Você está na página 1de 6

Approcci Terapeutici

18/02/12 17:03

Approcci Terapeutici
A c c a
Indice:
Home Page Chi Siamo/Mission Principi di Psicosomatica bioFisica Psicoanalisi Evolutiva Integrata Psicosomatica Metacorporea Fisica Moderna e Guarigione Mistica e Psicologia Filosofando Sprazzi Pedagogici Psicorubrica e Curiosit Bibliografia PsicoLink Ipnosi Umanistica Problem Solving Strategico Settore Counseling Progetti per la Scuola Genitori e Figli Relazioni di Coppia Alimentazione e Salute Globale Psicologia Transpersonale I Tipi Psicologici Einstein e la Spiritualit Cosmica Approcci Terapeutici Sessualit e dintorni Risponde lo PsicoSessuologo Calendario Attivit del Centro Modulo di Iscrizione Corsi Mappa del Sito Contattaci Corsi di Formazione & Master Medicina Naturale Vibrazionale Arte-Terapia Integrata PNEI Emozioni e Salute Parapsicologia ESP Consulenza via Web Email: info@ceepsib.org / segreteria-didattica@ceepsib.org / iapsyc-formazione-counseling@ceepsib.org

Corsi di Formazione in Counseling Perfezionamento & Master - Consulenza via Web


Non ci sono Pazienti impossibili ma solo Terapeuti incapaci
La Psicoterapia di Gruppo Comportamentismo Operazionismo - Terapia Comportamentista Cognitivismo e Terapia Cognitivista - Problem Solving - Psicoterapia Umanistica - La Gestalt tedesca - Terapia Esistenziale - Terapia Sistemico Relazionale - Teoria Generazionale - Terapie a orientamento Corporeo - LAnalisi Transazionale - Il Sogno Guidato da Svegli - Coodipendenza del bambino interiore - Cambier la Psicoterapia? Pillole o Parole? - Troppe Scuole troppi Linguaggi

d e m i a

La Psicoterapia di Gruppo
La psicoterapia di gruppo non designa esclusivamente un contesto terapeutico, ma anche una specifica teorizzazione che considera il gruppo come luogo elettivo per lesplicitazione di alcune dinamiche umane fondamentali. Si guarda lindividuo non dal vertice di osservazione della sua interiorit, ma da quello del suo essere insieme agli altri. I primi gruppi terapeutici avevano un obiettivo piuttosto pedagogico. I pazienti venivano riuniti insieme per condividere il loro disagio, che generalmente era di natura sociale. In un secondo momento, anche grazie alle esperienze mutuate dallo psicodramma di Moreno, il gruppo viene considerato da un punto di vista dinamico, ovvero come un luogo dove gli individui rappresentano e drammatizzano, attraverso proiezioni sugli altri componenti, i loro conflitti fondamentali, che sono rivolti tipicamente verso i familiari. Una delle convinzioni cardine di chi si occupa di gruppi che il gruppo possa raffigurare meglio di qualsiasi altro contesto lambiente originario degli individui, che sempre e da sempre sperimentano lesperienza di essere parte di una comunit. Sigmund Foulkes, uno dei pi importanti terapeuti di gruppo, ha sempre sottolineato la basilarit dei sentimenti di comunione e del bisogno di esprimerli, ritenendo che la privazione di questa esperienza rappresenti una delle pressioni pi nocive per la psiche. Lincontro tra il gruppo e le teorie analitiche ha prodotto diversi modelli di terapia di gruppo, tra i quali spiccano quelli di Foukes e di Wilfred Bion, che ne diedero una lettura in termini di dinamiche affettive profonde. Bion, per esempio, definisce il gruppo come un fenomeno funzionale, una specie di organismo vivente finalizzato alla sua conservazione, in cui si esprimono fenomeni mentali molto primitivi, simili a quelli originari che contraddistinguono il rapporto tra neonato e madre-ambiente, In questottica, lesperienza del gruppo conduce, attraverso vari passaggi, allemersione della individualit matura. Le tre dinamiche fondamentali della terapia di gruppo sono la coesione, ovvero i sentimenti di solidariet e di appartenenza. La conformit, ovvero la capacit di attenersi alle regole del gruppo. La psicoterapia di gruppo stata riformulata e proposta con successo anche in contesti non strettamente psicoanalitici. Sono stati sperimentati i gruppi di sostegno, diretti a una problematica condivisa da tutti i componenti, che normalmente rappresenta un evento critico della vita, come un lutto o una separazione. Sono stati sperimentati anche i gruppi di auto-aiuto, cio senza la presenza del terapeuta, il cui principio informatore che la condivisione di unesperienza dolorosa possieda in s una forza terapeutica, che si acquisisce nelladesione a una dimensione sovrapersonale accogliente e motivante. Un assunzione di responsabilit, ovvero limpegno dei partecipanti verso il cambiamento che si riflette nella volont di aprirsi e di accogliere lapertura degli altri. Le indicazioni al trattamento di gruppo sono vaste, e comprendono disturbi del funzionamento interpersonale, del concetto di s, problematiche emotive o pi direttamente sintomi specifici. Le controindicazioni riguardano patologie molto gravi del carattere, in cui la condivisione di spazi collettivi pu provocare sentimenti di angoscia profonda.

del

B e n e s

Comportamentismo
Il comportamentismo una corrente che nasce allinizio del 900, favorita dallimpostazione neopositivistica della psicologia. Nel 1879 veniva fondato a Lipsia il primo laboratorio di psicologia sperimentale, a opera di Wilhelm Wundt: coerentemente con limpostazione scientifica dellepoca, si cercava di indagare la mente oggettivandola, scomponendola in parti elementari, quantificando la sua attivit. La psicologia dellinizio rivela la tensione per lacquisizione dello statuto di scienza, e molti sforzi furono prodigati per rendere sperimentale lo studio dellattivit mentale, nel senso di rendere misurabili e riproducibili i suoi risultati. La psicologia nasce dunque da una necessit di rigore che tuttavia sacrifica la teorizzazione riguardo ai fenomeni psichici complessi: nonostante tentativi di comporre ci che si era scomposto e analizzato in sintesi creative, che tenessero conto della complessit della mente, resiste uno iato difficilmente colmabile tra fenomeni psichici elementari (la sensazione, il tempo di reazione, la percezione base) e fenomeni psichici articolati (lemozione, la percezione superiore, il giudizio). Le basi epistemologiche del comportamentismo possono essere rintracciate nelloperazionismo e nel darwinismo.

Operazionismo
Un operazionismo richiedeva che ogni concetto utilizzato da una scienza fosse definito a partire dalle operazioni eseguite dallo sperimentatore che le studiava, e rappresenta il principio della scomposizione e dellanalisi degli elementi semplici che si prestano allosservazione riproducibile. Il darwinismo portava con s lassunto della continuit fra uomo e animale, che favor lo studio del comportamento sulle cavie in laboratorio, con lenucleazione di alcuni principi teorici di base, come il condizionamento (sono noti gli
Pagina 1 di 6

http://www.ceepsib.org/Approcci%20Terapeutici.html

Approcci Terapeutici

18/02/12 17:03

s e r e

esperimenti sui riflessi compiuti da Pavlov con i cani) e le dinamiche dellapprendimento. Un esportazione della disciplina nascente negli Stati Uniti trov terreno fertile nel pragmatismo americano e si svilupp rapidamente, soprattutto nel filone del comportamentismo di John B. Watson, che nel 1913 ne utilizz direttamente il termine nella pubblicazione programmatica Psychology as the Behaviorist views it. In questo articolo Watson confutava rigorosamente la necessit di ricorrere, negli studi di psicologia, al metodo dellintrospezione. Riteneva, infatti, che la psicologia dovesse configurarsi come scienza della natura, il cui obiettivo era lo studio del solo comportamento osservabile. Negli anni successivi, la difesa del comportamentismo passata spesso attraverso lattacco contro i metodi psicoanalitici, il che ha portato molti terapeuti a screditarne limpostazione a priori. La terapia comportamentale ha avuto, daltra parte, il merito di definire una tecnica terapeutica piuttosto duttile, con caratteristiche che spesso, soprattutto in ambienti medici (con una significativa predilezione in America), la fanno preferire a metodologie pi strettamente analitiche. La terapia del comportamento, che nasce esplicitamente nel 1959 con Eysenck, di solito pi breve di una terapia psicodinamica, e orientata allacquisizione di condotte operativamente utili nella vita dellindividuo, la cui messa a punto non prevede unanalisi delle dimensioni profonde e inconsce della personalit.

Terapia Comportamentista
Il metodo terapeutico comportamentista volto, in prima istanza, alla descrizione dettagliata dei problemi del paziente, sia sul versante dei sintomi, sia su quello pi generico della vita sociale, degli atteggiamenti, delle aspettative, delle modalit di pensiero. In seconda istanza si approfondisce lanalisi delle circostanze in cui i sintomi o le anomalie comportamentali si presentano, attraverso un esame dettagliato di tutte le variabili in gioco. Il principio guida che, se un comportamento anormale perdura, devessere mantenuto in vita da qualche forma di rinforzo, da ricercare o nella risposta delle persone che circondano il paziente, o in fattori interni a questultimo. Si investigano quindi sia le circostanze concrete legate al disturbo, sia le emozioni e i pensieri ad esso collegato. Lobiettivo terapeutico sostanzialmente quello di interrompere il circuito connesso alla sintomatologia attraverso un lavoro di decondizionamento dallo o dagli stimoli che circondano il disturbo, e di ristrutturare il comportamento secondo modalit pi funzionali a una generale condizione di benessere. stato dimostrato che la terapia del comportamento pu risultare molto efficace nei casi di fobia semplice o di ansia associata ad una particolare esperienza traumatica.

P s i c o s o m a t i c o

Cognitivismo e Terapia Cognitivista


La terapia cognitiva moderna emerse a met degli anni 50, quando Ellis svilupp la teoria denominata emotivo-relazionale. Tuttavia il cognitivismo si primariamente imposto come corrente di pensiero in seno alla psicologia, e stata lungamente considerata unalternativa allimpostazione teorica del comportamentismo. Innanzitutto vi confluivano i contributi di discipline diverse: oltre alla psicologia sperimentale, alla linguistica, alla teoria dellinformazione e alla cibernetica, le neuroscienze e la filosofia della mente. Oggetto primario di investigazione erano appunto i processi cognitivi (la percezione, lattenzione, la memoria, il linguaggio, il pensiero, la creativit), che erano stati trascurati dai comportamentisti, o considerati come semplici prodotti dellapprendimento. Una importante caratteristica dellapproccio cognitivo era quindi quella di posizionarsi in un vertice di osservazione situato a met strada tra lo stimolo ambientale e la risposta comportamentale, ovvero allinterno del processo di elaborazione delle informazioni. La prima metafora forte del cognitivismo paragonava lindividuo a un calcolatore, con una programmazione base prefissata di tipo sequenziale e una capacit limitata di elaborazione lungo definiti canali di trasmissione. Negli anni 70, con lacquisizione del concetto di retroazione, si propose una concezione pi dinamica del modello di elaborazione dei dati e produzione diretta del comportamento, dal momento che i processi cognitivi potevano produrre una o pi revisioni dellinformazione, fino alla elicitazione della migliore risposta possibile per il raggiungimento dellobiettivo, qualunque esso fosse. Negli anni ancora seguenti, limmagine della mente come calcolatore che elabora informazioni venne mitigata dallimpostazione, definita ecologica, promossa da Ulric Neisser, che sottoline laspetto funzionale della elaborazione, restituendo allambiente esterno, in cui lelaborazione produce la sua risposta, la sua significativit e il suo potere interattivo. Dal punto di vista clinico, linteresse per lapplicazione terapeutica della impostazione cognitivista nata da uninsoddisfazione sia nei confronti della psicoanalisi, considerata troppo lunga e troppo orientata alle dinamiche inconsce, sia nei confronti del comportamentismo, troppo semplicistico nella sua tendenza al condizionamento comportamentale. La terapia razionale-emotiva di Ellis si fonda sullidea che la gente abbia delle convinzioni irrazionali su come le cose devono o dovrebbero essere, e ci provoca uno stato di sofferenza intima. La pratica terapeutica implica la scoperta e lesplorazione delle convinzioni irrazionali, definite dallautore masturbatorie, per revisionarle e ristrutturarle secondo modalit pi funzionali. Generalizzando, si pu dunque dire che la terapia cognitiva si basa sulla concezione per cui il comportamento guidato da cognizioni e schemi che, quando si dimostrano disfunzionali alla salute personale, possono essere modificati. Le procedura terapeutiche spesso integrano tecniche comportamentali con tecniche centrate sui processi interni. Confrontando le diverse forme di terapia cognitiva, che spesso condividono uguali strategie di trattamento, si possono sintetizzare alcune caratteristiche essenziali: un rapporto di collaborazione attivo tra cliente e terapeuta; unattenzione centrale sul cambiamento delle cognizioni alfine di produrre le modifiche desiderate nellaffettivit e nel comportamento; un trattamento educativo, in genere limitato nel tempo, mirato allacquisizione di capacit indirizzate a uno specifico obiettivo. Uno degli sviluppi pi recenti allinterno del cognitivismo il costruttivismo, che si propone una maggiore duttilit dialettica nei confronti delle cognizioni del paziente e indica nella terapia la possibilit di creare uno spazio per unauto-esplorazione protetta del paziente.

Problem Solving
Nellambito del cognitivismo esistono tecniche conosciute e diffuse che interessano soprattutto applicazioni di tipo sociale. il caso del problem solving, la risoluzione dei problemi, che insegna alle persone come affrontare sistematicamente le difficolt, attraverso la possibilit di attivare risorse che consentano di vedere il problema da prospettive nuove e che conducano a una risposta alternativa originale; o delle tecniche per vaccinarsi dallo stress, che prevedono lacquisizione di abilit diverse che, riprodotte nelle situazioni di stress reale, possano consentire agli individui di tenerne sotto controllo gli effetti nocivi.

Psicoterapia Umanistica
Le teorie della psicoterapia definite come umanistiche condividono idee e principi che le differenziano profondamente dagli altri grandi orientamenti, come quello psicodinamico o quello comportamentale. Nonostante non si tratti di una corrente compatta al suo interno, tutti i diversi approcci umanistici hanno in comune lenfasi sulla soggettivit, la consapevolezza e la comprensione del comportamento, rifiutando di considerare gli individui come meri oggetti di osservazione esterna. I teorici umanistici, spesso definiti come la terza forza in psicologia, puntano innanzitutto, su una basilare fiducia nella capacit unicamente umana di consapevolezza riflessiva, qualit in grado di condurre alla auto-determinazione e alla libert. La tendenza allautorealizzazione e alla crescita un tema molto significativo per i terapeuti umanistici. Sebbene le scuole abbiano assunto posizioni piuttosto diverse, tutte convergono su una visione anti-omeostatica dellessere umano, che per sua stessa natura tende verso la crescita e lo sviluppo piuttosto che semplicemente verso il mantenimento della stabilit. La tendenza naturale alla realizzazione determina la spinta finalistica delle scelte umane, che orienta il comportamento pi di quanto lo faccia il passato. Un altro aspetto su cui vi profondo consenso tra i diversi autori la centralit della persona. Ci comporta particolare riguardo e reale rispetto di ogni individualit, che in qualsiasi processo esprime la sua visione del mondo e il suo essere nel mondo. Questa posizione di primaria importanza nella concezione della terapia, perch rivela la necessit che il terapeuta si immedesimi veramente nellesperienza dellaltro e ne arrivi a condividere profondamente la realt. Allinterno dellapproccio umanistico possono essere distinti tre orientamenti principali: la terapia centrata sul cliente di Carl Rogers; la gestalt; lapproccio esistenziale e fenomenologico. Rogers svilupp le sue teorie a partire da una lunga serie di colloqui terapeutici che lo port a ricercare con attenzione quale potesse essere il fattore terapeutico fondamentale che innescava nel paziente un processo di cambiamento e dava vita a terapie riuscite. Si accorse che non si trattava tanto dellemersione di un particolare contenuto, quanto piuttosto della possibilit di costruire, con laccompagnamento del terapeuta, unesperienza coerente di s, di convogliare la propria autoconsapevolezza (che Rogers consider un dono naturale) alla chiarificazione dei propri processi interni e esterni, Il ruolo del terapeuta non , quindi, quello di svelare, contraddire o interpretare il contenuto dellesperienza del cliente, ma quello di condividerne con empatia e coerenza la realt.

La Gestalt tedesca
Un approccio della gestalt, che in tedesco significa forma, ha origine nelle riflessioni della psicologia dei primi del 900. Seguendo il filone epistemologico della fenomenologia di Brentano, la teoria della forma si sviluppa a Berlino intorno al 1920, e legata ai nomi di Koffka, Kohler e Wertheimer: si indagano soprattutto le capacit percettive della mente (celebri gli studi sulle illusioni ottiche), e si delinea il principio costitutivo per cui un insieme qualcosa di pi, e di diverso qualitativamente, della somma delle singole parti che lo compongono. La psicologia della gestalt assume che lindividuo percepisca e esperisca sempre in modo olistico, totale, e dunque i metodi per investigare
http://www.ceepsib.org/Approcci%20Terapeutici.html Pagina 2 di 6

Approcci Terapeutici

18/02/12 17:03

lesperienza umana devono in ogni caso tener conto di questa naturale tendenza. Dal punto di vista clinico, il maggior esponente dellapproccio gestaltico pu essere considerato Frederick Perls. Egli fece confluire nella sua teorizzazione della tecnica terapeutica molti spunti diversi, dallattenzione allunit mente-corpo, al rapporto di continuit organismo-ambiente (sviluppata dalla cosiddetta teoria del campo di Kurt Lewin), fino a alcuni concetti mutuati dalla filosofia Zen. Il terapeuta della gestalt si pone nei confronti del paziente come guida. Favorisce esercizi per lauto- consapevolezza, in alcuni casi arrivando a frustrare o sfidare direttamente i blocchi del paziente verso lauto-realizzazione. Lidea di base che non esistono malattie, ma solo individui malati, e che quindi la terapia deve essere tarata su ogni singolo individuo, con lobiettivo di guidarlo al processo di comprensione (o insight) rispetto alle determinanti del disagio.

Terapia Esistenziale
Un approccio esistenziale e fenomenologico rivela pi degli altri le sue origini filosofiche. Vi si ritrovano le concezioni di Kirkegaard, di Husserl, di Jaspers, di Heidegger Lo stesso Binswanger collabor con Breuer e Jung allospedale di Zurigo e fu un fertile teorico e pensatore. La focalizzazione terapeutica dellesistenzialismo e della fenomenologia nasce dallidea che le teorie psicoanalitiche avessero prodotto una sorta di irrealt nella visione del paziente. La tensione quindi indirizzata a cogliere la verit del paziente, la forma specifica e unica della sua esperienza del mondo. Il significato intimo della soggettivit insito alla sua fenomenologia, al suo dispiegarsi nellesperienza. Pertanto, anche se non immediatamente percepibile, non necessario ricorrere a metodologie interpretative. Linconscio potenzialmente percepibile alla coscienza nellimmediato, bisogna solo favorirne la lettura. Nella conduzione pratica della terapia, la situazione pi complessa. Da una parte, i terapeuti esistenziali asseriscono che lesperienza che ogni persona fa di se stessa e del mondo unica e che, di conseguenza, la conoscenza di ogni esperienza deve venire dal paziente, piuttosto che essere imposta dal terapeuta: sono le mete e le scelte del paziente che vengono indirizzate. Tuttavia, da un altro punto di vista, i terapeuti esistenziali ritengono che i meccanismi di difesa come la rimozione, la distorsione e levitamento vengano suscitati dallansia relativa alle preoccupazioni esistenziali di fondo, come la morte, la libert, la solitudine e la mancanza di significati: questi tentativi difensivi vengono spesso sfidati dal terapeuta in modo diretto.

Terapia Sistemico Relazionale


La terapia sistemico-relazionale pone al centro del campo di intervento clinico la famiglia. Le ricerche sul ruolo della famiglia nella determinazione e nel mantenimento di patologie si sono sviluppate con grande intensit, soprattutto a partire dagli anni 50. Nathan Ackerman (1908-1971), uno dei fondatori del moderno movimento della terapia familiare, si interess al potere emotivo della famiglia fin dallinizio della sua carriera, cos come altri psichiatri che lavoravano soprattutto con bambini affetti da forme gravi di patologie psicotiche. Una prima classificazione della terapia familiare propone di distinguere le teorie in cui pi evidente leredit psicoanalitica classica, da quelle che basano i propri principi primariamente sulle teorie della comunicazione e dei sistemi. Leredit psicoanalitica , ad esempio, evidenziabile nel lavoro di Ackerman. La sua impostazione clinica favorisce la trasposizione di alcune concezioni base della teoria psicoanalitica tradizionale ai contesti familiari problematici. I nuclei che con pi determinazione vengono affrontati nella sua pratica con le famiglie sono quelli del nutrimento e della dipendenza, del controllo e della rabbia, della sessualit e dellaggressivit. La tecnica utilizzata rimane focalizzata sullinterpretazione delle dinamiche inconsce sottostanti agli agiti della famiglia. Dalla stessa tradizione si muove il lavoro di Salvador Minuchin, psichiatra infantile e psicoanalista. Minuchin, tuttavia, arricch il suo modello anche attraverso contributi non psicodinamici. La famiglia intesa primariamente come sistema relazionale. Il terapeuta strutturale ha lobiettivo di evidenziare i punti deboli nei confini dellorganizzazione familiare per favorirne una riequilibratura. Lavora anche attraverso lo smascheramento delle cosiddette triadi che sviano il conflitto, intese come modalit di alleanza tra due componenti della famiglia contro un terzo, con evidenti disfunzioni nella comunicazione. Il suo lavoro tiene in debito conto la divisione del potere allinterno dellorganizzazioni familiare, potere che viene utilizzato anche del terapeuta, che stringe alleanze transitorie e direziona attivamente il percorso di cambiamento.

Teoria Generazionale
Altri autori di impostazione dinamica hanno invece concentrato la loro riflessione sul concetto di multigenerazionalit. I terapeuti che condividono questo orientamento hanno in comune la caratteristica di includere nellunit familiare osservata almeno tre generazioni. Unaltra caratteristica che li accomuna la focalizzazione dei loro studi su famiglie con problematiche gravi, come la schizofrenia. Questa impostazione ha privilegiato una lettura delle relazioni familiari in termini di meccanismi di difesa arcaici. Ad esempio, le famiglie in cui sono evidenti le riproduzioni di schemi antichi, attraverso i quali si investono i familiari presenti di dinamiche relazionali provenienti da relazioni precedenti, come quelle con i propri genitori. Un autore particolarmente prolifico e originale in questo contesto Murray Bowen che, allinterno di un modello teorico coerente e ben definito, ha orientato la sua attenzione soprattutto alle famiglie con un figlio schizofrenico, in cui riscontrava con significativa frequenza la presenza di un legame diadico madre-bambino fortemente patologico, improntato a una relazione simbiotica di fusione emotiva difficile da risolvere in una differenziazione dei componenti. Un altro concetto importante della impostazione multigenerazionale lidea che le famiglie siano permeate da miti inconsci che si tramandano di generazione in generazione, considerati alla stregua di un destino collettivo: per esempio, lidea che tutti i componenti della famiglia siano perseguitati dalla sfortuna, o che siano tutti inclini alla rabbia, che abbiano amori sventurati, etc. Altra ramificazione fondamentale della terapia familiare quella che trae la sua origine epistemologica dalle teorie della comunicazione. Questa tradizione parte dallassunto di Bateson che la comunicazione un comportamento specifico e inevitabile. La sua analisi ha quindi approfondito le distorsioni patologiche della comunicazione. Il concetto pi originale quello di doppio legame. Con questo termine si intende un processo complesso definito da pi fasi. Un esempio tra tanti quello di una persona che dice ad unaltra, con cui intrattiene una relazione fondamentale, sii spontaneo!. Questa una comunicazione paradossale, perch se si ubbidisce allingiunzione si contraddice la richiesta della spontaneit, che non prevede per definizione la possibilit della costrizione. Lindividuo che ha ricevuto la comunicazione paradossale non pu uscire in alcun modo dal dilemma, non pu sottrarsi alla aspettativa che viene nutrita nei suoi confronti. Questa modalit comunicativa complessa istituisce il doppio legame. Generalmente queste comunicazioni sono accompagnate da forti reazioni emotive, tra cui confusione, senso di impotenza, rabbia, panico. Il sintomo, allora, pu configurarsi come espressione di una diffusa modalit comunicativa disfunzionale. Queste ipotesi sono state riprese e articolate in strategie terapeutiche da diversi autori, come Haley, Watzlawick, Jackson e Weakland. In Italia sono state sviluppate dalla cosiddetta Scuola di Milano, nel cui contesto spiccano gli approfondimenti teorici e metodo- logici di Mara Selvini-Palazzoli sulle famiglie con una paziente anoressica. Il terapeuta strutturale, cio che segue la teoria psichiatrica strutturalista, ha lobiettivo di evidenziare i punti deboli nei confini dellorganizzazione familiare per favorirne una riequilibratura. Il concetto cardine di questa impostazione che la maggior parte dei sintomi, sia che si presentino come disfunzioni di un individuo (ad esempio lanoressia) sia che si presentino sotto forma di conflitto relazionale, (ad esempio conflitti tra genitori e figli) sono la conseguenza di insuccessi strutturali allinterno dellorganizzazione familiare. Le famiglie con strutture disfunzionali sono raggruppate in due categorie: invischiate il termine adottato per famiglie caratterizzate da confini eccessivamente permeabili o assenti; il termine disimpegnate viene invece utilizzato per indicare famiglie con confini rigidi, che non consentono flessibilit di movimento e reazione.

Terapie a orientamento Corporeo


Con la psicoanalisi di Freud, la clinica aveva centrato la sua attenzione sulle dinamiche delle pulsioni istintuali che spingono al proprio soddisfacimento e delle istanze psichiche responsabili delladattamento e del controllo che impediscono il raggiungimento del piacere, inteso come motivazione psichica fondante. Questa la cornice di riferimento in cui si situa la prima riflessione originale sui significati psichici delle espressioni del corpo. Il primo a allargare il discorso sulla sessualit, intesa non soltanto nella sua dimensione pulsionale, ma anche nella sua dimensione reale e sociale stato Wilhelm Reich (1897-1957). Reich apparteneva alla seconda generazione dei discepoli di Freud. Riflettendo sul conflitto psichico tra pulsione e richieste della civilt, Reich obiett allimpostazione psicoanalitica tradizionale di aver limitato lipotesi della risoluzione del conflitto alla sua presa di coscienza. La psicoanalisi aveva restituito parola e comprensione psichica alla pulsione sessuale. Il sintomo si trasformava, attraverso lanalisi, in cognizione; diventava accessibile il suo significato di compromesso. Il dilemma difensivo tra conscio e inconscio veniva superato con lintroduzione di una terza alternativa, a valenza positiva: la sublimazione, ovvero la trasformazione dellenergia sessuale istintiva verso mete e oggetti socialmente accettabili, di natura mentale e di valore culturale. Listinto, trasceso, diventava produzione di pensiero. Reich ritenne questo spostamento irrilevante, in quanto non sufficiente a risolvere il grave problema della diffusione sociale della repressione sessuale, politicamente intesa come controllo dellindividuo e castrazione della sua potenzialit creativa. La soluzione della sublimazione era riservata esclusivamente a determinate classi sociali, culturalmente gi preparate. Le classi meno abbienti non potevano veramente utilizzare questo strumento in modo proficuo alla loro crescita individuale. A partire da
http://www.ceepsib.org/Approcci%20Terapeutici.html Pagina 3 di 6

Approcci Terapeutici

18/02/12 17:03

queste considerazioni di natura socio-politica, Reich si distacc dalla psicoanalisi tradizionale e allarg la riflessione alle strutture di difesa che coartano la libera espressione individuale. In questo senso, intese il carattere come il prodotto di una determinata societ, che, in relazione alle sue esigenze politiche, condiziona lespressivit individuale, costringendola a manifestare le caratteristiche funzionali alle necessit della classe dominante, Il carattere allora una sorta di precipitato delle forze istintuali e repressive dellindividuo, fissate in una contrapposizione paralizzante. Nellanalisi del carattere, Reich sottoline limportanza di focalizzare non soltanto le verbalizzazioni del paziente, ma anche altre modalit espressive, come i gesti, le espressioni, le azioni. A tal fine proponeva, durante le sedute, alcuni esercizi di natura corporea, come quelli sulla respirazione. Sottoline a tal punto la centralit della liberazione dellenergia localizzata nei centri vegetativi del sistema nervoso autonomo che chiam la sua analisi vegetoterapia. Un obiettivo era cli rimuovere progressivamente le resistenze e le coercizioni per raggiungere il nucleo pi profondo della personalit, sede della potenzialit e della creativit individuale. Per la prima volta, il corpo entrava in analisi nella sua dimensione espressiva reale. Il padre della bioenergetica, Alexander Lowen, che era stato allievo di Reich, approfond la relazione tra specifici sintomi nevrotici e contratture o tensioni di diversi distretti muscolari. Attraverso la manipolazione del corpo si arrivava cos allespressione dellemozione compressa. La possibilit di toccare il paziente rappresenta una forte diversione dal paradigma analitico classico, Il terapeuta corporeo una presenza attiva, che attraverso la sua corporeit stimola lespressione della corporeit dellaltro, alla ricerca dei significati emotivi racchiusi nella dimensione fisica. Per Lowen il passato dellindividuo il corpo. Stemperando la focalizzazione centrale sulla sessualit, Lowen defin la bioenergetica una tecnica terapeutica che si propone di aiutare lindividuo a tornare a essere con il proprio corpo, per riappropriarsi delle proprie radici. Sono stati molti gli sviluppi delle teorie terapeutiche centrate sul corpo, nonostante i pregiudizi e i sospetti spesso nutriti nei confronti di tecniche cos sovversive rispetto ai paradigmi classici. Senzaltro, nel panorama attuale, le terapie a orientamento corporeo forniscono unalternativa terapeutica che pu essere di grande efficacia.

LAnalisi Transazionale
Lanalisi transazionale una teoria sviluppata agli inizi degli anni 40 a opera di Eric Berne. Si tratta, secondo la descrizione di Michele Novellino, di un sistema di psicologia clinica e di psichiatria sociale, da cui deriva una specifica metodologia psicoterapeutica. Lipotesi pi conosciuta della teoria di Berne quella relativa alla tripartizione della personalit, che si determina in differenti stati delllo. Questi sono rappresentati come realt a livello cognitivo, emotivo, somatico e comportamentale. Lo stato delllo definito Genitore contiene la definizione del mondo, ha la caratteristica di dare prescrizioni e consigli, richiede o comanda azioni, contiene regole e programmi per risolvere determinati compiti. Lo stato delllo Adulto una banca dati e un elaboratore, incapace di attivare energia propria, e sostanzialmente dedito alle attivit di pensiero, inteso soprattutto nella sua funzione di adattamento allambiente. Lo stato dellIo bambino sperimentato dallindividuo come la parte pi vera della propria personalit: contiene tutte le esperienze che lindividuo ha avuto, il magazzino dei giochi e dellintelligenza creativa, ha come primo interesse quello di massimizzare il piacere e minimizzare la sofferenza. Berne ha definito le dinamiche di integrazione degli stati dellIo nel corso dello sviluppo individuale, concentrando la sua attenzione critica soprattutto sullacquisizione di schemi comportamentali rigidi (il copione) che paralizzano la potenzialit individuale. Lobiettivo terapeutico, che prevede soluzioni sia individuali che di gruppo, quello di indagare le dimensioni profonde che sostengono, a livello cognitivo, emotivo e comportamentale, tali schemi disfunzionali e, attraverso diverse fasi del lavoro terapeutico, permettere al paziente di appropriarsi di modalit di funzionamento pi creativo e soddisfacente. Nella rielaborazione della teoria originaria di Berne ad opera dei suoi seguaci vi spesso stata la tendenza a integrarne lapproccio di matrice, sostanzialmente, cognitiva e comportamentale con apporti derivanti dalle teorie dinamiche. Il Sogno Guidato da Svegli Lenergia segue il pensiero. Quando realizziamo qualcosa, lo creiamo sempre inizialmente sotto forma di pensiero. Lidea una cianografia: crea unimmagine della forma, poi la dinamizza facendo fluire lenergia fisica in quella forma; alla fine si manifesta sul piano fisico. Lo stesso principio vale anche se non intraprendiamo alcuna azione fisica diretta per realizzare concretamente unidea. Il semplice fatto di aver unidea in mente e di tenerla, costituisce unenergia che tender ad attrarre e creare quella forma astratta sul piano materiale. Il Sogno guidato una tecnica che permette di accedere con relativa semplicit a quella riserva inesauribile di risorse che i soggetti hanno acquisito nel corso della loro esperienza di vita. Lo stato mentale attivato dal Sogno guidato uno stato sfumato che sta a met fra la veglia ed il sonno. Possiamo definirlo come uno stato ipnoide caratterizzato a livello comportamentale, da rilassamento psicomotorio, battito delle palpebre, chiusura degli occhi e piacevole sensazione di benessere globale. Lo stato mentale del Sogno guidato ben pi vicino allo stato di veglia che allo stato di sonno. Lobiettivo generale che ci si pone con questa tecnica quello di modificare latteggiamento del soggetto durante il suo sogno e trasferire questo nuovo schema mentale durante lo stato di veglia. Il conduttore fa emergere ci che presente nelle risorse inconsce del soggetto (attiva dei s). I sogni guidati sono ricchi di immagini archetipiche. Il primo a parlare di Rve veill dirig, il sogno da svegli guidato, stato lo psicologo Robert Desoille. Con il rve veill dirig si fa un uso attivo dellinconscio e si pilota il soggetto verso la manifestazione delle sue potenzialit. Si fanno vivere alla persona, posta in stato di rilassamento, alcune situazioni mentali dando immagini iniziali e poi lasciando che esprima quello che man mano la sua fantasia le suggerisce. Arriva cos a liberare alcuni contenuti repressi che bloccano la sua crescita oltre che minare il suo equilibrio. Il materiale spontaneo che emerge rivelatore del mondo interiore, con i suoi blocchi e i suoi problemi, della situazione affettiva della persona e del suo modo di affrontare la vita; con la sperimentazione nel sogno guidato, attraverso anche i suggerimenti del conduttore, del potere dei simboli, della possibilit di superare gli ostacoli, il soggetto diviene in grado di avviare un processo di maturazione, di assumere un atteggiamento attivo, di superare i suoi conflitti, i suoi problemi e i suoi ostacoli e di aprire le porte alla sua energia creativa. Una particolare applicazione del Sogno guidato viene utilizzata in sedute di gruppo. In questo ambito viene proposto un simbolo la cui dinamica suggerita interamente dal conduttore. I simboli ci mettono in contatto con aspetti interiori inaccessibili alla mente analitica e ci conducono a capire vedendo, visualizzando anzich pensando. Possono rivelare realt interiori di cui non si sospetta lesistenza. Il simbolo ha la propriet di dirigere e strutturare alcune energie inconsce. Visualizzare per es. lo sbocciare di una rosa orienta i vettori dellinconscio nella direzione dello sviluppo, dellevoluzione. Possiamo a ragione dire: in principio era limmagine. Vediamo perch limmagine, ossia la visualizzazione creativa, influenza la realt personale. Il sistema nervoso, che ci fa reagire alle situazioni, non pu valutare la differenza tra una esperienza reale e una immaginata: in entrambi i casi reagisce ai dati comunicatigli dal cervello, ossia reagisce in conformit a quanto si pensa o si immagina. Il pensiero, che una forma di energia veloce e sottile, si manifesta nel cervello componendo i neuroni, le cellule nervose, in forme tridimensionali simili a geroglifici, in un infinito numero di combinazioni. Qualsiasi realt con cui entriamo in contatto, pu essere per esempio una penna, viene raffigurata nel cervello da uno specifico geroglifico di neuroni. La cosa importante da sottolineare che sia che noi vediamo la penna, sia che la immaginiamo soltanto, nel nostro cervello si forma lo stesso disegno di neuroni, che trasmetter quindi il medesimo impulso al sistema nervoso. Perci il sistema nervoso, che condiziona le nostre reazioni, non distingue se una cosa vera o solo immaginata. Possiamo sperimentarlo con immediatezza, immaginando di addentare una fetta di limone: la reazione sar un aumento della salivazione o addirittura un senso di forte fastidio nella zona mandibolare. In conclusione immaginare porta a una attivazione cerebrale identica a quella dellagire. Coodipendenza del bambino interiore Se pensiamo alle favole e hai loro protagonisti ci rendiamo conto di come linnocenza e la spontaneit del bambino facciano parte della nostra cultura da moltissimi anni. Tutti noi ricordiamo almeno una di queste, Biancaneve , Pollicino, Scarpette Rosse, Cenerentola, Hansel e Gretel, attraverso una di queste favole risentiamo il contatto con il nostro bambino interiore perch esattamente come nella fiaba tutti noi abbiamo paura dellabbandono e ci sentiamo piccoli e indifesi . Negli ultimi decenni, il concetto di bambino interiore si radicato pi profondamente attraverso le esperienze in diversi settori grazie a Psicoanalisti come Jung che ha parlato del bambino divino, Alice Miller e Donald Winnicot lo chiamano il nostro vero io mentre per Emmet Fox il nostro bambino magico per C. Whitfield Il nostro io adulto, io bambino per E. Berne, mentre lanalisi transazionale basa tutto il suo lavoro sulla comprensione e revisione della dinamica comunicazionale tra le figure adulto e bambino. Vi sono quindi numerose scuole che elaborano in diversi modi il contatto e laccudimento del bambino interiore. Nonostante le differenze dei metodi, pi o meno completi, sono tutti concordi nellaffermare che attraverso il recupero, la cura e lascolto del nostro S Bambino pu avvenire la nostra guarigione interiore. Al giorno doggi molti psicoterapeuti e medici stanno riconoscendo il valore imprescindibile di questo contatto per una vera e duratura guarigione. Il S bambino quella parte di noi che resta e rester piccola per sempre , portando con s doni come la gioia di vivere, la giocosit, la creativit, il contatto con la natura e con la nostra essenza. Nel nostro quotidiano il S pi universalmente rinnegato, eppure questo Bambino vulnerabile pu essere la nostra parte pi preziosa, quella pi vicina alla nostra essenza perch in contatto con i nostri bisogni e
http://www.ceepsib.org/Approcci%20Terapeutici.html Pagina 4 di 6

Approcci Terapeutici

18/02/12 17:03

Bambino vulnerabile pu essere la nostra parte pi preziosa, quella pi vicina alla nostra essenza perch in contatto con i nostri bisogni e desideri pi profondi. La sua principale qualit la capacit di sentire: le parole non lo ingannano nemmeno per un momento, squisitamente sensibile, reagisce immediatamente se percepisce un senso di abbandono e il suo dolore un dolore profondo che richiede rispetto ed empatia , non dimentichiamo per che ha anche degli aspetti negativi, infatti non tutti i suoi aspetti sono costruttivi: la manipolazione, ribellione e linsaziabilit, aspetti che affiorano soprattutto quando non riconosciuto e rispettato. Solitamente questo avviene quando si identificati in una voce adulta o di potere. La persona molto responsabile ligia ai doveri e alle regole, rinnegando la propria parte istintiva e creativa, fa molta fatica ad esprimere i propri sentimenti, non ha un egoismo sano e per questo non in grado di fare delle cose per se stesso, nega il valore di alcune emozioni, specie quelle dolorose, come la rabbia, la tristezza, il pianto e la vulnerabilit viene giudicata debolezza. In questo caso il bambino interiore non pu esprimere la propria creativit e solitamente manca la voglia di sorridere e di gioire fino ad arrivare talvolta alla depressione. Quando la persona completamente identificata nel S bambino, manca la protezione e il senso di responsabilit, non ci sono limiti, il sano egoismo diventa egocentrismo. Il bambino vuole avere tutto ci che vede, il suo bisogno tutto proiettato sul urgenza di possedere, non in grado di gestire il denaro e i rapporti, specialmente con figure di potere, ed ha bisogno di essere al centro dellattenzione. Questo tipo di identificazione ci porta apparentemente lontano dalla sofferenza tramite la negazione della realt, tutto bello e tutto un gioco, che ad un certo punto finisce portando grande sofferenza. Finch non prendiamo consapevolezza, il nostro S bambino gestito dall insieme delle Voci Primarie con le particolari cure e giudizi prevalentemente del Critico. Questi S sono genitori allantica, molto spesso primitivi e giudicanti, proiettano il peggio dei nostri genitori ed educatori attraverso le loro regole, il loro atteggiamento inizia con le migliori intenzioni di proteggerci, per farci ottenere dei premi e dei riconoscimenti, finendo poi per rafforzare i S premiati e facendoci reprimere quelli che invece ottenevano sgridate o abbandono. Questi S non riescono a comprendere che siamo cresciuti, possiamo assumerci le nostre responsabilit e gestire la nostra vita, importante per noi arrivare ad un certo livello di conoscenza interiore in modo da poterci sostituire ai nostri genitori interiori e prenderci le responsabilit che ci competono riguardo ai nostri S. Di cosa ha bisogno il nostro bambino interiore? Essenzialmente ha bisogno di due cose: Amore senza condizioni, ovvero essere amato per ci che con le sue mancanze, paure, bisogni e entusiasmi; e Protezione perch vi il bisogno di mettere confini con il mondo esterno, sapendo dire di no, sia agli altri che al proprio bambino interiore, quando necessario. Il modo in cui ognuno di noi funziona nella vita quotidiana dettato da reazioni e strategie di sopravvivenza che abbiamo imparato durante linfanzia. Ognuno di noi si porta dietro, anche da adulto, delle vicende accadute durante linfanzia che non abbiamo del tutto elaborato. Queste vicende possono lasciare un carico emotivo che viene attivato da situazioni della vita quotidiana delladulto. Per questo importante elaborare tale carico emotivo lasciato da questi avvenimenti passati. Da adulti disponiamo della forza personale necessaria per lelaborazione delle esperienze passate e del loro carico emotivo. Emozioni che da bambini ci sembravano insostenibili diventano gestibili da adulti. Durante la nostra infanzia impariamo anche a dare un'interpretazione alla realt, apprendiamo regole e maturiamo convinzioni. Alcune di queste convinzioni possono avere un effetto restrittivo e impedire il nostro sviluppo personale. Uno degli scopi della metodologia del bambino interiore quello di individuare queste convinzioni e trasformarle in forza personale e in affermazioni positive mediante lelaborazione degli eventi dellinfanzia. Il nostro passato continua a vivere nel presente. La maniera in cui siamo stati trattati da bambini la maniera in cui noi trattiamo noi stessi da adulti. Per sopravvivere da bambini abbiamo sviluppato delle strategie che avevano lo scopo di non farci pi sentire dolore. Queste strategie sono attive anche nel presente e possono ostacolare il nostro sviluppo personale. In genere, vogliamo credere che la nostra infanzia sia stata rose e fiori, oppure ci diciamo che il passato passato e che dobbiamo metterci una pietra sopra, che i nostri genitori hanno fatto il meglio che potevano, che siamo tutti vittime delle circostanze. Queste sono maniere in cui il nostro ego prova a tenere in vita lillusione di un'infanzia ideale. Solo nel momento in cui riusciamo ad abbandonare quest'illusione possiamo davvero vivere nel PRESENTE.

Cambier la Psicoterapia?
La frammentazione del panorama attuale delle psicoterapie ha aperto, tra gli addetti ai lavori, il dibattito sui suoi possibili sviluppi futuri. LAmerican Psychological Association ha recentemente promosso una ricerca in cui venivano stimolati gli associati (psicoterapeuti di tutte le impostazioni) a formulare un pronostico sulle direttive di sviluppo della psicoterapia. I risultati che sono emersi rivelano un panorama ancora pi frastagliato. Per quanto riguarda la previsione sugli interventi terapeutici del futuro, coerentemente allorientamento consumistico della cultura occidentale (e soprattutto dellAmerica, dove stata svolta questa indagine), il campione della ricerca ha previsto che le tecniche centrate sul presente, strutturate e direttive siano destinate ad aumentare. Le tecniche che sono previste in calo sono quelle pi tradizionali, come linterpretazione dei sogni, le libere associazioni, lanalisi delle resistenze. Questo primo quadro connota la figura di un cliente orientato a una soddisfazione rapida e il pi possibile indolore. Non si richiedono tecniche indirizzate alla comprensione e alla rielaborazione profonda della personalit, quanto piuttosto tecniche in grado di fornire una sensazione di benessere, o di sospensione del malessere, subito efficace. Se poi si sposta il focus dellattenzione dalla tecnica alla teoria, il campione della ricerca ha previsto che lorientamento terapeutico del futuro sar caratterizzato da una diffusa duttilit di impostazione. Saranno pertanto privilegiati orientamenti integrati o eclettici, ovvero che utilizzino ipotesi teoriche e metodologie tecniche afferenti a modelli di riferimento diversi. Secondo la previsione gli orientamenti storici, come il comportamentismo e le psicoterapie dinamiche, non subiranno una variazione di flusso significativa.

Pillole o Parole?
Il dibattito stesso si muove su pi livelli. Per esempio, c la discussione sullintegrazione della psicoterapia con la farmacologia. Se vero che in ambiente medico il modello attualmente predominante quello psicofarmacologico, che ha progressivamente soppiantato quello psicoanalitico, anche vero che nel privato il terapeuta pu fare qualcosa di diverso che solo diagnosticare e prescrivere. Ovviamente questo un problema che si pone soltanto per gli psichiatri, che hanno professionalmente la possibilit di offrire sia un intervento medico-psichiatrico, con prescrizione di farmaci, sia un intervento psicoterapeutico. In questo contesto, il dibattito si nutre intorno al problema se, di fronte a un paziente che necessita di entrambi i trattamenti, sia terapeuticamente pi conveniente che i trattamenti siano realizzati tutti e due dal medesimo professionista, o se sia pi conveniente che siano affidati a professionisti diversi. In una dimensione pi ampia, invece, il dibattito si nutre intorno al concetto stesso di terapia integrata, Il fantasma che viene evocato con il concetto di integrazione, che essa possa equivalere a una sostanziale arbitrariet dellintervento terapeutico, che mascheri sottostanti incompetenze e confusioni. La psicoterapia, daltra parte, essendo una disciplina complessa ontologicamente, ovvero per la stessa natura del suo oggetto, sempre stata guardinga rispetto alla difesa dei propri confini, costantemente insidiati da discipline attigue per oggetto ma completamente dissimili per impostazione epistemologica, come le arti divinatorie di vario tipo o forme diverse di assistenzialismo. Unintegrazione responsabile e consapevole dovrebbe quindi partire da una riflessione critica sui modelli di riferimento esistenti e sulla loro congruenza rispetto al lavoro pratico con il paziente. Daltra parte, identificarsi acriticamente con i presupposti teorici di una determinata impostazione pu segnalare la stessa incapacit riflessiva rispetto a quello che si fa veramente con i pazienti. In questo senso, chi supporta lidea dellintegrazione sottolinea che ci che si richiede veramente al terapeuta la capacit di cogliere i bisogni di cura e di crescita che il paziente esprime nella relazione e di fornire ad essi una risposta integrata: non occasionale n semplicemente eclettica, ma fondata sulla visione globale della persona che solo al terapeuta provvisto di integrit personale accessibile. In questa visione globale i diversi bisogni che di momento in momento si esprimono nella relazione sono sottratti a una considerazione e a un trattamento parcellare e settoriale per trovare il loro posto nellunit della persona.

Troppe Scuole troppi Linguaggi


Come abbiamo gi visto, anche allinterno di teorie definite ci sono sfumature differenti. Nel 1989 vari psicoanalisti della societ internazionale si ritrovarono a Roma alla ricerca di un terreno comune, che non fu trovato. Come fece notare Roy Shafer (1990), tutti gli psicoanalisti usano le stesse parole chiave, ma con significati spesso molto diversi: per esempio, il termine transfert, cos centrale nella teorizzazione freudiana tradizionale, utilizzato dai vari analisti in modo sostanzialmente differente. Sembra evidente che non esiste pi una psicoanalisi: ne esistono molte (Wallerstein, 1990). Cos come non esiste un singolo approccio psicodinamico, ma ne esistono molti (diversi e spesso incompatibili). Lo stesso si pu dire per la terapia cognitiva, la terapia della gestalt, e probabilmente per tutte le scuole pi importanti. Lesito di questa frammentazione interna pu comportare la possibilit che nel corso del tempo ciascuno sviluppi il proprio approccio personale, magari ritenendolo identico a quello dei colleghi di scuola. Per concludere, dobbiamo ribadire il nostro punto di partenza: pi di altre discipline la psicoterapia ha la necessit e il compito di confrontarsi con se stessa e con il mondo che cambia, che rappresenta una parte inevitabile del suo specchio. Il dibattito, per fortuna, aperto e fecondo, a testimonianza della prima qualit che viene associata a un pensiero autenticamente psicologico: la capacit di interrogarsi criticamente.
http://www.ceepsib.org/Approcci%20Terapeutici.html Pagina 5 di 6

Approcci Terapeutici

18/02/12 17:03

Nel prossimo futuro, la psicoterapia dovr adattarsi ai grandi cambiamenti di scena degli ultimi anni. I contesti sociali e lavorativi sono in rapido sviluppo. Il pluralismo culturale dovrebbe potersi declinare anche in una sensibilit dei fornitori di psicoterapia alle nuove emergenze sociali. Aumenta anche il numero delle patologie legate ai contesti di vita degli individui. Lo stress della vita urbana, laumento delle difficolt economiche a fronte di unofferta di prodotti sempre pi vasta, la diffusione dilagante dellinformatica, la crescita di famiglie con pochi membri o con genitori separati, la condizione sociale della donna, la crescita numerica degli anziani, la multirazzialit, sono alcune delle evidenze socio-culturali che si presentano sulla scena e di cui un operatore della salute, in senso lato, deve tener conto. Come abbiamo gi detto, sono in costante aumento le patologie di natura borderline (tra nevrosi e psicosi), la depressione, i disturbi di carattere ansioso. Aumenta il senso di frammentazione dellidentit, la difficolt a riconoscere e a esprimere le emozioni, la solitudine.

Home Page

Email: info@ceepsib.org

Torna Su/Top

http://www.ceepsib.org/Approcci%20Terapeutici.html

Pagina 6 di 6

Você também pode gostar