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Lo spettro di Marx

1) Il titolo di questa relazione pu apparire, per molti versi, scontato. Scontata ed usurata lantica metafora marxiana del Manifesto. Lo stesso titolo di un celebre libro di acques !errida sinserisce con tutta evidenza in tale tradizione metaforica. "aradossalmente, per, # proprio dal decostruzionista !errida c$e lo spettro %&li spettri) di Marx assumono corporeit' nella asserita necessit', per lo&&i, di una ricostruzione analitica c$e possa pensare una storicit' libera da ontolo&ia e teleolo&ismo.

(ile&&endo Marx, ) scrive !errida ) *mi son detto c$e conoscevo poc$i testi, nella tradizione filosofica, forse nessun altro, la cui lezione o&&i sembrerebbe pi+ ur&ente, purc$, si ten&a conto di quel c$e dicono &li stessi Marx ed -n&els %.) circa %.) la loro storicit' intrinsecamente irriducibile/. 0ei confronti della tradizione marxista e non solo, afferma ancora il filosofo francese, il metodo decostruttivo, *consisteva sin dallinizio nel mettere in questione il concetto onto1telelo&ico 1 ma anc$e arc$eo1teleleolo&ico della storia %.) 0on per oppor&li una fine della storia o una anastoricit', ma al contrario per dimostrare c$e questa onto1teo1arc$eo1telelo&ia blocca, neutralizza e infine annulla la storicit'/ . "i+ duno de&li spettri di Marx si trover' senzaltro daccordo con questa impostazione di metodo. 0on quello della sistematica certamente, non quello di una visione compatta, ma certo quello dellanello spezzato. Spezzare lanello # in fondo un atte&&iamento decostruzionista c$e rifiuta di mantenere assieme quello c$e non sta assieme. 2nc$e 2ntonio Labriola, del resto, aveva nettamente separato il senso della storicit' marxiana, il modo di pensare la storia e le cate&orie analitic$e c$e potevano derivarne, dai destini storici del socialismo. 3&&i la separazione non potrebbe essere pi+ definitiva. - dunque, dice ancora !errida4

*Sar' sempre un errore non le&&ere e rile&&ere e discutere Marx. %.) Sar' sempre un errore, un venir meno alla responsabilit' teorica, filosofica, politica. !a quando la macc$ina per far do&mi e &li apparecc$i ideolo&ici 5marxisti6 %Stato, partito.) sono in via di estinzione, non abbiamo pi+ scuse, solo alibi, per disto&lierci da questa responsabilit'. %.) 0on senza Marx, nessun avvenire senza Marx. Senza la memoria e leredit' di Marx4 e comunque di un certo Marx, del suo &enio, di uno almeno dei suoi spiriti/.

7edremo nel corso di questa relazione come sia complesso il rapporto tra necessit' analitic$e evidenti e possibilit' di usare proficuamente strumenti fondamentali in contesti di $antise per tutto ci c$e que&li strumenti ricordano. 8# una $antise, infatti, c$e *domina il discorso do&&i/. 9nossessione necessaria allesorcismo di tutti i fantasmi di Marx. *La $antise appartiene alla struttura di o&ni e&emonia/. - l$antise, nellambito del discorso dominante assume spesso *la forma maniacale, &iubilatoria e incantatoria c$e :reud asse&nava a una certa fase detta trionfante nel lavoro del lutto/. Lo spettro c$e interessa il contesto di questo conve&no # quello relativo alla cultura della storia, anzi della cultura professionale della storia. Le due sfere, infatti, sono ben lun&i dal coincidere. - quella c$e appelliamo, con notevoli difficolt' di definizione, come la *coscienza storica/ di unepoca, non # determinata principalmente dal lavoro de&li studiosi di professione.

Il decostruzionista !errida, dunque, indica nel modo di pensare la *storicit'/ uno dei luo&$i in cui # necessaria lapparizione del fantasma. !altra parte il Marx non fantasma aveva sostenuto di conoscere come unica scienza quella della storia. La scienza appunto, una scienza certamente particolare, ma in quella tradizione comunque scienza o&&ettivante. - proprio sulla dimensione *scientifica/ # interessante notare lintervento di Mic$el :oucault, considerato uno dei padri del *postmodernismo/ nonostante abbia affermato4 *8$e cosa si intende per postmodernit'; 0on sono al corrente/ . -bbene :oucault, mai stato *n, freudiano, n, marxista, n, strutturalista/, si esprimeva in questi termini sul rapporto con il Marx *scienziato/4

*0on cito molto Marx, ma un fisico, quando lavora in fisica, prova forse il biso&no di citare 0e<ton o -instein; Li usa, ma non $a biso&no di vir&olette, di note a pi# di pa&ina o di unapprovazione elo&iativa c$e provi fino a c$e punto # fedele al pensiero del Maestro. - poic$, &li altri fisici sanno quel c$e $a fatto -instein, quel c$e $a inventato, dimostrato, lo riconoscono subito. = impossibile fare storia o&&i senza usare una sequela di concetti le&ati direttamente o indirettamente al pensiero di Marx e senza porsi in un orizzonte c$e # stato descritto o definito da Marx. 2l limite, ci si potrebbe c$iedere c$e differenza ci sia tra esser storico ed essere marxista >il corsivo #

mio?. %.) -d # allinterno di questorizzonte &enerale, definito e codificato da Marx c$e comincia la discussione, con quelli c$e si dic$iareranno marxisti perc$, accettano questa specie di re&ola del &ioco c$e non # quella del marxismo, ma della comunistolo&ia, cio# definita dai partiti comunisti c$e indicano il modo in cui biso&na utilizzare Marx per essere dic$iarati marxisti da loro/.

8ertamente si faceva storia, in Italia e fuori, senza ricorrere a *concetti le&ati direttamente o indirettamente al pensiero di Marx e senza porsi in un orizzonte c$e # stato descritto o definito da Marx/, ma ci non era possibile allinterno di quella *innovazione epistemolo&ica di fondamentale importanza/, vale a dire unelaborazione economico1statististica dei fatti umani, c$e $a interessato per lun&o tempo il pro&ramma di una storio&rafia come *scienza sociale storica/, pro&ramma cui # difficile ne&are il contributo fondamentale di Marx.

!errida, :oucault, punti di riferimento obbli&ati per filoni di pensiero assai lontani da metodolo&ie e senso marxiano della *storicit'/, in maniera diversa ed in momenti diversi, $anno ritenuto essenziale il rapporto con quel metodo e quel senso. 2lcuni di quei filoni di pensiero propon&ono ed esercitano pratic$e storio&rafic$e c$e sembrano ripercorrere, con strumenti spesso assai raffinati, &li antic$i sentieri della comprensione storica. -ppure sia !errida c$e :oucault avevano stabilito un rapporto particolare con la metodolo&ia marxiana proprio perc$, ritenuta capace di superare lormai antica controversia tra comprensione e spie&azione. 9n paradosso; @uale altro paradosso su&&erisce questa affermazione di Aiovanni Levi; *Butti noi siamo stati in qualc$e modo influenzati dal marxismo %.) e io sono esterrefatto quando vedo c$e di colpo nessuno # pi+ marxistaC # una cosa atroce, a&&$iacciante/. "u bastare la risposta del cambiamento di paradi&ma; 8# stato per questo un pro&resso nella cultura della storia;

D) "er indicare le tappe %a zi&za& o meno) del *pro&resso/ della storia come disciplina si ricorre sempre pi+ alluso de&li strumenti concettuali le&ati al termine *paradi&ma/ c$e, quando # comunemente accettato, definisce lo stato di *scienza normale/. Il modello di riferimento # quello elaborato da B$omas Eu$n a&li inizi de&li anni Sessanta in un a&ile libretto c$e # stato allori&ine di unimponente discussione epistemolo&ica.

Il libro del Eu$n # stato usato con eccessiva ri&idit' da&li studiosi di scienze sociali ed in particolare da parte de&li studiosi di una disciplina cosF difficile ad essere racc$iusa in uno statuto scientifico predefinito come la storia. !el resto le strutture scientific$e cui si fa riferimento sono soprattutto quelle della fisica. 2ccenni alle scienze sociali. 0essun accenno alla storia. 0emmeno in Eu$n, comunque, il mutamento scientifico assume i caratteri della linearit' e della trasparenza. Il meccanismo della successione paradi&matica non $a niente di pantaleoniano ed inoltre *la competizione tra paradi&mi diversi non # una batta&lia il cui esito possa essere deciso sulla base delle dimostrazioni/. L attenzione ri&uardo ai cambiamenti di paradi&ma deve concentrarsi piuttosto sulla *comunit' scientifica/, sulle sue lo&ic$e, c$e sono molto pi+ complesse e subiscono molte sollecitazioni esteriori rispetto alle lo&ic$e pi+ strettamente analitico1ar&omentative.

Sebbene, come risulta evidente ad una attenta lettura de La struttura delle rivoluzioni scientific$e, la questione del mutamento paradi&matico sia, anc$e per Eu$n, questione assai problematica, non monodimensionale, #, per, un sociolo&o1epistemolo&o come Gourdieu c$e $a posto il problema del mutamento scientifico nelle scienze sociali in termini di ma&&iore complessit'. Gourdieu $a identificato un quadro strutturale, il *campo/, in cui collocare le pratic$e e &li attori. Il campo non # una struttura data una volta per tutte ma un terreno di lotte costanti. La rivoluzione scientifica, il mutamento di paradi&ma, quindi, lun&i dalloperare ad un livello principalmente epistemolo&ico, presiederebbe a una nuova definizione dei rapporti di forza fra i diversi attori del campo. (apporti di forza fortemente condizionati da ci c$e accade fuori dal campo. La teoria dei HcampiH ci ricorda come ci siano lotte e piccole rivoluzioni ovunque, e c$e, dunque, i processi di trasformazione scientifica si manifestano, parafrasando :oucault, non tanto nella forma di una *fisica/, del mutamento epistemolo&ico, quanto di una *microfisica/.

Se la sociolo&ia non # un capitolo della meccanica e i campi sociali sono campi di forza ed insieme campi di lotte per trasformare o conservare questi campi di forza, a ma&&ior ra&ione la storia epistemolo&ica della storia non sconta i medesimi meccanismi della storia della meccanica razionale. (ecentemente un economista teorico italiano con notevole esperienza diretta nellapplicazione della politica economica, lex ministro "iero Garucci, faceva notare ai sostenitori di un pensare analitico delleconomica in s, conc$iuso, c$e o&&i le Ganc$e 8entrali *sono uno dei persona&&i centrali %se non il pi+

importante) dei fatti)problemi sui quali lavora leconomista/. 0essun economista ormai pu pi+ prescindere dai modelli econometrici delle Ganc$e centrali c$e sono cosF diventate la struttura principale c$e determina &li indirizzi della ricerca teorica. Lo spettro di Marx avrebbe usata la stessa ar&omentazione.

I) Linfluenza di metodolo&ie ispirate a Marx # stata massima in un lun&o periodo in cui il rinnovamento della *cassetta de&li strumenti/ si svol&eva nel contesto del consolidamento della fiducia nelle possibilit' conoscitive della *scienza/ storica. 0on inessenziale, fuori dal campo, la fiducia nei processi di trasformazione *pro&ressiva/ della societ'. *0on esiste scienza senza teoria/, affermava "ierre 7ilar a&li inizi de&li anni Sessanta, e si trattava di unaffermazione tanto asseverativa quanto pro&rammatica per luso di una metodolo&ia marxista in fieri nellambito di una storia anc$essa *in costruzione/.

9na storia per cui *linspie&abile # riducibile al non ancora spie&ato/ # una storia a cui # aperta la possibilit' di una elaborazione di tipo scientifico, una storia la cui opera di rettifica della sistemazione del passato effettuata dalle societ' tradizionali non *# affatto diversa dalla rettifica rappresentata dalla scienza fisica rispetto alla prima sistemazione delle apparenze nella percezione, e nelle cosmolo&ie c$e le restano tributarie/. 2d esprimersi in questi termini # "aul (icoeur alla met' de&li anni 8inquanta, ed a (icoeur non pu essere certo rimproverato di avere unidea in&enua della scienza e della proposizione di un pro&ramma scientifico di ricerca anc$e per un sapere, come la storia, c$e non era facilmente confi&urabile nella classificazione tradizionale delle scienze. Il contesto culturale in cui avviene %o piuttosto accelera fortemente) il profondo rinnovamento de&li studi storici, # un contesto culturale a cui non si sottrae, e volontariamente, neppure il &rande maestro di una epistemolo&ia ermeneutica. 8olui c$e si # scelta la &enealo&ia di !ilt$eJ, Keide&&er, Aadamer, si # posto anc$e il problema di uscire dal limite per cui *solo il quantificabile p>oteva? essere o&&etto di una storia scientifica/. "er questo (icoeur $a sostenuto di aver *sempre avuto &ran cura di dissociare lo strutturalismo, in quanto modello universale di spie&azione, dalle analisi strutturali le&ittime e fruttuose/, e di aver cercato di eliminare dalla sua concezione del so&&etto *tutto ci c$e avrebbe potuto rendere impossibile incorporare una fase di analisi strutturale allLoperazione riflessiva/.

La questione di una storia scientifica si manifestava, dunque, in forme diverse. Sc$ematizzando si pu dire c$e due fossero le principali4 a) quella c$e privile&iava la dimensione quantitativa a cui applicare matematica ed econometria, b) quella c$e, pur non rifiutando il *quantitativismo/, lo inseriva nellambito di una pi+ ampia prospettiva *strutturale/. La prima, di fatto, riproponeva, con strumenti tecnici assai raffinati, un approccio epistemolo&ico in continuit' con la ormai annosa -rMlNren)7erste$en Eontroverse, un approccio epistemolo&ico in cui *spie&azione/ si collocava versus *comprensione/, La seconda, invece, faceva di *spie&azione/ e *comprensione/ due momenti complementari di una *scienza critica/. 2mbedue queste forme scontavano, comunque, un alto &rado di teorizzazione dellanalisi storica, ritenuta lunica via per un pro&ramma scientifico. 0onostante c$e spesso tanto &li epistemolo&i c$e i lo&ici ritenessero &li storici *in qualc$e misura in&enui/, mai come nel contesto del pro&ramma di una storia scientifica risulta vero quello c$e $a sostenuto (aJmond 2ron, cio# c$e *. mal&rado tutto storici e lo&ici fanno o&&etto delle loro speculazioni &li stessi problemi anc$e se non li inquadrano e li considerano sempre allo stesso livello di astrazione/.

Sul ruolo essenziale avuto dalle cate&orie analitic$e marxiane, comunque intese sia nei momenti specifici, sia ne&li svol&imenti temporali, per quel c$e concerne un pro&ramma c$e comportava il *passa&&io dalla storia prescientifica alla storia scientifica/ concorda unampia letteratura a carattere storico, epistemolo&ico, economico. 0aturalmente in questa dimensione pro&rammatica non c# solo Marx. 8# la tradizione di =mile !urM$eim, di :ranOois Simiand. !i un Simiand del quale non # facile la collocazione tra sociolo&ia ed economia, di un Simiand c$e &i' allinizi del secolo era intervenuto contro &li idoli della trib+ de&li storici4 lidolo della politica, lidolo dellindividuale e lidolo della cronolo&ia. 8# la tradizione di Max Peber c$e quasi nello stesso periodo %1QRS) definisce lo&&etto della sua rivista, *2rc$iv fTr Sozial<issensc$aft und SozialpolitiM/, come *o&&etto economico1sociale/ e c$e contemporaneamente si premura di ampliare la sfera di analisi compresa in tale o&&etto4

*La nostra rivista, come del resto anc$e la scienza economico1sociale a partire da Marx e da (osc$er, si # occupata non soltanto di fenomeni 5economici6, ma anc$e di fenomeni 5economicamente rilevanti6 e di fenomeni 5condizionati economicamente6. Lambito di siffatti o&&etti si

estende naturalmente %.) attraverso linsieme di tutti i processi culturali/

!el resto anc$e in scritti <eberiani specificamente di storia economica # facilmente rilevabile lattenzione a *linsieme di tutti i processi culturali/. Si tratta di tradizioni c$e, nellambito del processo delineato, non si contrappon&ono a quella di ori&ine marxiana, nonostante c$e alcune, in particolare quella <eberiana, siano state in ori&ine pensate in contrapposizione ad aspetti non certo secondari del marxismo. = stato detto c$e Peber # *lunico vero rivale >di Marx? per quanto ri&uarda linfluenza teorica su&li storici e, per certi versi anc$e una sua importante inte&razione e correzione/. !altra parte # impossibile per Peber prescindere dallinsieme della :ra&estellun& marxiana, da quel potentissimo meccanismo per lapplicazione di strumenti teorici alla storia rappresentato dal complesso dei modelli utilizzati in !as Eapital senza i quali non # facilmente pensabile un aspetto centrale della sistematizzazione *idealtipica/, quello concernente i *punti di vista unilateralmente posti in luce, in un quadro concettuale in s, unitario/. -d inoltre il rifiuto della *cosidetta 5concezione materialistica della storia6 come 5intuizione del mondo6 o come denominatore comune di spie&azione causale della realt' storica/, non si&nificava il rifiuto dello *accurato impie&o dellinterpretazione economica della storia/ c$e rimaneva *uno de&li scopi essenziali/ della ricerca storico1sociale.

Indipendentemente dal fatto c$e *una storio&rafia basata su Marx >sia? concepibile senza a&&iunte <eberiane, mentre non si >possa? concepire una storio&rafia <eberiana a meno c$e questa non assuma come suo punto di partenza Marx/, la contrapposizione era depotenziata dal fatto c$e le scelte per una *sociolo&ia marxista/ oppure *<eberiana/, o *marxista1<eberiana/ avvenivano allinterno dello stesso impianto epistemolo&ico. = soprattutto a partire dal secondo dopo&uerra c$e la :ra&estellun& marxista diventa particolarmente pervasiva nei confronti delle altre tradizioni, di quelle c$e condividono la concezione del primato della storia economico1sociale nel contesto della complessiva ricostruzione storica. "ervasiva ma anc$e recettiva, come nel caso delle *2nnales/, o come, per quel c$e concerne contaminazioni <eberiano1marxiste, nella scuola di Gielefeld.

ErzJsztof "omian $a tracciato uno sc$ematico quanto efficace sc$ema dei

mutamenti paradi&matici %quelli macro) intervenuti nellitinerario della storia professionale. *0el primo periodo # la storia politico1diplomatica ad avere svolto il ruolo principale nellinsieme della materie storic$eC nel secondo, terminato ne&li anni settanta del 0ovecento, questo ruolo # passato alla storia economico1sociale/. @uello attuale # il momento della storia antropolo&ico1culturale, dei cultural studies. 0el momento in cui il macro paradi&ma # affermato esso tende a subordinare &li altri approcci *o a stabilire per loro quelli c$e a suo modo di vedere sono i concetti c$e dovrebbero permettere di pensare >il? tempo trascorso %.), inte&randolo in una totalit' intelli&ibile/. In &enere o&nuno di questi momenti privile&ia un o&&etto, stabilisce una centralit'. "er il primo momento si tratta dello stato, per il secondo delle classi, per il terzo dellidentit'.

-bbene le classi sociali sono o&&etto fondamentale della problematica marxista, della sociolo&ia economica marxista. *Earl Marx, dopo 2dam Smit$, $a posto la storio&rafia al punto dincontro tra leconomia e la sociolo&ia/. Il ruolo delle classi nella teoria della produzione, nella teoria distribuzione, nella teoria del salario, nella dinamica del capitale, fanno di tale o&&etto linsieme di se&ni pi+ si&nificativo nellambito della storia economico1sociale. Bale insieme di se&ni pu confi&urarsi %e si # realmente confi&urato in quel contesto) come insieme strutturale. 3ra uno dei punti di forza del metodo marxiano consiste tanto nellinsistere sullesistenza della struttura sociale, quanto sulla sua storicit', cio# sulla sua dinamica di mutamento. In un periodo in cui lo *sviluppo/, come teoria, come fatto, come positiva aspettativa, era divenuto elemento caratterizzante dellepoca, il riferimento costante a cate&orie marxiane nella definizione di un o&&etto storico1teorico basato su un sistema dinamico di relazioni tra classi, processo produttivo ed interazioni politico1culturali in *un tutto sociale/, appari quasi come naturale. Se a partire dalla seconda met' de&li anni settanta lo sviluppo # entrato in crisi, come fatto ima e poi come concetto, e la stessa crescita $a conosciuto vicissitudini impensabili per la *et' delloro/, ci non si&nifica c$e le lo&ic$e c$e avevano le&ato storia a teoria privile&iando necessariamente la problematica lato sensu marxista in quel contesto determinato, rispondessero a ra&ioni ideolo&ic$e. Si # detto, e &iustamente4

*3&&i %.) parliamo di mercato pi+ c$e di capitalismo. 0on so se ci renda pi+ c$iara la discussione, dato il carattere malcerto e polisemico del termine. Ma certamente se la nostra discussione fosse avvenuta quindici o ventanni fa, avremmo discusso di anc$e di accumulazione ori&inaria, di bi& spurt o di

sottosviluppo, e o&ni volta lapporto teorico de&li studi storici sarebbe apparso diverso. >Il corsivo # mio?/.

Lapporto teorico de&li storici va dunque considerato in relazione ad una specifica sta&ione di problemi storico1teorici. -d a tale specifica sta&ione va commisurato lo stesso &rado di teorizzazione della storia. 9na cultura della storia c$e, per le ra&ioni suddette, non poteva %e non voleva) prescindere dallinsieme problematico marxista, era necessariamente portata verso modelli di teorizzazione della storia. 8i si poteva muovere tra modelli di teorizzazione stretta o modelli di teorizzazione lar&a, ma ad una storia intimamente percorsa da istanze teoric$e non ci si poteva sottrarre. -d il rapporto con la sfera economica, la scienza sociale c$e aveva sviluppato limpianto teorico pi+ ri&oroso, la scienza di riferimento per un materialismo storico &enericamente diffuso, finiva per diventare misura anc$e del &rado di marxismo nella cultura della storia.

S) 9no studioso appartenente alla tradizione del nuovo storicismo napoletano, quello dei "iovani e dei Bessitore, $a scelto come titolo e come epi&rafe di un suo libro, una citazione di Broeltsc$4 *Le &randi crisi storic$e &uariscono spesso ) come la lancia di 3dino ) le ferite c$e $anno inferto/. Lattuale crisi del sapere storico %le crisi del sapere storico non sono dis&iunte dalle crisi storic$e), non $a ancora sperimentato la seconda dimensione, la taumatur&ica, della lancia di 3dino.

8i sono difficolt' davvero notevoli a comprendere le dinamic$e profonde, le tendenze in atto, delle crisi, delle transizioni, nel momento in cui si stanno vivendo. !altra parte i marxisti $anno sempre sostenuto c$e uno de&li elementi forti del loro approccio metodolo&ico consisteva appunto nella capacit' di considerare il *presente come storia/. Butti noi ricordiamo il libro di "aul S<eezJ costruito espressamente con lobbiettivo di comprendere il presente *come storia o&&i/, mentre vi # *ancora il potere di influenzarne la forma e i risultati/. Il titolo del libro faceva esplicito riferimento ad un passo del primo LuMUcs marxista, quello di Storia e coscienza di classe. LuMUcs aveva affermato c$e i limiti della maniera tradizionale di considerare il sapere storico si mostravano particolarmente evidenti proprio *nel momento in cui >si doveva considerare? il problema del presente come problema storico/. - le ra&ioni stavano nella

diffusione di un *relativismo storico/ come prodotto di unimpostazione di metodo in s, contraddittoria.

!a una parte si era venuta affermando la considerazione della struttura della societ' *come una fatticit' del tutto ovvia, c$e deve essere semplicemente assunta, atte&&iandosi verso di essa in modo immediato/. 8i comportava, indipendentemente dalle forme sempre pi+ raffinate delle *filosofie della storia/, una sostanziale ne&azione del si&nificato stesso della storia. Marx aveva criticamente rilevato il modo in cui leconomia politica si era posta di fronte alla ormai definitiva affermazione delleconomia moderna4 i rapporti economico sociali della societ' presente erano diventati *le&&i eterne c$e dovevano sempre re&&ere la societ'. 8osF c# stata una storia, ma ora non ce n# pi+/. 0el presente definito da LuMUcs la fine della storia ri&uardava la societ' nel suo complesso per lo meno per quel c$e ri&uardava i processi strutturali. !allaltra parte, la dispersione della storia in una fattualit' minuta ri&uardante, in &enere, la dimensione politica supposta alta, fattualit' c$e si trovava ad essere tratte&&iata spesso alla maniera del *misero e spre&evole livello spirituale del pi+ deteriore &iornalismo di provincia/ . - ci proprio in relazione a quella profonda crisi del *dopo la &uerra e la rivoluzione mondiale/ c$e *tutti &li storici/ erano stati incapaci di comprendere in quanto *presente come storia/. In questo nostro presente le difficolt' di senso $anno portato alla teorizzazione di unaltra fine della storia ed alla presenza non mar&inale di una concezione della storia dominata *da un qualc$e Irrazionale, da una qualc$e etero&enesi dei fini c$e ci conduce verso lIncon&ruo/.

Mi pare, $a detto da poc$issimo uno dei pi+ acuti ed ori&inali storici del pensiero economico, c$e lunica *maniera di uscire da unontolo&ia dellIncon&ruo sia sostituirla con una metodolo&ia %.) una storio&rafia c$e sia pi+ possibile o&&ettivante/ . 0aturalmente non c# nessuna in&enuit' epistemolo&ica nel fare riferimento ad una storio&rafia 5o&&ettivazzante6. 0on sarebbe certo possibile riproporla in una dimensione scientista.

9no scrittore tedesco, "eter Peiss, descrive un Lenin imma&inario c$e di fronte alla tabula rasa della ra&ione proposta dal !a da da di Bristan Bzara, viene preso da una violentissima collera ed esclama4 *. proprio perc$, la

ra&ione # cosF fra&ile, non ammetter c$e si cerc$i di estin&uere questo debole lume/. In fondo una metodolo&ia *o&&ettivante/ # una proposta modesta. Ma in tale prospettiva sar' impossibile non imbattersi ancora ne&li spettri di Marx;

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