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ERNST MACH

Introduzione di Aldo Gargani. Traduzione di Sandro Bari

NUOVA UNIVERSALE EINAUDI


iblicatl * Ili, Teatro. Andria, Man cura di Guido Davico So cialism o liberale. A cu lli. Introduzione di Nor io, Decameron. A cura siderazioni sulle cause ei Romani e della loro di Massimo Mori. Cronache torinesi. 1913ergio Caprioglio. dam, Adagia. Sei saggi di proverbi. A cura di ichi. i. 1899-1941. A cura di Juzione e traduzione di (Due vo lum i). s, Considerazioni inatossio Giametta e Maz>n un saggio di GiuliaIngelus Novus. Saggi e izione e traduzione di 2, I caratteri. IntroduRoscioni. Tradizione e li Abruzzese. .a Citt futura. 1917gio Caprioglio. Spettatore. A cura di temi e liriche. Versiolote di Tommaso Lantnza ed errore. Abboza della ricerca. Introirgani. Traduzione di Volumi di prossima pubblicazione Karl Marx, Taccuini etnologici. A cura di Lawrence Krader. Max Weber, Parlamento e governo in Ger mania. A cura di Pietro Rossi. Marcel Proust, Scritti. Traduzione di Mariolina Bongiovanni Bertini e Concetta Trim boii. Friedrich Nietzsche, La genealogia della morale. Con un saggio di Cesare Cases. nandavardhana, Dhvanyiloka. I principi dello dhvani. A cura di Vincenzina Maz zarino. ER N ST MACH

NUE

CONOSCENZA ED ERRORE

I presente volume l'eopere pubblicate nel-

Lire 25 000 (Iva co m p re }

CENTRO RETE S.B.P.I.

_______ _______ _____ I


BIBLIOTECA RAGAZZI AVELLINO

121 MAC

Titolo originale Erkenntnis und lrrtum. Skizzen zur Psychologie der Forschung Copyright 1982 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino
ISBN

88-06-05186-5

44662
Ernst Mach CO N O SCEN ZA E D E R R O R E
Abbozzi per una psicologia della ricerca

Introduzione di A ldo Gargani Traduzione di Sandro Barbera

Giulio Einaudi editore

1982

L A B U O N A A U S T R IA C IT DI E R N S T M A C H

Il significato particolare e inconfondibile che Mach rico pre nella cultura scientifica e filosofica contemporanea l e spressione di quella che W ittgenstein, riferendosi a Bruck ner, Grillparzer e ad altri, chiamava la buona austriacit, e cio un atteggiamento che pi sottile di tutto il resto e la cui verit non sta di solito dalla parte di ci che proba bile Nato a Turas (Moravia) nel 1838, figlio di un precettore presso una grande famiglia di Vienna che si era successiva mente ritirato in un villaggio a una trentina di chilometri dalla capitale per dedicarsi allagronomia, Ernst Mach ave va ricevuto dal padre, temperamento indipendente e disin teressato, uneducazione aperta e liberale che doveva ren derlo presto insofferente verso la disciplina degli studi gin nasiali 2 . N e llIntroduzione a quello che resta uno dei meno noti ma dei pi significativi dei suoi scritti, Die Geschichte und die W urzel des Satzes der Erhaltung der Arbeit [Storia e origine del principio della conservazione del lavoro], Mach dichiarava che fin da ragazzo due cose gli erano sembrate insopportabili e difficili da capire: la prima era che la gente si lasciasse governare da un re anche per un solo minuto; la seconda era l iniqua distribuzione della ricchezza tra gli uomini. M olti anni pi tardi, considerando la divisione del lavoro nella societ, in cui una ristretta minoranza di uomi ni subordina tutti gli altri al lavoro comandato, Mach scri
1 L. W i t t g e n s t e i n , V ermischte Bemerkungen [Pensieri diversi, trad, di M. Ranchetti, Milano 1980, p. 19]. 2 Cfr. r . BOUVIER, La pense d'Ernst Mach. Essai de biographie intelectuelle et de critique, Paris 1923, pp. 1-3.

Vili

INTRODUZIONE

veva che i "diecimila che stanno sopra devono riconosce re con chiarezza ci che devono al popolo lavoratore! \ Mach aveva avuto interessi filosofici precoci: a quindici anni aveva trovato nella biblioteca del padre i Prolegomeni ad ogni metafisica futura di Kant, che dovevano esercitare su di lui una suggestione acuta. Da quel libro egli trasse la convinzione, che doveva accompagnare tutta la sua vita, che noi conosciamo soltanto fenomeni empirici. L altra compo nente della teoria kantiana, e cio la tesi della cosa in s (das Ding an sich), di una cosa inconoscibile che sussi sterebbe al di l delle apparenze empiriche, doveva creargli un profondo disagio intellettuale, altrettanto persistente quanto sarebbe stata l adesione alla prima tesi. Questa ri flessione prolungata doveva raggiungere una sorta di com pimento in unesperienza totale ed estatica che Mach ebbe a diciotto anni quando, trovandosi allaperto in una giornata luminosa d estate, la realt gli apparve come una massa flui da, compatta e continua di sensazioni \ A questa esperienza e a questa scena primitiva, cui la riflessione vera e propria doveva sopraggiungere solo pi tardi, M ach rimase fedele in tutto lo sviluppo successivo del suo lavoro scientifico e filosofico, con una sorta di candore infantile che doveva es sere sottolineato da Einstein: In Mach la gioia immediata di vedere e comprendere, lamor intellectualis Dei di Spinoza era cosi fortemente predo minante che, anche in et avanzata, egli considerava il mondo con gli occhi avidi di un fanciullo e provava il suo piacere pi alto nel concepire il legame tra i fenomeni? Quella esperienza-rivelazione a diciotto anni non aveva avuto per Mach il significato di un rapimento poetico o di una fuga dalla realt; era stata invece l esperienza di uno
3 e . MACH, Erkenntnis unii Irrtum. Skizzen tur Psychologie der Forscbung [Conoscenza ed errore. Schizzi per una psicologia della ricerca], Leipzig 1926s, cap.: Lo sviluppo dellindividualit nell'ambiente naturale e culturale, 19. 4 Cfr. i d . , Die Analyse der Empfindungen und das Verhallnis des Physischen zum Psychischen, Jena 1922 [L'analisi delle sensazioni e il rapporto trty&sico e psichico, trad. it. di L. Sosio, Milano 197J, pp. i\Ci^ A . E i n s t e i n , E. Mach, in Physikalische Zeitschrift, xvn , 1916, pa gine 101-2.

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slancio verso il possesso pi completo possibile della real t 6 . A questa concezione si connette strettamente l inter pretazione della scienza per la quale Mach rimasto famoso e per la quale stato messo sovente in discussione tra gli altri, in particolare, da E . H usserl e da K. R. Popper; e cio l interpretazione strumentale ed economica della scienza, secondo cui la scienza non assolve propriamente a finalit cognitive indipendenti, ma diretta a produrre il miglior adattamento delluomo al suo ambiente e ad estendere pro gressivamente la capacit di controllo del primo sul secon do. Ma sullo sfondo della concezione econom idstica della scienza c era una visione di carattere filosofico che vedeva luomo come parte della natura, e dunque come un essere, anche nella sua veste di ricercatore scientifico, che conduce le sue indagini e le sue osservazioni secondo un criterio di economia che anche il modo di procedere della stessa na tura. E in questo senso, vorrei dire che Mach ha tratteggia to la teoria fisica nei termini di una sorta di Romanticismo nlitaristico che colloca la stessa operazione scientifica nell amiuto 3 un universo di fenomeni naturali che persegue criteri di risparmio e di economia. E cosi nel saggio sulle Torme dei liquidi Mach scriveva che la natura agisce nella costruzione delle figure del liquido sulla base del principio di un sarto avaro ("eines habsichtigen Schneiders ) e non si d pensiero per la m oda, e aggiungeva con quel tipico accento di candore che costituisce il tratto fondamentale del la sua simpatia intellettuale: Voi vedete quante conseguenze si possono derivare dal no stro gretto principio mercantile... E se il principio pu parere poco ideale, tanto pi ideali sono i frutti che esso ha dato. E perch la scienza dovrebbe vergognarsi di questo principio? La scienza in sostanza un affare. Essa si propone, con il mi nimo di lavoro, nel minimo tempo, con il minimo sforzo di pensiero, di appropriarsi la massima quantit possibile del linfinita, eterna verit
6 Cfr. b o u v i e r , La pense d Ernst Mach cir,, p. 5; j. s c h l u m b e r g e r , Lettre un bistorien, in Nouvelle Revue Frangaise, 1920, p. 50. (_J)e. Mach, Le forme dei liquidi , in id., Populr-wissenschaftliche Vorlesungen, Leipzig 1896 [Letture scientifiche popolari, trad, di A . Bongioan-

INTRODUZIONE

Mach si era largamente richiamato alla dottrina dell'economia nazionale di Emanuel Herrmann, che aveva as sunto come principio fondamentale di ogni attivit produt tiva, cosi come di ogni attivit intellettuale, il criterio di ridurre e di concentrare le operazioni allunit pi semplice. La civilt delle tecnologie industriali improntata secondo Hermann a questo principio, esemplificato con il modello del cilindro che, a differenza delle superfici piane, le quali lavorano utilmente solo nel movimento di andata, non com pie alcun movimento allindietro e riduce pertanto a unit operazioni meccaniche altrimenti divise e separate. Per tut te queste ragioni Mach ha insistito in tutti i suoi testi e in particolare in Conoscenza ed errore (che viene qui presen tato per la prima volta in edizione italiana completa) sulla continuit che sussiste tra pensiero comune e pensiero scien tifico. In apertura di testo Mach dichiara infatti: il pensie ro scientifico deriva dal pensiero comune del popolo. Cosi, il pensiero scientifico chiude la linea continua di evoluzione biologica che ha inizio con le prime, semplici manifestazioni vitali; e ancora nella Meccanica nel suo sviluppo storico critico (1883) egli scrive: tutta la scienza ha lo scopo di sostituire, ossia di economizzare esperienze mediante la riproduzione e l anticipazione di. fatti nel pensiero; e nei confronti di Husserl, al termine di questopera, rileva: pro prio ci che Husserl sente come umiliante per il pensiero scientifico, cio il legame con il pensiero comune ( cieco ? ), a me appare ragione della sua grandezza. La scienza non ri guarda solo le accademie dei dotti. Essa ha radici profonde nella vita dellumanit e agisce attivamente su essa s.
ni, Milano-Roma 1900, pp. 8, 13, 14]; id., Die Mechanik in hrer Entwickelung historisch-kritiscb dargestellt, Leipzig 1883 [La meccanica nel suo sviluppo storico critico, trad, di A . D Elia, Torino 19 7 7 , P 483]; cfr. E. h u s s e r l , Logische Ontersuchungen, Halle 19223 [Ricerche logiche, trad, di G . Piana, vol. I, Milano 1968, pp. 202-17]; . R. p o p p e r , Conjectures and refutations, London 1969 [Congetture e confutazioni, trad, di G. Pancaldi, Bologna 1972, pp. 180 sgg.]. ' Cfr. MACH, La meccanica nel suo sviluppo storico-critico cit., p. 4 70 ; id., Conoscenza ed errore, cap.: Pensiero filosofico e pensiero scientifico, 1; in La natura economica delle investigazioni fisiche, in Letture scientifi che popolari cit., Mach scrive: I principi fondamentali che linsigne eco nomista E. Herrmann considera come valevoli per l economia della tecnica,

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Lo scopo dellintelligenza umana e animale risiede, se condo Mach, nellintegrazione concettuale di una serie di tratti d ellambiente naturale che si presenta necessariamen te parziale e lacunosa. In questo senso Mach ravvisa soltan to una differenza di grado tra il cacciatore, che spia il com portamento della preda e sulla base di alcune tracce ne rico struisce e ne integra il comportamento nella misura suffi ciente a catturarla, e lo scienziato come G alilei che, sulla base di alcuni elementi a disposizione quali la posizione, la direzione e la velocit iniziali, integra la parabola di un gra v e . M a, certamente, sorto da bisogni pratici, il pensiero scientifico a poco a poco si differenzia dal pensiero comune per la complessit della sua struttura concettuale che pone scopi autonomi e indipendenti dal soddisfacimento dei bi sogni immediati della vita quotidiana. Nondimeno, la gran de complessit della strumentazione matematica e speri mentale propria della scienza costituisce soltanto una via indiretta e una strategia pi sofisticata per acquisire un con trollo pi ampio e regolato di quellambiente naturale che rimane anche lo scopo del pensiero primitivo e comune. D i qui segue anche l atteggiamento complesso e proble matico che Mach ha intrattenuto con la componente propriamente teorica della scinza fisica, nel senso che da un.
si possono interamente applicare anche nel campo dei concetti comuni e dei
concetti scientifici [trad. it. cit., p. 148; cfr. anche p. 151]. Cfr. e . h e r r MftNN P rinxipien der Wirtschaft [Principi di economia], W ien 1873, pp. 6-7. C fr. w, J e r u s a l e m , Ernst Mach, in D ie Zukunft, 95, 1916, p. 326; J.
blackmoke, E. Mach: his work, life and influence, University of California Press, 1972, pp. 25 e 28; R. h a l l e r , Poetic imagination and economy: E. Mach as Theorist of Science, in Scientific Philosophy Today. Essays in bonor of M. Bunge, a cura di J. Agassi e R. S. Cohen, Dordrecht 1981, pp. 718 4; sullassociazione psichica come requisito di economia cfr. e . m a c h , Psychisches und Organisches Leben Wita psichica e organica], in Osterreichischc Rundschau, xxix, 1911, p. 24. In Die Leitgedanken meiner natur-

wissenschaftlicben Erkenntnislehre und ihre Aufnahme durch die Z eitgenossen [Le idee guida della mia dottrina della scienza naturale e la loro accoglienza presso i contemporanei], in Physikalische Zeitschrift, XI,
1910, p. 601, Mach scriveva che i suoi studi storici sulla meccanica e sulla teoria del calore gli avevano facilitato il cammino verso la sua concezione biologico-economica del processo conoscitivo e dello sviluppo della cono scenza scientifica. 9 m a c h , Conoscenza ed errore, ca p . Pensiero filosofico e pensiero scienti

fico, S

2.

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INTRODUZIONE

lato la teoria scientifica - essendo finalizzata allintegrazio ne di quelle lacune, di quegli spazi vuoti sussistenti in une sperienza parziale - al suo caso limite dovrebbe, per cosi dire, estinguersi nel resoconto descrittivo completo dei fe nomeni osservati; e che dallaltro essa risulta come tale sva lutata dal momento che per Mach soltanto l espressione compendiosa di una classe di fenomeni, conforme a un cri terio di economia intellettuale. Per se stessa, la legge non racchiude un significato e un contenuto conoscitivo pi am pio di quello espresso dalla rappresentazione di un singolo fenomeno individuale appartenente alla classe; mi sia con sentito aggiungere scrive Mach - un punto di vista sulle teorie scientifiche in generale: se tutti i fatti individuali tutti i fenomeni individuali, di cui desideriamo avere cono scenza ci fossero immediatamente accessibili non sarebbe mai sorta alcuna scienza10 . Da ci consegue che per M ach il compito della ricerca scientifica non la determinazione di una struttura sottostante i fenomeni fisici, ma consiste nella correlazione funzionale tra le apparenze empiriche isti tuita con metodi matem atici secondo un principio di conti nuit che rappresenta l estensione di una condizione legifo rm e 11. Con la riduzione della legge scientifica a una cor relazione di dati empirici, Mach respingeva la nozione di forza, di causa ed effetto, assegnando alla scienza fisica un compito essenzialmente descrittivo, che era stato procla mato indipendentemente anche da K irchhof, per il quale il problema della meccanica consisteva nella descrizione com pleta e pi semplice possibile dei movimenti fisici12 . Pi in
10 i d ., Die Geschichte und die Wurzel des Satzes von der Erhaltung der Arbeit [La storia e lorigine del principio della conservazione del lavoro], Prag 1872, pp. 30-31; i d ., La natura economica delle investigazioni fisiche cit., p. 159; i d ., Il principio di comparazione nella fisica, in Letture scien tifiche popolari cit., p p . 191 sgg. Cfr. f . h e r n e k , C ber eine unverofentliche Selbstbiographie Ernst Machs [Su unautobiografia inedita di Ernst Mach], in Wissenschaftliche Zeitschrif t der Humboldt-Universitat Berlin , Mathematisch- Naturwissenschaftliche Reihe, V I, 1956-57, n. 3, p. 215. 11 Cfr. su questo punto F. s e a m a n , Mach's rejection of atomism, in Journal of the History of Ideas, 29, 1968, p. 387. Cfr. Conoscenza ed errore, cap. Pensiero filosofico e pensiero scientifico, 13; Analisi delle sen sazioni cit., p. 102. 12 g . r . k i r c h h o f , Vorlesungen iiber mathematische Physik [Lezioni di fisica matematica], vol. I: Mechanik, Leipzig 1874. Cfr. m a c h , Analisi delle

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generale Mach respingeva le teorie meccanicistiche e atomi stiche della tradizione newtoniana e sostenute in particolare in Austria da J. Stefan, J. Loschmidt e da Boltzmann, se condo le quali tutti i fenomeni fsici erano riducibili alle in terazioni meccaniche di molecole l intensit delle cui forze era funzione della distanza. Questa teoria che, sia pure con qualche limitazione, egli aveva inizialmente accettato nel Compendium der Physik fr Mediciner ( 1 8 6 3 ^ veniva abbandonata sulla base del la considerazione che, essendo l intuizione dello spazio con nessa allorganizzazione sensoriale, non esiste fondamento di legittimit nellascrivere propriet spaziali a oggetti che non sono, in linea di principio, percepibili. Il rifiuto della tomismo e, pi in generale, di ogni teoria fisica che facesse riferimento mediante costrutti concettuali a entit non os servabili, l avversione per quella che in particolare egli chia mava la mania degli assiomi non deducibili dallesperienza guidarono Mach e altri fisici quali Helm, Stallo, O stwald nella direzione della fisica fenomenologica, cio di una dot trina scientifica che si attiene esclusivamente alla descrizio ne completa dei fenomeni mediante l impiego di procedure matematiche, rifiutando l assunzione di qualsiasi entit inos servabile in linea di principio. Su questo terreno, come noto, si svilupp tra la fine del secolo scorso e il principio del nostro un duro, aspro dibat tito tra i fisici fenomenologici e i fisici atomisti, che vide la violenta contrapposizione tra Mach e Boltzm ann14 , il fon datore della meccanica statistica che, vittim a dellincomsensazioni cit., p. 72; id ., La meccanica nel suo sviluppo storico-critico cit., PP- 472, 490-91; id ., Die Geschichte und de Wurzel cit., pp. 33-34; id . , Lettu r e -S fie n tific o -p o p o la r i cit., pp. 153, 186, 201-2. Noi ci basiamo su ipotesi, quando riconduciamo i fenomeni del calo re e della luce ai movimenti di atomi e molecole (gruppi di atomi), perch soltanto una supposizione (Voraussetzung), sebbene una supposizione assai verisimile, che tali atomi esistano (e . M a c h , Compendium der Physik fiir Mediciner [Compendio di fisica per gli studenti di medicina], Wien 1863, p. 56). 1 4 Cfr. su questo punto, tra i numerosi studi, E. b e l l o n e , I modelli e la concezione del mondo nella fisica moderna. Da Laplace a Bobr, Milano 1973; b l a c k m o r e , E. Mach cit., pp. 89, 147, 206-7, 209, 213 sgg.; h o l t o n , Mach, Einstein, and the search for reality, in E. m a c h , Physicist and Philosopher, a cura di R. Cohen e R. J. Seeger, Dordrecht 1970, pp. 165 sgg.

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prensione e dello sconforto, mori suicida a Duino nel 1906. Le vicende successive della fisica teorica avrebbero dato ra gione a Boltzmann, ma questa unaltra storia. Resta che molte delle tesi fisiche di M ach appaiono insostenibili; lo stesso Einstein, che ne aveva riconosciuto i grandi meriti e il forte influsso ricevutone, scrivendo: M ach, uomo di rara indipendenza di giudizio, ha esercitato una grande influenza sui dotti del nostro tempo per la sua teoria della conoscenza e per i suoi scritti storico-critici... Io stesso ho ricevuto da H um e e da Mach, direttamente o indirettamente un forte impulso '^ lo stesso Einstein in un secondo tempo aveva manifestato forti riserve nei confronti della teoria fisica di Mach, rilevando che ad essa erano sfuggiti gli aspetti co struttivi e speculativi immanenti alla formazione della cono scenza scientifica16 . Pure vi sono pensatori che sono grandi e interessanti anche per i loro errori, e certamente Mach uno di questi. Paradossalmente, muovendo da assunzioni che dovevano soccombere sotto l evidenza teorica e speri mentale prodotta dagli sviluppi successivi della teoria fisica tra la fine del secolo x ix e gli inizi di questo, Mach condusse una revisione critica delle basi teoriche della meccanica clas sica che, com noto, costituiscono preludi alla teoria della relativit di Einstein. La matrice di questa analisi storico critica di Mach risiede in unesigenza di chiarificazione con cettuale e di analisi epistemologica del sapere scientifico tra smesso. noto che M ach ha scritto testi di storia della fisica tra i quali la Meccanica nel suo sviluppo storico-critico e la Storia e origine del principio della conservazione del lavo ro 1 7; in essi, come in tanti altri testi, M ach fa effettivamen te storia della scienza, ma il suo assunto non storiografico. Perch in realt egli andava a cercare nella formazione sto rica delle dottrine scientifiche quelle risposte che le siste matizzazioni teoriche delle dottrine scientifiche non erano in grado di dargli. A partire dallesperienza scolastica fino alla ricerca scientifica specialistica M ach aveva esperimenEinstein, E. Mach cit., pp. 101-2. Cfr. Einstein: Philosopher and Scientist, a cura di P. A. Schilpp, Evanston 1949, p. 21. 17 Cfr. A. de lia , E. Mach, Firenze 1971, pp. 81 sgg. e 96 sgg.

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tato un acuto senso di insoddisfazione verso tutti i tipi di proposizioni e di principi che venivano presentati e spac ciati come autoevidenti e come validi a priori. Insomma, Mach era molto sensibile alla circostanza che le forme del sapere non hanno alcuna inesorabilit, se vero che gli uo mini hanno vissuto a lungo senza di esse e che, anzi, le han no ottenute attraverso lunghi e laboriosi tentativi, errori e sperimentazioni. Einstein doveva riconoscere il merito del la critica di Mach nei confronti di principi e concetti pre sentati come certi a priori ed evidenti: Certi concetti che si sono dimostrati utili per mettere ordine nelle cose acqui stano facilmente per noi una tale autorit da indurci a di menticare la loro origine terrena e ad accettarli come dati di fatto immutabili; essi vengono allora muniti di etichette come "esigenza concettuale, dato a priori . La storia, pen s allora M ach, pu dissolvere i dubbi ed eliminare quelle perplessit intellettuali che le teorie trasmesse non sono in grado di fare. Nella Storia e origine del principio della con servazione del lavoro M ach osserva che vi sono due modi di riconciliarsi con la realt che ci circonda, uno quello di assuefarsi ai dubbi, agli enigmi fino al punto di non perce pirli pi come tali, l altro che la via percorsa da Mach consiste nello sforzo di chiarirli con l aiuto della storia. E c co, metafisico per M ach qualsiasi concetto o principio di cui abbiamo dimenticato l origine. La scienza, allora, cessa di apparire come una conformazione teorica rigida e inva riante; in realt la storia, dice Mach, - ha fatto tutto e la storia pu cambiare tutto (die Geschichte hat alles gemacht, die Geschichte kann alles ndern) . Il principio della conservazione del lavoro costituisce il laboratorio teorico, per cosi dire, in cui M ach mette alla prova queste sue idee e convinzioni le quali, implicando in dagini storiografiche, suscitavano sospetti e perplessit da parte dei suoi colleghi, con l eccezione di Josef Popper-Lynkeus, scienziato, scrittore, poeta, riformatore sociale che avrebbe intrattenuto con Mach uno scambio intellettuale
18
m ach

Mach

c it , ,

, Die Geschichte und die Wurzel p. 101.

c it .,

p.

3 ; c fr . e i n s t e i n ,

E.

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durato cinquanta n n i19 . Nella forma usuale il principio della conservazione del lavoro stabilisce che impossibile creare lavoro dal nulla (ovvero che il moto perpetu impossibi le) 2 0 . Q uesto principio, considerato come il fiore della con cezione meccanica d elluniverso e assunto come il princi pio pi alto e generale della scienza naturale stato frain teso, secondo M ach, nel corso dellintera tradizione della scienza meccanica. M ach contesta che esso sia un teorema della teoria meccanica e dichiara che la sua origine logica radicata in modo incomparabilmente pi profondo nelle nostre menti di quanto lo sia la teoria. Anzich un teore ma della teoria meccanica, quel principio costituisce dunque per M ach unassunzione pi remota che precede la teoria meccanica e sulla base della quale in realt la teoria mecca nica stata costruita2 1. Le propriet meccaniche del piano inclinato esposte da Stevin nei suoi Hypomnemata mathe matica n, relative allo stato di equilibrio di una catena chiu sa di sfere di egual peso, equidistanti, distesa intorno a un prisma triangolare, presuppongono un uso tacito e implicito d ellimpossibilit del moto perpetuo2 3 . Analogamente, il principio di Galilei, secondo il quale un corpo in virt della velocit acquisita nella sua discesa lungo un piano inclinato non potr che raggiungere salendo lungo un piano incli nato di qualsivoglia inclinazione - la medesima altezza ver ticale dalla quale era disceso, questo principio che (suppo nendo l inclinazione del piano ridotta a zero) condusse G a lilei alla scoperta del principio di inerzia, non dimostra ma presuppone l impiego del principio d ellimpossibilit del moto perpetuo. La stessa analisi Mach estende alle tratta zioni del principio degli spostamenti virtuali elaborate da Giovanni Bernoulli e Lagrange2 4 . In breve, l impossibilit
Su J. Popper-Linkeus, rimando al mio articolo incluso in La cultura del 900, a cura di R. Bodei, Milano 1979, pp. 215 sgg. 2 0 Cfr. Die Geschichte und die Wurzel cit., p. 4. 2 1 Ibid., pp. 4-5. 2 2 Tomo IV: De statica, Leiden 1605, p. 34; cfr. m a c h , La meccanica nel suo sviluppo storico-critico cit., pp. 1,57 sgg.; id., Conoscenza ed errore, cap. Sensazione, intuizione, fantasia, 14; cap. l problema, 20. 23 m a c h , D ie Geschichte und die Wurzel cit., pp. 5-7. 2 4 Ibid., pp. 7-17,

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del m oto perpetuo, anzich costituire un teorema della teo ria meccanica, un presupposto remoto alla base delle pi importanti estensioni della scienza fisica, pi fondamen tale di qualsiasi teoria, perch la sua validit fu avvertita prima che la teoria meccanica fosse costituita. Q uindi, con clude M ach, la totalit della meccanica cosi basata su unidea che, sebbene non equivoca, tuttavia inconsueta e non paritetica con gli altri principi e assiomi della meccani ca 2 5 D a queste analisi storico-critiche, contenute in Die Geschichte un die W urzel des Satzes von der Erbaitung der A rbeit, che il testo di una conferenza tenuta il 15 novem bre 18 7 1 a Praga e ivi pubblicata l anno successivo, Mach traeva alcune conclusioni che hanno un rilievo decisivo per la concezione stessa della teoria fisica. Mach, cio, consider il principio della conservazione del lavoro non gi come un teorema della meccanica, ma come un principio, anteriore alla formazione della teoria fisica, che ha svolto la sua parte come strum ento di ricerca (als Instrument der Forschung)2 6 . In altri termini, questo principio ha svolto sto ricamente la funzione non di un assioma da cui si deducono logicamente proposizioni fisiche, ma quella di uno strumen to per orientare la costruzione della teoria meccanica. A mio giudizio, con tale suo punto di vista Mach ha anticipato la distinzione compiuta da Einstein tra teorie costruttive e teorie dei principi. L e prime riflettono le procedure della fisica tradizionale, che costruiscono appunto la teoria a par tire dagli elementi costitutivi o supposti tali della struttura della materia, progredendo via via alla formulazione degli assiomi, dei principi e delle leggi generali (tale per esem pio il caso ancora di Lorentz). L e teorie dei principi, invece, sono teorie che, partendo da un principio o comunque da un assetto di legalit del mondo fisico gi assunto, orientano la formulazione d i nuove leggi in termini di coerenza con il principio. In una lettera a M aurice Solovine del 24 aprile 1920 da Berlino, Einstein scriveva che il metodo della teoria della
i5 I b i d p. 13; cfr. p. 19.

2 6 Ibid., p. 19.

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relativit assai analogo a quello della termodinamica; in fatti questultima scienza non altro che la risposta sistema tica alla domanda: come devono essere costituite le leggi della natura in modo che sia impossibile costruire un per 1 . noto che in Zur Elektrodynamik bep e t u a i mobile? 2 wegter Krper [Sullelettrodinamica dei corpi in movimen to] Einstein aveva introdotto nel 1905 due postulati: il pri mo sullequivalenza di tutti i sistemi di riferimento iner ziali, il secondo sulla costanza della velocit della luce nel vuoto per tutti gli osservatori inerziali O ra Einstein sta biliva con ci una teoria dei principi nel senso che le pro priet di tutti i fenomeni fisici, meccanici ma anche elettrodinamici, dovevano essere definite sulla base di questi due principi. Per quanto attiene allaspetto metodologico ed epi stemologico, Mach anticipa per certi aspetti l impostazione einsteiniana nel senso che anche per lui i postulati o assiomi della teoria fisica non sono i termini di una deduzione logi ca ma sono principi che orientano la formazione e la costi tuzione della teoria fisica. In altri termini, dal punto di vista epistemologico vi una stretta affinit tra Mach e Einstein in quanto entrambi - sia pure entro contesti teo rici ben differenti come si vedr - tuttavia dichiarano che la teoria fisica non si impegna a dimostrare l impossibilit del m oto perpetuo ma a definire la legalit dei fenomeni fisici sulla base gi presupposta dellimpossibilit del m oto perpetuo. L e teorie di tipo costruttivo, che per Einstein sono state alla base della fisica tradizionale, procedevano invece secondo una procedura logicizzante fondata sul prin cipio d ellastrazione. Cosi le caratterizzava Einstein in O n the m ethod o f theoretical physics (1933): I filosofi naturali di quei tempi (secoli x v in e xix) erano per lo pi imbevuti dellidea che i concetti fondamentali e i postulati della fisica non fossero, da un punto di vista logi co, libere invenzioni della mente umana, ma potessero essere dedotti dallesperienza per astrazione, cio con mezzi lo
Lettres Maurice Solovine, Paris 1956, p. 18. 2 8 Cfr. Annalen der Physik, iv, 1905, pp. 891-921. Cfr. su questo punto s. b e r g i a , Einstein e la relativit, Bari 1978, pp. 8; sgg.
27 A. e i n s t e i n ,

la

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gici. Un chiaro riconoscimento dellerroneit di questa no zione si ebbe in realt soltanto con la teoria della relativit generale... Il carattere fittizio dei principi fondamentali chiaramente dimostrato dal fatto che noi possiamo indicare due basi teoriche essenzialmente differenti, ciascuna delle quali nelle sue conseguenze risulta largamente in accordo con l esperienza. Questo indica che ogni tentativo di derivare lo gicamente i concetti basici e le leggi della meccanica dai dati ultimi dellesperienza destinato al fallimento!9. M ach aveva analogamente affermato che i principi della teoria fisica, come quello della conservazione del lavoro, non erano logicamente deducibili dallesperienza e che era no strumenti di ricerca precedenti la costituzione della teo ria. P er parte sua Einstein scriveva che il fine pi alto del fisico quello di pervenire a quelle leggi universali che per mettano la ricostruzione delluniverso per via deduttiva. Nessuna via logica conduce a queste leggi universali; sol tanto l intuizione, fondata sulla comprensione simpatetica dellesperienza, pu condurci ad esse... Nessuno di coloro che hanno studiato realmente il problema potr negare che il mondo empirico determina praticamente il sistema teori co, nonostante il fatto che non esista alcun ponte logico tra i fenomeni e i loro principi teorici 3 0 . In sostanza, Einstein sosteneva che gli assiomi (A ) della teoria fisica non sono de ducibili per via logica dalle esperienze (E). Psicologicamen te, egli scriveva, gli A poggiano sulle E, ma non esiste al cun cammino logico che conduca dalle E agli A , bens sol tanto una connessione in tu itiva 5 1. Laddove la procedura logica praticata nella deduzione delle proposizioni singo lari a partire dagli assiomi. Insomma, concludeva Einstein, i concetti non possono essere mai derivati logicamente dal l esperienza... Morale: se non si pecca contro la ragione, non si combina nulla, o per meglio dire, non si pu edificare
29 a. einstein, On th e m e th o d o f th e o r e tic a l p h y sic s. The Herbert Spencer Lecture delivered at Oxford 1933, Oxford at the Clarendon Press, p. 11. 3 0 Motiv des Vorschens, 1918 [trad. it. di F. Fortini, in e i n s t e i n , Idee e opinioni, Milano 1958, p. 215]. 3 1 Cfr. e i n s t e i n , Lettres M. Solovine cit., p. 120.

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una casa, n costruire un ponte senza impiegare unimpal catura che per non ne fa parte 3 2 . Anche per M ach un principio della teoria fisica, quale quello della conservazione del lavoro, non ha un fondamen to logico, non il termine di una procedura dimostrativa. Q ual , allora, si domanda Mach, lo statuto epistemologico di un tal principio e che ne della teoria meccanica che ora sembra priva di un sicuro fondamento razionale? Se il punto di vista meccanico - egli scrive cosi fluttuante e precario che non pu fornire alcun fondamento sicuro per questo teorema e se probabile che il nostro principio non sia fondato su unintuizione positiva, perch su di esso fondata la pi importante conoscenza positiva, su che cosa poggia il principio [della conservazione del lavoro], e da dove viene il suo potere di convinzione che ha sempre gui dato i pi grandi scienziati? 3 3 . La risposta di Mach che il principio della conservazione del lavoro, anzich un teo rema o un principio logicamente ottenuto per astrazione dai dati, unassunzione - anteriore alla formulazione delle teo rie della meccanica che si formata e sedimentata incon sciamente e involontariamente nel corso di una esperienza millenaria attraverso la quale gli uomini sono passati in pre senza dei fenomeni meccanici che sono stati per loro i pi familiari. L osservazione istintiva e inconsapevole precede sempre quella consapevole, cio l indagine scientifica. Questi primi atti conoscitivi costituiscono anche oggi il pi solido substrato di ogni pensiero scientifico. Le nostre cognizioni istintive... appunto perch noi abbiamo la certezza di non avervi contribuito in alcun modo con la nostra co scienza e con la nostra volont, si impongono alla nostra mente con unautorit e con una forza logica tale che leguale non si trova mai in cognizioni volontarie acquisite e derivate da fonti ben note, delle quali sarebbe facile riconoscere la fallibilit. Tutti i cosiddetti assiomi sono cognizioni istinti ve di questo genere.
3 2 Moral: wenn man gar nicht gegen die Vernunft siindigt, kommt man iiberhaupt zu nichts... (ibid., pp. 120 e 128). 3 3 Cfr. m a c h , Die Geschichte und die Wurzel cit., pp. 33-34.

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E in questo senso M ach forniva la sua nuova e certamente impressionante concezione della spiegazione scientifica: questultima non consiste pi, come invece era stata tradi zionalmente intesa, nella riduzione di fatti complessi e inin telligibili a principi logicamente evidenti e intelligibili ma, al contrario, nella riduzione di inintelligibilit nuove e insolite ad altre inintelligibilit ma pi familiari e note, qual appunto l impossibilit del m to perpetuo. Ci si illude solitamente nel ritenere di aver ridotto linintelligibile allintelligibile. La comprensione consiste esclusi vamente nellanalisi; e solitamente si riducono inintelligibilit non comuni ad altre inintelligibilit ma pi comuni 3 . La spiegazione consiste dunque per Mach in una sorta di movimento che riconduce qualcosa di nuovo, di inquietante a qualcosaltro che altrettanto incomprensibile dal punto di vista logico, ma che pi familiare e comune. Q uali fatti verranno assunti come basici e fondamentali nel senso di arrestare ad essi il m ovimento di ci che chiamiamo soli tamente spiegazione, questo non affare della logica o della teoria scientifica, ma dipende unicamente dal costume e dalla storia3 5 . Dalla variet dei fenomeni assumibili come punti di riferimento per la spiegazione scientifica Mach traeva una ragione per avversare il primato della meccanica sulle altre branche della scienza fisica, quali la termologia o l elettrologi. Tale primato non era giustificato da fondamenti logici e teorici, ma esclusivamente dalla situazione storica e antropologica degli uomini che nel corso della loro vita hanno avuto maggiore familiarit con i fenomeni di tipo meccanico. Cosi in D ie Geschichte und die W urzel des Satzes von der Erhaltung der A rbeit Mach scriveva: il risultato di una concezione erronea credere, come si fa nellepoca presente, che i fatti meccanici siano pi intelligibili degli altri, e che essi forniscano il fondamento dei feno34 Cfr. m a c h , La meccanica nel suo sviluppo storico-critico c i t . , p p . 35 e 473; id . , Die Geschichte und die Wurzel c it ., p p . 31-32. Cfr. Letture scientifico-popolari c i t . , p p . 145-46, 161; Conoscenza ed errore, c a p . Pensiero filosofico e pensiero scientifico, 14. 3 3 Cfr. M ACH, Die Geschichte und de Wurzel cit., p. 32.

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meni fisici. Questa credenza sorge dalla circostanza che la storia della meccanica pi antica e pi ricca di quella della fisica, e che noi abbiamo avuto maggiore familiarit con i fe nomeni meccanici per un tempo pi lungo. Chi pu esclude re che in un tempo futuro i fenomeni elettrici e termici ci appariranno nello stesso modo, quando saremo riusciti a co noscere e ad avere familiarit con le loro regole pi sem plici? *. H o sottolineato pi sopra l'affinit di M ach con Einstein nella comune delineazione di una teoria dei principi in con trasto con le teorie di tipo costruttivo proprie della tradi zione. tempo ora di rilevare anche la loro differenza: quei principi o assiomi della teoria fisica che anche per Einstein non sono logicamente derivabili dallesperienza, per Mach costituiscono assunzioni involontarie e inconscie, che gli uomini si sono formate a contatto con l ambiente naturale della loro vita; per Einstein, invece, essi sono libere costru zioni della mente, risultati di una costruzione teorica dai quali si derivano quelle proposizioni singolari e specifiche che devono trovarsi in una connessione chiara e univoca con le esperienze fisiche . E d per aver trascurato questa dimensione teorica e costruttiva della ricerca fisica che Ein stein alla fine prese le distanze da Mach. E nondimeno in quella combinazione di scoperte geniali e di errori che costi tuisce la sua cifra intellettuale peculiare, M ach, muovendo dal suo criterio di economia di pensiero e dal principio epi stemologico secondo il quale la fisica deve attenersi esclusi vamente a entit osservabili, svolge una critica radicale del la teoria newtoniana e della meccanica classica mettendo in discussione le nozioni di tempo e spazio assoluti, modellan do una concezione del principio di inerzia che prelude, in termini informali, alla teoria della relativit generale di Einstein. Il tempo e lo spazio assoluti non sono validi stru m enti d i riferimento e d i fatto Mach rileva che i fisici per le piccole distanze nella loro effettiva ricerca adottano la terra
3 4
487.

Jbid. Cfr. La meccanica nel suo sviluppo storico-critico cit., pp. 484 e

3 7 Cfr. e i n s t e i n , On the method of theoretical physics c i t . , p . 9 .

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come sistema di riferimento, mentre per quelle maggiori assumono come sistema di riferimento il sistema delle stel le fisse. Il principio di inerzia, quale era stato definito nel corso della tradizione fisica classica a partire da Cartesio, N ew ton, Eulero e altri appariva a Mach formulato in ter mini astratti e logicizzanti, anzich nei termini di un con creto ragionamento fisico. Un corpo persiste nel suo stato di quiete o di movimento se non interviene una forza che lo devii dal suo stato; in breve l inerzia designa uno stato in cui non si verifica alcuna accelerazione. La base di questo ragionamento dunque: che ragione vi che un corpo devii dal suo stato se non interviene una forza a disturbarlo? Mach scrisse nei Prinzipien der 'Wrmelehre [Principi della teoria del calore] (1896) che questa argomentazione ricor da m olto da vicino la cosiddetta prova ontologica dellesi stenza di D io; il che molto scolastico . Sovvertendo la concezione tradizionale, Mach cerc una ragione fisica di questo principio, assumendo l inerzia non gi come la resi stenza che un corpo nello spazio oppone allaccelerazione, ma come la resistenza che esso oppone alle accelerazioni prodotte dalle masse di tutti i corpi che costituiscono l uni verso fisico. Il principio di inerzia, anzich nei termini di una legge primaria e universale, quale l aveva concepito la tradizione classica, veniva assunto da Mach nei termini del la forma asintotica di una legge di pi ampia generalit che m ette in conto le concrete condizioni fisiche, trascurate da quella tradizione1 D . Il principio di Mach, assumendo l iner zia come un caso lim ite delle interazioni dinamiche sussi stenti tra i corpi delluniverso, preludeva al principio del l unificazione del moto gravitazionale e del moto inerziale che appunto il tema della teoria della relativit generale4 1
3 8 Cfr. le osservazioni di M ACH, in Letture scientifico-popolari cit., p. 159 e i numerosi passi in La meccanica nel suo sviluppo storico-critico cit. 3 9 e. M a c h , Prinzipien der Wrmelehre [Principi della teoria del calore], Leipzig 1896, p. 56; La meccanica nel suo sviluppo storico-critico, pp. 252 sgg., 258, 280 sgg.; cfr. D'ELIA, E. Mach cit., pp. i ; 6 sgg. 4 0 Cfr. l. rosenfeld, Considerazioni non filosofiche sulla causalit in fisica, in AA.v v., Le teorie della causalit, Torino 1974, P *45 4 1 Einstein stabilisce, com noto, nella teoria della relativit generale un principio dal quale risultano unificati moto accelerato gravitazionale e

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di Einstein. Questi in The origins of the general theory of relativity (1933) affermava infatti: Mi era ben nota, naturalmente, lidea di Mach che l iner zia non rappresenta la resistenza allaccelerazione come tale, ma la resistenza allaccelerazione relativa alla massa di tutti gli altri corpi nelluniverso. Questa idea mi affascin4 2 . E ancora in una lettera a Solovine scriveva:

Il pensiero di Mach che l inerzia riposa sullazione reci proca dei corpi contenuta in prima approssimazione nelle equazioni della teoria della relativit 4 3 . In una delle sue opere pi famose, La meccanica nel suo sviluppo storico-critico, M ach respingeva la nozione new toniana (che gli appariva circolare) della massa come quan tit di materia, reinterpretandola come una propriet dina mica, ossia come il rapporto tra le accelerazioni che due corpi si imprimono l uno sullaltro; anche in questo caso M ach analizzava una nozione della fisica classica nei termini di un ragionamento che tiene conto delle concrete condizio ni fisiche di un fenomeno. La nozione di massa veniva per tanto definita da M ach in termini dinamici: Diciamo corpi di massa eguale quelli che, agendo luno sul l altro, si comunicano accelerazioni eguali e opposte... Se sce gliamo il corpo A come unit di misura, attribuiremo la mas sa m a quel corpo che imprime ad A unaccelerazione pari a m volte laccelerazione che esso riceve da A . Il rapporto delle masse il rapporto inverso delle accelerazioni prese con se gno negativo... Il nostro concetto di massa non deriva da al cuna teoria. Esso contiene soltanto la precisa determinazione di un fatto 4 4 .

moto inerziale. Cfr. Grundlage der allgemeinen Relativitatstheorie, in Annalen der Physik, 4 , 4 9 , 1 9 1 6 , p p . 7 6 9 -8 2 2 [Fondazione della teoria generale della relativit, trad, di M. Pratelli, in Cinquantanni di relativit, Firenze 1 9 5 5 , p p . 5 0 9 -18 ]; cfr. anche e i n s t e i n , E. Mach cit., p . 1 0 3 . 42 A. e i n s t e i n , The origins of the general theory of relativity, Being the first Lecture at the George A. Gibson Foundation in the University of Glasgow delivered on June 20th, 1933, Glasgow University Publications, n. xxx, 1933, p. 6. 41 id ., Let Ires . Solovine c i t . , p . 2 2 . 41 M a c h , meccanica nel suo sviluppo storico critico c i t . , p p . 236-37.

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Conoscenza ed errore riprende i temi della metodologia scientifico-filosofica e dellepistemologia di M ach nei termi ni di unantropologia filosofica che ne costituisce l orizzonte unitarioTEo sfondo di questa concezione naturalmente co stituito dalla rappresentazione di una massa fluida, continua e compatta di sensazioni sulla quale si applicano le azioni della vita umana quotidiana cosi come le operazioni intellet tuali in un nesso di transizione di perfetta continuit4 5 . Da questa corrente omogenea di dati sensoriali Mach, per cosi dire, ritagli le nozioni di oggetto fisico, di corpo da un lato e di io, mente dallaltra. I termini corpo, oggetto fisi co, m ente, io non rappresentano infatti strutture so stanziali, autonome e indipendenti, ma sono i simboli con i quali gli uomini, trattando con l esperienza, designano nes si d i relativa stabilit sussistenti tra le apparenze sensibili. Corpo, oggetto fisico, oppure io, mente sono costrutti concettuali artificiali ritagliati sul medesimo flusso continuo e omogeneo di quelle unit dellesperienza che M ach chiama elementi ( Elem ente ). Respingendo ogni dualismo metafisico, M ach riconduce le distinzioni tra fisi co e psichico, tra natura e pensiero a modalit diverse di combinazione degli elementi di unesperienza continua e o m ogenea^ Mach, secondo una linea interpretativa condi4 5 Il passaggio dalle rappresentazioni sensoriali pi determinate attra verso il pensiero comune fino al pensiero scientifico pili astratto di tipo continuo (Conoscenza ed errore, cap. Una considerazione psico-fisiologica, 4). Il mondo non consiste dunque per noi in essenze misteriose le quali, interagendo con unaltra essenza, altrettanto misteriosa, l io, generano le ''sensazioni , che sole ci sono accessibili. I colori, suoni, spazi, tempi... sono per noi provvisoriamente gli elementi ultimi di cui dobbiamo indagare la connessione data. In ci consiste appunto linvestigazione della realt. In questa ricerca non possiamo lasciarci impedire dalle nozioni composte e dalle delimitazioni (corpi, io, materia, spirito...) che sono state formate in vista di fini pratici, particolari temporanei e limitati (Analisi delle sensazioni cit;hpp. 57-38). (5 La nostra concezione si differenzia anche da quella di Fechner, che considerava i fenomeni fisici e quelli psichici due aspetti d una sola realt. In primo luogo la nostra concezione non ha affatto un sostrato metafisico bens corrisponde solo ad unespressione generalizzata di esperienze. Inoltre noi non distinguiamo due aspetti diversi di una terza entit incognita-, gli elementi da noi trovati nellesperienza, dei quali indaghiamo la connessio ne, sono sempre gli stessi, di un solo tipo c solo a seconda della loro connes-

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visa anche da Russell e poi ripresa dal primo Carnap, assu me i suoi elementi come dati empirici anteriori alla distin zione tra corpo e io, tra mente e natura. La sua dottrina degli elementi pertanto costituisce una forma di 'monismo neutral)che assume una corrente di dati empirici - che non sono pi psichici di quanto siano fisici - quale matrice co mune dei concetti di io, corpo, oggetto fisico". Ma poich questi elementi sono di fatto presentati anche come sensa zioni, si presenta una fondamentale difficolt, che del re sto connessa alle riserve critiche mosse frequentemente a M ach di essere un filosofo fenomenista e solipsista, che per parte sua egli si preoccup sempre di respingere4 8 (a que sto riguardo Einstein scrisse che soltanto chi non aveva let to le opere di Mach poteva considerarlo un idealista). Mach consider seriamente i suoi elementi come unit basiche con le quali costruiamo sia i concetti di corpo, di oggetto fisico, sia i concetti di io e di mente; dunque come unit basiche anteriori rispetto alle opzioni filosofiche di carattere ideali stico o m aterialistico . Ma al tempo stesso la circostanza
sione ci si presentano ora come elementi fisici ora come elementi psichici {Analisi delle sensazioni cit., p. 81). 4 7 Se ora noi scomponiamo l intero mondo materiale in elementi che siano anche elementi del mondo psichico, e che in quanto elementi di que stultimo vengono chiamati abitualmente sensazioni, se noi inoltre conside riamo compito unico della scienza lo studio del legame, della connessione, dellinterdipendenza di questi elementi omogenei di tutti i campi, potremo attenderci con buone ragioni di fondare su questa concezione una costru zione unitaria, monistica e di liberarci dellinfausto e fuorviante dualismo (ibid., pp. 271-72). 4 8 Cfr. Conoscenza ed errore, cap. Pensiero filosofico e pensiero scienti fico, 7-9; cap. Una considerazione psico-fisiologica, S 4; cfr. Analisi delle sensazioni cit., p. 307. 4 5 Conoscenza ed errore, cap. Pensiero filosofico e pensiero scientfico, 5. Sulle accuse di soggettivismo idealistico rivolte a Mach con particolare riferimento alla polemica di Lenin con Mach e con i machisti russi, cfr., tra i numerosi studi, j. t. blackm ore, E. Mach cit., cap. 15; R. S. Cohen, Machists and Marxists: Bogdanov and Lenin, in appendice al saggio E. Mach. Physics, Perception and Philosophy of Science, in e. mach, Physicist and Philosopher cit., pp. 156-60; A. de lia , E. Mach cit., pp. 244-52; A. Pannekoek, Lenin filosofo. Critica ai fondamenti filosofici del leninismo, Milano 1972, PP. 53-69 Si veda ora, per la ricostruzione della polemica tra Lenin e Bogdanov - il fautore marxista delle tesi di Mach in Russia - e per lana lisi critica di Materialismo ed empiriocriticismo di Lenin nel suo intreccio di filosofia e scienza, il saggio introduttivo di Vittorio Strada, N fede n scienza, alla raccolta dei testi di A . Bogdanov e di altri nel volume Fede e scienza, Torino 1982.

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che questi elementi siano sensazioni sembra contraddirne il carattere monistico e neutrale, sbilanciandone la base su un versante soggettivistico e fenomenistico. Si pu tentare di superare la difficolt delucidando le ragioni metodologiche che sorreggono la strategia filosofica di M ach. Mach faceva sul serio quando asseriva il carattere neutrale dei suoi ele menti e di fatto costruiva qualsiasi entit fisica o psichica a partire da essi indistintamente. M a al tempo stesso la sua metodologia empiristica esigeva che questi elementi fossero osservabili e controllabili empiricamente; di qui il loro ca rattere sensistico che non doveva pregiudicarne la natura in senso idealistico e fenomenistico. La dottrina degli ele menti di Mach ha il com pito di soddisfare il requisito meto dologico di scomporre qualunque entit nei termini di dati che siano empiricamente osservabili e controllabili, elimi nando ogni riferimento a entit inosservabili e inconosci bili. E d cosi che sulla massa fluida dei dati empirici le ope razioni sia del pensiero comune sia di quello scientifico si esercitano costituendo oggetti che sono connessioni di ele menti . Ma tali connessioni non sono strutture o entit ri gide e fissate una volta per sempre nel corso della vita (im Laufe des Lebens); queste associazioni di elementi vengo no talvolta indebolite o addirittura sm antellate5 1. Questa variabilit degli oggetti, siano essi fisici o psichici, dipende fondamentalmente dallorientamento e dalla direzione delle pratiche connettive e associative dirette dall 'interesse, ma trice comune del pensiero popolare e di quello scientifico. Ben lontano dallappiattire la conoscenza in una passiva re gistrazione di dati, M ach dichiara il carattere arbitrario del fatto empirico. Ci che viene chiamato fatto per Mach sempre qualcosa di arbitrario e di imposto (etwas willkiirlich und gewaltsam ), in quanto tracciato e delineato in vista degli scopi e degli interessi che dirigono le opera zioni intellettuali. Conseguentemente, la conoscenza non pu solidificarsi in forme definitive e rigide, perch i limiti entro i quali i fatti vengono arbitrariamente fissati si spo
5 0 Cfr. ibid,, SS 6, 8. 51 Cfr. ibid., cap. Memoria, riproduzione e associazione, 7.

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stano sempre pi avanti col progredire del pensiero scienti fico 5 2 . I l fatto empirico, che oggetto dellinvestigazione scientifica, il risultato di unastrazione involontaria (unw illkurliche A bstraktion) che seleziona alcuni elementi come rilevanti rispetto ad altri che vengono tralasciati, con ferendo al caso individuale il carattere di un caso generale (allgemeinern ), il quale rappresenta m olti casi individuali dello stesso tipo 5 \ Anim ato da un atteggiamento positivi stico, che si articola con un approccio costruttivo e attivo, M ach vede nel fatto empirico constatato dalla scienza il ri sultato di unastrazione che consiste essenzialmente in que sta ripartizione d ellatteggiamento, dellinteresse e dellat tenzione 5 4 . L accertamento esatto puro e semplice dei fatti e della corrispondente rappresentazione mentale esige, gi di per s, pi attivit autonoma di quanto in genere si supponga. Per poter dire che un elemento dipende da uno o pi altri, come si dispone la loro dipendenza reciproca, che tipo di dipenden za funzionale c, lo scienziato deve aggiungere del suo, al di l dellosservazione immediata. Non si pu pensare di po ter ridurre tutto questo definendolo descrizione5 S . Anzich nella registrazione passiva dei fatti, Mach vede la scienza impegnata ad articolare attivamente la massa flui da dellesperienza secondo una grammatica di paradigmi influenzati dai presupposti teorici, dagli interessi della ricer ca e dalle finalit della vita quotidiana. Indichiamo con il termine osservazione ladattamento del le idee ai fatti, con il termine teoria ladattamento delle idee tra loro. Neppure osservazione e teoria sono separabili in mo do netto, perch quasi tutte le osservazioni sono gi influen zate dalla teoria e, se hanno sufficiente importanza, influenza no a loro volta la teoriaS 6 .
s2 Ibid., cap. Pensiero filosofico e pensiero scientifico, 45 3 Ibid., cap. Deduzione e induzione dal punto di vista psicologico, 15. 5 4 Ibid., cap. Il concetto, 7. 5 5 Ibid., cap. Deduzione e induzione dal punto di vista psicologico, 16. 5 6 Ibid., cap. Adattamento delle idee ai fatti e delle idee tra loro, %1.

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M ach coglieva in Conoscenza ed errore quel nesso reci proco di teoria e dato osservativo che si trova oggi al centro dellepistemologia postneopositivistica (e segnatamente in P. Feyerabend) per la quale residuo di una mitologia filo sofica il concetto di un dato osservativo neutrale, che per tanto si dichiara sempre carico di teoria. Ma certamente insieme allanalogia va rilevata anche la differenza che corre tra il concetto di teoria scientifica di Mach e i concetti che circolano nellepistemologia contemporanea. E a questo ri guardo incontriamo quella nozione di casualit alla quale Mach ha attribuito una parte cosi importante nella forma zione della conoscenza scientifica. Infatti le connessioni tra gli elementi d ellesperienza (che sono l oggetto dellindagi ne scientifica) non scaturiscono originariamente per Mach da una costruzione razionale e metodicamente controllata, bens dal caso (Zufall ). Pi in generale, M ach sostiene che le scoperte scientifiche, il linguaggio, la scrittura, la moneta non sono stati escogitati dalla riflessione ( berle gun g), ma appunto dal caso. La conoscenza, che connessione di tratti dellesperienza, originariamente una combinazione di ele menti che si data casualmente e che successivamente lo scienziato, cosi come l uomo comune, hanno proceduto a strutturare metodicamente. i I \ Si conosce solo ci che si gi esperito, casualmente, sia con i sensi sia mentalmente. In un campo in cui non si ha nessuna esperienza non si possono risolvere problemi... An cora una volta, lattivit spirituale dello scienziato e dellin ventore si rivela non sostanzialmente diversa da quella del l uomo comune. Ci che questultimo esegue istintivamente, lo scienziato lo forma con metodo5 7 .

Scoperte dapprima istintivamente e casualmente, deter minate combinazioni di tratti ed elementi della nostra espe rienza vengono assunte e privilegiate rispetto ad altre; esse vengono ripetute e messe alla prova in nuove circostanze fintantoch da casuali e istintive che erano assurgono alla fine allo statuto di procedure riflesse, consapevoli e meto
5 7 Ibid., cap. Il problema, 8.

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d ich e51. In quanto consentono una migliore e pi compren siva integrazione d ellesperienza e conseguentemente una pi appropriata integrazione delluomo al suo ambiente, le procedure scientifiche costituiscono una strada indiretta per consentire quellaccomodamento con l esperienza circostan te che il processo diretto dello stimolo e della reazione im mediata non consente agli animali in ferio riS 9 . L importanza che Mach annette al caso e allistinto si giustifica nel paesag gio che egli ha tracciato della realt quale campo di unespe rienza fluida e continua dal quale sono completamente spa riti cose, sostanze, soggetti separati e indipendenti. I con cetti non sono pi rivolti a catturare realt pi profonde e sottostanti l esperienza, ma sono degli organizzatori (Ordner ), dei sorveglianti (Aufseher ) che, nella peculiare d ivi sione del lavoro della scienza, dirigono quei lavoratori (Arbeiter) subalterni che sono costituiti dalle rappresentazioni sensibili. Ogni tipo di vita intellettuale prende quindi le mosse dal le sensazioni e vi ritorna. I nostri veri operai psichici sono le rappresentazioni sensibili, ma i concetti sono gli organizzatori e i sorveglianti, che li intruppano al loro posto mostrando la mansione da svolgere6 0 . I concetti sono i modi consapevoli e riflessi ai quali gli uomini attraverso prove, tentativi ed errori hanno saputo sollevare le pratiche casuali e istintive proprie della loro v i ta. I concetti e le leggi della scienza sono per Mach una rac colta di strumenti (eine Instrumentensammlung ) che servono a limitare le nostre aspettative nei confronti d elle sperienza; in sostanza, essi servono a sperare, ma a sperare con successo. Le combinazioni trovate casualmente nelle
5 8 L accantonamento provvisorio delle dipendenze meno significative, l anticipazione delle connessioni pi significative, vanno intesi come una mossa semplificatrice essenziale. Entrambi i tipi di semplificazione vengono trovati istintivamente anzitutto sotto l influsso del bisogno pratico, della necessit o dellorganizzazione psichica, e solo in seguito lo scienziato li usa in modo consapevole, esercitato e metodico (ibid., cap. Pensiero filosofico e pensiero scientifico, 13). 5 9 Ibid., cap. omonimo, 1. Ibid., cap. Sensazione, intuizione, fantasia, 1. 6 1 Ibid., cap. Senso e valore delle leggi di natura, 8.

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sperienza effettiva sotto forma di ipotesi e di leggi, forti di un punto di contatto con la realt, tracciano unaspettativa, una previsione relativa a un punto in cui la realt per cosi dire non ancora, ma in cui attesa che si presenti. Soltanto il successo ( Erfolg ) , cio il prender corpo del fenomeno atteso o ipotizzato entro lo spazio ancora vuoto dellaspetta tiva, sanziona il conseguimento di una conoscenza; diversamente saremo stati in errore. M a conoscenza ed errore, Erkenntnis und Irrtum, provengono dalla medesima fonte, da quella corrente di esperienze vissute e fluide di fronte alla quale gli uomini comuni cosi come gli scienziati di continuo sperimentano e mettono alla prova i loro apparati concet tuali, la loro grammatica della percezione, i loro paradigmi di visione. Il mondo per Mach unimmane massa oscillan te di sensazioni, in cui incerta la linea di distinzione tra l esperienza della realt e l esperienza del sogno, nel quale le nostre rappresentazioni prendono le vie pi sorpren denti, un mondo in cui si verifica, come dice Mach il fat to rimarchevole che unidea continua ad esistere e ad agire senza essere al livello della coscienza... ed assai probabile - egli aggiunge - che le idee una volta formate, anche se non sono pi nella coscienza, nondimeno mantengano la loro esi stenza... In questa circostanza esse sembrano agire come una sorta di gravame e di impedimento... In certa misura connessi a questi sono i fenomeni che Breuer e Freud hanno descritto recentemente nel loro libro sullisteria 6 3 . D i fron te a questo mondo fluido, le forme della nostra cultura fis sano lim iti revocabili dipendenti dai paradigmi della perce zione e dalla dimensione soggettiva del tempo. Se ci figuriamo i movimenti lenti del camaleonte ancora pi rallentati, e invece i lenti movimenti prensili delle liane molto accelerati, le due procedure farebbero si che per los servatore si affievolirebbe notevolmente la distinzione tra movimenti animali e processi di crescita delle piante6 4 .
6 2 Ibid., c a p . o m o n im o , 6 . 6 3 Ibid., c a p . Memoria, riproduzione e associazione, 8; M ACH, Prinzi pien der Wrmelehre c it ., p p . 4 4 3 -4 4 . Cfr. . C o h e n , E. Mach. Physics, Perception and Philosophy of Science, i n m a c h , Physicist and Philosopher
c it ., p p . 15 2 -5 3 .

6 4 Conoscenza ed errore, c a p . Riflesso, istinto, volont, io, 6 .

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INTRODUZIONE

Radicati come sono in questa comune mat.-ice della cono scenza e dellerrore, non esistono per M ach alcun sentire, volere e pensare isolati e lo stesso linguaggio un tipo di reazione (Reaktionsweise ) 6 5nei confronti di complessi di sensazioni. Le parole, cio, non caratterizzano propriet astratte delle cose in isolamento, ma designano i modi in cui gli oggetti naturali reagiscono gli uni sugli altri e i modi in cui gli uomini trattano con le situazioni della loro vita. Anche il linguaggio una parte di quellesperienza istintua le organizzata che si chiama natura. E qui non si potr man care di rilevare l'affinit profonda, per questo aspetto, tra la concezione del linguaggio di Mach e quella dellultimo W itt genstein per il quale il linguaggio uno strumento ausilia rio, unulteriore estensione del nostro comportamento ( ein H ilfsm ittel und weiterer Ausbau dieses Verhaltens), per il quale il nostro gioco linguistico istinto, e per il quale infine il linguaggio unattivit naturale come camminare {gehen), un tratto, cio, della nostra storia n a tu ra le^ P er parte sua Mach aveva sottolineato che nel linguaggio comu ne tutto istintivo, senza il nostro intervento consapevole, sia la nozione che abbiamo dei fatti sia la delimitazione del significato delle parole... Si impara a p a ria ree a capire la lingua come si impara a camminare ( gehen)>ySJ M ach aveva formato il suo pensiero attraverso la pratica della ricerca fisica, della sperimentazione per la quale ave va un particolare talento, e attraverso u n analisi storico critica della letteratura scientifica per un bisogno di chia rezza suscitato dalla sua insofferenza e dal suo rifiuto fin dallinfanzia nei confronti di ogni imposizione autoritaria di principi e di concetti in cui ravvisava il contrassegno caJ l Ibid., cap. Una considerazione psico-fisiologica, 4. (2? Cfr. l . W ittg en stein , Zettel, a cura di G . E. M. Anscombe e G . H. von Wright, Oxford 1967, 545; id., Ricerche filosofiche, Torino 1967, 25. *3 Man lernt eben sprechen und die Sprache verstehen, so wie man gehen lernt (Conoscenza ed errore, cap. Jl concetto, 6). Per questa con cezione del linguaggio come attivit naturale cfr. F. m a u t h n e r , Beitrge zu einer Kritik der Sprache, vol. I, Leipzig 1923, . 15, per il quale parlare unattivit come respirare (Atmen) e appunto camminare (Gehen). Su que sto punto rimando al mio lavoro Wittgenstein und die wissenschaftliche und literarische Kultur in Osterreich, in Sprache und Erkenntnis als soziale Tatsache, a cura di R. Haller, Wien 1981, pp. 14-15.

LA BU O N A A U S T R IA C IT DI ER N ST M ACH

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ratteristico della metafisica. E la sua metodologia di una grana fina, in tessuta dei molteplici filamenti che costituisco no il corpo della scienza. L epistemologia oggi pu ricono scere o ritrovare la suggestione del pensiero di Mach pro prio nella sua indicazione della complessit dei fattori che costituiscono le dottrine scientifiche. Dire la verit e soltan to la verit, ha osservato il filosofo americano Nelson G ood man, troppo poco; dire tutta la verit, ha per aggiunto, francamente troppo. L impresa scientifica non diretta semplicemente a una verit qualunque, ma a una verit che sia interessante, ricca e significativa. Mach senti appunto il bisogno di ripercorrere l intera tradizione storica della letteratura fisica tradizionale; e, forse, per averla studiata e compresa meglio di altri egli riuscito, come in questi casi succede, a formare un pensiero nuovo; soltanto chi ha get tato uno sguardo attento su ci che vecchio sa scoprire una forma nuova.
ALDO GARGANI
Pisa, estate 1982.

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