetto al livello del suolo ed uno dei meglio conservati del suo genere in Gran Bretagna. Non mai stato scavato. Fu utilizzato come discarica per le pietre dei campi vicini, ma venne ripulito nel 1929. Il diametro del cerchio tra 18,6 e 20,1 metri e le pietre si trovano a una distanza compresa tra 1,5 e 3,3 metri le une dalle altre. Le pietre sul lato ovest sono pi piccole e quelle a est sono disposte pi vicine tra loro. I tre massi posti l'interno del cerchio (insolita caratteristica per dei cerchi di pietra) sono hanno la seguente configurazione: una piccola pietra centrale affiancata da due massi pi grandi. La pietra centrale leggermente inclinata ed alta circa 64 cantimenti. I suoi vicini misurano circa un metro di altezza. L'allineamento delle tre pietre centrali da nord-est a sud-ovest.

Cerchio di pietra a Torhouse.

Tramonto al cerchio di pietre a Torhouse.

Tradizioni locali
Anche se si suppone che siano state un circolo druidico (tempio o corte di giustizia), la tradizione locale sostiene che esso sia la tomba del re Galdus. Galdus si ritiene che abbia combattuto i Romani nel 80 d.C. e si pensa che il nome della contea di Galloway derivi proprio da questo re. (anche se approfonditi studi sul toponimo hanno screditato questa teoria). Le pietre centrali si pensa che indichino il suo effettivo luogo di sepoltura. Le tre pietre in piedi a nord della vicina strada presumibilmente segnano il luogo di sepoltura di tre suoi generali che sono morti con lui in battaglia. Nelle vicinanze si trovano numerosi tumuli ritenuti il luogo di sepoltura dei normali soldati.

Torhouse

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Voci correlate
Stoplesteinan Nabta Playa

Riferimenti
Voce su En.Wikipedia

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Torhouse Stone Circle

Collegamenti esterni
Ancient Stones info website [1] Geograph - ordanance map [2]
Coordinate geografiche: 545235.53N 043121.85W54.8765361N 4.5227361O
[3]

References
[1] http:/ / www. ancient-stones. co. uk/ dumfries/ 011/ 017/ details. htm [2] http:/ / www. geograph. org. uk/ photo/ 245771 [3] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Torhouse& language=it& params=54_52_35. 53_N_04_31_21. 85_W_type:landmark_region:EU-UK

Tumuli di Bougon
I Tumuli di Bougon o anche Necropoli di Bougon (in Francese: Tumulus de Bougon, Ncropole de Bougon) un sito archeologico risalente al neolitico formato da cinque tumuli sepolcrali, posto nelle vicinanze di La-Mothe-Saint-Hray, tra Exoudon e Pamproux, nella regione di Poitou-Charentes, Francia. La scoperta del sito nel 1840 suscit un grande interesse negli addetti ai lavori e per proteggere i monumenti, il sito fu acquisito dal dipartimento di Deux-Svres nel 1873. Negli anni sessanta del XX secolo furono riprese le attivit di scavo. Le strutture pi vecchie rinvenute nel complesso risalgono al 4.800 a.C.

Pianta del sito di Bougon.

Tumuli di Bougon

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Il sito archeologico
I momunenti restano su un altopiano calcareo all'interno di un'ansa del fiume Bougon, denominato "Les Chirons".

Tumulo A
Il tumulo fu edificato nei primi tempi del IV millennio a.C., ha un diametro di 42 metri ed un'altezza massima di 5 metri; la camera di sepoltura si trova a sud dal suo centro ed 7,8 metri lunga, 5 metri larga e 2,25 metri alta. Esistono prove concrete del fatto che il passaggio fu utilizzato fino al III millennio a.C. I muri interni della camera sono stati realizzati con lastre di pietra e le lacune tra di esse furono colmate con muretti di pietra a secco. Il soffitto fu realizzato con una lastra di circa 90 tonnellate di peso ed sorretta da due pilastri monolitici che hanno anche la funzione di dividere la stanza. Durante gli scavi eseguiti nel 1840 furono rinvenuti circa 200 scheletri sepolti in tre livelli diversi, separati da lastre di pietra. Purtroppo le vage relazioni di scavo realizzate nel periodo non permettono nessuna analisi cronologica dettagliata. Insieme ai resti umani vennero rinvenuti anche ceramiche, perline, denti forati, collane di conchiglie e strumenti di pietra, tra cui una macina in diorite. Scavi pi recenti hanno dimostrato che la tomba venne abbandonata subito dopo la sua costruzione e l'entrata venne chiusa con una lastra di pietra alla cui base giaceva il teschio di un uomo il quale aveva subito tre trapanazioni del cranio durante la sua vita. Altri reperti, tra cui delle ceramiche, furono rinvenuti di fronte alla facciata principale del monumento, suggerendo che le attivit di culto, che comportavano la deposizione di offerte, ebbero luogo dopo la sua chiusura. Circa 1000 anni pi tardi il sito venne riutilizzato per diverse sepolture, effettuate da individui appartenenti ad una cultura differente, i quali raggiunsero la camera funebre dall'alto del monumento.

Tumulo A.

Entrata tumulo A.

Vista posteriore del tumulo A.

Tumuli di Bougon

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Tumulo B
Lungo 36 metri e largo 8, esso dispone di quattro camere. Due di queste (dette cisti) sono molto piccole e sprovviste di un passaggio di accesso. Nella parte ovest del monumento si trovano due grandi camere funebri, ognuna con un corridoio di accesso rivolto a sud. Camera B1 La camera B1 di forma pi o meno quadrata costruita con lastre monolitiche conosciute con il nome di dolmen angoumoisin. Un Tumulo B. corridoio lungo 2,2 metri conduce nella stanza di 2x1,5 metri, realizzata semplicemente con quattro lastre; una di queste ha un gancio scolpito sulla sua superficie. Una quinta lastra fu utilizzata per il soffitto. Poco materiale archeologico venne rinvenuto in questa camera, probabilmente perch fu ripulita e riutilizzata nel III millennio a.C. Camera B2 Gli scavi hanno qui messo in evidenza un trattamento diverso riservato agli inumati. Circa 10 teschi furono rinvenuti sistemati in due righe, associati con altre ossa umane. Cisti Queste camere nella parte orientale del tumulo furono scoperte nel 1978. Situate nel centro del tumulo, esse sono state costruite con piccole pietre. Entrambe erano vuote, ma possono eventualmente essere associate ad una grande quantit di frammenti di ceramica risalenti al tardo Neolitico ritrovati nelle vicinanze.

Tumulo C
Questo tumulo di terra circolare con un diametro di 57 metri ed un'altezza di 5 metri. una struttura complessa, ha infatti raggiunto la sua forma finale attraverso diverse fasi: una piattaforma rettangolare un piccolo tumulo circolare Primo tumulo
Tumulo C.

Il tumulo pi antico aveva un diametro di 24 metri ed un'altezza di 4 metri. Conteneva una piccola camera (2x1,45m) distante un poco dal centro della struttura, raggiungibile con un passaggio da ovest. Sei lastre formavano il pavimento. Conteneva quattro scheletri (tra cui una donna anziana), ceramiche e strumenti in pietra focaia. Piattaforma Appoggiata al lato orientale del tumulo fu realizzata una grande piattaforma di dimensioni 20x40m. Di fronte a ciascuno dei tre lati della sua alta facciata, fu rinvenuta una doppia sepoltura di un uomo con un bambino.

Entrata tumulo C, parzialmente ostruita.

Tumuli di Bougon

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Struttura D
Un muro a secco di 35 metri di lunghezza e 2 di altezza divide il complesso di Bougon in due zone, separa cio i tumuli E ed F dal resto del sito. Vari reperti, tra cui un pezzo di legno, hanno rivelato con certezza come data di realizzazione il Neolitico, e questo senza precedenti tra i monumenti megalitici della Francia.

Tumulo E
Questo tumulo doppio di 22 metri di lunghezza e 10 di larghezza, ha due camere accessibili da un passaggio quasi centrale rivolto a est. In origine, le camere erano contenute in due tumuli circolari separati. Camera E1 Questa la stanza pi meridionale ed di forma circolare, con un diametro di circa tre metri. Le sue fondamenta sono costituite da 11 blocchi di pietra disposto in uno scavo nel terreno. Questa costruzione ricorda la camera funebre di un tumulo sito a Bazoges-en-Pareds (Vandea). Gli scavo hanno rivelato cinque o sei scheletri, accompagnati da ceramiche, strumenti in osso e strumenti in pietra, datati tra il 4.000 e 3.500 a.C., il che la rende una delle pi antiche strutture della Francia centrale. Camera E2 E2, posta nella parte settentrionale del tumulo, quasi quadrata con un lato absidato. Ci suggerisce che stata modificato circa nel 2.500 a.C., molto tempo dopo che fu eretta. Nella camera furono rinvenuti frecce, coltelli e raschietti, insieme a delle rozze ceramiche.

Tumulo E.

Tumulo E.

Tumulo F
Questo tumulo di forma trapeziodale lungo 72 metri e largo da 12 a 16 metri ed il monumento pi grande del sito di Bougon. Vicino al monumento si trova una cava che fu riempita nella preistoria. Questa cava fu la fonte del materiale di cui il tumulo (originariamente alto 3 metri) venne costruito. La struttura contiene due camere (F0 e F2), poste all'estremit e tra queste si trovano sette differenti strutture di mantenimento(F1).
Tumulo F, allungato.

Camera F0

Questo monumento fu costruito nella prima met del V millennio a.C. e riutilizzato nel III millennio a.C. Si tratta di uno dei pi antichi esempi di architettura monumentale nella Francia atlantica. Gli scavi del 1977 hanno rivelato un tumulo semisferico a gradoni contenente una struttura circolare di 2,5 metri di diametro posta all'interno di tre muri a secco concentrici coperti con una volta in pietra. L'architettura

Tumuli di Bougon

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simile al complesso di Er-Man vicino a Carnac, Bretagna. La tomba, che risale al 4.700 a.C. circa, contiene i resti di una decina di persone, met delle quali bambini. Uno strato di argilla rossa era stato sparso sopra il pavimento. furono rinvenuti alcuni manufatti, principalmente due pentole, sei scalpelli in osso e alcuni strumenti di selce. Essi erano posti vicino alle ossa su due pietre di circa 30cm di altezza che si protendevano dalla parete.
Tumulo F, entrata.

Area F1 L'area nota come F1 non contiene alcuna camera di sepoltura. costituita da una serie di strutture, alcune delle quali di forma rettangolare, che servivano a stabilizzare il monumento. La terra del tumulo conteneva i resti di un uomo, una donna e un bambino. Camera F2 Questa camera, datata ai primi anni del IV millennio a.C., posta a nord del monumento F. Ha inoltre subito un riutilizzo nel III millennio a.C. La camera, di circa 5x2 metri, coperto da una lastra di 32 tonnellate, realizzata in un tipo di pietra disponibile vicino Exodoun, a 4km di distanza. I reperti rinvenuti nella camera sono scarsi ma possiamo citare dei frammenti di ceramiche, alcuni gioielli insoliti (sfere) e strumenti in pietra focaia.

Conclusioni sul sito


1. Tumuli circolari con volte di pietra. 2. Tumuli allungati con piccole camere rettangolati. 3. Grandi camere rettangolari megalitiche.

Gioielli neolitici conservati al museo di Bougon.

Il periodo costruttivo lungo 1.000 anni del sito di Bougon pu essere suddiviso in tre distinte fasi:

Museo
Il museo di Bougon, inaugurato nel 1993, una struttura moderna, che incorpora un antico casale. La mostra incentrata sulla preistoria in generale e il Neolitico, in particolare. Esso custodisce il materiale rinvenuto durante lo scoavo del sito, ma anche le riproduzioni di una stanza dell'insediamento neolitico di atalhyk (Turchia) e del passaggio dalla tomba di Gavrinis (Bretagna). Il museo ha anche un settore esterno per le dimostrazioni di archeologia sperimentale, tra le quali la ricostruzione delle antiche tecniche costruttive neolitiche.
Museo di Bougon.

Tumuli di Bougon

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Bibliografia
Joussaume R., Laporte L.; Scarre C.: Longs tumulus nolithiques et organisation de l'espace dans l'ouest de la France. Mohen J.-P.: Le Site Megalithique de Bougon (Deux-Svres) - les Aspects Symboloiques et Sacrs de la Nkropole. In Probleme der Megalithgrberforschung - Vortrge zum 100. Geburtstag von Vera Leisner. Madrider Forschungen 16 p.73-81 Pingel V. Megalithgruppen und ihre archologische Differenzierung - ein Rckblick. In: Beinhauer K. W. et al. (Hrsg.): Studien zur Megalithik - Forschungsstand und ethnoarchologische Perspektiven. p.37-50 1999
Ricostruzione delle tecniche costruttive neolitiche.

Voci correlate
Barnenez Megalite Preistoria Tomba Tinkinswood

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/ Category:Ncropole de Bougon
Coordinate geografiche: 462223.58N 00401.41W46.3732167N 0.0670583O

[1]

References
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Tumuli_di_Bougon& language=it& params=46_22_23. 58_N_0_04_01. 41_W_type:landmark_region:EU-FR

Long barrow

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Long barrow
I long barrow (lett. lunghi tumuli) sono dei monumenti preistorici risalenti al primo periodo del neolitico, e precisamente, dei tumuli di terra rettangolari o trapezoidali tradizionalmente interpretati come tombe collettive. I long barrows sono anche tipici di altre culture dell'Europa settentrionale del 1o millennio d.C. come quelle celtiche, slave e baltiche.

Long barrow nel Regno Unito


Sono conosciuti circa 300 long barrow sparsi fra Scozia e Inghilterra con una concentrazione maggiore nell'Inghilterra meridionale ed orientale. Altrove nelle Isole Britanniche le genti neolitiche seppellivano i loro morti in tombe megalitiche. Scavi archeologici indicano che la costruzione dei barrow di terra fosse l'ultima Un long barrow di terra ben conservato sul Gussage Down nella zona di Cranborne fase di una complessa sequenza connessa Chase area, Dorset, U.K. con l'inumazione rituale del morto che prende posto nella societ britannica tra il 4000 e il 2400 a.C. Molti siti di long barrow iniziano come piccoli recinti rettangolari di tumuli di terra sormontati da una palizzata in legno, costituente una recinzione mortuaria. Dentro questa veniva costruita una camera mortuaria in legno di una certa dimensione con larghi pilastri di sostegno e, a volte, anche una grande entrata in legno lungo un viale con pilastri ugualmente in legno. I resti umani venivano situati in questa camera, talvolta tutti nello stesso tempo e talvolta in periodi diversi. Spesso le ossa trovate dentro sono disarticolate, il che fa pensare che i corpi fossero soggetti all'esposizione e alla scarnificazione prima che fossero seppellite o sepolte altrove e riesumate in seguito con lo scopo di collocarle nel barrow. Raramente vengono trovati scheletri interi e sembra che soltanto le ossa lunghe e i teschi si conservassero fino all'interramento finale. Oltre cinquanta individui separati venivano situati in ogni recinto, uomini, donne e bambini. Ci sono pochi reperti riguardo agli oggetti funerari in queste sepolture collettive, ma la credenza che tali individui beneficiassero di un alto status. Le camere erano allora circondate e coperte da grandi cairn o venivano date alle fiamme per esempio come nel caso dello Yorkshire. Solo dopo queste procedure il tumulo di terra veniva ad essere innalzato sopra il morto. Il barrow era spesso molto pi grande dell'originario recinto mortuario, per il quale veniva usato materiale scavato, prelevato dai fossati lungo i lati del recinto. Alcuni barrow quando venivano scavati davano prova dei tumuli divisi da recinzioni costituite di canniccio che non avevano nessun apparente scopo strutturale.

Long barrow

101 Un simile gruppo di cosiddette chambered long barrow contiene camere funerarie in pietra, costruite con lastre. Queste possono venire da una tradizione differente o possono indicare differenze nel progetto a causa della disponibilit di materiali usabili. In molti casi, l'erosione e le arature durante i secoli, insieme ai primi scavi archeologici e ai saccheggi hanno lasciato solo le parti in pietra dei monumenti provvisti di camere, mentre alcuni long barrow di terra e legno possono ormai trovarsi soltanto sotto la superficie. Tuttavia, sono ancora visibili nella campagna barrows tra i 15 e 125m di lunghezza, alti 4-5m circa.

Il 50% dei long barrow nel Gloucestershire, il 66% nell'Hampshire, l'80% nel Lincolnshire e quasi tutti i tumuli di Portate alla luce le camere di sepoltura in pietra del sepoltura nell'Essex sono stati danneggiati. Secondo l'English long barrow di Wayland's Smithy, Oxfordshire, U.K. Heritage, le moderne tecniche di coltivazione hanno cos tanto contribuito a danneggiare negli ultimi sei decenni come quelle tradizionali lo hanno fatto nel corso di sei secoli. [1] Si congetturato che i long barrow siano derivati dalle lunghe case in legno costruite dalla cultura continentale neolitica europea della terracotta lineare la quale fu contemporanea al mesolitico britannico. Gli archeologi, incluso Ian Hodder, hanno notato similarit fra le due forme, sebbene sia stato dimostrato molto pi recentemente che un significativo numero di "tumuli lunghi" nell'Inghilterra meridionale abbiano scarsa consistenza funeraria. Tradizionalmente, queste strutture sono state interpretate come 'case' per il morto e che i costruttori di barrow possano aver continuato questa vecchia idea nel neolitico e periodi successivi. In questi lunghi barrow che contengono apprezzabili quantit di resti umani, concentrati in appena una piccola parte della struttura complessiva, ha portato qualcuno ad argomentare che il long barrow non fosse semplicemente un deposito per il morto, ma anche un monumento generale, funzionante come un marcatore territoriale, un luogo di sacrificio religioso e un centro della comunit. Alcuni sembrano essere stati costruiti sopra siti di occupazione preesistente i quali sembra possano sostenere questa interpretazione. Tuttavia, i "long borrow provvisti di camere" (chambered long barrows) sembra siano stati principalmente concepiti come siti funerari di sepoltura. Esempi di long barrow comprendono: Catto Long Barrow, Aberdeenshire, Scozia[2] Fussell's Lodge, West Kennet Long Barrow e White Barrow nel Wiltshire Foulmere Fen long barrow nel Cambridgeshire Giants' Hills nel Lincolnshire. Hazleton North, Belas Knap e il long Barrow di Uley (aka Hetty Pegler's Tump) nel Gloucestershire Julliberrie's Grave nel Kent Stoney Littleton Long Barrow nel Somerset Street House vicino Loftus nel North Yorkshire. Wayland's Smithy nell'Oxfordshire.
Grans Barrow su Toyd Down, Hampshire, U.K. Il tumulo del long barrow lungo 60 metri, largo 20 e alto pi di 2.

Long barrow

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Long barrow in Russia


Birger Nerman fece numerosi scavi riguardo ai long barrow del Krivichs nei pressi di Izborsk.

Note
[1] (EN) www.english-heritage.org.uk/upload/pdf/030725_RippingUpHistory.pdf July 2003 English Heritage - Ripping Up History [2] C.M. Hogan, 2008

Fonti ed ulteriori letture


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Collegamenti esterni
(EN) Pretanic World - Chart of Neolithic, Bronze Age and Celtic Stone Structures (http://www.pretanicworld. com/Monuments.html) (EN) Long barrow search results (http://www.megalithic.co.uk/search.php?sitetype=15) from the Megalithic Portal (http://www.megalithic.co.uk).

Bank barrow

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Bank barrow
Un bank barrow, detto talvolta anche barrow-bank, ridge barrow, o ridge mound (in italiano si pu rendere con cumulo che forma un collina allungata), un tipo di tumulo per prima identificato da O.G.S. Crawford nel 1938. Nel Regno Unito, essi prendono la forma di una lunga, sinuosa collinetta a lati paralleli , approssimativamnete uniforme in altezza e Il bank barrow a Long Bredy sul Martin's Down, Dorset, U.K. larghezza lungo la sua lunghezza, e di solito fiancheggiata da fossati su entrambi i lati. Essi possono essere il risultato di una singola fase di costruzione, o il risultato dell'aggiunta di uno o pi estensioni lineari del cumulo sopra un altro preesistente. Sebbene siano state trovate sepolture dentro il tumulo, nessuna camera funeraria vi stata identificata. Questi antichi monumenti risalgono alla met del neolitico.

Un possibile bank barrow vicino Pentridge nel Dorset, U.K. Il barrow comprende due parti distinte: quella pi alta e stretta (coperta d'alberi) a nord-est e quella pi ampia e piatta (coperta d'erba) a sud-ovest. Queste due parti sono lunghe rispettivamente 50 e 90m. Sebbene siano state considerate due tumuli congiunti in lunghezza, la fotografia aerea ha rivelato che esse possiedono un fossato comune continuo (adesso ricoperto dall'aratura). Un altro suggerimento che la parte occidentale un classico tumulo lungo, con la parte orientale che sembra fungere da coda, aggiunta successivamente.

Esistono meno di 10 bank barrow nel Regno Unito; esempi possono essere trovati a: Maiden Castle, Broadmayne e Martin's Down nel Dorset; Long Low vicino Wetton nel Staffordshire.

Fonti ed ulteriori letture


(EN) Paul Ashbee, The Earthen Long Una veduta del bank barrow lungo 180 metri di Broadmayne, nel Dorset, U.K. Barrow in Britain: An Introduction to the Study of the Funerary Practice and Culture of the Neolithic People of the Third Millennium B.C, Geo Books, 1984. (EN) Niall M Sharples, English Heritage Book of Maiden Castle, B. T. Batsford Ltd, 1991.

Bank barrow

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Collegamenti esterni
(EN) Bank Barrow monument class description [1] from English Heritage [2] (EN) Bank barrow search results [3] from the Megalithic Portal [4]

References
[1] [2] [3] [4] http:/ / www. eng-h. gov. uk/ mpp/ mcd/ bbar. htm http:/ / www. english-heritage. org. uk/ http:/ / www. megalithic. co. uk/ search. php?query=bank+ barrow& sitetype=15 http:/ / www. megalithic. co. uk/

Palafitta
La palafitta un'abitazione primitiva risalente al periodo compreso tra il Neolitico e let del bronzo in Europa, in particolar modo in Svizzera, in Austria, nella Francia orientale e nell'Italia settentrionale ma tuttora in uso presso alcune popolazioni africane, asiatiche e sudamericane. costruita su una piattaforma di legno strutturale appoggiata su pali sempre in legno infissi specialmente nel fondo o sulla riva di fiumi, lagune, paludi o talvolta anche su terreno asciutto, che sostiene una o pi capanne di paglia, legno, canne o altro materiale.

Case costruite su palafitta

Si distingue inoltre per il tipo di realizzazione tra Palafitta "su bonifica" (o semplicemente "Bonifica")[1], costruita in sponda allo specchio o corso d'acqua su un impalcato appoggiato al terreno con tronchi infissi nel limo per consolidarlo, e vera e propria "Palafitta aerea", arrampicata su impalcature aeree sospese sopra il pelo dellacqua. In Italia il primo ritrovamento di una palafitta risale al 1860 ed avvenne a Mercurago, nei pressi di Arona (NO Piemonte), nella zona dove attualmente presente il Parco naturale dei Lagoni di Mercurago; assieme ai resti della costruzione, torn alla luce anche una piroga intagliata nel legno. Un altro sito palafitticolo, il cosiddetto Villaggio delle Macine, considerato finora come il pi grande d'Italia,[2] stato rinvenuto nel 1984 a Castel Gandolfo, sulle rive del lago Albano, nei Castelli Romani.

Note
[1] Immagine: Palafitta su bonifica o Bonifica. (http:/ / www. tragol. it/ prei_storia/ tarzo/ palafitte/ Image23. jpg) [2] Piera Lombardi, riemerso un villaggio preistorico di quattromila anni fa, in Il Corriere della Sera del 19 ottobre 2003 (http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 2003/ ottobre/ 19/ riemerso_villaggio_preistorico_quattromila_anni_co_10_031019033. shtml).URL consultato il 24-10-2011.

Voci correlate
Terramare Museo delle palafitte del lago di Ledro Antichi insediamenti sulle Alpi Casa sull'albero

Palafitta

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Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Stilt houses

Palafitta di Alvastra
Coordinate geografiche: 5817N 1441E58.283N 14.683E
[1]

La palafitta di Alvastra (svedese: Alvastra plbyggnad o Alvastraboplatsen) una palafitta risalente al 3000 a.C. circa, situata nel comune di deshg della contea di stergtland, in Svezia. In Scandinavia si trovano numerosi generi di centri di culto, ma la palafitta di Alvastra unica in tutta l'Europa Settentrionale, ed l'unica di questo genere al di fuori della Cultura del vasellame bucherellato tipica Luogo in cui si trova la palafitta (2005) delle Alpi. Era un centro religioso e sociale stagionale, appartenente ad una trib che ha lasciato nell'insediamento oggetti della Cultura del bicchiere imbutiforme, ma ceramiche della Cultura del vasellame bucherellato. Circa due terzi della palafitta stata scavata dagli archeologi negli anni 190818, 192839 e 197680.

Costruzione
Gli archeologi hanno rinvenuto trampoli fatti con alberi decidui, soprattutto querce, Corylus, olmi e malus. Uno studio dendrocronologico ha dimostrato che la costruzione stata effettuata in due momenti diversi durati 18 anni, e con una pausa di 22 anni. Il lavoro termin quindi 4042 anni dopo che era stato iniziato. Nei primi anni la costruzione consisteva di due superfici rettangolari, delimitate da file di tronchi di quercia, e le superfici erano poste con un angolo obliquo. Ogni rettangolo misurava circa 200 m, ed era diviso in otto o nove stanze. Molte delle stanze avevano pavimenti di tronchi. Le ricostruzioni e le aggiunte furono in parte dovute agli incendi, e la costruzione completa misurava alla fine 1000 m. L'edificio era connesso alla costa tramite ponti presenti su entrambi i lati.

Gli scavi nel 1914

La dimensione della palafitta fa capire che si trattava di una normale opera. Non era fortificata, visto che i pali erano troppo distanti tra loro ed infilati nel terreno troppo poco. La posizione all'interno della palude non era adatta a lavori pratici, ed i veri insediamenti si trovavano sul suolo arabile posto attorno alla palude stessa.

Palafitta di Alvastra

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Primo utilizzo quale centro di culto


La palafitta era abitata soltanto in alcuni mesi estivi. Si trattava del centro sociale della trib o del clan, in cui si raccoglievano in occasione delle festivit, soprattutto dopo la caccia estiva e dopo la stagione dei raccolti. Sono stati trovati circa cento pezzi di calcare sparsi per il villaggio, ad indicare che non esistevano case permanenti, ma solo capanne sostenute da numerosi pali. Attorno ai pezzi di calcare si trovano numerosi resti di pasti, grano carbonizzato e orzo, gusci di nocciola, ossa di animali, pecore e maiali. Ci sono anche resti di animali, come cervi, alci, lupi e orsi, e di uccelli quali germani reali e fagiani, e pesci come lucci e persici Le ceramiche somigliano a quelle prodotte dalla trib di cacciatori e raccoglitori nota come Cultura del vasellame bucherellato, ma utensili ed armi sono simili a quelli della Cultura del bicchiere imbutiforme. I resti di prodotti d'artigianato sono pochi, per cui si pensa che siano stati portati sulla palafitta dai lavoratori che li sacrificavano agli dei. Tra i ritrovamenti pi interessanti si trova un'ascia da battaglia bipenne, che sembra essere stata importante dal punto di vista religioso.

Uso successivo come tomba


Dopo la ricostruzione durata 4042 anni, l'edificio fu utilizzato come cimitero, in cui i morti sembrano posti su piattaforme rialzate tramite pali.

Bibliografia
Nationalencyklopedin

Altri progetti
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References
[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Palafitta_di_Alvastra& language=it& params=58_17_N_14_41_E_

Arbor Low

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Arbor Low
Arbor Low un monumento neolitico costituito da un fossato sacro con al centro un cerchio di pietre (Inglese: henge monument) sito nel Peak District, Derbyshire, Inghilterra[1]. Il munumento fu realizzato su un altipiano a 375 metri sopra il livello del mare[2], in una zona di aride brughiere. Il sito di propriet privata, accessibile attraverso la cortesia del proprietario, ed gestito dalla Peak District National Park Authority[1].

Descrizione
Arbor Low consiste in circa 50 grandi blocchi di calcare, estratti da un sito locale, che formano un cerchio con forma ovale, con monoliti posti alle entrate e, probabilmente, un portale in pietra posto all'ingresso sud. Si nota anche un grande fosso verso l'ingresso nord, che forse conteneva una pietra. Alcuni dei massi sono rotti e probabilmente erano connessi insieme, perci in origine il sito fu realizzato solo con 41 o 43 massi. L'altezza media delle rocce varia da 1,6 a 2,1 metri, mentre i monoliti posti all'ingresso vanno da 2,6 a 2,9 metri di altezza[2]. Nel centro vi sono sette blocchi pi piccoli, disposti sul terreno a formare una specie di arco.[2]. Solo un masso rimasto parzialmente in piedi, tutti gli altri giacciono a terra[2]; sul fatto che le pietre siano oggi quasi tutte crollate si hanno due ipotesi: la prima accuserebbe dei cristiani troppo zelanti, i quali abbatterono il monumento ritenendolo pagano, la seconda attribuisce lo stato attuale del sito al semplice passare del tempo. Alcuni pensano che i massi non siano mai stati eretti e, pertanto, il monumento sarebbe incompiuto. Il cerchio di pietre circondato da un banco di terra ovale, largo circa da 90 a 85 metri e alto 2 metri, con un fossato circostante profondo circa 2 metri e tra 7 e 10 metri di larghezza. Ci sono due ingressi che attraversano sia il fossato che il terrapieno; uno in direzione nord-ovest di 9 metri di larghezza e uno posto a sud-sud-est largo 6 metri. All'interno si trova la piattaforma principale di dimensioni 52x40 metri circa[2].
Sito di Arbor Low.

Resti umani
Resti scheletrici umani sono stati scoperti in prossimit dell'arco centrale interno al cerchio[2] durante gli scavi eseguiti tra il 1901 e 1902.

Paesaggio circostante
Una grande terrapieno fu costruito successivamente a est di Arbor Low utilizzando il materiale prelevato dal banco di terra. Fu scavato nel 1845 e fu rinvenuta una sepoltura a cremazione e altri reperti ora preservati nel Museo della citt di Sheffield. Arbor Low fa parte di un antico complesso di monumenti; infatti collegato al tumulo risalente all'et del bronzo di Gib Hill sito a 320 metri di distanza.

Arbor Low

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Costruzione e di utilizzo
Il fossato, il terrapieno e i due ingressi furono realizzati nel tardo neolitico, mentre le pietre vennero poste in situ successivamente, un po' prima del 2000 a.C. Sembra che il sito sia stato utilizzato fino alla fine dell'et del bronzo, fino a quando, cio, il terrapieno esterno fu utilizzato come cava di terra per la realizzazione del tumulo di Gib Hill[2].

Voci correlate
Stoplesteinan Torhouse Pietre di le
Coordinate geografiche: 531008N 014542W53.16889N 1.76167O
[3]

Note
[1] Arbor Low Stone Circle and Gibb Hill Barrow (http:/ / www. english-heritage. org. uk/ server/ show/ nav. 11520). English Heritage.URL consultato il 3 luglio 2008. [2] The Megalithic Portal and Megalithic Map: Arbor Low 1 Stone Circle (http:/ / www. megalithic. co. uk/ article. php?sid=0003).URL consultato il 3 luglio 2008. [3] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Arbor_Low& language=it& params=53_10_08_N_01_45_42_W_type:landmark_region:EU-UK

Altri progetti
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Casa lunga neolitica

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Casa lunga neolitica


La casa lunga neolitica era una lunga e stretta dimora in legno costruita dai primi "agricoltori" dell'Europa Centrale e Occidentale, dal bacino parigino a quello pannonico, a partire dal VI millennio a.C.[1] Nell'epoca della rivoluzione neolitica e del passaggio dal nomadismo dei cacciatori-raccoglitori alla sedentariet agricola, la casa lunga fu la struttura architettonica indipendente pi vasta che fosse mai stata eretta. Nella documentazione archeologica, le case lunghe sono presenti in numerose regioni e in diversi periodi di tempo. Si pensato che queste case neolitiche non avessero finestre, ma soltanto un'apertura d'ingresso. La parte opposta pi distante dalla porta sembra sia stata utilizzata per l'immagazzinamento dei cereali, mentre le attivit lavorative venivano svolte nella parte anteriore meglio illuminata, con l'area mediana usata per dormire e mangiare. Venti o trenta persone potevano vivere in ogni casa, con villaggi formati di sei o sette abitazioni. Dapprima apparvero nell'Europa Centrale in relazione con le culture del primo neolitico, come la cultura della ceramica lineare o la cultura di Cucuteni-Trypillian. Strutturalmente, le case lunghe del neolitico erano rette da file di grandi pilastri in legno che sostenevano un tetto spiovente. Le pareti non dovevano sostenere molto peso e quindi si pensa fossero abbastanza corte sotto il grande tetto. Delle travi di fondazione si stendevano in fossi lungo i lati per supportare le basse pareti. Come dice il suo nome, la casa lunga era caratterizzata da una larghezza modesta (dai 5,5 ai 7 metri), contrapposta a una lunghezza ben maggiore (in media intorno ai 20 metri, ma non mancano esempi che raggiungono anche i 45 metri, come nel sito archeologico di Bylany, nella Repubblica Ceca).

Il sito archeologico di Balbridie


Uno straordinario esempio di queste primitive strutture in legno si trova nel sito archeologico di Balbridie nell'Aberdeenshire, in Scozia.[2] Gli scavi hanno riportato alla luce le cavit tuttora esistenti per i tronchi di legno che sostenevano la struttura originaria delineandone la conformazione. Il sito si trova in posizione strategica in una fertile area agricola lungo il fiume Dee, molto vicino sia a un antico guado del fiume che a un'altrettanto antica pista di legno nota come Elsick Mounth.[3]

Note
[1] Castleden, op. cit. [2] (EN) Ricostruzione della long house di Balbridie (http:/ / www. arcl. ed. ac. uk/ aos1nu/ glossaries/ gazeteer/ en_balbridie. htm). [3] (EN) C. Michael Hogan, Elsick Mounth, su The Megalithic Portal (http:/ / www. megalithic. co. uk/ article. php?sid=18037) del 22 novembre 2007. URL consultato il 27 dicembre 2011.

Bibliografia
(EN) Rodney Castleden, The Stonehenge people. An exploration of life in Neolithic Britain 4700-2000 BC, Londra e New York, Routledge & Kegan Paul, 1987. ISBN 0-7102-0968-1. (IT) Traduzione italiana di Enza Siccardi e Clara Ghibellini: Stonehenge. Indagine nella Britannia neolitica, 4700-2000 a.C., Genova, Ecig, 1995. ISBN 88-7545-631-3. (EN) Alasdair Whittle, Europe in the Neolithic. The Creation of New Worlds (con la redazione di Norman Yoffee e Susan Alcock), Cambridge, Cambridge University Press, 1996. ISBN 0-521-44920-0. Il 1 capitolo consultabile anche on line (http://catdir.loc.gov/catdir/samples/cam034/95012812.pdf).

Nave di pietra

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Nave di pietra
La nave di pietra era un metodo funerario germanico, tipico della Scandinavia, costituito da lastre di pietra o da monoliti.

Descrizione
A volte avevano dimensioni monumentali. In Svezia la dimensione varia dai 67 metri delle pietre di le a pochi metri. Anche l'orientamento variabile. All'interno possono essere cosparse o addirittura riempite di pietre, o avere pietre erette come pali. L'illusione di essere in una nave e' a volte rafforzata da grandi pietre alle estremita'. Alcune volte si trovano pietre La nave di pietra di Glavendrup, in Fionia settentrionale (Danimarca) oblique in prossimita' della poppa. Questo tipo di architettura spesso legato a cimiteri, anche se a volte sono stati rinvenuti lontano da qualsiasi altro sito archeologico. Esemplari di questo genere si trovano sparsi in Germania settentrionale e lungo la costa degli stati baltici (dove vengono chiamati navi del diavolo). Si crede che rappresentassero le navi in fiamme con cui i morti venivano mandati al largo nel mare. Alcuni scavi hanno dimostrato che solitamente risalgono all'ultima parte dell'et del bronzo scandinava (circa 1000 a.C. - 500 a.C., ad esempio in Gotland) o all'et del ferro germanica, all'era di Vendel e all'epoca vichinga (come in Blekinge e Scania).

Principali navi di pietra


Le pietre di le si trovano in Svezia meridionale. Il complesso lungo 67 metri e largo 19 Le pietre di Askeberga[1] sono la seconda nave svedese per dimensioni, grazie ai loro 55 metri di lunghezza. anche considerata la migliore essendo formata da 24 enormi massi, da circa 25 tonnellata ognuno La collina di Anund[2] una doppia nave situata ad Anund. Ha una lunghezza totale di 100 metri ed una larghezza di 25. Nello stesso luogo si trovano numerose altre navi in pietra Bkke, Danimarca. Circa 25 km a sud di Bkke stata trovata una nave di 45 metri databile all'epoca vichinga

Tomba di Tjelvar

Gettlinge gravfalt, land, Svezia (Environmental Baseline Study, Oland, Sweden, land, Svezia, luglio 2004) Hulterstad gravfalt, land, Svezia include un totale di 170 tombe Fiordo di Kerteminde, Danimarca. stata ritrovata una nave di 20 metri dell'epoca vichinga Lejre, Danimarca. Una nave di circa 80 metri composta da 27 pietre. La nave venne fatta saltare nel 1921 da un proprietario terriero, ma alcuni abitanti del posto riuscirono a salvare le pietre. Anche questa e' dell'epoca vichinga Lindholm Hje nei pressi di Aalborg, Danimarca

Nave di pietra Pietre di Blomsholm. La nave di Blomsholm si trova vicino a Strmstad in Bohusln, e misura oltre 40 metri. formata da 49 grandi menhir. Prua e poppa arrivano a quattro metri di altezza. Nella stessa zona si trovano numerosi altri grandi megaliti Collina sepolcrale di Thyra. Attorno alla collina sepolcrale della regina Thyra a Jelling, in Danimarca, stata trovata una gigantesca nave in pietra lunga 354 metri. la pi grande mai rinvenuta tra quelle risalenti a prima dell'epoca vichinga La tomba di Tjelvar, secondo la leggenda, fu la tomba del mitico scopritore di Gotland, jlfi (Thjelvar), e viene datata al 750 a.C. circa

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Note
[1] Immagini: 1 (http:/ / www. foteviken. se/ sweden/ vasterg/ askeberg/ n2076. jpg) 2 (http:/ / hem. passagen. se/ sagabo/ kabinett/ platser/ askeberga. htm) [2] Immagine (http:/ / www. schwedenecke. de/ a22schif. jpg)

Voci correlate
Menhir Barca funeraria Cerchi di pietre dell'et del ferro

Bibliografia
Nationalencyklopedin Owl Edition della Nordisk familjebok Sito svedese di informazioni (http://susning.nu/Skeppssttning)

Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Stone graves, Gotland

Article Sources and Contributors

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Article Sources and Contributors


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.snoopy., Achille83, Aedo89, Al Pereira, Alkalin, Ary29, Bileo, Buggia, Cruccone, Dani4P, DaveBlack, El Panta, Emiliano Volta, Enzo95, Eumolpo, Filos96, Fog76, Formica rufa, Fra.mastro, Giovannigobbin, Guidomac, Hauteville, Henrykus, Hu12, Ignlig, Io', Jalo, Kal-El, Kanchelskis, Kultinprogress, Limonadis, Lupiae, Luresedoc, MM, MapiVanPelt, Marco 27, Marcok, Marcol-it, Mark91, Markos90, Mazzamauriello, Montinar, MrGiordan, No2, Phantomas, Piero Montesacro, Pietrodn, PippiPalma, Pracchia-78, Riccardo.fabris, Ringhino, Ripepette, Salvopiccolo, Sbisolo, Shardan, Shivanarayana, Spiccolo, Stef Mec, Ticket 2010081310004741, Trixt, 133 anonymous edits Pentre Ifan Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46260480 Contributors: Fog76, Jordi Roqu, 3 anonymous edits Menhir Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=47341969 Contributors: Ariel, Aushulz, Cdowebmaster, Cvicari, Fagairolles 34, Filos96, Fog76, Fontema, Fpittui, Fradeve11, Franco3450, Hellis, Henrysprea, Illy78, Jalo, Johnjohn87, K.Weise, Lord Hidelan, Luisa, MM, Malerbus, Marcok, Mark91, Marko86, Myrabella, Oloferne, Rago, Ripepette, Romero, Shardan, Sir marek, Snowdog, Stonehead, Ticket 2010081310004741, Tirinto, Tomi, Vipstano, Zeo89, 73 anonymous edits Grande menhir spezzato di Locmariaquer Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=47506466 Contributors: Davide, Eumolpo, Narayan89, Tooby, 7 anonymous edits Cromlech Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49485402 Contributors: Calabash, Fidech, Hellis, Keltorrics, M7, MM, Massimop, Snowdog, 10 anonymous edits Cerchio di pietre Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49606386 Contributors: Eltharion, Jalo, Marko86, Sailko, 1 anonymous edits Cerchi di pietre dell'et del ferro Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49606387 Contributors: Archeologo, Codas, Dedda71, Eumolpo, Gac, Jalo, Ripepette, Sailko Henge Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=48623983 Contributors: Archeologo, Basilero, Carlog3, 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