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Incontri sulla Commedia di Dante con la prof.

ssa Anna Maria Chiavacci Leonardi (Universit di Pisa)

Inferno - ! novem"re ##
Innanzitutto grazie a tutti per queste parole lusinghiere di benvenuto e di presentazione. Fa molto piacere parlare in questo liceo; come sempre parlo volentieri a chi comincia a studiare Dante, perch un autore sul quale volentieri si passano, poi, gli anni io ho incominciato cos, acendo la mia tesi di laurea su Dante e poi non l!ho pi" lasciato, e ancora non ho inito di studiarlo, perch si trovano sempre cose nuove. #ggi si vorrebbe are un po! un discorso introduttivo, visto che ci sono soprattutto le prime. $i si domanda sempre% questo libro cos antico, di secoli cos lontani che oggi sembrano ancora pi" lontani, vista la velocit& con cui corre il tempo in questi ultimi scorci, in questi ultimi vent!anni, diciamo cos; prima si andava pi" lenti, ora sembra che tutto il tempo precipiti, tutte le cose nuove cambiano per cui sembra pi" lontana questa et& di Dante. 'uttavia anche vero che questo libro, stranamente, letto in tutto il mondo, uno dei pi" di usi, orse il pi" di uso dopo la (ibbia. )opoli lontani da noi come tradizioni culturali e come storia, lontanissimi direi, lo leggono, lo traducono e lo studiano praticamente in tutte le *niversit&% per esempio, da poco stato tradotto in +ietnamita, in $oreano, in )a,istano, 'urco qualunque lingua culturale, ormai, traduce Dante. -uindi la lontananza, in qualche modo, oltrepassata, c! qualcosa che attira va bene, si leggono, certo, i grandi poeti di tutti i tempi . quando sono grandi .% leggiamo #mero, +irgilio; ma questo un enomeno un po! diverso, perch viene a rontato, discusso come se osse ancora un contemporaneo% non c! una rattura di tempo tale da considerarlo un grande antico. Dante discusso per esempio in /iappone, dove c! proprio una cattedra e ioriscono gli studi danteschi, dove gli studenti sono appassionatissimi% anche l& si discute del mondo dantesco con grande

entusiasmo e interesse. *n giovane giapponese . questo un atto, cos, di cronaca ma interessante . venuto a Firenze con una borsa di studio apposta per studiare Dante, e ho avuto molti colloqui con lui perch veniva a discutere varie cose; mi sono resa conto, parlando con lui 0un ragazzo molto intelligente, gi& laureato in letteratura italiana1 di che cosa poi osse ci2 che e ettivamente li attraeva in questo mondo di Dante% naturalmente la gran poesia che, per prima cosa, attrae le persone, leggendo la poesia 3Dante4 ha un richiamo che nessun altro testo ha; un testo di teologia, di iloso ia o di storia non cos attraente, la poesia s. 5a in questo mondo poetico lui trovava qualcosa Dunque, questa singolarit& del testo e questa attrazione per i )aesi lontani e in atti questo% che il poema di Dante rappresenta non solo quello che eterno nell!uomo, che sempre la poesia rappresenta 0i sentimenti dell!uomo, l!amore, il dolore, le so erenze, le speranze1 ma ci o re qualcosa di organico, un universo interamente organizzato, concluso, quasi tutto un mondo, dagli astri ino ai iori pi" piccoli, un grande cosmo ordinato, e ci presenta la storia, il destino, in qualche modo, dell!uomo. 6e due cose che il giapponese mi diceva, erano% uno, la razionalit& dell!universo; ch per noi occidentali, normale l!idea che il mondo sia intelligibile all!uomo, che ci siano delle leggi razionali che corrispondono alla nostra mente, che la nostra mente pu2 comprendere per altri popoli no, una scoperta, l!intelligibilit& dell!universo. 7 l!altro il valore primario della persona dell!uomo% la sua libert&, la sua dignit&. #ra, se noi guardiamo questi due o tre elementi ondamentali che mi diceva il giovane giapponese, nella $ommedia viene, di atto, espressa l!identit& della nostra cultura e civilt& occidentale. 8oi sappiamo, voi sapete certamente, che due grandi tradizioni sono con luite, poi, nel 5edioevo ormando quella che oggi chiamata la civilt& occidentale, europea come nascita naturalmente% la tradizione greco9latina e la tradizione biblica, ebraico9cristiana, che si sono lentamente, nel medioevo poi, use, con grande s orzo dei grandi pensatori cristiani tra l!altro; e la Divina $ommedia, che nasce proprio, come orse tutti sanno alla ine dell!et& medioevale, esprime questa concezione dell!universo e dell!uomo, che . per questo la sua attualit& . tutt!ora quella a cui tutto il mondo civile a ri erimento la tavola dei diritti umani ad esempio, che accettata praticamente da tutti i )aesi del mondo, si onda su questo valore della persona di cui si diceva. 6o sviluppo tecnico e scienti ico si ondano sulla razionalit& dell!universo, questo deriva in gran parte dai /reci, che poi naturalmente a loro volta attingevano da precedenti culture,

come quella babilonese per l!astronomia, ecc . 5a quello del valore della persona invece eredit& $ristiana, il valore primario della persona, che non va sottoposto a nessun altro% la sua dignit& suprema, la sua inviolabilit& e la sua libert&. -uesti concetti sono nuovi, ancora oggi sono nuovi, perch l!uguaglianza degli uomini non esiste in nessuna cultura allo stato naturale; voi certamente lo sapete% in ogni cultura ci sono queste caste, divisioni tra specie, caste sociali come in India, divisioni tra uomo e donna, molto orti in alcune culture; l!idea dell!uguaglianza non c! nemmeno nella grande iloso ia greca, che pure ha atto grandi passi, come tutti sanno, soprattutto con :ocrate, )latone, ;ristotele ma anche il grande ;ristotele nella )olitica scrive che il libero e lo schiavo sono quasi due specie diverse di uomo; non sono uguali il libero e lo schiavo per ;ristotele, quindi intendiamoci% il culmine del pensiero antico. 8essuna cultura riconoscer& nemmeno la libert&, libert& intendo come quella predicata nel +angelo cristiano, grande rivoluzione che allora u l!idea di essere superiori alle leggi% le leggi sono atte per l!uomo, e non l!uomo per le leggi; come scritto nel +angelo, orse voi non lo sapete, non lo so se lo sapete, comunque, non che l!uomo atto per il sabato . il sabato che nell!ebreo il giorno, appunto, che bisogna rispettare in tutti i suoi dettagli . ma il sabato per l!uomo, cio l!uomo in qualche modo padrone delle leggi, il che vuole dire il primato dello spirito sulla lettera% anche questo tuttora rivoluzionario. +oi tutti sapete quante prescrizioni, quante cose bisogna osservare in ogni diversa religione o cultura che sia, gli ebrei ancora stanno attenti a spazzare tutte le bricioline minime sotto i letti nel giorno pasquale, come in altre prescrizioni o )aesi non si pu2 mangiare una certa carne, alcuni cibi sono vietati, e cos via tutto questo insieme di regole, che atto appunto per dare una regola alla vita civile, superato in questa diversa concezione dell!uomo per il quale l!uomo padrone delle regole, e questo evidentissimo nella Divina $ommedia. #ra appunto veniamo al nostro argomento. 6!idea della libert&, della grande e per etta razionalit& dell!universo, dominano tutto il poema di Dante; ora, chi non l!ha ancora cominciato non ha un!idea, ma presto se ne accorger&< 'utto l!universo appare ordinato% il )aradiso, nel amoso attacco di quel bel discorso che a nel primo canto (eatrice% =le cose tutte quante, hanno ordine tra loro>, c! un ordine nell!universo, =e questo orma che l!universo a Dio a somigliante>. -uesta

l!idea% che il $reatore, secondo la concezione $ristiana naturalmente, dove Dante si pone, impone nell!universo la sua somiglianza, quindi tutto simile alla mente creatrice. -uesto ordine straordinario nella $ommedia regge tutto, ogni movimento degli astri, delle orbite degli astri che Dante tante volte descrive, ogni piccola cosa che accade sulla terra, come tra i iori e le erbe, su cui tante volte si erma, tutto per ettamente ordinato in questo modo supremo di grande armonia, e in questo universo si muove questa persona, questo uomo libero; e, voi ancora non lo avete letto ma qualche cenno si pu2 dare . importante . di questo valore del primato dello spirito sulla lettera; di questo gi& ci si accorge nell!In erno e poi pi" avanti% cio in Dante . atto apposta ovviamente . questo mondo dell!aldil&, di cui ora parleremo, racconta le storie dell!aldiqu& naturalmente, racconta le storie della terra, per2 l!aldil&, le racconta vedendole quindi da un punto di vista esterno. :i racconta la storia, ma dal di uori, non dall!interno. -uesto, diciamo, punto di vista dove ci si pone, permette di dare senso e signi icato e valore alla storia% bisogna essere al di uori per giudicarla, naturalmente, inch si sta dentro la cosa s ugge di mano. #ra, l!idea di questo vedere dall!aldil&, di tutte le vite che voi incontrerete leggendo nell!In erno i vari personaggi che si incontrano, sono vite viste all!indietro% ognuno vede la propria vita, diciamo cos, voltandosi indietro, e ora ne comprende il senso. 7 qui, appunto, ci sono alcuni episodi che ci possono de inire, determinare meglio quello che si diceva di questa libert& dello spirito; per esempio, si considerava la scomunica, all!epoca di Dante, la scomunica papale, come una cosa gravissima, per la quale uno che morisse scomunicato era certamente dannato agli occhi della gente; Dante invece, nel )urgatorio, salva il grande principe 5an redi di :vevia che era morto scomunicato, ma lo salva come e perch? )erch all!ultimo momento 5an redi si rivolge a Dio con un momento solo, con il gesto di un momento, con il cuore pentito, piangendo, e viene accolto e perdonato; tanto la cosa era di icile da digerire da parte della gente, che Dante a apposta a ar dire a 5an redi% >+ai di l&, e dillo a mia iglia che sono salvo<>, perch nessuno avrebbe potuto crederci. =#rribil uron li peccati miei<> dice il principe 5an redi, uno dei personaggi pi" potenti di quel tempo, =ma la bont& in inita ha s gran braccia, che prende ci2 che si rivolge a lei>; cosa signi ica questo% basta un momento in cui c! un movimento del cuore umano per oltrepassare la regola della grande scomunica papale; il cuore che conta, in atti Dio parla al cuore. ;l rovescio, nell!In erno . accio questo caso limite perch, appunto sono gli opposti .

nell!In erno, chi lo legger& lo trova, c! un personaggio anche questo molto noto in Italia, /uido da 5onte eltro, un grande condottiero, che, per salvarsi l!anima come si diceva, ad un certo punto della sua vita, quando l!et& comincia ad avanzare, si a rate, cos sperando di salvarsi, per2, senza un pentimento vero; quando si arriva all!ultimo momento... ah, il )apa (oni acio, questo, scusate, non l!ho detto, quando gli chiede il consiglio per vincere in battaglia i )alestrina, i suoi nemici, gli dice% >8on ti preoccupare se il consiglio 0come lo era1, un inganno, tanto io ti perdono in d!ora, tu vai tranquillo>; ma, quando si arriva alla ine, arriva il diavolo e arriva anche 3:an4 Francesco per prendersi il suo raticello, ma il diavolo porta via /uido da 5onte eltro, e gli dice% >;ssolver non si pu2 chi non si pente, per la contraddizion che non consente>. -uindi abbiamo il caso opposto a 5an redi, l!uno e l!altro% questo era stato assolto dal )apa, per2 viene portato via dal diavolo, e l!altro era stato scomunicato e viene salvato. )er dire, questo un caso, ma ce ne sono altri; ma, ora, per il momento ermiamoci, se no si va troppo in l& con questo argomento per2 per dire come, appunto, nella $ommedia, molte volte accade, proclamata questa straordinaria primaria dello spirito sulla lettera. -uesto incontro e @praticamente . vantaggio della concezione cristiana sull!antica, cominci2, si pu2 dire, quando san )aolo and2 ad ;tene a parlare all!;reopago% parl2, appunto, del suo Dio $ristiano, e l comincia, si pu2 dire simbolicamente si a cominciare di l, questa lenta usione ra le due civilt&. -uesto concetto $ristiano, che Dante assume naturalmente, tutt!ora tante volte non accolto; resta indigesto un po! a tutti tante volte, vedere salvato un peccatore dell!ultim!ora, questo d& astidio ancora ai benpensanti, diciamo, di ogni tempo, di allora come di adesso. Dunque, sorvolando adesso un momento su questo aspetto, questo dicevo, che questa singolare potenza con cui la $ommedia o re al mondo, a tutti i popoli, insomma, questa idea del mondo e dell!uomo, ancora nuova, si pu2 dire, ancora insolita, perch non ancora accolta veramente, come si diceva un momento a, da tutti i popoli, e neppure dai popoli occidentali che pure ne sono eredi e che l!hanno, diciamo cos, nel sangue. +oi siete cresciuti in questa civilt&, non ce ne si rende conto, ma per noi normale; certe cose sono tutte normali, queste cose che invece per altri popoli sono strane% che gli uomini siano uguali come diritti gli uni agli altri, che non ci siano di erenze di caste, di nessun tipo% per noi sembra una cosa ovvia perch ci siamo cresciuti, ma non lo . #ra, dunque, questo grande poema o re cos questo al mondo. .

6!uomo di Dante conquista poi perch naturalmente c!, da parte di Dante, una tale penetrazione, conoscenza, amore per lAuomo che il suo uomo, la persona che lui rappresenta, di una tale vitalit& e somiglianza a quello che noi conosciamo, l!uomo di tutti i tempi naturalmente, con tutti i suoi sentimenti, ino ai pi" delicati, dai pi" tremendi ai pi" sottili, delicati e dolci che ci presenta la $ommedia, e questo a ascina, naturalmente. -uest!uomo, Dante lo considera la sua grande dignit&. 6ui scrive il suo poema, e lo dice, per indicare all!uomo il suo destino di suprema gloria e toglierlo dalla sua in elicit&, e ne a una specie di viaggio, come voi sapete, questo racconto di viaggio nell!aldil&, cio dalla selva oscura, dal momento del dolore, della pena che della vita umana, al momento della gloria e della elicit&. Il tema del viaggio proprio . per tornare al nostro discorso sulla civilt& . della civilt& mediterranea; pensiamo ai grandi poemi epici antichi, tutti sono viaggiatori% il grande viaggio di *lisse, nel pi" amoso, per lo meno, dei viaggi, dei =n2stoi>, dei ritorni; il viaggio di 7nea, che parte da 'roia per arrivare ad approdare a un posto dove ondare un nuovo regno di pace e di elicit&; ma anche gli 7brei hanno il viaggio, partono dall!esilio, dalla terra dov!erano schiavi in 7gitto, per andare in un posto elice seguendo l!ispirazione di Dio; il viaggio, in ondo, di 5os con i suoi, assomiglia un po! al viaggio di 7nea voi orse un po! questi li conoscete, il viaggio di 7nea certamente .% si a ida agli dei, alla voce della madre, ma non sa nulla, neppure dove andr&; cos anche ;bramo parte senza sapere dove andr&; partono da un luogo di schiavit" e di pena, come quelli dall!7gitto, per arrivare in un posto di elicit&. -uando Dante scrive la $ommedia si inserisce in questa tradizione di viaggi, che propria dell!occidente appunto, per2 cambia la meta, cio non pi" sulla terra la meta della $ommedia, ma , come sapete, nell!aldil&; c! un cambio che non da poco, si esce dalla storia e si trova la meta nell!aldil&; di atto, se vogliamo, questa meta quella che le altre terrene, come era /erusalemme per gli 7brei o Boma per 7nea per esempio, sono mete sulla terra, dove ondare questo nuovo regno di pace e di elicit&; ma in ondo quelle mete terrene cos!erano? 8on erano altro che un simbolo, una igura della vera elicit& che l!uomo cerca, che di certo non trover& e non trov2 n a Boma n a /erusalemme, perch i dolori e le pene del genere umano sono pur continuate. -uando Dante sceglie la meta oltre la storia con questo singolare, come dire, tratto di invenzione, lui sceglie quella che era la realt&, quella realt& che le mete terrene volevano ra igurare, diciamo cos; paradossalmente ci2 che non si vede, ci2 che

sembra quasi intoccabile, ina errabile, questa meta dell!aldil&, la vera realt&; quelle terrene, sono, in ondo, dei simboli; dunque, questo viaggio sceglie un!altra meta, come gi& appunto si osservava. ; questo punto ogni cosa acquista il suo valore; tutta la storia presente nella $ommedia, pi" storica di qualunque altro antico poema epico, nel quale ci sono sempre miti, la storia con le date non entra quasi mai; invece qua, la $ommedia piena di date, di luoghi geogra ici ben precisi, i iumi, i monti, sono tutti nominati, ogni personaggio ricorda dov! nato, c! questa continua determinazione storica, la storia presentissima in tutto il poema, in ogni momento, per2 la storia acquista un valore straordinario% ogni gesto minimo, visto dall!aldil&, diventa prezioso; perch questo gesto quello che conta. $ome abbiamo visto ora, bastato un gesto del cuore di 5an redi per salvarlo, una lacrima basta a (uonconte; e cos ricordiamo il bacio di Francesca, ognuno l!avr& presente; il volo di *lisse quando passa le colonne d!7rcole; un gesto solo, in ondo, che decide, quindi prezioso ogni gesto del tempo, qui il valore di tutta la storia, e diventa una cosa di grande rilievo, tutta la storia ha un suo valore, o un disvalore naturalmente, a seconda di come si svolge. -uesto un po! l!impianto del poema, il viaggio nell!aldil&. $om! questo aldil&, come si pu2 inventarlo, come si pu2 raccontarlo? -ui Dante mostra la sua grande capacit& costruttiva ed inventiva, perch visioni ce n!erano, sono state pubblicate le visioni dell!altro mondo, raccontate, cos, in orma di sogno o di visione, a cui molti hanno creduto. )er2 questo aldil& sempre generico% se si vede l!In erno, si vedono tante pene terribili, tremende, tante volte molto peggiori anche di quelle immaginate da Dante, con igure di personaggi praticamente tutti uguali% sono tutti ammucchiati e quasi bestiali e ridotti proprio alla loro, pura bestialit&, e con pene orrende ma tutte uguali; non c! nessuna distinzione; e cos il )urgatorio% visto s e no, perch ancora era appena stata de inita come dottrina quella del )urgatorio, non si sapeva bene dove osse e come osse; molti ci mettono dentro i diavoli% un piccolo in erno pi" leggero, come ha scritto 6e /o nel suo saggio sul )urgatorio, era immaginato in questo modo, pi" o meno; il )aradiso poi non si aveva un!idea, cio in quelle descrizioni che abbiamo @poche, perch la maggior parte raccontavano dell!In erno e del )urgatorio . il )aradiso era un )aradiso terrestre, diciamo cos% un bel giardino, magni ici iori, delizie di ogni genere, ma delizie in genere terrene, quelle che l!uomo, di atto, conosce, perch non che sperimenti le delizie spirituali del )aradiso; quindi era un mondo abbastanza in orme. #ra Dante, invece . questa

era una delle sue prerogative . ha inventato e ettivamente tutto questo aldil&, l!organizzazione del mondo stesso, isico, dell!aldil&% voi l!avrete vista . anche quelli che iniziano, con l!In erno . questa invenzione, di questa voragine che si apre, questa specie di imbuto che l!In erno, ino al centro della terra; al centro con itto 6uci ero, dall!altra parte, proprio nello stesso asse, geogra icamente parlando . perch Dante d& una latitudine a questi posti, se la inventa proprio la struttura geogra ica dell!aldil& . dall!altra parte opposta a 6uci ero c! la montagna del )urgatorio. In erno e )urgatorio sono sul globo terrestre, uno dentro e uno si innalza; ma un!invenzione di Dante, il quale ha sistemato con precisione rispetto ad una latitudine, quella di /erusalemme, sia l!uno che l!altro. )er esempio, voi sapete certamente, insomma, molti lo sanno, che nell!episodio di *lisse, *lisse con la sua nave arriva ino in vista del )urgatorio, della montagna che vede da lontano, una montagna bruna, cos il che vuole dire che questa una realt& che poggia sul globo terrestre, una nave pu2 avvistarla; gli ha dato questa disposizione geogra ica precisa; in pi" Dante ha immaginato il )aradiso, che non una cosa da poco, naturalmente, e lo ha immaginato non in orma, appunto, come dire, terrestre, appoggiato su questo globo% il )aradiso al di l& dei cieli, l!ultimo cielo, ed un cielo spirituale, che, con uno s orzo supremo della antasia, Dante ha creato non parlando pi" di luoghi terreni, ma soltanto di un mondo di luce% che l!unico corpo, la luce, che lui usa per rappresentare, appunto, l!aldil&, dove ci si muove in un mondo spirituale; con uno s orzo, come potete immaginare, per un poeta, straordinario; si vedranno i modi come lui ha cercato di realizzarlo. $omunque con questa antasia lui ha creato l!aldil&, che ancora molta gente, cos, vede come Dante lo ha immaginato; gente italiana, naturalmente, che conosce la $ommedia% quest!idea dei cerchi, dei gironi, delle cornici, ecc 5a, a parte questo, questa invenzione dei luoghi, la cosa pi" importante che lui ha inventato la situazione delle persone che vi stanno, la psicologia% che cosa pensa un dannato dell!In erno? -uali sono i suoi sentimenti, che cosa possono essere? -uelli del )urgatorio anche questo nessuno ha mai provato ad immaginarlo. Invece Dante a proprio questo nel suo In erno, lui cerca di immaginare, e crea di atto tutte queste persone nella loro coscienza, nel loro sentimento, nel loro dolore, e questa la cosa che e ettivamente attrae, colpisce e per cui si legge l!In erno, perch qui sono rimasti uomini in tutta la loro dignit&, questa l!invenzione di Dante notevolissima, a con ronto di tutte le altre visioni% l!uomo non perde la sua

immagine. I dannati hanno coscienza etica di quello che hanno commesso, ed hanno anche un senso di dignit&, la grandezza umana che avevano in vita gli rimasta% Dante lascia ad ognuno la sua prerogativa umana di dignit&, di grandezza morale anche, coraggiosa, civile come Farinata; per2 non bastato; questo =non basta> un!espressione che ritorna nella Divina $ommedia% >(en ar non basta>, non basta per salvarsi, cio per arrivare alla elicit& suprema a cui l!uomo destinato, non basta, ci vuole qualcosa di diverso che quel gesto del cuore, appunto, compiuto da 5an redi all!ultimo momento. 5a questi personaggi in ernali hanno tutti, come sapete . almeno qualcuno l!avete gi& incontrato . come Francesca la sua gentilezza emminile, Farinata la grandezza e la ierezza dell!uomo politico che vuole salvare Firenze dalla distruzione; Dante lascia, come dire, ad ognuno questa dignit&, questa prerogativa; la grande tragedia dell!In erno proprio questa% questi uomini di tale livello sono per2 condannati in questa chiusura, in questo =carcere cieco>, come lo chiamano. -ual il segreto, appunto, di questo ri iuto e dell!altro che ha la salvezza? Il segreto Dante lo spiega, a chi vuole capirlo ovviamente, nell!incontro con $avalcante nell!In erno. Insieme a Farinata c! un grande; un po! meno umanamente, ma comunque ben noto% $avalcante il padre del grande poeta amico di Dante, /uido, che orse gi& tutti conoscono, lo stilnovista /uido $avalcanti, grande poeta. 7 quando vede Dante, il padre che invece l condannato, dice% >$ome mai con te non c! anche mio iglio?> =:e per questo cieco carcere vai per altezza di ingegno, mio iglio ov!, e perch non teco?>, questa domanda straziante, per cui% =se quell!altro ci viene per il suo grande valore intellettuale perch non c! mio iglio, che non secondo a te?>. -uesta idea che Dante potesse aver avuto questo privilegio perch, appunto, aveva l!ingegno sempre l!idea del valore umano; ma non questa la ragione per cui Dante va nell!In erno% non perch osse tanto bravo, tanto intelligente . Dante sapeva bene di non essere secondo a nessuno, tra l!altro, come ingegno, e lo dice, appunto, anche qui, e per questo si condanna da s perch dice che dovr& stare parecchio nella cornice dei superbi, quando sar& in )urgatorio . $omunque, dice% =8on per questo vengo qui>, =Da me stesso non vegno>, =8on vengo per le mie qualit&, ma vengo accompagnato e guidato> e indica +irgilio. $he cosa vuol dire questo? +uol dire che, appunto, uno

si salva perch rinuncia ad essere il padrone di s stesso, e riconosce la propria insu icienza di ronte a Dio; questo riconoscimento ci2 che basta, il resto non basta. -uesta risposta, diciamo cos, nascosta in queste brevi battute del canto decimo, che poi si capisce anche in altri luoghi . ma non posso adesso, qui, citarli tutti . quella che Dante d&. 6!uomo perch non arriva a questa elicit&? )erch vuole arrivare da solo, vuole are lui, come *lisse vuole a rontare lui l!oceano in inito con le sue sole orze, e non accetta nessuna sottomissione% questo il punto che guida la $ommedia, l!idea centrale di tutto il poema, per cui si salva chi accetta di non essere su iciente a s stesso 0 la grande tentazione di ;damo, il peccato dell!7den che tutti sanno1; naturalmente qui siamo dentro alla concezione cristiana dell!uomo, questo sicuro perch Dante ci si pone deliberatamente; tuttavia questo mondo d& una risposta, un senso alla vita umana, quella risposta che molti cercano a annosamente ma che di icile da trovare. 8ell!In erno, cosa che di solito non si riconosce, presente, oltre a quello che abbiamo gi& detto, che ogni persona mantiene la propria dignit& e cos presente quello che si pu2 chiamare l!amore di Dio, gi& scritto sulla porta% >Fecemi la divina potestate, la somma sapienza e il primo amore.> :i stabilisce, vediamo noi, una possibilit& di dialogo tra Dante e i dannati% anche questo stesso atto, che si possa comunicare tra il vivo, ancora salvo, diciamo cos, l!=anima viva>, come la chiama $aronte, e i dannati, vuole dire che non c! un abisso totale tra di loro, tra questi e gli altri; qual il ponte, l!unica possibilit& di comunicazione? 7! portato da un sentimento, ondamentale nell!In erno, che quello della piet&. -uesto a me preme molto perch, di atto, regge tutta la possibilit& dell!In erno dantesco% di ronte a questo sentimento di piet& che i dannati si risvegliano e parlano con lui; il ponte che si pu2 3concepire4 come l!unico immaginabile, che appunto a parte dell!amore divino% questa piet& che c! per tutti, per cui si risveglia in ognuno l!uomo che c! 0vi ricordate, $iacco tira su la testa per parlare con Dante e poi riprecipita, quasi ricadendo, nella sua abiezione1. 5a dappertutto, in tutto l!In erno, ino agli ultimi cerchi, c! questa presenza di piet& che porta alle lacrime addirittura Dante 0=Francesca, i tuoi martiriCa lagrimar mi anno tristo e pio.>1, che piange e si addolora per tutti, ino all!ultimo cerchio, alla ghiaccia dei traditori; e questo si pu2 anche spiegare perch nei traditori della ghiaccia, tutti immobilizzati come orse gi& sapete nel ghiaccio,

si perde la stessa persona dell!uomo, perch l!idea del tradimento, che Dante mette come il pi" grave, l!ultimo dei peccati . tradire chi si ida . vuol dire tradire l!amore, perdere in qualche modo la stessa dignit& dell!uomo, questo tradire quello che si ida di te, e perdendo l!uomo, si perde anche la possibilit& della piet&, proprio all!ultimo scalino in ernale. -uesta una cosa che mi premeva dire perch appunto, quando Dante parte per l!In erno, si preparava alla guerra del cammino e della pietade, la guerra che combatte per tutto l!In erno questo sentimento di piet& duro e doloroso per lui, come durezza del cammino, l!asprezza, diciamo, isica; e per questo, per concludere con l!In erno, volevo chiudere su questa parola, che questo senso pietoso, che deriva naturalmente da Dio, che guida poi questo senso di amore in tutto il poema, dalla prima parola all!ultima.

Domande 8el secondo canto viene presentato il personaggio di (eatrice; volevo chiedere, in che senso questo personaggio viene de inito dai libri come un simbolo? Dunque il senso in cui viene de inito, va beh, viene de inito appunto come il simbolo molti dicono della teologia o comunque in vario modo della rivelazione, ecc questo senz!altro una cosa accettabile perch evidente che come +irgilio ha una sua parte speci ica, che la luce della ragione, la luce naturale dell!uomo, cos (eatrice vede qualcosa in pi", come +irgilio spesso rimanda a (eatrice durante il suo viaggio, =-ueste cose te le dir& meglio (eatrice<>, lei vede le cose della ede, con la luce della grazia; per2 questo non toglie che lei sia una persona vera, viva e concreta, perch questo il problema% non solo un simbolo, nessun personaggio di Dante solo un simbolo; lui usa quella categoria che 6aorba,0?1, il critico, ha gi& de inito chiaramente, che si chiama igura, cio, sono persone vere che contemporaneamente, per2, rappresentano qualcosa. +irgilio sempre +irgilio, ha la sua persona precisa, il poeta lo dice% >6i parenti miei uron lombardi>, e poi si vede da tante circostanze in cui si ricorda +irgilio come poeta latino, l!incontro con 0?1, per2 anche quello che parla in nome della ragione dell!uomo, cio dove arriva la ragione umana; lo dice ad un certo punto%>Dove ragion qui vede, dirti poss!io.>, per il resto Dante dovr& aspettare (eatrice che opera di ede. -uindi lui evidentemente i segno della ragione, ino all!ultimo, ino alla cima del )urgatorio dove lo lascia perch qui inisce la per ezione, diciamo, naturale dell!uomo nel

)aradiso terrestre; c! questa idea di igura che un concetto ben noto, del resto, nella critica, negli studi della letteratura, per cui in Dante troviamo queste persone che sono sempre s stesse, storicamente determinatissime, perch (eatrice non si pu2 allontanare nel limbo dei simboli, quando lo incontra nel )urgatorio lei ricorda con precisione quando si sono conosciuti in terra, che poi lui l!ha abbandonata per la pargoletta, ecc, ecc quindi c! una storia precisa di (eatrice, per2 lei evidentemente anche la luce della grazia; c! in un libro del :ingleton, questo magari per i pro essori, c!, quel libro dove sono raccolti tutti i suoi saggi, c! un capitolo interessante, =6e tre luci>, dove prende un testo senz!altro di 'ommaso, dove dice che ci sono tre luci che illuminano l!uomo% la luce della natura, della ragione; la luce della grazia o ede; e inalmente la luce divina che porta addirittura alla conoscenza, all!incontro con Dio in )aradiso. :ono un po! le tre guide di Dante, un bel saggio che chiarisce molto questo aspetto.

Io volevo chiederle da quale posizione Dante si permette di collocare nell!In erno, nel )urgatorio e nel )aradiso i vari personaggi della $ommedia, che appaiono nella $ommedia. 8on so come rispondere perch questo un atto. 6a posizione in cui si mette quella del semplice $ristiano, di qualunque $ristiano, a un certo punto, che pi" che le persone giudica i atti, perch le persone nessun uomo pu2 giudicarle, come si sa; ma lui crea questo mondo, evidentemente tutto della sua antasia, non si pu2 mica esser sicuri che siano all!In erno quelli che ci ha messo lui e cos via ma lui giudica, da un punto di vista $ristiano, i atti, cio quello che si pu2 vedere, per il resto non pu2 certo permettersi di giudicare l!intimo dell!uomo, come lui stesso a capire attraverso tanti episodi dei quali due, appunto, ne ho ora citati; giudica i atti in modo che questo il valore, come potremmo dire, pedagogico del poema, che l!uomo vede che questi sono atti condannabili, questi altri sono da salvare, seguendo l!elementare, diciamo cos, insegnamento $ristiano. -uesto il suo atteggiamento, che ha questo valore di pedagogia, di istruzione, diciamo cos; certo, non pu2 mica pretendere che siano nell!In erno quelli che lui ci mette, questo evidentemente un racconto di antasia; lui giudica il atto, cosa che ancora noi possiamo are, in atti si pu2 sempre condannare il peccato ma non il peccatore, perch il cuore del peccatore lo vede solo Dio, come lui stesso ci insegna, come vi

dicevo ora; quindi credo che questa sia la sua posizione.

$! almeno un punto nell!In erno in cui Dante non dimostra piet&, ed l!incontro con gli ignavi, nei con ronti dei quali dice parole molto dure%>8on ragioniam di lor>. -ual il valore morale di questa posizione di Dante? Il valore morale, per un uomo come lui, naturalmente, ma in genere per la posizione $ristiana, il atto che l!uomo, creatura, appunto, creata con ragione e libert&, rinuncia a questa sua prerogativa in questo modo. Dotato, come abbiamo visto, e come, appunto, si insegna nel pi" comune insegnamento di catechesi $ristiana insomma, l!uomo essere dotato di ragione e, soprattutto, di libert&; chi non usa n l!uno n l!altro, in qualche modo rinuncia alla dignit& umana; per questo, pi" che dare condanne, lui dice%>8on ne parliamo>, perch escono in qualche modo dall!orizzonte in cui posta la persona dell!uomo. $redo sia questa la motivazione, come dire, sono messi uori gioco.

Io volevo sapere quali sono state le di icolt& maggiori nello stendere una critica di un opera cos importante e cos criticata soprattutto. 5ah, di icolt& esteriori nessuna, perch io non mi sono preoccupata assolutamente di eventuali, come dire, critiche, di questo a me non interessa le di icolt& sono inerenti al testo che pieno di di icolt& di suo, come gi& si capisce da come strutturato, dalla mente che l!ha scritto prima di tutto; quello che devo dire che ho dovuto parecchio studiare, siccome dentro la $ommedia c! non solo, s, appunto, la storia, che intanto bisogna sapere di che cosa si tratta, ma poi c! la iloso ia, la teologia, l!astronomia, ci sono tante cose e soprattutto, naturalmente, quello che pi" conta l!idea, quindi il ondamento teologico, per cui bisogna studiare. -uello che di solito, ecco, gli italianisti non conoscono, di solito chi studia la $ommedia un italianista, il retroterra di Dante, che non italiano, ma 6atino. 'utto il retroterra, ogni poeta non nasce come un ungo, il retroterra di Dante non soltanto la latinit& classica, ma tutto il medioevo, che prima di lui latino; e questo ignorato da tutti noi studiosi di letteratura italiana; cominciamo con le lodi di :an Francesco e poi vengono gli stilnovisti, e prima cosa c!, il deserto? 8o, non c! il deserto, c! anche la poesia medioevale, non solo trattati di vario genere, ma ci sono gli autori, grandi poeti, e anche questo un campo ignorato da sempre, ma

prezioso conoscerlo; per esempio, c! (oezio, Dante lo cita con uno dei suoi primi libri di iloso ia, con le grandi poesie che introduce nel suo testo, grande poesia quella di (oezio, latina naturalmente, a cui Dante certamente si ispira nel )aradiso, e cos altri autori ce ne sono molti nel medioevo, ma anche questa stata una delle di icolt&, in qualche modo, certo, non potevo sapere tutto il medioevo latino, per2 un!idea bisogna arsela; come i grandi autori $ristiani sempre presenti, come :ant!;gostino, almeno qualche libro, questo lo consiglio a tutti%>6e con essioni> di :ant!;gostino, uno dei testi base anche questo per Dante. -uindi questo uno dei punti di carattere pratico, poi di carattere critico ce ne sono tanti, ma quelli inutile elencarli, insomma, quando uno cerca di impostare un discorso critico lo a a seconda delle proprie inclinazioni e l non c! niente da spiegare.

6ei, nel suo discorso, ha evidenziato in particolare come prerogativa delle anime che Dante incontra, nonostante la loro dannazione, la dignit& umana che mantengono. Dunque volevo sapere come mai, in pi" punti dell!In erno, essi sono assimilati a igure animalesche, per esempio nel terzo canto, quando scendono dalla barca di $aronte, vengono de initi% >;ugel per suo richiamo>; oppure, nel quarto, abbiamo un cesare che bench sia esaltato, dipinto con occhi gri agni. -uindi volevo sapere il perch di questi paragoni con igure di animali, grazie. 8on sono la cosa migliore che poteva scegliere, perch, in ondo, questi sono usati come paragoni per esempio, quella degli uccelli, cos, una cosa gentile in ondo, ma gli occhi gri agni, va bene, sono occhi da preda; questi sono paragoni che non sono ancora cos devastanti, cos, diciamo, umilianti, no per dire, mantengono la loro dignit& certamente, questi paragoni con gli animali sono, naturalmente, dovuti a certi singoli atteggiamenti, per rappresentare quest!uomo di guerra, questo movimento delle anime, qui non vedo particolare o esa verso la persona o la sua dignit&, mi pare di capire, in quei paragoni non c! o esa, c! certo qualcosa c! non nei primi cerchi, quando si arriva alle bolge s, l vedrei di pi", diciamo, questo avvilimento dell!uomo% i barattieri nella pece, o quegli altri, come i ladri che si tras ormano in serpi; l c! l!avvilimento corporeo della igura dell!uomo, che non accade nei primi degli incontinenti o dei violenti, comincia dopo, con la rode, questo avvilimento del corpo umano, che per2 non tocca la loro, in qualche modo, umanit& perch ancora per tutte le bolgie si vede il loro senso dignitoso che

mantengono ancora, sempre pi" debole, come dicevo prima; per2 l!avvilimento corporeo s, e l vedrei, non nei paragoni che la ragazza citava prima, l vedrei, in questi barattieri immersi nella pece che vengono su come le lonze con il pescatore, come pure nei serpenti9ladri, ecc qui, lentamente, Dante indica come l!uomo si avvilisce nel peccato, questo semmai direi.

+orrei sapere come intendere la piet& di Dante, non so, appunto, se intenderla come commozione verso i personaggi che incontra, appunto, nei gironi in ernali, oppure come turbamento causato dalla giustizia divina che, come dire, implacabile, verso peccati e sentimenti che sono comunque comuni alla natura umana, se solo commozione oppure proprio turbamento verso la natura implacabile, appunto, di Dio, non so Il turbamento il amoso discorso che a il :apegno, che traduce piet& con perplessit&, cosa sbagliatissima perch Dante lo ripete quattro volte nello stesso contesto la parola piet&% >)oic! hai piet& del nostro mal perverso>, qui chiarissimo di che cosa si tratta; no, piet& compassione, ma che cosa questa compassione? Da che nasce? ;ppunto da quello che dicevo in principio, perch l!uomo, pur cos grande, nobile e dignitoso come Dio lo ha creato, si privato di questa sua dignit&, questo il dolore che prende Dante, perch vede, ed l che c! il grande contrasto che crea poi la bellezza anche di tante pagine in ernali, ra questa grandezza dell!uomo, come poteva essere (runetto 6atini, la cara e buona immagine paterna, la grandezza che lui aveva avuto per natura e che gli rimasta in ondo ancora, stata, in qualche modo, ridotta, cos, perduta, perch lui si privato volontariamente, per propria scelta, del proprio compimento di grandezza che gli era destinato; questo il dolore di Dante, e la piet&; non un semplice moto di compassione, cos%=)overino<> perch so re tanto, se no, non sarebbe neanche giusto; una compassione per questa sorte destinata all!uomo, che aveva invece per destino datogli da Dio la gloria suprema del )aradiso, ecco, questo, secondo me, l!interpretazione giusta.

;bbiamo visto che Dante intraprende un viaggio nell!aldil&, per2 anche *lisse nel capitolo undicesimo dell!#dissea andato nell!;de, e 7nea, nel sesto, agli in eri; abbiamo visto tre viaggi, diversi, tre uomini diversi e tre luoghi con igurati molto

diversamente, dunque possiamo trovare, al contrario, delle analogie tra questi tre personaggi? 8o, analogie tra i personaggi non ci sono perch la situazione troppo diversa, il luogo dell!aldil& certamente Dante ce l!ha ben presente, soprattutto +irgilio e la descrizione che a +irgilio del suo ;de, ma la diversit& totale, appunto di l si rivela la qualit& dell!oltretomba invece $ristiano pensato da Dante, perch l!;de degli antichi era un qualche cosa di pallido, sono ombre evanescenti che hanno una vita minore, e non c! nessuna carica n di tragedia n di gloria. 7! un limbo, quasi, qualche cosa di pallido come lo sono tutte le loro ombre e dolenti quelli incontri che +irgilio a nell!aldil& suo, nell!;de; hanno questo senso, per cui un!ombra e ettivamente, un!ombra, qualche cosa che non pi" la pienezza della vita; quindi c! una di erenza pro onda per cui i due mondi dell!aldil& non hanno a che are l!uno con l!altro; c! l!idea, s, di questa sopravvivenza che era propria di tutta la iloso ia greca, del resto; vi ricordate )latone% l!immortalit& dell!anima, in genere degli antichi questa idea della sopravvivenza dopo la morte, per2 era una sopravvivenza che non aveva sbocco, diciamo cos; qua la stessa di erenza tra i tre regni, soprattutto tra il primo e gli altri, tra disperazione e gloria, tutto un altro discorso, perch c! un destino. $osa che l& non c!era; ora si potrebbe entrare nel discorso del dramma che c! negli antichi greci e romani, come +irgilio, del problema della morte che riempie dolorosamente l!7neide, tutti i giovani dell!7neide muoiono, tutti sono destinati a morire, che poi il giovane signi ica, appunto, questa morte che non meritata, la morte di )allante, non se ne salva uno, 7urialo immeritata ogni morte umana, in ondo, perch l!uomo destinato alla vita eterna; ma +irgilio a questi morti non pu2 rispondere, un dolore che percorre tutta l!7neide, nonostante la gloria del nuovo regno, dell!imperatore, ecc, ecc come non possono rispondere i tragici greci, alle loro domande sulla morte; come #mero, l!ho scritto, mi pare, nell!introduzione dell!In erno, quel dolorosissimo episodio di ;chille e di )riamo sotto la tenda, quando )riamo piange ed ;chille piange; )riamo piange la morte del iglio e ;chille piange perch pensa a suo padre che pianger& anche lui perch sa che destinato a morire. $! questo dolore pro ondo nell!antica poesia greca, che non ha risposta.

+orrei chieder6e di appro ondire il tema delle due dimensioni che in Dante sono

cos unite, diciamo, di realismo e simbolismo, magari anche dando a noi insegnanti, dei consigli su come are capire bene questo rapporto che cos complesso. 8on so se sono all!altezza di dare dei consigli a voi insegnanti, questo non credo sia il mio compito, ma io direi che non bisogna esagerare con questa dicotomia tra il simbolismo e il realismo; il discorso di Dante , sostanzialmente, reale; lui tende alla realt&, e di atto, tutto il mondo lo legge per questo, perch lui presenta l!uomo cos com!, l!assoluta conoscenza di ogni movimento, di ogni gesto, ogni sospiro; il lattante che si volge verso la madre perch si svegliato in ritardo; il sospiro dell!epilettico che si riprende; i sorrisi, come dire, di dolcezza di compiacenza, quasi materni insomma, i mille gesti dell!uomo Dante li coglie, li rappresenta al vivo come pochi poeti; quello che Dante ci d& soprattutto realt&, =simbolico>, non so nemmeno se detto giusto =simbolico>, semmai il =valore allegorico> di alcune cose che, eventualmente, possono rappresentarne altre, o , come si diceva prima, le orme igurali di (eatrice, di +irgilio, o di altri c! un rimandare che per2 proprio del reale, cio, questo un po! di icile da dire, nella realt& del mondo, che noi conosciamo, che tocchiamo, che vediamo,c! sempre dietro un!altra cosa, questa non irreale per2, soltanto non tangibile, non visibile con gli occhi del corpo, diciamo cos, ma c! una realt&, come potremmo dire, che sovrasta quella toccabile, tante volte pi" vera della stessa realt& che noi tocchiamo; ma c! nel mondo presente questa realt& dello spirito, quindi ci sono sempre questi due piani. )arlare di allegoria, tranne in alcuni casi in cui ci sono scene, come la processione del )urgatorio, inserite con valore allegorico; ma l!impianto del poema non tale% una realt& che porta con s la seconda realt& che quella del mondo dello spirito. 7! di icile il discorso, ma cos mi sembra sia per Dante.

; me piacerebbe sapere come mai, a parte alcuni casi che sono, per esempio, /uido da 5onte eltro oppure (occa degli ;bati, insomma, i traditori, che non desiderano essere ricordati, cio come essere scoperti nell!aldiqu& initi all!In erno, come mai gli altri dannati non hanno pudore per questo, vergogna per questo; in qualche modo questo si connette al discorso di prima, della dignit& dell!uomo che in ondo non ancora persa? 5ah, un problema, questo, che Dante non a ronta direi, questo che loro si

sentano, a parte il caso di (occa, ma qui siamo in un ambiente partigiano, civile, di lotta ra partiti, ra azioni, dove, appunto, uno si vergogna se l!altra azione sa quello; si rientra in quello spirito, diciamo cos, non una cosa generale di vergognarsi per questa punizione, quello di (occa un atteggiamento tipicamente partigiano, come sarebbe oggi, uno di ronte all!altra azione non vuole apparire cos; per il resto, a loro orse non importa, nel senso che la loro condizione tale che, diciamo cos, basta ed su iciente; non c! pi" il problema del mondo, per cui raramente emerge, molto raramente0come nel caso di (occa e di altri1, di solito sono concentrati su se stessi e sulla propria realt&, perch l!In erno, in qualche modo, taglia uori dal mondo dei vivi, dal mondo della terra; mentre il )urgatorio, come vedremo domani, un continuo rapporto perch, praticamente, nello stesso tempo, sotto lo stesso sole, e con la stessa, in ondo, speranza, qua c! un taglio, volere o no, un abisso, per cui loro non possono pi" partecipare degli stessi sentimenti; questo accade ancora a chi si lega ancora a queste aziosit& del tutto piccole, umane, ma un incidente,diciamo cos, un caso, non la regola; la regola che loro sono tagliati da questo mondo. $os direi, non so se giusto.

+olevo chiedere, proprio a questo seguito, giusta allora l!impressione che si ha, leggendo l!In erno, di un egocentrismo esasperato dei dannati, e di un!impossibilit& di relazione? :, un po! giusto questo, cio, sono come chiusi loro ormai in se stessi, questo che orse lei voleva dire, mi pare, no? -uesta un!impressione, in atti, che si ha normalmente; vedono la loro condizione cieca, che non vede, come dice Farinata%>8oi non vediamo ormai, siamo chiusi>; per esempio, $avalcante non sa nemmeno se suo iglio vivo o morto; sono come tagliati uori dal mondo dei vivi. -uesto mi pare che sia un!osservazione giusta, un =cieco carcere> lo chiamano, domani usciremo da questo carcere.

'rascrizione a cura di /iulia /allo, DE D Bevisione del testo ed editing a cura del pro . Fulvio Fabbroni

http%CCFFF.liceoparini.itCpariniFebCattivitaCcommediaGin erno.htm

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