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66 Basi bibliche

L'antica formula di confessione di fede di l C or 15,3-5 .6s., traman-


data da Paolo gi una com osizione svilu ata e molto com lessa
che deriva dal giudeo-cristianesimo di lingua greca del 35 d. C.
(e che aveva forse alla sua base addirittura una formula aramaica). Es-
sa testimonia lajp, rte e la@surrezione di Ges come un evento salvi-
fico: il Messia crocifisso mor per i nostri peccati e fu risuscitato
il terzo giorno (questa non una indicazione storica, ma una espres-
sione simbolico-teologica della svolta salvifica stabilita da Dio; cfr. Os
6,2); la1!!jorte reale di Ges viene certificata con il ricordo della sua se-
altura; la sua.J;lsurrezione con apparizioni
Cefa, ai e ad altri, mediante cui essa divenne loro manifesta.
Da qui risulta un ato evidente: gli elementi fondamentali ed essen-
ziali della cristologia e della soterio ogia si riscontrano gi nelle pi an-
iche testimonianze pasquali, sono quindi gi dati con la stessa fede
pasquale e non sono una aggiunta successiva. - Ora il krygma della
risurrezione, contenuto nelle antiche formule di professione di fede,
pu essere esposto anche in maniera riflessiva e argomentativa (so-
prattutto in l Cor 15,12-58) o essere sviluppato in narrazioni:
2.3 .2 .2. I successivi racconti pasquali
Essi non sono resoconti di esperienze storiche, che riproducono in
maniera protocollare gli eventi, ma sono piuttosto
sotto forma di sviluppo narrativo della professione di fede
pasquale (Ges fu risuscitato) e dell'esperienza pasquale dei primi
testimoni (egli apparve). Tuttavia essi non servono solo a illustrare
quelle formule stringate, ma posseggono anche una loro propria forza
dichiarativa.
C'i)ll racconto del sepolcro.- La forma letteraria pi antica del raccon-
to aella predicazione pasquale nel sepolcro aperto (vuoto) ricorre in Mc
16,1-8 (da cui dipendono Mt 28,1-7 e Le 24,1-11 e da cui influenzato
Gv 20,1.11-13). Esso tutto quanto costruito sul messaggio della ri-
surrezione gi presupposto (Mc 16,6bc) e inscena questo previo mes-
saggio nel contesto del sepolcro, nonch con mezzi stilistici di leggen-
de ellenistiche di rapimenti di persone in cielo (ricerca e mancato ri-
trovamento del cadavere), mezzi che vengono bruscamente interrotti
dalle parole singolari, e quindi segnaletiche, dell'angelo
annunciatore: E risorto (Mc 16,6c). Solo dop_o aver annunciato lari-
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La testimonianza neotestamentaria 67
surrezione l'angelo parla dell'im ossibilit di ritrovare Ges nel se al-
ero: le impoSslbiit quindi solo un se no che successivamente con-
ferma la realt risurrezione di Ges, la giuSillf.
cazione della 112 11 sepolcro a erto (vuoto) non suscita la fede
pasquale, ma solo paura (Mc 16,8a). (Che questo affermi la storicit del
sepolcro vuoto cosa controversa pure fra gli esegeti cattolici. Anche
qualora lo si ritenesse, rimane da osservare che un sepolcro vuoto am-
biguo e da solo non costituisce una J2.fOVa risurrezione, come san-
no gi Mt 27,64; 28,11-15; Gv 20,15). Molto eloquente la conclusio-
ne brusca e aperta del racconto del sepolcro (e quindi di tutto il van-
gelo originario di Marco): col fatto che - secondo la costruzione del
narratore - le donne dovrebbero aver taciuto (Mc 16,8b), la richiesta di .
notizie sul sepolcro viene interrotta e il discorso dell'angelo (Mc 16,6s.)
diventa l'interpellanza direttamente rivolta ai successivi ascoltatori e
lettori: chi vuol ritrovare il Croci/isso deve ascoltare il messaggio e cer-
carlo nella comunit di coloro che seguono colui che li precede (Mc
16,7b). (In Galilea lo vedrete si riferisce anzitutto alle passate appari-
zioni pasqualz; ma poi lascia anche intravedere le esperienze attuali delle
comunit marciane, che sono insediate nella Galilea e nella Siria).
,&) racconti delle apparizioni. - Di apparizioni di Ges la tradizio-
ne pi antica precedente e contemporanea a Paolo parla solo in frasi
brevi di stile formulare (risorto e apparso a Cefa ecc.: l Cor 15,4-7
ecc.). Neppure il primo autore di un vangelo narra l'apparizione deci-
e ai ma allude solo ad essa (Mc 16,7 c). I grandi van-
e poi il dato a loro precedente delle appari-
zwm con diverse vananti; di qui le notevoli divergenze (Mt 28,16-20; Le
24,13-53; Gv 20,19-29; 21,1-23; sempre combinate con la tradizione del
nata indipendentemente, in Le e in Gv 20 trasposte quindi dal-
la G:alilea a Gerusalemme). Dato lo stato delle fonti, una ricostruzione
stanca della successione degli eventi pasquali non possibile.
Teologicamente significativi sono i motivi portanti dei racconti del-
le apparizioni. (l) Il loro motivo principale comune l'incontro libe-
ro e imprevisto con il Risorto. Gli altri motivi si suddividono in due
?i racconti. (2) In un gruppo Ges appare in forma riconosci-
bile, .- cor: aggiustate- un compito, che
fonda l mv10 de1 discepoli a rendere testimonianza, e promette loro la
sua presenza permanente (motivo dell'incarico: Mt 28,16-20; Le 24,36-
49; G_v 20,19-23; cfr. 21,15-22). (3) Nell'altro gruppo Ges appare in
semb1anze non riconoscibili e si fa riconoscere solo successivamente e

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