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Due processi in Egitto

In questa breve relazione mi voglio concentrare su un tipo di documento ben preciso: si tratta di papiri contenenti registrazioni scritte di processi dell'Egitto Romano in lingua greca. Essi presentano due tipi di interessi: in primo luogo sono utili per comprendere la realt politica, economica e sociale dell'Egitto quale provincia romana, esemplare l'uso delle testimonianze papiracee fatte da Nap tali !e"is. In secondo luogo permettono di esaminare come effettivamente avveniva un processo in una provincia romana, e i cambiamenti procedurali in et imperiale rispetto all'et repubblicana. #a un punto di vista lessicale interessante esaminare in c e i contenuti giuridici espressi dalla lingua latina propri del diritto romano vengano veicolati dalla lingua greca c e pure presenta concetti giuridici assai diversi da quelli romani. I papiri non ci permettono invece di cogliere elementi riguardanti la lingua parlata, in quanto il greco utilizzato nella compilazione un greco $di cancelleria%. !e persone incolte non si esprimevano neppure in greco ma in Egiziano e la registrazione scritta riporta dei loro discorsi una resa in un greco medio. Infatti la registrazione di questi processi difficilmente pu& essere considerata una precisa registrazione parola per parola. Non il caso di dilungarsi su questo problema molto dibattuto ma l'estensione stessa dei papiri rende l'ipotesi altamente improbabile. I processi trasmessi dai papiri durerebbero solo poc i minuti. 'erto vero c e i casi da esaminare erano moltissimi, tanto c e al prefetto dell'Egitto ne giungeva solo una porzione tra i molti, e c e pertanto i processi non potevano durare molto tempo, ma una durata di soli due o tre minuti risulta difficilmente credibile. In questo lavoro intenderei soffermarmi proprio sull'aspetto procedurale, e per farlo mi servir& di due testimonianze particolarmente rilevanti anc e per la buona conservazione del testo e per i relativamente scarsi problemi paleografici: il papiro !ondinese ()*) e il papiro +,+ della 'olumbia universit-. !a datazione dei processi rispettivamente del ()./()+ e del 001/02..

Situazione socio economica.


3 per& necessario, per comprendere la natura dei processi, osservare la realt socio economica dell'Egitto romano. In primo luogo le parti dei due processi sono di origine Egiziana. Entrambi i processi sono successivi all'editto di 'aracalla c e estendeva la cittadinanza praticamente a tutti i cittadini dell'impero e quindi ufficialmente non vi era pi4 una distinzione tra Romani, 5reci e Egizi. In realt l'attitudine del potere romano verso gli Egizi rimase profondamente differente rispetto a 5reci o Romani. Nap tali !e"is a parlato di una vera e propria 6part eid. 7i erano infatti quattro citt 5rec e: 6lessandria, Naucrati, 8ebe e 6ntinopoli mentre il resto dell'Egitto era diviso in nomoi c e avevano ognuno una capitale una metropoli. Nonostante queste citt cercassero di darsi

ordinamenti e stile di vita simili a quello delle citt grec e l'amministrazione romana le tenne sempre ben distinte tanto da sfavorire i matrimoni misti. Intorno a queste metropoli vi erano i villaggi di campagna in cui risiedeva la popolazione rurale. !'Egitto era sostanzialmente concepito come una provincia da sfruttare per soddisfare il fabbisogno di cibo di Roma e delle numerose truppe romane. 'i& si esplicitava in un'intensa tassazione. In realt rispetto al periodo tolemaico ci& c e faceva sentire il suo peso sugli abitanti dell'Egitto non era tanto l'introduzione di nuove tasse quanto la sistematicit e l'efficienza con cui avveniva la riscossione. 6i Romani ci& c e pi4 interessava era la riscossione del grano e pertanto la tassazione sui campi avveniva sotto forma di prelievo di una parte del raccolto. Inoltre bisogna considerare come non tutte le terre fossero a disposizione dei contadini egiziani. !e terre migliori, le pi4 fertili erano direttamente propriet dell'imperatore. 6 queste si aggiungevano le terre di propriet dello stato romano e poi gli estesi latifondi di poc e famiglie romane. Inoltre oltre alla regolare tassazione bisogna tenere conto dei numerosi soprusi da parte di c i riscuoteva le tasse. !a riscossione delle tasse era infatti appaltata a dei privati con un sistema c e sembrava un invito alla corruzione in quanto c i otteneva l'appalto mirava a ottenere un utile e aveva a disposizione ogni mezzo per poter ottenere il pagamento. 9lteriori soprusi erano causati dalla brutalit dei soldati c e spesso illegalmente requisivano il raccolto o altri mezzi di sostentamento. :ossediamo molti papiri c e contengono lamentazioni verso fatti simile e pi4 volte i governatori dell'Egitto tentarono di porre un freno a queste pratic e c e per& rimasero alquanto diffuse. ;ueste difficili condizioni facevano s< c e in caso di un anno con raccolto scarso =fatto alquanto probabile se si tiene conto della variabilit delle piene del Nilo> la situazione dei contadini divenisse disperata. 6nc e perc alle tasse sulla terra si aggiungevano molte altre tasse, compresa quella sulla persona. :ertanto era una pratica piuttosto diffusa c e proprietari di piccoli appezzamenti di terra non sapendo come far fronte alla tassazione abbandonassero le loro terre e i loro averi e si dessero a vivere alla macc ia. Nei casi pi4 estremi potevano unirsi tra di loro e formare gruppi di briganti ma pi4 spesso scappavano nelle grandi citt come 6lessandria dove speravano di mimetizzarsi in mezzo alla grande folla. Nel )? d.'. a @iladelfia ogni sette o otto abitanti c'era un fuggitivo. Aa la tassazione in caso di fuga di un proprietario non era sospesa: quanto era dovuto all'amministrazione romana da c i era fuggito veniva ric iesto alla comunit del villaggio andando ad aggravare la situazione degli altri membri. :er porre rimedio a questo spopolamento gli imperatori erano costretti sovente a offrire un condono a ogni fuggitivo c e tornasse a riprendere possesso delle sue terre. ;uesta esattamente la situazione c e emerge dal papiro della 'olumbia 9niversit-. 7i sono due donne Berosi e 8aesis c e anno ereditato alla morte del padre alcune terre nel villaggio di Caranis, oltre a una casa ad 6rsinoe. :er evitare la tassazione sono fuggite. !a comunit del villaggio dovendo assumersi l'onere di pagare le tasse su quel terreno decise di

ammortizzare i costi, coltivando le terre abbandonate. #opo qualc e anno le due donne sono tornate e anno ric iesto indietro le loro terre. Aa Nilo, c e nel frattempo aveva sposato una delle due donne, fece una petizione =libellus termine tecnino in latino c e il greco si limita traslitterare> perc D, a suo dire e secondo l'opinione sostenuta dall'avvocato 8eodoro, la comunit gli avrebbe restituito anc e di pi4 di quanto non fosse loro per liberarsi di terre c e erano soggette a tassazione. 6lla fine si scoprir c e le terre contese erano davvero parte dei possedimenti delle due donne e c e quindi il contenzioso sar risolto a favore della comunit del villaggio. Aa il semplice fatto c e fosse ipotizzabile c e qualcuno desiderasse cedere gratuitamente le proprie terre e c e qualcuno potesse non volerle, pu& mostrare a quali livelli fosse la crisi nel I7 secolo, ma gi a partire dalla prima met del III nell'Egitto. Eltre alla tassazione il potere romano faceva sentire il suo peso per mezzo di altre forme: le corvees e le liturgie obbligatorie. Il primo mezzo era utilizzato in primo luogo per rendere efficiente al massimo il sistema di irrigazione, con tutti gli abitanti dei villaggi c e erano c iamati a turno a svolgere alcuni giorni di lavoro obbligatorio non pagato per la manutenzione dei canali. !e liturgie derivavano dalla tradizione greca ma avevano davvero poco in comune con quelle della polis di 6tene. Esistevano liturgie di ogni tipo e di ogni livello tanto c e potevano toccare ogni persona e non solo i ricc i. In pratica solo i nulla tenenti ne erano esclusi. Esistevano infatti liturgie modeste come colui c e aveva il compito di attendere a c e il dovuto fosse portato nel magazzino della citt e poi trasportato fino a 6lessandria. 9n ruolo piuttosto risc ioso in quanto se il grano era minore del dovuto o presentava delle imperfezioni la colpa cadeva proprio su di lui. Aa le liturgie pi4 pesanti pesavano sulle spalle di c i rivestiva una carica c e veniva c iamata magistratura sebbene fino al (.. a.'. tali caric e non avessero una reale funzione di governo. :er rivestire queste caric e veniva infatti ric iesto di pagare una somma c e era maggiore, pi4 importante era la carica. Fe l'assunzione di queste liturgie offriva un grande prestigio e alcuni esponenti dell'aristocrazia locale potevano giungere a un livello tale di munificenza da finanziare la costruzione di edifici di pubblica utilit, specialmente a partire dalla crisi c e colpisce l'impero Romano con la fine dell'et dei Feveri, le spese legate all'assunzione delle caric e potevano diventare un obbligo sempre pi4 pesante tanto c e poteva diventare molto difficile trovare persone a cui affidare le magistrature. 3 proprio il caso del secondo processo c e prenderemo in considerazione, ovvero quello del papiro di !ondra. Il senato di 6rsinoe, citt metropoli di un nomos dell'Egitto, a tentato di liberare dal peso delle spese l'aristocrazia cittadina, nominando perc occupassero alcune caric e degli abitanti ricc i della campagna. 9na tale azione non era permessa in quanto l'assunzione delle caric e era privilegio, o obbligo =dipende dalle prospettive e dalla situazione economica> della sola classe dei Aetropoliti, gli abitanti delle campagne ne erano esclusi. !a legge di Fevero, quella c e per la prima volta riconosceva una qualc e funzione di

governo alla bul delle Aetropoli, stabiliva questo fatto c iaramente. 3 interessante notare come l'avvocato dei Aetropoliti cerc i di giustificare il comportamento della sua parte: la legge stata fatta quando le condizioni economic e erano floride, ora invece non si gode neppure minimamente di una simile ricc ezza e quindi c i governa a il dovere di considerare le leggi e prendere le decisioni in base anc e alla situazione contemporanea. !ogica e impossibile da ribattere la risposta del prefetto: se le condizioni delle citt si sono impoverite la stessa cosa avvenuta anc e nelle campagne. 6ncora una volta lo sfondo quello della povert e della grave crisi economica c e affligge le province romane. Il sistema giudiziario nell'Egitto Romano. In et imperiale vi un cambio decisivo all'interno della procedura giudiziaria. Il giudice non pi4 un privato scelto tra le classi censitariamente pi4 alte ma un magistrato c e deriva il suo potere direttamente dall'imperatore. ;uesto da un lato rende la sua interpretazione meno libera ma lo veicola fortemente ai decreti emanati dagli imperatori. 8utte e due i processi c e noi prendiamo in considerazione sono decisi da decreti imperiali. Aa dall'altro lato gli attribuisce un potere molto pi4 ampio, da arbitro imparziale diviene lui stesso il motore all'interno del dibattito processuale. :u& intervenire per interrompere le parti, per riprenderle anc e duramente e soprattutto pu& svolgere un'attivit di inc iesta incalzando le parti con domande per verificare la validit delle loro affermazioni. 6nc e il ruolo degli avvocati molto cambiato rispetto ai processi dell'et di 'icerone. 7enendo meno la giuria, oltre c e il pubblico, lo spazio per abili discorsi retorici viene meno. 'i& c e a valore sono in primo luogo le disposizioni imperiali e le leggi. !'avvocato non pi4 un retore, ma un professionista della legge. Il suo atteggiamento verso la corte diviene di netta inferiorit. 6l massimo pu& permettersi di suggerire al giudice, c e un magistrato imperiale, di fare una domanda a una parte, oppure pu& c iedere il permesso per leggere un documento. ;uesto stato di inferiorit pu& essere in parte mostrato anc e dal crescere delle forme di cortesia e di ossequio verso la corte. :u& bastare uno dei molti esempi, forse il pi4 efficace, c e si pu& trarre dal papiro della 'olumbia 9niversit- e c e risalta ancora di pi4 se si considera c e la corte qui rappresentata da un magistrato minore rispetto al prefetto. ?: GH IJ KL MNJNIJNOL L MJPQKRLSTHL K UVTL KPWK GRXNUKHJY LLZT[\ MNJN]^UPTNR MJP_\ KP_ LNGRGS`NR KH_L UH_L XN]NJZKHKN \ KR TNKa[ \ L b bKbYbGb RXPR XVXRL^XNURL MJ\ T\ GRXNUK^JRPL. In parte conta anc e il grado in cui si trova il magistrato. Nel caso del papiro di !ondra a dirimere la questione il prefetto, carica massima in Egitto, e quindi non stupisce c e usi un tono imperioso.

cXVdSTVLZ\ KV TVKN_ KL L K UQTefPgQ bhVY VM=VL>i KY\ UQLSIVR KH_L ePQh^Lj fgUkQJY[L =^K[ J> VM=VL>i UQLSIVR TV_L MJWKNLR\ hZI XNR_ K GPXVL, IbNJ _b b UQLSfI g[bL LZbTP\ UKYL. l cNeV LP\ MfNgJbkbfPg\ mIWMKPQ NK VM=VL>i LZTP\ GRNXZL KYLR kJnTVLP\j MJWKNLY\ fKRg\b b UQLNINInLiKY\ MJWKNLR\ UfQL^gINIVL KH_L ePQh^Lj oYhRMMP\ b ^K[J VM=VL>i JNMY[L MJWKNLR\ K bH ePQhH_L UQL^INIVL, UQLNk] bfVgU bfN GV_gb ePQhH_ LPTNUYNL M VMbPYHKNR XNKN_ KP_ ]P\i 6nc e nel papiro della 'olumbia il defensor civitatis opera un vero e proprio interrogatorio c e mette spalle al muro Nilo =il delegato delle due donne> portandolo a contraddirsi. Inoltre forte del decreto imperiale, esprime un giudizio c e la petizione dell'avvocato delle donne difficilmente potr ribaltare. !a differenza per& nell'atteggiamento tenuto durante il dibattito. Nel primo caso il prefetto stronca sul nascere ogni tentativo di sviamento da parte degli avvocati, mentre nel secondo caso 8eodoro, avvocato delle donne, riesce a intraprendere una serie di argomenti tendenziosi, c e se esaminati non apportano nessun dato al processo, cercando di non fornire una data c e possa far comprendere c e il terreno era appartenuto al padre delle donne da 2. anni, e il defensor civitatis non interviene. 'oncretamente ci& faceva s< c e il processo, da come lo possiamo scorgere dai papiri, fosse composto dalle testimonianze delle parti, dei testimoni, da alcune osservazioni degli avvocati e poi dalla frequente lettura di documenti scritti. Nulla di pi4 lontano dalle orazioni di 'iceronep Fu tutto ci& il magistrato esercitava la sua autorit e ne gestiva i modi e i tempi. In teoria il giudice supremo era l'imperatore ma solo i cittadini romani potevano fare appello alla sua persona. 6nc e dopo il decreto di 'aracalla rimase quasi impossibile per un comune Egiziano essere giudicato dall'imperatore in carne e ossa. !'autorit suprema in ambito giudiziario in Egitto era il prefetto, magistrato nominato dall'imperatore come governatore della provincia. Egni anno il prefetto, la cui sede era ad 6lessandria, era tenuto a compiere un viaggio per l' Egitto per indagare l'amministrazione dei nomoi. #urante questi viaggi, il prefetto soggiornava nelle Aetropoli, ma comunque non scendeva mai a sud di Aenfi o 6rsinoe. !e petizioni c e giungevano alla cancelleria del prefetto erano moltissime e per lo pi4 il prefetto, o i suoi segretari, si limitava ad affidarle a ufficiali minori specialmente allo strategos del nomos. Nel caso del papiro di !ondra abbiamo la fortuna di vedere come giudice direttamente il prefetto dell'Egitto 6ppio Fabino in quanto come parte in causa vi era l'aristocrazia della Aetropoli e il nodo della questione riguardava l'assegnazione delle caric e. Nel caso del papiro della 'olumbia universit- dove invece abbiamo un processo c e riguarda una realt rurale per una comune questione di tasse troviamo come giudice un semplice defensor civitatis. 6nc e nell' Egitto romano, cos< come era a Roma, nel caso di un processo c e non vedesse coinvolto lo stato, l'azione giudiziaria spettava al privato c e doveva far _L

approvare la sua petizione dall'autorit competente =stratogos o epistrategos>. 6lcuni di questi reclami c iedevano c e fosse proprio questa autorit a giudicare altri invece si rivolgevano al prefetto. :er avere qualc e speranza c e il prefetto prendesse in considerazione la propria ric iesta bisognava avere qualc e persona pronta a intercedere ad 6lessandria e non era certo una cosa comune. Inoltre quando un caso superava le competenze degli ufficiali locali e doveva essere giudicato dal prefetto non si aveva alcuna garanzia del fatto c e il proprio caso sarebbe stato discusso. 6bbiamo alcune testimonianze c e ci raccontano di processi c e procedono per anni senza giungere a una conclusione. !a gente comune dei nomoi doveva aspettare c e vi fossero le assise destinate al loro nomos, quando il prefetto risiedeva per due o al massimo tre mesi a Aenfi o 6rsinoe> e ogni nomos non poteva disporre c e di poc i giorni. Nel (.1 d.'. al prefetto giunsero +,.2 petizioni per due soli giorni di seduta. :ertanto il prefetto non poteva c e riservarsi i casi pi4 importanti o c e vedevano coinvolte personalit di spicco. :ertanto molti casi erano affidati ai strategoi. In alcuni casi poteva essere lasciata a loro solo l'indagine mentre il giudizio poteva essere espresso dall'epistrategos =il funzionario a capo di una delle tre unit amministrative in cui i nomoi dell'Egitto erano divisi> o addirittura dal prefetto. Aa nel maggior numero dei casi era lo strategos a dover dirimere la questione. 9n problema molto serio era il risc io del continuo dilazionarsi della giustizia. 'i& non era dovuto alla parte accusata, in quanto era obbligata a dare garanzie di presentarsi e qualora non potesse offrirle poteva essere tenuta in stato di fermo. Il problema vero era l'esecuzione delle sentenze. I singoli amministratori locali, o perc D corrotti, o perc D inefficienti, potevano impiegare molto tempo a eseguire le sentenze c e veniva dall'alto. I vari decreti e esortazioni atte a limitare questo fenomeno non testimoniano altro c e la grande frequenza con cui ci& avveniva. Brevi osservazioni linguistiche I papiri in lingua greca come si detto non sono particolarmente utili quali testimonianza del greco parlato. 'erto la sintassi spesso assai lontano da essere quelle letteraria e in certi punti risulta cos< complessa da diventare oscura. 6 parte la registrazione, pi4 o meno fedele, delle testimonianza, gli interventi del redattore sono limitati pressoc D all'introduzione dei discorsi e delle letture. !e forme sono fisse, i discorsi diretti sono introdotti quasi sempre dal verbo eipein abbreviato in ei. ;uesto predomino assoluto di questo verbo pu& essere spiegato sia per un'evoluzione indipendente sia come una traduzione del latino dixit. Fi pu& incontrare anc e il verbo apoqrinein c e ovviamente non pu& mai riferirsi al magistrato. !a lettura di un documento introdotta dal verbo anagignosco, mentre alla conclusione si pu& trovare TVK KL LSIL[URL.

Nelle testimonianze pi4 antic e normalmente la carica e la funzione dei parlanti era specificata solo la prima volta. :oi si incontrava solo il nome proprio. Invece nei due casi da noi presi in considerazione tale norma non pi4 rispettata ma molto spesso viene ripetuta, insieme al nome, anc e la titolatura. In generale si nota nei papiri una progressiva standarizzazione e i due papiri presi in considerazione presentano uno stile e una forma linguistica media di cancelleria. Infine una piccola nota conclusiva. #ifficilmente si pu& trarre qualcosa da queste testimonianze per quanto riguarda la lingua parlata in quanto la registrazione delle testimonianze in un greco standard. 5li Egizi parlavano in Egizianoj nel papiro della 'olumbia, Nilo a un'interprete c e traduce le sue parole.

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