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FS2364. Essere e tempo (sezione seconda, 45-83) di M.Heidegger. Meury Carrasquero. 158959.

CAPITOLO SECONDO
Lattestazione da parte dellEsserci di un poter-essere autentico e la decisione 54 Il problema dellattestazione di una possibilit esistentiva Ci che si cerca un POTER-ESSERE AUTENTICO dellEsserci che sia ATTESTATO dallEsserci stesso nella sua POSSIBILIT ESISTENTIVA (320)1. Lattestazione permette la COMPRENSIONE (Verstehen) di un poter-essere autentico dellEsserci. Con la perdizione dellEsserci nel SI tutto gi sempre deciso circa il poter-essere dellEsserci pi prossimo ed effettivo, cio circa i compiti, le regole, le misure, lurgenza e la portata dellessere -nelmondo prendente e avente cura (320). LEsserci abbandonato nella pubblicit del SI INAUTENTICO. Lattestazione la possibilit dellautenticit dellEsserci. Nel SI quel che sceglie indeterminato, ma lindeterminazione solo pu essere interrotta attraverso lEsserci ritornando a se-Stesso. LEsserci deve decidere di scegliersi se-Stesso. Scegliendo la scelta di scegliersi se-Stesso lEsserci rende possibile il proprio poter-essere autentico. Ma come lEsserci perso nella pubblicit, prima di tutto deve trovarsi, in altre parole deve essere mostrato nella sua autenticit possibile, infine lEsserci bisogna di unattestazione di un poter essere se-Stesso. Per trovare questattestazione, si dovr prendere in esame quellinterpretazione quotidiana nota come VOCE DELLA COSCIENZA. 55 I fondamenti ontologico-esistenziale della coscienza La coscienza d qualcosa a comprendere. Dire che la coscienza APRE vuol dire che appartiene alla STRUTTURA ESISTENZIALE dellEsserci. LEsserci si sente situato nel mondo, immerso-in (Befindlichkeit). LEsserci un ente gettato, in cui esser-gettato aperto, in modo pi o meno chiaro e profondo, da un stato emotivo (324). Da questo STATO EMOTIVO la COMPRENSIONE
Ci riferiremo sempre alledizione italiana a cura di Franco Volpi sulla versione di Pietro Chiodi.
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cooriginaria. Nella pubblicit del SI lEsserci un con-essere. In questo stato di comprensione lEsserci pu stare a sentire agli altri. LEsserci che d ascolto al SI quotidiano PERSO nella CHIACCHIERA pubblica. La caratteristica del SI la chiacchiera, e la possibilit dINTERROMPERE questascolto deve essere opposta al SI. Questopposizione la CHIAMATA. La chiacchiera equivoca, rumorosa. La chiamata dovr farsi sentire silenziosamente, inequivocabilmente e senza appiglio per la curiosit. Ci che d a comprendere chiamando in questo modo la coscienza (324). La chiamata un modo del DISCORSO (Rete). Il discorso, insieme allo stato emotivo e la comprensione, forma parte della struttura esistenziale dellEsserci. Il discorso articola la comprensibilit, ma quello noto come VOCE DELLA COSCIENZA non implica comunicazione verbale. Voce significa dare a comprendere (325). Finora si pu soltanto parlare di un orizzonte fenomenico in cui quello che si cerca la struttura esistenziale della coscienza. 56 Il carattere di chiamata della coscienza La chiamata una modalit del discorso. Chiedersi su che cos il CARATTERE di chiamata della coscienza lo stesso che: esporre ci di cui si PARLA nella chiamata, a CHI si chiama, verso CHE COSE si richiama colui che chiamato. La chiamata non ha nulla da dire, le informazioni degli eventi mondani gli sono opposti. Chiamata della coscienza non significa un dialogo interno con se-Stesso, il suo modo di essere quello del TACERE, cio assenza di parole. LEsserci non chiamato a prendersi cura di un determinato evento del SI quotidiano. Ci verso il quale lEsserci richiamato al se-Stesso che gli proprio (326). 57 La coscienza come chiamata della Cura Uninterpretazione ontologica adeguata non pu prescindere dalla chiarificazione sul tipo di rapporto fra il CHIAMANTE e il CHIAMATO. Dire che il chiamante indeterminato, non altro che escluderlo da uninterpretazione mondana. Un discorso di carattere ESISTENTIVO del chiamante sarebbe contraddittorio. Lindeterminatezza e lindeterminabilit attestano che il chiamante consiste nel puro e semplice risvegliare a, e che solo in quanto tale esso vuol essere sentito, e che non tollera chiacchiere su di s (328-329). Nella coscienza lEsserci chiama s stesso escludendo qualche tipo di parole. Dire
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LESSERCI CHIAMA SE-STESSO

non deve portarci ad assumere questa chiamata come un atto volontario dello stesso Esserci, la chiamata viene da me e tuttavia da sopra di me (329). SOPRA di me non significa una voce di qualche potenza estranea, CREDERE il contrario lo stesso che assumere lEsserci come semplicemente-presente. La spiegazione di qualcuno che chiama possibile solo attraverso la costituzione esistenziale dellEsserci. LEsserci gettato nel nulla, disperso nelle forme del SI, in cui tutto gi sempre deciso circa il suo poter-essere, si dice SPAESATO: loriginario e gettato essere-nelmondo come non-sentirsi-a-casa-propria (331). nello stato di spaesatezza ci da cui proviene la chiamata della coscienza. La chiamata indica la situazione in cui si trova lEsserci. Insomma, la coscienza si rivela come la chiamata della cura (332). LEsserci trovandosi in un angoscioso spaesamento di fronte al suo poter-essere, chiama se-Stesso ad attuarsi e assumersi nelle sue possibilit pi proprie. Il chiamante lEsserci che, nellesser-gettato (essergi-in), si angoscia per il suo poter-essere (332). La possibilit ontologica della chiamata della coscienza, sta nel fatto che lesserci nel fondamento del suo essere Cura. 58 Comprensione del richiamo e colpa Nellesperienza comune della coscienza, CHIAMATA presuppone una qualche COLPEVOLEZZA, in quanto: rivolta a un Esserci colpevole, o come coscienza ammonente che appunta verso una situazione di colpevolezza, o come qualcuno che ha buona coscienza e dice essere mancante di colpa, ecc. Nel mondo del SI lEsserci inautentico non riesce a cogliere lessenza dei fenomeni, ma questo non esaurisce le possibilit di un rinvio allidea originaria del fenomeno. Quello che si cerca il senso esistenziale originario di colpevole, nonch il motivo di uninterpretazione quotidiana dello stesso. Nella maniera pubblica del con-essere con gli altri, colpevole vuol dire: essere debitore, prendere a prestito, avere un conto aperto con, privare a, defraudare a, sottrarre a, rubare a. Tutti questi sensi del termine colpevole si riferiscono a ci che oggetto possibile del prendersi cura (336). Il criterio che ci permette cogliere il senso esistenziale originario di colpevole si trova nel fatto che colpevole funge da predicato dellIO SONO (336). Comprendere lessenza del termine colpa, presuppone che si cercato nellessere dellEsserci, infatti, lEsserci che si dice colpevole. Tutti gli esempi sui modi di CHIAMARE COLPEVOLE nella quotidianit, hanno un carattere di
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MANCANZA,

cio, dire che qualcuno debitore significa che a qualcunaltro li si debba pagare, o restituire, o ricompensare, quello che li manca. Mancare significa non esser-semplicemente presente (338), ma questo una determinazione della semplice presenza, invece colpevole deve essere chiarito sul piano esistenziale. Tuttavia su questo livello, colpevole porta con s il carattere di non, ma non un non non presente esistentivamente, invece un non originario esistenzialmente. Questo non costitutivo dellessere dellEsserci. Lidea formale esistenziale di colpevole va quindi definita cos: esser-fondamento di un essere che determinato da un non, cio essere fondamento di una nullit (338). Porre qualcosa di simile nellessere dellEsserci, cio, dire che lessere dellEsserci determinato da una nullit, significa che lEsserci, in quanto STATO-GETTATO, non si portato DA S STESSO nel suo CI. LEsserci, in quanto , costantemente (in quanto Cura) il proprio che. Solo essendo quellente che esso pu essere esclusivamente in quanto consegnato a esserlo, possibile che, esistendo, esso sia il fondamento del proprio poter-essere (339). Questo vuol dire: lEsserci soltanto esistendo ha da assumere lesser-fondamento in quanto proiettandosi nelle possibilit in cui stato-gettato. Insomma, essendo se-Stesso, lEsserci lente gettato che in quanto se-Stesso; non in virt di se stesso, ma lasciato essere in se stesso a partire dal fondamento, per aver da essere questo fondamento (340). Nellesseregettato lEsserci sempre le sue possibilit, ma come essere libero deve scegliere soltanto una, sopportando di non-aver-scelto e non-poter-scegliere le altre. Questo significa che lEsserci non solo nullo in quanto esser-GETTATO, ma anche in quanto PROGETTO, cio, in quanto alle sue possibilit esistentive. La Cura stessa, nella sua essenza, totalmente permeata della nullit (340). Si ha detto che la chiamata ha la funzione di risvegliare a, ecco ci che rivela la chiamata della coscienza lo stesso Esserci di fronte alla nullit che lo costituisce. Comprendendo, lEsserci sceglie se-Stesso, sceglie la sua propria nullit. Per essere-colpevole lesserci non ha bisogno di accollarsi una colpa mediante azioni od omissioni, esso non deve che essere autenticamente quel colpevole che, essendo (343). La comprensione pubblica di colpevole conosce soltanto la violazione di regole e leggi, invece dire che lEsserci comprende la sua nullit significa un voler-aver-coscienza, questo aver coscienza il presupposto esistentivo pi originario per la possibilit del divenir-colpevole effettivo (344). Solo cos lEsserci pu dirsi veramente responsabile. La coscienza quindi si rivela come lattestazione di un poter essere autentico.

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